AROMI E SAPORI

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& speciale ROMI S iamo a Scafati agli inizi degli anni Novanta quando, quasi per gioco, Luigi Brancaccio insieme a pochi fidati “com- pagni di merenda”, si diverte ad organizzare grigliate di ogni gene- re, preferendo soprattutto le verdure, durante feste, picnic e sagre paesane. Era un modo per stare in compagnia, scherzare, ma allo stesso tempo rievo- care le antiche tradizioni gastronomi- che della sua terra. Si stava bene insieme e soprattutto si mangiava bene! Se ne accorsero anche i ristoranti della zona, ai quali, sempre per gioco, Luigi Brancaccio cominciò a vendere i suoi primi pro- dotti, tra i quali le melanzane grigliate rappresentavano una specialità. Da quel momento nasce nel Brancaccio e nei suoi collaboratori l’idea di trasformare quel divertimen- to in un vero e proprio lavoro e inizia così l’attività della Artigiana Sud, un’azienda oggi affermata sul mercato dei prodotti conservati sott’olio. Ora come vent’anni fa, i prodotti della Artigiana Sud sono ottenuti attraverso un processo produttivo artigianale, utilizzando materie prime selezionate e controllate, sempre fresche e di pro- duzione locale. La passione e la cura con cui ogni pro- dotto viene preparato e confeziona- to., il rispetto di tutte le norme previ- ste nel settore alimentare, l’utilizzo di prodotti freschi senza aggiunto di con- servanti, coloranti ed additivi, sono tutte garanzie di sicurezza per un con- sumatore attento e rivolto al meglio che il mercato può offrire. Ma come era prevedibile, la produzio- ne della Artigiana Sud si è arricchita sempre più di nuovi prodotti, anche grazie alla ricca produzione locale di ortaggi, ma soprattutto grazie all’azienda agricola di famiglia che contribuisce ampiamente ad ampliare la linea dei prodotti. Infatti alle ormai famose melanzane alla griglia, si sono affiancate numerose altre specie di ortaggi quali carciofini, pomodori sec- chi, zucchine e peperoni, che vengono preparati secondo le più antiche ricet- te della tradizione campana e offerte in vaschetta pronte a soddisfare il gusto di tutti i palati anche i più sopraffini. Anche perché alle ricette tipiche locali si sono aggiunte propo- ste più moderne e raffinate, quali l’insalata russa e la capricciosa, che le rendono adatte anche a menu più ela- borati. Ma non è tutto! L’Artigiana Sud, infat- ti, ottenute le autorizzazioni locali e i riconoscimenti del Ministero della Sanità per i prodotti ittici, ha iniziato a trasformare, produrre e a confeziona- re sott'olio insieme ai prodotti a base vegetale, anche prodotti ittici marina- ti riscuotendo altrettanti consensi nel settore della Ristorazione. Da assag- giare assolutamente, infatti,sono le sue alici marinate, i suoi polipetti sot- t’olio, ed ancora gamberoni di surimi, bocconcini di merluzzo in polpa di granchio e numerosi altri prodotti che vi faranno letteralmente leccare le dita! In aggiunta alla già vasta gamma di prodotti confezionata in vaschetta, l'Artigiana Sud, ha ulteriormente ampliato il suo assortimento con una linea di prodotti tipici locali conservati in vetro, preparati rispettando le ricette tipiche della zona. Questa linea ha lo scopo di poter trasformare e conservare più a lungo soprattutto verdure tipiche che vengono coltivate solo in determinati periodi dell'anno. Nel corso degli anni, infine, l’Artigiana Sud ha consolidato la grande espe- rienza e professionalità del suo staff tecnico di produzione che le ha per- messo di combinare le avanzate tec- nologie dei propri macchinari con il rispetto e la tradizione di metodi ancora oggi assolutamente artigianali, allo scopo di portare in tavola il sapo- re intatto della natura. Insomma la Artigiana Sud è un’azienda che rappresenta il perfetto equilibrio di gusto, tradizione e genui- nità, a partire dalla scelta dei prodot- ti migliori per arrivare al loro confezio- namento offrendo alla sua clientela la garanzia di un prodotto artigianale che rispetta pienamente quei sapori e quei profumi tipici della nostra terra, aspirando ad una qualità sempre superiore in grado di soddisfare i clien- ti più esigenti e scrupolosi. Il rispetto che merita una terra come la nostra che è ricca di cultura e di una ampia varietà di cibi i quali rendono la nostra dieta la più invidiata nel mondo. Gli ortaggi dell’agro-nocerino-sarnese L’Agro Nocerino Sarnese è da secoli terra molto fertile in cui si produ- cono rinomati ortaggi. Tra questi il Cipollotto di Nocera di cui esistono testimonianze che risalgono ad oltre 2000 anni fa. Nella Pompei antica difatti è raffigurato nei dipinti del Larario del Sarno. Alla fine dell’800 e nei primi anni del 900 l’ortaggio nocerino viene descritto nei manuali di agronomia e nei cataloghi delle più importanti ditte produttrici di sementi. Oggi il Cipollotto di Nocera viene messo sott’olio o sott’aceto e utilizza- to in gastronomia come contorno per carne e pesce. Altra specialità tra gli ortaggi dell’Agro è il Finocchio di Sarno, caratterizzato forma roton- da, di media pezzatura, compatto, con guaine spesse, carnose, intera- mente bianche. I terreni fertili e sciolti dell’Agro sono da sempre consi- derati eccellenti per ottenere finocchi di qualità. Anche la Zucca dell’Agro è tra gli ortaggi più saporiti della zona. Dalla polpa tenera e di colore acceso, la zucca di Scafati è ottima alla griglia e condita con olio, aglio e prezzemolo, oppure stufata con peperonci- no. Altra specialità dell’Agro sono i Carciofi di Pagani, di dimensioni piccole e sapore intenso. Nel mese di aprile tutto il paese si riempie del profu- mo dei carciofi alla brace. Il paniere di ortaggi dell’Agro è ricco di que- ste e altre mille specialità. Dalla terra e dal mare direttamente sulla tavola A APORI A RTIGIANA S UD S

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PUBBLICAZIONI QUOTIDIANI IL MATTINO RUBRICA IN SALUTE

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Siamo a Scafati agli inizi deglianni Novanta quando, quasiper gioco, Luigi Brancaccioinsieme a pochi fidati “com-pagni di merenda”, si diverte

ad organizzare grigliate di ogni gene-re, preferendo soprattutto le verdure,durante feste, picnic e sagre paesane.Era un modo per stare in compagnia,scherzare, ma allo stesso tempo rievo-care le antiche tradizioni gastronomi-che della sua terra.Si stava bene insieme e soprattutto simangiava bene! Se ne accorseroanche i ristoranti della zona, ai quali,sempre per gioco, Luigi Brancacciocominciò a vendere i suoi primi pro-dotti, tra i quali le melanzane grigliaterappresentavano una specialità.Da quel momento nasce nelBrancaccio e nei suoi collaboratoril’idea di trasformare quel divertimen-to in un vero e proprio lavoro e iniziacosì l’attività della Artigiana Sud,un’azienda oggi affermata sul mercatodei prodotti conservati sott’olio.Ora come vent’anni fa, i prodotti dellaArtigiana Sud sono ottenuti attraversoun processo produttivo artigianale,utilizzando materie prime selezionatee controllate, sempre fresche e di pro-duzione locale. La passione e la cura con cui ogni pro-dotto viene preparato e confeziona-to., il rispetto di tutte le norme previ-

ste nel settore alimentare, l’utilizzo diprodotti freschi senza aggiunto di con-servanti, coloranti ed additivi, sonotutte garanzie di sicurezza per un con-sumatore attento e rivolto al meglioche il mercato può offrire.Ma come era prevedibile, la produzio-ne della Artigiana Sud si è arricchitasempre più di nuovi prodotti, anchegrazie alla ricca produzione locale diortaggi, ma soprattutto grazieall’azienda agricola di famiglia che

contribuisce ampiamente ad ampliarela linea dei prodotti. Infatti alle ormaifamose melanzane alla griglia, si sonoaffiancate numerose altre specie diortaggi quali carciofini, pomodori sec-chi, zucchine e peperoni, che vengonopreparati secondo le più antiche ricet-

te della tradizione campana e offertein vaschetta pronte a soddisfare ilgusto di tutti i palati anche i piùsopraffini. Anche perché alle ricettetipiche locali si sono aggiunte propo-ste più moderne e raffinate, qualil’insalata russa e la capricciosa, che lerendono adatte anche a menu più ela-borati. Ma non è tutto! L’Artigiana Sud, infat-ti, ottenute le autorizzazioni locali e iriconoscimenti del Ministero della

Sanità per i prodotti ittici, ha iniziato atrasformare, produrre e a confeziona-re sott'olio insieme ai prodotti a basevegetale, anche prodotti ittici marina-ti riscuotendo altrettanti consensi nelsettore della Ristorazione. Da assag-

giare assolutamente, infatti,sono lesue alici marinate, i suoi polipetti sot-t’olio, ed ancora gamberoni di surimi,bocconcini di merluzzo in polpa digranchio e numerosi altri prodotti che

vi faranno letteralmente leccare ledita!In aggiunta alla già vasta gamma diprodotti confezionata in vaschetta,l'Artigiana Sud, ha ulteriormenteampliato il suo assortimento con unalinea di prodotti tipici locali conservatiin vetro, preparati rispettando lericette tipiche della zona. Questa lineaha lo scopo di poter trasformare econservare più a lungo soprattuttoverdure tipiche che vengono coltivatesolo in determinati periodi dell'anno.Nel corso degli anni, infine, l’ArtigianaSud ha consolidato la grande espe-rienza e professionalità del suo stafftecnico di produzione che le ha per-messo di combinare le avanzate tec-nologie dei propri macchinari con ilrispetto e la tradizione di metodiancora oggi assolutamente artigianali,allo scopo di portare in tavola il sapo-re intatto della natura.Insomma la Artigiana Sud èun’azienda che rappresenta il perfettoequilibrio di gusto, tradizione e genui-nità, a partire dalla scelta dei prodot-ti migliori per arrivare al loro confezio-namento offrendo alla sua clientela lagaranzia di un prodotto artigianaleche rispetta pienamente quei sapori equei profumi tipici della nostra terra,aspirando ad una qualità sempresuperiore in grado di soddisfare i clien-

ti più esigenti e scrupolosi. Il rispettoche merita una terra come la nostrache è ricca di cultura e di una ampiavarietà di cibi i quali rendono la nostradieta la più invidiata nel mondo.

Gli ortaggi dell’agro-nocerino-sarnese

L’Agro Nocerino Sarnese è da secoli terra molto fertile in cui si produ-cono rinomati ortaggi. Tra questi il Cipollotto di Nocera di cui esistonotestimonianze che risalgono ad oltre 2000 anni fa. Nella Pompei anticadifatti è raffigurato nei dipinti del Larario del Sarno. Alla fine dell’800 e nei primi anni del 900 l’ortaggio nocerino vienedescritto nei manuali di agronomia e nei cataloghi delle più importantiditte produttrici di sementi. Oggi il Cipollotto di Nocera viene messo sott’olio o sott’aceto e utilizza-to in gastronomia come contorno per carne e pesce. Altra specialità tragli ortaggi dell’Agro è il Finocchio di Sarno, caratterizzato forma roton-da, di media pezzatura, compatto, con guaine spesse, carnose, intera-mente bianche. I terreni fertili e sciolti dell’Agro sono da sempre consi-derati eccellenti per ottenere finocchi di qualità.Anche la Zucca dell’Agro è tra gli ortaggi più saporiti della zona. Dallapolpa tenera e di colore acceso, la zucca di Scafati è ottima alla grigliae condita con olio, aglio e prezzemolo, oppure stufata con peperonci-no. Altra specialità dell’Agro sono i Carciofi di Pagani, di dimensioni piccolee sapore intenso. Nel mese di aprile tutto il paese si riempie del profu-mo dei carciofi alla brace. Il paniere di ortaggi dell’Agro è ricco di que-ste e altre mille specialità.

Dalla terra e dal mare direttamente sulla tavola

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ARTIGIANA SUD

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Ifrijarielli sono una specialitàtipicamente napoletana.Frijarielli! Basta la parola. E'ovvio: bisogna friggerli. E inapoletani, si sa sono bravissi-

mi, anzi sembra siano nati per sof-friggere! Un po’ d'aglio, peperonci-no e olio d'oliva extravergine.Un prodotto dei nostri orti fra i piùsemplici, ma che riesce a dare ilmeglio di sé, se le rape sono dibuona qualità e se sono ben prepa-rate, proprio come accade per tuttii prodotti della Artigiana Sud, allacui già vasta produzione si èaggiunto ultimamente.Per questa proposta in vetro dellaArtigiana Sud, che ben si sposa conuna delle ricette della pizza piùgustose (la famosa Pizza con salsic-cia e broccoli!), vengono scelti soloi migliori broccoli della provinciasalernitana, nelle varietà “ramosa”e “a testa”già note e apprezzate findall’antichità. La cucina delMeridione utilizza da sempre consuccesso i frijarielli, che occupanoun posto importante nella prepara-zione di pastasciutta, contorni,torte salate e pizza. In virtù di que-sta tradizione culinaria, la ArtigianaSud è riuscita a trasformare e a pre-parare i broccoli di Salerno secondola ricetta tipica napoletana. Infattifrijarielli vengono cotti e conditi conolio, aglio e peperoncino e conser-vati in vasi di vetro dai vari formati,pronti per essere subito consumaticome contorno e sulla pizza. Come per il resto della sua produ-zione, la Artigiana Sud, cura moltola filiera produttiva a partire dallacoltivazione nei campi di sua pro-prietà; una condizione che le con-sente di controllare i broccoli sindalla semina e di garantirne unacrescita naturale, che esclude l’usodi pesticidi. Giunta al punto di rac-colta, la verdura viene trasferita inazienda dove avviene un’ulteriorefase di lavaggio e pulitura, prima diprocedere alla sua cottura che con-siste in una leggera sbollenta tura inacqua e aceto. A questo punto i

broccoli vengono ermeticamentechiusi in vasi di vetro con appositecapsule, per essere infine sterilizza-ti, eliminando così possibili carichebatteriche. Ed ecco i frijarielli prontiper essere utilizzati in qualsiasi piat-to della nostra cucina tradizionale.Un vero successo per la cucina cam-pana, ma soprattutto per laArtigiana Sud che ha fatto della“artigianalità” la propria filosofiaaziendale.

Un po’ di storiaPer indicare qualcuno che nonassurge alle vette più alte del pen-siero si dice: “Non è una cima.”L’espressione si rivela, però, assaipoco calzante quando il soggetto dicui si parla è un napoletano. E quan-do le cime non sono quelle elevatis-sime del genio, ma le umilissime,

terrestri, cime di rapa.“Rapa: pianta orticolacoltivata per la produ-zione delle radici, diforma tondeggiante oallungata, dalla polpabianca e croccante edal sapore intenso, dol-ciastro o leggermentepiccante”. Così comerecita il Dizionario digastronomia di AntonioPiccinardi.Ma le rape non sanno

di niente! Ebbene, i napoletani sonoriusciti a risolvere anche questoproblema, sia con l’aiuto del proprioproverbiale ingegno, che con quellodell’umilissima rapa. Povericom’erano di tutto, ma non di idee,le figlie di primo letto di mammaIndigenza e papà Bisogno, i napole-tani potevano rivolgere lo sguardosolo verso i cibi poveri quanto loro.Ad alzare gli occhi incavati dallafame verso le finestre dei ricchierano invece le napoletane, che siaffollavano sotto le cucine dei nobi-li nella speranza che si degnasserodi buttar loro qualcosa. Purtroppo,però, non sempre il cibo pioveva dal

cielo e per mangiare, i napoletanicominciarono a guardare in basso:alle cime di rape. Dove per “cime”s’intendono gli ammassi fiorali, leinfiorescenze non ancora aperte,delle rape: in una parola, i brocco-letti.In Italia, a questo alimentos’interessavano in tanti, specie alSud: chi li lessava, chi li cuoceva. IToscani le chiamavano affettuosa-mente “rapini”, i Baresi li cucinava-no con le orecchiette. A Napoli no! Qui le cime di rapaprima si lavano e poi, tutte bagnate,si gettano nell’olio. Con il loro sacri-ficio danno vita ad uno dei piatti piùcreativi della cucina partenopea: ifriarielli. Le cime di rapa cotte nel-l’olio. Un piatto povero e pure sempliceda preparare, ma dal sapore inimi-tabile. Prima bisogna dedicare lapropria attenzione alle cime di rapeche vanno raccolte al momento giu-sto: i fiori devono esserci già, manon devono essersi ancora aperti.Poi bisogna “ammonnarli”: cioèmondarli delle parti non utilizzabiliper la frittura. E’ un altro momento importante,perché vanno lasciate solo le fogliepiù tenere, insieme a un po’ digambo: non troppo, ma nemmenotroppo poco. Raccolte, “ammonnate”, e lavate, lecime di rapa vengono invitate adimmergersi nell’olio ben caldo, doveavranno l’onore di diventare fria-rielli. Mai bollirle prima! Gran partedel sapore volerebbe via. Nella padella, insieme all’olio, c’è giàin attesa l’aglio. A cottura quasi ulti-mata, si deve togliere il coperchio equindi aggiungere il sale e il pepe-roncino. Eccoli qua, i friarielli! Finalmentesono nati.

