Ingegneria_02

download Ingegneria_02

of 21

Transcript of Ingegneria_02

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    1/21

    Progetto PON Ob. 3, IT 053, PO 007, Avviso 6/01, Fascicolo n 184:

    "Nuovi modelli di formazione continua per il settore agricolo,legati a nuove forme flessibili di lavoro e ai mutamentidell'organizzazione del lavoro"

    PERCORSO DIDATTICO:

    La gestione del territorio e delle risorse idriche:lingegneria naturalistica

    Elemento

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    2/21

    Pagina 2 di 21

    SOMMARIO:

    SOMMARIO: ........................................................................................................................2

    LEGENDA ICONE: ................................................................................................................2IMPOSTAZIONE DEL LAVORO DI INGEGNERIA NATURALISTICA:LINEE GUIDE PER I LANALISI

    PRELIMINARE E LIPOTESI PROGETTUALE ...............................................................................3

    INDAGINI BOTANICHE PER LA SCELTA DELLE SPECIE E DELLE TIPOLOGIE VEGETAZIONALI DI

    PROGETTO .........................................................................................................................3

    METODOLOGIE ...................................................................................................................6

    CRITERI PRATICI E LINEE DINDIRIZZO PER LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSIT ...............12

    SCELTA DELLE SPECIE

    .......................................................................................................15TESTDIAUTO-VALUTAZIONE .................................................................................20

    LARETEDEITUTOR.....................................................................................................21

    LEGENDA ICONE:

    Per agevolare la fruizione dei materiali, sono state inserite delle icone che stannoad indicare:

    : introduzioni e/o punti di passaggio tra gli argomenti dellelemento;: punti di attenzione e/o concetti particolarmente importanti e significativi;: termine dellelemento;: test di auto- valutazione.

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    3/21

    Pagina 3 di 21

    Gli interventi di ingegneria naturalistica hanno la necessit di essere impostatisu una serie di analisi preliminari, che ne delineino fattibilit e definizione precisa delquadro del contesto dintervento.

    In questo elemento, vedremo come si imposta il lavoro di analisi preliminareper unprogetto di ingegneria naturalistica.

    IMPOSTAZIONE DEL LAVORO DI INGEGNERIA NATURALISTICA:LINEE GUIDAPER LANALISI PRELIMINARE E LIPOTESIPROGETTUALE

    In ogni intervento di ripristino ambientale la fase progettuale, definitiva ed esecutiva,

    deve necessariamente essere preceduta da unanalisi stazionale mirata a definire latipologia del degrado determinatosi, a cui affiancare uno studio sulla dinamica dellavegetazione in un ampio intorno rispetto al dissesto preso in considerazione.

    E quindi opportuno riportare, a titolo di esempio, la metodologia standard adottabilenei differenti contesti dellingegneria naturalistica:

    esame delle cartografie e dei dati bibliografici esistenti sullarea oggetto dellostudio/intervento;

    esame delle indagini climatiche, in sede storica (dove possibile) e attuale; analisi geomorfologiadel territorio; rilevamenti topograficiesistenti (o da realizzare ad hoc); eventuale analisi idrologica ed idraulica, se in presenza di corsi dacqua; ricostruzione delle sezioni geologiche e delle caratteristiche geomeccaniche

    dellarea, in caso di interventi di ripristino di situazioni degradate; indagini di campagna estese alle formazioni vegetazionali presenti in un

    ambito vasto, per la conoscenza delle specie, delle tipologie vegetazionali e dellastruttura delle formazioni di riferimento per gli interventi progettuali;

    definizione delle tipologie vegetazionalidellarea di studio; valutazione dello stato attuale della qualit ambientale dellarea ai fini della

    valutazione della compatibilit ambientale degli interventi progettuali; definizione del progetto botanico degli interventi di rinaturazione e di

    inserimento paesaggistico ambientale; individuazione di interventi di sistemazione del territorio, con particolare

    riferimento a quelli di tipo idraulico.

    INDAGINI BOTANICHE PER LA SCELTA DELLE SPECIE E DELLETIPOLOGIE VEGETAZIONALI DI PROGETTO

    Uno dei momenti pi importanti dellanalisi pre-progettuale riguarda direttamentelindividuazione delle piante pi idonee rispetto al contesto nel quale si esplica il progettodi ingegneria naturalistica.

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    4/21

    Pagina 4 di 21

    E indispensabile, almeno per gli interventi pi complessi, una ricerca propedeuticasulla vegetazione, che porti alla conoscenza approfondita delle caratteristiche ambientalidellarea dintervento,per riproporre tipologie vegetazionali, ad esempio con funzioniantierosive e di consolidamento,coerenti con il territorio ed affini a stadi della serie

    vegetazionale autoctona.

    Per raggiungere tale obiettivo nelle situazioni di dissesto idrogeologico, per esempio,ove sono state completamente alterate le condizioni vegetazionali, morfologiche,pedologiche ed idrauliche iniziali, si utilizzano, in genere, impianti di fitocenosinon moltoevolute, con caratteristiche pioniere, capaci per di innescare il processo dirinaturalizzazione.

    Le fitocenosisono le comunit vegetali che vivono in un determinato ambiente ed il loro

    campo di studio la Fitogeografia (scienza che analizza le specie vegetali in relazionealla loro distribuzione geografica e, quindi, gli ecosistemi in cui esse si trovano).

    In pratica studiando le piante di un dato ambiente, i ricercatori possono capirneindirettamente lo stato di salute, e definire le condizioni di scenario prevedibili dopo chelintervento di ingegneria naturalistica ha avuto luogo.

    In linea generale possiamo distinguere almeno tre livelli di studio:

    livello 1, rivolto alle singole specie: si , e cio si ricerca, si classifica e sielencano tutte le pianti vascolari appartenenti a Pteridofite, piante prive di fiori e

    semi (equiseti e felci), Gimnosperme, piante con fiori che hanno gli ovuli nonracchiusi nell'ovario (Conifere), Angiosperme, piante con fiori i cui ovuli sonoracchiusi nell'ovario (Latifoglie).

