Indagine sulle imprenditrici delle Marche · 2015-03-06 · dovrebbero essere adottate a sostegno...

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Indagine sulle imprenditrici delle Marche prime analisi e comparazione con precedenti indicazioni di ricerca 1. Introduzione 2. Le principali indicazioni in sintesi 3. Le caratteristiche delle aziende in cui operano le imprenditrici che hanno risposto 4. Le caratteristiche delle imprenditrici 5. La storia delle imprenditrici e gli aspetti motivazionali 6. Riferimenti e difficoltà 7. Le caratteristiche dell’attività d’impresa 7.1 La localizzazione e i laboratori 7.2 L’ordine di grandezza dell’attività 7.3 Le strategie attuate. Investimenti e ampiezza di mercato 8. L’autovalutazione dei punti di forza e di debolezza 9. La crisi. Il sostegno e le strategie 10. L’impegno personale e il livello di soddisfazione 11. Le politiche necessarie 12. Le difficoltà attuali 13. Un confronto con precedenti indicazioni di ricerca: l’indagine del Progetto Equal del 2006 ALLEGATO Il Questionario Centro studi SISTEMA - CNA Marche

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Indagine

sulle imprenditrici

delle Marche

prime analisi e comparazione con precedenti indicazioni di ricerca

1. Introduzione 2. Le principali indicazioni in sintesi 3. Le caratteristiche delle aziende in cui operano le imprenditrici che hanno risposto 4. Le caratteristiche delle imprenditrici 5. La storia delle imprenditrici e gli aspetti moti vazionali 6. Riferimenti e difficoltà 7. Le caratteristiche dell’attività d’impresa 7.1 La localizzazione e i laboratori 7.2 L’ordine di grandezza dell’attività 7.3 Le strategie attuate. Investimenti e ampiezza d i mercato 8. L’autovalutazione dei punti di forza e di debole zza 9. La crisi. Il sostegno e le strategie 10. L’impegno personale e il livello di soddisfazio ne 11. Le politiche necessarie 12. Le difficoltà attuali 13. Un confronto con precedenti indicazioni di rice rca: l’indagine del Progetto Equal del 2006 ALLEGATO Il Questionario

Centro studi SISTEMA - CNA Marche

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1. Introduzione La rilevazione di cui si presentano qui le principali risultanze, è avvenuta per via telematica: è stato inviato, via mail, un invito a rispondere ad un questionario (si veda l’allegato 1) utilizzando un indirizzario di oltre mille imprese delle Marche, con la preghiera di rispondere se si fosse realizzata la condizione di imprenditrici. Il tasso di risposta è stato basso soprattutto per effetto della lunghezza del questionario, le cui numerose domande sono state orientate a indagare non pochi aspetti dell’imprenditorialità femminile. L’analisi che segue affronta le caratteristiche delle imprese e delle imprenditrici che hanno risposto: è una parte importante di questo rapporto poiché considera la rappresentatività del campione. Indica, difatti, l’articolazione per forma giuridica settore e dimensione delle imprese, per età e titolo di studio delle imprenditrici. E’ possibile affermare che il campione di imprenditrici che hanno risposto al questionario è abbastanza rappresentativo delle diverse realtà imprenditoriali femminili della regione: riflette la prevalenza di caratteristiche come la connotazione di impresa individuale e di ridottissime dimensioni, di scolarizzazione non elevata e di età matura, ma rappresenta anche le realtà che si distaccano dalle caratterizzazioni prevalenti: società di capitali e imprese strutturate. Sono inoltre rappresentate disparate tipologie di attività, non poche relative a produzioni manifatturiere e a servizi non definibili tradizionali. 2. Le principali indicazioni in sintesi La metodologia utilizzata nella rilevazione, che ha portato tra l’altro ad un basso tasso di risposta e quindi ad un campione di limitata rappresentatività per il fenomeno dell’imprenditoria femminile, impone particolare prudenza nel considerare le indicazioni ottenute come esaustive. Tuttavia, le imprenditrici che hanno risposto appartengono ad un insieme variegato che riflette la prevalenza di caratteristiche come la connotazione di impresa individuale e di ridottissime dimensioni, di scolarizzazione non elevata e di età matura, ma rappresenta anche realtà settoriali che si distaccano dalle caratterizzazioni prevalenti, come società di capitali e imprese organizzativamente ben strutturate; non mancano, inoltre, risposte fornite da imprenditrici operanti in “disparate tipologie di attività, non poche relative a produzioni manifatturiere e a servizi non definibili tradizionali”. Dunque, la casistica esaminata si configura ampia e degna di attenzione. Le principali indicazioni di ricerca mostrano che la connotazione familiare delle imprese comporta la frequente presenza di famigliari attivi all’interno dell’azienda. Due terzi delle imprenditrici che hanno risposto hanno dato vita da sé alla propria impresa, a conferma del contributo positivo dell’imprenditoria femminile alla tenuta, anche numerica, del sistema di imprese della regione. Nella maggioranza dei casi, inoltre, le imprenditrici hanno avviato la loro attività attuale, prive di esperienze imprenditoriali e avendo alle spalle soprattutto esperienze di lavoro alle dipendenze. Si evidenzia, inoltre, la natura molto variegata per le cause dell’interrompersi delle precedenti esperienze di lavoro o d’impresa e il primeggiare tra tali cause dell’insoddisfazione personale. Le motivazioni dell’avvio dell’attività imprenditoriale vedono al primo posto per importanza aspetti quali realizzazione personale e di idee imprenditoriali, competenze a disposizione e opportunità di valorizzarle, assai più che l’aspettativa di un reddito più alto o la possibilità di conciliare le attività professionali/lavorative con la vita familiare. Si tratta, dunque, di motivazioni in gran parte positive e propositive, non difensive o di reazione.

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La fase di progettazione e di avvio dell’attività imprenditoriale è stata supportata in gran parte dei casi da figure professionali (commercialisti – consulenti) ma per la maggior parte delle imprenditrici, sono risultati allo stesso modo importanti o molto importanti anche i riferimenti dei familiari e dell’associazione di categoria. I percorsi decisionali alla base della scelta di fare impresa risultano, quindi, generalmente accurati e rigorosi, la scelta di investire da subito in termini di risorse economiche e impegno personali, come é implicito nel ricorso sistematico a figure e servizi professionali, denota inoltre, considerando anche il largo ricorso al supporto dei familiari e delle associazioni di categoria, una diffusa condizione di serietà di intenti e di consapevolezza dei rischi e delle difficoltà. I ritardi dell’apparato pubblico amministrativo, economico e politico sono individuati come la principale fonte di difficoltà, ancor prima delle difficoltà legate alla crisi e alla mancanza di riferimenti per attingere risorse finanziarie. Le difficoltà legate alla connotazione di genere, risultano in termini relativi così ridimensionate da apparire trascurabili: difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare, accesso al credito e scarsa fiducia da parte delle banche, generale poca fiducia nelle donne imprenditrici, mancanza di fiducia da parte di clienti/fornitori, sono aspetti presenti ma secondari rispetto all’inefficienza dei servizi pubblici. La localizzazione delle imprese rispecchia i caratteri della diffusa e peculiare connotazione urbana delle Marche, i suoi tanti piccoli centri, sparsi su tutto il territorio, non escluse le aree collinari e montane. E poiché la localizzazione delle imprese femminili che hanno risposto al questionario è caratterizzata dall’ubicazione in area urbana, semicentrale o centrale, si può supporre che il tessuto di imprese femminili della regione sia protagonista della vita economica e produttiva delle nostre città anche se non è in grado di occupare le aree centrali, più costose e meno accessibili. Nei primi anni del decennio in corso, gli investimenti immateriali (marketing, poi certificazioni, sicurezza e ricerche di mercato) sembrano aver prevalso nettamente rispetto a quelli in immobilizzazioni materiali (macchinari e impianti, edifici, automezzi); la loro composizione, inoltre, rivela una particolare attenzione alla collocazione di mercato e agli strumenti per migliorarla. Le previsioni di nuovi investimenti per il 2013 e il 2014 sono orientate all’incertezza ma, rispetto ai parametri registrati per il complesso delle micro e piccole imprese della regione, la quota di imprenditrici decise a fare investimenti futuri è nettamente più elevata. Nella autovalutazione delle imprenditrici, tra i principali punti di forza vi è in primo luogo il rapporto con i clienti, poi la qualità del prodotto o servizio, l’esperienza, l’organizzazione, il rapporto con i fornitori, il prezzo, la capacità di innovare. Tra i punti di debolezza figura al primo posto la rete commerciale, seguita a distanza dalle risorse umane, dalla comunicazione/marketing. Sono poche le imprenditrici che hanno beneficiato di finanziamenti pubblici nei primi tre anni del decennio e tali sostegni hanno riguardato processi di ristrutturazione, investimenti in macchinari e materie prime, innovazione. Non vi è stato alcun finanziamento pubblico per certificazione, sicurezza, ambiente, conciliazione, internazionalizzazione, marketing, reti d'impresa, che comprendono alcune tra le voci indicate tra i punti di forza dalle imprenditrici: evidentemente, hanno quasi sempre fatto da sé e se la sono cavata bene ugualmente. Tra le strategie contro la crisi attuate dalle imprenditrici, un ruolo rilevante compete a quelle “difensive“:razionalizzazione dei costi di approvvigionamento in primo luogo, poi riduzione degli ordini ai fornitori, dilazione dei tempi di pagamento. Riduzione del personale e dei prezzi e chiusura dell’attività vengono, però, all’ultimo posto indicando come le strategie difensive “estreme” siano minoritarie. Tra le strategie attive, prevalgono

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quelle volte al miglioramento della qualità produttiva, alla ricerca di nuovi mercati e nuovi canali di distribuzione, alla modifica della gamma produttiva. Le imprenditrici interpellate dichiarano intensi carichi di lavoro in azienda per almeno la metà dei casi, ciò nonostante, la grande maggioranza valuta pienamente soddisfacente il rapporto tra attività d’impresa e tempo ad essa dedicato. Il sostegno alla creazione e allo sviluppo d'impresa, l’accesso delle imprese femminili al credito, la promozione delle imprese femminili nei settori più innovativi, sono le voci più frequentemente indicate come importanti o molto importanti tra le azioni strategiche che dovrebbero essere adottate a sostegno dell’imprenditoria femminile. All’ultimo posto per frequenza, invece, viene indicata la necessità di quote rosa nella gestione pubblica. Si evidenzia, dalle risultanze d’indagine relative ai servizi ritenuti strategici, come sia difficile l’agire delle donne imprenditrici, in particolare sotto il profilo della conciliazione tra ruoli di educazione, assistenza, cura, e attività professionale. La voce più importante di tutte tra i servizi ritenuti strategici, risulta – però - quella relativa all’offerta scolastica ed extrascolastica (tutte le imprenditrici valutano importante o molto importante il ruolo di associazioni sportive e culturali, oratori, doposcuola ). Tra le principali fonti di finanziamento, le imprenditrici indicano l’autofinanziamento attraverso gli utili di gestione come la più importante. Le indicazioni sulle fonti di finanziamento evidenziano, tra l’altro:

- l’importanza del rapporto con i dipendenti e i collaboratori; - il ruolo marginale attribuito al sostegno pubblico; - ll ruolo marginale attribuito a fonti alternative di finanziamento.

