Incontroluce 21 - iGuzzini magazine - IT

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I. 2010 21 Edizione italiana

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Nel 2009 la iGuzzini ha iniziato a festeggiare i suoi primi 50 anni di vita. La nostra azienda è nata, infatti, nel 1959 ad opera dei miei fratelli maggiori Raimondo, Virgilio e Giovanni, a cui anche noi fratelli minori Giuseppe, Giannunzio ed io fin da subito abbiamo dato il nostro contributo per farla crescere. Harvey Guzzini, come si chiamava all’inizio questa azienda, ha rappresentato una delle aziende principali per l’affermazione del Made in Italy, per l’affermazione della cultura del design italiano...(editoriale di Adolfo Guzzini)

Transcript of Incontroluce 21 - iGuzzini magazine - IT

I. 201021 Edizione italiana

Cari lettori,

Nel 2009 la iGuzzini ha iniziato a festeggiare i suoi primi 50 anni di vita. La nostra azienda è nata, infatti, nel 1959 ad opera dei miei fratelli maggioriRaimondo, Virgilio e Giovanni, a cui anche noi fratelli minori Giuseppe, Giannunzioed io fin da subito abbiamo dato il nostro contributo per farla crescere.Harvey Guzzini, come si chiamava all’inizio questa azienda, ha rappresentatouna delle aziende principali per l’affermazione del Made in Italy, per l’affermazionedella cultura del design italiano. Sono molto orgoglioso del fatto che da quella data abbiamo fatto molta strada.Abbiamo fatto scelte innovative, da quella fondamentale fatta alla metà deglianni ’70 di passare dalla produzione di lampade d’arredo all’illuminotecnica:siamo stati tra i primi a far conoscere in Italia l’importanza della luce per lavalorizzazione dell’architettura e siamo stati fra i primi a parlare della necessitàdella progettazione della luce e della figura del Lighting Designer. Da questescelte sono poi derivate quelle dell’impegno contro l’inquinamento luminosoall’inizio degli anni Novanta, per arrivare all’attuale impegno per la riduzione dei consumi energetici e dell’emissione di CO2.In questo numero abbiamo deciso di raccontare i segni grafici che appartengonoalla nostra storia: i loghi, i cataloghi e la comunicazione in genere che si sonosucceduti negli anni, perché anche attraverso questo si rivela il nostro esseresempre contemporanei alla cultura del design, anzi forse sempre un soffio in anticipo, quel soffio che non ti mette fuori dal tempo in cui vivi, ma che tirende unico. Una strategia che ha fatto della nostra azienda, ma direi del gruppo industrialefondato da noi, figli di Mariano Guzzini, che dal 1982 trova una sede istituzionalenella Finanziaria di famiglia FIMAG (Finanziaria Mariano Guzzini) a cui fannocapo le aziende Fratelli Guzzini, Teuco, Gitronica oltre che la iGuzzini, dei leader.Anche grazie a FIMAG, nella loro autonomia, le aziende mantengono la comunematrice culturale i cui tratti essenziali sono: la sensibilità per uno sviluppo ed untecnologia eco-sostenibile, la costante attenzione alle prestazioni dei materiali piùmoderni, la vocazione all'innovazione tecnologica e di progetto, la consapevolezzadel ruolo centrale svolto dal design come risposta alle esigenze degli utilizzatori, la cura del mercato e delle risorse umane. Per la iGuzzini in particolare queste sono state le linee guida che ci hanno portato a festeggiare i nostri primi “50 anni luce”.

Adolfo Guzzini

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21 Incontroluce

Sommario

I. 2010

Editoriale

Le Marche1959

ProgettazioneQuattro domande a Leni Schwendinger

ProgettiLa Sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia

Aquaniene

Frank O. Gehry dal 1997

Liceo Pierre Joëlle Bonté,Istituto Superiore per l’edilizia

Dot Baires Shopping

Pangu Plaza Hotel

Giochi di luce sul lungomare di Aalborg

Il Dhoby Ghaut Park

Blue Water Black Magic

Un’enoteca da premio

Cultura dell’aziendaZaha Hadid a Padova

Nuovi apparecchi a LED per l’illuminazione urbana

IV edizione del Concorso di Progettidi Architettura “Pasajes de Arquitecturay Crítica” e iGuzzini illuminazione

Danzare con la Luce: lo spettacolo “Framed”

Condividere il sapere

Light Mapping NYC“LED - Light Exhibition Design”,edizione 2009

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1959Le Marche

1959. Quell’anno nasce la Harvey Guzzini che cinquanta anni dopo è la iGuzzini illuminazione.L’evoluzione del logo aziendale ha avuto delle tappe importanti lungo un percorsoche ci ha portati dall’essere una piccola realtà artigianale che produceva lampadedecorative all’essere un’azienda specializzata nella produzione di apparecchi illumi-notecnici, in grado di collaborare con i più grandi architetti che realizzano progettiin tutto il mondo.

Logo utilizzato fra il 1959 e il 1964. Ispirato al film “Harvey” del 1950 con James Stewart

Logo utilizzato fra il 1965 e il 1977. Questo logo è stato disegnato da Luigi Massoni.L’architetto Massoni viene chiamato a collaborarecon la Harvey come art director e dà ulterioreimpulso alla collaborazione con i designers. Tra gli anni 1967 e 1971 Ennio Lucini realizzò il catalogo per il marchio DH, con cui si com-mercializzavano lampade per l’ambito domestico.

Logo utilizzato fra il 1974 e il 1981 e disegnatoda Advema G&R Associati. Questo logo riassumein sé la produzione che veniva poi commercializ-zata con altri marchi come DH, Doma, Atelier. In questi anni inizia la produzione di lampadetecniche come i proiettori.

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Logotipi e immagini tratte dall’ archivio iGuzzini

Logo attuale, utilizzato dal 1982. Nel 1982viene realizzato il primo catalogo con questo logo che accorpava tutta la produzione iGuzzini.Nel 1986 la grafica coordinata è affidata a Ennio Lucini ed il catalogo generale presenta la produzione degli apparecchi per interni e per esterni in due volumi separati.

Il marchio DH è stato utilizzato fra il 1972 e il1976 ed è disegnato da Mimmo Castellano chesi rifà alla cultura optical degli anni Settanta.

Nel 1999 Pierluigi Cerri, che attualmente cura la grafica coordinata dell’azienda, progetta il catalogo generale in collaborazione con loStudio Conti.

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Quattro domande a Leni Schwendinger

Progettazione

Cosa ne pensa della relazione esistente tra luce artificiale e luce naturale?E poi, cosa pensa del connubio luce e architettura?

Io ho delle idee abbastanza terra terra sull’argomento. Credo che la luce influiscanella vita delle persone, so che può sembrare banale. Noi designer ci occupiamodegli aspetti più minuziosi, precisi dell’illuminazione, si dovrebbe fare un passoindietro e chiedersi semplicemente: “Cos’è la luce? Quanto influisce sulla nostravita?” In realtà io non mi pongo questa domanda, perché è parte della mia occupa-zione principale. La luce influisce sui nostri sentimenti, il nostro comportamento, la luce dirige il nostro sguardo, ci dà un senso di tepore. E ciò accade in ogni atmo-sfera, ad esempio anche durante una giornata priva di luce, una giornata grigia e piovosa, anche questa è un’atmosfera speciale. Poi arriviamo alla sera, il tramonto,questo magico fenomeno naturale ha una forte influenza sulla nostra vita, il colore, il cielo. Il passaggio verso paesaggi urbani artificiali notturni è il mio campo di lavoro.Per esempio, lo scorso venerdì ero su un traghetto per Staten Island, per parteciparead un evento. Il traghetto, un’imbarcazione privata, ha intrapreso un percorso diversorispetto alla rotta abituale ed abbiamo costeggiato tutta la costa di NY, da Wall Street a Mid-Town. Ci siamo quindi trovati a osservare e riflettere di nuovo sull’aspetto degliedifici, il rapporto spaziale e fenomenale tra la luce e gli edifici, come ci sembrasseropiatti, e il momento dopo invece venissero messi in risalto gli angoli, e le strade cheattraversano...insomma tutta la dimensione della città, può sembrare un cliché quantodico, ma le persone rimangono veramente impressionate e si emozionano di frontealla forma fisica della città di notte, grazie alla luce che illumina gli edifici da fuori e da dentro.

Leni Schwendinger

Light Projects LTD crea ambienti di luce in tuttoil mondo. Da più di 10 anni Light Projects studio è un polo di attrazione per collaborazioni di pro-fessionalità multidisciplinari con la creazione dicon la creazione di specifici team di progettazionecomposti da architetti, ingegneri e grafici, impe-ganti a condividere la vision di Leni Schwendinger.Con il giusto equilibrio fra innovazione tecnologica,gestione manageriale del progetto e vena artisticala metodologia di Light Projects ha prodotto unaserie di collaborazioni con una gamma di clientiche vanno da enti pubblici a studi di architetturae di ingegneria fino ai musei e organizzatori di even-ti. Progetti recenti sono Chroma Streams; Tide andTraffic, una installazione site-specific che esplora la relazione fra il flusso del traffico e i cambiamentidelle maree presso il Kingston Bridge a Glasgow e la Coney Island Parachute Jump una torre checostituisce un Landmark a Brooklyn, New York.Leni Schwendinger ha tenuto conferenze e ha inse-gnato ampiamente in tutti gli Stati Uniti, Europa e Giappone ed attualmente insegna al dipartimentodi architettura Interior Design ed Illuminazionedella Parsons School of Design a New York City.

