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Anno XCI - numero 3 maggio/giugno 2017 ilduomo Periodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in Monza Poste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano Duomo diMonza

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Anno XCI - nnuummeerroo 33 maggio/giugno 2017

iilldduuoommooPeriodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in MonzaPoste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano

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Sommario34121415161719202224

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Hanno collaborato

La visita di papa Francesco: un dono e una responsabilità [don Silvano Provasi]Cronaca di aprile e maggioLa festa eucaristica al parco [Milena & Pietro]Guardando dal balcone di casa [Roberto Conti]La visita del Papa vista in diretta tv da una nonna [Adele Gerosa]A San Siro con il Papa [Andrea Sciffo]Gli alabardieri a Roma incontrano le guardie svizzere ponti;cie [Lorenzo Perego]Testimoni di vita buona nella realtà di Monza [Anna Maria Vismara]Lettera del Vescovo per la conclusione della visita pastoraleIl croci;sso ligneo del Duomo ripulito per la Messa di papa Francesco [Anna Lucchini]L’altare maggiore del Duomo. Andrea Appiani nel Duomo di Monza e nella città [Carlina Mariani]Il campanile di Eisenach in Turingia assomiglia a quello del nostro Duomo [Massimo Accarisi e Pompeo Casati]300 anni di un evento [don Carlo Crotti]Il tutto è più delle parti [don Carlo Crotti]

Don Silvano Provasi, Sonia Orsi, Sarah Valtolina, Marina Seregni, Federico Pirola, don Carlo Crotti, donEnrico Rossi, Giovanni Confalonieri, Carlina Mariani, Anna Maria Vismara, Laura Scirè, Fabrizio Annaro,Angelo Longoni, Fabio Cavaglià, Nanda Menconi.

Un grazie particolare a chi distribuisce “Il duomo”: Carla Baccanti, Giorgio Brenna, Gloria Bruletti, Enrica Calzoni, Andreina D’Ambrosio, Rita Fogar, Josetta Grosso, Paola Mariani, Anna Maria Montrasio,Giovanna Motta, Teresina Motta, Pinuccia Ogliari, Alberto Pessina, Mariuccia Pessina, Carla Pini, An-nina Putzu, Silvia Stucchi, Chicca Tagliabue, Marisa Tagliabue, Bruna Vimercati, Mariuccia Villa.

Copertina foto di Farina

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il duomo lettera dell’arciprete

La visita di papa Francesco:un dono ed una responsabilità“Ci è stato fatto un dono immenso: papa Francesco, ti promettiamo che non andrà sciupato e che continueremo a volertibene e a pregare per te”. Questa promessa che il nostro arcivescovo Angelo ha rivolto a papa Francesco non può nondiventare anche il nostro desiderio e la nostra volontà di passare dall’evento alla sua continuazione nella vita, dal-l’incontro alla ripresa di un cammino di sequela, dalla stima per il pastore alla condivisione e attuazione del suo in-segnamento, fondato non solo su parole e gesti, ma su uno stile d’incontro, di ascolto, di comunicazione, dicoraggioso dialogo e di profonda spiritualità evangelica.

Papa Francesco ci invita sempre a iinnccoonnttrraarree DDiioo e ad accoglierlo innanzitutto nelle nostre case, nelle nostre comu-nità, nelle sfide quotidiane ricche di ansie e desideri, di progetti e fragilità, di segni di comunione e d’incompren-sioni, ma mai prive di speranza e possibilità di vita nuova. La vita di tante famiglie è animata da precarietà einsicurezza e tanti giovani sperimentano l’insoddisfazione per mancanza di reali opportunità, mentre cercano di im-maginare il loro futuro... E il Papa ci sprona a non rassegnarci mai, a non lasciarci schiacciare dalle speculazioni:“sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia, sui poveri e sui migranti, sui giovani e sul loro futuro…”

Papa Francesco ci ha invitati, nell’omelia della Messa al parco, innanzitutto a eevvooccaarree llaa mmeemmoorriiaa, come l’Angeloquando ricorda alla Vergine la promessa fatta a Davide. Anche noi siamo invitati a guardare il nostro passato pernon dimenticare da dove veniamo e conservare l’eredità che ci è stata donata attraverso una vita educata al donare,come vera ricchezza di un popolo che investe sul suo futuro, superando l’illusione di una felicità tutta tesa al pos-sedere più che al condividere, alle pretese del farsi capire invece del desiderio e della volontà di meglio compren-dere, alla logica del dovuto più che alla fatica del conquistato e gestito insieme per un bene che ci supera, anche sedomanda la nostra collaborazione.

Ci ha poi raccomandato di non smarrire mai quel sseennttiirree ee vviivveerree ccoossttaanntteemmeennttee ll’’aappppaarrtteenneennzzaa aall ppooppoolloo ddii DDiioo,, co-stituito da differenze, pluralità, disuguaglianze che possono realmente spingerci ad attuare quella virtù dell’acco-glienza che se, inizialmente, può generare in noi il timore di perdere qualcosa e la paura di essere quasi “accerchiati”,in realtà l’accoglienza, frutto di discernimento, libertà interiore e fiducia nella forza della carità evangelica, rimanel’unica visione sapienziale che ci permette di guardare al futuro con obiettività e fiducia, tenendo realmente contodella nostra reale situazione sociale, demografica, economica e umana. “Milanesi, sì, Ambrosiani, certo, ma partedel grande Popolo di Dio. Un popolo formato da mille volti, storie e provenienze, un popolo multiculturale e mul-tietnico. Questa è una delle nostre ricchezze. E’ un popolo chiamato a ospitare le differenze, a integrarle con rispettoe creatività e a celebrare la novità che proviene dagli altri; è un popolo che non ha paura di abbracciare i confini, lefrontiere”.

Ci ha poi ricordato il Papa quella Parola che conosciamo bene ma non sempre diventa sorgente di speranza e rin-novato impegno: “NNuullllaa èè iimmppoossssiibbiillee aa DDiioo!!Quando crediamo che tutto dipenda dalle nostre forze rimaniamo pri-gionieri delle nostre capacità e dei nostri miopi orizzonti, quando invece ci lasciamo aiutare da Dio ci apriamo allagrazia e l’impossibile diventa realtà”.

Con la celebrazione della ccoonnsseeggnnaa ddeellllee lleetttteerree del vicario generale mons. Mario Delpini si è anche conclusa la VVii--ssiittaa PPaassttoorraallee nel nostro decanato e siamo ora chiamati ad attuare quelle scelte e quei passi che anche la nostra co-munità, nel dialogo e nel confronto, ha individuato e dovrà attuare per rendere più evangelico e missionario il voltodi Chiesa che ci caratterizza. Viviamo questa fatica e gioia, impegno condiviso e fraternamente accolto, come un dono e una provvidenziale re-sponsabilità che ci farà crescere come persone, cristiani e cittadini.

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Cronaca di aprile e maggio

APRILE 2017

2 Domenica – Ritiro spirituale ragazzi di 5^elementare. Presso la struttura del Centro Gio-vanile delle Suore Misericordine di via Messa,alle ore 10, è iniziata la Domenica Insieme per iCresimandi di 5^ elementare. Ci siamo intro-dotti con un filmato, girato ad Haiti durantel’esperienza estiva di volontariato vissuto da Fe-derica e Francesca presso quella comunità e sa-pientemente da loro commentato. E’ stataun’esperienza unica ed affascinante di amore ecarità che ha catturato l’attenzione dei ragazzi,stimolando curiosità e domande interessanti.La mattinata è proseguita nell’ascolto di raccontiscritti da Bruno Ferrero, coinvolgendo i ragazzi,rendendoli interpreti delle narrazioni proposte.A mezzogiorno, grazie alla bella giornata so-leggiata, abbiamo consumato il pranzo al saccoall’aria aperta. Alle 14.30 è iniziato l’incontro deigenitori con don Carlo e durante questo tempoi ragazzi hanno realizzato dei cartelloni con fo-tografie dell’incontro del 25 marzo con papaFrancesco a S. Siro e hanno formulato la pre-ghiere dei fedeli per la successiva Messa, du-rante la quale don Carlo ha commentato laResurrezione di Lazzaro, sottolineando quantosia stato importante anche per Gesù il valoredell’amicizia. La merenda offerta dai genitoriha concluso la bella giornata, dopo aver ringra-ziato suor Paola che ci ha seguito e le consorelleche ci hanno ospitato. [Luciana Garlati]

4 Martedì – Via Crucis per la zona di Monza.Dalla chiesa di San Biagio è partita la via Crucis,presieduta dal nostro arcivescovo Angelo Scola,per la Zona pastorale di Monza e Brianza. Cen-tinaia di fedeli hanno camminato verso ilDuomo, con moltissimi preti, accanto all’Arci-vescovo, al vicario episcopale di zona, monsi-gnor Patrizio Garascia, e all’arciprete,monsignor Silvano Provasi. Era anche presenteil vescovo emerito di Mantova, monsignor Ro-berto Busti, e molti religiosi e religiose. A turnohanno portato la Croce di S. Carlo alcuni sacer-doti e religiosi di Monza. I ragazzi che hannopartecipato alla giornata mondiale della gio-

ventù di Cracovia, hanno animano la Via Crucische ha voluto “incontrare” alcuni luoghi sim-bolici della città. Fermandosi ai lati della vicinaPrefettura, si è fatto memoria di “Gesù caricatodella Croce”. Presso la Clinica “Zucchi” si è me-ditato sull’aiuto di Simone di Cirene. Ciascuna

delle quattro Stazioni era segnata da opere mo-derne realizzate con una grande croce di sem-plice legno, un lenzuolo bianco macchiato e filidi ferro che disegnavano le sagome dei perso-naggi evangelici, opere realizzate dagli studentie docenti del liceo artistico Preziosine. Pur-troppo l’accenno di una lieve pioggia ha “obbli-gato” a non fermarci a contemplare due dellequattro stazioni. Il Duomo gremito, non è riu-scito ad accogliere tutti i partecipanti, in tanti sisono fermati sul sagrato, per ascoltare le paroledi Scola. L’arcivescovo, sottolineando che il rito“romano” di Monza delinea il carattere univer-sale della chiesa lombarda, ha invitato tutta l’as-semblea ad assumere un ruolo attivo nella vitasociale e civile, in un’Europa “affaticata”, peredificare una civiltà autentica. Scola ha conclusola sua omelia esortando a portare ovunquecome testimoni la bellezza del seguire Gesù, laMadonna ed i Santi. Don Silvano ha poi ringra-ziato tutti anche per la calorosa e numerosa par-tecipazione per la visita di papa Francesco.[Laura Sciré]

5 Mercoledì – La croce di S. Carlo nel nostroDuomo. Al termine della celebrazione della ViaCrucis la Croce di San Carlo, contenente la reli-quia del Santo Chiodo, è stata collocata nell’ap-posito basamento ed esposta alla venerazionedei fedeli nella “Cappella del SS. Sacramento”

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o dei Discepoli di Emmaus, proprio come giàera avvenuto nel 2011, in occasione del IV cen-tenario della canonizzazione di S. Carlo. Moltepersone hanno potuto fermarsi, nel corso dellamattinata successiva, in religioso silenzio da-vanti a questo segno di fede, fonte di luce e con-solazione, come appare da diversi dipinti cheritraggono il santo arcivescovo orante di frontea questa miracolosa croce. Verso le ore 11 sonogiunti da Milano gli addetti della Curia per tra-sportare l’originale e unica reliquia a Varese, perl’ultima Via Crucis di questa Quaresima, pre-sieduta dall’Arcivescovo. [Piergiorgio Beretta]

6 Giovedì – Seduta Consiglio Pastorale. La ri-flessione posta all’ordine del giorno invita i con-siglieri ad un adeguato discernimento perindividuare il “passo da compiere” come segnoconclusivo della visita pastorale del Vicario Epi-scopale nella nostra comunità. Si evidenzianocome aspetti rilevanti la formazione degliadulti, la cura della liturgia e la ricerca di “alle-anze educative” con altre realtà parrocchiali ecittadine per un adeguato accompagnamentospirituale ed ecclesiale, soprattutto per adole-scenti e giovani. Ci si è poi soffermati ad esami-nare gli aspetti più significativi del bilancioeconomico parrocchiale 2016. Le maggiori pre-occupazioni economiche interessano soprat-tutto il restauro della facciata del Duomo la cuispesa preventivata si aggirerà attorno a €1.400.000. Attualmente la raccolta fondi ci hapermesso di raggiungere solo la metà dellaspesa prevista. Inoltre, prima dell’estate, do-vrebbero iniziare anche i lavori per il totale ri-facimento del tetto di S.ta Maria in Strada.Rimane ancora aperto il capitolo del restaurodella facciata di S.ta Maria degli Angeli, attual-mente messa in sicurezza da un ponteggio checopre tutta la facciata esposta su via Zucchi.[Luisa Lorenzi]

