IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 4

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Sicuramente, anche per te il cacao è uno dei prodotti che non può mancare nel tuo car- rello della spesa. Come consu- matore, devi sapere che esiste un commercio alternativo, chiamato "Fairtrade" (parola inglese per definire il Commer- cio Equo Solidale). Il Commer- cio Equo Solidale è una forma di commercio internazionale che punta a far crescere e sviluppa- re aziende e attività produttive nei Paesi in via di sviluppo, offrendo loro un percorso commerciale alternativo a quel- lo dominante, gestito dalle multinazionali. Il tutto nel ri- spetto di un comune codice di comportamento, di condizioni sostenibili e di accordi sicuri. I vincoli dei produttori sono: - il divieto del lavoro minorile; - l’impiego di materie prime rinnovabili; - l’investimento sul territorio in formazione/scuola; - la cooperazione tra produtto- ri; - il sostegno alla propria comu- nità; - la creazione, dove possibile, di un mercato anche interno. Fairtrade, inoltre, distribuisce prodotti tipici dei Paesi che partecipano a questo mercato. Tra i prodotti alimentari, vanno per la maggiore the, caffé, caca- o, zucchero di canna, cereali, frutta secca, frutta esotica e spezie, anche nelle loro rispetti- ve trasformazioni in creme, bibite, farine, succhi, marmellate e così via… In Italia, troviamo Fairtrade Italia, un gruppo senza scopo di lucro (guadagno) che certifica e coordina tutti i prodotti com- mercializzati a marchio Fairtra- de, li diffonde anche nella gran- de distribuzione e ne garantisce, con il suo simbolo, origine e caratteristiche. Oggi, i prodotti a marchio Fair- trade puoi trovarli nei super- mercati, nei negozi del biologi- co, nei bar, nelle mense e nei distributori automatici. Ora che sai tutto questo, pensa più volte prima di comprare un prodotto, dal momento che puoi contare su una varietà di prodotti provenienti da tutto il mondo. In questo modo, puoi contribuire anche tu a creare un mercato più giusto e un mondo migliore!!! Simone Preziosa (III G) Se è solidale... è ancora più buono! CLASSI I-II-III G SCUOLA SEC . DI I GR . “R. MONTERISI” BISCEGLIE Il viaggio dei sapori APRILE 2012 NUMERO IV Il cacao può allontanare l’ansia, lo stress, la depressione, combatte gli sbalzi d’umore e dona serenità! La rivista scientifica americana Journal of Proteome Research, già nel 2010, citava uno studio, secon- do il quale, 40 grammi di cioccola- to fondente al giorno hanno il potere di ridurre il livello di stress in soggetti ipertesi. Diversi studi più recenti confermano le doti benefiche del cacao sulla psiche. La ricerca ha messo in evidenza la presenza nel cacao di sostanze chimiche, note come neurotra- smettitori (feniletilammina, sero- tonina, endorfina), in grado di influenzare pesantemente il tono dell'umore. Inoltre, a queste so- stanze viene associata un'efficace azione antistress. Queste, infatti, stimolano il siste- ma nervoso centrale e aumentano la concentrazione e lo stato di veglia. In particolare, il cioccolato contie- ne teobromina, sostanza simile alla caffeina, che protegge i capillari ed, inoltre, grazie al contenuto di antiossidanti, aiuta l’organismo a mantenersi giovane. La teobromi- na e la caffeina hanno l’effetto di innalzare il livello d'attenzione del cervello, favorire la concentrazio- ne ed allontanare la sensazione della fatica. Un distinguo deve essere però fatto: il cioccolato al latte ha ben pochi effetti benefici sulla psiche. In esso, infatti, gli effetti benefici del cacao sono annullati proprio dal latte, che impedisce ai ricettori della serotonina, presenti nel ca- cao, di venire fuori e fare effetto. Via libera, quindi, al consumo mode- rato di cioccolata di qualità! Ma è bene fare attenzione a non assumerne in quantità industriale!! Cacao e cioccolato contengono, infatti, anche sostanze bioattive in grado di creare una leggera dipen- denza, che può portare ad una voglia smodata di cioccolato, spe- cialmente in individui depressi, che dopo l'assunzione provano una sorta di appagamento detto “effetto craving”. Scientificamente, il craving è il desiderio impulsivo/ compulsivo per una sostanza psi- coattiva, per un cibo o per qualun- que altro oggetto-comportamento gratificante. Ne consegue un principio di carat- tere generale: l'alimentazione non ci permette solo di garantire la nostra sussistenza, ma, attraverso le nostre scelte, consente anche di agire sul nostro stato di benesse- re. A Pasqua, dunque, potremo deli- ziare il nostro palato con un bell’uovo meglio se di cioccolato fondente!!!! De Vincenzo Davide (III G) Giusto Leonardo (III G) Marino Mirko (III G) Milici Giacomo (III G) Tutti pazzi per il cacao! ...e la scienza approva! Cari lettori, in questo numero vi vogliamo deliziare con un viaggio appassionato alla scoperta di un alimento sublime, dispensatore di felicità: il cioccolato, che gli Aztechi definivano “il cibo degli dei”. Mettetevi comodi sul divano, magari sorseggiando una cioccolata calda con il suo fascinoso sapore e lasciatevi trasportare, sull´onda della golosità e della lettura, nel mondo dolcissimo dell’ “oro nero” per scoprirne la storia, le curiosità, gli aneddoti, le tradizioni e perché no, anche per divertirvi coi giochi linguistici. BUONA PASQUA!

