Indici di bilancio

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Alberto Rainieri 2015 - Tutti i diritti riservati vietata la riproduzione - [email protected] Principali Indici di Bilancio con chiave di lettura

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OBBIETTIVI DELL’ANALISI DI BILANCIO PER INDICI Serve per accertare se l’azienda: E’ SOLIDA: equilibrato rapporto fonti / impieghi HA PRODOTTO LIQUIDITÀ’: capacità di far fronte economicamente agli impegni assunti E’ IN GRADO DI RINNOVARSI: recupero degli investimenti durevoli ed ha la capacità di adeguarsi al mercato HA UNA REDDITIVITÀ SODDISFACENTE: differenziale positivo fra ricavi e costi E’ EFFICIENTE: utilizza in modo ottimale le risorse

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Principali Indici di Bilancio

con chiave di lettura

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INDICI DI BILANCIO

RICLASSIFICARE I BILANCI

Significa rielaborare i valori dello stato patrimoniale e del conto economico al fine di ottenere una

struttura funzionale alle analisi.

LO STATO PATRIMONIALE

Evidenzia chiaramente la struttura degli investimenti e la composizione delle fonti di

finanziamento.

Il raggruppamento deve essere effettuato secondo grado di liquidità (attivo); esigibilità (passivo).

IL CONTO ECONOMICO

Raggruppa, per comprendere il progressivo formarsi del reddito netto dell’esercizio, i costi ed i

ricavi in base alle aree della gestione:

� Tipica

� Finanziaria

� Extra caratteristica

� Straordinaria

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OBBIETTIVI DELL’ANALISI DI BILANCIO

Serve per accertare se l’azienda:

� E’ SOLIDA: equilibrato rapporto fonti / impieghi

� HA PRODOTTO LIQUIDITA’: capacità di far fronte

economicamente agli impegni assunti

� E’ IN GRADO DI RINNOVARSI: recupero degli investimenti

durevoli ed ha la capacità di adeguarsi al mercato

� HA UNA REDDITIVITA’ SODDISFACENTE: differenziale positivo

fra ricavi e costi

� E’ EFFICIENTE: utilizza in modo ottimale le risorse

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ANALISI DELLA SOLIDITÀLa “solidità” viene comunemente intesa:

– sia quale condizione di equilibrio (nel lungo termine) tra impieghi

(investimenti) e fonti (finanziamenti);

– sia quale indipendenza finanziaria da terze economie, ovvero l’equilibrio tra

fonti proprie e di terzi.

La dipendenza tra le due definizioni è facilmente osservabile: un’azienda che non

dipendente da terzi economie presenta presumibilmente un equilibrio nel lungo

termine e una capacità di superare eventi rilevanti e non programmabili.

Sulla base delle definizioni di cui sopra è possibile scindere l’analisi della solidità in:

– analisi della struttura patrimoniale;

– analisi della struttura finanziaria.

Gli indicatori di solidità patrimoniale hanno lo scopo di evidenziare se gli investimenti

fissi sono stati correttamente finanziati da risorse attinte durevolmente.

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INDICE DI DIPENDENZA FINANZIARIA

PATRIMONIO NETTOX 100

TOTALE ATTIVITA’

Segnala in che misura una società si finanzia

con mezzi propri. Tale indice esprime quindi il

grado di patrimonializzazione, molto

importante alla luce dei dettami di “Basilea 2”.

CHIAVE DI LETTURA:

• Valori inferiori al 33% indicano una

struttura finanziaria pesante o critica

• Valori compresi tra il 33% ed il 66%

indicano una struttura finanziaria normale

• Valori superiori al 66% indicano una

struttura finanziaria buona

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1° INDICE DI COPERTURA FINANZIARIA DELLE IMMOBILIZZAZIONI

PATRIMONIO NETTO

TOTALE ATTIVITA’ IMMOBILIZZATE

Questo indice segnala se le modalità attraverso le quali l’azienda finanzia gli impieghi

per investimenti durevoli, risultano coerenti ed equilibrate.

Tenuto conto che l’attivo fisso (o immobilizzato) è caratterizzato da una durata di non

breve termine e dall’impossibilità di un tempestivo ed economico smobilizzo, è

necessario che tali investimenti vengano finanziate da strumenti con caratteristiche di

durata similari.

La situazione ottimale si verifica quando sono i mezzi propri a finanziare le attività fisse.

