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Anno LXXXIX - numero 4 - giugno 2015 ilduomo Periodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in Monza Poste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano LET’S START! LET T’S LET AR ST TA T’S T! R Duomo diMonza

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Anno LXXXIX - nnuummeerroo 44 - giugno 2015

iilldduuoommooPeriodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in MonzaPoste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano

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Sommario34

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Hanno collaborato

Vivere la Pentecoste... nel segno dell’Expo! [don Silvano Provasi]Cronaca di aprile e maggio [a cura di Sonia Orsi]Il restauro della facciata. Si parte... [Arch. Pippo Caprotti]Una festa di famiglia: il 50° di don Guido [don Enrico Rossi]Il rinnovo del Consiglio Pastorale [La Commissione Elettorale]Il nuovo umanesimo chiamato ad affrontare fragilità ed emarginazione [Fabrizio Annaro]San Vittore martire, patrono degli Alabardieri [Il comandante Giorgio Villa]Evangelii gaudium: dimensione sociale della evangelizzazione [don Carlo Critto]

Don Silvano Provasi, Sonia Orsi, Sarah Valtolina, Marina Seregni, Federico Pirola, don Carlo Crotti,don Enrico Rossi, Giovanni Confalonieri, Carlina Mariani, Fabrizio Annaro, Fabio Cavaglià, NandaMenconi.

Un grazie particolare a chi distribuisce “Il duomo”: Carla Baccanti, Giorgio Brenna, Gloria Bruletti, Enrica Calzoni, Andreina D’Ambrosio, Rita Fogar, Josetta Grosso, Paola Mariani, Anna Maria Montrasio, Luigi Motta, Teresina Motta, Carla Pini, Annina Putzu, Livio Stucchi, Silvia Stucchi, Chicca Tagliabue, Marisa Tagliabue, Mariuccia Villa, Bruna Vimercati.

Copertina a cura di Benedetta Caprara

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il duomo lettera dell’arciprete

Vivere la Pentecoste... nel segno dell’Expo!La forza, la luce, la libertà, la verità… e ll’’aabbbboonnddaannzzaa ddeeii ddoonnii ddeelllloo SSppiirriittoo quest’anno andranno riletti anche la-sciandoci interrogare dall’esperienza sociale e culturale dell’eevveennttoo EEXXPPOO, nel quale anche la Chiesa ambrosiana, na-zionale e internazionale, ha messo in campo tante iniziative, mentre i drammi umani e sociali nel mondo continuanoa fare notizia e ci sentiamo talvolta impotenti di fronte alla violenza degli uomini e della natura, soprattutto quandoè offesa e manipolata. La Chiesa italiana, in vista del CCoonnvveeggnnoo ddii FFiirreennzzee, ed il nostro vescovo Angelo invitano aleggere in questo evento e nel tema in esso proposto, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, un richiamo urgenteal “nuovo umanesimo” che siamo tutti chiamati a generare e a coltivare. Il tema proposto dall’EXPO non è astratto,ma, ci richiama l’Arcivescovo, è tema “percepito da tutti come decisivo, non soltanto per la tragedia della fame, maanche perché mette in gioco la condizione quotidiana del nostro vivere. Mangiare, trovarsi a mensa è attività chenoi compiamo tutti i giorni e che, a ben vedere, suscita domande fondamentali. Partendo dall’alimentazione, dal-l’energia per la vita, per arrivare fino all’ecologia, come recentemente ha ricordato papa Francesco, siamo portati afar emergere interrogativi decisivi anche per l’uomo di oggi”.Partendo dal bisogno del cibo, della necessità di condividerlo con maggior senso di responsabilità, accogliendo ilrichiamo a superare la facile logica dello scarto, a passare dal culto naturalista ed ecologista del creato alla esplicitapresa di coscienza personale e sociale dell’essere custodi di esso non è difficile scoprire che oltre al richiamo ad unamigliore politica e tecnica gestionale del creato occorre anche eedduuccaarrccii aadd uunn nnuuoovvoo uummaanneessiimmoo.. E’ invito a ricono-scere e a suscitare in noi il desiderio di accompagnarci reciprocamente, nell’affrontare le fatiche ed i cambiamentidel nostro tempo, alimentando in noi la fiducia che è ancora possibile trasmettere una buona eredità ai nostri figli,anche in questa situazione di un futuro incerto e non facilmente progettabile.Non si tratta solo di offrire una ricetta strategica per trasformare in opportunità positiva gli avanzi alimentari chesaranno prodotti nei padiglioni dell’EXPO o di offrire ipotesi avveniristiche su progetti nutrizionali per il futuro,ma diventa urgente condividere anche le preoccupazioni e rendere più esplicite le storture che nascono dalla co-statazione che ssee mmaannccaa iill ppaannee qquuoottiiddiiaannoo èè aanncchhee ppeerrcchhéé mmaannccaa iill llaavvoorroo, ed il lavoro manca anche perché stiamovivendo un tempo di mancanza di fiducia reciproca, di timore ad investire su tempi lunghi, superando la logica delguadagno immediato e sempre più abbondante. Il sseeggnnoo ddeell ppaannee ssppeezzzzaattoo che, per noi cristiani, è sacramento deldesiderio di Gesù di comunicarci il suo amore e la sua vita, di rivelarci che Dio è Padre e che col dono dello Spi-rito vuole comunicarci non solo la pienezza di questa vita terrena, ma anche la vita eterna. L’affermazione biblica«non di solo pane» evidenzia il fatto che per dare energia all’uomo non basta nutrirne il corpo, ma occorre pensarealla totalità del suo Io: al rapporto con se stesso, con gli altri e con Dio. Si spezza utilmente il pane e lo si condi-vide solo accompagnando questo gesto con l’accoglienza di ogni persona nella sua umanità ricca, ferita, incompleta,contradditoria…, accompagnandola a crescere in tutte le sue dimensioni, compresa quella spirituale, fino all’in-contro con Dio che in Gesù Cristo si fa cibo per sfamare il nostra umanità ed alimentare il nostro desiderio di eter-nità. “E ppoorrttaarroonnoo vviiaa ii ppeezzzzii aavvaannzzaattii: dodici ceste piene”. LLoo sspprreeccoo da cui difenderci non riguarda solo il nutrimentomateriale, ma ci richiama anche i beni preziosi del tempo, delle energie umane, affettive, culturali e sociali. Siamoormai vicini al tempo delle vacanze. Di quale nutrimento abbiamo bisogno per vivere bene le nostre vacanze? Qualenutrimento culturale e spirituale vogliamo offrire ai nostri ragazzi e giovani, proponendo originali menù che li sol-lecitino a gestire bene la loro libertà, il loro bisogno di donare, per imparare e meglio ricevere e meglio usare la mol-teplicità di doni che la società e chi ci vuol bene continua ad offrici? Lo spreco che nasce dalla gestione egoisticadei doni di Dio e della nostra capacità di trasformarli non solo moltiplica le povertà e le divisioni tra gli uomini,ma rovina anche il nostro cuore e la nostra volontà, rendendoli insensibili al senso della fatica umana e alla grati-tudine verso Chi è all’origine di ogni dono e di ogni sapienza e grazia che ci rende capaci di ben gestire il pianetae le sue energie di vita buona e possibile.

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Cronaca di aprile e maggioa cura di Sonia Orsi

Aprile3 Venerdì santo – Via Crucis cittadina. Lacelebrazione è iniziata dalla chiesa di SanGerardo, con una breve introduzione delparroco, don Giancarlo. Il cammino èstato caratterizzato da sette soste nellequali si si è ascoltato un brano del rac-conto evangelico della passione di Gesù,una breve riflessione, una preghiera co-munitaria e un canto. Sono stati utilizzatigli stessi che, a Roma, venivano procla-mati durante la Via Crucis presieduta dapapa Francesco e composti da un nostrovescovo ambrosiano: mons. Renato Corti,che ha strutturato la riflessione come seGesù stesso esprimesse i sentimenti delsuo cuore, in questo tempo di prova persé e per i suoi discepoli. La croce, nel pas-saggio da una stazione ad un’altra, venivaportata da alcuni papà, con i figli che por-tavano le lanterne, o da suore di comunitàpresenti in città. Arrivati in Duomo, la ViaCrucis si è conclusa con i canti interpre-tati dalla Cappella Musicale del Duomo el’omelia conclusiva è stata tenuta del par-roco di San Gerardo. [Diego Pessina]

6 Lunedì - Preadolescenti aRoma. Insieme ai settemilaquattordicenni della Profes-sione di fede, anche sei nostriragazzi oggi sono partiti perRoma per partecipare al tradi-zionale pellegrinaggio dioce-sano post-pasquale. Circaduecento sacerdoti e più dimille educatori. Abbiamo con-diviso i due momenti centrali:martedì 7 aprile, alle 10, laSanta Messa nella Basilica vati-

cana presieduta dal cardinale Angelo Co-mastri e mercoledì 8 aprile, la partecipa-zione all’Udienza generale con papaFrancesco. Abbiamo poi vissuto i nostrigiorni romani… Nell’incontro col Papaabbiamo sventolato i nostri foulard con loslogan del pellegrinaggio: «Siamo qui conFrancesco». [Luigi Scarlino]

