2 Agnosia Neglect - unikore.it · Atassia ottica ! Incapacità di indicare ed a#errare oggetti ......
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Campo visivo
Lesioni alle vie visive producono:
emianopsia omonima
controlaterale
Emianopsia crociata
bitemporale
cecità ipsilaterale
campo visivo
nervo ottico
retina
chiasma ottico
nervo ottico
tratto ottico
nucleo genicolato
laterale
corteccia visiva
(scissura calcarina)
nasale temporale
+
Visione binoculare
+
+
2
Lesioni nella corteccia visiva primaria (generalmente dovute a
ictus) provocano un’area di cecità nel campo visivo detta
scotoma; che viene identificata attraverso varie
tecniche di campimetria
X
Blindsight (visione cieca)
Campimetria
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Blindsight (visione cieca) Lesioni di V1 causano cecità, ma a volte possono
essere preservate alcune capacità visive: - In condizioni di scelta forzata un paziente potrebbe
mostrare di percepire stimoli visivi senza esserne consapevole;
- Capacità di coordinazione e navigazione spaziale: evitare gli ostacoli e interagire con l’ambiente
Blindsight e via dorsale Si ritiene che la via dorsale elabori tali capacità
spaziali e di interazione con l’ambiente
“WHAT”
“WHERE”
Ma l’attività neuronale in queste strutture non è sufficiente da sola a fornire la consapevolezza della percezione
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Una spiegazione della visione cieca
Retina
Nucleo genicolato
laterale (talamo)
Collicolo superiore
(mesencefalo)
Pulvinar (talamo)
V1
Canale dorsale
Canale ventrale
Via retino-genicolo-striata
V5
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Aree Visive
Acromatopsia
è Il disturbo può essere limitato all’emicampo controlesionale quando la lesione è unilaterale
è Incapacità di vedere i colori
è Il mondo appare in varie sfumature di grigio
è Dovuta a lesione occipitale bilaterale a carico dell’area V4
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Test per la discriminazione del colore
Test di Farndworth-Mussell ordinare in un continuum i colori dello spettro
Tavole di Ishihara valutata la discriminazione visiva limitatamente alle coppie di colori
rosso-verde e blu-giallo
Categorizzazione di colori mettere insieme tutte le tonalità di uno stesso colore
(striscioline di carta colorata)
Denominazione e comprensione Il Soggetto deve:
ü Indicare fra le 12 alternative, ciascuno dei colori indicati via via dall’E nella riga dei 6 cerchi colorati
ü Denominare i colori indicati dall’E ü Indicare i colori denominati dall’E
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Riconoscimento dei colori Il Soggetto deve indicare fra le alternative disponibili quella corrispondente al colore
dell’oggetto indicato dall’esaminatore
ü Disturbo visivo peculiare caratterizzato da impossibilità a denominare i colori
ü Nessun problema agli esami del senso
cromatico (Ishihara, Farnsworth) e alla discriminazione dei vari colori
Anomia per i colori
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Achinetopsia
è Perdita della percezione del movimento: “Quando guardo una macchina, dapprima sembra lontana. Ma poi, quando voglio attraversare la strada, improvvisamente è vicinissima”
è Il disturbo è più evidente per il movimento globale che per quello locale
è Lesione occipito-parietale bilaterale
ACHINETOPSIA
Shipp et al., 1994: MRI tridimensionale di pz.
