Ronaldinho-Inzaghi, teste pesanti Il Milan respira all’ultimo minuto · 2015-08-14 ·...

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36 SPORT il Giornale Lunedì 6 aprile 2009 Vuoi vedere che Lippi ha ragione? le pagelle Rispetto a Totti ma non faccia la vittima C i sono tutte le con- dizioni per cele- brare l'ennesimo risorgimento di Francesco Totti, ieri ma- gnificoeversoredel Bolo- gna dalla distanza classi- ca di undici metri. Al suo vecchio sodale Antonioli (i tempi dello scudetto con Capello) ha riservato un paio di scudi- sciate sulla schiena che rappresentano la prima doppietta della stagione e il ritorno al gol dopo oltre due mesi di astinenza. Così la Roma, non ancora disinvolta nel suo gio- co antico un po' smarrito, è riuscita a conser- vare il sesto posto nell'attesa che i rivali da- vanti, Genoa e Fiorentina cioè, perdano col- pi.Totti non è stato solo il geometrico esecu- tore dei due rigori usufruiti nell'occasione con qualche scandalo (il primo): dei suoi, con la luna storta, è stato il migliore, a di- spetto degli acciacchi noti e del rosario di assenze ripetute. L'idilliaca domenica è sta- ta intossicata dalle interviste del capitano, eroe di Roma romanista, velenoso con cir- cuiti radiofonici e giornali che hanno mes- so in discussione il suo futuro e anche la legittimità delle sue richieste per il rinnovo del contratto. «Li dedico a me stesso» è stato il passaggio del Totti risorto. Forse anche noi abbiamocommesso peccato di lesa ma- estànell'immaginare che il piano industria- le della prossima Roma debba cominciare dalloscioglimento degli interrogativilegati alla salute ventura dell'ex pupone. È in gra- do di garantire continuità al suo estro e alla sua classe oppure bisognerà rassegnarsi a una versione ridotta del suo rendimento? Come si può facilmente capire non è Spal- lettia dover rispondere al quesito, semmai i medici e con i medici anche i preparatori atletici di Trigoria che hanno sotto gli occhi i suoi muscoli. Perciò non deve costituire grave atto di insubordinazione interrogarsi sul futuro di Totti alla Roma e anche sul con- tratto reclamato dall'interessato. Che non vuol dire mancanza di rispetto nei confron- ti del campione e del campione di fedeltà. E se per una volta avesse ragione Lippi? No, non è il caso di chiama- re l’ambulanza a sirene spiegate. Può capitare che il ct abbia ragione. In fondo ha vinto un mondiale, al di là delle considerazioni circa il suo stellone. Stavolta il buon senso o lo stellone lo hanno spinto a credere più in Palombo che in Pirlo, a fidarsi di Iaquin- ta al di là di ogni ragionevole dubbio. E ieri i due hanno dimostrato che la fidu- cia era ben riposta. Due gol del centro- campista della Sampdoria sono una chicca: non gli era mai capitato. Iaquin- ta aveva sospinto la Juve al successo, pri- ma che Pellissier rovinasse definitiva- mente la festa. Chiaro che Palombo non merita la na- zionale in ossequio ai gol che realizza, ma dimostra di saper essere determinan- te. Anche le grandi squadre ci hanno fat- to un pensiero. Tipico centrocampista da bosco e riviera, ovvero calcio qualità abbinato alla quantità. Regista con qual- che stilla vecchio stile. Pirlo, soprattutto l’ultimo, garantisce qualità ma non la so- stanza che vuol dire forza fisica e capaci- tà di far argine al di là della necessità di proporre gioco. Lippi, più del Milan, si è accorto che Pirlo ti mette in minoranza quando gioca nel cuore del centrocam- po. Ti aiuta di più quando può gestire solo la fase d’attacco. Nessuno si è do- mandato perché il centrocampo del Mi- lan quest’anno ha regalato il meglio quando c’era Seedorf in mezzo, causa assenza di Pirlo? E nessuno ha fatto caso che, ormai, il suddetto centrocampo fun- ziona meglio quando c’è uno solo dei due? La nazionale non ha la stessa ab- bondanza di qualità, ma Palombo è una bella idea di Lippi. Iaquinta un uomo che non tradisce. In attesa di altre sco- perte o conferme, il ct stavolta ci ha pre- so. E non gli capita spesso. Riccardo Signori Signori (ma non troppo) a cura di Franco Ordine MILAN 2 - LECCE 0 Franco Ordine Marcello Di Dio Poco più