Indice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genere
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L’Indice Rosa Regionale: un approccio quantitativo alla questione di genere
In collaborazione con: dott.ssa Simonetta Bisi (Professore Associato Università Sapienza di Roma) dott.ssa Stefania Operto (Sociologa, esperta metodologia scienze umane)
Summary:
L’ Indice Rosa Regionale (acronimo IRR) misura le performance delle regioni italiane in materia di accesso delle donne alla formazione e al mercato del lavoro. E’ stato formulato attraverso la selezione, sistematizzazione e successiva elaborazione di 15 indicatori di contesto territoriale desunti da fonti statistiche ufficiali;
L’analisi trasversale dell’IRR rileva, anzitutto, come l’Italia nel suo complesso e la totalità delle regioni italiane siano ancora decisamente lontane dall’obiettivo della piena uguaglianza di genere in ambito lavorativo e della formazione. L’IRR assume, infatti, un valore medio nazionale di 105 (ben lontano dal valore ottimale di 200 punti base) e valori regionali compresi tra un minimo di 65 e un massimo di 137 (rispettivamente Sicilia e Umbria);
Sebbene positiva, la relazione tra i due sotto-Indici IRR, associati a mercato del lavoro e formazione, non è statisticamente significativa. La formazione rappresenta, quindi, solo uno dei fattori di tipo esogeno ed endogeno in grado di influenzare l’accessibilità delle donne al mercato del lavoro e le condizioni occupazionali (si pensi, a titolo esemplificativo, alle condizioni economiche generali, alla presenza di servizi per l’infazia, fattori socio-culturali etc.);
Si riscontra, inoltre, un elevato differenziale di performance tra tra le regioni del Mezzogiorno da un lato (valori-Indice medio dell’IRR di 86 punti base nelle Isole e 88 nel Sud Italia) e le altre aree geografiche dall’altro (valore-Indice medio dell’IRR di 121 punti base nel Centro, 114 nel Nord-Ovest e 110 nel Nord-Est);
In ambito lavorativo, gli scostamenti regionali più significativi riguardano, tra gli altri, il tasso di occupazione femminile (dal 25,4% in Campania al 60,9% in Emilia Romagna), la retribizione media giornaliera delle donne con lavoro dipendente (da 56 euro in Calabria a 78 euro in Lombardia) e la percentuale di quest’ultime contrattualizzate a tempo indeterminato (dal 60,3% in Trentino Alto Adige all’81,3% in Lombardia);
Rispetto al tema della formazione, segnaliamo l’elevata eterogeneità regionale relativamente all’abbandono scolastico nella fascia 15-24anni (dall’8,9% in Molise al 21,4% in Campania) e al livello di istruzione scolastica della popolazione adulta (percentuale di donne con laurea e post-laurea dal 9% in Puglia al 14,9% nel Lazio);
Le differenze di genere rispetto alle variabili proxy dell’accessibilità al mercato del lavoro e delle condizioni occupazionali (tasso di occupazione, retribuzione, ruolo professionale, tipologia di contratto) sono complessivamente più marcate di quello rilevato nell’ambito dell’istruzione e della formazione permanente.
1
DONNE E LAVORO: UNA CONCILIAZIONE POSSIBILE ? A cura della dott.ssa Simonetta Bisi, Professore Associato Università Sapienza di Roma
Lo sappiamo, i tempi sono cambiati, la donna è ormai entrata in tutte le carriere e anche in quelle da
sempre appannaggio del sesso maschile: niente le è precluso, almeno sul piano del diritto.
I rapporti tra le donne e gli uomini sono in trasformazione; si riconoscono i diritti delle donne a governare
se stesse e ad avere uguaglianza di diritti con l’altro sesso. È quindi innegabile il miglioramento della
condizione femminile, ma resta altrettanto innegabile, e sconfortante, un discrimine cospicuo fra le buone
intenzioni e i fatti concreti.
La perpetuazione di modelli di genere tradizionali che famiglia, scuola e media continuano a trasmettere,
rende ardua l’auspicata eliminazione dei tanti fantasmi che si agitano nel mondo interno femminile: anche
oggi, per molte donne, non è facile prendere coscienza dei propri diritti e delle personali possibilità poiché
continuano ad agire subdolamente stereotipi, luoghi comuni, vulgate risibili ma non per questo meno
tiranne, e meno nocive.
Con particolare riferimento alla situazione italiana, né il processo di terziarizzazione avanzato e il peso del
settore della conoscenza (che pure hanno comportato un incremento notevole dei tassi di occupazione
femminile), né le positive premesse per promuovere le opportunità delle specifiche competenze di genere
sono bastate a realizzare una avvicinamento, se non una parità, tra i sessi.
Persistono, infatti, strozzature che, in parte, ancora rallentano l’accesso delle donne al lavoro, soprattutto
nei settori più avanzati dell'economia, e ne ostacolano la progressione nella carriera.
Certo: questo non significa che oggi non vi sia una dialettica, a volte anche aspra, o che non vi sia la
possibilità di lottare e di mettere in campo gli strumenti più congeniali per una reale emancipazione, ma
non si è ancora formato un fronte compatto, una forza coscientemente unitaria, che sia in grado di
promuovere un’alternativa concreta, all’attuale stato delle cose, alle cose come sono, come “ancora” sono.
Insomma, l’uguaglianza dei diritti non si è realizzata concretamente, e noi non possiamo parlare di
“uguaglianza dei diritti” fino a quando non vi sarà una “uguaglianza dei fatti”, e questa uguaglianza non c’è,
come ci dicono innumerevoli esperienze, testimoniate da confessioni personali, e come ci dicono
altrettanto rivelatrici ricerche statistiche.
Proprio la ricerca scientifica, nella duplice accezione qualitativa e quantitativa, costituisce uno strumento
indispensabile di analisi e approfondimento multidisciplinare del rapporto tra donne, formazione e mercato
del lavoro, nelle sue diverse componenti sociali, economiche e culturali. In questo contesto si inserisce
l’esperienza condotta dal CSE Pragma e il suo Indice Rosa Regionale.
NOTA METODOLOGICA
Il Centro Studi Socio-Economici della Pragma ha formulato un proprio Indice di performance delle regioni
italiane in materia di accesso delle donne al sistema della formazione (scolastica e non) e al mercato del
lavoro, denominato Indice Rosa Regionale (acronimo IRR), prendendo spunto dall’amplia letteratura
economica e sociologica incentrata sul trinomio donne, formazione e lavoro, e da alcune tra le più
significative esperienze di ricerca realizzate sul tema, in ambito internazionale e nazionale.
2
Tale indice è stato realizzato adottando un approccio metodologico sviluppato su più fasi:
Fase 1. Definizione di un elenco di indicatori di contesto socio-economico in grado di misurare e nel
contempo rendere confrontabili tra loro le performance di ambiti territoriali circoscritti (nel caso
specifico le regioni italiane) rispetto ai due macro-argomenti oggetto d’indagine. La scelta è
ricaduta su 15 indicatori (10 afferenti il mercato del lavoro, 5 la formazione), desunti, direttamente
o tramite successive elaborazioni, da fonti statistiche ufficiali (Istat e Inps1);
Tab.1 – Macro-argomenti e indicatori di contesto territoriale (valori assoluti e percentuali, anno 2011)
Macro-Argomenti
Tasso di abbandono scolastico
Tasso di iscrizione universitaria
Partecipazione ad attività di formazione permanente
Retribuzione dei dipendenti
Retribuzione dei dipendenti con ruolo impiegatizio e operai
Retribuzione dei dipendenti con ruolo dirigenziale
Adulti con basso livello di istruzione scolastica (elementare e media)
Adulti con elevato livello di istruzione scolastica (laurea e post-laurea)
Disoccupati di lungo periodo
Dipendenti con ruolo impiegatizio e operai
Dipendenti con ruolo dirigenziale
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato
Lavoro stagionale
% su popolazione 15-64 anni
Unità misura
Tasso di occupazione
Indicatori
Tasso disoccupazione
% su totale dipendenti
% su totale dipendenti
% su totale dipendenti
% su totale disoccupati
% su popolazione 15 anni e oltre
% su popolazione 15 anni e oltre
media giornaliera
media giornaliera
media giornaliera
giorni medi nell'anno
% popolazione 18-24 anni con licenza media che non frequenta corsi di formazione
% su popolazione 15 anni e oltre
% popolazione 19-25 anni iscritta all'università
% su popolazione 15 anni e oltre
Mercato del lavoro
Formazione
)
Fonte: Istat, Inps
Fase 2. Acquisizione e sistematizzazione dei dati statistici inerenti i 15 indicatori di contesto
territoriale selezionati, rilevati per ciascuna delle 20 regioni italiane, con riferimento al più recente
dato consuntivo annuale disponibile (2011) e con una disamina di genere;
Fase 3. Indicizzazione dei dati statistici associati alla popolazione di sesso femminile, ponendo
uguale a 100: il valore più alto per gli indicatori che esprimono le condizioni del contesto di
riferimento in un’accezione positiva (ad esempio il tasso di occupazione e la partecipazione ad
attività di formazione permanente); il valore più basso per variabili che esprimono le condizioni del
contesto di riferimento in un’accezione negativa (ad esempio il tasso di disoccupazione, la
percentuale di disoccupati di lungo periodo);
Fase 4. Calcolo delle disuguaglianze di genere per ciascun indicatore (come differenza tra i valori
associati agli uomini e quelli associati alle donne) e relativa indicizzazione dei differenziali
(attribuendo valori-Indice più alti in corrispondenza di disuguaglianze meno marcate e viceversa).
Fase 5. Calcolo dell’Indice Rosa Regionale associato a ciascuna regione (come media semplice dei
corrispondenti valori-Indice delle singole variabili) e dei sotto-indici per macro-argomento (come
media semplice dei corrispondenti valori-Indice delle variabili associate al mercato del lavoro e alla
formazione).