con achinetopsia da ischemia bilaterale
parieto-occipitale (area MT-V5)
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la presenza di uno è indipendente dalla comparsa dell’altro
I disturbi nella percezione del colore e del movimento presentano una
doppia dissociazione:
Questo indica che movimento e colore sono elaborati dal sistema visivo mediante
moduli paralleli che funzionano in modo tra loro indipendente
La dissociazione tra movimento e colore è confermata da studi di attivazione funzionale:
s t i m o l o Mondrian attivazione b i la tera le d e l l ’ a r e a V4
Stimolo di movimento attivazione bilaterale di MT
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Agnosia
è disturbi oculomotori è compromissione dell’attenzione
è disturbi percettivi elementari
è alterazioni afasiche del linguaggio è grave deterioramento
difficoltà nel riconoscimento limitata ad un canale sensoriale (visivo, tattile o uditivo) non
spiegabile da:
Lesioni alle aree associative di quel canale sensoriale
Altro modo di classificare l’Agnosia
• Stadio/livello: appercettivo, associativo
• Funzione: forma, integrazione
• Modalità: visiva, uditiva, tattile
• Dominio: oggetti, facce, colori, suoni
• Categorie: living/non living, oggetti in movimento
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Interpretazioni • Mancata connessione tra percezione e
memoria
• Disconnessione visuo-verbale (i processi percettivi sono disconnessi dal linguaggio)
• Predita o degradazione delle rappresentazioni degli oggetti nel magazzino mnestico
• Deficit di elaborazione sensoriale percettiva
Agnosia visiva
• Mancato riconoscimento degli oggetti visti
• Lesione alle aree associative del sistema visivo (occipitali infero-mediali o temporali inferiori)
• “To See But Not To See” di Humphreys e Riddoch (1987)
• Può compromettere anche il riconoscimento di specifiche categorie di stimoli (volti, lettere o colori)
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Agnosia Visiva – Cenni Storici • 1881 - Herman Munk definisce “mind blindness” o
“cecità psichica”: ablazione lobi occipitali nel cane produceva un disturbo del riconoscimento di stimoli visivi. L’animale fissava gli oggetti ed evitava gli ostacoli, ma non ne capiva il significato
• 1887 - Herman Wilbrand: “mind blindness” nell’uomo
• 1888 - Louis Verry: relazione tra danno al lobo occipitale sinistro e la perdita della visione cromatica in un paziente (Mme. R.)
• 1890 - Heinrich Lissauer definisce due tipi di “mind blindness”: Appercettiva e Associativa
• 1891- Sigmund Freud conia il termine “agnosia”
propose l’esistenza di due tipi di disturbo
Agnosia Appercettiva
(categorizzazione
percettiva)
Agnosia Associativa o Semantica
(categorizzazione
semantica)
Lissauer (1890) Descrive un paziente al quale gli oggetti apparivano come forme
prive di significato. Nella vita di tutti i giorni il paziente scambiava la giacca per un paio di pantaloni e non riusciva a scegliere le posate
appropriate al tipo di cibo. Tuttavia era in grado di disegnare su copia gli oggetti o di riconoscerli se gli venivano presentati in
modalità uditiva o tattile.
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Humphreys e Riddoch (1987)
agnosia per la forma
agnosia trasformazionale
agnosia integrativa
forme di agnosia appercettiva
Agnosia per le forme il paziente è incapace ad identificare correttamente la forma di qualunque stimolo visivo stazionario
Test di Efron [1968]
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Agnosia integrativa
il paziente appare in generale in grado di identificare i singoli
elementi dello stimolo ma fallisce nell’integrarli in un percetto
unitario
Agnosia trasformazionale il paziente identifica uno stimolo visivo se presentato in una prospettiva canonica ma fallisce se deve effettuare operazioni percettive per riportarlo alla sua struttura prototipica di riferimento
Prospettiva convenzionale
Prospettiva non convenzionale
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Denominazione dell’oggetto “non ho la più pallida idea di cosa sia… La parte inferiore sembra solida e gli altri pezzetti sono piumosi. Non sembra essere logico a meno che non sia qualche tipo di pennello”
definizione verbale: “Una carota è un vegetale a radice coltivato e mangiato per il consumo umano in tutto il mondo. Crescendo dal seme come una coltura annuale, la carota produce foglie lunghe e sottili che nascono dalla testa della radice; questa cresce in profondità e grandezza in confronto con la crescita delle foglie, talvolta raggiungendo una lunghezza di 35 cm sotto una foglia di altezza simile quando è coltivata in suolo fertile. Le carote possono essere mangiate crude o cotte e possono essere raccolte a qualunque grandezza o stato di crescita. La forma generale di una carota è un cono allungato e il suo colore va dal rosso al giallo”.