9 Giovedì – Visita al Duomo del consolefrancese Olivier Brochet. Proseguono levisite istituzionali ai tesori di Monza, conparticolare riguardo proprio al Duomo.Dopo una breve visita nel settembre del2014 in occasione del Gran Premio d’Ita-lia, S.E. il Console Generale di Franciaaveva salutato le autorità con una richie-sta ben precisa: tornare a Monza per unavisita dedicata al Duomo, alla Corona Fer-rea, alla Cappella di Teodolinda e alMuseo e Tesoro. Oggi monsieur OlivierBrochet è stato accolto da mons. SilvanoProvasi e dalla Fondazione Gaiani e ac-compagnato alla scoperta del complessomonumentale del Duomo. Il console Bro-chet ha manifestato una viva emozionenell’ammirare il nostro splendido patri-monio nella duplice veste di storico del-l’arte e uomo di cultura, oltre che di

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diplomatico.[Fondazioni Gaiani]

12 Domenica – Mostra su don Giussani.Oggi nella Sala del Granaio si è tenuta laMostra “Dalla mia vita alla vostra” sullavita di don Luigi Giussani in occasionedei 10 anni dalla morte (22 febbraio 2005).Si è trattato di tredici pannelli con le foto-grafie di alcuni momenti significatividella sua storia, corredate con la sinteticadescrizione della vita, delle opere e da al-cuni suoi brevi pensieri. A ciclo continuoè stato proiettato un video, molto apprez-zato, con alcuni dei suoi discorsi e inter-viste, con il sottofondo delle sue musichepreferite. La mostra ha visto la partecipa-zione di persone di ogni età a partire daanziani molto commossi che negli anni60/70 partecipavano alle sue catechesiproprio a Monza. Sul libro delle impres-sioni, collocato all’ingresso della mostra,così ha lasciato scritto una visitatrice:“Non si può uscire dalla mostra senzaaver avuto un sussulto”. [Gloria Bruletti]

15 Mercoledì – Gita a Crema dei Ministrial Sepolcro. Oggi gli operatori pastoralilaici che ormai si sono affermati come pre-senza stabile al Cimitero Urbano per ac-compagnare i defunti alla sepoltura esoprattutto per accogliere i familiari nel-l’ultima parte del cammino terreno con ipropri cari, hanno rinnovato il mandatoecclesiale durante il pellegrinaggio allacittà e alla chiesa di Crema. E’ stata anchel’occasione di conoscere la realtà di que-sta comunità diocesana, stretta attornoalla propria cattedrale, piccola, ma signi-ficativa, monumento artistico e testimo-nianza della fede secolare che si esplicitanel culto al Crocefisso miracoloso e nella

devozione al Patrono, saan Pantaleone. Inparticolare il rinnovo del mandato è av-venuto nella cripta del santuario di SantaMaria della Croce, che s’innalza in formebramantesche a ricordo della miracolosaapparizione della Madre celeste a unadonna vittima della violenza feroce delmarito. Dulcis in fundo, dopo il pranzo co-munitario, la conclusione con la visita allaPieve protoromanica di Palazzo Pignano,la più antica chiesa del territorio crema-sco, un gioiello nella sua agreste sempli-cità e nell’austerità delle forme, immersonella dolcezza della campagna lombarda.[Antonio Sala]

16 Giovedì – Visita in Duomo dell’Arci-vescovo dei cattolici armeni in EuropaOrientale. Nel pomeriggio è giunto incittà Mons. Raphael Minassian, arcive-

scovo titolare ad personam di Cesarea diCappadocia e Ordinario per gli armenicattolici dell’Europa Orientale, con sedenella capitale armena Yerevan. Nella vi-sita al nostro Duomo si è naturalmente

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soffermato a contemplare gli affreschi re-staurati della Cappella Zavattari e la co-rona ferrea. E’ stato poi accompagnato, inuna visita guidata, a percorrere l’itinera-rio storico artistico del nostro Museo e Te-soro. Ha poi in incontrato la responsabiledella Fondazione Gaiani, che gestisce ilmuseo, la signora Titti, con la quale cui siè intrattenuto, avendo in comune l’atten-zione per la conservazione delle memoriestoriche e la conoscenza della comunitàdei padri armeni melchiti dell’Isola di SanLazzaro a Venezia. Ha inoltre incontratoil vicario episcopale monsignor PatrizioGarascia e don Carlo Crotti. La sera èstato il principale relatore dell’incontro“Cento anni dal genocidio degli Armeni.L’identità di un popolo attraversato daldramma della persecuzione e del marti-rio”, promosso dal Centro Culturale Tala-moni, svoltosi presso la sala Talamoni de“Il Cittadino “ con la partecipazione deldirettore Martino Cervo.[Marina Seregni]

19 Domenica – Elezioni CPP. Oggi non sisono svolte, contrariamente alle indica-zioni diocesane, le elezioni per il rinnovodel Consiglio Pastorale Parrocchiale (diseguito CPP), perché non sono giunte pro-poste di candidature sufficienti ad offrireuna reale possibilità di elezione. La com-missione elettorale, alla luce dei risultatiottenuti dalla richiesta di candidature av-venute sia nominativamente che a mezzodi raccolta adesioni esposta all’internodella Parrocchia per due settimane, haunanimemente deciso di rinunciare allaregola delle votazioni e di nominaremembri laici del CPP le persone chehanno offerto la disponibilità ad assumerequesto servizio ecclesiale. Il Consiglio si èquindi rinnovato con l’ingresso di nuovi

consiglieri che superano la metà dei mem-bri confermati del Consiglio Pastoraleuscente. [La Commissione Elettorale]

19 Domenica - Durante la Santa Messadelle ore 18, il Duomo si è rivestito digiallo. Una moltitudine di Lions, prove-nienti dalle provincie di Lecco, Como,Sondrio, Varese , Milano e Monza, tutticon un giubbino giallo, si sono ritrovatinel nostro Duomo a concludere la gior-nata mondiale del Lions Day. La gior-nata, dedicata a far conoscere le attivitàche i club svolgono sia sul territorio che alivello nazionale ed internazionale, erainiziata al mattino nel centro cittadino conmolte attività di carattere “sanitario” at-traverso la misurazione della pressionearteriosa, l’attività informativa sul diabete,lo screening sull’ambliopia e la preven-zione odontoiatrica. L’esibizione dei caniguida Lions per ciechi ha attirato l’atten-zione dei monzesi. Non sono mancati mo-menti ludici con la presenza del gruppobandistico, del trucca-bimbi, della dona-zione di libri e della rassegna di macchined’epoca. Uno dei momenti più intensi del-l’evento è stato raggiunto col convegnosulle “Nuove Povertà” con importanti re-lazioni del vice prefetto, Lucrezia Loizzo,del vice sindaco, Cherubina Bertola, delpresidente del Comitato Povertà Moralied Economiche, Francesco Gallo, e del di-rettore della Caritas, don Augusto Pan-zeri. La conclusione della giornata èconsistita nella partecipazione alla santaMessa dove il popolo di Dio si raduna percelebrare il memoriale del Signore, cioè ilsacrificio eucaristico e che ha visto prota-gonisti i Lions nei momenti più significa-tivi: la liturgia della parola, lapresentazione delle offerte e la recita della

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Preghiera dei Lions da parte del Gover-natore Luigi Pozzi.[Roberto Pessina]

Maggio4 Lunedì – Da ieri la visita alla cappellaZavattari è sospesa perché sono iniziati ilavoro di smontaggio delle impalcatureche, in questi mesi, sono serviti per per-mettere ad alcuni gruppi di organizzarele visite agli affreschi restaurati da vicinoed ammirare il valore e l’accuratezza delrestauro. Da oggi, dalle ore 8.30 e per tuttala settimana, alcuni operai specializzatisaranno impegnati a liberare la cappelladalle impalcature e prepararla alla nuovailluminazione che renderà ancora più in-tensa l’emozione che scaturisce dall’am-mirare quest’opera che da secoli im-preziosisce e offre un valore aggiunto allamagnificenza del nostro Duomo. [Redazione]