1 Osservatorio Statistico sui Dipendenti.
3
Tab.2 – Costruzione dell’Indice Rosa Regionale (IRR)
Selezionedegli indicatori
Costruzionedataset
Indicizzazionevalori assoluti
Indicizzazione differenziali di genere
Calcolo IRR
Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5
Schema esemplificativo
Tasso di occupazione femminile 15-64 anniIndicatore PositivaAccezione
Valore più basso
Valore più alto
Campania = 35,4%
Emilia Romagna = 60,9%
Fase
3
Valore-Indice = 0
Valore-Indice = 100
Fase
4Differenza tra tasso di occupazione
maschile e femminile 15-64 anni
Valore più basso
Valore più alto
Valore-Indice = 0
Valore-Indice = 100
Fonte: Elaborazioni CSE PRAGMA
QUADRO COMPLESSIVO
L’adozione della sopra menzionata metodologia di ricerca ha consentito, anzitutto, di misurare le
performance complessive di ciascuna regione e dell’Italia nel suo complesso rispetto al tema
dell’accessibilità delle donne al mercato del lavoro e alla formazione.
L’analisi trasversale dell’Indice Rosa Regionale e dei corrispettivi valori-Indice, calcolato sul 2011, mette in
luce diversi elementi sui quali si ritiene utile aprire un’attenta riflessione:
In primo luogo, l’Italia nel suo complesso e le singole regioni italiane sono ancora decisamente
lontane dall’obiettivo della piena uguaglianza di genere in ambito lavorativo e della formazione.
L’IRR assume, infatti, un valore medio nazionale di 105 (ben lontano dal valore ottimale di 200
punti base2) e valori regionali compresi tra un minimo di 65 e un massimo di 137 (rispettivamente
Sicilia e Umbria). In questo senso, diviene quanto mai auspicabile l’adozione di politiche di genere
improntate su principi di efficienza, efficacia e uguaglianza sostanziale tra uomini e donne, che
siano il risultato di un dialogo aperto e costruttivo, a livello nazionale e locale,tra rappresentanti
della società civile, mercato imprenditoriale, amministrazioni pubbliche centrali e locali;
L’elevata variabilità dell’IRR a livello regionale (differenziale di 72 punti base tra il minimo e il
massimo) rileva, inoltre, una permeabilità del mercato del lavoro e del sistema dell’istruzione
scolastica e permanente rispetto alla componente femminile della popolazione estremamente
eterogenea, con criticità e disuguaglianze di genere diverse da regione e regione. La sola politica
nazionale non è quindi in grado di sintetizzare al meglio tale eterogeneità di condizioni, rendendo
necessaria l’adozione complementare di strategie regionali e locali;
2 Tale valore teorico verrebbe associato alla Regione che, per la totalità degli indicatori selezionati, fosse in grado di esprimere le
performance migliori rispetto alla componente femminile della popolazione (valore-indice medio = 100 nella fase 3) e, nel
contempo, corrispettivi valori differenziali di genere più bassi (valore-Indice= 100 nella fase 4).
4
Graf.1 – Indice Rosa Regionale: quadro complessivo (valori-indice, anno 2011)
0 50 100 150 200
Umbria
Emilia Romagna
Lazio
Liguria
Toscana
Piemonte
Lombardia
Abruzzo
Friuli Venezia Giulia
Marche
Valle d'Aosta
Veneto
Sardegna
Trentino Alto Adige
Molise
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Sicilia
137
124
120
120
119
118
112
111
111
109
108
107
107
98
96
91
81
74
72
65
Max = 200Italia = 105
Fonte: Elaborazioni CSE PRAGMA
Sul piano della georeferenziazione, è possibile tracciare una netta linea di demarcazione tra il
Mezzogiorno da un lato (valori-Indice dell’IRR pari, mediamente, a 86 punti base nelle Isole e 88 nel
Sud Italia) e le altre aree geografiche dall’altro, tra le quali si segnala il primato assoluto del Centro
Italia (valore-indice dell’IRR di 121 punti base). Anche in questo caso, a preoccupare non è tanto il
differenziale tra aree geografiche, quanto piuttosto la distanza ancora notevole rispetto alla
condizione ottimale per le donne (valore-Indice IRR di 200 punti base).
Graf.2 – Indice Rosa Regionale: valori medi per area geografica (valori-indice, anno 2011)
0 50 100 150 200
Centro
Nord-Ovest
Nord-Est
Sud
Isole
121
114
110
88
86
Max = 200Italia = 105
Fonte: Elaborazioni CSE PRAGMA
5
Sebbene positiva, la relazione tra i due sotto-Indici IRR associati a ciascun macro-argomento
(mercato del lavoro e formazione) non è statisticamente molto significativa. A miglioramenti
marginali degli standard regionali di accesso delle donne alla formazione, nelle sue diverse
accezioni (istruzione scolastica, life-long learning), corrispondono, quindi, miglioramenti marginali
nell’accesso al mercato del lavoro (occupazione più alta, migliori retribuzioni etc.). Quest’ultimo è,
tuttavia, condizionato solo in parte dai livelli di formazione della popolazione femminile e risente
altresì dell’effetto generato da altri fattori congiunturali di tipo esogeno ed endogeno (si
considerino, a titolo esemplificativo, il quadro economico e occupazionale generale, la presenza di
servizi per l’infanzia, fattori culturali e sociali etc.). Segnaliamo, inoltre, la presenza di significativi
differenziali di performance rispetto alle due componenti dell’IRR in diverse regioni, tra cui:
Abruzzo (scarsa accessibilità delle donne al mercato del lavoro, nonostante gli elevati standard in
termini di istruzione scolastica e formazione permanente); Valle d’Aosta (tra le regioni meglio
posizionate in termini di occupazione e condizioni lavorative delle donne, ma meno performante in
termini di istruzione e formazione della popolazione femminile).
Graf.3 – Indice Rosa Regionale: relazione tra componente mercato del lavoro e formazione (valori-indice, anno 2011)
40
80
120
160
40 80 120 160
Regioni Linea di tendenza
40
80
120
160
40 80 120 160
Regioni Linea di tendenza
Valori-Indice Mercato del Lavoro
Val
ori
-In
dic
e F
orm
azio
ne
Valori-Indice
RegioneMercato
del LavoroFormazione
Abruzzo 88 158
Umbria 134 142
Lazio 121 119
Sardegna 101 119
Molise 87 116
Basilicata 64 116
Emilia Romagna 128 116
Liguria 123 114
Toscana 124 108
Friuli Venezia Giulia 115 104
Marche 113 102
Calabria 93 89
Piemonte 133 86
Veneto 118 86
Lombardia 127 82
Trentino Alto Adige 107 80
Puglia 73 77
Campania 71 74
Valle d'Aosta 129 66
Sicilia 70 54
Italia 116 83
Valori-Indice
RegioneMercato
del LavoroFormazione
Abruzzo 88 158
Umbria 134 142
Lazio 121 119
Sardegna 101 119
Molise 87 116
Basilicata 64 116
Emilia Romagna 128 116
Liguria 123 114
Toscana 124 108
Friuli Venezia Giulia 115 104
Marche 113 102
Calabria 93 89
Piemonte 133 86
Veneto 118 86
Lombardia 127 82
Trentino Alto Adige 107 80
Puglia 73 77
Campania 71 74
Valle d'Aosta 129 66
Sicilia 70 54
Italia 116 83
Fonte: Elaborazioni CSE PRAGMA
Ma quali sono nello specifico gli indicatori di contesto territoriale che contribuiscono maggiormente a
determinare la diversa sensibilità delle regioni italiane rispetto al tema della relazione tra donne, mercato
del lavoro e formazione? Quali i fattori su cui far leva per addivenire ad una piena uguaglianza tra uomini e
donne o, quanto meno, ad un ridimensionamento significativo delle attuali differenze di genere?
6
LE DONNE ITALIANE TRA ISTRUZIONE SCOLASTICA E FORMAZIONE PERMANENTE
Come sottolineato nell’inquadramento generale dell’Indice Rosa Regionale, a standard più elevati di
istruzione scolastica e formazione professionale delle donne non sempre corrisponde una maggiore
accessibilità al mercato del lavoro e migliori condizioni occupazionali (in termini di retribuzione e/o ruolo
professionale).
Un ulteriore conferma di tale affermazione deriva dalla disamina regionale delle statistiche relative ai
cinque indicatori di contesto territoriale utilizzati come proxy del livello di istruzione scolastica e formazione
permanente delle donne. Un rapido sguardo ai grafici riportati nelle pagine seguenti consente, infatti, di
rilevare il venir meno del significativo differenziale di performance tra Centro-Nord da un lato e
Mezzogiorno dall’altro.
In particolare:
in Italia poco più di una donna su quattro (26,7% della popolazione di 15 anni ed oltre nel 2011) ha
conseguito un basso livello di istruzione scolastica (licenza elementare), con percentuali comprese
tra il 20,8% del Trentino Alto Adige e il 32,4% della Puglia. Sebbene in generale la situazione del
Mezzogiorno risulti più critica rispetto al Centro-Nord (tra le regioni meno performanti, oltre alla
Puglia, anche Basilicata, Calabria e Molise), in entrambe le macro-aree geografiche si segnalano
situazioni particolari (Sardegna al 6° posto con il 25% di donne con istruzione primaria, Toscana
nella parte medio-bassa della classifica con il 30,1% di donne con istruzione primaria).