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Il paziente è incapace di associare la struttura percettiva derivata dall’analisi visiva dello stimolo con la traccia in memoria a lungo termine
Agnosia associativa
Perché si possa parlare di agnosia associativa, è necessario che vi siano prove che il paziente mostri un effettivo deterioramento delle rappresentazioni semantico-visive degli oggetti
Copia disegni
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Matching visivo-visivo
Probe: “Qual è il più grande/il più piccolo?”
Probe: “Qual é il più pesante/il più leggero?”
Test delle Triplette
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Afasia ottica
Se il disturbo è legato ad un deficit di accesso alla rappresentazione
visiva Mancata denominazione degli oggetti visti ma
riconoscimento dello stesso oggetto Possono descrivere l’oggetto e mimarne l’uso
Afasia ottica
Agnosia associativa
Capacità di mimare l’uso di un oggetto
Compiti di categorizzazione semantica
Presenza di effetti categoriali
Consistenza nella prestazione da seduta a seduta
SI
SI
NO
NO
NO
NO
SI
SI
Differenze nel pattern di errori compiuti da agnosici associativi e afasici ottici
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è Agnosie per i colori: il paziente è incapace di denominare i colori, può anche riguardare la “conoscenza” dei colori
è Prosopoagnosia: il paziente è incapace di riconoscere il volto di persone note, o in quanto familiari o conoscenti, o in quanto personaggi famosi
Forme di agnosia visiva
è Può essere presente una discriminazione inconsapevole di volti che il paziente non è in grado di identificare
è Il deficit può essere limitato al riconoscimento di volti
è La rottura del processo di riconoscimento può avvenire a diversi livelli
è Può essere Appercettiva o Amnesica
Prosopoagnosia
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Agnosia uditiva Incapacità di riconoscere i suoni ambientali in assenza di disturbi elementari di percezione uditiva Conseguente a lesione bilaterale della aree associative di elaborazione uditiva (lobo temporale) Agnosia Musicale: incapacità di riconoscere melodie e aree musicali
Agnosia tattile
Incapacità di riconoscere gli oggetti attraverso la loro manipolazione in assenza di disturbi elementari di percezione tattile Conseguente a lesione bilaterale della aree associative di elaborazione tattile (lobo parietali)
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Atassia ottica
è Incapacità di indicare ed afferrare oggetti sotto guida visiva
è Preservato riconoscimento dell’oggetto
è Dovuta ad una lesione del canale dorsale -> Parietale posteriore
è Doppia dissociazione con l’agnosia
controllo
paziente
Test di della buca delle lettere
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Sindrome di Bàlint-Holmes • Lesioni parietali bilaterali • Atassia ottica
– Incapacità di indicare ed afferrare oggetti sotto guida visiva
• Aprassia oculare – Incapacità di dirigere lo sguardo
volontariamente
• Simultagnosia – Incapacità di prestare
attenzione a più di un oggetto alla volta
… una stella di David
… un triangolo nero
… no, un triangolo rosso
… no, un triangolo nero
Neglect
Disturbo, causato soprattutto da lesioni infero-parietali dell’emisfero destro, che comporta la “mancata” e/o “distorta” percezione degli stimoli presentati nello spazio controlesionale.
I pazienti con neglect si comportano come se non fossero più in grado di percepire e concepire l’esistenza del lato controlesionale dello spazio.
