INCONTRO CON UN UOMO STRAORDINARIO - ULTIMO
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INCONTRO CON UN UOMO STRAORDINARIO - ULTIMOtratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
La Magia rivela le trame degli Universi; labbra sfingea che svela l'uomo all'uomo. Essa non è pane
per cialtroni e sfruttatori dell'umano bisogno. Essa non è mera ricerca di potere. La Magia è captare e
manovrare i due principii cosmici, l'uno attivo e l'altro passivo, al fine di raddrizzare ciò che è storto e
piegare ciò che è rigido. Il mago coopera con la Natura e ne individua i vincoli invisibili che tutto
legano. Gli stregoni fanno uso, invece, di energie appartenenti al regno oscuro, sublunare, che solo in
apparenza assumono le forme della Natura. La Magia non è una scienza, è un Arte, cangiante,
creativa, analogica, immaginifica. I rituali da soli non funzionano, per far scattare la Magia ci vuole
passione e conoscenza. Ci vuole il fuoco per incendiare. La Magia non si impara, si trasmette.
Scandurra, tra una pesata di pere e cavoli, in procinto di attraversare botole, o nel momento più
pericoloso, almanacca sulle piccole cose e sulle grandi imprese.
• Cerca di non arrecare dolore, supera la violenza con la conoscenza, fai morire ogni
autoinganno.
• Guardati le spalle e cammina muro muro, ma al tempo stesso non ti chiudere del tutto, lascia
socchiuso l'uscio.
• La magia è tutto un universo in cui vivere.
• Ogni azione magica, produce l'effetto di ritorno, tienilo nel dovuto conto.
• La trasmutazione avviene se sei disposto a tutto... e spesso non basta.
• Non aver fretta di riuscire, quando credi che la meta sia lontana essa si avvicina e viceversa.
• Domina la paura, ma non eliminarla del tutto, essa può salvarti la vita.
• Distruggi lo stronzo che è in te, perché abbiamo bisogno di uomini coraggiosi, leali, umili, non
di prepotenti.
• Tutto ha una forza, o la afferri o la eviti, perché contrastarla?
• Solo durante il plenilunio raccoglierai la pianta che ti curerà, la linfa è più forte ed efficace.
• Senti quando il tempo è propizio per ricevere visioni e viaggiare. Tutto obbedisce ad influenze
stellari positive e negative. Muoviti in base a questa legge.
• Non mi serve gente che fa resistenza, ma che mi aiuti a spingere.
• La presa salda ma non serrata, le ginocchia appena piegate, le spalle rilassate. Nessuna
tensione nella schiena. Le tensioni rendono lenti. Se sei lento, muori!
• Le cose succedono...
• Il Grande Varco è l'unico lontano evento cosmico verso cui tende ogni cosa creata.
• Chi entra nella mia bottega, è sempre un uomo che sta cercando di rimettere insieme la sua
vita.
• Per conoscere, impara a fare.
I professoroni di scuola ci dicono che la terra scompare nella vastità dell'universo. Io ti faccio vedere
che la terra è il crocevia dei Nove Mondi.
Incontro con un uomo Straordinario – ULTIMO / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
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Scandurra
«Una nuova visione sta cominciando a formarsi e una nuova coscienza a spiegarsi. Si avverte già un
nuovo entusiasmo e un nuovo fremito della stessa vita. Una forza nuova nata dalla sofferenza pulsa
nelle vene e una nuova simpatia e comprensione sta scaturendo dalla passata sofferenza. Un più
vivo desiderio di vedere altri soffrire di meno e, se devono soffrire, vedere che lo sopportino
nobilmente e ne escono senza eccessive ferite. Io Krishnamurti adesso ho zelo più ardente, fede più
grande, simpatia più viva e amore più forte. Adesso so, e ne sono più certo che mai, che nella vita
esiste veramente una Bellezza , una felicità che nessun avvenimento materiale può sconvolgere, una
grande forza che gli eventi transeunti non possono indebolire e un grande Amore permanente,
imperituro e invincibile».
Jiddu Krishnamurti
«La Verità arriva come un ladro di notte, quando meno ve lo aspettate. Vorrei poter inventare un
nuovo linguaggio, ma non potendolo, vorrei distruggere tutti i vecchi frasari e le antiche concezioni.
Nessuno può darvi la liberazione, dovete scoprirla da voi, ma dato che io l’ho trovata vorrei indicarvi la
via. Chi ha acquistato la liberazione è diventato il Maestro, come me. Consiste nel potere che tutti
hanno di entrare nella Fiamma, di diventare la Fiamma. La liberazione non è per pochi eletti. La
liberazione è vita e la cessazione della vita. È un gran Fuoco e quando vi entrate voi diventate la
Fiamma e diventate scintille, lingue, particelle di quella Fiamma.
Io sostengo che esiste una Vita Eterna che è la sorgente e la foce, l’inizio e la fine e pur sempre
senza fine e senza inizio. Solamente in quella Vita ci si realizza veramente. E chi riesce a realizzare
quella Vita, possiede la chiave della verità senza limiti. E quella Vita è per tutti e in quella Vita sono
entrati il Buddha e il Cristo. Dal mio punto di vista, ho raggiunto e sono entrato in quella Vita. Quella
Vita non ha forma come la verità non ha forme e non ha limiti. E a quella Vita tutti debbono tornare».
Jiddu Krishnamurti
«Nihil sine domino» avvertono i Gesuiti, nulla accade senza la volontà di Dio.