9 Sabato – Celebrazione dellaCresima. “Voce giovane tra i gio-vani”, così mi pare sia risuonataa molti la cordialissima e gio-viale presenza di mons. FrancoAgnesi, vicario episcopale dellazona di Varese, che sabato 9maggio ha amministrato la santaCresima ai nostri ragazzi di 1amedia. Quest’anno, insieme aloro, la comunità del Duomo hapresenziato numerosa, rispon-dendo con sorrisi aperti al dia-logo diretto, vivace edelicatamente ironico, che pro-prio mons. Agnesi ha saputo instauraresubito con i ragazzi. Con affettuosa sim-patia infatti egli è riuscito a coinvolgere

tutti, piccoli e grandi, invitandoci a ri-spondere con generoso senso di respon-sabilità ai nostri impegni personali,familiari e sociali, e stimolandoci a desi-derare persino di “andare oltre”, sem-pre più in veste di “collaboratori” attentie maturi, accanto a coloro che hanno l’im-pegnativo e difficile compito di farci cre-scere. Bella anche la testimonianza deinostri ragazzi e delle loro famiglie che,per un anno intero, hanno saputo perse-verare e portare a termine un cammino diamicizia col Signore; momento questo cherappresenta la tappa d’inizio di quello chesarà, noi ci auguriamo, il loro sempre piùentusiasmante e coinvolgente cammino difede. Ringraziamo allora proprio loro, inostri ragazzi, così come ci ha invitato afare mons. Agnesi, per averci dato la pos-sibilità, accompagnandoli, di fare espe-rienza di quanto sia preziosa la fiduciache il Signore ripone incondizionata-mente in ciascuno di noi; fiducia regalataper farci crescere e offrirci continue op-

portunità per incontrare proprio Lui, il Si-gnore, lungo la Via! [Alessandra Costanzo]

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10 Domenica – S. Messa di Prima Comu-nione. Giovedì 7 e domenica 10 maggioabbiamo vissuto intensi momenti con i co-municandi. Il giovedì, in cripta, si è tenutaun’adorazione eucaristica in preparazionealla prima Comunione, preceduta dal bat-tesimo di due comunicandi al fonte batte-simale. Al termine, in oratorio, abbiamofesteggiato i comunicandi e, in particolarmodo i ragazzi battezzati, con un rinfre-sco offerto da tutti i genitori. La domenicaseguente si è celebrata la S. Messa solennedi Prima Comunione durante la s. Messadelle ore 10.30. La funzione, presieduta damons. Arciprete, è stata concelebrata dalvicario episcopale mons. Luca Bressan eda don Ugo Lorenzi, entrambi in veste dizii di due comunicande. Cinquantasetteemozionati ragazzihanno ricevuto per laprima volta Gesù ac-compagnati dai pa-renti e dalle catechisteche, con gioiosa fa-tica, hanno organiz-zato le cerimonie.[Marzia Brenna]

17 Domenica –Ascensione del Si-gnore - I ragazzi di 5^elementare rinnovanol’Alleanza con Dio.Oggi, durante la s.Messa delle 9.30, i ra-gazzi di 5 elementare,hanno celebrato il ritodel Rinnovo dell’Alle-anza con Dio e con la Chiesa ed hannoespresso la volontà di vivere il passaggiodalla scuola elementare alla scuola mediain modo responsabile e cosciente del cam-biamento che stanno attuando nella loro

vita. Dopo l’omelia hanno presentato alsacerdote la loro “Regola di Vita”, fondatasu tre parole fondamentali: pregare – co-noscere – condividere. Ieri, sabato, i ra-gazzi, in una soleggiata e gioiosa giornatadi ritiro, conclusasi con la recita del s. Ro-sario nel cortile della canonica, avevanoriflettuto, pregato e giocato insieme, perarrivare ad essere più consapevoli nel de-siderio di accogliere degnamente il donodello Spirito, nel sacramento della Con-fermazione, il prossimo anno. Il frutto diquesta giornata è stato espresso in un car-tellone che oggi, all’offertorio, hanno pre-sentato all’altare e al celebrante, donAnthony, invitando tutti i presenti alla li-turgia domenicale ad accompagnarli inquesto tempo di passaggio e di rinnovata

speranza nei doni diDio e del suo Spirito.[Laura Sciré]

21 Giovedì – IlDuomo raccontatoda… Anna Lucchini:il restauro della Cap-pella Zavattari. Inquesta serata la dotto-ressa Anna Lucchiniha illustrato ad unpubblico attento e nu-meroso il suo re-stauro della CappellaZavattari, divenutoormai esemplareanche all’estero. Par-tito nel 2009, con lacollaborazione del-

l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, delC.N.R. e di molte Università d’Italia, haindividuato con gli strumenti più sofisti-cati la presenza di dodici artisti al lavoroper illustrare gli ottocento personaggi, di-

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segnati attraverso figure di ricalco, comedimostra una certa uniformità di rappre-sentazione. L’uso della tempera, legata adolio o ad uovo, la tecnica dello spolvero,così come quella delle lamine di stagnocome appoggio per foglie d’oro o d’ar-gento, la preziosità dei colori ricavati dapietre preziose, come il lapislazzuli o lamalachite, indicano il livello di estremaraffinatezza di quello, che è un esempiomirabile di gotico internazionale. Il re-stauro attuale ha dovuto porre rimedionon solo all’inevitabile logorio del tempo,ma anche a restauri maldestri precedenti.Attraverso 30000 fotografie, l’uso di so-stanze chimiche unito a quello del laser eperfino di un batterio che si nutre dei saligravemente nocivi per i dipinti, così comedegli ultrasuoni per tagliare il cementousato precedentemente per consolidare ipunti rovinati, si è ottenuto un restauro,rigoroso e rispettoso, che sarà messo a di-sposizione di tutti anche a livello infor-matico. La Cappella è stata poi aperta allavisita dei presenti, che hanno potuto chie-dere chiarimenti alla dottoressa Lucchinistessa, resasi gentilmente disponibile apartecipare ancora una volta al pubblicola sua appassionante avventura. [Carlina Mariani]

22 Venerdì – Funerali di mons. GiuseppeArosio. Sono iniziati alle ore 15.30, pre-sieduti da mons. Franco Giulio Brambilla,e con la presenza del vicario episcopalemons. Patrizio Garascia e di oltre qua-ranta concelebranti. Ha concluso la suavita terrena mercoledì notte. Per tutti aMonza era don Peppino, nato qui il dì diS. Martino del 1925, e a Monza è quasisempre vissuto, pur essendo monsignoredel duomo di Milano e responsabile pertanti anni dell’Ufficio diocesano per le

Chiese Nuove. Questo ufficio fu volutodall’allora card. Montini che vedeva Mi-lano espandersi a macchia d’olio e biso-

gnava prevedere nuovi centri aggreganti,ossia nuove parrocchie. Nella nostra cittàdon Peppino fu assistente nelle parrocchiedi S. Biagio e di S. Rocco, primo di diven-tare parroco della erigenda chiesa di S.Giuseppe. Lì profuse il suo genio pasto-rale ed il gusto del bello con la nuova par-rocchiale, aiutato per tanti annidall’indimenticabile don Luigi Serenthà.Don Peppino si interessò dell’Associa-zione Nazionale Combattenti e Reducidella quale divenne cappellano nel 1987.Si ritirò a Monza Cederna, senza trala-sciare le sue attività per il gusto del belloda far gustare anche agli altri. Provato estanco negli ultimi tempi, adesso - direbbeS. Pietro nella sua prima lettera - è stretto,come pietra viva alla pietra d’angolo, il Si-gnore Gesù. [don Enrico Rossi]

23 Sabato – Veglia per i Nuovi Martiri.Sabato 23 maggio alle ore 21 le porte delDuomo di Monza sono rimaste aperte inoccasione della veglia di Pentecoste, pro-

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posta dai Vescovi italiani, per ricordare imartiri cristiani di oggi. Erano presenti inDuomo oltre 400 fedeli di diverse comu-nità del nostro decanato. Ai piedi dell’al-tare maggiore, un imponente crocifisso inlegno, e un braciere acceso invitavano ipresenti al silenzio e alla preghiera. In-sieme, abbiamo invocato lo Spirito Santo,Spirito di Colui che unicamente può illu-minare le menti e i cuori di ciascuno, difronte al mistero del dolore e della mortedi nostro Signore e di tutti coloro, chedopo di Lui, sono stati “scelti dal mondo”e che sono “lieti di essere stati giudicatidegni di subire oltraggi per il nome diGesù”. “Notte” di preghiera dunque, ri-schiarata dalla presenza dello Spirito delRisorto e dalla testimonianza di coloro“che vengono dalla grande tribolazione eche hanno lavato le loro vesti, rendendolecandide nel sangue dell’Agnello”. Profe-tiche queste e altre parole del Vangelo chesono state lette e che, sebbene già ascol-tate in passato, parevano risuonare piùforti, dentro e fuori di noi, nei momenti disilenzio. Così, “ai piedi” della Chiesa ol-traggiata e “crocifissa”, abbiamo ricordatoi numerosi Paesi dell’Africa, dell’Asia edel Medio Oriente, dove tutto questo av-viene quotidianamente.Si tratta spesso anche di martirio lento,

martirio delle piccole cose, delle piccoleparole e gesti, che trafiggono gli animicome spade affilate, come testimoniato, dipersona, da un seminarista indiano. Inquesto penoso scenario, quello che nonpuò non interrogarci e stupirci, oltre allacoraggiosissima e salda fede in Cristo dimolti, è il continuo fiorire di conversionial cristianesimo proprio in queste partidel mondo. Per molti infatti, questa è, eresta, l’unica risposta “pienamenteumana, vitale, gioiosa e libera” alla morte

inflitta con violenza da chi non conosceamore. Facciamo dunque nostra la spe-ranza mite e silenziosa di questi nostri fra-telli e sorelle, che come stelleluminosissime, anche nella più tenebrosanotte, si sono lasciati conquistare dallafiamma d’amore, che continua ad ardereinstancabile per noi; la sola capace di tra-sformare i cuori di ognuno in Colui chesempre ama e che solo sa amare.[Alessandra Costanzo]