Il difficile rapporto con le banche consiste nelle eccessive garanzie richieste, nell’atteggiamento burocratico e nella scarsa disponibilità a prendere in considerazione nuovi progetti. Marginale è l’importanza attribuita a differenze di trattamento che le donne sarebbero costrette a subire dal mondo bancario. Il ruolo svolto dalla famiglia e dagli amici nel sostenere le imprenditrici di fronte alle difficoltà è ancora quello che presenta di gran lunga la maggiore importanza; lo squilibrio tra tale ruolo e quello attribuita alle altre figure, enti, forze, indica in modo netto tali figure (e tra esse le associazioni di categoria), le quali sono, evidentemente, avvertite lontane, spesso quasi estranee. Le voci raccolte circa le problematiche che la CNA dovrebbe perseguire prioritariamente, riepilogano i temi presentati dalla ricerca e aggiungono alle esigenze delle donne impegnate come imprenditrici, quelle di chi è impegnata o verrebbe impegnarsi nel sociale e nella convivenza civile, nella crescita dell’economia e della legalità.

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3. Le caratteristiche delle aziende in cui operano le imprenditrici che hanno risposto Le imprenditrici che hanno compilato il questionario sono state 48, delle quali 33 (pari a poco più di due terzi del campione) operanti in imprese individuali, 7 in società (il 15 % circa) e 8 in società a respon-sabilità limitata (il 16,7%). In particolare, una imprenditrice tra quelle operanti in imprese individuali ha definita “famigliare” la connotazione della sua impresa e una tra quelle operanti in società ha precisato di appartenere a una società in accomandita semplice. FORMA GIURIDICA DELLE IMPRESE

Risposte

utili Quote %

Impresa individuale 33 68,9 sas 1 2,1 snc 6 12,5 srl 8 16,7 Totale complessivo 48 100,0

Sotto il profilo delle dimensioni per addetti, le imprenditrici che hanno risposto sono per circa la metà dei casi impegnate in aziende molto piccole, poiché dotate di un organico inferiore a 3 addetti. Non mancano, tuttavia, le rappresentanti di imprese abbastanza strutturate, con organici che supera anche i 10 addetti (12% delle risposte). I settori di attività, di seguito elencati per esteso, sono inoltre ben articolati tra servizi alle persone e alle imprese, manifatture, attività agricole, commercio, servizi di ristorazione e bar, ecc.

snc13%

srl17%

impresa familiare

2%

Impresa individuale

66% sas2%

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I SETTORI DI ATTIVITA' DELLE IMPRESE CHE HANNO RISPOSTO (la descrizione delle attività) agente comm.abbigliamento e calzature attività ricettiva extra/rurale azienda agricola + agriturismo con spa e centro con gressi azienda agricola e commercio foraggi bar centro di estetica e medicina estetica centro estetico commercio - vendita di snack e bevande attraverso distributori automatici (vending) commercio al dettaglio commercio al dettaglio di articoli per neonati e pr ima infanzia commercio al dettaglio di ferramenta, materiali edi li, vernici, giardinaggio, casalinghi etc commercio all'ingrosso comunicazione confezione e vendita abiti da sposa e cerimonia più consulenza di immagine confezione maglieria conservazione e restauro di beni culturali antichi e moderni copisteria distribuzione materie plastiche elaborazione dati estetica estetica e benessere etichette resinate, stampa digitale gelateria artigianale caffetteria sala the gestione asilo nido, servizi all'infanzia impresa di pulizia in genere: ditte, fabbriche, con domini, strutture alberghiere, uffici laboratorio cornici x quadri, cornici vetri specchi su misura, laboratorio odontotecnico ortodonzia montaggio/smontaggio ponteggi odontoiatria e protesi dentale organizzazione eventi, congressi, servizi linguistici parrucchiera unisex parrucchieria. pastificio produzione oli d'oliva produzione vinicola pulizie restauro conservazione e manutenzione di dipinti su tela, affreschi, ed opere d'arte in genere antiche e mode rne restauro tessuti antichi ricerche di mercato e sondaggi d'opinione ristorante - osteria – trattoria tipica marchigiana ristorazione sartoria smacchinatura confezione finissaggio maglieria vendita al dettaglio vendita e riparazione computer e telefonia.

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4. Le caratteristiche delle imprenditrici Alcune caratteristiche personali concorrono a definire il profilo delle imprenditrici che hanno risposto al questionario: sono per la grande maggioranza dei casi di età matura (tra 30 e 60 anni), in piccola parte anziane (oltre 60 anni) e, in misura assai ridotta, giovani (sotto i 30 anni). ETA' DELL'IMPRENDITRICE

Risposte

utili Quote %

18 - 30 anni 2 4,2 31-50 anni 26 54,2 51 - 60 anni 16 33,3 oltre 60 anni 4 8,3 Totale complessivo 48 100,0 Il livello di scolarizzazione delle imprenditrici che hanno risposto, completa il breve quadro informativo: sono soprattutto diplomate ma non mancano le laureate: in particolare, le figure con laurea e master costituiscono assieme quasi un quinto delle imprenditrici e si equivalgono con la quota di imprenditrici prive di un titolo di studio superiore (il 18,8%). In sintesi, se sotto il profilo dell’età il campione risulta caratterizzato da una concentrazione nella fascia matura, sotto il profilo della scolarizzazione lo stesso campione risulta più variegato, differenziato com’è tra figure a bassa, media e alta scolarizzazione. TITOLO DI STUDIO

Risposte

utili Quote %

licenza elementare o media 9 18,8 diploma scuola superiore 28 58,3 laurea 8 16,7 master o dottorato 1 2,1 altro 2 4,2 Totale complessivo 48 100,0

E’ probabile che l’età media (stimabile attorno ai 50 anni) non bassa del campione di imprenditrici che hanno risposto influisca sul livello medio di scolarizzazione. Il quale, di conseguenza, non può essere definito basso e neanche medio-basso: la quota di laureate (19% circa) è difatti allineata alla quota di laureati sul totale occupati nelle Marche e in Italia (20% circa alla fine del 2013).

18 - 30 anni4%

31-50 anni54%

51 - 60 anni34%

oltre 60 anni8%

altro4%

master o dottorato

2%

licenza elementare o

media19%

diploma scuola superiore

58%

laurea17%

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La prevalente caratterizzazione individuale delle aziende condotte dalle imprenditrici che hanno risposto, spiega la frequente presenza di famigliari attivi all’interno dell’azienda (48% circa dei casi) presenza che, in alcuni casi (16,6%), riguarda contemporaneamente più membri della famiglia e configura chiaramente imprese a connotazione famigliare.

FAMIGLIARI ATTIVI IN AZIENDA

Risposte

utili Quote %

0 22 52,4 1 13 31,0 2 4 9,5 3 3 7,1 Totale complessivo 42 100,0

52,4

31,0

9,57,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

QU

OT

A %

0 1 2 3

NUMERO DI FAMIGLIARI ATTIVI IN AZIENDA

5. La storia delle imprenditrici e gli aspetti moti vazionali Circa i due terzi delle imprenditrici sono divenute tali per aver creato da sé la propria impresa; l’impresa esisteva già solo nel 25% dei casi (acquisito un'impresa già esistente, ereditato l'impresa, acquisito l'impresa nella quale lavorava come dipendente) e solo nell’8,3% dei casi l’impresa è stata ereditata da un famigliare. Dunque l’iniziativa imprenditoriale è stata posta in essere quasi sempre autonomamente e, nella maggioranza dei casi, ha condotto ad una crescita numerica del tessuto di imprese. Si conferma, in tal senso, il contributo positivo che l’imprenditoria femminile ha dato e continua a dare alla tenuta del sistema di imprese della regione, sottoposto da anni ad una crisi che ne determina la perdita di imprese e di occupazione. Solo per un terzo dei casi,

infatti, l’iniziativa imprenditoriale femminile si è innestata su attività imprenditoriali già esistenti: in particolare, la successione generazionale intesa in senso ampio (eredità e passaggio da dipendente a imprenditrice) ha riguardato il 15% circa dei casi. COME E' DIVENTATA IMPRENDITRICE DI QUESTA IMPRESA

Risposte

utili

Quote %

creato l'impresa 31 64,6 acquisito un'impresa esistente 5 10,4 ereditato l'impresa 4 8,3 acquisito l'impresa in cui era dip. 3 6,3 cessione scorporo ramo azienda 3 6,3 altro 2 4,2 Totale complessivo 48 100,0

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8

4,2

6,3

6,3

8,3

10,464,6

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0

QUOTE % altro

ha acquisito l'impresa nella quale lavorava come dipendente

in seguito a cessione o scorporo di un ramo d'azienda

ha ereditato l'impresa

ha acquisito un'impresa già esistente

ha creato l'impresa

Le imprenditrici del campione erano, prima di avviare la loro esperienza, in gran parte dei casi (49% circa) lavoratrici dipendenti, operaie o impiegate. In un quarto circa dei casi erano studentesse e solo in un caso erano già imprenditrici. Dunque, nella grande maggioranza dei casi le imprenditrici hanno avviato la loro attività attuale, prive di esperienze imprenditoriali e avendo alle spalle soprattutto esperienze di lavoro alle dipendenze, ma anche di studio.