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SUA ALTEZZA IL BROCCOLO ALLA NAPOLETANA: “ I FRIJARIELLI”

ARTIGIANA SUD

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In un mondo dominato daritmi di vita sempre più fre-netici, abbiamo bisogno diqualcosa che ci ricordi qualisono i piaceri della vita, di

qualcosa che ci restituisca iltempo per riflettere, tempo perleggere, tempo per la bellezza,tempo per le cose che contanodavvero. Attraverso la propria filosofia, isuoi prodotti e i suoi servizi, ilCaffè Petruccelli offre ormai datempo un valido contributo aquesta visione della vita!Ci troviamo in uno dei locali piùalla moda di Nocera Inferiore,uno dei centri più importantidell’Agro Nocerino-Sarnese situa-ta ai piedi del versante setten-trionale dei monti Lattari, nelmezzo di una fertilissima pianura,che attualmente è un importantenodo autostradale e ferroviario euno sviluppatissimo centro com-merciale.Nato circa dieci anni da un’ideadei fratelli Pasquale e PriscoPetruccelli, che hanno semprecreduto alle enormi potenzialitàdella somministrazione di presti-gio e di alta qualità, il “CaffèPetruccelli” è ora diventato unpunto di riferimento per clientiappartenenti ad ogni fasciad’età, famoso per i suoi prodottidi altissima qualità e per la cor-tesia del suo personale. L’architettura curata nei partico-lari, giocata su materiali caldicome il legno e luci scintillanticome i meravigliosi lampadari diMurano che danno luce al loca-

le, l’ambientazione urbana, ilclima caldo e confortevole deglispazi arredati, tra cui spiccanotavolini con piani in marmo ed

un privé arricchito con quadri emobili in stile, insieme all’altaqualità del servizio offerto,fanno di questo locale uno deipiù frequentati della zona.L’ubicazione del Caffè, che sitrova in via D’Alessandro, neipressi del Rione Cicalesi, vicino amolti edifici scolastici, uffici e

centri commerciali, lo rendeadatto ad incontri di lavoro,pause di relax e serate in compa-gnia di amici o della personaamata.In un ambiente confortevole earredato con gusto, in cui ognicliente si sente trattato come unre, vi sarà possibile passare con

facilità da una delizia all’altrasoddisfacendo ogni vostro desi-derio. All’ora di pranzo, infatti, poteteapprofittare di una pausa pergustare un aperitivo accompa-gnato da un vasto assortimentodi tartine, snack e tanti prelibatistuzzichini preparati dallo staffche metteranno a freno il lan-guorino che sentite allo stomaco,oppure, se preferite, potretegustare un pranzo veloce a basedi rustici, pizzette, panini o altresfizioserie di rosticceria propostidal locale. Un altro appuntamento con lagoloseria al quale tutti possonopartecipare in questo locale, èquello con la Gelateria. Anche inquesto settore il Caffè Petruccelli,ha scelto di seguire la strada dellaqualità, proponendo un gelatorigorosamente artigianale e fre-sco tutti i giorni... latte, panna,frutta ecc... miscele adeguata-mente scelte e selezionate ognigiorno senza l'aggiunta di adden-santi o polveri semilavorate, pergarantire l'assoluta qualità e fre-schezza dei propri prodotti.Ogni periodo ha la sua particola-rità, ogni stagione ha i suoi pro-dotti, le sue primizie. E così inquesto periodo, in cui il tempo èmeno caldo, potrete gustaregelati soprattutto al cioccolatocome la famosa Nocciotella, ilTartufo, i gelati che riprendonoil gusto di ben noti snack come ilLion’s e il Mars, oppure, per chiama i gusti classici, gelati allecreme o alla frutta. Ma è soprattutto in estate chequi al Caffè Petruccelli, insiemealla calura, scoppia la fantasianel preparare coppe gelato sem-pre più originali. A questo proposito ricordiamole coppe che hanno i nomi deipianeti, oppure quelle che sichiamano con il nome dei segnizodiacali, per cui potrete sce-gliere quella che meglio si rifà alvostro periodo di nascita. E con il caldo, il Caffè Petruccellisi ingrandisce ulteriormente,sfruttando l’ampio dehors cheviene attrezzato con tavolini egazebo, dando ai clientil’opportunità di gustare le sueprelibatezze sedendo comoda-mente al fresco.

AAPPOORRII

Caffè Petruccelli è stile di vita

Chiunque è stato al Caffè Petruccelli sa che, oltre all’ambiente,ha visto qualcos’altro: lo stile!Il principale successo di questa azienda, infatti , si è consolidatograzie al fatto che è riuscito a fare di questo locale un punto diincontro sia per giovani che per adulti, i quali fino ad allora non

riuscivano a trovare un ambiente così acco-gliente, ma allo stesso tempo di alta profes-sionalità, che soddisfacesse più esigenze allostesso tempo. Qui, ormai, ogni occasione èbuona per incontrarsi, stare insieme, o addi-rittura organizzare cerimonie private perfesteggiare piccoli eventi familiari e di lavoro. A questo c’è da aggiungere la lungimiranzacon cui Pasquale e Prisco gestiscono il localesin dalla sua nascita. I fratelli infatti, hannomirato innanzitutto ad un costante arricchi-mento di prodotti e servizi di marca ed allaprofessionalità nel loro caffè. E’ per questo che qui troverete solo misceledi caffè altamente selezionate, tè e cioccola-te di marca “Eraclea”, nota ovunque in Italia

e all’estero, e per finire, torte gelato, semifreddi e monoporzio-ni di produzione dell’azienda Sal De Riso, che in fatto di pastic-ceria la sa davvero lunga. E allora, cosa aspettate ancora? Se visentite solleticati dalla curiosità ma soprattutto dalla goloseria,non esit te ancora e … incontriamoci tutti al Caffè Petruccelli!

INCONTRIAMOCI ALCAFFÉ PETRUCCELLI

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In un mondo dominato daritmi di vita sempre più fre-netici, abbiamo bisogno diqualcosa che ci ricordi qualisono i piaceri della vita, di

qualcosa che ci restituisca iltempo per riflettere, tempo perleggere, tempo per la bellezza,tempo per le cose che contanodavvero … Attraverso la propria filosofia, isuoi prodotti e i suoi servizi, ilCaffè Petruccelli offre ormai datempo un valido contributo aquesta visione della vita!Ci troviamo in uno dei locali piùalla moda di Nocera Inferiore,uno dei centri più importantidell’Agro Nocerino-Sarnese situa-ta ai piedi del versante setten-trionale dei monti Lattari, nelmezzo di una fertilissima pianura,che attualmente è un importantenodo autostradale e ferroviario euno sviluppatissimo centro com-merciale.Nato circa dieci anni da un’ideadei fratelli Pasquale e PriscoPetruccelli, che hanno semprecreduto alle enormi potenzialitàdella somministrazione di presti-gio e di alta qualità, il “CaffèPetruccelli” è ora diventato unpunto di riferimento per clienti

appartenenti ad ogni fascia d’età,famoso per i suoi prodotti dialtissima qualità e per la cortesiadel suo personale. L’architettura curata nei partico-lari, giocata su materiali caldicome il legno e luci scintillanticome i meravigliosi lampadari diMurano che danno luce al locale,

l’ambientazione urbana, il climacaldo e confortevole degli spaziarredati, tra cui spiccano tavolinicon piani in marmo ed un privéarricchito con quadri e mobili instile, insieme all’altaqualità del servizioofferto, fanno di que-sto locale uno dei piùfrequentati della zona.L’ubicazione del Caffè,che si trova in via

D’Alessandro,nei pressi delRione Cicalesi,vicino a moltiedifici scolastici,uffici e centri commerciali,lo rende adatto ad incontridi lavoro, pause di relax eserate in compagnia diamici o della personaamata.In un ambiente conforte-

vole e arredato con gusto, in cuiogni cliente si sente trattatocome un re, vi sarà possibile pas-sare con facilità da una deliziaall’altra soddisfacendo ognivostro desiderio. All’ora di pranzo, infatti, poteteapprofittare di una pausa pergustare un aperitivo accompa-gnato da un vasto assortimentodi tartine, snack e tanti prelibatistuzzichini preparati dallo staffche metteranno a freno il lan-guorino che sentite allo stomaco,

oppure, se preferite, potretegustare un pranzo veloce a basedi rustici, pizzette, panini o altresfizioserie di rosticceria propostidal locale. Un altro appuntamento con lagoloseria al quale tutti possonopartecipare in questo locale, èquello con la Gelateria. Anche inquesto settore il CaffèPetruccelli, ha scelto di seguire lastrada della qualità, proponendoun gelato rigorosamente artigia-nale e fresco tutti i giorni... latte,panna, frutta ecc... miscele ade-guatamente scelte e selezionateogni giorno senza l'aggiunta diaddensanti o polveri semilavora-te, per garantire l'assoluta quali-tà e freschezza dei propri prodot-ti.Ogni periodo ha la sua particola-rità, ogni stagione ha i suoi pro-dotti, le sue primizie. E così inquesto periodo, in cui il tempo èmeno caldo, potrete gustaregelati soprattutto al cioccolatocome la famosa Nocciotella, ilTartufo, i gelati che riprendono ilgusto di ben noti snack come il

Lion’s e il Mars, oppure, per chiama i gusti classici, gelati allecreme o alla frutta. Ma è soprat-tutto in estate che qui al CaffèPetruccelli, insieme alla calura,scoppia la fantasia nel prepararecoppe gelato sempre più origina-li. A questo proposito ricordiamole coppe che hanno i nomi deipianeti, oppure quelle che sichiamano con il nome dei segnizodiacali, per cui potrete sceglie-re quella che meglio si rifà alvostro periodo di nascita. E con ilcaldo, il Caffè Petruccelli siingrandisce ulteriormente, sfrut-tando l’ampio dehors che vieneattrezzato con tavolini e gazebo,dando ai clienti l’opportunità digustare le sue prelibatezzesedendo comodamente al fresco.

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Caffè Petruccelli è stile di vita

Chiunque è stato al CaffèPetruccelli sa che, oltreall’ambiente, ha visto qualco-s’altro: lo stile!Il principale successo di que-sta azienda, infatti , si è con-solidato grazie al fatto che èriuscito a fare di questo loca-le un punto di incontro siaper giovani che per adulti, iquali fino ad allora non riusci-vano a trovare un ambiente così accogliente, ma allo stesso tempo dialta professionalità, che soddisfacesse più esigenze allo stessotempo. Qui, ormai, ogni occasione è buona per incontrarsi, stareinsieme, o addirittura organizzare cerimonie private per festeggiarepiccoli eventi familiari e di lavoro. A questo c’è da aggiungere la lun-gimiranza con cui Pasquale e Prisco gestiscono il locale sin dalla suanascita. I fratelli infatti, hanno mirato innanzitutto ad un costantearricchimento di prodotti e servizi di marca ed alla professionalità nelloro caffè. E’ per questo che qui troverete solo miscele di caffè alta-mente selezionate, tè e cioccolate di marca “Eraclea”, nota ovunquein Italia e all’estero, e per finire, torte gelato, semifreddi e monopor-zioni di produzione dell’azienda Sal De Riso, che in fatto di pasticce-ria la sa davvero lunga. E allora, cosa aspettate ancora? Se vi sentitesolleticati dalla curiosità ma soprattutto dalla goloseria, non esitateancora e … incontriamoci tutti al Caffè Petruccelli!

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In un lembo di terra alle pendicidel Monte Calpazio, che domi-na maestosamente l’interaPiana del Sele, un’area vocatada secoli all’agricoltura e alla

pastorizia e precisamente in localitàFeudo alla via Tempa San Paolo,sorge l’azienda agricola-zootecnica“Il Casale del Feudo”. Le sue origini risalgono al lontano1930, quando l’entusiasmo e lavoglia di fare di due giovani alleva-tori, i coniugi Luigi e Filomena DiLuccio, diedero vita ad una piccolaazienda dedita all’agricoltura e

all’allevamento. Nel tempo i figli diLuigi e Filomena hanno dato lustroall’opera dei genitori facendo di unapiccola masseria una vera e propriaazienda che oggi può contare suun’area di circa 50 ettari suddivisa in

zone di coltivazione foraggiera, alle-vamento e annesso caseificio per laproduzione di derivati dal latte dibufala.La conduzione dell’azienda è di tipofamiliare; a gestirla ci sonoPasquale Di Luccio, erede direttodei fondatori , con l’aiuto di suamoglie Gemma e dei suoi tre figliFilomena, Francesco e Fabrizio e dialcuni collaboratori.La peculiarità di questa azienda èsoprattutto quella di manteneresalde le tradizioni e le origini fami-liari senza chiudersi alle innovazioni.Altra importante caratteristica è che

generazione dopo generazionel’azienda ha confermato la suaattenzione per la qualità totale. Ed èproprio alle sue origini di allevatorie produttori di latte che ne derival’accurata scelta delle colture desti-nate alla produzione di foraggi, con-

dotte in maniera quanto più sempli-ce e tradizionale, ma allo stessotempo adeguata agli standardmoderni. Infatti, producendo granparte dei foraggi autonomamente èpossibile loro seguirne tutti i pro-

cessi, con unm i n u z i o s ocontrollo qua-litativo checontinua nelprodotto fini-to. Il latte risultaquindi esserenon il punto di

partenza, maquello di arrivodi un’attentagestione, che sifocalizza anchein una comple-ta analisi quali-tativa dei pro-dotti derivati.Questa mirata ricerca della qualitàsi collega direttamente all’obiettivoprincipale di “Il Casale del Feudo”,che è appunto quello di riuscire asoddisfare i clienti e a differenziare ipropri prodotti in termini di qualitàassoluta.

Una alimentazione basata sui pro-dotti naturali proveniente dai terre-ni aziendali, che assicura unacostanza della qualità per tuttol'arco dell' anno ed una sala dimungitura modernissima e com-pletamente automatizzata, chegarantisce un’igiene perfetta nelrispetto delle caratteristiche di arti-gianalità e genuinità del prodotto,non possono che dare origine a pro-dotti di qualità eccellente. Inoltre,proprio grazie a un attento studiodelle novità dei processi produttivi edi controllo le conoscenze secolarisono state affiancate da altrenuove, che permettono di soddisfa-re tutti i requisiti richiesti dai consu-matori odierni, sia in termini di pro-dotto che di servizio. La gamma dei prodotti del caseificio“Il Casale del Feudo” vanta un gran-de assortimento nonché una fortecaratterizzazione territoriale tipica;inoltre l'utilizzo di solo latte di bufa-la integrale permette la produzionedi mozzarella di bufala campanad'inconfondibile aroma e gusto,nelle sue varie pezzature. Si partedal candido scrigno di latte che è lamozzarella di bufalo integrale, perpassare alle saporite trecce dal pro-fumo di campagna; è possibilegustare, inoltre, leclassiche e sobriescamorze di bufala,che sono disponibiliin diverse pezzaturee anche affumicate,

o le delicate ricottedalla pasta soffice efine il cui sapore gra-devole si coniugafelicemente con lediverse interpreta-zioni dell'arte culina-ria. Altro prodotto

molto apprezzato dalla clientelasono le tome, un formaggio a pastamorbida il cui gusto si presta all’ab-binamento con peperoncino ederbe aromatiche. Questi e numerosi altri i prodottiche con il marchio esclusivo di “IlCasale del Feudo”, sono presenti giàda tempo sui banchi di salumeriadei migliori negozi e supermercatidella provincia di Salerno e diAvellino. Risale a questi ultimi anni,invece, la fornitura settimanale anegozi del Piemontese, di Udine e diFirenze, per assecondare la doman-da di consumatori che sempre piùnumerosi apprezzano e richiedonoil gusto della mozzarella di bufalacampana famosa ormai ovunque.Per finire una promozione che ilcaseificio “Il Casale del Feudo” dedi-ca ai suoi affezionati consumatori:una fragrante ricotta e ben 2 sca-morze a tutti coloro che acquiste-ranno da ora a tutto febbraio solomezzo chilo di prodotto fresco!

Casale del Feudo:la garanzia della qualità

AAPPOORRII

La burrata di bufala,.un saporito scrigno di sapore

Un discorso a parte, tra i prodotti dell’azienda“Il Casale del Feudo”, merita la saporitissimaburrata di bufala. Si tratta di un involucro di pasta filata moltosimile ad una normale mozzarella che contieneall’interno un composto di panna e di straccet-ti ancora filati dal sapore molto delicato. Lesue origini sono pugliesi, ma è ormai diffusaovunque in Italia. La burrata di produzione de“Il Casale del Feudo” si ispira a quella nata inPuglia, regione con la quale la famiglia DiLuccio intrattiene un forte legame affettivo e

ne ricorda molto il sapore, pur essendo realizzatainteramente con latte di bufala. E’ un prodotto che ha ottenuto un grosso succes-so di vendita in azienda sin dalla sua introduzionee viene preparata solo su ordinazione, data la suaelevata deteriorabilità. Chi non ha ancora avuto modo di assaggiare laburrata de “Il Casale del Feudo”, è invitato a farloal più presto! Scoprirà che non è assolutamentevero che le Meraviglie del mondo sono solo sette

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&AAspeciale RROOMMII

In un lembo di terra alle pendi-ci del Monte Calpazio, chedomina maestosamentel’intera Piana del Sele, un’areavocata da secoli all’agricoltura

e alla pastorizia e precisamente inlocalità Feudo alla via Tempa SanPaolo, sorge l’azienda agricola-zoo-tecnica “Casale del Feudo”. Le sue origini risalgono al lontano1930, quando l’entusiasmo e la vogliadi fare di due giovani allevatori, iconiugi Luigi e Filomena Di Luccio, die-dero vita ad una piccola azienda dedi-

ta all’agricoltura e all’allevamento. Neltempo i figli di Luigi e Filomena hannodato lustro all’opera dei genitorifacendo di una piccola masseria unavera e propria azienda che oggi puòcontare su un’area di circa 50 ettarisuddivisa in zone di coltivazione forag-giera, allevamento e annesso caseifi-cio per la produzione di derivati dallatte di bufala.La conduzione dell’azienda è di tipofamiliare; a gestirla ci sono PasqualeDi Luccio, erede diretto dei fondatori ,con l’aiuto di sua moglie Gemma e deisuoi tre figli Filomena, Francesco eFabrizio e di alcuni collaboratori.La peculiarità di questa azienda èsoprattutto quella di mantenere saldele tradizioni e le origini familiari senza

chiudersi alle innovazioni. Altra impor-tante caratteristica è che generazionedopo generazione l’azienda ha confer-mato la sua attenzione per la qualitàtotale. Ed è proprio alle sue origini di

allevatori e produttori di latte che nederiva l’accurata scelta delle colturedestinate alla produzione di foraggi,condotte in maniera quanto più sem-plice e tradizionale, ma allo stessotempo adeguata agli standard moder-ni. Infatti, producendo gran parte deiforaggi autonomamente è possibileloro seguirne tutti i processi, con unminuzioso controllo qualitativo checontinua nel prodotto finito. Il latte risulta quindi essere non ilpunto di partenza, ma quello di arrivodi un’attenta gestione, che si focalizzaanche in una completa analisi qualita-tiva dei prodotti derivati.Questa mirata ricerca della qualità sicollega direttamente all’obiettivoprincipale di “Casale del Feudo”, che è

appunto quello di riuscire asoddisfare i clienti e a diffe-renziare i propri prodotti intermini di qualità assoluta.Una alimentazione basatasui prodotti naturali prove-niente dai terreni aziendali,che assicura una costanzadella qualità per tutto l'arcodell' anno ed una sala dimungitura modernissima ecompletamente automatiz-zata, che garantisceun’igiene perfetta nel rispet-to delle caratteristiche di arti-gianalità e genuinità del pro-dotto, non possono che dareorigine a prodotti di qualità

eccellente. Inoltre, proprio grazie aun attento studio delle novità dei pro-cessi produttivi e di controllo le cono-scenze secolari sono state affiancateda altre nuove, che permettono disoddisfare tutti i requisiti richiesti daiconsumatori odierni, sia in termini diprodotto che di servizio. La gamma dei prodotti del caseificio“Casale del Feudo” vanta un grandeassortimento nonché una forte carat-terizzazione territoriale tipica; inoltrel'utilizzo di solo latte di bufala integra-le permette la produzione di mozza-rella di bufala campanad'inconfondibile aroma e gusto, nellesue varie pezzature.