di mezz’ora per diventa- re, a soli 17 anni, eroe dell’Old Traf- ford. Se il Manchester United resta al comando della Premier League, lo de- ve al giovane romano Federico Ma- cheda. Freddo nel debuttare davanti a 75mila spettatori con la maglia dei campioni d’Europa e del mondo e nel segnare al 93’ con una prodezza da attaccante scafato: bella la girata di destro in area e portiere dell’Aston Villa battuto. Una prodezza di valore incalcolabi- le, quella di Federico, fantasista che i Red Devils hanno scovato alla Lazio nel 2007. Un osservatore dello Uni- ted era nella Capitale per seguire Ma- lomo (anche lui faceva parte di quel- la Lazio Allievi, ora gioca nella Roma) ma si innamorò calcisticamente di Fe- derico, che dopo aver compiuto 16 anni prese la via dell’Inghilterra, con- vinto da un contratto triennale da 80mila euro netti all’anno più un lavo- ro per il padre (trasferitosi anche lui a Manchester). Macheda era stato con- vocato da Delio Rossi per il ritiro esti- vo, ma non essendo ancora sedicen- ne non poteva firmare - secondo i re- golamenti Figc - un contratto profes- sionistico con il club. Limite non pre- sente in Inghilterra. Da due stagioni brilla nel settore giovanile, sir Alex Ferguson lo aveva già visto e ammirato, apprezzandone la personalità e la capacità di adattar- si a tutti i ruoli dell’attacco. E nel mo- mento in cui deve rinunciare a pezzi da novanta come Berbatov e Rooney, dà spazio al ragazzino. Senza nessu- na emozione, Macheda entra al posto di Nani al 16’ della ripresa, lotta su ogni pallone fino a quel controllo al centro dell’area e alla girata vincente. Definita «stunning» (magnifica) dalla Bbc. «Esordire e siglare un gol rappre- senta per me il concretizzarsi di un sogno - racconta Federico al canale societario MUTv -. Ferguson mi ha da- to un’istruzione precisa: fare giocate semplici. E quando ho preso il pallo- ne ho pensato solo a segnare». Un gol festeggiato in maniera un po’ esuberante e costato un cartelli- no giallo. «Sono corso dai miei genito- ri, erano lì e volevo che festeggiasse- ro per bene», dice Federico. Che a fi- ne partita va ad abbracciare Cristiano Ronaldo (autore degli altri due gol dello United) e poi bacia la telecame- ra. È il «man of the match», ma è evi- dente l’imbarazzo dei dirigenti ingle- si che non vogliono dargli la bottiglia di champagne perchè ancora mino- renne - Federico compirà 18 anni so- lo il 22 agosto -. Ma non importa, lui è già ubriaco di gioia. Franco Ordine Milano È la legge del contrappasso. A Lec- ce, nel finale, di testa, su un mischione, un ragazzo della difesa, Esposito, rimediò quel pareggio che di fatto frenò la corsa del Milan capolista. Qui a Milano, una capocciata di Senderos, un altro difensore lanciato all'as- salto del fortino pugliese, durante il recupe- ro permette a Ronaldinho,che sfiora la palla anche lui di testa, di acciuffare il successo piùsudato delladeludente stagione rossone- ra e festeggiare un gol dopo oltre 4 mesi. Ac- cade su una punizione (martellato Pato): lo svizzerotto, poco apprezzato per le qualità di difensore puro, si esalta in quota e infligge la deviazione vincente. Che consente al Mi- lan, un minuto e mezzo più tardi, di arroton- dare,col solito Pippo Inzaghi(servizio gene- rosoe puntuale di Shevchenko), il risultato e renderlo un castigo eccessivo per il Lecce. Così il Milan tiene in pugno il terzo posto e lascia intatto il distacco dalla concorrenza. Gol finali a parte, c'è poco da raccontare sul conto di questo Milan che non ha a disposi- zione il suo patrimonio migliore. Kakà, per esempio, ieri fischiato dai tifosi che lo adora- no. Per non parlare di Ronaldinho che si sal- va solo col gol in condominio con Senderos. Ma dalle nostre parti serve altro per meritar- si il ruolo di titolare. Si rivede Sheva. Non fosse statoper l'assist del 2 a 0 a Pippo, sareb- be passato inosservato. Così della notte di ierici sono da incartare e portare a casa solo i tre punti e qualche lampo di Pato, oltre alle capocciate finali. Unvelo pietoso bisognastendere sulla pri- ma frazione. Neanche le notizie provenienti dallo "spezzatino" sospingono i berlusconia- ni a caccia di un veloce e franco successo. Ad eccezione di una volata di Pato (ne salta tre in velocità) e di un bel triangolo isoscele Pir- lo-Pato-Inzaghi, c'è poco altro da rammenta- re di un Milan nel quale Kakà sembra dare torto marcio al suo ct brasiliano mentre le scelte in centrocampo di Ancelotti (Seedorf aggiunto a Pirlo) non provvedono certo a scardinare ladifesa leccese, ma denunciano schemi d'attacco scontati e banali eseguiti a bassi ritmi. La seconda frazione non è meno deluden- te nonostante gli interventi di Ancelotti: pri- ma cambia modulo (passa al 4-2-3-1), poi la- scia fuori Seedorf e Kakà bollati dai fischi del pubblico, quindi fa addirittura posto, nel fi- nale, a Shevchenko difeso dagli ultrà con uno striscione oltre che a Ronaldinho appe- soai suoi ritardi. SoloPato dei brasiliani rien- trati dalla famosa cura Dunga si guadagna la lode per una serie di numeri in velocità e di tiri che denotano la sua vivacità. Ma il risulta- to finale, gonfiato in due minuti e qualcosa, in pieno recupero col Lecce già vicino ad as- saporare il gusto unico dell'impresa, è quel- lo che vedete stampato sul tabellino, espres- sione assai diversa dal calcio visto e segnala- tosul pratodi San Siro.Peruna volta Ancelot- ti può risolvere tutti i suoi problemi all'ulti- mo assalto: il calcio è capace di togliere e restituire, una specie di giustizia cosmica presiede il campionato. E forse non è più il caso di prendersela col destino cinico e ba- ro. Meglio provare a migliorare lo stato di alcuni vip, Kakà in testa, e risolvere il nodo Seedorf chesta strangolando lostesso Ance- lotti. Facciamo Ordine ARRIVÒ DALLE GIOVANILI DELLA LAZIO Macheda, da Roma a Manchester per diventare grande Esordisce a 17 anni regala un successo vitale allo United. E a fine partita non può godersi la bottiglia premio: è ancora minorenne FESTA IN EXTREMIS Flamini e Antonini abbracciano Senderos dopo il gol del vantaggio: in realtà l’ultimo tocco è di Ronaldinho MILAN DIDA sv Anche quando para bene, a terra, il pubblico ha il batticuore. ZAMBROTTA 6.5 È l'unico che difende e scodella cross. MALDINI 6 Fa più la torre in attacco (e si fa male) che la sentinella. (Dal 39 pt SENDEROS 6.5 da attaccante ci sa fare). FAVALLI 7 Dirige il traffico difensivo con sicurezza. JANKULOVSKI 5.5 La solita frana in difesa. FLAMINI 6 Piccoli Gattuso crescono e promettono di prenderne il posto. PIRLO 6 Far girare una squadra statica, ferma, non è sempre facile. SEEDORF 5 I fischi lo impallinano: sostituito. (Dall'8 st RONALDINHO 6. Fa l'uomo assist per non denunciare i ritardi fisici). KAKÀ 5 Primi fischi in carriera: forma da trovare. (Dal 33 st SHEVCHENKO 6. Lo striscione funziona: scritto, entrato). PATO 7 È la freccia rossonera, cerca e sfiora il bersaglio da solo. INZAGHI 6.5 Appena gli servono una palletta utile fa il colpo gobbo. All. ANCELOTTI 6 Cambia registro tattico nella ripresa. LECCE BENUSSI 6 Finchè non è assedio tipo fort Apache, resiste alla grande. POLENGHI 6 Appena vede Dinho si allaccia le cinture di sicurezza. FABIANO 6 Spaventato dalla velocità di Pato. ESPOSITO 6 Da ricordare solo per l’1-1 dell'andata. ARIATTI 6 Arretrato a terzino, si arrangia come sa. ANGELO 6 Un paio di blitz. MUNARI 5 Non si tira mai indietro. GIACOMAZZI 6 Prende di mira Kakà. VIVES 5 A piccoli passi, senza perdere duelli. CASERTA 6.5 Tiene testa alla concorrenza. TIRIBOCCHI 5 Gli capita una palla: la manda in curva. All. PAVESE 6 E diciamolo: salvare questo Lecce vale la Champions. Arbitro: Farina 6 Non è affatto condizionato dai precedenti. Ronaldinho-Inzaghi, teste pesanti Il Milan respira all’ultimo minuto Pato non basta, i rossoneri piegano il Lecce solo nel finale Dinho torna a segnare dopo oltre 4 mesi. E Pippo arrotonda CONGRATULAZIONI Alex Ferguson si complimenta con Federico Macheda, per tutti «Chicco» visto che i compagni trovano ostico il suo nome italiano. Macheda ha segnato il gol decisivo al 93’ della sfida contro l’Aston Villa __ DUE MINUTI La squadra di Ancelotti in difficoltà per 90’. Poi bastano due minuti per trovare due reti da Champions