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Il giornalino degli alunni del corso G (n. 4 - aprile 2012) Scuola Secondaria di Primo Grado "Riccardo Monterisi" - Bisceglie

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Page 1: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 4

Sicuramente, anche per te il cacao è uno dei prodotti che

non può mancare nel tuo car-rello della spesa. Come consu-matore, devi sapere che esiste

un commercio alternativo, chiamato "Fairtrade" (parola inglese per definire il Commer-

cio Equo Solidale). Il Commer-cio Equo Solidale è una forma di commercio internazionale che punta a far crescere e sviluppa-

re aziende e attività produttive nei Paesi in via di sviluppo, offrendo loro un percorso

commerciale alternativo a quel-lo dominante, gestito dalle multinazionali. Il tutto nel ri-

spetto di un comune codice di comportamento, di condizioni sostenibili e di accordi sicuri. I

vincoli dei produttori sono: - il divieto del lavoro minorile; - l’impiego di materie prime

rinnovabili; - l’investimento sul territorio in formazione/scuola; - la cooperazione tra produtto-

ri; - il sostegno alla propria comu-nità;

- la creazione, dove possibile, di un mercato anche interno.

Fairtrade, inoltre, distribuisce prodotti tipici dei Paesi che

partecipano a questo mercato. Tra i prodotti alimentari, vanno

per la maggiore the, caffé, caca-o, zucchero di canna, cereali, frutta secca, frutta esotica e

spezie, anche nelle loro rispetti-ve trasformazioni in creme, bibite, farine, succhi, marmellate

e così via… In Italia, troviamo Fairtrade Italia, un gruppo senza scopo di lucro (guadagno) che certifica e

coordina tutti i prodotti com-mercializzati a marchio Fairtra-de, li diffonde anche nella gran-

de distribuzione e ne garantisce, con il suo simbolo, origine e caratteristiche.

Oggi, i prodotti a marchio Fair-trade puoi trovarli nei super-mercati, nei negozi del biologi-

co, nei bar, nelle mense e nei distributori automatici.

Ora che sai tutto questo, pensa più volte prima di comprare un prodotto, dal momento che puoi contare su una varietà di

prodotti provenienti da tutto il mondo. In questo modo, puoi contribuire anche tu a creare un

mercato più giusto e un mondo migliore!!!

Simone Preziosa (III G)

Se è solidale... è ancora più buono!

C L A S S I I - I I - I I I G

S C U O L A S E C . D I I G R .