COSA FACEVA PRIMA

Totale q% lavorava come impiegata 12 25,5 lavorava come operaia 11 23,4 studiava 11 23,4 non lavorava 4 8,5 altro 3 6,4 libera professionista/partita iva 3 6,4 lavorava nei servizi 2 4,3 lavorava come imprenditrice 1 2,1 Totale complessivo 48 100,0

2,14,3

6,4

6,48,5 23,4

23,4

25,5

- 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0

QUOTE %

lavorava come imprenditrice

lavorava nei servizi

altro

lavorava come libera professionista/partita iva

non lavorava

lavorava come operaiastudiava

lavorava come impiegata

La chiusura delle precedenti esperienze, quasi sempre di natura lavorativa e solo in pochissimi casi imprenditoriale-professionale, è dovuta a motivazioni differenziate e non facilmente riconducibili alle ipotesi sottoposte (“altro”); tra le quali la più frequentemente segnalata è stata l’insoddisfazione personale (27,3% dei casi). I motivi familiari hanno un’incidenza limitata (13,6% delle risposte) mentre le precedenti esperienze imprenditoriali-professionali si sarebbero interrotte per la scarsa redditività dell’attività. Viene fuori chiaramente, quindi, la natura molto variegata per le cause dell’interrompersi delle precedenti esperienze di lavoro o d’impresa, ma anche il primeggiare tra tali cause dell’insoddisfazione personale.

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PERCHE' CONCLUSE EVENTUALI PRECEDENTI ESPERIENZE IMPRENDITORIALI E DI LAVORO Totale q% altro 10 45,5 insoddisfazione personale 6 27,3 motivi familiari/personali 3 13,6 scarsa redditività dell'azienda 3 13,6 Totale complessivo 22 100,0

13,6

13,6

27,3

45,5

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0

QUOTE %

motivi familiari/personali

scarsa redditivitàdell'azienda

insoddisfazione personale

altro

Tra le diverse motivazioni alla base della decisione di avviare l’attività imprenditoriale, la prima per importanza è “realizzazione personale - mettere in campo le proprie competenze”, seguita da “realizzazione di una propria business idea – Individuazione di un'opportunità di mercato”; dunque realizzazione personale e di idee imprenditoriali, competenze a disposizione e opportunità di valorizzarle, hanno guidato in massima parte la scelta di divenire imprenditrici, ancor più che “l’aspettativa di un reddito più alto” o la possibilità di “una migliore gestione dei ritmi e conciliazione con la vita familiare”. Agli ultimi posti per importanza vi sono motivazioni quali “difficoltà a trovare lavoro” e “insoddisfazione lavoro precedente”. Dunque, le imprenditrici che hanno risposto non hanno intrapreso tale attività in mancanza di un lavoro o perché insoddisfatte di un lavoro. La motivazione è in gran parte positiva e propositiva, non difensiva o di reazione.

PERCHE' LA SCELTA IMPRENDITORIALE

(0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante) 0 1 2 3 TOT 2+3 %

2+3

realizzazione personale - mettere in campo le proprie competenze 2 2 10 32 46 42 91,3

Realizz. di una propria business idea – Individuaz. di un'opportunità di mercato 3 8 16 16 43 32 74,4

aspettativa di un reddito più alto 2 12 21 10 45 31 68,9

migliore gestione dei ritmi e conciliazione con la vita familiare 8 8 17 11 44 28 63,6

costruire qualcosa di duraturo da lasciare agli eredi 11 12 8 15 46 23 50,0

spinta da familiare e/o amici 17 8 10 9 44 19 43,2

dare un contributo alla collettività 15 12 9 8 44 17 38,6

difficoltà a trovare lavoro 24 6 6 6 42 12 28,6

insoddisfazione lavoro precedente 23 7 3 9 42 12 28,6

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Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

28,6

28,6

38,6

43,2

50,0

63,6

68,9

74,4

91,3

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

QUOTE %

dif ficoltà a trovare lavoro

insoddisfazione lavoro precedente

dare un contributo alla collettività

spinta da familiare e/o amici

costruire qualcosa di duraturo dalasciare agli eredi

migliore gestione dei ritmi e conciliazionecon la vita familiare

aspettativa di un reddito più alto

Realizz. di una propria business idea –Individuaz. di un'opportunità di mercato

realizzazione personale - mettere incampo le proprie competenze

6. Riferimenti e difficoltà La fase di progettazione e di avvio dell’attività imprenditoriale è stata supportata in gran parte dei casi da figure professionali: quelle dei “commercialisti – consulenti” sono state indicate importanti o molto importanti da quasi l’80% delle imprenditrici. Al secondo posto per importanza vi sono – con la stessa quota % - i riferimenti dei familiari e dell’associazione di categoria.

A CHI SI E' RIVOLTA PER AVERE CONSIGLI E PER AVVIARE L'ATTIVITA'

(0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3

avvocato 23 6 6 1 36 7 19,4

amici e conoscenti 19 10 8 2 39 10 25,6

camera di commercio 14 8 8 6 36 14 38,9

familiari 12 3 9 13 37 22 59,5

associazione di categoria 10 7 14 11 42 25 59,5

commercialista - consulente 5 5 21 14 45 35 77,8

Altri riferimenti hanno avuto importanza non trascurabile ma generalmente assai minore: Camere di Commercio, amici e conoscenti, avvocati, sono stati consultati e hanno svolto in non pochi casi funzione di riferimento ma ciò è avvenuto per parte minoritaria delle imprenditrici rilevate. Quello che si può trarre da questa informazione è che i percorsi decisionali alla base della scelta d’impresa sono stati quasi sempre accurati e rigorosi e la scelta di investire fin da subito risorse e impegno, sopportando costi anticipati per il ricorso a figure e servizi professionali, denota – assieme alla decisione di avvalersi per la maggioranza dei casi del supporto dei familiari e delle associazioni di categoria - serietà e consapevolezza dei rischi e delle difficoltà da affrontare.

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A CHI SI E' RIVOLTA PER AVERE CONSIGLI E PER AVVIARE L'ATTIVITA' Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

19,4

25,6

38,9

59,5

59,5

77,8

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0

QUOTE %

avvocato

amici e conoscent

camera di commercio

familiari

associazione dicategoria

commercialista -consulente

Si evidenzia anche la volontà di ricorrere sistematicamente a tutte le altre possibilità che il territorio offre a supporto delle iniziative imprenditoriali: in primo luogo la rete familiare e il sistema dei servizi offerti dalle associazioni di categoria. Le risposte ottenute sulle maggiori difficoltà che sono state incontrate nella parte iniziale dell’iniziativa imprenditoriale, esprimono compiutamente, in tutta la loro molteplicità le numerose difficoltà che impediscono all’economia italiana di muoversi più velocemente in direzione di una ripresa di efficienza e competitività: esprimono anche una gerarchia di tali difficoltà ponendo al primo posto per importanza voci quali “poco supporto/assistenza da parte delle Istituzioni” e “eccesso di burocrazia”, ancora prima di “risorse finanziarie insufficienti” e di “incertezza e crisi economica”. Insomma, i ritardi dell’apparato pubblico amministrativo, economico e politico sono individuati come la prima fonte di difficoltà, prima ancora delle difficoltà legate alla crisi e alla mancanza di riferimenti per attingere risorse finanziarie. E subito dopo sono indicate ancora come importanti o molto importanti difficoltà legate nuovamente all’inefficienza dell’apparato pubblico: “ritardi negli incassi” e “complessità delle leggi di riferimento”. Di fronte a tali difficoltà, quelle più note come legate alla connotazione di genere, risultano assai attenuate, quasi trascurabili: difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare, accesso al credito e scarsa fiducia da parte delle banche, generale poca fiducia nelle donne imprenditrici, mancanza di fiducia da parte di clienti/fornitori, sono tutti aspetti presenti ma secondari rispetto a quelli provocati in primo luogo dall’inefficienza dei servizi pubblici e poi dalla crisi.

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QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA' INIZIALI (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

%

0 1 2 3 TOT 2+3 2+3

mancanza di fiducia da parte di clienti/fornitori 16 13 10 0 39 10 25,6 mancanza di forza lavoro qualificata 21 7 6 5 39 11 28,2 poca fiducia nelle donne imprenditrici 13 15 8 3 39 11 28,2 caratteristiche e dinamiche mercato, concorrenza e difficoltà ingresso 15 15 9 4 43 13 30,2 difficoltà di innovazione, di fare rete 16 12 10 3 41 13 31,7 difficoltà nel delegare 13 15 9 4 41 13 31,7 difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare 15 9 12 7 43 19 44,2 carenza di adeguate competenze 10 12 13 6 41 19 46,3 altri problemi di natura finanziaria (accesso al credito, scarsa fiducia banche) 8 8 8 6 30 14 46,7 complessità delle leggi di riferimento 18 6 11 21 56 32 57,1 ritardi negli incassi 7 5 10 8 30 18 60,0 incertezza e crisi economica 8 9 16 10 43 26 60,5 risorse finanziarie insufficienti 4 10 10 21 45 31 68,9 eccesso di burocrazia 10 6 13 26 55 39 70,9 poco supporto/assistenza da parte delle Istituzioni 4 6 9 24 43 33 76,7

Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

46,7

57,1

60,0

60,5

68,9

70,9

76,7

altri problemi di natura finanziaria (difficoltà accesso al credito, scarsa fiducia dellebanche,…)

complessità delle leggi di riferimento

ritardi negli incassi

incertezza e crisi economica

risorse finanziarie insufficienti

eccesso di burocrazia

poco supporto/assistenza da parte delle Istituzioni

46,3

44,2

31,7

31,7

30,2

28,2

28,2

25,6mancanza di fiducia da parte di clienti/fornitori

mancanza di forza lavoro qualificata

poca fiducia nelle donne imprenditrici

caratteristiche e dinamiche del mercato di riferimento, concorrenza edifficoltà ad entrare

difficoltà di innovazione, di fare rete

difficoltà nel delegare

difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare

carenza di adeguate competenze

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7. Le caratteristiche dell’attività d’impresa 7.1 La localizzazione e i laboratori Le caratteristiche localizzative del campione presentano alcune particolarità legate alle tipologie di attività prevalenti: produzioni e soprattutto servizi, espressione di una domanda prevalentemente cittadina (ad es.: bar, centro di estetica e medicina estetica, centro estetico,commercio di articoli per neonati e prima infanzia, di ferramenta, giardinaggio, casalinghi, elaborazione dati, estetica, estetica e benessere, etichette resinate, stampa digitale, gelateria artigianale, caffetteria sala the, gestione asilo nido, servizi all'infanzia, impresa di pulizia, laboratorio cornici per quadri, cornici vetri specchi su misura,laboratorio odontotecnico, ecc.), per effetto della connotazione urbana diffusa della regione, con tanti piccoli centri sparsi sul territorio, non escluse le aree collinari e montane più interne. La localizzazione delle imprese in cui operano le imprenditrici che hanno risposto al questionario è, difatti, caratterizzata dall’ubicazione in area urbana, semicentrale o centrale. Provando a generalizzare, si può ipotizzare che il tessuto di imprese femminili attivo nella regione sia protagonista della vita economica e produttiva delle nostre città pur non potendone occupare le aree centrali, più costose e meno accessibili.

