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Gennaio 2008
IL VINO con MODERAZIONE
Un programma paneuropeo per promuovere
la responsabilità e la moderazione nel consumo di vino
MESSAGGIO COMUNE
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INDICE
1. Il vino: il gusto della moderazione ............................................................................................................. 3
2. Che cos'è il programma "Il vino con moderazione" e come funzionerà?............................................ 5
3. Che cos'è il vino? .......................................................................................................................................... 7
Un prodotto naturale: Secoli di passione, una moltitudine di varietà 7
Il vino come risorsa: Un’industria vitale, una ricchezza ecologica, uno stile di vita 8
4. Il vino: la cultura della moderazione ........................................................................................................11
Storia del vino: la celebrazione della moderazione 11
La cultura del vino: patrimonio di pratiche colturali, gusto e diversità 12
5. Il piacere del vino: il gusto della moderazione.......................................................................................13
Linee direttrici sulla moderazione: che cosa si intende per “quantità eccessiva”? 13
I benefici di un consumo moderato di vino 17
6. Consumo eccessivo e scorretto di bevande alcoliche .........................................................................21
Effetti dannosi di un consumo eccessivo 21
Valutazione dei costi sociali e sanitari 21
7. Prevenzione del consumo scorretto di bevande alcoliche .................................................................. 22
Consumo moderato 22
Modelli di consumo 22
Il consumo di vino e la legge – Conoscere e rispettare i limiti 24
8. Comuncazioni comerciali: responsabilità in tema di pubblicità ........................................................29
9. Caratteristiche chiave del gusto ...............................................................................................................30
10. Riferimenti bibliografici............................................................................................................................32
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1. IL VINO: IL GUSTO DELLA MODERAZIONE Il vino è parte integrante della vita e della cultura europea. L’UE è il principale produttore di vino al mondo,
come anche il primo esportatore mondiale di prodotti vitivinicoli, e il settore contribuisce all’economia
dell’UE con circa 15 miliardi di € l’anno. Tuttavia, l’importanza del settore vitivinicolo per l’economia
europea non dovrebbe essere calcolata in termini esclusivamente monetari. È un settore che coinvolge
molti livelli della vita in Europa, contribuendo in maniera significativa al benessere collettivo sul piano
socioeconomico, ambientale e societale: laddove le viti ingentiliscono il paesaggio, il settore vitivinicolo
offre lavoro a milioni di individui, aiutando a mantenere il tessuto delle società rurali e a preservare uno
stile di vita che è centrale alla nozione stessa di identità europea. Non da ultimo, spesso assaporati con
del buon cibo o degustati per celebrare eventi importanti, il vino e i prodotti vitivinicoli sono apprezzati da
milioni di persone in Europa e nel resto del mondo.
Il settore vitivinicolo europeo riconosce l’importanza di tali contributi e cerca di promuovere la filiera e i suoi
prodotti all’interno dell’UE e altrove.
Il settore vitivinicolo europeo, tuttavia, è consapevole anche dei rischi per la salute e dell’impatto
socioeconomico negativo che possono essere o che sono stati generati da un consumo scorretto di vino e
di altre bevande alcoliche. Esso riconosce che, se per la maggioranza dei consumatori i prodotti vitivinicoli
costituiscono una bevanda gradevole da degustare con moderazione, vi è una minoranza di individui che
abusano dei prodotti alcolici secondo modalità che risultano nocive per loro stessi e che possono recar
danno a chi li circonda. Il settore è inoltre consapevole delle preoccupanti tendenze legate al cosiddetto
“binge drinking”, che è diventato una pratica particolarmente diffusa in alcune parti dell’Unione europea e
presso determinati gruppi sociali, di età e socioeconomici.
Il settore vitivinicolo europeo ritiene che i prodotti di qualità da esso elaborati inducano di per sé a dei
modelli di consumo moderato. Ciononostante, riconoscendo anche che non tutti gli individui consumano
vino con moderazione, il settore cerca di promuovere la moderazione e il senso di responsabilità nel
consumo di vino come norma sociale.
A tal fine, il settore vitivinicolo europeo ha sviluppato un programma paneuropeo, denominato “Il vino con
moderazione”, che mira a promuovere dei modelli di consumo ragionevoli e a ridurre i danni legati al
consumo eccessivo e scorretto di alcol e che sostiene delle iniziative volte a limitare i comportamenti
dannosi legati all’alcol in Europa, preservando al contempo la posizione che il vino occupa nella cultura,
nell’ambiente e nell’economia della società europea.
Il presente messaggio definisce un approccio comune che costituirà le basi e i fondamenti del programma
“Il vino con moderazione”, il quale sarà presentato in tutta l’Unione europea con lo scopo di:
• comunicare la moderazione e il senso di responsabilità nel consumo ragionevole di vino,
promuovendo ciò come norma sociale/culturale;
• contribuire a prevenire gli abusi e/o gli eccessi nel consumo di bevande alcoliche, riducendo il
consumo improprio di alcol e aiutando i giovani e gli adulti a prendere decisioni sensate e responsabili
relative al bere;
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• collaborare in maniera efficace con le autorità competenti e con altri soggetti interessati alla
prevenzione del consumo scorretto o eccessivo di vino.
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2. CHE COS’È IL PROGRAMMA “IL VINO CON MODERAZIONE” E COME FUNZIONERÀ? Il programma “Il vino con moderazione” (di seguito denominato “il programma”) rappresenta l’impegno
tangibile, da parte del settore vitivinicolo europeo, di apportare un contributo effettivo e specifico alla
riduzione dei danni legati all’alcol, basandosi su delle informazioni scientifiche, su un’ampia campagna
educativa e sull’autoregolamentazione del settore. Il programma costituisce il contributo del settore
vitivinicolo al forum “Alcol e salute” della Commissione europea nel quadro della strategia comunitaria
volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol.1 Il
forum “Alcol e salute”, cui il settore vitivinicolo partecipa attivamente, è finalizzato al coordinamento dei
soggetti partecipanti affinché i successi degli sforzi compiuti possano essere condivisi con i potenziali
partner di tutta l’UE.
Il programma è un’iniziativa di tutto il settore vitivinicolo europeo. L’obiettivo è quello di promuovere un
senso di responsabilità nel consumo di vino e di prodotti vitivinicoli, di difendere un’immagine del vino
come prodotto di prima qualità da degustare lentamente e con moderazione, e di informare le parti
interessate e il grande pubblico sui rischi sociali e sanitari legati al consumo scorretto ed eccessivo,
incoraggiando allo stesso tempo una svolta culturale nell’approccio al consumo di alcol e facendo della
moderazione qualcosa che è “alla moda”. Il programma intende mobilitare l’intero settore vitivinicolo
europeo per creare dei partenariati con i soggetti interessati a livello sovranazionale (UE), nazionale e
locale, nonché per integrare e sostenere le iniziative già poste in essere sul piano nazionale.
I modelli di consumo sono profondamente radicati all’interno e tra le diverse culture europee, e ciò,
insieme alla tradizione, può ridurre notevolmente la rapidità del cambiamento. In verità, in alcune culture, il
binge drinking non è considerato come socialmente anomalo o inaccettabile. Per questo motivo, è
necessario che delle iniziative sostenibili e a lungo termine volte ad affrontare il problema del consumo
nocivo di alcol siano positive, adattate a livello locale e concepite in modo da evidenziare la moderazione
e il senso di responsabilità nel consumo di bevande alcoliche come norma sociale. Per quanto ardua
possa sembrare l’impresa, l’obiettivo è fondamentalmente raggiungibile, poiché in Europa,
indipendentemente dal fatto che determinate culture siano maggiormente colpite da problemi legati
all’alcol rispetto ad altre, quella di un consumo moderato e privo di conseguenze nefaste è certamente la
norma sociale generale. La questione che si intende affrontare è quella di un consumo pericoloso e nocivo,
non quella del consumo in quanto tale.