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Foto: ArchPhoto

1.2. Immagini del progetto “Triple Bridge”

Testo adattato da un’intervista a Leni Schwendinger.

I progetti presentati dal Lighting Designer sono realizzati con apparecchi d’illuminazione di diversi produttori.

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Quindi lei non vede le luci artificiali come distorsione del corso naturale della luce diurna …

Ho una teoria rispetto a quelle che chiamo “fasce notturne.” Durante il giorno abbiamouna percezione precisa delle varie fasce, partiamo con la colazione alle 11.00 del mattino,arriviamo a pranzo alle 12.00, poi cena, e poi comincia ad arrivare il buio negli spazipubblici, ed è la cosa che mi interessa di più. Le persone escono con gli amici dopo il lavoro, percorrono il tragitto che li porta alla metropolitana, questa è la prima fasedella notte, naturalmente ogni quartiere avrà la sua fascia notturna particolare, chetiene conto della dimensione e del tipo di luogo. Come cambia l’attività della stradarispetto al tipo di quartiere in cui ci si trova, rispetto alle persone che abitano in quelquartiere? Si tratta di una zona commerciale? Residenziale? Istituzionale? È un parco? Quali edifici fanno da contorno alla zona? E ogni fascia notturna caratterizzal’attività che si porta avanti nella strada. I negozi chiudono alle 20.00, i ristoranti alle22.00, le strade non sono più illuminate. Cosa facciamo con la conoscenza che abbiamodelle fasce notturne, che sono in realtà un prolungamento del giorno, di quello che pernoi è il giorno? Secondo me questa è la domanda fondamentale. Poi arriviamo alla nottefonda, ci sono i locali, le persone che hanno dei turni di notte, i luoghi in cui le personesi svegliano prestissimo al mattino perché sono pendolari, le chiamiamo città dormi-torio, dove le persone si svegliano alle 4.00 o alle 5.00 e salgono sul treno. Il mio interesse principale è: come illuminiamo queste strade? Le illuminiamo in mododa fare da contrappunto al traffico stradale, al traffico pedonale notturno o in modo daassecondarlo? Secondo me questo è il futuro del design di illuminazione, e del designurbano, il modo in cui essi interagiscono per ottenere un’illuminazione che cambiadurante la notte.

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Quattro domande a Leni Schwendinger

Progettazione

Quale dei suoi progetti è quello che ritiene essere il più importante, quello a cuipensa più spesso?

Penso al nostro progetto di Seattle, “Dreaming in color”, credo sia il più importante.Si tratta sostanzialmente di 9 griglie di maglia di metallo di filo metallico molto sottileche si intrecciano. C’è molta trasparenza e questo fa sì che si catturi la luce delle lucipiatte. Ci sono poche luci, circa 22 per una struttura di 450 piedi di larghezza (circa137 metri) per 50 piedi di altezza (circa 15 metri). Il mio sogno più grande è semprestato quello di creare dei colori puri nell’aria, ecco perché sono qui, per creare colorinell’aria. E nel momento in cui abbiamo acceso le luci per questo progetto, dopomolto lavoro, e le tele metalliche hanno catturato la luce, che non era ancora statamessa a fuoco, in quel momento ci siamo detti: “Funzionerà!, ora abbiamo una setti-mana per la messa a punto”. La luce veniva catturata dall’aria e si vedono quindiqueste enormi superfici luminose nell’aria. Si tratta di un progetto molto astratto. La cosa bellissima è che la luce, una volta catturata scende e forma degli angoli poiviene catturata di nuovo dalle tele poi scende di nuovo e viene ancora catturata dalletele, e poi scende per arrivare a terra. Quando le persone camminano attraverso questopercorso sono immersi nella luce, respirano nella luce e contemporaneamente sullosfondo ci sono queste gigantesche superfici luminose. Ho come l’impressione chequesto progetto avrebbe dovuto essere il mio ultimo lavoro, e non il primo. Ho fatto altri progetti, ma devo dire che quello è stato un progetto importantissimoper me, lo considero come una pietra miliare nel mio lavoro. Anche il progetto del“Triple Bridge” alla Port Authority di New York è stato un altro progetto molto impor-tante. A volte ci sono progetti che non sai se in pratica potranno funzionare vera-mente, anche se sono stati fatti tutti i test e tutte le prove necessarie. In questo casonon sapevamo se la grande idea che avevamo in mente, nella sua totalità, avrebbefunzionato correttamente. I riflessi sul Triple Bridge sono stati creati da degli specchienormi in acciaio inossidabile lucidato che riflettono la luce a terra, sulla strada. E questo è un omaggio a quella che per me è la quintessenza della luce urbana. Fino al momento in cui hanno terminato la messa in opera del progetto, non sapevamose gli specchi avrebbero permesso che la luce arrivasse fino alla strada: sono statiquindi 9 anni di preoccupazioni…così tanto c’è voluto per arrivare alla conclusione.

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3.4. Immagini del progetto “Dreaming Color”

In questa fase storica in cui le problematiche legate all’energia… ricerca di nuovefonti rinnovabili, risparmio energetico… sono molto dibattute, cosa può fare il settore dell’illuminazione?

Come il design dell’illuminazione può sostenere l’ambiente?Prima di tutto non credo che l’illuminazione sia in assoluto la parte più negativa nell’utilizzo dell’energia elettrica, credo che gli impianti di aria condizionata e gliimpianti a combustibile fossile siano la cosa peggiore. Sono molto arrabbiata con la stampa, per esempio che sta dipingendo il settore dell’illuminazione come unqualcosa di assolutamente negativo. Detto questo credo che il controllo dell’illumi-nazione sia essenziale per risparmiare energia. Parliamo per esempio di illuminazione stradale perché è la cosa che mi interessa maggiormente. Suggerii 5 o 6 anni fa una soluzione che ora viene applicata: illuminazione stradale notturna flessibile.Negli Stati Uniti abbiamo dei sistemi che ci permettono di spegnere o abbassare le luci ad un’ora precisa. Si tratta di un sistema composto da elementi ottici, da un sistema di controllo e da un software. Io in particolare sono molto interessata ai sistemi, più che all’apparecchio d’illuminazione in sè. Possiamo in questo modorisparmiare energia, qualsiasi sia il luogo che stiamo analizzando (ricorda le fascenotturne?) Possiamo progettare ponendoci delle domande: quando dovrebberoabbassarsi le luci? Dopo la chiusura delle attività? O dovrebbero essere più intensedopo la chiusura delle attività? Per me queste sono domande importanti. Quando c’è luce proveniente dai negozi secondo me c’è meno bisogno di luce pub-blica per illuminare i marciapiedi. Non credo che un’illuminazione sostenibile servasolo a risparmiare dal punto di vista energetico, ma credo che abbia a che faresoprattutto con le persone. Penso che dei luoghi sostenibili, delle città sostenibilisiano luoghi in cui alla gente piace stare. Luoghi in cui ci sarà meno crimine, menograffiti, meno atti vandalici, meno problemi, perché qui le persone vivranno meglio.Per me quindi un’illuminazione controllata e adeguata durante la notte, che aiuti a risparmiare energia deve anche contribuire a migliorare la vita delle persone.

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La Sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia

Ferrara, Italia

Progetti

Nella seconda metà del 1400 Borso d’Estecommissiona ai migliori pittori della “officinaferrarese” il ciclo di affreschi che rimane unodegli esempi più significativi dell’arte profanadelle corti italiane del Rinascimento. La Sala dei Mesi presenta una pianta rettango-lare e la notevole altezza di circa 6,20 m. Il soffitto ligneo è a cassettoni con un’ordituradi grandi travi trasversali istoriate, le pareti longitudinali, una con affreschi in buono stato di conservazione, l’altra con la presenzadi deboli tracce dell’antica decorazione, sonoscandite da un ordine di finestre. La parete trasversale con la porta d’ingressopresenta affreschi in avanzato degrado, la parete con la porta di collegamento alle salesuccessive presenta invece affreschi con unmigliore stato di conservazione. Il grande spaziovuoto della Sala, regolare ed imponente per

CommittenteComune di Ferrara

Progetto illuminotecnicoPiero Castiglioni

materiali, dimensioni, decorazioni viene naturalmente illuminato in maniera uniforme,con bassi valori di illuminamento, dalla lucediurna proveniente dalle finestre e riflessa dalpavimento. Lo studio di un apparato di tende di materiale diffusore permette di eliminare la proiezione delle finestre al suolo e dare a tuttol’ambiente un senso pacato di ordine.Lo studio dell’architetto Piero Castiglioni ha proposto per l’illuminazione generale della Sala, degli affreschi rappresentanti il ciclo deimesi e delle scene di vita alla corte estense, un unico apparecchio, a luce diretta, di nuovodisegno, appositamente progettato e prodottodalla iGuzzini. Una colonna, alta 85 cm, a base rettangolare, con struttura in titanio,metallo scelto per la scarsa conduzione di calore,zavorrata con un contrappeso in piombo pergarantirne la stabilità, fissata al pavimento 1

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Foto: Giuseppe Saluzzi

1. Portale di Palazzo Schifanoia

2. Particolare del prodotto creato appositamente per questa installazione

3.4. Immagini della Sala dei Mesi con l’integrazione fra luce artificiale e luce naturale

con un tassello e munita di un piede in gommaper produrre attrito ed aumentare la stabilità,alloggia le sorgenti luminose. Tra gli elementi a colonna passa il cavo di alimentazione chericopre così anche la funzione di collegamentovisivo dando loro una continuità nello spazio erendendoli un elemento unico continuo. A questafunzione si unisce quella di distanziatore: unavalida barriera per mantenere i visitatori alla

dovuta distanza per la protezione degli affre-schi. La distribuzione perimetrale di 28 ele-menti a colonna senza soluzione di continuità,l’opportuno puntamento delle sorgenti, assolu-tamente nascoste al visitatore, garantisconovalori di illuminamento sulle pareti di circa 150lux, con distribuzione omogenea, ottima resa dei colori e della materia pittorica in assenza diombre e riflessi, con il minimo impatto visivo.

