Malattia di Alzheimer incipiente o probabile: nuova ... · giudizio, acalculia, agnosia, ... J. C....
-
Upload
dinhnguyet -
Category
Documents
-
view
215 -
download
0
Transcript of Malattia di Alzheimer incipiente o probabile: nuova ... · giudizio, acalculia, agnosia, ... J. C....
Malattia di Alzheimer incipiente
o probabile: nuova definizione
Stefano Viola
Unità di Valutazione Alzheimer
Neurologia Ospedale S. Pio Vasto
Demenza:
recenti acquisizioni e nuovi orizzonti
Palace Hotel Vasto – 10 marzo 2012
DEMENZA
Sindrome clinica caratterizzata da perdita
delle funzioni cognitive, tra le quali
invariabilmente la memoria, di entità tale da
interferire con le usuali attività sociali e
lavorative del paziente.
CRITERI DSM III-R
PREVALENZA
6.4% per età >65 aa
INCIDENZA
11.9 /1000 /ab./anno
A causa del progressivo aumento dei soggetti anziani nei paesi occidentali
il numero della persone con demenza è destinato ad aumentare nei
prossimi anni .
The Italian Longitudinal Study on Aging Working Group (ILSA) Int J
Epidemiol 1997;26:995-1002
DEMENZA
• quarta causa di morte sopra i 65 aa nei paesi
occidentali
• disabilità più importante nella popolazione
anziana
• responsabile di oltre la metà dei ricoveri in
di riposo
Impatto sociale ed economico
(40.000 euro/anno)
SSN 20% famiglia 80%
COSTI DIRETTI:
visite mediche, farmaci, esami, ricoveri ospedalieri
istituzionalizzazione (case di riposo, lungo degenze)
sostegno alle famiglie (assegni di indennità), partecipazione
diretta ai costi sanitari e socio-sanitari
costi per ausili, personale di assistenza, modifiche dell'abitazione
COSTI INDIRETTI:
Tempo perso per il lavoro (dal paziente e dai familiari). Assistenza informale (familiari, amici, volontari) non retribuita. Sofferenza psicologica e fisica di chi assiste.
La maggior parte dei pazienti dementi vive in casa (80%) assistita dai
familiari, la restante quota (20%) in case di riposo e strutture per lungo
degenza
6
PREVALENZA DELLE DEMENZE
McKeith et al, Neurology 1996; 47: 1113-24
42%12%
26%9% 3%
8%
Demenza Alzheimer o AD
Miste (AD + VaD)
Demenza vascolare VaD
Demenza corpi di Lewy
demenza di FT
Demenze reversibili
Altre forme demenza
LA M. di Alzheimer rappresenta la forma di demenza
più frequente .
Circa 700.000 sono i pazienti in Italia.
Nella M. di Alzheimer sono presenti:
• sintomi cognitivi
• sintomi non cognitivi o disturbi comportamentali
(BPSD)
Sintomi cognitivi:
Esordio deficit mnesici
disorientamento temporale e spaziale
Progressione aprassia, afasia, alessia, deficit di
ragionamento astratto, di logica e
giudizio, acalculia, agnosia,
deficit visuo spaziali
Disturbi comportamentali(“Behavioural and Psychological Symptoms of Dementia”, BPSD):
1. Disturbi dell’umore e dell’affettivita’ (depressione, ansia); 40%
2. Disturbi psicotici (deliri, allucinazioni); 30-60%
3. Disturbi della personalita’ (indifferenza, apatia 70%,disinibizione);
4. Disturbi del sonno (alterazioni del ciclo sonno-veglia; “sundowing”);
5. Disturbi del comportamento alimentare (iperfagia )
6. Disturbi dell’attivita’ sessuale (ipersessualita’; disinibizione; s. K.-Bucy)
7. Comportamenti molesti (aggressivita’ verbale e/o fisica) 60%
9
Storia naturale della M. di Alzheimer
Gauthier S. ed. Clinical Diagnosis and Management of Alzheimer’s Disease. 1996.
0
5
10
17
25
0 2 4 6 8 10
Anni
Sintomi cognitivi
Perdita dell’autosufficienza
Disturbi del comportamento BPSD
Ricovero in strutture sanitarie
Morte
Decadi
Pre-DA Lieve-Moderata Intermedia Grave
MM
SE
DIAGNOSI
(MCI)
J. C. de la Torre :The Lancet Neurology, 2004
In questa revisione l’autore porta una serie evidenze scientifiche a favore dell’ipotesi
vascolare alla base della AD ed il MCI rappresenta una fase di passaggio.