Si parte dal candido scrigno dilatte che è la mozzarella dibufalo integrale, per passarealle saporite trecce dal profu-mo di campagna; è possibilegustare, inoltre, le classiche e sobriescamorze di bufala o le delicate ricot-te dalla pasta soffice e fine il cui sapo-re gradevole si coniuga felicementecon le diverse interpretazioni dell'ar-te culinaria. Altro prodotto moltoapprezzato dalla clientela sono letome, un formaggio a pasta morbidail cui gusto si presta all’abbinamentocon peperoncino ed erbe aromati-

che. Questi e numerosi altri i prodot-ti che con il marchio esclusivo di“Casale del Feudo”, sono presenti giàda tempo sui banchi di salumeria deimigliori negozi e supermercati dellaprovincia di Salerno e di Avellino.Risale a questi ultimi anni, invece, lafornitura settimanale a negozi delPiemontese, di Udine e di Firenze,per assecondare la domanda di con-sumatori che sempre più numerosi

apprezzano e richiedono il gustodella mozzarella di bufala campanafamosa ormai ovunque.Per finire una promozione che ilcaseificio “Casale del Feudo” dedicaai suoi affezionati consumatori: unafragrante ricotta e ben 2 scamorze atutti coloro che acquisteranno da oraa tutto febbraio solo mezzo chilo diprodotto fresco!

L’oro bianco di Paestumnasce a Casale del Feudo

AAPPOORRII

La mozzarella di bufala è dietetica perché

• è un formaggio a pasta filata altamente digeribile adatto ai bambini, ragaz-zi in fase di crescita e a donne in gravidanza o in allattamento; • è consigliata nella prevenzione dei danni cardiovascolari; • è buona fonte di vitamina A, betacarotene, vitamina E e zinco, tutte sostan-ze ad elevato potere antiossidante utile per contrastare l'azione negativa deiradicali liberi; • da autorevoli ricerche, è emerso che il latte di bufala ha un contenuto incolesterolo inferiore rispetto a quello di mucca; • ha un contenuto di sodio decisamente basso rispetto a quello di mucca edi altri tipi di formaggi; • è meno calorica di altri derivati del latte; • è meglio tollerata ed è indicata per chi soffre di allergia al glutine (celiaci); • contiene il calcio che viene facilmente assorbito come quello del latte; La mozzarella di Bufala Campana si conferma, quindi, una valida alternativaal secondo piatto, mantenendo inalterato il bilanciamento energetico totalee apportando la giustaquantità di nutrienti, vita-mine e sali minerali, racco-mandati dagli esperti dinutrizione. E poi è buona.

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La storia di Cava de’Tirreni antica rivivealla Pineta “La Serra”

Alla pineta “La Serra”,una delle localitàdella frazioneAnnunziata di Cavade’ Tirreni, rivive un

pezzo importante della storia diquesta amena cittadina dasempre meta di turisti prove-nienti da ogni parte del mondo.Stiamo parlando di uno deiposti più incantevoli della vallemetelliana, la cui ricchezza dibellezze artistiche e naturali nefacevano sin dall’Ottocento unadelle mete preferite del Grand-Tour. Storici famosi, scrittori, archeo-logi e numerosi altri personaggiillustri del passato hanno calca-to i sentieri di questi luoghi,perdendosi nel verde ed incan-tandosi di fronte alle caratteri-stiche chiesette e alle torri diorigine longobarda dissemina-te nella zona. Chi non ha mai sentito parlaredella famosa “Caccia deiColombi Migratori”, praticatasin dal tempo dei Longobardi,qui alla pineta di Serra? Ungioco molto amato da questopopolo che lo introdusse a Cavaintorno al 900 d.C. costruendole caratteristiche torri cheancora oggi sono visibili in que-sta frazione. Risalendo il percorso in cuisono presenti le sette TorriLongobarde, troviamo ilCastello detto di Sant'Adiutore,costruito intorno al 787 d.C.,che si erige a baluardo dellamontagna e che domina il pae-saggio circostante ricco diboschi, querce e pini secolari.

Tutt’intorno le chiese di SantaMaria a Toro risalente all’anno1000, la Chiesa dell’Annunziata,da cui prende il nome la frazio-ne, che contiene un preziosoquadro rappresentantel’Annunciazione e risalente al1500, nonché numerosi Casaliun tempo dimora delle famiglienobili insediate in questo terri-torio.

Calda accoglienza eprofumo di passato alRistorante “La Baita”

Un panorama mozzafiato quel-lo che si mostra agli occhi deiclienti della Baita, un caratteri-stico locale ubicato nella loca-lità Pineta La Serra e gestitocon esperienza e grande pro-fessionalità da Antonio Arena. In questo posto caratteristico,

raccolto e calorososarete accolti dallacortesia e dalladisponibilità delpersonale che viaiuteranno a tra-scorrere serena-mente una seratatra amici o unapausa pranzo lonta-ni dal caos del traffi-

co cittadino, respiran-do l’aria salubre delleColline cavesi.Il Ristorante “La Baita”vi proporrà i piattitipici della cucinaregionale composti daingredienti genuini erigorosamente con-trollati. Partendo dairicchi antipasti, pas-sando per i gustosi primi piatti,fino ad arrivare alle specialitàdi carne e di pesce, potretegustare vere e proprie leccor-nie, in una vera e propria festa

del palato. Un vero e proprioitinerario gastronomico rivoltoalla scoperta delle nostre tra-dizioni contadine!La selezione dei vini qui alristorante “La Baita”, è il fruttodi anni di esperienza. cercando

non solo i produttori più famo-si, ma anche piccoli produttorilocali, nelle varie zone dellaregione.Sugli scaffali potrete trovarevini provenienti da tutte leregioni italiane, e non solo legrandi firme, bensì anche eti-chette di produttori che hannofatto della qualità una scelta divita. Insomma un ambienteaccogliente e raffinato, ma allostesso tempo un clima familia-re che vi permetterà di rilas-sarvi completamente e di sen-tirvi come a casa vostra.Numerosi sono i servizi offertida questo locale rinomatodella valle metelliana, tra cuiricordiamo la possibilità diprenotare online il vostrotavolo per una cena o addirit-

tura più tavoli in occasione diuna cerimonia privata, visitan-do il sito del ristorante che èwww.ristorantelabaita.it .Un’altra importante iniziativa

del locale è quella dioffrire al visitatore vir-tuale la possibilità didare libero sfogo allavostra fantasia inviandouna propria ricetta all’in-dirizzo e [email protected] sarà naturalmentetestata dagli chef delristorante ed eventual-mente, poi, pubblicatasul sito web del locale.Lo staff del personale del

ristorante “La Baita”, inoltre, èsempre disponibile ad acco-gliere le proposte dei touroperators e delle agenzie diviaggio che volessero organiz-zare pranzi e cene per gruppi ecomitive.

AAPPOORRIISS

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&AAspeciale RROOMMII

Ecome l’Araba Fenice risorsedalle proprie ceneri, l’exPorky’s Music Hall, locale –cult di Cava de' Tirreni cheagli inizi degli anni '90 ha

cambiato il modo di fare intratteni-mento introducendo il piano show alposto del piano bar, si ripropone alpubblico in veste nuova. A cominciare dal nome, tutto qui ènuovo! Stiamo parlando del “MOI CONCEPTCLUB”, la riproduzione del nuovo con-cetto di location all inclusive già dive-nuto il punto di riferimento dellamovida notturna campana.Una location chic e di tendenza estre-mamente fashion, un ambiente ele-gante dove parlare di lavoro, maanche un Salotto dove potersi rilassa-re, ridere o chiacchierare piacevol-mente, come a casa di amici ....Questa alchimia, questa unione, traGastronomia e Musica...tra Sapori,

Suoni e Profumi …. riserva al pubblicosuggestive ed ammalianti scoperte e,nonostante la sua giovane età, desti-nato a essere precursore di nuovetendenze in linea con i più famosilocali europei. Diverse le anime diintrattenimento del MOI CONCEPTCLUB! Come qualcuno lo ha definito èdavvero “il locale che non ti aspetti”,un luogo affascinante ed esclusivo incui ogni spazio è stato sapientementeutilizzato per rispondere alle più sva-riate e complesse esigenze:Il RISTORANTE KUBRIK, che ospita 34posti a sedere ed è aperto dal giove-dì alla domenica. Qui potrete provarel’ebbrezza di un incontro al buio con ilgusto, assaporando i deliziosi manica-retti protagonisti di un menu semprea sorpresa che comprenderà un riccoantipasto, un tris di primi ( tra cui unazuppa), un secondo con contorno eper finire il dolce … e tutto all’esiguocosto di 25 euro, vini esclusi! Inoltre, data la posizione della zonaristorante, avrete la possibilità didegustare le prelibate leccornie lonta-ni dalla musica, ma conservando la

vista dell’interolocale. Inoltre il Kubrik è adisposizione percerimonie privatequali addii al celi-bato e nubilato,meetings, comple-anni e lauree.E per finire unagrande novità: il CINE MOI_-PRO-IEZIONI & DEGU-STAZIONI, in cui vi

sarà proposta una cena abbinata e intema con la proiezione di un film …Assolutamente da provare!Come ogni locale al passo con i tempi,anche il MOI CONCEPT CLUB si èaperto alla cucina internazionale e loha fatto creando, all’interno del loca-le, il FUTON BAR, ovvero una salarelax dove in alcune serate vengonoservite agli ospiti specialità della rino-mata cucina giapponese.Ma ogni dopocena che si rispetti èaccompagnato dalla musica. Lei, lagrande protagonista di conoscenze,incontri, amori che durano una vita.Una musica che ci coinvolge, , ciammalia attimo dopo attimo fino atrascinarci in pista, quella del MOICONCEPT CLUB-disco, la cui maestosaconsolle troneggia al centro del palcoe fa da colonna sonora a serate spe-ciali di Musica dal vivo o a spettacoli diarte varia o di Cabaret. E tutto intornotantissimi divani elegantissimi, prontiad ospitarvi nei momenti di pausa, oquando decidete di rilassarvi conamici, magari sorseggiando un drink. Se però desiderate ballare stretti

stretti con la persona amata, senzaessere distratti dal resto del popolodiscotecaro, potrete usufruire di unadelle sei SUITE' PRIVE' che il MOImette a vostra disposizione per leserate intime… e se poi avete gustimolto ricercati, potrete farvi riservare

la suite che ospita una vasca idromas-saggio contorniata da salotti e sceno-grafie orientali, il tutto inun’atmosfera di calore soffuso, avvol-ti dal profumo di preziose spezieorientali… ed ecco che subitol’ambiente si trasforma in luogo d'incontro ricco di emozioni e di intimi-tà… Ma c’è chi alle emozioni dei sensipreferisce quella del gioco! Anche aquesto ha pensato il MOI , dedicandouna zona della struttura ad un’areaCASINO’situata sul retro del palco,dove tutti coloro che vogliono rilas-sarsi giocando, troveranno a lorodisposizione una Sala Giochi attrezza-ta con Slot Machine, Tavolo diBiliardo, Roulette e per i più aggiorna-ti anche una console Nintendo Wii. Un vero e proprio Tempio di Fascino,il MOI CONCEPT CLUB, l’ideale pertrascorrere momenti indimenticabiliin un locale completo e trasversale

che vi accompagnerà in un'avventuraalla ricerca continua dell’eleganza edel piacere, per soddisfare i cinquesensi!Questi i giorni di apertura del MOICONCEPT CLUB e i programmi previ-sti:Giovedì: CINE MOI Proiezioni &DegustazioniVenerdì : Musica Live e discoSabato: Musica live e DiscoDomenica: Eventi

DIETRO LE QUINTE DEL “MOI CON-CEPT CLUB” …Un locale multimediale, insolito, ricer-cato, nato da poco, ma che si prean-nuncia destinato a diventare unodegli appuntamenti fissi per le seratedel popolo trendy di Cava de’ Tirreni enon solo. Ad idearlo e quindi a diriger-lo sempre lui, il poliedrico PasqualeFalcone! Lo abbiamo già conosciutonelle vesti di scrittore, poeta, attore,sceneggiatore, regista, nonché di sco-pritore di talenti per numerosi nomidel mondo televisivo e cinematografi-co italiano. L’ultimo dei suoi film, ma solo in ordi-ne di tempo, è quello comparso direcente nelle sale cinematografiche,dal titolo “Io non ci casco”, di cui hacurato la regia, e che si è già aggiudi-cato numerosi consensi da parte delpubblico e della critica.Complice il successo di quest’ultimofilm e di numerosi altri successi nelmondo dello spettacolo, PasqualeFalcone ha deciso di dare una svoltaalla sua carriera Artistico-Imprenditoriale. Da qui l’idea insieme ai nuovi amiciMauro Paolucci, Roberto Baccante,Maurizio Annunziato, tutti soci dellaALL IN STUDIOS s.r.l., di creare unnuovo locale che fosse in grado disoddisfare contemporaneamente piùesigenze, ma che soprattutto si pro-ponesse come una valida alternativaofferta ai giovani negli ultimi tempisempre più distanti dai valori e piùfacile preda delle droghe e dell’alcool. Il MOI CONCEPT CLUB lancia una sfidaal Mondo della Notte, e lo fa nell’in-tento di aiutare i giovani a riconqui-stare per sé uno spazio “positivo”all’insegna di un semplice e sanodivertimento!

AAPPOORRIIAL “MOI CONCEPT CLUB”

SERATE ALL INCLUSIVE

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&speciale RROOMMII

Nel cuore di SanMarzano sul Sarno, unpiccolo centrodell’Agro Nocerino-Sarnese, già famoso

per la produzione del celeberri-mo pomodoro “sammarzano”,sorge un’antica dimora costruitaverso la metà del ‘700 da unanobile famiglia di Angri. Si tratta di Palazzo Celentano, unmeraviglioso edificio che durantel’epoca fascista divenne anchedimora del podestà di S.Marzano e che dopo un lungoperiodo di abbandono è final-mente ritornato al suo anticosplendore. Intorno agli anni Novanta, infatti, dopo un lungoed accurato restauro, il PalazzoCelentano dalla famiglia Pagano-Mandile la quale, in collabora-zione con un team di tecniciesperti, lo ha rinnovato pur con-servandone lo stile architettoni-co originario, adeguandolo a piùmoderne esigenze e lo ha impre-ziosito con la realizzazione di unapiscina sulla terrazza – giardino.L’attuale Palazzo Celentano sipresenta come un ambiente raf-finato ed elegante, che offre aipropri ospiti la possibilità diaccogliere ogni tipologia di even-to quali matrimoni, feste di lau-rea e compleanno, cenoni di fineanno, meeting di lavoro, mostre,esposizioni, sfilate di moda, con-certi e servizi fotografici.Le due sale del piano superiore,al centro di una delle quali cam-peggia uno splendido camino

ottocentesco in marmo possonoospitare comodamente fino a170 persone ed essendo dotatedi una sapiente illuminazionerisultano particolarmente adatteai ricevimenti serali. Tutto qui è curato nei minimidettagli: i tavoli apparecchiaticon tovagliato finissimo, la posa-teria e le porcellane di ottima

qualità, fiori sempre freschi adornare la tavola, tutto contribui-sce a fare di questo posto unluogo da favola in cui trascorreremomenti indimenticabili.Ma il fiore all’occhiello di PalazzoCelentano è la sua cucina. Graziealla maestria e alla elevata espe-rienza dei suoi Chef, il ristoranteè in grado di realizzare per i pro-pri ospiti menu di ogni genere, apartire da ricette della tradizioneregionale, per arrivare a piattidella cucina internazionale, pas-sando per proposte di cucinabiologica ed anche etnica. Inoltrealla base della preparazione diogni pietanza proposta al PalazzoCelentano, c’è l’altissima qualitàdelle materie prime che sonosempre rigorosamente selezio-nate dal personale del ristoranteper poter garantire in ognimomento la freschezza e lagenuinità dei prodotti.Per la realizzazione delle sue pro-

poste, Palazzo Celentano curaogni minimo dettaglio, avvalen-dosi di personale altamente qua-lificato nonché di un servizio dicatering esterno di elevata espe-rienza. Da sottolineare la qualitàe la bontà dei prodotti offertisono garantiti e certificati dalleaziende di provenienza. Inoltre un ampio parcheggiolibero sarà disponibile ad ospita-re la vostra auto proprio sul retrodella residenza con accessodiretto al terrazzo pensile.E per finire, l’accoglienza cordia-le, la qualità del servizio e la pro-fessionalità dei collaboratori disala, in perfetta sinergia conl’ambiente raffinato, gli internid’epoca e le note musicali in sot-tofondo, faranno di ognuno divoi un ospite di riguardo e vi con-sentiranno di realizzare e perso-nalizzare i vostri desideri per ren-derli unici ed emozionanti, esat-tamente come li avete sempresognati!