    Livello 2, rivolto a come le singole specie si raggruppano originandocomunit vegetali o fitocenosi( propriamente lo studio della vegetazione). Lavegetazione di un dato territorio rappresentata dall'insieme e dal modo diraggrupparsi delle specie che presenti, quando si raggruppano in comunitvegetali omogenee e ben definite e pi o meno stabili ed in equilibrio conl'ambiente. Pi associazioni vegetali che si distribuiscono sul territoriocostituiscono la vegetazione di un certo luogo (foresta a Faggio, bosco aRoverella, prato a Festuca, ecc.). Individuare un'associazione vegetale significa

    quindi studiare anche i fattori ecologici che ne regolano gli equilibri e in definitival'ecosistema di cui essa fa parte; tali raggruppamenti di piante sono selezionati dafattori storici, epoca in cui la specie comparsa sulla terra, ed edafici, ovvero lecaratteristiche chimiche e fisiche del suolo, gli aspetti climatici e la competizioneche si instaura tra le varie specie.

    Livello 3, rivolto a come le fitocenosi si distribuiscono sul territorio (studiodel paesaggio vegetale).

    Quando si esegue un'analisi ambientale bene tener presente che le diverse specievengono distinte in base al luogo di origine o di provenienza in Indigene o Autoctone,piante diffuse in un territorio senza lapporto della comunit umana. A questultima

    tipologia appartengono peraltro le piante pi comuni della nostra flora, che contribuisconoalla lettura del paesaggio, quali Quercus ilex, Quercus pubescens, Quercus cerris,Castanea sativa, Ostrya carpinifoglia, Fagus silvatica, Ilex aquifolium, Taxus baccata,

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    5/21

    Pagina 5 di 21

    Genziana lutea, Vaccinum myrtillus, ecc. Tra le piante autoctone, esiste anche il gruppodelle endemicheche vivono solo in una piccola area geografica.

    Le specie esotiche o alloctone, invece, sono piante originarie di contestiecosistemici diversi, introdotte intenzionalmente o accidentalmente dall'uomo in un

    territorio non compreso nell'area naturale di distribuzione: alcune si comportano poi comeindigene naturalizzate, come la Robinia pseudoacacia (Acacia o Robinia), l'Ailanthusaltissima (Albero del paradiso), Cercis siliquastrum (Albero di Giuda).

    FOTO 10-ESEMPIO DI PIANTA INDIGENA NATURALIZZATA LA ROBINIA PSEUDOACACIA L.( C A E S A L P I N I A C E A E ),FONTE

    WWW.DIPBOT.UNICT.IT/ORTO/0253

    Il paesaggio vegetale suddivisibile nelle seguenti macro-tipologie:

    naturale, caratterizzato da vegetazione spontanea, fitocenosi comparse prima o

    dopo lantropizzazione del territorio, ma comunque senza interventi da partedelluomo, come nel caso di boschi di Leccio, Roverella, Orniello, Castagno,Faggio, e anche associazioni erbacee sopra una certa altitudine;

    seminaturale: cenosi arbustive derivate dall'abbandono del pascolo, cherappresentano uno stadio intermedio verso la ricostituzione delle cenosi boschiveprimarie;

    antropico o culturale: ambienti artificiali, prodotti dall'uomo (campi coltivati, reeurbane, siepi, strade, fossi, giardini, ecc.).

    In definitiva, inquadrando la vegetazione di un ambiente e definendone lecaratteristiche principali, possiamo studiare in modo indiretto lo stato di salute di unecosistema.

    Nellanalisi della vegetazione, va compreso uno studio sui lineamenti climatici dellazona di intervento, reperendo le serie mensili dei dati di temperatura e precipitazioni per la

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    6/21

    Pagina 6 di 21

    realizzazione del diagramma di Walter o di Bagnouls-Gaussen che fornisce importantiindicazioni per la scelta delle specie.

    GRAFICO DI BAGNOULS-GAUSSEN.SULLASSE DELLE ORDINATE SONO POSTE LE PRECIPITAZIONI E LE TEMPERATURE

    MEDIE,E SU QUELLO DELLE ASCISSE I DODICI MESI DELL

    'ANNO

    .

    METODOLOGIE

    Le metodologie adottabili per la ricerca vera e propria sono due:

    Analisi flor is tica; Analisi fi to- socio logica1.

    Lanalisi floristica si struttura sulla determinazione delle entit floristiche presenticon il riconoscimento della loro autoecologia (ad esempio le specie igrofile o xeriche)

    unitamente alle forme biologiche ed ai tipi corologici, che servono per lindividuazione dellespecie autoctone. Dalla lista delle specie autoctone riscontrate, strutturata secondo leforme biologiche, vanno selezionate le specie di progetto.

    Lanalisi floristica molto pi rapida di quella fito- sociologica, ed normalmenteapplicata nelle situazioni caratterizzate da condizioni locali poco complesse, comeavviene per interventi di estensione limitata, ed in contesti con caratteristicheecologiche della stazione omogenee.

    1La fitosociologia la branca della botanica che studia le comunit vegetali.

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    7/21

    Pagina 7 di 21

    Le forme biologiche, o di crescita delle piante, rappresentano la possibilit didescrivere la struttura della vegetazione tramite i differenti adattamenti allambienteesterno (esempi intuitivi di forme biologiche sono lalbero, larbusto o la specie erbacea).

    Il sistema utilizzato per classificare le forme biologiche quello del botanico danese

    Raunkiaer (1902) che si basa sulla strategia assunta dalle piante per proteggere legemme dalle avversit climatiche (il freddo invernale o laridit estiva).Tornando a considerare un esempio di intervento di ingegneria naturalistica finalizzato

    alla ri- naturalizzazione dei corsi dacqua, si prenderebbero in esame per forma biologica,le piante vascolari, tipiche dei corsi dacqua dellItalia centrale, che sono suddivise in 6classi principali:

    Terofite: piante annuali che superano le avversit climatiche sotto forma di semi(ad es. Papaver rhoeas, papavero);

    Idrofite: piante perenni acquatiche con gemme sommerse durante la stagionesfavorevole (ad es. Potamogeton natans, lingua dacqua).

    Geofite: piante perenni con organi ipogei (bulbi o rizomi) sui quali si trovano legemme (ad es. Phragmites australis, cannuccia di palude);

    Emicriptofite: piante perenni con le gemme a livello del suolo (ad es. Bellisperennis, margherita);

    Camefite: piante perenni, alla base legnose, con le gemme fino a 30 cm. da terra.(ad es. Helichrysum italicum, elicriso);

    Fanerofite: piante perenni legnose con le gemme a pi di 30 cm. dal suolo (alberied arbusti).

