«IN GESÙ CRISTO, IL NUOVO UMANESIMO» - Barnabiti ... · psichico dei religiosi dipenderà...

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VITA CONSACRATA Eco dei Barnabiti 3/2015 8 I l prossimo anno pastorale sarà, nuovamente, ricco di occasioni per pensare, ri- flettere, interrogarsi e provare a dare risposte alle complesse domande che accompagnano il cammino della Vita Consacrata. Siamo ormai alle battute conclusi- ve dell’anno della Vita Consacrata e già si affacciano importanti eventi nella vita ecclesiale che s’intrecciano e ci permettono di proseguire nel no- stro cammino spirituale. Il prossimo 8 Dicembre si aprirà il Giubileo straordinario della miseri- cordia indetto da Papa Francesco, «un anno Santo straordinario, dun- que, per vivere nella vita di ogni gior- no la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi». E il prossimo Novembre si celebre- rà il 5° Convegno Ecclesiale Nazio- nale a Firenze dal titolo «in Gesù Cri- sto il nuovo umanesimo». È proprio dal percorso di prepara- zione al Convegno Ecclesiale di Firen- ze che raccolgo lo spunto per iniziare una serie di riflessioni sull’umano nel- l’esperienza della Vita Consacrata. La Vita Consacrata ha bisogno di risvegliarsi dal sonno o dalla depres- sione in cui è caduta servendosi an- zitutto della fede nel Padre, che ha voluto la Vita Consacrata, in secondo luogo della fede nel carisma del fon- datore, che rappresenta una forma privilegiata per fronteggiare le sfide della modernità e infine della fede in ogni persona, che come figlio di Dio, è capace di grandi cose, oltre le pro- prie forze e debolezze. Per risvegliare questa triplice fede nel Padre, nel carisma e nella per- sona, può venire in aiuto alla vita consacrata la riflessione sull’umano, sull’uomo come fulcro dell’esperien- za stessa di consacrazione, come soccorso alle persone consacrate per essere più consapevoli della propria identità per servire meglio Dio e la chiesa. quale figura dell’umano? Il documento Scrutate al numero 13 ci invita a «essere cercatori e testi- moni di progetti di Vangelo visibili e vitali, uomini e donne dalla fede for- te, ma anche dalla capacità di empa- tia, di vicinanza, di spirito creativo e creatore, che non possono limitare lo spirito e il carisma nelle strutture rigi- de e nella paura di abbandonarle». Nella “traccia” per il cammino ver- so il 5° Convegno Ecclesiale Nazio- nale di Firenze, sono indicate quattro linee per riconoscere l’umano nella nostra esistenza di credenti. Un umanesimo in ascolto: Ascolta- re l’umano, cioè «vedere la bellezza di ciò che c’è, nella speranza di ciò che ancora può venire, consapevoli che si può solo ricevere». Un umanesimo incarnato: che sia in grado di offrire risposte concrete alle sfide odierne. «Concretezza si- gnifica parlare con la vita, trovando la sintesi dinamica tra verità e vissu- to, seguendo il cammino tracciato da Gesù». Un umanesimo plurale e integrale: «Umanesimo è un termine che si de- clina al plurale, e l’umanesimo nuovo in Cristo è un umanesimo sfaccettato e ricco di sfumature, dove solo dal- l’insieme dei volti concreti emerge la bellezza del volto di Gesù». Un uma- nesimo integrale, «capace di supera- re sia lo sguardo riduttivo sull’umano, sia la frammentazione riscontrabile anche nelle nostre comunità». Un umanesimo d’interiorità e tra- scendenza: «Umanesimo trascenden- te non è un ossimoro, ma riconosce che le coordinate esistenziali, il don- de e il verso entro cui l’umano si svi- luppa pienamente, corrispondono a feritoie che permettono di intravve- dere un Altro, non relegato semplice- mente oltre l’uomo stesso». il tempo che viviamo: la società “liquida” Assumo il concetto di “società li- quida” dal noto sociologo Zigmunt «IN GESÙ CRISTO, IL NUOVO UMANESIMO» La Vita Consacrata e le sfide del nuovo umanesimo La Vita Consacrata ha bisogno di risvegliarsi dal sonno in cui è caduta servendosi anzitutto della fede nel Padre, della fede nel carisma del fondatore e della fede in ogni persona, che come figlio di Dio, è capace di grandi cose, oltre le proprie forze e debolezze. logo del Giubileo straordinario della Misericordia