24 Domenica – Pentecoste – I fanciulli di3^ elementare rinnovano le Promessebattesimali. Alle ore 9.30 la chiesa di S.Pietro M. si è riempita di fanciulli di 3^elementare e dei loro genitori e nonni percelebrare il rito conclusivo dell’anno di ca-techesi, incentrato sui passi necessari perrealizzare un vero incontro con Gesù, ve-rificando la nostra disponibilità ad imme-desimarci nei personaggi che lo hanno giàincontrato, secondo il vangelo di Luca.Durante la S. Messa, presieduta da donAnthony, i fanciulli hanno rinnovato lepromesse battesimali e, chiamati pernome, hanno accolto l’impegno di prose-guire il cammino di fede che li porterà avivere con maggior impegno la propriaappartenenza alla Chiesa, nel segno dellapartecipazione piena all’Eucaristia, rice-vendo anch’essi la Comunione. Le per-sone presenti: genitori, nonni e fratellini,hanno creato un vero e gioioso clima fa-miliare che dovrebbe caratterizzare ogniEucaristia domenicale. La bella mattinatatrascorsa assieme si è poi conclusa con isaluti e un arrivederci a settembre. [Silvia Bussolati]

25 Lunedì – Festa della Madonna del-l’Aiuto. Oggi nel nostro Duomo l’UNI-TALSI ha riproposto la tradizionale

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celebrazione per gli anziani ed i malatinella richiesta di consolazione al Signore,per l’intercessione Maria. Numerosi an-ziani e malati hanno accolto l’invito e sìsono raccolti attorno all’immagine, tantoamata dai monzesi e non solo, della Ma-donna dell’Aiuto. Don Guido, con la te-nerezza di sempre, ha celebrato la s.Messa parlando al cuore dei presenti. E’poi seguito, nel cortile della canonica, unrinfresco che ha permesso ai partecipantidi ritrovarsi e ricordare i diversi modi dicelebrare questa festa nel tempo, quandola salute e gli anni rendevano più liberinei movimenti e più operosi nel quoti-diano. E’ stato bello ascoltare la voce del-l’esperienza e ricordare gli amici comunied i nuovi che gli incontri generano.Ognuno è poi rientrato a casa o in istitutoportando con sé oltre ad una bellissimarosa offerta dall’UNITALSI anche il ri-cordo di un bel pomeriggio e il piacereche scaturisce dal pregare insieme e dalcondividere amicizia e gioia. [Rita Fogar]

27 Mercoledì – Cantiere pilota per il re-stauro della facciata. Questa mattina lapiazza Duomo è stata risvegliata anchedai i rumori di camion ed attrezzature percostruire l’impalcatura che permetterà adalcuni esperti professionisti di esaminaremeglio ed in modo più specifico le “ma-lattie” di cui sta soffrendo la facciata delnostro Duomo. La preparazione di talecantiere dovrebbe completarsi entro lametà del prossimo mese e l’intervento dimonitoraggio e studio di preparazioneper il futuro restauro dovrebbe conclu-dersi entro la fine del tempo estivo. [Redazione]

28 Giovedì – Pellegrinaggio parrocchiale

al santuario di S. Maria delle Grazie. Nelcammino, iniziato all’Oasi di S. Gerardo,abbiamo meditato e pregato i Misteri Lu-minosi del santo Rosario. Giunti al san-tuario, il vangelo della celebrazioneeucaristica, nella memoria di Maria Sededella sapienza, ci ha riproposto l’episodiodi Bartimeo, meglio noto come il cieco diGerico che, senza giri di parole, domandaal Signore: “Rabbunì, che io riabbia lavista!”. Con la vista infatti possiamo scor-gere, ancor prima del dono, lo sguardocon cui il Signore ce lo porge; sguardo cheva a saziare la nostra fame e sete di“beni”, accendendo di contro in noi un’in-saziabile desiderio di essere pervasi total-mente dal Suo stesso amore di Padre cheaccompagna, e di cui è impregnato quelgesto. Da qui il senso del pellegrinaggiocome cammino per imparare, passo dopopasso, a fare prima memoria e poi ringra-ziamento per gli infiniti doni che, anchequest’anno, giorno dopo giorno, hanno ar-ricchito e nutrito tutta la nostra comunità.Abbiamo ricordato per esempio i diversiSacramenti ricevuti dai nostri ragazzi, legiovani coppie di sposi che hanno sceltodi consacrare il loro amore cristiana-mente, quelle invece più mature chehanno testimoniato un altro anno diamore e fedeltà, fino a coronamenti im-portanti come il 50° anniversario di sacer-dozio di don Guido.Bartimeo ci invita a non fermarci qui, maa “gridare più forte” per poter contem-plare in pienezza il volto di Colui cheprovvede con infinite cure, pazienza, eamore al nostro esistere, contrastando conaudacia e fede coloro che, incuranti dellenostre infermità e condizioni, voglionometterci a tacere. Allora Signore solo que-sto: “Donaci la vista!” [Alessandra Costanzo]

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il duomo cronaca

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Il restauro della facciata.Si parte...Arch. Pippo Caprotti

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il duomo attualità

In recenti numeri del periodico Il Duomo si èfatto riferimento al restauro della facciata condue articoli, a cura di don Dino, dai titoli si-gnificativi: “Quando iniziano i lavori di re-stauro della facciata “ (gennaio 2014), “Prestosi può iniziare” (ottobre 2014). Anche a questoarticolo si è dato un titolo significativo: “Siparte”. Si dirà “finalmente”, tenuto conto che,come certamente si ricorderà, da oltre tre annila Fabbrica del Duomo di Monza si è mossacon impegno nella direzione di procedere alrestauro e alla messa in sicurezza della fac-ciata. Si parte perché verrà organizzato il can-tiere e installato il ponteggio per iniziare ilavori, dopo che nei mesi precedenti è stataeseguita un’indagine visiva per documentarepreliminarmente la definizione e la mappa-tura dei diversi tipi di alterazioni e di degradoe per saggiare la dimensione dei campi da sot-toporre a indagine più approfondita.

Lo stato di conservazioneGià adesso, a seguito di precedenti indaginivisive, è possibile delineare un complessoquadro di alterazioni e di degrado di cui sof-

fre la facciata delDuomo e che dannoluogo a vere e pro-prie patologie chepresenta la strutturalapidea.Innanzitutto i depo-siti superficiali divaria natura, quali:polvere, terriccio,micro e macroflorache hanno alterato lecaratteristiche cro-matiche delle super-

fici; le croste nere, incrostazioni spessosollevate rispetto alla pietra sottostante chenon ne consentono la lettura nelle forme ori-ginarie; placche di natura biologica che sfigu-rano gruppi scultorei e le basi delle colonne.

Forme di erosione, di decoesione e di scaglia-tura, dovute all’azione del vento e/o della

pioggia, attaccano gli elementi decorativi conimpoverimento dell’immagine figurativa edel modellato.

Distacchi cheinteressanoparti anco-rate nei pre-c e d e n t irestauri conmate r i a l enon ade-guato.

Corrosione dei metalli con pericolo statico edanno estetico Fessurazioni di limitate dimensioni su partiormai perdute.

Il programma di restauroMa procediamo con ordine e diamo conto dicome sono state e saranno organizzate le fasitecniche e operative dell’intervento di re-stauro.Già nel 2013 la Fabbrica del Duomo presentòun progetto preliminare alla Curia e alla So-printendenza, sul quale le due Istituzioni, cia-scuna per e nei propri ruoli, sollevaronoperplessità di ordine amministrativo, finan-ziario e tecnico documentale.Lo stesso progetto preliminare, a dire il veroridotto nella dimensione del restauro da ese-guire, è stato presentato alla Regione Lom-bardia che nel giugno 2014 lo ha giudicatomeritevole per le sue finalità culturali, asse-gnando, a valere sul Fondo di rotazione 2013,un contributo di c.a 350.000 euro, in parte afondo perduto e in parte da restituire in 15anni senza interessi.Forti, ma nello stesso tempo ansiosi e preoc-cupati per l’eventuale possibilità di perderequesto finanziamento, si sono avviati incon-tri con la Curia e la Soprintendenza per defi-nire un percorso praticabile e sostenibile sottoil profilo culturale, scientifico, operativo e fi-nanziario.Si è concordato pertanto di procedere dap-

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prima con un cantiere pilota e di estendere ilrestauro all’intera facciata in un secondotempo, una volta acquisiti elementi conosci-tivi approfonditi.