Graf.4 – Popolazione femminile di 15 anni ed oltre con basso livello di istruzione (licenza elementare)
(valori percentuali, classi percentili, anno 2011)
Regione %
Trentino Alto Adige 20,8
Lazio 21,1
Lombardia 23,6
Liguria 24,0
Friuli Venezia Giulia 24,4
Sardegna 25,0
Valle d'Aosta 25,2
Piemonte 25,4
Emilia Romagna 26,0
Veneto 26,6
Abruzzo 26,9
Umbria 27,4
Campania 29,5
Marche 29,6
Sicilia 29,8
Toscana 30,1
Calabria 30,5
Molise 30,9
Basilicata 31,9
Puglia 32,4
Italia 26,7
Fonte: Istat
7
la percentuale di donne laureate o con istruzione post-laurea è ancora molto bassa (11,6% della
popolazione femminile adulta nel 2011), soprattutto se confrontata con gli standard dei principali
paesi europei. Le regioni con le performance migliori sono localizzate prevalentemente nel Centro
Italia (14,9% di donne con laurea e post-laurea nel Lazio, 14% in Umbria);
Graf.5 – Popolazione femminile di 15 anni ed oltre con elevato livello di istruzione (laurea o post-laurea) (valori percentuali, classi percentili, anno 2011)
Regione %
Lazio 14,9
Umbria 14,0
Liguria 13,8
Abruzzo 13,6
Emilia Romagna 13,6
Toscana 12,6
Lombardia 12,5
Molise 12,2
Marche 11,9
Sardegna 11,2
Veneto 10,9
Piemonte 10,8
Trentino Alto Adige 10,7
Calabria 10,6
Friuli Venezia Giulia 10,5
Basilicata 10,0
Campania 9,6
Valle d'Aosta 9,4
Sicilia 9,3
Puglia 9,0
Italia 11,6
Fonte: Istat
il buon posizionamento delle regioni del Centro Italia è altresì evidente se si guarda al tasso di
abbandono scolastico, ovvero alla percentuale di giovani di 18-24 anni che hanno conseguito la
licenza media e non frequenta corsi di formazione (grafico 6). Quest’ultima, pari mediamente al
15,2% con riferimento all’intero territorio nazionale, registra valori di minima (meno del 12%) in
Molise, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Basilicata e Liguria, mentre supera il 20% (più di un giovane su
cinque) in Sicilia e Campania (rispettivamente 21,3% e 21,4%);
per quanto rilevante, l’istruzione scolastica costituisce, infine, parte integrante di un più ampio e
complesso sistema di formazione che, in un’accezione moderna del termine, comprende anche
tutte le attività extra-scolastiche che consentono di acquisire nuove conoscenze e competenze e
assimilabile al concetto di formazione permanente (o life-long learning), formale (corsi di
formazione e aggiornamento professionale, meeting aziendali etc.) e informale, che accompagna
l’individuo lungo l’intero arco della sua vita. Come per l’istruzione scolastica, anche nell’ambito
della formazione permanente lo status-quo dell’Italia non è dei migliori: solo il 6% delle donne 25 e
64 anni partecipa, infatti, ad attività di formazione extra-scolastica e anche nelle regioni più
performanti la stessa percentuale è inferiore all’8% (7,8% in Trentino Alto Adige, 7,6% in Sardegna e
in Abruzzo).
8
Graf.6 – Tasso di abbandono scolastico delle donne
(pop. 18-24 anni con licenza media che non frequenta corsi di formazione) (valori percentuali, classi percentili, anno 2011)
Regione %
Molise 8,9
Trentino Alto Adige 9,9
Abruzzo 10,2
Basilicata 10,4
Liguria 10,7
Marche 12,0
Lazio 12,3
Umbria 12,5
Friuli Venezia Giulia 12,6
Emilia Romagna 13,2
Veneto 13,4
Toscana 13,6
Piemonte 13,6
Valle d'Aosta 13,9
Lombardia 14,0
Puglia 14,6
Calabria 15,2
Sardegna 18,6
Sicilia 21,3
Campania 21,4
Italia 15,2
Fonte: Istat
Graf.7 – Partecipazione delle donne adulte (25-64 anni) ad attività di formazione permanente (valori percentuali, classi percentili, anno 2011)
Regione %
Trentino Alto Adige 7,8
Sardegna 7,6
Abruzzo 7,6
Umbria 7,5
Toscana 7,2
Emilia Romagna 7,0
Lazio 6,7
Friuli Venezia Giulia 6,5
Liguria 6,5
Piemonte 6,1
Basilicata 5,9
Lombardia 5,9
Veneto 5,9
Molise 5,7
Calabria 5,5
Marche 5,4
Puglia 5,1
Campania 4,9
Valle d'Aosta 4,5
Sicilia 4,5
Italia 6,0
Fonte: Istat
9
IL DIFFICILE RAPPORTO TRA DONNE E MERCATO DEL LAVORO
Che la grave crisi sociale ed economica in atto nel nostro Paese abbia avuto forti ricadute sul mercato del
lavoro è cosa ben nota, così come nota è la maggiore esposizione alla crisi di alcune fasce della
popolazione, in primis giovani e donne.
I numeri sono quanto mai allarmanti: oltre un milione di donne in cerca di occupazione nel terzo trimestre
2012, un quinto delle quali di età compresa tra i 15 e 24 anni (237mila disoccupate); tasso di
disoccupazione femminile complessivo e giovanile pari, rispettivamente, all’11,7% e al 36,2%; 9,2 milioni di
donne inattive; per tutti gli indicatori differenze di genere marcate, a sottolineare la migliore condizione
lavorativa degli uomini rispetto alle donne. Il quadro nazionale sopra descritto costituisce, inoltre, una
sintesi estrema di realtà territoriali profondamente diverse tra loro.
Con riferimento ai singoli contesti regionali, risulta, anzitutto, evidente come la condizione generale delle
donne rispetto ai temi dell’accesso al lavoro e alle condizioni lavorativo/professionali sia complessivamente
migliore nelle regioni del Nord e Centro Italia, con:
un più alto tasso di occupazione delle donne di età compresa tra 15 e 64 anni (tra il 49% del Lazio
ad oltre il 60% di Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna), mentre il Mezzogiorno
sconta un ritardo notevole, con situazioni di forte criticità in Puglia, Campania e Sicilia (tasso di
occupazione femminile pari o inferiore al 30%);
Graf.8 – Tasso di occupazione femminile (15-64 anni) (valori percentuali, classi percentili, anno 2011)
Regione %
Emilia Romagna 60,9
Valle d'Aosta 60,8
Trentino Alto Adige 60,3
Piemonte 57,2
Friuli Venezia Giulia 56,6
Liguria 55,4
Lombardia 55,2
Veneto 54,8
Marche 54,7
Toscana 54,4
Umbria 53,3
Lazio 49,0
Abruzzo 45,2
Sardegna 42,6
Molise 39,3
Basilicata 34,9
Calabria 31,3
Puglia 30,1
Sicilia 28,7
Campania 25,4
Italia 46,5
Regione %
Trentino Alto Adige 4,4
Valle d'Aosta 5,4
Emilia Romagna 6,2
Veneto 6,4
Friuli Venezia Giulia 6,5
Lombardia 6,7
Liguria 7,0
Toscana 7,9
Umbria 8,3
Marche 8,5
Piemonte 8,6
Lazio 9,8
Abruzzo 10,7
Molise 11,6
Basilicata 13,2
Calabria 13,6
Sardegna 14,6
Puglia 16,9
Sicilia 17,2
Campania 19,0
Italia 9,6
Regione €
Lombardia 78
Lazio 76
Emilia Romagna 72
Piemonte 71
Trentino Alto Adige 70
Valle d'Aosta 69
Liguria 67
Toscana 67
Veneto 66
Friuli Venezia Giulia 66
Marche 63
Umbria 62
A re a €
Lom bard ia 78
Lazio 76
Em ilia Rom agna 72
Piem onte 71
Trentino A lto Ad ige 70
Valle d 'Aosta 69
Liguria 67
Toscana 67
Veneto 66
Friu li Venezia G iu lia 66
M arche 63
Um bria 62
Cam pania 60
Abruzzo 60
Sardegna 59
Pug lia 57
S ic ilia 57
M olise 57
Basilicata 56
Calabria 56
Ita lia 69
A re a %
Trentino A lto Ad ige 26,7
Liguria 37,6
Valle d 'Aosta 40,5
Em ilia Rom agna 41,3
Um bria 43,2
Friu li Venezia G iu lia 45,5
M arche 45,8
Veneto 46,9
Lom bard ia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piem onte 51,0
Lazio 53,2
Pug lia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
M olise 59,0
Cam pania 63,1
S ic ilia 64,3
Basilicata 64,8
Ita lia 52,5
Regione %
Emilia Romagna 60,9
Valle d'Aosta 60,8
Trentino Alto Adige 60,3
Piemonte 57,2
Friuli Venezia Giulia 56,6
Liguria 55,4
Lombardia 55,2
Veneto 54,8
Marche 54,7
Toscana 54,4
Umbria 53,3
Lazio 49,0
Abruzzo 45,2
Sardegna 42,6
Molise 39,3
Basilicata 34,9
Calabria 31,3
Puglia 30,1
Sicilia 28,7
Campania 25,4
Italia 46,5
R e gione %
Trentino A lto Ad ige 4,4
Valle d 'Aosta 5,4
Em ilia Rom agna 6,2
Veneto 6,4
Friu li Venezia G iu lia 6,5
Lom bard ia 6,7
Liguria 7,0
Toscana 7,9