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36 SPORT il Giornale Lunedì 6 aprile 2009

Vuoi vedereche Lippi ha ragione?

lepa

gell

e

Rispetto a Tottima non faccia la vittima

Cisonotuttelecon-dizioni per cele-brare l'ennesimorisorgimento di

Francesco Totti, ieri ma-gnificoeversoredelBolo-gna dalla distanza classi-ca di undici metri. Al suovecchio sodale Antonioli(i tempi dello scudetto

con Capello) ha riservato un paio di scudi-sciate sulla schiena che rappresentano laprima doppietta della stagione e il ritornoalgoldopooltreduemesidiastinenza.CosìlaRoma,nonancoradisinvoltanel suogio-coanticounpo'smarrito,èriuscitaaconser-vare il sestopostonell'attesa che i rivali da-vanti,GenoaeFiorentinacioè,perdanocol-pi.Tottinonèstatosoloilgeometricoesecu-tore dei due rigori usufruiti nell'occasionecon qualche scandalo (il primo): dei suoi,con la luna storta, è stato il migliore, a di-spetto degli acciacchi noti e del rosario diassenzeripetute.L'idilliacadomenicaèsta-ta intossicata dalle interviste del capitano,eroe di Roma romanista, velenoso con cir-cuiti radiofonici e giornali che hanno mes-so in discussione il suo futuro e anche lalegittimitàdelle sue richiesteper il rinnovodelcontratto. «Lidedicoamestesso»èstatoil passaggio del Totti risorto. Forse anchenoiabbiamocommessopeccatodilesama-estànell'immaginarecheilpianoindustria-le della prossima Roma debba cominciaredalloscioglimentodegli interrogativi legatiallasaluteventuradell'expupone.È ingra-dodi garantire continuità al suoestroe allasua classe oppure bisognerà rassegnarsi auna versione ridotta del suo rendimento?Come si può facilmente capire non è Spal-lettiadoverrisponderealquesito,semmaiimedici e con i medici anche i preparatoriatleticidiTrigoriachehannosottogliocchii suoi muscoli. Perciò non deve costituiregraveattodi insubordinazioneinterrogarsisulfuturodiTottiallaRomaeanchesulcon-tratto reclamato dall'interessato. Che nonvuoldiremancanzadi rispettoneiconfron-ti del campione edel campionedi fedeltà.