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Progetti Aquaniene

Circolo Canottieri AnieneRoma, Italia

ClienteCircolo Canottieri Aniene

Progetto architettonicoLuca Braguglia con Marco Gigliotti, Alessandra Prezzi,Maria Antonietta Motta

In occasione dei mondiali di nuoto svoltisi a Roma nel mese di luglio 2009 il CircoloCanottieri Aniene partecipa al bando del com-missario straordinario con delega per il grandeevento, per la realizzazione ex novo ovvero l’implementazione di impianti sportivi con atti-nenza al nuoto per dotare la città di impiantinatatori a supporto dei mondiali di nuoto. Viene individuata l’area e in circa 17 mesiviene realizzato Aquaniene: su di un lotto di21.800 mq. ca. un complesso di 10.000 mq.su tre livelli per 55.000 mc costruiti.1

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Foto: Sergio Grandi

1. Vista diurna del complesso

2.3. Immagini scattate durante l’inaugurazione

Appalto generale Technorestauri srl

Consulenza illuminotecnicaLuciano e Marco Stignani

Vasche e impianti di filtrazione Piscine Castiglione

Impianti elettrici e termoidrauliciNCS srl

L’architettura nasce improntata ad un senso di leggerezza amplificato e sottolineato ovunquedalla ricerca di trasparenze tra esterno ed interno.Un’osmosi sia visiva che di uso, tra le funzioniall’interno e all’esterno del complesso, è perse-guita in maniera quasi ossessiva. Il progetto prevede tre livelli che accolgono le funzioni che sostanziano l’Aquaniene: dallevasche interne a quella esterna; alle palestre:una al primo piano aperta sul bosco ed unacon un affaccio privilegiato sulle vasche, fino a tutte le attività collaterali e di supporto: dalproshop alla caffetteria, dagli uffici alla salacorsi ed alla ludoteca, dalle foresterie per gliatleti agli spazi conviviali interni ed esterni, gli spogliatoi su due livelli al centro benessere.Enfatizzare l’apporto della luce solare e scegliereil bianco come colore dominante sono stati due

degli assiomi con i quali si è poi dialetticamenteinteragito in fase di definizione di illuminazioneartificiale cosicché per ottenere un giusto equi-librio architettonico sono state utilizzate pochefamiglie di prodotti e fonti luminose tali da con-tenere il più possibile i costi di manutenzione edi sostituzione delle lampade. È stata utilizzata la famiglia iRoll in varie potenze, emissione luminosa e gradi di protezione. Troviamo questi apparecchii negli esterni, conlampade a ioduri metallici da 35 e 70 W perenfatizzare l’aspetto architettonico e per illumi-nare le zone di passaggio e collegamento tral’ambiente esterno ed interno. Troviamo iRollsospesi nell’atrio con lampade da 70 W chegarantiscono, anche in ambienti con doppiaaltezza, valori di illuminamento intorno ai 500Lux medi. Lo stesso apparecchio, con lampada

fluorescente è stato scelto per le scale pubbliche.In reception si è scelto di utilizzare apparecchiReflex Wall Washer con lampade a iodurimetallici per garantire un ottimo illuminamentoverticale ed avere un buon confort visivo.Per la luce d’accento sul bancone, sono statiutilizzati apparecchi Lux montati su binario con lampade alogene QR111 e lenti ellissoidaliper una morbida proiezione della luce sul piano di lavoro garantendo 500 Lux medi.Nella zona ristoro si sono scelti apparecchi da incasso LineUp per l’illuminazione generale,ed incassi dicroici Deep Frame per la luce d’accento sui tavoli e sul bancone bar.Per illuminare “Uomo galleggiante” (1984), la scultura di Mario Ceroli, che si trova nellahall del centro, è stato utilizzato un Le Perroquetcon basetta.

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La Triennale dedica una mostra alla produzionepiù recente di Frank O. Ghery, scegliendo comeanno simbolo il 1997, anno in cui l’architettocanadese ha firmato il Guggenheim Museum di Bilbao, progetto che l’ha fatto conoscere ancheda quella parte di pubblico non interessato almondo dell’architettura.Il curatore Germano Celant ha selezionato, insie-me all’architetto, foto, filmati, disegni e modelli dei suoi progetti: il DZ Bank Building di Berlino,

la Art Gallery of Ontario, il Jay Pritzker Pavilion di Chicago, l’Interactive Corporation Headquarterdi New York, il resort Atlantis Sentosa diSingapore e il Guggenheim Museum di Abu Dhabi,ancora in costruzione. Ad illuminare questomateriale composito lo Studio Cerri & Associati ha scelto dei proiettori Le Perroquet. Frank O. Gehry, vincitore del Pritzker ArchitecturePrize nel 1989 è stato presente alla inaugura-zione che si è svolta il 26 settembre.

Progetti Frank O. Gehry dal 1997

Triennale di Milano, Settembre 2009 - Gennaio 2010a cura di Germano Celant

In collaborazione conFrank O. Gehry e Gehry Partners LLP

e grazie aGuggenheim Museum di BilbaoAGO - Art Gallery of Ontario di MontrealDAC - Dansk Arkitektur Center di Copenhagen

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Foto: Fabrizio Marchesi

1. Allestimento

2. Modello del progetto Atlantis Sentosa

Progetto di allestimento e graficaStudio Cerri & AssociatiPieluigi CerriAlessandro Colomboarchitetti

in collaborazione conFrancesca CeccoliMarta MoruzziFrancesca Stacca

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Sponsor tecnicoiGuzzini illuminazione

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Progetti Liceo Pierre Joëlle Bonté,Istituto Superiore per l’edilizia

Riom, Puy de Dôme, Francia

CommittenteConsiglio regionale di Alvernia

Direttore tecnicoOphis Puy-de-Dôme

Impresa generaleGroupement Sobea AuvergneEiffage Construction Auvergne

Ufficio controlloGroupement Socotec / Veritas

Il progetto dell’istituto superiore per l’edilizia si pone diversi obbiettivi. Da una parte il com-plesso vuole dimostrare la nobiltà delle profes-sioni legate al mondo dell’edilizia ed intendeattrarre quindi l’interesse di giovani studentiverso l’apprendimento di queste professioni.Attraverso la costruzione dell’edificio si è volutoinoltre dimostrare l’efficienza e la molteplicità di utilizzo del legno nella realizzazione di grandiedifici pubblici. Infine il complesso, con la suastessa presenza, si lega allo sviluppo urbanisticodella parte sud della città di Riom. L’istituto comprende numerosi ambienti.Raccorda i diversi percorsi degli allievi neidiversi spazi ed ogni locale gode di un’atmosferaspecifica: luci controllate nelle classi, luci soffuse per il centro di documentazione, lucipiù vivaci per il ristorante. Spazi pubblici e privati sono differenziati: i locali degli alloggisono intimi ed i percorsi sono piacevoli.

La parte pubblica in cui sono ospitati i localidedicati all’insegnamento tecnico, è luogo di apprendimento e di sperimentazione, oltre che luogo di rappresentanza dell’edificio stesso:l’architettura diventa didattica dimostrando concretamente il rapporto tra sapere pensare e sapere fare, diventa uno strumento didattico a disposizione degli insegnanti.Molta attenzione è stata riservata al rapportocon le condizioni ambientali esterne e con ilpaesaggio.L’edificio è stato progettato in modo da essereriparato dai forti venti della regione. Le abbon-danti acque pluviali sono invece conservate. I panorami in lontananza dei monti d’Alverniasi conciliano con le viste più vicine sul cortile e sui giardini interni. Così l’istituto superiore è la dimostrazione che la qualità architettonicae ambientale non possono che procedere dipari passo.

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Foto: Didier Boy de la Tour

1. Esterno

2. Corridoi ed hall

3. Centro di documentazione

Economo della costruzioneMazet & Associés

CoordinatoreSPS Ingerop

Progetto architettonicoEmmanuel NeboutArchitettoBruno Berthier - architetto responsabile Baptiste Lebihan - assistente

Laurence Javal, Jéròme Fuzier, Bruno Dumontet, Laurence Damour,Muriel Bacher

Ufficio studi e progettazione strutturaA. Verdier

Ufficio studi e progettazione legno3B

Ufficio studi e progettazione fluidi / SSIAuvertech

Ufficio studi e progettazioneVRDCap Vert

AcusticaJ.P. Lamoureux

SegnaleticaLaurence Ravoux

PaesaggistaAgence Laure Quoniam

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Dot Baires Shopping

Buenos Aires, Argentina

Progetti

Dot Baires Shopping è il centro commerciale piùgrande e moderno della città di Buenos Aires:con una superficie coperta di 189.000 mq.e una posizione eccezionale - sull’intersezionestradale più importante della città - è un’operamolto complessa, il cui scopo è di attirare il pubblico in un luogo concepito non solo per lo shopping, ma come un punto d’incontro.Il progetto di illuminazione è stato portato avantidi pari passo con ogni fase della progettazionearchitettonica. La luce sottolinea il dinamismodelle forme geometriche dell’edificio con punti,linee ed accenti.