Il programma pre-vede pertanto che:il cantiere pilotaverrà approntato nel-l’anno in corso 2015il restauro dell’interafacciata occuperà glianni 2016 e 2017.

Il cantiere pilotaLa predisposizionedel cantiere pilota,che interesserà il se-

condo campo da destra della facciata, avràcome obiettivo specifico quello di eseguire lepiù opportune indagini conoscitive nonchèprove e campionature dei materiali, al finedella migliore definizione degli interventi direstauro.Il gruppo di lavoro incaricato dell’organizza-zione del cantiere pilota e del progetto di ri-cerca e diagnostica ha caratteremultidisciplinare ed è così formato:- prof. Lucia Toniolo, del Laboratorio per ilpatrimonio culturale del Politecnico di Mi-lano, responsabile del progetto di ricerca ediagnostica;- ing. Valentina Russo, rilievo fotogramme-trico e restituzione su supporto informaticodella facciata;- dott.ssa Cinzia Parmigoni, esperta di re-stauro;- ing. Benigno Morling Visconti, direttore deilavori, già direttore dei lavori della Fabbricadel Duomo di Milano;- ing. Dario Mariani, responsabile della sicu-rezza;- Edil Milanova, impresa edilizia di supportoCISMONT, attrezzature di ponteggio.

Le attività del progetto riguardano:l’impostazione del cantiere. Questo interesseràla porzione di facciata compresa tra le due le-

sene a destra del rosone centrale, rappresen-tativa delle diverse condizioni del materialecostitutivo, del modellato, dello stato di con-servazione.

La diagnostica. Sarà eseguita una dettagliatamappatura delle forme di alterazione e di de-grado delle superfici lapidee, ottenuta con laraccolta, per campioni, del materiale. I cam-pioni saranno analizzati con indagini diagno-

stiche di laboratorio.La selezione delle metodologie conservative. Sullabase delle conoscenze acquisite verranno se-lezionate le metodologie conservative per l’in-tervento di pulitura, di consolidamento, distuccatura e di protezione.

La durata del cantiere pilota è prevista in seimesi e dunque alla fine dell’anno in corso siavranno i risultati della ricerca e della dia-gnostica e dunque i materiali con i quali sipotrà procedere alla stesura del progetto di

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Una festa di famiglia:il 5500°° di don Guidodon Enrico Rossi

A Monza la festa del patrono San GiovanniBattista è occasione per ricordare particolarieventi di persone e della Comunità. Que-st’anno, alla vigilia, don Guido celebrerà tranoi il cinquantesimo della sua ordinazione sa-cerdotale che ebbe luogo il 26 giugno 1965 permano dell’allora Arcivescovo, il card. Gio-vanni Colombo.

Un’autore famoso (Bonhoefer) poté scrivereche “dieci anni nella vita di un uomo non sonopochi”; immaginiamo cinquant’anni! DonGuido è prete da cinquant’anni, ordinato al-l’età di ventisette, fu assistente ad Albiate, poiparroco a Gornate Olona ed a Mornago, perapprodare tra noi come vice parroco nel 1987;dunque ventotto anni fa, più della metà deicinquanta trascorsi. Questi cambiamentisono, per il prete, utili e dolorosi al tempostesso. Sono utili perché lui impara dalle di-verse comunità lo stare con loro; ognuna in-fatti ha le proprie tradizioni (pensiamo a cosaè la festa del paese) ed ha particolari espres-sioni devozionali, nella formazione dei nuovi,nell’esercizio della carità che è il termine ul-timo di ogni celebrazione. Senza dire chenella diocesi di Milano vige un rito partico-lare, quello ambrosiano, mentre Monza è dirito romano; la diversità è ricchezza, ma biso-gna ancora imparare. I cambiamenti sono tut-tavia sempre dolorosi perché il prete che sidona con il cuore alla gente, dalla gente vienericambiato e lui non si sente più in cattedra,ma tra loro ad ascoltare l’unico Maestro che èCristo. Si stabilisce un legame (papa France-sco lo chiamerebbe odore delle pecore) chesempre duole nel distacco, lascia una bellamemoria e la nostalgia di tornarvi, almeno incircostanze particolari, chiamato magari dalparroco che gli è succeduto nel posto lasciato.

Don Guido a Monza è canonico penitenzieredel duomo e si evidenzia perché il suo con-fessionale è sempre assiepato di persone checercano da Dio il perdono, da don Guidoquella parola di conforto che incoraggia a vi-vere da cristiani, nonostante tutto. Questo

contatto con la gente, in un osservatorio unicocome quello della suprema sincerità del sa-cramento, non è però casuale; esso è frutto diun vivere con le persone perché nella chiesa

di S. Pietro martire e nel quartiere, don Guidone frequenta tante; la sua è la chiesa dove sicelebra messa in un’ora insolita alla domenica(alle ore ventuno) con tanta affluenza di genteaffezionata e costante nel seguirla. Il tratto distrada poi che separa la casa, dove don Guidocon la sorella, dal duomo (un tratto di viaCarlo Alberto e via Napoleone) fatto e rifattomille volte, è per lui occasione di incontri, disaluti, di cordialità. Un po’ scherzando i con-fratelli a volte chiedono a don Guido inquante “stazioni” si è fermato prima di giun-gere in duomo, il suo habitat. Qui, in duomo, la sua voce, piena, sonora, in-tonata, si fa sentire bene perché inconfondi-bile. In duomo spesso tocca a don Guido lamessa d’esequie per un morto o il matrimo-nio di novelli sposi. Allora, mancando i mini-stranti, fa tutto: canta, fa cantare, predica,accoglie, accompagna; e questo sempre: estateed inverno, nel bello e nel cattivo tempo,quando a volte gli può venire stanchezza equando invece si sente in forma.

Non dimentichiamo che don Guido si inte-ressa anche delle persone sole, malate, in casasenza potersi muovere; nella parrocchia del

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duomo le persone che vivono da sole, con osenza badante, raggiungono la percentuale diquasi il quaranta su cento famiglie. Questepersone spesso attendono il prete come unabenedizione, percepiscono, tramite lui, la vi-cinanza della comunità parrocchiale che nondimentica quelli che non hanno voce per farsiascoltare e forza per camminare. Papa Fran-cesco, nelle sue catechesi su “la famiglia” delmercoledì, ha ben indicato come la cura dellepersone anziane e sole è più di un dovere, èimitazione del Dio di misericordia dal qualeimpariamo la misericordia.

Con questi pensieri, dopo le brevi notizie sudon Guido, andiamo a toccare la sorgentedello stesso ministero sacerdotale che è lamissione: quella che Gesù ha ricevuto dalPadre venendo, e quella che Gesù ha conse-gnato agli apostoli prima di salire al Padre.Tale missione non cesserà mai, è partecipatanon solo ai preti, ma a tutto il popolo di Dio;essa continuerà fino ai confini della terra e altermine del tempo, fino al ritorno del Signore.L’attività apostolica con la consegna “andate,

predicate, in-segnate, bat-tezzate…” èi n s i e m eumana e di-vina. Umanaperché impe-gna uomini edonne pernatura fragili;divina per-ché, pur invasi fragili,porta il mi-stero di Dioed è soste-nuta dalloSpirito Santo.E’ lo Spiritoche consacraogni fedelenel battesimoed il pretecome mini-stro (servo) diCristo e di-spensa to r edei suoi mi-steri.

La festa di don Guido per i suoi cinquant’annidi sacerdozi, è pertanto festa della Comunitàintera. Il mio vecchio parroco mi disse unavolta: Lascia che ti facciano festa perché lafesta è per tutti. E’ occasione dunque per rin-graziare il Signore che continua ad essere tranoi con la sua parola ed i sacramenti; è lui cheapre il cuore della sua misericordia ad ognipeccatore pentito, che si fa pane spezzato, co-munione di tutti con Lui; comunione resavera e visibile dalla carità reciproca.Dobbiamo, in fine, chiederci: passate le testegrigie (o calve) dei vari sacerdoti presenti orain duomo, chi subentrerà? Capiamo benis-simo l’invito del Signore: “Pregate il padronedella messe perché mandi operai nella sua messe”.