Um bria 8,3
M arche 8,5
Piem onte 8,6
Lazio 9,8
Abruzzo 10,7
M olise 11,6
Basilicata 13,2
Calabria 13,6
Sardegna 14,6
Pug lia 16,9
S icilia 17,2
Cam pania 19,0
Ita lia 9,6
R e g io n e €
Lom bard ia 78
Lazio 76
Em ilia Rom agna 72
P iem onte 71
Trentino A lto Ad ige 70
Valle d 'Aosta 69
Liguria 67
Toscana 67
Veneto 66
Friu li Venezia G iu lia 66
M arche 63
Um bria 62
A r e a €
L o m b a rd ia 7 8
L a z io 7 6
E m ilia R o m a g n a 7 2
P ie m o n te 7 1
T re n t in o A lto A d ig e 7 0
V a lle d 'A o s ta 6 9
L ig u r ia 6 7
T o s c a n a 6 7
V e n e to 6 6
F r iu li V e n e z ia G iu lia 6 6
M a r c h e 6 3
U m b r ia 6 2
C a m p a n ia 6 0
A b ru z z o 6 0
S a rd e g n a 5 9
P u g lia 5 7
S ic il ia 5 7
M o lis e 5 7
B a s ilic a ta 5 6
C a la b r ia 5 6
I t a l ia 6 9
A r e a %
T re n t in o A lto A d ig e 2 6 ,7
L ig u r ia 3 7 ,6
V a lle d 'A o s ta 4 0 ,5
E m ilia R o m a g n a 4 1 ,3
U m b r ia 4 3 ,2
F r iu li V e n e z ia G iu lia 4 5 ,5
M a rc h e 4 5 ,8
V e n e to 4 6 ,9
L o m b a rd ia 4 7 ,0
T o s c a n a 4 8 ,2
S a rd e g n a 5 0 ,6
P ie m o n te 5 1 ,0
L a z io 5 3 ,2
P u g lia 5 5 ,0
C a la b r ia 5 6 ,2
A b ru z z o 5 6 ,6
M o lis e 5 9 ,0
C a m p a n ia 6 3 ,1
S ic il ia 6 4 ,3
B a s ilic a ta 6 4 ,8
I t a l ia 5 2 ,5
R e g io n e %
Em ilia Rom agna 60,9
Valle d 'Aosta 60,8
Trentino A lto Ad ige 60,3
Piem onte 57,2
Friu li Venezia G iu lia 56,6
Liguria 55,4
Lom bard ia 55,2
Veneto 54,8
M arche 54,7
Toscana 54,4
Um bria 53,3
Lazio 49,0
Abruzzo 45,2
Sardegna 42,6
M olise 39,3
Basilicata 34,9
Calabria 31,3
Pug lia 30,1
S ic ilia 28,7
Cam pania 25,4
Ita lia 46,5
R e g io n e %
E m ilia R o m a g n a 6 0 ,9
V a lle d 'A o s t a 6 0 ,8
T r e n t in o A lt o A d ig e 6 0 ,3
P ie m o n t e 5 7 ,2
F r iu li V e n e z ia G iu lia 5 6 ,6
L ig u r ia 5 5 ,4
L o m b a r d ia 5 5 ,2
V e n e t o 5 4 ,8
M a r c h e 5 4 ,7
T o s c a n a 5 4 ,4
U m b r ia 5 3 ,3
L a z io 4 9 ,0
A b r u z z o 4 5 ,2
S a r d e g n a 4 2 ,6
M o lis e 3 9 ,3
B a s il ic a t a 3 4 ,9
C a la b r ia 3 1 ,3
P u g lia 3 0 ,1
S ic il ia 2 8 ,7
C a m p a n ia 2 5 ,4
I t a lia 4 6 ,5
R e g io n e %
T re n t in o A lto A d ig e 4 ,4
V a lle d 'A o s ta 5 ,4
E m ilia R o m a g n a 6 ,2
V e n e to 6 ,4
F r iu li V e n e z ia G iu lia 6 ,5
L o m b a rd ia 6 ,7
L ig u r ia 7 ,0
T o s c a n a 7 ,9
U m b r ia 8 ,3
M a rc h e 8 ,5
P ie m o n te 8 ,6
L a z io 9 ,8
A b ru z z o 1 0 ,7
M o lis e 1 1 ,6
B a s ilic a ta 1 3 ,2
C a la b r ia 1 3 ,6
S a rd e g n a 1 4 ,6
P u g lia 1 6 ,9
S ic il ia 1 7 ,2
C a m p a n ia 1 9 ,0
I ta l ia 9 ,6
R e g io n e €
L o m b a rd ia 7 8
L a z io 7 6
E m ilia R o m a g n a 7 2
P ie m o n te 7 1
T re n t in o A lto A d ig e 7 0
V a lle d 'A o s ta 6 9
L ig u r ia 6 7
T o s c a n a 6 7
V e n e to 6 6
F r iu li V e n e z ia G iu lia 6 6
M a r c h e 6 3
U m b r ia 6 2
A r e a €
L o m b a r d ia 7 8
L a z io 7 6
E m i l ia R o m a g n a 7 2
P ie m o n t e 7 1
T r e n t in o A l t o A d ig e 7 0
V a l le d 'A o s t a 6 9
L ig u r ia 6 7
T o s c a n a 6 7
V e n e t o 6 6
F r iu l i V e n e z ia G iu l ia 6 6
M a r c h e 6 3
U m b r ia 6 2
C a m p a n ia 6 0
A b r u z z o 6 0
S a r d e g n a 5 9
P u g l ia 5 7
S ic i l ia 5 7
M o l is e 5 7
B a s i l i c a t a 5 6
C a la b r ia 5 6
I t a l i a 6 9
A r e a %
T r e n t in o A l t o A d ig e 2 6 , 7
L ig u r ia 3 7 , 6
V a l le d 'A o s t a 4 0 , 5
E m i l ia R o m a g n a 4 1 , 3
U m b r ia 4 3 , 2
F r iu l i V e n e z ia G iu l ia 4 5 , 5
M a r c h e 4 5 , 8
V e n e t o 4 6 , 9
L o m b a r d ia 4 7 , 0
T o s c a n a 4 8 , 2
S a r d e g n a 5 0 , 6
P ie m o n t e 5 1 , 0
L a z io 5 3 , 2
P u g l ia 5 5 , 0
C a la b r ia 5 6 , 2
A b r u z z o 5 6 , 6
M o l is e 5 9 , 0
C a m p a n ia 6 3 , 1
S ic i l ia 6 4 , 3
B a s i l ic a t a 6 4 , 8
I t a l i a 5 2 , 5
Fonte: Istat
10
un situazione speculare per quanto concerne la disoccupazione femminile, con un tasso nella
popolazione 15 anni ed oltre inferiore al 10% in tutte le regioni, con valori di minima in Trentino
Alto Adige e Valle d’Aosta (rispettivamente 4,4% e 5,4%). Anche in questo caso, le regioni del
Mezzogiorno sono decisamente meno performanti e registrano tassi di disoccupazione femminile
superiori al 15% in Puglia, Sicilia e Campania (rispettivamente 16,9%, 17,2% e 19%);
Graf.9 – Tasso di disoccupazione femminile (15 anni e più)
(valori percentuali, classi percentili, anno 2011)
Regione %
Trentino Alto Adige 4,4
Valle d'Aosta 5,4
Emilia Romagna 6,2
Veneto 6,4
Friuli Venezia Giulia 6,5
Lombardia 6,7
Liguria 7,0
Toscana 7,9
Umbria 8,3
Marche 8,5
Piemonte 8,6
Lazio 9,8
Abruzzo 10,7
Molise 11,6
Basilicata 13,2
Calabria 13,6
Sardegna 14,6
Puglia 16,9
Sicilia 17,2
Campania 19,0
Italia 9,6
Regione %
Trentino Alto Adige 4,4
Valle d'Aosta 5,4
Emilia Romagna 6,2
Veneto 6,4
Friuli Venezia Giulia 6,5
Lombardia 6,7
Liguria 7,0
Toscana 7,9
Umbria 8,3
Marche 8,5
Piemonte 8,6
Lazio 9,8
Abruzzo 10,7
Molise 11,6
Basilicata 13,2
Calabria 13,6
Sardegna 14,6
Puglia 16,9
Sicilia 17,2
Campania 19,0
Italia 9,6
Regione €
Lombardia 78
Lazio 76
Emilia Romagna 72
Piemonte 71
Trentino Alto Adige 70
Valle d'Aosta 69
Liguria 67
Toscana 67
Veneto 66
Friuli Venezia Giulia 66
Marche 63
Umbria 62
Campania 60
Abruzzo 60
Sardegna 59
Puglia 57
Sicilia 57
Molise 57
Basilicata 56
Calabria 56
Italia 69
A re a €
Lom bard ia 78
Lazio 76
Em ilia Rom agna 72
Piem onte 71
Trentino A lto Ad ige 70
Valle d 'Aosta 69
Liguria 67
Toscana 67
Veneto 66
Friu li Venezia G iu lia 66
M arche 63
Um bria 62
Cam pania 60
Abruzzo 60
Sardegna 59
Pug lia 57
S ic ilia 57
M olise 57
Basilicata 56
Calabria 56
Ita lia 69
A re a %
Trentino A lto Ad ige 26,7
Liguria 37,6
Valle d 'Aosta 40,5
Em ilia Rom agna 41,3
Um bria 43,2
Friu li Venezia G iu lia 45,5
M arche 45,8
Veneto 46,9
Lom bard ia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piem onte 51,0
Lazio 53,2
Pug lia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
M olise 59,0
Cam pania 63,1
S ic ilia 64,3
Basilicata 64,8
Ita lia 52,5
Regione %
Trentino Alto Adige 26,7
Liguria 37,6
Valle d'Aosta 40,5
Emilia Romagna 41,3
Umbria 43,2
Friuli Venezia Giulia 45,5
Marche 45,8
Veneto 46,9
Lombardia 47,0
A re a %
Trentino A lto Ad ige 26,7
Liguria 37,6
Valle d 'Aosta 40,5
Em ilia Rom agna 41,3
Um bria 43,2
Friu li Venezia G iu lia 45,5
M arche 45,8
Veneto 46,9
Lom bard ia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piem onte 51,0
Lazio 53,2
Pug lia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
M olise 59,0
Cam pania 63,1
S ic ilia 64,3
Basilicata 64,8
Ita lia 52,5
Fonte: Istat
un fenomeno meno diffuso, per quanto comunque preoccupante, di disoccupazione femminile di
lungo periodo. In Italia, poco più della metà delle donne disoccupate sono in cerca di lavoro da oltre
un anno. La stessa percentuale, rilevata a livello regionale, varia da un minimo del 26,7% in
Trentino Alto Adige, ad un massimo del 63% ed oltre in Campania, Sicilia e Basilicata. Segnaliamo, in
tale contesto, il dato del Piemonte, unica regione del Centro-Nord con un tasso di disoccupazione di
lungo periodo superiore al 50% (grafico 10);
una retribuzione media giornaliera dei lavoratori dipendenti3 pari o superiore a 70 euro in 5 regioni
(Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte e Trentino Alto Adige). Lo stesso valore scende al di
sotto della soglia di 65 euro in tutte le regioni del Mezzogiorno, con valori di minima di 56 euro in
Basilicata e Calabria (grafico 11).
