· Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente:...

294
1 ORAZIO BONASSI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA Facoltà di Filosofia Corso di Laurea in Filosofia PROBLEMATICHE ANTROPOLOGICHE IN VILÉM FLUSSER Anno Accademico 1997 – 1998

Transcript of  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente:...

Page 1:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

1

ORAZIO BONASSI

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMAFacoltà di Filosofia

Corso di Laurea in Filosofia

PROBLEMATICHE ANTROPOLOGICHEIN VILÉM FLUSSER

Anno Accademico 1997 – 1998

DEDICA

Page 2:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

2

Ai miei genitori,che nella tolleranzami hanno insegnato

a vivere nella libertà,nella responsabilitàe nell'engagement.

Page 3:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

3

INTRODUZIONE

"Chi è saggio ponga mente a queste cose! Chi è intelligente le riconosca" (Osea 14,10a)„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in fermento essa resta l'unico punto fermo. A volte mi dico che in fondo non ho mai veramente abbandonato il luogo dove sono nato, dove ho imparato a camminare e ad amare: l'universo non sarebbe che un'estensione di questa piccola città situata da qualche parte". (Elle Wiesel, L'ebreo errante)1

Questa frase sapienziale, di aggiunta tardiva al testo originario del profeta Osea, è stata scelta da David Flusser2 come epigrafe alla tomba del filosofo cugino, morto in un incidente stradale nella sua città natale, Praga, che rivedeva finalmente nell'anno 1991 dopo un lungo esilio forzato: quasi una ironia della sorte, o se si vuole una interpretazione assurda, appunto bodenlos (senza fondamento), sinnlos (= senza senso), che ha determinato tutta la sua filosofia e di cui si occupa il nostro presente lavoro. La seconda citazione ne è

Page 4:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

4

un'espressione ironica, ma in senso benevolo, quasi a significare l'eterno ritorno dell'ebreo „errante" che è legato alla sua terra, anche in situazione e soprattutto in situazione di diaspora.

Questi testi caratterizzano Vilém Flusser nella sua vita come giudeo, come filosofo, aperto alla continua ricerca della libertà e della verità, nell'intento di voler costruire appunto una vita di senso, visto che quasi tutto sembra esistenzialmente parlare una lingua contraria: tutto quanto il mondo in cui ci troviamo è assurdo, gli uomini si muovono come automi....

In questo mondo della Bodenlosigkeit Vilém Flusser si rivela un filosofo e un pensatore che si apre con entusiasmo alla speranza. Qui sta, secondo il cugino David Flusser, la saggezza e la lode di cui ne è degno.

(La traduzione nelle citazioni e dei testi riportati è nostra, anche perché finora non sussiste alcuna traduzione delle opere di questo filosofo, al di fuori della „Filosofia della fotografia", della editrice Agorà di Torino, non più ristampata.)

Page 5:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

5

CAPITOLO PRIMO

Vita ed Opere di Vilém Flusser

1. Perché ho scelto Vilém Flusser?

1.1. Quando si fa un lavoro, una ricerca, penso sia molto importante l'aspetto autobiografico, specie se questa ricerca viene effettuata negli anni maturi. Le tematiche che sempre mi hanno interessato sono brevemente elencate: la situazione migratoria, in cui vivo e in cui ho speso i miei migliori anni di lavoro, e che oggi trova una attualità maggiormente arricchita, portante però seco una infinità di problemi nuovi, da risolvere, come quello degli extracomunitari, delle migrazioni di popoli, costretti da conflitti bellici, ideologici, religiosi ed economici a cercare un nuovo habitat, ove almeno risolvere il problema di fondo esistenziale: quello di sopravvivere e di sopravvivere da persone.1.2. Nella mia attività di impegno teologico e di interesse storico-politico ha assunto una particolare attenzione il fatto del dialogo interreligioso, che intercorre tra le grandi Welt-anschuungen nel mondo, limitandomi particolarmente all'ambito cristiano-giudaico.

Page 6:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

6

Giustamente Hans Küng descrive nella sua trilogia su Cristianesimo, Giudaismo e Musulmanesimo la situazione religiosa del nostro tempo in questi termini:

"Kein Frieden unter den Nationenohne Frieden unter den Religionen.

Kein Frieden unter den Religionenohne Dialog zwischen den Religionen.

Kein Dialog zwischen den Religionenohne Grundlagenforschung in den

Religionen"3

(“Non vi sarà pace tra le nazioni, senza la pace tra le religioni.

Non ci sarà pace tra le religioni, senza dialogo tra le religioni.

Non ci sarà dialogo tra le religioni senza ricerca fondamentale nelle religioni”)

1.3. E come terzo campo di interesse posso annoverare i media, che mi attirarono fin dagli anni giovanili, prima di tutto per una innata curiosità di sapere, di scoprire e di capire e poi perché ne scoprii la grande portata storica. Non si trattava più di porre la tematica in questi termini: pro o contra i mass-media, ma di capirne la realtà, la loro presenza e di approfittarne per mettere a servizio dell' uomo queste grande scoperte,

Page 7:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

7

senza venirne schiacciati o condizionati in modo da perdere ogni padronanza di sé.

2. Puro caso o incontro provvidenziale?

2.1. E' una mia costante abitudine quella di non leggere i quotidiani appena usciti, per liberarmi da quel "muss" (= essere costretti), da quella costrizione di voler esser aggiornato ad ogni costo e di sapere la notizia per primo. Lascio passare del tempo e poi scelgo alcuni articoli di un certo interesse, li seleziono per poi archiviarli secondo un ordine tematico.

2.2. Mi capitò, così per caso, tra le mani un articolo della Süddeutsche Zeitung di Monaco di Baviera, in data 23.4.1996 sulla pagina della cultura4. In questo articolo vi trovai riuniti i miei tre campi autobiografici, inoltre venivano sostenute delle tesi che suscitavano la mia approvazione ed interesse. L'articolista non mancò di far notare la locazione dell'archivio, proprio nella città in cui dimoro. Mi fu pertanto facile rivolgermi a questo recapito. Fu come un barlume: questo è l'autore che mi interessa, questo è l'autore che vorrei render noto anche in Italia. Il cognome Flusser è noto fra gli storici del cristianesimo, ma si tratta del cugino David.

Page 8:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

8

3. Chi è Vilém Flusser?

3.1. Giudizi su Vilém Flusser

Vilém Flusser è considerato nel mondo culturale tedesco, brasiliano, cecoslovacco, ungarico una delle personalità più significative del nostro secolo, perché ha vissuto tutta l'angoscia esistenziale dell' uomo contemporaneo e nelle persecuzioni, costretto ad essere „ebreo errante" ha saputo far risplendere con la propria vita la dignità della persona umana, al di là di partitismi, siano essi religiosi che politici.

In una recensione del volume „Gesten" il modo di pensare di Vilém Flusser viene definito „horizonterweiternd" (che spalanca gli orizzonti), anche se le sue analisi globali a volte si perdono troppo nel vago e anche se è talmente invaghito nelle immagini da lui stesso scelte, da argomentare soltanto in modo metaforico ed anche se molte delle sue distinzioni categoriali sono semplicemente insostenibili:

„Vilém Flusser ist (ja, ist!) einer der spannendsten zeitgenössischen Philosophen. Seine Analyse moderner Gesten sind weit mehr als eine luzide und ausgesprochen witzige Soziologie des Alltags, sie regen zum Weiter- und

Page 9:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

9

Anders-denken an. Sie können Wahrnehmung und Einschätzung verändern und sind damit selbst ein Beweis für die Eindringlichkeit der Geste des Schreibens".5 („Vilém Flusser è (in verità!) uno dei filosofi contemporanei più affascinanti. Le sue analisi dei gesti moderni sono molto più che una sociologia lucida e propriamente brillante del quotidiano, esse spingono a pensare oltre. Possono mutare percezioni e valutazioni e costituiscono con ciò una prova per la insistenza del gesto dello scrivere”)

A proposito della autobiografia filosofica di Vilém Flusser, che reca il nome „Bodenlos" così si esprime Andreas Kuhlmann:

„Die Flucht aus Prag, aus Europa, die Rückkehr nach Europa schließlich in den siebziger Jahren erscheint in dieser Darstellung („Bodenlos, jedoch nicht als auferlegtes Schicksal, sondern als das Ergebnis einer sich sukzessiv steigemden Freiheit. Die Freiheit ist die treibende Kraft und das Ziel dieser Flucht, weil sie Vilém Flusser von zufallsbedingten Identitäten und von lokal beschränkten

Page 10:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

10

Loyalitäten loslöst und öffnet für die Wahl von Sprachen, von Kulturen und von Freunden." 6 (“La fuga da Praga, dall'Europa, e infine il ritorno in Europa negli anni 70 appare in questa descrizione (,,Bodenlos") tuttavia non come un destino imposto, ma come il risultato di una libertà che si supera in successione. La libertà è la forza motrice e il fine di questa fuga, poiché Vilém Flusser la libera dalle identità condizionate dal caso e dalle lealtà limitate localmente e la apre alla scelta di lingue, culture e di amici.”)

Ronald Meyer nel suo articolo „Gesten der Bodenlosigkeit. Neue Aufsätze des wilden Denkens Vilém Flusser" mette in risalto già nel titolo le caratteristiche del filosofare flusseriano:

„Der Bekanntheisgrad des Theoretikers der Postmoderne, der vom Sieg der technischen Bilder schrieb, wuchs mit der Zahl der Bildschirme und Tastaturen. Er philosophierte als einer der ersten über eine Zeitwende; er dachte die Philosophie des Computerzeitalters an. Vilém Flusser war ein An-Denker, ein Anreißer von Problemen, kein Entwickler philosophischer Systeme,

Page 11:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

11

kein Zu-Ende-Denker. Vilém Flusser war ein Theoretiker der großen Gedanken und der kleinen Form. Er begnügte sich in der Regel mit weniger als zehn Seiten, um eine seiner Ideen abzuhandeln. Ursache der kleinen Form ist seine journalistische Arbeit als Leitartikel-Autor” 7 (“Il grado di notorietà del teoretico del Postmoderno, che cantò la vittoria delle immagini tecniche, crebbe con il numero dei televisori e delle tastature. Per primo fece della filosofia su questa virata epocale; pensò la filosofia dell'epoca computeristica. Flusser era un promotore del pensare, uno che suscitava problematiche, senza sviluppare un sistema filosofico, uno che non pensava fino in fondo. Flusser era un teorico dei grandi pensieri e delle forme brevi. Si accontentava regolarmente di circa dieci pagine per sviluppare le sue idee. Origine della forma breve è la sua attività giornalistica come autore di articoli di fondo”).

La maggior parte dei suoi libri è una raccolta di interventi come giornalista, commentatore e saggista, ordinata posteriormente secondo criteri tematici, a volte cronologici o semplicemente un

Page 12:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

12

insieme di saggi. Non tutti i libri sono stati rivisti da lui, alcuni sono postumi.

Dopo aver letto le fonti prime di Vilém Flusser nel suo archivio ritengo il giudizio di Rüdiger Suchland in „Ein Optimist des technologischen Zeitalters" non solo interessante, ma preciso e che offre una chiara visione interpretativa dell'opera flusseriana:

a- Non profeta di malaugurio, ma apertura critica alla nuova tecnologia:

„Vilém Flusser war kein zerknirschter Feind der Technologie. Der aus den bildungsbürgerlichen Urgründen des alteuropäischen Denkens stammende Philosoph sah sich auch nicht als ständig mahnender Beobachter, der voller Melancholie am Rande sitzt, und düstere Warnungen vor dem Lauf der Zeiten herausstößt. Ganz in Gegenteil.”8 (“Vilém Flusser non era un nemico contrito della tecnologia. Il filosofo, di formazione borghese, proveniente dal pensiero europeo antico, non si riteneva come un censore che continuamente ammonisce e che siede melanconicamente in disparte, gettando a piene mani minacciosi

Page 13:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

13

presagi davanti al tempo che corre. Al contrario”)

b- Libertà e mobilità (frutti esistenziali della sua Erlebnis migratoria)

„Der Intellektuelle Vilém Flusser war von unvoreingenommener Offenheit für alles Neue geprägt. Freiheit und Mobilität - die des Geistes und die des Körpers - bestimmten sein Denken“.9

(“L'intellettuale Vilém Flusser era aperto senza pregiudizi a tutto ciò che di nuovo si presenta. Libertà e mobilità - quelle del corpo e dello spirito - determinano il suo pensiero.”)

c- L' esperienza dell'assurdità lo apre alla speranza

„Das geistige Fundament, von dem Vilém Flussers Denken ausgeht, lässt sich im Existentialismus der Jahrhundertmitte ansiedeln. Der oft der Phänomenologie zugerechnete Vilém Flusser interessierte sich wenig für die kasuistische Erkenntnistheorie der phänomenologischen Erkennitsmethode. Dogmatik aller Art lag Vilém Flusser fern. Hingegen war es die existentialistische Ur-Erfahrung der Absurdität, der „Bodenlosigkeit", die Vilém Flussers Denken nicht nur aus biographischen Gründen prägte.

Page 14:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

14

Was Vilém Flusser von Jean-Paul Sartre unterscheidet, ist in erster Linie ein großes Desinteresse für Politik und Gesellschaftstheorie, das erst in den letzten Jahren seines Lebens nachließ. Von Martin Heidegger trennt ihn vor allem anderen der Optimismus, mit dem Vilém Flusser der Moderne gegenüberstand“.10 (“Il fondamento intellettuale, da cui scaturisce il pensiero flusseriano, può esser collocato nell'esistenzialismo della metà del secolo. Flusser, spesso annoverato tra i fenomenologhi, si interessa poco della casuistica della teoria della conoscenza e del metodo della conoscenza fenomenologica. Flusser era estraneo a dogmatiche di ogni colore. Invece fu l'esperienza primigenia esistenzialistica della assurdità, della „Bodenlosigkeit”, che impresse il pensiero di Vilém Flusser e non soltanto per motivi biografici. Quanto distingue Flusser da Jean-Paul Sartre è in prima linea un grande desinteresse per la teoria politica e sociale, che soltanto negli ultimi anni cominciò a mutare. Da Martin Heidegger lo separa innanzitutto l'ottimismo, con cui Flusser affrontava il moderno".

Page 15:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

15

d- Vilém Flusser: libero maestro e pedagogo:

„Vilém Flusser war sein Leben lang Migrant: Über seine Situation an der Universität, schrieb er. "Es ist mir nie gelungen, mich in den Apparat der Schule einzureihen. Mein Verhältnis zu meinen Kollegen war für mich beinahe unerträglich, und ich konnte ihrem Spiel um Status nie ohne Widerwillen zusehen. Die meisten meiner Schüler hatten es auf Diplom und Kartiere abgesehen, und ich hatte ihnen ebensowenig zu bieten wie sie mir".11

(“Vilém Flusser fu per tutta la vita un migrante: Sulla sua situazione all'università, scrisse: "Non mi è riuscito di integrarmi nell'apparato della scuola. Il mio rapporto con i colleghi era per me quasi insopportabile e non potevo accettare senza oppormi ai loro giochi per consolidare la loro posizione. La maggioranza dei miei studenti aveva di mira solo il diploma e la carriera ed io avevo tanto poco da offrire loro, quanto loro a me”).

e- Vilém Flusser: personalità carismatica:„Dennoch übte er auf die Studenten eine ungewollte charismatische Wirkung aus, was ihm aber wenig half:

Page 16:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

16

1972 musste er vor dem Militärregime fliehen. Auf einem holländischen Frachtschiff entkam er nach Italien und reiste wenig später nach Frankreich, wo er sich in einem kleinen sudfranzösischen Dorf niederließ. Immer stärker setzte er sich mit den neuen Medíen auseinander, publizierte weltweit und war ein gefragter Redner auf Symposien und Kongressen“.12

(“Tuttavia Flusser esercitò sugli studenti una forza carismatica non voluta, ma che gli serví poco: nel 1972 dovette fuggire dal regime militare. Su un barcone olandese potè giungere in Italia e poi si diresse verso la Francia, ove prese dimora in un piccolo borgo nella Francia meridionale. Si impegnò sempre più profondamente con i nuovi media, pubblicò in tutto il mondo ed era assai ricercato come conferenziere per simposi e congressi”).

I giudizi riportati delineano chiaramente i campi in cui Vilém Flusser ha portato il suo engagement e il metodo non sempre „ortodosso" del suo intervento filosofico. Era sua voluta e chiara intenzione esser un „provocatore", uno che spinge a pensare, a far la fatica del pensare. Nel concludere questo paragrafo lascio la parola a Vilém Flusser stesso:

Page 17:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

17

„Ich rede und schreibe mit Begeisterung, ja noch mehr, ich verfalle dem Reden und Schreiben wie einem Laster. Diese Behauptung ist aber mit zwei Einschränkungen zu verstehen. Die erste ist, dass ich mich dem Laster eigentlich selten völlig ergebe, sondern dass ein Teil meiner selbst fast immer den redenden und schreibenden Teil meiner selbst von außen beobachtet und versucht, ihn unter Kontrolle zu halten. Dadurch hoffe ich, sagen zu dürfen, dass mein Reden und Schreiben nur selten Selbstzweck, sondern meistens dem Willen untergeordnet ist, eine Wirkung zu haben. Obwohl ich mich am Reden und Schreiben berausche, tue ich es nicht, um zu „kommunizieren", sondern um zu „informieren".13 (“Parlo e scrivo con entusiasmo, molto di più, è quasi un vizio che mi spinge a parlare e scrivere. Questa affermazione è da intendersi con due precisazioni. La prima è che di rado mi concedo al vizio completamente, ma che una parte di me stesso osserva dall'esterno quasi sempre la parte parlante e scrivente e tenta di tenerla sotto controllo. Per cui spero di poter dire che il mio parlare e scrivere solo

Page 18:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

18

raramente è fine a sé, ma per lo più è sottoposto alla volontà di volere ottenere un effetto. Quantunque mi inebri nel parlare e nello scrivere, non lo faccio per „comunicare", ma per „informare”.”)

3.2. Vilém Flusser su Vilém Flusser

3.2.1. Nelle carte di archivio ho scoperto una velina scritta a macchina in lingua portoghese, databile verso gli anni '60 e che presenta succintamente la vita filosofica di Vilém Flusser. Val la pena rileggerla a grandi tratti. Il testo è stato nel frattempo tradotto dalla moglie in lingua tedesca e pubblicato sulla rivista commemorativa in occasione della consegna del premio (postumo) a Vilém Flusser per meriti nel campo dei media.14

3.2.2. Fase europeaPartendo da un marxismo giovanile

(che ebbe la prova del fuoco con i processi moscoviti) Vilém Flusser tenta, nella fase europea del suo sviluppo, di costruire il metodo dialettico su un metodo piuttosto formale. Suo padre era professore di matematica alla Karlsuniversität di Praga e perciò sono comprensibili le tendenze di Vilém Flusser a formalizzare. Il Tractatus di

Page 19:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

19

Wittgenstein esercita in questo senso un forte influsso.

3.2.3. Nuovi eventi e nuovi influssi:Gli sconvolgimenti bellici, la

distruzione del suo mondo-Heimat, l'emigrazione verso il Brasile e le sfide che ne sono sorte, di assimilare valori e concetti estranei, frantumarono l'originaria tendenza al formalismo.

Heidegger esercita, con la sua filosofia esistenziale, in questa nuova situazione per Vilém Flusser, un notevole influsso. La sua situazione nei riguardi di Martin Heidegger era ambivalente: è mosso profondamente dalla analisi esistenziale di Heidegger, ma ne fiuta un certo gusto nazista. Per alleggerire questa tensione intraprende la lettura di Jaspers. Più tardi (1943 o 1944) prende contatto con Martin Buber, che lo porta ad approfondire la teologia esistenziale protestante.

Sullo sfondo bellico e dei lager nazisti si rivolge alla speculazione mistica (ciò era già previsto alla fine del Tractatus). Si interessa del pensiero orientale, di San Giovanni della Croce, del Maestro Ekkehart, di Angelo Silesio; riscopre nuovamente il romanticismo tedesco e Dostojewski. Nel contempo si rendeva conto della pericolosità di questa via, nel senso del

Page 20:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

20

tradimento dell’ intelletto e nel senso di una fuga.

3.2.4. Nel nuovo mondo: in BrasileCon la fine della guerra e con l'avvento

del comunismo a Praga (impossibilità di un probabile ritorno) Vilém Flusser si apre progressivamente al Milieu brasiliano. In questo milieu si consolidarono le paure di fronte alla forza attrattiva del misticismo (Macumba, spiritismo e simili ciance), ma la sterilità del formalismo razionale (Positivismo, marxismo alla brasiliana, scolastica, accademismo) gli appaiono sempre più chiaramente. Tra la Scilla delle ciance e le Cariddi della falsa erudizione sprofonda in una crisi.

3.2.5. periodo di crisi:Durante questi anni pensa seriamente

al suicidio come unica forma, quasi stoica, di testimoniare la Bodenlosigkeit, l'assurdità del tutto. Soltanto con questa possibilità sempre presente gli riesce tuttavia di „portar avanti' la propria vita. E' il periodo in cui divora Kafka, Camus e l'arte assurda. In questo periodo giunge alla comprensione, che non si può costringere la fede e che, se dio era morto, egli è morto definitivamente.

Page 21:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

21

Nella sua disperazione si rivolge a Nietzsche, ai presocratici ed inizia a comprendere il secondo Husserl, scoprendo di nuovo Leibniz. E’ questo il periodo in cui stese in tedesco „Die Geschichte des Teufels". Vilém Flusser ammette di non padroneggiare ancora perfettamente la lingua portoghese.

3.2.6. catarsi„La mia catarsi fu Kant." Divora non

soltanto i suoi scritti, ma pure quelli di Cassirer, di Cohen e di tutta la scuola di Marburgo. La cerchia del suo pensiero comincia a profilarsi con chiari confini: gettare un ponte tra la religiosità che non soddisfa e il formalismo sterile, cioè, tra la analisi esistenziale e quella logica.

„Il campo di ricerca, così mi apparve allora, era la lingua. La lingua come forma simbolica, come abitazione dell'essere, come scoprimento e coprimento, come mezzo di comunicazione, come campo dell'immortalità, come opera d'arte, come conquista del caos. Ma anche come repertorio, come struttura, come gioco, come sistema aperto, come modello e meta-modello, come processo della informazione, negativamente entropico, come superamento della ridondanza e come

Page 22:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

22

introduzione di rumori. Alla fine la lingua come engagement per l'intelletto, come base e come orizzonte, il silenzio del non-articolabile."15

3.2.7. tematica centrale: la linguaVilém Flusser inizia un lavoro metodico

di lettura, raccolta di testi, di ri-lettura su quanto finora ha appreso sulla lingua. Prende in esame non soltanto la lingua attuale (viennese, inglese, americana, in cammino verso la lingua), non soltanto linguistica, filologia, psicologia, etnologia, grammatica e biologia (lingue degli animali), ma anche quella degli antichi, specialmente quella sofistica. E legge poesie. Scopre Joyce, Pound Elliot, i Maudits, Morgenstern, come pure Rilke e naturalmente Mann e Hesse.

In Brasile scopre Guimaraes Rosa. Inizia a considerare e a interpretare l'arte figurativa come lingua: Klee, Mondrian, inizio delle biennali. Anche l'interesse per la musica viene affrontato sotto l'aspetto linguistico: Bach, la musica elettronica e specialmente Mozart. Nel contempo apparvero lonesco e Beckett nel suo repertorio. La sua via assume contorni sempre più nitidi. Era il tempo in cuì scrisse „Lingua e Relidade" in portoghese.

Page 23:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

23

Vilém Flusser scopre che il campo della lingua è troppo ampio per poter esser fagocitato in tutta la sua totalità. Inoltre sussiste il pericolo di lasciarsi prendere troppo dall'aspetto estetico: una pericolosa bellezza della lingua, di ogni lingua. (E' la bellezza dell'intelletto). Per assicurarsi da questo pericolo si limita all'aspetto strutturale (portoghese, tedesco, inglese, ceco).

3.2.8. Un incontro....A questo periodo risale il suo incontro

con Vicente Ferreira da Silva.16 Fu come se avesse incontrato l'incarnazione di ogni pericolo. Egli aveva fatto tutto ciò, che Vilém Flusser riteneva non si dovesse fare. E lo fece in una forma brillante. Così Vilém Flusser inizia giornalmente a combattere con lui e scrive la „Historia do Diabo" in portoghese e nella disperazione. Vilém Flusser voleva salvare la propria identità e nel contempo esser accettato da lui. Vicente Ferreira da Silva mori, e a Vilém Flusser risultò molto difficile di constatare la fine della lotta, che continua sempre in lui. „Egli, come mio alter ego, mi provocava continuamente in ciò che penso. "17

3.2.9. Teoria della informazione e intensa attività:

Page 24:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

24

Vilém Flusser iniziai lo studio della teoria della informazione, la teoria ludica, la teoria dei modelli, come metodo, per superare Vicente, poiché i morti devono esser superati. Ed inizia a pubblicare, quasi troppo. Legge e scrive come un ossesso. Tiene conferenze e seminari sulla lingua, partendo dai più pensabili e possibili punti di vista.

Di nuovo è preso dalla disperazione. Il dio morto si rivoltava nella tomba e sempre più prendeva forma di una tautologia. Rilegge Wittgenstein, tentando di tradurlo in portoghese, quasi come per liberarsi finalmente di lui. Comincia a comprendere il secondo Wittgenstein. „Ma non ha mai capito perché Wittgenstein non si sia ucciso. "18 Riprende il marxismo e Sartre. „Neanche la fame nel Nordest mi tolse il gusto aspro di queste letture. Alla fine ammisi che la fede non può essere conquistata nella forma marxista."19

E allorché incontrai Leonidas Hegenberg, ripresi contatto con il positivismo. A quel tempo risale lo scritto sulla „Filosofia da Linguagem" e un saggio „Da duvida", che Flusser ritiene esser il suo miglior lavoro.

Page 25:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

25

3.2.10. Conoscenza di una „nobiltà brasiliana":

Quasi nel medesimo periodo Vilém Flusser fa la conoscenza di Milton Vargas". Nella sua nobile forma v'era la scoperta del Brasile.

„A contatto con lui mi impegnai (engagement) definitivamente per la cultura brasiliana alla ricerca della immortalità immanente. Vargas rappresentava per me questa rara miscela di chiarezza latina e di oscurità pseudo germanica (forse africana), così estremamente aperto e pronto a recepire come la cultura autentica brasiliana. Ciò significa per me che è necessario imprimere al corpo maneggevole di questa cultura nello status nascendi la scepsi stanca e disperata, eredità della cultura occidentale, non soltanto perché attraverso se stessa si rinforzi, ma anche per dare una struttura alla nuova cultura." 21

In questo periodo Vilém Flusser scrive alcuni saggi nel libro „Da religiosidade", „Até a terceira e quarta geração", che è nella mani di Miguel Reale, per esser pubblicata. Reale stesso è per Vilém Flusser un esempio di possibilità di un engagement

Page 26:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

26

nella cultura senza tradire la propria causa (nel caso di Vilém Flusser: la lingua). In breve, Vilém Flusser entra nella fase dell'engagement conscio.

3.2.11. Fase dell'engagementQuesta decisione lo lancia sulla scena

artistica. Non nella politica, contro cui sente una profonda avversione, probabilmente spiegabile attraverso Freud.

„Mio padre era un politico marxista e il marxismo è nella politica il mio dio morto. "22

Inizia a scrivere critiche sulla pittura, scultura e poesia. Vilém Flusser è convinto che questo sia uno di quei campi dove la nostra cultura si può articolare nel modo più significativo e che è necessario, su questo piano, di agire subito. Nel contempo crede che la critica artistica sia una filosofia applicata della lingua. E' la prassi della sua teoria, il punto centrale dei suoi pensieri nella fase dell'engagement.

E’ convinto della possibilità di rivoluzionare veramente l'arte, sovvertendo la sua struttura e corrompendola e ciò con maggior legittimità intellettuale ed etica che nel campo della politica e con un'efficienza comparabile.

Page 27:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

27

„Qui scoprii che il problema della critica in fondo è il problema della traduzione tra le lingue, tra modelli. Ora sono legato al problema della traduzione, come confronto di modelli, come superamento di modelli, come eliminazione di modelli, ma anche come Ort der Entscheidung, della scelta, della libertà e da ciò come origine dell'engagement.”23

Lavora febbrilmente ad un saggio che dovrebbe avere il titolo „Reflexões sobre a Tradizibilidade". Questo breve excursus dà una visione su Vilém Flusser fino agli anni '60. Ma se consideriamo quanto poi ha realizzato vi troviamo una premessa che nel tempo si è confermata.

3.3. La mia posizione su Vilém Flusser

3.3.1. Io personalmente non ho avuto la fortuna di conoscere Vilém Flusser. La sua personalità mi è nota tramite i colloqui con la vedova Edith, con amici carissimi e critici del filosofo, come la Professoressa Irmgard Zepf, docente di Istruzione Artistica alla Università di Köln in Germania, Klaus Sander di Köln, che ha edito diversi libri di Vilém Flusser (postumo), il giornalista Rüdiger Suchsland della Süddeutsche Zeitung di Monaco di Baviera, il Prof. Rainer

Page 28:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

28

Goetz dell'Università di Würzburg e di Christian Vogt di Potsdam. Ho partecipato a due simposi su Vilém Flusser, a Tutzing in Baviera e nella città della cultura europea 1999, Weimar, la città di Goethe e Schiller. Inoltre sono a disposizione diverse registrazioni in video e audio e una conferenza in CD. Naturalmente rimane l'archivio flusseriano, che la moglie ha curato e cura con amore del dettaglio e in cui sono raccolti tutti i suoi scritti, i libri letti e le diverse versioni di contributi, nella varie lingue che possedeva.

3.3.2. Vorrei tentare un giudizio su Vilém Flusser e ricorro alla penna del Prof. Lambertino, facendo volutamente un plagio: adatto quanto il Prof. Lambertino scrive su Max Scheler al filosofo Vilém Flusser:

„La ricchezza straordinaria del suo spirito, la vivacità del suo genio gli permisero di accostarsi a molteplici interessi, dall'antropologia all'ontologia, dalla psicologia alle scienze naturali, dal problema gnoseologico a quello etico e a quello religioso e non da ultimo di vedere nei media immense possibilità future di libertà e di pericolo di nuove schiavitù”.24

Page 29:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

29

3.3.3. Sempre plagiando il Prof. Lambertino adatto l'affermazione seguente:

„Ad alimentare il disagio del lettore nell'accostare la multiforme opera di Scheler (qui: Vilém Flusser), emergono anche insidie di carattere ermeneutico. Spirito inquieto e passionale, complesso e instabile, intuitivo più che analitico, Problemdenker anziché dogmatico, sensibile alle suggestioni e alle oscillazioni dell'ambiente culturale in cui viveva, Vilém Flusser non era troppo docile a una costante rigorosa disciplina metodologica e rifuggiva per temperamento da ogni trattazione sistematica dei problemi. La lettura interpretativa del suo pensiero risulta restia a interpretazioni univoche e non di rado si imbatte in affermazioni che, almeno apparentemente, sembrano ambigue, incoerenti e certe volte perfino contraddittorie.”25

Vilém Flusser non ha mai avuto dimestichezza con il corpo accademico; volutamente rifiuta nei suoi libri e saggi la citazione e nelle sue opere è raro, per non dire impossibile, vedere dei rimandi o richiami a opere che lo hanno ispirato. Soltanto nel „philosophisches Selbstporträt”

Page 30:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

30

ha reso noto chiaramente le sue fonti, le sue letture e i suoi piani.

3.4. Attualità di Vilém FlusserL'attualità mai sopita del pensiero di

Vilém Flusser è testimoniata dal persistente interesse che le tematiche da lui trattate continuano a riscuotere nei simposi e colloqui e nei dibattiti della cultura contemporanea, specialmente in ambito tedesco, ceco e portoghese-brasiliano. Vi è un solo pericolo: le case editrici tedesche tendono, per motivi economici, a presentare Flusser preferibilmente come il „profeta dell'Internet" per usufruire dell'ora propizia. Ma sarebbe recare una grande offesa al suo pensiero filosofico generale, che è partito dall'esperienza esistenziale della Bodenlosigkeit e della Heimatlosigkeit. Da qui è sorta la sua vocazione quasi profetica (termine che la moglie Edith abborrisce per suo marito) di diventare il paladino della vera libertà, libertà dal „Gewöhnlich", libertà maturata fenomenologicamente e antropologicamente per poter costruirvi una moralità, che per lui è „engagement", è prendere in mano le redini di una nuova cultura. Così è da vedersi il suo impegno in Brasile e al ritorno in Europa. La via ora è nella lingua e nel mondo virtuale dei media, ma la fondazione di senso è nata dalla

Page 31:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

31

„Heimatlosigkeit", esperita personalmente.