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Disturbi associati • Anosognosia: inconsapevolezza della malattia • Estinzione al doppio stimolo: se si presentano
insieme due stimoli, uno a destra e uno a sinistra, il paziente percepisce solo quello a destra
• Allochiria: “spostamento” nello spazio destro dello stimolo presente nello spazio ignorato
• Emiparesi o emiplegia: debolezza o paralisi dei muscoli
• Emianestesia: perdita della sensibilità di un lato • Emianopsia laterale sinistra: cecità del campo visivo
sinistro
Differenze di campo visivo tra pazienti con neglect e pazienti con emianopsia: le capacità
percettive e ciò che il paziente “vede”
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Classificazione
Neglect Percettivo: Neglect Peripersonale
Neglect Etrapersonale
Neglect Motorio
Neglect Immaginativo
Neglect Personale
L’eminegligenza spaziale può manifestarsi in tutte le modalità sensoriali (visiva, uditiva, tattile,
olfattiva) o anche riguardare una sola modalità, ovviamente in assenza di
deficit sensoriali.
Neglect Percettivo
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L’eminattenzione può manifestarsi anche sul piano motorio
provocando un uso ridotto o il completo non uso degli arti
controlaterali alla lesione. (Critchley, 1993).
Neglect Motorio
Ancora, il neglect può manifestarsi
nell’immaginazione di scene spaziali (Bisiach e Luzzatti, 1978).
Neglect Immaginativo
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Infine, come già accennato, il paziente può negligere l’emilato
cotrolesionale del suo stesso corpo (Zoccolotti et al., 1989).
Neglect Personale
Neglect personale “mancata” e/o “distorta” percezione dello spazio corporeo del paziente Negazione dell’esistenza della parte controlaterale del corpo=sensazione di alienazione per l’emisoma controlaterale Emisomatoagnosia Somatoparafrenesia Neglect motorio Anosognosia o anosodiaforia
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Durante la valutazione del neglect bisogna tener conto dei fenomeni
appena descritti
così come bisogna tener conto della presenza di eminattenzione nella
somministrazione di alcuni test per la valutazione di altri tipi di disturbi
Valutazione
La batteria standardizzata di test per la valutazione dell’eminattenzione
comprendente sei prove (Pizzamiglio et al., 1990).
Il paziente è considerato eminattento
se presenta valori patologici in almeno due delle sei prove.
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Test di barrage di linee (Albert, 1973)
Viene considerata patologica anche una sola omissione in quanto i soggetti di controllo non
commettono errori di omissione
Test di cancellazione di lettere (Diller et al., 1974)
Si consideravano patologiche un numero di omissioni maggiori o uguali a cinque,
e per la differenza destra-sinistra il punteggio discriminante è maggiore o uguale a tre
Vallar et al., 1994
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Test dell’illusione dell’area di Wund-Jastrow (Massironi et al., 1972)
Nei soggetti di controllo le risposte coerenti con l’illusione son del 100% dei casi, è quindi da
considerare patologica anche una sola risposta inattesa.
Test di lettura di frasi (Pizzamiglio et al., 1989)
Viene considerata patologica anche una sola frase letta in modo inclompleto (Zoccolotti et al., 1989)
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Bisezione di linee (Pizzamiglio et al., 1989)
Neglect personale (Zoccolotti et al., 1989)
Comprende tre prove: Occhiali Pettine Rasoio/Cipria
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Ricordiamo che: Il paziente è considerato
eminattento se presenta valori patologici in almeno due delle
sei prove.
Nella batteria di test ideata da Pizzamiglio e collaboratori non viene valutata la presenza
di neglect immaginativo.
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Valutazione Neglect Immaginativo
Possono essere usati due test:
A) Test delle piazze
B) O’Clock test
Esempi di screening
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Valutazione Behavioral Inattention Test (BIT):
6 prove classiche sono cancellazione, disegno,e bisezione;
9 prove ecologiche descrizione di figure, comporre dei numeri telefonici, leggere degli articoli e un menù, distribuire delle carte da gioco, leggere o impostare l’ora, copiare una frase o un indirizzo ed indicare un percorso su una mappa.
