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C on l’approvazione dei bilanci chiusi a dicembre 2017, in forza di una legge dello scorso anno che recepisce la di- rettiva dell’ Unione Europea 254/2016 , le so- cietà quotate oltre alle banche e alle assicu- razioni sono tenute a pubblicare una «di- chiarazione non finanziaria» (su base indivi- duale o consolidata) nella quale dar conto delle politiche praticate, dei risultati conse- guiti e dei principali rischi in ambito di tutela dell’ambiente, personale, comunità di riferi- mento, rispetto dei diritti umani e lotta alla corruzione. Si tratta del cosiddetto «bilancio sociale» che già diversi gruppi preparavano volontariamente, sul quale da tempo esistono lineeguidainternazionaliealqualediversico- dici di corporate governance fanno riferimen- to, incluso quello italiano. I dividendi di Henry Ford Il dibattito sulla responsabilità sociale del- l’impresa si intreccia a una discussione più che secolare sui fini delle società capitalisti- che che, semplificando, vede contrapporsi i sostenitori della cosiddetta «primazia degli azionisti» (detti anche «contrattualisti»), se- condo i quali obiettivo degli amministratori deve essere la massimizzazione del «valore perisoci»(interminidicorsiazionarioreddi- tività dell’investimento), e al cui persegui- mento si possono e devono subordinare altre istanze; e coloro i quali ritengono che gli am- ministratori possano, o addirittura debbano, tener conto anche di altri stakeholders: lavo- ratori, creditori, fornitori e clienti, comunità in senso ampio (gli «istituzionalisti»). Negli anni dieci dello scorso secolo, Henry Ford venne citato in giudizio dai fratelli Dodge, al- l’epoca suoi soci (sarebbero poi divenuti con- IMPRESE PIÙ RESPONSABILI PERIL BENESOCIALE(E DEIPROFITTI) Unaspinta inedita versocomportamentie istanzelargamentecondivisechenon guardanosoloal contoeconomico di Piergaetano Marchetti e Marco Ventoruzzo Tutti i diritti riservati Economia del Corrie PAESE : Italia PAGINE : 12 SUPERFICIE : 45 % PERIODICITÀ : Settimanale DIFFUSIONE : (388000) AUTORE : Piergaetano March… 3 aprile 2018

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Con l’approvazione dei bilanci chiusi adicembre 2017, in forza di una leggedello scorso anno che recepisce la di-

rettiva dell’ Unione Europea 254/2016 , le so-cietà quotate — oltre alle banche e alle assicu-razioni — sono tenute a pubblicare una «di-chiarazione non finanziaria» (su base indivi-duale o consolidata) nella quale dar contodelle politiche praticate, dei risultati conse-guiti e dei principali rischi in ambito di tuteladell’ambiente, personale, comunità di riferi-mento, rispetto dei diritti umani e lotta allacorruzione. Si tratta del cosiddetto «bilanciosociale» che già diversi gruppi preparavanovolontariamente, sul quale da tempo esistonolineeguidainternazionaliealqualediversico-dici di corporate governance fanno riferimen-to, incluso quello italiano.

I dividendi di Henry FordIl dibattito sulla responsabilità sociale del-l’impresa si intreccia a una discussione piùche secolare sui fini delle società capitalisti-che che, semplificando, vede contrapporsi isostenitori della cosiddetta «primazia degliazionisti» (detti anche «contrattualisti»), se-condo i quali obiettivo degli amministratorideve essere la massimizzazione del «valoreperisoci»(interminidicorsiazionarioreddi-tività dell’investimento), e al cui persegui-mento si possono e devono subordinare altreistanze; e coloro i quali ritengono che gli am-ministratori possano, o addirittura debbano,tener conto anche di altri stakeholders: lavo-ratori, creditori, fornitori e clienti, comunitàin senso ampio (gli «istituzionalisti»). Neglianni dieci dello scorso secolo, Henry Fordvenne citato in giudizio dai fratelli Dodge, al-l’epoca suoi soci (sarebbero poi divenuti con-