3 Fonte Inps, Osservatorio Statistico dei lavoratori dipendenti
11
Graf.10 – Donne disoccupate da lungo periodo (oltre 12 mesi) (valori percentuali su totale disoccupati, classi percentili, anno 2011)
Regione %
Trentino Alto Adige 26,7
Liguria 37,6
Valle d'Aosta 40,5
Emilia Romagna 41,3
Umbria 43,2
Friuli Venezia Giulia 45,5
Marche 45,8
Veneto 46,9
Lombardia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piemonte 51,0
Lazio 53,2
Puglia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
Molise 59,0
Campania 63,1
Sicilia 64,3
Basilicata 64,8
Italia 52,5Regione %
Trentino Alto Adige 26,7
Liguria 37,6
Valle d'Aosta 40,5
Emilia Romagna 41,3
Umbria 43,2
Friuli Venezia Giulia 45,5
Marche 45,8
Veneto 46,9
Lombardia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piemonte 51,0
Lazio 53,2
Puglia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
Molise 59,0
Campania 63,1
Sicilia 64,3
Basilicata 64,8
Italia 52,5
A re a %
Trentino A lto Ad ige 26,7
Liguria 37,6
Valle d 'Aosta 40,5
Em ilia Rom agna 41,3
Um bria 43,2
Friu li Venezia G iu lia 45,5
M arche 45,8
Veneto 46,9
Lom bard ia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piem onte 51,0
Lazio 53,2
Pug lia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
M olise 59,0
Cam pan ia 63,1
S ic ilia 64,3
Basilicata 64,8
Ita lia 52,5
Fonte: Istat
Graf.11 – Retribuzione media giornaliera delle donne dipendenti
(valori assoluti, classi percentili, anno 2011)
Regione €
Lombardia 78
Lazio 76
Emilia Romagna 72
Piemonte 71
Trentino Alto Adige 70
Valle d'Aosta 69
Liguria 67
Toscana 67
Veneto 66
Friuli Venezia Giulia 66
Marche 63
Umbria 62
Campania 60
Abruzzo 60
Sardegna 59
Puglia 57
Sicilia 57
Molise 57
Basilicata 56
Calabria 56
Italia 69
Regione %
Trentino Alto Adige 26,7
Liguria 37,6
Valle d'Aosta 40,5
Emilia Romagna 41,3
Umbria 43,2
Friuli Venezia Giulia 45,5
Marche 45,8
Veneto 46,9
Lombardia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piemonte 51,0
Lazio 53,2
Puglia 55,0
A re a %
Trentino A lto Ad ige 26,7
Liguria 37,6
Valle d 'Aosta 40,5
Em ilia Rom agna 41,3
Um bria 43,2
Friu li Venezia G iu lia 45,5
M arche 45,8
Veneto 46,9
Lom bard ia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piem onte 51,0
Lazio 53,2
Pug lia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
M olise 59,0
Cam pan ia 63,1
S ic ilia 64,3
Basilicata 64,8
Ita lia 52,5
Regione %
Trentino Alto Adige 26,7
Liguria 37,6
Valle d'Aosta 40,5
Emilia Romagna 41,3
Umbria 43,2
Friuli Venezia Giulia 45,5
Marche 45,8
Veneto 46,9
Lombardia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piemonte 51,0
Lazio 53,2
Puglia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
Molise 59,0
Campania 63,1
Sicilia 64,3
Basilicata 64,8
Italia 52,5R e g io n e %
Trentino A lto Ad ige 26,7
Liguria 37,6
Valle d 'Aosta 40,5
Em ilia Rom agna 41,3
Um bria 43,2
Friu li Venezia G iu lia 45,5
M arche 45,8
Veneto 46,9
Lom bard ia 47,0
Toscana 48,2
Sardegna 50,6
Piem onte 51,0
Lazio 53,2
Pug lia 55,0
Calabria 56,2
Abruzzo 56,6
M olise 59,0
Cam pania 63,1
S ic ilia 64,3
Basilicata 64,8
Ita lia 52,5
A r e a %
T re n t in o A lto A d ig e 2 6 ,7
L ig u r ia 3 7 ,6
V a lle d 'A o s ta 4 0 ,5
E m ilia R o m a g n a 4 1 ,3
U m b r ia 4 3 ,2
F r iu li V e n e z ia G iu lia 4 5 ,5
M a rc h e 4 5 ,8
V e n e to 4 6 ,9
L o m b a rd ia 4 7 ,0
T o s c a n a 4 8 ,2
S a rd e g n a 5 0 ,6
P ie m o n te 5 1 ,0
L a z io 5 3 ,2
P u g lia 5 5 ,0
C a la b r ia 5 6 ,2
A b ru z z o 5 6 ,6
M o lis e 5 9 ,0
C a m p a n ia 6 3 ,1
S ic ilia 6 4 ,3
B a s ilic a ta 6 4 ,8
I ta l ia 5 2 ,5
Fonte: Inps
12
A completamento dell’analisi riportiamo integralmente le statistiche regionali relative ad ulteriori indicatori
di contesto territoriale selezioni come proxy del rapporto tra donne e mercato del lavoro (tabella 3),
analizzando i quali è possibile rilevare come, a livello nazionale: il 75,8% delle dipendenti donne possiede
un contratto a tempo indeterminato (range regionale tra il 60,3% e l’81,3%); l’inquadramento professionale
del 93,5% delle donne dipendenti è di tipo impiegatizio o operaio (range regionale tra il 91,4% e il 96,8%); la
retribuzione media giornaliera per le dipendenti operaie è di 51 euro, mentre sale a 365 euro tra le
dipendenti con ruolo dirigenziale (in entrambi i casi i valori medi più bassi si registrano nelle regioni del
Mezzogiorno e, in particolare, in Calabria, Basilicata e Sicilia).
Tab.3 – Donne e mercato del lavoro: ulteriori indicatori
(valori assoluti e percentuali, anno 2011)
Regione %
Lombardia 81,3
Piemonte 78,4
Veneto 78,2
Friuli Venezia Giulia 76,8
Umbria 75,7
Lazio 75,4
Toscana 75,2
Emilia Romagna 74,4
Marche 74,2
Liguria 73,6
Molise 73,4
Sicilia 73,4
Campania 72,2
Calabria 71,6
Abruzzo 70,4
Puglia 70,3
Basilicata 69,4
Valle d'Aosta 64,5
Sardegna 64,4
Trentino Alto Adige 60,3
Italia 75,8
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato
(a) (b) (a)-(b)
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Puglia 59,7 30,1 29,6
Campania 53,7 25,4 28,3
Sicilia 56,4 28,7 27,7
Basilicata 60,4 34,9 25,5
Abruzzo 68,5 45,2 23,3
Calabria 53,8 31,3 22,5
Molise 61,7 39,3 22,4
Veneto 74,8 54,8 20,0
Lazio 69,0 49,0 20,0
Lombardia 74,1 55,2 18,9
Sardegna 61,4 42,6 18,8
Toscana 72,9 54,4 18,6
Umbria 71,6 53,3 18,3
Marche 70,9 54,7 16,2
Trentino Alto Adige 76,5 60,3 16,2
Liguria 71,3 55,4 15,9
Friuli Venezia Giulia 71,7 56,6 15,1
Piemonte 71,5 57,2 14,3
Emilia Romagna 75,0 60,9 14,1
Valle d'Aosta 73,1 60,8 12,4
Italia 67,5 46,5 21,0
Tasso di occupazione 15-64 anni (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione M aschi Fem m ine D iff.