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Sono state formulate diverse ipotesi interpretative
dell’eminegligenza spaziale
le prime teorie sottolineavano l’importanza dei deficit
sensoriali, ed erano comunemente mosse dall’idea che si trattasse di un disturbo in cui ad essere
compromessa è la ricezione degli stimoli provenienti dall’ambiente
esterno (Bender, 1952).
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Gli attuali modelli esplicativi del neglect possono essere suddivisi in tre categorie:
trasformazionali
attenzionali,
rappresentazionali,
Modelli Attenzionali tre teorie predominanti:
A) la teoria dei vettori attentivi di Kinsbourne (1987, 1993)
B) il modello di Heilman e coll. (1987)
C) la teoria dell’incapacità di disancorare l’attenzione dagli
stimoli ipsilesionali di Posner et al. (1992)
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A) la teoria dei vettori attentivi di Kinsbourne (1987, 1993)
due vettori attenzionali antagonisti:
Uno, controllato dall’emisfero sinistro, dirige l’attenzione a destra;
l’altro controllato dall’emisfero destro
dirige l’attenzione verso la sinistra dello spazio
due vettori non sono equivalenti:
quello controllato dall’emisfero sinistro prevale
sull’antagonista per cui, a parità di condizioni, il lato destro dello spazio risulta
privilegiato (Heilman et al., 1995; Mesulam, 1998)
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A causa di questa asimmetria:
una lesione sinistra non provoca gravi disturbi, perché l’emisfero destro
intatto è fisiologicamente più debole
con lesione destra l’attenzione si trova ad essere maggiormente sbilanciata
verso il lato destro a discapito del lato sinistro dello spazio, che viene più o
meno negletto dal paziente
B) il modello di Heilman e coll. (1987) Ogni emisfero ha un proprio sistema attenzionale costituito da un circuito
reticolo-talamo-cortico-limbico
il SA dell’emisfero destro si occupa dell’intero spazio
mentre il SA dell’emisfero sinistro ha un campo circoscritto alla metà destra dello spazio egocentrico
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C) la teoria dell’incapacità di disancorare l’attenzione dagli stimoli
ipsilesionali di Posner et al. (1992)
Partendo dal paradigma di estinzione al doppio stimolo si ritiene che i pazienti avrebbero una tendenza ad orientare
l’attenzione verso lo spazio ipsilaterale alla lesione con conseguente difficoltà a portarla
verso lo spazio controlesionale, dove gli stimoli verrebbero ignorati.
Rafal e Posner (1987) hanno ipotizzato che l’orientamento spaziale si suddivida
in tre fasi:
fase di “disancoraggio” dell’attenzione,
fase di movimento dell’attenzione
fase di “ancoraggio” dell’attenzione
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Disegni fatti da pazienti con neglect: la parte sinistra del disegno è omessa o riportata nello spazio ipsilesionale (allochiria costruttiva)
Autotopoagnosia Conseguente a lesione parietale
dell’emisfero sinistro
Incapacità di riconoscere / toccare parti di entrambi i lati del proprio corpo
in assenza di problemi di comprensione verbale e di aprassia
ü disorientamento destra-sinistra
ü agnosia digitale
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Valutazione Prove verbali: indicare diverse parti del
corpo su di sé, su una figura schematica e su una figura scomposta
Prove non verbali: indicare su di sé parti del
corpo corrispondenti a quelle che l’esaminatore ha toccato su se stesso o su
una figura schematica.
Esame dettagliato della localizzazione delle dita della mano.
Autotopoagnosia: tipi di errori
• Non correlati -> si tocca la testa invece della mano
• Di contiguità -> si tocca il mento invece della guancia
• Funzionali -> si tocca il ginocchio invece del gomito
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Sindrome di Gerstmann
• Lesione al giro angolare dell’emisfero sinistro
• Disorientamento destra-sinistra • Agnosia digitale • Agrafia • Acalculia