In risposta alla necessità di un’ampia indagine sugli aspetti sociali e culturali del consumo di alcolici in
Europa, in collaborazione con le autorità europee si sta creando un Consiglio d’informazione sul vino (Wine Information Council o WIC), il quale mira a:
favorire la condivisione delle “migliori pratiche” fra le organizzazioni del settore vitivinicolo europeo
negli Stati membri dell’UE;
sviluppare un processo e una struttura per la creazione di una banca dati centrale che raccolga
1 COM (2006) 625 def.: Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol.
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informazioni sul vino al fine di:
coordinare il flusso di informazioni fra le varie associazioni nazionali e locali che si occupano
degli aspetti sociosanitari legati al consumo di vino, assicurando che le informazioni siano
comunemente accessibili a qualsiasi parte interessata;
riunire tutte le informazioni pertinenti aventi carattere di scientificità;
stimolare ulteriori attività di ricerca svolte da ricercatori indipendenti e credibili su aspetti che
sono fonte di interesse e/o di preoccupazione.
Assumendo un ruolo guida nel comunicare la moderazione e il senso di responsabilità nel consumo di vino
come norma culturale, il settore vitivinicolo contribuirà a prevenire l’abuso e il consumo scorretto di alcol,
consentendo ai giovani e agli adulti di decidere in maniera responsabile. Tale obiettivo sarà perseguito in
partenariato e in collaborazione con le autorità competenti e con altri soggetti interessati a contrastare i
comportamenti dannosi legati all’alcol. Da questo comune messaggio di moderazione saranno
estrapolati degli elementi chiave che serviranno a realizzare del materiale per una comunicazione mirata,
compresi un opuscolo informativo concepito in maniera professionale e una presentazione educativa
sull’art de vivre o arte del saper vivere, destinati a individui di tutte le età. Tali supporti copriranno temi
quali un attegiamento salutare rispetto al consumo di vino, i rischi associati a un consumo pericoloso e
nocivo, e il contesto giuridico.
Una posizione centrale per promuovere il messaggio di moderazione e di responsabilità per un consumo
ragionevole è occupata dal programma educativo “Art de Vivre”, il quale prevede di:
sensibilizzare attivamente l’industria e i consumatori allo scopo di favorire un cambiamento
culturale nell’approccio al consumo delle bevande alcoliche, facendo della moderazione qualcosa
che è “alla moda”;
educare i consumatori affinché apprezzino il vino con moderazione e senso di responsabilità,
come parte di uno stile di vita sano;
rendere noti ai consumatori i rischi legati all’abuso e al consumo scorretto, nonché i benefici
ricavati da un consumo moderato di vino, al fine di permettere loro di decidere con cognizione di
causa e senso di responsabilità.
Non da ultimo, il settore vitivinicolo europeo sostiene con forza una comunicazione commerciale responsabile. Qualunque tipo di comunicazione commerciale rivolta ai consumatori dovrebbe essere
governata dal buon senso. Il settore vitivinicolo riafferma il proprio impegno verso tutte quelle forme di
commercializzazione del vino che promuovano il messaggio della moderazione. Nessuna comunicazione
dovrebbe recare informazioni fuorvianti o essere rivolta a individui che non hanno raggiunto l’età legale per
il consumo di bevande alcoliche.
A tal fine, il settore vitivinicolo europeo ha definito una serie di “Norme di comunicazione sul vino” attinenti, nello specifico, alle comunicazioni commerciali sul vino e sui prodotti vitivinicoli. Tali
norme poggiano su dei codici nazionali di autoregolamentazione già esistenti finalizzati a consolidare gli
usi relativi alla presentazione, alla comunicazione e all’accessibilità ai consumatori, allo scopo di indurre
alla moderazione e al senso di responsabilità nel consumo di vino. Inoltre, esse formulano una serie di
raccomandazioni che disciplinano le pratiche e le comunicazioni commerciali. Saranno stabilite anche
delle linee direttrici relative al modo di utilizzare il messaggio di moderazione e responsabilità nel consumo
di vino.
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3. CHE COS’È IL VINO?
Un prodotto naturale: Secoli di passione, una moltitudine di varietà
Il vino è un prodotto agricolo naturale che trova riconoscimento nei Trattati dell’UE e che è definito dalla
legislazione comunitaria come un “prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o
parziale di uve fresche pigiate o non, o di mosti di uve”.
Il vino è un prodotto altamente regolamentato. Dalla vigna al consumatore, la coltivazione della vite e la
vinificazione sono disciplinati, nel quadro della politica agricola comune (PAC), dall’organizzazione
comune del mercato dell’UE (OCM),2 la quale stabilisce delle norme globali e specifiche relative alla
produzione di vino, compresi i terreni, le zone di impianto, l’autorizzazione delle varietà di viti e la
vinificazione.
La vinificazione è allo stesso tempo un’arte e una scienza, e ogni diverso tipo di clima o di suolo incide su
ogni singola varietà di uva. Da metodi di vinicoltura differenti fra loro sono emersi diversi stili di vino, e
pochi vinicoltori accetterebbero l’idea di un unico metodo “corretto” di vinificazione. Ogni vino è unico. Il
tipo di terreno, le condizioni meteorologiche, la conformazione geologica, i vitigni e lo stile di vinificazione
sono tutti dei fattori altrettanto decisivi quanto variabili che conferiscono a ogni vino un carattere unico.
Le regioni vitivinicole europee producono un’infinita varietà di prodotti di eccellenza. Sebbene il vino
rimanga un prodotto naturale, le innovazioni tecnologiche hanno consentito di migliorare il processo di
produzione sul piano dell’igiene e del controllo, contribuendo alla produzione di vini graditi al palato dei
consumatori di oggi. In effetti, il consumo complessivo di vino in Europa è diminuito proprio perché i
gestori di locali prediligono sempre di più dei vini di qualità superiore.
2 Regolamento (CE) n. 1493/1999 del Consiglio del 17 maggio 1999 relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo (GU L 179 del 14.7.1999, pagg. 1-84).
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Figura 1: Evoluzione del consumo di vino nell’UE
Fonte: Commissione europea, DG AGRI
Il vino come risorsa: Un’industria vitale, una ricchezza ecologica, uno stile di vita
L’Unione europea è il principale produttore, consumatore, esportatore e importatore mondiale di vino. In
effetti, l’Europa produce oltre la metà del vino prodotto nel mondo, e la produzione vitivinicola è un’attività
economica essenziale per molte economie regionali.
Nel 2004, la produzione vitivinicola rappresentava il 5,4% della produzione agricola dell’UE, e per alcune
economie del Sudeuropa essa ammontava a circa il 10% del valore dell’intera produzione agricola; era
questo il caso della Francia, dell’Italia, dell’Austria, del Portogallo, del Lussemburgo, della Slovenia e della
Spagna.
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Tabella 1: Valore della produzione media nel settore vitivinicolo dell’UE
Negli ultimi cinque anni, la produzione media dell’UE a 25 è ammontata a 178 milioni di ettolitri, il che
rappresenta circa 16 miliardi di euro. Con l’adesione di Romania e Bulgaria, la produzione aumenterà
approssimativamente di 7 milioni di ettolitri.
Principali paesi produttori di vino
Produzione (milioni di ettolitri)
% UE Valore (miliardi di euro)
Francia 55 30,6% 7,7
Italia 51 28,5% 4,2
Spagna 43 23,2% 1,2
Germania 10 5,5% 1,1
Portogallo 7,2 4,2% 1,0
Gli altri paesi produttori di vino sono: Ungheria, Grecia, Austria e, in minor misura, Slovenia,
Repubblica ceca, Slovacchia, Cipro, Lussemburgo e Malta.
Fonte: Europa Press Release, EU wine reform: Background information on the wine sector, giugno 2006,
www.europa.eu
Sebbene negli ultimi anni il volume delle importazioni di vino nell’UE sia aumentato, l’UE resta un
esportatore netto. Nel 2006, le esportazioni europee di vino hanno raggiunto i 5,5 miliardi di €,
contribuendo a un’eccedenza netta di 3 miliardi di € nella bilancia commerciale della Comunità.
La vitivinicoltura svolge un ruolo importante anche in termini di livello di attività e di occupazione nelle zone
rurali di molti Stati membri dell’UE e delle rispettive regioni.