Pug lia 11,1 16,9 -5 ,8
Cam pania 13,7 19,0 -5 ,2
Sicilia 12,8 17,2 -4 ,4
Abruzzo 7,1 10,7 -3 ,6
Marche 5,4 8 ,5 -3 ,1
Um bria 5,2 8 ,3 -3 ,1
Molise 8,9 11,6 -2 ,7
Toscana 5,4 7 ,9 -2 ,5
Friu li Venezia G iu lia 4,1 6 ,5 -2 ,4
Veneto 4,0 6 ,4 -2 ,4
Basilicata 11,2 13,2 -1 ,9
Em ilia Rom agna 4,5 6 ,2 -1 ,7
Lazio 8,1 9 ,8 -1 ,7
Piem onte 6,9 8 ,6 -1 ,7
Lom bard ia 5,1 6 ,7 -1 ,6
Calabria 12,2 13,6 -1 ,3
Liguria 5,8 7 ,0 -1 ,2
Trentino A lto Ad ige 3,5 4 ,4 -0 ,9
Valle d 'Aosta 5,1 5 ,4 -0 ,2
Sardegna 12,8 14,6 -1 ,8
Ita lia 7,6 9 ,6 -2 ,0
Tasso di d isoccupazione 15 anni ed oltre (% )
Regione %
Lazio 91,4
Valle d'Aosta 91,4
Umbria 92,0
Liguria 92,2
Piemonte 92,5
Lombardia 92,8
Toscana 93,1
Marche 93,1
Veneto 93,2
Emilia Romagna 93,5
Friuli Venezia Giulia 94,8
Sicilia 95,2
Puglia 95,2
Calabria 95,5
Trentino Alto Adige 95,7
Abruzzo 96,0
Campania 96,3
Basilicata 96,4
Molise 96,7
Sardegna 96,8
Italia 93,5
Dipendenti con ruolo impiegatizio e operai
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 74,3 60,3 14,1
Campania 81,6 72,2 9,4
Basilicata 78,3 69,4 8,9
Calabria 80,4 71,6 8,7
Puglia 78,5 70,3 8,1
Valle d'Aosta 72,5 64,5 8,0
Abruzzo 78,0 70,4 7,6
Umbria 83,3 75,7 7,6
Sardegna 71,8 64,4 7,4
Toscana 81,7 75,2 6,5
Emilia Romagna 80,5 74,4 6,1
Marche 80,2 74,2 6,0
Molise 79,3 73,4 5,9
Veneto 83,9 78,2 5,7
Friuli Venezia Giulia 82,5 76,8 5,7
Sicilia 78,5 73,4 5,2
Piemonte 83,4 78,4 5,0
Lazio 80,0 75,4 4,6
Liguria 78,2 73,6 4,5
Lombardia 85,3 81,3 4,1
Italia 81,5 75,8 5,8
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Puglia 59,7 30,1 29,6
Campania 53,7 25,4 28,3
Sicilia 56,4 28,7 27,7
Basilicata 60,4 34,9 25,5
Abruzzo 68,5 45,2 23,3
Calabria 53,8 31,3 22,5
Molise 61,7 39,3 22,4
Veneto 74,8 54,8 20,0
Lazio 69,0 49,0 20,0
Lombardia 74,1 55,2 18,9
Sardegna 61,4 42,6 18,8
Toscana 72,9 54,4 18,6
Umbria 71,6 53,3 18,3
Marche 70,9 54,7 16,2
Trentino Alto Adige 76,5 60,3 16,2
Liguria 71,3 55,4 15,9
Friuli Venezia Giulia 71,7 56,6 15,1
Piemonte 71,5 57,2 14,3
Emilia Romagna 75,0 60,9 14,1
Valle d'Aosta 73,1 60,8 12,4
Italia 67,5 46,5 21,0
Tasso di occupazione 15-64 anni (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione M aschi Fem m ine D iff.
Pug lia 11,1 16,9 -5 ,8
Cam pania 13,7 19,0 -5 ,2
Sicilia 12,8 17,2 -4 ,4
Abruzzo 7,1 10,7 -3 ,6
Marche 5,4 8 ,5 -3 ,1
Um bria 5,2 8 ,3 -3 ,1
Molise 8,9 11,6 -2 ,7
Toscana 5,4 7 ,9 -2 ,5
Friu li Venezia G iu lia 4,1 6 ,5 -2 ,4
Veneto 4,0 6 ,4 -2 ,4
Basilicata 11,2 13,2 -1 ,9
Em ilia Rom agna 4,5 6 ,2 -1 ,7
Lazio 8,1 9 ,8 -1 ,7
Piem onte 6,9 8 ,6 -1 ,7
Lom bard ia 5,1 6 ,7 -1 ,6
Calabria 12,2 13,6 -1 ,3
Liguria 5,8 7 ,0 -1 ,2
Trentino A lto Ad ige 3,5 4 ,4 -0 ,9
Valle d 'Aosta 5,1 5 ,4 -0 ,2
Sardegna 12,8 14,6 -1 ,8
Ita lia 7,6 9 ,6 -2 ,0
Tasso di d isoccupazione 15 anni ed oltre (% )
(a) (b) (a) - (b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Puglia 59,7 30,1 29,6
Tasso di occupazione 15-64 anni (%)
(a ) (b) (a) - (b )
R egione M aschi Fem m ine D iff.
Pug lia 11 ,1 16 ,9 -5 ,8
Cam pania 13 ,7 19 ,0 -5 ,2
Sicilia 12 ,8 17 ,2 -4 ,4
Abruzzo 7 ,1 10 ,7 -3 ,6
M arche 5 ,4 8 ,5 -3 ,1
Um bria 5 ,2 8 ,3 -3 ,1
M olise 8 ,9 11 ,6 -2 ,7
Toscana 5 ,4 7 ,9 -2 ,5
Friu li Venezia G iu lia 4 ,1 6 ,5 -2 ,4
Veneto 4 ,0 6 ,4 -2 ,4
Basilicata 11 ,2 13 ,2 -1 ,9
Em ilia Rom agna 4 ,5 6 ,2 -1 ,7
Lazio 8 ,1 9 ,8 -1 ,7
Piem onte 6 ,9 8 ,6 -1 ,7
Lom bard ia 5 ,1 6 ,7 -1 ,6
Calabria 12 ,2 13 ,6 -1 ,3
L iguria 5 ,8 7 ,0 -1 ,2
Trentino A lto Ad ige 3 ,5 4 ,4 -0 ,9
Valle d 'Aosta 5 ,1 5 ,4 -0 ,2
Sardegna 12 ,8 14 ,6 -1 ,8
Ita lia 7 ,6 9 ,6 -2 ,0
Tasso d i d isoccupazione 15 anni ed oltre (% )
Regione €
Trentino Alto Adige 57
Emilia Romagna 57
Valle d'Aosta 55
Piemonte 55
Lombardia 53
Veneto 52
Marche 52
Friuli Venezia Giulia 52
Toscana 52
Umbria 52
Liguria 51
Abruzzo 49
Campania 47
Sardegna 47
Lazio 46
Puglia 46
Molise 45
Basilicata 45
Calabria 44
Sicilia 43
Italia 51
Retribuzione media giornaliera operai
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 74,3 60,3 14,1
Campania 81,6 72,2 9,4
Basilicata 78,3 69,4 8,9
Calabria 80,4 71,6 8,7
Puglia 78,5 70,3 8,1
Valle d'Aosta 72,5 64,5 8,0
Abruzzo 78,0 70,4 7,6
Umbria 83,3 75,7 7,6
Sardegna 71,8 64,4 7,4
Toscana 81,7 75,2 6,5
Emilia Romagna 80,5 74,4 6,1
Marche 80,2 74,2 6,0
Molise 79,3 73,4 5,9
Veneto 83,9 78,2 5,7
Friuli Venezia Giulia 82,5 76,8 5,7
Sicilia 78,5 73,4 5,2
Piemonte 83,4 78,4 5,0
Lazio 80,0 75,4 4,6
Liguria 78,2 73,6 4,5
Lombardia 85,3 81,3 4,1
Italia 81,5 75,8 5,8
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Puglia 59,7 30,1 29,6
Campania 53,7 25,4 28,3
Sicilia 56,4 28,7 27,7
Basilicata 60,4 34,9 25,5
Abruzzo 68,5 45,2 23,3
Calabria 53,8 31,3 22,5
Molise 61,7 39,3 22,4
Veneto 74,8 54,8 20,0
Lazio 69,0 49,0 20,0
Lombardia 74,1 55,2 18,9
Sardegna 61,4 42,6 18,8
Toscana 72,9 54,4 18,6
Umbria 71,6 53,3 18,3
Marche 70,9 54,7 16,2
Trentino Alto Adige 76,5 60,3 16,2
Liguria 71,3 55,4 15,9
Friuli Venezia Giulia 71,7 56,6 15,1
Piemonte 71,5 57,2 14,3
Emilia Romagna 75,0 60,9 14,1
Valle d'Aosta 73,1 60,8 12,4
Italia 67,5 46,5 21,0
Tasso di occupazione 15-64 anni (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione M aschi Fem m ine D iff.
Puglia 11,1 16,9 -5 ,8
Cam pania 13,7 19,0 -5 ,2
Sicilia 12,8 17,2 -4 ,4
Abruzzo 7,1 10,7 -3 ,6
Marche 5,4 8,5 -3 ,1
Um bria 5,2 8,3 -3 ,1
Molise 8,9 11,6 -2 ,7
Toscana 5,4 7,9 -2 ,5
Friu li Venezia G iulia 4,1 6,5 -2 ,4
Veneto 4,0 6,4 -2 ,4
Basilicata 11,2 13,2 -1 ,9
Em ilia Rom agna 4,5 6,2 -1 ,7
Lazio 8,1 9,8 -1 ,7
Piem onte 6,9 8,6 -1 ,7
Lom bard ia 5,1 6,7 -1 ,6
Calabria 12,2 13,6 -1 ,3
Liguria 5,8 7,0 -1 ,2
Trentino A lto Ad ige 3,5 4,4 -0 ,9
Valle d 'Aosta 5,1 5,4 -0 ,2
Sardegna 12,8 14,6 -1 ,8
Italia 7,6 9,6 -2 ,0
Tasso di d isoccupazione 15 anni ed oltre (% )
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 74,3 60,3 14,1
Campania 81,6 72,2 9,4
Basilicata 78,3 69,4 8,9
Calabria 80,4 71,6 8,7
Puglia 78,5 70,3 8,1
Valle d'Aosta 72,5 64,5 8,0
Abruzzo 78,0 70,4 7,6
Umbria 83,3 75,7 7,6
Sardegna 71,8 64,4 7,4
Toscana 81,7 75,2 6,5
Emilia Romagna 80,5 74,4 6,1
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Puglia 59,7 30,1 29,6
Campania 53,7 25,4 28,3
Sicilia 56,4 28,7 27,7
Basilicata 60,4 34,9 25,5
Abruzzo 68,5 45,2 23,3
Calabria 53,8 31,3 22,5
Molise 61,7 39,3 22,4
Veneto 74,8 54,8 20,0
Lazio 69,0 49,0 20,0
Lombardia 74,1 55,2 18,9
Sardegna 61,4 42,6 18,8
Toscana 72,9 54,4 18,6
Umbria 71,6 53,3 18,3
Marche 70,9 54,7 16,2
Trentino Alto Adige 76,5 60,3 16,2
Liguria 71,3 55,4 15,9
Friuli Venezia Giulia 71,7 56,6 15,1
Piemonte 71,5 57,2 14,3
Emilia Romagna 75,0 60,9 14,1
Valle d'Aosta 73,1 60,8 12,4
Italia 67,5 46,5 21,0
Tasso di occupazione 15-64 anni (%)
(a ) (b) (a) - (b )
R egione M aschi Fem m ine D iff.