La sua tesi della vera occasione di libertà, offerta a chi emigra, quasi seguendo il monito di Jahweh ad Abramo: „Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò” 26 contiene un potenziale positivo per dare una risposta di senso non solo a chi emigra, ma anche a chi è costretto a confrontarsi con il problema migratorio. E lo siamo tutti, specialmente dopo la caduta dei vari muri e delle cortine di ferro. La filosofia, approfondendo queste tesi, può veramente esser ancora maestra nel campo etico, sociale e politico.

4- VitaUna autobiografia filosofica può essere

scritta solo da chi conduce una vita filosofica, un autore che non fa della pura teoria, ma che ha vissuto esistenzialmente la „sua filosofia". Vilém Flusser, nato a Praga, esistenzialmente costretto a „fuggire" sotto la persecuzione nazista, quale ebreo, ha testimoniato, nella sua autobiografia, questa tipica vita. Una vita „assurda" nel senso di „bodenlos" (= sin fundamento in portoghese): è il tentativo di metter radici in un terreno che non sta a

Page 32:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

32

disposizione, una vita nella Stimmung di un „sinnlosen Kreisbewegung, mit dem Nichts als Hintergrund”, (“movimento circolare senza senso, con il niente che fa da sfondo”) una vita con il Gefühl che dà le vertigini del pensare assurdo sopra un abisso di fronte al quale il vero e il falso non funzionano.

La vita di Vilém Flusser, come lui stesso lasciò scritto a tergo di una lettera del 20 dicembre 1973 all'Edition Mame è stata caratterizzata da quattro Gestimmtheiten: passivité, disponibilité, engagement e dégagement.

Nel fare un breve excursus sulla sua biografia utilizzo questo modello.

4.1. passivité: Fanciullezza e gioventù: Fin dagli inizi

la vita di Vilém Flusser fu un „Dasein zwischen den Kulturen". La Praga, in cui Vilém Flusser il 12 maggio 1920 venne alla luce, era una metropoli mitteleuropea piena di fermenti: in essa i mondi vitali cecoslovacco, tedesco e giudeo stavano uno accanto all'altro in una forte tensione. „Eigenartig für Prag (..) war das Problem der Selbstidentifizierung" scrive Vilém Flusser nella sua autobiografia. Da una parte Praga era la capitale di un stato

Page 33:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

33

giovane, che nei vortici di fine guerra era sorta dalle rovine del regno degli Asburgo e piena di ottimismo e di entusiasmo per il moderno voleva liberarsi dal protezionismo della monarchia e dell’impero per orientarsi completamente all'Europa occidentale. Nel contempo Praga era la città dei romanzi di Franz Kafka e delle poesie di Rainer Maria Rilke, ma pure la città dalle molteplici viuzze, che si intrecciano, che non hanno perso del tutto il loro charme medievale e la cui vita scorre secondo un proprio ritmo. Questa Praga era lineare, rinchiusa in sé ed integrata del tutto nella tradizione di una vecchia Europa, che con la prima guerra mondiale ha iniziato decisamente la sua decadenza.

Come tutta la città e la repubblica appena nata così anche la famiglia di Vilém Flusser viveva fra questi due poli, tra la tradizione e l'apertura verso la svolta secolare. Vilém Flusser trascorse il periodo della fanciullezza nell'ambiente borghese colto, tipico di quel tempo per le grandi città. Era una casa di professori - suo padre insegnava matematica alla Karlsuniversität - in cui si dava molta importanza alla formazione secondo i canoni classici. Tra le prime esperienze letterarie e di lettura fanno parte il Faust di Goethe come pure gli scritti di Schopenhauer e di Nietzsche, che

Page 34:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

34

Vilém Flusser cita volentieri, e che lo hanno accompagnato per tutta la vita. Da bambino Vilém Flusser parlava due lingue, il tedesco e il cecoslovacco e l'origine ebrea dei genitori lo integrò anche nella terza delle culture di Praga. L'eredità di questa origine, piena di tradizioni, ritornò spesso nelle sue opere. Così Vilém Flusser pensa per esempio in modo del tutto libero nella contrapposizione spensierata di „cultura" e „civilizzazione".

Ma molto più profondamente Praga rimane un punto di riferimento nella ricca mescolanza di fenomenologia, linguistica neopositivistica e marxismo, che per lungo tempo influenzarono gli scritti di Vilém Flusser e che egli stesso descrive come la eredità spirituale di Praga tra le due guerre mondiali. In Praga iniziò pure gli studi di filosofia. Ma ben presto furono interrotti dal terrore nazista. Vilém Flusser ne dà una descrizione angosciosa e penetrante nella sua biografia. Egli descrive quelle settimane prima e dopo l'entrata marziale dei nazisti. Nella sua autobiografia si esprime sempre su questi fatti usando la terza persona, l'impersonale „man" (= si), pur essendo chiaro che intende dire „ich" (= io). In questa voluta disperata distanza con l'uso della terza persona appare chiaro quanto profonde fossero le ferite, che Vilém Flusser

Page 35:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

35

esperimentò in questo periodo e che influenzarono tutta la sua vita e diedero un chiaro timbro alle sue opere.

4.2. disponibilité 28

Insieme con la sua fidanzata Edith Barth e la di lei famiglia fuggì dai forni a gas dei nazisti portandosi a Londra e nel 1940, dopo la vittoria sulla Francia, essendosi resa pericolosa anche lì la macchina assassina nazista e non essendo più sicuri, fuggì verso l'altra parte dell'Atlantico a Rio de Janeiro. I genitori di Vilém Flusser e sua sorella trovarono la morte nei campi di concentramento tedeschi.

„Es gibt Menschen, für die Bodenlosigkeit die Stimmung ist, in der sie sich sozusagen objektiv befinden". 29 (“Ci sono persone, per cui la Bodenlosigkeit costituisce la Stimmung, in cui per così dire si trovano oggettivamente”)

La situazione „bodenlos”, che Vilém Flusser nella sua autobiografia descrive come propria è la situazione del migrante. Sbattuto in una terra estranea, Vilém Flusser non ebbe all’inizio alcuna possibilità di potersi dedicare ai suoi interessi e lavorare come filosofo. Nel frattempo ha sposato Edith Barth e dopo la nascita di tre

Page 36:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

36

figli il filosofo era costretto a guadagnarsi il pane come impiegato in una fabbrica e in una società per costruzione di radio. Vilém Flusser sembrò soffrire il destino tipico di molti migranti, che dopo la fuga e l'esilio non potevano esercitare la loro vera professione. Con una forza di volontà ammirabile Vilém Flusser seguì il suo desiderio di far filosofia contro ogni avversità. La caparbietà conseguente e la concentrazione, che furono necessarie, non sono quasi misurabili.

Così l'interesse per la fenomenologia in Vilém Flusser non era innanzitutto questione di un metodo filosofico della conoscenza, ma anche un'espressione di un Gefühl fondamentale della vita. In quegli anni infatti la fenomenologia era considerata anche come una filosofia esistenziale.

Pur con ogni distanza - non soltanto politica, che lo separano dal nome di un Martin Heidegger da una parte e da Jean-Paul Sartre dall'altra, la filosofia esistenziale è il luogo spirituale, a cui si deve ascrivere anche Vilém Flusser. Come Sartre o Camus Vilém Flusser sviluppò una „Philosophie des absurden Lebensgefühls", in cui si impegna a fondo con la attualità e la realtà del

Page 37:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

37

futuro, ma che nel contempo mantiene una distanza ironica.

4.3. engagement 30

Dopo lungo tempo i successi portarono Flusser a potersi dedicare esclusivamente alla filosofia e poter così abbandonare l'altro lavoro, cui era costretto per sopravvivere. La pubblicazione di alcuni saggi suscitò un certo interesse tra gli accademici brasiliani. Vilém Flusser divenne docente e nel 1963 professore di filosofia della comunicazione. Fu una carriera tardiva ma molto veloce. Vilém Flusser ebbe un seggio nel consiglio della biennale artistica brasiliana, e viaggiò su commissione del Ministero degli Esteri attraverso l'Europa. Ben presto venne richiesto come collaboratore ed esperto da giornali europei.

La vita brasiliana compare continuamente nei testi flusseriani. „Brasilien oder die Suche nach dem neuen Menschen. Phänomenologie der Unterentwicklung" si chiama uno dei libri da poco editi. Brasile e la città di São Paulo, in cui Vilém Flusser trascorse i suoi anni brasiliani è per lui il luogo e la metafora di una vita del tutto diversa, non-lineare e pertanto non europea. Il collegamento di opposti estremi, che caratterizza la vita

Page 38:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

38

quotidiana in Brasile e non ha nulla di prematura e falsa riconciliazione in sé, aprì al filosofo gli occhi per il futuro dell'Europa.

4.4. dégagement31

Nel 1971 Vilém Flusser coglie l'occasione per ritornare in Europa. Liberamente lascia la sua „seconda vita" dietro di sé, così come improvvisamente e in modo coercitivo lasciò la sua prima vita. In Marsiglia ed Aix-en-Provence insegnò, ed ebbe qui finalmente la possibilità dì dedicarsi ampiamente ai suoi interessi. Sempre più mise al centro del suoi temi i muovi mezzi della comunicazione e il futuro tecnico della umanità. Nonostante molti dei suoi libri fossero stati pubblicati, Vilém Flusser rimaneva ancora uno sconosciuto. Soltanto più tardi, alla fine degli anni '80, si avverò lo sfondamento: nel bel mezzo del „Postmoderno", che allora si diffondeva ovunque, e del boom dei multimedia, ai suoi inizi, Vilém Flusser diventò quasi improvvisamente il filosofo alla moda. Tiene conferenze in tutta Europa ed è un ricercatissimo interlocutore, specialmente per coloro che vogliono lasciare le vie tradizionali della filosofia e pensare più a fondo, superando ogni specializzazione e sottodivisione scientifica.

Page 39:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

39

Quando Vilém Flusser finalmente nel novembre 1991 ebbe la gioia di tenere la sua prima conferenza nella nativa Praga, su invito del Goethe Institut di quella città, sembrava che si completasse il cerchio di questa sua vita senza pace e instancabilmente conseguente. Un giorno più tardi, il 27 novembre 1991 Vilém Flusser perdeva la vita in un incidente automobilistico vicino alla frontiera ceco-tedesca.

5 - opere con breve descrizione del contenuto

5.1. premesseCome si può notare dalla bibliografia

riassuntiva e dalle opere in appendice sono stati pubblicati molti libri, tratti dai suoi articoli ed interventi. Attualmente l'opera ampia di Vilém Flusser viene edita per il grande pubblico di lingua tedesca, per lo più con contributi, che appaiono per la prima volta. Purtroppo non appare in un'opera omnia edita con principi comuni, ma simultaneamente tra due case editrice concorrenziali. Inoltre alcuni libri sono stampati in formato tascabile. Vi sono anche altre pubblicazioni.

Ecco una lista sommaria:

Page 40:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

40

5.2. opere edite dalla Bollmann Verlag di Mannheim

Bodenlos - die unvollendete Autobiographie: è una autobiografia che descrive i suoi incontri con gli amici della „Terrazza" (v. appendice)

Gesten - Versuch einer Phänomenologie: Tratta di una analisi fenomenologica dei gesti quotidiani. Questo libro procurò fama internazionale a Vilém Flusser.

Von der Freiheit des Migranten: in parte contiene testi non ancora pubblicati che approfondiscono in modo molto concreto tematiche come inclusione ed esclusione, appartenenza sociale ed esser-straniero. In questo libro sono vive le sue esperienze autobiografiche di migrante attraverso quattro paesi e in due continenti.

Jude sein: una raccolta di 25 testi in cui Vilém Flusser si confronta con la sua situazione di ebreo.

Sta apparendo una serie di edizioni (finora cinque) con il titolo „Schriften" (Scritti) che raggruppa diversi testi, che sono o sparsi in diversi giornali o riviste specializzate e che provengono dal lascito di Vilém Flusser e che finora non sono state pubblicate.

Page 41:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

41

Lob der Oberflächlichkeit - Für eine Phänomenologie der Medien (Una raccolta molto ben riuscita di saggi che inneggiano alla superficialità, facendo una analisi fenomenologica dei media)

Nachgeschichte - Eine korrigierte Geschichtsschreibung: sulla teoria storica della post-istoria.

Vom Subjekt zum Projekt - Menschwerdung: Tentativo flusseriano di un‘ antropologia. Un Pladoyer per la libertà radicale individuale, che si oppone ad ogni tentativo di perdersi nelle grandi identità.

Kommunikologie: una delle più importante pubblicazioni dei testi di Vilém Flusser. Il tema della „comunicazione" è ritenuto da molti come il tema centrale della filosofia flusseriana. Io personalmente sostengo invece che è il tema della Heimatlosigkeit e del Wohnen). In questo testo, frutto delle lezioni universitarie in São Paulo, Vilém Flusser tratta il tema molto profondamente e ampiamente.

Brasilien oder die Suche nach dem neuen Menschen: Für eine Phänomenologie der Unterentwicklung. (Brasile o la ricerca del nuovo uomo. Per una fenomenologia del

Page 42:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

42

sottosviluppo). Vilém Flusser unisce qui le sue esperienze private e personali con la terra della sua migrazione e della maggior parte della sua vita in una analisi virtuosa della forma di vita brasiliana tra utopia e miseria.

In questa serie sono apparsi pure:„Die Revolution der Bilder”

„Vilém Flusser-Reader zu Kommunikation, Medien und Design", importante e riassuntivo per principianti come il libro „Über Vilém Flusser" con prese di posizione di altri filosofi e teoretici sulla vita ed opera di Vilém Flusser.

5.3. opere edite dalla editrice European Photography di Göttingen

Serie di dieci volumi „Edition Vilém Flusser - a cura di Andreas Müller-PohleLa „Edition Vilém Flusser" della casa editrice European Photography raccoglie gli scritti e i saggi degli anni '80 di Vilém Flusser e presenta opere importanti non ancora pubblicate, che mostrano la molteplice sfaccettatura del pensiero flusseriano e della sua azione. Inizialmente fissato a 10 volumi è stato pubblicato in due diverse edizioni, una rilegata e l'altra legata in brossura.

Page 43:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

43

Vol. 1: Vilém Flusser-Quelle.Le fonti flusseriane. Edito da Klaus Sander in collaborazione con l'archivio di Vilém Flusser a Monaco di Baviera. Con circa 1500 annotazioni le fonti flusseriane offrono una biografia completa di tutte le pubblicazioni testuali, visive e sonore contenute nell'archivio dal 1961 al 1966 nelle varie lingue ed edizioni: un aiuto indispensabile per la navigazione nelle profondità della ricerca flusseriana. Oltre l'edizione in formato libro le fonti vengono offerte in CD-ROM. Avrebbe dovuto apparire nel 1996/1997, ma finora la data non è stata rispettata per difficoltà economiche nel campo librario.

Vol. II. “Die Geschichte des Teufels” (la storia del diavolo)

„Der Mensch hat Gott und den Teufel nach seinem Gleichnis erschaffen"(“L'uomo ha creato dio e il diavolo secondo la sua immagine e somiglianza”)

La prima opera di Vilém Flusser, scritta in Brasile negli anni 1957/58 ed ivi pubblicata col titolo A història do diabo apparsa nel 1965, ora è presente in versione tedesca originale: la storia del diavolo come storia del progresso e critica della scienza, della tecnica, della economia e dell'arte,

Page 44:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

44

raccontata sulla base dei sette peccati capitali. 200 pag., 2. edizione 1996.

Vol. III: „Für eine Philosophie der Fotografie" (“Per una filosofia della fotografia”)

L'analisi della fotografia nei suoi aspetti estetici, scientifici e politici offre la chiave di approfondimento della crisi culturale attuale e delle forma del nuovo Dasein e sociale che si è cristallizzata in esso. Questo classico della critica filosofica della fotografia, apparso nel 1983 e rielaborato nel 1989 ha frattanto raggiunto traduzioni in 10 lingue, ultimamente in cinese. 79 pagine, 7. ediz. 1994.

Vol. IV: „Ins Universum der technischen Bilder“ (“Entrare nell'universo delle immagine tecniche”). E' una amplificazione della filosofia della fotografia estesa a tutte le immagine tecniche, pubblicata nel 1984. Questo libro dimostra che il modello di Vilém Flusser sulla informazione telematica costituisce un modello di una brillante filosofia dell'Internet (qui è stato un profeta). E' una pubblicazione con una visione da mozzafiato.

„Alle Autoren, Gründer, Stifter, Mosesse, Founding Fathers und Marxe (inklusive dem Göttlichen Schöpfer) sind angesichts der kybernetischen Verknüpfung der Dialoge und

Page 45:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

45

angesichts der Copyshops redundant geworden". 32192 pag., 4. edizione 1994. („tutti gli autori, fondatori (incluso il divino creatore) sono diventati di fronte alla rete cibernetica del dialogo e di fronte al Copyshops sovrabbondanti")

Vol. V: „Die Schrift - Hat Schreiben Zukunft?“ (“La scrittura - lo scrivere ha un futuro?”): Vilém Flusser mette in questione la scrittura scritta. Egli espone chiaramente quale ruolo il codice lineare alfa-numerico assume nella cultura occidentale e che cosa lasciamo dietro a noi se cessiamo di scrivere.

„Nie zuvor ist der Fortschritt der Geschichte so atemlos gewesen wie seit der Erfindung der bildermachenden Apparate. Denn endlich hat die Geschichte ein konkretes Ziel, dem entgegen sie läuft, das Ziel, ins Bild gesetzt zu werden.“ 33

160 pag., 4. edizione 1992. („Mai è stato il progresso della storia così incalzante come dopo la scoperta degli apparati. Poiché finalmente la storia ha un fine concreto cui mira, il fine di essere commutata in immagine")

Page 46:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

46

Vol. VI : Vampyroteuthis Infernalis: Insieme con l'artista francese Louis Bec, che ha contribuito a questo libro con quindici disegni fulminanti, Vilém Flusser sviluppa una filosofia dell'uomo vista dall'antiuomo, un mostro sottomarino dal nome Vampyroteuthis Infernalis. L'escursione con Vilém Flusser e Bec si sviluppa in un viaggio infernale che porta in paradiso. 84 pagg. 2 ediz. 1993.

Vol. VII: “Angenommen - Eine Szenenfolge” (“ammesso che - una sequenza di scenografie”): In questa raccolta, molto interessante da leggere, Vilém Flusser presenta degli scenari futurologici e con il suo contributo sviluppa una filosofia nuova, esperimentale, fittiva, che sa raccontare, invece delle verità, delle possibilità. Un gioiello filosofico, che ha il futuro davanti a sé, nello stesso tempo l'ultima monografia di Vilém Flusser:

"Wahrscheinlichkeit ist eine Chimäre, ihr Kopf ist wahr, ihr Schwanz ist scheinlich. Futurologen versuchen, den Kopf zum Fressen des Schwanzes zu bewegen. Hier hingegen wird zu wenden versucht".34 (“la probabilità è una chimera, il cui capo è vero, la coda è probabile. I futurologi tentano di istigare la testa a divorare la coda. Qui

Page 47:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

47

al contrario si tenta di invertire) pagg. 108, 1989.

Vol. VIII: “Standpunkte. Texte zur Fotografie“ - Edito da Andreas Müller-Pohle. La pubblicazione del saggio Für eine Philosophie der Fotografie nel 1983 suscitò un dibattito fervente in campo tedesco sul fenomeno culturale della fotografia, a cui Vilém Flusser, in diversissime occasioni, prese parte attiva. In seguito a ciò nacquero diversi exposé, schizzi, analisi di opere, saggi e conferenze, di cui questo libro, in una raccolta cronologica, offre una ricca antologia. Un libro di lettura attraente sulla fotografia e pendant fantastico alla Fotophilosophie 1996/97.

Vol. IX: „Zwiegespräch. Interviews 1997-1991“ - Edito da Klaus Sander. Vilém Flusser era un oratore straordinario e un interlocutore entusiasmante. Una raccolta delle sue interviste offre pertanto una introduzione precisa nel suo pensiero filosofico ramificato - un pensiero, che supera l'approccio di comunicazione mediale, dominante negli anni 80 e presenta Vilém Flusser come critico universale della nostra cultura. 256 pagg., 1996.

Page 48:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

48

Vol. X: „Briefe an Alex Bloch.“ - Edito da Edith Flusser e Klaus Sander. Alex Bloch condivise con Vilém Flusser il destino di un ebreo praghese emigrato in Brasile. Per Vilém Flusser Bloch era il critico par excellence e nel contempo un „Steppenwolf” (Lupo delle steppe), che personificava diverse personalità e ruoli, ma che non personificò quello di un amico. Una corrispondenza toccante, iniziata nel 1951 a Rio de Janeiro e ripresa nel 1972 dopo il ritorno di Vilém Flusser in Europa. Data di pubblicazione prevista: 1997. Ma non ancora stampato per le note difficoltà economiche del ramo editoriale.

NOTE1 Elie Wiesel, L'Ebreo errante, ed. Giuntina, Firenze 19932 David Flusser, cugino di Vilém è un famoso docente ebreo di storia del cristianesimo alla università di Gerusalemme. Le sue opere sono state tradotte dalla Morcelliana di Brescia. Il suo epistolario con il cugino è molto interessante per capire il carattere del filosofo. I loro dialoghi erano sempre amichevoli, ma molto animati con tono „tutto forte" come nota David Flusser in un suo ricordo del cugino defunto.3Hans Küng, Das Christentum, Wesen und Geschichte, Piper Verlag München, 1994, sull‘ aletta del libro.

Page 49:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

49

4Süddeutsche Zeitung Nr. 94, Seite 15, Münchner Kultur del 23.4.1996 di Wolfgang Farkas5Ronald Meyer, Rezenzion sul libro Bodenlos, eine philosophische Autobiographie, Bollmann Verlag, Bensheim 1992, 295 pagg. e Gesten, Versuch einer Phänomenologie, Bollmann Verlag, Bensheim 1991, 274 pagg. in: Göttinger Tageblatt, Bücherseite, pag. 18, Venerdì, 29.1.19926Andreas Kuhlmann, Flucht in die Freiheit, in: Die Zeit 5.2.19907Ronald Mayer, Gesten der Bodenlosigkeit. Neue Aufsätze des wilden Denkers Vilém Flusser, in: Göttinger Tageblatt, 29.1.1992, si riferisce a: Bodenlos, Gesten e Versuch einer Phänomenologie.8Suchsland, Rüdiger. Ein Optimist des technologischen Zeitalters in Internet © CKlinger9 ebenda10 ebenda11 ebenda12 ebenda13 Bodenlos, op. cit. pag.21814 vgl. Siemens, medien kunst preis 97, pag. 14-1615 op. cit. pag 14-s.16 vedi in appendice: gli amici della „Terrazza"17 op. cit. pag. 1518 op. cit. pag. 1519 op. cit. pag. 1520 V. in appendice gli amici della „Terrazza"21 op. cit. pag. 1522 op. cit. pag. 1623 op. cit. pag. 1624 Antonio Lambertino, Max Scheler, Fondazione fenomenologica dell'etica dei valori, ed. La nuova Italia, 1996, pag. XIII.25 ebenda26 Gen. 12,1-2

Page 50:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

50

27 (v. Bodenlos: Praga giudea (pag. 13), Nazismo (pag. 23). Inghilterra (pag. 31), Brasile, natura (pag. 63)28 (v. Bodenlos: Guerra in São Paulo (pag. 39), Bloch (pag. 103), Vargas (pag. 109), Silva (pag. 119) Esilio in São Paulo- „zwischen Import und Schopenhauer".29 Rüdiger Suchsland, Esistenza ironica (un contributo su Flusser in Online-Internet 1997)30 Die brasilianische Sprache (pag. 75), Flexor (pag. 138) Rosa (pag. 139), Da campos (pag. 151), Dora (pag. 159) Silva (pag. 159) Bueno (pag.169 ), Diskurse (pag. 217-231)31 Fink (pag. 175), Reale (pag. 187), Schendek (pag. 197) Gli anni francesi e della gloria tardiva32 ebenda33 op. cit. Online-Internet: informazione su Flusser, 199734 ebenda

Page 51:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

51

CAPITOLO SECONDO

Il „Talmudisieren" ebraico e sue implicanze nel metodo fenomenologico

1. Déjà-vu:„Bedenkt man, welche Epistemologie und Ontologie sich bei der Betrachtung der Talmudseite herausgestellt hat, hat man ein Dèjà-vu: Man erkennt die Husserlsche Phänomenologie wieder“. 35 („Si osservi quale epistemologia ed ontologia risulta nella meditazione della pagina talmudica, si ha un déjà-vu: si riconosce la fenomenologia husserliana")

Questa asserzione di Flusser mi ha stuzzicato la fantasia. Mi sono chiesto: chi ha fondato la scuola fenomenologica e quali sono i suoi rappresentanti più illustri? Edmund Husserl, Edith Stein, Emmanuel Levinas: tutti di origine ebraica. Anche Flusser è ebreo. Naturale che mi sia posta la domanda: vi è nella nostra vita un influsso, del quale noi non siamo del tutto consci e che in certo qual modo influisce sul nostro modo, sulle nostre tecniche di pensare? Quante volte abbiamo esperimentato di aver avuto una idea brillante e poi, a riflessione più profonda, ci accorgiamo che faceva parte di un bagaglio

Page 52:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

52

del periodo dell'infanzia o di una tradizione, che solo in certe circostanze ci diventa conscia?

„Es soll nicht behauptet werden, dass Husserl bewusst auf die talmudische Tradition seiner Vorfahren zurückgreift oder das seine Methode der Epoché und der Reduktion „Pilpul" genannt werden dürfte. Es wird nur nahegelegt, dass dieses Zurücktreten vom zu bedenkenden Kern und dieses Immer-wieder-darauf-Zurückkommen eine Bewegung ist, die im Talmud und seinen Kommentaren seit Jahrhunderten geübt wird… Inhaltlich haben die phänomenologischen Untersuchungen mit dem Talmud kaum etwas gemeinsam.“36 („Non si vuole affermare che Husserl si rifaccia consciamente alla tradizione talmudica dei suoi antenati o che il suo metodo della Epoché e della riduzione si debba denominare „Pilpul". (nota: v. significato della parola più sotto). Si vuoi soltanto suggerire che questo ritirarsi dal nocciolo su cui si deve pensare e questo continuo-ritornarvi-sopra è un movimento che viene usato nel Talmud e nei suoi commenti da secoli... Nel contenuto le Phänomenologischen Untersuchungen

Page 53:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

53

non hanno molto in comune con il Talmud.”)

2. Contenuto del TalmudPer il popolo ebraico la Bibbia è il „libro

dei libri", la radice primigenia. Ma l'ebraismo usa anche il termine Torah (i cui significati fondamentali sono istruzione, insegnamento, dottrina, legge) ad indicare in senso stretto i cinque libri del Pentateuco e le altre due parti della Bibbia ebraica, Profeti e Agiografi. Ma la Torah, „grazia" che l'ebreo accoglie con gioia, gloria e privilegio di Israele, è anche tutto il corpus dottrinale trasmesso prima oralmente e poi raccolto per iscritto nel Talmud. La Bibbia è dunque soltanto il primo anello di una catena che continua ad allungarsi. La Torah non resta immutabile, ma si rinnova di continuo, arricchendosi di interpretazioni sempre nuove. La concezione della Torah, infatti, è dinamica e non statica, perché ammette ulteriori sviluppi e aggiornamenti in modo da poter esser vissuta anche in condizione storiche nuove.37

Il Talmud è un'opera monumentale, appartenente alla letteratura religiosa dell'ebraismo, che contiene la legge orale, complemento indispensabile della legge scritta e che abbraccia un periodo di otto secoli dal sec. III a.C. al sec. V d.C.

Page 54:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

54

Scopo essenziale del Talmud è far conoscere l'applicazione pratica delle regole scritte del Pentateuco alla vita di ogni giorno, affrontandone la problematica mediante una esegesi particolare, sviluppata attraverso deduzioni logiche, analogie e accostamenti di passi biblici diversi. In misura minore il Talmud contiene anche commenti omiletici ed edificanti dei brani di carattere poetico, storico ed etico delle scritture. Questa ultima parte è chiamata Haggadhah (propr. narrativa), in contrapposto al corpus normativo, giuridico e legislativo della opera, che va sotto il nome di Halakab.

Il Talmud può essere sommariamente diviso in Mishnah e Gemara, che stanno in reciproca stretta relazione. Mentre la Mishnah presenta in forma succinta e schematica una legge o un precetto, la Gemara riporta sotto forma di verbale le discussioni e il dibattito dei rabbini sull'argomento, con le loro motivazioni che appaiono fondate sugli elementi più diversi, dalla fisica alla astronomia, dalla medicina all'astrologia, dalla filosofia alla magia e alla superstizione popolare.

Mentre la Mishna è scritta in ebraico postbiblico (neoebraico), la Gemara è

Page 55:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

55

composta prevalentemente in aramaico. Il Talmud babilonese, che è di gran lunga più vasto di quello di Gerusalemme, ha ottenuto nel corso dei tempi la maggiore diffusione e popolarità, tanto che a esso ci si riferisce quando il termine Talmud è usato senza ulteriori precisazioni.

E' diviso in 63 trattati, che per lo più sono stampati in 12 volumi in folio (secondo lo schema dell'editio princeps di Daniel Bomberg, che vide la luce a Venezia nel 1520) per complessive 3000 pagine.38

3 - Struttura„Aber die Struktur der Gedankenbewegung ist die gleiche. Und das heißt, es handelt sich um den gleichen grundlegenden „Glauben", wonach jeder von uns für jeden von uns und für die Wirklichkeit verantwortlich ist".39 („Ma la struttura del movimento del pensiero è la stessa. E ciò significa, che si tratta della stessa fondamentale „fede", secondo la quale ognuno di noi è responsabile per ciascuno di noi e per la realtà")Flusser scopre quindi una struttura

fenomenologica nella sua tradizione inconscia ebraica. „Inconscia" poiché Flusser non è un giudaista esperto ed

Page 56:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

56

ammette chiaramente di aver letto quasi nulla del Talmud.

Ma, nella sua innata curiosità, si mette alla ricerca di tanti perché del suo modo di pensare e del pensare tipico di tanti ebrei e di coloro che ne hanno subito l'influsso culturale. Vuole „prender coscienza" di questo fatto e cerca di impostare una sua teoria che spieghi questo fenomeno.

„La fenomenologia non pretende né si presta a una definizione in senso rigoroso" afferma Lambertino nella introduzione al suo libro su Max Scheier.40

Qui vorrei mettere in risalto la interessante teoria di Vilém Flusser sugli influssi o sul modo di pensare „fenomenologico" che si richiama alla Denkweise talmudista, propria del popolo ebraico, a cui appartiene il fondatore della fenomenologia Edmund Husserl. Anche Vilém Flusser ammette praticamente quanto detto da Scheler e riportato nel libro del Prof. Lambertino che

„la fenomenologia lungi dal formare un 'sistema' è soltanto un movimento che ispira una particolare ‘cerchia culturale’ di pensatori, la cui affinità è debitrice soltanto a una peculiare

Page 57:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

57

direzione e a un particolare metodo di ricerca” 41

3.1. Sistema e ProgrammaIn due saggi, pubblicati nel libro „Jude

sein", Vilém Flusser affronta una tematica molto interessante per comprendere il pensare fenomenologico. Il titolo dei due saggi è „Pilpul".42

L’autore, considerando molte scienze ed esaminandole attentamente e sinotticamente, intravede una linea comune del come esse sviluppino il loro metodo secondo precisi e definiti programmi. La parola fatidica è "sistema". Quindi si parla di scienze sistematiche: di filosofia sistematica, di letteratura sistematica.

Tutte le scienze presentano una caratteristica comune: sono introdotte ed elaborate con un sistema ed in un sistema. Potremmo anche definirlo un programma. Partendo dalla nostra vita possiamo esperimentare come si tratti di realizzare progressivamente un programma. Vivere significa realizzare ciò per cui siamo programmati e ciò in base a due programmi del tutto distinti: quello genetico e quello culturale.

a- Quello genetico consiste nel procreare figli, mentre

Page 58:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

58

b- quello culturale consiste, per esempio, nello scrivere un libro oppure dipingere un quadro.

Da una prima considerazione sembra che noi siamo nati con un programma genetico, mentre dobbiamo apprender quello culturale. Ma questa distinzione, nella realtà, non si presenta poi così netta: ciò che è naturale, genetico e la cultura, che viene appresa, si intersecano vicendevolmente. L'uomo per esempio nasce con determinati organi che gli consentono di apprender la lingua, ma la lingua non è qualcosa di genetico, va appresa, quindi interviene la cultura con tutto quel procedimento pianificato che porta a possedere questo strumento comunicativo con un lavoro grammaticale, sintattico, fonetico ben strutturato.