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CHIAVE DI LETTURA:

� Per valor i del quoziente maggiori o ugual i a 1 , le att iv ità f isse sono coperte da

r isorse permanenti . In tal caso una parte del capitale proprio ha f inanziato

le att ività correnti con part icolare r iferimento al la scorta f issa di

magazzino

� Al contrario, s ituazioni con un indice di copertura del le immobi l izzazioni

inferiori a 1 r ichiamano elementi di sottocapital izzazione: signif icherebbe

che una parte del le immobi l izzazioni dovrebbe essere f inanziata con debit i

a medio e lungo termine al f ine di fornire un giusto equi l ibrio tra

investimenti e relat ive fonti di f inanziamento. Tuttavia non è possibi le

sostenere l ’assenza di equi l ibrio , s i rende infatt i necessario verif icare

l ’equi l ibrio nel le scadenze control lando che i l differenziale tra att ivo

immobi l izzato e mezzi propri s ia , almeno, coperto da passività consol idate

1° INDICE DI COPERTURA FINANZIARIA DELLE IMMOBILIZZAZIONI

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2° INDICE DI COPERTURA FINANZIARIA DELLE IMMOBILIZZAZIONI

PATRIMONIO NETTO + PASSIVITA’ CONSOLIDATE

TOTALE ATTIVITA’ IMMOBILIZZATE

Questo indice esprime la capacità

dei capitali apportati dai soci o dai

terzi creditori di coprire le

necessità di investimenti in

immobilizzazioni.

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2° INDICE DI COPERTURA FINANZIARIA DELLE IMMOBILIZZAZIONI

Tale rapporto risulta essere significativo se si accetta la regola che per finanziare un

investimento di una certa durata occorra un finanziamento di durata almeno pari, se non

maggiore.

Per finanziare le attività fisse si utilizza, perciò, il PN e, se non è sufficiente, si integra con le

passività a lungo termine.

CHIAVE DI LETTURA: tale indice per essere accettabile deve fornire un valore superiore ad 1;

nel caso in cui fornisse un valore maggiore di 1,5 la copertura (lorda) delle immobilizzazioni è

buona.

Se questo indicatore presentasse un valore inferiore all’unità, la struttura aziendale

manifesterebbe un segnale preoccupante in quanto l’attivo fisso netto sarebbe in parte

finanziato con risorse di terzi a breve termine; risorse la cui permanenza o rinnovabilità nel

medio-lungo termine, per definizione, non è certa. In ipotesi di questo tipo, l’azienda si

troverebbe nella posizione “insostenibile” di dover liquidare parte degli investimenti al fine di

soddisfare gli impegni a breve o, eventualmente, rinegoziare finanziamenti.

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ANALISI DELLA LIQUIDITA’

L’obiettivo è valutare, se in ipotesi di normalità operativa, l’impresa può far

fronte ai propri debiti con le attività a disposizione.

Quest’analisi si concentra sui valori a breve scadenza dello stato

patrimoniale con lo scopo di individuare rischi o squilibri di struttura.

In generale, possiamo affermare che un’azienda ha adeguata liquidità se,

attraverso i flussi finanziari e monetari generati, mantiene un

bilanciamento tra attivo e passivo a breve, ovvero è in grado di far fronte

tempestivamente, e senza dover sopportare oneri eccessivi, ai propri

impegni verso i creditori.

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1° INDICE DI LIQUIDITA’

ATTIVITA’ CIRCOLANTI – RIMANENZE

PASSIVITA’ CIRCOLANTI

Tale indice segnale la capacità a

soddisfare/coprire l’indebitamento a

breve con disponibilità finanziarie

liquide o facilmente liquidabili.

CHIAVE DI LETTURA: dovrebbe fornire

un valore che tende a 1; Con valori

inferiori all’unità l’azienda è

potenzialmente a rischio, perché si

avrebbe una tensione tra debiti a

breve e risorse per il loro

pagamento.

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2° INDICE DI LIQUIDITA’

PASSIVITA’ CIRCOLANTI

ATTIVITA’ CIRCOLANTI

PASSIVITA’ CIRCOLANTI

Segnala la capacità di

coprire l’indebitamento a

breve con disponibilità

liquide differire, compreso il

magazzino.

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Tale indice è meno prudenziale del precedente dato che il magazzino per

sua natura è difficilmente tramutabile in liquidità di breve.