“ R . M O N T E R I S I ”

B I S C E G L I E

Il viaggio dei sapori A P R I L E 2 0 1 2 N U M E R O I V

Il cacao può allontanare l’ansia, lo

stress, la depressione, combatte

gli sbalzi d’umore e dona serenità!

La rivista scientifica americana

Journal of Proteome Research, già

nel 2010, citava uno studio, secon-

do il quale, 40 grammi di cioccola-

to fondente al giorno hanno il

potere di ridurre il livello di stress

in soggetti ipertesi. Diversi studi

più recenti confermano le doti

benefiche del cacao sulla psiche.

La ricerca ha messo in evidenza la

presenza nel cacao di sostanze

chimiche, note come neurotra-

smettitori (feniletilammina, sero-

tonina, endorfina), in grado di

influenzare pesantemente il tono

dell'umore. Inoltre, a queste so-

stanze viene associata un'efficace azione antistress.

Queste, infatti, stimolano il siste-

ma nervoso centrale e aumentano

la concentrazione e lo stato di

veglia.

In particolare, il cioccolato contie-

ne teobromina, sostanza simile alla

caffeina, che protegge i capillari

ed, inoltre, grazie al contenuto di

antiossidanti, aiuta l’organismo a

mantenersi giovane. La teobromi-

na e la caffeina hanno l’effetto di

innalzare il livello d'attenzione del

cervello, favorire la concentrazio-

ne ed allontanare la sensazione

della fatica.

Un distinguo deve essere però

fatto: il cioccolato al latte ha ben

pochi effetti benefici sulla psiche.

In esso, infatti, gli effetti benefici

del cacao sono annullati proprio

dal latte, che impedisce ai ricettori

della serotonina, presenti nel ca-

cao, di venire fuori e fare effetto.

Via libera, quindi, al consumo mode-

rato di cioccolata di qualità!

Ma è bene fare attenzione a non

assumerne in quantità industriale!!

Cacao e cioccolato contengono,

infatti, anche sostanze bioattive in

grado di creare una leggera dipen-

denza, che può portare ad una

voglia smodata di cioccolato, spe-

cialmente in individui depressi, che

dopo l'assunzione provano una

sorta di appagamento detto

“effetto craving”. Scientificamente,

il craving è il desiderio impulsivo/

compulsivo per una sostanza psi-

coattiva, per un cibo o per qualun-

que altro oggetto-comportamento

gratificante.

Ne consegue un principio di carat-tere generale: l'alimentazione non

ci permette solo di garantire la

nostra sussistenza, ma, attraverso

le nostre scelte, consente anche di

agire sul nostro stato di benesse-

re.

A Pasqua, dunque, potremo deli-

ziare il nostro palato con un

bell’uovo meglio se di cioccolato

fondente!!!!

De Vincenzo Davide (III G)

Giusto Leonardo (III G)

Marino Mirko (III G)

Milici Giacomo (III G)

Tutti pazzi per il cacao! ...e la scienza approva!

Cari lettori, in questo numero vi vogliamo deliziare con un viaggio appassionato alla scoperta di

un alimento sublime, dispensatore di felicità: il cioccolato, che gli Aztechi definivano “il cibo degli

dei”. Mettetevi comodi sul divano, magari sorseggiando una cioccolata calda con il suo fascinoso

sapore e lasciatevi trasportare, sull´onda della golosità e della lettura, nel mondo dolcissimo dell’

“oro nero” per scoprirne la storia, le curiosità, gli aneddoti, le tradizioni e perché no, anche per

divertirvi coi giochi linguistici.

BUONA PASQUA!

Page 2: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 4

P A G I N A 2

ALLA DOLCE SCOPERTA DEL “CIBO DEGLI DEI”

All’inizio del 1500, Fernando Cortés

e gli altri conquistatori spagnoli non

importarono nel Vecchio Continente

solo oro, argento e pietre preziose,

ma fecero conoscere agli Europei

anche un piccolo chicco marrone, il

cacao, che gli Atzechi usavano per

preparare una bevanda, amara ma

gustosa e irresistibile. Per poterlo

meglio apprezzare e gustare ed

essere consumatori più informati e

consapevoli, vi proponiamo un fanta-

stico viaggio alla scoperta del “cibo

degli dei” .