Vilém Flusser riflette sulla sua vita e vede realizzarsi delle possibilità, che non ha acquisito. Da giudeo riflette sulle proprietà ebraiche e scopre la generalità di queste caratteristiche come pure, nella loro particolare tecnica specifica, il suo modo di pensare e di agire. E adduce un esempio che mi porta a riflettere sul metodo della fenomenologia e sulla sua derivazione. Ascoltiamo Vilém Flusser:

Page 59:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

59

„zum Beispiel stelle ich überrascht fest, dass meine wissenschaftliche und philosophische Argumentation ganz ähnlichen Regeln folgt wie denjenigen des talmudischen Denkens, ohne dass ich je Kontakt mit dem Talmud gehabt hätte. Und ich stelle ebenso überrascht fest, dass viele jüdische Denker, von denen ich weiss oder annehme, dass sie den Talmud ebensowenig kennen wie ich, den gleichen Denkregeln folgen".43 („Per esempio constato con sorpresa, che la mia argomentazione scientifica e filosofica segue delle regole molto simili a quelle del pensiero talmudico, senza che io abbia mai avuto contatto con il talmud. E constato ancora con sorpresa che molti pensatori ebrei, di cui so o ritengo che conoscano il talmud così poco come me, seguono le stesse regole del pensiero")

Flusser ammette di non esser esperto in „Talmudisieren", ma ciò non gli impedisce di approfondire il problema, spinto dalla curiosità innata di dare una spiegazione a questo fatto del „comune modo di pensare e di strutturare l'argomentazione"44.

Flusser prosegue:

Page 60:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

60

„wichtig ist mir, dass ich darin meine eigene Denktechnik wiedererkenne - meine eigene Art, über welchen Gegenstand auch immer nachzudenken. Und nicht nur meine eigene Technik erkenne ich darin wieder, sondern auch die von Marx und Freud und Husserl, um nur naheliegende Beispiele zu nennen.

lch erkenne darin überhaupt jene Tendenz wieder, über das Absurde hinaus zum Undenkbaren vorzudringen, wie sie sich seit Hiob und über Kafka hinaus äußert. Der Schock, den ich empfinde und den ich dem Leser dieses Aufsatzes vermitteln möchte, ist folgender: dass all dies, Marx, Freud, Husserl, Hiob, Kafka, in einem kulturellen Programm eingetragen ist, das man nicht erwerben muss und dessen man sich nicht bewusst sein muss, um von ihm programmiert zu werden. Goethe sagt: Was du ererbt von deinen Väter, erwirb es, um es zu besitzen. Der assimilierte Jude verfügt nicht über die Werkzeuge zum Erwerben des Ererbten. Das ist seine Tragik."45 („Per me è importante che vi riconosca la mia tecnica del pensiero - il mio modo proprio di pensare su qualsiasi

Page 61:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

61

oggetto. E non vi riconosco soltanto la mia tecnica, ma anche quella di Marx e Freud e Husserl, per citare soltanto alcuni nomi a portata di mano. Vi riconosco quella tendenza di spingersi oltre l'assurdo verso l'impensabile, come esso si esprime già da Giobbe e da Kafka. Lo shock che provo e che vorrei comunicare ai lettori di questo saggio è il seguente: che tutto questo, Marx, Freud, Husserl, Giobbe, Kafka, è introdotto in un programma culturale, che non si deve acquisire e di cui non si deve esser consci, per venirne programmati. Goethe dice: quanto erediti dai tuoi padri, acquistalo, per possederlo. L'ebreo assimilato non dispone degli strumenti per acquistare quanto ereditato. Questa è la sua tragedia.")

Così Vilém Flusser ha scoperto la sua tendenza a talmudizzare nell'approfondire i suoi interessi per la letteratura classica ebrea. Da ciò la sua sorpresa. In una letteratura, a lui praticamente estranea, come quella giudea, riscopre la propria tecnica. Le tematiche del pensiero classico giudeo gli sono estranee. Vilém Flusser ha letto i Middraschin come si legge un qualunque altro libro. Ma sente che la logica dei Middraschin rispecchia la propria,

Page 62:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

62

quantunque la sua educazione logica, in cui è stato educato, sia di tipo ellenistico. Egli trova questa situazione come una situazione ingombrante, quasi fastidiosa (peinlich = incresciosa).

Riscopre che usa una tecnica di pensiero che viene da un programma che non ha scelto liberamente e di cui non era neppure cosciente.

3.2. Approfondimento del sistema talmudico

Così, seguendo l'imperativo greco del „cognosce te ipsum", Vilém Flusser tenta di entrare nel pensiero talmudico con molte difficoltà linguistiche, dovute alla povertà della sua conoscenza dell'ebraico e dell' aramaico. Il testo culturale del talmud gli è estraneo e gli manca la dovuta disciplina necessaria (v. Emmanuel Levinas nei suoi commentari a quattro brani del Talmud, ove afferma la stessa necessità di pensare disciplinato per valorizzare l'analisi del testo, della logica e della saggezza talmudica).46

Vilém Flusser prova addirittura una certa avversione affettiva, poiché i valori sostenuti del talmud gli richiamano l'ambiente medievale e gli odierni ayatollah persiani, con il loro agire teocratico: un

Page 63:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

63

pensiero politico a cui si oppone con ogni veemenza, lui il paladino della libertà acquistata perdendo la patria, la libertà conquistata per poter affermare la sua moralità, possibile solo in campo di libertà.

Deve pertanto concludere che gli è possibile un tentativo di approccio talmudico solo con i metodi occidentali in suo possesso.

Vilém Flusser ha appreso, nella sua attività di oratore filosofico, che ogni metodo di lavoro sistematico inizia con la consulta di opere lessicali ed enciclopediche. Il tipico „scorrazzare nel vocabolario" descritto da Carlo Maria Martini, famoso biblista, nel libro „Viaggio nel vocabolario dell'etica", in cui afferma:

„Sono convinto che si tratti di una bella avventura perché così si entra nel cuore del linguaggio e, quindi, anche di una civiltà".47

Accompagniamo dunque Flusser in questa avventurosa scorribanda lessicale. Egli scopre l'origine etimologica del lemma Pilpul. Lo scopre consultando il vocabolario Meyer e ne riporta la definizione:

"Pilpul, die angeblich im 16. Jahrhundert ausgebildete sophistisch-

Page 64:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

64

spielerische Methode des Talmudstudiums, die in der Neuzeit aufgegeben wurde. Man spricht von „Augsburger", „Nürnberger", und „Regensburger“ Pilpul. 48 („Pilpul, metodo di studio talmudico, sofistico-ludico, forse del 16. secolo, lasciato cadere nell'epoca moderna. Si parla del Pilpul „di Ausburgo", „di Norimberga" e di „Ratisbona".)

Attraverso un' associazione sonora Flusser si ricorda improvvisamente di una espressione ormai in disuso, ma che nel suo ambiente praghese era piuttosto comune: „Scheiker-bilbel”. Il significato di questa invettiva potrebbe definirsi in questi termini:

„verschrobene und typisch jüdische Lüge" 49 (eccentrica e tipica bugia ebrea).

„Bilbel” ha lo stesso significato che è stato descritto dal vocabolario del Meyer a proposito di Pilpul. Le labiali b e p si ripetono alternandosi con la elle: pilpul/bilbel. Così Flusser prende coscienza del termine Pilpul attraverso due vie convergenti: quella del lessico e quella di un ricordo della fanciullezza.

Page 65:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

65

Due Gefühle lo attanagliano: quello della ripulsione contro il significato del vocabolo Scheiker-bilbel, in cui il Talmudisieren appare come una contorta “jüdische Lüge” (menzogna ebrea) e il Gefühl della colpa.

Flusser descrive questo Gefühl:

„Die Prager jüdische Kultur, die sich einst in jenem Dialekt artikulierte, ist untergegangen, und ich bin einer ihrer wenigen Reste, ohne an ihr tatsächlich teilgenommen zu haben“.50 („La cultura ebrea praghese, che allora si articolava in quel dialetto, è andata in disuso, ed io sono uno dei pochi resti, senza avervi di fatto avuto parte“)

Ma questo senso di colpa risulta essere una motrice che lo spinge ad approfondire il pensiero talmudico. Innanzitutto critica la definizione lessicografica offerta dal dizionario Meyer.

a- Ne accetta la parte giusta in quanto il Pilpul è veramente un metodo da paragonare ai sofisti, un metodo, che tenta di condurre ad absurdum l'argomento e realizza questo tentativo in maniera ludica, come se si trattasse di mosse al gioco degli scacchi, un gioco che ha come fine ultimo la

Page 66:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

66

vittoria. In secondo luogo il Pilpul è un metodo limitato veramente alla Germania e nel tempo.

b- Ne rigetta l'altra parte come errata, come falsa:

„Die Definition ist insofern falsch, als (1) der Pilpul nicht sophistisch ist, weil er sich das Absurdum nicht zum Ziel nimmt, sondern als Methode verwendet, (2) der Pilpul nicht spielerisch ist, weil er über das Spiel hinaus ins Unsagbare zielt, und (3) der Pilpul zwar seinem Namen nach auf das Deutschland der Renaissance beschränkt ist, aber als Denkmethode immer und überall beim Talmudisieren angewandt wurde“.51 („La definizione è in tanto falsa, in quanto (1) il Pilpul non è sofistico, poichè non applica l'assurdo come fine, ma come metodo, (2) il Pilpul non è ludico, poichè oltre il gioco mira all'indicibile, e (3) il Pilpul è, secondo il suo nome, limitato alla Rinascita in Germania, ma come metodo di pensiero fu sempre ed ovunque applicato nel „Talmudisieren")

3.3. pensiero occidentale e pensiero giudaico

Page 67:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

67

Vilém Flusser fa ricorso al lavoro di Fackenheim52 per comprendere l'essenza del Pilpul, per avvicinarsi soprattutto ad esso.

„Wenn ich Undenkbares zu denken versuche, verfalle ich in Widersprüche. Bedenke ich zum Beispiel Gott, dann falle ich in den Widerspruch zwischen Allmacht und menschlicher Freiheit. Oder bedenke ich Geschichte im jüdischen Sinn, dann verfalle ich in den Widerspruch zwischen Offenbarung (Sinai) und Verhüllung (Auschwitz). Diese Widersprüche sind Zeichen dafür, dass hier Undenkbares zu denken versucht wird.“53 („Se tento di pensare cose impensabili, cado presto in contraddizioni. Medito per esempio su dio, cado nella contraddizione tra onnipotenza e libertà umana. Oppure medito sulla storia in senso ebraico, allora cado nella contraddizione tra manifestazione (Sinai) e velatura (Auschwitz). Queste contraddizioni sono segni che qui si tenta di pensare l'impensabile")

La filosofia occidentale è un tentativo di sciogliere queste contraddizioni, di rendere pensabile ciò che in realtà è impensabile. Essa tenta di spiegare la

Page 68:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

68

libertà umana nei confronti dell'onnipotenza, della causalità o del caso, oppure sul piano morale quello di spiegare la presenza del male di fronte alla bontà infinita di un dio, alla ragione umana o al progresso.

In breve si può affermare la tesi del tentativo filosofico occidentale:

„Die westliche Philosophie ist ein Versuch, Undenkbares denkbar zu machen". 54 („La filosofia occidentale è un tentativo di rendere pensabile l'impensabile")

Invece il pensare ebraico si preoccupa di dimostrare che queste contraddizioni sono semplicemente insolubili, sono segni della limitatezza del pensiero umano. Il pensiero ebraico urta contro i limiti del pensabile, non per togliere questi limiti, ma per constatarli. Questo è il Pilpul.

„Dies (Pilpul) würde die seltsame Dynamik der jüdischen Reflexion erklären. Sie ist ein Tanz um einen gegebenen Gegenstand, sie greift ihn von verschiedenen Seiten aus an, sie entfernt sich von ihm in verschiedene Richtungen, um sich ihm wieder zu nähern und dort mit anderen Reflexionen zusammenzustoßen.“ 55

Page 69:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

69

(„Il Pilpul potrebbe spiegare la dinamica particolare della riflessione ebraica. Essa è come una danza intorno all'oggetto dato, lo affronta da diversi punti, si allontana da lui in diverse direzioni, per poi ritornare nuovamente a lui ed imbattersi in nuove riflessioni.")

3.4. La pagina talmudicaFlusser descrive con chiarezza la

pagina talmudica:

„Übrigens ist diese Dynamik der Reflexion konkret aus der Talmudseite zu ersehen: der Gegenstand in der Mitte der Seite, die Reflexion in konvergierenden Kreisen. Der Horizont der jüdischen Reflexion (und der Talmudseite) ist das Undenkbare - ein Horizont, gegen den immer wieder vorgestoßen wird, ohne dass er je durchstoßen würde. Der Horizont der jüdischen Reflexion über welchen Gegenstand auch immer (sei es ein am Sabbat gelegtes Ei oder das Bartstutzen) ist immer Gott. Es geht hier um eine „Anti-Theologie": die Theologie spricht über Gott, das Talmuddenken versucht aufzuweisen, dass es unmöglich ist, über Gott zu sprechen.“ 56

Page 70:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

70

(„Inoltre questa dinamica della riflessione può esser riconosciuta concretamente dalla pagina talmudica: l'oggetto nel mezzo della pagina, la riflessione in cerchi concentrici. L'orizzonte della riflessione giudaica (e della pagina talmudica) è l'impensabile - un orizzonte, contro cui si punta, senza mai poterlo penetrare. L'orizzonte della riflessione ebraica, qualunque sia l'argomento (un uovo deposto di sabato o spuntare la barba) è sempre Dio. Qui si tratta di una „anti-teologia": la teologia parla di (sopra) Dio, il pensiero talmudico tenta di dimostrare, che è impossibile parlare di (sopra) dio.")

Analizziamo brevemente questa pagina:

v. pag. foto 1. Insegnamento sulla tradizione scritta e orale (Talmud, 1. pagina)

Page 71:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

71

Talmud babilonese, 1. ordine (Seraim, dalle sementi1. Trattato (Berakhot, dalle benedizioni), 1. pagina.Nel mezzo della pagina vi è una piccola parola incorniciata, tratta dalla Mishna. E l'inizio della pericope della Mishna che segue, e che è riportata sotto. Altri commenti, la Gemara, la completano. Dei commentatori medievali, qui Rabbi Gaon (sul lato sinistro), in un altro tratto Salomone ben Issak (Raschi), Mose ben Nachman ed altri incorniciano il testo con propri commenti. Il manoscritto più importante del talmud babilonese è il codice München (Hebr. 95) dell'anno 1343. La prima pubblicazione è quella di Bomberg, Venezia 1520-1523) dalla quale si enumerano i fogli.Questa è la stampa ampliata della edizione Wilna del 1880-1886

3.5. elementi del metodo fenomenologico

In questo brano citato vi sono diversi elementi che richiamano il metodo filosofico fenomenologico, come la epoché, lo Ausklammern (= mettere tra parentesi) (v.

Page 72:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

72

la parola ebraica al centro del foglio talmudico ed i commenti all'intorno, che a loro volta si commentano a vicenda).

Vilém Flusser si scusa di aver osato troppo nel commento del Pilpul ed ammette la sua non-ortodossia ebraica. Ma ciò gli importa poco, quanto più gli interessa è che in questo metodo ha riconosciuto la tecnica del pensare che applica a qualunque oggetto e si accorge che anche Marx, Freud, Husserl rispecchiano questa tendenza. Riconosce soprattutto quella tendenza del „Vordringen zum Undenkbaren" superando l'assurdo, come già avvenne in Giobbe e Kafka.

Flusser approfondisce ancora il concetto di Pilpul nella seconda parte del suo contributo, che troviamo nel libro „Jude Sein":

„erst wenn wir eine Seite des Talmuds aufschlagen, ersehen wir aus der Gestalt des Textes, wie ein nichtdiskursives Denken aussieht. In der Seitenmitte steht ein Wort, oder einige wenige Worte, und um diesen Seitenkern drehen sich konzentrisch einige Textkreise. Man sieht auf den ersten Blick, der Seitenkern ist das Zu-bedenkenden, Bedenkliche (das „Monumentale, und die sich

Page 73:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

73

drehenden Kreise bedenken den Kern (es sind „Kommentare. Aber diese Struktur ist nicht einfach: Die Kreise kommentieren nicht nur den Kern, sondern auch einander. Das nennt mal „Pilpul”.57 („Soltanto se apriamo una pagina del talmud riconosciamo dalla forma del testo come debba apparire un pensiero non-discorsivo. Nel centro della pagina vi è una parola o poche parole, e intorno a questo nucleo si sviluppano concentricamente alcuni testi. Si vede a prima vista, il nucleo della pagina è quanto su cui si deve riflettere, il meditabile (il „monumentale") e i cerchi che si muovono all'intorno meditano sul nucleo (sono i „commenti"). Ma la struttura non è semplice: i cerchi non commentano soltanto il nucleo, ma anche gli altri. Questo si denomina „Pilpul")

Se affrontiamo la lettura della pagina talmudica, la prima difficoltà che incontriamo non è la lingua in cui il testo è scritto, ma che posizione si debba prendere nella lettura, ove essa debba avere inizio e quale tecnica si deve adottare.

„Es geht bei diesem Lesen nicht nur um eine uns fremde Lesetechnik,

Page 74:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

74

sondern um eine uns fremde existentielle Einstellung überhaupt: Leute, die Talmud lesen (und einen großen Teil ihres Lebens damit verbringen), sind anders auf der Welt als wir, die wir gerade ausgerichtete Zeilen lesen.“58 („In questo modo di leggere non si tratta di una tecnica sconosciuta, ma soprattutto di una Einstellung (disposizione) esistenziale a noi estranea: chi legge il talmud (e vi passa gran parte della vita a studiarlo) è diversamente („ist anders“) al mondo di quello che lo siamo noi, che leggiamo le righe scritte linearmente.“)

3.6. epistemologia e ontologia come fondazione.

Quello fenomenologico è un modo particolare di vedere le cose e tende a scoprire in esse degli aspetti, che il comune vedere ha coperto con Gewohnheit (abitualità). Esso richiede Muße (calma) (epoché) per metter tra parentesi quanto vi è di preconcetto sulla cosa da considerare. Se con questo metodo si osservano le cose che ci circondano, allora le possiamo suddividere in tre gruppi (anche se questo ordinamento rimane sempre precario).

Page 75:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

75

1- Die Erzeugten Dinge (cose prodotte): Cioè le cose, dietro alle quali si nascondono progetti umani: le cose „prodotte", che nel loro complesso si possono definire „cultura". 59

2- Die gegebenen Dinge (le cose date): Le cose, dietro le quali non si possono scoprire questi progetti: le cose „date", che nel loro complesso definiamo „natura". 60

3- Keine echten Dinge (non vere cose): E le cose, nelle quali l'osservatore vi si riconosce, poiché le cose non gli oppongo resistenza (quindi non sono vere Dinge (cose), ma tentano di conoscere da parte loro l'osservatore: sono gli „altri", che nel loro complesso possiamo denominare „Gesellschaft" (società) .

Nella fenomenologia è importante affrontare il fenomeno senza preconcetti e studiarlo da diversi punti di vista per scoprirlo nella sua purezza. Flusser vi trova una propria epistemologia ed antologia. Al riguardo si esprime in questi termini:

„Beim Pilpul geht es nicht darum, die Sache, auf die man immer wieder zurückkommt, zu bejahen oder zu verneinen, sondern sie von so vielen Standpunkten wie möglich anzugehen

Page 76:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

76

und letztere dabei in gegenseitigen Konflikt zu bringen.“ 61 (“Nel Pilpul non si tratta di affermare o negare la cosa su cui si ritorna continuamente, ma si tratta di avvicinarla da tanti punti di vista possibili, per portarli in un conflitto reciproco.”)

„Beim Vertiefen in die Talmudseite wird die dem Pilpul zugrundeliegende Epistemologie und Ontologie ersichtlich. Erkennen heißt für Pilpul die Einnahme möglichst vieler Standpunkte gegenüber dem Zuerkennenden. Es kann kein vollkommenes Erkennen (keine definitive Wahrheit) geben, weil alles Zuerkennende von einem unerschöpflichen Schwarm von Standpunkten umzingelt ist und nur dann erkannt würde, wenn alle Standpunkte erschöpft wären. Das ist das Undogmatische am jüdischen Denken: Als Grenzwert ist die Wahrheit nie zu erreichen. Und diese Erkenntnistheorie (oder besser: Erkenntnispraxis) hat eine spezifische Ontologie zur Folge: Je mehr das Zuerkennende erkannt wird, desto wirklicher wird es, und je mehr die Erkennenden erkennen, desto mehr können sie sich gegenseitig

Page 77:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

77

realisieren.“ 62 („Nell'approfondire la pagine talmudica appare chiara nel Pilpul la epistemologia ed ontologia che la fonda. Conoscere significa, nel Pilpul, il ricavato dei più possibili punti di vista di fronte all'oggetto che si vuol conoscere. Non si dà alcuna conoscenza perfetta (nessuna verità definitiva), poichè quello che si deve conoscere (l'oggetto) è circondato da uno sciame di infiniti punti di vista e potrebbe esser conosciuto completamente solo quando tutti questi punti di vista fossero esauriti. Questo è il non-dogmatico nel pensiero ebraico: Come valore limite la verità non si può mai raggiungere. E questa teoria epistemologica (meglio: prassi epistemologica) ha come conseguenza una specifica ontologia: Tanto più si conosce quel che si deve conoscere, tanto più esso diventa reale, e tanto più coloro che vogliono conoscere conoscono, tanto più possono realizzarsi vicendevolmente.”)

3.7. conclusioneLa bibbia è un campo di possibilità che

richiedono di essere realizzate. E' una voce che vuole essere ascoltata (shema Jisrael = ascolta Israele)63 per potersi realizzare. Chi segue questa chiamata, la riceve come un

Page 78:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

78

Beruf (professione) e una Berufung (vocazione). Accettare questo Beruf è quanto i giudei definiscono Lernen (apprendere la dottrina) e non si tratta di apprendere tutti i commenti biblici, ma di vivere „gemäß dem bisher Erkannte". 64

Il compito del Talmudista consiste nell'accettazione responsabile, perché la Berufung è libera, della sua chiamata a servizio di quanto ha conosciuto nella tradizione biblica e quindi di collaborare attivamente alla conoscenza approfondita, che sempre continua della bibbia.

La complessità straordinaria dell'apprendere e della vita talmudista è da ricondursi alla realtà, che, in ogni momento dato, la conoscenza della bibbia è incompleta e piena di contraddizioni. Il più piccolo pensiero (da lui denominato bit) e l'azione più piccola (ogni „Ak-tom") possono essere esegeticamente trattate in una maniera efficiente. Quanto genera problemi di avversione, a noi occidentali, viene dal fatto che l'ebraismo conduce una esegesi fanatica, piena di contraddizioni, su particolari per noi poco significanti, quale quello di lisciarsi la barba in giorno di sabato oppure come risolvere un certo problema. Si veda al riguardo la divertente battuta:

Page 79:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

79

Una donna si reca da Rabbi Elieser per sottoporgli questo problema: „B'ni Thakatan mibni hagadol” cioè: „mio figlio minore ha per padre mio figlio maggiore.” Sopra questa donna tormentata dall'incesto e che vuol riconoscere la propria colpa, Dostojewski avrebbe potuto scrivere senza fatica ben seicento pagine...65

Se riusciamo a superare questa antipatia, riconosciamo che nel talmudizzare non si tratta soltanto di conoscere e seguire le possibilità innumerevoli contenute nella bibbia, ma soprattutto di realizzare se stessi e il prossimo. Ognuno di noi è un campo di possibilità che si possono realizzare nella

„Verantwortungsvolle Aufsichnehmen des biblischen Rufs“. 66

(“nella accettazione piena di responsabilità della chiamata biblica”)

Ma questa realizzazione ha luogo come una danza intorno al nocciolo centrale, in cui ognuno di noi si scontra con l'altro, cosicché questa accettazione dell'altro è piena di responsabilità e realizza la chiamata biblica dell'attenzione verso l'altro. Ne consegue che la Wirklichkeit (realtà) è un valore limite come la verità. Quanto più accetto la responsabilità della

Page 80:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

80

chiamata biblica tanto più realizzo la bibbia, me stesso e il mio prossimo.

Queste tematiche mostrano nell'autore di estrazione marxista una profonda religiosità. Flusser non appartiene o non si vuoi lasciare „imbottigliare" in una determinata religione-istituzione, ma di lui si può giustamente accettare quando suo cugino David Flusser dice che Vilém abbia capito molto di più dell’ebraismo che la maggioranza dei giudei „praticanti". 67

NOTE35 Jude sein, pag. 15236 ebenda, pag. 15237 cfr. Ebraismo, riti e tradizioni, guida didattica a cura di Francesco Antonioli, Editrice Elle Di Ci , pag 12, Torino 199338 cfr. Grande Enciclopedia Istituto Geografico De Agostini - Novara, sotto il lemma „Talmud", Vol. XIX., cfr. Introduzione alle quattro Talmud-conferenze di Emmanuel Levinas nella edizione tedesca: Emmanuel Levinas, Vier Talmud-Lesungen. Aus dem Franz. von Frank Miething - Frankfurt am Main: Verl. Neue Kriti, 1993, pag. 7ss.39 Jude sein, pag. 15240 Antonio Lambertino, Max Scheler, Fondazione fenomenologica dell'etica dei valori, Ed. La Nuova Italia Scandicci (Firenze) 1996, pag. 241 ebenda42 cfr. Jude sein, pag. 137-15343 ebenda, pag. 13844 ebenda

Page 81:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

81

45 cfr. Jude sein, pag. 141-14246 Levinas, op. cit. pag. 1547 Carlo Maria Martini, Viaggio nel Vocabolario dell'etica, Centro Ambrosiano edizioni Piemme, Casale Monferato, 1993, pag. 1148 cfr. Jude sein, pag. 13949 ebenda50 cfr. Jude sein, pag. 139-14051 cfr. Jude sein, pag. 14052 (come al solito Flusser nomina l'autore, ne prende le varie tesi, ma non dà nel suo libro „Jude sein" alcun riferimento. Emil Ludwig Fackenheim è un filosofo tedesco e rabbino. Ha condotto interessanti studi su Kant, Hegel e Schelling. Nacque ad Halle il 22 giugno 1916.)53 cfr. Jude sein, pag. 14054 cfr. Jude sein, pag. 14055 op. cit. pag. 14156 cfr. Jude sein, pag. 14157 cfr. Jude sein, pag 14458 cfr. Jude sein, pag. 14559 v. etimologia del termine „cultura": lat. cultura da colere - p.p. cultus - coltivare, attendere con cura. coltivazione, se riferito a terreno e paese; ma riferito a uomo vale Istruzione o Buona educazione, e parlando di nazione Civiltà, esprimendo la cura assidua necessaria per ottenerla, pari a quella dell'agricoltore, per far sí che le piante ed erbe fioriscano o fruttifichino" (V. vocabolario etimologico di Ottorino Pianigiani, ed. I Dioscuri, Firenze 1907, voce: cultura.60 Natura è un termine contrario di „coltura", (deriv. cultura). La natura è un „dato" non ancora rielaborato (v. Enciclopedia di filosofia della editrice Garzanti, termine: natura)61 cfr. Jude sein, pag. 15062 cfr. Jude sein, pag. 150

Page 82:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

82

63 Deuteronomio 6,464 cfr. Jude sein, pag. 15165 Elie Wiesel, Die Weisheit des Talmud, Herder spektrum 4384, Freiburg, Basel, Wien 1992, pag. 1066 cfr. Jude sein, pag. 15167 Allgemeine Jüdische Wochenzeitung 13.6.1996, „Zuerst hinhören" Vilém Flussers nachgelassene Texte zum Judentum, di Yizahk Ahren.

Page 83:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

83

CAPITOLO TERZO

I concetti di Bodenlosigkeit e di Heimatlosigkeit

nei loro aspetti antropologici

1. Introduzione: scoperta della „Heimatlosigkeit"68

1.1. Flusser: un „battelliere" spinto verso il futuro.

Nel campo linguistico tedesco Vilém Flusser è stato certamente l'unico filosofo, che ben presto si è confrontato, senza appoggi, con la sfida del futuro, così come i media la imprimono. Il libro „Filosofia della fotografia" lo ha reso famoso, ma rinchiudendolo in questa fabbrica di schemi, che costringe ognuno al suo posto. Fu volentieri denominato e classificato come teorico dei media. Vilém Flusser ha accettato con ritrosia questa etichetta, ma nel suo pensiero non si è lasciato rinchiudere in queste frontiere, in cui gli specialisti dei media volevano ingabbiarlo. Per fortuna ha sviluppato il suo pensiero oltre questi schemi. Naturalmente il pensiero del futuro gli stava a cuore. Flusser ha denominato un suo libro „Angenommen" (ammesso che...) con tratti speculativi e futurologici e, partendo dalla

Page 84:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

84

postulazione „Einmal angenommen, dass..." (ammettiamo una volta che) il suo pensiero si muove in forma ludica, come gesto filosofico, alla ricerca continua di creare scenari e, quasi giocando, vuole vedere che cosa ne scaturisce: non con eccessiva serietà, non costruendo esercizi teoretici inespugnabili, che costringono per sempre a questo modo di pensare, ma pieni di piacere intellettuale avventuriero, per scoprire sempre un nuovo e migliore mondo in costruzioni di pensieri scritti o parlati.

Oggi, anni dopo la sua tragica scomparsa, siamo consci del significato che assume per noi tutti il passaggio al prossimo secolo in una società informatica: abbiamo bisogno di coraggio e specialmente di entusiasmo, che non nasce solamente dalla fashination verso il nuovo o vien mosso dal Gefühl di esser sempre sulla corsia di sorpasso. Sarebbe necessario un entusiasmo che non dimostra, ma che è conscio che in ogni momento il terrore può far la sua comparsa. Vilém Flusser, che per poco era scampato all'inferno della shoah, che era un sopravvissuto, sapeva ciò, senza far tanto chiasso. Questa esperienza manca a noi, che scivoliamo nella società informatica, - come vincitori con senso ottimistico, ma come perdenti con terrore e paura. Per questo Vilém Flusser era un

Page 85:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

85

messaggero (angelos) o, ancor meglio un battelliere - non volto a tergo, come l'angelo nella storia di Benjamin, ma che guarda in avanti, spinto da forti tempeste a tergo.69 La Ortlosigkeit (mancanza di un luogo), oggi celebrata dagli spazi cibernetici e dai globalizzatori, che spesso però si rinchiudono veramente nelle loro cittadelle costruite, egli la dovette vivere, come molti altri che oggi sono unterwegs non liberamente, come profugo, e fu costretto a rivedere tutta la sua vita e il suo pensiero per esperire una Heimatlosigkeit (spaesatezza) accettabile e aperta verso il futuro.

1.2. scoperta della Heimatlosigkeit come valore

La scoperta della Heimatlosigkeit come valore, quasi come un valore costante dell'uomo, che esce rinforzato da questa situazione esistenziale, iniziò per Vilém Flusser molto prima del suo impegno con i media digitali, che per lui erano soltanto un oggetto, anche se molto importante, della sua fenomenologia, parti essenziali di un mondo vitale, scoperto dagli uomini e nel quale l'uomo si è simultaneamente rinchiuso.

Vilém Flusser nel suo libro „Bodenlos - eine Philosophische Autobiographie", scritto

Page 86:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

86

nel 1973, dopo il suo ritorno dal Brasile in Europa e pubblicato postumo, racconta come per lui con l'entrata nazista in Cecoslovacchia, con il terrore indescrivibile ed imprevedibile, sia stata spezzata la realtà a lui familiare. In esilio la sua Bodenlosigkeit percepita si ampliò lasciando sorgere in lui una disperata, ma anche „brennende interessierte Gleichgültigkeit".70

Circondato da guerre e conscio di essere consacrato alla morte, come ebreo, il mondo gli apparve come un „Puppentheater" (teatro di marionette) assurdo, in cui tutto era egualmente possibile.

Con la fuga in Inghilterra prima e in Brasile poi - in una situazione marginale sia geograficamente che esistenzialmente - aveva lasciato tutto dietro a sè e, come sopravvissuto, grazia alla fuga repentina, aveva offerto la sua dignità in cambio della vita.

Vilém Flusser scrive tuttavia che egli iniziò a scoprire una „Begeisterung für das spielerische Zusehen" 71 (entusiasmo per l'osservare ludico), appunto perché tutto era diventato indifferente. Questa indifferenza, più tardi elevata da Baudrillard a caratteristica del nostro tempo,72 non era

Page 87:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

87

per lui una devalutazione, ma una esperienza della equivalenza di ogni cosa di fronte alla minaccia. La fotografia, il computer in rete, il letto, la barba, la ruota, la matematica, la casa, il tappeto, la sessualità, lo scrivere, il diavolo, l'amore del prossimo o Wampyrotheutis, tutto serve, tutto è oggetto, che si trova sulla nostra via. Dappertutto ci imbattiamo in qualche cosa, su cui possiamo filosofare, che è degno del pensiero, poiché ci si trova sempre in un mondo di possibilità, che possono essere pure terribili, in cui però non ci si può mai sistemare e fidarsi della sicurezza, appunto un mondo „bodenlos", che non è una Heimat, ma un viaggio nell' essere straniero (in der Fremde) e verso l'aperto.