Nel 2005, vi erano circa 1,3 milioni di aziende vitivinicole nell’UE-25, le quali rappresentavano oltre il 20%
di tutte le aziende agricole dell’UE. Con una superficie di oltre 3,4 milioni di ettari, tali aziende
assicuravano circa il 20% dell’occupazione totale nel settore agricolo dell’UE, garantendo un lavoro a oltre
tre milioni di persone, con una prevalenza ancora netta di manodopera familiare. Accanto all’impiego
stabile vi è anche l’occupazione stagionale per la raccolta nei campi. I paesi mediterranei (Italia, Portogallo,
Francia, Spagna e Grecia) assorbono l’84% della manodopera totale impiegata nelle aziende viticole.
Se si osserva l’evoluzione nel tempo delle aziende viticole, si rileva un crollo significativo nel numero di
aziende (da 2,1 milioni nel 1990 a 1,3 milioni nel 2005) e nel rispettivo livello di occupazione.
Tali risultati indicano chiaramente che nel settore vitivinicolo europeo si sta verificando un lungo e
profondo processo di ristrutturazione che sta portando a un aumento delle dimensioni medie delle aziende
e a una razionalizzazione della forza lavoro, il tutto nel contesto di una leggera diminuzione delle superfici
viticole.
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La dimensione socioeconomica della viticoltura si estende ben oltre il lavoro nelle vigne e dovrebbe
ricomprendere anche delle attività economiche indirettamente legate alla produzione di vino, quali il
commercio e la commercializzazione del vino, la fabbricazione di botti in legno di quercia, di bottiglie, di
etichette, di capsule e di tappi di sughero, e lo sviluppo del turismo enologico.
Il settore vitivinicolo contribuisce in maniera significativa anche alla conservazione dell’ambiente. I vigneti
assicurano la presenza umana in aree fragili che spesso non dispongono di un valore economico di altro
tipo. Le viti coltivate sui pendii aiutano a limitare l’erosione del suolo e possono anche fornire una
protezione contro gli incendi, poiché la bassa densità dei portainnesti contribuisce a contenere la
propagazione del fuoco.
Dal momento che il settore vitivinicolo valorizza il paesaggio e contribuisce alla sua conservazione, anche
la Convenzione europea del paesaggio attribuisce una particolare importanza alle vigne. Inoltre, sulla base
delle disposizioni della Convenzione europea del paesaggio relative alla protezione, alla gestione e alla
pianificazione dei paesaggi, sono stati condotti numerosi studi volti a evidenziare il valore della vite, a
stabilire dei codici di migliori prassi, a tutelare l’ambiente e a promuovere i paesaggi viticoli come un
marchio di turismo di qualità.
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4. IL VINO: LA CULTURA DELLA MODERAZIONE
Storia del vino: la celebrazione della moderazione
Sin da tempi immemori, il vino è evoluto come parte della vita, della cultura e della dieta europea. La
vinificazione è apparsa in Europa con l’espansione dell’Impero romano nel Mediterraneo, quando si
formarono molte grandi regioni vitivinicole ancor oggi esistenti. Già a quel tempo la vinificazione era una
pratica minuziosa che ha favorito lo sviluppo di diverse varietà di uva e di diverse tecniche di coltivazione.
Apparvero le botti per la conservazione e la spedizione, furono utilizzate per la prima volta le bottiglie, e fu
sviluppato persino un rudimentale sistema di denominazione allorquando determinate regioni acquisirono
una certa reputazione per i loro vini raffinati. Man mano che la vinicoltura diventava una tecnica sempre
più raffinata, aumentava la sua popolarità, e le taverne divennero una caratteristica comune delle città di
tutto l’Impero.
La cultura del vino in Europa risale a un’epoca precedente agli antichi romani: nell’antica Grecia, il vino era
elogiato da poeti, storici e artisti, ed era frequentemente evocato nelle opere di Esopo e Omero. In Grecia,
tuttavia, il vino era considerato come un privilegio delle classi più agiate. Dioniso, dio greco del vino,
rappresentava non solo il potere inebriante del vino, ma anche le sue virtù sociali e benefiche. Egli era
visto come il fautore della civiltà, un legislatore e un amante della pace, nonché la divinità patrona
dell’agricoltura e del teatro. Invero, come dichiara l’antico storiografo greco Tucidide, “i popoli del
Mediterraneo cominciarono ad uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare l'olivo e la vite”.
Con il trascorrere dei secoli, l’arte della vinificazione si diffuse in Francia, Spagna, Germania e parte della
Gran Bretagna. A quell’epoca il vino era considerato come una componente importante della dieta
quotidiana e le persone iniziarono a prediligere dei vini più forti e corposi. Il vino continuò a essere
apprezzato in Europa durante tutto l’alto Medioevo. In parte perché l’acqua potabile non era ancora sicura,
il vino rappresentava un’alternativa privilegiata per accompagnare i pasti. Allo stesso tempo, la viticoltura e
la vinicoltura progredivano grazie alle opere dei monasteri di tutto il continente, i quali diedero vita ad
alcuni dei più pregiati vigneti europei. I monaci benedettini, ad esempio, divennero fra i maggiori produttori
europei di vino, con vigneti nelle regioni francesi di Champagne, Borgogna e Bordeaux, come pure nelle
regioni tedesche di Rheingau e Franconia. Le classi nobili e mercantili consumavano vino ad ogni pasto e
tenevano cantine ben fornite.
Durante il 16° secolo, il vino finì per essere apprezzato come un’alternativa più sofisticata alla birra, e, man
mano che i prodotti vitivinicoli iniziarono a diversificarsi, i consumatori cominciarono ad apprezzare il
concetto di variazione nelle loro abitudini di consumo. La gente iniziò a discutere dei vizi e delle virtù del
vino con maggior gusto rispetto ai secoli precedenti. L’osannato bardo Shakespeare dell’Inghilterra
elisabettiana osservò che “il buon vino è un’affettuosa creatura se ben usato”, commentando
implicitamente l’uso scorretto del vino tipico del suo tempo. L’epoca shakespeariana conobbe la
disponibilità di acqua potabile a Londra, una conquista che accompagnò l’industria vitivinicola in una
nuova era.
Con il miglioramento delle tecniche di produzione, nel 17° e 18° secolo apparvero delle qualità di vino più
raffinate, iniziarono a essere utilizzate le bottiglie di vetro con tappi di sughero e fu inventato il
cavaturaccioli. È in questo periodo che decollò l’industria vitivinicola francese, di cui erano particolarmente
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apprezzati i chiaretti della regione di Bordeaux da parte dei mercanti provenienti dall’attuale Benelux, dalla
Germania, dall’Irlanda e dalla Scandinavia. La città di Bordeaux scambiava il vino con il caffè e con altri
prodotti ricercati provenienti dal Nuovo Mondo, contribuendo così a consolidare la posizione del vino nel
nascente commercio mondiale.
Sebbene il 19° secolo sia considerato come un’età dell’oro per il vino di molte regioni, non vanno
dimenticati alcuni tragici eventi. Intorno al 1863, molte viti francesi furono colpite da una malattia causata
dalla fillossera, un afide che succhia la linfa dalle radici. Quando si scoprì che le viti americane erano
resistenti alla fillossera, si decise di piantarne nelle regioni francesi colpite. Furono così create delle uve
ibride che diedero origine a una più grande varierà di vini.
Negli ultimi 150 anni, la vitivinicoltura è stata completamente rivoluzionata come arte e come scienza.
Grazie alla refrigerazione, è diventato facile per le cantine controllare la temperatura del processo di
fermentazione e produrre dei vini di alta qualità in climi caldi. L’introduzione di macchine per la vendemmia
ha permesso di incrementare l’estensione e la produttività dei vigneti. Sebbene l’industria vitivinicola sia
posta dinanzi alla sfida di dover soddisfare le richieste di un mercato sempre più ampio salvaguardando il
carattere individuale dei propri vini, la tecnologia contribuisce ad assicurare un’offerta adeguata di vini di
qualità. Il fatto che il vino sia così apprezzato in epoca moderna rende omaggio all’arte senza tempo della
vinificazione e dimostra l’importanza del vino per la storia e la diversità della cultura europea.