ETIMOLOGIA

Il nome deriva dall’atzeco

“cacahult” e significa “nutrimento

per gli dei”.

COLTIVAZIONE

Le piantagioni di cacao si esten-

dono nelle fasce tropicali, ad una

temperatura tra i 20 e i 32 C°,

protette da palme e banani, per

garantire un ambiente sempre

umido.

DESCRIZIONE

La pianta del cacao si presenta in

forma di albero sempreverde,

alto 5–10 metri. Sui rami, ma

anche sul tronco, si sviluppano

delle bacche a forma di cedro

lunghe circa 30 cm e di colore

diverso, a seconda del grado di

maturazione.

All’interno di ogni bacca sono

racchiusi 30-40 semi, a forma di

mandorla, che prima di poter

essere consumati, devono subire

vari trattamenti, quali la fermen-

tazione l’essiccazione, la torrefa-

zione e la macinazione.

STORIA

Il cacao affonda le sue radici nella

regione mesoamericana (attuale

Messico) abitata dagli Atzechi,

una grande civiltà precolombiana.

Al momento della scoperta del-

l’America, gli Atzechi utilizzavano

il cacao non solo in campo ali-

mentare, ma anche in quello reli-

gioso, terapeutico ed economico.

Per gli indios, infatti, i chicchi di

cacao erano considerati sia un

simbolo centrale nei riti di pro-

sperità, battesimo o matrimonio,

sia una medicina magica capace di

guarire ogni malattia della mente

e del corpo (eritemi, diarrea o

mal di stomaco). Inoltre le fave di

cacao erano talmente apprezzate

dagli Atzechi, che venivano utiliz-

zate come moneta di scambio.

DIFFUSIONE IN EUROPA

Non si può stabilire con certezza

il momento in cui il cacao sareb-

be approdato in Europa. Il merito

viene attribuito al conquistador

Cortés che notò nel 1519 i ma-

gazzini delle città del Messico

ricolmi di fave di cacao.

Importata in Spagna, la nuova specialità si diffuse tra gli aristo-

cratici spagnoli che ne furono

così incantati, che tennero il se-

greto gelosamente nascosto agli

estranei per molto tempo.

A cavallo fra il 1500 e il 1600, il

cacao fu importato in Italia, dagli

Spagnoli che dominavano nella

parte meridionale della nostra

penisola.

Durante il

Concilio di

Trento

(1545-

1563), ven-

nero fissate

le nuove regole alimentari e fu

stabilito che durante la Quaresi-

ma non si doveva mangiare il

cioccolato. I Gesuiti, che ne era-

no grandi commercianti, si oppo-

sero e dimostrarono che il cioc-

colato, sciolto nell’acqua, era una

bevanda e, come tale, era escluso

dagli alimenti proibiti durante i

digiuni. Il Papa Pio V quindi con-

sentì, nei periodi di digiuno, la

consumazione di una tazza di

cioccolata al giorno.

Nei due secoli successivi, il cioc-

colato si diffuse in tutta l’Europa.

Col principio dell'800, grazie ad

una serie di invenzioni e scoperte

di macchine che portarono alla

caratterizzazione della odierna

industria cioccolatiera, il cibo

degli dei fu reso disponibile a più

ampie fasce della popolazione.

LEGGENDA È una leggenda azteca a voler

svelare le origini di questa pianta:

narra che un giovane scudiero in

partenza per la guerra, lasciò il

suo tesoro alla sua sposa, una

principessa, affinché lo custodisse

fino al suo rientro. All’arrivo dei

nemici, interessati al tesoro, la

principessa innamorata, nono-

stante le minacce, non svelò il

luogo in cui questo era nascosto

e, per vendetta, fu uccisa. Dal suo

sangue nacque una pianta nel cui

frutto erano nascosti dei semi

amari come la sofferenza, forti

come la sua virtù e rossi come il

sangue: era la pianta del cacao.