Ma ciò non è facile da sopportare, per cui il pensiero di Vilém Flusser non era soltanto teoretico, scientifico e tecnico e fenomenologico, ma pure antropologico ed esistenziale, forse quasi religioso.

E naturalmente Vilém Flusser era pure un Aufklärer. Ma per lui non ci si sveglia dai sogni, in un mondo bodenlos pieno di possibilità; ma chi si sveglia e si alza dal suo comportamento sottomesso di fronte a un soggetto della realtà, ritenuta aspra, sa di sognare, di proiettare e di costruire nel

Page 88:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

88

vuoto, quanto avviene per il meglio con altri uomini, poiché proprio nel legame con altri uomini, il comune comunicare dialogicamente e proiettare dialogicamente permette di sopportare questa Leere (vuotezza).

Le tre componenti, la Bodenlosigkeit del mondo, la necessità della proiezione sotto la premessa di una struttura leggera della realtà e il dialogo con gli altri come uno sfuggire dalla isolazione della Heimatlosigkeit, vengono ampliati dai media digitali e in rete e dalla Weltanschauung che ne scaturisce.

Innanzitutto ciò era per lui interessante, accanto a tanti altri temi, ove spinge il suo sguardo curioso per uscire dalla indifferenza, che non porta per nulla verso una forma di distanza mondana di tipo buddistico:

„die Nazis waren" - così scrive richiamandosi al tempo del fascismo, della Shoah e della Guerra Mondale, -„ebenso interessant wie die Ameisen, die Nuklearphysik ebenso interessant wie das englische Mittelalter, die eigene Zukunft ebenso interessant wie die Zukunft der Krebsforschung“. 73 (I nazisti erano tanto interessanti quanto

Page 89:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

89

le formiche, la fisica nucleare altrettanto interessante come il medio evo inglese, il proprio futuro altrettanto interessante come il futuro della ricerca del cancro”)

1.3. Flusser: profeta scettico o critico ottimista?

Si potrebbe definire Vilém Flusser come il McLuhan europeo, ma sarebbe più adatto forse nominarlo un critico ottimista o un profeta scettico. Spinto, durante il fascismo, alla fuga nel nuovo mondo e ritornando nel nuovo mondo, portò lui, che non voleva considerarsi una vittima, una libertà e Ungebundenheit (non-esser-legato) con sè, che qui era estranea e lo è ancora, che provocava e seduceva.

Ritornato a casa, come da un altro pianeta, dopo un lungo viaggio, mise a soqquadro, nel suo gesto linguistico un po' antico, i nostri pensieri imprigionati. In nessuna delle diverse lingue che dominava facilmente si trovava veramente di casa, tanto meno in un paese o in una discussione portata avanti con fatica tra moderno e postmoderno. Egli conosceva il vecchio mondo con la sua antica tradizione e i suoi orribili terrori, ma pure il nuovo mondo con il suo destarsi, le sue speranze, la sua insulsaggine e la sua povertà.

Page 90:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

90

Martellando sulla sua vecchia macchina meccanica da scrivere, a cui cambiava molto di rado il nastro e che non dava una scrittura del tutto lineare, si immerse nei mondi virtuali, nelle reti aperte al mondo, nella tecnologia biologica e genetica, cercò di rappresentarsi il nuovo, un mondo creato dall'insieme di immagini, nonostante fosse conscio di non appartenervi. Vi stava in mezzo, ma non rassegnato, infatti voleva aiutare a superare barriere e ad aprire porte. In fin dei conti ci si può riconoscere affascinati da ogni possibilità, se si è aperti ad ogni situazione. Queste possibilità non gli corrono incontro, ma si devono er-greifen (afferrare con le mani), si deve lottare per loro, superando la propria pigrizia e paura. Per questo si devono accettare e sopportare sfide, ma soprattutto se stessi e sfidare il proprio pensiero.

Flusser non si è mai atteggiato come uno dei soliti portatori del pensiero, che, sia qui in terra tedesca, che in tutto il mondo, sembrano incorporare l'illuminazione: si agitano nello oscuro, tutto è in pericolo, la fine del mondo o il totale oscuramento sono vicini, e credono che questo voglia dire essere un vero filosofo.

Page 91:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

91

Per lo meno si deve lavorare, difendere la ragione e l'eredità dell'occidente, tenere i baluardi di una comunicazione o teoria, regolate con precisione, di fronte ai marosi dell'irrazionalismo e marcare il proprio ritorno con barriere etiche, che continuamente annunciano preferibilmente un no che un sí.

1.4. La vita futura è un gioco (componente ludica)

Vilém Flusser era interessato a tematizzare il futuro, ma voleva farlo non sempre con tutta serietà, bensì in maniera ludica. Chi gioca deve fare i conti con il rischio, ma pure con le chance e la fortuna. Per giocare bisogna avere il piacere dell'avventura, per fare un approccio e vedere che cosa ne risulta. Giocare si realizza nel bodenlos e nell'heimatlos. Ci si trova di continuo di fronte ad altri corpi di regole, li si può influenzare un poco, si deve reagire alle mosse dei giocatori, trovare una eleganza, rimaner mobili, analizzare uno spazio di possibilità e se una volta si perde, fare una nuova puntata ed iniziare da capo. 74

1.4.1. gioco come arte di vivereQuesto è un saggismo giustamente

interpretato come arte di vita e ciò era la

Page 92:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

92

sua filosofia ed anche il modo di filosofare. In ogni approccio, libro, discorso, colonna sul giornale iniziava da capo, con freschezza, non cercava di betonare una nuova possibile conoscenza, ma di mettere in azione un pensiero non bloccato, anche se profondamente saturato della filosofia e della sua storia, di venire a contatto con la realtà, con i singoli fenomeni, ma anche con la storia in cui essi si trovavano legati.

In tutto ciò voleva contagiare ogni persona, e ciò lo ha richiesto pure da coloro che dialogavano con lui, che dovevano nuotare con lui in acque sconosciute, gettandosi l'un l'altro la palla. Che egli dovesse divenire il filosofo dei media non fu un puro caso, anche se per lui, forse, non era così importante. Flusser riconobbe che i media e le tecniche, i prodotti della teoria e della scienza, circondavano di solchi, forse nel modo più profondo, il nostro quotidiano e il nostro modo di vivere, per cui in essi era da far risaltare, nel modo più chiaro possibile, la insicurezza, ma anche la possibilità e la libertà, che per lui rappresentano „l'elisir minaccioso e affascinante della vita."75

Così l'arte diventa per lui un esempio che, con i suoi gesti, soltanto nel nuovo evo si è staccata dalla scienza, per allinearsi di

Page 93:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

93

nuovo al progetto universale della Menschwerdung (divenir uomo).

Di fatto anche Vilém Flusser era un artista. Chi non lo ha conosciuto personalmente o vissuto come oratore, non lo può minimamente sognare dai suoi testi.

Se cerchiamo una consistenza teoretica dobbiamo spesso scuotere il capo, essendo la lettura limitata alla superficie delle parole. La consistenza si forma dietro le parole, come un'ombra, più involontariamente che ricercata, si impone contro il tentativo continuo di iniziare e di sfuggire alla pigrizia della propria identità.

Vilém Flusser era un narratore magniloquente e quasi biblico, che incantava i suoi uditori, quando egli nel progressivo sviluppo dei suoi pensieri percorreva la via dal presente verso il passato e da lì, di nuovo, nel futuro e continuamente alla ricerca di formulazioni che si imprimono, che descrivono dei sentieri nel labirinto della complessità e vogliono far intravvedere un orizzonte. Il discorso, il sommergersi nella evoluzione dei pensieri, durante la presenza di altri, la percezione vicendevole, in certo qual modo, in tempo naturale, adempì in lui ciò che è in verità potenziale dei media digitali collegati

Page 94:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

94

in rete: „Präsenz in Gegenwart der anderen" (presenza nel esser presente dell'altro). 76

Presente pieno di vita, che è attenzione e che può proprio realmente sviluppare se stesso, se l'altro è presente, se c'è un altro, se faccia a faccia attraverso il linguaggio e forse anche attraverso immagini appare continuamente un prodotto sociale, un' opera d'arte nello spazio pubblico, se nonostante ogni opposizionalità si giunge nella vita ad una „Gemeinsamkeit”, che stringe intorno a sé tutti, che parla o rappresenta, colui che ascolta o che comunica.

A Vilém Flusser, come oratore, non interessava un grande pubblico. Bastava uno solo, un altro per poter mettere in gioco il mondo e presentare di che cosa si tratta: del dialogo - parlando, scrivendo, combattendo, amandosi o semplicemente percependo qualche cosa che stuzzica in certo qual modo la curiosità. Ciò fa nascere il futuro. Se sia virtuale, corporale o altrimenti reale, da questa prospettiva non ha gran valore.

1.4.2. si può giocare con tuttoGiocare - con le apparecchiature e le

macchine, con teorie e pensieri, con la

Page 95:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

95

natura e la realtà, con la politica e la propria vita, con progetti liberi verso l'indeterminato e con le possibili reazioni, con le combinazioni inesauribili degli elementi della realtà. Appunto perché il mondo è bodenlos, uno spazio di possibilità, si può giocare con esso e in esso - anche se con una incerta uscita.

Le scienze, per Vilém Flusser, hanno sepolto un po' alla volta ogni fondamento per un riferimento alla oggettività. Per questo l'uomo oggi si vede di fronte ad un mondo, che possiede una struttura a grani. L'uomo stesso deve comprendersi come un conglomerato mutabile, non determinato né dalla storia né dal suo gene. Tutto non è altro che una combinazione di particelle elementari, pixel geni o bits. Questo appunto permette ed estorce la proiezione, che si allontana simultaneamente dalla verità e diventa ludica o, se si preferisce, estetica.

Vilém Flusser ha visto che il computer è un giocattolo, che distrugge il lavoro. La sua grande speranza si spinge verso un luogo, in cui non vuole atterrare in un parco globale di giochi, dove ci viene tolto alla fine il vero gioco, cioè di capire la vita stessa come gioco, di realizzare una cultura ludica.

Page 96:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

96

Nella rappresentazione di una tale cultura dell’otium, di oraziana memoria, (Kultur der Muße) Vilém Flusser si lascia trascinare euforicamente. L'uomo futuro, liberato, tramite i robot e l'automatismo, dal lavoro corporale e lui stesso forse costituito di un corpo costantemente raggrinzito, potrebbe

„problemlos leben, nicht mehr gegen Gegenstände und Widerstände stoßen, sondern in der reinen Einbildung, in der Muße leben... Ein einziger riesiger Sabbat wird sich über die künftige Menschheit wölben. Und wenn uns all dies unendlich langweilig vorkommen mag, so weil wir, allen unseren Festspielen zum Trotz, vergessen haben, was feiern bedeutet“.77 (“vivere senza problemi, non più urtare contro oggetti e opposizioni, ma vivere, nella pura immaginazione e calma... Un grande unico sabbat (anno sabbatico) si stende come una cappa sull'umanità futura. E se tutto questo ci apparirà noioso, lo sarà soltanto perché noi, nonostante tutti i nostri giochi festosi, abbiamo dimenticato che cosa significa „far festa")

1.4.3. Impariamo dagli animali (favole)

Page 97:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

97

La trasposizione della teoria della proiezione ludica o estetica si rifà ad uno dei libri più stravaganti e interessanti di Vilém Flusser: la finzione teorica sul „Vampyroteuthis Infernalis" che è nato nel contesto di un suo incontro con Louis Bec. In esso si narra di un essere vivente virtuale, di come potrebbe essere, dei suoi progetti nello spazio digitale e del come vivere una vita apparente - gradino che precede la vita künstlich (artificiale). In questo scritto Flusser tenta, nello stile di una favola, e con una immaginazione precisa, cioè fondata empiricamente, la possibilità di rielaborare i contorni di una cultura morbida. Naturalmente si tratta di uno specchio per l'uomo presente e futuro, di uno sguardo sull'uomo da una prospettiva pazzesca e disumana.

Non potrebbero esserci degli animali che si sono formati in un ambiente vitale del tutto diverso e in condizioni corporee diverse, un mondo egualmente artefatto, impigliato in proiezioni e illusioni, tessuto di informazioni? Vilém Flusser non si espande verso i pianeti eterei, ma va nell'abisso marino, da cui il cetaceo bramoso e consumatore, con le sue occhiaie simili ad uomo, con le sue abili forme comunicative, attraverso giochi di luce e di colori e con la sua intelligenza, ci guarda con gli occhi

Page 98:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

98

sbarrati. Che sembiante avrebbe dovuto avere un Vampyroteuthis nell'abisso del mare, in un elemento viscido?

„Wampyrotheutis ist ein Weichtier, das derart komplex ist, dass es sich gezwungen sieht, zu Wirbeltierstrategien zu greifen und einen Schädel auszubilden. Wir sind Wirbeltiere, die derart komplex sind, dass sie sich gezwungen sehen, zu Weichtierstrategien zu greifen und Immaterielle Kunst auszubilden. Unser Interesse an Objekten beginnt zu schrumpfen, wir sind dabei Medien herzustellen, durch welche hindurch wir menschliche Gehirne vergewaltigen, um sie zum Speichern immaterieller Informationen zu zwingen.“ 78 („Wampyrotheutis è un mollusco, talmente complesso che si vede costretto a far sue le strategie dei vertebrati e a formarsi una scatola cranica. Noi siamo vertebrati e talmente complessi che ci sentiamo costretti a far proprie le strategie dei molluschi per costituire un'arte immateriale. Il nostro interesse verso gli oggetti inizia a raggrinzarsi, e stiamo per produrre mezzi, attraverso cui violentiamo i cervelli umani per

Page 99:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

99

costringerli a diventare memorizzatori di informazioni immateriali")

1.5. Conclusione: sapersi muovere ad arteArte si definirà in futuro, secondo

Vilém Flusser, la strategia di corrompere gli altri con informazioni e sapersi muovere ad arte attraverso il mare illusorio dell' informatica. Fa parte di quest'arte di lavorare continuamente non soltanto contro la pigrizia della percezione, ma anche contro la pigrizia degli apparati, di mutare il loro corso usuale, per lasciare sorgere nuovamente realtà impossibili e seduttrici, che invita non a stordire, ma a cooperare. L'arte del presente, opposta alla scienza e da lei separata, può, nel miglior dei casi, essere un preludio.

Fa parte della cultura estetica, come già stabilito da Nietzsche, la distruzione della Wahrheit (verità), ma non della Wahrhaftigkeit (veridicità), e la vita in apparenza, naturalmente circondata da possibilità e da elementi puntuali non dicenti, che provvisoriamente si consolidano in cumuli e a cui appartiene anche la morte, infatti non tutte le possibilità sono riversibili.

Flusser, come una volta confessò, non aveva paura della sua morte. Per lui non

Page 100:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

100

costituiva un problema, bensì la morte dell'altro, che pratica un vuoto nelle proiezioni, che nella ebbrezza dionisiaca del possibile non è più colmabile.

„Vi è qualcosa di unico che non si lascia simulare, ricostruire, rifare, creare di nuovo - e questo è l'altro uomo (uomo-altro). Ognuno è un fascio del tutto improbabile di proiezioni, annodature e incroci di correnti informative diverse, anche se questo uomo non ci somiglia più ed è diventato un Cyborg, un clone o una essenza virtuale. „79

2. L'Heimatlosigkeit, un valore che ci aiuta a progettare l'abitare, nel suo approccio „comunicologico". 80

2.1. InterrogativiTema di questo capitolo è l'abitare81 e

quanto noi pensiamo nell'usare tale terminologia. Fin dove si lascia progettare il concetto „abitare"? Che cosa dice al riguardo Vilém Flusser nello scenario appena analizzato della Heimatlosigkeit e che è uno dei capisaldi della sua filosofia? Abitare è proprio quanto nella sua filosofia della Bodenlosigkeit gli è mancato, poiché ha perduto il terreno abituale sul quale sviluppò la sua esistenza, costretto dalla barbaria nazista a diventare senza Heimat,

Page 101:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

101

senza abitazione, nel senso più profondo di questa parola. Il luogo ove si vive la esistenza sensata è diventato ora un luogo senza fondamento, bodenlos, cioè assurdo.

2.2. Cosa significa „Wohnen" = abitare?Per prima cosa vogliamo chiarificare

che cosa significa „wohnen"? Il linguaggio ci apre il mondo e la mia analisi procede pragmaticamente partendo dalla concezione quotidiana, come ci si esprime nella lingua usata tutti i giorni. In alcune brevi deviazioni ricorriamo alla etimologia, richiamiamo parole, che hanno un connesso con abitare e mostriamo con quali significati laterali wohnen è connotato nell'uso quotidiano. In seguito prendo in esame alcune tesi di Flusser sul tema wohnen.

Nel contesto appare una chiara distinzione tra „wohnen" e „Heimat". Mi soffermerò sul pensiero flusseriano circa la Heimatlosigkeit. Possiamo progettare il wohnen? In questa terza parte analizzerò un saggio/conferenza di Vilém Flusser per chiarire alcuni problemi che solo collegati a questo progetto. Nel quarto punto mi dedicherò al Nomadismo, per mostrare sotto un diverso punto di vista un altro tipo di abitare con le sue implicazioni teoretiche. Abitare è un tema particolarmente

Page 102:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

102

antropologico, poiché congloba tanti aspetti quotidiani ed esistenziali del vivere umano, sia da solo come nella società, che comunica.

Wohnen può esser pensato come una condizione del Dasein umano. Vilém Flusser vede il wohnen anche come un condizionare l'uomo e tenta, partendo da diverse prospettive, di intraprendere una analisi comunicologica del problema per sfuggire a questo condizionamento. I pensieri e gli scenari che si formano in tale contesto sono del tutto pieni di prospettive fruttuose. Ma come Vilém Flusser, pure noi non dobbiamo prender tutto sul serio. A volte sono testi ironici di uno scettico, che superano la tensione dialettica tra Sein e Sein-sollen e la tensione del mondo, che mantiene fondamentalmente una dovuta distanza tra se stessi e il problema. Di fronte a un regno di libertà da tutti (o quasi) i condizionamenti la scepsi sia ben venuta.

2.2.1. concezione quotidiana (etimologica) di wohnen

2.2.1.1. Abitare = wohnenUso del termine „abitare" nel gergo

comune, quotidiano. Sotto l'aspetto grammaticale abitare è una forma verbale, attiva. Questa attività si riferisce a qualcuno

Page 103:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

103

o a qualcosa e ne determina il comportamento.

Un comportamento (Verhalten) si fonda su una Haltung, poiché in qualunque modo noi ci comportiamo, ci comportiamo verso qualcosa in una particolare maniera. Come sostantivo per questo comportamento (Verhalten) utilizziamo nella lingua tedesca il concetto „Verhältnis" (relazione) e con ciò sostantivizziamo questo Verhalten. Una azione o un Verhalten ha dunque per lo meno due aspetti: facciamo qualcosa o ci comportiamo (verhalten) verso qualcosa o qualcuno. Abitare è un Verhalten tipicamente umano. Le cose non abitano, e neppure le piante. Gli animali vivono, ma non abitano nel vero senso della parola. Hanno una costruzione o un nido, ma parlare di una abitazione per animali è un antropomorfismo. Quando parliamo di qualcuno che abita, pensiamo ad una persona, ad un uomo.

Come si comporta (sich verhält) l' uomo nel suo abitare e con quale Haltung? Ogni uomo vive in un certo modo, in un certo luogo e con qualcuno. Come parliamo, nel gergo quotidiano, di abitare, quando e in quale contesto? Abitare non è un tema laterale, ma appartiene tendenzialmente

Page 104:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

104

alle prime informazioni tra due uomini che cominciano a conoscersi e a scambiarsi interessi, a comunicare.

Se uno abita senza interruzione, regolarmente, nessuno gli pone la domanda perché abita e quando abita. Etimologicamente la parola abitare si lascia seguire fino all’ antico Hochdeutsch. In esso significa „sich aufhalten", „bleiben", „(ver)-weilen", „ausharren", „wohnen", „pflegen". Lo sviluppo semantico conduce da „Streben nach etwas" passando per „erreichen", „befriedig sein", „etwas gern haben" e „gewohnt sein" fino ad abitare come „an einem gewohnten Ort seinen ständigen Aufenthalt haben". 82 Non si può semplicemente non abitare; non si può scegliere se si abita e quando si abita e in tal senso è una condizione dell'umano Dasein

Noi uomini siamo „wohnende Lebewesen".

Alla domanda, dove abiti, si può rispondere diversamente. Abito in una casa, in una abitazione a pian terreno, in una botola o sotto un ponte. Questa risposta non dà solo una informazione del modo del mio abitare, ma informa colui che pone la domanda (in una certa ampiezza) sulla mia situazione o relazione finanziaria, sul mio

Page 105:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

105

status sociale, e può accennare a una forma di vita particolare. Spesso si offre una risposta a tale domanda accennando con chi si abita: abito da solo, in una comune, con la mia famiglia, separato ecc. con ciò fornisco al colloquiante pure una informazione sulle mie relazioni private e non socialmente ufficiali, per esempio sulla mia forma di vita. Il come si abita esprime già che tipo di uomo sia colui che parla con me.

Abitare abbraccia molto di più che avere un semplice tetto sicuro sopra il mio capo oppure una costruzione, ove abito in un particolare luogo, esso ha una componente sociale. Il come si abita non si relaziona solo al modo della abitazione, ma anche alla mia forma di vita. Questa relazione appare più chiara, se pensiamo che le abitazioni sono state costruite per ben determinate forme private di vita. Anche se viviamo da soli in una abitazione o in una casa, abitare è un Sein sociale e si relaziona con altri uomini. Anche se noi non possiamo scegliere se abitiamo, come abitiamo - la maniera del nostro abitare - come e con chi - è libera fino ad un certo punto nel quadro delle relazioni sociali, per lo meno secondo le possibilità.

Page 106:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

106

Alla domanda, dove abito rispondo accennando ad una località, una particolare regione o provincia. Il contesto in cui si è posta la domanda è decisivo, poiché a casa nessuno mi pone questa domanda, dove abito, poiché tutti lo sanno. La domanda viene posta normalmente soltanto se non si abita nel luogo, ma in una regione sconosciuta, in un'altra località, in un altro paese o presso altri uomini, che uno non conosce. Soltanto „in der Fremde" la risposta contiene una informazione per colui che pone la domanda.

2.2.1.2. Tematizzazione (caverna di Platone)

Quantunque nella filosofia soltanto con la problematizzazione del concetto soggettuale l'abitare viene tematizzato, vi sono sempre delle controverse implicite con questa problematica.

Nella descrizione della caverna di Platone per esempio gli uomini abitano (oikeo, per esempio 517b) nella caverna. Questi abitanti della caverna non sanno che vi sia un esterno, e perciò sono illusi, che non vi sia altro al di fuori della caverna. Essi „hausen" (alloggiare) nella loro caverna più che „abitarvi", poiché non hanno possibilità alcuna di confrontare quanto han veduto con gli altri. Addirittura non sanno della

Page 107:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

107

possibilità di fare dei paragoni con altri, poiché mancano di ogni conoscenza al riguardo. Sono gewohnt (abituati) a vivere la loro vita nella caverna. Chi vien sciolto e spinto verso l'alto a contemplare la luce, viene abbagliato dall'inusitato e ha bisogno di lungo tempo per imparare ad assuefarsi e a vedere qualcosa di diverso all'uscita della caverna. Il viandante che esce dalla caverna non rimane nell'inusitato, ma ritorna e riferisce agli abitanti della caverna delle sue esperienze e conoscenze, dell'altro. Per il fatto che ha conosciuto altre cose e può relativizzare non è tuttavia più nella situazione di attenersi (halten) alle regole del gioco che vigevano nella caverna. Per gli altri uomini della caverna è una prova sufficiente che non ne vale la pena di abbandonarla. Verrebbe messo al confine, come un estraneo, e minacciato, se continuasse a raccontare delle cose ungewöhnliche (non abituali) e a mettere in discussione la loro gewohnte identità e con ciò seminare disordine.

2.2.1.3. Ent-fremdungIl liberare dalle catene gli abitanti della

caverna è un opporsi a ciò, cui erano abituati, è un passo ardito verso l'inusitato: una Ent-fremdung (estraniamento, alienazione). Si può parlare con senso di

Page 108:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

108

abitare nel Gewohnten solo in relazione ad un altro abitare, al finora-non-abitato.

Questa relazionalità implica una differenza, che qui può essere capita come una Entfremdung dalla identità del Gewohnten. L'abitante della caverna, divenuto filosofo, riflette l'abitare degli abitanti della caverna - attraverso il vedere del Un-gewohnten e attraverso la connessa relativizzazione del suo abitare finora a lui gewohnt -, e muta così l'abitare in un elemento mediatore. La caverna, come punto di partenza, è la sua origine e il luogo a cui ritorna. Ciò significa però che il cambiamento di prospettiva in Platone è l'ideale, non soltanto la contemplazione delle idee. Il filosofo relativizza la vita della caverna con l'esperienza di un altro e rimane legato alla caverna come alla sua origine.

Nel gergo quotidiano si risponde alla domanda: "dove abiti'?" spesso con „da dove vieni, dove vivi". La domanda „da dove vieni?" rimanda ad una differenza, che abbisogna di spiegazione, tra colui che pone la domanda e colui che risponde. Se si dice che si viene dalla caverna (per restare nell'esempio portato), allora si risponde a diverse domande sull'abitare. Si dà una informazione da dove si proviene

Page 109:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

109

(Herkommen), sulla propria origine (Herkunft), che può aiutare colui che domanda a superare la differenza tra lui e me.

Con l'origine sono collegate implicitamente la gewohnte identità, la cultura, socializzazione e la propria storia esistenziale. (Per questo si risponde spesso a tali domande: „vengo „eigentlich"83

(autenticamente) dalla caverna, ma abito ora sull'uscita della caverna." Lo Herkommen stabilisce quindi il proprium).

A colui che fa la domanda si premette un certo sapere contestuale su questa origine. Anche se alla frase dove abito si rispondesse con „vengo dalla (aus) caverna", si dà con ciò una informazione sulla propria origine. In ambedue i casi nella risposta è presente la preposizione „aus" che richiama ad un Heraus-Sein e ad un In-der-Fremde-Sein e con ciò ad una differenza. Non sono più nella caverna, ma fuori dalla caverna ed ora proprio sull'uscita della caverna.

Se invece alla domanda circa il luogo dell'abitare si risponde dicendo che si vive nella caverna, allora significa, che in questo momento ci si trova altrove, ma là, nella caverna, si trova la nostra abitazione. Il

Page 110:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

110

vocabolo „leben" è imparentato con quello di „bleiben", nel senso di un rimanere duraturo e questa connotazione appare nel contesto. Il luogo dove si vive è un punto fisso, che non si può o non si vuole lasciare del tutto. Nessuno lascia liberamente la caverna, gli vengono sciolte le catene e viene spinto verso la luce. Là, dove si abita, si è di casa.

La casa, nella concezione quotidiana però non è una tenda o una roulotte, ma un luogo fisso, in cui si rimane e in cui si ritorna o si lascia per un certo tempo.

Il zu Hause non è un luogo di residenza mutabile a piacere, come per esempio un luogo balneare o un luogo di lavoro, che raggiungo come pendolare. Non deve però essere necessariamente e soltanto il solo luogo di origine, il luogo cioè dove sono nato e cresciuto, poiché posso aver lasciato questo luogo e trovarmi altrove a casa mia, ove mi sono acclimatizzato e mi trovo a vivere bene.

Noi definiamo il luogo in cui viviamo come nostro „zu Hause". Può, ma non deve necessariamente essere il luogo di origine. Ciò significa che ci possono essere diversi luoghi nella vita di un uomo.84 Anche colui che una volta abitava nella caverna si è

Page 111:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

111

abituato alla luce, all'uscita della caverna. Ma ritornandovi egli è rimasto per gli altri un estraneo.

2.2.1.4. In die Fremde gehenLa domanda „perché abiti ora qui o

là?" si pone soltanto quando la persona non abita più in quel posto, da dove, si sa, proviene o dove essa, probabilmente si supponga che abiti. „Perché sei andato all'estero (in die Fremde) e non sei rimasto là dove appartenevi ed eri di casa?"

Con questa domanda si dà a colui che risponde il ruolo di Fremde (straniero) e lo si costringe a difendersi, a chiarire il perché.

Ciò fa comprendere che l'abbandono del luogo di abitazione, da cui si proviene, è considerato sempre come „non-usuale" (ungewöhnlich) nel senso di „non-normale".

Nell'abituarci a qualche cosa nasce la confidenza con essa. Quindi l'abitudine (Gewohnheit) è una Vertrautheit (acquistar confidenza), che viene sempre considerata come ovvietà. Sotto il concetto di Gewohnheit si intende anche un modo di agire che si è acquisito solidamente. Ciò che è conforme a questa Gewohnheit lo

Page 112:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

112

riteniamo come gewöhnlich, nel senso di normale.

Una Gewohnheit non si deve tuttavia riferire a una singola persona, ma si può pensare che valga pure per un gruppo, che condivide un determinato Verhalten oppure Handeln in senso tradizionalmente vissuto.

In questo caso si dice che è comune o tipico del gruppo, della ditta, della regione. Soltanto ad un estraneo ciò appare particolarmente strano o inusitato, mentre per il gruppo usuale la loro Gewohnheit viene ritenuta come qualcosa di proprio e particolare soltanto allora, quando gli estranei, con il loro comportamento, spiegano al gruppo la loro diversità. Questi altri, estranei, non sono, da parte loro, abituati a questo modo di comportarsi, per loro è dunque qualcosa di inusitato.

Una Gewohnheit può esser ritenuta come ovvia o come cosa normale, dunque qualcosa che nel gruppo particolare è ritenuto come norma usuale. Se si lede questa norma, allora diventa non-normale.

Così la normalità diventa normatività. La norma usuale del gruppo viene applicata al „non-normale", cioè applicata all' esterno, diventa normativa, come deve

Page 113:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

113

esperimentare colui che ritorna dall'uscita della caverna in Platone.

Abitare, nell'uso corrente quotidiano, appare anche come una forma dell'essere umano in una o da una gewohnte Identità. Noi abitiamo e viviamo in un luogo determinato, oppure noi siamo o veniamo da una determinata regione. La identità comune come Herkommen o essere sociale e istorico-culturale diviene conscia soltanto all'esterno attraverso il cambiamento di prospettiva e con la collegata relativizzazione del proprio abitare e, più forte ne è il contrasto, più inusitato l'abitare dell'altro, tanto più possiamo riflettere il nostro proprio abitare attraverso l'altro. Il luogo di abitazione, il luogo vitale è il „Zu Hause" e questa casa viene generalmente ritenuta come un luogo di residenza fisso, continuo, in cui si rimane o da cui si può pure andare più o meno liberamente altrove, in die Fremde.

Da dove si proviene, la propria origine, non può essere scelta da nessuno.

L'origine è una condizione, che non si può rifiutare.

E' una parte della propria identità, che ci permette, come punto di partenza usuale proprio, di percepire ciò che non è usuale in

Page 114:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

114

quanto tale, nella sua non-usualità. Come condizione fondamentale è una premessa, a percepire il non usuale e ad osare il tentativo di andare oltre la condizione oppure di formarla. Si può negare questa condizione, ma le condizioni non-ammesse sviluppano una vita propria ed esercitano la loro tutela senza il proprio sapere. Per cui ogni emancipazione è destinata a fallire. Dove si vive è soltanto parzialmente in potere della nostra libera decisione o scelta. Posso scegliere liberamente il mio „Zu Hause", il luogo ove vivo, ma con ciò scelgo un Umfeld (milieu) culturale e socialmente Gewohntes.

2.2.2.1. zu Hause/HeimatPer descrivere il contenuto di „zu

Hause" esiste in tedesco la voce Heimat. Il quadro associativo, con cui il vocabolo Heimat è collegato, costituisce una eccezione nelle lingue occidentali. E' interessante che il concetto Heimat sia inizialmente un concetto giuridico: significa cioè che il figlio maggiore di un contadino eredita la Heimat (Heimod). Colui che ereditava la casa, la cascina con i terreni, poteva rimanere, mentre gli altri dovevano darsi da fare per un altro impiego a cercarsi un' altra Heimat. Questa connotazione è sempre presente in modo latente nel concetto di Heimat: restare sul posto e, con

Page 115:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

115

ciò, non dover emigrare in die Fremde o addirittura andare in esilio e inoltre il pensiero del possedere come avere o mantenere.