14 Venerdì – Via Crucis cittadina.Alle ore 20.45ci si è ritrovati nella chiesa di San Gerardo peruna preghiera iniziale e poi attraverso le vie delcentro la via Crucis è giunta in Duomo, artico-landosi su sette tappe, ciascuna contrassegnatada una semplice immagine collocata all’angolodel percorso su via Lecco, Vittorio Emanuele e

via Italia. Il cammino è stato guidato dalla crocee da quattro lanterne portate, di volta in volta,dagli Scout, da alcune famiglie, da rappresen-tanti di istituti religiosi maschili e femminili pre-senti in città e dai cappellani dell’ospedale.Numerose persone che, al termine hanno gre-mito il Duomo, hanno preso parte a questo tra-dizionale segno serale del Venerdì Santo; unapresenza silenziosa ed orante che ha saputocoinvolgere e richiamare l’attenzione anche didiverse persone, presenti in centro città, per ini-ziare il classico fine settimana pasquale. Anchela riflessione condotta da don Massimo, parroco

di S. Gerardo, ci ha aiutati ad introdurci nel Sa-bato Santo con nel cuore il desiderio di entrarenel mistero della Passione del Signore e neldramma delle fragilità umane, coltivando in-sieme la speranza in quella vita nuova che sca-turisce dall’annuncio che, tra ventiquattro ore,la Chiesa avrebbe celebrato, ricordando solen-nemente la Resurrezione del Signore.[Luisa Lorenzi]

17 Lunedì - Pellegrinaggio diocesano dei prea-dolescenti a Roma. Settemila ragazzi prove-nienti da ogni angolo della Diocesi ambrosianasi sono ritrovati a Roma per il tradizionale pel-legrinaggio dei preadolescenti (17-19 aprile).Eravamo presenti anche noi del Duomo che ab-biamo condiviso l’esperienza con i nostri coeta-nei della Comunità Pastorale dei Santi QuattroEvangelisti. Il pellegrinaggio della professionedi fede ci ha permesso di vivere alcune tappe si-gnificative che ci hanno fatto sentire davveroChiesa: il primo giorno ci siamo ritrovati con gli

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altri oratori del nostro Decanato per dare l’av-vio alla tre giorni romana con la S. Messa nellachiesa di San Gregorio al Celio. Il secondogiorno, invece, ha avuto come momento cen-trale la Celebrazione Eucaristica nella Basilicadi San Pietro presieduta dal cardinale AngeloComastri il quale ci ha parlato da padre invi-tandoci a vivere una vita bella e piena, all’inse-gna della carità, e ci ha confidato qualcheaneddoto della sua amicizia con madre Teresadi Calcutta. Abbiamo concluso il nostro pelle-grinaggio con l’incontro, a distanza di pochesettimane dalla sua visita pastorale a Milano,con il nostro caro papa Francesco in occasionedell’udienza del mercoledì. Il Santo Padre, conla sua consueta semplicità e la sua intelligenteprofondità, ci ha aiutato a comprendere meglioil grande mistero della Risurrezione parlandocidi Cristo Risorto, unica nostra speranza. Questigiorni sono stati per tutti noi una meravigliosaavventura alla riscoperta delle radici della no-stra fede, trasmessaci dagli apostoli, che noi ra-gazzi siamo chiamati a rinnovare con serietà eimpegno. Ovviamente non sono mancati mo-menti di svago e di amicizia, risate e giochi, vi-site ai luoghi più belli e celebri della città. Labellezza di questa esperienza ha aggiunto colorinuovi alla nostra vita, inoltre ci ha fatti sentirepiù responsabili del nostro camino di fede e de-siderosi, ora che stiamo diventando grandi, disvolgere qualche servizio all’interno della no-stra parrocchia. Siamo certi che nel nostro cuorerimarrà un ricordo indelebile del pellegrinag-gio… anche perché siamo addirittura finiti in unprogramma televisivo, intervistati da TV2000![Md. Alessandra canossiana]

26 Mercoledì – Alabardieri a Roma. L’emo-zione e l’attesa in tutti noi erano iniziate giàprima di Natale, quando il dottor Fontana,amico e benefattore degli Alabardieri, aveva an-nunciato che avremmo compiuto la storica vi-sita alla caserma delle Guardie Svizzere eincontrato il Papa. Tutto è stato da lui organiz-zato alla perfezione, a cominciare dalle nostrecamere affacciate sul Colosseo, che già ci face-vano sentire parte della Città Eterna. E final-mente l’incontro con le Guardie Svizzere. Eranotutti lì per noi: il caporale degli Svizzeri Stephan

Zahner, il vicecomandante Philippe Morard e ilcomandante Cristoph Graf, che ci hanno accoltie accompagnati con cura nei loro ambienti divita quotidiana. I giovani della Guardia Pontifi-cia che ci hanno scortato nella visita ai GiardiniVaticani; la piazza San Pietro gremita di genteche ha accolto la nostra sfilata con un applauso(ci avranno scambiato per i nostri ben più fa-mosi cugini vaticani?!). Infine l’emozione impa-gabile dell’incontro con il santo padreFrancesco, del quale bastano le poche parole ri-volteci per capire la semplicità e insieme la forzadi quest’uomo, pastore straordinario: “Pregateper me!”. Lasciamo raccontare la nostra grandegioia alle immagini di quei giorni già storici pernoi, per Monza e la sua Chiesa. [Lorenzo Perego]

28 Venerdì – Consiglio d’Oratorio. L’ordine delgiorno è stato impostato principalmentesull’organizzazione dell’ Oratorio Estivo. Luigici ha spiegato che quest’anno non avrà moltoaiuto da parte degli adolescenti perchéimpegnati negli esami scolastici e nei diversiProgetti Alternanza Scuola-Lavoro. Si potràcontare su venti ragazzi di 3^ e 4^ superiore chepotranno gestire al massimo centoventibambini. I laboratori, l’organizzazione egestione del pranzo saranno gestiti da adulti(genitori e nonni) mentre i giochi e l’animazionedagli adolescenti. Sono state programmatecinque gite, legate al tema della creazione(Safari Park, parco ittico, planetario, Canzo eparco di Monza). Domenica 11 giugnocelebreremo la Festa d’Inizio dell’OratorioEstivo. E’ emersa l’esigenza, nel mese dimaggio, di sistemare le aule del catechismo permeglio prepararle alle attività estive. Occorreràinoltre verificare il funzionamento del citofonoche sta creando diversi disagi a chi svolgeattività sportive serali. In questo anno è emerso,in modo più diffuso, la necessità di meglioorganizzare l’accoglienza delle scolaresche che,dopo aver visitato il Duomo, si voglionofermare per il pranzo in oratorio, soprattutto neicasi di cattivo tempo. La gestione delle richiesteverrà affidata alla segreteria. Sarà opportunoperò che chi apre l’oratorio nel pomeriggiosvolga un adeguato controllo e per questo si èofferta Anna Montrasio. [Elisa Fumian]

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MAGGIO 2017

4 Giovedì – Viaggio ecumenico ad Eisenach.Da 4 al 7 maggio, un gruppo di monzesi, gui-dato da mons. Franco Buzzi, prefetto della Bi-blioteca Ambrosiana, si è recato ad Eisenach(Germania, Turingia), dove Lutero ha compiutogli studi “liceali” e soprattutto ha tradotto in te-desco il Nuovo Testamento durante la forzatapermanenza nel vicino castello della Wartburg,già dimora di Santa Elisabetta d’Ungheria, pa-trona di Eisenach. Le due città, Monza ed Eise-nach, hanno in comune la forma del campanile:Monza quello del Duomo, costruito nel ‘600 edEisenach quello della chiesa luterana di SanGiorgio, costruito a fine ‘800 sul modellodiquello monzese. Era con noi anche padre Pom-piliu Nacu, parroco della Chiesa ortodossa ro-mena in Monza, con la moglie Ingrid. Di questoviaggio si parlava già da qualche anno, daquando, durante un precedente viaggio ecume-nico nelle città di Lutero, già guidati da mons.

Buzzi, ci si era accorti della somiglianza dei duecampanili. Di qui era nato un progetto di ge-mellaggio tra le due parrocchie delle due città. Ilprogetto si è realizzato quest’anno, in occasionedi alcune giornate di festa per celebrare insiemel’anniversario dei 500 anni della Riforma di Lu-tero. L’accoglienza del pastore Stephan Koehlerdella chiesa di S. Giorgio è stata molto cordiale,come pure quella di Bernhard Wehner, parrocodella chiesa cattolica di S. Elisabetta, in Eise-nach. Il 5 pomeriggio, nella chiesa luterana di S.Nicola, si è tenuto un incontro molto amiche-

vole su “La riforma va oltre”: dibattiti, discorsie musica, cui partecipavano gruppi di varie cittàtedesche, ma anche qualche gruppo straniero(molti giovani!). Mons. Buzzi è stato invitato apresentare il nostro gruppo e a spiegare il mo-tivo della nostra presenza. Il 6 mattina, nellapiazza del mercato di Eisenach, attigua allaChiesa di S. Giorgio, grande festa, aperta dasuoni di trombe, con presenza di cori che si al-ternavano a momenti di discussione. E’ statobello trovarsi insieme, luterani, cattolici e orto-dossi, in mezzo a questa festa, stare insieme escambiarsi doni. C’erano sulla piazza numero-sissimi stand, tra i quali quello della Chiesa cat-tolica, dove, su invito, abbiamo fatto lo spuntinodi mezzogiorno e, nel pomeriggio, a mangiaredolci e a prendere il caffè negli stand luterani.Naturalmente abbiamo fatto le classiche visitedella zona. Il castello di Wartburg, la casa di Lu-tero, la casa di Bach. In tutte queste classichetappe di Eisenach, per il 500° anniversario dellaRiforma sono state organizzate mostre molto in-teressanti, spesso accompagnate da interventimusicali. [Sandra Forni]

7 Domenica – S. Messa di Prima Co-munione. Domenica 7 maggio alle ore10.30 le porte del Duomo si sono spa-lancate per accogliere festosamentel’ingresso in processione di ben 82bambini di IV elementare in bianchevesti, accompagnati dalle loro catechi-ste, dallo sguardo caloroso delle lorofamiglie, e naturalmente dal parrocomons. Silvano Provasi. Grande l’emo-zione, l’entusiasmo e una certa curio-sità dei ragazzi nel compiere questo

passo; il primo di un percorso che durerà, sispera, tutta la vita e che merita di essere accom-pagnato con ogni cura ed impegno da partedelle famiglie e della stessa comunità. Preziosoil richiamo di don Silvano a stare attenti a nonlasciarsi rubare la domenica; il giorno in cuipoter incontrare nostro Signore che mai sistanca di chiamare a sé i suoi figli, perché pos-sano “essere in comunione” vera e sempre piùprofonda con Lui e i fratelli.Quel giorno infatti la Chiesa celebrava anche laFesta di Gesù Buon Pastore ed è bello ricordare

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che, come tale, Gesù ci conosce per nome, aduno ad uno, personalmente, e sa come e dovecondurci. [Alessandra Costanzo]

8 Lunedì – S. Vittore: Gli Alabardieri ricor-dano il loro patrono. L’arciprete mons. Provasiha da qualche anno eletto a patrono degli ala-bardieri San Vittore. Questo soldato dell’Africaromana, martirizzato a Lodi a causa della suafede cristiana e il cui culto fu iniziato da san-t’Ambrogio. Tempi lontani, e anche vicini, in cuila fede cristiana è aggradita con le armi. Restaperò certamente il tema della difesa dellaChiesa, come recita il nostro motto, con l’armadella fede di cui l’alabarda vuole oggi essere ilsimbolo. Oggi, ricorrenza della memoria delsanto, è stata per noi alabardieri l’occasione diritrovarci in Duomo alla celebrazione della S.Messa delle ore 18 e poi condividere una cenainsieme ai nostri accompagnatori spirituali, donSilvano e don Carlo, e ai nostri amici e benefat-tori, il dottor Giuseppe Fontana e la moglie Si-mona. A tutti loro abbiamo consegnato dei doniper manifestare la nostra riconoscenza per tuttociò che fanno per noi, in particolare dopo lo sto-rico viaggio a Roma: piccoli segni che voglionosimboleggiare tutta la nostra gratitudine, nellasperanza di non perdere mai la devozione aquesto ruolo di custodi della corona ferrea e diun pezzo della storia di Monza, come ci ha spro-nato a fare il dottor Fontana nei suoi ringrazia-menti. [Lorenzo Perego]