La cultura del vino: Patrimonio di pratiche colturali, gusto e diversità
Come simbolo culturale saldamente radicato nella vita in Europa, il ruolo del vino è evoluto nel tempo,
diventando, da importante fonte di nutrimento, un complemento culturale dell’alimentazione e della
convivialità compatibile con un sano stile di vita. Anche l’arte della viticoltura è evoluta, ma un principio che
è rimasto inalterato è il modo tradizionale europeo di presentare e comunicare il vino, un modo che
consiste nel porre l’accento sulle origini, sul patrimonio e sulla vinicoltura. Di conseguenza, il vino tende a
essere associato alla gastronomia, alla storia, ai prodotti locali di qualità e ad ambienti sociali qualificati.
Come tale, malgrado le disparità nei modelli di consumo in tutta l’UE, quella di un consumo moderato
resta la norma generale, e vi è soltanto una minoranza di individui che consuma vino in maniera scorretta.
L’apprezzamento del vino sul piano culturale da parte degli europei riflette la diversità di esperienze, di
savoir-vivre e di abitudini culinarie in Europa. Anche la percezione del vino come parte integrante
dell’identità europea induce a un consumo moderato. Tuttavia, contrariamente ai tratti culturali inerenti al
vino, gli Stati membri dell’UE stanno registrando una crescente tendenza all’abuso, soprattutto fra i giovani,
con gravi ripercussioni sul piano sanitario, giudiziario, economico e sociale. Proprio perché un consumo
responsabile di vino è compatibile con uno stile di vita moderno e sano in Europa, l’odierna cultura del vino
deve includere un impegno comune di tutti i soggetti interessati affinché la moderazione nel bere resti una
norma sociale.
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5. IL PIACERE DEL VINO: IL GUSTO DELLA MODERAZIONE Apprezzato per il sapore, la struttura, il corpo, il colore, l’aroma e la varietà, se consumato con
moderazione, il vino costituisce spesso un gustoso accompagnamento ai pasti. Il vino continua a essere
una fonte di piacere sociale e culturale ed è gradito a milioni di adulti (consumatori che hanno raggiunto
l’età minima per l’assunzione di alcol) che apprezzano la qualità dei prodotti vitivinicoli attraverso un
consumo responsabile. Il vino, inoltre, svolge un ruolo importante nella vita di tutti i giorni: è spesso
utilizzato per celebrare ricorrenze speciali, quali nascite, compleanni e matrimoni, e segna il passaggio
dalle attività lavorative a quelle ludiche, favorendo l’interazione sociale.
Il consumo di vino è diminuito nel corso degli ultimi 20 anni, poiché è aumentato il numero di consumatori
europei che prediligono dei vini di qualità superiore da degustare con moderazione. Tuttavia, vi è anche
una minoranza di consumatori che assume bevande alcoliche secondo modalità che possono risultare
nocive e avere gravi ripercussioni sulla salute personale. Tale uso improprio implica dei costi sociali, incide
negativamente sullo sviluppo economico e sulla produttività, prosciuga le risorse dei sistemi sanitari e di
previdenza sociale, e può rappresentare una minaccia per l’ordine pubblico.
Se, da un lato, un consumo moderato di vino comporta dei benefici, dall’altro, un consumo eccessivo o
scorretto può avere gravi conseguenze per la salute. La sfida oggi consiste nel comunicare in maniera
responsabile tanto i benefici quanto i rischi, consentendo così alla stragrande maggioranza dei
consumatori adulti di continuare a degustare il vino con moderazione e contribuendo a prevenire l’abuso di
alcol da parte di un’esigua minoranza.
Linee direttrici sulla moderazione: che cosa si intende per “quantità eccessiva”?
Nella definizione delle moderne linee direttrici relative al consumo di alcol, entrano in gioco numerosi
fattori, quali l’età, l’indice di massa corporea, l’etnicità, la storia familiare, lo stato di salute generale e
l’assunzione di medicinali. La rapidità con cui si assume l’alcol e il fatto di accompagnarlo o meno a del
cibo, come pure la qualità e la quantità di cibo, sono altrettanti fattori che incidono sull’assorbimento
dell’alcol. Di conseguenza, le linee direttrici tendono a variare a seconda dei gruppi di popolazione, tanto
fra i diversi paesi quanto all’interno di ognuno di essi (Figura 2).
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Figura 2: Livelli a basso rischio raccomandati per l’assunzione di alcol
Fonte: ICAP Table 2007: Guidelines www.icap.org/PolicyIssues/DrinkingGuidelines/GuidelinesTable/tabid/204/Default.aspx, Harding et al., 2007
Come mostrato nella figura 2, a seconda dei paesi, i livelli raccomandati variano fino a 2 o 3 volte tanto.
Inoltre, non vi è alcuna uniformità fra i vari paesi circa la definizione di bevanda standard, una nozione che
di norma rispecchia differenze culturali e di costume: la bevanda più piccola è di 8 g nel Regno Unito,
mentre quella più grande è di 19,75 g in Giappone (WHO, 2004) (Figura 3).
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Figura 3: Definizioni di bevanda standard in vari paesi
Fonte: OMS, 2004.
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Tuttavia, sulla scorta delle prove scientifiche disponibili e di diverse indicazioni fornite da vari enti di salute
pubblica, è riconosciuto che un consumo moderato e a basso rischio si colloca fra i valori definiti nelle
linee direttrici di seguito illustrate (Corrao et al. 2000):
Prescrizioni per un consumo moderato e a basso rischio
Fino a 2 unità di bevanda alcolica al giorno per le donne
Fino a 3 unità di bevanda alcolica al giorno per gli uomini
Non oltre 4 unità di bevanda alcolica in un’unica occasione
L’alcol andrebbe evitato in alcune situazioni quali gravidanza, assunzione di certi medicinali o uso
di macchinari e veicoli
Consumo di alcol: unità di misura
1 Un’unità di bevanda alcolica (SDU: Standard Drink Unit)* rappresenta 10g di alcol puro. Questa misura
equivale a:
10cl di vino con una gradazione di 12% vol.
10cl di vino spumante con una gradazione di 12% vol.
6cl di vino liquoroso con una gradazione di 20% vol.
7cl di vino aromatizzato con una gradazione di 15% vol.
(*) Questo termine si riferisce al contenuto medio di alcol puro espresso nelle unità di consumi più
comuni, sebbene le quantità in cui viene servito il vino e le prescrizioni per il consumo variano da una
paese all’altro.
Un consumo a basso rischio è considerato come la quantità di alcol che un individuo può assumere in
tutta sicurezza senza che aumenti in maniera significativa il rischio di conseguenze negative sul piano
sociale e sanitario (Dufour 1999). Tale definizione può essere estesa per includere la quantità di alcol che
un individuo può assumere in maniera sicura per riscontrare od ottenere, nel lungo termine, possibili effetti
positivi sulla salute.
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L’importanza dei modelli di consumo Non sono solo i volumi consumati ad essere importanti, ma anche i modelli di consumo (in che modo le
persone consumano le bevande alcoliche) e le circostanze in cui le bevande alcoliche sono consumate.
Come indicato da ricerche scientifiche, un consumo regolare e moderato di bevande alcoliche è più
benefico ed è associato a un rischio minore di patologie e mortalità rispetto al consumo in breve tempo
della stessa quantità di alcol, per esempio, unicamente durante il fine settimana (Tolstrup et al. 2004;
Mukamal et al. 2003; Marques-Vidal et al. 2000; Rehm et al. 2003, Baglietto L et al, 2006).
A chi NON si applicano queste linee guida? Le linee guida per un consumo moderato NON si applicano:
ai giovani che non hanno raggiunto la maturità fisica
alle donne incinte
ai conducenti
a coloro che prendono medicinali che non si possono mescolare all’alcol
agli individui con un passato di dipendenza o che soffrono di certe malattie
Nel dubbio, vogliate consultare il vostro medico!
Se si rispettano queste linee guida, un consumo moderato da parte degli adulti, come parte di una dieta
equilibrata, è compatibile con uno stile di vita sano a basso rischio. Anche se certe culture europee
registrano maggiori problemi collegati all’alcol rispetto ad altri paesi, un consumo moderato di questo tipo
resta la norma.