La grandezza, per quanto breve, ce la portiamo sempre dentro.
Il Lumen è la corrente primaria donata a chi è disposto a tutto per la causa; energia d'accesso ai Nove
Mondi, ma pure fardello di responsabilità.
Gli adulti in genere e gli insegnanti in particolare, spesso dimostrano di avere serie difficoltà rispetto
alle esigenze dei giovani; tutt'al più rimandano la patata bollente allo psicologo, ovvero tutto ciò che
nei ragazzi appare come naturale crisi ed inquietudine da attraversare, diventa un problema
allarmante da esaminare ed analizzare. Scandurra non analizza il suo allievo né lo esamina ma lo
prende con sé così com'è, perché sa che in quel volto pieno di domande c'è un destino e nell'istante
della comunicazione di sé (attraverso l'insegnamento) esso si rivela, senza rimandi.
Incontro con un uomo Straordinario – ULTIMO / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
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Dormono nella terra degli antichi miti,
dodici presagi dei fiumi, dodici
auspici della primavera.
Al loro risveglio saranno guerrieri
di obliata tradizione. Le loro memorie inaugurano
il tempo annunciato dai poeti.
Cavalli e leoni misteriosi nella casa
del Orixá,
dodici fulmini invisibili che mutano segno
dei mesi.
Al loro risveglio cresceranno senza tempo,
molteplici e segreti, come
radici della terra
e stupiranno le orecchie del mercante e dello zappaterra
e abbatteranno i templi
che alieni dèi sorressero.
Pablo Armando Fernandez
Il YICHING, il nostro Maestro, l'ha detto: Calpestando la brina della cattiva abitudine, il ghiaccio del
male e della disgrazia sopraggiunge; ora, sono secoli che quelli dell'Occidente calpestano la brina, ed
hanno costruito un tale muro di ghiaccio che il calore della verità non arriverà mai a fonderlo. Avete
bruciato i templi, rovinato i bambini, disperse le ossa degli avi. Così fecero un tempo i mongoli nel
nord dell'impero... Ma ecco il vostro maggior crimine: mentre noi abbiamo devotamente conservato,
voi avete dimenticato la vostra origine e il vostro destino; ignorate addirittura ciò che siete, e i vostri
sapienti, con i vostri applausi, vi pretendono figli di scimmie; quando, per caso, vi ricordate il nome
dell'Assoluto, è per trascinarlo nel fango del vostro ignorante disprezzo. Avete spento, a vantaggio del
corpo imbecille, ogni chiarezza dello spirito; per la perfezione degli ingranaggi dei vostri orologi e delle
vostre macchine, avete perso la conoscenza del movimento dell'universo. E vagate orgogliosamente
nelle tenebre più cupe, a tal punto che tu - che credo essere un mandarino della tua razza - sei
accecato dalla fiamma vacillante che ti ho messo in mano, come da un sole.
Matgioi, La Via del Taoismo Melita Ed. p. 237
Le nostre città civilizzate nascono morte, somigliano agli scheletri degli alberi giovani, uccisi dai vermi
durante la crescita. Perché se l'obiettivo del cosiddetto progresso, delle cosiddette civiltà, è ottenere
la felicità dell'uomo, senza dubbio è un obiettivo fallito. Gli Ashannca, i Campa, invece, sono felici,
vivono in armonia con la natura, con la natura del reale-reale e con la natura del reale-sognato, non
contendono a nessuno lo spazio per vivere, e sono loro dunque, e non noi, i civilizzati, i detentori del
progresso, i vivi. Sono città vive, selve piene di porte inaspettate, aperte soltanto per chi le sa vedere,
per chi le sa fare, varcare e meritare, nel sonno e nella veglia, porte invisibili tra la folta vegetazione e
Incontro con un uomo Straordinario – ULTIMO / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
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il pericolo costante, rischi che danno dignità, danni che fortificano!
César Calvo, Le tre metà di Ino Moxo e altri maghi verdi - Feltrinelli p. 172
Fra i tratti caratteristici della mentalità moderna, e come argomento centrale del nostro studio,
prenderemo subito in esame la tendenza a ridurre ogni cosa al solo punto di vista quantitativo,
tendenza talmente radicata nelle concezioni 'scientifiche' degli ultimi secoli, e reperibile d'altronde
altrettanto nettamente negli altri campi, come ad esempio quello dell'organizzazione sociale, da
permettere quasi di definire la nostra epoca essenzialmente e innanzitutto come il regno della
quantità. Se adottiamo questa categoria a preferenza di qualsiasi altra non è tanto o principalmente
perché sia più visibile o meno contestabile, ma perché ci appare come veramente fondamentale, dato
che tale riduzione al quantitativo traduce rigorosamente le condizioni della fase ciclica raggiunta
dall'umanità nei tempi moderni, e perché la tendenza in questione conduce logicamente al punto
d'arrivo di quella 'discesa' effettuantesi a velocità sempre più accelerata, dall'inizio alla fine di un
Manvantara, cioè nel corso di una manifestazione di una umanità come la nostra. Tale 'discesa',
come abbiamo già avuto occasione di affermare, non è altro che il graduale allontanamento dal
principio, necessariamente inerente ad ogni processo di manifestazione; in virtù delle condizioni
speciali di esistenza cui il nostro mondo deve sottostare, il punto più basso riveste l'aspetto della
quantità pura priva di qualsiasi distinzione qualitativa; è ovvio che si tratta esclusivamente di un limite,
e che quindi si può parlare solamente di 'tendenza', poiché nello svolgimento del ciclo tale limite non
può assolutamente essere raggiunto, trovandosi in qualche modo al di fuori e al di sotto di qualsiasi
esistenza realizzata o realizzabile.