    Lo spettro biologico rappresenta la ripartizione percentuale delle varie formebiologiche della flora di un territorio ed evidenzia le relazioni tra clima e flora. Laconoscenza delle forme biologiche di grande interesse applicativo nella progettazionedegli interventi di Ingegneria naturalistica, in particolare nella scelta delle sementi per gliinerbimenti.

    Va per considerato che le specie floristiche non si distr ibuiscono nel territo rio inmaniera uniforme: alcune occupano aree molto ristretto, altre regioni molto estese, fino aquasi tutta la superficie terrestre.

    Anche per ri cerche sempl ic i, allora, allanalisi per forme biologiche normalmente

    associata anche quella per tipi corologicidella flora italiana (ossia lanalisi dei gruppiche rappresentano la distribuzione geografica delle specie e che consente diindividuare le specie autoctone per gli interventi progettuali),che possono essere cossintetizzate (Pignatti, 1982):

    Endemiche: specie ad areale ristretto, sono lelemento pi caratteristico di unaflora. LItalia ricca di endemismi (732, pari al 13,5% della flora) per la suaconformazione geografica e per la storia evolutiva della flora (ad es. Primulapalinuri).

    Mediterranee: si dividono in stenomediterranee con areale lungo le coste delbacino mediterraneo come Arbutus unedo (corbezzolo) ed eurimediterranee che si

    estendono fino allEuropa media quali Fraxinus ornus (orniello); Orofitesudeuropee: specie differenziatesi sulle montagne dellEuropa meridionale

    dopo lorogenesi terziaria (come Abies alba, abete bianco);

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    8/21

    Pagina 8 di 21

    Eurasiatiche: diffuse nelle zone temperate dellEuropa e dellAsia, in Italiapredominano nella pianura padana e nella fascia di bassa montagna (ad es.Corylus avellana, nocciolo);

    At lant iche: specie con areale che gravita sulle coste atlantiche dellEuropa, legate

    ad un clima oceanico, con precipitazioni distribuite durante tutto lanno e inverni nontroppo freddi (ad es. Helleborus foetidus, elleboro puzzolente); Settentrionali : distribuite nelle zone pi fredde del globo, in Italia si rinvengono

    soprattutto nelle zone montane, come, ad es., Vaccinium myrtillus (mirtillo); Cosmopolite: specie ad ampia distribuzione diffuse in tutti i continenti, si ritrovano

    soprattutto negli ambienti antropizzati, come Amaranthus retroflexus (amarantocomune).

    FOTO 11-ARBUTUS UNEDO L.(ERICACEAE:CORBEZZOLO,ALBATRO,ROSSELLO)FONTE

    WWW.DIPBOT.UNICT.IT/ORTO/0026

    La seconda tipologia di indagine botanica quella definita fitosociologica, ed utilizzata spesso in integrazione a quella floristica, e comunque nelle situazioni ambientalipi complesse ed articolate dal punto di vista ecologico, quindi quelle proprie di aree diintervento progettuale estese.

    Come indagine fornisce senzaltro le informazioni pi complete nelle decodifica del

    messaggio che la copertura vegetale fornisce al progettista di interventi di bioingegneria.La sua peculiarit riguarda lapproccio metodologico, che dallanalisi qualitativa,propria dellindagine florist ica, passa allanalisi quali- quantitativa, che consente unconfronto oggettivo t ra situazioni fi sionomicamente simili o d iverse.

    Il metodo, messo a punto da J. Braun Blanquet negli anni 20 del XIX secolo, adottato da tutta la scuola europea, e si struttura sulla base del riconoscimento dellavegetazione formata da unit discrete, caratterizzate da una certa composizione floristica:le associazioni.

    Lassociazione vegetale definita da Braun Blanquet come un aggruppamentovegetale pi o meno stabile ed in equilibrio con lambiente, caratterizzato da una

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    9/21

    Pagina 9 di 21

    composizione floristica, in cui alcune specie vegetali, che si rinvengono quasiesclusivamente in questo popolamento, rilevano con la loro presenza, una ecologiaparticolare ed autonoma .

    A partire dallassociazione possibile riconoscere delle unit sintassonomichesuperiori comprendenti la vegetazione di territori sempre pi estesi. Lelemento operativofondamentale nellindagine fito- sociologica il rilievo consistente nel censimento dellespecie vegetali di una stazione opportunamente scelta allinterno di una zonafisionomicamente omogenea, accompagnato da una valutazione quantitativasullabbondanza di ogni specie, nonch delle principali caratteristiche ecologiche estrutturali della stazione stessa, quali altitudine, inclinazione, esposizione, stratificazione,eccetera.

    I rilievi possono poi essere elaborati con metodi statistici di analisi multivariata(classificazione e ordinamento) allo scopo di ottenere una tabella strutturata. Tramitelanalisi fitosociologica viene individuato lo stadio dinamico evolutivo o degenerativo di una

    comunit vegetale, ottenendo elementi di previsione del suo sviluppo nel tempo.

    In sintesi quindi,li ndagine fito- sociologica consente di classificare la vegetazione diuna zona secondo certe unit organizzate gerarchicamente in relazione ai parametriambientali, con informazioni sulle tendenze evolutive dei processi, caratteristiche chela rendono uno strumento fondamentale nello studio di un territorio e nella progettazionedegli interventi di ingegneria naturalistica.

    In particolare risulta di estremo interesse applicativo la conoscenza, per una datastazione, delle associazioni pioniere su suoli grezzi e della loro successione attraverso leassociazioni seguenti fino allassociazione finale (Schiechtl H. M., 1991).

    In cerete situazioni, levoluzione della vegetazione si realizza sotto lo strettocondizionamento edafico (dovuto al suolo e alla porzione superficiale della crostaterrestre e agli organismi che vi prolificano), che prevale rispetto al condizionamentoclimatico.

    In questi casi la vegetazione, definita azonale(ossia indipendente dalla zonizzazioneclimatica), pu raggiungere, nella sua fase pi evoluta, un particolare stato di equilibrio,definito climax edafico.

    Si ricordi che per climax climatico, si intende lo status di equilibrio stabile con lecondizioni generali del clima regionale della comunit eco- sistemica.Per climax edafico si intendono invecestadi stazionari modificati, in equilibrio con leparticolari condizioni locali del suolo.Il contrario, ossia disclimax, la condizione di un ecosistema per il quale non possibi le raggiungere il climax, perch le azioni delluomo lo mantengono in situazionedi disequilibrio (superpascolo, campo coltivato).