I benefici di un consumo moderato di vino
Alcol e cuore Un consumo di vino regolare e moderato è stato associato a diversi benefici.
Nell’insieme dei paesi sviluppati, le malattie cardiovascolari sono la causa principale di decesso essendo
alla base di fino al 50% di tutti i decessi (Gronbaek 2004). Ripetutamente studi scientifici dimostrano che
un consumo di quantità moderate di alcol riduce del 25-30% il tasso di mortalità dovuta a cardiopatie
coronariche o altre cause negli individui di mezza età, principalmente uomini di più di 40 anni e donne
post-menopausali (Corrao et al. 2000; Wannamethee et al. 2003; Klatsky et al. 2003; Di Castelnuovo et al.
2002; Klatsky 2007; Gronbaek M, 2004).
Relazione a J tra il rischio di mortalità ed il consumo di alcol
Coloro che fanno un uso moderato di vino vivono più a lungo delle persone astemie oppure coloro che ne
consumano grandi quantità. Questa relazione ampiamente accettata, è conosciuta come curva J (cfr.
figura 4). Il rischio di decesso è più basso tra i bevitori leggeri e moderati e più alto tra coloro che si
astengono.
Tuttavia, il rischio aumenta drasticamente ogni volta che si beve superando il livello moderato. Di
conseguenza, mentre due o tre bicchieri possono essere considerati “buoni per la salute”, bere più delle
linee guida non porterà benefici ma unicamente svantaggi! (Corrao et al. 2000)
18
Figura 4: Relazione a J tra il rischio di mortalità e il consumo di alcol
Come funziona?
Si considera che circa la metà degli effetti cardioprotettivi del vino siano dovuti all’alcol in sé dal momento
in cui modifica in modo positivo l’equilibrio di grassi nel sangue.
Le patologie vascolari appaiono quando il colesterolo cattivo (LDL) si deposita sulle pareti arteriose e si
accumula, distaccandosi in seguito e provocando la formazione di un grumo che ostruisce l’arteria ed il
tessuto irrorato da tale arteria muore.
L’alcol stimola la produzione di colesterolo “buono” che contiene lipoproteine ad alta densità
(HDL) che elimina il colesterolo “cattivo” che contiene lipoproteine a bassa densità (LDL) dalle
arterie e dalle vene dove può formare delle placche.
Inoltre riduce “l’adesività” o coagulazione dei globuli rossi che potrebbero formare un grumo e
bloccare il flusso sanguigno in un’arteria (trombosi) causando un attacco cardiaco o un infarto
(Lacoste et al. 2001).
Oltre a ciò, l’alcol ha un effetto antinfiammatorio generale che agisce positivamente sui vasi
sanguigni e, di conseguenza, rallenta lo sviluppo di arteriosclerosi (Estruch et al. 2004).
Inoltre, il vino contiene sostanze fenoliche che agiscono da antiossidanti e inibiscono l’incorporazione del
colesterolo cattivo sulle pareti arteriose. Questi antiossidanti riducono anche i danni causati dai radicali
liberi del corpo (prodotti di scarto tossici) che contribuiscono alla causa di malattie degenerative nel corpo
quali il cancro, il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e l’invecchiamento. Va notato che l’attività
antiossidante nel succo d’uva fermentato è inferiore rispetto a quella nel vino finito, l’attività antiossidante
aumenta durante la fermentazione e la maturazione. I livelli di antiossidanti dipenderanno dalla
19
trasformazione, il filtraggio così come la varietà, l’annata, l’altitudine e il suolo (Frankel et al. 2000).
Il resveratrolo, assieme alla quercetina e all’epicatechina, è uno dei principali antiossidanti presenti nel
vino. Questi composti fenolici bioflavonoidi conferiscono al vino il suo colore ed il suo sapore caratteristici
e sono prodotti dalle piante come risposta a una micosi, alla luce ultravioletta e vari elementi di stress
fisici e chimici, specialmente durante la maturazione. I ricercatori hanno dimostrato che questi
antiossidanti nel vino sono cinque volte più potenti come antiossidanti dell’antiossidante per eccellenza, la
vitamina E.
Tali dati rafforzano l’enorme e crescente serie di ricerche scientifiche che indicano che un consumo
moderato di bevande alcoliche è associato a livelli più bassi di malattie cardiovascolari e ad un migliore
stato di salute oltre ad una maggiore longevità (Mukamal et al. 2006).
Vino e diabete mellito
Secondo le prove raccolte da ampi studi sulla popolazione, coloro che fanno un uso leggero o moderato di
bevande alcoliche hanno anche un minor rischio contrarre il diabete rispetto agli astemi o coloro che
consumano grandi quantità di alcol. I risultati di una meta-analisi in cui viene esaminata la relazione tra il
consumo moderato di alcol e il diabete di tipo 2 indicano un effetto protettivo contro lo sviluppo del diabete
quando il vino viene apprezzato con moderazione. È stata riscontrata una diminuzione del rischio di
diabete del 30% sia negli uomini che nelle donne (Carlsson et al. 2005; Koppes et al. 2005; Wannamethee
et al. 2003; Avogaro et al. 2004; Wei et al. 2000).
Deve ancora essere chiarito esattamente come l’alcol riduca i rischi di diabete. Delle ricerche dimostrano
che l’alcol potrebbe migliorare la resistenza del corpo all’insulina, un problema del diabete di tipo 2 o
diabete adulto. Le persone che soffrono di diabete di tipo 2 non possono utilizzare il glucosio in modo
efficace vista la loro resistenza all’insulina (che è l’ormone che permette al glucosio di essere utilizzato
dalle cellule corporee).
Non solo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è diminuito da un consumo moderato di alcol ma
potrebbero anche essere ridotte le possibili complicanze cardiache collegate al diabete. Questo è
particolarmente importante dal momento che le cardiopatie coronariche sono una delle cause principali di
decesso tra le persone che soffrono di diabete di tipo 2 che corrono un rischio quattro volte maggiore di
avere un attacco cardiaco o un infarto. Delle ricerche indicano che i rischi diminuiscono considerevolmente
quando questi consumano vino con moderazione durante i pasti.
Se si prende in considerazione il fatto che l’epidemia mondiale di diabete di tipo 2, che ci si aspetta
aumenti ancor di più, è associata a spese sanitarie elevate, prevenire il diabete è una questione di salute
pubblica fondamentale. Sembrerebbe che bere con moderazione possa tuttavia aiutare a ridurre il diabete
di tipo 2 e quindi contribuire in modo significativo alla salute pubblica. (Djousse et al. 2007: 1758-65)
Alla luce di tali risultati, i benefici di un consumo moderato di vino devono essere riconosciuti al loro giusto
valore. Tuttavia, le conclusioni scientifiche in materia di benefici di un consumo moderato, siano essi fisici,
mentali o sociali, non dovrebbero indurre a superare le linee guida per un consumo moderato di bevande
alcoliche. Occorre ricordare che bere vino dovrebbe essere un piacere piuttosto che un modo per ottenere
effetti benefici per la salute e che bere più delle quantità consigliate, invece di portare maggiori benefici,
20
recherà soltanto maggiori danni!
Per ulteriori dettagli sul vino, nonché sugli aspetti sociali e di salute, consultare:
www.wineinformationcouncil.eu
21
6. CONSUMO ECCESSIVO E SCORRETTO DI BEVANDE ALCOLICHE
Effetti dannosi di un consumo eccessivo
Se consumate in eccesso, le bevande alcoliche aumentano l’esposizione ad una vasta gamma di fattori di
rischio e quindi il rischio aumenta con la quantità di alcol consumato. Pertanto è cruciale prevenire il
consumo eccessivo di alcol e il settore vitivinicolo si impegna a farlo.