13 Sabato – Incontro storico – archeologico:“Intorno a Teodolinda”. E’ iniziato alle ore 9,nella sala del Rosone, nel nostro Museo questosignificativo incontro storico culturale, comeprimo appuntamento per festeggiare il 10° an-niversario dell’apertura del nostro Museo, giàMuseo capitolare del duomo Filippo Serpero, epoi ampliato e riaperto al pubblico nel 2007.Oggi alcuni importanti studiosi, provenienti daimaggiori istituti storico-archeologici di Italia, sisono riuniti per dare un contributo fattivo allacreazione di una nuova immagine di Teodo-linda. Lo splendore ritrovato nelle pitture dellacappella di Teodolinda nel Duomo di Monza,recentemente culminato nella pubblicazione diun’opera editoriale di eccezionale valore, ha su-

scitato un tale richiamo da stimolare nuovelinee di indagine e di studio intorno a Teodolinda;è un altro obiettivo raggiunto dopo la restitu-zione al pubblico della Cappella restaurata.Dare luce e stimoli per incrementare studi e ri-cerche su questa grande donna longobarda e sucome Monza sia sempre stata al centro della sto-ria internazionale è l’impegno preso sin dallanascita del nuovo Museo e della Fondazione,grazie all’apporto del Comitato Tecnico Scienti-fico. Lidia Capo (Sapienza Università di Roma)ha fatto emergere alcuni tratti della personalitàdi Teodolinda partendo dalle fonti longobarde eMassimiliano David (Alma Mater Studiorum)ha condotto il pubblico in una visita virtualedella Monza tardoantica, mentre Carla Sfameni(CNR, ISMA) ha affrontato il tema delle ultimefasi delle ville tardoantiche. Francesca RomanaStasolla (Sapienza Università di Roma) si è oc-cupata di Gregorio Magno, sommo pontefice efigura importantissima per Teodolinda e l’Italialongobarda. Donatella Nuzzo (Università diBari A. Moro) e Roberto Cassanelli (UniversitàCattolica di Milano) si sono occupati del deli-cato e sempre più intrigante tema delle reliquiedella Croce e della Terra Santa. Ermanno Arslan(Accademia Nazionale dei Lincei) è stato ecce-zionalmente, grazie alla sua professionalità ecompetenza, il chairman. Questo incontro sto-rico-archeologico è stata l’occasione particolareper ammirare da vicino le origini della leggendateodolindea normalmente custodita nella Bi-blioteca Capitolare del Duomo di Monza. Il ma-noscritto Historia Langobardorum, la narrazionepiù di altre strettamente legata alla storia deiLongobardi scritta da Paolo Diacono per fissarela memoria del suo grande popolo e divenutoun caso unico nella letteratura del periodo, èstato esposto nella Sala del Rosone.[Fondazione Gaiani]

14 Domenica – Celebrazione della Cresima peri ragazzi di 5 elementare. Oggi i ragazzi diquinta elementare, durante la S. Messa delle ore10,30, presieduta da mons. Bruno Marinoni,hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo nelsacramento della Cresima. In un clima sereno egioioso i ragazzi hanno riflettuto sul vero si-gnificato di questa giornata. “Nel concreto cosa

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cambia oggi?” si sono sentiti chiedere durantel’omelia e alcuni di loro hanno espresso la pro-pria opinione, per poi giungere alla conclusioneche la cosa importante è decidere cosa faredopo, che tipo di persona e di cristiano deside-rano diventare. Per questi ragazzi si è conclusoun percorso iniziato in seconda elementare eche ci auguriamo possa proseguire con il loroingresso nella preadolescenza, accogliendo condisponibilità e responsabilità anche il percorsoformativo offerto dalla parrocchia. [Silvia Bussolati]

Ore 18 – Incontro diaconi permanenti zona V.Accompagnati dalle rispettive mogli, alcuni dia-coni permanenti della nostra zona pastorale sisono ritrovati presso la Casa del Decanato perl’incontro periodico alla presenza del rettore,don Giuseppe Como. Dopo la celebrazione co-rale dei vespri nella cripta del Duomo, i diaconihanno riletto insieme le parole che papa Fran-cesco ha loro rivolto durante l’incontro del 25marzo a Milano, interrogandosi sul loro servi-zio a favore della Chiesa e del popolo di Dio esul modo di essere ministri. Le singole espe-rienze, per lo più svolte nell’ambito dei decanatie dei luoghi della carità, sono stati la base delladiscussione, nel corso della quale è emersa inmodo forte la peculiarità dei diaconi, ministriordinati presenti nel cuore della Chiesa, inserititotalmente nella vita familiare e lavorativa. Lacena conviviale seguita all’incontro è stata l’oc-casione per rafforzare il senso di appartenenzaa un unico corpo diaconale e i reciproci sensi difratellanza. [Antonio Fatigati]

21 Domenica – I fanciulli di 3^ elementare rin-novano le Promesse battesimali. Il cammino ca-techistico per i fanciulli di 3^ elementare si èconcluso quest’anno con una “Domenica In-sieme”, culminata nel Rinnovo delle PromesseBattesimali. Alle 10 appuntamento in Oratorioe, con la preghiera e la benedizione di don Sil-vano, si è aperta la giornata; giochi e riflessioni,S. Messa delle 12 celebrata da don Albino,pranzo a sacco, giochi di gruppo ed alle 16 incripta, con i genitori, una particolare liturgia,presieduta da Don Luigi, per il Rinnovo dellePromesse Battesimali. In salone i bambini

hanno poi presentato il lavoro svolto durantetutto l’anno e salutato i genitori con brevi inter-mezzi letti e recitati e con un’allegra merenda. Ifanciulli hanno raccontato ai genitori alcunetappe del cammino dell’anno: conoscenza deiProfeti fino a Giovanni Battista, ilcammino deidiscepoli nel racconti del Vagnelo, tappe im-portanti di preghiera in avvento e la Via Crucisin quarestima. In questa presentazione si sonosentiti protagonisti ed hanno mostrato entusia-smo e gioia nel presentarsi come gruppo coeso,diversificato ma unito. Laura, Luigi, Emilia eVanessa hanno ringraziato i genitori ed i nonni,premiando i più “valorosi”. Hanno salutato lefamiglie e condiviso sogni e desideri di questogruppo costruito con impegno e preghiera. Ilgruppo si è salutato con un canto, caro ai cate-chisti, “Nulla è impossibile a Dio”, che è diven-tato, durante l’anno, quasi un motto per questiragazzini accompagnati a conoscere la bontà ebellezza di Gesù e la meraviglia e lo stupore deldiventare discepoli, camminando insieme nelvivere quotidiano.! [Laura Sciré]

24 Mercoledì – Festa della Madonna dell’Aiuto.È sempre un piacere la ricorrenza della Ma-donna dell’Aiuto il 24 maggio. In tale occasione,infatti, viene organizzato dall’UNITALSI par-rocchiale un piacevole pomeriggio per i malatie gli anziani della nostra parrocchia. Già dalle

14,30 diversi malati con gli accompagnatori at-tendevano l’apertura del Duomo. Puntual-mente, alle 15, inizia la preghiera del Rosario ealle 15,30 segue la S. Messa sull’altare allestito

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il duomo cronaca

davanti all’affresco della Madonna dell’Aiuto.Quest’anno nell’omelia don Silvano, che ha pre-sieduto la celebrazione, ha riflettuto sulla figuradella Madonna. Come Maria è stata sotto lacroce non abbandonando il Figlio, così anche imalati vivono il momento dello “stare” poichéfisicamente non riescono più a muoversi. Peròpossono mettere in movimento il cuore senten-dosi partecipi alla vita della società e della fa-miglia. Con il sorriso e la pazienza possonoinvocare l’aiuto per altri che provano dolore fi-sico o morale e per coloro che aiutano i soffe-renti. Il malato, anche se fermo fisicamente, ètutt’altro che inutile. Dopo la preghiera è se-guito un momento di convivialità nel cortiledella Canonica dove i volontari hanno servitocaffè, bibite e biscotti ai presenti. Per gli anzianiè stato un pomeriggio diverso in cui hanno po-tuto sperimentare la vicinanza della comunitàparrocchiale. [Marzia Brenna]

Ore 21 – Musiche per Monza Visionaria. Ungremito Duomo di Monza ha accolto Luci Sacrea Nordest, il primo concerto del Festival MonzaVisionaria 2017, che si conferma punto di riferi-mento artistico e culturale della città e del terri-torio brianzolo. Con la quinta edizione, ilFestival di Musicamorfosi ha presentato unospettacolo intenso e trasversale, iniziando il fi-lone tematico degli Spiritual, che Monza Visio-naria dedica alla musica sacra e alle suedeclinazioni contemporanee, attraverso la per-formance di ospiti di caratura internazionale. IlMax De Aloe Baltic Trio, che vanta la presenzadelle due star del jazz nordico Niklas Winter eJesper Bodilsen (contrabbassista di Stefano Bol-lani), ha intessuto sul presbiterio una scaletta dibrani costellata di colori, suggestioni, contami-nazioni stilistiche in perfetta e solenne sintoniacon il Duomo, in dialogo con importanti musi-cisti del panorama mondiale. SuccessivamenteMy Heart is in the Highlands di Arvo Part, inun intenso contrappunto con la tromba di Ga-briele Cassone, l’organo di Roberto Olzer hacreato dai due palchi rialzati della navata le fon-damenta di un percorso dialettico tra il trio jazze la monumentalità della musica sacra, inter-pretata assieme alla soprano Joo Cho e alle per-cussioni e didjeridoo di Gennaro Scarpato,

attraverso antichissimi codici finlandesi ritro-vati nella cattedrale di Turku risalenti al XIV-XVsecolo, richiamando le composizioni di ClaudioMonteverdi, con l’originale versione per so-prano e organo di “Si dolce il tormento”, HenryPurcell, con l’esecuzione di “Dido’s Lament”per trio e organo, e un importante set dedicatoal compositore Urma Sisask. Tra musica antica,fraseggi di sapore jazzistico, interplay strumen-tale, narrazioni esoteriche ed esecuzioni di ec-cezionali ritrovamenti documentali, Luci Sacre aNordest hanno disegnato uno spettacolo che haindagato il divino e il suo comune senso di mi-stero e appartenenza in culture diverse, dandouna nuova prospettiva musicale alla straordi-naria universalità del sentimento religioso.[Saul Beretta]

25 Giovedì – Seduta Consiglio Pastorale Par-rocchiale. Oggi si è riunito il CPP per ripren-dere alcuni temi della visita di papa Francesco aMonza. Diversi consiglieri erano assenti. La se-duta si è aperta con la visione di un breve videosignificativo e pregnante, sulla visita del Papa aMilano. Il consueto momento di preghiera è ini-ziato da un testo degli Atti degli Apostoli (18,1-11). Quanto mai attuali sono state le riflessionidi don Silvano sull’esperienza “fallimentare” diPaolo ad Atene, che lo portano però a riprenderela sua missione, con rinnovato impegno e qual-che correzione di metodo, nella città complessadi Corinto. Il richiamo alla disponibilità all’in-contro, la perseveranza nell’annuncio del Van-gelo, il discernimento attraverso particolariesperienze religiose sono i punti di riflessionesu cui ci siamo soffermati. Abbiamo poi ripresoed approfondito il richiamo del Papa allo stilemissionario della “Chiesa in uscita”, riman-dando a settembre la formulazione di appunta-menti ed eventi perché la nostra Comunità nondisperda il dono di questa visita. Definite le be-nemerenze da attribuire a parrocchiani bene-meriti e le proposte organizzative perl’anniversario di sacerdozio di don Carlo Crotti(50° sacerdozio) e don Claudio Fontana (25°), edinformato il CPP sulle linee organizzative del-l’oratorio estivo, ci siamo dati appuntamento al25 giugno, per un’assemblea parrocchiale dopola S. Messa delle ore 9.30. [Laura Sciré]

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26 Venerdì – Conclusione della Visita Pasto-rale. I fedeli delle diverse comunità del nostrodecanato si sono ritrovati in Duomo a celebrare,alle ore 21, la liturgia conclusiva della visita pa-storale, presieduta dal Vicario Generale mons.Mario Delpini. E’ stato un momento importantee significativo nel quale mons. Delpini si è fattoportavoce appassionato, a nome dell’Arcive-scovo Scola, di un messaggio rivolto alle comu-nità parrocchiali nel quale ha evidenziato conslancio e passione pastorale le tre priorità co-muni a tutte le comunità diocesane. Curare in-nanzitutto la celebrazione eucaristica,specialmente quella della domenica in tutte lesue parti, per consentire ai fedeli che vi parteci-pano di apprezzare la Parola di Dio e di essere“rigenerati dall’Eucarestia”, così che, uscendoda Messa, si possano riconoscere i segni mani-festi, visibili di tale trasfigurazione operata dalloSpirito di Gesù Risorto in ciascuno: la gioia e lacomunione fraterna. Curare poi la pastoralegiovanile, intesa come pastorale vocazionale,per aiutare i ragazzi ed i giovani a scoprire lapropria vocazione come “chiamata personale”da parte di Dio ad un compito, una missioneben precisa verso gli altri, accrescendo la consa-pevolezza che la propriarealizzazione passa attra-verso la realizzazione e ilbene di tutti. Infine pro-muovere la presenza e ilcoinvolgimento concretodel cristiano nel contesto incui vive, nelle situazioni diogni giorno, come “saledella terra”, “luce delmondo”, “ lievito” che fafermentare tutta la pastadella complessità delmondo, per servire il benecomune, imparando a dia-logare con le altre culture ementalità, senza timidezzee senza complessi d’inferiorità. Questi punti do-vranno essere più volte ripresi e rimeditati du-rante gli anni a venire, nei diversi ambiti dellacomunità, allo scopo di far convergere e sotten-dere a questi tutte le attività parrocchiali che sivorranno intraprendere. Mons. Delpini ha poi

concluso questo momento consegnando perso-nalmente a ciascun parroco una lettera nellaquale sono riportate le tre priorità sopra men-zionate, ed un quarto riferimento, diverso perciascuna parrocchia, letto davanti ai presenti,espressione del discernimento sulle priorità par-ticolari che ogni comunità ha individuato. [Ales-sandra Costanzo]