    Sono caratteristici esempi di vegetazione azonale le formazioni psammofile (dal

    greco psammos, sabbia)delle dune costiere (condizionate dalla caratteristica mobilit delsubstrato), la vegetazione casmofitica(piante adatte alla crescita su rupi verticali e muri)delle pareti rocciose verticali (sotto lo stretto condizionamento del substrato roccioso)o le

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    10/21

    Pagina 10 di 21

    formazioni ripariali (condizionate dal livello della falda). Le formazioni riparali sonocaratterizzate da specie igrofile(salici, pioppi, ontani), in stazioni a umidit persistente oristagno idrico.

    Col termine fattori edafici si indicano tutti quei fattori ecologici riferibili al substratosul quale si sviluppa un organismo vegetale. Si avranno quindi:

    fattori fisici(granulometria, acqua, aria, temperatura del suolo), chimici(pH, ioni, sali, nutrienti, ecc.) biotici(microrganismi, micorrize, ecc.).

    La granulometria di un suolo indica la composizione percentuale delle diverseclassi di grandezza dei clasti misurate secondo le seguenti frazioni di diametro medio:

    Sabbia grossa2 - 0,5 mm; Sabbia media0,5 - 0,25 mm; Sabbia fine0,25 - 0,05 mm; Limo0,05 - 0,002 mm; Argi lla< 0,002 mm.

    La granulometria dei diversi orizzonti di un suolo ha influenza sulle piante in quantoregola laerazione, la ritenzione idrica, la meccanica del substrato, ecc. In base allapreferenza per diversi tipi tessiturali si distinguono:

    specie:psammofile caratteristiche dei suoli sabbiosi incoerenti (Ammophilaarenaria, Elymus farctus, Sporobolus virginicus),

    specie glareicole, dei ghiaioni e delle pietraie mobili (Isatis allioni, Festucadimorpha, Oxyria digyna),

    specie argillofile dei terreni limoso-argillosi (Arundo plinii, Hedysarumcoronarium).

    casmofite le piante adattate alla crescita su rupi verticali e dei muri (Ceterachofficinarum, Cymbalaria muralis, Erigeron karwinskianus).

    Le formazioni ripariali, di particolare interesse naturalistico e paesaggistico, sononon di rado oggetto di interventi di ingegneria naturalistica cos come sono oggetto negliultimi anni di una particolare attenzione da parte di molte regioni italiane.

    Questo perch la vegetazione ripariale il risultato di particolari condizioniecologiche, tra cui spicca linfluenza del livello della falda freatica.Tale condizionamento fa assumere quindi a questo tipo di formazioni il valore di

    climax edafico in quanto non condizionate dalla zonizzazione climatica generale.La diversa distanza delle sponde dalla falda e il loro diverso condizionamento ad

    opera delle piene sono fattori che permettono la presenza, in un ambito particolarmentelimitato, di pi serie di vegetazione disposte parallelamente al fiume a costituire uncaratteristico geosigmeto.

    Rispetto alle situazioni sotto lo stretto condizionamento climatico, non siamo quindi inpresenza di un insieme di associazioni riunite in una caratteristica serie e in un unico tipodi climax, ma in un insieme di serie, dove le diverse formazioni sono in contatto catenale,

    dal corso dacqua verso linterno, secondo un gradiente ecologico:

    associazioni erbacee,

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    11/21

    Pagina 11 di 21

    saliceti arbustivi, saliceti arborei, formazioni a dominanza di ontano nero, boschi mesoigrofili con pioppi e

    farnia, fino ad arrivare alle formazioni svincolate dalla falda.

    In questi casi la scelta delle specie da utilizzare in interventi di ingegneria naturalisticadovrebbe essere condizionata dal riconoscimento delle serie presenti e dallindividuazionedelle specie che, allinterno di ciascuna serie, meglio si prestano allintervento (percaratteristiche biotecniche, reperibilit sul mercato).

    Tale indagine potr assicurare una copertura vegetale suscettibile di evolversispontaneamente verso consorzi pi naturali, raggiungendo un contemporaneo risultato diprotezione del suolo e di difesa idrogeologica.

    La redazione della carta della vegetazione, resa possibile dallanalisi fito-sociologica, permette inoltre una graficizzazione delle informazioni, rendendo evidente ladistribuzione della vegetazione stessa sul territorio, secondo i fattori ambientali e consente

    di avere informazioni sulle caratteristiche ecologiche e strutturali delle varie fitocenosi,nonch sul dinamismo in atto.

    Interessanti esempi di carta della vegetazione, circostanziati al padule diFucecchio, ma utilissimi per verificare in concreto le tematiche trattate sono reperibili alsito: http://www.zoneumidetoscane.it/eventi/extra/libro_1_pdf/carte_vegetazione.pdf.

    Nella pagina seguente inoltre mostrata una scheda per il rilevamento fito-sociologico.

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    12/21

    Pagina 12 di 21

    ESEMPIO DI SCHEDA PER IL RILEVAMENTO FITO- SOCIOLOGICO. VEDI MANUALE TECNICO DI INGEGNERIA

    NATURALISTICA DELLA PROVINCIA DI TERNI.

    Effettuate le ricerche botaniche qualitative o quanti- qualitative, comunqueopportuno avere a riferimento alcuni principi operativi di massima per la scelta delle specie

    che caratterizzeranno lintervento di ingegneria naturalistica, criteri che diventano dei verie propri precetti quando lintervento riferito alle aree ad elevato valore ambientale.Quella che segue una parte che richiede attenzione particolare, perch vi si

    espongono quali criteri si devono seguire per lutilizzo di specie vegetali in opere diingegneria naturalistica. quindi fondamentale che sia affrontata con particolare riguardo.

    CRITERI PRATICI E LINEE DINDIRIZZO PER LA CONSERVAZIONEDELLA BIODIVERSIT

    Compatibilmente con i risultati dellanalisi stazionale e con la ricerca floristica e fito-sociologica, i principi cardine da seguire possono essere cos sintetizzati:

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    13/21

    Pagina 13 di 21

    Realizzazione di mosaici ambientali e pluralit dhabitat. La scelta di una certasuccessione di vegetazione, attraverso interventi di ingegneria naturalistica, se da un latodeve essere coerente con i lineamenti vegetazionali del territorio protetto, dallaltro chiamata a realizzare cambi, discontinuit, e mosaici di paesaggio vegetale. preferibile

    stabilire una pluralit ambientale rispetto allintorno piuttosto che riproporre omologie. Ilmassimo di diversit biologica (floristica e faunistica) si realizza proprio inpresenza/conseguenza di un massimo di diversit di habitat contigui, tra loro comunque instretta relazione biocenotica.