René Guenon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi Adelphi pp. 12, 13
Quanto ai mezzi mediante i quali l'Occidente è giunto ad affermare questa dominazione, basta
riportarsi a quanto ne abbiamo detto in altre opere, per convincersi che, in definitiva, essi si basano
esclusivamente sulla forza materiale, il che, in altri termini, equivale a dire che la dominazione
occidentale non è altro essa stessa che un'espressione del 'regno della quantità'.
R. Guenon, Il Regno della Quantità... p. 16
Poiché lo svolgimento discendente della manifestazione, e quindi del ciclo che ne è espressione, si
effettua dal polo positivo od essenziale dell'esistenza verso il suo polo negativo o sostanziale, ne
consegue che tutte le cose devono prendere un aspetto sempre meno qualitativo e sempre più
quantitativo; ed è per questo che l'ultimo periodo del ciclo deve tendere, in modo del tutto particolare,
ad affermarsi come il regno della quantità.
R. Guenon, Il Regno della Quantità... p. 47
Negli individui la quantità predominerà tanto più sulla qualità, quanto più saranno ridotti ad essere, se
così si può dire, dei semplici individui, e quanto più saranno, appunto per questo, separati gli uni dagli
altri, il che, si badi, non vuole affatto dire più differenziati, poiché vi è anche una differenziazione
Incontro con un uomo Straordinario – ULTIMO / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
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qualitativa che è proprio l'inverso di quella differenziazione del tutto quantitativa che è la separazione
in questione. La quantità, torniamo ad insistere, può soltanto separare, non unire; sotto forme diverse,
tutto ciò che procede dalla 'materia' non produce altro che antagonismo fra quelle 'unità' frammentarie
che sono all'estremo opposto della vera unità, o che almeno vi tendono con tutto il peso di una
quantità non più equilibrata dalla qualità....
La conclusione deducibile da quanto precede è che l'uniformità, per essere possibile, supporrebbe
esseri sprovvisti di qualsiasi qualità e ridotti a semplici 'unità numeriche'; ed è perciò che un'uniformità
del genere non è mai realizzabile di fatto, e che tutti gli sforzi compiuti a tal fine, specie nell'ambito
umano, possono avere l'unico risultato di spogliare più o meno completamente gli esseri delle qualità
loro proprie, e di fare di essi qualcosa che assomiglia al massimo a semplici macchine, in quanto la
macchina, prodotto tipico del mondo moderno, è appunto ciò che rappresenta, al più alto grado finora
raggiunto, la predominanza della quantità sulla qualità. Proprio a questo tendono particolarmente dal
punto di vista sociale, le concezioni 'democratiche' ed 'egualitarie' secondo cui tutti gli individui si
equivalgono, supposizione assurda la quale induce a ritenere che tutti debbano essere ugualmente
adatti a non importa cosa...
R. Guenon, Il Regno della Quantità... pp. 51-55
L'occidente moderno, del resto, non si accontenta di imporre a casa sua un tal genere di educazione;
egli vuole imporlo anche agli altri, unitamente a tutto il complesso delle sue abitudini mentali e
corporee, al fine di uniformare il mondo intero di cui contemporaneamente uniforma l'aspetto esteriore
mediante la diffusione dei prodotti della sua industria. Ne deriva la conseguenza, solo in apparenza
paradossale, che il mondo è tanto meno 'unificato' nel senso reale del termine, quanto più diviene
uniformato.
R. Guenon, Il Regno della Quantità... p. 55
I tempi mutano, e con essi le richieste. Così anche nell'annata cosmica vi sono primavere ed autunni
di popoli e di nazioni, che richiedono trasformazioni sociali.
R. Wilhelm, I CHING da "Il Sovvertimento", "La Muda" p. 216
Se parliamo di evoluzione, intendiamo il graduale spiegamento nel tempo di ciò che è potenzialmente
presente ma non è ancora apparso nella visibile e tangibile realtà. Ogni fase è un aspetto del tutto
sotto le date condizioni del tempo e delle circostanze. Se possiamo vedere le connessioni causali,
parliamo di evoluzione. Se il processo occorre spontaneamente, parliamo di mutazione. Il primo è un
processo che avviene perifericamente, cioè nel medium del tempo; l'altro avviene radialmente,
direttamente dal centro senza tempo, tagliando verticalmente, per così dire, attraverso i movimenti del
tempo e della causalità.
A. Govinda, The Inner Structure of the Book of Changes Wheelwright p. 9
La croce eretta sul Golgota rappresenta un riposizionamento dell’asse terrestre e dell’animo umano.
Incontro con un uomo Straordinario – ULTIMO / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
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L'aquila non può levarsi a volo dal piano terra; bisogna che saltelli faticosamente su una roccia o su
un tronco d'albero: ma da lì si lancia alle stelle.
Hugo von Hofmannstha
Fausto Gianfranceschi, aforismi scelti da Aforismi del dissenso
“Conosci te stesso”: mai sentenza è stata più difficile da eseguire. Quanto a conoscere gli altri,
nessun oracolo prova nemmeno a suggerirtelo.
Dignità: non ci sono scuole per conseguirla. Ovvero ci sono scuole per stroncarne anche la memoria.