28 Domenica – Ai fanciulli di 2^ elementare laconsegna del Padre nostro. Come da tradizione,i fanciulli di II elementare hanno chiuso il primoanno di Iniziazione Cristiana con una celebra-zione eucaristica nella quale si sono sentiti unpo’ protagonisti. Ci siamo trovati alle 11.15nella Chiesa di S. Pietro Martire aperta esclusi-vamente per noi. La Messa, celebrata da donLuigi, è stata interamente animata dai fanciulliche sono arrivati puntuali ed elegantissimi, a ri-levare ancor di più l’importanza di questoevento. Alcuni hanno letto la richiesta di per-dono, altri la preghiera dei fedeli e altri ancorahanno curato la presentazione delle offerte perla Messa. Prima della recita del Padre Nostrodon Luigi ha ufficialmente consegnato ad ognifanciullo un libro di preghiera, come prolunga-

mento del nostro pregare che non può non fon-darsi sulla preghiera che Gesù ci ha insegnato.Don Luigi ha celebrato questa Eucaristia evi-denziando i diversi momenti della liturgia, coin-volgendo fanciulli e genitori. [Suor Paola, Elena,Germana, Lucia e Maria]

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il duomo Papa Francesco a Monza

“Papa Francesco a Monza..!” Ci è bastataquesta notizia per farci tornare indietro neltempo quando nell’ 83 venne a Monza PapaGiovanni Paolo II. Allora eravamo dei ra-gazzini, impegnati e coinvolti in oratorio e

sono ancora vive la gioia, l’emozione e l’en-tusiasmo di quel giorno in cui GiovanniPaolo II ci esortò ad “Aprire le porte a Cri-sto“. È bastato uno sguardo tra di noi per ri-vivere quei bei momenti e per decidere cheanche questa volta ci saremmo uniti allealtre centinaia di persone per fare festa alnostro Papa.

Eravamo proprio un bel gruppo: amici di

vecchia data già presenti nell’83, amici discuola e di catechismo, nonni, alcuni deiquali un po’ acciaccati e altri venuti da lon-tano, ma tutti accomunati da un grande en-tusiasmo, amici di amici con il desiderio dicondividere e infine un bellissimo gruppodi bimbi, felici contenti e gioiosi di vivereun’esperienza che vedeva anche noi genitoricoinvolti in prima persona. La giornata sipresentava fantastica con il cielo azzurro e ilsole splendente a dispetto della pioggia deigiorni precedenti.Ci siamo trovati alle 9 davanti alla porta diMonza ed è stato subito chiaro che il desi-derio di tutti era di condividere una gior-nata in amicizia. Siamo partiti in gruppoper entrare nel Parco con i bimbi che apri-vano la fila entusiasti e contenti come sololoro sanno fare e alcuni papà che facevanoda chiudi fila. Abbiamo raggiunto la zonadella Messa senza nessun problema, con unservizio d’ordine gentile ed educato che ciha indicato dove andare; abbiamo trovatouno spazio nel quale potessimo stare tutticomodamente seduti, senza impazzire pertrovarci qualche metro più avanti; l’impor-tante era esserci, non essere davanti! In ogni

La festa eucaristica al parco

Milena & Pietro

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il duomo Papa Francesco a Monza

caso vedevamo bene il palco (molto lon-tano) ed avevamo vicinissimo un maxischermo.L’attesa è volata in un attimo e una volta si-stemati teli, zaini e seggiolini ci siamo go-duti il tempo che ci separava dalla Messachiacchierando, scherzando e giocando con

i bimbi, avendo pure occasione di scam-biarci confidenze che sono diventate pre-ghiera durante la Messa. All’arrivo delPapa, ovviamente il desiderio di vederlo sfi-lare da vicino, ha sparpagliato un po’ ilgruppo in ogni angolo libero vicino alletransenne. Io mi ero fermata ad osser-vare questo movimento, contenta del-l’entusiasmo degli altri, quandoall’improvviso mi sono sentita prendereper mano: “Dai Milli corriamo anche noia vedere il Papa!”. Era Paola, che mi tra-scinava verso le transenne, e che mi haperaesso di vedere papà Francesco pas-sare davanti a noi. Grazie Paola, non di-menticherò questo momento. All’inizio della Messa abbiamo notatosoprattutto un Papa stanco, forse piùemotivamente che fisicamente; gli in-contri della mattina devono averlo scosso,quasi stremato, incontri difficili, che loavranno fatto soffrire, riflettere, meditare

sulla povertà umana, una povertà chespesso è fatta di egoismo emarginazione eindifferenza. Anche in questa occasione ilPapa ci mostra la strada da seguire inse-gnandoci che non possiamo e non dob-biamo risparmiarci, ma piuttosto donarcisempre, soprattutto davanti alle situazioni

più difficili.Qualche parola, rimarrà sempre nei no-stri cuori, e vorremmo condividerle contutti voi, perché, di questa bella gior-nata non rimanga solo un ricordo maanche un impegno.“Dio stesso è Colui che prende l’inizia-tiva e sceglie di inserirsi, come ha fattocon Maria, nelle nostre case, nelle no-stre lotte quotidiane, colme di ansie einsieme di desideri.”

“La possibilità dell’impossibile -«Nulla è impossibile a Dio»: così ter-mina la risposta dell’Angelo a Maria.Quando crediamo che tutto dipendaesclusivamente da noi rimaniamo pri-

gionieri delle nostre capacità, delle nostreforze, dei nostri miopi orizzonti. Quandoinvece ci disponiamo a lasciarci aiutare, alasciarci consigliare, quando ci apriamo alla

grazia, sembra che l’impossibile incominci adiventare realtà.” E’ con questa speranzache deve diventare stile di vita.

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il duomo Papa Francesco a Monza

Guardando dal balcone di casa

Roberto Conti

La mattina del 25 marzo, uscendo di casa, al-l’ingresso del mio condominio, mi sono im-battuto in una scena insolita, imprevista,incredibile: una fila ininterrotta di persone diogni età, camminando silenziose, qualcunocon lo zaino in spalla e molte sciarpe al collonei colori bianco e giallo, i co-lori del papa. La lunga codaprendeva vita dalla stazione edalle adiacenze e continuavaverso nord, in direzione dellaVilla Reale, come una proces-sione infinita. Monza non è in-solita a manifestazioni coralicome il Gran premio d’Italia eancor più come il CongressoEucaristico del 1983, ma lospettacolo mattutino diquest’anno è stato per meunico e indimenticabile. Con il passare delle ore, la co-lonna umana prendeva inten-sità e compattezza, e si diramava in due vie,Italia e Manzoni: ho visto una scena unica edemozionante, con il flusso continuo dei pelle-grini verso il suo Pastore, come un’onda lentae composta, e alla fine impressionante e mae-stosa giungendo al centro del parco, poi sce-mando all’ora di pranzo. Ho avvertito per la prima volta, osservandoproprio davanti alla mia porta, la forza e lavivacità della Chiesa in cammino con il suoMosè, mi sono commosso e ho ascoltato:“Guidasti con il tuo favore questo popolo chehai riscattato, lo conducesti con forza alla tuasanta dimora”, il Canto di vittoria nell’Esodo(15, 13), quando Dio guidò il popolo per lastrada del deserto verso il Mar Rosso - e nonè proprio una metafora -. E’ stato incredibilee coinvolgente: giovani, famiglie, bambini,anziani, stranieri, questa volta senza ban-diere, ma con un solo nome: “Francesco”! Nel pomeriggio poi, con il sorriso di un soleradioso e una natura accogliente, nella spia-nata dell’Ippodromo, ecco tutti insieme i pel-legrini per la grande celebrazione diocesana,annunciata dalle campane di Monza al mo-

mento dell’arrivo di papa Francesco. Si è par-lato di un milione, comunque tantissimi, or-dinati e inquadrati come tante legionimansuete, festose e vocianti, come un mo-mento di grande comunione, sperimentandol’entusiasmo della fede e contagiati di gioia e

speranza. Ha ragione l’arcive-scovo Scola quando di fronte aqueste manifestazioni gran-diose, dice che “c’è ancora uncristianesimo di popolo tranoi”, che solo certi intelletualiconsiderano un fatto superato,mentre i cittadini della terraambrosiana “avevano bisognodi un abbraccio comunitarioche li strappasse dal grigiodella solitudine e facesse riaf-fiorare in loro il gusto del vi-vere”. In questa semplice scenografiadell’Ippodromo, il crocefisso

del duomo di Monza, alto, inquadrato dallacitazione architettonica dei lacunari della fac-ciata di Matteo, è stato il punto focale dellaveduta: Cristo, più che dal piedestallo di untrono, da una croce può contemplare ilmondo e capirlo. Da lassù vede la violenzadegli uomini, la meschinità di traditori, la fe-deltà dei veri amici, il coraggio di chi nonvuole piegarsi al “Crucifige” della massa, e al-lora “Quando sarò elevato da terra, attireròtutti a me” (Giovanni 12,32). Benedetto XVIdiceva ai cardinali “Voi siete principi, ma diun re crocefisso”, quello è il trono di Cristo,che prende su di sé il male e lo lava con il san-gue, con la misericordia, con l’amore di Dio.Ecco, oggi, guardando da quella croce sullaspianata del mondo, quell’antico Cristo ripu-lito, che pare ancora vivere con quei capellitremolanti al semplice alito d’aria, sembraascoltare Papa Francesco: “Dio si è abbassatoa camminare con noi” e “Gesù sulla crocesente tutto il peso del male e con la forza del-l’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella suaResurrezione. Questo è il bene che Gesù fa atutti noi sul trono della croce“.

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il duomo Papa Francesco a Monza

Quando ho letto sul giornale che sarebbe ve-nuto mi sono un po’ arrabbiata: questo PapaFrancesco così simpatico, così alla mano, cosifacile nelle parole, non ha pensato ai vècc cumemi? Mia cognata mi dice che lei va col nipo-tino allo stadio, io allo stadio ci sono andatacol mio marito che non c’è più, anima buona,nel 1979 a vedere l’Inter col Torino; lo stadioè per i bagai minga per mi.Poi mi sono rotta il femore e altro che stadioe parco solo tripée. Allora sono rimasta arrab-biata per un po’.Un giorno vado a prendere il mio nipotino ela catechista, una bella tusa, mi dice “oh Si-gnora lei è fortunata lo può seguire tutto in te-levisione e non perdersi un pezzo”. E così hofatto. Quando il 25 è arrivato io avevo tutto:televisore, poltrona e taralli della mia amicaMariuccia. Subito mi è sembrato stanco ilPapa Francesco, arrivato alle case bianche; ionon sapevo che fossero le case bianche; perme era l’ortica de Milan, tanta brava gente chesi fa le foto con lui, il cielo è coperto ed io stopure in pensiero per i miei nipotini che de-vono andare al parco.Mi piace questo Papa che si muove solo senzaguardie del corpo, sembra uno di noi, come ilprete alle benedizioni di Pasqua, sa parlarealla gente forse perché viene dall’Argentinadove sono tanti. Il nostro vescovo Scola fa unabella figura: sta con lui da quando arriva aquando va via e pure lui non è un giovin deprimm mett.

Arrivato in Duomo a Milano, il sole ha salu-tato il papa Francesco, con i preti, le suore, iseminaristi, belle pure le domande e pure lorohanno ragione, fanno tanta fatica e sono sem-pre di meno, che il mondo va a rotoli e lagente non ha voglia di giurare fede a Dio persempre.Il Papa non è uno che si tira indietro, glielodice di non rassegnarsi e fa bene, che il benevince sempre nella vita.