    Realizzazione di livelli superiori di naturalit e complessit. Le scelte progettuali ditipologia vegetazionale devono definire gli stadi pi evoluti possibili lungo la successionedinamica individuata, compatibilmente con le condizioni ecologiche della stazione(relativamente ai limiti stabiliti da altitudine, esposizione, acclivit, tipo suolo). Questoserve ad orientare il successivo sviluppo delle formazioni/associazioni verso condizioni

    climax, o comunque stabilire da subito situazioni di copertura vegetale con livelli superioridi naturalit e complessit. In effetti, le aree naturali protette richiedono sempre soluzioniestreme di qualit, anche se pi difficili ed onerose per i costi dimpianto e di primamanutenzione.

    Realizzazione del massimo livello possib ile di diversit flor istica.Va presupposto cheuna selezione di entit vegetali da impiegare, nello specifico di un intervento di ingegnerianaturalistica, risponda efficacemente alle condizioni ecologiche richieste dalla stazione esia dotata delle pi idonee caratteristiche bio- tecniche per quel sito. Sebbene questocomporti una forte selezione di taxa impiegabili, le scelte progettuali devono tendere alla

    realizzazione della maggiore diversit biologica, da intendersi qui sia in termini dicomposizione floristica (come maggior numero di specie), sia in termini di fisionomia dellavegetazione (come maggior numero di forme e sottoforme biologiche).

    Esclusione dei taxa non appartenenti alla flora locale.Gli elenchi floristici di unareaprotetta (meglio se riferiti ad una parte non molto estesa) forniscono indicazioni utili asbozzare un primo insieme, ancora grezzo, di entit suscettibili di utilizzo nei ripristiniambientali. Gli stessi elenchi permettono, pi nettamente, di escludere a priori (e conrelativa difficolt) tutti i taxa estranei al popolamento floristico originario del territorio,restringendo il campo delle specie e sottospecie da ricercare ed impiegare.

    Esclusione dei taxa ad ampia distribuzione.Al criterio netto dellappartenenza alla floralocale, segue lindirizzo della preferenza verso entit caratterizzate da tipologia corologicameno estesa possibile (con areale di distribuzione pi ristretto). In ogni caso, sono daevitare le piante avventizie (naturalizzate e non), le cosmopolite e le subcosmopolite e,comunque, il vasto gruppo delle sinantropiche. Il fine evidente quello di proporre quadriambientali e paesaggi naturali non generici e ricorrenti, ma quanto pi caratterizzati ediversificati in senso floristico regionale, dato che questo valore, essendo anchemorfologico oltre che genetico, immediatamente apprezzabile e rende un valoreaggiunto immediato al patrimonio naturalistico di unarea protetta.

    Esclusione dei taxa inseriti nelle red list. Ragioni di tutela e conservazione tali daporre limiti concreti allapplicazione del precedente criterio, suggeriscono di evitare luso di

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    14/21

    Pagina 14 di 21

    specie e sottospecie (spesso endemiche, subendemiche o relitte), che trovano posto nelleliste rosse compilate secondo i criteri dettati dallI.U.C.N.(Fondata il 5 Ottobre del 1948come International Union for the Protection of Nature (IUPN), a seguito di una conferenzainternazionale a Fontainebleau, Francia, lorganizzazione ha cambiato il suo nome in

    International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) nel 1956.Nel 1990 stato cambiato il nomr in IUCN -The World Conservation Union. Alla IUCNpartecipano oltre 70 stati, 100 agenzie governative, e oltre 750 agenzie non governative,con pi di 10.000 scienziati ed esperti da tutto il mondo. La sua red list, aggiornata al2003, disponibile al sito http://www.redlist.org/)Sono soprattutto le categorie che esprimono un maggior rischio di estinzione - ecorrispondenti alle denominazioni di gravemente minacciato (CR), minacciato (EN) evulnerabile (VU) - a sconsigliare luso dei taxa inseriti nei loro stessi elenchi. In altreparole, bisogna evitare che lingegneria naturalistica, pur condotta con tutte le accortezzepossibili, possa contribuire, suo malgrado, alla rarefazione e scomparsa della floraspontanea.

    Provenienza autoctona dei materiali vegetali.Come gi accennato, deve essere evitatolimpiego di semi o parti vegetative di piante non raccolte in loco, anche se appartenenti aspecie e sottospecie nominalmente descritte nella flora del territorio. Questo principio valeper qualsiasi tipo di intervento forestale e quindi applicabile, in pieno, al campodellingegneria naturalistica. In particolare, sono da escludersi i materiali alloctoniprovenienti da vivai o strutture similari non specializzati per la flora locale, tenuto contoche, soprattutto nelle aree protette, lutilizzo di vegetali, con provenienza esterna ai confinio comunque incerta, costituisce una minaccia allintegrit degli ecosistemi e pu indurremodificazioni future sulla variabilit delle popolazioni autoctone. E da evitare anche

    lintroduzione e/o la reintroduzione di taxa oggi assenti, anche nel caso di trasferimento dimateriale da un settore ad un altro della stessa area protetta.

    Prelievo limitato in natura dei materiali vegetali. Per quanto attiene la scelta delmateriale vivente da utilizzare per gli interventi di ingegneria naturalistica opportunolimitare allo stretto necessario il prelievo in natura dei vegetali, secondo alcune indicazionidordine generale:

    quando si effettuano ricerche in loco di semi, non se ne devono raccogliere pidel 10 % del totale prodotto in una stagione da una popolazione e con

    percentuali ancora minori se il gruppo dindividui vegeta accantonato instazioni isolate. Lobiettivo di non mettere a repentaglio la sopravvivenza di questinuclei naturali;

    quando si effettuano raccolte di interi individui, opportuno non praticareprelievi quando il numero delle stazioni conosciute in loco, per una certa entittassonomica, assumano minima espressione.

    non bisogna mai contrarre una popolazione vegetale (in una determinata stazione)al di sotto della soglia della minima dimensione effettiva di 500 individui maturi .Tali precauzioni risultano necessarie al fine di assicurare una base geneticasufficientemente ampia per le popolazioni naturali, in quanto condizione primaria dipreservazione della variabilit e di potenzialit per una continua evoluzione;

    quando si effettuano prelievi di parti di individui, con lo scopo di favorire lapropagazione attraverso talee, astoni, rizomi, necessario limitare il numero diasportazioni per soggetto, con il fine di non ridurre le piante madri in uno stato

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    15/21

    Pagina 15 di 21

    vegetativo di immediata o successiva deperienza e quindi limitarne o perfinoannullarne la vitalit.