ClienteGrupo Irsa

Progetto architettonicoStudio Pfeifer y Zurdo

Anche nelle facciate laterali sono state realizzatedelle fasce con LED gialli, che si ripetono inmodo casuale su tutta la superficie. Altre appa-recchiature a LED sono state inserite in tutto ilcentro commerciale per il sistema delle luci diemergenza. Analogamente, nelle aree di serviziosono stati incassati LED di ultima generazione, con ottiche a fascio controllato di colore biancocaldo. Gli spazi esterni sono visibili da tutti i livelli delle aree di shopping e sono disposti a terrazze, le cui linee sono state tracciate confasce di LED che seguono la curva delle aiuole e delle panche.

Dal punto di vista tecnico il progetto illuminotec-nico è stato concepito avvalendosi delle tecnologiepiù avanzate per quanto riguarda, sia le apparec-chiature, sia le lampade, e con una grande atten-zione all’efficienza energetica: quindi sono statiusati in grande quantità LED ed apparecchi a bassa potenza con componenti elettronici. Un esempio è la facciata principale, visibile dall’incrocio stradale, dove sono stati impiegatiLED rossi per ottenere un effetto puntiforme sulle superfici curve che compongono questageometria complessa, conferendo all’edificio una singolare consistenza luminosa notturna.

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Foto: Francisco Nocito

1. Ingresso principale

2. Luce radente sulla fontana

Lighting designerPablo Pizarro

Partners AssistanceIluminación Sudamericana S.R.L.

L’atrio principale, un grande spazio con variealtezze, è come una grande finestra che consen-te di godersi la vista dello spazio esterno. Anchein questo spazio, vero e proprio fulcro del progetto,sono stati usati apparecchi a LED, Ledplus nelle alzate della scala principale e MiniWoodynelle relative colonne oltre a MaxiWoody, Woody e iRoll. In tutta l’area destinata allo shopping sono statiimpiegati apparecchi con ballast elettronici e che utilizzano basse potenze (l’80% dellelampade sono da 35 W e nessuna supera i 70 W). La curva che segna la linea della vetrata

si materializza tramite una linea luminosa conti-nua con tubi fluorescenti T5 di colore biancocaldo. Ciascuno dei tre mall può essere identificatograzie all’illuminazione: una successione dispicchi sottili con tubi fluorescenti nel primo;linee curve con uno sfondo di carta colorata nelsecondo, e applique ed apparecchi ad incassoad alogenuri metallici nel terzo. Le aree di passaggio tra i mall si differenzianograzie a grandi apparecchi traslucidi, tra i qualisono stati inseriti in maniera non geometricadegli apparecchi ad incasso da 35 W e 24°, per creare macchie di luce sul pavimento.

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Foto: Francisco Nocito

3. I grandi coni con i Gem al centro

4. Effetti creati con apparecchi a LED

Lungo i percorsi vi sono grandi vani a doppiaaltezza, che legano visivamente tutti i livelli eche sono sovrastati da grandi lucernari. Al terzopiano, nella zona dei ristoranti, si può osservarela dimensione delle quattro grandi entrate di lucenaturale, che anche di notte funzionano allo stesso modo, grazie alle sospensioni Gem conlampade a induzione. I pezzi di soffitto teso conla forma di grandi vele triangolari - alcuni confinitura opaca e altri lucida - costituiscono l’inte-ressante copertura della zona dei ristoranti. Le vele opache sono illuminate indirettamente da piccole fasce di tubi T5 da 14 W, nascostenella struttura. Inoltre, sono stati inseriti apparec-chi con lampade ad alogenuri metallici da 35 Wed apertura di 30°, posizionati nei contenitorisospesi al di sopra delle vele. Si riesce così aporre l’accento sull’area dei tavolini e il risultato è uno spazio molto caldo e godibile. Anche i parcheggi sono stati contraddistinti dallaluce. Nei principali percorsi di transito vi sonoapparecchiature lineari, a sospensione, con tubifluorescenti bianchi, con punti illuminati coloratiche identificano ciascuno dei tre livelli. A sua volta, usando ancora il colore per differen-ziarla dalle altre, l’area dei box auto è stata illu-minata con plafoniere con lampade al sodio adalta pressione. Ogni box dispone di un sensore di presenza che indica, tramite LED verdi o rossi,se il posto è disponibile o occupato.Gli spazi esterni sono stati progettati come piacevoli espansioni. Nei patii principali (quellolineare e della fontana) si trovano aiuole, fontane,pergolati e aree di sosta. In ogni aiuola sono stati utilizzati proiettori MiniWoody con schermo wall washer per illuminare le piccole palme. Per produrre un effetto di continuità tra l’interno e l’esterno, lungo la facciata esterna sono posi-zionati dei proiettori Radius. I bollard Pencilaffiancano la rampa d’accesso ai parcheggi.

Progetti Dot Baires Shopping

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Progetti Pangu Plaza Hotel

Pechino, Cina

ClienteAc Morgan Investment Inc.Beijing Morgan Investment

Progetto architettonicoC.Y.Lee Architects

Il Pangu Plaza Hotel è il primo hotel a 7 stellein Cina ed è stato inaugurato in occasione delle Olimpiadi 2008. Fa parte del PangeaPlaza, un complesso architettonico affacciatosullo stadio olimpico, il Nido di Herzog & deMeuron. Il complesso, progettato da C.Y.Lee,l’architetto della Taipei 101, comprende unatorre con uffici, un museo e un eliporto, trepalazzi di appartamenti e, infine, l’edificio che ospita le 270 suite dell’albergo. Il progetto, da un miliardo di dollari, è realizzato

dalla Ac Morgan Investment Inc. e dalla BeijingMorgan Investment: grazie alla passione diMiles Kwok, presidente della Ac Morgan, per il design italiano l’hotel è diventato una splen-dida vetrina per aziende e designer italiani:arredi Meda e porte progettate da AntonioCitterio, il tutto coordinato dall’architetto italo-brasiliano Ricardo Bello Dias. L’illuminazione artificiale delle suite è garantita da apparecchi discreti ed estremamente versatilicome gli incassi multi lampada Deep Frame.

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Foto: Lv Hengzhong

1. L’hotel e il Nido di Herzog & de Meuron

2.3. Diversi ambienti dell'interno con vista sul “Water Cube”costruito per le gare di nuoto delle Olimpiadi 2008

Progetto architettonico - interniRicardo Bello Dias

Progetto illuminotecnico Studio Methis - Marinella Patetta,BPI - Brandston Partnership Inc

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Progetti Giochi di luce sul lungomare di Aalborg

Aalborg, Danimarca

ClienteComune di Aalborg

Progetto illuminotecnicoÅF - Hansen & Henneberg

Negli ultimi 4 anni, il lungomare di Aalborg è stato sottoposto a una massiccia opera di recu-pero che ha visto trasformare le dismesse areeindustriali in allegri e accoglienti spazi a dispo-sizione degli abitanti. Per l’illuminazione dellenuove aree distribuite sul lungomare, incluso il parco giochi ultimato negli ultimi mesi del2009, sono state scelte diverse soluzioni illu-minotecniche. La società di design illuminotec-nico ÅF - Hansen & Henneberg ha progettatoun sistema d’illuminazione generale a lucebianca, abbinato a un vivace gioco di luci colorate per il parco giochi attrezzato.

L’illuminazione nei pressi del chiosco e dei serviziigienici si attiva automaticamente, mentre l’illuminazione generale del parco giochi deveessere attivata dai frequentatori del parcomediante uno dei tasti a sfioramento presentisul campo. L’illuminazione resta attiva per 45minuti, dopodiché si spegne automaticamenteper essere sostituita dalle luci colorate cherimangono accese fino alla riattivazione dell’il-luminazione generale. Questa funzionalità conferisce ritmo e varietà all’illuminazione dell’area, permettendo un’efficace interazionecon lo spirito e la funzione dell’area stessa.

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Foto: SHRPA - Peter Ehlers, Ole Mikael Sørensen

1.2. Il parco con l’illuminazione d’accento funzionante

Progetto architettonico e paesaggisticoC.F Møller Architects

InstallazioneAKE Entreprise

La vivace illuminazione a colori è composta da luci applicate sui diversi elementi distintivi,come i pali e la rete metallica, che contribui-scono non soltanto a identificare e caratterizzarepeculiarmente quest’area, ma creano ancheun’impressione estetica e visiva. L’illuminazione del parco giochi è fornita attra-verso pali inclinati alti 9 metri, posti in prossi-mità dei campi di gioco e della rete, su cuisono installati proiettori MaxiWoody da 250 W e Platea da 150 W che distribuiscono una lucemorbida fornendo un’illuminazione diffusa esenza abbagliamento nello spazio circostante. Gli apparecchi utilizzano lampade ad alogenurimetallici che diffondono una calda luce biancadall’eccellente resa cromatica. Ogni palo è illuminato da 2 apparecchi ad incasso Light UpWalk Professional. La rete metallica è illuminata dall’esternomediante sistemi Light Up Walk Professionalcon ottica spot puntati su diverse aree dellarete. Ciò crea un gioco di luci e ombre che sottolinea il profilo della rete metallica ed evidenzia le variazioni di angolazione dei pali.Dagli stessi pali proviene l’illuminazione a lucecolorata del parco giochi che evidenzia il motivografico della struttura di copertura del parco e sottolinea la rete e i pali.