LOCALIZZAZIONE ATTIVITA Totale q% semicentrale 18 37,5 centro 12 25,0 periferia 9 18,8 zona produttiva 7 14,6 altro 2 4,2 Totale complessivo 48 100,0

4,3

12,8

19,1

25,5

38,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

altro zonaproduttiva

periferia centro semicentrale

Quanto ipotizzato trova conferma nelle modalità di utilizzo dei locali in cui hanno luogo le attività in relazione alla localizzazione: i laboratori sono in maggioranza in affitto e quelli localizzati in aree centrali e semicentrali sono assai più spesso in affitto che non di proprietà.

LOCALI IN AFFITTO O DI PROPRIETA Totale in affitto 28 59,6 in proprietà 19 40,4 Totale complessivo 47 100,0

altro centro Semicen-trale periferia

zona produttiva

Totale comples-sivo

in affitto 0,0 39,3 46,4 3,6 10,7 100,0 in proprietà 10,5 5,3 21,1 42,1 21,1 100,0 Totale complessivo 4,3 25,5 36,2 19,1 14,9 100,0

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58,7

41,3

0,0 20,0 40,0 60,0

in affitto

in proprietàquote %

7.2 L’ordine di grandezza dell’attività La distribuzione delle imprese per classi di fatturato al 2012 conferma quanto osservato circa la buona diversificazione del campione di imprenditrici considerato: le loro imprese presentano un ampio ventaglio di livelli di attività, con presenze importanti non solo tra i livelli di fatturato minori e medi ma anche tra quelli elevati (oltre 2 milioni di euro). E’ comunque importante sottolineare che la concentrazione di frequenza rilevata per la classe di fatturato inferiore a 30mila euro, conferma che anche tra le imprese femminili più piccole, meno organizzate e strutturate per generare valore aggiunto, è stato particolarmente ampio l’interesse per le problematiche trattate nell’indagine. In altri termini, hanno risposto volontariamente al questionario non solo le imprenditrici più affermate, forti di un successo di mercato evidente nelle cifre del giro d’affari raggiunto, ma anche quelle che operano nelle situazioni meno strutturate e presumibilmente meno solide.

CLASSI DI FATTURATO 2012 oltre 2 milioni 3 6,8 700.000 - 800.000 1 2,3 500.000 - 600.000 2 4,5 400.000 - 500.000 4 9,1 250.000 - 300.000 1 2,3 200.000 - 250.000 2 4,5 150.000 - 200.000 3 6,8 100.000 - 150.000 2 4,5 50.000 - 100.000 8 18,2 30.000 - 50.000 4 9,1 fino a 30.000 14 31,8 44 100,0

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0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0

oltre 2 milioni

700.000 - 800.000

500.000 - 600.000

400.000 - 500.000

250.000 - 300.000

200.000 - 250.000

150.000 - 200.000

100.000 - 150.000

50.000 - 100.000

30.000 - 50.000

fino a 30.000

Gli effetti della crisi, tuttavia, non sembrano essersi prodotti soltanto sulle imprese femminili meno strutturate: se si incrociano le dimensioni in termini di giro d’affari con le dinamiche del fatturato nel corso del 2012 (anno tra i più difficili per le imprese marchigiane di micro e piccole dimensioni) si vede come i casi di aumento del fatturato e di sua tenuta (stabilità) si concentrino nelle imprese di medie basse dimensioni di fatturato del campione ma anche come i casi di diminuzione non caratterizzino solo le imprese più piccole: interessano anche quelle più grandi. IL FATTURATO DEL 2012 RISPETTO AL 2011 Totale q% aumento 12 27,9 diminuzione 14 32,6 stabile 17 39,5 Totale complessivo 43 100,0

CLASSI DI FATTURATO 2012 E DINAMICHE DEL FATTURATO IN CORSO D’ANNO QUOTE % DI IMPRESE PER SITUAZIONE CONGIUNTURALE

au sta dim totale fino a 30.000 21,4 50,0 28,6 100,0 30.000 - 50.000 0,0 50,0 50,0 100,0 50.000 - 100.000 50,0 0,0 50,0 100,0 100.000 - 150.000 50,0 50,0 0,0 100,0 150.000 - 200.000 33,3 0,0 66,7 100,0 200.000 - 250.000 50,0 50,0 0,0 100,0 250.000 - 300.000 0,0 100,0 0,0 100,0 400.000 - 500.000 25,0 75,0 0,0 100,0

500.000 - 600.000 0,0 50,0 50,0 100,0 700.000 - 800.000 0,0 0,0 100,0 100,0 oltre 2 milioni 50,0 50,0 0,0 100,0 TOTALE 27,9 39,5 32,6 100,0

aumento28%

diminuzione33%

stabile39%

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7.3 Le strategie attuate. Investimenti e ampiezza d i mercato

Proprio in considerazione dei diffusi effetti della crisi, la valutazione sulle tipologie di investimento realizzate nei tre anni precedenti l’intervista assume una particolare importanza: le indicazioni raccolte configurano le risposte strategiche alla crisi che le imprese hanno inteso dare sotto il profilo degli investimenti.

SE HA EFFETTUATO INVESTIMENTI NEGLI ULTIMI 3 ANNI ESSI HANNO INTERESSATO: (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

0 1 2 3 2+3

marketing 19,2 15,4 42,3 23,1 65,4

macchinari - tecnologia 25,9 11,1 18,5 44,4 62,9

certificazioni 29,2 20,8 41,7 8,3 50,0

sicurezza 28,0 28,0 32,0 12,0 44,0

ricerca nuovi mercati 13,0 43,5 21,7 21,7 43,4

innovazione di prodotti 33,3 29,2 16,7 20,8 37,5

rete telematica – infrastrutt. 22,7 45,5 18,2 13,6 31,8

Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

31,8

37,5

43,5

44,0

50,0

63,0

65,4

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0

rete telematica - infrastrutturale

innovazione di prodotti

ricerca nuovi mercati

sicurezza

certificazioni

macchinari - tecnologia

marketing

E’ interessante notare che tra le indicazioni raccolte prevalgono gli investimenti in asset immateriali: marketing in primo luogo, poi certificazioni, sicurezza e ricerche di mercato risultano nel complesso preponderanti rispetto a macchinari e impianti nella valutazione di importanza ottenuta dalle imprenditrici. Gli investimenti di tali tipologie sono connaturati alle attività di servizio, prevalenti nel campione, ma la loro composizione rivela una particolare attenzione alla collocazione di mercato e agli strumenti per migliorarla. Le previsioni di nuovi investimenti per il 2013 e il 2014 sono comprensibilmente orientate all’incertezza: il protrarsi della crisi e il fatto che all’atto della rilevazione non si fossero ancora prodotti i recenti mutamenti politici e i nuovi orientamenti delle autorità istituzionali e finanziarie europee, motivano la cautela nell’indicare progetti di investimento. Ciò non toglie che, rispetto ai parametri registrati dagli osservatori sulle micro e le piccole imprese della regione, la quota di imprenditrici orientate a fare investimenti futuri sia comunque elevata (nell’artigianato marchigiano, da anni, la quota di imprese che investe ogni semestre è inferiore al 10%. Si vedano le ultime rilevazioni dell’Osservatorio sull’artigianato dell’EBAM).

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PREVISIONE INVESTIMENTI 2013-2014

Totale q% NO 30 63,8 SI 17 36,2 Totale complessivo 47 100,0

La dimensione operativa delle imprese considerate risulta differenziata anche sotto il profilo dell’apertura di mercato: il raggio di azione delle imprenditrici che hanno risposto al questionario è per la maggior parte dei casi “locale” ma risulta anche, e in non pochi casi, esteso agli ambiti nazionale e internazionale.