    Ricerca della massima variabilit nelle popolazioni insediate ex novo.Gli interventi diingegneria naturalistica creano talvolta nuove stazioni di popolazioni vegetali in cui deveesistere e mantenersi una certa variabilit biologica, utile a fronteggiare evenienzeambientali e garantire un continuo sviluppo evolutivo. Le nuove stazioni insediateattraverso semina e impianto di individui completi assicurano, almeno in teoria, una certavariabilit di popolazione appartenente allo stesso taxon. Nel caso di propagazionevegetativa necessario prelevare talee, astoni, rizomi o quantaltro, da individui diversi,magari anche spazialmente distanti tra di loro nelle stazioni di prelievo (in modo da evitarela formazione di popolazioni di cloni), tenendo conto anche della presenza di esemplaricon fiori sia delluno sia dellaltro sesso, nel caso di utilizzo di specie dioiche (es. Salix).

    Mantenimento corretto del materiale raccolto a garanzia della variabilit.Una voltache il materiale stato raccolto con successo - trattandosi esso di semi, parti o di interiindividui - lo stesso deve essere mantenuto o immagazzinato in modo tale da non perdereo diminuire la variazione genetica contenuta nei campioni. Linadeguata conservazione deisemi, nonch gli stress idrici, termici (subiti da parti od individui vegetali nel caso in cui sitardasse nel porli a dimora) sono spesso causa di minore germinabilit o di fallanze negliimpianti, che riducono la diversit biologica nelle nuove stazioni insediate.

    SCELTA DELLE SPECIE

    Visto che intervento di ingegneria naturalistica ha luogo allinterno di un ecosistemafragile, la scelta della specie negli interventi di ingegneria naturalistica una fasefondamentale per il successo dellintervento. La scelta dovrebbe essere condizionata dalriconoscimento delle serie di vegetazione presenti nellarea di intervento edallindividuazione delle specie che, allinterno di ciascuna serie, meglio si prestano adessere utilizzate in quelle particolari condizioni stazionali (edafiche, microclimatiche).

    Un approccio di tipo naturalistico alla scelta delle specie, permettecontemporaneamente di utilizzare le potenzialit genetiche dei popolamenti locali,particolarmente adattati e selezionati da quelle particolari condizioni stazionali, e di evitareinquinamenti genetici.

    La scelta si baser su una lista floristica, costituita da ecotipi locali ed individuata in

    base ad una analisi fito- sociologica ed ecologica, che dovrebbe essere poi selezionata inbase ad altri criteri quali:

    le caratteristiche biotecniche delle specie (ad esempio la resistenza allesollecitazioni meccaniche);

    le possibil it e la velocit di propagazione; le capacit colon izzatrici e miglioratrici ; ladattabilit a particolari condizioni stazionali limitanti (ad esempio nel

    rinverdimento di discariche, scarpate ferroviarie).

    E di estrema importanza la conoscenza, per ciascuna specie, delle seguenticaratteristiche:

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    16/21

    Pagina 16 di 21

    rapporto tra volume dellapparato radicale e parte aerea; forma dellapparato radicale; resistenza allestirpamento (diretta conseguenza della forma dellapparato

    radicale),

    resistenza al taglio del terreno attraversato da radici ed i livelli dievapotraspirazione dei popolamenti vegetali creati.

    Un altro fattore determinante negli interventi di ingegneria naturalistica, lareperibilit delle specie, fattore che condiziona fortemente la scelta possibile per gliinterventi.

    La disponibilit, soprattutto per le specie erbacee, oggi estremamente limitata, e laprovenienza delle stesse raramente compatibili con criteri di tipo naturalistico. La scarsareperibilit potrebbe comunque essere ovviata attraverso la costituzione di nuovi vivaispecializzati per il territorio regionale o, ancora meglio, per sottoregioni ecologicamenteaffini. In altri casi la disponibilit delle specie erbacee resa possibile da raccolte in loco

    che, comunque, risultano estremamente dispendiose da un punto di vista economico.Va peraltro ricordato che nel caso di raccolte in loco di fondamentale importanza

    studiare la fenologia delle specie per prelevare il materiale di propagazione almomento pi idoneo.

    certo comunque che il problema della reperibilit del materiale vegetale deveessere affrontato anche in termini di provvedimenti legislativi.

    Purtroppo molte specie particolarmente adatte ad un utilizzo nei rinverdimenti nonsono reperibili sul mercato.

    Sarebbe importante, ad esempio, poter disporre di graminacee ad elevata capacitcolonizzatrice quale il genere Brachypodium (variabile dal montano B. genuense e B.rupestre al pi termofilo B. sylvaticum).

    Se le risorse finanziarie lo consentono, in prossimit dellarea oggetto dellinterventodi ingegneria naturalistica si realizzano dei piccoli vivai ( il caso, ad esempio, di progetti direcupero di sedi estrattive dismesse), oppure stipulati contratti specifici con vicini vivai o sipu ricorrere alla raccolta diretta del fiorume.

    Non raramente inoltre possibile prelevare del materiale vegetale nei pressi delcantiere di lavoro, quali talee (ad esempio di salici e pioppi), piote erbose, rizomi,mettendo eventualmente in atto interventi di conservazione temporanea del materiale.

    Alla scarsa disponibilit del materiale vegetale nelle regioni appenniniche si unisce,per le regioni costiere mediterranee, la scarsa sperimentazione. Alcuni manuali, regionali oprovinciali, presentano liste di specie erbacee, arbustive ed arboree, utilizzabili negli

    interventi di ingegneria naturalistica, corredate da informazioni relative allecologia, alladistribuzione, alle caratteristiche biotecniche. Alcuni lavori riportano elenchi di specie conle rispettive caratteristiche ecologiche che possono risultare molto utili.

    certo per che, se lindirizzo naturalistico realmente applicato, lindividuazione dellespecie idonee dovrebbe principalmente derivare da una selezione delle flore locali, con ilpatrimonio genetico caratteristico dellarea di intervento.