Ipossia tissutale
Stress ossidativo
deficit ATP
accumulo di
radicali liberi
Ipotesi patogenetiche della M. di Alzheimer sporadica
Meccanismo di azione del danno da ipoperfusione/ipossico
Ipoperfusione/
ipossia tissutale
diretto
indiretto
La compromissione cognitiva lieve (MCI) rappresenta
una fase di passaggio tra l’invecchiamento normale e
la demenza
(Petersen 1995; Palmer et al., 2003)
il Mild Cognitive Impairment (MCI) ha
una prevalenza nella popolazione sopra i
65 anni tra il 17 ed il 34 % a seconda
degli studi.
Burns and Zaudig: Lancet 2002
Fattori di rischio per il MCI
studi focalizzati sui fattori di rischio
per il MCI hanno riportato che l’ipertensione arteriosa
diagnosticata intorno ai 50-60 anni(Kivipelto et al., 2001)
e la presenza di bypass coronarico aumentano il
rischio di sviluppare successivamente un MCI.
(Selnes et al., 2001)
Diverse tipologie di MCI
MCI con deficit di memoria isolato
(a-MCI single domain)
MCI con deficit di memoria più altre funzioni cognitive
(a-MCI multiple domain)
MCI con una funzione cognitiva non memoria
(non a-MCI single domain)
MCI con più funzioni cognitive non memoria
(non a-MCI multiple domain)
(Petersen et al., 2001; Petersen 2004).
È evidente però che la compromissione cognitiva non raggiunge mai una gravità tale da
interferire con il funzionamento quotidiano del paziente, giustificando quindi una diagnosi
di demenza (Petersen 2000).
La variante amnesica (a-MCI) sembra
evolvere più frequentemente verso un’AD
mentre gli altri tipi di MCI possono evolvere
anche verso le altre forme di demenza
(Petersen et al., 2001; Visser et al., 2002; Larrieu et al., 2002).
Comunque, non tutti i pazienti affetti da MCI
convertono in demenza:
alcuni studi, infatti, riportano che circa il 30% di
questi pazienti rimane cognitivamente stabile in un
arco temporale di circa 2-3 anni
(Tierney et al., 1996; Johnson et al., 1998; De Jager et al., 2005).
In altri studi è stato evidenziato come il 30% dei
soggetti MCI tornava cognitivamente normale ai
follow up successivi
(Larrieu et al., 2002; Ritchie et al., 2001).
MCI converte fino al 40% circa, a distanza di 3 anni,
verso la demenza di Alzheimer (AD), con un tasso di
conversione per anno del 12%.
Petersen at al. Arch Neurol 1999
È proprio in quest'ottica che si inquadra il
grande interesse nei confronti del
Mild Cognitive Impairment (MCI), inteso
come entità clinica ad alto rischio per lo
sviluppo di demenza.
Numerosi ricercatori stanno cercando di
individuare markers:
1. di neuroimaging mediante TAC, RMN
2. funzionali mediante PET, SPECT, Doppler
Transcranico (TCD) e Spettroscopia
Infrarossa (NIRS)
3.biologici mediante esami ematici o del liquor
capaci di diagnosticare precocemente
i MCI che convertiranno in demenza in modo da poter anticipare di 4-5 anni le cure
mediante interventi di riabilitazione cognitiva e
terapie farmacologiche, al fine di rallentare l’esordio
della demenza. Lancet Neurology 2007
La Malattia di Alzheimer è caratterizzata
istopatologicamente dalla presenza di
A) placche senili (Beta Amiloide extracellulare)
B) “tangles”
(grovigli neurofibrillari intracellulari)
I neuroni hanno una struttura di microtubili che stabilzza il
citoscheletro.
La proteina tau stabilizza i microtubuli.
Nell’ AD si verifica una iperfosfosrilazione della tau che
porta ad un collasso del sistema microtubulare e alla
formazione di grovigli di neurofibrille “tangles” intracellulari
Sembra che le placche senili e i “tangles” neurofibrillari si
accumulino per anni prima della comparsa dei sintomi in
differenti strutture cerebrali e in tempi successivi, con una
progressione che coinvolge inizialmente le cortecce trans-
entorinale ed entorinale, successivamente l’ippocampo e
solo alla fine la neocorteccia(Braak, Braak 1991)
1. un alto livello di proteina Tau liquorale sembra
caratterizzare i soggetti con MCI che
evolveranno in AD (Sunderland et al., 1999)
2. Diminuite concentrazioni di Ab42 sono state ritrovate nel
liquor di pazienti affetti da AD in fase lieve (Andreasen et al., 2001 Riemenschneider et al., 2000).