IMPRESEPIÙRESPONSABILIPERIL BENESOCIALE(EDEIPROFITTI)Unaspinta inedita versocomportamentie istanzelargamentecondivisechenonguardanosoloal contoeconomico

di Piergaetano Marchetti e Marco Ventoruzzo

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Economia del Corrie

PAESE : Italia PAGINE : 12SUPERFICIE : 45 %PERIODICITÀ : Settimanale

DIFFUSIONE : (388000)AUTORE : Piergaetano March…

3 aprile 2018

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l’epoca suoi soci (sarebbero poi divenuti con-correnti), che lamentavano i pochi dividendi.Ford si difese dicendo che la ricchezza dellasocietà andava condivisa con i lavoratori, per iquali costruiva città modello, e i consumatori,riducendo il prezzo del «Modello T». Nella ce-lebre decisione, i giudici americani afferma-rono che lo scopo principale dell’impresa era-no gli utili per i soci. Negli stessianni, in Ger-mania, Walther Rathenau rintuzzava con suc-cesso gli azionisti di una società dinavigazione con rimostranze simili, affer-

mandocheloscopodell’enteera«farnavigarebattelli», non arricchire i soci. Dodge v. Ford èspesso citato per affermare la preminenza delvalorepergliazionistiinUsa,maasproposito.Sitrattòdiunasentenzaeccentricaeraramen-te seguita anche negli Usa.

Obblighi e doverosità

Posto che naturalmente le società devono ri-spettare la legge dei paesi nei quali operano eil diritto internazionale, la questione più inte-ressante riguarda condotte socialmente desi-derabili che non sono però obbligatorie. Siimmaginicheunagrandeimpresadicosmeti-ci debba decidere se testare i propri prodotticon dolorosi ma perfettamente leciti esperi-menti sugli animali, oppure optare per ugual-mente sicuri ma meno cruenti test, che peròhanno costi maggiori e ridurranno i profittiper i prossimi dieci anni. Sempre con una roz-za semplificazione, secondo i fautori dellapreminenza dell’azionista, la scelta deve esse-re la prima. All’accusa di avidità, essi rispon-derebbero che la ricchezza prodotta può co-munquebeneficiarelacomunitàconadeguatimeccanismi redistributivi (che però l’espe-rienza insegna raramente efficaci).Per il diritto societario italiano, le tematiche

evocate potrebbero apparire teoriche. Consi-derando le protezioni degli amministratoriper le scelte di gestione, se la decisione è in-formata, meditata e non in conflitto di inte-ressi, difficilmente si avrà responsabilità inassenzadi una violazione di legge. Si possono

infatti sostenere entrambe le alternative:quella più attenta alle sofferenze degli anima-

quella più attenta alle sofferenze degli anima-li, osservando che essatutela l’immagine del-l’impresa presso i consumatori evitando dan-ni maggiori (quindi, che essere«socialmenteattenti»pagaancheeconomicamente);quellapiù cinica, argomentando che si èprivilegiatoun risparmio di costi con una condotta co-munque lecita (le società non sono enti bene-fici). In altri ordinamenti, ad esempio nel Re-gno Unito, la legge societaria impone invecesindal2006agliamministratoriditenerecon-to anche degli interessi di fornitori, lavoratori,clienti, e comunità di riferimento.Quale che sia la risposta aquesti interrogati-

vi, che evocano anche problemi morali e so-cio-politici, l’introduzione dell’obbligo di bi-lanciosocialespostacertamentel’agodellabi-lancia verso maggiore attenzione ai temi del-l’ambiente, dei diritti umani e delle istanzesociali, e non a caso arriva la grande crisi del2007-2008.Occorre però chiarire alcuni aspetti della di-

sciplina.Primo,lanuovadisciplinanonobbli-ga affatto ad adottare politiche socialmenteresponsabili: secondo il collaudato meccani-smodel complyorexplain ,infatti,essasilimi-ta a imporre la disclosure . Questo è però spes-so il primo passo verso obblighi sostanzialipiù incisivi; d’altro lato la «sanzione del mer-cato» può essere ben più temibile di quelladelle corti, equindi di fatto le società sarannomolto più prudenti su questi profili. D’altron-de, nelle società acontrollo pubblico, si è giàimboccataquestastradaconl’articolo6delre-lativo Testo Unico. Secondo, la diffusione diinformazioni incomplete, non veritiere ofuorvianti, in particolare per società quotate,può di per sécondurre asanzioni civilistiche epenali. Terzo, i consumatori che hanno fattoaffidamento sull’immagine etica di chi gli havenduto prodotti, possono probabilmente fa-recausamagariaiutatidallosviluppodiazionicollettive esimili strumenti processuali.Insomma:nonostanteimoltimarginididub-

bio e l’assenza di precedenti di giurispruden-za, èprobabile che con la nuova disciplina delbilancio sociale ci si possa avvicinare alla do-verositàanchesottoilprofilogiuridicodicon-dotte socialmente responsabili.

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La leggeinglesedal 2006impone ditener contodi fornitori,lavoratorie clienti

Con lenuovenorme piùattenzioneai dirittiumanie ai temiambientali

Il caso Henry Ford accanto allo storico modello T

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