Pug lia 11 ,1 16 ,9 -5 ,8
Cam pania 13 ,7 19 ,0 -5 ,2
Sicilia 12 ,8 17 ,2 -4 ,4
Abruzzo 7 ,1 10 ,7 -3 ,6
M arche 5 ,4 8 ,5 -3 ,1
Um bria 5 ,2 8 ,3 -3 ,1
M olise 8 ,9 11 ,6 -2 ,7
Toscana 5 ,4 7 ,9 -2 ,5
Friu li Venezia G iu lia 4 ,1 6 ,5 -2 ,4
Veneto 4 ,0 6 ,4 -2 ,4
Basilicata 11 ,2 13 ,2 -1 ,9
Em ilia Rom agna 4 ,5 6 ,2 -1 ,7
Lazio 8 ,1 9 ,8 -1 ,7
Piem onte 6 ,9 8 ,6 -1 ,7
Lom bard ia 5 ,1 6 ,7 -1 ,6
Calabria 12 ,2 13 ,6 -1 ,3
L iguria 5 ,8 7 ,0 -1 ,2
Trentino A lto Ad ige 3 ,5 4 ,4 -0 ,9
Valle d 'Aosta 5 ,1 5 ,4 -0 ,2
Sardegna 12 ,8 14 ,6 -1 ,8
Ita lia 7 ,6 9 ,6 -2 ,0
Tasso d i d isoccupazione 15 anni ed oltre (% )
Regione €
Lombardia 387
Toscana 381
Veneto 358
Lazio 358
Emilia Romagna 356
Trentino Alto Adige 348
Piemonte 347
Abruzzo 343
Liguria 338
Umbria 332
Friuli Venezia Giulia 326
Marche 321
Sardegna 309
Valle d'Aosta 293
Molise 278
Campania 277
Sicilia 262
Puglia 254
Basilicata 249
Calabria 217
Italia 365
Retribuzione media giornaliera dirigenti
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 74,3 60,3 14,1
Campania 81,6 72,2 9,4
Basilicata 78,3 69,4 8,9
Calabria 80,4 71,6 8,7
Puglia 78,5 70,3 8,1
Valle d'Aosta 72,5 64,5 8,0
Abruzzo 78,0 70,4 7,6
Umbria 83,3 75,7 7,6
Sardegna 71,8 64,4 7,4
Toscana 81,7 75,2 6,5
Emilia Romagna 80,5 74,4 6,1
Marche 80,2 74,2 6,0
Molise 79,3 73,4 5,9
Veneto 83,9 78,2 5,7
Friuli Venezia Giulia 82,5 76,8 5,7
Sicilia 78,5 73,4 5,2
Piemonte 83,4 78,4 5,0
Lazio 80,0 75,4 4,6
Liguria 78,2 73,6 4,5
Lombardia 85,3 81,3 4,1
Italia 81,5 75,8 5,8
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato (%)
(a) (b) (a) - (b)
Piemonte 71,5 57,2 14,3
Emilia Romagna 75,0 60,9 14,1
Valle d'Aosta 73,1 60,8 12,4
Italia 67,5 46,5 21,0
(a) (b) (a) - (b)
Regione M aschi Fem m ine D iff.
Puglia 11,1 16,9 -5 ,8
Cam pania 13,7 19,0 -5 ,2
Sicilia 12,8 17,2 -4 ,4
Abruzzo 7,1 10,7 -3 ,6
Marche 5,4 8,5 -3 ,1
Um bria 5,2 8,3 -3 ,1
Molise 8,9 11,6 -2 ,7
Toscana 5,4 7,9 -2 ,5
Friu li Venezia G iulia 4,1 6,5 -2 ,4
Veneto 4,0 6,4 -2 ,4
Basilicata 11,2 13,2 -1 ,9
Em ilia Rom agna 4,5 6,2 -1 ,7
Lazio 8,1 9,8 -1 ,7
Piem onte 6,9 8,6 -1 ,7
Lom bard ia 5,1 6,7 -1 ,6
Calabria 12,2 13,6 -1 ,3
Liguria 5,8 7,0 -1 ,2
Trentino A lto Ad ige 3,5 4,4 -0 ,9
Valle d 'Aosta 5,1 5,4 -0 ,2
Sardegna 12,8 14,6 -1 ,8
Italia 7,6 9,6 -2 ,0
Tasso di d isoccupazione 15 anni ed oltre (% )
Fonte: Inps
13
DISUGUAGLIANZE DI GENERE: UN QUADRO A TINTE FOSCHE
Abbiamo più volte sottolineato come l’Indice Rosa Regionale si caratterizza in quanto indice composito
realizzato a partire dall’analisi di due diversi aspetti: da un lato, la condizione femminile rispetto al tema del
lavoro e della formazione, espressa attraverso indicatori statistici proxy delle performance regionali
direttamente associate alle donne (tasso di occupazione, tasso di disoccupazione, retribuzione media dei
dipendenti, partecipazione alla formazione permanente etc.); dall’altro, la distanza che, con riferimento ad
entrambe le tematiche trattate, intercorre tra condizione maschile e femminile, espressa in termini di
differenziale tra i rispettivi valori di genere associati a ciascun indicatore statistico selezionato.
Graf.12 – Composizione dell’ Indice Rosa Regionale (IRR)
Formazione
Indice Rosa Regionale (IRR)
Mercato del lavoro Condizionedelle donne
Disuguaglianzedi genere
Fonte: Elaborazioni CSE PRAGMA
Con riferimento alle disuguaglianze di genere, è interessante notare come il divario tra uomini e donne
rispetto alle variabili proxy dell’accessibilità al mercato del lavoro e delle condizioni occupazionali
(retribuzione, ruolo professionale, tipologia di contratto) sia complessivamente più marcato di quello
rilevato nell’ambito dell’istruzione e della formazione permanente.
A titolo esemplificativo, nelle successive tabelle 4 e 5 sono stati riportati i dati statistici relativi ai principali
indicatori statistici oggetto di rilevazioni, indicando per ciascuno di essi: il valore associato agli uomini (a); il
valore associato alle donne (b); il differenziale tra i corrispettivi valori di genere (a-b).
Come per l’analisi sulla condizione delle donne, anche per la disamina delle disuguaglianze di genere l’anno
di riferimento è il 2011 e i dati afferiscono sia al quadro complessivo nazionale che ai singoli contesti
regionali.
Guardando al mercato del lavoro, risulta, anzitutto, evidente come le donne siano ancora fortemente
penalizzate rispetto agli uomini sul piano dell’ accessibilità al mercato del lavoro:
nel 2011 il tasso di occupazione femminile nella fascia 15-64 anni è stato mediamente pari al 46,5%,
contro il 67,5% rilevato tra gli uomini. Il differenziale è, quindi, notevole (21 punti percentuali) e
tende a variare in misura significativa da regione a regione, con situazioni più critiche nel
Mezzogiorno (29,5 punti percentuali in Puglia, 28,3 in Campania, 27,7 in Sicilia) e distacchi meno
marcati, sebbene non trascurabili, nel Nord Italia (migliori performance di Valle d’Aosta, Emilia
Romagna e Piemonte. Situazione speculare si riscontra con riferimento al tasso di disoccupazione,
pari mediamente al 9,6% tra le donne (contro il 7,6% tra gli uomini), con differenziali di genere del
tutto marginali in Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige (rispettivamente 0,2 e 0,9 punti percentuali) e
superiori al 5% in Campania e Puglia;
14
superate le barriere all’ingresso, le donne si trovano a dover affrontare criticità non meno rilevanti
anche all’interno del mercato del lavoro, sul piano retributivo, del ruolo professionale e delle forme
contrattuali: la retribuzione media giornaliera delle donne con lavoro dipendente è, infatti,
decisamente inferiore rispetto a quella degli uomini (69,5 contro 96,9 euro), con differenziali
superiori a 30 euro l’ora in 4 regioni del Nord Italia; il 75,8% delle dipendenti ha contratti a tempo
indeterminato, mentre la stessa percentuale sale all’81,5% tra gli uomini (percentuale più bassa in
Trentino Alto Adige con il 60,3% e più alta in Lombardia con l’81,3%); le donne con ruolo
dirigenziale costituiscono lo 0,4% delle dipendenti donne, contro lo 0,3% degli uomini.