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VITA CONSACRATA

Eco dei Barnabiti 3/20158

Il prossimo anno pastoralesarà, nuovamente, ricco dioccasioni per pensare, ri-

flettere, interrogarsi e provare a darerisposte alle complesse domande cheaccompagnano il cammino della VitaConsacrata.Siamo ormai alle battute conclusi-

ve dell’anno della Vita Consacrata egià si affacciano importanti eventinella vita ecclesiale che s’intreccianoe ci permettono di proseguire nel no-stro cammino spirituale.Il prossimo 8 Dicembre si aprirà il

Giubileo straordinario della miseri-cordia indetto da Papa Francesco,«un anno Santo straordinario, dun-que, per vivere nella vita di ogni gior-no la misericordia che da sempre ilPadre estende verso di noi».E il prossimo Novembre si celebre-

rà il 5° Convegno Ecclesiale Nazio-nale a Firenze dal titolo «in Gesù Cri-sto il nuovo umanesimo».È proprio dal percorso di prepara-

zione al Convegno Ecclesiale di Firen-ze che raccolgo lo spunto per iniziareuna serie di riflessioni sull’umano nel-l’esperienza della Vita Consacrata.La Vita Consacrata ha bisogno di

risvegliarsi dal sonno o dalla depres-sione in cui è caduta servendosi an-zitutto della fede nel Padre, che havoluto la Vita Consacrata, in secondoluogo della fede nel carisma del fon-datore, che rappresenta una formaprivilegiata per fronteggiare le sfidedella modernità e infine della fede inogni persona, che come figlio di Dio,è capace di grandi cose, oltre le pro-prie forze e debolezze.Per risvegliare questa triplice fede

nel Padre, nel carisma e nella per -sona, può venire in aiuto alla vitaconsacrata la riflessione sull’umano,

sull’uomo come fulcro dell’esperien-za stessa di consacrazione, comesoccorso alle persone consacrate peressere più consapevoli della propriaidentità per servire meglio Dio e lachiesa.

quale figura dell’umano?

Il documento Scrutate al numero13 ci invita a «essere cercatori e testi-moni di progetti di Vangelo visibili evitali, uomini e donne dalla fede for-te, ma anche dalla capacità di empa-tia, di vicinanza, di spirito creativo ecreatore, che non possono limitare lo

spirito e il carisma nelle strutture rigi-de e nella paura di abbandonarle».Nella “traccia” per il cammino ver-

so il 5° Convegno Ecclesiale Nazio-nale di Firenze, sono indicate quattrolinee per riconoscere l’umano nellanostra esistenza di credenti.Un umanesimo in ascolto: Ascolta-

re l’umano, cioè «vedere la bellezzadi ciò che c’è, nella speranza di ciòche ancora può venire, consapevoliche si può solo ricevere».Un umanesimo incarnato: che sia

in grado di offrire risposte concretealle sfide odierne. «Concretezza si-gnifica parlare con la vita, trovandola sintesi dinamica tra verità e vissu-to, seguendo il cammino tracciato daGesù».Un umanesimo plurale e integrale:

«Umanesimo è un termine che si de-clina al plurale, e l’umanesimo nuovoin Cristo è un umanesimo sfaccettatoe ricco di sfumature, dove solo dal-l’insieme dei volti concreti emerge labellezza del volto di Gesù». Un uma-nesimo integrale, «capace di supera-re sia lo sguardo riduttivo sull’umano,sia la frammentazione riscontrabileanche nelle nostre comunità».Un umanesimo d’interiorità e tra-

scendenza: «Umanesimo trascenden-te non è un ossimoro, ma riconosceche le coordinate esistenziali, il don-de e il verso entro cui l’umano si svi-luppa pienamente, corrispondono aferitoie che permettono di intravve-dere un Altro, non relegato semplice-mente oltre l’uomo stesso».