ANEDDOTO

Il “Bacio Perugina” è uno tra i più

noti cioccolatini italiani fin dal

1922. La sua origine si deve alla

signora Luisa Spagnoli, la moglie

di uno dei fondatori della fabbrica

“Perugina”, la quale, durante la

lavorazione dei cioccolatini, aveva

notato che venivano buttati via

chili di briciole di nocciole. Impa-

standole con il cioccolato, creò

uno strano cioccolatino dalla

forma irregolare, che ricordava

l'immagine di un pugno chiuso,

dove la nocca più sporgente era

rappresentata da una nocciola

intera. Per questo il cioccolatino

fu chiamato inizialmente

"Cazzotto". Poiché non era una

buona idea proporre dei cioccola-

tini da regalare con il nome di

“cazzotto”, la signora Spagnoli

ribattezzò la sua “creazione” con

un nome più dolce: “Bacio”.

Si racconta anche che nella fabbri-

ca, dove si producevano i “Baci

Perugina”, lavorassero due operai

innamorati. Per comunicare,

l’operaia avvolgeva un messaggio

d’amore attorno ad ogni bacio

che, attraverso il nastro traspor-

tatore, arrivava al suo innamora-

to. La signora Spagnoli, scoperto

questo modo di comunicare, volle

legare per sempre questa dolce

idea al cioccolatino. Così oggi tra

il cioccolatino e l'incarto argenta-

to troviamo ancora un messaggio scritto in varie lingue.

Rossella Troisi (II G)

Massimo Brindicci (II G)

Anna Valente (II G)

Valerio Pellegrini (II G)

Fabio Ricchiuti (II G)

La Storia

nel piatto

Page 3: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 4

LE DELIZIE PASQUALI:

L’UOVO DI CIOCCOLATO E LA CASSATA SICILIANA

P A G I N A 3 N U M E R O I V

E’ tempo di Pasqua ed arriva puntuale e

immancabile, come ogni anno, la presenza

di uova di cioccolato nelle pasticcerie, nei

supermercati e sulle nostre tavole con

grande gioia di tutti, grandi e piccoli. Le

uova appaiono accattivanti non solo per la

squisitezza del cioccolato, fondente o al

latte, o perché si presentano avvolte in

carte colorate e rumorose, abbellite da

fiocchi luccicanti, ma anche per la sorpresa contenuta all’interno. Avete voglia oltre che

di cioccolato anche di conoscere qualche

notizia in più su questa delizia? Venite con

noi in questo viaggio intorno all’uovo!

L'uovo affonda le sue radici in tempi

antichi: infatti, secondo il paganesimo,

era il simbolo del risveglio della natura,

della fertilità, della nascita e, nella cultu-

ra cristiana, della Resurrezione di Cri-

sto.

Il suo guscio insomma rappresentava la

nicchia dalla quale usciva un essere vi-

vente e perciò per i popoli antichi rega-

lare uova era un segno augurale, in

quanto simbolo del rinnovarsi della vita.

Nel Medioevo si diffuse l'usanza di do-

nare uova decorate a mano alla servitù

e uova artificiali fabbricate o rivestite in

materiali preziosi quali argento, platino

oppure oro agli aristocratici e ai nobili.

Però la ricca tradi-

zione dell'uovo

decorato è dovuta

all'orafo Peter Carl

Fabergé, che nel

1885, creò, su

commissione dello

zar di Russia per la

zarina, un uovo di platino smaltato di bianco che aveva una

struttura simile alle matrioske russe.

Infatti, all'interno vi era un tuorlo tutto

d'oro, contenente a sua volta una galli-

nella d'oro e smaltata con gli occhi di

rubino. Quest'ultima racchiudeva una

copia in miniatura della corona imperia-

le su cui era incastonato un piccolo

rubino a forma d'uovo. La zarina fu così

contenta di questo regalo, che nominò

Fabergé "gioielliere di corte" e gli diede

l’incarico di realizzare ogni anno, da

quel momento in poi, altre uova con la

condizione che ognuno dovesse essere

unico e dovesse contenere una sorpre-

sa. Con il passare degli anni ed il miglio-

ramento delle tecniche di lavorazione

della materia prima, furono creati diversi

tipi di uova e oggi l’uovo di cioccolato è

tra i dolci pasquali più conosciuti al mon-

do.