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Progetti Il Dhoby Ghaut Park

Singapore

CommittenteAutorità per il Nuovo Sviluppo Urbano(URA)

Progetto architettonicoSCDA Architects Pte Ltd Chan Soo Khian

Un nuovo spazio pubblico sopra la stazioneMRT di Dhoby Ghaut, denominato DhobyGhaut Green, è stato inaugurato nel settembre2009. Il Dhoby Ghaut Green è situato lungoOrchard Road, alle porte del quartiere delleArti, della Cultura, dello Studio e delDivertimento di Bras Basah. Bugis e si proponecome luogo di incontro per la comunità e comeun’oasi di pace per le persone alla ricerca di un po’ di tranquillità nel trambusto del centrocittadino. Il Dhoby Ghaut Green è stato svilup-pato dall’Autorità per il Nuovo Sviluppo Urbano(URA) ed è stato consegnato al Comitato

Parchi Nazionali (NParks) per la gestione e lamanutenzione. È stato progettato da Chan SooKhian dello studio SCDA Architects Pte Ltd.,incaricato dall’URA di concettualizzare e dise-gnare lo spazio, dopo aver conseguito il titolo di Designer dell’Anno in Architettura e DesignUrbano nel 2006 nel corso del primo President’sDesign Award, il più alto riconoscimento perl’eccellenza nel design. Il Dhoby Ghaut Green è l’ultimo di una serie di spazi aperti creati all’interno della città tramiteil Piano Regolatore degli Spazi Pubblici e delLungomare Urbano dell’URA.

Il piano punta a dare maggiore vivacità al centrocittadino di Singapore tramite spazi aperti come parchi e piazze all’interno di complessicommerciali che offrono piattaforme per incontri ed eventi della comunità. Per concettualizzareuno spazio che soddisfi al meglio le esigenze di programmazione di stakeholder e utenti finali,URA e NParks hanno organizzato diversi incontricon gruppi artistici e associazioni della comunità,istituti educativi del quartiere e organizzatori di eventi per raccogliere i loro feedback sulleprime forme di design. Il design del parco asseconda il paesaggio naturale dividendo l’area

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Foto: SCDA Architects Pte Ltd.

1.2. L’anfiteatro al centro del parco

in tre zone principali, ciascuna di esse caratte-rizzata da un’atmosfera particolare per soddi-sfare usi diversi. Nella zona centrale si trova un anfiteatro da 250 posti ispirato alla linea di un cesto di rattan, illuminato grazie all’appa-recchio Linealuce. Due piazzali antistanti l’anfiteatro servono qualispazi di raccolta e raddoppiano la capienza peraltre attività comunitarie. La zona in ghiaia nellotto occidentale è densamente ombreggiatadagli alberi, creando un ambiente tranquilloche contrasta con il trambusto del paesaggiourbano circostante.

Il lotto orientale è un zona ricoperta da un tappetoerboso destinato alle attività sportive all’aperto.Comodamente ubicato nel lato settentrionaledel prato, tra le due uscite della stazione dellaMRT di Dhoby Ghaut, un caffè offre servizi diristorazione en plein air e indoor. In linea conlo spirito di progetto comunitario sono stateofferte opportunità di sponsorship societaria per consentire alla comunità di business dicontribuire a questo spazio aperto. La iGuzziniSEA Pte Ltd, secondo questi accordi di spon-sorship, ha fornito gli apparecchi di illumina-zione del parco: Woody, Ledplus e Light Up.

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Sponsor tecnicoiGuzzini SEA Pte Ltd

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Progetti Blue Water Black Magic

Auckland, Nuova Zelanda

Cliente New Zealand National MaritimeMuseum

Architetto Pete Bossley Architects

Il brief per le soluzioni illuminotecniche di Blue Water Black Magic si è evoluto attraversouna lunga fase di gestazione e di sviluppo del progetto (in pratica 3 anni) con restrizionieconomiche imposte sin dall’inizio. Il concettoarchitettonico originale faceva riferimento ad un modello di contenitore in vetro in scala realedestinato ad ospitare NZL 32, lo scafo che ha vinto l’edizione 1995 della America’s Cup.

Per arrivare poi fino all’ultimo brief, impegnativodal punto di vista tecnico per l’assoluta peculiarità dei giochi di luce che si realizzavano sulla facciata in virtù del suo rivestimento in un materiale relativamente sconosciuto, il Danpalon. Per saggiare la reazione del materiale alle diverse sorgenti luminose, angolature ed effettidi luce è stato realizzato un modello dimostrativo

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Foto: Archivio iGuzzini

1. Vista generale del porto di Aukland

2. Dettaglio sull’edificio che contiene Black Magic

Direzione del progetto MPM Projects

Lighting DesignerAurecon Specialist Lighting Group — Building Services

della facciata in Danpalon e su questo si è sperimentato. Il modello è stato realizzatodallo studio Pete Bossley Architects. Gli elementi strutturali della facciata hannocostituito il problema principale per mettere a punto l’illuminazione interna con gli elementiportanti che si incrociano l’un l’altro in verticalee in orizzontale. La retroilluminazione dovevaessere tarata per impedire che le ombre createdalle strutture interne compromettessero l’effettosulla facciata. Le sorgenti alogene si sono rivelate le sorgenti ideali perché creavano uneffetto assolutamente particolare sul materialeindividuato: se retroilluminato da una certadistanza, raccoglie tutta la luce e la concentratrasversalmente alla direzione nella quale è

stato estruso, illuminando in modo uniforme il resto della superficie. Si è deciso di lavorare con proiettori e di distri-buirli in modo uniforme per l’intera larghezza(60 metri) delle facciate, creando un effettovisivo omogeneo. Sono stati utilizzati 7 proiettoriLingotto con lampada alogena da 150 W conuna distribuzione asimmetrica estremamenteampia in grado di creare un’illuminazione semplicissima e al tempo stesso solida, checulmina in un’illuminazione generale di inten-sità relativamente ridotta con raffinati punti dimaggiore intensità distribuiti lungo la superficie. Per illuminare la facciata di 540 mq. durante le ore che precedono il crepuscolo fino alle 23.00, si utilizza poco più di un kilowatt di

energia. Dopo il crepuscolo, è possibile utiliz-zare un carico totale di 315 W, se la facciata è illuminata. I proiettori Lingotto sono stati scelti in base al loro grado di protezione, IP66e quindi alla loro capacità di resistere anchenell’ambiente salmastro. Le fasi di prova dellesoluzioni illuminotecniche sono state sottoposteal vaglio di un ampio gruppo di azionisti e rappresentanti legali. Ci sono state vivaci discussioni riguardo ai livelli di illuminazione della superficie e alleimpostazioni orarie di accensione serale e sonostati tenuti in considerazione lo statuto comu-nale ed altri input rilevanti. Il risultato finale del progetto è stato ben al di sotto delle spesepreviste.

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Progetti Un’enoteca da premio

Monaco, Germania

ClienteFratelli Volkhardt Monaco, vendita di vini all’ingrosso,filiale del Hotel Bayerischer Hof Gebr.Volkhardt KG

Volkhardts Wein und Bistro, l’enoteca ultracen-tenaria presente all’interno dell’hotel BayerischerHof di Monaco di Baviera, offre ai suoi clienti,su una superficie di 3.000 mq., più di 700qualità di vini e spumanti provenienti da tutto il mondo, da degustare in un contesto architet-tonico che è stato insignito del premio red dotaward come product design 2009 per la cate-goria “negozi ed esposizioni”.Il design dell’interno si ispira all’idea di tradurre

due caratteristiche essenziali, apparentementecontraddittorie, del vino, ossia semplicità e complessità, in un concetto spaziale. Tende realizzate con bottiglie di vino consento-no soltanto una visuale selettiva dell’interno,destando così la curiosità del passante. La luceproveniente dall’interno e dall’esterno crea l’im-pressione che le tende di bottiglie siano dotatedi illuminazione propria e muta in funzione dell’ora del giorno e della stagione dell’anno.

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Foto: Lothar Reichel

1. Luce d’accento sulle bottiglie

2. Contrasti di luce ed ombre per l’area degustazione

I materiali utilizzati per l’arredo si ispirano aglielementi che assumono un ruolo determinantenella produzione vinicola: ossia terra, legno e vetro. L’illuminazione predominante è d’ac-cento ed evidenzia la presentazione dei vini,mentre l’illuminazione d’ambiente è contenutacreando così una certa drammaticità. Questi effetti sono stati ottenuti con proiettoriTecnica da 35 W su binario. Accessori speciali come lo schermo wall-washer

Progetto architettonicotools off.architecture Eva Durant e Andreas Notter

Interventi artisticiFriederike Straub

e frangiluce a nido d’ape consentono di realiz-zare anche in zone di conflitto un elevato confort visivo con simultaneo antiabbagliamento.L’artista Friederike Straub ha realizzato alcuniaccenti artistici scrivendo con il gesso diretta-mente sulla parete alcune citazioni sul temavino e piaceri della vita, come ad esempio l’aforisma di Oscar Wilde. “Non vi è altro modo di liberarsi da una tentazione che di soccomberead essa”.