Ese per una voltaavesse ragioneLippi? No, non èilcasodichiama-

re l’ambulanza a sirenespiegate. Può capitareche il ct abbia ragione.In fondo ha vinto unmondiale, al di là delleconsiderazioni circa il

suo stellone. Stavolta il buon senso o lostellone lohannospintoacrederepiù inPalomboche inPirlo, a fidarsidi Iaquin-ta al di là di ogni ragionevole dubbio. Eieri i due hanno dimostrato che la fidu-cia era ben riposta. Due gol del centro-campista della Sampdoria sono unachicca: non gli era mai capitato. Iaquin-taavevasospintolaJuvealsuccesso,pri-ma che Pellissier rovinasse definitiva-mente la festa.

Chiaro chePalombo non merita la na-zionale in ossequio ai gol che realizza,madimostradisaperesseredeterminan-te.Anche legrandi squadrecihanno fat-to un pensiero. Tipico centrocampistada bosco e riviera, ovvero calcio qualitàabbinatoallaquantità.Registaconqual-chestilla vecchiostile. Pirlo, soprattuttol’ultimo,garantiscequalitàmanonlaso-stanzachevuoldire forza fisicaecapaci-tà di far argine al di là della necessità diproporregioco.Lippi, piùdelMilan, si èaccorto che Pirlo ti mette in minoranzaquando gioca nel cuore del centrocam-po. Ti aiuta di più quando può gestiresolo la fase d’attacco. Nessuno si è do-mandato perché il centrocampo del Mi-lan quest’anno ha regalato il meglioquando c’era Seedorf in mezzo, causaassenzadiPirlo?Enessunoha fattocasoche,ormai, il suddettocentrocampofun-ziona meglio quando c’è uno solo deidue? La nazionale non ha la stessa ab-bondanza di qualità, ma Palombo è unabella idea di Lippi. Iaquinta un uomoche non tradisce. In attesa di altre sco-perte o conferme, il ct stavolta ci ha pre-so. E non gli capita spesso.

Riccardo Signori

Signori (ma non troppo)

a cura di Franco Ordine

MILAN 2 - LECCE 0Franco Ordine

Marcello Di Dio

Pocopiùdimezz’oraperdiventa-re, a soli 17 anni, eroe dell’Old Traf-ford. Se il Manchester United resta alcomandodellaPremierLeague, lode-ve al giovane romano Federico Ma-cheda. Freddo nel debuttare davantia 75mila spettatori con la maglia deicampionid’Europaedelmondoenelsegnare al 93’ con una prodezza daattaccante scafato: bella la girata didestro in area e portiere dell’AstonVilla battuto.

Unaprodezzadivalore incalcolabi-le, quella di Federico, fantasista che iRed Devils hanno scovato alla Lazionel 2007. Un osservatore dello Uni-tederanellaCapitale per seguireMa-

lomo (anche lui faceva parte di quel-laLazioAllievi,oragiocanellaRoma)masi innamoròcalcisticamentediFe-derico, che dopo aver compiuto 16anniprese laviadell’Inghilterra,con-vinto da un contratto triennale da

80milaeuronettiall’annopiùunlavo-roper ilpadre (trasferitosi anche lui aManchester). Macheda era stato con-vocatodaDelioRossiper il ritiroesti-vo, ma non essendo ancora sedicen-ne non poteva firmare - secondo i re-

golamenti Figc - un contratto profes-sionistico con il club. Limite non pre-sente in Inghilterra.