Quando il Papa arriva al carcere, passa miofiglio e mangio con lui che mi ha detto “mica

starai tutto il giorno a vederti il Papa?” In re-altà questi ragazzi oggi non capiscono che ilPapa non è solo uomo di Dio ma è quello cheabbiamo dello Spirito Santo nella Chiesa. Ilsole c’è, sono più tranquilla per i tripillin alparco. Chiamo la Mariuccia pure lei contentadi sto brav’uomo, quanta gente gli vuol bene,chiede sempre tante preghiere per lui, si vedeche è uno che si affida al Signore.

Quando arriva al Parco, oh devo dir la verità,mi sembra stanco. A gho resuun il parco è peri giovinotti, bella predica, bel coro, sembra-vano dentro ad una cattedrale mica al parcoin mezzo all’erba, oh poi come mi è piaciuto ilrito ambrosiano; mi sont de milan. Brava la gente attenta tanti preti eh ma tutticomposti tutto bene mi è sembrato l’impor-tante è fa minga la figura del cicculatée col Papa.

Dopo la messa al parco volevo prender messapure io ma sono rimasta a casa; c’era il colle-gamento con lo stadio ed era bello. Ragazzitanti ragazzi, bambini, mamme, nonne.Guardo bene ma mia cognata non la vedomica. Ballano cantano fanno i disegni sulprato e mi sembra bellissimo: tutti allegri! Mipiace che questo bravo Papa ha portato tantaallegria e tanta gioia e quando è arrivato allostadio era più riposato ed è stato bravo e mi èpiaciuto perché ha parlato anche di noi nonniche tante volte siamo bistrattati, che lavo-riamo e lavoriamo tanto ma certamente le do-meniche da soli non ce le risparmia nessuno eappena crescono i nipoti diventiamo un peso.

Io sono fortunata ho 2 bravi figlioli anche se sisa ogni fioeu el so cavagnoeu. Una cosa speroche la venuta del Papa che ha portato tantobene non venga dimenticata. Perché si fa un bel parlare e poi ci si dimenticadi tutto, perché il Papa ci ha detto di darci unamossa sempre col sorriso ma fare i figli di Diomica è facile allora ci dobbiamo impegnare enon dimenticare che come dicono a Milano aNatal hin tucc fradej, a San Steven tiren già fo-eura i cortej.

La visita del Papa vista in diretta tv da una nonnaAdele Gelosa

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il duomo Papa Francesco a Monza

Il 25 marzo è stato per me un dono inaspet-tato: certo, era una data fissata da tanto temposul calendario della nostra famiglia, perchésegnava l’incontro del Papa con cresimandi ecresimati e l’attesa era forte dato che tra que-sti c’era mio figlio. Ma la cosa più profonda èstata la pace che si provava quel giorno: unsabato pieno di luce e di quiete. Sembravacome un crescendo di condivisione: le viedella città erano svuotate dal solito traffico epiene di persone mai viste, tutte in cammino,attente e liete, verso una meta comune. Perstrada, qualcuno diceva: “eh, sì, Monza do-vrebbe essere sempre così…”.

In piazza Duomo, salutare le catechiste e glialtri genitori aveva un senso nuovo: come diuna serena attesa. Poi, ci siamo incamminatianche noi verso lo stadio milanese; ciò che ri-cordo meglio è il nostro guardarci negli occhicon amicizia, nel tragitto sul treno e sullametro, e la calma pazienza di stare in coda aitornelli, sottoun cielo az-zurro: le nostrepettorine blusegnalavano inmezzo a mi-gliaia di altre ilnostro arrivo auna festa alungo attesa. San Siro: dal-l’esterno, ungrosso edificiostracolmo di cori e di musica stereo, però conun tono diverso rispetto agli olè delle partitedi calcio: come ogni anno in primavera, suglispalti si raccoglie infatti una folla immensanon di tifosi ma di ragazzi che cantano per ilsolo fatto di esserci, contenti di essere almondo… I colori delle bandiere esprimono(assieme alle danze in mezzo al campo) laloro euforia: nel frastuono, difficile adessoparlare coi padri coi quali ci si era accomo-dati, festanti, nel terzo anello! Da dove sede-vamo noi, si vedeva dall’alto la coreografia, si

percepivano bene la passione e la cura con lequali ognuno aveva preparato la propriaparte: cantori, danzatori, lettori, accompa-gnatori. Sullo sfondo, i grattacieli di Milanos’illuminavano col calare della sera: l’arrivo diPapa Francesco era imminente. I ragazzi in-tanto assorbivano questa atmosfera con la sor-presa di chi viene festeggiato e con lasicurezza del giovane che inizia a vivere nelfuturo.

Devo ammettere che a un certo punto mi sonochiesto come sarebbe stato possibile fermarela coreografia e attendere l’invitato. E… pochiistanti dopo, la realtà mi ha stupito per l’en-nesima volta: la colonna sonora si è spenta edè sceso un silenzio attento, frutto di un gi-gantesco raccoglimento: ottantamila personeche rientrano nel proprio cuore per attenderel’ospite! Quello che è successo dopo, rimarrànella memoria di tutti i presenti: la trepida-zione, Papa Francesco che arriva accolto da

una densissimaemozione col-lettiva, la suavoce, le do-mande che glihanno fatto unragazzo, unacoppia di geni-tori e una cate-chista. Nellesue risposte sisono fusi l’ac-cento argen-

tino mai ascoltato prima, qui nella Diocesi, ela saggezza di un sacerdote che parlava consemplicità della sua fede, in uno stadio tra-sformato in un immensa sala d’oratorio.Il tempo felice passa in fretta. All’inizio di-cevo che quel 25 marzo è stato un dono: èvero, anche la pioggia che è poi scesa su di noiche rientravamo a casa, l’abbiamo percepitacome un dono. Dal cielo. La degna conclu-sione di una giornata dopo la quale guardarcinegli occhi e camminare insieme sono diven-tate delle cose nuove, e molto preziose.

A San Siro col Papa

Andrea Sciffo

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il duomo attualità

Gli alabardieri a Roma incontranole guardie svizzere pontificieLorenzo Perego

Difficile riassumere le parole la felicità e l’entu-siasmo del Comandante Giorgio Villa, quando afine 2016 ha avuto la conferma che gli Alabar-

dieri sognavano e aspettavano da sempre: si vain Vaticano dal Papa e dalle Guardie Svizzere, èsicuro!Per molti componenti del nostro gruppo si sa-rebbe trattato del coronamento della loro lungafedeltà al Duomo, per altri più gio-vani dell’avvio migliore per la pro-pria esperienza nel CorpoAlabardieri, sotto i migliori auspicie con la migliore spinta motivazio-nale.L’Arciprete don Silvano e il dottorFontana, nostro amico e benefat-tore, hanno arrangiato tutti i detta-gli: sembrava una cosa semplice eveloce, un viaggetto a Roma, ma levariabili da tenere sotto controlloerano numerose. A partire peresempio dai contatti da tenere al-l’interno del Vaticano: troppo dif-ficile avere un incontro “ufficiale” con gliSvizzeri, meglio approfittare dell’udienza pa-pale partecipando come gruppo, col supportopoi del caporale Stephan Zahner, Guardia Sviz-

zera che è rimasta con noi a totale disposizioneper guidarci e accompagnarci nelle procedure enegli orari da seguire.

Altro grattacapo cel’ha dato il trasportodelle armi, spade ealabarde. Certo, fin-chè siamo rimastinella nostra città, latradizione ci ha assi-curato “libera circo-lazione”, checomunque riguardasolo piazza Duomoe le vie del centrocittadino! Ma tra-sportare tredicispade e tredici ala-barde in furgone permezza Italia è un’al-tra cosa: se in auto-strada ti fermano

per un controllo, hai voglia a dire “Siamo gliAlabardieri di Monza e stiamo andando dalPapa”! Per evitare strane scene da barzelletta, cisiamo finalmente dotati del permesso ufficialeper portare le nostre attrezzature: fortunata-

mente i funzionari della Polizia di Stato di vialeRomagna si sono messi a disposizione e cihanno assicurato le lettere ufficiali per il tra-sporto.

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Prenotato il treno, l’alloggio presso la bellissimacasa dei Padri Passionisti con vista spettacolaresul Colosseo, messe in ordine le divise grazie al-l’aiuto delle disponibilissime Anna e Maria,guardarobiere del Duomo; la signora Fontana èriuscita anche a procurare a tempo record anchealcune divise nuove, realizzate fresche frescheper l’occasione. Imballato e caricato il tutto, eraormai arrivato il 25 aprile.

Siamo partiti tranquilli e sereni, come una bellagita tra amici, ma durante il viaggio sono salitel’emozione e la tensione, schizzate a millequando il giorno seguente siamo stati dentro ilVaticano, nella palestra degli Svizzeri, per in-dossare le nostre uniformi. L’uscita dal portone di bronzo, la scalinata e lasfilata in piazza san Pietro, tra le due ali di follaapplaudente, ci hanno però sciolto ogni rigidità:avevamo finalmente realizzato che tutto quelloche per sei mesi era stato pianificato, si stava fi-nalmente realizzando: un’emozione grandis-sima, per la quale non finiremo mai diringraziare tutti coloro che l’hanno resa possi-bile, con la loro amicizia e la loro passione versoil Corpo Alabardieri del Duomo di Monza.

Il ritorno a casa è stato una corsa a navigare isiti internet dei vari giornali che ci avevano assi-curato un articolo sulla nostra esperienza. Il Co-mandante Villa ha passato gran parte del

viaggio in treno al telefono con diversi giornali-sti, cercando di descrivere al meglio i dettagli e

le emozioni della giornata. C’erano poi da recu-perare tutte le foto, ufficiali e ufficiose, del-l’evento: presto le vedrete sul nostro sito internete sulla nostra pagina Facebook, insieme anche aivideo del Centro Televisivo Vaticano.

Questa esperienza ha assicurato alCorpo Alabardieri una visibilità maiavuta: speriamo di cuore che possaservire a incentivare sempre più per-sone a fare richiesta per rinforzare lefile del gruppo.

Un’altra speranza forte è che questoevento ridia stimolo all’interesse sto-rico e spinga al ritrovamento di sem-pre nuove notizie, cimeli e ricordicollegati con gli Alabardieri diMonza, per costruire una memoria

da perpetuare, perché senza radici qualunquepianta avvizzisce.

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Testimoni di vita buona nella realtà di MonzaAnna Maria Vismara

Nella serata dell’11 maggio su Monza si scatenava unforte temporale, ma, al Cineteatro Triante, oltre al ru-more della pioggia battente, si potevano ascoltare pa-role di speranza ispirate alla giornata condivisa conPapa Francesco. Per il secondo appuntamento mon-zese dei “Dialoghi di Vita Buona”. Il Decanato mon-zese ha proposto un incontro dal titolo “Una città siinterroga dopo la visita di Papa Francesco”.Don Silvano Provasi ha aperto la serata, poi coordi-nata da Fabrizio Annaro, ricordando che le parole delPapa sanno sempre scaldarci il cuore e farci ripren-dere il cammino della vita con più energia, come ac-cadde ai discepoli di Emmaus dopo l’incontro conGesù. Anche noi, come loro, non camminiamo da soli,ma insieme ai fratelli: una comunità che negli ultimianni ha cambiato fisionomia, quanto a età media, pro-venienza geografica e composizione del nucleo fami-liare.

Come sottolinea il sociologo Giovanni Castiglioninel suo intervento, anche a Monza si sono avvertitiquesti fenomeni: a fronte di una popolazione totalerimasta sostanzialmente invariata nel numero (circa123.000 residenti nel 2017, dei quali il 52% sonodonne), la fascia di età più rappresentata è ora quellatra i 45 e i 64 anni, mentre nel 2006 era quella tra i 25e i 44 anni, con più di 9.600 ultra-ottantenni, rispettoai 6.000 del 2006.Il numero dei decessi nel 2016 ha superato di 254 unitàquello delle nascite e ben due famiglie su tre sonocomposte da 1 o al massimo 2 componenti.Gli stranieri residenti a Monza sono passati dal 7% del2006 al 12,3% del 2016, dei quali circa il 50% ha tra 0e 5 anni; il gruppo più numeroso è quello dei rumeni,seguito da egiziani e peruviani.

“Ma i numeri, da soli, sono teorie nelle quali spari-scono le persone: è necessario invece entrare nella re-altà e riconoscervi i segnali della presenza di Dio”,avverte un altro relatore, il Padre gesuita GiuseppeRiggio.Anche Papa Francesco, nella sua giornata milanese,ha voluto immergersi nella vita quotidiana della città,senza dimenticare nessuno, entrando nelle case di an-ziani e di stranieri, nella comunità del carcere e deiragazzi riuniti a San Siro.“Una città che si tinge di bianco o dei tanti colori dellapelle dei suoi abitanti può essere difficile da gestire;l’incontro con il diverso, che sia un anziano o uno stra-niero non è però un dato opzionale, ma strutturale.Non si cresce, come comunità e ancora prima comeindividui, se non nell’incontro con il diverso.