RAGGIO COMPETITIVO - MERCATO DI

RIFERIMENTO Totale % locale 26 55,3 regionale 3 6,4 nazionale 9 19,1 internazionale 9 19,1 Totale complessivo 47 100,0

55,3

6,4

19,1 19,1

0

10

20

30

40

50

60

locale regionale nazionale internazionale

quote %

prevedono investimenti:

36,2%

non prevedono investimenti:

63,8%

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8. L’autovalutazione dei punti di forza e di debole zza

La valutazione delle imprenditrici sui punti di forza e di debolezza delle proprie attività, è coerente nell’indicare tra i punti forza, in senso decrescente per importanza, in primo luogo il rapporto con i clienti, poi la qualità del prodotto o del servizio, quindi l’esperienza, l’organizzazione, il rapporto con i fornitori, il prezzo, la capacità di innovare. Tra i punti di debolezza figura al primo posto la rete commerciale, seguita a distanza dalle risorse umane, dalla comunicazione/marketing. Tra le indicazioni apparentemente incoerenti vi è l’organizzazione avvertita come importante o molto importante punto di forza dal 91,3% delle imprenditrici e, contemporaneamente, come punto di debolezza per il 16.7% delle stesse imprenditrici. FORZA DELL'ATTIVITA' (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante) 0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3 qualità prodotto/servizio 2 0 8 38 48 46 95,8 prezzo 2 5 24 15 46 39 84,8 assistenza post-vendita 13 5 10 17 45 27 60,0 l'organizzazione 2 2 25 17 46 42 91,3 la comunicazione - marketing 7 9 19 11 46 30 65,2 rete commerciale 17 10 14 3 44 17 38,6 le risorse umane 6 7 16 14 43 30 69,8 esperienza 2 1 6 37 46 43 93,5 capacità di innovare 3 5 12 25 45 37 82,2 rapporto con i clienti 1 0 10 34 45 44 97,8 rapporto con i fornitori 2 4 19 19 44 38 86,4

I PUNTI DI FORZA Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

38,660,0

65,2

69,8

82,2

84,8

86,4

91,3

93,5

95,8

97,8

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

rete commerciale

assistenza post-vendita

la comunicazione - marketing

le risorse umane

capacità di innovare

prezzo

rapporto con i fornitori

l'organizzazione

esperienza

qualità prodotto/servizio

rapporto con i clienti

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PUNTI DI DEBOLEZZA DELL'ATTIVITA' (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante) 0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3 qualità prodotto/servizio 25 9 1 1 36 2 5,6 prezzo 14 19 3 2 38 5 13,2 assistenza post-vendita 23 11 1 2 37 3 8,1 l'organizzazione 19 11 4 2 36 6 16,7 la comunicazione - marketing 14 16 5 1 36 6 16,7 rete commerciale 14 12 11 0 37 11 29,7 le risorse umane 15 13 6 2 36 8 22,2 esperienza 23 9 3 0 35 3 8,6 capacità di innovare 21 11 4 0 36 4 11,1 rapporto con i clienti 24 10 2 0 36 2 5,6 rapporto con i fornitori 24 8 3 1 36 4 11,1

I PUNTI DI DEBOLEZZA Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

5,6

5,6

8,1

8,6

11,1

11,1

13,2

16,7

16,7 22,2

29,7

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0

qualità prodotto/servizio

rapporto con i clienti

assistenza post-vendita

esperienza

capacità di innovare

rapporto con i fornitori

prezzo

l'organizzazione

la comunicazione - marketing

le risorse umane

rete commerciale

9. La crisi. Il sostegno e le strategie

Solo una piccola parte delle imprenditrici (il 10,9%) ha ricevuto finanziamenti pubblici nei tre anni precedenti la rilevazione. Tali sostegni si sono realizzati in primo luogo per processi di ristrutturazione, poi per investimenti in macchinari e materie prime, quindi per processi di innovazione. Non vi è stato, di conseguenza, alcun finanziamento pubblico per voci come certificazione, sicurezza, ambiente, conciliazione, internazionalizzazione,

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marketing, reti d'impresa. Alcune di esse coincidono – come si è visto - con i punti di forza indicati dalle imprenditrici, le quali evidentemente hanno quasi sempre fatto da sé e se la sono cavata bene ugualmente.

HA RICEVUTO FINANZIAMENTI PUBBLICI NEGLI ULTIMI TRE ANNI

Totale NO 41 89,1 SI 5 10,9 Totale complessivo 46 100,0

89,1

10,9

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

NON HA RICEVUTOFINANZIAMENTI PUBBLICI NEGLI

ULTIMI TRE ANNI

HA RICEVUTO FINANZIAMENTIPUBBLICI NEGLI ULTIMI TRE ANNI

HA RICEVUTO FINANZIAMENTI PUBBLICI PER (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante) 0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3 ristrutturazione 12 0 2 1 15 3 20,0 macchinari e materie prime 11 1 2 0 14 2 14,3 innovazione 12 1 1 1 15 2 13,3 certificazione 12 0 0 0 12 0 0,0 sicurezza 13 1 0 0 14 0 0,0 ambiente 12 0 0 0 12 0 0,0 conciliazione 12 0 0 0 12 0 0,0 internazionalizzazione 12 0 0 0 12 0 0,0 marketing 12 0 0 0 12 0 0,0 reti d'impresa 11 0 0 0 11 0 0,0

Tra le strategie adottate contro la crisi, hanno un ruolo rilevante quelle “difensive“: al primo posto è indicata la razionalizzazione dei costi di approvvigionamento, al quarto posto la riduzione degli ordini ai fornitori, al sesto la dilazione dei tempi di pagamento ai fornitori. Riduzione del personale e dei prezzi e chiusura dell’attività vengono però all’ultimo posto indicando come le strategie difensive “estreme” sono minoritarie anche se non irrilevanti.

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STRATEGIE ADOTTATE O CHE SI INTENDE ADOTTARE CONTRO LA CRISI (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3 riduzione dei prezzi 20 11 4 3 38 7 18,4 razionalizzazione costi di approvvigionamento 3 7 15 14 39 29 74,4 riduzione ordini ai fornitori 6 11 13 9 39 22 56,4 Ricapitalizz. dell'azienda con capitali propri 16 9 8 3 36 11 30,6 ricorso all'indebitamento bancario 15 8 10 6 39 16 41,0 dilazione tempi di pagamento fornitori 13 7 14 7 41 21 51,2 modifica della gamma di prodotti/servizi 7 11 11 10 39 21 53,8 miglioramento della qualità dei prodotti/servizi 5 7 11 18 41 29 70,7 ricerca nuovi canali distribuzione/nuovi mercati 9 5 11 16 41 27 65,9 investimenti per innovazione 11 10 16 3 40 19 47,5 riduzione del personale 23 9 5 3 40 8 20,0 chiusura dell'attività 29 4 3 2 38 5 13,2

Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

13,2

18,4

20,0

30,6

41,0

47,5

51,2

53,8

56,4

65,9

70,7

74,4

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0

chiusura dell'attività

riduzione dei prezzi

riduzione del personale

ricapitalizzazione dell'azienda con capitali propri

ricorso all'indebitamento bancario

investimenti per innovazione

dilazione tempi di pagamento fornitori

modifica della gamma di prodotti/servizi

riduzione ordini ai fornitori

ricerca nuovi canali di distribuzione/nuovi mercati

miglioramento della qualità dei prodotti/servizi

razionalizzazione costi di approvigionamento

Tra le strategie attive, d’attacco, sono indicate frequentemente importanti o molto importanti quelle volte al miglioramento della qualità produttiva, alla ricerca di nuovi mercati e nuovi canali di distribuzione, alla modifica della gamma produttiva, all’innovazione e alla ricapitalizzazione. 10. L’impegno personale e il livello di soddisfazio ne Le imprenditrici che hanno risposto, indicano impegni di lavoro in azienda piuttosto intensi, per la metà dei casi. Il 50% delle imprenditrici, infatti, dedica per ogni settimana oltre 50 ore al lavoro in azienda. Ciò nonostante, quasi il 70% delle imprenditrici valuta pienamente soddisfacente (“si”, “molto”) il rapporto tra attività d’impresa e tempo ad essa dedicato.

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QUANTE ORE LAVORA IN AZIENDA,

IN MEDIA, PER SETTIMANA

Totale Quote % meno di 30 ore 11 22,9 30 - 40 ore 13 27,1 50- 60 ore 16 33,3 60 - 70 ore 6 12,5 oltre 70 ore 2 4,2 Totale complessivo 48 100,0

22,9

27,1

0,0

33,3

12,5

4,2

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0

meno di 30 ore

30 - 40 ore

40 - 50 ore

50- 60 ore

60 - 70 ore

oltre 70 ore

SI SENTE SODDISFATTA DEL RAPPORTO TRA IMPRESA E TEMPO DEDICATO

Totale a periodi 12 25,0 abbastanza 21 43,8 molto 6 12,5 no 3 6,3 poco 4 8,3 sufficientemente 2 4,2 (vuoto) 0,0 Totale complessivo 48 100,0

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23

25,0

43,8

12,5

6,3

8,3

4,2

0,0

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0

si

molto

abbastanza

sufficientemente

a periodi

poco

no

11. Le politiche necessarie Il sostegno alla creazione e allo sviluppo d'impresa, l’accesso delle imprese femminili al credito, la promozione delle imprese femminili nei settori più innovativi, sono le voci più frequentemente indicate come importanti o molto importanti tra le azioni strategiche che dovrebbero essere adottate a sostegno dell’imprenditoria femminile. All’ultimo posto per frequenza, invece, viene indicata la necessità di quote rosa nella gestione pubblica. QUALI AZIONI STRATEGICHE RITIENE VADANO ADOTTATE A SOSTEGNO DELL'IMPRENDITORIA FEMMINILE (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

0 1 2 3 TOT 2+3 %

2+3

sostegno alla creazione e sviluppo d'impresa 3 0 18 23 44 41 93,2 promozione della formazione imprenditoriale delle donne 4 3 17 18 42 35 83,3 orientamento ai mercati sbocco 2 6 17 15 40 32 80,0 linee di accesso al credito dedicate all'imprenditoria femminile e rimozione degli attuali ostacoli

2 3 11 31 47 42 89,4

supporto (amministrativo, gestionale,…) per la gestione delle imprese femminili

2 5 12 23 42 35 83,3

promozione della presenza delle imprese femminili nei settori più innovativi dell'economia

3 2 15 22 42 37 88,1

sostegno innovazione, nuovi mercati-internazionalizzazione, percorsi in rete,...