In particolare l’incertezza è legata alla composizione del magazzino stesso:

• se prevalgono le materie prime è possibile attendere un realizzo

prossimo alla valutazione di bilancio;

• se prevalgono i prodotti finiti o i semilavorati il valore inserito a

bilancio potrebbe essere considerevolmente superiore a quanto si

può realizzare in sede de vendita forzata.

CHIAVE DI LETTURA: deve fornire un valore tra 1 e 2 in funzione del peso

delle rimanenze di magazzino e della velocità di rotazione dei crediti e

delle stesse rimanenze; quanto più le rimanenze sono elevate e la velocità

di rotazione è bassa tanto più il valore deve tendere a 2 e viceversa.

2° INDICE DI LIQUIDITA’

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ANALISI DI DURATA

Una soddisfacente situazione di liquidità dipende dalla gestione caratteristica.

Un primo indicatore che ci consente di apprezzare l’impatto della gestione caratteristica sulla

liquidità dell’impresa è il Capitale Circolante Netto Operativo (CCNO) così determinato:

CCNO = Clienti + Magazzino – Fornitori

È un aggregato indicativo dell’efficienza finanziaria della gestione tipica in quanto se positivo,

rappresenta l’impiego delle risorse da essa indotto.

Le voci che lo compongono dipendono direttamente dal ciclo economico acquisto-

trasformazione-vendita.

Nel caso ideale dove il capitale circolante netto operativo fosse pari a zero l’azienda

finanzierebbe gli impieghi in crediti verso clienti e in magazzino attraverso i debiti contratti

con i fornitori.

Il ciclo operativo si autofinanzierebbe senza bisogno di ricorrere all’indebitamento bancario.

Al fine di analizzare la gestione caratteristica sotto il profilo della liquidità sono

particolarmente utili i seguenti indicatori, denominati di rotazione e di durata media, costruiti

utilizzando le voci che compongono il capitale circolante netto.

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INDICE DI ROTAZIONE DEI CREDITI VERSO CLIENTI

CREDITI VERSO CLIENTI

VENDITE DELL’ESERCIZIO

Sotto il profilo finanziario l’indice segnala in quanto tempo (numero di giorni)

i crediti diventano liquidi; mentre dal punto di vista competitivo evidenzia i

rapporti dell’azienda rispetto al mercato di riferimento.

E’ evidente inoltre che al cresce della dilazione media aumenta l’impegno

finanziario dell’impresa.

CHIAVE DI LETTURA: tanto più il valore dell’indice è basso, tanto più esso è

positivo in quanto indica una elevata velocità di incasso.

X 360

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INDICE DI ROTAZIONE DELLE RIMANENZE DI MAGAZZINO

RIMANENZE DI MAGAZZINO

FATTURE DI ACQUISTO

Con questo indice viene calcolata la durata media del magazzino, o tempo di

permanenza media delle giacenze in azienda. In altri termini segnala la velocità di

rinnovo del magazzino espressa in numero di giorni.

CHIAVE DI LETTURA: in linea teorica tanto più il valore dell’indice è basso tanto più esso è

positivo, in quanto indica una elevata velocità di rotazione e quindi assorbimento di

risorse finanziarie generate dalla gestione caratteristica.

Un valore elevato può essere sintomo di scorte eccessive, di inefficienza nella gestione

del magazzino e delle vendite e di obsolescenza del magazzino.

In caso contrario, se il valore fosse eccessivamente basso, bisognerebbe chiedersi se

l’azienda sarebbe in grado di affrontare una futura crescita della domanda o avrebbe

difficoltà di approvvigionamento.

X 360

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Page 18: Indici di bilancio

ANALISI DELLA REDDITIVITÀ

La redditività può essere intessa, in linea generale, il rendimento ottenuto da, o

pagato su, un certo capitale.

Gli indici che la testano attuano il confronto tra una prescelta configurazione di

“risultato” e la corrispondente “quantità di capitale” necessaria e strumentale per la

produzione dello stesso.

Altre misurazioni della redditività vengono effettuate mediante il confronto tra la

configurazione di reddito prescelta e alcune variabili caratterizzanti l’attività svolta

(fatturato, costi della produzione, e altre), ottenendo indicatori già in precedenza

esaminati.