Valutazione dei costi sociali e sanitari
I danni collegati all’alcol derivanti da un consumo eccessivo e scorretto devono essere seriamente presi in
considerazione. Un consumo nocivo e pericoloso è una delle cause principali di morte prematura e di
malattie che possono essere evitate. Un decesso su quattro presso i giovani di sesso maschile (tra i 15-29
anni) e un decesso su dieci presso i giovani di sesso femminile è collegato ad un consumo nocivo di
bevande alcoliche. Le cause di decesso comprendono gli incidenti stradali, gli infortuni, gli atti di violenza e
la cirrosi epatica. È la causa netta del 7,4% di tutti i problemi di salute e di tutti i decessi prematuri nell’UE
e ha un impatto negativo sul lavoro e sulla produttività (Rehm et al. 2003; Anderson et al. 2006).
L’abuso di alcol è anche stato associato ad una vasta gamma di malattie croniche di lunga durata che
riducono la qualità di vita. Queste malattie comprendono l’ipertensione, i problemi cardiovascolari, la
cirrosi del fegato, la dipendenza all’alcol, diverse forme di cancro, danni cerebrali legati al consumo di alcol
e tutta una serie di altri problemi (Standridge et al. 2004).
Un consumo pesante di bevande alcoliche nelle donne incinte può causare la malformazione
dell’embrione e il nascituro può manifestare i sintomi della sindrome alcolico fetale. Di conseguenza, è
consigliato evitare le bevande alcoliche durante la gravidanza (Tsai et al. 2007).
Oltre alle problematiche sanitarie risultanti da un consumo eccessivo di alcol, vi sono le conseguenze
sociali sia per il bevitore che per gli altri membri della società. Le conseguenze includono gli atti di violenza
contro i membri della famiglia (compresi i bambini), gli amici e i colleghi, come pure gli astanti e gli
sconosciuti i quali sono vittime di aggressione da parte di individui ubriachi. Il consumo scorretto di alcol
può anche colpire la vita professionale con circa il 5% degli uomini e il 2% delle donne nell’UE a 15 che
riportano un impatto negativo sul loro lavoro o sui loro studi (Anderson et al. 2006).
Per ulteriori dettagli sul vino, nonché sugli aspetti sociali e di salute, consultare:
www.wineinformationcouncil.eu
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7. PREVENZIONE DEL CONSUMO ECCESSIVO E SCORRETTO DI BEVANDE ALCOLICHE
Consumo moderato
Bere vino con moderazione minimizza il rischio di effetti nocivi e massimizza i benefici potenziali. Tuttavia,
non è solo la quantità di alcol ad essere importante, ma anche i modelli di consumo.
Modelli di consumo Modelli di consumo responsabile – Apprezzare il vino con senso di responsabilità
È fondamentale che la prevalenza di modelli di consumo responsabile come quelli che sono predominanti
nei paesi con una tradizione vitivinicola siano riconosciuti e promossi come norma sociale europea. Il
settore vitivinicolo europeo ha stabilito le seguenti linee guida per il consumo responsabile di vino e allo
stesso tempo per massimizzare la sua degustazione:
Capire il vino che state bevendo: sapere da dove proviene il suo carattere unico rende il consumo
ancor più gradevole.
Bere lentamente: prendete il tempo di assaporare il gusto caratteristico del vino.
Accompagnare il vino con del buon cibo: gustate un vino che completi i vostri pasti assieme a un
bicchiere d’acqua.
Un consumo regolare di piccole quantità di vino è preferibile ad un consumo eccessivo di grandi
quantità in un’unica occasione.
Non oltrepassare le linee guida per un consumo moderato a basso rischio di bevande alcoliche.
Nel dubbio, vogliate consultare il vostro medico!
Capire la complessità dei fattori regionali e interculturali
Tradizionalmente, la maggior parte delle culture europee considerano il vino una scelta raffinata, una
visione che è coerente con un consumo moderato. Mentre il consumo di vino nell’UE è diminuito
considerevolmente negli ultimi vent’anni, vi è stato un aumento graduale, per esempio tra i giovani, del
consumo scorretto di bevande alcoliche, in particolare sotto forma di binge drinking (consumo forte e
continuato, più di cinque unità alcoliche standard alla volta allo scopo di ubriacarsi). Questa tendenza
mette in risalto l’importanza di analizzare i modelli di consumo e la necessità di promuovere la
responsabilità e la moderazione nel consumare bevande alcoliche.
Il progetto ECAS (European Comparative Alcohol Study) ha paragonato il consumo di alcol e i modelli di
consumo di 14 paesi europei e ha riscontrato delle differenze considerevoli. Mentre le regioni
mediterranee europee registrano il maggior consumo di alcol pro capite, i modelli di consumo che recano
meno danni alla salute possono essere osservati in queste stesse regioni: per esempio, le bevande
alcoliche vengono consumate principalmente a casa durante i pasti, non nei bar/ristoranti e mai senza cibo.
Vi sono anche enormi variazioni nazionali rispetto al binge drinking. Per esempio, il 34% degli irlandesi
intervistati hanno riferito che abitualmente il loro consumo è eccessivo e scorretto, rispetto a solo il 2%
23
degli intervistati di paesi produttori di vino quali l’Italia e la Grecia e il 4% in Portogallo (European
Comparative Alcohol Study – ECAS final report, 2002: cfr. figura 5).
Figura 5: Percentuale di binge drinking* di tutte le occasioni di consumo nel corso degli ultimi 12 mesi
Percentage of binge drinking of all drinking occasions
during the last 12 months*
%
Hemstr öm, Ö., Leifman , H.,Ramstedt , M., ECAS -Survey , ECAS -2-Study, 2002
* hier: Binge-Drinking: > 1 Fl. wine or > 250 ml spirits or > 2 l beer per occasion
0 10 20 30 40
France
Italy
Germany
Finland
Sweden
U.K.
Women Men
* In questo caso, binge drinking = 1 bottiglia di vino o 250 ml di alcolici or 2 l di birra in un’unica occasione
Fonte: ECAS final report, 2002.
In effetti, i modelli di consumo nocivi sono considerevolmente meno comuni nei principali paesi produttori
di vino in cui il vino è consumato più regolarmente, quasi esclusivamente durante i pasti e il volume di
alcol consumato ogni volta tende ad essere più basso di quello dei paesi nordici, del Regno Unito e
dell’Irlanda, che hanno i più alti livelli di binge drinking.
Inoltre, vi sono delle variazioni interculturali enormi nel modo in cui gli europei si comportano quando
bevono. In certe società, il consumo scorretto di alcol è spesso associato a un comportamento violento o
antisociale mentre in altre società vi sono generalmente sane abitudini di consumo. Queste differenze
sono parzialmente collegate a convinzioni culturali errate sulle bevande alcoliche, ad aspettative sugli
effetti dell’alcol e a norme sociali sull’ubriachezza (ECAS final report 2002).
Lo studio ECAS 2 dimostra chiaramente che il metodo tradizionale di prendere in considerazione il
consumo di alcol pro capite in seno alla popolazione di un paese senza tenere conto dei modelli di
consumo non è necessariamente il fattore decisivo per gli effetti negativi collegati all’alcol. Una miglior
comprensione dei modelli di consumo individuali, in particolare tra i giovani, è necessaria per poter
suggerire delle soluzioni che potrebbero minimizzare gli effetti nocivi collegati all’alcol. Una ricerca basata
su dati concreti che esamina i modelli di consumo così come la motivazione a bere alcol può contribuire
efficacemente a diminuire il consumo eccessivo e scorretto di alcol. Delle misure che includano
l’educazione e l’informazione sono essenziali per incoraggiare un senso di responsabilità individuale e
delle scelte informate.
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Il settore vitivinicolo riconosce la necessità di collaborare con le autorità e le parti interessate per rafforzare
i progetti esistenti negli Stati membri nella lotta contro il consumo nocivo e lo farà tramite la promozione
dell’utilizzo di “migliori pratiche” per l’attuazione di iniziative sostenibili a lungo termine che evidenzino le
conseguenze nocive di un consumo irresponsabile. Ridurre gli effetti nocivi collegati all’alcol dovrebbe
riguardare tutte le parti interessate e l’approccio più efficace implica dei partenariati tra le parti interessate
non solo a livello nazionale ma anche a livello regionale e soprattutto a livello locale e di comunità.