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La mostra dedicata a Zaha Hadid si è inauguratanell’ottobre 2009 in occasione della quarta edizione della Biennale internazionale diArchitettura “Barbara Cappochin”. La mostra occupa tutto il Salone, come vienechiamata l’immensa sala medievale che si trova al piano superiore: la più grande salapensile del mondo (misura 81 metri per 27 ed ha un’altezza di 27 metri).

Cultura dell’azienda Zaha Hadid a Padova

Padova, Palazzo della Ragione27 ottobre 2009 - 1 marzo 2010

L’allestimento è stato progettato dallo studiolondinese della Hadid ed è illuminato da appa-recchi iGuzzini, sponsor tecnico della mostra.Concepita come un paesaggio urbano, l’esposi-zione coniuga la fluidità che caratterizza lo stiledell’architetto con la scenografia in cui è inserita. Il sistema di allestimento si compone di centinaiadi blocchi differenziati, ognuno destinato alla presentazione di un progetto, attraverso mezzi

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Foto: Fabrizio Marchesi

1.2. Immagini dell’allestimento

diversi quali disegni, dipinti, fotografie, modelli,prototipi e video. I lavori esposti vanno dalMAXXI di Roma al BMW Central Building diLipsia; dal Phaeno Science Center di Wolfsburgal London Aquatics Centre e includono ancheoggetti di design quali il tavolo Mesa per Vitra, la lampada Genesy per Artemide, i divani perSawaya & Moroni e B&B Italia, la Louis VuittonIcone Bag.

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Cultura dell’azienda Zaha Hadid a Padova

Il complesso progetto di illuminazione della personale di Zaha Hadid, complesso per lanotevole altezza dell’ambiente e per i punti di ancoraggio già dati e fissi, è stato realizzatograzie all’uso di binari a sospensione, proiettoriTecnica e Mini Reglette. Circa 130 proiettoriTecnica, neri per limitare l’impatto visivo nellospazio, sono stati installati su due file paralleledi binari standard posizionati ad una altezza dicirca 10 metri dal suolo. I proiettori hanno otticheflood e sorgenti luminose sia a ioduri metallicisia alogene per ottenere i livelli di illuminamento

richiesti ed un’elevata resa cromatica. Di questi proiettori, 20, sono stati utilizzati per l’illuminazione generale della zona centrale, gli altri sono stati indirizzati sui vari blocchiespositivi per creare luce d’accento. Apparecchi Mini Reglette con lampada fluore-scente da 21 W e da 28 W sono stati inseriti in corrispondenza delle pedane per l’illumina-zione wall-washer delle pareti. Fanno parte delprogetto di illuminazione anche dei blocchiluminosi sviluppati ad hoc dalla iGuzzini UK con lo studio di Zaha Hadid.

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3.4. Immagini dell’allestimento

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L’interesse nei confronti dell’ambiente e di unuso mirato e progettato dell’energia elettrica èstata sempre una linea guida nella progettazionedi apparecchi per la iGuzzini che ha presentatonel 2009 una vasta gamma di apparecchi a LED per l’illuminazione pubblica. La gamma di alcuni proiettori e lampioni già in produzione è stata ampliata introducendocome nuova sorgente luminosa il LED.L’amministrazione comunale di Lleida sta pro-cedendo con la sostituzione dei vecchi appa-recchi con Lavinia e Argo a LED all’interno delcentro storico di Leida. Nella zona di RamblaAragò e di Avenida Catalunya l’opera di miglioriaporterà ad una diminuzione del consumo energetico da circa 117.000 kWh a 75.000 kWhcon un incremento dei livelli d’illuminazionepari al 26%.

Un nuovo apparecchio, Archilede, è stato invecesviluppato per l’Enel, secondo un accordo quadroche definisce anche la commercializzazionedell’apparecchio. L’apparecchio Archilede è stato installato inItalia. Secondo dati dell’Enel, “il primo anno dicommercializzazione dell’apparecchio ha portatoa risultati molto importanti: oltre 250 Comuni,tra cui Arezzo, Vasto, Alessandria, Erba, Lodi,hanno scelto i nuovi impianti di illuminazione a LED, constatando immediatamente i vantaggidi una tecnologia assolutamente all’avanguardiaa livello internazionale. Il forte interesse cheEnti Locali ed importanti Aziende Private hannodimostrato per la nuova tecnologia di Enel Sole è la migliore testimonianza della forte innovazio-ne di mercato introdotta da Archilede, che se utilizzato su larga scala farà guadagnare alle

Cultura dell’azienda Nuovi apparecchi a LED per l’illuminazione urbana

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città italiane una posizione di avanguardia nelcampo dell’illuminazione pubblica sostenibile enel risparmio energetico. Per capire l’importanzadell’impiego di Archilede basti pensare ad alcuninumeri in termini di risparmio energetico: con i primi 400 punti luce, le 4 città pilota di Alessandria, Lodi, Piacenza e Monza hannorisparmiato per l’illuminazione pubblica circa90.000 kWh all’anno, pari a circa il 55% deirelativi consumi di Energia Elettrica in presenzadi un importante aumento della luminosità, conminori costi in bolletta e circa 45,5 tonnellatedi CO2 evitate ogni anno. Se tutti i comuni italiani, dunque, adottasseroquesto nuovo sistema di illuminazione LED,facendone il più corretto uso e sfruttandoappieno le sue caratteristiche di luminosità eregolabilità, si potrebbero risparmiare dai 2,5 ai 3 miliardi di kWh all’anno riducendo, allostesso tempo, le dannose emissioni di CO2

fino a 1,5 milioni di tonnellate, nel rispetto del contenimento dei costi e delle politiche dirisparmio energetico alle quali le AmministrazioniComunali prestano una sempre maggiore attenzione.”

Foto: Archivio iGuzzini

1.2. Piacenza

3. Alessandria

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Cultura dell’azienda Nuovi apparecchi a LED per l’illuminazione urbana

In Svizzera ci sono state delle installazioni aZurigo e a Ginevra che hanno attirato anchel’attenzione del telegiornale nazionale.In Finlandia Archilede è stato inserito ed approvatocome unico apparecchio a LED per l’illumina-zione pubblica nel portfolio della Finnish Road Administration Association. Senza questaapprovazione gli apparecchi d’illuminazionepubblica non possono essere installati inFinlandia. In Repubblica Ceca Archilede è statoaccettato fra i prodotti da testare in uno dei 6 progetti pilota, voluti dalla Eltodo, la societàche gestisce l’illuminazione pubblica di Praga.Con questi progetti pilota, la Eltodo, che staprogettando una riorganizzazione dell’illumina-zione di tutta la città di Praga, sta testando i prodotti anche di altre 5 aziende. Archilede è stato scelto per la sua efficienza energetica,affidabilità e i limitatissimi costi di manutenzione.Grazie a queste caratteristiche inoltre ha giàricevuto due riconoscimenti internazionali: il Premio IF2010, e l’FX International InteriorDesign Awards 2009. 4

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4.5. Lleida

6. Sessione di lavoro per il test in Repubblica Ceca

7.8. Gamma dei prodotti a LED per l'illuminazione ubana

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Cultura dell’azienda IV edizione del Concorso di Progetti di Architettura “Pasajes de Arquitectura y Crítica” e iGuzzini illuminazione

Nell’ottobre 2009 si sono riuniti presso la sededi iGuzzini illuminazione España i membri della giuria della quarta edizione del Concorsodi Progetti di Architettura Pasajes de Arquitectura- iGuzzini che hanno selezionato e giudicato 139lavori, prima attraverso una fase di valutazioneindividuale e poi confrontando le valutazioni.In questo modo si è avuta una prima scrematurache ha ridotto i lavori da 139 a 57.La selezione effettuata tra tutti i progetti presen-tati a questa edizione evidenzia l’ottima preparazione dei nuovi architetti della Spagna.La varietà di tematiche, progetti, grafismi e tendenze è il risultato dell’assortimento semprepiù vasto delle future possibilità che stannomanifestando i nuovi architetti della Spagna;una varietà che non è necessariamente legataad orientamenti di docenza - come succedevaun tempo -, a scuole di architettura o a tutorcon un grande potere carismatico. L’architettura presente in questa selezione è il frutto dell’impegno personale, molto forte, di questi studenti dell’ultimo anno. È il risultatodel convincimento - ormai diffuso - del fattoche il proprio modo di fare e ciò che si staimparando si possono riflettere in esercizi digrande maturità, impegno e visione del futuro.Questi progetti appartengono ad architetti chestanno già progettando l’architettura del domani. Sebbene tutti i lavori siano molto realistici, in senso pratico, la giuria ha voluto fare riferi-mento alla grande qualità dei progetti che cercanodi risolvere un problema in modo professionale,ma anche all’unico progetto che evita di fare architettura colta, per risolvere un problemain Africa con la modestia delle risorse reali,distanziandosi dallo sforzo di design, implicitonegli altri lavori presentati.Dopo un ulteriore selezione che ha ridotto ilavori a 31 è stato poi individuato un gruppo di finalisti composto da 14 progetti, tra i quali imembri della giuria hanno deciso all’unanimità