Anche la nostra fede è frutto dell’incontro tra diversi:Israele, Gesù, i pagani. In ogni incontro non si può farfinta che non esistano le differenze, ma ci si può in-vece ritrovare sui valori fondamentali, per poi viverela pluralità”.L’obiettivo è l’unità e non l’uniformità e, come ha ri-cordato Papa Francesco nell’omelia al Parco diMonza, “ ognuno deve mettere il proprio pezzetto perdare un’anima alla sua città e riportare la speranza ela gioia”. E’ importante che questo atteggiamento didisponibilità e impegno venga incoraggiato e colti-vato già nei primi anni di vita e la scuola, insieme allafamiglia, gioca un ruolo di primo piano per costruirequesta sensibilità.

La dirigente scolastica Anna Cavenaghi racconta lasua esperienza di “scuola buona” nei quartieri Ce-derna e Cantalupo, dove circa il 50% degli studenti èstraniero.“L’articolo 34 della Costituzione afferma che la scuolaè aperta a tutti” e questo valore, unito alla convinzioneche la scuola sia una comunità e non un’azienda, èalla base delle iniziative messe in campo da molti isti-tuti monzesi, nei quali, grazie alla collaborazione trafamiglia e scuola, sono nati gruppi di ascolto dei ge-nitori e momenti nei quali hanno trovato spazio tra-dizioni religiose diverse.In questa direzione vanno anche attività intercultu-rali che prevedono l’uso delle fiabe e della musicacome linguaggi che possono unire bambini e ragazzidi diverse nazionalità. “Organizzare tutto questo ri-chiede impegno e risorse e la scuola non va lasciatasola” conclude Anna Cavenaghi.

“Certo è che le cose belle nascono da una grande fa-tica”: così esordisce un altro testimone di vita buona,Pietro Fontana, ex-educatore ed ora imprenditore nelsettore della birra artigianale.“Non bisogna aver paura di muoversi e mettersi ingioco, anche se spesso siamo tentati di agire comel’apostolo Pietro, che,davanti alla trasfigurazione diGesù, vorrebbe fermarsi sul monte a contemplare edinvece deve scendere ad affrontare la realtà”.Per l’apostolo sarà una realtà durissima, fatta di sof-ferenza e di morte; per gli uomini del terzo millennioè una realtà di cambiamenti, spesso repentini e in-comprensibili.

Per noi, partecipanti all’incontro, tornare alla realtàsignifica uscire nella notte buia e piovosa…ma , comedice spesso Papa Francesco, “senza farci rubare lasperanza”.

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A tu>i i fedeli della Parrocchia San Giovanni Ba>ista Duomo MONZA

Carissimi, siate benede>i nel nome del Signore! Vi porto la benedizione, il saluto, l’apprezzamento e l’inco-raggiamento del Cardinale Arcivescovo che rappresento in questa fase conclusiva della Visita Pa-storale. La vostra comunità vive dentro la Chiesa Ambrosiana e nella comunione della Chiesa Ca>olica,continuando nel vostro territorio la missione che il Signore risorto ha affidato ai suoi discepoli. Nel contesto particolare di questo cambiamento d’epoca che stiamo vivendo nella gioia dello Spi-rito, so>o la guida di Papa Francesco, secondo le indicazioni del Cardinale Arcivescovo, siamo chia-mati ad accogliere con gratitudine la grazia della comunione che ci raduna e ad esprimerla in unacoralità sinfonica che condivide alcune priorità e si decide per un passo da compiere.

Quanto alle priorità da condividere è opportuno esplicitare alcuni tra>i della proposta pastoraleche sono irrinunciabili.

La comunità dei discepoli del Signore vive del rapporto con il Signore. Si potrebbe dire che è unacomunità che nasce dall‘Eucaristia e che vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella per-suasione che senza il Signore non possiamo fare nulla. La priorità deve essere quindi la cura per la celebrazione della Messa domenicale: deve essere unappuntamento desiderato, preparato, celebrato con gioia e dignità: quindi è necessario che ci sia ungruppo liturgico che anima la liturgia, un educazione al canto liturgico, una formazione dei mini-stranti e di tu>i coloro che prestano in servizio nella celebrazione (i suggerimenti proposti in C.MAGNOLI, Parole, gesti, silenzi della messa — Brevi catechesi liturgiche, ed. Ancora, 2016 e le pros-sime integrazioni devono essere a>entamente riprese)

Deve essere favorita anche la preghiera feriale, promuovendo la partecipazione alla Messa, la pre-ghiera della liturgia delle ore, l’adorazione eucaristica, la preghiera del rosario, le devozioni popo-lari. E opportuno che la chiesa sia aperta, per quanto possibile. E necessario che la comunità esprimapersone volontarie affidabili e convinte per tenere aperta la chiesa, per animare la preghiera dellacomunità anche in assenza del prete (per esempio rinnovando il gruppo dell’Apostolato della pre-ghiera).

La comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una gra-zia, una vocazione, una missione. Ogni proposta pastorale deve avere come obie>ivo l’aiuto perchéciascuno trovi la sua vocazione e la viva nelle forme che lo Spirito suggerisce, quindi nella pluralitàdelle forme associative e dei percorsi personali. In particolare la pastorale giovanile deve esserescuola di preghiera e percorso vocazionale. La scelta dei diversi stati di vita deve essere accompa-gnata con sapienza e autorevolezza dagli adulti della comunità così da favorire le decisioni defini-

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Lettera del Vescovo per la conclusione della visita pastorale

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tive per la vita matrimoniale o le forme di speciale consacrazione. La comunità degli adulti infa>ideve pensarsi come comunità educante. La comunità dei discepoli del Signore è presente, nel contesto in cui vive, come il sale della terra, laluce del mondo, il lievito che fa fermentare tu>a la pasta. Nella complessità del nostro tempo coloroche condividono la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testimoniare comela fede diventi cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tu>i, prome>ente per il futuro delpaese e dell’Europa. Nella conversazione quotidiana, nell’uso saggio degli strumenti di comunica-zione della comunità (stampa parrocchiale, buona stampa, specie Avvenire, Il Segno, centri cultu-rali, sale della comunità, social, ecc.) i discepoli del Signore condividono, argomentano,approfondiscono quella visione dell’uomo e della donna, del mondo e della vita che si ispira al Van-gelo, che si lascia istruire dal magistero della Chiesa e dalla ricerca personale.

Quanto al passo da compiere individuato durante le fasi precedenti della visita pastorale, è fa>o pro-prio dal Cardinale Arcivescovo e raccomandato in questi termini

Una cura più a>enta deve essere rivolta a proposte formative per gli adulti, in particolare per i ge-nitori dei ragazzi/e dell’Iniziazione Cristiana, per rianimare la pastorale famigliare, rivitalizzandoin particolare il Gruppo Famiglie, per offrire una specifica formazione alle guide turistiche delDuomo, perché, a>raverso l’arte e la storia, aiutino i visitatori a cogliere la fede di un popolo che siè espressa in tanta bellezza e può rispondere alla domanda di interiorità e di spiritualità presentenel cuore di tante persone, anche non credenti, e che fatica a trovare soddisfacenti risposte nelle of-ferte a>ualmente proposte.

Particolare a>enzione deve essere rivolta alla celebrazione dell’Eucaristia e della Penitenza, inve-stendo maggiori energie per offrire celebrazioni liturgiche più preparate e coinvolgenti a personedi diversa età, cultura e vita spirituale, sopra>u>o in riferimento alle Messe domenicali e festive eassicurando presenze di confessori per la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione, du-rante tu>a la giornata, sopra>u>o nei tempi forti e nella prossimità delle feste liturgiche. Sarà op-portuno favorire momenti formativi e di verifica per i sacerdoti e religiosi della ci>à e del decanatoperché si a>uino alcune proposte già presenti nel rituale della Penitenza, in ordine alle modalitàdella celebrazione.

Proge>ando sopra>u>o i percorsi di educazione alla fede del nostro adolescenti e giovani, è ur-gente instaurare concrete “alleanze educative” con le parrocchie della ci>à e con le istituzioni sco-lastiche locali, in sinergia con proposte educative presenti in ci>à (Caritas, cultura, ambiente,sport...).

Incarico il consiglio pastorale di riprendere e a>uare le indicazioni di questa le>era e di verificarnepuntualmente l’a>uazione con scadenza annuale per esempio nella prima se>ima di quaresimadegli anni a venire. Chiedo anche che quando dovesse esserci un avvicendamento dei preti con re-sponsabilità pastorale nella comunità, questa “riconsegna” sia le>a e a>entamente considerata congli operatori pastorali e l’intera comunità. IL VICARIO GENERALEAccompagno il cammino di tu>i con ogni benedizione e invocoogni grazia per intercessione dei santi Ambrogio e Carlo, deisanti patroni della parrocchia/comunità pastorale.

(+Mario Delpini)

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A destra dell’ingresso, in contro facciata, è ap-peso il crocifisso ligneo del XVI secolo, discuola lombarda. Il Cristo presenta una chiomadi capelli naturali. In origine l’opera era sospesaal centro dell’arcone della cappella maggiore,dove rimase sino al 1721, quando fu trasportatonella cappella di Santo Stefano. A tale propositoCampini dice: “si tagliò sopra l’Altare la parete perriporvi il Crocefisso grande, altre volte esposto sulmachinoso (sic) architrave dell’arcone dell’Altaremassimo, e poi alzato di sopra in poca distanza nellacupola, e demolito l’Altare se n’eresse altro di marmo:si pinsero il volto e le pareti nelle figure da Gianbat-tista Sassi, e nel disegno dal Castelli seniore per meradivozione“(1.). La descrizione continua con l’immagine delsanto Stefano lapidato e “sul involto alcuni Angiolicon palme e corone e 2 altri ai lati dell’Altare colliStromenti della Passione del Signore. Nell’arco difuori un Angelo con la palma, ed altro con la coronadi spine, il quale tiene al primo il lembo della veste”.Quando venne spostato l’armadio della crocedelle reliquie (dove era custodita la Corona Fer-rea) nella cappella di santo Stefano, il grande cro-cefisso trovò una nuova sede, quella attuale, difronte alla cappella di santa Caterina d’Alessan-dria. Il nuovo alloggiamento prevedeva l’esposi-zione accanto alla croce di due statue ligneedipinte raffiguranti Maria e San Giovanni e duepiccoli angeli cherubini gli unici ancora oggi ac-canto alla croce, poiché quest’allestimento vennesmembrato prima della guerra, e i due santi ado-ranti vennero abbandonati nella soffitta sopra lasala della Biblioteca. Le misure del Crocifissosono: cm 205 di larghezza e 388 cm di altezza.

Stato di conservazioneL’opera si presentava in discreto stato di conser-vazione, fatta eccezione per i depositi incoerentipresenti sulla superficie che appesantivano l’in-cornato del Cristo. La capigliatura presentavaconcrezioni di polvere e materiale inquinante,inoltre era deturpata da un intervento di re-stauro amatoriale adottato per far aderire delleparti della barba e dei baffi probabilmente scol-latisi nei secoli. Questi furono riadesi malamentecon colle naturali e resina. La croce si presenta

pesantemente ridipinta con una tinta marronecoprente, nonostante ciò si evidenzia traccia del-l’incisione della bordura dorata soggiacente chela contornava. Erano presenti alcuni solleva-menti che interessano la preparazione e il filmpittorico, questi erano localizzati sulla croce,sulle gambe di Cristo e sul costato, mentre il veloappare ben conservato, fatta eccezione per una

crepa sottile costituzionale, che lo divide in due.Sono chiaramente visibili degli interventi di re-stauro con imprecise stuccature e grossolane ri-dipinture localizzate sugli avambracci, sulcostato e sui polpacci.Grazie all’occasione della visita del Santo Padrea Monza, il Crocifisso del Duomo è stato nuova-mente oggetto di considerazione. Con grandeonore è stato collocato sul palco allestito al parcodi Monza e posto dietro l’altare. Si è reso quindinecessario un intervento conservativo, che haprevisto solo un rapido restailing e non un re-stauro completo volto al recupero del film pitto-rico originale in alcune zone nascosto da spesseridipinture. La situazione dell’opera però è ap-parsa subito chiara alla dott.ssa Ilaria Brunodella Soprintendenza e all’Architetto Carlo Cap-

Il crocifisso ligneo del Duomo ripulito per la messa di papa FrancescoAnna Lucchini