    Nella scelta delle specie da utilizzare in interventi di ingegneria naturalistica, per la

    Toscana, una lista di riferimento dovrebbe essere costituita da tutte le specie della floraregionale, costituita, in considerazione dellestrema diversit climatica, geomorfologica edaltitudinale, da oltre 3.000 specie.

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    17/21

    Pagina 17 di 21

    In considerazione della ricchezza della flora dellItalia centrale, per non indicare listedi specie incomplete o riferite solo a particolari porzioni del territorio e comunque perrispettare un criterio naturalistico, forse pi utile fornire uninformazione sui lavori floristicie/o vegetazionali disponibili, divisi in ambiti geografici, al fine di valorizzarne a pieno tutte

    le potenzialit applicative (ad oggi tale documentazione costituisce invece un ampiopatrimonio scarsamente utilizzato nella pratica).Il progettista potr quindi individuare, per la sua area di intervento, le eventuali

    pubblicazioni disponibili con le relative indicazioni floristiche. Spetter poi al professionistaselezionare, fra le specie segnalate per larea, quelle idonee al tipo di intervento ed al tipodi condizioni stazionali.

    Nella scelta delle specie erbacee per la costituzione didonei miscugli deve essereprivilegiata la presenza di graminacee e leguminose in grado di garantirecontemporaneamente stabilit, attraverso lo sviluppo di un potente apparato radicale, e dimigliorare la qualit del suolo attraverso la simbiosi con batteri azoto- fissatori (batteri chevivono in simbiosi con le radici e fissano azoto nel terreno).

    Alcune delle specie erbacee di graminacee e leguminose pi efficaci nelle seminesono spontaneamente presenti in gran parte del territorio dellItalia centrale, e possonoquindi spesso essere utilizzate, previa verifica della compatibilit edafica e climatica con lastazione, come specie base nei miscugli.

    In molte zone possibile ad esempio reperire tali specie nelle aree destinate a pratipermanenti. Tra queste specie si segnalano ad esempio le graminacee Dactylisglomerata, Lolium perenne, Bromus erectus, Agrostis tenuis, Poa pratensis o leleguminose Medicago lupulina, Trifolium pratense, Trifolium repens, Lotus corniculatus.

    Alle componenti base del miscuglio saranno poi associate specie ecologicamente picaratteristiche, anche se con minori capacit iniziali di copertura.

    Dopo liniziale risultato di consolidamento, il popolamento muter naturalmente nei

    suoi rapporti tra le specie a favore di quelle ecologicamente pi caratteristiche.

    Limportante avere chiaro il modello vegetazionale cui si tende attraversolintervento. Tale modello finale pu avere composizione floristica e struttura diverserispetto alla situazione ottenuta inizialmente.Deve essere cio prevista la dinamica del popolamento vegetale creato che saridonea per le iniziali condizioni stazionali (in particolare per quel particolare stadio dievoluzione del suolo), ma che dovr evolversi con levoluzione complessiva dellastazione.

    quindi importante indirizzare e accelerare quello che dovrebbe essere un naturaleprocesso dinamico di colonizzazione ed evoluzione vegetazionale. Soprattutto nel caso diutilizzazione di specie arbustive ed arboree tale processo pu essere indirizzato attraversoadeguate cure colturali. Gli interventi devono quindi favorire ed accelerare lacolonizzazione spontanea delle specie locali, attraverso quella che pu essere definita unasuccessione controllata.

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    18/21

    Pagina 18 di 21

    ESEMPIO DI

    CORDONATA:1. FASCIAME DI RAMETTI GIOVANI DI CONIFERA.2. TAVOLA DI MATERIALE INERTE.3. PALI DI DIAMETRO 6-12CM DI MATERIALE INERTE.

    4. RIPORTO DI TERRA.

    quindi importante il monitoraggio del risultato naturalistico dellinterventorealizzato, cos come importanti sono gli studi finalizzati a comprendere i processidi colonizzazione ad opera di specie pioniere e le successive fasi dinamiche relativead aree soggette a manipolazione antropica ma anche a situazioni naturali quali, adesempio, i processi di colonizzazione di prati abbandonati o di detriti di faldanaturali (da cui possono essere individuati miscugli idonei a recuperare lediscariche di cava).

    Occorre comunque ribadire la necessit, nel caso delle semine, di partire dalpatrimonio genetico locale non affidandosi ciecamente a miscugli preconfezionati.Non di rado molte liste di specie presenti in pubblicazioni del settore presentano erroritassonomici che possono compromettere il successo dellintervento.

    emblematico il caso della diffusamente citata Festuca ovina, una graminacealargamente utilizzata ma che in realt costituisce un gruppo di specie dalla ecologia edistribuzione estremamente variabile. Sarebbe pi corretto indicare il gruppo diFestuca ovina ove al suo interno sono presenti specie con differenti esigenzeecologiche: da ambienti freschi su suoli acidi a situazioni pi xeriche su substraticalcarei (al gruppo F Festuca ovina appartengono per esempio le specie Festucagracilior, F. inops, F. robustifolia, F. cinerea, F. tenuifolia, F. apuanica, F.centroappenninica).

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    19/21

    Pagina 19 di 21

    Bene, hai terminato questo elemento della UFC!Se lo ritieni opportuno, prima di passare allelemento successivo, puoi svolgere il

    test di auto-valutazione relativo ai contenuti fino a qui esaminati, in modo da valutare il tuo

    apprendimento e, se del caso, rivedere le parti che meno ti sono chiare.Puoi comunque decidere di effettuare il test alla fine dellintero percorso, in un'unicasessione, a seconda delle tue necessit ed esigenze.

    Allo stesso modo, i test possono servirti per valutare le tue conoscenze sugliargomenti trattati nel presente elemento della UFC, prima di affrontarla, decidendo, incaso di un buon risultato dei test, di passare allelemento successivo.

    La verifica dei test, potrai effettuarla grazie alle risposte che troverai in un unico file,suddivise per elementi, nella pagina relativa alla UFC, alla voce Auto- valutazione,correttori.doc, del sito www.ambienteagricoltura.it. Ad ogni elemento della UFC,corrisponde il relativo correttore, che potrai stampare o gestire in formato elettronico conMicrosft Word (il file in formato .doc) o qualsiasi editor testuale.