Avanguardia, in genere destinata alla distruzione. La storia apparterrà al grosso dell’esercito.
Le rinunce, più dei successi che non mi sono del tutto mancati, mi hanno modellato. Lo scultore opera
togliendo.
Julies Evola è l’ultimo erede dello stoicismo romano: “Fai che ciò su cui nulla puoi nulla possa su di
te”.
Il silenzio e la parola: due innamorati.
Talvolta abbiamo il coraggio di giudicarci come il più severo dei tribunali, e non ci assolviamo; però
trascuriamo di infliggerci la pena.
Chi crede in Dio ha talvolta un dubbio. Chi crede in Darwin non lo ha mai.
Egualitarismo moderno: dove trovare qualcuno che non sia “sopra la media”.
L’antinconformismo? Essere buoni.
Uscire di casa, tornare a casa: sono due gesti quotidiani in apparenza banali; invece hanno un
formidabile senso simbolico. Se non esci ti avveleni, se non torni ti perdi.
Una scritta su un muro di Roma: Nietzsche è morto. Firmato Dio.
“Lo spirito è forte ma la carne è debole”. Questo valeva una volta, mentre oggi è il contrario: la carne
– in questa civiltà medicalizzata, ospedalizzata, plastificata – è forte, ma lo spirito è invigliacchito dalla
vanità e dall’avidità.
Non si sconsacrano solo le chiese, si sconsacrano anche le parole. Si pensi alla parola erotico: dal
mito al cicaleccio idiota.
Dio ha più risposte di quante domande hanno gli uomini: per questo sembra che non risponda.
Il nichilismo? Siamo così sprofondati che sembra un valore.
Se cerchi di seguire i comandamenti soltanto come obbligo morale, ti precludi di intendere che essi
indicano anche la via verso la sapienza che è sopra la morale.
Non sei solo se sai guardare.
La poesia è sempre sacra. O non è poesia.
Si cammina avanti, poi insensibilmente si devia, si percorre un arco e si torna indietro, sempre più
indietro. Questo è l’itinerario della Sapienza.
Spero perché è assurdo e impossibile, altrimenti sarebbe una ben pigra speranza.
La vita è una seconda gravidanza che ci porterà a una seconda nascita. Intanto tiriamo calci nel
ventre della vita.
Incontro con un uomo Straordinario – ULTIMO / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
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La potenza delle cose: se ti concentri su un oggetto il resto dell’universo scompare.
Dice un maestro arabo che se Dio non trasparisse nelle cose, queste non sarebbero visibili.
Sto scordando come mi sentivo quando stavo bene. Quando lo avrò dimenticato del tutto, comincerà
una nuova normalità.
Oltre all’attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e
senza risposte: quando e come morirò? E il quando è meno preoccupante del come.
I vivi, nati nel mondo. I morti, nati nel cielo.
Ogni mattina mia moglie mi guarda con apprensione e mi chiede come sto. Sono miracolato: ogni
mattina come Lazzaro mi alzo e cammino.
Volendo fare un esercizio di ottimismo, potrei immaginare che, una volta affrontate e vinte tutte le
malattie possibili, sarò in grado di affacciarmi in gran forma alla morte.
Sono eroi i combattenti che affrontano la morte in guerra. Siamo eroi anche noi vecchi che
affrontiamo la morte senza bombe e senza assalti, senza fracasso e senza gloria.
Irreparabile, incurabile, irrecuperabile, insostenibile, irreversibile, sono le parole che, anche non dette,
rimbombano nel grande teatro della vecchiaia.
Con gli anni si imparano le potenti, misteriose qualità del silenzio. Gli altri parlano, tu taci e li domini.
La vecchiaia comincia quando nella forma del viso si intuisce il teschio.
Parlare delle piccole cose è umiliante; né si può parlare delle grandi che sono ineffabili. Non resta che
tacere.
* * *
Sembrava un veterano del volo. Scandurra ogni volta mi stupiva. Su Deya era considerato un eroe,
un santone, una guida da ascoltare in religioso silenzio; a Viterbo era invece temuto, spesso scansato
come un appestato, certamente incompreso. Egli si muoveva sulla Terra come un rapace notturno,
silenzioso e in costante all'erta. Non si curava di quello che dicevano gli altri, tanto era concentrato
nella sua missione cosmica. Del resto, non poteva occuparsi d'altro, sin troppo era immerso nella
trama delle cose e del tempo. Portava quel velivolo terra/aria con lo stesso estro di quando correva
con la sua Fiat 500 per le strade montane del viterbese, senza mai sbagliare una curva. Si accese
una nazionale senza filtro e riuscì ad impuzzolentire pure quell'abitacolo: mi venne in mente la
bottega, la nostra città, gli amici. Una caratteristica formidabile di Scandurra era quella di farci sentire
a casa ovunque.
• Guarda che bella Deya. Uno spettacolo mondiale. Non c'è paragone con nessuna città
terrestre. Mi piace come la prima volta. Bella, misteriosa, incasinata ma con criterio, si beve e
si mangia benissimo. Gli abitanti poi... tutti i popoli di questo universo son qui rappresentati e
nessuno si sente migliore dell'altro perché ognuno conosce il suo compito e trae vantaggio
dalla conoscenza del prossimo, poiché ciò che è utile è disseminato ovunque e in chiunque.