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Foto: Archivio iGuzzini

1. Tavola del lavoro vincitore del Primo Premio

2. La Giuria al lavoro

GiuriaJavier Jiménez architetto vincitore della terza edizione del concorso;Piergiovanni Ceregioliarchitetto, direttore del Centro Studi e Ricerca di iGuzzini, Recanati

Jose Luis Penelasarchitetto, docente di progettazione alla Scuola di Architetturadell’Università Europea, MadridJosep Miàsarchitetto, responsabile dello StudioMiAS Arquitectes, Barcellona

José Ballesteros e Josep Masbernat in rappresentanza di Pasajes deArquitectura e iGuzzini illuminazioneGala Martínezsegretaria della giuria.

l’assegnazione del primo premio, mentre dopoun approfondito confronto tra gli altri finalisti, la giuria ha deciso di non assegnare il secondopremio data la difficoltà di stabilire una distin-zione netta e la mancanza di argomentazioniobiettive per definire un ordine di riferimentotra i finalisti.I membri della giuria hanno posto l’accento sul fatto che il primo premio dimostra che non si tratta solo di un progetto di architettura. Josep Miàs ha voluto mettere a verbale la sua riflessione personale su questo progetto:“Sicuramente la vincitrice ignora l’esistenza di molte riviste ed è più interessata ai libri.Sicuramente la sua architettura non si capisceguardando solo le illustrazioni o le fotografie,ma leggendo e visitando i luoghi, scoprendo e immaginando le sue architetture e i suoioccupanti.Propone di tessere una nuova ragnatela sullerovine per tanto tempo dimenticate vicino adAlcoy. Che posto fantastico! Le avvolge come se fosse un nuovo vestito, sul quale compaionoi suoi abitanti alati, striscianti, un nuovo luogoper abitare senza riconoscervi un posto già noto e ancor meno immaginabile. I riferimentiapparterranno solo al mondo dell’autrice o aluoghi condivisi con gli autori dei libri che haletto e non a tutto ciò che riconosciamo facil-mente, troppo facilmente. È fantastico giocare, con un certo impegno, atrovare la complicità con i suoi disegni, i suoisegni, i suoi schizzi in chiave, i suoi tatuaggi, a lasciarsi incantare da questa magia.Sicuramente premiamo la persona che ci propone di entrare in un mondo immaginario, la persona che sta lottando per trovare il suoprogetto, perché il progetto non esiste ancora,ma esiste già il vero architetto”.Per quanto riguarda i premi speciali della sezione illuminazione, ai sensi del regolamentodel concorso, tra i progetti che hanno raggiunto

la fase finale sono stati selezionati quelli chesecondo la giuria, sia nello sviluppo sia nellapresentazione, hanno affrontato in profondità lo studio illuminotecnico e hanno usato la lucecome strumento progettuale considerandonel’interazione con gli spazi e i materiali.Nel caso del progetto “Nuovo aeroporto diCordoba”, spiccano la complessità formale e la geometria completa che compongono il pro-getto, e d’altro canto la vena d’ottimismo intempo di crisi, quando tutti tendono all’austerità.Nel progetto “Immobili multiuso: CentroCongressi Internazionali di Almada” spicca l’ambi-zione di risolvere tutto in un progetto di grandeportata in cui si arriva addirittura a trasformare un progetto di prova finale in un progetto ese-cutivo. La cerimonia di premiazione si è svolta il 12 novembre a Madrid, presso il centro culturale Matadero Madrid.

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Cultura dell’azienda IV edizione del Concorso di Progetti di Architettura “Pasajes de Arquitectura y Crítica” e iGuzzini illuminazione

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Foto: Archivio iGuzzini

3. Il gruppo dei vincitori

4. Tavola del progetto di Juan Antonio Sosa Gallego

5. Tavola del progetto di Javier Munoz Galàn

Lavori premiati

1º PremioAmelia Vilaplana de MiguelRecupero ambientale e paesaggistico del fiume Moliner

Premio specialeJuan Antonio Sosa GallegoNuovo aeroporto di Cordoba

Premio specialeJavier Muñoz GalánImmobili multiuso: Centro CongressiInternazionali di Almada

Menzione d’onoreIon Cuervas - MonsMercato e piazza Mostenses

Menzione d’onoreBeltrán Presas Javaloyes9 strategie per l’abitabilità della comunità rurale Dekiri (Ghana)

Menzione d’onoreJavier SantamaríaRipristino dell’antico mulino del Daular

Menzione d’onoreDiego Ceresuela WiesmannSouth Street Seaport Rehab

Menzione d’onoreLys Villalba RubioStrumenti architettonici per il ripristino di aree degradate

Menzione d’onoreGad Peralta IglesiasRiutilizzo dei mulini ad acqua, centro di ricerca e recupero degli uccelli

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Cultura dell’azienda Danzare con la Luce: lo spettacolo “Framed”

Londra, Regno Unito

La notte del 7 Marzo 2009 una vecchia fabbricadi Londra si è trasformata in un paesaggio disuoni e luci per opera di “Ginger in Orange”duo composto dalla musicista Christin Rauter e Camilla Maling, tecnico del suono e ballerina. L’illuminazione ha avuto un ruolo speciale, inquanto progettata per dare risalto al rapportotra suono e movimento. Christin Rauter e Camilla Maling hanno volutocreare una serie di spazi che risultassero evo-cativi di altrettanti luoghi e tempi: un magazzi-no industriale, un salotto di fine secolo, unpanorama sonoro d’atmosfera, una boutique di costumi, un libro di racconti… Il pubblico èstato invitato a esplorare, in momenti stabilitidello spettacolo, il proprio ruolo di spettatorepassivo e attivo nel suo vagare tra le variegatedimensioni create dalle performance dal vivo e pre-registrate dello show. L’intenzione delconcetto illuminotecnico di Karolina M.Zielinska era di attirare e concentrare l’atten-zione sugli artisti, sulle loro performance o sudiversi oggetti e la riuscita di questo evento ha

dovuto considerare aspetti ed elementi moltodiversi fra di loro. La iGuzzini è intervenuta inqualità di sponsor tecnico dietro precisa richie-sta della progettista. L’intento dello spettacoloera quello di ricreare ambienti ed atmosferemagiche e surreali in cui si fondessero musica,danza ed immagine. L’intervento iGuzzini si è concentrato in modo particolare nella “Salaprincipale” dove i visitatori potevano scorgereattraverso tendaggi trasparenti altri ambienti,manufatti ed oggetti, come costumi fluttuantisospesi a diverse altezze e lentamente ruotantisu un asse posto all’interno per creare un giococontinuo di luci e ombre sul pavimento discena. Gli abiti, realizzati per l’occasione dallastilista Amin Philips, erano illuminati dall’inter-no da apparecchi a LED di colore blu intenso,dando l’impressione che volassero nello spazio.In una stanza un attore leggeva alcuni branitratti da Alice nel Paese delle Meraviglie e glispettatori potevano sedersi al tavolo su cui leporcellane rotte di Alice ed i pasticcini erano illuminati da un Le Perroquet a basso voltaggio. 1

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Foto: Julia Burstein; Lillie Toogood

1.3. Momenti dello spettacolo

2. Spettatori scendono per la stretta scala che collega gli ambienti. Il quadro all’inizio della scala è illuminato da Le Perroquet.

4. Gli spettatori ed i musicisti nella Sala da te.

5. Le immagini fotografiche come note su un pentagramma.

“Framed” Tamara Hasselblatt - pittriceCarmel Morrissey - attrice, cantanteAmin Phillips - stilista di moda, DJGerd Schickentanz - DJBing Smith - fotografo, attoreGeorgina Toogood - fotografa, designer graficoAdrianne Wininsky - violoncellista

http://www.gingerinorange.com/live-past.html

Sponsor TecnicoiGuzzini illuminazione UK

Notizie sull’Autore

Karolina M. Zielinska M.S.Arch., Dipl. Ing. Arch(FH). Karolina si è laureata in Architettura eUrbanistica alla Gdansk Technical University inPolonia e ha conseguito la laurea in Ingegneriaedile con indirizzo architettonico a Hildesheim in Germania. In precedenza ha lavorato per studi di consulenza illuminotecnica come L-plan Lighting a Berlino, Fisher Marantz Stone a NewYork e Speirs and Major Associates a Londra. Nel gennaio 2008, Karolina è entrata a far

parte del Light Bureau come Senior Designer, diventando poi Socia dello studio, e da allora halavorato a progetti di grande rilievo, come il QuartierGenerale della Nato a Bruxelles e i giardini botaniciKings Abdullah International Gardens a Riyad(Arabia Saudita), vincendo inoltre l’appalto per la Golden Square di Birmingham e il Verta Hotel 5 stelle di Londra. È membro attivo della PLDA e tiene corsi di livello universitario sulla progettazionee il design illuminotecnico. Ha partecipato a nume-rose conferenze internazionali e scritto articoli perla stampa internazionale del settore.

Nell’angolo di una stanza, due musicisti al pianoe al violoncello suonavano accompagnando l’ingresso in scena dei danzatori e delle loroestemporanee coreografie ispirate alle diversecomposizioni acustiche. Sopra lo spazio dei danzatori, dei proiettori Le Perroquet con apertura di 24° su binariocreavano accenti di luce sul pavimento, per-mettendo anche di illuminare le pareti. Le Perroquet invece a basso voltaggio e conun’apertura di 10° era puntato sulla tastiera e sul violoncello. Su vari schermi al centro della stanza erano inoltre proiettate inquadraturedelle mani sul piano riprese dal vivo durante la performance. Nella “Gallery” le fotografie sulla parete volevano ricreare le note su un pentagramma. La parete è stata illuminata inmodo radente grazie ad apparecchi Linealuceche creano anche ombre suggestive.