Con ciò appare chiaro quali associazioni il concetto Heimat renda così interessanti: appare nuovamente attuale il pensiero di una gewohnte identità, di un rimanere (darin-Sein) e di un avere. Per gli altri, che hanno dovuto abbandonare la casa colonica e la Heimat, appare evidente nella Heimweh (nostalgia della casa), che la Heimat ha loro e non loro hanno la Heimat.

Secondo le precedenti riflessioni appare ancor più chiaro perché in tutte le applicazioni linguistiche venga premesso che io abito - in qualche modo, con qualcuno e in un qualche luogo. Nessuno pone la domanda: abiti tu tout court? Come e con chi e dove io abito può esser posto in discussione, ma non se io soprattutto abito. Con questa domanda metteremmo in discussione l'umano essere del nostro Gegenüber (colui che ci sta di fronte).

Se abitare, vivere, essere e aver una origine, come ho mostrato, vengono usati sinonimamente in questo contesto, si potrebbe pure sostituire la domanda: vivi tu tout court? oppure: Sei tu? o: vieni da

Page 116:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

116

qualche luogo tout court? Abitare non viene messo in discussione nella lingua corrente, perché ritiene il Verhalten dell'uomo di fronte al mondo dato, di fronte all'ambiente suo formato e sul suo essere Mit-Mensch come un momento fondamentale dell'essere umano concreto.

Abitare è un Verhalten di vita pratica dell'uomo nel suo mondo usuale e nel mondo a lui non-usuale. Questa tipica prassi vitale umana comunica tra uomo e mondo e può, sotto questo punto di vista, esser compresa come una comunicazione usuale (medium) nel mondo e verso il mondo.

Nella lingua quotidiana la parola „Wohnen" descrive una forma di identità usuale, che diventa conscia tramite una Entfremdung.

Nella differenza innanzitutto, nell'estraneità e attraverso la possibilità di altre prospettive viene percepita (wahrgenommen) questa Gewohnheit. Nella lingua quotidiana l'uomo è compreso come abitante, come avente una determinata origine, con un luogo ove abita in maniera fissa. Questo luogo è il punto di partenza comune, che è punto di ritorno e di partenza dall’ Un-gewohnt, in cui e da cui

Page 117:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

117

l'uomo è un essere sociale. Nel riflettere sul suo abitare il contesto è decisivo: non è intesa soltanto la sua abitazione, ma anche la sua determinazione tradizionale nella scelta locale e geografica. La forma del nostro abitare è per lo meno condivisa per una determinata forma di vita.

Come ho dimostrato, l'abitare è una condizione dello essere umano, che non possiamo mutare, ma nel contempo non è neppure del tutto condizionata. Il mutamento di prospettiva effettua una breccia nella normalità usuale, la relativizza attraverso lo Ungewohnte ed offre la possibilità, di riflettere sul proprio abitare. Il proprio abitare può essere visto perciò diversamente e i campi in cui l'uomo forma e costituisce il suo abitare diventano palesi. Come un comportamento (Verhalten) nel mondo e verso il mondo non è del tutto condizionato, lascia spazi di gioco per il proprio agire (Handeln). Finora in questo comportamento la Haltung del riconoscere le condizioni è stata messa in primo piano, una Haltung del lasciare e della Gelassenheit 85 (abbandono) di fronte a queste condizioni, se noi non le possiamo mutare, poiché vi siamo in esse gettati. Ma come, con chi e dove noi abitiamo, non è condizionato. Noi possiamo in questo punto progettare forse il nostro abitare - non con il

Page 118:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

118

fine di un ritorno, ma con il fine della realizzazione di un nuovo abitare: di un cancellare la Entfremdung mutandola in una Ent-entfremdung. 86 Il pensiero flusseriano offre degli approcci al riguardo.

2.2.2.2. Esperienza vissutaChi perde la propria Heimat è un

„Elender" (miserabile)87 soffre in terra straniera, poiché è stato strappato dal terreno su cui si era formato un punto stabile e sradicato da un mondo - è diventato senza-fondamento, senza-terreno (boden-los; sin fundamento).

Vilém Flusser non ha soltanto vissuto e raccontato queste esperienze, ma ne ha fatto oggetto di riflessione e della sua filosofia, per rielaborarle, per renderle fruttuose per altri. Nel 1939 fugge con la sua futura sposa da Praga, invasa dai nazisti. Era così diventato senza patria in doppio senso: scacciato dall'ambiente geografico e spaziale a lui gewohnt e dalle tradizioni collegate sotto l'aspetto sociale: genitori, parenti e amici.

Nella nuova patria di elezione, in Brasile, si impegna con un engagement totale per costruire per sé e per gli altri, con i contributi portati da tutti gli emigrati, una nuova Heimat. Agli inizi degli anni ‘70 si

Page 119:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

119

impegna, a motivo delle relazioni politiche in Brasile, per un „radikales Migrantentum".

Flusser si può presentare come il tipico modello esistenziale di un migrante: possiede quattro lingue, lavora come traduttore, ri-traduttore, pubblica su giornali e riviste specializzate e partecipa così allo sviluppo della cultura specialmente nell'ambito di lingua tedesca. Nella sua casa in Provenza abitava soltanto la metà dell'anno, il resto lo trascorreva in giro per l'Europa in conferenze, discussioni e simposi. 88

Attraverso la provocazione, nel vero senso della parola, per suscitare dubbi, non convinzioni, fece del pensare filosofico un affare pubblico. Un tale filosofare è sempre esperimentale e non vuol nascondere il suo approccio pratico, di vita mondana.

„Der Mensch ist in der Welt, er erkennt sie, wertet sie, erlebt sie. Er kann nur erkennen, was er erlebt und was er wertet. Eine Wissenschaft, die dies nicht zugibt, die nicht zugibt, dass sie politische und ästhetische Dimensionen hat, für die sie Verantwortung trägt, ist unmenschlich.“89 („L'uomo è nel mondo, lo conosce, lo valuta e lo

Page 120:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

120

esperisce. Può conoscere soltanto quanto vive e valuta. Una scienza che non accetta questo, che non accetta cioè di avere una dimensione politica ed estetica, di cui è responsabile, è in-umana”)

2.2.2.3. Problema universale ed attualeLa riflessione sulla patria e sulle patrie

è motivato in Vilém Flusser esistenzialmente, ma non per nulla è un problema privato di un singolo. I problemi migratori sono da lungo tempo non più problemi marginali, almeno nella coscienza dei popoli: le grandi masse migratorie, che ricordano una nuova migrazione di massa, i „Gastarbeiter' nei paesi del ricco nord, il „brain darain" dai paesi del secondo e del terzo mondo in direzione Europa ed America mettono in questione la autoconvinzione di sedentarietà e residenza.

Secondo il mio punto di vista il problema acquista una nuova dimensione con la caduta dei muri, con la scomparsa degli stati del blocco dell'est, compresa la Repubblica Democratica Tedesca (Germania dell'Est), dove sono state costruite nuove patrie oppure richiamati in vita vecchi modelli. Per questo penso che la migrazione non dovrebbe esser trattata

Page 121:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

121

solo come un fenomeno locale, ma pure come un fenomeno temporale.

Nel trascendere delle patrie il pensiero profondo su di esse diventa allora libero. Come può essere intesa in senso positivo la „Heimatlosigkeit? - Questo è uno degli interrogativi più decisivi che il pensiero di Vilém Flusser si sia mai posto.

2.2.2.4. Gewohnheit: Freiheit wozu? Freiheit wovon?

L'abitudine (Gewohnheit) annebbia lo sguardo sulla patria e il giudizio su di lei. I legami innumerevoli e invisibili che collegano uno con la patria, li condizionano pure. Non tolgono ad alcuno la libertà? La perdita della patria è innanzitutto un patire della rottura di legami. La nostalgia per la patria (Heimweh) rode nell'animo coloro che sono senza patria, ma un ritorno è diventato impossibile, poiché l'esperienza fatta è da interpretarsi come un patire. 90

Questa esperienza esistenziale può essere però anche una liberazione, se l'interrogativo „Freiheit wovon?" (libertà da che cosa), il patire, si muta positivamente nello interrogativo „Freiheit wozu?" (libertà, perché?). Allora improvvisamente i fili diventano visibili come intreccio, la cui rete finora aveva lasciato perdere lo sguardo

Page 122:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

122

alla patria come se non fosse stato messo a fuoco.

I legami segreti, che in patria non erano coscientemente palesi e che anche su terreno straniero apparivano all'inizio non completamente analizzabili e che costituivano quel Gefühl della patria, pieno di mistero, si manifestano ora a distanza come non-coscienti, come tradizionali concordanze, come pregiudizi.

Simultaneamente la nuova „Heimat” viene percepita come un tessuto altrettanto fatto di pregiudizi. Ciò che all'inizio è sofferto come perdita della realtà, può dimostrarsi come apertura di orizzonti. Soltanto tenendo una certa distanza è possibile avere un libero giudizio, prendere una decisione ed agire. Ed ogni mossa in questa direzione fa crescere la libertà.

2.2.2.4.1. emigrazione o fuga?Chi abbandona liberamente la propria

patria? Dove sta la differenza tra emigrazione e fuga? Vilém Flusser si interroga per portare una spiegazione più aderente a questo problema, innanzitutto sulle condizioni dell'uomo. Le cose che condizionano l'uomo, che indirizzano il condizionato su determinate piste, sul cui corso l'uomo può esser reso comprensibile,

Page 123:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

123

possono esser distinte globalmente in natürliche Dinge (Natura) e in gemachte Dinge (cultura). Ma l'uomo, per quanto pare, non è del tutto e completamente condizionato. Ci deve essere un luogo da cui egli possa pensare sulle condizioni, un luogo in cui esso stesso non è condizionato, altrimenti le condizioni lo divorano: Vilém Flusser nomina questo punto il punto ironico e il movimento nella ironia e dalla ironia non è spiegabile dalle condizioni, appunto questo movimento ironico diversifica l'uomo dalle cose e ne costituisce la sua dignità. Mentre se le condizioni vogliono spiegare l'uomo, uguale se biologicamente o socialmente, gli tolgono la sua dignità. Il movimento penetrante nella ironia è una rivolta contro le condizioni, una rivolta che nasce partendo dalla ironia e spinge all' engagement di mutare queste condizioni. L'uscire dalle condizioni e l'entrare in esse, per mutarle sono atti liberi.

Virtualmente sono liberi attraverso la possibilità di agire fattivamente e realmente in modo libero. La rivolta, il movimento nell'ironia, può essere inteso anche come emigrazione e engagement, dunque il movimento di uscire dalla ironia, come immigrazione. Un emigrare (Auswanderung) per immigrare (Ein-

Page 124:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

124

wanderung) porta seco sempre caratteristiche di fuga. Può una fuga essere libera? Un contrassegno strutturale ci può aiutare nella differenziazione: Se il migrante entra in scena sullo stesso piano su cui egli ha lasciato la prima condizione, allora è un Flüchtling (profugo, fuggitivo), poiché si è lasciato spingere via come profugo (Heimatvertriebener). Si è invece rivoltato ed engagiert, la decisione porta una qualità di libertà (una mossa di libertà). In pratica la distinzione è difficile, poiché emigrazione e profugo e fuga sono spesso non separabili chiaramente. Ma l'emigrante si distingue dal profugo poiché egli si distacca dalla condizione e si mette in una nuova situazione, che gli rende possibile di trattare selettivamente elementi delle vecchie condizioni, di accettarle o di ripudiarle, mentre il profugo rimane incarcerato dalle vecchie condizioni e non può aprirsi alle nuove. L'immigrante invece si può assimilare ai punti che ha ripudiato ironicamente o adattarsi alle nuove condizioni. Cosi pure in questi luoghi, in cui è legato coscientemente alle vecchie condizioni, può operare, mutandole, le nuove condizioni.91

L'uomo è però condizionato naturalmente e culturalmente. Le strutture delle condizioni vecchie e nuove decidono

Page 125:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

125

pertanto come facilmente l'emigrazione o l'immigrazione avviene.

La struttura di alcune condizioni facilita l'immigrante per es. ad impegnarsi, lo spinge quasi ad impegnarsi. D'altra parte con il concetto di fedeltà (alle vecchie condizioni) ogni esser-profugo si lascia reinterpretare positivamente. Ma non sussiste fedeltà più sincera nello engagement per qualcosa scelto liberamente?

3. Nuova Heimat / concezione flusseriana di abitare

3.1. PremesseLa discussione sul tema dell'abitare ha

costituito per Vilém Flusser una forma di superamento esistenziale. Avrebbe dovuto aiutare lui ed altre persone in situazioni simili, per superare la tragedia di aver perso la Heimat ed imparare ad affrontare il problema da una prospettiva diversa. Esplicitamente Vilém Flusser ha richiamato in diversi saggi di ritenere la Heimat e l'abitare uno dei problemi che lo hanno riguardato esistenzialmente. 92

Questo è uno degli impulsi teoretici più importanti che fondano la sua autobiografia filosofica „Bodenlos".

3.2. Heimat/Wohnen

Page 126:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

126

Anche Vilém Flusser considera l'abitare come un aspetto primario, ma lo analizza sotto l'aspetto „kommunikologisch". Egli distingue il wohnen dalla Heimat e forma il concetto di Heimat mutandolo esistenzialmente ed eticamente. Punto di partenza del nostro essere nel mondo non è la Heimat, ma per Vilém Flusser è l'abitazione (il wohnen). La Heimat è mutabile, oppure se ne può fare anche a meno, ma abitare si deve.

„Wohnen bedeutet nicht, in unbeweglichem Bett zu schlafen, sondern in gewohnter Umgebung zu leben. Das Heim ist nicht notwendig ein ständiger Ort, sondern ein vertrauenswürdiger Stützpunt. Sein Heim verloren zu haben, heißt nicht, einen Ort verlassen zu haben, sondern in Ungewohntem leben zu müssen, in einer Umwelt, in der wir uns nicht wieder erkennen.“ 93 („abitare non significa dormire in un letto inamovibile, ma vivere in un ambiente usuale. La casa non è necessariamente un luogo fisso, ma punto di sicurezza, degno di fiducia. Aver perso la propria casa (Heim) non significa aver lasciato un luogo, ma dover vivere in uno „non-usuale", in un ambiente in cui non ci troviamo")

Page 127:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

127

La relazione di abitare e mondo segue una dialettica duplice. „Ohne Wohnung, ohne Schutz von Gewöhnlichem und Gewohnten ist alles, was ankommt, Geräusch, nichts ist Information und in einer informationslosen Welt, im Chaos, kann man weder fühlen noch denken noch handeln". 94 (Senza abitazione, senza protezione di cose comuni e abituali tutto ciò che avviene è rumore, nulla è informazione, e in un mondo non informato, nel caos, non si può fühlen, né pensare, né agire".)

Il Gewohntes forma la premessa per assumere lo Ungewohntes e per realizzarlo. L'abitazione comune è un punto di appoggio per entrare nel mondo e raccogliere esperienze e rielaborarle nel Gewohnte, nella abitazione. Come „das unglückliche Bewußtsein" Hegel analizza questo problema nella „Phänomenologie des Geistes": La coscienza si perde nel trovare il mondo, e nel trovare se stesso essa perde il mondo95, e la coscienza è

„Pendel zwischen Wohnung und Ungewöhnlichem, zwischen Privatem und Öffentlichem"96. („pendolo tra la

Page 128:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

128

abitazione e il non-abituale, tra il privato e il pubblico")

Ma ciò significa:„Ohne Wohnung wäre ich unbewusst, und das heißt, dass ich ohne Wohnung nicht eigentlich wäre. Wohnen ist die Weise, in der ich mich überhaupt erst in der Welt befinde; es ist das Primäre“ 97 (Senza abitazione sarei inconscio e ciò significa che senza abitazione non sarei autentico. Abitare è il modo in cui innanzitutto mi trovo al mondo; è l'aspetto primario")

D'altra parte il Gewohnte della abitazione non viene più wahrgenommen (percepito) come Gewohntes, poiché forma il punto di partenza e il fondamento per wahmehmen quanto è Ungewohnt.

I fenomeni scompaiono attraverso la Gewohnheit. Diventano coscienti quando diventano non-comuni, quando cioè la abitudine (Gewohnheit) è rotta.

3.3. Concezione positiva di HeimatSi può trovare una nuova patria?

Teoreticamente sembra possibile, se si conoscesse ogni codice di iniziazione e del quotidiano delle varie patrie. I sistemi stradali preconsci e inconsci, su cui si fonda

Page 129:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

129

la vita comune nella patria, dovrebbero simultaneamente esser decodificati teoreticamente come da un etnologo. E' del tutto improbabile, se non impossibile, che essi siano completamente decodificabili ed anche sul piano pratico si incrociano dei problemi. Le Gewohnheiten, in massima parte inconsce, devono esser rese consce e poi venir dimenticate di nuovo. Pur lasciando da parte la impossibilità pratica di questo „bewußten Vergessens", il render conscio si mostra come qualcosa di banale.

L'immigrante mette in pericolo perciò sia gli indigeni, poiché desacralizza quanto è loro sacro, sia il migrante, poiché si procura l'odio degli abitanti del posto. Egli toglie alla patria degli indigeni il nimbus, dimostra la bellezza della patria come „gewohnte Hübscheit" (bellezza abituale) e ciò lo rende odioso.

„Bei der Einwanderung entsteht (...) zwischen den schönen Beheimateten und den hässlichen Heimatlosen ein polemischer Dialog, der entweder in Pogromen oder in Veränderung der Heimat oder in der Befreiung der Beheimateten aus ihren Bindungen mündet.„ 98 (Nella immigrazione sorge un dialogo polemico tra coloro che hanno la loro

Page 130:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

130

bella patria e i cattivi immigranti, dialogo che sfocia o in pogrom o in un mutamento della patria o nella liberazione degli abitanti dai loro legami.")

Vilém Flusser stesso era impegnato nel suo engagement per più di vent'anni per sintetizzare da una brasiliana „Niemandsland" (terra di nessuno) una patria.

In questo periodo dovette constatare, che la creazione di una patria porta seco ottusità, fanatismo e pregiudizi patriottici e proprio in ciò si costituisce la „Heimat": Heimat come cristallizzazione di pregiudizi e sacralizzazione di misteri. Heimat è per Vilém Flusser niente altro che una abitazione circondata da brighe segrete (Heimlichkeiten). Questa mistificazione però delimita fortemente di nuovo la libertà conquistata.

Ma il Gefühl della patria non si avvinghia solo alle cose, ma pure e soprattutto all'uomo. Le cose ci condizionano e così limitano la nostra libertà. Ma nel Gefühl della patria esse vengono inoltre sacralizzate e personalizzate, in modo che le si amano. Un „Es" (una cosa) non può essere amato, ma

Page 131:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

131

soltanto adorato, poiché non può ricambiare l'amore.

Per Vilém Flusser si tratta di un errore ontologico, prendere un „Es" per un „Du", è paganesimo. Questo pensare magico è probabilmente profondamente radicato in noi e viene coperto dalle scienze, ma non cancellato.99 I nostri legami, che ci legano agli altri uomini, sono da prendere sul serio, poiché essi costituiscono il vero problema della libertà. I legami, in cui noi siamo nati, senza esserne stati richiesti, se accettarli o meno, sono in gran parte anche dei vincoli. Nel perdere la patria questi legami vengono recisi o allentati. Se il migrante comprende questo soffrire come una apertura di possibilità di scegliere in questa libertà, cioè di domandare perché ha questa libertà, allora egli può raccogliere la perdita del parentado tradizionale e di sangue attraverso la libera accettazione di legami esistenziali.

Nella conquistata libertà egli può da se stesso tessere i fili con gli altri uomini, e se il suo destino di migrante non deve esser la solitudine, deve fare questo. Le responsabilità e l'impegno per gli altri sono scelti liberamente e accettati, ma non meno vincolanti. La „Heimat" del senza patria è

Page 132:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

132

l'altro, sono gli uomini, per cui egli si prende la responsabilità.

„Nicht Brasilien ist meine Heimat, sondern „Heimat" sind für mich die Menschen, für die ich Verantwortung trage“. 100 („Non il Brasile è la mia patria, ma la „patria" sono per me gli uomini per cui porto responsabilità").

Libertà non è dunque mancanza di responsabilità, libertà solipsista, e la vera libertà non opera a scapito dell'altro. Non soltanto la cesura di legami, la liberazione come risposta all’interrogativo „Freiheit wovon?” rende la libertà tale, ma il tessere legami con altri, assieme, come mutamento esistenziale-etico dell'interrogativo „Freiheit wozu?". Non si tratta di negare dei legami, ma di valutarli.

Con ciò non si tratta né di umanismo, né di cosmopolitismo o di filantropia, non è la responsabilità per tutti, ma per il „prossimo". Il motivo dell'esser-profugo-nel-mondo del giudaesimo-cristiano, fondato sull'amore del prossimo, viene qui mondanizzato in modo radicale. Esistenza ed esilio sono qui pensati come sinonimi, come essere estraneo nel mondo. La patria è da cercare altrove - nell'altro uomo.

Page 133:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

133

La perdita del mistero della patria ha aperto il migrante per il mistero del Mit-sein con gli altri, per una forma di „Interexistentialität". Nazionalismo e patriottismo benedicono invece i legami posti nella nascita, sacralizzano parentado di sangue e tradizione, e trascurano con ciò le relazioni scelte liberamente verso gli altri, amicizia e amore. Con ciò pongono barriere alla libertà dell'uomo e alla sua dignità.

„Heimat" è secondo Flusser la „Mystifikation von Gewohnheiten", la „Sakralisierung von Banalem."

Nel 1984 Flusser scrisse:"Vielleicht besteht die menschliche Würde eben darin, keine Wurzeln zu haben. So eine Entdeckung ist ein dialektischer Umschlag im Verhältnis von Vertriebenen und Vertreiber. Vor der Entdeckung ist darin der Vertreiber der aktive Pol, der Vertriebene der passive. Nach der Entdeckung wird der Vertreiber der Leidtragende, der Vertrieben der Täter. Es ist die Entdeckung, da die Geschichte nicht von Vertreibern, sondern von Vertriebenen gemacht wird.“101 („Forse la dignità umana consiste nel non aver radici. Una tale scoperta è una

Page 134:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

134

copertura dialettica in rapporto a profughi e oppressori. Prima della scoperta l'oppressore era il polo attivo, il rifugiato quello passivo. Dopo la scoperta l'oppressore diventa l'oppresso e il rifugiato l'oppressore. E' la scoperta che la storia non vien fatta dagli oppressori, ma dagli oppressi.")

3.4. ConclusioneFlusser distingue dunque chiaramente

wohnen (abitare) da Heimat. In seguito a questa distinzione l'abitare viene sciolto dalla sua condizione legante al posto, al luogo. Si deve abitare, ma non continuamente in un luogo ben determinato o nel luogo tradizionale da cui si è originati. Vilém Flusser non mette in dissolvenza in chiusura il problema della connessione tra abitare e un luogo di abitazione con il suoi approccio comunicologico, ma lo mette a fuoco.

La geografia non avrà più un particolare ruolo da giocare nel futuro. Dovremo imparare a pensare topologicamente. L'abitare nel Gewohnten è pensato come primario per il nostro essere-nel-mondo e il concetto „Heimat” viene formulato nuovamente in senso etico esistenziale come una Ent-entfremdung.Heimat diventa una forma di vita.

Page 135:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

135

4. Progettare l'abitare

4.1. Abitare in forma diversaCome dovremo abitare per poter

realizzare una tale forma di vita aperta verso il futuro? Se le nostre abitazioni determineranno pure il nostro essere, potremmo noi attraverso un abitare in forma diversa comprendere noi stessi anche in modo diverso? Vilém Flusser ha sviluppato al riguardo uno scenario, che ora affronta 102

4.2. Abitazione: Werkzeug zum Wohnen (Strumento per abitare)

Vilém Flusser comprende fenomenologicamente ogni costruzione e non soltanto le case da abitazione come „Werkzeuge zum Wohnen" (pag. 54). Esse simulano un aspetto determinato del corpo umano e le case possono essere comprese sotto questo punto di vista come simulazioni della pelle del corpo.

„Sie werden so entworfen, damit man sich in ihnen wie in der eigenen Haut“(ebd.) („esse vengono progettate in modo tale da trovarsi a proprio agio come nella propria pelle")

Page 136:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

136

Dopo la rivoluzione industriale, gli strumenti non vengono più progettati soltanto dall'esperienza e secondo i metodi tradizionali, ma e soprattutto partendo dalla conoscenza scientifica. Questi strumenti sono denominati macchine e le costruzioni moderne sono per Vilém Flusser „Wohnmaschinen".

Vilém Flusser spiega:"Man macht Werkzeuge, um aus der Umwelt all das herauszuholen, (es herzustellen), was man zur Befriedigung seiner Bedürfnisse benötigt“ (ebd.), (Si costruiscono strumenti per ottenere dall'ambiente e produrre ciò che è necessario a soddisfare i propri bisogni")

e gli strumenti son di gran lunga più efficienti e abbondanti che il corpo umano. Le costruzioni sembra che non afferrino verso l'esterno, ma al contrario rimangono strettamente avvinte al corpo. Ma anch'esse ricavano qualcosa dal mondo, come la luce attraverso la finestra.

„Diese herstellende Funktion der Werkzeuge nennt man ökonomisch“, (questa funzione produttiva dello strumento si denomina economica)

e

Page 137:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

137

„Werkzeuge werden aus ökonomischen Motiven entworfen“. (ebd.). „Aber da die Werkzeuge beim Herausreißen von Weltteilen aus der Umwelt diese verändern, muss diese Weltveränderung beim Entwerfen der Werkzeuge in Berücksichtigung gezogen werden“ (ebd.). (“Gli strumenti vengono progettati per motivi economici". „Ma poiché gli strumenti mutano l'ambiente con l'estrazione di parti del mondo da questo, si deve tenere presente questa mutazione mondana nella produzione di strumenti”)

Si possono definire questi motivi come „ökologiche" e quanto più gli strumenti diventano funzionali e progrediscono, tanto più si devono prendere in considerazione questi aspetti. Accanto a questa relazione dialettica di strumento ed ambiente si aggiunge anche quella tra uomo e strumento. Gli strumenti non mutano solo l'ambiente e non vengono progettati soltanto per effettuare questi mutamenti, ma mutano pure l'uomo,

„und er (der Mensch als Benutzer) simuliert seine eigenen Simulanten. Die Werkzeuge verändern unser Verhalten, und damit unser Denken,

Page 138:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

138

Fühlen und Wollen. Es sind Erlebnismodelle.” (ebd.) (“e lui - l'uomo come utilizzatore - simula i suoi propri simulanti. Gli strumenti mutano il nostro comportamento e con ciò il nostro pensiero, fühlen e volere. Essi sono modelli di Erlebnis”)

Se le costruzioni sorgono tra l'uomo e l'ambiente, esse sono come un medium. Lo strumento „costruzione" ha una funzione pure mediale. Gli strumenti fanno da comunicatori in una determinata visione ed operano come filtri tra uomo e ambiente e influiscono sulla Wahrnehmung del mondo e dell'uomo stesso. Non sono soltanto la nostra

„gewohnte zweite Haut", (la nostra seconda pelle usuale) noi ci identifichiamo - volenti o nolenti - con questa „Kleidung" (vestito) costruita. Nella relazione influiscono come elemento contraente ambedue le parti della relazione in modo decisivo.

4.3. Relazione uomo-strumentoVilém Flusser vede la storia della

umanità come un Rückkopplungsprozeß (processo di collegamento retrospettivo) tra uomo e strumento; le rivoluzioni si fondano sulle rivoluzioni tecniche. La sottodivisione della storia in periodo della pietra, del

Page 139:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

139

bronzo e del ferro significa che le tecniche hanno prodotto dei vari strumenti conformemente alle loro forme di Dasein. Ma nel progettare gli strumenti non si è co-pensato al Feedback operante negli strumenti verso di noi e perciò

„ist die Geschichte ein planloser, unvorsehbarer (weil unvorgesehener) Vorgang. Wir verändern uns dank der Werkzeuge, aber sehen nicht voraus, wie wir uns verändern“.(ebd.). (“La storia è un procedimento senza pianificazione, imprevedibile (perché processo imprevedibile). Noi mutiamo noi stessi grazie agli strumenti, ma non prevediamo come ci muteremo”.

Ciò significa che noi siamo soggetti agli strumenti, che abbiamo appunto creato da noi.

4.4. Excursus storicoMa gli strumenti sono oggi intesi come

in una fase di rottura e Vilém Flusser afferma ottimisticamente:

„wir könnten jetzt auch ihren Rückschlag auf uns entwerfen“ (ebd.). (“noi potremmo ora progettare pure la loro ripercussione su di noi”)

Page 140:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

140

Per confermare questa tesi, Vilém Flusser intraprende un excursus nella storia:

"Der bisher einzige tiefgreifende Umbruch im Entwerfen von Gebäuden ereignete sich beim langsamen Übergang aus dem Paläolithikum ins Neolithikum, aus dem jagenden und sammelnden ins pflanzende und züchtende Leben." (ebd.). (“La rottura più profonda finora operata nel progettare di edifici si è avverata nel passaggio lento dal paleolitico al neolitico, dalla vita di caccia e di raccolta in quella di piantagione e di allevamento”)

Mentre gli uomini nel periodo paleolitico costruivano soltanto delle costruzioni provvisorie, con lo scopo di proteggere l'uomo come una seconda pelle sfilabile, gli uomini nel neolitico furono costretti a costruire edifici per mangiare, dormire, ecc. (case private) ed edifici per immagazzinare il raccolto e proteggere i loro greggi (edifici pubblici), poiché con la protezione e il controllo del raccolto gli uomini erano diventati residenti. A differenza della tenda neolitica o delle baracche queste pelli erano durature, sopravvivevano alla pelle del loro

Page 141:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

141

proprietario e l'uomo infilò in loro la sua pelle. Questa struttura dura sostanzialmente ancora oggi.

La casa privata e gli edifici pubblici e la loro reciproca relazione, come modelli retrospettivi di Erlebnis, hanno mutato sostanzialmente l'uomo a partire dal neolitico,

"Diesem Rückschlag ist die Form unseres Privatlebens (Familie, Werkstatt, Wirtschaft) und unseres öffentlichen Lebens (Politik, Religion, Philosophie, Wissenschaft) zu verdanken." (S. 56). (“La forma della nostra vita privata (famiglia, officina, l'economia) e della nostra vita pubblica (politica, religione, filosofia, scienza) si rifà a questo Feed-back”).

Né la casa privata né l'edificio pubblico né la loro relazione si sono da allora così decisamente mutati, così che avrebbero dovuto ristrutturare fondamentalmente le forme di vita con essi connesse - sia nel privato come nel pubblico opp. nel sacrale. Nel progetto di questi edifici duraturi il Feed-back sull'uomo e sulla società non era stato previsto e tanto meno previsti erano i risultati, che erano maturati nelle relazioni

Page 142:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

142

tra i diversi tipi di edifici, cioè arte, scienza e tecnica.

Poiché gli edifici erano stati progettati partendo da motivi economici ed ecologici, non si potevano prevedere queste conseguenze. Non si costruivano edifici per motivi antropologici, per progettare determinate forme di vita, ma queste maturarono da sé.

Il passaggio dal paleolitico al neolitico era stato finora la cesura più profonda nella storia umana, che ha prodotto la civilizzazione occidentale. Che cosa spinge Vilém Flusser ad accettare una cesura così profonda e nuova? Vilém Flusser accenna a due punti in questo testo: durante la rivoluzione industriale non c'era

„keine verwendbaren Theorie für Belebtes“ (ebd.), (“alcuna teoria applicabile per esseri viventi”)

e perciò gli strumenti viventi furono repressi da quelli inanimati. Soltanto ora iniziamo ad avere a disposizione tali teorie che ci permettono di simulare alcune funzioni dell’ animato (es. del sistema nervoso) nell'inanimato.

„Das sind nur Ansätze, und bald werden wir auch belebte Werkzeuge

Page 143:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

143

technisch herstellen können, Künstliche Lebewesen. Gebäude waren bisher unbelebte Maschinen. Sie werden intelligenter werden. ...Und in weiter Zukunft wird man vielleicht künstliche Lebewesen bewohnen.“ (ebd.) (“Questi sono solo gli inizi, e presto potremo produrre strumenti viventi, esseri artefatti. Gli edifici erano finora macchine inanimate. Esse diventeranno più intelligenti... e nel futuro più ampio vi abiteranno forse esseri viventi artificiali”).

4.5. KommunikationsrevolutionIl secondo punto, che è il più

imporrante, è quello della „Kommunikationsrevolution". Per questa rivoluzione è caratteristico che il ricevente dell'informazione non deve più andare al mittente, ma le informazioni gli vengono inoltrate.

„Damit ist das öffentliche Gebäude (und Stadt, Politik überhaupt) überflüssig geworden.“ (ebd.). (“Con ciò l'edificio pubblico (e la città, la politica soprattutto) è diventata superflua”).