5 5 13 15 38 28 73,7

promozione della cultura pari opportunità in tutti i settori società 3 6 11 20 40 31 77,5 quote rosa in tutta la gestione della res pubblica 3 12 9 14 38 23 60,5

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Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

60,5

73,7

77,5

80,0

83,3

83,3

88,1

89,4

93,2

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

quote rosa in tutta la gestione della res pubblica

sostegno a innovazione, nuovi mercati-internazionalizzazione, percorsi in rete,...

promozione della cultura delle pari opportunità in tutti isettori della società

orientamento ai mercati sbocco

promozione della formazione imprenditoriale delle donne

supporto (amministrativo, gestionale,…) per la gestionedelle imprese femminili

promozione della presenza delle imprese femminili neisettori più innovativi dell'economia

linee di accesso al credito dedicate all'imprenditoriafemminile e rimozione degli attuali ostacoli

sostegno alla creazione e sviluppo d'impresa

I servizi ritenuti strategici per l’attività delle imprenditrici sono tutti quelli indicati; le intensità di fabbisogno non sono così differenziate come per altre voci e l’attribuzione a tutti i servizi di una valutazione di grande importanza, segnala come sia difficile l’agire delle donne imprenditrici, in particolare sotto il profilo della conciliazione tra servizi di educazione assistenza, cura, e l’attività imprenditoriale. Ma anche sotto il profilo dell’organizzazione dei servizi di trasporto e degli uffici pubblici e autorizzativi. Per le imprenditrici, comunque, la voce più importante di tutte tra i servizi ritenuti strategici, risulta quella relativa all’offerta scolastica ed extrascolastica (associazioni sportive, culturali, oratori, doposcuola ). SERVIZI STRATEGICI (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante) 0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3 servizi di cura (minori, anziani, disabili,…) 1 5 15 19 40 34 85,0 offerta scolastica ed extrascolastica (ass. sportive, culturali, oratori, doposcuola,…) 0 0 20 18 38 38 100,0 orari dei trasporti pubblici che accompagnano la vita della collettività (orari scolastici, tragitti verso impianti sportivi, centro e zone di acquisto, zone produttive, luoghi di aggregazione e/o culto,…) 1 6 14 18 39 32 82,1 orari dei uffici pubblici e/o autorizzativi 0 5 18 18 41 36 87,8 normativa del lavoro e previdenziale a tutela della maternità 0 4 12 25 41 37 90,2 normativa ad incentivo della pari genitorialità 1 4 16 18 39 34 87,2 normativa e/o progetti che finanzino la sperimentazione di pratiche di conciliazione (rimodulazione di orari, servizi aggiuntivi come asilo aziendale o pulmino,…) 0 2 15 24 41 39 95,1

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Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

82,1

85,0

87,2

87,8

90,2

95,1

100,0

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0

orari dei trasporti pubblici che accompagnano la vita dellacollettività (orari scolastici, tragitti verso impianti sportivi, centro e

zone di acquisto, zone produttive, luoghi di aggregazione e/oculto,…)

servizi di cura (minori, anziani, disabili,…)

normativa ad incentivo della pari genitorialità

orari dei uffici pubblici e/o autorizzativi

normativa del lavoro e previdenziale a tutela della maternità

normativa e/o progetti che finanzino la sperimentazione di pratichedi conciliazione (rimodulazione di orari, servizi aggiuntivi come

asilo aziendale o pulmino,…)

offerta scolastica ed extrascolastica (ass. sportive, culturali,oratori, doposcuola,…)

12. Le difficoltà attuali Le risposte alla domanda di quali siano le difficoltà attuali (e in una prospettiva di breve periodo) offrono un quadro leggermente diverso da quello relativo alle difficoltà maggiori nella parte iniziale dell’esperienza imprenditoriale. La crisi e suoi effetti, in particolare quelli dal lato finanziario, sono divenuti più importanti fino a affiancarsi per gravità (ma senza superarli) agli effetti dell’inefficienza dell’apparato pubblico. LE PRINCIPALI DIFFICOLTA' (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante) 0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3 eccesso di burocrazia 2 1 9 33 45 42 93,3 incertezza e crisi economica 2 2 14 23 41 37 90,2 complessità delle leggi di riferimento 2 3 10 27 42 37 88,1 risorse finanziarie insufficienti 1 5 9 27 42 36 85,7 poco supporto/assistenza da parte delle Istituzioni 2 5 6 30 43 36 83,7 altri problemi di natura finanziaria (difficoltà accesso al credito, scarsa fiducia da parte delle banche,…) 1 8 12 24 45 36 80,0 ritardi negli incassi 7 6 16 14 43 30 69,8 carenza di adeguate competenze 6 9 16 9 40 25 62,5 difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare 4 11 11 13 39 24 61,5 difficoltà di innovazione, di fare rete 1 14 13 9 37 22 59,5 caratteristiche e dinamiche del mercato di riferimento, concorrenza e difficoltà ad individuare nuovi mercati 5 12 12 10 39 22 56,4 mancanza di forza lavoro qualificata 12 8 10 9 39 19 48,7 mancanza di fiducia da parte di clienti/fornitori 10 17 4 8 39 12 30,8

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Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

30,8

48,7

56,4

59,5

61,5

62,5

69,8

80,0

83,7

85,7

88,1

90,2

93,3

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

mancanza di fuducia da parte di clienti/fornitori

mancanza di forza lavoro qualificata

caratteristiche e dinamiche del mercato di riferimento, concorrenza e difficoltà adindividuare nuovi mercati

difficoltà di innovazione, di fare rete

difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare

carenza di adeguate competenze

ritardi negli incassi

altri problemi di natura finanziaria (difficoltò di accesso al credito, scarsa fiducia daparte delle banche,…)

poco supporto/assistenza da parte delle Istituzioni

risorse finanziarie insufficienti

complessità delle leggi di riferimento

incertezza e crisi economica

eccesso di burocrazia

Tra le principali fonti di finanziamento, le imprenditrici indicano l’autofinanziamento attraverso gli utili di gestione il più importante. Il ricorso alle banche segue ma a distanza. Ancora più distanziati ma con frequenze rilevanti, figurano voci come dilazione dell'incasso del proprio compenso imprenditoriale o il ricorso a capitali personali. Agli ultimi posti per importanza figurano le dilazioni nel pagamento degli stipendi e delle remunerazioni ai collaboratori, i finanziamenti pubblici, il venture capital. Tali voci indicano rispettivamente:

- l’importanza del rapporto con i dipendenti e i collaboratori; - il ruolo marginale attribuito al sostegno pubblico; - ll ruolo marginale attribuito a fonti alternative di finanziamento. -

QUALI LE PRINCIPALI FONTI DI FINANZIAMENTO DELL'IMP RESA

(0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

0 1 2 3 TOT 2+3

% 2+3

autofinanziamento attraverso gli utili di gestione 4 2 13 27 46 40 87,0 capitali personali 11 8 17 7 43 24 55,8 prestiti da familiari – amici 21 10 6 3 40 9 22,5 istituto di credito 6 7 18 13 44 31 70,5 finanziamenti pubblici 23 10 4 4 41 8 19,5 sconti su fatture verso clienti per anticipare pagamenti 16 11 5 8 40 13 32,5 posticipo pagamento dei fornitori 12 12 9 10 43 19 44,2 dilazione nel pagamento stipendi dei dipendenti/collaboratori 27 6 4 4 41 8 19,5 dilazione dell'incasso del proprio compenso imprenditoriale 10 6 9 17 42 26 61,9 venture capital 24 5 4 2 35 6 17,1

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Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

17,1

19,5

19,5

22,5

32,5

44,2

55,8

61,9

70,5

87,0

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

venture capital

finanziamenti pubblici

dilazione nel pagamento degli stipendi dei dipendenti/collaboratori

prestiti da familiari - amici

sconti su fatture verso clienti per anticipare pagamenti

posticipo pagamento dei fornitori

capitali personali

dilazione dell'incasso del proprio compenso imprenditoriale

istituto di credito

autofinanziamento attraverso gli utili di gestione

Il difficile rapporto con le banche è esplicitato nelle indicazioni delle voci più importanti che definiscono tale rapporto: le eccessive garanzie richieste, l’atteggiamento burocratico e la scarsa disponibilità a prendere in considerazione nuovi progetti. Accanto a tali indicazioni compare la valutazione della problematicità del contesto di crisi (come a giustificare le cautele se non le reticenze delle banche) mentre di importanza marginale risultano le differenze di trattamento che le donne sarebbero costrette a subire dal mondo bancario.

COME DEFINIREBBE IL RAPPORTO CON IL SISTEMA CREDITI ZIO (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

0 1 2 3 TOT 2+3 %

2+3

buono 8 16 15 1 40 16 40,0

discreto 10 22 7 0 39 7 17,9

burocratico 5 5 14 19 43 33 76,7

problematico per le condizioni del contesto economico 5 6 15 17 43 32 74,4

problematico perché gli istituti di credito non investono in nuovi progetti 4 7 9 24 44 33 75,0

problematico perché gli istituti di credito chiedono eccessive garanzie 3 4 11 24 42 35 83,3

problematico perché sono imprenditrice donna 16 15 7 3 41 10 24,4

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Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

17,9

24,4

40,0

74,4

75,0

76,7

83,3

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

discreto

problematico perché sono imprenditrice donna

buono

problematico per le condizioni del contestoeconomico

prolematico perché gli istituti di credito noninvestono in nuovi progetti

burocratico

problematico perché gli istituti di credito chiedonoeccessive garanzie

Il ruolo della famiglia e degli amici nelle difficoltà è ancora quello che presenta la maggiore importanza, una importanza che però si rivela troppo maggiore rispetto a figure, enti, forze che sono di conseguenza avvertite come lontane, quasi estranee. Tra tali entità, rientrano le associazioni di categoria, indicate solo dal 31% circa delle imprenditrici come riferimenti validi in presenza di difficoltà.

CHI GLI E' O SENTE VICINO NELLE DIFFICOLTA' (0= non pertinente; 1= poco importante; 2= importante; 3= molto importante)

0 1 2 3 TOT 2+3 % 2+3 Familiari amici conoscenti 4 1 10 31 46 41 89,1 altri operatori economici 13 12 11 3 39 14 35,9 commercialisti consulenti 11 17 11 4 43 15 34,9 camera di commercio 25 10 3 0 38 3 7,9 associazione di categoria 14 13 9 3 39 12 30,8 amministrazioni locali 30 7 1 1 39 2 5,1 forze politiche 34 5 0 0 39 0 0,0

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Graduatoria decrescente per le valutazioni importante e molto importante

0,0

5,1

7,9

30,8

34,9

35,9

89,1

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0

forze politiche

amministrazioni locali

camera di commercio

associazione dicategoria

commercialisti -consulenti

altri operatorieconomici

familiari - amici -conoscenti

La CNA è conosciuta da quasi tutte le imprenditrici che hanno risposto, ma solo il 30,6% la conoscono per i servizi e solo il 6,1% per l’attività sindacale. Le voci raccolte circa le problematiche che la CNA dovrebbe perseguire prioritariamente, riepilogano i temi presentati dalla ricerca e aggiungono alle esigenze delle donne impegnate come imprenditrici, quelle delle donne impegnate nel sociale e nella convivenza civile, nella crescita dell’economia e della legalità.