il tempo che viviamo:la società “liquida”

Assumo il concetto di “società li-quida” dal noto sociologo Zigmunt

«IN GESÙ CRISTO,IL NUOVO UMANESIMO»

La Vita Consacrata e le sfide del nuovo umanesimoLa Vita Consacrata ha bisogno di risvegliarsi dal sonno in cui è caduta servendosi anzitutto dellafede nel Padre, della fede nel carisma del fondatore e della fede in ogni persona, che come figliodi Dio, è capace di grandi cose, oltre le proprie forze e debolezze.

logo del Giubileo straordinario dellaMisericordia

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Baumann, in contrapposizione alconcetto di “società solida”.Baumann afferma che una società

può essere definita “liquido-moder-na” se le situazioni in cui agisconogli uomini si modificano prima che iloro modi di agire riescano a conso-lidarsi in abitudini e procedure. Lavita liquida non è in grado di con-servare la propria forma o di tenersiin rotta a lungo. In una società liqui-da gli individui non possono con-cretizzare i propri risultati in beniduraturi: in un attimo le attività sitraducono in passività e le capacitàin incapacità.La vita liquida, insomma, è una vi-

ta precaria, vissuta in condizioni dicontinua incertezza.Le preoccupazioni più ostinate che

l’affliggono nascono dal timore dinon riuscire a tenere il passo di avve-nimenti che si muovono velocemen-te, di rimanere indietro.La vita nella società liquida non

può mai fermarsi, ciò che conta è lavelocità, non la durata e l’eternitàovviamente è messa al bando. I pre-cetti che ispirano questo tipo di so-cietà sono la libertà degli affetti e larevocabilità degli impegni. Insomma,una società senza tempo e senzaspazio!In questo scenario l’uomo è diven-

tato debole, frantumato, senza unità.Un uomo senza spazio e senza tem-po! L’unica cosa che conta nella so-cietà liquida sono i propri desideri eil relativismo è la sola conseguenzalogica della società liquida.Senza spazio ove costruire relazio-

ni durature, senza tempo che possarintracciare il passato e prevenire ilfuturo, l’uomo liquido è condannato

a vivere il presente im-mediato, ad approfittarneal massimo tanto quantodura un desiderio.Quella liquida è una

cultura senza radici, per-ché non vuole ritrovarsinel passato ed è una cul-tura senza futuro perchénon ha nessun progettoda costruire.

verso un’antropologiadella Vita Consacrata

In questo scenario sen-za tempo e senza spa-zio dobbiamo doman-

darci quale possa essere il ruolo del-la Vita Consacrata, cosa è chiestoalla Vita Consacrata per ridare slan-cio a un umanesimo dal volto nuovoe capace di rinnovare e rinnovarci.Se volessimo dare una definizione

descrittiva del progetto di Vita Consa-crata, senza troppo sforzo, potremmodire che è risposta dell’uomo a unachiamata di Dio per svolgere una mis-sione specifica e concreta. È, cioè, un

fenomeno che ha in sé due elementiimprescindibili, distinti, uno naturale,la persona umana, e l’altro sopranna-turale, l’azione diretta di Dio.Ora, la complementarietà e l’in-

treccio di questi due elementi costi-tuiscono il midollo di tutto il conte-nuto della VC.Benché la Vita Consacrata, sia do-

no di Dio e implichi un atto di fede,non possiamo ignorare e sottovaluta-re da dove nasce, si manifesta e sisviluppa. Dobbiamo riconoscere chesi tratta di una risposta umana allachiamata di Dio.

il religioso è persona

Partiamo da un dato evidente mache non sempre è ritenuto e pensatoin termini corretti: il religioso è unapersona e, come tale, appare comeuna complessa unità psicosomaticacon manifestazioni pulsionali, emoti-ve e razionali.La consacrazione religiosa non ci

toglie questa struttura di base, non citoglie le nostre pulsioni, la nostra ra-zionalità, il nostro corpo. L’equilibrio