    Se usato in formato elettronico, oltre a verificare le tue risposte ai test, servendotidel prospetto per il calcolo (un foglio di Microsoft Excell), riportato in ogni correttore,potrai eseguire anche il calcolodella percentuale delle risposte esatte.

    Non dovrai far altro che cliccare due volte sulloggetto (tabella di MS Excell) einserire, nelle apposite caselle (celle), quelle con lo sfondo verde, il valore 1 o 0, aseconda dellesattezza della risposta:

    1: risposta esatta;0: risposta errata.

    Il sistema, calcoler automaticamente il numero e la percentuale di risposte esatte del test.

    Potrai comunque calcolare la percentuale di risposte esatte anche se compili ilprospetto in formato cartaceo, impostando una semplice equazione, moltiplicando ilnumero di risposte esatte del test relativo per 100 e dividendo il risultato per il numero didomande che erano previste in quellelemento:

    numero Risposte esatte X100numero di domande

    La valutazione percentuale, potr essere cos interpretata:

    inferiore al 70 %insufficiente;

    tra 70 % e 85 %: sufficiente; tra 85 % e 100 %: buono.

    Nel caso la valutazione sia: insufficiente, sar indispensabile che tu ripeta con maggior attenzione il

    percorso completo e compili di nuovo i test; sufficiente, il consiglio di andare a rivedere le parti del percorso che

    meno ti sono chiare, magari ripetendo il test; buono, potrai passare direttamente allelemento successivo della UFC.

    Potrai comunque contare sullassistenza della rete di tutor del progetto, che potrai

    contattare telefonicamente, tramite e-mail o direttamente, nei recapiti riportati alla fine deiseguenti test di valutazione.

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    20/21

    Pagina 20 di 21

    TEST DI AUTO-VALUTAZIONE

    1. NEGLI INTERVENTI DI INGEGNERIA NATURALISTICA LE PIANTE UTILIZZATE DEVONOESSERE:Autoctone, compatibili con lambiente e pioniere;

    Allogene, compatibili con lambiente e pioniere;

    Psammofile, compatibili con lambiente;

    Allogene, psammofile e compatibili con lambiente.

    2. PER LANALISI PRELIMINARE STANDARD ALLINTERVENTO DI INGEGNERIA QUALEDELLE SEGUENTI ANALISI NON PREVISTA:Definizione delle tipologie faunistiche;

    Esame delle indagini climatiche;Indagini di campagna estese alle formazioni vegetazionali;

    Definizione delle tipologie vegetazionali.

    3. IL PAESAGGIO VEGETALE SUDDIVISIBILE NELLE MACRO-TIPOLOGIE:Naturale, preternaturale, antropico o culturale.

    Naturale, seminaturale, urbano;

    Naturale, seminaturale, antropico o culturale.

    Naturale, rurale, ecocompatibile.

    4. LE PIANTE VASCOLARI,TIPICHE DEI CORSI DACQUA DELLITALIA CENTRALE,IN QUANTECLASSI PRINCIPALI SONO SUDDIVISE?12

    6

    3

    140.

    5. LANALISI DEI TIPI COROLOGICI CONSENTE DI INDIVIDUARE:Le specie fitosociologiche per gli interventi progettuali

    Le specie alloctone per gli interventi progettuali

    Le specie autoctone per gli interventi progettuali

    Le specie eurasiatiche per gli interventi progettuali

  • 7/26/2019 Ingegneria_02

    21/21

    LA RETE DEI TUTOR

    PER OGNI INFORMAZIONE E CHIARIMENTO IN MERITO AI PERCORSI DIDATTICI E AI MATERIALIDISPONIBILI SUL SITO WWW.AMBIENTEAGRICOLTURA.IT, PUOI RIVOLGERTI AI TUTOR, PERSONALEDEGLI ENTI PARTNER DEL PROGETTO; DI SEGUITO SONO RIPORTATI I LORO RECAPITI AI QUALIPOSSONO ESSERE CONTATTATI.

    TOSCANA:CIA-CIPAAT TOSCANA:

    Valter Gost inelli, CIPA-AT Toscana; Tel. 055/2338932; e-mail: [email protected] . Anna Stopponi , CIPA-AT Siena; Tel. 0577/203711; e-mail: [email protected] . Cristina Pizzetti, CIPA-AT di Siena; Tel. 0577/203711; e-mail: [email protected] .

    Lucia Casarosa, CIPA-AT di Pisa; Tel. 0587/290373; e-mail: [email protected] . Marco Masi, CIPA-AT di Pistoia; Tel. 0573/934210/e-mail: [email protected] . Susanna Grilli, CIPA-AT di Livorno; Tel. /e-mail: [email protected] .

    COLDIRETTI-IRIPA TOSCANA:

    Sandro Stoppini, IRIPA Toscana; Tel. 055/3215064; e-mail: [email protected] . Claudio Bucaletti; COLDIRETTI Arezzo; Tel. 0575/39951 e-mail: [email protected] . Laura Pestelli.; COLDIRETTI Firenze; Tel. 055/323571 e-mail: [email protected] . Sabrina Merano; COLDIRETTI Grosseto; Tel. 0564/24453 e-mail: [email protected] . Elena Biagioni; COLDIRETTI Lucca; Tel. 0583/341746 e-mail: [email protected] .

    Elena Biagioni; COLDIRETTI Massa; Tel.0585/43852; e-mail: [email protected] . Francesca Marcacci; COLDIRETTI Pisa; Tel.050/526010; e-mail: [email protected] . Stefano Tesi; COLDIRETTI Pistoia;Tel.05737991011, e-mail: [email protected] . Sabrina Guerranti; COLDIRETTI Siena; Tel.0577/46006, e-mail: [email protected] .

    EMILIA-ROMAGNA:

    CSADI BOLOGNA:

    Claudio Zangarini, CSA Bologna, Tel. 051/360747, e-mail: [email protected] .

    AGRIFORM: Claudia Bellaera, AGRIFORM Bologna, Tel. 051 6313815, e-mail: [email protected] . Laura Rivara,AGRIFORM, Parma, Tel. 0521/24478, e-mail: [email protected] Roberto Trampolin i, AGRIFORM Reggio Emilia, Tel. 0522/920437, e-mail: [email protected] . Silvia Fiori, NEW AGRIFORM Forl, Tel. 0543/724670, e-mail: [email protected] .

    IRFATA:

    Andrea Savi , IRFATA Piacenza, Tel. 0523/523080, [email protected] .