C’ERA UNA VOLTA

PALAZZO CELENTANO

AAPPOORRIISS

Il pomodoro protagonista di una cucina a luci rosse!

Per un napoletano è quasi impossibile immaginare una cuci-na priva del colore e del profumo della “pummarola”, ma lostesso vale per tutti gli italiani. Pensare di cucinare senzapomodoro è davvero impensabile! Dominatore della gastronomia napoletana ed italiana ingenerale e largamente diffuso in tutto il mondo per il suo gusto oltre che

per le sue importanti proprietà dietetiche, le variecucine hanno fatto la conoscenza del pomodoro soloverso il XVIII secolo benché fosse stato portato dalleAmeriche circa due secoli prima. Al pomodoro venivano attribuiti misteriosi poterieccitanti ed afrodisiaci e, per tale motivo, venivaimpiegato in pozioni e filtri magici dagli alchimisti del‘500 e del ‘600. Forse ciò aiuta a comprendere anchei nomi che le varie lingue europee attribuirono a que-sta pianta proveniente dal nuovo mondo: love applein inglese, pomme d’amour in francese, Libesapfel intedesco e pomo (o mela) d’oro in italiano, tutte defi-nizioni con un esplicito riferimento all’amore. Tutta italiana e meridionale fu anche l’intuizione diassociare il sugo di pomodoro alla pasta ed alla pizzae nonostante sia entrato in Italia in epoche relativa-

mente recenti, questo ortaggio è arrivato a occupare una posizione cen-trale nell'alimentazione del nostro Paese ed è l'emblema dei piatti piùcaratteristici, come pizza e spaghetti. “La scoperta del pomodoro ha rappresentato, nella storia dell’alimenta-zione, quello che, per lo sviluppo della coscienza sociale, è stata la rivo-luzione francese”. Così Luciano De Crescenzo, nel suo inconfondibilestile, celebra la comparsa sulle nostre tavole del pomodoro. Ovviamentelo scrittore napoletano ha in mente la cucina italiana ed in particolaremodo quella partenopea che definisce una “cucina a «luci rosse» per lapresenza illuminante sulla nostra mensa di quel meraviglioso prodottodella natura, fatto a forma di lampadina, noto a tutti come il pomodoroSammarzano!”

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&AAspeciale RROOMMII

Se siete stanchi della solitaroutine e volete allontanar-vi dai ritmi frenetici che viimpone la vita quotidiana,concedetevi una passeggia-

ta a San Marzano sul Sarno, cittadi-na famosa come terra di produzio-ne dell’omonimo pomodoro S.Marzano, a metà strada tra Nocerae Sarno, proprio nel cuore dell’AgroNocerino – Sarnese.Lì al centro del paese, in PiazzaParcheggio, troverete il PalazzoCelentano, una dimora storicacostruita verso la metà del ‘700 dauna nobile famiglia di Angri e suc-cessivamente, verso la fine delsecolo XIX, acquistata dalle famiglieTortora-Celentano che la completa-rono con la costruzione del portica-to e della balconata nella metàdegli anni trenta del Novecento.Durante l’epoca fascista PalazzoCelentano divenne la dimora del

podestà di S. Marzano e dopo unlungo periodo di abbandono è statofinalmente acquistato dalla famigliaPagano-Mandile che, in collabora-zione con un team di tecnici esper-ti, l’ha riportato all’antico splendorecon un’opera di certosina ristruttu-razione. Lo stile architettonico èrimasto quello originario, rispettan-do i canoni delle residenze nobiliaridi un tempo, ma si è voluto dare untocco di modernità realizzando unapiscina sulla terrazza – giardino.Oggi, Palazzo Celentano, si presen-ta come un ambiente raffinato edelegante, che offre ai propri ospitila possibilità di accogliere ogni tipo-logia di evento quali matrimoni,feste di laurea e compleanno, ceno-ni di fine anno, meeting di lavoro,mostre, esposizioni, sfilate di moda,concerti e servizi fotografici.E’ un luogo custode della memoriae della storia meridionale campana,oltre che delle tradizioni agricole edenogastronomiche del territorio. Sirespira un’ atmosfera che ha saputomantenere vivo il legame con un

passato fatto di nobil-tà ed eleganza, capa-ce di comunicare ilcarattere di una terradal sangue anticoinserita in un contestomoderno e proiettataverso il futuro.Provate a visitarlo e viriporterà indietro neltempo in un viaggioindimenticabile popo-lato di personaggi

della storia, magari impegnati adiscutere di importanti eventi pas-seggiando nel cortile quadrato delpalazzo che ha mantenuto la pavi-mentazione originaria costituita dablocchi di basalto. Potrete ammira-re la bellezza dell’ampio porticatoche sorregge il piano soprastantecaratterizzato da nove archi a tuttosesto, i quali lasciano intravvedere il

disegno lineare dei soffitti.Visiterete le due sale del pianosuperiore sapientemente illumina-te, una delle quali dotata di unosplendido camino ottocentesco inmarmo, che attualmente sonodestinate insieme alla balconata,alle attività di ricevimento e cheospitano comodamente fino a 170persone. Immaginerete che untempo quei saloni hanno visto dan-zare leggere le fragilidame e le nobildonneavvolte in ampi e fru-scianti abiti di seta.Rivedrete con gli occhibrillanti perl’emozione, i tavoliapparecchiati confinissime tovaglie,posateria di qualità eperfino segnapostiche indicano la posta-

zione che dovrete occupare duran-te il pasto.Sarà per voi come tuffarsi in untempo che non c’è più, ma che gra-zie all’esistenza di questa strutturapotrete ricreare in qualsiasimomento, rendendo indimenticabi-li gli eventi più importanti dellavostra vita.Palazzo Celentano, inoltre, è ingrado di garantirvi l’organizzazionedi banchetti all’altezza di ogni desi-derio, grazie all’elevata esperienza eabilità dei propri maestri chef, iquali realizzeranno per voi ognigenere di menu, soddisfacendoanche i palati più esigenti. La loroprofessionalità e fantasia, infatti, viconsentiranno di scegliere sia piattiche rivisitano le tradizioni dellanostra terra, che piatti interpretidella cucina creativa. Ma qui trove-ranno “pane per i propri denti”anche coloro che preferiscono ilbiologico, o quelli affascinati dacontaminazioni etniche.Per la realizzazione delle sue propo-ste, Palazzo Celentano cura ogniminimo dettaglio, avvalendosi dipersonale altamente qualificatononché di un servizio di cateringesterno di elevata esperienza. Dasottolineare la qualità e la bontàdei prodotti offerti sono garantiti ecertificati dalle aziende di prove-nienza. Inoltre un ampio parcheg-gio libero sarà disponibile ad ospi-tare la vostra auto proprio sul retro

della residenza con accesso direttoal terrazzo pensile.E per finire, l’accoglienza cordiale, laqualità del servizio e la professiona-lità dei collaboratori di sala, in per-fetta sinergia con l’ambiente raffi-nato, gli interni d’epoca e le notemusicali in sottofondo, faranno diognuno di voi un ospite di riguardoe vi consentiranno di realizzare epersonalizzare i vostri desideri perrenderli unici ed emozionanti, esat-tamente come li avete sempresognati!

PALAZZO CELENTANOIL CUSTODE DELLA MEMORIA

AAPPOORRIISS

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&AAspeciale RROOMMII

Il dolce nella Storia

Sin dai tempi più antichi, il dolceha rappresentato la maniera piùadatta per purificare il senso delgusto. La pratica dolciaria di Greci e

Romani iniziò affondando le radicinella tradizione panificatoria, enumerose sono le testimonianzeche identificano questa commi-stione. Le prime elementari elabo-razioni dolci furono per lungotempo riservate esclusivamentealle grandi solennità, e venivanospesso modellate a forma di ani-male, quali offerte votive per glidei.Nell'alto Medioevo non si manife-starono sostanziali differenze conle golosità del periodo classico, poigli Arabi introdussero l'uso delleessenze e dei profumi distillati, deiquali troviamo traccia nelle zuppedolci moderne. Nel basso medioevo si diffuseroalcuni tipi di preparazioni abba-stanza elaborate come cialde emarzapane, "sperimentate"sopratutto nei monasteri, grazie alprivilegio della panificazione, allapratica dell’apicoltura e all’utilizzodelle spezie.Il salto dalla produzione domesticadei dolci a quella relativamentepiù diffusa, non risale certamentea prima del '500. Lo zucchero ,ingrediente fondamentale dellamoderna pasticceria, impiegò deltempo ad affermarsi sul miele, poi-ché il suo costo era proibitivo.Le regine della pasticceria, le tortefarcite, comparvero solamentealla fine del ‘600. Oltre all'uso del

cacao, si affermò l'impasto alburro, e verso la metà del ‘700cominciò ad imporsi anche quelloalle uova, più morbido, farcito conla creazione di numerose creme.Furono i popoli del nord Europa aperfezionare queste ricette.I primi negozi adibiti alla vendita dipaste, dolci e torte di produzionepropria, sorsero a fine '600, culmi-nando con l'800 nelle rinomate e

frequentatissime "Pasticcerie"delle grandi città europee.A partire da quell’epoca e poichégradito a tutti, il dolce ha assunto,pian piano, il ruolo simbolico dimagnificatore di un'occasione, diuna cerimonia, di una festa, e ilsuo consumo ha finito per scandi-re le ricorrenze di calendario.

La Pasticceria Umberto ieri...

Guidata sin dalla sua fondazionedai fratelli Alfonso e FrancescoPetrosino, la Pasticceria Umbertos.a.s., nasce nel 1994 come azien-da dolciaria ad altissimo contenu-to artigianale. La sua produzione,infatti, viene realizzata seguendoscrupolosamente le antiche ricettee personalizzandole secondo lafantasia e le creatività dei pastic-cieri.L’immediato riscontro positivodella clientela e la domanda sem-

pre più crescente, ben presto faemergere l’esigenza di creare unnuovo laboratorio. Nasce così la“Dessert Umberto” che si occupadi produrre e commercializzare iprodotti dei fratelli Petrosino intutta Italia, attraversol’organizzazione di una rete di ven-dita che ricerca i clienti e distribui-sce i dolci a livello nazionale.La professionalità e l’esperienzadei Petrosino, quindi, si diffonde eviene riconosciuta da una clientelasempre più selezionata, al puntoda essere annoverati nelle guideVeronelli e da classificarsi al PrimoPosto alla manifestazione TrofeoStrega

La Pasticceria Umberto oggi...

Nel 2005, sorge l’esigenza di esten-dere la commercializzazioneanche al mercato estero (Europa eU.S.A.), creando un vero e proprioopificio industriale adibito a labo-ratorio, con sede a Sarno, in cui siconcentra la produzione azienda-le destinata prevalentemente almercato all’ingrosso della ristora-zione. La Pasticceria Umberto, però,non dimentica le sue origini,mantenendo per i suoi clienti unpunto vendita sito a Pagani, in viaS. Erasmo, che rappresenta unvero e proprio tesoro per tutti i

golosi. Presso la PasticceriaUmberto è possibile trovare,infatti, ogni sorta di delizie dellatradizione dolciaria campana, ita-liana e anche internazionale. Affonderete i denti in dolciMousse al cioccolato, o nellaTorta Sinfonia preparata concioccolato fondente e pistacchi diBronte, o ancora nella rinomataTorta Sorrento che vi riporteràalla mente il profumo dei limonidella costiera. Vi inebrierete al solo sguardodella neonata Torta Domori, abase di cioccolato omonimo, conl’aggiunta di un fragrante biscottoprofumato al cocco. E in occasione del Natale, laPasticceria Umberto da il viaalla sua lunga parata di dolcinatalizi e panettoni prodottiartigianalmente, che compren-dono un vasto assortimento digusti, a partire dal panettoneclassico, per finire con quelli piùelaborati adatti a palati più esi-genti, come quello farcito allacrema di limone, o di arancia, e

così continuando.Insomma un vero e proprioParadiso di dolcezza che si apriràai vostri occhi non appena var-cherete la soglia di questo locale.E allora che aspettate? Tutti alla Pasticceria Umberto perritrovare i “dolci” piaceri dellavita!

Alla pasticceria Umbertola dolcezza è di casa!

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La ragione che ha spinto nel1994 i fratelli Alfonso eFrancesco Petrosino a rea-lizzare un’azienda dolcia-ria, risiede non soltanto

nella grande passione che entram-bi hanno sempre coltivato per idolci, ma soprattutto nella vogliadi far conoscere alla loro clientelale proprie originali ricette a base diingredienti di primissima scelta.Per questo, pur mantenendo sem-pre una gestione a conduzionefamiliare della loro azienda, conti-nuando a dare importanza allesemplici cose di tutti i giorni, iPetrosino hanno scelto di conti-nuare a produrre i loro dolci arti-gianalmente, nel rispetto delle tra-dizioni e della qualità a qualunquecosto.Oggi la lavorazione si è affinata tra-mite l'uso di macchinari moderni,ma i procedimenti e la qualitàdelle materie prime non sono statialterati e i loro prodotti, pur man-tenendo intatti la qualità ed ilgusto dei prodotti tradizionali,fanno della leggerezza e della dige-ribilità i propri punti di forza.Questa impresa di veri cultori delsettore, ha impresso nella produ-zione tutta la sapienza, la passionee l'altissima qualità che li contrad-distingue nel creare dolcezzeormai note ovunque in Campania

e nel resto della nazione. La richie-sta è via via sempre più aumenta-ta, al punto che nel 2005, si è resonecessario creare un vero e pro-prio opificio industriale adibito alaboratorio, che ha sede a Sarno,in cui si è concentrata la produzio-ne aziendale destinata prevalente-mente al mercato all’ingrossodella ristorazione. Chi non conosce oggi i famosi“Puntodolce” della “UmbertoDessert” sparsi un po’ ovunque, èuna vera e propria mosca bianca!Ne troviamo uno nella splendidaAtrani, al Wine Bar La Risacca, altridue a Pontecagnano Faiano e aBellizzi, il supermercato Decò e lanota Pasticceria Degli Dei, edanche fuori provincia, ad Avellino,alla Mighel s.n.c.. Le delizie prodotte dalla “UmbertoDessert”, viaggiano ormai velociper raggiungere numerose localitàitaliane ed ammaliare i golosi ditutta Italia. Esempi di bontà destinate a deli-ziare i palati di tantissimi ristoranti,alberghi, pasticcerie ed altri puntivendita diffusi nella nazione, sono

i prodottia p p a r t e -nenti a varielinee, comele tortedella casa,le torte daforno, lemonopor-zioni e i dolci della linea pura origi-ne. Potrete gustare vere e propriebontà dai nomi originali e daisapori più originali!Imparerete che la “ Sinfonia” nonsi può solo “ascoltare” con le orec-chie, bensì anche gustare al dolcesuono di un Pan di Spagna al burroe cacao, arricchito da una sofficemousse al cioccolato e da unamorbida crema di pistacchi (rigo-rosamente di Bronte!), con sopraun velo di gelatina di frutti rossi.Conoscerete l’Olimpo degli Dei algusto della “Torta Poseidon”, com-posta da un Wafer pralinato diNutella, farcito con Mousse al cioc-colato e nocciola.Risveglierete i vostri sensi grazie aldolce “Risveglio ai frutti di bosco”,composto da Pastafrolla, crema di

limone, pan di Spagna al limone e,appunto, frutti di bosco.Oppure al ristorante, terminereteil vostro pranzo in dolcezza, assa-porando una paradisiaca “Deliziaal limone” o una “Delizia almascarpone”, entrambe a base diPan di Spagna, ma la prima conuna bagna di limone e una riccafarcitura alla crema di limone,mentre la seconda, aromatizzatada una dolce bagna di caffè, perpoi essere arricchita da unacrema di moka e una delicatacopertura a base di mascarpone.

E come fare a meno diuna “Pausa degliamanti”, un dolce deli-catissimo preparatocon un Pan di Spagnaal cacao, farcito da unadeliziosa crema ai for-maggi, inebriato dauna bagna di rhum ericoperto da finissimocioccolato …Ma se amate la tradi-

zione, potrete scegliere di gustareuna torta “Costa d’Amalfi”, checon il suo profumo e i suoi colori,vi porterà direttamente sullaDivina Costiera.E per finire, se volete apprezzaredolci provenienti da tutta Italia edEuropa , potrete assaporare torteeuropee quali la famosissimaSacher, o italiane come la Tortadella Val di Non , la CassataSiciliana, o, per ritornare nei con-fini campani, deliziarvi con unaTorta Ravello, o con le moussealla frutta, al caffè o al cioccolato,o la nuova nata Torta Ricotta ePera.Entrate a far parte di questo ini-mitabile mondo di dolcezza e neresterete veramente ammaliati …parola di golosona!