La casa privata è perforata da cavi materiali e immateriali e viene „überflutet"

Page 144:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

144

(sommersa) con quelli officiali. Con ciò si mescolano ambedue le forme di vita del privato e del pubblico, i loro valori son messi fuori uso, e il gioco pendolare tra i due resta sempre più senza senso. Questa tendenza di cancellare la differenza tra edificio privato e pubblico non si riesce a frenare. Deve essere presa in considerazione nel progetto dei nostri edifici.

Ma anche la tesi del cancellamento della differenza tra spazio pubblico e privato deve essere spiegata. Vilém Flusser argomenta nuovamente da un punto di vista della teoria della informazione. Mentre prima della rivoluzione industriale le informazioni venivano rielaborate nello spazio privato e più tardi pubblicate dal trasmittente, da allora vengono rielaborate assieme ad altre e tramite macchine negli edifici pubblici (es. fabbriche, agenzie) e quindi immesse attraverso distributori nello spazio pubblico (supermercati, case di spedizione). Questo moto pendolare tra il pubblico e il privato si è mutato a causa della rivoluzione informatica.

„Sie hat das Ausarbeiten der zu-verteilenden Information zu einem Spiel mit Symbolen (soft-ware) gemacht, und das Aufdrücken dieser

Page 145:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

145

Information auf Gegenstände auf automatische Maschinen abgeschoben.“ (ebd.). (“Essa ha ridotto la rielaborazione dell'informazione da distribuire ad un gioco di simboli (software) e ha affidato l'impressione di questa informazione su oggetti a delle macchine automatiche”).

Ciò vale sia per le informazioni hard che soft, anche se agli inizi. Se questa tendenza diventerà dominante, allora gli edifici pubblici diventeranno superflui sia come luoghi di recezione dell'informazione (es. supermercati) che come rielaborazione dell'informazione (fabbriche). A questo punto vorrei mettere alcuni dubbi, ma Vilém Flusser sviluppa uno scenario che volutamente semplifica e polarizza, che dissolve in chiusura alcune tendenze e mette in risalto altre. Anche la suddivisione delle sfere vitali umane in pubblica, privata e teoretica considero come una tale polarizzazione, che non copre il suo carattere di modello.

Se la rivoluzione neolitica ha messo in risalto il villaggio (Dorf), così secondo l'opinione di Vilém Flusser comincia il declino della rivoluzione informatica e comunicativa. Attraverso ciò non abbiamo a

Page 146:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

146

disposizione alcun modello per gli edifici che vogliamo progettare di nuovo. L'idea di una casa con quattro pareti e un tetto in un particolare e determinati posto geografico è forse superata.

„An die Stelle der landwirtschaftlichen und viehzüchterischen Kriterien müssen kommunikologische treten. Das heißt: ökonomische und ökologische Motive müssen beim Gebäudeentwurf in den Hintergrund treten und anthropologische müssen im Vordergrund stehen. Nicht so sehr, was das Werkzeug ‚Gebäude' aus der Umwelt herausreißt und nicht so sehr, wie es die Umwelt verändert ist das Grundproblem beim künftigen Gebäudeentwurf, sondern wie das Gebäude auf die zwischenmenschlichen Beziehungen zurückschlägt. Das ist eine neue Einstellung zum Gebäudeentwerfen: wir sind unserem eigenen Entwurf nicht mehr unterworfen, sondern wir werden zu bewußten Entwerfen der Veränderungen, die unser Entwurf auf uns ausübt. Die Geschichte wird ein bewußter, geplanter, entworfener Vorgang”. (ebd.) (“Al posto di criteri agricoli e di allevamento devono intervenire quelli comunicologici. Cioè:

Page 147:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

147

i motivi economici ed ecologici devono far spazio nel progetto di edifici a motivi antropologici. Non importa tanto che cosa lo strumento „edificio" produca dall'ambiente e come lo muti, ma come gli edifici operino un feedback sulle relazioni intraumane. Questa è una nuova impostazione nel progettare degli edifici: non siamo più sottomessi al nostro progetto proprio, ma diventeremo coscienti progettatori delle mutazioni, che il nostro progetto opera su di noi. La storia diventa un procedimento conscio, pianificato e progettuale.”)

4.6. Nuovi modelli di abitareVilém Flusser aveva descritto

fenomenologicamente le case come delle pelli. Egli propone di rifarsi a questo modello, in quanto non abbiamo alcun modello tradizionale per le nuove case. La pelle è un organo complesso, che abbisogna di una accurata analisi. Gli architetti dovrebbero comprendersi come „Dermatologen", per poter costruire negli edifici simulazioni dei nervi sensori e motori e la tipica permeabilità ed impermeabilità della pelle.

„Ein intelligentes Gebäude ist nicht nur ein Werkzeug zum Empfangen,

Page 148:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

148

Prozessieren und Senden von Informationen, sondern auch zum Bewahren von Informationen. Es ist ein Gedächtnis. Und das meinen wohl Begriffe wie ‚Wohnung‘ und ‚Gewohnheit‘: gespeicherte, verfügbare, aufrufbare Informationen haben“ (Pag. 57). (“Un edificio intelligente non è soltanto uno strumento per ricevere, avviare-in-un-processo e inviare delle informazioni, ma anche un custodire le informazioni. E' una memoria. E questo intendono concetti come „abitazione" e „abitudine": avere informazioni immagazzinate, disponibili e richiamabili”).

Queste pelli simulate, che come strumenti ricavano qualcosa dall'ambiente e lo mutano, formano innanzitutto l'aspetto economico ed ecologico del progetto dell'edificio. L'aspetto antropologico o „esistenziale" è più importante, poiché in esso progettiamo edifici come strumenti, per mutare il nostro Dasein.

4.7. Aspetti antropologiciChe aspetto dovrebbe avere una tale

antropologia? Vilém Flusser la vede nel suo nascere e

Page 149:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

149

„sie besagt, dass ‚Mensch‘ nicht ein Etwas ist, das man ‚an sich‘ definieren kann, sondern ein Aspekt konkreter Relationen. Was immer man sein mag, ist eine Funktion eines konkreten Verhältnisses (zum Beispiel ist man Vater, oder Schriftsteller, oder Träger eines Anzugs), und außerhalb aller konkreten Relationen ist man bestenfalls eine Abstraktion aus Relationen.“103 (pg.57)“essa dice che l'uomo non è un qualcosa che si possa definire in sé, ma un aspetto di relazioni concrete. Qualunque cosa si voglia intendere, è una funzione di una relazione concreta (per es. si è padre, o scrittore, o portatore di un vestito), e al di fuori di ogni relazione concreta si è nel miglior dei casi una astrazione dalle relazioni”)

Questa tesi è condotta contro ogni sostanzializzazione di se stesso. Sotto un punto di vista logico, identità e differenza si implicano vicendevolmente, o per esprimersi esistenzialmente ‘ich’ e ‘du’ sono sempre relazionati vicendevolmente, `ich‘ è colui al quale si dice „du".

L'uomo è un „Knotenpunkt von Beziehungsfeldern" (pag. 57) e il nuovo progetto di case dovrebbe prenderlo in considerazione.

Page 150:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

150

Questa antropologia progettiva dovrà presto nascere in un processo a reazione con la progettazione di edifici. Ma la nuova forma di Dasein che nasce non può essere „vor-erlebt", e in ciò consiste il grosso problema. Che ne sarebbe nel caso che, come si afferma, non ci fosse alcun nucleo di individualità, allora il Dasein non sarebbe altro che un processo di mutamento continuo - di se stessi e degli altri.

„Ein derartiges völlig selbstloses Dasein übersteigt unsere neolithische Einbildungskraft, und deshalb sind wir unfähig, es in unsere Gebäudentwürfe einzuprogrammieren.“ (pag. 57). (“Un tale Dasein completamente selbstlos supera la nostra concezione neolitica e per questo siamo incapaci di programmarlo nei nostri progetti di edifici”).

Noi dovremmo esser diversi da ora, per sapere come vogliamo mutarci. Soltanto allora potremmo programmare coscientemente anche l'accoppiamento a reazione dei progetti di edifici, adattandoli al nostro Dasein. Intanto rimane soltanto un esperimento.

Page 151:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

151

Come si può sciogliere questo circolo vizioso? Vilém Flusser distingue due „entgegengesetzte Schaltpläne" (schema d'impianto opposti) della comunicazione:

* la prima predominante invia, come i mass media, informazioni al ricevente, che le assume.

* Nell'altra (Schaltplan) le informazioni vengono prodotte in una rete e messe in circolazione in modo tale che i punti di incrocio mittente e ricevente siano simultanei, come presso la posta, nel telefono o in internet.

Gli edifici, che si devono progettare nuovamente, dovrebbero, quindi, costituire come nella seconda variante dei punti di incrocio per una rete inserita dialogicamente. Vilém Flusser vi collega la speranza di

„ ... eine dialogische, für den anderen ständig offenen Daseinsform entworfen zu haben“ (pag. 57), (“... di aver progettato una forma di Dasein dialogica sempre aperta per l'altro“)

poiché tali edifici dovrebbero ripercuotersi sulla nuova forma altruistica di Dasein.

Page 152:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

152

Secondo l'opinione di Vilém Flusser

„sind wir technisch, und zum Teil auch intellektuell, ethisch und ästhetisch in der Lage, eine neue menschliche Daseinsform bewusst in die Wege zu leiten“ (ebd). (“siamo nella situazione tecnica e in parte intellettuale, etica ed estetica di condurre coscientemente verso nuove vie una forma di Dasein umano”).

Non siamo più soggetti alle nostre Gewohnheiten (agli edifici), ma li possiamo progettare.

„Aus Subjekten werden wir zu Projekten.“ (ebd.) 104

così formula Flusser con chiara intenzione provocatrice.105 Se già la „Machbarkeit" (fattibilità) è diventata idea conduttrice della nostra cultura, allora dobbiamo per lo meno porci dei pensieri, che cosa vogliamo „machen" (fare) e quando. A Vilém Flusser interessa di non lasciarsi condizionare da cose che sono state costruite dagli uomini, ma di mutare le condizioni, in modo tale che sia possibile realizzare una gran quantità di libertà e una forma vitale conforme alla dignità dell'uomo. Espresso in altri termini: partendo dalle condizioni di

Page 153:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

153

soggetti (Sub-jekten) divenire Progetti (Pro-jekten) di Gewohntem. Abitare vorrebbe dire quindi formare (se non si possono mutare) consapevolmente le condizioni o di progettarle liberamente e così poter progettare il nostro Gewohntes, per poter wahrnehmen lo Ungewöhnliche. L'uomo viene proiettato come uno che crea nuove informazioni, che senza una precisa identità, forma se stesso, gli altri e il mondo in Beziehung zu anderen. Nel centro di questa antropologia sta un progettare dialogico dell'uomo. Ma forse è più conveniente interpretare queste tesi come un ricordo ironico-scettico contro l'auto-corsa, come un Diskurs contro la mancanza di speranza.

5. Pensiero nomade

5.1. Nuovo nomadismo: significati di Migrazione

Gli edifici costruiti dall'uomo, secondo l'opinione di Vilém Flusser, condizionano l'uomo non soltanto per quanto riguarda la vita privata e quella pubblica, ma lo determinano anche in relazione al teoretico. 106

Vilém Flusser, come già accennato nella distinzione tra Heimat e Wohnung, si serve, come contrasto, del fenomeno

Page 154:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

154

migratorio oppure del nuovo nomadismo. Che significa migrazione? e quali conseguenze comporta? 107

5.2. TerminologiaMigrazione si deve distinguere da

viaggiare e nomadismo. Viaggiare viene inteso come un andar fuori nel mondo, limitato nel tempo, e che termina con un ritorno a casa. l nomadi si spostano invece con le varie stagioni o con il bestiame, abbandonano dunque un posto, quando non è più interessante per i loro scopi. Per loro non vi è alcun punto di partenza e nessun ritorno a casa. Questo concetto applicato alla massa di persone, che sono in movimento, specialmente nella società industriale occidentale e che volentieri si definiscono come i nomadi moderni, è impreciso.

Il nomadismo sembra piuttosto un ultimo punto di fuga per una naturalità lontana dalla civilizzazione, un ultimo „Naturvolk".

I „Nomaden" del giorno d'oggi sono piuttosto degli „Unständische" (= in-stabili). Nel medio evo erano liberi coloro che semplicemente potevano andarsene, quando volevano. L'imperatore viaggiava di palatinato in palatinato e in ciò consisteva la sua libertà e dignità. Coloro che

Page 155:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

155

dovevano rimanere erano non-liberi, legati alle cose, gli „Ständischen" (=stabili).

I migranti sono in questo senso coloro che sono in viaggio, coloro che non arrivano mai, che rimangono sempre stranieri - non-radicati (=sradicati). In questo senso possono essere caratterizzati come „Ortlose" (sine loco).

5.3. visione (utopica?)Vilém Flusser distacca l'abitare e il

costruire dal paesaggio e dall'ambiente. Li analizza comunicologicamete sotto l'aspetto formale di un modello dell'Erlebnis. Come si può cogliere questa perdita mondana? La speranza di Flusser è che attraverso un dialogo in rete possa nascere un mondo nuovo e bello, un regno della libertà. Ma questa mancanza di luogo della migrazione è pure una „totale (Auto)Mobilmachung". Non vi è più alcun ritorno a casa, soltanto un essere sempre in cammino, ma non con una infelice coscienza (come in Hegel), ma come una fortuna ironizzata. Questo è il comportamento di pensiero di Vilém Flusser: ironico e critico di fronte ai propri scenari; sono proiezioni scettiche.

5.4. Le tre catastrofi

Page 156:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

156

Secondo Vilém Flusser l'umanità ha finora esperimentato tre „Katastrophen": il divenir uomo (Menschwerdung), la nascita della civilizzazione e una terza, in cui noi ci troviamo e che non ha ancora un nome appropriato, ma che si può definire: „die Welt ungewöhnlich, also unbewohnbar".108

Per comprovare questa tesi Flusser confronta le forme del Dasein di chi è „Beheimatet” e del nomadismo (Migrazione). „Seßhafte sitzen und Nomaden fahren”109 - („i sedentari siedono, i nomadi viaggiano”). I migranti sono nomadi nello spazio e nel tempo, mentre i Beheimatet, residenti con un indirizzo, che contiene soltanto un dato del luogo, escono fuori. Senza voler assolutizzare questa distinzione, è chiaro che i migranti nomadi vivono molto più legati al rapporto continuo di spazio/tempo e sono raggiungibili sempre soltanto ai punti di incrocio di spazio e tempo. Proprietà è possibile solo per sedentari, mentre i migranti nomadizzanti esperimentano molto.

Al contrario coloro che posseggono non possono esperimentare molto. 110

5.4. Nuovo fenomenoOltre l'etimologia Vilém Flusser prende

in considerazione anche il fenomeno. Sedentari si può essere solo in luoghi fissi,

Page 157:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

157

nella Polis, ove non si è soltanto politici per la sicurezza del possesso, ma si pende tra il privato e il pubblico anche per informarsi. Ora giungono sempre più informazioni in casa, e si potrebbe starsene seduti, se non fosse che la casa è perforata (da cavi), cosicché la casa diviene sempre più unbewohnbar. Con ciò Flusser unisce due tesi provocanti:

1) la Macht (il potere) non è più possibile oggi attraverso la proprietà, ma attraverso la informazione

e

2) La sottostruttura della polis non sta più nella economia, ma nella comunicazione.111

La forma sedentaria del Dasein non è più funzionale, poiché essa è orientata „ökonomisch" e „besitzend”. Per quanto siano spesso tese e fruttuose (informative) le prospettive di Vilém Flusser, il suo approccio è teoretico comunicativo e „kommunikologisch". Egli conduce la sua analisi soltanto in una e ben determinata visione. Attraverso questo tipico modo di vedere egli lascia da parte, mette tra parentesi continuamente altre sfere dell'essere oppure le sottovaluta, mentre

Page 158:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

158

tende a valutare e sopravvalutare informazione e comunicazione.

Nel periodizzare flusseriano della storia della umanità la civilizzazione non è soltanto beheimatet, ma vive della dialettica di sedere e andare (Sitzen und Fahren). Con ciò apre una prospettiva nuova e ricca di conseguenze verso l'esser storico dell'uomo. Il limes romano e la mura cinese servono per proteggere i residenti dai nomadi (l'India aveva l'Himalaia). Con ciò non pensa in prima linea che le orde di Dschings Khan siano state portatrici di cultura feconda (al di fuori che essi costrinsero la civilizzazione a meditare su se stessa), ma molto più che le culture nomadi sono „vom Wind besessen", hanno una trasmissione orale ed hanno dato poco valore alla proprietà. Per questo poterono dare alla cultura occidentale spinte fruttifere. 112

5.5. nuova catastrofe: i muriLa nuova catastrofe si sviluppa dalle

perforazioni dei nostri edifici, in cui diventa sempre più „windiger" (ventoso). Perciò la identificazione e la definizione del „Selbst" e delle cose, che una volta erano assicurate dai muri, diviene sempre più flaccida, cosicché non si può più possedere nulla. 113

Noi veniamo strappati via dalla abitazione e

Page 159:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

159

spinti nel pericolo. O espresso in modo positivo: Dobbiamo ora essere liberi.114

In fondo

„die Hypothese, wonach die Neunzigerjahre voraussichtlich das Ende der Sesshaftigkeit anmelden...,

dice che:

dass wir aus der Architektur entlassen werden. Es wird nicht mehr konstruiert werden, und alle Mauern (nicht nur in Berlin) werden fallen und verfallen. Wir werden undefiniert und undefinierbar (allerding nicht notwendigerweise deshalb auch infinit und infinitiv) dasein. Die Mauern sind das Thema”. 115

(“la ipotesi secondo cui gli anni novanta saranno probabilmente la fine dell'era sedentaria” dice che: “noi verremo licenziati dall'architettura. Non si costruirà più, e tutte le mura (non solo quelle di Berlino) cadranno e andranno in rovina. Noi saremo là in-definiti e in-definibili (ma non necessariamente perché anche infiniti e infinitivi). Le mura sono il tema”)

Umberto Eco nel suo saggio „Das Irrationale gestern und heute"116 ha

Page 160:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

160

richiamato partendo da un'altra prospettiva, che il pensare tipico per la storia occidentale è collegato con queste mura o frontiere. Conoscere vuol dire, nella tradizione del razionalismo occidentale, sempre un conoscere attraverso una causa, quindi attraverso le cause di ciò che deve esser conosciuto. Quello però, per cui nessuna causa può essere data, cioè che è l'ultima causa, viene immaginato come dio. Questo pensare si fonda sul principio della concatenazione lineare, su una linea unica (concatenazione di causalità), che premette l'accettazione di tre principi:

1. Il principio di identità (a=a),2. il principio della libertà di contraddizione (qualcosa non può esser possibile nello stesso tempo) (a e non-a)3. il principio del terzo escluso (impossibile) (oppure è o vero o è falso, tertium non datur).

Da questi tre principi segue la conclusione tipica del modus ponens: se p, allora q; ma p, dunque q. Questi principi esigono un ordinamento preciso del mondo (si potrebbe anche dire „gewohnte Welt”, o per lo meno un contratto di società.

Nel razionalismo latino questa eredità dell'antichità greca viene ampliata nel

Page 161:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

161

senso di un contratto giuridico e nuovamente formato. Modus non è soltanto una norma logica, ma pure limitazione e frontiera. Appena viene meno una idea chiara dei limiti spaziali (come i sopraggiunti barbari, cioè i nomadi), cioè si impone una visione delle cose nomadiche, scompare la forza di questo pensare. (Le frontiere del tempo invece sono fisse come la pietra. Quanto si è avverato non si può più annullare, il tempo non è irreversibile e lo stesso Dio non può far sí che quanto è accaduto non lo sia).

5.6. Contesto semantico del concetto „nomade"

I nomadi non calpestano i confini, essi non comprendono il concetto dei limiti spaziali, ritiene Vilém Flusser, ed analizza per questo il contesto etimologico semantico della parola „Nomade". Il vocabolo deriva dal greco e nomas significa „Weidensucher” (errante pei prati) ed è imparentato con nomos, con „abgegrenzten Gebiet" (luogo limitato).

Il nomos deriva a sua volta da nemein, quindi „zuweisen" e da ciò la nemesi, la „Rache, die auf den gerechten Platz zurückweist” (“la vendetta che rinvia al proprio posto”). Queste parole, secondo Vilém Flusser, possoro essere ricondotte

Page 162:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

162

all'antica radice indoeuropea “nm”, che significa pressapoco „Sich beugen unter eine Ordnung oder ein Gesetz” (“piegarsi sotto un ordinamento o una legge”).

Un nomade è uno che “auf der Suche nach ihm zugewiesenen Grenzen, nach einem Gebiet, worin er im Recht ist”. 117 - (“alla ricerca dei suoi limiti in una zona in cui è nel suo diritto”).

Questa è tuttavia la visione del residente onesto rispetto al viandante. Vilém Flusser vede giusto, secondo il mio punto di vista, che la vita “äußerliche" dei nomadi, il loro continuo trasmigrare e hocken (invece di sedere, stare accovacciati) si rispecchia anche „innerlich".

„Sesshafte haben sich die Welt und sich selbst in Rationen aufgeteilt, in 'nomai', in Begriffe, und darauf sitzen sie, und wollen immer mehr solcher Rationen besitzen. Und Nomaden erfahren die vernetzte konkrete Wirklichkeit, sie fahren darin herum, sie befahren Möglichkeitsfelder.“118 - (“I sedentari hanno suddiviso il mondo e se stessi in razioni, in „nomai", in concetti, e vi si adagiano sopra e vogliono possedere sempre più tali

Page 163:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

163

razioni. I nomadi esperimentano invece la realtà concreta, intrecciata come una rete, vi si muovono ed esperimentano i campi della possibilità”).

La rottura tra nomadi e residenti va in profondità, poiché

"für die Nomaden ist das Besitzen von Begriffen ein Wahnsinn, und für die Sesshaften ist das undefinierte Herumschweifen in der Erfahrung ein sinnloses Geschwafel“ 119 (“Per i nomadi il possedere concetti è una pazzia, mentre per i residenti l'indefinito girovagare nell'esperienza è una ciancia senza senso”).

Per Vilém Flusser il problema della Entfremdung dalla realtà si deve vedere anche nel contesto con la sedentarietà. La vita sedentaria (residente) segrega dal concreto Erleben ed ha reso il soggetto incapace di esperimentare il concreto.

„Da wir zwischen vier Wänden wohnen, können wir nur Ausschnitte, Rationen, Definiertes erleben. Also Extrapolationen aus dem Konkreten. Wir erleben die Welt als einen Kontext von Sachen, Dingen, Objekten, ohne

Page 164:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

164

uns Rechenschaft davon abzugeben, dass ein Objekt nicht etwas Konkretes ist, sondern ein Begriff, ein Ausschnitt, den wir uns selbst von der Welt machen... Und diese unsere vergewaltigende Objektivierung der Welt hat unsere Entfremdung aus ihr zur Folge. Wir selbst erleben uns als definierte Ausschnitte, als Subjekte. Wobei „Subjekt" eben heißt: aus der konkreten Welt ab- und ausgeschnitten“. 120 (“Poiché noi viviamo tra le quattro pareti, possiamo erleben soltanto particolari, ragioni, cose definite. Quindi estrapolazioni del concreto. Noi esperimentiamo il mondo come un contesto di cose, oggetti, senza darcene ragione, che un oggetto non è qualcosa di concreto, ma un concetto, una parte, che noi stessi ci facciamo del mondo... E questa nostra oggettivazione che usa violenza al mondo ha come conseguenza la nostra Ent-fremdung. Noi stessi ci esperimentiamo come dettagli definiti, come soggetti. E „soggetto" significa proprio: tagliato e tolto dal mondo concreto”).

5.7. Una rete relazionaleQuantunque sembri che, a parere di

Vilém Flusser, resti una breccia con la

Page 165:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

165

caduta dei vari muri e con il fallimento del pensare in definizioni, e che faccia capolino il caos, che quasi sembra volerci inghiottire, egli favoreggia una più profonda riflessione, che non ci fa vedere un Nichts (niente), ma „konkrete Beziehungsfelder" (campi concreti relazionali). La relazione (Beziehung) è il veramente concreto, e al di fuori delle relazioni noi non siamo che un nulla.121 In queste possibili relazioni „entsteht" (nasce) qualcosa come un Selbst oppure un Ich e dall'altra parte un „Objekt" oppure una „Ding" (cosa).

„Ich bin was immer ich bin, weil einige verstreute Möglichkeiten sich raffen. Und zwar bin ich desto wirklicher, je dichter sie sich raffen“. 122 - (“lo sono sempre colui che sono, poiché alcune possibilità disperse si combattono. E in realtà sono tanto più reale, quanto più intensivamente si combattono”).

Quanto è disperso viene raccolto e creato nuovamente: questo si chiama per Vilém Flusser „Computieren" e questa forma di „digitales Denken" è adatta al tempo presente.

Se il Selbst può essere pensato soltanto in relazioni concrete con gli altri, è chiaro che la tendenza è di vederlo e

Page 166:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

166

pensarlo esclusivamente come funzionale - come una funzione degli altri per l'auto costituzione. Ma non si tratta più di un Selbst stabile, si tratta di una resistenza contro il nulla, contro la damnatio memoriae („Löschung aus dem Gedächtnis").

Un'universalizzazione del punto di vista migratorio cancellerebbe pure tutti i concetti che sono stati conquistati attraverso un cambio di prospettiva di una dialettica di sedentarietà e migrazione. Anche i migranti rimangono dipendenti dai luoghi in cui si incontrano. D'altra parte Vilém Flusser reagisce ad un fenomeno. Egli intende migrazione non soltanto in senso spaziale, ma anche temporale. Non soltanto i vecchi sono profughi dal loro tempo e dal loro mondo. Di fronte all'accelerazione del progresso tecnologico e dei mutamenti sociali il Bleiben-auf-der-Höhe-der-Zeit (rimanere all'altezza dei tempi) diventa sempre più complicato e il pericolo di una perdita del mondo diventa sempre più grande.

5.8. Mutamento di prospettivaIl mutamento di prospettiva tuttavia

rende possibile un'altra visione sulla storia occidentale e sul suo pensiero. Le categorie del terreno (Grund) per esempio sotto il

Page 167:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

167

punto di vista nomade sono non-essenziali. La formazione di Begriffen (Concetti-limite, limites) e la loro unione causale, secondo norme logiche, diventa probabilmente molto discutibile e secondo Vilém Flusser verrà sempre più sostituita da un'altra lingua pluridimensionale. La causalità è forse soltanto obbligata verso la struttura lineare della scrittura e per nulla una struttura dell'essere? La tesi flusseriana della „Ende der Schrift" (fine della scrittura) e il suo interesse per la fotografia e per i nuovi media è secondo me comprensibile da questa prospettiva e con questo sfondo. 123

La struttura del pensiero si muterà con questa nuova lingua e in una altra forma del Dasein. Un pensare che scompone la realtà in razioni, che son sempre identiche con se stesso, questo pensiero, che spezza il mondo (e non dovrebbero far male i tagli?), si taglia fuori dal mondo e con ciò fino ad un certo grado anche dall'Erleben, poiché questo ordine preciso e necessario del mondo dà sí sicurezza, ma a costo della libertà. Ogni concetto ci separa in realtà dalla vita e con ciò in modo irreversibile, d'altra parte ci apre nuovi mondi.

Un ritorno a-critico alla „unschuldigen Erfahrung" (esperienza innocente) diventa menzognero e reazionario – politicamente

Page 168:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

168

come pure intellettualmente. Ma forse in un altro abitare si otterrà una nuova vicinanza al mondo, poiché ritorniamo ad un'esperienza e ciò significa che giungiamo ad un Erleben e non tentiamo più di possedere ogni esperienza. Come noi erleben, schaffen, bauen e denken, dipende essenzialmente da come noi configuriamo il nostro abitare come Gewohntes. Con un altro costruire e pensare potremmo pure vivere e erleben il nostro mondo anche diversamente - se noi ci potessimo rappresentare anche solo approssimativamente questo altro Erleben, forse lo si potrebbe anche pianificare. Se invece non vogliamo restare così, come siamo, e ciò è secondo il parere di Vilém Flusser necessario, allora la nostra cultura dopo Auschwitz è diventata discutibile,124

allora dobbiamo fare il tentativo, di diventare diversi, progettandoci in modo diverso da quanto fatto finora. Con ciò non si tratta solo di un filosofare esperimentale, ma anche di una vita esperimentale come progettare dialogico - forse nel senso di una arte vitale dialogica. Il pensiero di Vilém Flusser è critico e scettico, ricerca i salvagente che sono creati nella nostra cultura, senza che noi finora ne fossimo coscienti. Che essi appaiano nel bagliore della speranza come una nave in grado di

Page 169:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

169

affrontare i mari è pertanto comprensibile e addirittura necessario.

5.9. Questo scenarioQuesto scenario flusseriano può darsi

che sembri la fine del pensare, poiché il soggetto si „auflöst" (si dilegua), ma al suo posto entra in gioco una concezione dell'uomo, che si proietta in relazioni concrete.

L'uomo non viene inteso come un campo di possibilità fissate fin dall'inizio, che può „sich selbst erfinden" (trovare se stesso) in relazioni concrete e attraverso ciò può realizzare se stesso nella libertà. Egli è già nel mondo e ciò significa in determinate relazioni. Oppure espresso in termini esistenziali: è già gettato (geworfen), prima di potersi pro-gettare (ent-worfen). Solo che non viene più fissato in queste relazioni costrittive, e non vengono neppure sacralizzate, ma egli può progettare il suo Gewohntes, per poter cambiare se stesso. Noi possiamo cambiare le nostre condizioni, ma non „aussteigen" (ritirarci) da esse, poiché noi siamo nel mondo e tentiamo, partendo da esso, di comprendere noi stessi, il mondo e il nostro essere, ma noi siamo già là, prima di potervi riflettere; d'altra parte noi possiamo ciò soltanto perché siamo già qui. Noi possiamo sí

Page 170:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

170

mutare noi stessi, il mondo e il nostro essere nel mondo e forse addirittura formarlo coscientemente, ma non possiamo crearci.

„Um frei zu sein, müssen die Bedingungen, die die Existenz bestimmen, angenommen werden, damit sie später überholt werden können. Wer solche Bedingungen verneint, wird sich von ihnen nicht befreien, sondern unbewusst bedingt bleiben. Wer sie akzeptiert, ohne sie überholen zu wollen (...), ist damit einverstanden, bedingt zu bleiben. Frei zu sein ist eine schwere Aufgabe, die immerzu vom Scheitern bedroht ist, weil sie dialektisch die Bedingungen, unter denen sich das Subjekt in der Welt befindet, zugleich bejaht und verneint. Es ist diese Aufgabe indessen, die der menschlichen Existenz Würde verleiht.“ 125

(“Per essere liberi si devono accettare le condizioni che determinano l'esistenza, perché più tardi possano essere superate. Chi nega tali condizioni, non si libererà da loro, ma rimarrà inconsciamente condizionato. Chi le accetta, senza volerle superare (...) è d'accordo di restare condizionato. Essere liberi è un

Page 171:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

171

compito difficile, che è sempre minacciato di fallire, poiché esso afferma e nega simultaneamente in modo dialettico le condizioni, sotto le quali il soggetto si trova nel mondo. Ma questo compito è quello che arricchisce l'esistenza umana di dignità")

6. Può esistere un cittadino senza Heimat?

6.1. InterrogativiIn Vilém Flusser vi è ancora spazio per

il Citoyen, per il cittadino politico? Può un emigrante essere innanzitutto un cittadino? Dalle argomentazioni finora addotte sembra non esser possibile, salvo il caso in cui il politico sia diversamente inteso.

6.2. Il cittadino e il migranteLa cittadinanza e, con essa congiunta,

i diritti del cittadino - tralasciando forme miste - viene concesso o in base al parentado di sangue (jus sanguinis), di nascita in un paese (jus soli) o attraverso naturalizzazione.

Per Flusser le prime due possibilità sono indiscutibili, poiché esse presentano i legami occasionali con uomini, derivazioni

Page 172:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

172

biologiche oppure luoghi geografici come criteri per determinare se a un uomo sia permesso di annoverarsi in una determinata società oppure no e in ciò sacralizzare questi legami non scelti, così la terza forma di aver la cittadinanza può esser descritta come immigrazione. Ma la naturalizzazione premette già un „Ur-bevölkerung", che da parte sua eserciterà una forte pressione assimilativa a coloro che si aggiungono, per non lasciar mettere in discussione la sicurezza della Gewohnheit, garantita attraverso la società.