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Il rinnovo del Consiglio Pastorale

La Commissione Elettorale

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Purtroppo non siamo riusciti ad effettuare levotazioni per eleggere i nuovi membri delConsiglio Pastorale Parrocchiale. Dalla bus-sola collocata in fondo al Duomo sono emersisolo pochi nominativi, chiaramente insuffi-cienti per formare una adeguata lista di can-didati da offrire ai fedeli per una significativavotazione. Il parroco, don Silvano, ha quindiincontrato personalmente i componenti delprecedente CPP ed altri laici che partecipanoin diverso modo alla vita della parrocchia, of-frendo loro la possibilità di servire la Chiesaanche attraverso il dono del “consigliare”. Se-condo le norme diocesane sono state inter-pellate persone di diversa età e si è costituitoun CPP composto dai seguenti fedeli laici.

Per la I fascia d’età (18 – 40 anni) si sono residisponibili Nicolò Trabattoni, Laura Scirè eMichela D’Ambrosio. Laura entra per laprima volta a far parte del CPP.La II fascia (41 – 60 anni) sarà composta daCremonese Mara, Brambilla Giuseppina,Parma Stefania, Casati Francesca, LorenziLuisa, Pessina Alberto, Bruggia Alessandro,Guardì Riccardo e Dell’Orto Alberto. Sononuovi consiglieri Stefania, Luisa, Alberto Pes-sina e dell’Orto, Alessandro e Riccardo. La III fascia (61 e oltre) sarà rappresentata daNardi Giampietro, Giacovelli Avio, GarlatiLuciana, Crippa Carla e Redaelli Piero. Ini-ziano questo nuovo servizio nella ChiesaGianpiero, Luciana e Piero.

I membri di diritto saranno i sacerdoti cheoperano in parrocchia, il diacono Dario Erba,i e le rappresentanti delle persone consacrateoperanti in parrocchia (Misericordine, Canos-siane, Dehoniani e Barnabiti). Le persone no-minate hanno firmato la disponibilità adaccettare di svolgere questo servizio del con-sigliare nella Chiesa esprimendo la volontà di“impegnarsi a partecipare con fedeltà ai la-vori del Consiglio stesso per la durata dell’at-tuale mandato, in spirito di autenticacorresponsabilità, aiutando la comunità par-rocchiale a maturare quello spirito di comu-

nicazione fraterna con cui convergere versoun progetto pastorale comune”. Dichiarandoinoltre di “impegnarsi a osservare le disposi-zioni del diritto vigente e le indicazioni dio-cesane, in particolare le norme previste dal“Direttorio per i consigli parrocchiali” e le di-sposizioni dell’eventuale regolamento delConsiglio.

Normalmente il CPP svolge sei sedute al-l’anno. La prima nel mese di settembre, in-sieme a tutti i membri del CP delle comunitàdel decanato, per informarsi sul programmapastorale diocesano proposto dal vescovo. Se-guono poi altre quattro sedute, durante l’annonelle quali si affrontano e si approfondisconoalcuni temi pastorali per consigliare qualchescelta pastorale urgente o più opportuna neltempo. L’ultima seduta, fissata normalmenteverso la conclusione dell’anno pastorale, è de-dicata alla verifica del lavoro svolto durantel’anno o di qualche scelta pastorale che abbiarichiesto una ulteriore verifica comunitaria.

Il Direttorio per i CPP richiama alcune osser-vazioni che è bene conoscere anche da partedi tutti i fedeli. Ad esempio: “Le sessioni sonopubbliche, salvo diversa indicazione del parrocoo del responsabile della comunità pastorale, sentitii moderatori. A esse possono assistere, senza di-ritto di parola, i fedeli che lo desiderano e che ap-partengano alla parrocchia interessata o a unadelle parrocchie facenti parte della comunità pa-storale interessata.”Interessante è anche il richiamo, non sempreda noi attuato, nel quale si evidenzia che il“CPP studierà gli strumenti più idonei (inchieste,assemblee, stampa, ecc.) per mantenere vivo e svi-luppare il rapporto di corresponsabilità e di rap-presentatività che li stringono alla comunità… Inparticolare daranno opportuna pubblicità ailoro lavori e alle loro deliberazioni attraverso ilbollettino o altro mezzo simile. Il rapporto con lacomunità è molto importante anche in fase diistruzione di un argomento da trattare in una se-guente sessione. Sul coinvolgimento della comunità cristiana

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si aggiunge inoltre: “Se la comunità non si senteeffettivamente rappresentata dal consiglio e se que-sti, a sua volta, si sente staccato da essa, è impos-sibile realizzare il compito specifico del consigliodi essere soggetto unitario di decisioni pastoraliper una determinata comunità. Oltre alle occasioniformali di rapporto con la comunità è necessarioche ciascun consigliere curi il rapporto con le re-altà e le persone di cui, pur senza vincolo di man-dato, è espressione.”

Alcuni temi affrontati e discussi dal prece-dente CPP.1. Le 10 catechesi preparatorie per il VII In-contro Mondiale delle Famiglie - “La Famiglia: illavoro e la festa”. Come possiamo attuarlenella nostra comunità? 2. L’accoglienza delle famiglie e la “virtù del-l’accogliere”. La visita pasquale alle famigliedella parrocchia: dall’esperienza dello scorsoanno quali nuove attenzioni e metodologie

proporre...? Accogliere, annunciare, accompagnare, visitare, incontrare; sono i verbi della “nuovapastorale” che non si accontenta di attendere,amministrare, gestire.., ma si apre all’acco-glienza e alla missione.3. Come esprimere maggiore attenzione neiconfronti delle famiglie che stanno vivendo mo-menti di passaggio nella vita quotidiana, espe-rienze di gioia o di sofferenza?4. Celebrare la festa: Come giudichiamo la pro-

posta parrocchiale della domenica mattina? Eper il pomeriggio? La liturgia eucaristica è ve-ramente un “roveto ardente” che aiuta a ri-trovare il senso di Dio e l’incontro con Gesù cirinnova il mandato di andare a “liberare il suopopolo”...? Verifichiamo la fatica e le difficoltànel progettare e gestire i momenti comunitari.5. L’urgenza di nuovi stili di vita in questotempo di fatica e speranza nel cambiamento(“travaglio”). La gratuità è componente signi-ficativa di ogni proposta educativa? Come ri-lanciare il volontariato come strumento emezzo di promozione umana? Come concre-tizzare il valore della sobrietà e solidarietà at-traverso l’educazione alle 3 “R”: ridurre –ricuperare – riparare?6. “Il Signore ogni giorno aggiungeva alla co-munità quelli che erano salvati…”. Il voltomissionario della nostra comunità.7. La cura della fede in famiglia: La famiglia è laprima scuola delle fede.

- Le 4 tentazioni: reticenza sulle ragioni dlvivere e sulle responsabilità.., individua-lismo religioso, rassegnazione.., rinunciaad un serio, impegno educativo… - Percorsi attuabili: le molteplici vie dellariconciliazione, maggior coinvolgimentodei genitori negli itinerari di IniziazioneCristiana, attenzione più assidua alla sto-ria di famiglie in difficoltà ed in partico-lare a chi ha “il cuore ferito”.8. “La fede per il bene della società plurale”.Siamo chiamati ad interrogarci su comela nostra vita di fede è capace di animare lasocietà”. 9. Riflessioni e verifica pastorale sui al-

cuni temi emergenti nella esortazione aposto-lica Evangelii Gaudium di papa Francesco: la“trasformazione missionaria della Chiesa”;10. La diocesi ci invita quest’anno a perse-guire queste 3 priorità pastorali: a) Attuazionedelle indicazioni per la Comunità Educante perl’Iniziazione Cristiana dei ragazzi. b) Cura perla celebrazione liturgica domenicale. c) Cura epromozione delle vocazioni di speciale consa-crazione (cfr anno dedicato alla vita consa-crata).

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La chiesa ambrosiana si interroga sul temaNuovo Umanesimo, tema proposto dal no-stro Arcivescovo nel tradizionale discorsodella vigilia di sant’Ambrogio. Un discorsoricco di contenuti e sollecitazioni che offre un

tentativo di riflessione e di risposta ai cam-biamenti in atto. Il nostro tempo, soprattuttoin Italia, e in modo speciale nelle ricche terrelombarde, appare segnato da profondi tra-sformazioni che disegnano sempre più unavera e propria metamorfosi culturale e so-ciale. La chiesa sisente investita dinuove responsabi-lità e al tempostesso avverte il bi-sogno di orientarsi,leggere i segnidella nostra epocae comprendere gliscenari futuri.Il richiamo alla pa-rola Umanesimo,movimento cultu-rale del XV secoloche accompagnò ilRinascimento e chedesidera porre alcentro l’uomo e lasua dignità, oggi

assume un nuovo significato dentro il qualela Chiesa accetta e rilancia la responsabilità sisentirsi coinvolta sulle sfide culturali, socialied educative nel progettare un futuro per ilquale l’Evangelo possa ancora essere “sale e

luce”.Il Cardinale invita la Chiesa ad es-sere protagonista di un Nuovo Uma-nesimo, un invito che suscita nonpoche domande e molti dubbi. Fra lenumerose riflessioni poste dal libri-cino che riporta il discorso del Cardi-nale, è il capitolo sulla fragilità esull’emarginazione sociale ad attirarel’attenzione della Caritas, della SanVincenzo e degli operatori sociali.Per Scola occuparsi di fragilità signi-fica aprire una delle vie che condu-cono al Nuovo Umanesimo, perché èproprio “la ricca ed estesa rete socialediffusa sul nostro territorio a rappresen-tare la realizzazione del Nuovo Umane-

simo” e, dopo aver ricordato la figura di FratelEttore, invita a riflettere e cercare la connes-sione fra carità e cultura.