Ci si scanna, certo, si lotta, mai per stronzate. Ognuno è animato da una spinta, per
Incontro con un uomo Straordinario – ULTIMO / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella
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conoscere, amare, e spesso per entrambe le cose. Si vive con gusto. Non ci si piange
addosso. Anche l'ultimo dei cittadini che si trova in difficoltà, non è mai solo, può sempre
trovare un amico disinteressato che gli permette di risolvere il suo problema.
• Maestro, cosa dobbiamo fare quassù?
• Goditi il panorama e... poi attendiamo l'apertura del punto di inserimento. Fra poco conoscerai
i popoli sotterranei di Deya, i Primevi e le loro città. Essi sono imparentati con le genti di
sottomondo, quelle che vivono nelle intercapedini della Terra.
• Leggende orientali raccontano di civiltà nascoste che guiderebbero le sorti di noi umani...
• Che fanno? Noi siamo trascinati da pezzi di merda avidi, che accumulano tutto senza nulla
dare; 'sti pezzi grossi sono orientati verso una totale indifferenza per le questioni umane e
religiose. I Primevi comunicano, è vero, con alcuni di noi ma pur dando consigli e
influenzando sottilmente l'umanità, non riescono quasi mai a cambiare il corso delle cose. Il
nostro caro Angelino, 'sto mondo nostro corre veloce verso la sua fine, sta a noi e ai risvegliati
tentare di costruire il ponte verso le stelle. Nulla è già scritto e non tutto è spiegato.
• In ragione di ciò che dici, se nulla è già scritto, che cosa possiamo ancora fare per limitare gli
effetti negativi del passaggio di un'era?
• Pochi possono ancora fare molto per tutti. Incominciando da ora. Chi sa deve fare di più,
anche se quei quattro stronzoni bastardi hanno impresso al mondo una velocità folle verso
l'abisso. Perché abbiamo dimenticato ciò che era originario? I milioni d'anni dalla comparsa
della prima razza-madre, non bastano a spiegare l'amnesia. Atlantide deteneva ancora il
potere derivato dalla Conoscenza, quella tosta, ma sembra che questo ubriachi anche i
migliori, facendoli perdere l'equilibrio. La bilancia non è “para”, come quella mia a bottega.
Pende sempre da qualche parte, spesso a danno del più debole.
• L'abisso, maestro, è la fine dell'anno 2012?
• La fine dell'anno 2012 è la discesa che precede la risalita. Tutto sarà più chiaro. Le potenze
oscure prenderanno il sopravvento senza nascondersi. L'Ombra, il doppio, il sosia, sarà eletto
imperatore del mondo, almeno questo è il suo piano... già, ha sempre avuto un debole per
'sto mondo. Il Grande Varco con tempismo perfetto mostrerà a chi avrà il terzo occhio di
vedere la via della trasformazione verso altra destinazione, per chi non vede... beh nulla
cambierà della propria vita di penombra. Si diventa ciò che si pensa. Il cambiamento non sarà
senza dolore. La vita, la morte dipendono dalla potenza del pensiero, dalla purezza
dell'immaginazione, e poi dall'affinamento del desiderio verso un più benevolo amore.
Bisognerà che voi indichiate i rifugi, dai quali emanano potenti onde armoniche e si irradiano
spettacolari fasci di luce. Vi seguiranno? Vi crederanno? Che ne so? Il Messico è uno dei
luoghi speciali della geografia sacra del pianeta. Dove la terra s'assottiglia, lì è la salvezza.
Luoghi che hanno mantenuta la loro intensità, questo è ciò che intendo per sacro,
proteggeranno donne uomini bambini dagli effetti più cruenti del cambiamento. Dai Paesi,
città, passi sperduti, dedicati all'arcangelo Michele e prima ad altre potenze e alla Madre
Celeste e prima ad altra potenza; grotte e ruscelli carichi di esmeriche, ipogei etruschi,
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romani, egizi. La terra Cimina degli esuli Atlantidi prima e degli Etruschi dopo, è un luogo di
confine, tra i più potenti. Ogni fine ciclo porta con sé il travaglio. Le fondamenta saranno
scosse. Hai già veduto questo, Angelo. Il sacro cigno appare quando l'ora è giunta. Non
faccio lo strologo, lo sai, mi limito a leggere le tracce del caos, metto in relazione una
sequenza di eventi al ciclo al quale la sequenza appartiene. Oh sì, il 2012 è il punto di non
ritorno. Chi si è messo a guidare le sorti dell'umanità, ha avuto mille possibilità di alleviare le
pene, di dare a tutti il giusto, invece ha fallito per superbia e fame di potere. Le religioni, tutte
le religioni bada, hanno aiutato gli uomini ad alzare lo sguardo e a guardarsi dentro, finché
non sono subentrate superbia, brama di potere, avidità. Dovevano rispettare le piccole
comunità tradizionali dell'estremo Occidente e del sud del mondo, invece di imporsi.
Rispettandole, ci saremmo tutti arricchiti spiritualmente e avremmo conservati intatti i siti
magici, crocevia dimensionali. Le religioni hanno fallito, il legame terracielo è stato in buona
parte interrotto. L'uomo, malgrado tutto, non deve e non può staccare la spina che lo collega
al Cielo. Guai a chi vive senza il contatto, diventa cieco e vagherà per sempre senza lume sui
piani sottili. Dicono che Dio è comunque misericordioso, ma che vita è strisciare quando si
può volare? Le forze titaniche che muovono i cicli storici non fanno sconti, esse sono sensibili
ai cambiamenti dei popoli, dello spirito dei popoli. Conta ciò in cui si crede e si fa. Le stelle, i
pianeti e ogni cosa che galleggi nel Cosmo sono anche specchi che rimandano ciò che
ricevono. Si ammalano come si ammala ogni organismo. Le macchie della più piccola stella
determinano la salute mentale di interi popoli. L'oscurità è l'era che ci tocca vivere. Mettiamo
più noi in crisi l'universo e i suoi meccanismi, di quanto siamo disposti a credere.