CONOSCE LA CNA ED IL SISTEMA COMPLESSIVO DEI SERVIZI E DELLA RAPPRESENTANZA?

val.ass. % si 27 55,1 solo i servizi 15 30,6 solo l'attività sindacale 3 6,1 no 4 8,2 totale 49 100,0

no8,2%

solo l'attività sindacale

6,1%

solo i servizi 30,6%

si55,1%

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QUALI SONO LE PROBLEMATICHE CHE LA CNA DOVREBBE PER SEGUIRE PRIORITARIAMENTE (riportate le indicazioni esplicitate più accuratamente)

• accesso al credito • affiancamento all'impresa • aiutare per risolvere problematiche • accesso al credito • aiuto alle imprese che danno lavoro alle persone e famiglie • avvicinarsi agli imprenditori e non essere un ente astratto • costi lavoro • creazione lavoro • difesa delle piccole imprese • impegnarsi attivamente per far abbassare i costi bu rocratici e gestionali di un'azienda • insistere fattivamente nella formazione di una rete nel mio settore • istruzione e finanziamento • lavoro e credito • lavoro sommerso • maggiori infrastrutture e servizi statali per aiuta re le famiglie a poter lavorare grazie a

maggiore assistenza a bambini e anziani • ridurre la lentezza burocratica • riordino interno della associazione • impegnare le propria forza lavoro in modo che comun icano fra uffici - sono rimasta molto

delusa del personale • seguire realmente le problematiche delle piccole im prese che aprono, e rendersi conto che le

spese che si vanno a chiedere sono assurde • semplificazione amministrativa, detassazione, welfa re • snellimento burocrazia, accesso al credito più flu ido per le imprese "non improvvisate" • snellimento delle pratiche amministrative, incremen to di modelli innovativi per

l'autoimprenditorialità, sostegno alla crescita pro fessionale da un punto di vista psicologico • le persone qualificate che lavorano si trovano ma m ancano di motivazione • supporto alle imprese per l'internazionalizzazione

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13. Un confronto con precedenti indicazioni di rice rca: l’indagine del Progetto Equal del 2006 Nel corso del 2006 sono state realizzate delle interviste a campioni mirati di imprese nel quadro del Progetto Equal “Il Valore della Differenza” che ha portato al rapporto “Imprenditoria femminile nelle Province di Pesaro e Urbino ed Ascoli Piceno”1. Nel capitolo “Motivazioni e vincoli nella scelta imprenditoriale. Un’analisi tra le imprenditrici delle province di Ascoli Piceno e Pesaro e Urbino” sono riportate le principali indicazioni. Si pone in relazione la scelta di diventare imprenditrice con le risorse finanziarie ed umane del marito: “le risorse del marito possono influenzare le decisioni della partner in modi diversi: a) attraverso il reddito, in quanto un reddito elevato, analogamente a disponibilità di altri redditi non legati al marito permette alle donne di reperire più facilmente il capitale iniziale e affrontare il rischio finanziario associato al lavoro autonomo. (…) b) Attraverso la disponibilità (del partner) a partecipare ai lavori domestici e alla cura dei figli.”. Le indicazioni raccolte portavano a osservare come “l’imprenditoria femminile sarebbe favorita dall’ambiente familiare di riferimento, dalla presenza di un ‘modello’ imprenditoriale all’interno della famiglia (marito o genitori) che fornisca un supporto esperienziale e di network importante” (pag.71). Tra le motivazioni che hanno portato le imprenditrici ad abbandonare la precedente esperienza di lavoro, “il desiderio di avviare una propria attività” è il motivo più frequente che spiega l’abbandono di altre attività lavorative per avviare un'attività imprenditoriale (…). Sono molte anche le donne che hanno scelto l’attività imprenditoriale per la necessità di avere una gestione del tempo autonoma che consenta loro di dedicarsi all’attività di cura” (p.74). Vi è dunque una uniformità di risultati con le risultanze dell’indagine CNA (che, lo ricordiamo, è stata condotta a fine 2013) secondo cui “viene fuori chiaramente (..) la natura molto variegata per le cause dell’interrompersi delle precedenti esperienze di lavoro o d’impresa, ma anche il primeggiare tra tali cause dell’insoddisfazione personale”. “Le imprenditrici che hanno risposto non hanno intrapreso tale attività in mancanza di un lavoro o perché insoddisfatte di un lavoro. La motivazione è in gran parte positiva e propositiva, non difensiva o di reazione”. Anche il dato relativo alla percentuale di aziende fondate dall’intervistata risulta coerente per le due indagini: l’indagine Equal del 2006 trovava che nella maggioranza dei casi “la persona intervistata è colei che ha fondato l’azienda stessa”; l’indagine CNA rileva che “circa i due terzi delle imprenditrici sono divenute tali per aver creato da sé la propria impresa”. L’indagine Equal evidenziava anche come “le criticità della fase di avvio dell’impresa” e i canali attraverso i quali le imprenditrici hanno ricevuto assistenza mostrassero differenze territoriali rilevanti (due erano i territori provinciali considerati: Ascoli Piceno e Pesaro Urbino). Nell’ascolano, la rete familiare ha garantito assistenza durante la fase di start-up nella maggioranza dei casi mentre oltre un quarto delle imprenditrici ascolane non ha ricevuto alcuna assistenza durante la fase di avvio; e solo una percentuale più bassa –del 9,8%- si è affidata a consulenti o professionisti. Un residuo del 4,9% si è, invece, avvalso dell’aiuto degli Enti locali. Nel territorio pesarese le imprenditrici in fase di start-up si sono rivolte maggiormente a privati o ad associazioni di categoria/organizzazioni sindacali e sono risultate relativamente poche le imprenditrici che hanno ricevuto assistenza dalla rete familiare (24%). L’indagine CNA indica come la fase di progettazione e avvio è stata supportata in primo luogo da figure professionali (commercialisti e consulenti) e come 1 I responsabili scientifici della ricerca erano Patrizia David (Università di Camerino) e Ilario Favaretto (Università di Urbino). Collaborarono al progetto Giorgio Calcagnini, Gabriele Di Ferdinando, Giovanni Dini, Donata Favaro, Luigina Mancini, Luisa Scaccia, Enrico Zampetti.

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siano state indicati al secondo posto per importanza– con la stessa quota percentuale - i riferimenti dei familiari e delle associazioni di categoria. La differenza tra le due indagini è particolarmente decisa per la minore incidenza dell’azione delle associazioni di categoria che si rileva oggi rispetto a sette anni prima: le associazioni di categoria hanno visto ridimensionato il loro ruolo, in particolare nei confronti delle nuove imprese. L’indagine Equal considerava poi il percorso lavorativo precedente all’avvio dell’attività imprenditoriale e ricorda le indicazioni di ricerca già note nella letteratura scientifica, le quali “riscontrano diverse tipologie di donne imprenditrici, con differenti percorsi lavorativi precedenti l’attività autonoma. Vi sono donne che avviano un’attività imprenditoriale – a tempo pieno o parziale - per uscire dalla disoccupazione. Altre avviano un’impresa per il desiderio di essere indipendenti e perseguire i loro obiettivi; donne che, con molta probabilità, hanno sperimentato la presenza di un soffitto di cristallo nelle imprese in cui hanno lavorato e, quindi, avviano un loro business per avanzare professionalmente e personalmente. Altre ancora ereditano l’impresa di famiglia o avviano un’attività autonoma per conciliare responsabilità familiari e lavoro retribuito.” (pag.77). L’indagine Equal mostrava che, in media, i tre quarti delle imprenditrici che hanno svolto solo attività imprenditoriale nella vita erano alla loro prima esperienza, oltre il 40% del totale avevano avuto altre esperienze imprenditoriali, la quasi totalità delle donne imprenditrici con esperienze lavorative differenti dall’attuale aveva svolto attività come operaia o come impiegata. La percentuale di liberi professionisti, dirigenti e lavoratrici autonome che approdano all’attività imprenditoriale era molto bassa, “a testimonianza che le donne che raggiungono qualifiche occupazionali più elevate non hanno la motivazione ad avviare un’attività imprenditoriale. Tale motivazione, invece, potrebbe essere una delle spiegazioni dell’elevata percentuale di imprenditrici che provengono da attività manuali o da attività manuali ma con qualifiche basse” (pag.78). L’indagine CNA mostra, invece, che le imprenditrici, prima di divenire tali, erano in primo luogo lavoratrici dipendenti, operaie o impiegate, in misura minore studentesse e in percentuale ancora più trascurabile, già imprenditrici, dunque, nella grande maggioranza dei casi, prive di esperienze imprenditoriali dirette e avendo alle spalle soprattutto esperienze di lavoro alle dipendenze, ma anche di studio. Tali differenze sono probabilmente legate più al campione che non a modifiche difficilmente intervenute nel corso degli anni recenti; la minore incidenza di precedenti esperienze imprenditoriali nel campione CNA potrebbe essere il segnale di mutamenti in atto nella propensione imprenditoriale che meritano di essere approfonditi. Tuttavia, un aspetto da considerare con attenzione sarà quello della presenza di precedenti esperienze dirette in settori nei quali si può ipotizzare che siano più elevate le “barriere all’ingresso” legate a soglie tecnologiche e organizzative che si frappongono – ad esempio - alla costituzione di imprese capital intensive: in effetti, tra i settori (sopra elencati) nei quali operano le imprenditrici intervistate dall’indagine CNA sono pochi quelli che implicano barriere rilevanti di tale tipologia. Convergenze di rilievo si incontrano nelle indicazioni relative alle difficoltà incontrate: secondo Equal 2006 emerge una diffusa difficoltà nell’affrontare il mercato; alle carenze nella capacità di cercare nuovi sbocchi di mercato si aggiungono quelle nelle capacità tecnico/professionali, nelle capacità organizzative. Secondo CNA 2013 tra i punti di debolezza figura nettamente al primo posto la rete commerciale, seguita dalle risorse umane, dalla comunicazione e dal marketing. Tra i punti di forza delle imprenditrici, Equal 2006 indica la pazienza, la capacità relazionale, la sensibilità e predisposizione all’ascolto come “Molto importanti sono anche la creatività e la curiosità” (pag.81). Secondo CNA 2013 il primo punto di forza sta nel rapporto con i clienti, poi viene la qualità del prodotto o del servizio, quindi l’esperienza,

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l’organizzazione, il rapporto con i fornitori, il prezzo, la capacità di innovare. Anche sotto questo profilo, si riscontra una omogeneità di indicazioni: capacità relazionale e rapporto con gli altri soggetti vengono prima della capacità di competere sulle tradizionali leve dell’economia d’impresa: qualità, prezzo, innovazione.