Mi domando: possiamo cogliere la portataculturale della Carità senza aver approfondito

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Il nuovo umanesimo chiamato ad affrontare fragilità ed emarginazioneFabrizio Annaro

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il vero senso e significato della fragilità?Siamo soliti pensare che la debolezza generipersone “Figlie di un dio minore”. “Ti basta lamia grazia; la forza infatti si manifesta pienamentenelle debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieridelle mie debolezze, perché dimori in me la potenzadi Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze... quando sono debole, è allora che sono forte”(2Cor 12,9ss). Questa rivelazione di san Paolocontinua a suscitare domande e perplessitàsoprattutto alla luce di una società la cui lacultura dominante esalta l’efficientismo,l’eterna giovinezza ed abiura il disagio. Certouna persona ammalata, emarginata merita as-sistenza e ciò la rende “dipendente” dalla so-cietà, dal potere politico, dal bilanciopubblico, dalla magnanimità delle classi diri-genti. Se ci limitiamo a questa visione lostigma alle persone fragili sarà sempre scol-pito in modo permanente ed indissolubile.Ma se “entriamo” fra le righe di san Paolo enei suggerimenti del nostro vescovo allora ilcontributo della Chiesa all’elaborazione e spe-rimentazione il Nuovo Umanesimo ambro-siano potrà esser quello di mettere in risaltotutto ciò che paradossalmente la debolezzagenera forza, coraggio, voglia di vivere, ca-pacità di reagire alla sventura, potenzialità dicambiamento.

E’ possibile? Io ne sono convinto ed è propriosul versante culturale che la fragilità giungein nostro aiuto: avete mai letto articoli di uo-mini malati di SLA che firmano rubriche sugiornali e riviste, scrivono libri, consolano isofferenti e “alimentano” la vita di perso-naggi famosi e meno famosi? Avete mai assi-stito a rappresentazioni teatrali di detenuti,oppure a programmi radiofonici condotti dapersone affette da un disagio psichico? Avetepartecipato ad interviste a personaggi pub-blici condotte da giovani ragazzi che arrivanoda percorsi familiari e sociali indescrivibili?Vi siete mai soffermati sulle riflessioni diChiara Luce Badano? Ecco, dalla fragilità non giunge pietismo, mavalori di un Nuovo Umanesimo. La fragilità

sarà nel prossimo futuro anche occasione dibusiness perché il nuovo welfare, quello dicomunità, offrirà possibilità di lavoro e di im-presa. Siamo alle porte di una rivoluzioneeconomica che sta trasformando anche la cul-tura della beneficienza e della filantropia.Nuovi indirizzi economici come la CSR la re-sponsabilità Sociale di impresa o come il Bu-siness del banchiere dei poveri MuhammadYunus con la Grameen Bank, metteranno insecondo piano il buonismo dei ricchi e ci mo-streranno nuove opportunità ora inimmagi-nabili.Infine ritornando alle parole del Cardinale(“la ricca ed estesa rete sociale diffusa sul nostroterritorio a rappresentare la realizzazione delNuovo Umanesimo”) ci aiuta a comprenderel’importanza della rete sociale monzese equella brianzola: 800 enti del Terzo Settore,uno ogni mille abitanti, nodi di un’articola-zione di servizi alla persona, alla famiglia e alterritorio che lasciano stupiti e che nel con-tempo aprono altri fronti di riflessione: peresempio quello sul nostro passato, sulle no-stre radici.

E’ un caso che nostra la terra abbia conosciutoun uomo straordinario, un appassionato dellacarità, come Gerardo acclamato santo nel lon-

tanissimo 1207?Nella foto: Luigi Picheca 60 anni,da 8 malato di SLAvive a SLAncio e scrive per giornali e riviste. Ha pub-blicato per Il Cittadino e il Dialogo di Monza

il duomo attualità

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Venerdì 8 maggio abbiamo festeggiato, per laprima volta, la ricorrenza del nostro santo Pa-trono: San Vittore Martire. Ci siamo ritrovatiin Duomo per la S. Messa serale officiata perl’occasione da don Carlo Crotti (nostro assi-stente ecclesiastico) che ha ricordato la figuradel Santo: soldato romano del III secolo, origi-nario della Mauritania (Africa settentrionale) edi stanza a Milano all’epoca di Massimiano, chesubisce il martirio durante una delle ultime per-secuzioni contro i Cristiani, per non aver volutoabiurare la propria fede. Torturato e poi deca-pitato. Dopo la Messa un incontro di lavoro conl’Arciprete, don Silvano Provasi, sempre attentoe sensibile ad ogni nostro problema. E’ seguitauna cena in un vicino ristorante dove, comenelle migliori tradizioni, abbiamo concluso inallegria e serenità la serata di festa. Non risultagli Alabardieri abbiano mai avuto un Santo Pa-trono e San Vittore è stato da noi scelto (“unSanto guerriero per dei guerrieri”) solo loscorso anno. A questo proposito occorre fare unpiccolo passo indietro al 1982 e riassumere persommi capi la nostra storia più recente.

L’origine del Corpo degli Alabardieri, come ènoto, non è documentata in nessuno scritto. Ame piace credere che si possa far riferimentoalle guardie longobarde di Teodolinda alla finedel VI secolo. Riferimenti documentali incertisono presenti in varie forme a partire dal XVIIsec… e poi nel 1763 il documento sicuro diMaria Teresa d’Austria che approva la nuovadivisa e da qui a seguire scritti e testimonianzesempre più numerose negli ultimi due secoli vi-cini a noi. In archivio conserviamo quadernicon annotati nomi, cronache di servizi, lettere,aneddoti, fotografie ecc. che testimoniano ilcontinuo operare del Corpo nell’800 e nel ‘900.Alla fine degli anni settanta il servizio è statosospeso per qualche tempo. Al momento nonsono ancora riuscito a ricostruire date precise emotivo della sospensione (posso pensare allamancanza di volontari all’altezza del compito)ma mi riprometto di chiarire il tutto interro-gando i testimoni ancora tra di noi.

Arriviamo così al 1982 quando il prof. Gio-vanni Bergna, nota figura monzese appassio-

nato di storia della nostra città insignito anchedel “Giovannino d’oro “, raduna un gruppo disei amici tra i quali due vecchi ex Alabardieri, eil giorno di Natale dello stesso anno, con l’ap-provazione dell’Arciprete don Dino Gariboldi,alla S. Messa capitolare riporta in Duomo gliAlabardieri. Negli anni seguenti viene reclutatoil gruppo degli attuali “veterani” tra i quali cisono anch’io, fino ad arrivare allo storico nu-mero di 13. Bergna rimane Comandante finoalla sua scomparsa nel 1993. Nel 2004 vieneeletto Comandante Simeone Bernasconi il qualegià teneva dal 1983 i registri dove annotavascrupolosamente tutte le attività del Corpo.Quest’anno li abbiamo fatti rilegare in due vo-lumi dal 1982 al 2013 e messi in archivio.Nel lu-glio del 2013 Simeone viene improvvisamente amancare ed io vengo nominato Comandante.

L’altra data importante per il rilancio del Corpoè sicuramente il 2007, con l’arrivo a Monza dimons. Silvano Provasi. Il nuovo Arcipreteprende subito a cuore la riorganizzazione delgruppo. Procura i fondi necessari e nel 2010 faconfezionare nuove divise, cappelli, cinturoni,spade ed arruola dodici giovani che il 23 giu-gno, vigilia di San Giovanni, in una solenne ce-rimonia in Duomo giurano fedeltà alla Chiesa evengono immessi nel Corpo Alabardieri. Iniziaanche, con l’aiuto di tutti noi, la preparazionedi uno Statuto e del nuovo Regolamento, do-cumenti che l’8 maggio 2014 diventano ufficiali.Lo Statuto prevede tra l’altro: la scelta di S. Vit-tore M. come Patrono, il logo corona ferrea ealabarde incrociate con il motto “pro Ecclesia inarmis fidei” e l’istituzione di un consiglio di-rettivo composto dall’Arciprete, dal Coman-dante, dal Segretario, da tre Consiglieri edall’Assistente Ecclesiastico. Tutto questo èstato necessario per dotare il Corpo di basi so-lide e moderne, per continuare e magari am-pliare la propria attività. E’ mio intento comeComandante di trasmettere ai più giovani la vo-lontà di operare con entusiasmo per garantireil futuro del Corpo degli Alabardieri delDuomo di Monza, nobilitato da tanti secoli distoria. Tanto dobbiamo al nostro Duomo, allanostra Città e a tutti i “Lumbardè” che ci hannopreceduto.