Per ulteriori dettagli, consultare: www.wineinformationcouncil.eu
Il consumo di vino e la legge – Conoscere e rispettare i limiti
Visto che il consumo di alcol è inserito e integrato in modo diverso nei valori di molte società, sono
necessarie delle risposte su misura che rispecchino questa differenza e complessità.
Le leggi di ogni Stato membro dell’UE sono state stabilite da una procedura democratica che rispecchia le
differenze regionali e culturali attraverso l’Europa. Il settore vitivinicolo europeo appoggia l’applicazione di
leggi e regolamenti relativi all’alcol esistenti prendendo parallelamente un approccio regionale per risolvere
i problemi più seri.
Negli ultimi 25 anni sono stati fatti enormi progressi nel capire la relazione tra le leggi relative all’alcol, il
consumo di bevande alcoliche e le conseguenze nocive. Dal momento che il consumo scorretto di
bevande alcoliche presenta un rischio per il consumatore, i cittadini europei desiderano delle informazioni
accurate e coerenti, tra cui informazioni sulle leggi e i regolamenti in vigore.
Il settore vitivinicolo europeo crede nella promozione e la messa in atto delle leggi che regolano il
consumo di alcol. Inoltre, il settore vitivinicolo vorrebbe svolgere un ruolo fondamentale nell’applicazione di
progetti multilaterali efficaci concepiti per diffondere informazioni sulle conseguenze dei danni provocati
dall’alcol e delle violazioni delle leggi sul consumo di alcol.
Alcol e guida - I conducenti non devono mai superare il tasso massimo di alcolemia
Come per molte altre bevande alcoliche, il consumo di vino influisce sulla capacità di svolgere certe attività
tra cui guidare.
Tasso di alcolemia (TA)
Il TA è la quantità di alcol presente nel flusso sanguigno: un TA di 0,5 significa che un individuo ha 0,5 g di alcol nel corpo per 1 litro di sangue.
Se prendiamo una bevanda standard con 10 g di alcol, il TA in generale aumenta di 0,2-0,3 per ogni bevanda standard e diminuisce in generale di 0,2-0,1 ogni ora (¾ per 1 bevanda standard, o 8 g di alcol all’ora).
Il TA aumenta enormemente quando si consuma alcol a stomaco vuoto.
25
Assorbimento dell’alcol Dopo aver consumato una bevanda alcolica, l’alcol viene assorbito rapidamente dallo stomaco e
dall’intestino ritrovandosi nel flusso sanguigno. La concentrazione di alcol nel sangue dopo aver bevuto un
numero specifico di bevande dipende dai livelli di assunzione e dal livello di metabolizzazione nel fegato.
La capacità del fegato di metabolizzare l’alcol è limitata, quindi se vi è più alcol nel fegato di quanto possa
metabolizzare, l’alcol rimanente circolerà nel sangue e negli altri organi e tessuti del corpo, come il
cervello. L’alcol di solito comincia ad agire sul cervello circa 5 minuti dopo la sua assunzione.
L’influenza dell’alcol sugli individui varia a seconda della grandezza, corporatura, sesso salute generale,
metabolismo e/o delle condizioni in cui l’alcol è consumato (vale a dire con o senza cibo). Ad esempio, il
TA per una donna aumenta in generale più di quello di un uomo perché le donne tendono ad essere più
piccole e ad avere una percentuale più alta di tessuto adiposo rispetto al peso nei confronti degli uomini.
Inoltre, gli uomini hanno più acqua nel corpo e quindi l’alcol è più concentrato nel sangue di una donna
che consuma la stessa quantità di bevande di un uomo. In aggiunta, le donne hanno meno enzimi per la
metabolizzazione di alcol nel loro stomaco e nel loro fegato.
Visti i numerosi fattori che influenzano il TA, è molto difficile valutare il proprio TA o l’alterazione delle
proprie capacità. L’alcol riduce progressivamente la capacità di una persona a guidare un veicolo
motorizzato in modo sicuro. Qui di seguito sono elencati le conseguenze negative più comuni dovute al
consumo di bevande alcoliche.
Impatto dell’alcol sulla capacità di guida
Conseguenze sulle capacità psicomotorie del conducente
Riduzione della capacità di reazione e della coordinazione
Alterazione della capacità di giudicare la velocità, le distanze e la posizione del veicolo
Alterazione della capacità di seguire una traiettoria o di affrontare un evento inatteso
Conseguenze sulla visione del conducente
Campo visivo ridotto e alterazione della visione periferica
Recupero della vista dopo un flash ritardato
Anche con un basso livello di alcol nel sangue, la capacità di vedere, seguire e spostare oggetti è
compromessa
Conseguenze sul comportamento e sulle azioni
L’alcol può incidere sul comportamento al volante e può determinare reazioni di aggressività o
distrazione
L’alcol può portare ad un eccessivo senso di sicurezza che può risultare in decisioni imprudenti
Per queste ragioni, tutti gli Stati membri dell’UE hanno stabilito dei limiti legali sul TA per i conducenti (cfr.
figura 6).
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Figura 6: Tasso massimo di alcolemia (TA) consentito per i conducenti
Fonte: WHO 2004 L’Ungheria e la Repubblica ceca hanno una politica di tolleranza zero. Il TA massimo in questi paesi è quindi pari allo zero (non indicato).
Il miglior consiglio è di evitare di consumare bevande alcoliche se si guida. In ogni caso, il tasso massimo
di alcolemia non dovrebbe mai essere superato!
Il consumo di vino richiede maturità – La necessità di limiti minimi di età
Immaturità fisica
I minori non dovrebbero bere. I giovani sono particolarmente a rischio delle conseguenze dannose del
consumo eccessivo di alcol perché interferisce con la loro crescita, statuto nutrizionale e sviluppo della
personalità. È riconosciuto che il consumo di bevande alcoliche aumenta la probabilità di un incidente
durante l’attività sportiva e ricreativa e diminuisce le capacità fisiche, sessuali e comunicative. Gli effetti
(negativi) del consumo scorretto di alcol sono, comunque, molto più pronunciati nei giovani. Questo non è
unicamente dovuto all’immaturità fisica ma anche a fattori psicologici.
Visto che gli adolescenti sono ancora in una fase di sviluppo fisico, in generale non hanno ancora
sviluppato totalmente la stessa capacità di tolleranza all’alcol degli adulti pienamente sviluppati. È stato
inoltre osservato che la dipendenza all’alcol ha più probabilità di svilupparsi se il consumo di alcol
comincia prima dell’età adulta. I ricercatori hanno riscontrato che più presto inizia il consumo, più alto è il
rischio di dipendenza all’alcol più avanti nel tempo. (Hingson 2006)
Per di più, l’alcol colpisce lo sviluppo del cervello nei giovani, quindi il consumo, in particolare il consumo
eccessivo, in qualsiasi momento prima che il cervello abbia completato il suo sviluppo può avere delle
conseguenza disastrose sulle funzioni cerebrali (White et al. 2004).
Immaturità mentale
In aggiunta, i giovani prendono più rischi degli adulti ma non hanno ancora pienamente sviluppato le
capacità di prendere una decisione ragionata e questi fattori si riflettono nell’alto livello di infortuni (Miller et
27
al. 2007) durante l’adolescenza. Il cervello giovane è sensibile ai danni dovuti all’alcol ed è meno attento ai
segnali del corpo per smettere di bere. (Spear 2004)
Le proprietà che molti giovani attribuiscono all’alcol come mezzo per rompere il ghiaccio perché toglie le
inibizioni può talvolta esporli a gravi rischi.
Inoltre, il cambiamento e la trasformazione constanti che subiscono i giovani hanno delle conseguenze
sulla personalità e il fisico che possono facilitare la dipendenza psicologica e fisica all’alcol.
Influenza della famiglia
Tuttavia, recenti studi condotti nel Regno Unito (Bellis et al. 2007) suggeriscono che gli adolescenti che
bevono piccole quantità di alcol a casa in famiglia hanno meno probabilità di farne un consumo eccessivo.
Il controllo dei genitori sul consumo di alcol in un ambiente famigliare può anche essere un modo per
stabilire un dialogo genitori-figli sul tema dell’alcol. Questo metodo richiede che si assistano i genitori per
fare in modo che promuovano delle abitudini di consumo moderato, e solo quando opportuno, nei confronti
dei loro figli. I genitori devono dare l’esempio stabilendo e promuovendo abitudini di consumo socialmente
accettabili.