LA CASSATA ALLA SICILIANA

La cassata è un prodotto della grande

tradizione dolciaria delle monache sicilia-

ne ed è riservata al periodo pasquale così

come si deduce da un proverbio siciliano

che recita "Tintu è cu nun mancia a cas-

sata a matina ri Pasqua" ("Tonto è chi

non mangia la cassata la mattina di Pa-

squa"). Le radici della cassata siciliana

risalgono al IX-XI secolo, quando gli

Arabi, durante la loro dominazione in

Sicilia, vi introdussero la canna da zuc-

chero. Lo stesso nome cassata si ritiene

derivi dal termine arabo “Qas’at” che

vuol dire semplicemente ciotola o baci-

nella. Si racconta che un arabo, mentre

stava mescolando lo zucchero con la

ricotta che si produceva in Sicilia dai

tempi preistorici in una ciotola di rame, a

un siciliano che gli aveva domandato

come si chiamasse il dolce che stava

realizzando, rispose “qas’at”, riferendosi

al nome arabo della ciotola e non certo

all’intingolo addolcito. È da questo malin-

teso che deriva la denominazione di cas-

sata. Col passare del tempo, sono stati

aggiunti nuovi ingredienti: nel periodo

normanno, a Palermo, presso il convento

della Martorana, fu creata la pasta reale o

Martorana, un impasto di farina di man-dorle e zucchero, che, colorato di verde

con estratti di erbe, costituì l’involucro

della ricotta lavorata con lo zucchero; nel

1600, la ricetta della cassata fu completa-

ta con l’aggiunta del cioccolato e del Pan

di Spagna, due ingredienti importati in

Sicilia dagli Spagnoli durante la loro domi-

nazione in Italia, e con particolari decori

in stile barocco molto sfarzosi e maesto-

si, utilizzando frutta candita. La cassata

ha pian piano assunto la forma che noi

tutti oggi conosciamo. Come si può nota-

re, la storia della cassata è collegata alle

civiltà che hanno dominato la Sicilia

(Arabi, Normanni, Spagnoli) così come si

può leggere nel “Gattopardo” di Tomasi di

Lampedusa, “la Sicilia da venticinque secoli

porta sulle spalle il peso di magnifiche civiltà”.

LA RICETTA

Ingredienti: per una torta di circa 28 cm di diametro: Per il Pan di Spagna:

200 g di farina, 200 g di zucchero, 5 uova, 1 bustina di lievito Pan degli Angeli.

Per la farcia: 400 g di ricotta, 200 g di zucchero, 100 g di canditi,

100 g di cioccolato fondente. Per la pasta reale: 250 g di mandorle tritate, 250 g di zucchero, 100 g

di acqua, colorante alimentare verde. Per la bagna: 300 ml di acqua, 200 g di zucchero e ½ bicchiere di

marsala (o di maraschino). Per decorare: Frutta candita assortita

Procedimento: Preparazione del Pan di Spagna:

Lavorare con una frusta i tuorli con lo zucchero, la farina e gli albumi montati a neve.

Aggiungere il lievito

Versare l’impasto in una tortiera, unta di burro e cosparsa di fari-na.

Cuocere in forno già caldo a 180°C per circa 25 minuti. Preparazione del ripieno:

Lavorare la ricotta con lo zucchero, i canditi e il cioccolato. Preparazione della pasta reale:

In una casseruola far bollire acqua e zucchero e unire le mandorle tritate con alcune gocce di colo-rante verde.

Amalgamare e avvolgere la pasta nella pellicola

trasparente e metterla in frigorifero. Preparazione della bagna:

Sciogliere lo zucchero nell’acqua calda ed unire il marsala (o il maraschino).