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il duomo storia ed arte

San Vittore Martire,patrono degli alabardieriIl comandante Giorgio Villa

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Nella nostra lettura della Esortazione apostolicaEvangelii gaudium di Papa Francesco, sostiamoancora per un poco sul quarto capitolo dedicatoalla dimensione sociale dell’evangelizzazione. Inparticolare soffermiamoci sul paragrafo nelquale il Papa parla di bene comune e pace. Sonofra le pagine più originali, stimolanti e ricche dicontenuto della Evangelii gaudium. E, come al so-lito, chiare e concrete nella loro esposizione, percui lasceremo parlare direttamente il Papa, cheesordisce dicendo: “Per avanzare nella costru-zione di un popolo in pace, giustizia e fraternità,vi sono quattro principi relazionati e tensioni bi-polari proprie di ogni realtà sociale. Desidero oraproporre questi quattro principi che orientano losviluppo della convivenza sociale e la costru-zione di un popolo in cui le differenze si armo-nizzino all’interno di un progetto comune. Lofaccio nella convinzione che la loro applicazionepuò rappresentare un’autentica via verso lapace”.Il tempo è superiore allo spazio. Questo prin-cipio permette di lavorare a lunga scadenza,senza l’ossessione di risultati immediati. Aiuta asopportare con pazienza situazioni difficili o av-verse. E’ un invito ad assumere la tensione trapienezza e limite, assegnando priorità al tempo.Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’at-tività sociopolitica consiste nel privilegiare glispazi di potere al posto del tempo dei processi.Dare priorità allo spazio porta a diventar matti

per risolvere tutto nel momento presente, pertentare di prendere possesso di tutti gli spazi di

potere e di autoaffermazione. Significa cristalliz-zare i processi e pretendere di fermarli. Darepriorità al tempo ordina gli spazi, li illumina e litrasforma in anelli di una catena in costante cre-scita, senza retromarce. Si tratta di privilegiarele azioni che generano nuovi dinamismi nella so-

cietà e coinvolgono altre persone e gruppi che leporteranno avanti, finché fruttifichino in impor-tanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però conconvinzioni chiare e tenaci. Questo criterio ri-chiede di tenere presente l’orizzonte, di adottarei processi possibili e la strada lunga.

L’unità prevale sul conflitto. Il conflitto può es-sere ignorato o dissimulato. Dev’essere accettato.Di fronte al conflitto, alcuni semplicemente loguardano e vanno avanti come se nulla fosse, sene lavano le mani per poter continuare con laloro vita. Altri entrano nel conflitto in modo taleche ne rimangono prigionieri, perdono l’oriz-zonte, proiettano sulle istituzioni le proprie con-fusioni e insoddisfazioni e così l’unità diventaimpossibile. Vi è però un terzo modo, il più ade-guato, di porsi di fronte al conflitto. E’ accettaredi sopportare il conflitto, risolverlo e trasfor-marlo in un anello di collegamento di un nuovoprocesso. In questo modo, si rende possibile svi-luppare una comunione nelle differenze, chepuò essere favorita solo da quelle nobili personeche hanno il coraggio di andare oltre la superfi-cie conflittuale e considerano gli altri nella lorodignità più profonda. Ciò non significa puntareal sincretismo, né all’assorbimento di uno nel-

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Evangelii gaudium:dimensione sociale della evangelizzazioneDon Carlo Crotti

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l’altro. Ma alla risoluzione del conflitto su di unpiano superiore, che conserva in sé le preziosepotenzialità delle polarità in contrasto.La realtà è più importante dell’idea. Esisteanche una tensione bipolare tra l’idea e la realtà.La realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Trale due si deve instaurare un dialogo costante,evitando che l’idea finiscaper separarsi dalla realtà. E’pericoloso vivere nel regnodella sola parola, dell’imma-ginazione, del sofisma. Daqui si desume che occorrepostulare un terzo principio:la realtà è superiore all’idea.Questo implica di evitare di-verse forme di occultamentodella realtà: i purismi angeli-cati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi di-chiarazionisti, i progetti più formali che reali, ifondamentalismi antistorici, gli eticismi senzabontà, gli intellettualismi senza saggezza. L’ideaè in funzione del cogliere, comprendere e diri-gere la realtà. L’idea staccata dalla realtà originaidealismi e nominalismi inefficaci, che al mas-simo classificano o definiscono, ma non coinvol-gono. Ciò che coinvolge è la realtà illuminata dalragionamento. Bisogna passare dal nominalismoformale alla oggettività armoniosa. Diversa-mente si manipola la verità

Il tutto è superiore alla parte. Anche tra la glo-balizzazione e la localizzazione si produce unatensione. Bisogna prestare attenzione alla di-mensione globale per non cadere in una meschi-nità quotidiana. Al tempo stesso non èopportuno perdere di vista ciò che è locale, che cifa camminare con i piedi per terra. Le due coseunite impediscono di cadere in uno di questi dueestremi. L’uno, che i cittadini vivano in un uni-versalismo astratto e globalizzante, passeggerimimetizzati del vagone di coda, che ammirano ifuochi artificiali del mondo, che è di altri, con labocca aperta e applausi programmati. L’altro,che diventino un museo folkloristico di eremitilocalisti, condannati a ripetere sempre le stessecose, incapaci di lasciarsi interpellare da ciò che

è diverso e di apprezzare la bellezza che Dio dif-fonde fuori dai loro confini. E’ necessario affon-dare le radici nella terra fertile e nella storia delproprio luogo, che è un dono di Dio. Si lavoranel piccolo, con ciò che è vicino, però con unaprospettiva più ampia. Allo stesso modo, unapersona che conserva la sua personale peculia-

rità e non nasconde la sua identità,quando si integra cordialmente inuna comunità, non si annulla mariceve sempre nuovi stimoli per ilproprio sviluppo. Non è né la sferaglobale che annulla, né la parzia-lità isolata che rende sterili.

ConclusioneAbbiamo percorso questo para-grafo della Evangelii gaudium nella

linea principale del magistero di papa Francesco:i quattro principi per il conseguimento del benecomune e per la costruzione di una società paci-fica. Abbiamo quindi privilegiato il versante so-ciale, culturale e politico della riflessione delPapa. Però, in queste pagine, accanto al temacentrale, ne compare pure una altro, apparente-mente un po’ nell’ombra, ma non meno rile-vante. Il Papa infatti conclude la sua riflessionesu ognuno dei quattro principi, indicando qualisono le conseguenze della loro applicazione allavita della Chiesa e del cristiano. A modo di esempio e quasi come stimolo ad ac-costare personalmente il testo della Evangelii gau-dium, citerò solo l’indicazione ecclesiale delprimo principio, quello relativo alla superioritàdel tempo sullo spazio. Scrive il Papa: “Questocriterio è molto appropriato anche per l’evangelizza-zione, che richiede di tener presente l’orizzonte, diadottare i processi possibili e la strada lunga. Il Si-gnore stesso nella sua vita terrena fece intenderemolte volte ai suoi discepoli che vi erano cose che nonpotevano ancora comprendere e che era necessario at-tendere lo Spirito Santo. La parabola del grano e dellazizzania descrive un aspetto importante della evan-gelizzazione che consiste nel mostrare come il nemicopuò occupare lo spazio del Regno e causare danno conla zizzania, ma è vinto dalla bontà del grano che simanifesta con il tempo”.

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L’albero della vitaRRIITTOORRNNAATTIIRRIITTOORRNNAATTIIAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREEAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREEFFiioorruuccccii GGiiuusseeppppaaFFiioorruuccccii GGiiuusseeppppaaCCoolloommbboo MMaarriiaa LLuuiissaaCCoolloommbboo MMaarriiaa LLuuiissaaSSccaannssaarrii SSaannddrrooSSccaannssaarrii SSaannddrrooZZaannuussssii CCllaarraaZZaannuussssii CCllaarraaGGaarrggaannttiinnii PPaaoollooGGaarrggaannttiinnii PPaaoollooBBeerrnnaassccoonnii EElliiooBBeerrnnaassccoonnii EElliiooBBeelllloonnii AAnnttoonniieettttaaBBeelllloonnii AAnnttoonniieettttaaCCaanneessii EErrnneessttooCCaanneessii EErrnneessttooFFrriiggeerrii GGiiaann CCaarrllooFFrriiggeerrii GGiiaann CCaarrlloo

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