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poni che, in accordo mons. Provasi, hanno com-preso che era necessario anche un consolida-mento del film pittorico. Siamo quindiintervenute con una prima pulitura per aspira-zione per eliminare i depositi di polveri, quindicon una pulitura con emulsioni grasse atte ad eli-minare, senza compromettere la patina originale,solo i depositi incoerenti. Contemporaneamentecon un’emulsione grassa con aggiunta di Tea 1,5ml abbiamo alleggerito ed eliminato dove possibilealcune ridipinture soprattutto sul costato, recupe-rando la lacca rossa originaleutilizzata per il sangue. Nonposso tacere che restaurare unCristo in Croce a grandezzanaturale e di tale bellezza diintagliato sia un esperienzacommovente, che va aldilà del-l’approccio tecnico scientificodi un restauro. In qualchemodo si instaura un’empatiaemotiva piuttosto forte nel mo-mento in cui ti prendi cura diquesto corpo martoriato intutto simile al vero, nel livoredella pelle, nel costato dilatato, nelle ginocchiamagre dalle ossa prominenti, nel dolore compo-sto del viso scavato. Si prova quella commozioneche l’artista voleva suscitare negli spettatori,quella pietas, spesso dimenticata. Ritornando a una relazione più tecnica, la crocee il Cristo a seguito delle variazioni climatiche,inevitabili per un’opera non musealizzata, pre-sentava alcuni sollevamenti del film pittorico e dellapreparazione localizzate, sul costato, sul manto,sul volto, sulle braccia, sulle gambe e sulla croce,sono state quindi necessarie alcune operazionidi consolidamento e adesione iniettando colla diconiglio, attivata con termo cauterio attraversocarta giapponese. Le zone che presentavanodelle lacune sono state stuccate con gesso e collae successivamente reintegrate pittoricamente. Inalcune porzioni della croce, dove la mancanzadel legno era più ingente, sono stata eseguitedelle stuccature con Araldite e successivamentereintegrate pittoricamente. L’oro del velo appariva in buono stato di conser-

vazione, quindi ci siamo limitate a una leggerapulitura e a delle stuccature localizzate. Sugliavambracci molto danneggiati, non abbiamo po-tuto eliminare totalmente le ridipinture perchénon era previsto un restauro integrale e vista lascarsità di tempo, ma ci siamo premurate di al-leggerire il ritocco alterato e di accompagnarlopittoricamente all’incarnato originale.Le polveri di deposito e lo sporco grasso sullacapigliatura sono state soffiate e poi aspirate conmicro aspiratori, quindi dopo aver individuato

il solvente idoneo è stata ri-mossa la resina adottata per in-collare parte della barba e deibaffi, grossolanamente appic-cicati, “questi, liberati dalla re-sina in eccesso, sono stati lavatied è stata ridata loro la formacorretta. Quindi sono stati ri-posizionati e fatti riaderire conpoche gocce di resina che hapermesso l’adesione del velo,un tulle originale su cui eranostati montati i capelli probabil-mente del XVI secolo, forse ap-

partenuti a qualche suora. Sono capelli castanilisci e grossi certamente di una giovane donna eperfettamente conservati. L’opera, a differenzadi quello che fino ad ora è stato scritto, è statapensata con la capigliatura, difatti al disotto diquesta è presente solo il cranio scolpito e non di-pinto. Terminate le operazioni di manutenzione la scul-tura è stata preventivamente trattata con perme-trina al 3% in white spirit, il corpo di Cristo èstato verniciato a tampone con vernice Retoucere la Croce con cera d’api, per proteggerla dallevariazioni climatiche. Venerdì 24 marzo era unagiornata fredda con temporali e pioggia, era-vamo tutti molto preoccupati! Ma con nostra im-mensa gioia sabato 25 marzo 2017 a Monza inonore di papa Francesco il sole brillava.

1. Campini G.M., Descrizione dell’insigne Basilica Colle-giata di S. Gio. Batta di Monza, Manoscritto, pagg. 66-67. Ringrazio Roberto Conti per le notizie fornitemi.

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Venerdì ,17 Marzo 2017, si è tenuto il penultimoincontro del ciclo “ Il Duomo raccontato”, giuntoormai alla settima edizione. Dopo una breve in-troduzione di mons. Provasi, che ricorda la con-sacrazione dell’altare nel 1798, il dottor Accarisipresenta il professor Francesco Leone dell’Uni-versità degli Abruzzi, studioso dell’Appiani, dicui ricorda il giudizio da parte del Canova “mag-gior frescante d’Europa”: la sua fama fu infattitale da consentirgli di diventare il pittore uffi-ciale di Napoleone.

Aveva coltivato nell’ambiente milanese, grazieanche alla presenza del Parini a Brera, una vici-nanza ai classici, che lo rendeva gradito all’am-biente nobiliare e che gli valse la commissione daparte dell’arciduca Ferdinando d’Austria dell’af-fresco della Rotonda della Villa Reale di Monza, af-fresco che rappresenta la favola di Amore ePsiche, ispirata all’Asino d’oro di Apuleio. Termi-nato il lavoro nel 1791, arricchito dagli studi suCorreggio, Raffaello, Domenichino, riceve nel1792 dalla Fabbriceria del Duomo di Monza laproposta di progettare il nuovo altare maggiore.

Allora, però, l’attività dell’Appianiera squisitamente pittorica, come di-mostrano proprio nel 1792 gli affre-schi di Santa Maria presso San Celso,dove aveva rivelato un modernissimocolorismo nei santi raffigurati negliarconi e nei pennacchi della cupola ,così come ad Alzano Lombardo nel1806, quando dipingerà l’ “Incontrodi Giacobbe e Rachele”.

L’accettazione della proposta lo rivelacome grande artista globale, in gradodi superare il concetto di arte mag-giore, la pittura, cui era legata l’artedel Barocco: per Appiani , infatti,tutto ha la stessa dignità, dai sipariteatrali agli altari, agli stessi disegniper i mobili di Maggiolini. Nel tabernacolo c’è tutto, scultura,decorazione, etc. , così da farne unmodello per l’intera Lombardia intutto l’800. Nel 1783 era stato chia-mato per il progetto dell’altare Leo-

poldo Pollack, che in un’ epistola, intitolata“Avvertenze”, aveva tracciato una storia dei ta-bernacoli, che criticava tutti fortemente, con l’ec-cezione dell’altare del SS. Sacramento a Romadel Bernini, che diventerà poi il modello del no-stro, anche se il modello universale resta co-munque S. Pietro in Montorio del Bramante.

L’altare maggiore del Duomo.Andrea Appiani nel Duomo di Monza e nella cittàCarlina Mariani

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Dopo la rinuncia del Pollack, nel 1792 AndreaAppiani inizia i disegni preparatori dell’ altaredel Duomo. Un problema fondamentale eraquello di evitare l’impatto con il paliotto di Bor-gino del Pozzo: il ciborio è quindi altissimo, co-stituito da un tempietto circolare con colonninee festoni alti (poi tolti), fregi preziosi con cesti dispighe e tralci di vite, mentre dei putti reggonoriproduzioni del tesoro del Duomo.

L’alternanza di fregi d’oro, lapislazzuli ed ametistarichiede uno studio molto strutturato e l’inter-vento di marmisti, doratori etc., oltre due dise-gni preparatori, in cui è evidente il riferimentoal Canova. La tecnica di Appiani è molto moderna: realizzalui il disegno, poi assolda uno scultore, che svi-luppa il disegno in 3D, mentre Angelo Pizzi rea-lizza i modelli in gesso, ora conservati nelMuseo. Il tema eucaristico, già ripetuto nella

simbologia del pane e del vino dei fregi, divienecentrale nella porta del tabernacolo, dove è rap-presentato l’Angelo, che offre il pane al profetaElia, realizzato in bronzo dorato e lapislazzuli.Tra le colonnine si alternano le statue delle quat-tro Virtù Cardinali e delle tre Teologali, ma solola Fortezza è conservata anche in gesso. I modelli sono sempre quelli classici, ma anchequelli di Iacopo della Quercia, Giovanni Pisanoe i preraffaelliti in genere. La rappresentazionedel Parnaso nella Villa Reale di Milano nel 1811segna il vertice dei riferimenti classici dell’Ap-piani.

Come è consuetudine, il pubblico alla fine del-l’incontro ha potuto accedere all’altare, per ve-dere da vicino l’opera meravigliosa dell’artista e“ripassare” quanto di prezioso, non solo mate-rialmente, offre il Duomo a chi lo guarda conocchi meno distratti del solito.

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Come ci era stato segnalato da monzesi, duranteun viaggio in Germania, ad Eise-nach, il campanile della chiesaevangelica luterana di S. Giorgio èstraordinariamente simile al cam-panile del Duomo di Monza. Ab-biamo avuto l’opportunità diconstatare la somiglianza sul postopartecipando alla commemora-zione del 500° anno della riformaluterana, il 6 maggio scorso, nellaChiesa di S. Giorgio. La nostra pre-senza era giustificata dal desideriodi avere contatti con altre confes-sioni cristiane per sottolineare quanto ci uniscetrascurando antiche e secolari divisioni, inco-raggiati dalle parole e dall’esempio di papa Fran-

cesco che promuove il dialogo anche con le fedimonoteiste non cristiane. Con noi vi era il pa-store della Chiesa cristiana ortodossa rumena diMonza.Preso atto della somiglianza dei campanili e ap-purato che il nostro è più antico di 300 anni ri-spetto a quello tedesco, abbiamo condottoricerche soprattutto presso varie istituzioni qualil’Archivio della città di Eisenach e il Goethe-In-stitut di Milano, per vedere se chi ne curò la co-struzione si fosse in qualche modo ispirato alnostro. Il campanile fu costruito su progetto del-l’Architetto berlinese Otto March tra il 1899 e il1902. E’ meno alto (62 m) del nostro (74 m dal li-vello del suolo alla base della croce terminale).Entrambi i campanili furono aggiunti alle chiese,quando queste esistevano già da secoli: la chiesadi S. Giorgio, costruita attorno al 1182, fu ri-strutturata nel 1515. La cella campanaria, che nelnostro duomo è ben evidente e le campane si ve-dono oscillare, sembra mancare nel campanile diEisenach, dove il locale corrispondente è invecechiuso da imposte.Venendo alle indagini sull’eventuale riferimentoal nostro campanile nella costruzione di quellodi S. Giorgio, il Goethe-Institut ha rintracciato untesto interessante e la Signora Herbst, stagistapresso l’istituto, ha contattato l’autore del testoche così scrive “la torre di Eisenach, nella suaforma neobarocca in base al progetto di OttoMarch, secondo il modello del Duomo di Monza

e di Trento…”. Poiché è da esclu-dere il Duomo di Trento, GianniSelvatico ha trovato somiglianzecon il campanile della chiesa diS.Bernardino a Sabbionara di Avionon lontano da Trento, la cui co-struzione fu ultimata nel 1840.A conclusione la similitudine deidue campanili di Monza e di Eise-nach è uno stimolo in più a svilup-pare iniziative con le comunitàreligiose e civili delle due città.Nella cittadina tedesca abbiamo

avuto una buona accoglienza anche presso lapiccola comunità cattolica nella Chiesa di SantaElisabetta.

Il campanile di Eisenach in Turingia assomiglia a quello del nostro DuomoMassimo Accarisi e Pompeo Casati

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300 anni di un evento

Don Carlo Crotti

Tre secoli fa, il 7 agosto 1717, una commissionecomposta dai cardinali della Sacra Congrega-zione dei Riti dichiarava legittimo il culto dellereliquie della passione di Cristo e, in partico-lare, della Corona Ferrea, che erano conservate evenerate nel duomo di Monza. Il Papa dell’epocaera Clemente XI. Il verdetto della commissionecardinalizia non si pronunciava sulla autenticitàdelle reliquie monzesi. Si limitava a dichiararnevalido e legittimo il culto.Non conosciamo documentazione che permettadi datare con sicurezza le origini della venera-zione alla corona ferrea, ritenuta la custodia diuno dei chiodi serviti alla crocifissione di Cristo,e alle altre reliquie della passione conservate nelduomo. Vi è solo il vago riferimento al discorso diS. Ambrogio, pronunciato durante il funerale del-l’imperatore Teodosio: il Vescovo di Milano af-fermava che la regina Elena, trovata la croce diCristo, avesse fatto incastonare uno dei chiodidella passione in una corona per il figlio, l’impe-ratore Costantino.Le ricerche storiche e le analisi scientifiche hannodimostrato l’infondatezza di questa tradizioneantica e comunque venerabile. Resta comunqueun punto fermo. Nel 1578, due anni dopo la ter-ribile peste che devastò Milano e le zone circo-stanti, durante la visita pastorale a Monza, S.Carlo Borromeo pubblicamente rese venerazionee culto alla reliquia della passione di Cristo, cu-stodita nella corona ferrea. Tale gesto venne ri-petuto anche da altri Arcivescovi successori di S.Carlo. Addirittura, il cardinale Federigo Borro-meo ricevette l’imposizione della corona ferrea,nel 1651, per mano dell’Arciprete del duomo.Ma allora, con precedenti così autorevoli, perchéè dovuta intervenire addirittura la Sacra Con-gregazione dei Riti?Tutto ebbe inizio nel 1687, quando Antonio Tran-chedini, vicario generale dell’Arcivescovo Fede-rico Visconti, durante una visita pastorale, proibìcon un suo decreto il culto della corona ferrea ele processioni monzesi con le reliquie della pas-sione di Cristo.Quali siano state le motivazioni di tale drasticadecisione è difficile dire. Ma forse non si è lon-tani dal vero se si raccoglie l’osservazione di un

cronista del tempo: “è paruto ad alcuno di metterein dubbio la verità di tale tesoro: il che senz’altro sidee attribuire a’ Milanesi; che mal possono soffrire cheuna terra sì piccola e ignobile, se si confronta col lorgrande Milano, vanti una gloria comune alla metro-poli, di conservare uno dei chiodi di Gesù Cristo”.Ma al di là di queste forse maligne supposizioni,resta il fatto che l’Arciprete e il capitolo delduomo ricorsero contro il decreto, all’Arcive-scovo di Milano, il quale non decise personal-mente circa la vertenza, ma incardinò unprocesso canonico presso la curia diocesana. Nescaturì un dibattito molto acceso tra favorevoli econtrari al culto della corona ferrea, che pro-dusse una ventina di opere scritte, ora conser-vate nella Biblioteca Vaticana. A questo dibattito,sul fronte dei contrari, partecipò anche un gio-

vane dottore della Biblioteca Ambrosiana, Lu-dovico Antonio Muratori, con l’operetta “Decorona ferrea”.Alla fine, di fronte a una contrapposizione tantopassionale, la curia milanese decise di non deci-