3. Particolarmente promettente per l’uso clinico sembra
essere la valutazione del rapporto proteina Tau /Ab42
liquorale che se aumentato ha mostrato un’alta
specificità e sensibilità nel discriminare soggetti con MCI
che convertiranno in AD (Li G. et al. Neurology 2007)
4. Nelle piastrine di pazienti affetti da
AD di grado lieve è stato
evidenziato un aumento di β-
secretasi (BACE), alterazione
che è riscontrabile nei pazienti
con MCI per il 50 per cento (Padovani et al., 2002; Borroni et al.,2003).
5. In pazienti con MCI è stato trovato un incremento
significativo di isoprostano 8,12-iso-iPF-(2alfa)-VI,
marcatore di perossidazione lipidica, normalmente
aumentato in pazienti affetti da AD (Mecocci et al., 2002), a
suggerire che i pazienti con MCI mostrano un
aumentato danno ossidativo cerebrale prima
dell’insorgenza della sintomatologia dementigena (Praticò et al., 2002)
POSSIBILI MARKERS DI NEUROIMAGING
E DI METODICHE FUNZIONALI
capaci di diagnosticare precocemente
i MCI che convertiranno in demenza
Data la precoce compromissione della memoria e quindi
l’evidente vulnerabilità del sistema limbico nell’AD, gli studi
di neuroimaging nel MCI sono stati ampiamente focalizzati
sulle strutture limbiche, e in particolare sulle regioni mediali
del lobo temporale quali, l’ippocampo e la corteccia
entorinale e transentorinale (Du et al., 2001; Jack et al.,1999; Erten-Lyons et al.,2006).
Uno studio con RMN volumetrica recente ha
confermato come la presenza d’atrofia cerebrale
nelle strutture del lobo temporale mesiale sia
presente anni prima in soggetti con MCI che
convertiranno in AD rispetto a quelli che non
convertiranno. (Karas et al., 2008).
11C-PIB PET Study: 11C-PIB retention is shown in the left
column, whereas 18F-FDG uptake is
shown in the right column.
a Patient with MCI who did not convert
to AD.
b Patient with MCI who did convert to
AD.
c A patient with AD.
The images show horizontal, coronal
and sagittal sections. SUVs are
expressed in a color scale, with red
indicating high retention of 11C-PIB and
high uptake of 18F-FDG.
Abbreviations: AD, Alzheimer disease;
FDG, 2-fluoro-2-deoxy-D-glucose; MCI,
mild cognitive impairment; MCI-c, MCI
converter; MCI-nc, MCI nonconverter;
PIB, Pittsburgh compound B;
Agneta Nordberg at all Nature Reviews
Neurology 6, 78-87 (2010)
The American journal of geriatric psychiatry 2010; Volume: 18, Issue: 5, pages:
433-441; official journal of the American Association for Geriatric Psychiatry
OBJECTIVE: Visuospatial deficits are among the first symptoms of Alzheimer disease (AD)
and linked to lower activation in the superior parietal cortex as assessed with functional
imaging. Near-infrared spectroscopy (NIRS) is an optical method to measure changes in
the concentration of oxygenated hemoglobin and deoxygenated hemoglobin in the
microvascular system of the cortex. Because of its advantages in measurement situation,
NIRS has proven to be especially suited for investigating psychiatric patients. The aim of this
study was to probe the activation of parietal regions in patients with AD, performing a
visuospatial task by means of functional NIRS (fNIRS). METHODS: Thirteen patients with
suspected mild AD and 13 healthy subjects comparable in age and gender were investigated
while working on a modified version of the Benton Line Orientation Task. RESULTS: During
the spatial task, healthy subjects showed explicit parietal activation, whereas patients
displayed only activation during the control task. Interestingly, there was no difference in
visuospatial performance between the two groups. CONCLUSION: The results indicate that
fNIRS is able to measure parietal activation deficits in patients with AD, which could be
developed into an early detection method in the future.
Altered parietal brain oxygenation in Alzheimer's disease as
assessed with near-infrared spectroscopy.