L'immigrante limiterà di nuovo la sua libertà attraverso l'immigrazione in una patria, libertà, che aveva appena guadagnato, uscendo dalle condizioni dell'emigrazione appena realizzata. Per coloro che da sempre erano cittadini, l'immigrato resta per tutta la vita un rischio della sicurezza e una minaccia latente. Il dialogo che si districa tra i due è perciò sempre in pericolo di terminare in modo violento. 126 La conquista del libero giudizio, della libera decisione ed azione, che è connesso con la rottura dei legami verso la patria e che aumenta con ogni e-migrazione, manifesta parallelamente la equivalenza dei pregiudizi.127 Ma esser cittadini è pure una dipendenza, che si contrappone alla sacralizzazione della

Page 173:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

173

dignità dello uomo. Ma essa deve esser accettata come condizione, per potersi elevare su di lei.

6.3. Emigrare = ent-binden (s-legarsi = partorire)

L'emigrazione, che assomiglia ad un parto (ent-binden), ad un recidere il cordone ombelicale che lega al luogo, al tempo e alla società, è come esperienza del ek-sistenz, dell'essere-tenuto-fuori (Hinausgehalten-seins) nell'essere, non è (l'emigrazione) revocabile, ma al massimo da conservare in un Mit-sein con altri, in una Inter-existentialität. Ma gli dovrebbe corrispondere tuttavia un concetto di politica mutato, che si potrebbe temporaneamente riaggiornare in „existentielle Politik. Per Vilém Flusser si tratta di una Emigrazione dal politico, per costituirlo diversamente in forma nuova e così salvarlo.

Per una infiltrazione del concetto tradizionale di politica parla pure una sua analisi dei fatto migratorio. Migranti sono nomadi nello spazio e nel tempo, mentre i Beheimatet, coloro che sono residenti originari, se la cavano con un indirizzo, che contiene soltanto un dato del luogo e non diverse residenze o località, da cui nel corso della vita provengono.

Page 174:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

174

Possesso (Besitz) è possibile solo per i Sitzende, quindi i residenti, mentre i migranti nomadi hanno una grande esperienza. Al contrario coloro che posseggono non possono fare molte esperienze. 128

6.4. Movimento elitario del migranteA questo punto dobbiamo porre

l'attenzione su un problema nella argomentazione flusseriana: Sono singoli, o per lo meno gruppi ristretti di migranti, che operano come portatori di cultura, facendo fruttificare le nuove culture. Presso questi singoli migranti, che si annettono ad una comunità, deve essere premesso il Bewusstsein della propria singola esistenza, che viene assunta in un Mit-sein con altri e può conquistare una nuova forma. Questo modello elitario può perciò essere sviluppato e condotto soltanto da singoli migranti. Se questa concezione valga per grandi masse migratorie, in cui i tradizionali legami sono „mitgenommen” sembra dei tutto discutibile.

Nella concezione di Flusser questi migranti sarebbero nel vero senso della parola „vaterlandslose Geselle", che non agiscono però irresponsabilmente, ma si prendono la responsabilità esistenziale per gli altri, per non deperire nella solitudine e nell'esser straniero. Come cittadini e

Page 175:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

175

Citoyens nella comprensione usuale essi sono inadatti, poiché essi vivono la loro libertà e dignità troppo senza compromessi. La visione di Vilém Flusser è il collegamento (Ver-netzung) telematico e democratico in situazione dialogica, in cui operano legami umani scelti liberamente in comunità di lavoro e di tempo libero al posto del parentado di sangue e di nazione. 129

NOTE68 cfr. Florian Rötzer - Entdeckung der Heimatlosigkeit - Über Vilém Flusser und für Edith Flusser, pagg. 25- 29 in Siemens - medien kunst preis 97, Selbstverlag ZKM Karlsruhe69 opera citata, pag. 25.70 op. cit. pag. 2671 op. cit. pag. 2672 op. cit. pag. 2673 op. cit. pag. 2674 op. cit. pag. 2775 op. cit. pag. 2776 op. cit. pag. 2877 op. cit. pag. 2878 Vilém Flusser, Wampyrotheutis Infernalis, European Photography, Göttingen 1987 riportato a pag. 29 dell'op. citata.79 op. cit. pag. 2980 Flusser usa volentieri questo termine che contiene la dizione „comunicare" e „logia". Ha tenuto molte lezioni su questo argomento. Vedi il suo libro „Kommunikologie".81 In questo capitolo ho fatto tesoro di un colloquio sul tema „abitare" in onore di Vilém Flusser, tenuto presso l'università di Weimar nel novembre 1997. Il

Page 176:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

176

manoscritto dei relatori non è ancora stampato (forse uscirà in forma di Atti del Colloquio su Flusser nel 1998, edizione autunnale). Le note che mi son fatte vengono integrate nella tematica della Heimatlosigkeit e Wohnen. Va citato in particolare il contributo del filosofo Christian Vogt di Postdam. Di lui è stato pubblicato un articolo in Volker Caysa (Hrsg.), Auf der Suche nach dem Citoyen, Konzepte der Citoyenität, Peter Lang Verlag, Sonderdruck 1997, pag.189-199.82 cfr. Etymologisches Wörterbuch des Deutschen. Rielaborato nell'Istituto per la scienza linguistica di Berlino, sotto la conduzione di Wolfgang Pfeifer, München 1995, pag. 1578.83 v. glossario in M. Heidegger, Segnavia (Werkmarken), ed.it.a cura di Franco Volpi, Ed. Adelphi, Milano 1987, pag. 49384 cfr. Wandenfels, Bernhard: Heimat in der Fremde. In: Heimat. Analysen, Themen, Perspektiven, Bonn 199085 v. Glossario nell'op. cit. su M. Heidegger a cura di Franco Volpi. Voce: Gelassenheit86 Questo neologismo della Ent-entfremdung che vuole esser inteso non romanticamente, ma come apertura ad un nuovo progetto, è usato da Volker Caysa nel suo libro, da cui è tratto in Sonderdruck 1997 un intervento di Christian Vogt, che ho già citato.Heimatlose Burger? Volker Caysa (Hrsg.) - Auf der Suche nach dem Citoyen - Konzepte der Citoyenität - Sonderdruck 1997 , Peter Lang Verlag Europäischer Verlag der Wissenschaften87 op. cit. pag. 18988 cfr. V. Flusser: Bodenlos. Eine philosophische Autobiographie. Düsseldorf/Bernheim 1992.

Page 177:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

177

89 V. Flusser: Nachgeschichte. Eine korrigierte Geschichtsschreibung. Bensheim/Düsseldorf 1993, pag. 4390 V. Flusser: Von der Freiheit des Migranten. Einsprüche gegen den Nationalismus. Bernheim/Düsseldorf 1994, pag. 8091 Cfr. ebenda pag. 33.92 V. Flusser, Bodenlos: eine philosophische Autobiographie, Düsseldorf/Bensheim 1992, pag. 2493 Flusser, Vilém: Nachgeschichte. Eine korrigierte Geschichtsschreibung, Bensheim/ Düsseldorf 1993, pag. 56.94 Bodenlos, pag. 26095 riportato in V. Flusser, Von der Freiheit des Migranten, op. cit. pag. 46.,96 Bodenlos, pag. 261 97 Bodenlos, pag. 26198 ebenda, pag 2199 V. Flusser: Wonach? In: Nach der Postmoderne. A cura di A. Steffens. Düsserldorf/Bensheim 1992, pag. 16 e cfr. Bodenlos, pag. 251 s.100 V. Flusser, Von der Freiheit des Migranten, Einsprüche gegen den Nationalismus, Bollmann Verlag, 1994, pag. 26101 ebenda, pag. 107102 „Vom Unterworfenen zum Entwerfer von Gewohntem" (Da sottomessi a progettatori dell'abituale): Conferenza all'Istituto per la storia delle costruzioni di Karlsruhe in occasione del Primo simposio “Intelligent Building", 13.10.1989; nell'archivio, Marzo 1992 (nr. 111), pag. 54-57.103 In ciò Flusser si distacca dalla antropologia filosofica tradizionale, che cerca la determinazione essenziale e le costanti fondamentali dell'uomo. Flusser si interessa di più di una antropologia „negativa" o „proiettiva"

Page 178:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

178

104 cfr. Flusser, Vilém: Vom Subjekt zum Projekt. Menschwerdung. Bensheim/Düsseldorf 1994105 o sul „Projektionen? (lat. proicere). Ringrazio Uta Störmer-Caysa per questo suggerimento.106 cfr. Nomaden, pag. 24107 Flusser, Vilém: Von der Freiheit des Migranten, op. cit. pag. 55-64 (nel testo riporto solo le pagine)108 Von der Freiheit, pag. 56 s.109 Von der Freiheit, pag. 58110 cfr. Von der Freiheit, pag. 63111 cfr. Von der Freiheit, pag. 60112 cfr. Von der Freiheit, pag. 63113 cfr. Flusser, Vilém: Nomaden, In: auf, und, davon. Eine Nomadologie der Neunziger, a cura di V.H.H. Haberl/W. Krause /P. Strasser, Graz, 1990, pag. 23114 cfr. Von der Freiheit, pag. 64115 cfr. Nomaden, pag. 21116 cfr. Eco, Umberto: Das Irrationale gestern und heute. In: Über Spiegel und andere Phänomene. München 1990, pag. 9-24117 cfr. Nomaden, pag. 20118 cfr. Nomaden, pag. 31119 cfr. Nomaden, pag. 31120 cfr. Nomaden, pag. 30 s.121 cfr. Nomaden, pag. 28122 cfr. Nomaden, pag. 35123 cfr. Flusser, Vilém: Die Schrift. Hat Schreiben Zukunft? Frankfurt a.M. 1992124 cfr. Flusser, Vilém: Jude sein. Essays, Briefen Fiktionen, a cura di S. Bolmann e E. Flusser, Mannheim 1995, pag. 69125 cfr. Jude sein, pag. 57126 cfr. Von der Freiheit des Migranten, pag. 21, 109127 cfr. ebenda, pag. 19. Per questo Flusser simpatizza con lo sionismo, ma esistenzialmente sta distanziato

Page 179:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

179

128 cfr. ebenda, pag. 63. Questa componente esterna della divisione viene completata in Flusser da una interna, che concerne il „Denkstil". Cfr. a proposito: V. Flusser: Nomaden. In: auf, und, davon. Eine Nomadologie der Neunziger. Graz 1990, pag. 31129 cfr. Ebenda, pag. 86 s. come pure in V. Flusser: Nachgeschichte. Eine korrigierte Geschichtsschreibung a.a.0., pag. 209 s.

Page 180:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

180

CAPITOLO QUARTO

BIBLIOGRAFIA:

Fonti

Pubblicazioni130

- Lingua e Realidade : São Paulo: Herder 1963- A Història do Diabo, São Paulo: Martins 1965- Da Religiosidade, São Paulo: Conselho

Estadual de Cultura 1967- La Force du Quotidien, Paris, Maison Mame

1973 Naturalmente. Vàrios Acessos ao Significado de Natureza, São Paulo: Duas Cidades 1979

- Pòs-Història. Vinte instantàneos e um modo de usar, São Paulo: Duas Cidades 1983

- Für eine Philosophie der Fotografie, Göttingen: European Photography 1983Traduzioni:

o Inglese: Towards a Philosophy of Photography, Göttingen: European Photography 1984

o Italiana: Per una filosofia della fotografia, Torino, Editrice Agorà 1987

o Norvegese: For fotografiets filosofi, Horten: Preus Fotomuseum 1987

o Svedese: En filosofi fòr fotografin, Göteborg: Bokfòrlaget Korpen 1988

o Messicana: Hacia urna Filosofia de la Fotografia, Mèxico: Trillas 1990

o Ungara: A fotogràfia Filozònàja, Budapest: Tartòshullàm 1990

Page 181:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

181

o Turca: Bir Fotograf Felsefesime Dogru, Istanbul: Agac 1991 Bir Fotograf Felsefesime Dogru, Ankara: Med-Campus 1994

o Ceca: Za filosofii fotografie, Prag: Hynek 1994

o Tedesca: 130 siemens: medien, kunst, preis 97: Siemens Kulturprogramm, Zentrum für Kunst und Medientechnologie, Karlsruhe, München, 1997

o Cinese: Yuan-Liou Publishing 1994o Francese: Pour une philosophie de la

photographie, Saulxures: Circe 1996o Portoghese:Filosofia da Caixa Preta.

Ensaios para urna futura filosofia da fotografia (Filosofia della cassetta nera. Saggio per un futuro filosofico della fotografia). São Paulo: Editora Hucitec 1985 lns universum der technischen Bilder, Göttingen: European Photography 1985

- Die Schrift. Hat Schreiben Zukunft?, Göttingen: European Photography, Edition Immatrix Publications 1987. Edizione modificata per IBM-PC dischetto e compatibile, 2 dischetti 5,25"; Frankfurt a.M.: licenza editoriale presso Fischer: Taschenbuch Verlag, luglio 1992

o Traduzione in ungaro: Az Iras. Van-e jòvoje az irasnak, Budapest: Balassi Kiado 1997

- Vampyroteuthis Infernalis. Eine Abhandlung samt Befund des Institut Scientifique de Recherche Paranaturaliste, Göttingen: Immatrix Publications 1987

Page 182:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

182

- Angenommen. eine Szenenfolge, Göttingen: Immatrix Publications 1989 - Krise der Linearität, Bern: Benteli 1988

- Nachgeschichten.Essays,Vortràge,Glossen, Düsseldorf: Bollmann 1990

- Gesten. Versuch einer Phänomenologie, Düsseldorf und Bernsheim: Bollmann 1991; Frankfurt a.M.: Lizenzausgabe im Fischer Taschenbuch Verlag 1994;

o Traduzione in lingua spagnola: Los Gestos. Fenomenologia y Comunicaciòn, Barcelona: Herder 1994

- Vilém Flusser. Ein Gespräch, hrsg. v. Klaus Nüchtern, Göttingen: European Photography 1991

- Bodenlos. Eine philosophische Autobiographie. Düsseldorf und Bernsheim: Bollmann 1992

- Ende der Geschichte, Ende der Stadt? Wien: Picus 1992

- Dinge und Undinge. Phänomenologische Skizzen. München: Hanser 1993;

o traduzione in francese: Choses et non-choses, Nimes: Editions Jacqueline Chambon 1996

- Vom Stand der Dinge. Eine kleine Philosophie des Design, hrsg. v. Fabian Wurm, Göttingen: Steidl 1993

- Lob der Oberflächlichkeit. Für eine Phänomenologie der Medien.

- Schriften Bd.1, Bensheim und Düsseldorf: Bollmann 1993

- Nachgeschichte, eine korrigierte Geschichtsschreibung. Schriften Bd. 2 - Bensheim und Düsseldorf: Bollmann 1993

- Die Geschichte des Teufels, Göttingen: European Photography 1993

Page 183:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

183

- Von der Freiheit des Migranten. Einsprüche gegen den Nationalismus. Bensheim: Bollmann 1994

- Vom Subjekt zum Projekt. Menschwerdung. Schriften Bd.3, Bensheim und Düsseldorf: Bollmann 1994;

- Traduzione giapponese: Tokio: University of Tokio Press 1996

- Brasilien oder die Suche nach dem neuen Menschen. Für eine Phänomenologie der Unterentwicklung. Schriften Bd. 5, Mannheim: Bollmann 1994.

- Jude sein. Essays, Briefe, Fiktionen, hrsg. v. Edith Flusser u. Stefan Bollmann, Mannheim: Bollman 1995

- Die Revolution der Bilder. Der Vilém Flusser-Reader zu Kommunikation, Medien und Design, Mannheim: Bollmann 1995

- Kommunikologie. Schriften Bd. 4, Mannheim: Bollmann 1996;

o Traduzione giapponese: Tokio: University of Tokio Press 1997

- Zwiegespräche. Interviews 1967-1991, Edition Vilém Flusser Bd. IX, hrsg. v. Klaus Sander, Göttingen: European Photography 1996

- Moc Obrazu, Vybor filosofickych textu z 80. a 90.let (Die Macht des Bildes. Auswahl philosophischer Texte aus den Jahren 80 bis 90), zusammengestellt v. Milena Sklavicka u. Jiri Fiala, Prag: Vytvarne umeni 1996

- Az Agy (Das Bett), Budapest: Kijarat Kiado 1996

- Standpunkte. Texte zur Fotografie, Edition Vilém Flusser Bd. XIII, hrsg. v. Andreas Müller-Pohle, Göttingen: European Photography 1997

Page 184:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

184

- Das Märchen von der Wahrheit. Glossen und Fiktionen. Schriften Bd. 8, Mannheim: Bollmann 1997

- Briefe an Alex Bloch, Edition Vilém Flusser Bd. X, hrsg. v. Edith Vilém Flusser u. Klaus Sander, Göttingen: European Photography 1998

Video: Vilém Flussers Fluß, Michael Bielicky, 45 min., Köln: 235 Media

CDs:- Intervention. Vilém Flusser & G.J. Lischka

(Gespräch v. 26.5.91 in der Neuen Galerie Götzental). 67 min., Luzern 1993

- Die Informationsgesellschaft. Phantom oder Realität? (Aufnahme v. Vilém Flussers letztem Vortrag in Deutschland am 23.11.91 in Essen), 45 min., Köln 1996

1. Studi, scritti su Flusser

Über Vilém Flusser. Die Fest-Schrift zum 70. von Vilém Flusser, hrsg. von Volker Rapsch, Düsseldorf: Bollmann 1990 Beiträge zum Tod von Vilém Flusser, zusammengestellt von Florian Rötzer, in: Kunstforum International, Bd. 117, Januar 1992, S. 70-110Vilém Flusser-Quellen, Kommentierte Bibliographie.Edition Vilém Flusser Bd 1., Klaus Sander, Göttingen: European Photography 1997

2. Raccolta recensioni

Raccolta di recensioni e Porträt

Page 185:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

185

Volker Rapsch, Medienkitsch und Vilém Flussers Utopie, in Harry Pross (Hg.). Kitsch, München 1989, bezieht sich auf - "Für eine Philosophie der Fotografie", "Text und Bild", Aufsatz

Harum Farocki, Das Universum ist leer in: Der Falter Nr. 12, 1986, bezieht sich auf "Ins Universum der technischen Bilder", "Für eine Philosophie der Fotographie"

Michael Hübl, Blätteroß und Pferdgeflügel, in: Badische Neueste Nachrichten, 16.3. 1988, Porträt

Florian Rötzer, Am Ende angelangt. Zu den Schriften des brasilianischen Philosophen Vilém Flusser, in: Die Taz, 29.3. 1988, bezieht sich auf: "Für eine Philosophie der Fotographie". "Ins Universum...". "Die Schrift". "Vampyroteuthis..."

Florian Rötzer, Vilém Flussers Abschied von der Linearität, in: Basler Magazin, Nr. 32, 6.8. 1988, Porträt

Volker Rapsch (R), Mit Vilém Flusser in die Tiefsee, in: Listen Zeitschrift für Leserinnen und Leser, Nr.11. 1988, bezieht sich auf: "Die Schrift", "Vampyrotheutis..."

(?) Vilém Flusser, Der Philosoph des Immateriellen, 1989 in: (?) Porträt

Wolfgang Preikschat. Das Zeitalter der Buchstaben ist am Ende, in (?). bezieht sich auf "Die Schrift", "Für eine Philosophie der Fotographie", "Ins Universum der technischen Bilder"

Page 186:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

186

Vampyrotheutis infernalis: Die Philosophie Vilém Flussers, in: Information Philosophie, Heft 2, Mai 1989, S. 69f., Kurzporträt

Michael Schmidt-Klingenberg, Die Macht geht auf blöde Apparate über, in: der Spiegel, Nr.19, 1989, S.133ff., Porträt. Auszug aus dem Expanded Academic Index 1990 (USA) der u. a. zwei Porträts anzeigt, Elizabeth Wilson/Andreas Strohl

Volker Rapsch, Porträt, in: Zeit Mitschrift Nr.1, März 1990. S.23ff.

Jörg Albrecht, Die Menschheit schrumpft, ist unglücklich und vernetzt, in: Die Weltwoche, Nr.41, 11.10. 1990, Porträt

K.P. Liessmann, Wir können nur noch Saboteure sein, in: Der Standard, 13. 3. 1991, bezieht sich auf : "Nachgeschichten", "Über Vilém Flusser"

Hans-Joachim Müller, Der Philosoph als fröhlicher Wissenschaftler. in: Die Zeit, Nr.12,15.3. 1991, Porträt

Florian Rötzer, Das Spiel zum Tode. Vilém Flusser als Prophet der telematischen Kultur, in: Freitag, Nr.20, 10.5. 1991. Porträt

Ronald Meyer, Gesten der Bodenlosigkeit. Neue Aufsätze des wilden Denkers Vilém Flusser, in: Göttinger Tageblatt, 29.1. 1992, bezieht sich auf: "Bodenlos", "Gesten", "Versuch einer Phänomenologie"

Sabine Kraft, Vilém Flusser. In: Archi` . Nr. 111, März 1992.. S. 18 Herteditorial.

Page 187:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

187

Mark Terkessidis, Medienphilophobie, in: Symptome. Nr. 2. 1993, 38, 43ff., bezieht sich auf : "ins Universum...", "Die Schrift".

"Gedächtnisse" (in: Ars Electronica (Hg.) Philosophien der neuen Technologien; Berlin 1989, 41-56)

Rüdiger Görner, Homo faber und der Löffel in der Ursuppe, in: Die Presse (Wien), 31.7. 1993, bezieht sich auf ",Gesten, Versuch einer Phänomenologie", "Dinge und Undinge"Meinungen über Bücher, Besprechung im WDR vom 5.8. 1993, bezieht sich auf: ,Dinge und Undinge" und "Vom Stand der Dinge. Eine kleine Philosophie des Design"

Frank Lucht, Eine neue Einbildungskraft, in: Sonderheft Merkur. Medien. Neu? Über Ästhetik, Macht, Fernsehen, Sept./Okt. 1993, 877ff.- Porträt

Konrad Rudolf Lienert, Neuer Blick selbst auf das Alltägliche, in: Tages-Anzeiger (Zürich), 16.11. 1993, bezieht sich auf: "Lob der Oberflächlichkeit", Nach-geschichten"

Hans-Joachim Müller, Der Denknomade wird sesshaft, in: Basler Zeitung. Nr. 8 - 8. 1. 1994, befasst sich vor allem mit der Veröffentlichung des Vilém Flusser Nachlasses

"La Force du Quotidien" (1974)Vorwort von Abraham Moles. "Sur les Mediateurs de la Communication" Rezension, in: Communication et Langages, Nr.22,. 1974, S.121 Kurzanzeige, in: La Cite, 11-4. 1974

Page 188:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

188

Frère Marie, Rezension, in: La nouvelle Revue pedagogiqhe, Aprii 1974

Rezension, in: Le livre Canadien, Jan. 1975"Für eine Philosophie der Fotografie" (1983)

Christian Feuerhake, Überlegungen zu Vilém Flussers Buch "Für eine Philosophie der Fotografie"

Angelo Schwarz, Rezension Kurzrezension, in: Fotografia Oltre

Rolf H.Krauss, Für eine Philosophie der Photographie? in:DGPh Intern. Nr.2, 6.7. 1983Kurzrezension, in: Nikon News, Nr.4, 1983

Ellen Wietstockl/Joachim Schmid, Rezension. in Fotokritik, Nr.6, Aug. 1983, S.3f.Kurzrezension, Rezensent: rosa, in: foto-scene, Nr,9, 1983

Wolfgang Schiche, Philosophie der Apparate, Zu einer Diskussion über Vilém Flussers Buch "Für eine Philosophie der Fotographie", in: ProfiFoto, etwa Mitte 1983, S. 26f.Vilém Flusser versus Vanlier, in: Perspektief. Nr. 17. 1984 S. 40 (Rotterdam)Rezension: in: Cliches. Nr. 6. März 1984 (Brüssel)

Felix Philipp Ingold, Schrift und Bild, in: Basler Magazin. Nr. 10. 31.3. 1984. S. 11Kurzrezension, in: Umbrella, Nr. 2-5, 1984

Rüdiger Wischenbart, Rezension, in: Camera Austria, Nr. 14, Oktober 1984

Page 189:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

189

Alexander Wagner, Eine postmoderne Philosophie der Photographie, in Wolkenkratzer Art Journal, Nov.7 Dez. 1983

Rolf Sachsse, Eben nicht, in: Fotografie, Nr. 30/31. 1984

Enno Kaufhold, Rezension, in: Fotogeschichte. Nr. 12. 1984

Martin Jukovsky, Rezension, in: The Journal of Photography in New England, Nr. 1, 1985

Rezension, in: Photo Communique, Sommer 1985

Vicki Goldberg, Photography takes over, in: American Photographer. Dez. 1985, S. 34

Hermann Böttiger, Die verlorene Unschuld der Photographie, (unveröffentlicht?), 8. 4. 1986

Roberta Valtorta, Philosophia, fotografia, in: Contemporanea, Milano, maggio 1987

Franco Grassi, La svolta in un clic, in: il Mattino, 17. 11.1987 Rezension in: Photo Italia. Nr. 149, Nov. 1987, S. 10(Mailand) Rezension in: Fotopratica. Nr. 231. März 1988 (Mailand)

Mattias Berg, Fotografen beskuren. Kameran tar Over, in (?), 8. 7. 1988Drei Rezensionen in Schweden 1988/89

Page 190:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

190

Rezension, The photograph as postindustrial objekt: On the ontological status of photographs, in: Studio, Nr.27. Nov 1991 (hebräisch)Vered Maiman, Vilém Flusser. Photography al a conceptual action, in: Studio-Art Magazine. Nr. 38. Nov. 1992 (hebräisch)

"Text und Bild" in: Fotokritik Nr. 11, August 1984

Volker Rapsch, Konturen einer neuen Kommunikationsphilosophie. Über die Wechselwirkung zwischen Text und Bild (unveröffentlicht?)

"Ins Universum der technischen Bilder" (1985) Voranzeige in: European Fotographie Nr. 20. 1984. S. 33

Harry Pross, Vom Heil und vom Überleben. Neue politische Bücher, in: Merkur. Heft 10. 1985. S. 917ff.

Enno Kaufhold, Rezension in: Fotogeschichte. Nr. 17. 1985 Volker Rapsch, Bewusstlos glücklich, in: St. Galler Tageblatt. 29. 11. 1985

Volker Rapsch, Inmitten des Medienkitsches gemütlich leben. In: Die Taz. 17.12. 1985

Bernd Lohse, Kurzrezention, in: Phototechnik International Nr. 1, 1986

Johann Haslauer, Wie polt man Info-Flüsse um? in:Landshuter Stadt und Landbuch. Nr. 14, 1986

Page 191:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

191

Ton Hendriks, Rezension, in: Perspektif (Rotterdam). Nr. 23, 1986. S. 44

Harun Farocki, Rezension, in: Zelloid. Nr. 25. 1987, S. 77

Hannes Haas, Rezension, in: Fotogeschichte, Heft 33,1989, S. 86f

"Krise der Linearität"Thomas Kempf , in: European Photography, Nr. 36. 1988, S. 43

"Die Schrift. Hat Schreiben Zukunft?" (1987)Lisette Buchholz, in: Der andere Buchladen (Postille Nr. 31) Mannheim Kurzbesprechung (?)Rezension. in: Visuell. Nr.2. 1987

Volker Rapsch, über Schrift, Schreiben und das künftige Nichtmehrbuch. Im WDR gesendet am 3. 3. 1987

(?), Ende der Schrift. Ende der Geschichte, in: evangelische Information, epd Wochenspiegel, Nr.16, 16.4. 1987Vom Sinn in den Zeichen, in: Stadt-Revue. Nr. 5, 1987 Kurzbesprechung, in: Chip. Nr. 8, Aug. 1987, S. 28 Besprechung der Diskettenversion in: Micro, Heft 9, 1987, S. 72

Rezension, In: Dschungelblätter, 1987/8, Jg. 4. Nr. 1

Rezension, in: VDI Nachrichten, Nr. 10/11, März 1988, S. 7

Page 192:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

192

Aleida Assmann, Besprechung, in: Poetica: Zeitschrift für Sprach- und Literaturwissenschaft. Bd. 20. Heft 3-4. 1988, S. 284ff

Friedrich Balke, Sola Pictura, Überlegungen zu Vilém Flussers Buch "Die Schrift", in: Kulturrevolution, Nr. 17/18, Mai 1988

Oskar Scheiben, Untergehende Sonne des Alphabeths. Unwiderstehlicher Charme des digitalen Codes in: WoZ, Nr.51/52. 22.12.1988. Hamburger Rundschau 9.3.1989

Angela Fritz, Rezension in: Publizistik Nr. 4. 1989, S. 534f

Ulrich Ebermann, Vom nahen Ende der Schrift. In: Die Taz. 6.9.1989

Eva Hohenberger, Von der Austreibung des Lesens. In: Zelluloid. Nr. 30, 1990. S. 59ff. Besprechung der Diskettenversion

"Wampyrotheutis Infernalis" (1987)Helmut Höge, Grüß Dich, alter Ozean, in: Die Taz. 30.9.1986Peter Kock, Mehr Prügel als Flügel (Becket) oder Mehr Qualle als Fisch. In: Umbruch Nr. 2. 1988

Abraham Moles, Zur Philosophiefiktion bei Vilém Flusser, in: KulturRevolution Nr. !7/18, Mai 1988

M. Bröckers/M. Odenwald, Fast wie im richtigen Leben. Wissenschaftler erforschen die Geheimnisse das Lebens mit Geschöpfen, die im Computer geboren wurden. In: Natur, Nr. 6. 1991, S. 81,84

Page 193:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

193

Heide Helmhold, Weichtierstrategien heute. - Systematische Untersuchung zur Spezies Teddybär, Plüschtier und Wampyrotheutis Infernalis. In: Die Taz. 18. 10. 1993

"Angenommen - eine Szenenfolge" (1989)Jens Heitmann, Futurismus. Angenommen - eine Szenenfolge. In: Göttinger Woche, 8.12.1989

"Gedächtnisse", in: Philosophien der neuen Technologien.

Ars Electronica. Berlin (1989)Ullrich Ebermann, Von Robotniks und Gehirnmenschen. In: Die Taz, 13.5. 1989

"Nachgeschichten" (1990)

Alfred Schobert, in: Das Argument, Heft 195, 1992, S.773f.

Peter Strasser, "Und der Himmel über uns. Vilém Flussers Auschwitz und Hoffnung", in: Manuskripte. Nr. 117, Sept. 1992, S. 111ff, Essay

"Das Politische im Zeitalter der technischen Bilder" in Falter. Nr. 26, 1990, S. 12f

Sept. 1990. Konrad Thal: Ein Kommentar zu dem Essay von Vilém Flusser über TV und Revolution(unveröffentlicht)

"Gesten. Versuch einer Phänomenologie" (1991)

Elias Torra, Getan fast eh gedacht. in: FAZ, Neue Sachbücher, 22.1.1992

Page 194:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

194

Wilhelm Schmid, „Wir alle müssen Marsbewohner werden!“ in: Süddeutsche Zeitung, Sachbücher, 21. 2. 1992

Florian Rötzer, Vom Rasieren und Telefonieren, Rezension der Zeit angeboten (unveröffentlicht?)

Irmgard Zepf, Zu Vilém Flussers Buch: Gesten - Versuch einer Phänomenologie (unveröffentlicht?)

"Bodenlos" 1992

Christian Vogt, Rezension in: Kultur und Kritik (Leipzig) (?)

Florian Rötzer, Die Heimatlosigkeit in: Basler Zeitung. 3.9.1992

Andreas Kuhlmann, Flucht in die Freiheit, in: Die Zeit. 5.2.1990

"Dinge und Undinge - Phänomenologische Skizzen" (1993)

Georg Dox, Beitrag für den ORF. "Ex Libris“. 25.7.1993

Rüdiger Zill, Mit dem Hebel philosophiert in: Die Taz, 4.8.1993

"Lob der Oberflächlichkeit - Für eine Phänomenologie der Medien (1993) Schriften Bd. 1

Verdaulichkeit durch Redundanz, in: Süddeutsche Zeitung 6.10.1993

Page 195:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

195

Alfons Kaiser, Die Unlesbarkeit der Welt, in: Rhein-Neckar-Zeitung, 1. 12. 1993Argen Bràunlein, Mensch und Medien in: Nùrnberger Zeitung. 4.12.1990

3. Opere consultate

Su Edith Stein: Aus dem Leben einer jüdischen Familie-Kindheit und Jugend, Bd. VII, Louvain/Freiburg, 1965

Lambertino Antonio, Max Scheler - Fondazione fenomenologica dell'Etica dei valori, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1977

Emmanuel Levinas, Vier Talmud-Lesungen, Verlag Neue Kritik, Frankfurt am Main, 1993

Elie Wiesel, L'ebreo errante, Ed. La Giuntina, 1983

Hans Küng, Existiert Gott?, R. Piper Verlag, München 1978 (ed.it.: Esiste Dio? Arnoldo Mondadori Editore, 1979

Hans Küng, Das Christentum, Wesen und Geschichte, Piper , München Zürich, 1994

Alfred J. Kolatch, Jüdische Welt verstehen,Sechhundert Fragen und Antworten - Fourier Verlag - Wiesbaden 1996

Elie Wiesel, Die Weisheit des Talmud, Geschichten und Portraits, Herder/Spektrum, Freiburg 1992

Page 196:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

196

Carlo Maria Martini: Viaggio nel vocabolario dell'Etica, Centro Ambrosiano Ed. Piemme, Casale Monferrato 1993

Francesco Antonioli (a cura di), Ebraismo - Riti e tradizioni, Elle Di Ci Torino 1993

Enciclopedia GARZANTI di Filosofia e Logica, linguistica, epistemologia, pedagogia, psicologia, psicoanalisi, sociologia, antropologia culturale, religioni, teologia, Garzanti editori 1981,1993 Milano

Ubaldo Fadini, Antropologia filosofica in: Paolo Rossi: Le filosofie speciali, I- UTET - Torino 1995

Page 197:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

197

APPENDICE

1. La Terrazza

AMICI DELLA TERRAZZA 131

Vilém Flusser non è un professore classico „accademico", ma piuttosto uno che ama il dialogo. Nella sua attività filosofica, ispirandosi alla Accademia di Platone, alla Peripatetica di Aristotele o alla Hütte di Heidegger, si crea una sua tipica scuola che si può definire la „Terrazza". Ha però tutte le caratteristiche del moderno „discorso del camino" tipico inglese. in questo ambiente si discute di tutto e di tutti, con l'intento quasi fenomenologico di analizzare quanto si dice sotto tante sfaccettature ed aspetti, con la partecipazione di persone con interessi svariati, una specie di mini università del sapere.