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dere e, nel 1714, trasmise l’intero dossier allaSacra Congregazione dei Riti. La pratica fuistruita da un grande giurista, Prospero Lam-bertini, che sarebbe diventato papa BenedettoXIV. Il 7 agosto 1717, i cardinali della Congrega-zione, accogliendo le indicazioni del Lambertini,ripristinarono il culto della corona ferrea e dellereliquie della passione. La prima processione sitenne il 4 settembre 1718.

In duomo è possibile am-mirare, nel transetto meri-dionale, un affresco in cui,nel 1740, il Carloni raffi-gura papa Clemente XI cheaccoglie e benedice la co-rona ferrea. Mentre nell’archivio parrocchialesono conservati alcuni sonetti composti per cele-brare la decisione romana. Nello stesso archivioè conservato un giornale del 14 settembre 1718,che, con il linguaggio ampolloso del tempo, fa lacronaca di quella prima processione. “Essendodopo 30 e più anni di sospensione uscito decreto dalla

Sacra Congregazione dei Riti di Roma di poter tenereed esporre alla pubblica venerazione la corona ferreade’ re Longobardi, composta d’uno de’ Santissimichiodi della Crocifissione di Nostro Signore Gesù Cri-sto e circondata d’una Corona d’Oro, con cui si so-gliono incoronare gl’Imperatori… Perciò il giorno 4del corrente mese, preceduta la sera avanti una illu-minazione universale, con fuochi artificiali e suono ditutte le campane, fu dopo la Messa Pontificale can-tata da quel Reverendissimo Monsignor Arciprete

Mitrato con esquisitissimamusica, portata Processional-mente per lungo giro diquelle contrade sontuosa-mente apparate, e fregiated’eruditissime Inscrizioni,

con concorso innnumerabile di Nobiltà e Forastieri.Restando poi la detta Croce… esposta per 40 ore sopral’Altare Maggiore di quell’insigne Basilica vaga-mente adornata; nel qual tempo eccellenti Oratori neproclamarono le glorie… Il tutto riuscito non solo conbuonissimo ordine, e quiete, ma anche con comunepietà, soddisfazione, e rimostranze di giubilo”.

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Il tutto è più delle parti

Don Carlo CrottiRiflettiamo, in questo intervento, sul quarto e ul-timo principio che il Papa, nella EsortazioneApostolica post-sinodale Evangelii gaudium, de-sume dalla dottrina sociale della Chiesa, a cuideve ispirarsi l’annuncio del Vangelo se si vuoleche produca frutti di pace nella società e nellaChiesa. Il magistero del Papa è esposto nei nn.234 – 237 della Evangelii gaudium.

Il principio suona così: “Il tutto è più delle parti,ed è anche più della loro semplice somma” (n.235). Ad una lettura superficiale sembra quasiuno slogan ad effetto. In realtà colpisce al cuoreuna delle situazioni di maggiore conflittualità edivisione presenti nelle società del nostro tempo.Pensiamo anche solo a due fenomeni socio-poli-tici: la globalizzazione finanziaria e tecnologicache crea e aumenta sacche di povertà economicae di emarginazione sociale; e,per reazione, la chiusura neiparticolarismi identitari che staall’origine degli atteggiamentipolitici che i media oggi sonosoliti riassumere nel terminegenerico e vago di populismo.

Due immaginiCon il linguaggio creativo e di-retto che gli è tipico, il Papa usadue immagini per descrivere irischi e indicare la prospettivaentro cui collocare l’attuazione del principio se-condo cui il tutto è più della parte. E riportiamotestualmente le parole della Evangelii gaudium.a. “Bisogna prestare attenzione alla dimensione

globale per non cadere in una meschinità quoti-diana. Al tempo stesso non è opportuno perderedi vista ciò che è locale, che ci fa camminare con i

piedi per terra. Le due cose unite impediscono dicadere in uno di questi due estremi: l’uno, che icittadini vivano in un universalismo astratto eglobalizzante, passeggeri mimetizzati del va-gone di coda, che ammirano i fuochi artificialidel mondo, che è di altri, con la bocca aperta eapplausi programmati; l’altro, che diventino unmuseo folkloristico di eremiti localisti, condan-nati a ripetere sempre le stesse cose, incapaci dilasciarsi interpellare da ciò che è diverso e ap-prezzare la bellezza che Dio diffonde fuori dailoro confini” (n:° 234).b. “Il modello non è la sfera, che non è superiorealle parti, dove ogni punto è equidistante dal

centro e non ci sono differenzetra un punto e l’altro. Il mo-dello è il poliedro, che riflettela confluenza di tute le parzia-lità che mantengono in esso laloro originalità. Sia l’azione pa-storale sia l’azione politica cer-cano di raccogliere in talepoliedro il meglio di ciascuno”(n. 236).

Nella società.L’applicazione di questo prin-

cipio, dice sempre il Papa nel suo magistero, pro-duce effetti benefici e pacificanti per le singolesocietà nazionali, ma anche per la famiglia deipopoli che abitano la terra. Nel modello del po-

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Se qualche lettore volesse porre domande o avanzare osservazioni in merito al contenuto di questa rubrìca o più in generale su questioni attinenti la vita di fede,

può scrivere al seguente indirizzo:Il Duomo – Via Canonica 8 – 20900 Monza oppure a [email protected] Sarà nostra premura inoltrare a don Carlo Crotti tali richieste. La redazione

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liedro infatti “sono inseriti i poveri, con la lorocultura, il loro progetti, le loro potenzialità. Per-sino le persone che possono es-sere criticate per i loro errorihanno qualcosa da apportare chenon deve andare perduto. E’l’unione dei popoli, che, nell’ordineuniversale, conservano le loro pe-culiarità. E’ la totalità delle per-sone in una società che cerca unbene comune che veramente in-corpora tutti” (n. 236).

Nella Chiesa.Ma questo principio, se perse-guito con coerenza, permetteanche alla Chiesa di essere sestessa, fedele al suo Fondatore.Con un linguaggio carico di poe-sia e di speranza, e perciò bello, il Papa descrivela natura e la missione della Chiesa. E’ un para-grafo della Evangelii gaudium che merita di es-sere letto e meditato. “A noi cristiani questoprincipio parla anche della totalità o integrità delVangelo che la Chiesa ci trasmette e ci invia apredicare. La sua ricchezza piena incorpora gli accademici,

gli operai, gli imprenditori e gli artisti, tutti.La ‘mistica popolare’ accoglie a suo modo il Van-

gelo intero e lo incarna in espressioni di pre-ghiera, di fraternità, di giustizia, di lotta e difesta. La Buona Notizia è la gioia di un Padre chenon vuole che si perda nessuno dei suoi piccoli.Così sboccia la gioia del Buon Pastore che incon-tra la pecora perduta e la riporta nel suo ovile. IlVangelo è lievito che fermenta tutta la massa ecittà che brilla sull’alto del monte illuminando

tutti i popoli. Il Van-gelo possiede un crite-rio di totalità che gli èintrinseco: non cessa diessere Buona notiziafinché non è annun-ciato a tutti, finché nonfeconda e risana tuttele dimensioni del-l’uomo, finché nonunisce tutti gli uominialla mensa del Regno.Il tutto è superiore allaparte” (n. 237).

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LL’’aallbbeerroo ddeellllaa vviittaa

FFEESSTTAA PPAATTRROONNAALLEESS.. GGiioovvaannnnii BBaattttiissttaa

VVEENNEERRDDÌÌ 2233 ggiiuuggnnoo –– VViiggiilliiaaOre 18,30 S. Messa presieduta da ddoonn CCAARRLLOO CCRROOTTTTII

che ricorda il suo 5500°° ddii oorrddiinnaazziioonnee pprreessbbiitteerraallee..Consegna delle benemerenze “Una vita per il Duomo”.

Ore 20 Cena comunitaria in oratorio.

SSAABBAATTOO 2244 ggiiuuggnnooOre 10,30 Concelebrazione Eucaristica

presieduta da mmoonnss.. FFRRAANNCCOO AAGGNNEESSII, vescovo ausiliare di Milano.

DDOOMMEENNIICCAA 2255 ggiiuuggnnooOre 10,30: Assemblea parrocchiale sulla lettera del vescovo

a ccoonncclluussiioonnee ddeellllaa VViissiittaa PPaassttoorraallee.________________________________________________________

OORRAATTOORRIIOO EESSTTIIVVOO 22001177Farà da guida al cammino educativo proposto

il primo racconto della creazione(Genesi 1-2,1-4a).

Facendo ascoltare ogni giorno queste parole,potremo allenare il cuore dei nostri ragazzia ringraziare spesso il Signore cantando:«Meravigliose le tue opere, Signore».

RRIITTOORRNNAATTIIRRIITTOORRNNAATTIIAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREEAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREEPPaalleeaarrii MMaarriiaa CCaannddiiddaaPPaalleeaarrii MMaarriiaa CCaannddiiddaaMMoorroonnee FFrraanncceessccooMMoorroonnee FFrraanncceessccooTToosscchhii AAnnnnaaTToosscchhii AAnnnnaaMMiinnuuttii GGiiaannccaarrlloo MMiinnuuttii GGiiaannccaarrlloo FFeerrrraarriioo PPiieerraaFFeerrrraarriioo PPiieerraaAAnnggeelliinnii AAnnnnaaAAnnggeelliinnii AAnnnnaaGGiirroonnii AAnnggeellooGGiirroonnii AAnnggeellooDDee CCaappiittaannii MMaarriiaa LLuuiissaaDDee CCaappiittaannii MMaarriiaa LLuuiissaaRRiippaammoonnttii RRoossaaRRiippaammoonnttii RRoossaaGGaammbbeerraallee GGiiuusseeppppeeGGaammbbeerraallee GGiiuusseeppppeeLLaazzzzaarrii OOssvvaallddooLLaazzzzaarrii OOssvvaallddoo

HHAANNNNOO FFOORRMMAATTOO HHAANNNNOO FFOORRMMAATTOO UUNNAA NNUUOOVVAA FFAAMMIIGGLLIIAAUUNNAA NNUUOOVVAA FFAAMMIIGGLLIIAASSaallaa LLoorreennzzoo ee GGuueerrrriieerrii IIlleenniiaaSSaallaa LLoorreennzzoo ee GGuueerrrriieerrii IIlleenniiaaCCaasscciiaarroo LLuuccaa ee SSccoolloo SSiimmoonnaa VVaalleennttiinnaaCCaasscciiaarroo LLuuccaa ee SSccoolloo SSiimmoonnaa VVaalleennttiinnaaPPeessssiinnaa DDaavviiddee ee RRaaffffaaeellllaa BBrruunnooPPeessssiinnaa DDaavviiddee ee RRaaffffaaeellllaa BBrruunnooCCaasscciioo MMiicchheellee ee MMeelloonnii MMaarriinnaaCCaasscciioo MMiicchheellee ee MMeelloonnii MMaarriinnaa

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VViiaa BBeellvveeddeerree,, 4422 -- 2200886622 AArrccoorree ((MMBB))

IINN CCAASSOO DDII MMAANNCCAATTOO RREECCAAPPIITTOO RREESSTTIITTUUIIRREE AALL MMIITTTTEENNTTEE CCHHEE SSII IIMMPPEEGGNNAA AA PPAAGGAARREE

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