Preparazione della Cassata: Foderare con la pellicola trasparente una tortiera di

circa 28 cm di diametro e dal bordo alto 5 cm. Rivestire il bordo e la base con le fette di pan di Spagna , inumidi te con lo sc i roppo.

Versare la crema di ricotta e coprire con altre fette di pan di Spagna spruzzato con la bagna. Conservare in frigorifero per almeno due ore.

Nel frattempo, estrarre dal frigorifero la pasta reale e spianarla su un foglio di carta da forno con il matterello ad uno spessore di circa ½ cm, dandole una forma circolare dello stesso diametro della

cassata.

Togliere, quindi, la torta dal frigorifero e capovol-gerla su un piatto da portata di diametro appena più

grande. Eliminare la pellicola e appoggiare con molta delicatezza il disco di pasta reale. Decorare con i canditi.

Carlo Cosmai (II G)

Marialetizia Cosmai (II G)

Lucia Dell’Olio (II G)

Annalisa Cassanelli (II G)

Tommaso Papagni (II G)

Tradizione

e folklore

Page 4: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 4

P A G I N A 4 IL MANIFESTO: UN MEZZO ARTISTICO PER COMUNICARE E INFORMARE

Oggi le nostre strade sono inva-

se da manifesti di ogni tipo: da

quelli disadorni delle campagne

elettorali, a quelli persuasivi

della pubblicità.

Spesso si critica il proliferare

dei cartelloni pubblicitari, che

tappezzano in modo selvaggio

le nostre città, eppure dietro a

quei fogli di carta, incollati sui

muri scrostati, c'è una storia da

raccontare, la storia del manife-

sto industriale.

Il manifesto, nato nel corso

della Rivoluzione Francese,

aveva originariamente lo scopo

di divulgare le notizie nel più

breve tempo possibile.

Nel corso dell’ Ottocento, con la

produzione e la crescita degli

oggetti di consumo, conseguen-

te alla diffusione della produ-

zione industriale, il manifesto si

trasformò in un veicolo per le

comunicazioni commerciali e

così, alla fine del secolo XIX,

passò da ampie descrizioni ver-

bali, alle immagini.

Iniziava, in questo modo, il

connubio della pubblicità con

l’arte e, con il movimento Art

Nouveau, in Francia e Stile

floreale o Liberty in Italia, il

manifesto fu elevato al rango di

arte. Nacquero così dei veri pro-

pri artisti della cartellonistica

che, con grande intuito commer-

ciale, elaborarono le immagini

del prodotto da pubblicizzare.

Riccardo Ponziano (II G)

Il “gusto”

nell’arte

Stuzzica…

mente

PER CHI HA PAZIENZA

Trovate le dieci parole definite e cancellate

le sillabe, sotto riportate, da cui esse sono formate.

Le sillabe rimanenti, prese nel loro ordine, daranno

una definizione del cioccolato.

Sinonimo di forza in matematica

Coste norvegesi

Le tombe dei faraoni

Un’isola italiana

Incisione sulla roccia

Strumento che può essere a coda

Autore dell’Iliade e dell’Odissea

Vasta distesa di sabbia

Malattia diffusa nel Medioevo

Un tipo di pizza

Po no pi fior il de ste to fi mi o ci ri

ro ten ghe bo ra ta gna de di pe for

sar mar de graf ser gli za to pia di

me dei te

Entrambi i giochi linguistici sono stati ide-

ati dagli alunni della I G

Bianco I Banco

Palla

Carpa

Piazza

Aosta

Marce

Cera

Paolo

Ville

Teatro

Conto

Pioppo

LO SCARTO

Togliete da ciascuna parola una lettera

per ottenere un altro termine di senso compiuto.

Le lettere scartate, inserite nella colonna centrale,

comporranno il nome di una ghiottoneria. Il gioco è avviato.

Hai voglia di cioccolato un po’ speciale?

La gelateria & la creperia ideale è

“CHOCOLAT”

Via Ottavio Tupputi, 7

Bisceglie tel. 0803922488