“Umberto dessert” il dolce racconto di una passione

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Nei pressi della casa comu-nale di Angri, precisa-mente in via RenatoRaiola , da agosto è natoun nuovo locale che ha

già riscosso numerosi successi dipubblico. Si tratta del Ristorante “LeGourmet”, un locale nuovo, all’inse-gna della buona cucina e della pro-fessionalità. E’ nato da un’idea di Vincenzo DellaMonica, giovane ma esperto ristora-tore con un grosso bagaglio di espe-rienza in questo settore grazie ai suoistudi e alle collaborazioni con imigliori ristoranti ed alberghi italianied europei. Vincenzo è riuscito acoinvolgere nella sua passione i suoifratelli Antonio e Maria Teresa, non-ché sua moglie Luisa e il cognatoLuigi, insieme ai quali il suo sogno hapotuto avverarsi. Sia pure a distanza di soli 7 mesi il “LeGourmet” è diventato un punto diriferimento per una clientela dai

gusti raffinati della zona e di quellevicine. La sua è una cucina particola-re, alla continua ricerca di tipicità, manella salvaguardia dei prodotti del-l'antica tradizione napoletana eregionale. In questa ricerca, giocan-do con ingredienti di elevata qualità,sapori e profumi, tradizione napole-tana ed innovazione raggiungono laloro massima espressione nella crea-zione di particolari pietanze doveaudaci accostamenti stimolano edaccarezzano anche i palati più esi-genti.A cominciare dal pane, per finire aidolci, tutto quanto è possibile “farein casa”, lo trovate qui al “LeGourmet” dove gli chef Vincenzo,Antonio e Luisa, propongono menudeliziosi che ricordano negli ingre-dienti le pietanze “della nonna”, mache assumono il sapore del moderno

grazie alla loro ricca fantasia ed abili-tà di preparazione.Nascono così antipasti come i“Calamari ripieni di radicchio trevi-giano”, che sposano il profumo delmare nostro alle rinomate verdure, oancora il “Raviolo fritto” farcito conricotta bufalina e accompagnato dauna deliziosa tartara di pomodorini. Ma non è tutto! Si prosegue infatticon primi piatti a base di mare o diterra tra i quali dovete assolutamen-te assaggiare i “Ravioli alle nocciole”conditi con una delicatissima burra-ta, oppure i “Vermicelli con pomodo-rini di Corbara, gota di maiale e paneraffermo”. Tutti prodotti di elevataqualità e rigorosamente I.G.P., all’in-segna del sapore, ma soprattutto delbenessere dei buongustai.Il vasto assortimento di carne, esclu-sivamente Chianina, dà luogo a pro-

poste deliziose come grigliate, arrostie simili, ma la vera specialità di que-sto ristorante è il baccalà.Potrete assaggiarlo in tutte le versio-ni e tutte le ricette possibili ed ognivolta ne rimarrete letteralmenteestasiati!Vi capiterà di gustarlo come primo,negli “Gnocchi di ricotta con stracot-to di baccalà”, o anche per secondopiatto nella preparazione del “Filettodi baccalà in pane cafone” accompa-gnato da capperi e olive e potretefinalmente dire di aver capito qualisono i piaceri della vita.Il baccalà proposto qui al ristorante“Le Gourmet”, è il migliore che sipossa trovare in zona ed è uno deipiatti più apprezzati dalla clientela,soprattutto quella più esigente chericerca la raffinatezza soprattutto nelle ricette a base diingredienti cosiddetti “poveri”, matrasformati dalla maestria ed abilitàdello chef.Che dire, inoltre, dei dolci preparatinella cucina del ristorante? Sonosemplicemente eccezionali, a basecome il resto delle proposte, di pro-dotti naturali e di prima qualità.Tra questi vi consigliamo di non per-dervi il “Tortino al cioccolato” daltenero cuore a base di mousse diliquirizia, una vera bontà! O ancora,la delicata ma altrettanto ottima“Sfogliata al limone con lamponi.Mmmmmmmhhhhhhh, assoluta-mente impossibile resistere!Una ottima carta dei vini regionali,con alcune scelte nazionali di rilievo,per un totale di circa 200 etichette,

perfezionano i pasti in questo locale,in quanto il vino, grazie alla sua stra-ordinaria varietà di elementi, riescead arricchire, completare, esaltareogni preparazione culinaria.In sala, ad accogliere con la massimaprofessionalità e disponibilità i clien-ti, ci sono Maria Teresa e Luigi, glialtri due titolari del ristorante, i qualicon grande cordialità accolgono eseguono in ogni momento della sera-ta i loro ospiti, esaudendo ogni lorodesiderio e facendoli sentire i padro-ni di casa.Tutto questo e molto ancora potretegustare al Ristorante “Le Gourmet”,in un’atmosfera di intimità e di ele-ganza offerte dalle sue sale sobria-mente arredate in stile moderno, chepotranno ospitare ed esaltare i vostrimomenti più importanti della vitaaffettiva e professionale. Le due sale,al piano terra e al primo piano, pos-sono contenere rispettivamente 20 e30 persone, creando così un clima diesclusivo relax, lontani dai rumori edallo stress della routine quotidiana. Ma è specialmente in estate che quipotrete trascorrere serate davveroindimenticabili! Eh già, perché al “Le Gourmet” inestate le serate diventano calde, inti-me e romantiche grazie all’atmosferaaccogliente che si crea nel giardinodel ristorante il quale, opportuna-mente allestito con tavolini eombrelloni, riesce ad ospitare ben 60persone. La sera il giardino si animadi musica dal vivo e di mille altre ini-ziative organizzate dai padroni dicasa che in questo periodo dell’anno,in particolar modo, mirano a garanti-re ai loro ospiti pesce fresco, anzi fre-schissimo, considerato che propon-gono pietanze a base di pesce crudocome carpacci vari, ostriche e tantoaltro da gustare specie per chiapprezza le crudità di pesce. A que-sto proposito anticipiamo che trabreve il giardino di “Le Gourmet”sarà presto inaugurato con una sera-ta speciale di musica live e vi invitia-mo numerosi a prenotare fin da oraun tavolo per essere in prima fila! Il sito del ristorante è:www.legourmetristorante.it , visita-telo e ci troverete tutte le informa-zioni che desiderate.

AAPPOORRIISERATE ESTIVE AL “GOURMET”QUALCOSA DI INDIMENTICABILE!

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Nei pressi della casacomunale di Angri, pre-cisamente in via RenatoRaiola , da agosto ènato un nuovo locale

che ha già riscosso numerosi suc-cessi di pubblico. Si tratta delRistorante “Le Gourmet”, un localenuovo, all’insegna della buonacucina e della professionalità. E’ nato da un’idea di Vincenzo DellaMonica, giovane ma esperto ristora-tore con un grosso bagaglio di espe-rienza in questo settore grazie ai suoistudi e alle collaborazioni con i miglio-ri ristoranti ed alberghi italiani edeuropei. Vincenzo è riuscito a coinvol-gere nella sua passione i suoi fratelliAntonio e Maria Teresa, nonché suamoglie Luisa e il cognato Luigi, insie-me ai quali il suo sogno ha potutoavverarsi. Sia pure a distanza di soli 7 mesi il “LeGourmet” è diventato un punto diriferimento per una clientela dai gustiraffinati della zona e di quelle vicine.La sua è una cucina particolare, allacontinua ricerca di tipicità, ma nellasalvaguardia dei prodotti dell'anticatradizione napoletana e regionale. Inquesta ricerca, giocando con ingre-dienti di elevata qualità, sapori e pro-fumi, tradizione napoletana ed inno-vazione raggiungono la loro massimaespressione nella creazione di parti-colari pietanze dove audaci accosta-menti stimolano ed accarezzanoanche i palati più esigenti.A cominciare dal pane, per finire ai

dolci, tutto quanto è possibile “farein casa”, lo trovate qui al “LeGourmet” dove gli chef Vincenzo,Antonio e Luisa, propongono menudeliziosi che ricordano negli ingre-dienti le pietanze “della nonna”, mache assumono il sapore del modernograzie alla loro ricca fantasia ed abili-tà di preparazione.Nascono così antipasti come i“Calamari ripieni di radicchio trevi-giano”, che sposano il profumo del

mare nostro alle rinomate verdure, oancora il “Raviolo fritto” farcito conricotta bufalina e accompagnato dauna deliziosa tartara di pomodorini. Ma non è tutto! Si prosegue infatticon primi piatti a base di mare o diterra tra i quali dovete assolutamen-te assaggiare i “Ravioli alle nocciole”conditi con una delicatissima burra-ta, oppure i “Vermicelli con pomodo-rini di Corbara, gota di maiale e paneraffermo”. Tutti prodotti di elevata qualità e

rigorosamente I.G.P., all’insegnadel sapore, ma soprattutto delbenessere dei buongustai.Il vasto assortimento di carne,esclusivamente Chianina, dàluogo a proposte deliziose comegrigliate, arrosti e simili, ma lavera specialità di questo risto-rante è il baccalà.Potrete assaggiarlo in tutte leversioni e tutte le ricette possibi-li ed ogni volta ne rimarrete let-

teralmente estasiati! Vi capiterà digustarlo come primo, negli “Gnocchidi ricotta con stracotto di baccalà”, oanche per secondo piatto nella pre-parazione del “Filetto di baccalà inpane cafone” accompagnato da cap-peri e olive e potrete finalmente diredi aver capito quali sono i piaceridella vita.Il baccalà proposto qui al ristorante“Le Gourmet”, è il migliore che sipossa trovare in zona ed è uno deipiatti più apprezzati dalla clientela,soprattutto quella più esigente chericerca la raffinatezza soprattutto nelle ricette a base diingredienti cosiddetti “poveri”, matrasformati dalla maestria ed abilitàdello chef.Che dire, inoltre, dei dolci preparatinella cucina del ristorante? Sonosemplicemente eccezionali, a basecome il resto delle proposte, di pro-dotti naturali e di prima qualità.Tra questi vi consigliamo di non per-dervi il “Torino al cioccolato” daltenero cuore a base di mousse di

liquirizia, una vera bontà! O ancora,la delicata ma altrettanto ottima“Sfogliata al limone con lamponi.Mmmmmmmhhhhhhh, assoluta-mente impossibile resistere!Tutto questo e molto ancora potretegustare al Ristorante “Le Gourmet”,in un’atmosfera di intimità e di ele-ganza offerte dalle sue sale sobria-mente arredate in stile moderno,che potranno ospitare ed esaltare ivostri momenti più importanti dellavita affettiva e professionale. Le duesale, al piano terra e al primo piano,possono contenere rispettivamente20 e 30 persone, creando così unclima di esclusivo relax, lontani dairumori e dallo stress della routinequotidiana.In estate, inoltre, la sala al primopiano si apre sulla terrazza contiguadando vita a serate romantiche perinnamorati, mentre il giardino delristorante viene attrezzato per ospi-tare circa 60 persone per offrire sera-te fresche e all’insegna della convi-vialità. Il tutto in un clima suggestivocreato dalle luci soffuse che illumina-no il locale per favorire l’intimità. Una ottima carta dei vini regionali,con alcune scelte nazionali di rilievo,per un totale di circa 200 etichette,perfezionano i pasti in questo locale,in quanto il vino, grazie alla sua stra-ordinaria varietà di elementi, riescead arricchire, completare, esaltareogni preparazione culinaria.In sala, ad accogliere con la massimaprofessionalità e disponibilità i clien-ti, ci sono Maria Teresa e Luigi, glialtri due titolari del ristorante, i qualicon grande cordialità accolgono eseguono in ogni momento dellaserata i loro ospiti, esaudendo ogniloro desiderio e facendoli sentire ipadroni di casa. Un sogno, vero? Se non mi credetevisitate il sito del ristorante:www.legourmetristorante.it edavrete qualche anticipazione. Anzi, prenotate pure un tavolo, viconviene, qui il rapporto quali-tà/prezzo vi stupirà per davvero …

AAPPOORRIIRISTORANTE LE GOURMETSOLO PER CLIENTI ESIGENTI

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E’nato in autunno, malo conoscono già intanti a Salerno: è ilristorante, wine bar egalleria d’arte “Rosso

Rubino”, in Via MasuccioSalernitano, nella parte più anticae suggestiva della città. Un ambiente soft dove gastrono-mia, musica, arte, cultura e diverti-mento s'incontrano e si fondonodiventando una cosa unica. Lo hanno ideato e quindi realizzatoPaolo Liberti e Serena Ferraioli,una giovane coppia di fidanzatiaccomunati dalla passione per lacucina e per l’arte.Ne hanno fatto un punto di ritrovovivace e creativo di artisti giovani edi amanti della cucina raffinata edel buon bere che ormai da tremesi ha catalizzato l’attenzione e lacuriosità di una clientela apparte-nente alle più disparate fasce d’età.A fare da cornice a tutto questo, unlocale sobrio ed elegante, moltoessenziale, quasi minimalista, dichiara impronta moderna, in cuil'arredamento gioca sul contrastotra il colore scuro dei pavimenti, ilrosso rubino del tovagliato e il cor-ten dei particolari. Nei bagni legigantografie di divi del cinemainternazionale del passato, e sullepareti del locale le frasi di celebripoeti, ad inneggiare alla bontà e aipiaceri che il buon vino offre.Siamo di fronte alla cura di ogniparticolare, alla ricerca della quali-tà per eccellenza, come indicaanche la scritta sul bancone delwine bar che recita: ” DRINK QUA-LITY, NOT QUANTITY!” , quasi asottolineare la filosofia di questolocale. Ma l’elemento caratterizzante ilristorante wine bar “RossoRubino” è la galleria d’arte cheospita nei propri locali e che daottobre vede giovani artisti emer-genti alternarsi mensilmente nel-l'esposizione delle proprie creazio-ni. Ogni artista, inoltre, viene pre-ceduto da un vernissage teso adillustrare le opere e il percorso del-l’artista stesso, che ha lo scopo diavvicinare all’arte un pubblicosempre più variegato e non sem-pre composto di soli “addetti ailavori”. Le opere in mostra sono didiversa natura: quadri, sculture,ceramiche ed ogni altra creazioneartistica viene esposta e se richie-sto illustrata al cliente e c’è anchela possibilità di acquistare l’oggetto

che ha colpito la nostra sensibilità.Da martedì 4 Febbraio al RossoRubino potrete ammirare e sevolete, acquistare, le opere di ungiovane artista salernitano,Alessandro Grimaldi, che ama latecnica con l’aerografo su tela.Sette i suoi quadri in esposizionerealizzati in un arco di tempo chevà dal 2000 al 2008, dove l’ultimonato “NOWHERE” dà il titolo allamostra.Il tutto in un clima di grande relax,magari in compagnia di amici emagari degustando un sorso di buonvino e gustando prelibatezze....E sì, perché non dobbiamo dimen-ticare che “Rosso Rubino”, oltre afar onore agli occhi di chi guarda,pensa anche a soddisfare il palatodei propri clienti. Chi desiderapranzare sarà infatti tentato dallenumerose proposte del menu cheospita piatti appartenenti alla cuci-na sia italiana che d’oltreoceano,abilmente rivisitati dall’esperienzae dalla creatività dello chef di casa.Potrete scegliere tra portate dicarne e di pesce, tra antipasti abase di salumi iberici e formaggifrancesi, o, se preferite rimanere

nei confini nazionali, a base di pro-dotti italiani di alta qualità prove-nienti dalle più disparate regioniitaliane. Potrete rendere più originali ilvostro Filetto al Porto o la vostraOrata al sale accompagnandoli conun’insalata esotica a base di“micro-piante giapponesi” (saku-ra) che sono l’ultimo grido in fattodi contorni. O, ancora, potrete deliziarvi con unprimo piatto di Tagliolini al RossoRubino, che hanno come ingre-diente base dei tagliolini fatti incasa conditi al vino rosso rubino,un vino rosso molto corposo estrutturato che dà anche il nome allocale. Per non parlare poi deiRavioli di pesce con Cernia ePistacchi, o del Risotto di mare inBellavista, oppure dei delicatissimidolci di produzione propria e ditantissime altri manicaretti che sipossono gustare in questo risto-rante. Un invito, quindi, ad assapo-rare cibi prelibati in un raffinato esuggestivo ambiente, in una stimo-lante passeggiata tra l’arte e lagastronomia.Ma, a proposito di stimoli e di

curiosità, desiderate sapere cosasta preparando per voi lo chefancor prima di entrare al “RossoRubino”? Non avete che da fer-marvi in via Roma 82, all’altraentrata del locale dove, sottol’insegna, troverete un plasma da37 pollici che proietta le immaginidei fornelli mentre la cucina è inpiena attività. Non vi pare una tro-vata unica?Altro punto forte di “RossoRubino”, è l'ampia carta dei viniche vede presenti oltre 200 eti-chette provenienti da tutta Italia enon solo, per consentirvi di esplo-rare l'universo del gusto e deisapori, attraverso una serie diesperienze che coinvolgono tutti isensi. Qui il vino viene ospitato inun caveau refrigerato con unatemperatura costante di 18°, chene garantisce l’ambiente migliore.Ad arricchire la cantina, la partededicata allo champagne che quial “Rosso Rubino” è degustabileanche a mescita per accompagna-re l’aperitivo a base di ostriche.Quello proposto dal locale appar-tiene alla Maison G.H.Mumm, unvino di champagne di alta tradi-zione, da degustare da solo o inabbinamento ai dolci.Insomma, al ristorante wine bar“Rosso Rubino”, gastronomia edarte si sposano armoniosamentecome in una “corrispondenzad’amorosi sensi” e il risultato è unottimo biglietto da visita, un “pac-chetto” di meraviglie che fanno diquesto posto uno dei fiori all’oc-chiello della città.“Rosso Rubino” resta chiuso illunedì per il riposo settimanale edè aperto anche a pranzo; inoltre èpresente su Internet all’indirizzowww.rossorubinosalerno.it .

SORRISI D’ARTE ALRISTORANTE ROSSO RUBINO

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I cinque magici mercoledì di aprile

E per chi pensa che per avere una sorpresa bisogna aprire un uovo diPasqua, ecco qui un programmino niente male che li smentirà. Eh sì,perché le sorprese qui al Rosso Rubino, cominciano già dal 1 Aprile, conil primo dei mercoledì enogastronomici organizzati da Paolo e Serena.I padroni di casa, infatti, vi aspettano numerosi per trascorrere insiemeuna serata all’insegna del buon mangiare e del bere in compagnia.Date un’occhiata al programma di degustazioni e comincerete a pregu-stare ciò che vi aspetta …

Mercoledì 1 Aprile - I vini di PaternosterAlla scoperta dell’Aglianico del Vulture con l’azienda più antica dellazona.Mercoledì 7 Aprile - I vini lombardiTra i Nebbioli e i vini dolci del territorio lombardo.Mercoledì 15 Mercoledì - Nero d’Avola a confrontoTre delle migliori aziende siciliane a confronto con i loro Nero d’Avola.Mercoledì 22 Mercoledì - Finalmente la CampaniaVilla Matilde la regina del Falerno del Massico.Mercoledì 29 Mercoledì - Arrivano i bianchiSud e Nord due realtà del nostro territorio.Ogni serata sarà caratterizzata dall’assaggio di tre tipi diversi di vinoaccompagnati ad abbinamenti gastronomici. Non vi sembra abbastan-za per riservare fin da ora un tavolo?