Il calcolo finalizzato alla quantificazione del grado di redditività aziendale può

focalizzarsi su particolari aspetti della realtà aziendale (quale prodotto, processo,

business, divisione, etc) oppure sull’attività complessiva aziendale. Nel primo caso si

parlerà di redditività particolare (o analitica); nel secondo, di redditività aziendale

complessiva (o sintetica).

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ROE: INDICE DI REDDITIVITA’ DEL CAPITALE PROPRIO

Segnala la redditività netta del capitale «proprio» investito in azienda. E’ un indice molto

importante per i soggetti che hanno finanziato l’azienda con capitale di rischio.

CHIAVE DI LETTURA: tale indice deve essere confrontato con i tassi di rendimento medi

di mercato dei titoli a basso rischio (BTP, CCT…). Pertanto Il ROE risulta soddisfacente se

è maggiore di alcuni punti percentuali dei suddetti tassi medi di mercato.

Esempio

Un imprenditore che possiede 10.000 € ha due possibilità: investire il capitale in azienda

o acquistare titoli il cui rendimento è del 5%.

Se il profitto è di 1.000€ il ROE è del 10% significa che il capitale investito in azienda ha

fruttato un guadagno del 10%, superiore al tesso di rendimento dei titoli. L’imprenditore

ha fatto la scelta giusta.

X 100REDDITO NETTO (UTILE)

PATRIMONIO NETTOX 100

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REDDITO NETTO (UTILE)

PATRIMONIO NETTO

ROI: INDICE DI REDDITIVITA’ DEL CAPITALE INVESTITO

Misura la redditività operativa del capitale investito e finanziato sia da mezzi

propri sia di terzi.

Il ROI è un indice fondamentale nell’analisi della redditività aziendale perché

mette a confronto:

– il reddito operativo, che esprime la dimensione del risultato

economico d’esercizio e che a sua volta è legato alla gestione

caratteristica;

– con il capitale investito dell’azienda che quantifica meglio la reale

dimensione del totale degli impieghi.

X 100REDDITO OPERATIVO

CAPITALE INVESTITOX 100

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ROI: INDICE DI REDDITIVITA’ DEL CAPITALE INVESTITO

È ovvio desumere che avere un elevato e stabile ritorno sugli investimenti è

condizione necessaria (ma non sufficiente):

– per garantire una costante remunerazione dei finanziamenti

ricevuti (debito o equity);

– autofinanziare l’impresa.

Se un’azienda ha un ROI del 10%, significa che per ogni 100€ investiti

nell’attività operativa, l’azienda genera un rendimento annuo del 10%.

CHIAVE DI LETTURA: la misura soddisfacente è una percentuale equivalente al

tasso rappresentativo del costo medio del danaro.

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ROI può essere scomposto come il prodotto di due ulteriori indici: il

ROS (redditività delle vendite) e il turnover del capitale investito.

IL ROS (return on sales) è il rapporto tra reddito operativo e i ricavi

di vendita o fatturato.

Ad esempio, se il ROS pari a 15%, significa che ogni €100 di ricavi si

ottengono €15 di reddito operativo.

Quali tipologie di aziende, sono particolarmente forti relativamente

a questo indice? Tipicamente quelle in grado di offrire i propri

prodotti ad un prezzo molto alto con costi operativi relativamente

limitati: da un’importante azienda di moda o una società di servizi

dovremmo aspettarci ROS elevati.

ROI: INDICE DI REDDITIVITA’ DEL CAPITALE INVESTITO

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Il turnover del capitale investito è il rapporto tra i ricavi di vendita e il C.I.

Esprime in sintesi il numero di volte che il capitale investito in azienda viene

fatto “girare” nel periodo analizzato per trasformarsi in ricavi di vendita.

Ovviamente tanto più alto è questo quoziente, tanto più efficiente è

l’azienda nella sua attività di turnover.

Ad esempio se il turnover è pari a 0.67, significa che €100 di capitale

investito in questa azienda, €67 “si trasformano” in ricavi nel periodo.

Quali tipologie di aziende dovrebbero manifestare turnover molto elevati?

Tipicamente quelle in grado di offrire prodotti a prezzi contenuti, ma in

grado di ‘svuotare gli scaffali’ molto spesso e velocemente: un ipermercato

o in generale un’azienda della grande distribuzione

ROI: INDICE DI REDDITIVITA’ DEL CAPITALE INVESTITO

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