VITA CONSACRATA

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cercatori e testimoni di progetti di Vangelovisibili e vitali

vedere la bellezza di ciò che c’è, nella speranza di ciò che ancora può venire,consapevoli che si può solo ricevere

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psichico dei religiosi dipenderà dal-l’armonico sviluppo dei diversi dina-mismi interni e dalle interferenze del-l’ambiente in cui si vive. I religiosi so-no persone e, in quanto tali, devonoessere persone psichicamente sane!La salute è lo stato di completo be-

nessere fisico, mentale e sociale; lasalute è la condizione di armonicoequilibrio funzionale, fisico e psichi-co dell’individuo, dinamicamente in-tegrato nel suo ambiente naturale esociale.È sano chi ha il senso della propria

identità. Chi è recettivo, cioè apertoall’ambiente che lo circonda, e di-sponibile agli scambi con esso, inmodo critico, tale cioè da saper valu-tare quel che deve accogliere e quelche deve lasciare, e come attuare gli

scambi con il suo ambiente al fine dipromuovere se stesso e gli altri.Ancora, sano è chi sa distinguere e

apprezzare i valori, mantenendoli inun’appropriata scala gerarchica; è ca-pace di collocare al giusto postodell’“edificio della sua personalità” gliapporti validi dell’ambiente così dacrescere in modo maturo e armonico.La Vita Consacrata, con i suoi dina-

mismi, con le sue sfide, deve diven-tare occasione per un tale sviluppoarmonico e maturo della persona,contrariamente può essere ‘nevrotiz-zante’ e causa di gravi disturbi psi-chici, con conseguenze negative perla vocazione, la fedeltà ai consiglievangelici, la vita in comunità, la vi-ta spirituale, l’attività apostolica.Ciò che si chiede alla persona con-

sacrata è che la sua consacrazioneattraverso i consigli evangelici, favo-risca uno sviluppo e una maturazio-ne integrale della persona, ciò che sichiede e si desidera per la Vita Con-sacrata sono personalità psicologica-mente ricche e bene integrate.L’uomo che poniamo al centro del-

la Vita Consacrata, d’altra parte, nonè solo unità di anima e di corpo, mal’uomo centro della nostra riflessioneantropologica è “Persona”.Quando diciamo che un uomo è

una persona, vogliamo dire che eglinon è solamente un pezzo di mate-ria, un elemento individuale nellanatura, così come sono elementi in-dividuali nella natura un atomo,una spiga di grano una mosca o unelefante.

L’uomo – ci suggerisce J. Maritain – èsì un individuo, ma non come gli altri.L’uomo è un individuo che si guida

da sé mediante l’intelligenza e la vo-lontà, esiste non soltanto fisicamente,c’è in lui un esistere più ricco e piùelevato, una sopra esistenza spiritualenella conoscenza e nell’amore.In termini filosofici ciò vuol dire

che nella carne e nelle ossa umaneci sono un’anima e uno spirito e chevalgono più che l’universo materialetutto intero.Una lunga tradizione indica la per-

sona come l’uomo, in quanto capacedi pensare e di agire consciamente edi decidere autonomamente. La per-sona è l’Io che è responsabile delleproprie azioni, è l’essere singolareche possiede la proprietà di parteci-pare alla società intellettuale e mora-le degli spiriti.“Essere persona”, in questo senso,

significa che, per ciò che è il mio “Io”,non posso essere posseduto da nessunaltro, ma appartengo a me stesso.“Essere persona” significa che io

non posso essere ridotto a strumento

da nessun altro, ma che sono un fineio stesso.“Essere persona” significa che io

non posso essere abitato da nessunaltro, ma che, nel rapporto con il mio“Io”, sono solo con me stesso; che ionon posso essere rappresentato danessun altro, ma che sono unico.Sul versante antropologico, quindi,

la Vita Consacrata non è solo un mo-do originale di vivere la fede, cioè unmodo specifico di essere credente edi essere cristiano, ma anche un mo-do reale e originale di essere uomo edonna, di essere persona umana.