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ALLEGATO 1 Il Questionario QUESTIONARIO DENOMINAZIONE AZIENDA FORMA GIURIDICA Impresa individuale impresa familiare snc sas srl spa società cooperativa altro______________________________________________________ SETTORE DI PRODUZIONE NUMERO DIPENDENTI (M/F) M _____________ F _____________ DATI IMPRENDITRICE ETA' 18 - 30 anni 30 - 40 anni 40 -50 anni 50 - 60 anni oltre 60 anni TITOLO DI STUDIO licenza elementare licenza media diploma di scuola superiore laurea master e dottorati altro FAMILIARI (FIGLI) IN AZIENDA N. familiari__________________ di cui figli___________________ COME E' DIVENTATA IMPRENDITRICE DI QUESTA IMPRESA ha creato l'impresa ha ereditato l'impresa è subentrata nell'impresa di famiglia ha acquisito l'impresa nella quale lavorava come dipendente ha acquisito un'impresa già esistente in seguito a cessione o scorporo di un ramo d'azienda altro

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COSA FACEVA PRIMA (contratti vari) lavorava come operaia lavorava come impiegata lavorava nei servizi lavorava come dirigente lavorava come imprenditrice lavorava come libera professionista/partita iva non lavorava studiava altro PRECEDENTI ESPERIENZE IMPRENDITORIALI si no PERCHE' CONCLUSE insoddisfazione personale scarsa redditività dell'azienda motivi familiari/personali cambiamenti di mercato altro PERCHE' SCELTA IMPRENDITORIALE difficoltà a trovare lavoro insoddisfazione lavoro precedente realizzazione personale - mettere in campo le proprie competenze aspettativa di un reddito più alto migliore gestione dei ritmi e conciliazione con la vita familiare realizzazione di una propria businness idea - individuazione di un'opportunità di mercato costruire qualcosa di duraturo da lasciare agli eredi spinta da familiare e/o amici dare un contributo alla collettività altro A CHI SI E' RIVOLTA PER AVERE CONSIGLI E PER AVVIARE L'ATTIVITA' familiari amici e conoscenti commercialista - consulente avvocato camera di commercio associazione di categoria altro QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA' INIZIALI carenza di adeguate competenze risorse finanziarie insufficienti altri problemi di natura finanziaria (difficoltà accesso al credito, scarsa fiducia delle banche,…) ritardi negli incassi eccesso di burocrazia complessità delle leggi di riferimento

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poco supporto/assistenza da parte delle Istituzioni mancanza di fiducia da parte di clienti/fornitori mancanza di forza lavoro qualificata caratteristiche e dinamiche del mercato di riferimento, concorrenza e difficoltà ad entrare incertezza e crisi economica difficoltà di innovazione, di fare rete difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare poca fiducia nelle donne imprenditrici difficoltà nel delegare altro ALTRI DATI AZIENDALI LOCALIZZAZIONE ATTIVITA' centro semicentrale periferia zona produttiva altro LOCALI IN AFFITTO O DI PROPRIETA' affitto proprietà CLASSI DI FATTURATO 2012 fino a 30.000 30.000 - 50.000 50.000 - 100.000 100.000 - 150.000 150.000 - 200.000 200.000 - 250.000 250.000 - 300.000 300.000 - 350.000 350.000 - 400.000 400.000 - 500.000 500.000 - 600.000 600.000 - 700.000 700.000 - 800.000 800.000 - 900.000 900.000 . 1 milione 1 milione - 1,5 milioni 1,5 milioni - 2 milioni oltre 2 milioni IL FATTURATO DEL 2012 RISPETTO A QUELLO DEL 2011 diminuzione stabile aumento

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INVESTIMENTI NEGLI ULTIMI 3 ANNI si no SE SI: INVESTIMENTI REALIZZATI PER macchinari - tecnologia marketing sicurezza certificazioni rete telematica - infrastrutturale formazione ricerca nuovi mercati innovazione di prodotti innovazione di processo produttivo altro PREVISIONE INVESTIMENTI 2013-2014 si no RAGGIO COMPETITIVO - MERCATO DI RIFERIMENTO locale regionale nazionale internazionale PUNTI DI FORZA DELL'ATTIVITA' qualità prodotto/servizio prezzo assistenza post-vendita l'organizzazione la comunicazione - marketing rete commerciale le risorse umane esperienza capacità di innovare rapporto con i clienti rapporto con i fornitori altro PUNTI DEBOLI DELL'ATTIVITA' qualità prodotto/servizio prezzo assistenza post-vendita l'organizzazione la comunicazione - marketing rete commerciale le risorse umane esperienza capacità di innovare rapporto con i clienti

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rapporto con i fornitori altro HA RICEVUTO FINANZIAMENTI PUBBLICI NEGLI ULTIMI TRE ANNI si no PER macchinari e materie prime innovazione ristrutturazione certificazione sicurezza ambiente conciliazione internazionalizzazione marketing reti d'impresa altro STRATEGIE CONTRO LA CRISI riduzione dei prezzi razionalizzazione costi di approvvigionamento riduzione ordini ai fornitori ricapitalizzazione dell'azienda con capitali propri ricorso all'indebitamento bancario dilazione tempi di pagamento fornitori modifica della gamma di prodotti/servizi miglioramento della qualità dei prodotti/servizi ricerca nuovi canali di distribuzione/nuovi mercati investimenti per innovazione riduzione del personale chiusura dell'attività FOCUS SULL'IMPRENDITORIA FEMMINILE QUANTE ORE LAVORA IN AZIENDA meno di 30 ore 30 - 40 ore 30 - 40 ore 50- 60 ore 60 - 70 ore oltre 70 ore SI SENTE SODDISFATTA DEL RAPPORTO TRA IMPRESA E TEMPO DEDICATO si molto abbastanza sufficientemente a periodi poco

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no QUALI AZIONI STRATEGICHE PER IMPRENDITORIA FEMMINILE sostegno alla creazione e sviluppo d'impresa promozione della formazione imprenditoriale delle donne orientamento ai mercati sbocco linee di accesso al credito dedicate all'imprenditoria femminile e rimozione degli attuali ostacoli supporto (amministrativo, gestionale,…) per la gestione delle imprese femminili promozione della presenza delle imprese femminili nei settori più innovativi dell'economia sostegno a innovazione, nuovi mercati-internazionalizzazione, percorsi in rete,... promozione della cultura delle pari opportunità in tutti i settori della società quote rosa in tutta la gestione della res pubblica altro QUALI SERVIZI STRATEGICI PER L'IMPRENDITORIA FEMMINILE servizi di cura (minori, anziani, disabili,…) offerta scolastica ed extrascolastica (ass. sportive, culturali, oratori, doposcuola,…) orari dei trasporti pubblici che accompagnano la vita della collettività (orari scolastici, tragitti verso impianti sportivi, centro e zone di acquisto, zone produttive, luoghi di aggregazione e/o culto,…) orari dei uffici pubblici e/o autorizzativi normativa del lavoro e previdenziale a tutela della maternità normativa ad incentivo della pari genitorialità normativa e/o progetti che finanzino la sperimentazione di pratiche di conciliazione (rimodulazione di orari, servizi aggiuntivi come asilo aziendale o pulmino,…) altro LE PRINCIPALI DIFFICOLTA' carenza di adeguate competenze risorse finanziarie insufficienti altri problemi di natura finanziaria (difficoltò di accesso al credito, scarsa fiducia da parte delle banche,…) ritardi negli incassi eccesso di burocrazia complessità delle leggi di riferimento poco supporto/assistenza da parte delle Istituzioni mancanza di fiducia da parte di clienti/fornitori mancanza di forza lavoro qualificata caratteristiche e dinamiche del mercato di riferimento, concorrenza e difficoltà ad individuare nuovi mercati incertezza e crisi economica difficoltà di innovazione, di fare rete difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare poca fiducia nelle donne imprenditrici difficoltà nel delegare altro QUALI LE PRINCIPALI FONTI DI FINANZIAMENTO DELL'IMPRESA autofinanziamento attraverso gli utili di gestione capitali personali prestiti da familiari - amici istituto di credito

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finanziamenti pubblici sconti su fatture verso clienti per anticipare pagamenti posticipo pagamento dei fornitori dilazione nel pagamento degli stipendi dei dipendenti/collaboratori dilazione dell'incasso del proprio compenso imprenditoriale venture capital altro COME DEFINIREBBE IL RAPPORTO CON IL SISTEMA CREDITIZIO buono discreto burocratico problematico per le condizioni del contesto economico prolematico perché gli istituti di credito non investono in nuovi progetti problematico perché gli istituti di credito chiedono eccessive garanzie problematico perché sono imprenditrice donna altro CHI LE E' O CHI SENTE PIU’ VICINO NELLE DIFFICOLTA' familiari - amici - conoscenti altri operatori economici commercialisti -consulenti camera di commercio associazione di categoria amministrazioni locali forze politiche altro LA CNA CONOSCE LA CNA ED IL SISTEMA COMPLESSIVO DEI SERVIZI E DELLA RAPPRESENTANZA? si solo i servizi (contabilità, consulenza, paghe, rifiuti, sicurezza, privacy, internazionalizzazione,…) solo l'attività sindacale no QUALI SONO LE PROBLEMATICHE CHE LA CNA DOVREBBE PERSEGUIRE PRIORITARIAMENTE ? E' DISPOSTA AD IMPEGNARSI ATTIVAMENTE NELL'ASSOCIAZIONE NEGLI ORGANISMI DIRIGENZIALI? si no