Da due stagioni brilla nel settoregiovanile, sir Alex Ferguson lo avevagiàvistoeammirato, apprezzandonelapersonalità e la capacità di adattar-si a tutti i ruoli dell’attacco. E nel mo-mento in cui deve rinunciare a pezzidanovantacomeBerbatoveRooney,dà spazio al ragazzino. Senza nessu-naemozione,Machedaentraalpostodi Nani al 16’ della ripresa, lotta suogni pallone fino a quel controllo alcentrodell’areaeallagiratavincente.Definita «stunning» (magnifica) dallaBbc. «Esordireesiglareungolrappre-senta per me il concretizzarsi di unsogno - racconta Federico al canale

societarioMUTv-.Fergusonmihada-to un’istruzione precisa: fare giocatesemplici. E quando ho preso il pallo-ne ho pensato solo a segnare».

Un gol festeggiato in maniera unpo’ esuberante e costato un cartelli-nogiallo. «Sonocorsodaimieigenito-ri, erano lì e volevo che festeggiasse-ro per bene», dice Federico. Che a fi-nepartitavaadabbracciareCristianoRonaldo (autore degli altri due goldelloUnited) epoi bacia la telecame-ra. È il «man of the match», ma è evi-dente l’imbarazzodei dirigenti ingle-si chenonvoglionodargli la bottigliadi champagne perchè ancora mino-renne - Federico compirà 18 anni so-lo il 22 agosto -.Manon importa, lui ègià ubriaco di gioia.

Franco Ordine

Milano È la legge del contrappasso. A Lec-ce, nel finale, di testa, su un mischione, unragazzodelladifesa, Esposito, rimediòquelpareggiochedifattofrenòlacorsadelMilancapolista. Qui a Milano, una capocciata diSenderos, un altro difensore lanciato all'as-saltodel fortinopugliese, durante il recupe-ropermetteaRonaldinho,chesfioralapallaanche lui di testa, di acciuffare il successopiùsudatodelladeludentestagionerossone-rae festeggiareungoldopooltre4mesi.Ac-cade su una punizione (martellato Pato): losvizzerotto, poco apprezzato per le qualitàdidifensorepuro,siesaltainquotaeinfliggela deviazione vincente. Che consente al Mi-lan,unminutoemezzopiùtardi,diarroton-dare,colsolitoPippoInzaghi(serviziogene-rosoepuntualediShevchenko),ilrisultatoerenderloun castigoeccessivoper il Lecce.

Così ilMilantieneinpugnoil terzopostoelascia intatto il distacco dalla concorrenza.Gol finali a parte, c'è pocoda raccontare sulcontodi questo Milan che nonha adisposi-zione il suo patrimonio migliore. Kakà, peresempio,ierifischiatodaitifosicheloadora-no.PernonparlarediRonaldinhochesisal-

vasolocolgol incondominioconSenderos.Madallenostreparti servealtropermeritar-si il ruolo di titolare. Si rivede Sheva. Nonfossestatoperl'assistdel2a0aPippo,sareb-be passato inosservato. Così della notte diiericisonodaincartareeportareacasasoloitre punti e qualche lampo di Pato, oltre allecapocciate finali.

Unvelopietosobisognastenderesullapri-mafrazione.Neanchelenotizieprovenientidallo"spezzatino"sospingonoiberlusconia-

niacacciadiunveloceefrancosuccesso.Adeccezione di una volata di Pato (ne salta treinvelocità)ediunbel triangolo isoscelePir-lo-Pato-Inzaghi,c'èpocoaltrodarammenta-re di un Milan nel quale Kakà sembra daretorto marcio al suo ct brasiliano mentre lescelte in centrocampo di Ancelotti (Seedorfaggiunto a Pirlo) non provvedono certo ascardinare ladifesa leccese,madenunciano

schemi d'attacco scontati e banali eseguiti abassi ritmi.