• Allora non c'è più possibilità di intervento – feci io, scoraggiato.
• Esiste una Porta di Luce... o Albero Primordiale... presso tutti i Nove mondi. Attraverso di
essa, l'influsso divino arriva ai pianeti. Essa è sensibile all'anima dei popoli. Se tu, io, gli altri
cerchiamo Dio, in qualunque forma e dottrina, la Porta si espande, riempendosi di ogni
genere di emanazione che fluisce dall'alto, da riversare nello spinotto cielo-terra che abbiamo
dentro.. sì, ricordi la spina dei Templari? In questo modo ogni cosa è benedetta. Al contrario,
se noi perseguiamo il male, il potere distruttivo, la Porta si raccoglie e si contrae,
allontanandosi, quindi cessa il flusso e lo spinotto si ossida. Abbiamo un immenso potere,
positivo e negativo, creativo e distruttivo. Certo, non credere che l'uomo possa impunemente
fare quello che gli pare senza pagare il conto. Quando si arriva al punto di non ritorno, ecco
intervenire i Celesti a mettere le cose a posto. Ora si avvicina il concilio occulto del ciclo di
Bera-Meter. Tutti i saltafossi dei Nove Mondi, che hanno l'incarico di custodire la Porta di Luce
sono chiamati a raccolta... che cosa credi? Qui si fa sul serio.
• La festa del Wesak?
• Una specie, ma noi siamo fatti di ciccia. Milioni di esseri da tutte le dimensioni ci sentono
operare, quelli dalle grande orecchie... sì, certo che hai capito, i medium, i sensitivi, gli
sciamani, per intenderci. Grazie a loro, il passaggio da un'era ad un'altra è meno terribile.
Siamo gente di frontiera, nati per accompagnare ai valichi i pellegrini.
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• Maestro, che validità hanno le profezie? E poi vorrei chiederti ancora... se il Grande Varco si
vedrà proprio alla fine del 2012. Insomma, se ti è possibile descrivere con precisione lo
scenario. Lo devo sapere, se gli altri e io dobbiamo preparare le genti.
• Alcuni pensano che la profezia sia come leggere oggi il giornale di dopodomani. I fatterelli, la
cronaca nera, le notizie sportive, tutte informazioni ben elencate, con nomi e indirizzi. Magari
con foto a colori, così si riconoscono i posti... È la profezia che guida l'umanità e il singolo
uomo nel viaggio. La storia ha bisogno del mistero per penetrare uomini e civiltà. La storia
può fare a meno della realtà, quella che gli uomini comuni percepiscono secondo i sensi
ordinari, la storia, invece, deve entrare nei sottosuoli dell'anima. Il nostro viaggio non si perde
tra le paludi della ragione, noi costruiamo leggende miti avventure, una segnaletica occulta a
favore di chi dopo di noi seguirà la nostra stessa strada. I fatti li lasciamo ai notai, noi
scolpiamo il tempo e saettiamo tra dimensioni. La profezia è uno strumento che legge il piano
di volo, poi compete a noi sostare e proseguire. Non passerà l'anno 2012 senza che il Varco
si schiuda. Ne sono certo. Preparate chi vorrà passarvi. Un ultima cosa Angelo. Insegna a
non chiedere mai spiegazioni, ma a cercare di capire il senso o la maschera che si vive nel
segreto del mistero delle civiltà e dei popoli. Insegna a non chiedere giustificazioni. La storia
non potrà mai darle.
• Tu ci sarai, Maestro?
• Io ce l'ho un posto, in una piega del Grande Tempo non segnata sulle mappe, dove nessuno
potrebbe mai trovarmi. E comunque sarò in qualunque luogo lontano dall'inferno. Poi tornerò
per il 2012. L'Ombra non vorrà più sentir ragioni. Non potremo più negoziare. Si agiterà fino a
far tremare la terra che ci regge. Dopo il concilio occulto, le nostre strade si divideranno.
Angelo, avrai libero accesso alle botole, fanne buon uso sempre e dai uno sguardo agli altri
dell'anonima.
Mentre mi parlava, Scandurra pareva sdoppiarsi. Mi prese un dolore allo stomaco. Non avrei più visto
il maestro chissà per quanto. Oppure... Immergermi nei Varchi Interdimensionali senza la sua guida,
mi spaventava. Avvertii tutto il peso. Ero un ragazzotto con una dote immensa, sproporzionata alla
mia esperienza e maturità. Non mi bastava la considerazione che lui aveva di me. Ero smarrito e
irritato. Cacchio, dove sarei andato a finire?