Tab.4 – Mercato del lavoro: principali disuguaglianze di genere
(valori assoluti e percentuali, anno 2011)
(a) (b) (a) - (b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Puglia 59,7 30,1 29,6
Campania 53,7 25,4 28,3
Sicilia 56,4 28,7 27,7
Basilicata 60,4 34,9 25,5
Abruzzo 68,5 45,2 23,3
Calabria 53,8 31,3 22,5
Molise 61,7 39,3 22,4
Veneto 74,8 54,8 20,0
Lazio 69,0 49,0 20,0
Lombardia 74,1 55,2 18,9
Sardegna 61,4 42,6 18,8
Toscana 72,9 54,4 18,6
Umbria 71,6 53,3 18,3
Marche 70,9 54,7 16,2
Trentino Alto Adige 76,5 60,3 16,2
Liguria 71,3 55,4 15,9
Friuli Venezia Giulia 71,7 56,6 15,1
Piemonte 71,5 57,2 14,3
Emilia Romagna 75,0 60,9 14,1
Valle d'Aosta 73,1 60,8 12,4
Italia 67,5 46,5 21,0
Tasso di occupazione 15-64 anni (%)
(a) (b) (a) - (b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Puglia 11,1 16,9 -5,8
Campania 13,7 19,0 -5,2
Sicilia 12,8 17,2 -4,4
Abruzzo 7,1 10,7 -3,6
Marche 5,4 8,5 -3,1
Umbria 5,2 8,3 -3,1
Molise 8,9 11,6 -2,7
Toscana 5,4 7,9 -2,5
Friuli Venezia Giulia 4,1 6,5 -2,4
Veneto 4,0 6,4 -2,4
Basilicata 11,2 13,2 -1,9
Sardegna 12,8 14,6 -1,8
Emilia Romagna 4,5 6,2 -1,7
Lazio 8,1 9,8 -1,7
Piemonte 6,9 8,6 -1,7
Lombardia 5,1 6,7 -1,6
Calabria 12,2 13,6 -1,3
Liguria 5,8 7,0 -1,2
Trentino Alto Adige 3,5 4,4 -0,9
Valle d'Aosta 5,1 5,4 -0,2
Italia 7,6 9,6 -2,0
Tasso di disoccupazione 15 anni ed oltre (%)
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 74,3 60,3 14,1
Campania 81,6 72,2 9,4
Basilicata 78,3 69,4 8,9
Calabria 80,4 71,6 8,7
Puglia 78,5 70,3 8,1
Valle d'Aosta 72,5 64,5 8,0
Abruzzo 78,0 70,4 7,6
Umbria 83,3 75,7 7,6
Sardegna 71,8 64,4 7,4
Toscana 81,7 75,2 6,5
Emilia Romagna 80,5 74,4 6,1
Marche 80,2 74,2 6,0
Molise 79,3 73,4 5,9
Veneto 83,9 78,2 5,7
Friuli Venezia Giulia 82,5 76,8 5,7
Sicilia 78,5 73,4 5,2
Piemonte 83,4 78,4 5,0
Lazio 80,0 75,4 4,6
Liguria 78,2 73,6 4,5
Lombardia 85,3 81,3 4,1
Italia 81,5 75,8 5,8
Dipendenti con contratto a tempo indeterminato (%)
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Liguria 100,4 67,3 33,0
Lombardia 110,9 78,0 32,9
Trentino Alto Adige 99,9 69,7 30,2
Friuli Venezia Giulia 96,4 66,2 30,2
Emilia Romagna 101,7 72,0 29,7
Veneto 96,0 66,4 29,6
Piemonte 99,9 71,1 28,8
Valle d'Aosta 97,1 68,9 28,2
Lazio 102,8 75,6 27,3
Abruzzo 85,6 59,6 25,9
Molise 82,4 56,5 25,9
Toscana 92,8 66,9 25,9
Marche 86,6 62,7 24,0
Basilicata 80,2 56,3 23,9
Sicilia 79,9 57,0 23,0
Puglia 79,6 57,4 22,2
Umbria 84,0 61,8 22,2
Sardegna 80,8 58,7 22,1
Campania 81,3 60,1 21,2
Calabria 75,9 55,6 20,3
Italia 96,9 69,5 27,5
Retribuzione media giornaliera dei dipendenti (€)
Fonte: Istat, Inps
15
Come già anticipato, il quadro relativo alle disuguaglianze di genere nell’ambito degli indicatori proxy della
formazione, nella sua duplice accezione (istruzione scolastica, life-long learnig), è più omogeneo in quanto:
alle donne è associato un più basso tasso di abbandono scolastico (il 15,2% contro il 21%
riscontrato tra gli uomini) e una maggiore propensione a partecipare ad attività di formazione
permanente, sebbene marginale, rispetto agli uomini (è coinvolto il 6% della popolazione femminile
di 25-64 anni, contro il 5,3% della popolazione maschile);
la percentuale di adulti che hanno conseguito la sola licenza elementare è decisamente più alta tra
le donne (26,7%) rispetto agli uomini (18%), a fronte di una più bassa percentuale di adulti con
laurea e formazione post-laurea (10,6% degli uomini, 11,6% delle donne).
Tab.5 – Formazione: principali disuguaglianze di genere (valori assoluti e percentuali, anno 2011)
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Calabria 5,5 5,5 -0,1
Molise 5,5 5,7 -0,2
Campania 4,7 4,9 -0,2
Sicilia 4,1 4,5 -0,4
Trentino Alto Adige 7,4 7,8 -0,4
Puglia 4,5 5,1 -0,6
Lombardia 5,3 5,9 -0,6
Lazio 6,1 6,7 -0,6
Marche 4,6 5,4 -0,8
Friuli Venezia Giulia 5,7 6,5 -0,8
Valle d'Aosta 3,7 4,5 -0,8
Veneto 5,0 5,9 -0,9
Basilicata 4,9 5,9 -1,0
Piemonte 5,1 6,1 -1,0
Umbria 6,4 7,5 -1,1
Emilia Romagna 5,7 7,0 -1,3
Liguria 5,2 6,5 -1,4
Toscana 5,7 7,2 -1,4
Abruzzo 5,9 7,6 -1,7
Sardegna 5,8 7,6 -1,9
Italia 5,3 6,0 -0,8
Adulti che partecipano ad attività di formazione permanente
(%)
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Valle d'Aosta 31,3 13,9 17,4
Sardegna 31,2 18,6 12,6
Toscana 23,4 13,6 9,8
Puglia 24,1 14,6 9,5
Liguria 19,0 10,7 8,2
Molise 16,9 8,9 7,9
Basilicata 18,3 10,4 7,9
Trentino Alto Adige 17,8 9,9 7,9
Sicilia 28,5 21,3 7,2
Lazio 19,0 12,3 6,8
Veneto 20,2 13,4 6,7
Lombardia 20,4 14,0 6,4
Calabria 21,0 15,2 5,8
Abruzzo 15,2 10,2 4,9
Piemonte 18,3 13,6 4,7
Friuli Venezia Giulia 15,3 12,6 2,7
Marche 14,1 12,0 2,1
Emilia Romagna 14,5 13,2 1,3
Campania 22,5 21,4 1,2
Umbria 10,8 12,5 -1,7
Italia 21,0 15,2 5,8
Abbandono scolastico (%)
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 15,8 20,8 -5,0
Sardegna 20,0 25,0 -5,1
Valle d'Aosta 18,5 25,2 -6,7
Liguria 16,6 24,0 -7,3
Lombardia 15,9 23,6 -7,7
Emilia Romagna 18,1 26,0 -8,0
Piemonte 17,4 25,4 -8,0
Sicilia 21,6 29,8 -8,3
Molise 22,6 30,9 -8,3
Calabria 22,1 30,5 -8,4
Lazio 12,6 21,1 -8,6
Abruzzo 17,9 26,9 -9,0
Basilicata 22,6 31,9 -9,3
Veneto 17,1 26,6 -9,5
Umbria 17,9 27,4 -9,5
Toscana 20,5 30,1 -9,6
Marche 19,7 29,6 -9,9
Friuli Venezia Giulia 14,2 24,4 -10,1
Puglia 22,1 32,4 -10,4
Campania 18,5 29,5 -10,9
Italia 18,0 26,7 -8,7
Adulti con licenza elementare e/o media (%)
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 15,8 20,8 -5,0
Sardegna 20,0 25,0 -5,1
Valle d'Aosta 18,5 25,2 -6,7
Liguria 16,6 24,0 -7,3
Lombardia 15,9 23,6 -7,7
Emilia Romagna 18,1 26,0 -8,0
Piemonte 17,4 25,4 -8,0
Sicilia 21,6 29,8 -8,3
Molise 22,6 30,9 -8,3
Calabria 22,1 30,5 -8,4
Lazio 12,6 21,1 -8,6
Abruzzo 17,9 26,9 -9,0
Basilicata 22,6 31,9 -9,3
Veneto 17,1 26,6 -9,5
Umbria 17,9 27,4 -9,5
Toscana 20,5 30,1 -9,6
Marche 19,7 29,6 -9,9
Friuli Venezia Giulia 14,2 24,4 -10,1
Puglia 22,1 32,4 -10,4
Campania 18,5 29,5 -10,9
Italia 18,0 26,7 -8,7
Adulti con licenza elementare e/o media (%)
(a) (b) (a)-(b)
Regione Maschi Femmine Diff.
Trentino Alto Adige 11,1 10,7 0,4
Lazio 14,9 14,9 0,0
Puglia 8,5 9,0 -0,5
Campania 8,9 9,6 -0,6
Sicilia 8,6 9,3 -0,7
Lombardia 11,8 12,5 -0,7
Piemonte 10,0 10,8 -0,8
Valle d'Aosta 8,5 9,4 -0,9
Marche 10,8 11,9 -1,1
Veneto 9,8 10,9 -1,1
Liguria 12,6 13,8 -1,2
Friuli Venezia Giulia 9,3 10,5 -1,2
Calabria 9,3 10,6 -1,3
Toscana 10,9 12,6 -1,7
Emilia Romagna 11,5 13,6 -2,0
Basilicata 7,8 10,0 -2,2
Abruzzo 11,2 13,6 -2,4
Sardegna 8,7 11,2 -2,5
Molise 9,1 12,2 -3,1
Umbria 10,7 14,0 -3,3
Italia 10,6 11,6 -1,0
Adulti con laurea e/o post-laurea (%)
Fonte: Istat, Inps