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E’nato in autunno, malo conoscono già intanti a Salerno: è ilristorante, wine bar egalleria d’arte “Rosso

Rubino”, in Via MasuccioSalernitano, nella parte più anticae suggestiva della città. Un ambiente soft dove gastrono-mia, musica, arte, cultura e diver-timento s'incontrano e si fondonodiventando una cosa unica. Lo hanno ideato e quindi realizza-to Paolo Liberti e Serena Ferraioli,una giovane coppia di fidanzatiaccomunati dalla passione per lacucina e per l’arte.Ne hanno fatto un punto di ritro-

vo vivace e creativo di artisti gio-vani e di amanti della cucina raffi-nata e del buon bere che ormaida tre mesi ha catalizzatol’attenzione e la curiosità di unaclientela appartenente alle piùdisparate fasce d’età.A fare da cornice a tutto questo,un locale sobrio ed elegante,molto essenziale, quasi minimali-sta, di chiara impronta moderna,in cui l'arredamento gioca sulcontrasto tra il colore scuro deipavimenti, il rosso rubino deltovagliato e il corten dei partico-lari. Nei bagni le gigantografie didivi del cinema internazionale delpassato, e sulle pareti del locale lefrasi di celebri poeti, ad inneggia-re alla bontà e ai piaceri che ilbuon vino offre.Siamo di fronte alla cura di ogniparticolare, alla ricerca della qua-lità per eccellenza, come indicaanche la scritta sul bancone delwine bar che recita: ” DRINKQUALITY, NOT QUANTITY!” , quasi

a sottolineare la filosofia di que-sto locale. Ma l’elemento caratterizzante ilristorante wine bar “RossoRubino” è la galleria d’arte cheospita nei propri locali e che daottobre vede giovani artisti emer-genti alternarsi mensilmente nel-l'esposizione delle proprie crea-zioni. Ogni artista, inoltre, vienepreceduto da un vernissage teso

ad illustrare le opere e il percorsodell’artista stesso, che ha lo scopodi avvicinare all’arte un pubblicosempre più variegato e non sem-pre composto di soli “addetti ailavori”. Le opere in mostra sono didiversa natura: quadri, sculture,ceramiche ed ogni altra creazioneartistica viene esposta e se richie-sto illustrata al cliente e c’è anchela possibilità di acquistarel’oggetto che ha colpito la nostrasensibilità. Il tutto in un clima di granderelax, magari in compagnia diamici e magari degustando unsorso di buon vino e gustandoprelibatezze…

E sì, perché non dobbiamodimenticare che “Rosso Rubino”,oltre a far onore agli occhi di chiguarda, pensa anche a soddisfareil palato dei propri clienti. Chidesidera pranzare sarà infatti ten-tato dalle numerose proposte delmenu che ospita piatti apparte-nenti alla cucina sia italiana ched’oltreoceano, abilmente rivisitatidall’esperienza e dalla creativitàdello chef di casa. Potrete sceglie-re tra portate di carne e di pesce,tra antipasti a base di salumi ibe-rici e formaggi francesi, o, se pre-ferite rimanere nei confini nazio-nali, a base di prodotti italiani dialta qualità provenienti dalle piùdisparate regioni italiane. Potrete rendere più originali ilvostro Filetto al Porto o la vostraOrata al sale accompagnandolicon un’insalata esotica a base di“micro-piante giapponesi” (saku-ra) che sono l’ultimo grido in fatto

di contorni. O, ancora, potretedeliziarvi con un primopiatto di Tagliolini alRosso Rubino, chehanno come ingre-diente base dei taglio-lini fatti in casa conditicon un vino rossomolto corposo e strut-turato di color rossorubino, lo stesso colo-

re che ha ispirato il nome dellocale.Per non parlare poi dei Ravioli dipesce con Cernia e Pistacchi, o delRisotto di mare in Bellavista,oppure dei delicatissimi dolci diproduzione propria e di tantissi-me altri manicaretti che si posso-no gustare in questo ristorante. Un invito, quindi, ad assaporarecibi prelibati in un raffinato e sug-gestivo ambiente, in una stimo-lante passeggiata tra l’arte e lagastronomia.Ma, a proposito di stimoli e dicuriosità, desiderate sapere cosasta preparando per voi lo chefancor prima di entrare al “Rosso

Rubino”? Non avete che da fer-marvi in via Roma 82, all’altraentrata del locale dove, sottol’insegna, troverete un plasma da37 pollici che proietta le immaginidei fornelli mentre la cucina è inpiena attività. Non vi pare unatrovata unica?Altro punto forte di “RossoRubino”, è l'ampia carta dei viniche vede presenti oltre 200 eti-chette provenienti da tutta Italiae non solo, per consentirvi diesplorare l'universo del gusto edei sapori, attraverso una serie diesperienze che coinvolgono tutti isensi. Qui il vino viene ospitato inun caveau refrigerato con unatemperatura costante di 18°, chene garantisce l’ambiente migliore.Ad arricchire la cantina, la partededicata allo champagne che quial “Rosso Rubino” è degustabileanche a mescita per accompa-gnare l’aperitivo a base di ostri-che. Quello proposto dal localeappartiene alla MaisonG.H.Mumm, un vino di champa-gne di alta tradizione, da degusta-re da solo o in abbinamento aidolci.Insomma, al ristorante wine bar“Rosso Rubino”, gastronomia edarte si sposano armoniosamentecome in una “corrispondenzad’amorosi sensi” e il risultato è unottimo biglietto da visita, un “pac-chetto” di meraviglie che fanno diquesto posto uno dei fiori all’oc-chiello della città.“Rosso Rubino” resta chiuso illunedì per il riposo settimanaleed è aperto anche a pranzo; inol-tre è presente su Internet all’indi-rizzo www.rossorubinosalerno.it .

LA VITALITÀ DEL ROSSO,LA CLASSE DEL RUBINO

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Nel piccolo centro diCastelcivita, paeseubicato nel cuore delParco Nazionale delCilento e Vallo di

Diano, e precisamente inContrada San Martino, esiste unlocale in cui circa l’80% dei cibiche potrete degustare sono diproduzione propria. Stiamo parlando del RistoranteSanto Spirito, di proprietà diGiovanni Vincenzo, proprietariodella struttura presente nel setto-re della ristorazione già da tren-t’anni circa. Il Santo Spirito è un ristorante agestione familiare, in cui trovere-te la calda accoglienza tipica dellagente di questi luoghi, ma soprat-tutto potrete assaporare unacucina davvero genuina, fatta diprodotti tipici locali, che la terraqui offre a piene mani.Stiamo parlando di una strutturadi circa 700 metri quadri, circon-data da ettari di terreno coltivato;un locale immerso nella naturaincontaminata del Cilento, con un

panorama a dir poco incantevole,capace di garantire serenità erelax a chiunque decida di tra-scorrere una giornata lontanodalla vita frenetica e dal caos cit-tadino.Dotato, inoltre, di un ampio par-

cheggio, il ristorante Santo Spiritooffre la possibilità di ospitare ognigenere di cerimonie private, apartire dal banchetto nuziale, allefeste di laurea e alle colazioni dilavoro. Qui avrete la possibilità di ritrova-re la tradizionale cucina cilentana,fatta di piatti semplici, provenien-ti dall’antica tradizione contadina,ma che ancora oggi costituisconola base della famosa DietaMediterranea, nota in tutto ilmondo. Assaggerete il pane che lo stessoGiovanni e la sua famiglia fanno“in casa”, i salumi e le pregiatecarni di agnello, capretto e di tuttigli animali da cortile provenientidai suoi allevamenti, rimarreteestasiati dal sapore inimitabiledella sua bistecca cotta veramen-te sulla brace e potrete sceglierefra i numerosi contorni a base diverdura che arrivano dritti drittidall’orto di casa.Sentirete di nuovo profumi esapori dimenticati che vi riporte-ranno indietro nel tempo, alledomeniche in cui la nonna prepa-rava il ragù mettendolo sul fuocodal mattino presto perché cuo-cesse piano piano; riassaporere-te le lagane fatte in casa accom-pagnate dai teneri ceci prodottinella zona; mangerete finalmente

i famosi fagioli di Controne di cuiavete sempre sentito parlaredagli esperti di arte culinaria. Pernon parlare dei funghi porcini ori-ginari di questa zona, che potretegustare preparati in svariati modi.E se preferite mangiare unabuona pizza, piuttosto che consu-mare un pranzo completo, potre-te farlo, qui al ristorante SantoSpirito! Avrete infatti la possibilitàdi provare la rinomata specialità

di “casa Vincenzo”, la pizza aiFunghi Porcini, oltre che gustarenumerose altre pizze, dalle piùtradizionali alle più insolite.Tutto questo condito con olio diproduzione propria e, natural-mente, innaffiato dall’ottimo vinolocale proveniente dalle cantine

del ristorante. Che volete di più?Affrettatevi a visitare il RistoranteSanto Spirito … e mi darete ragio-ne!

Castelcivita un luogo da raccontare

Castelcivita è un suggestivo borgomedievale a 487 metri d'altezza,aggrappato ai fianchi occidentalidei monti Alburni, quasi a domi-nare il corso del fiume Calore ches'immette nella vasta piana delSele. Il centro abitato del paese èposto su uno sperone di roccia,con suggestive strade fiancheg-giate da pittoresche case ches'inseguono tra rampe di scale eviuzze parallele. Conosciuta nelpassato come "Castelluccia", lacittadina ha assunto il nome diCastelcivita con Decreto Regio n°

1622 del 31 dicembre 1963,quando si unì a quella di Civita,antico villaggio scomparso.L’attrazione certamente più notadel paese è rappresentata dalleGrotte. Situate ai piedi degliAlburni, lungo la riva destra delfiume Calore, che ne attraversasovrano il territorio, le grotte diCastelcivita si snodano nelleviscere della terra per oltre 5 km.e sono caratterizzate da un susse-guirsi continuo di stalattiti, stalag-miti, colonne, colate calciticheche conferiscono all’ambiente unfascino romantico e gotico nelcontempo... Visioni di buio spet-trale illuminato dalle luci elettri-che si alternano a quelle di forma-zioni calcaree scintillanti o opachenei toni del rosa, del viola, delnero, del giallo, dell’arancio, delmarrone, del bianco, del grigio etante altre sfumature tutte natu-rali. Infine, le stalattiti e le stalagmitiassumono forme stupende cheriproducono fedelmente cose,frutti e persino animali.

UNA VERA PERLAPER I BUONGUSTAI

AAPPOORRIISS

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&AAspeciale RROOMMII

Passione e tradizione sono i pilastri portantidella storia del ristorante "Zi’ Filomena", unvanto per la cucina locale da ben tre gene-razioni! Ci troviamo a Caselle in Pittari, unattraente paesino del basso Cilento che si

estende tra i rilievi arenacei del Monte Centaurino ele pendici calcaree dei Monti Rotondo eSan Michele e rappresenta la porta set-tentrionale d’ingresso alle incantevolibellezze naturali della Valle del Bussento.Caselle è un piccolo centro, ma ha unalunga storia da raccontare: una storiafatta di origini contadine, di gente sem-plice e ospitale, di tradizioni antiche cheancora oggi si tramandano di padre infiglio. Ma soprattutto Caselle, come moltialtri centri di quest’area del Salernitanonota come Cilento, è depositaria diun’antica tradizione gastronomica chediversi decenni fa fu scelta da Angel Keyscome cucina base per la DietaMediterranea. Una tradizione antica,quindi, che affonda le radici nella genui-nità dei prodotti della terra, che scegliecome ingredienti per i propri piatti i pro-dotti più sani assecondando i cicli stagionali, senzaoperare forzature, ma guadagnandone in sapore ebenessere. Insomma una cucina cosiddetta “pove-ra”, agli occhi dei meno informati, ma che oggi, final-mente, è stata meritatamente riscoperta diventandoun “must” per tutti i locali che intendono affermarsinel settore della ristorazione di un certo livello. E non poteva essere diverso per il Ristorante “Zi’Filomena”, un locale che ancora oggi mantieneimmutata la sua passione per l'alta cucina e che nelcorso degli anni è divenuto uno dei templi dellagastronomia salernitana. Infatti anche qui la cucina èimprontata ad un carattere di stagionalità ed èrispettosa del ciclo delle stagioni e dei prodotti che ilterritorio offre nel corso dell’anno. Il “Zi’ Filomena”propone cucina semplice, ma affinata avvalendosi diuna sapiente e minuziosa ricerca, fatta di sperimen-tazioni sui metodi di cottura, sugli abbinamenti, sul-l’offerta di nuovi sapori e vecchie tradizioni culinarie

rivisitate in maniera creativa. L’ambiente rustico, il clima familiare e il paesag-gio incontaminato circostante, fanno di questolocale un luogo adatto ad ogni tipo di cerimoniaprivata, che può andare dalla semplice festa dicompleanno, alla professionale cena di lavoro,

fino ad arrivare a banchetti e matrimoni, datoche riesce ad ospitare un massimo di 120 perso-ne. L’atmosfera qui è calda ed accogliente ed’inverno diventa ancora più intima grazie all’al-legro scoppiettìo della legna nel camino situato inuna delle due sale del ristorante. Il “Zi’ Filomena” sisviluppa su due livelli e punta su un arredo sempliceche privilegia materiali rustici e colori caldi, gli unici ingrado di sviluppare una sensazione di autentico relaxnel cliente. Inoltre il locale organizza periodicamen-te, per gli amanti della buona musica, serate in cui èpossibile ascoltare musica jazz. Ma il vero fiore all’oc-chiello di questo posto, come è facile prevedere, èrappresentato dalla cucina!Dall’antipasto al dolce, tutto qui rappresenta unatentazione per i buongustai. Si viene accolti da anti-pasti a base di salumi, tra cui fa da regina la famosa“soppressata” Casellese, e da latticini e formaggi pro-venienti elusivamente da allevamenti locali. Chi pre-

ferisce iniziare con le ver-dure, invece, delizierà lapropria vista con antipasti abase di gateau di patate,parmigiana di melanzane,scarola e fagioli, verza, cico-ria, zucca marinata, melan-zane ripiene gratinate alforno, finocchi gratinati,melanzane e peperoniripieni, carciofi ripieni: unavera prelibatezza!Ma attenzione a lasciare lospazio per il resto! La“parata” di piatti continua,

infatti, con zuppe, minestre, pasta fatta in casa (e chinon conosce i cavatielli, o i fusilli, o ancora le laganee ceci, tipici di questa zona?) condita con sughi anti-chi, ma rielaborati con creatività e fantasia, come ilsugo di cinghiale, di castrato, di salsiccia e cicoria, diasparagi selvatici e carciofi, di profumati funghi por-cini e nella stagione della caccia, i saporiti sughi ditordi e beccacce. Sempre che la stagione sia quellagiusta, inoltre, qui potrete gustare i tagliolini conditicon tartufo bianco o nero, raccolto in questa zona!Altrettanto numerose, al “Zi’ Filomena”, sono le pro-poste di secondi piatti in cui prevale la carne degliallevamenti locali e che vedrete grigliare sotto i vostriocchi al fuoco del camino. Ed è il caso di dire, dulcisin fundo, i delicati dolci preparati in casa che rappre-senteranno il giusto completamento dei vostri pran-zi, fra cui ricordiamo i calzoncelli, i dolci al cucchiaio,gli struffoli, le puttanelle, le crostate e in questoperiodo le chiacchiere di Carnevale. Il tutto natural-mente generosamente “innaffiato” con vini di pro-duzione locale! Questo è ciò che potrete gustare edegustare al ristorante “Zi’ Filomena”, la cui caratte-ristica principale, ci piace ricordare, è data dalla scru-polosa selezione dei dettagli a cui si accompagna lospirito accogliente e cordiale dei proprietari e dellostaff, che durante la cena curano e coccolano i loroclienti cercando di soddisfarli e metterli a proprioagio. Se volete un’anticipazione di ciò che trovereteal “Zi’ Filomena”, non avete che da visitare il suo sitoche è www.ristorantezifilomena.it

Le origini di una grande cucinaLa storia del “Zi’ Filomena” ha inizio intorno agli anni30, quando appunto Zi’ Filomena possedeva una acco-gliente locanda lassù nel paese vecchio e dove ospita-va guardie, operai, boscaioli e viaggiatori di passaggioi quali si fermavano per assaggiare le sue specialità esentirsi come a casa propria nel calore di un ambientefamiliare! Dal 1956 è Zia Grazia a diventare la padro-na di casa succedendo alla madre Filomena. Con l’aiutodi amici sinceri, prima fra tutte la Comare Angelina, edi altri validi collaboratori, Zia Grazia trasforma lalocanda materna in un ristorante rinomato e stimato.La sua Arte trova vita nella Passione e nell’Amore perogni sua creazione e riesce a trasformare, come perMagia, ogni semplice piatto in un sublime successo!Dal 1995 ad oggi, la gestione dell'attività è affidata a

Mario, ultimo nipote della famosaZi’Filomena (per lui nonna!). Da allora inpoi il ristorante, poi ristrutturato nel2004, viene pervaso da un vento dinovità. Ma resta immutata la tradizionedi una cucina tipica tramandata primadalla nonna Filomena e in seguito damamma Grazia che trasforma in orotutto ciò che tocca con l’aiuto dei suoivalidi collaboratori che continuano adimostrare costanza e professionalità. Irisultati presto si vedono al punto che il“Zi’ Filomena” presto viene meritevol-mente inserito nelle più famose guidegastronomiche come Osterie d'Italia, laGuida Touring e numerose altre rivistedi settore. Immutata, inoltre, anchedopo anni di esperienza, resta la filoso-fia del ristorante, cioè quella di far senti-re a proprio agio i propri clienti, in unaatmosfera di recupero delle tradizioni

passate che ha come fine una grande attenzione per laqualità e per le regole antiche dell'ospitalità.