Sterzò verso destra e senza avvertire alcuna pressione ci dirigemmo in direzione di uno sperone di
roccia non distante da Deya. Vi era un crepaccio verticale nel mezzo, stretto all'apparenza, ma
Scandurra girò il velivolo di taglio ed entrammo. Accese i fari e con maestria curvò verso la galleria in
basso e a tutta manetta ci tuffammo nel vuoto oscuro. Mi aggrappai ai braccioli della poltrona
anatomica. Non dubitavo delle capacità del maestro, ma provai una certa inquietudine. Poi, raddrizzò
il mezzo e atterrò su di una pedana trapezoidale che si dimostrò morbidissima al contatto. Ci
trovammo all'interno di una cupola artificiale gigantesca, illuminata, non so da cosa, di rosso tramonto.
Uscimmo dalla camionetta e ci dirigemmo verso un portale alto forse 20metri. Avrei assistito
all'adunanza di uomini speciali, un consiglio interdimensionale. Caspita, io, un allievo, testimone di
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chissà quali decisioni importanti. Scandurra tirò fuori dalla tasca, piegato a fazzoletto, un saio rosso
cremisi, il colore degli Atlantidi, di seta finissima che si infilò in tutta fretta. Quanto vidi all'interno di
quel mondo, non potrò mai dimenticarlo.
* * *
Durante questo particolare periodo cosmico di Bera-Meter, una nube stellare errante opera con
particolare intensità su Deya. Ogni abitante ne riceve l'influsso. Perciò è insieme loro interesse e loro
dovere conoscerne la natura, accoglierlo e assimilarlo, esprimendone e trasmettendone gli aspetti
superiori. Ogni deyano è saturo, così, di desiderio e un senso di liberazione lo colma. Il desiderio ha,
nella prima parte del ciclo deyano, una funzione importante, anzi necessaria. La brama di
soddisfazioni e di esperienze spinge l'essere ad uscire dall'inerzia – ogni civiltà di questo universo
così più antico del nostro, subisce una stasi più o meno prolungata che si avvicina pericolosamente
alla decadenza – per risvegliare via via le sue potenzialità assopite. Dopo una serie di amare
delusioni derivanti dall'acquisizione di poteri difficilmente controllabili, il desiderio di appagamento
personale si trasforma in desiderio di conoscenza. Riscopre il perché della Vita e lo scopo ultimo. Il
desiderio intelligente ha per risultato l'illuminazione. Alla luce dello spirito, il deyano scopre la vanità
degli idoli materiali e degli attaccamenti personali. Allora sorge in lui il desiderio di superare il
desiderio. In altre parole, il desiderio si trasmuta in aspirazione della Pura Luce. Si ritorna tutti
trasformati alle proprie occupazioni, semplici o di responsabilità, poco importa. E la civiltà deyana
riprende con spinta rinnovata il cammino verso l'infinito. Non mancheranno le lotte per il dominio, per
ottenere segreti indicibili, per la supremazia di questa o quella fazione. Tuttavia, niente è più lo stesso
di prima. Il mutamento è collettivo, nella misura dell'energia vitale di ognuno. Una comunità organica,
Deya, composta da esseri provenienti dai più differenti universi, eppure accomunati da un medesimo
destino, quello di questo pianeta-labirinto, magico e tecnologicamente avanzatissimo, dove arti,
religioni e scienze convivono, si intrecciano, si fondono.
* * *
IL MODELLO DI REALTÀ ATLANTIDEO
Sebbene fossimo incuriositi da questo strano maestro, appartenente al popolo e al suo servizio, così
diverso dai guru che in quegli anni pullulavano in Occidente – Bhagwan Shree Rajneesh,
Paramahansa Yogananda, Maharishi Mahesh Yogi, tra i più noti - ci domandavamo da cosa derivasse
il nostro voler evadere dal mondo conosciuto per inoltrarci lungo le vie tortuose ed evanescenti
dell'ignoto. Perché volevamo negare alla realtà, quella accessibile ai sensi ordinari, alle cose che si
vedono, si toccano e si ascoltano la prerogativa di essere “la” realtà? L'unica realtà? In pratica, ci
ponevamo tra due piani: quello visibile cui fa da controparte una realtà invisibile.
Scandurra ci dimostrava che usando conoscenze e tecniche di una tradizione lontanissima - quella di
una Atlantide circondata ancora dalla leggenda e priva di conferme ufficiali sulla sua esistenza – si
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poteva entrare dentro le cose, oltre le apparenze. Ci insegnava ad esplorare la nostra anima, a
stabilire un contatto con una realtà invisibile, tangente a quella fisica, ma in grado di comunicare con
l'uomo e influire sulla sua vita.
La nostra strampalata combriccola, che poi sarebbe diventata “l'anonima talenti”, si era ritrovata
insieme per quei casi assurdi dell'esistenza, soltanto perché sentiva un'esigenza decisamente
infantile di poter influire in qualche modo su quanto accade senza che l'uomo possa interferire
secondo le possibilità conosciute; oppure eravamo spinti da un atteggiamento dettato da un rispetto
profondo verso tutto ciò che sta dietro il regno umano, minerale, animale, vegetale, e che ci riconduce
ad una visione magica, mitica dell'esistenza e della realtà.
La seconda ipotesi, ce ne accorgemmo in seguito, era quella che ci aveva condotti da Scandurra: il
Faro sulla collina.
Sin da subito ci illustrò la sua visione. La Natura e l'Universo hanno la capacità di intendere e di
essere oltre la dimensione biologica. Le cose divengono corpi di potenze sottili e i numi anime delle
cose. L'equilibrio del tutto è il prodotto di uno scambio reciproco di doni fra esseri di altre dimensioni,
noi uomini compresi, e Dio.