VITA CONSACRATA

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R. Magritte, Golconde - la vita liquida è una vita precaria, vissuta in condizionidi continua incertezza

il religioso è una persona e, come tale,appare come una complessa unitàpsicosomatica

non posso essere posseduto da nessunaltro, ma appartengo a me stesso

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La vita consacrata è una forma spe-cifica di vita umana e cristiana. Il re-ligioso è e deve essere innanzitutto esoprattutto uomo.Ogni forma di vita, ai vari livelli, è

un fenomeno misterioso e comples-so. La vita umana, in modo partico-lare, avendo come protagonista l’uo-mo, è, non soltanto una realtà miste-riosa, ma anche un vero mistero. LaVita Consacrata è una forma di vitaumana, una maniera storica di realiz-zarsi come uomo e come donna,cioè come persona umana. È una for-ma originale di vivere la fede in Cri-sto Gesù.Per questo ha tutta la sua comples-

sità e tutto il suo carattere misteriosodella vera vita umana e cristiana, inpiù come suo specifico manifesta ladimensione più profonda del misterodi Cristo, rendendolo visibile e pre-sente nella Chiesa per mezzo dellacastità, povertà e obbedienza vissutein fraternità.Tutti i cambiamenti che alterano

l’uomo da soggetto attivo e responsa-bile della vita umana e credente, al-terano anche in modo particolare, ilconsacrato e la vita consacrata.La Vita Consacrata, di sua natura, è

una realtà cristologica, perché si fon-da nella vita e insegnamento di Gesùe perché cerca di rivivere e rappre-sentare sacramentalmente nella Chie-sa e nel mondo il progetto storico divita di Cristo.

in conclusione

Quale uomo e quale donna oggiabbiamo dinanzi? Quali sono le sfi-de e gli aggiornamenti necessariper una Vita Consacrata che vogliavivere con lo stesso stile del Conci-lio, cioè in atteggiamento di dialo-go e di solidarietà, di profonda eautentica “simpatia” con gli uominie le donne di oggi e la loro cultura,il loro intimo sentire, la loro auto-coscienza?Mossi dallo Spirito di Cristo siamo

chiamati a riconoscere ciò che è dav-vero umano.È triste costatare che a volte la vita

consacrata, così come vissuta, nonsolo non aiuti positivamente la pienaautonomia dei religiosi e delle reli-giose, ma contribuisca realmente aldeterioramento della loro personali-tà, soprattutto nell’esercizio della lo-ro libertà.Succede che nella Vita Consacrata

non si impari a pensare da soli conspirito critico, ad agire con libertà re-sponsabile e ad amare con amore di-sinteressato.La Vita Consacrata, poiché è imita-

zione e sequela di Cristo, deve esserela migliore scuola di umanesimo e diumanizzazione, «chiunque segue Cri-sto, l’uomo perfetto, diventa anch’eglipiù uomo» (GS 41).

Eugenio Brambilla

VITA CONSACRATA

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la Vita Consacrata, di sua natura, è una realtà cristologica

ANNIVERSARI 2015

ORDINAZIONI

60° (1955)

BERETTA Angelo 9 aprileCONTI Giuseppe 9 aprile

50° (1965)

CAPRA Ferdinando 13 marzoCOVI Alessandro 13 marzoSANSONE Emiddio 13 marzoDAMIOLI Battista 18 dicembreDE FEO Vittorio 18 dicembreMARIANI Angelo 18 dicembreSIRONI Enrico 18 dicembre

25° (1990)

SANTOS DA SILVA Francisco Chagas19 marzo

RODA Giuseppe 23 giugnoCONCEICAO Acir 30 agostoCAGLIANI Roberto 13 ottobre

PROFESSIONI

70° (1945)

PARREIRA DA MATA João 13 marzoBERTUETTI Amos 8 settembrePICETTI Battista 11 ottobre

60° (1955)

GENTILI Antonio 7 ottobreMORETTI GiuseppeROSSI AntonioSINISGALLO Salvatore 20 settembre

50° (1965)

FALCONI Mario 29 settembrePATIL GabrieleFIORENTINO Domenico 8 ottobre

25° (1990)

ALMEIDA Antonio Afonso (de) 17 febbraio

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