Età minima per l’acquisto - Promuovere il rispetto del divieto di vendita ai minori Le leggi di ogni Stato membro dell’UE riflettono le differenze regionali e culturali. I limiti di età imposti per
l’acquisto di alcol variano da paese a paese e in generale vanno dai 16 ai 21 anni. Dal momento che tutti
paesi dell’UE limitano per legge la vendita agli adolescenti, il settore vitivinicolo considera che i
consumatori di tutte le età dovrebbero essere ben informati sull’età minima stabilita per l’acquisto e il
consumo di alcol.
Tabella 2: Età minima legale per l’acquisto di alcol nei diversi paesi
Età minima legale
Birra e vino Alcolici Birra e vino Alcolici Austria 16 16-18 Malta* 16 16 Belgio* 16 18 Norvegia 18 20 Bulgaria 18 18 Paesi Bassi 16 18 Danimarca** 18 18 Polonia 18 18 Estonia 18 18 Portogallo 16 16 Finlandia*** 18 18 Regno Unito 18 18 Francia 16 18 Repubblica ceca 18 18 Germania 16 18 Romania 18 18 Grecia* 17 17 Slovacchia 18 18 Irlanda 18 18 Slovenia 18 18 Italia 16 16 Spagna 16-18 16-18 Lettonia 18 18 Svezia*** 18 18 Lituania 18 18 Svizzera 16 18 Lussemburgo* 16 16 Ungheria 18 18
* Paesi con vendita al dettaglio senza limite di età (in Belgio solo per la birra e il vino).
** L’età legale per il consumo di alcol al di fuori di locali con licenza è di 16 anni in Danimarca.
*** L’età legale per il consumo di alcolici in Finlandia e di birra, vino e alcolici in Svezia è di 20 anni.
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Fonte: Peter Anderson e Ben Baumberg, L’alcol in Europa: una prospettiva di salute pubblica – Analisi per
la Commissione europea, 2006.
Tuttavia, i limiti legali sull’età minima per l’acquisto possono essere efficaci unicamente se le rispettive
leggi sono applicate. L’applicazione è molto importante perché gli studi indicano che i minori possono
ancora acquistare bevande alcoliche nonostante i limiti legali. Questo è probabilmente dovuto ad
un’applicazione insufficiente o inappropriata, in particolare quando ci si preoccupa poco di applicare la
legge in certe comunità. Il settore vitivinicolo europeo contribuirà ad aumentare la consapevolezza e a
incoraggiare il rispetto nella società delle leggi che regolano l’età minima per l’acquisto di alcol.
Per ulteriori dettagli, consultare: http://www.wineinformationcouncil.eu/
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8. COMUNICAZIONI COMMERCIALI: RESPONSABILITÀ IN TEMA DI PUBBLICITÀ La comunicazione pubblicitaria e commerciale può rivelarsi un importante strumento per aiutare i
produttori e le imprese a migliorare le quote di mercato, a fidelizzare la clientela e a fornire al pubblico
un’informazione sul prodotto. Contemporaneamente, i produttori e le imprese devono concepire delle
comunicazioni commerciali che tengano conto degli interessi economici legittimi dei consumatori e del loro
diritto all’informazione e alla libertà di scelta.
Per ulteriori dettagli inerenti alla legislazione e all’autoregolamentazione che disciplinano le
comunicazioni commerciali in ciascuno degli Stati membri dell’Unione europea, si voglia
consultare il nostro documento “Norme di comunicazione sul vino”
La maniera in cui i vini sono tradizionalmente presentati, pubblicizzati e serviti ai consumatori induce alla
moderazione. Le comunicazioni commerciali sul vino devono conformarsi alla legislazione vigente e ai
codici di autoregolamentazione attualmente applicati per ciò che attiene alla forma, al contenuto e al
mezzo con cui viene diffusa la comunicazione. Il settore vitivinicolo europeo si è assunto una
responsabilità sociale con i consumatori e la società, rafforzando e intensificando la promozione di una
pubblicità responsabile del vino e sviluppando comunicazioni commerciali sui prodotti vitivinicoli che non
incoraggino un consumo nocivo per la salute.
Il settore vitivinicolo dell’UE ha stabilito norme di comunicazione europee sul vino volte a promuovere le
migliori pratiche sull’intero territorio dell’Unione, tenendo conto nel contempo delle caratteristiche
specifiche del comparto, puntando a:
rafforzare le tradizioni legate alla presentazione, alla comunicazione e alla disponibilità del vino
presso i consumatori come strumento per promuoverne un uso moderato e responsabile;
assicurare che le comunicazioni commerciali sui prodotti vitivinicoli non incoraggino o passino
sotto silenzio un consumo eccessivo o un abuso di qualsiasi natura.
Queste norme si presentano come una serie di principi di base che agiscono in sintonia con la legislazione
esistente e i requisiti delle buone pratiche commerciali, e forniscono linee direttrici per l’applicazione delle
migliori pratiche attraverso i meccanismi nazionali di autoregolamentazione e i codici delle imprese.
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9. CARATTERISTICHE CHIAVE DEL GUSTO
Da millenni la produzione e il consumo di vino fanno parte del retaggio europeo. L’UE è attualmente il più grande produttore ed esportatore di vino del mondo.
Ogni vino costituisce un prodotto naturale unico. Per assicurare la sua autenticità e la sua qualità, il vino è sottoposto a una regolamentazione globale rigida, dal vigneto al consumatore.
Apprezzato per il gusto, la struttura, il corpo, il colore, l’aroma e la varietà, il vino costituisce spesso l’accompagnamento ideale di un buon piatto.
Soltanto sorseggiandolo piano e assaporandolo lentamente, si può apprezzare e godere appieno del gusto composito di un vino.
Il consumo eccessivo ed errato di alcol arreca danni alla salute e può generare numerosi problemi sociali.
Il consumo di vino presuppone maturità: i minorenni non dovrebbero bere.
Occorre evitare di mettersi alla guida dopo aver bevuto e, in ogni caso, non superare mai il tasso massimo di alcolemia (TA) stabilito dalla legge per i conducenti.
Modelli di consumo responsabile:
capire il vino che si beve: conoscere l’origine del suo carattere unico che procura un estremo piacere nel berlo;
sorseggiare lentamente: soffermarsi ad assaporare il gusto particolare del vino;
accompagnare il vino con del buon: apprezzare il vino che accompagna il pasto, insieme a un bicchiere di acqua;
un consumo regolare di piccole quantità di vino è preferibile rispetto a un uso smodato di grandi quantitativi in un’unica occasione;
attenersi alle prescrizioni per un consumo moderato e a basso rischio di bevande alcoliche.
In virtù degli studi disponibili a livello internazionale e delle diverse indicazioni fornite dalle varie autorità pubbliche, è riconosciuto dal corpo medico che un consumo moderato e a basso rischio rientra nelle quantità fissate dalle seguenti prescrizioni:
Prescrizioni per un consumo moderato e a basso rischio • Fino a due unità di bevanda alcolica al giorno per le donne
• Fino a tre unità di bevanda alcolica al giorno per gli uomini
• Non oltre quattro unità di bevanda alcolica in un’unica occasione
• L’alcol andrebbe evitato in alcune situazioni quali gravidanza, assunzione di certi medicinali o uso
di macchinari e veicoli.
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Consumo di alcol: unità di misura
1 Un’unità di bevanda alcolica (SDU: Standard Drink Unit)* rappresenta 10g di alcol puro. Questa misura
equivale a:
10cl di vino con una gradazione di 12% vol.
10cl di vino spumante con una gradazione di 12% vol.
6cl di vino liquoroso con una gradazione di 20% vol.
7cl di vino aromatizzato con una gradazione di 15% vol.
(*) Questo termine si riferisce al contenuto medio di alcol puro espresso nelle unità di consumo più
comuni, sebbene le quantità in cui viene servito il vino e le prescrizioni per il consumo variano da una
paese all’altro.
32
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