Julia B M Zeller, Martin J Herrmann, Ann-Christine Ehlis, Thomas Polak, Andreas J Fallgatte
Cerebral perfusion and oxygenation are impaired by folate
Deficiency in rat: absolute measurements with noninvasive
near-infrared spectroscopy
Bertan Hallacoglu,1 Angelo Sassaroli,1 Sergio Fantini,1 and Aron M Troen2,3*
J Cereb Blood Flow Metab. 2011; June; 31(6): 1482–1492.
Brain microvascular pathology is a common finding in Alzheimer's disease and other
dementias. However, the extent to which microvascular abnormalities cause or contribute
to cognitive impairment is unclear. Noninvasive near-infrared spectroscopy (NIRS) can
address this question, but its use for clarifying the role of microvascular dysfunction in
dementia has been limited due to theoretical and practical considerations. We developed a
new noninvasive NIRS method to obtain quantitative, dynamic measurements of absolute
brain hemoglobin concentration and oxygen saturation and used it to show significant
cerebrovascular impairments in a rat model of diet-induced vascular cognitive impairment.
We fed young rats folate-deficient (FD) and control diets and measured absolute brain
hemoglobin and hemodynamic parameters at rest and during transient mild hypoxia and
hypercapnia. With respect to control animals, FD rats featured significantly lower brain
hemoglobin concentration (72 4μmol/L versus 95 6μmol/L) and oxygen saturation
(54% 3% versus 65% 2%). By contrast, resting arterial oxygen saturation was the same for
Both groups (96% 4%), indicating that decrements in brain hemoglobin oxygenation were
independent of blood oxygen carrying capacity. Vasomotor reactivity in response to
hypercapnia was also impaired in FD rats. Our results implicate microvascular abnormality
and diminished oxygen delivery as a mechanism of cognitive impairment.
La valutazione neuropsicologica è abitualmente usata per
quantificare il grado di compromissione cognitiva nei
pazienti con demenza e risulta essere particolarmente
utile nelle fasi precoci di malattia (Arnaiz, Almkvist 2003).
Negli ultimi vent’anni molti Autori hanno tentato di
individuare i predittori neuropsicologici di progressione
dell’AD ottenendo risultati a volte contrastanti.
Nella maggioranza degli studi longitudinali il miglior
fattore di predizione verso l’AD veniva individuato nella
presenza di prestazioni patologiche alle prove di memoria
(esplicita verbale, esplicita visiva, semantica)(Masur et al.,1994; Jacobs et al., 1995; Linn et al., 1995; Elias et al.,
2000; Perri et al., 2005).
La valutazione neuropsicologica
MCI che convertiranno in demenza
La possibilità di fare questa diagnosi di
è strettamente connessa con la tipologia di criteri
adottati
In letteratura c’è un dibattito molto acceso sulla
necessità di revisionare i criteri adottati a livello
internazionale per diagnosticare la Malattia di
Alzheimer in fase precoce
CRITERI DIAGNOSTICI PROPOSTI per la Malattia di Alzheimer probabile o incipient AD
(Dubois at all Lancet 2007)
Criterio principaleGraduale e progressivo disturbo di memoria, presente da almeno 6 mesi,
(MCIa progressivo) accompagnato da almeno uno dei biomarkers di
supporto
Biomarkers• Atrofia delle strutture del lobo temporale mesiale misurata con tecniche di
risonanza magnetica.
• Livelli anormali di proteine in liquido cerebrospinale (bassi livelli di
amiloide β1-42; aumento della Tau totale, incremento della fosfo-Tau - o
una combinazione di questi), più altri biomarkers validati o che ancora
devono essere scoperti
• Specifici pattern metabolici osservati con la PET, per esempio ridotto
metabolismo del glucosio nelle regioni temporo parietali bilateralmente e
altri ligandi valicati, o specifici pattern di altre metodiche funzionali
• Mutazioni geniche autosomiche dominanti comprovate per l’AD,
riscontrate nei familiari del paziente
Conclusione
1. La possibilità di diagnosticare la
malattia di Alzheimer prima che la
demenza si manifesti permetterà di
anticipare di 4-5 anni l’inizio delle cure
mediante terapie farmacologiche e/o
interventi di riabilitazione cognitiva;
2. questo approccio potrebbe impedire o
rallentare in modo significativo
l’evoluzione verso la demenza.