AAPPOORRIISSRISTORANTE ZI FILOMENAPASSIONE E TRADIZIONE DI FAMIGLIA

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&AAspeciale RROOMMII

Passione e tradizione sono i pilastri por-tanti della storia del ristorante "Zi’Filomena", un vanto per la cucina loca-le da ben tre generazioni! Ci troviamo aCaselle in Pittari, un attraente paesino

del basso Cilento che si estende tra i rilievi are-nacei del Monte Centaurino e le pendici calca-ree dei Monti Rotondo e San Michelee rappresenta la porta settentrionaled’ingresso alle incantevoli bellezze natu-rali della Valle del Bussento.Caselle è un piccolo centro, ma ha unalunga storia da raccontare: una storiafatta di origini contadine, di gente sem-plice e ospitale, di tradizioni antiche cheancora oggi si tramandano di padre infiglio. Ma soprattutto Caselle, come moltialtri centri di quest’area del Salernitanonota come Cilento, è depositaria diun’antica tradizione gastronomica chediversi decenni fa fu scelta da Angel Keyscome cucina base per la DietaMediterranea. Una tradizione antica,quindi, che affonda le radici nella genui-nità dei prodotti della terra, che scegliecome ingredienti per i propri piatti i prodotti più saniassecondando i cicli stagionali, senza operare forza-ture, ma guadagnandone in sapore e benessere.Insomma una cucina cosiddetta “povera”, agli occhidei meno informati, ma che oggi, finalmente, è statameritatamente riscoperta diventando un “must” pertutti i locali che intendono affermarsi nel settoredella ristorazione di un certo livello. E non poteva essere diverso per il Ristorante “Zi’Filomena”, un locale che ancora oggi mantieneimmutata la sua passione per l'alta cucina e che nelcorso degli anni è divenuto uno dei templi dellagastronomia salernitana.Infatti anche qui la cucina è improntata ad un carat-tere di stagionalità ed è rispettosa del ciclo delle sta-gioni e dei prodotti che il territorio offre nel corsodell’anno. Il “Zi’ Filomena” propone cucina semplice,ma affinata avvalendosi di una sapiente e minuziosaricerca, fatta di sperimentazioni sui metodi di cottu-ra, sugli abbinamenti, sull’offerta di nuovi sapori e

vecchie tradizioni culinarie rivisitate in manieracreativa. L’ambiente rustico, il clima familiare e il paesag-gio incontaminato circostante, fanno di questolocale un luogo adatto ad ogni tipo di cerimoniaprivata, che può andare dalla semplice festa dicompleanno, alla professionale cena di lavoro,

fino ad arrivare a banchetti e matrimoni, datoche riesce ad ospitare un massimo di 120 perso-ne. L’atmosfera qui è calda ed accogliente ed’inverno diventa ancora più intima grazie all’al-legro scoppiettìo della legna nel camino situato inuna delle due sale del ristorante. Il “Zi’ Filomena” sisviluppa su due livelli e punta su un arredo sempliceche privilegia materiali rustici e colori caldi, gli unici ingrado di sviluppare una sensazione di autentico relaxnel cliente. Inoltre il locale organizza periodicamen-te, per gli amanti della buona musica, serate in cui èpossibile ascoltare musica jazz.Ma il vero fiore all’occhiello di questo posto, come èfacile prevedere, è rappresentato dalla cucina!Dall’antipasto al dolce, tutto qui rappresenta unatentazione per i buongustai. Si viene accolti da anti-pasti a base di salumi, tra cui fa da regina la famosa“soppressata” Casellese, e da latticini e formaggi pro-venienti elusivamente da allevamenti locali. Chi pre-ferisce iniziare con le verdure, invece, delizierà la pro-

pria vista con antipasti abase di gateau di patate,parmigiana di melanzane,scarola e fagioli, verza, cico-ria, zucca marinata, melan-zane ripiene gratinate alforno, finocchi gratinati,melanzane e peperoniripieni, carciofi ripieni: unavera prelibatezza! Maattenzione a lasciare lospazio per il resto! La“parata” di piatti continua,infatti, con zuppe, mine-

stre, pasta fatta in casa (e chi non conosce i cavatiel-li, o i fusilli, o ancora le lagane e ceci, tipici di questazona?) condita con sughi antichi, ma rielaborati concreatività e fantasia, come il sugo di cinghiale, dicastrato, di salsiccia e cicoria, di asparagi selvatici ecarciofi, di profumati funghi porcini e nella stagionedella caccia, i saporiti sughi di tordi e beccacce.Sempre che la stagione sia quella giusta, inoltre, quipotrete gustare i tagliolini conditi con tartufo biancoo nero, raccolto in questa zona! Altrettanto numero-se, al “Zi’ Filomena”, sono le proposte di secondipiatti in cui prevale la carne degli allevamenti locali eche vedrete grigliare sotto i vostri occhi al fuoco delcamino. Ed è il caso di dire, dulcis in fundo, i delicatidolci preparati in casa che rappresenteranno il giustocompletamento dei vostri pranzi, fra cui ricordiamo icalzoncelli, i dolci al cucchiaio, gli struffoli, le putta-nelle, le crostate e in questo periodo le chiacchiere diCarnevale. Il tutto naturalmente generosamente“innaffiato” con vini di produzione locale! Questo èciò che potrete gustare e degustare al ristorante “Zi’Filomena”, la cui caratteristica principale, ci piacericordare, è data dalla scrupolosa selezione dei det-tagli a cui si accompagna lo spirito accogliente e cor-diale dei proprietari e dello staff, che durante la cenacurano e coccolano i loro clienti cercando di soddi-sfarli e metterli a proprio agio. Se voleteun’anticipazione di ciò che troverete al “Zi’Filomena”, non avete che da visitare il suo sito che èwww.ristorantezifilomena.it

Le origini di una grande cucinaLa storia del “Zi’ Filomena” ha inizio intorno agli anni 30,quando appunto Zi’ Filomena possedeva una accoglien-te locanda lassù nel paese vecchio e dove ospitavaguardie, operai, boscaioli e viaggiatori di passaggio iquali si fermavano per assaggiare le sue specialità esentirsi come a casa propria nel calore di un ambientefamiliare! Dal 1956 è Zia Grazia a diventare la padronadi casa succedendo alla madre Filomena. Con l’aiuto diamici sinceri, prima fra tutte la Comare Angelina, e dialtri validi collaboratori, Zia Grazia trasforma la locan-da materna in un ristorante rinomato e stimato. La suaArte trova vita nella Passione e nell’Amore per ogni suacreazione e riesce a trasformare, come per Magia, ognisemplice piatto in un sublime successo! Dal 1995 ad oggi, la gestione dell'attività è affidata aMario, ultimo nipote della famosa Zi’Filomena (per lui

nonna!). Da allora in poi il ristorante, poiristrutturato nel 2004, viene pervaso daun vento di novità. Ma resta immutata latradizione di una cucina tipica traman-data prima dalla nonna Filomena e inseguito da mamma Grazia che trasfor-ma in oro tutto ciò che tocca con l’aiutodei suoi validi collaboratori che conti-nuano a dimostrare costanza e profes-sionalità. I risultati presto si vedono alpunto che il “Zi’ Filomena” presto vienemeritevolmente inserito nelle più famo-se guide gastronomiche come Osteried'Italia, la Guida Touring e numerosealtre riviste di settore. Immutata, inoltre,anche dopo anni di esperienza, resta lafilosofia del ristorante, cioè quella di farsentire a proprio agio i propri clienti, inuna atmosfera di recupero delle tradizio-ni passate che ha come fine una grande

attenzione per la qualità e per le regole antiche del-l'ospitalità.

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Il successo del ristorante “AlConvento” è nella cucina,ovvero nella maestria con cuiAntonella Tramontano inven-ta e prepara i suoi piatti, e nel-

l’esperienza e nella tenacia di suomarito Giuseppe Coppola, il cuisogno da bambino era aprire unristorante proprio nella suaMaterdomini. E il sogno si materia-lizza tre anni fa, e seguendo la pas-sione di una vita, quella per labuona cucina, Coppola decide discommettere nel suo quartiere,una sfida che lo porterà presto acoinvolgere il resto della famiglia. Un’avventura emozionante questadella famiglia Coppola, che di por-tata in portata è riuscita a costruirela base del proprio successo, fruttodel coraggio di investire in un luogoin cui il mangiar bene è la regola.Cura dell’ospite, prima di tutto.Interpretare i gusti dei clienti è lasfida di ogni ristoratore e questoGiuseppe lo sa bene, tanto che persoddisfare i palati più diversi prefe-risce offrire sempre diverse opzionia quanti decidono di sostare aitavoli del suo ristorante. “Mi piaceche i miei clienti abbiano l’opportu-nità di scegliere tra diverse portatee, rinnovando periodicamente lericette, si può offrire un ventagliodi sapori sempre nuovi”, questo lospirito con cui Coppola affronta il

suo lavoro. Un universonon facile quello dellaristorazione. Sacrifici tanti,ma altrettante le soddisfa-zioni raccolte in questianni dalla famigliaCoppola, che ha puntatotutto su una cucina ricer-cata e di qualità. Ed è una

sfida vinta, visti i consensi raccoltinel tempo, e non solo dai clientiabituali. Chi raggiunge il cuore diNocera Superiore ed è alla ricercadi un luogo dover rifocillare mentee corpo, non può non raggiungerela suggestiva basilica diMaterdomini, della cui ombragodono i tavoli del risotrante “AlConvento”, sistemati d’estateall’esterno nel giardino adiacente. Basterà scendere solo qualche gra-dino per trovarsi in una sala arre-data con gusto e sobrietà. Novantacirca i posti a sedere, sebbene la

disposizione dei tavoli possa varia-re assecondando le diverse esigen-ze della clientela. Ma ciò che cattu-ra lo sguardo è la cucina, separatadal resto della sala semplicementeda vetri. E’ lì che Antonella crea estupisce i suoi ospiti, elaborandoottime specialità. Lavora ai fornelli,sceglie e prepara i piatti, che sonosempre ben curati al momentodella presentazione. E mentre sisperimentano nuovi abbinamentidi sapori per soddisfare l’appetitodel cliente, sono continui gli inve-stimenti nel rinnovare ambienti etemi per stupire con un tocco di

originalità quanti decido-no di ritornare “AlConvento”. E’ Giuseppe ilfactotum, si occupa dellacantina, dell’allestimentoin sala, ma soprattuttodella accoglienza e dellacura della clientela. Aitavoli , oltre all’immanca-bile padrone di casa, pron-to a consigliare le portatedel giorno, anche i suoi trefigli che, divisi tra studio e

lavoro, non fanno mancare il loroapporto nella gestione dell’attività.L’equilibrio tra gusto e qualità dellematerie prime utilizzate e l’ottimorapporto qualità/prezzo fanno delristorante “Al Convento” una metaobbligata per gli amanti della cuci-na italiana, come testimoniano iriconoscimenti da parte dellaRegione Campania e dell’Accademia di Servizi e Cucina diMilano.

(le foto sono di Gerardo D'Elia)

AAPPOORRIIAL “CONVENTO”Un sogno che diventa realtà

SS

E’ di buon mattino che GiuseppeCoppola fa tappa al mercato delpesce, poi in giro tra verdure, frut-ta e carni alla ricerca del prodottomigliore. Poi in fretta al ristorante,dove Antonella con sana pignole-ria passerà al setaccio quantoacquistato. “Tutto ciò che entranel ristorante viene selezionatocon cura. Non amo molto i rappresentanti”, chiosa Giuseppe con ironia,preferisce raggiungere le aziende produttrici e soprattutto quando siparla di vini. Discreta la cantina, in cui si ritrovano sia le etichette più rap-presentative d’Italia, sia vini a produzione limitata. Tra gli antipasti, rigo-rosamente a base di pesce, non si può restare indifferenti dinanzi al “buc-caccio di fagioli di Sarcone e frutti di mare”, servito in tavola nel tradizio-nale vaso. Sublimi i primi piatti proposti dalla casa: tubetto alla cetarese(colatura di alici, bottarga e pinoli, e a richiesta come tocco finale unaspruzzata di ricotta affumicata di pecora); gnocchi con patate, zucca emazzancolle o con la variante di pomodorini siciliani e cozze di Arbore.Per i dolci, che potranno essere accompagnati da passiti, acquaviti edistillati italiani, ci si affida alla millenaria arte pasticcera napoletana chesaprà regalare un finale di tutto rispetto e per il quale non potrà manca-re in sala il saluto dello chef, accolto molto spesso dagli applausi di quan-ti hanno ben gradito la qualità e l’estro della sua cucina.

Quando la cucina è arte

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Come per la RegioneCampania, anche perl'Accademia di servizi ecucina di Milano il risto-rante “Al Convento” di

Giuseppe Coppola è degno dinota giacché luogo, dove la cuci-na di territorio è sinonimo diqualità ed estro. Caratteristichepeculiari dell’Italia e vanto del-l’intera penisola. Ma è nel mez-zogiorno d’Italia, nel Sud, con leproprie specificità climatiche emorfologiche, che risiede ilsegreto della cosiddetta dietamediterranea, di un’alimentazio-ne sana ed equilibrata chegarantisce una perfetta formafisica e mentale. Ed è questa lafilosofia che appena tre anni faspinse i coniugi Coppola ad apri-re un ristorante nel cuore diNocera Superiore, in un luogosuggestivo come l’antico centro

dove ha sede uno dei più antichisantuari mariani della Campania,quello di Materdomini. Duro e sacrificante il lavoro delristoratore, un mestiere non faci-le ma che nasce da un’innatapassione per la cucina e dallacapacità di relazionarsi con l’al-tro, soddisfacendo gusti ed esi-gente di un cliente sempre piùattento alla qualità dei prodottiutilizzati in cucina e portati in

tavola. Con il tempo Giuseppeed Antonella hanno raggiunto laconsapevolezza di poter offrirequesto e molto altro agli appas-sionati della buona cucina tantoche la famiglia Coppola haaffrontato con entusiasmo eprofessionalità questa nuovaavventura, una sfida quotidiana

che ha appassionato e travoltotutti, anche i tre giovani figli,Luigi, Giovanni e Mirco, ancheloro avranno un ruolo determi-nante nella conduzione del risto-rante.Gustando le ottime pietanzepreparate da Antonella, sempreattenta a mantenere un giustoequilibrio tra i sapori, chesapientemente combina ed esal-

ta lavorando solo con prodottigenuini e di prima scelta, è cometornare indietro con la menteagli aromi di un tempo, oggi cosìricercati dai gourmet. Ed è idealerifocillarsi con un ottimo pasto inun luogo accogliente, dallo stilesobrio e dall’ottima fama per lasua cucina di qualità. E’ per que-sto che il locale della famigliaCoppola è ben presto diventatoun punto di riferimento nelcampo della ristorazione salerni-tana, dove cordialità e professio-nalità la fanno da padrone.L’ampia sala con cucina a vista,regno incontrastato della signoraAntonella, si trasforma così in un“teatro” dove vanno in scena lesublimi combinazioni di saporida lei create e proposte daGiuseppe, a cui si affianca spessola collaborazione di EmilioSenatore. Per gli amanti poi deiformaggi e dei salumi il ristoran-te “Al Convento” dedica un privè,un angolo suggestivo, caratteri-stico e riservato dove degustareprimizie locali ed internazionali,accompagnate dall’ottimo vinoin carta, dove non mancano leetichette più rappresentativedello stivale e soprattutto dellaregione.

AAPPOORRIISS

Il pescato di giornata o i fruttinaturali della terra si trasformanoin cibo prelibato tra le mani dellochef, Antonella Tramontano, chein cucina si avvale della preziosacollaborazione di Rosaria Petti.Succulenti manicaretti frenano imorsi della fame e in attesa che ilvero pranzo cominci, ci si allieta ilpalato assaporando svariati antipasti, che spaziano dalpesce alle carni, alle verdure, come la zuppa di ceci cilen-tani o la minestra “maritata”. E mentre nella bella stagio-ne si propongono ai clienti pietanze rigorosamente abase di pesce fresco, nel periodo invernale ci si apreanche a piatti di “terra”, in cui è palesata una ricercameticolosa di prodotti genuini e di alta qualità. Tra lespecialità della “casa”, infatti, troviamo il “buccaccio difagioli di Sarcone e frutti di mare”, servito in tavola neltradizionale contenitore in vetro. Fagioli che sono inoltreutilizzati per preparare un primo piatto davvero gustosoe che poco si discosta dalla tradizione campana: la pastamista con fagioli è senza dubbio il piatto forte del risto-rante “Al Convento”. Dal pastificio Vicidomini giunge, infatti, sulle tavoledei clienti tutta la bontà del grano duro lavorato a mano in un’insolita tra-fila che lo chef magistralmente abbina ai prelibati legumi di Sarcone. Edè proprio la conoscenza dei prodotti e la creatività a fare di Antonella una“maga” dei fornelli, confezionando con pignoleria piatti che nascono sìdalla tradizione culinaria salernitana ma che, arricchiti da ingredientisempre nuovi e ricercati, si trasformano in vere golosità tutte da gustare.Dai fusilli con genovese d’agnello, agli gnocchi con patate, zucca e maz-zancolle, proposti anche con la variante di pomodorini siciliani e cozze diArbore, l’universo dei primi piatti preparati da “Al Convento” è ricco evario, come il menu che quotidianamente porta in tavola la famigliaCoppola.

Dal mare alla terra: in tavola piatti di prima qualità

AL “CONVENTO”Sapori antichi all’ombra del santuario

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Una passione coltivataa lungo come l’amoreper l’arte dolciaria el’esperienza acquisitain anni di apprendi-

stato in quella che è oggi consi-derata la patria della pasticceriacampana: la costiera amalfitana.Appena un anno fa RaffaeleStanzione e Donato Sabinohanno cominciato ad affinare learmi del mestiere nella prepara-zione di dessert surgelati. Semifreddi e torte realizzate conparticolare attenzione alla quali-

tà delle materie prime, riuscendoad offrire ai clienti prodotti dialtissima qualità. Con le manisporche di farina e spinti da unacreatività senza limiti i due hannocominciato a muovere i primipassi nel confezionare bontà dol-ciarie tipicamente campane. Oggi Raffaele e Donato sono socinella gestione della DORA des-

sert, una scommessaper i due pasticceri diMercato San Severino.Lavorano fianco a fiancosui banchi che lorohanno scelto per servireal pubblico i dolciumipiù vari e, grazie al sup-porto delle rispettiveconsorti Maria e Marta,sono riusciti in pocotempo ad affermarsi sulmercato promuovendogolose specialità. Nulla è stato trascuratonella preparazione deidolci, ipercalorici ma che delizia-no vista e gusto in un mix di sapo-ri senza eguali. Donato e Raffaelesperimentano così abbinamentiinsoliti che risultano graditi ai

buongustai, a coloro che ricerca-no nel dolce una particolare sen-sazione dettata dalla scelta e dal-l’accostamento degli ingredienti,al 100% naturali. Vellutata o croccante la pasta,preparata seguendo rigorosa-mente i dettami della scuolasalernitana, soddisfa i palati piùdiversi e conquista anche i piùscettici. Dora dessert, infatti,offre una vasta scelta di variantidolciarie servite al banco inapposite confezioni salva-fre-schezza o preparate su ordinazio-ne. Eleganti, romantiche,bizzarre, parlare didolci e comeparlare didonne, tan-t’è cheRaffaele eDonato non smenti-scono e anzi propongono ai clien-ti più esigenti il loro fiore all’oc-chiello, la torta Dora, dovutoomaggio o atto scaramantico perquesto nuovo ed avvincentesodalizio professionale nato nelgennaio del 2008 e che da alloracontinua a riscuotere consensi.Sebbene sia una giovane attivitàla Dora dessert ha già un ottimo

curriculum alle spalle grazieall’esperienza maturata dai due

giovani pasticceri, nonchèall’attivo partecipa-zioni ad eventi pub-blici e ad appunta-menti di piazza,

non ultimo il “Non solopizza tour”a Mercato San

Severino, dove in migliaia,circa cinquemila, hanno affollatolo stand allestito in via Pizzone,assaporando ed apprezzando lagenuinità e la bontà dei dolciDora. La pasticceria Dora Dessert, ubi-cata in piazza Aldo Moro, è facil-mente raggiungibile dall’uscitaautostradale.