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Sul finire del 2009 la iGuzzini ha presenziato invario modo ad un numero rilevante di convegni.È stata “Gold Sponsor” della seconda edizionedella Professional Lighting Design Conventionorganizzata dalla PLDA (Professional LightingDesign Association) che si è tenuta a Berlino dal 29 al 31 ottobre 2009. Il convegno ha avutoun notevole successo fin dalla prima edizione che si è svolta a Londra nel 2007 ed è diventatoil principale luogo e momento d’incontro interna-zionale per scambiare idee e fissare nuovi obiet-tivi circa la professione del lighting designer. Il convegno si è articolato secondo un programmadi conferenze di 3 giorni. della manifestazione.La iGuzzini ha partecipato presentando una rela-zione dedicata al progetto “Conoscere la Forma”.La iGuzzini, con il coinvolgimento diretto dellafiliale cinese è stata sponsor del convegno“Tanteidan Beijing 2009”, che si è tenuto dal 13 al 16 ottobre 2009 a Pechino. Il tema delconvegno internazionale organizzato dal gruppoTANTEIDAN è stato “Enjoy Lighting with Ecology”.Lighting designer di fama internazionale hanno

affiancato studenti provenienti da tutto il mondoper capire come costruire migliori sistemi di illuminazione dal punto di vista energetico, senza sacrificare la qualità del nostro stile di vita. TANTEIDAN (Transnational Lighting Detectives) è un gruppo di studio non-profit orientato all’ap-prendimento della cultura illuminotecnica attra-verso metodi pratici. È stato fondato nel 1990 dal lighting designer Kaoru Mende e ad oggiconta 500 membri tra lighting designer, esperti di tecniche didattiche, aziende, architetti e stu-denti da tutto il mondo. Si è tenuto a Cuba dal30 Novembre al 2 Dicembre 2009 l’VIII ConvegnoInternazionale sulla pianificazione e gestione dei centri storici dal titolo: “Il centro storico: vulnerabilità, rischi e mitigazioni in situazioni di disastri”. L’intervento iGuzzini ha avuto duefasi. Nella prima è stata presentata la metodolo-gia per il piano della luce per l’Havana Vieja cheè frutto della collaborazione internazionale sotto-scritta nel 2007 fra l’Oficina del Historiador e l’azienda. La metodologia è stata presentata aglioltre 200 partecipanti al convegno, provenienti

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Cultura dell’azienda Condividere il sapere

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da 14 paesi diversi, e principalmente dall’AmericaLatina, con due relazioni ed un percorso espositivoin cui una serie di immagini di simulazionimostravano quello che sarà il nuovo aspettonotturno della città. Concluso il Convegno, le tavole sono state spostate nella FototecaPubblica dell’Avana, così da condividere con tuttigli abitanti di L’Avana la proposta. Il 7 Dicembresi è tenuto presso l’Università San Girolamodell’Avana, un seminario aperto a professionistidella Oficina de l’Historiador, architetti ed inge-gneri e rappresentanti di organizzazioni comeInternational Council of Museums - ICOM el’International Council on Monuments and Sites(ICOMOS) che si occupano della prevenzione,della conservazione e dello sviluppo del territoriocubano. L’intervento della iGuzzini, dal titolo:“Concetti generali dell’illuminazione architettonica”ha spiegato nel dettaglio la nuova metodologiaper il piano della luce per il centro storicodell’Havana. Il 3 Dicembre 2009 si è svoltoinvece ad Istanbul un seminario sulle tecnolo-gie italiane per l’illumınazıone urbana, museale

ed architettonica, organizzato dall’ICE, nell’am-bito del progetto di promozione del know-howitaliano dell’illuminazione professionale inTurchia. L’evento si inserisce nell’ambito del pro-gramma “Italian Lighting Design for Istanbul2009” che comprende, oltre al seminario, le illu-minazioni architettoniche di alcuni monumentidella città, fra cui la famosissima Torre di Galata. La iGuzzini ha partecipato presentando gli inter-venti più recenti e più significativi realizzati inquesti settori. A Il Cairo si è svolto il convegno“Cultural Heritage Cairo 2009” nei giorni 6, 7 e 8Dicembre 2009. Al convegno hanno partecipatocirca 400 rappresentanti di istituzioni culturaliprovenienti prevalentemente dall’Europa edall’Africa. L’architetto Piero Castiglioni ha parte-cipato, affrontando le tematiche collegate alla illuminazione dei Beni Culturali, portando adesempio alcuni progetti illuminotecnici realizzatiin Italia con la collaborazione della iGuzzini, inparticolare, l’intervento realizzato a Ferrara, pres-so Palazzo Schifanoia e l’illuminazione della scala di Santa Maria del Monte a Caltagirone.

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1.2. Momenti della Professional Lighting Design Convention

3. Logo di “Italian Lighting Design for Istanbul”

4. Un momento del seminario a L’Havana

5. Depliant del seminario a L’Havana

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Light Mapping NYC

New York, novembre 2009

Nel novembre 2009, dopo le Light MappingLondon e Rome, iGuzzini è tornata a sostenerequesta iniziativa, attraverso la sua filiale NordAmerica, sponsor della sessione newyorkese. Lightmapping NYC, che fa parte del progetto sviluppato da PLDA in collaborazione con laLighting Forum of New York (DLFNY) e laIlluminating Engineering Society New York CitySection (IESNY), riunisce attorno ad un forum dilivello internazionale l’intera comunità di lightingdesigner newyorkesi, per discutere dello statoattuale dell’ambiente notturno della ciità, dellesue origini e delle possibili evoluzioni per il futuro.L’evento è costituito da numerose “Lightwalks”,passeggiate notturne in luoghi individuati comesignificativi dal punto di vista illuminotecnico diNew York. Le guide di queste passeggiate sonolighting designers di fama mondiale. Gli stessiLighting Designers, hanno presentato poi le conclusioni tratte da questa attività, durante un convegno/workshop conclusivo moderato da Glenn Shrum, coordinatore della PLDA USA.L’evento era aperto a tutti ed i partecipanti sono stati guidati da: Wayne Norbeck(Gluckman Mayner Architects) che ha invitatole persone coinvolte a cercare il buio fra le luci di Times Square; Leni Schwendinger, Ute Besenecker (Light Projects Ltd.) e BrianMcGrath (Urban Designer) che hanno fattoriscoprire le sfumature della notte nei luoghiattorno Old St Patrick’s Cathedral; Julian Kline(Meatpacking District Initiative) che ha guidatoi partecipanti attraverso la nuova e la vecchiaarchitettura del Meatpacking District; FrancisMilloy (Terreform) ha accompagnato i parteci-panti attraverso una sezione trasversale diMidtown West, Manhattan; Nathalie Rozot(Nathalie Rozot Planning & Design) che haesplorato insieme agli avatar la notte virtuale di Second Life portando alla luce nuovi modi di illuminare; Stephen Horner (Tillett LightingDesign) che ha concluso il percorso regalandouna visione esterna di Manhattan attraverso il Brooklyn Bridge e DUMBO.

Cultura dell’azienda

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Cultura dell’azienda

“LED - Light Exhibition Design”,edizione 2009Milano, Italia

Dal 6 dicembre al 10 gennaio 2010 il comunedi Milano ha ospitato “Light Exhibition Design”2009 (LED) evento in cui architetti, lightingdesigner e artisti hanno messo a punto progettiilluminotecnici per alcuni elementi architettoniciche caratterizzano lo skyline di Milano. La iGuzzini è stata sponsor tecnico del progettodi illuminazione “A tower of light” per la TorreBranca, capolavoro di Giò Ponti per la Milanodegli anni Trenta.La Torre, si eleva con i suoi 108 metri di tubi di acciaio all’interno del Parco Sempione ed è stata illuminata utilizzando proiettori Platea LED a luce colorata e variabile che trasformano la torre in un segnale luminoso nel paesaggionotturno della città.

IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno XII, 21

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 [email protected] video

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Hanno collaborato a questo numeroiGuzzini illuminazione China Ltd.iGuzzini illuminazione Deutschland GmbHiGuzzini illuminazione España S.A.iGuzzini illuminazione France S.A.iGuzzini illuminazione DKiGuzzini South East AsiaiGuzzini illuminazione UKE.C.C. Lighting LTD, AustraliaProyecto Illuminaciòn, Argentina

Foto di copertinaLothar Reichel

Finito di stampare: Aprile 2010Tecnostampa, Recanati

I. 201021 Incontroluce

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

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Leni Schwendinger / Piero Castiglioni / Luca Braguglia / Studio Cerri & Associati / Frank O. Gehry / Emmanuel Nebout Architetto / StudioPfeifer y Zurdo / Pablo Pizarro / George Berne / C.Y. Lee ArchitectsRicardo Bello Dias / Studio Methis / BPI / ÅF - Hansen & HennebergCF Møller Architects / SCDA Architects Pte Ltd / Pete Bossley ArchitectsAurecon Specialist Lighting Group / tools off.architecture / Zaha Hadid