Lasecondafrazionenonèmenodeluden-tenonostantegli interventi diAncelotti: pri-macambiamodulo(passaal4-2-3-1),poi la-sciafuoriSeedorfeKakàbollatidaifischidelpubblico, quindi fa addirittura posto, nel fi-nale, a Shevchenko difeso dagli ultrà conunostriscioneoltrecheaRonaldinhoappe-soaisuoiritardi.SoloPatodeibrasilianirien-tratidalla famosacuraDungasiguadagnalalode per una serie di numeri in velocità e ditirichedenotanolasuavivacità.Mailrisulta-to finale, gonfiato in dueminuti e qualcosa,inpienorecuperocolLeccegiàvicinoadas-saporare il gustounicodell'impresa, èquel-lochevedetestampatosultabellino,espres-sioneassaidiversadalcalciovistoesegnala-tosulpratodiSanSiro.PerunavoltaAncelot-ti può risolvere tutti i suoi problemi all'ulti-mo assalto: il calcio è capace di togliere erestituire, una specie di giustizia cosmicapresiede il campionato. E forse non è più ilcaso di prendersela col destino cinico e ba-ro. Meglio provare a migliorare lo stato dialcuni vip, Kakà in testa, e risolvere il nodoSeedorfchestastrangolandolostessoAnce-lotti.

Facciamo Ordine

ARRIVÒ DALLE GIOVANILI DELLA LAZIO

Macheda, da Roma a Manchester per diventare grandeEsordisce a 17 anni regala un successo vitale allo United. E a fine partita non può godersi la bottiglia premio: è ancora minorenne

FESTA IN EXTREMIS Flamini e Antonini abbracciano Senderos dopo il gol del vantaggio: in realtà l’ultimo tocco è di Ronaldinho

MILAN

DIDA svAnche quando para bene, a terra, ilpubblico ha il batticuore.

ZAMBROTTA 6.5È l'unico che difende e scodella cross.

MALDINI 6Fa più la torre in attacco (e si fa male)che la sentinella. (Dal 39 pt SENDEROS6.5 da attaccante ci sa fare).

FAVALLI 7Dirige il traffico difensivo con sicurezza.

JANKULOVSKI 5.5La solita frana in difesa.

FLAMINI 6Piccoli Gattuso crescono e promettonodi prenderne il posto.

PIRLO 6Far girare una squadra statica, ferma,non è sempre facile.

SEEDORF 5I fischi lo impallinano: sostituito. (Dall'8st RONALDINHO 6. Fa l'uomo assist pernon denunciare i ritardi fisici).

KAKÀ 5Primi fischi in carriera: forma datrovare. (Dal 33 st SHEVCHENKO 6. Lostriscione funziona: scritto, entrato).

PATO 7È la freccia rossonera, cerca e sfiora ilbersaglio da solo.

INZAGHI 6.5Appena gli servono una palletta utile fail colpo gobbo.All. ANCELOTTI 6 Cambia registrotattico nella ripresa.

LECCEBENUSSI 6Finchè non è assedio tipo fort Apache,resiste alla grande.

POLENGHI 6Appena vede Dinho si allaccia le cinturedi sicurezza.

FABIANO 6Spaventato dalla velocità di Pato.

ESPOSITO 6Da ricordare solo per l’1-1 dell'andata.

ARIATTI 6Arretrato a terzino, si arrangia come sa.

ANGELO 6Un paio di blitz.

MUNARI 5Non si tira mai indietro.

GIACOMAZZI 6Prende di mira Kakà.

VIVES 5A piccoli passi, senza perdere duelli.

CASERTA 6.5Tiene testa alla concorrenza.

TIRIBOCCHI 5Gli capita una palla: la manda in curva.All. PAVESE 6 E diciamolo: salvarequesto Lecce vale la Champions.Arbitro: Farina 6 Non è affattocondizionato dai precedenti.

Ronaldinho-Inzaghi, teste pesantiIl Milan respira all’ultimo minutoPato non basta, i rossoneri piegano il Lecce solo nel finaleDinho torna a segnare dopo oltre 4 mesi. E Pippo arrotonda

CONGRATULAZIONI

Alex Ferguson sicomplimenta con FedericoMacheda, per tutti «Chicco»visto che i compagni trovanoostico il suo nome italiano.Macheda ha segnato il goldecisivo al 93’ della sfidacontro l’Aston Villa

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DUE MINUTI La squadra

di Ancelotti in difficoltà per 90’.

Poi bastano due minuti per

trovare due reti da Champions