Scandurra ci parlava in modo schematico, senza entrare nei particolari. Apprendemmo, poi, che non
c'erano i particolari. L'universo è una unità d'essere pervasa da un unico soffio o energia immateriale.
Essa non solo crea le cose partendo da modelli spirituali che risiedono nelle stelle, ma continuamente
dà essere a quanto esiste mantenendolo in vita. Dietro questo c'è il creatore di tutto, il Padre Celeste
e, diceva Scandurra, non c'è padre senza una madre; infatti, la Madre Celeste crea le forme molteplici
degli universi. L'esistente è avvinghiato allo spazio-tempo, tuttavia vi sono punti di inserimento
costruiti da degli ingegneri cosmici appartenenti ad una civiltà antichissima e progredita spiritualmente
oltre ogni immaginazione; il maestro le chiama “botole interdimensionali” per entrare in contatto con
altri Mondi, le Nove dimensioni.
Due sono i principii cosmici manovrati dai maghi atlantidei, uno attivo, l'altro passivo. L'attivo è il soffio
che dà la vita e le cose che, in quanto animate dal soffio, sono incardinate nello spazio e nel tempo.
La Terra è passiva e femminile, il Cielo è il principio maschile.
Scandurra, di là da rappresentazioni di modelli di universi, ci ha donato soprattutto la capacità di
aprire i nostri rubinetti mentali per entrare nello stato magico, un territorio che spazia dall'infrarosso
psichico all'ultravioletto eterico, dove operano sciamani e mistici e sensitivi, ma anche medium per
quanto inconsapevoli. Quando la magia entra in noi, per così dire si innesca, ecco sorgere una
sensazione, una vibrazione che si estende dalla pancia fino al cervelletto. Un tremolio caratteristico,
riconoscibile, che prelude la potenza emergente oltre i sensi, oltre la mente, che rompe qualsiasi
rapporto col cervello, per manifestarsi e andare oltre. In quel dato momento entriamo in un altro stato
della materia e dell'energia. “Non dovete pensare le parole, invece sentite le cose, percepite le
immagini, avvicinatevi ad esse galleggiando nel firmamento mistico, dovrete essere così vicini da
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dimenticare cosa erano, così le vedrete come nuove e l'antico nervo verrà attraversato dalla corrente
primaria, il lumen, attingerete così alla visione globale che vi permetterà la veggenza e la capacità di
teleforesi attraverso le botole. Ciò che è sepolto in voi dell'uomo atlantideo, si risveglierà e non sarete
più uomini comuni, egoisti e miseri. Ritornerete ad essere uomini lucenti, come vi costruì il Padre
Celeste. Sarete rugiada che stilla.” La conoscenza si attua per identità fra soggetto ed oggetto e non
per contenuti, come il sapere profano. Questa identità va realizzata attraverso l'ascesi, il primo passo
della quale è la concentrazione, cui fanno seguito la meditazione e la contemplazione. Scandurra ci
fece provare in una sola volta i tre passi: come oggetto ci diede la metà di una mela...
L'universo scandurriano non è lo stesso dei fisici e degli astronomi moderni, i quali osservano solo la
scorza, la parvenza della Realtà. Quello che ci ha fatto vedere rende bene il tipo di percezione del
mondo e della vita che dovevano avere gli antichi. Nulla a che vedere con l'universo-macchina
concepito dalla casta degli illuminati, che in virtù del loro potere, grazie ai mass media e al processo
di acculturazione scolastico condizionano la mente della gente, limitandone l'ancestrale occhio. La
visione del maestro – ed in fondo di tutte le stirpi antiche – è quella di una Natura personificata,
organismo vivente abitato ed animato di forze dotate di una coscienza. Entità magiche, elementari o
divine, di cui resta vaga memoria nei miti e nelle fiabe popolari. “C'è soltanto un muoversi infinito di
Forze inesprimibili che creano i mondi. Poi la Forza scende e diventa Lumen e il Lumen splende
lungo la spina dorsale e l'uomo si erge dritto nella sua cosmica dignità.” Così ci descriveva il tutto
Scandurra.
* * *
« Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi
ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene
schiavo… l’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in
questo mondo ». Giordano Bruno fu condannato e ucciso non perché propagandava eresie teologiche
(lo avrebbero sopportato), bensì per alcune sue rivelazioni scientifiche sulla pluralità dei mondi abitati,
tratte dalla magia egizia, figlia della sapienza di Atlantide. Morì perché svelò ciò che doveva restar
segreto. L'uomo non può conoscere la verità, ma solo un suo modello addomesticato, secondo
quanto imposto dagli incappucciati di ogni tempo e luogo.
La coscienza risvegliata genera e domina la materia: lavoraci e così nessun arconte potrà decidere
della tua vita.
* * *
La miglior razza degli uomini, gli atlantidi, abitò fra noi. La stregoneria li distrusse quasi
completamente. Gli esuli, in parte salparono verso le stelle ed ora stanno per tornare, il resto sbarcò
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in Europa e nelle Americhe. Il seme della razza rossa non muore, per rivivere in noi.
Ci troviamo a vivere come se fossimo collocati nel punto in cui finisce l'attrazione terrestre e comincia
quella lunare: l'umanità, muovendosi dall'inizio del mondo verso la sua fine, si trova in una risacca
temporale dove termina la storia e comincia il regno dello spirito. La rovina delle vecchie forme che
bruciano nell'athanor della Creazione, preannuncia la nascita di un nuovo universo dove la Vita
tornerà ad essere il centro dell'esistenza.
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