I dialoghi sono spesso volutamente provocativi, vi partecipano persone di varia età e di varia estrazione sociale, nonché molto giovani. Qui sarebbe interessante analizzare dai suoi scritti le qualità pedagogiche del maestro, che provoca, accompagna, detta nuove vie di riflessione, si lascia pure convogliare e partecipa attivamente a maturare idee. Anche qui

Page 198:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

198

vale la massima talmudica: ognuno commenta l'altro e si arricchisce vicendevolmente.

A detta della moglie Edith, che mi riferì molte volte personalmente dell'andamento di questi incontri, nella piccola terrazza sembra avessero posto tutti coloro che volevano partecipare. Piccola terrazza con una apertura quasi indescrivibile. Per fortuna i colloqui avevano luogo sabato o domenica, fine settimana. I vicini andavano al mare, a Santos, e così i partecipanti della terrazza si potevano sbizzarrire nelle loro più vaste “disputaziones”. Il tono era, manco a dirlo, in un ambiente brasiliano, piuttosto elevato, a volte irruente, ma alla fine si concludeva sempre con nuove argomentazioni e si apprendeva, quasi fosse un laboratorio vivace di idee e di fruttuoso lavoro. 131 (cfr. Bodenlos pag. 291 ss.)

Qui elenco alcuni dei partecipanti, la cui assidua frequenza ha influito sul pensiero di Flusser.

1- Alex Bloch di origine praghese, quasi ogni giorno di casa presso Vilém Flusser. Interessante è il suo carteggio con Vilém Flusser e famiglia. Fugge la noia, è pieno di Humor. La moglie di

Page 199:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

199

Vilém Flusser lo descrive come un postino dei problemi, poiché leggeva moltissimo e sottoponeva a Vilém Flusser in continuazione i suoi perché sulle tematiche brasiliane dell'inflazione, della corruzione e della crescita dei prezzi peri il nutrimento di base.

2- Josè Bueno. Un aristocratico brasiliano, dal sapere enciclopedico ed esteta.

3- Haroldo De Campos: Poeta. Le sue poesie hanno suscitato tanto interesse in Vilém Flusser.

4- Vicente Ferreira Da Silva: probabilmente il più originale dei filosofi brasiliani. La sua dottrina si può riassumere in questa tesi: il pensiero occidentale è caratterizzato da un odio fondamentale per la natura. Questo odio ha origine nelle religioni bibliche e nell'orfismo. La storia occidentale è la realizzazione progressiva di questo odio che Nietzsche chiamò nihilismo. Era un laudator belli e prendeva parte più che attiva al carnevale sfrenato di Rio de Janeiro e di Sao Paulo.

Page 200:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

200

5- Dora Ferreira Da Silva. Poetessa e traduttrice di Rilke, Quasimodo, delle opere di C.G. Jung. Da alcuni anni è diventata una cristiana piuttosto intransigente.

6- Romy Fink: una persona molto gioviale, un cabalista, aveva una galleria d'arte, era coreografo e conoscitore di Shakespeare. Veniva tutte le domeniche e per lui non vi era altra grande personalità che Vilém Flusser.

7- Samson Flexor: Poeta e critico, pittore di affreschi e di arte religiosa. Era un vero gentleman. Parigino; Durante la guerra utilizzò il suo atelier come stampa di giornali illegali. Verso la fine del '48 prima chiamata in Brasile, indi decide di prendere dimora in São Paulo, apre l'Atelier Abstracão, con scuola privata di pittura.

8- Miguel Reale: professore di scienza del diritto, di origine italiana. Rettore dell'università paulista, collaborò alla costituzione brasiliana, scrittore di molti libri di diritto. Negli ultimi anni scrive poesie. Fondatore dello Istituto Brasileiro de Filosofia. Fu lui a nominare Vilém Flusser come membro

Page 201:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

201

di questo istituto. Ottime relazioni, ma più sul piano formale.

9- João Guimaraes Rosa: Scrittore brasiliano. Studiò medicina, fece parte del ministero degli esteri e nel 1938 divenne viceconsole in Amburgo. Ritornò in patria, quando il Brasile dichiarò guerra contro la Germania di Hitler. Ricopri posti importante nella diplomazia. Ammiratore del libro di Vilém Flusser „Lingua e Realidade". Parecchie sue opere sono state tradotte in tedesco.

10- Mira Schendel: Una grande artista. molto scorbutica nel contatto, ma ben vista a casa Vilém Flusser. Di padre boemo-giudeo e di madre italiana. Prese parte a quasi tutte le biennali e a una in Venezia ove vinse un premio. Aveva una certe cultura filosofica. Da anni ha disegnato il formarsi delle lettere. Non mancava mai la domenica pomeriggio.

11- Milton Vargas: Intellettuale, dell'età di Vilém Flusser, come carattere una grande personalità. Ingegnere dì fama internazionale, conoscitore della tecnica e della scienza, amatore e gran conoscitore della lirica inglese,

Page 202:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

202

professore di meccanica al politecnico paulista. Insegnò pure all'università di Harvard. Progettatore di dighe, opere elettriche, conosce quasi tutto il mondo. Era il miglior amico di Vilém Flusser e la loro corrispondenza costituirà senz'altro una interessante lettura. Egli è un cristiano pio e praticante. Già in gioventù era amico di Dora e Vicente Ferreira Da Silva e attraverso loro è diventato amico di Vilém Flusser.

2- Concetti chiave

Concetti chiave usati da Vilém Flusser e tratti dalle sue pubblicazioni.132 (Redazione: Andreas Müller-Pohle und Bernd Neubauer Erstveröffentlichung European Photographv 50, Jg. 13, Heft 2, 1992 © European Photography, Göttingen, 1997)

1- Apparat: E' un gioco che simula il pensiero e che talmente complesso, che coloro che giocano non riescono a penetrarlo fino in fondo; il suo gioco consiste in combinazioni di simboli contenuti nel suo programma; mentre apparecchi completamente automatizzati possono far a meno dello intervento umano, molti altri apparecchi sfidano l'uomo come giocatore e funzionario.

Page 203:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

203

2- Automation: Un computo (komputieren) autocorrente di casi fortuiti, da cui l'iniziativa umana è staccata e un fermare questa corsa nelle situazioni informative previste dagli uomini.

3- Bild: Una superficie significante. Essa indica per lo più qualcosa nello spazio-tempo „dort draußen" (là fuori), che ci deve apparire o darci una idea di una astrazione(come abbreviamento della quattro dimensioni spaziali-temporali alle due della superficie)

4- Code: Un sistema di simboli. Il suo scopo consiste nel render possibile la comunicazione tra gli uomini. Poiché i simboli sono fenomeni, che sostituiscono altri fenomeni (= bedeuten), la comunicazione è un surrogato: essa „ersetzt" (sostituisce) la Erlebnis di quanto ha „gemeint".

5- Dialog/Diskurs: Nel dialogo le informazioni a disposizione vengono sintetizzate in una nuova, e in questo processo le informazioni da sintetizzare si possono trovare in un solo cervello o memoria (come nei dialoghi interni, intimi); nel Diskurs le informazioni prodotte nel dialogo vengono distribuite.

Page 204:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

204

6- Funktionär: Il funzionario domina l'apparatura grazie al controllo dei suoi lati esterni (dell'Imput e del Output) e viene dominato dall'apparatura grazie alla opacità (impenetrabilità) del suo interno. Espresso con altri termini: i funzionari dominano un gioco, di cui non sono competenti.

7- Gesellschaft: Ogni struttura sociale, considerata dal punto di vista della comunicazione, può esser vista come un confluire di giochi di discorsi e dialoghi. Poiché infatti partendo da una tale visione la società è un tessuto che ha la funzione di produrre informazioni e di comunicarle agli altri, perché esse possano essere immagazzinate nella memoria.

8- Geschichte: Un processo inequivocabile che illumina il futuro, il quale nasce da immagini, con l'intento di spiegare quanto in esse è implicato („in ihnen Implizierte zu explizieren"). E' un processo che spiega, che racconta il contenuti delle immagini e svela le possibilità nascoste che sono contenute nelle immagini

9- Gewohnheit: (habit) L'equivalente estetico di ciò che nella fisica si definisce „Entropia"; una categoria fondamentale nella estetica. „estetico"

Page 205:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

205

significa „erlebbar" = esperimentabile) e „Gewohnheit" è a-nestesia: le cose, di cui si è abituati, non si percepiscono. Quindi Gewohnheit (abitudine) come categoria fondamentale della estetica è un misura dell'Erleben, del percepire e dell'esser percepito: tanto più è non-abituale, tanto più non-percepibile (che crea shock) e tanto più vecchio, tanto meno apprendibile

10- Ich: Il cosiddetto „Ich" è punto di intersezione in una rete di informazioni che scorrono dialogicamente e un magazzino per informazioni che vi son giunte (e cioè sia quelle che si sono ereditate come pure quelle che sono, in maggior parte, acquistate da sé) e in questo punto di selezione si avverano delle computazioni (computations) imprevedibili e improbabili - le nuove informazioni. „Ich" è la somma di tutte le azioni realizzate attraverso le mie possibilità („res gestae").

11- Ideologie: Ideologia significa favorire un punto di vista rispetto agli altri e aderire a questo punto dì vista. L'ideologo vede il mondo da un solo punto di vista e perciò può „spiegarlo" e tentare si „mutarlo". Il fotografo ha parecchi punti di vista, di eguale valore, a disposizione. Suo scopo non è quello di spiegare il mondo, ma di „aufnehmen" da sempre nuovi punti di

Page 206:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

206

vista. Tuttavia non ci si deve lasciare illudere dalla libertà ideologica del fotografo. L'ideologia è ancora presente, ma non più nel fotografo, bensì è nascosta nell'apparecchio fotografico.

12- Imagination/Einbildung: Sono due concetti prima usati come sinonimi, oggi del tutto diversi, quasi contrapposti.Immaginazione è la capacità di fare delle immagini (esterne o intime) dí contenuti e la facoltà opposta di riconoscere i contenuti in queste immagini. in altre parole: la capacità di interpretare i fenomeni nei simboli bidimensionali e di leggere questi simboli.Einbildung („new imagination") significa il transcodificare come algoritmo nella immagine, dunque il tradurre le cifre in linee, le superfici in corpi e nei corpi in futuro sè moventi.- Coloro che hanno questa Einbildung sono uomini che tentano di mutare gli apparati automatici contro la automazione.

13-Information: „Probabile" e „improbabile" sono concetti informatici, in cui però Information può essere definita come situazione improbabile: quanto più improbabile tanto più informativa.

Page 207:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

207

14-Kreativität:Il produrre informazioni che prima non esistevano. Tutte le informazioni nuove si appoggiano a quelle precedenti ed esse sono „nuove", poiché ristrutturano le precedenti e/o vi fanno confluire elementi informativi estranei („Rumori").

15- Artisti: Rielaborano, partendo dalla loro auto smemoratezza, informazioni che si sono depositate e le progettano come „opere" nella società: le pubblicano. Escono da sé per entrare nell'"opera".

16- Magie:L'universo ancora sereno di testi, di immagini tradizionali, è un mondo di contenuti magici. Un mondo del continuo ritorno del medesimo (Wiederkehr des Gleichen) in cui tutto dà a tutto il significato e tutto vien significato da tutto: un mondo di totale significazione, pieno di „dei".

17-Phänomenologie:Quello fenomenologico è un modo particolare di vedere le cose e tende a scoprire in esse degli aspetti, che il comune vedere ha coperto con la abitualità (Gewohnheit). Esso richiede calma (Muße) (epoché, per metter tra parentesi quanto preconcetto sulla cosa da considerare. Se

Page 208:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

208

con questo metodo si osservano le cose che ci circondano, allora le possiamo suddividere in tre gruppi (anche se questo ordinamento rimane sempre precario).

a- Cioè in cose, dietro alle quali si nascondo progetti umani: le cose „prodotte", che nel loro complesso si possono definire „cultura".

b- In cose, dietro le quali non si possono scoprire questi progetti: le cose „date", che nel loro complesso definiamo „natura".

c- E in cose, nelle quali colui stesso che osserva si riconosce, poiché non gli oppongo resistenza (quindi non sono vere cose), ma tentano di conoscere da parte loro l'osservante: gli „altri", che nel loro complesso possiamo denominare „Gesellschaft".

18- Projekt:Di fronte al mondo, ormai sbocconcellato, noi non siamo più soggetti di oggetti (sudditi di oggetti), ma progetti per alternative. L'esistenza si può rivoltare come un guanto e non vale più il liberarsi da condizioni, ma molto più di realizzarsi grazie alla realizzazione di possibilità. Per quanto la sì possa girare si arriva sempre alla stessa conclusione: disponiamo di tecniche, che ci permettono di concretizzare sempre più, in modo perfetto,

Page 209:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

209

tramite una sempre più perfezionata compressione, i nostri progetti (idee, sogni) codificati in numeri.

19- Schöpferisches Spiel:l'io, che dopo l'eidetica riduzione (e dopo un'analisi neurofisiologica, psicologica e informatica) si è rivelato un concetto astratto, un nulla, si realizzerà nel gioco creativo. Il futuro uomo ludico si verrà a ritrovare, attraverso il gioco creativo, nell'altro.

20- Traditionelle/Technische Bilder:La distinzione essenziale è che la nuova immagine si fonda su una teoria scientifica e viene prodotta da apparecchiature. Le immagini tradizionali sono ammirazione di oggetti, le immagine tecniche sono cumputazioni di concetti; i primi sono immagini di contenuti i secondi di calcolazioni.

21- Telematik: La tecnica che permette di ristrutturare l'attuale schema di impianto discorsivo delle immagini tecniche in uno dialogico. Nei dialoghi telematici le memorie umane e „artificiali" si scambiano informazioni, per sintetizzarne delle nuove e poi immagazzinarle in forma artificiali. L'idea propria che sta a tergo della telematica è quella di renderci immortali.

Page 210:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

210

Poiché nella telematica ci si diventa meglio consci, che la libertà non consiste soltanto nel produrre informazioni, ma consiste nel conservare queste informazioni dalla naturale entropia. Poter realizzare per non morire.

22- Wirklichkeit: Ciò che noi recepiamo come realtà è una piccolissima parte del campo delle possibilità che ci circonda, che il nostro sistema nervoso ha realizzato tramite Il computo. Se ogni realtà è un computo di possibilità, allora la „realtà" è un valore limite.

23- Wissenschaft: La scienza non crede più di giungere dietro ie apparenze e verso una qualunque realtà, ma ora piuttosto di ordinare le apparenze secondo modelli prefabbricati. Ma questa è, definendola secondo le nostre tradizionali categorie, „Arte" (Kunst).

3. Biografia

La biografia su Vilém Flusser costituisce come in ogni uomo un elemento fondamentale. In Vilém Flusser assume

Page 211:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

211

pure un aspetto antropologico ed esistenziale: tutta la sua filosofia è riflessione autobiografica proiettata dopo un lungo certame spirituale ed esistenziale verso la speranza in un mondo nuovo, affrontato con una sana ironia, di tipo oraziano, ma con maggior Engagement. Non manca alla fine l'aver capito che tutto è ludico, che tutto fa parte del gioco e in ciò intravede l'aspetto di libertà, di responsabilità e lo fa assurgere quasi a religiosità.

Seguo l'aspetto cronologico della biografia cercando con brevi commenti di mettere in risalto la linea portante che serve a far comprendere il suo pensiero, l'ambiente in cui è nato, in cui si è messo a giocare e l'influsso che può esercitare nel dibattito esistenziale che sempre sarà alla base di un pensare impegnato.

1920 Vilém Flusser nasce a Praga il 12 maggio da una famiglia ebrea di intellettuali

1922 la sorella di Vilém Flusser, Ludvika, nasce il 21 dicembre

1930 Vilém Flusser, dopo la scuola dell'obbligo presso la Volkschule (tedesco, cecoslovacco) frequenta il ginnasio/liceo di Praga-Smichov, Zborovskà 45.

Page 212:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

212

Vive la sua fanciullezza e giovinezza in una atmosfera spirituale e culturale della Praga tra le due guerre.

1938 Inizia lo studio della filosofia alla Karlsuniversität di Praga

1939 In marzo, dopo la presa di Praga da parte nazista, Vilém Flusser riesce a rifugiarsi a Londra con la sua fidanzata Edith Barth, tramite l'aiuto del futuro suocero.Frequenta la School of Economic di Londra

1940 II giorno della presa di Praga da parte della Gestapo, il padre di Vilém Flusser, Gustavo, viene incarcerato e dopo la tortura liberato per rivenir incarcerato e infine portato in campo di concentramento dove fu assassinato, a Buchenwald. Vilém Flusser emigra in Brasile.

1941 Sposa la compagna fidanzata Edith Barth a Rio de Janeiro. Fedelissima Sposa, vicina in tutte le sorti, vicende, aperture e speranze e anche nel fatidico incidente stradale in cui il marito perse la vita. A lei si deve l'immensa mole di lavoro nel riordinare le carte del marito, nella pubblicazione dei libri. Lei pure di origine ebrea, come il marito, possiede perfettamente quattro lingue ed ha più che sufficienti conoscenze come traduttrice anche in altri idiomi. Scopo della sua vita è ora quello di portare avanti l'opera lasciata dal marito. Segue personalmente molti simposi e colloqui su Vilém Flusser in Germania, Stato Ceco, Ungheria, Francia, Brasile.Anni '40: Diverse attività imprenditoriali per il suo sostentamento, per esempio direttore di una fabbrica di radio e trasformatori in Sao Paulo.

Page 213:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

213

Contemporaneamente continua i suoi studi filosofici. Nascita dei tre figli Dinah (1941), Miguel (1943) e Victor (1951).

1951 Soggiorno lavorativo in Rio de Janeiro

1957 Vilém Flusser termina il suo primo manoscritto per un libro a cui ha lavorato per parecchi anni: Das 20.ste Jahrhundert (il 20 secolo) finora non pubblicato.

1957/58 nasce il manoscritto del libro „Die Geschichte des Teufels" (La storia del diavolo) (pubblicato in portoghese nel 1965 e in tedesco nel 1993)

1959 Docente di filosofia della scienza all'università di Sao Paulo in Brasile

1960 Prime pubblicazioni sulla Revista Brasileira de Filosofia, pubblicazione dell' Istituto di filosofia brasiliana in Sao Paulo. Dal 1961 Collaboratore stabile della pagina letteraria (Suplemento Literàrio) del quotidiano più diffuso dello stato paulista in Brasile.Scrive molti saggi, Glosse e articoli per giornali e riviste brasiliane.

1962 Membro dell'Istituto Filosofico Brasiliano in Sao Paulo 1963 Pubblica il suo primo libro „Lingua e Realidade" .

1963/64 Manoscritto del libro „Vom Zweifel” (del dubbio) finora non pubblicato.

Page 214:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

214

1964 Nomina a professore ordinario per la teoria della comunicazione alla Scuola Superiore per la comunicazione e la scienza morale (FAAP) in Sao Paulo (Cattedra dal 1964 al 1970). Chiamato a far parte del comitato consultivo per la biennale d'arte di Sao Paulo (Fundacão Bienal des Artes).

1965 lezioni universitarie sulla filosofia del linguaggio alla Facoltà umanistica dell'istituto Tecnologico per l ‘Aereonautica in São Josè dos Campos.

(1966 pubblicate come „Filosofia da Linguagem" in ITA Humanidades).Pubblicazione de l'„A Història do Diabo" (la storia del diavolo)

Dal 1966 collaboratore stabile del giornale „FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung), uno dei quotidiani più qualificati della Germania.

1966/67 Ambasciatore del ministero degli esteri brasiliano per la collaborazione culturale con il Nord America e l'Europa. Questo incarico gli permette di tenere diverse lezioni come professore-ospite presso numerose università americane ed europee, tra le altre Harvard, Yale, MIT, Cornell, Columbia, New York, Barcellona, Madrid, Amburgo, München, Berlino, Vienna.

1967 Vilém Flusser assume l'incarico di Professore della filosofia della comunicazione alla Escola de Arte Dramàtica e alla Escola de Superiore de Cinema in São Paulo. Pubblicazione della raccolta di saggi „Da Religiosidade". 1970/71 Stende il manoscritto del libro „Auf der Suche nach einem

Page 215:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

215

neuen Menschen" (Alla ricerca di un nuovo uomo) pubblicato nel 1994.

1972 Uno dei giornali quotidiani più quotati del Brasile, la „Folha de Sao Paulo, introduce la rubrica-Vilém Flusser col nome „Posto Zero".

In maggio 1972: a causa del conflitto con il nuovo governo militare Vilém Flusser decide di trasferirsi in Europa.Agli inizi i Flusser prendono casa a Merano.Saggio fenomenologico sulla natura (pubblicato nel 1979 con il titolo „Natural:mente").

1973 Lavora ad una autobiografia filosofica „Zeugenschaft aus der Bodenlosigkeit” (= testimonianza dalla „Mancanza di fondamento"). Nel 1992 vien pubblicata con il titolo „Bodenlos" (=Senza fondamento).Prima pubblicazione in Francia: "La Force du quotidien", una collezione di saggi fenomenologici sulle cose quotidiane. Vilém Flusser non è ancora sicuro nell'uso della lingua francese e scrive il manoscritto in lingua inglese.

Si trasferisce in Provenza (Peypin d'Aigues).

1974 Lavora ad una „Phänomenologie der menschlichen Gesten" (=Fenomenologia dei gesti umani).

Dal 1974 lezioni universitarie come Gast-Professor (=Professore ospite) presso diverse università e istituzioni, come pure è invitato e partecipa a congressi e simposi internazionali, tra gli altri a Losanna, Tours, Strasburgo, Parigi, New York.

Page 216:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

216

Dal 1975 Professore in diverse università francesi: Ecole d'Art d'Aix-en-Provence („Les Gestes")Theatre du Centre, Aix-en-Provence („Les Phenomenes de la Communication" 1976/77)Ecole nationale de la Photographie, Arles („Communication photographique", 1984).Ecole d'Art et d'Architecture, Marseille-Luminy („Cours de la theorie de la Communication").Universitè de Provence Aix-Marseille, Aix-en-Provence. 1977/78 Vilém Flusser riassume la sua teoria della comunicazione in un manoscritto per la pubblicazione („Umbruch der menschlichen Beziehungen" = Sovvertimento delle relazioni umane) pubblicato nel 1996 con il titolo „Kommunikologie".

1979 Appare la pubblicazione di „Natural:mente".

1980 Stesura del manoscritto del libro „Nachgeschichte" = storia postuma, apparso in portoghese nel 1982 e in tedesco nel 1990)

1980/81 Sviluppo della finzione filosofica „Vampyroteuthis Infernalis" (pubblicato nel 1987).Va ad abitare nel piccolo paese provenzale di Robion.

1983 Appare il primo libro in lingua tedesca: "Für eine Philosophie der fotografie". Opera tradotta nel frattempo in ben 10 lingue.

1983/84 lavora ad uno sviluppo della filosofia della fotografia estendendola a tutto il campo delle immagine tecniche: prima versione in manoscritto con il titolo „Lob der Oberflächlichkeit" = lode della superficialità. Inizialmente non portato a termine,

Page 217:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

217

pubblicato nel 1993 frammentariamente; ultima e definitiva stesura sotto il titolo di „Ins Universum der technischen Bilder” = Entrare nell'universo dell'immagine tecnica", pubblicato nel 1985.

Dal 1984 Vilém Flusser intraprende una prolungata serie di viaggi per tenere conferenze in tutto il mondo, attività che lo porta sempre più spesso in campo tedesco; alla fine egli e sua moglie rimangono a Robion solo per una metà dell'anno, altrimenti son sempre in giro per il mondo a tener conferenze. Diversi articoli, saggi e glosse per giornali e riviste internazionali.

1985/86 Vilém Flusser stende il manoscritto per il libro „Hat Schreiben Zukunft?" (Ha la scrittura un futuro?).

1986 La rivista culturale di New York Artforum crea per Vilém Flusser una rubrica propria dal titolo „Curies'Children".

1987 Lo scritto „Hat Schreiben Zukunft?" appare simultaneamente nella versione libro e come discetto per il computer.„Vampyroteuthis Infernalis" prende la luce con disegni del suo amico artista Louis Bec.

Lavora ad una serie di scenari televisivi (1989 pubblicati con il titolo „Angenommen" = ammesso che...)

1988 La rivista European Photography offre a Vilém Flusser una propria rubrica per la critica culturale col titolo: „Reflections".

Page 218:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

218

Lavora ad un progetto di libro „Von Subjekt zu Projekt" (non portato a termine; pubblicato come frammento nel 1994).

1990 „Nachgeschichte" vien pubblicato in lingua tedesca.

In occasione del 70 genetliaco di Vilém Flusser vien pubblicato uno scritto commemorativo „Über Vilém Flusser".

1990/91 Lavora al progetto di un libro „Menschwerdung" =diventare uomo. Non completato e pubblicato nel 1994 frammentario.

1991 Professore ospite alla Ruhr-Universität di Bochum (tre seminari:

a- che cosa è comunicazione umana?b- strutture della comunicazionec- comunico-logia come critica culturale.

Pubblicazione di „Gesten. Versuch einer Phänomenologie" (Gesti. Tentativo di una fenomenologica): una raccolta di conferenze e manoscritti di corsi tenuti.

Il 27 novembre 1991 Vilém Flusser muore in un incidente stradale nei pressi di Praga. Il giorno precedente aveva tenuto una conferenza pubblica presso il Goethe-Institut nella sua città natale.

1992: Il 21 di marzo amici e collaboratori di Vilém Flusser fondano in Strasburgo la rete „Angenommen" (Ammesso che...), che si propone

Page 219:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

219

di conservare, sviluppare e promuovere il pensiero interdisciplinare di Vilém Flusser.

Nella città Den Haag viene messo a punto un archivio su Vilém Flusser, per opera della vedova Edith, per raccogliere e conservare tutta l'eredità filosofica di Vilém Flusser.

„Bodenlos", la autobiografia di Vilém Flusser scritta negli anni 1973 viene pubblicata.

In dicembre il Goethe-Institut di Praga organizza un simposio di diversi giorni in memoria di Vilém Flusser dal titolo „Vordenker der Nachgeschichte" (Pensatore pioniere della post-istoria".

1993 Vengono pubblicati i libri: „Dinge und Undinge“, „vom Stand der Dinge“, „Die Geschichte des Teufels“.

In ottobre, in occasione delle festività, che hanno luogo nella capitale culturale europea dell'anno, nel palazzo reale di Antwerpen ha luogo un „Zweites internationales Vilém Flusser-Symposium", organizzato dalla rete „Angenommen" e dal Eldorado-Centrum di Beeldcultuur.

Dal 1993 presso la casa editrice Bollmann vengono pubblicate le opere di Vilém Flusser col titolo „Schriften" in 9 voll.

1994 L'archivio di Vilém Flusser si trasferisce a Monaco di Baviera.„Die Geschichte des Teufels" viene rappresentata come pezzo teatrale dal Theater Stok di Zurigo.

Page 220:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

220

Pubblicazione del libro „Von der Freiheit des Migranten".

In ottobre: Il simposio su Vilém Flusser „Erfahrung und Unschuld" apre una manifestazione culturale di quattro settimane nell'autunno della Stiria in Graz 1995.

Pubblicazione del libro „Jude sein" e „Die Revelation der Bilder".

In ottobre: sotto il titolo „Telepolis. Stadt am Netz” (Telepolis: Città in rete) ha luogo a Monaco di Baviera un congresso di due giornate.

1996: In maggio presso la casa editrice European Photography viene pubblicata una raccolta di interviste „Zwiegespräche" come inizio di una „Edition Vilém Flusser" in 10 volumi.

In ottobre: la rinomata Evangeliche Akademie Tutzing organizza un congresso su „Realität und Virtualität im Anschluß an Vilém Flusser” (Realtà e virtualità rifacendosi a Vilém Flusser).

1997 in marzo: a Budapest in Ungheria ha luogo il 6. simposio internazionale su Vilém Flusser.

In Novembre/dicembre: è previsto che l'archivio passi al centro per l'arte e la tecnologia dei Media (ZKM) in Karlsruhe, per essere aggiornato e sistemato definitivamente. Mentre scrivo questo lavoro sono intervenute delle difficoltà e l'archivio si trova ancora a Monaco di Baviera.

Page 221:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

221

In Novembre 1997: A Weimar, che nel 1999 sarà la capitale europea dell'arte ha luogo un colloquium su Vilém Flusser, su temi interdisciplinari.Gli atti dovrebbero esser pubblicati sulla rivista dell'università tra giugno e settembre 1998.io ho partecipato personalmente ai congressi di Tutzing e ai colloquium di Weimar. Alcune tesi, critiche e sviluppi del pensiero flusseriano, emersi nel colloquium, hanno influenzato il mio presente lavoro.

Page 222:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

222

INDICE

Dedica IntroduzioneVita ed opera di Vilém Flusser Pag.:

Capitolo I.

1. Perché ho scelto Vilém Flusser

2. Puro caso o incontro provvidenziale?

3. Chi é Vilém Flusser?

3.1. Giudizi su V. Flusser3.2. V. Flusser su V. Flusser3.3. La mia posizione su v. Flusser3.4. Attualità di V. Flusser

4. Vita

4.1. passivité4.2. disponibilité4.3. engagement4.4. dégagement

5. opere di Flusser con breve descrizione del contenuto

Capitolo II.

Il „talmudisieren" ebraico e sue implicanze nel metodo fenomenologico

1. Déjà-vu2. Contenuto del Talmud

Page 223:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

223

3. Struttura

Capitolo III.

I concetti di Bodenlosigkeit e di Heimatlosigkeit nei loro aspetti antropologici 1. Introduzione: scoperta dell'Heimatlosigkeit1.1. Flusser: un „battelliere" spinto verso il futuro1.2. Scoperta della Heimatlosigkeit come valore1.3. Flusser: profeta scettico o critico ottimista1.4. La vita futura è un gioco (componente ludica)1.5. Conclusione: sapersi muovere ad arte

2. L'Heimatlosigkeit, un valore che ci aiuta a progettare l'abitare, nel suo approccio „comunicologico"

2.1. Interrogativi2.2. Cosa significa wohnen=abitare?

3. Nuova Heimat/concezione flusseriana di abitare

3.1. Premesse3.2. Heimat/wohnen3.3. Concezione positiva di Heimat3.4. Conclusione

4. Progettare l'abitare

4.1. abitare in forma diversa4.2. abitare: Werkzeug zum Wohnen4.3. Relazione uomo/strumento4.4. Excursus storico4.5. Kommunikationsrevolution4.6. Nuovi modelli di abitare4.7. aspetti antropologici

Page 224:  · Web view„Mi sono messo a errare per il mondo pur sapendo che fuggire non serviva a niente: tutte le strade riportano a casa. In questo mondo in …

224

5. pensiero nomade

5.1. nuovo nomadismo: significato di migrazione5.2. terminologia5.3. visione (utopica?)5.4. nuovo fenomeno5.5. nuova catastrofe: i muri5.6. contesto semantico del concetto „nomade"5.7. una rete relazionale5.8. mutamento di prospettiva5.9. questo scenario

6. Può esistere un cittadino senza Heimat?

6.1. Interrogativi6.2. Il cittadino e il migrante6.3. emigrare = ent-binden6.4. Movimento elitario del migrante

Capitolo IV.

Bibliografia

Appendice

1. La Terrazza

2. Concetti chiave

Biografia

Indice