AAPPOORRII

DORA DESSERTL’arte pasticcera tratradizione e innovazione

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Una pasticceria D.O.C.

Per gli amanti del dolce DoraDessert è tappa obbligata.Le torte realizzate da Donatoe Raffaele richiamano allamente tutti i sapori di unatradizione dolciaria artigia-nale di territorio. Meticolosala scelta degli ingredientiche la Dora dessert utilizzaper la preparazione deidolci. Dalle gustose noccioledi Giffoni Valle Piana al pregiato pistacchio di Bronte in Sicilia, lascelta dei due pasticceri è sui doc italiani mantenendo così inal-terata la bontà delle materie prime utilizzate. Non un cioccolatoqualsiasi poi, ma il finissimo cacao piemontese della Caffarelricopre dolci e torte. Ma è con la tradizionale “Ricotta e pera”che la Dora dessert sbalordisce i più. Un successo che ha consen-tito ai due soci di proporre nuove varianti di questo particolaree delicato dolce, come il panettone ricotta e pera confezionatoper occasioni speciali. Non può di certo mancare poi il tradizio-nale babà con fragoline e gocce di cioccolato. Il dolce da forno alievitazione naturale è ideale per chi desidera tuffarsi nelle golo-sità della tradizione campana per eccellenza. E per gli amanti dei gusti forti Dora presenta una variegata scel-ta di dolci, come la cubana o la torta al cappuccino, da lasciare abocca aperta.

Da ottobre fornitura a bar e ristoranti

Rispettando appieno la tra-dizione campana, Raffaele eDonato hanno puntato sul-l’innovazione, coltivandoquel tocco di eccentricitàche rende questa tra lepasticcerie più gettonate delmomento. Una fama, questadi Dora Dessert, che pianpiano ha preso corpo, si èconsolidata e oggi spinge idue soci ad aumentare laproduzione.Previsto in autunno, infatti,un ampliamento al laborato-rio che consentirà una mag-giore produttività in mododa soddisfare una sempremaggiore richiesta da partedel mercato. L’obiettivo è lafornitura di dessert freschi esurgelati anche a bar, caffet-terie e ristoranti, anche al difuori dei confini locali.

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La voglia di gelato per gliitaliani non conosce crisi,ma quando la qualitàdelle materie prime uti-lizzate si sposa con una

giusta combinazione di sapori, ilrisultato è eccellente: un gelatodall’alta digeribilità. E’ questa laformula vincente su cui “Blanco”ha scommesso: un nuovo bargelateria affacciatosi sul rinoma-to lungomare salernitano. Fortunato l’incontro traFerdinando Bottero, Rosa Sessae Angelo Napoli, che nell’agostoscorso hanno deciso di lanciarsiinsieme in una nuova sfidaunendo creatività, professionali-tà e qualità. “Blanco” nasce,quindi, dall’idea di creare unagelateria non convenzionale, un

luogo di ritrovo sul frequentatolungomare Trieste capace di stu-pire con una variegata produzio-ne di gelati artigianali dai gustiinsoliti e raffinati. E’ proprio ilcaso di dirlo, nel cuore dellamovida salernitana, “Blanco” siè da subito distinto per stile egusti.

Sì, perché molteplici sono igusti, potremmo dire “giornalie-ri”, dei gelati proposti alla clien-tela, sempre nuova e varia, con-quistata dall’estro del maestrogelataio, Angelo Napoli. Vecchiascuola, la sua, una tradizione difamiglia legata alla lavorazionedel gelato con la trasformazioneartigianale di prodotti freschi e

di stagione, quella che da nipotedi Matteo Napoli ha messo inpratica in oltre dieci anni di col-laborazione nei laboratori diLancusi, in provincia di Salerno,elaborando nuovi sapori per larinomata frutta ripiena targata“da Matteo”. Volerà poi a Manhattan al risto-rante "Le Cirque 2000” per poiritornare in Italia con un baga-glio di esperienze tale da spin-gerlo ben presto a creare veregolosità tutte da assaporare. Neisuoi gelati si scopre quanto lapassione, la creatività, la vogliadi sperimentare, la ricerca inci-dano nel proporre delle verebontà, grazie anche al fiuto di

Rosa Sessa per prodotti di otti-ma qualità. Ma la cura nella preparazionedei gelati è accompagnata daaltrettanta minuzia nella sceltadell’arredamento del nuovopunto vendita. Un locale dallostile “minimalista”, monocroma-tico, in cui domina il bianco,colore che senza dubbio ha ispi-rato i titolari nella scelta delnome dato al locale.Dall’atmosfera “radical chic”, ilbar gelateria è curato nei minimidettagli per offrire il massimocomfort a quanti decidono difermarsi al banco per un velocespuntino con un cornetto salatoo una focaccia, oppure sostareai tavoli per godere delle leccor-nie poste in bella mostra nelleluminose vetrine: una riservataai gelati alla frutta, un’altra allecreme e una dedicata a moussee semifreddi.

AAPPOORRIIGELATERIA BLANCOUn’arte tutta da gustare

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Il bar gelateria Blanco, con dop-pio ingresso, uno di fronte allarotonda di Piazza Flavio Gioia,l’altro sul lungomare Trieste, èin pochi mesi diventato il puntodi riferimento per golosi edappassionati di ogni età. E sonoproprio le creazioni di AngeloNapoli a fare la differenza, ad incuriosire, a stupire. PerFerdinando Bottero “Angelo è un artista, un gelataio fuori dalcomune”. La sua innata creatività nel coniugare con equilibrioaromi e sapori fanno dei suoi gelati vere opere d’arte, spaziandodalla frutta fresca a quella secca, dalle creme allo yogurt, per arri-vare a gusti più elaborati ed eccentrici come “ricotta e cannella”o “pera e formaggio”. Sarebbe infinita la lista dei gusti concepitida Angelo che nell’alta risotrazione ha conquistato tutto con ilsuo gelato- aperitivo al “Martini bianco con olive”, o con la “gra-nita allo zenzero accompagnata da julienne di mango e papaya”.La sua fantasia non conosce limiti, cimentandosi anche nella tra-sformazione degli ortaggi (come per il sorbetto al pomodoroaccompagnato da finocchietto o basilico). Ma basterà assaggia-re “Blanco”, la specialità della casa, per comprendere la bontà el’originalità dei suoi prodotti: mascarpone, mandorle pralinate escaglie di cioccolato fondente, per un gusto che non teme rivali eche fin da subito ha raccolto consensi. E come resistere alcocco/nutella, un mix creato ad hoc per soddisfare i più golosi. Lasua è un’arte innata, inarrestabile la sua voglia di sperimentarenuovi abbinamenti senza mai però trascurare la qualità degliingredienti utilizzati, che molto spesso risponde alla meticolositàcon cui si scelgono prodotti naturali, biologici, e nel caso dellafrutta, rispettando la ciclicità delle stagioni. Ed ecco, dunque,comparire in vetrina già i nuovi gusti “invernali”: uva fragola,castagna, fichi secchi con noci e cioccolato, mandarino.

L’angolo del gelato

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Il segreto di un ottimo gela-to? Il giusto equilibrio tra laqualità delle materie primeutilizzate e l’estro nell’abbi-nare aromi e sapori.

E’ con questa consapevolezzache Ferdinando Bottero eAngelo Napoli, con il supporto diRosa Sessa, hanno deciso discommettere sulla bontà deigelati artigianali. E’ così chenasce “Blanko”: bar, gelateria estuzzicheria nel cuore diSalerno. Sul lungomare Trieste,meta preferita per turisti e perquanti giungono nel capoluogocampano alla ricerca di una pia-cevole sosta, il nuovo localeinaugurato solo da pochi mesi èriuscito in breve a conquistaregrandi e piccini con delle vere“opere d’arte” tutte da gustare.Blanco non si presenta comeuna tradizionale gelateria ma

come un luogo in cui sperimen-tare nuovi sapori e gusti insoliti.E’ per soddisfare le voglie deipropri clienti che si punta sulla

produzione artigianale di gelati,grazie all’ esperienza decennaledi Angelo Napoli, “figlio d’arte”si potrebbe dire, considerando ilsuo apprendistato presso lanota gelateria salernitana dellozio “Da Matteo”, la cui fruttaripiena al gelato è diventata unmarchio vincente. Angelo, dopola sua esperienza oltreoceano, alristorante "Le Cirque 2000” diManhattan, rientra in Italia conil desiderio di condividere quan-

to appreso e di sfidarsi nella pre-parazione di gelati dai gusti nonconvenzionali. E’ infatti nelle suecreazioni he si scopre quanto lapassione, la creatività, la vogliadi sperimentare, la ricerca inci-dano nella elaborazione di unnuovo gusto, pensato non soloper soddisfare le richieste di unaclientela sempre più esigente,ma anche per dare prova diquanto siano infinite le variantidi un determinato sapore.

Angelo Napoli è, infatti, un mae-stro nella sperimentazione dinuovi gusti, che ama rivisitareed arricchire con ingredientisempre nuovi ed di prima sceltae, grazie alla sua innata creativi-tà, riesce a stupire quanti si avvi-cinano alle ricche vetrine chedominano incontrastate il loca-le, arredato con gusto minimali-sta e rigorosamente in bianco. Non è facile proporre ai clientigusti insoliti come “ricotta ecannella” o “pera e formaggio”,ma fin da subito le creazioni di

Angelo Napoli hanno destatol’interesse di un pubblico, varioe vasto. Oltre alle tradizionalicreme e gelati alla frutta, ci sidiverte nell’assaporare gusti

come: mandarino, uva fragola,castagna, fichi secchi con noci ecioccolato, che Angelo proponeperiodicamente seguendo i ciclistagionali. Ma la sua fantasia non conoscelimiti e, oltre a preparare gustipiù elaborati ed eccentrici peroccasioni particolari come il suogelato- aperitivo al “Martinibianco con olive” o la “granitaallo zenzero accompagnata dajulienne di mango e papaya”,ama stupire gli appassionati e icultori del gelato con la lavora-zione degli ortaggi (molto richie-sto il sorbetto al pomodoroaccompagnato da finocchietto obasilico). Sarebbe infinita la listadei gusti concepiti da Angelo eproposti al pubblico, basteràassaggiare “Blanco”, la specialitàdella casa, per comprendere labontà e l’originalità dei gelatiartigianali: mascarpone, man-dorle pralinate e scaglie di cioc-colato fondente.

AAPPOORRIIGELATERIA BLANCOTutta la bontà del gelato artigianale

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Ad un’arte innata come quella di Angelo Napoli, “maestro” neltrasformazione delle materie prime in gelati d’alta qualità, siaffianca la professionalità e l’entusiasmo di Ferdinando Bottero edi Rosa Sessa che nella nascita di “Blanco” hanno scommesso finda subito. Proporre alla clientela un vasto assortimento di gelatie dolci artigianali in un ambiente giovane ed inusuale, questa èstata la sfida che ha portato i tre ad inaugurare un nuovo localenel cuore di Salerno. E mentre Ferdinando Bottero, responsabi-le della gestione, cura la clientela, Rosa Sessa è la vera promoter,curando l’immagine del locale anche sulla rete internet, attraver-so cui divulga immagini e “nuove ricette”.Avvolti da un’atmosfera radical chic, minimalista, il bar gelateriaè curato nei dettagli, offrendo il massimo comfort a quanti deci-dono di sostare al banco per un veloce spuntino con cornettosalato o con una fragrante brioche con gelato, oppure seduti aitavoli per godere delle leccornie poste in bella mostra nelle lumi-nose vetrine. Una è riservata ai gelati alla frutta, un’altra allecreme. Ma è in quella dedicata alle mousse e ai semifreddi che cisi lascia avvolgere da un tourbillon di sapori tutti da scoprire. Nonsi potrà, dunque, fare a meno di essere attratti dalle tante golo-sità di “Blanco”, in cui dominano genuinità e qualità.

Gusto e arte, connubio vincente

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Vuoi un matrimonio dasogno e curato neiminimi particolari?Vuoi che il giorno piùbello della tua vita sia

indimenticabile non soltanto perte ma per tutte le persone che tisaranno accanto? Per tutto ciò, c’èun solo nome: Hotel RoyalPaestum. Non resterai deluso sesceglierai una location come ilcelebre albergo che da diciottoanni cura cerimonie e banchetticon stile e gusto inconfondibili. Aquanti decidono di coronare ilproprio sogno d’amore con unricevimento memorabile l’HotelRoyal Paestum è in grado di soddi-sfare qualsiasi aspettativa. Anchela più esigente.La struttura dista poche centinaiadi metri dallo splendido litoralecilentano, dal quale è separata dauna invidiabile pineta, e pocomeno di un chilometro dall’inse-diamento archeologico diPaestum. La posizione è idealeper chi abbia intenzione di fare unsalto anche nella vicina costad’Amalfi o nel Parco nazionale delCilento. Infatti l’Hotel RoyalPaestum si trova esattamente ametà strada tra gli incanti della

Divina Costa e la magica atmosfe-ra dei borghi cilentani, dissemina-ti nei territori del secondo parconazionale italiano. Entrambe lelocalità sono facilmente raggiungi-bili in pochi minuti.L’arredamento dell’albergo èimprontato ad una sobria classici-tà che offre all’ospite qualsiasitipo di comfort: sale calde ed

accoglienti dove gustare ricche edabbondanti pietanze, uno splen-dido giardino con piscina doveintrattenersi nelle fresche serateestive per ricevimenti all’aperto. Ma è sul banqueting e sull’orga-nizzazione dei matrimoni che hapuntato la famiglia Buccella, tito-lare dell’attività da ben tre genera-zioni. L’alta specializzazione nel

settore, acquisita in anni di espe-rienza, è l’asso nella manicadell’Hotel Royal Paestum che,messa da parte la ricettività turi-stica, riserva ai suoi ospiti spazi etempi esclusivi. Una scelta vincen-te, questa di Vito Buccella,responsabile della gestione alber-ghiera, che saprà offrire un venta-glio di proposte ed opportunità aisuoi clienti, che potranno in talmodo godere in piena libertà dei

servizi e della professionalità del-l’intero staff. Un albergo, dunque,a totale disposizione della coppiae degli invitati al banchetto. Ed è proprio con il “wedding plan-ner”, ovvero con la pianificazionedel matrimonio, che la famigliaBuccella fa la differenza, distin-guendosi dalle altre strutturericettive presenti nella zona. Glisposi non saranno lasciati solinella scelta del menù e delle sce-nografie in sala, ma sarannoaffiancati dalla competenza edalla professionalità di MariaLuisa Buccella. E’ lei la responsabile del weddingplanner, curando con meticolositàogni piccolo dettaglio della ceri-monia: dalle auto per gli sposi agliaddobbi floreali, dalla scelta delleluci alla disposizione dei posti asedere, dall’allestimento dei tavolialle musiche. Capita di smarrirsi

nel labirinto dell’incertezza dinan-zi all’organizzazione del matrimo-nio, in particolare per le spose:ecco la ragione per la quale MariaLuisa, a richiesta, interviene conconsigli e suggerimenti, indivi-duando le migliori soluzioni.Insomma, una garanzia di compe-tenza e stile, un pacchetto da con-segnare chiavi in mano a chi deci-derà di affidarsi all’Hotel RoyalPaestum.

AAPPOORRIIHOTEL ROYAL

“La gastronomia prima di tutto”, èquesto lo slogan che accompagnala cucina dell’hotel Royal e soprat-tutto gli chef Ida Viscito ed ErnestoBelli, sintesi ideale tra innovazioneculinarie e cucina di tradizione eterritorio. Sono loro gli ideatori edi realizzatori di piatti che continua-no ancora oggi a far sognare quan-ti hanno avuto l’opportunità di assaggiarli. L’Hotel Royal, tra l’altro,è anche presidio Slow Food: il che rappresenta una garanzia sullaqualità dei prodotti scelti e sulle materie prime utilizzate in cucina.Identica professionalità si incontra in sala dove il maitre Mario LiSanti coordina il qualificato staff di camerieri e sommelier impe-gnati nella soddisfazione degli ospiti del banchetto. La scelta deivini non è lasciata al caso vantando una cantina ricca di etichetteche spaziano dal meglio dell’offerta locale a quella nazionale edinternazionale.L’Hotel Royal Paestum è anche, per queste caratteristiche, affiliatoall’Amira e all’Ais, rispettivamente le associazioni nazionali dei mai-tre e dei sommelier. Momenti magici ed indimenticabili per gli amanti della buonatavola che trovano nei piatti dell’Hotel Royal Paestum sapori, odorie gusto armoniosamente elaborati interpretando la personalitàdell’ospite. All’hotel Royal tutto sarà possibile per realizzare unmenù su misura, dedicato ed originale.

In tavola gusto, qualità e bon ton

Lo stile di unmatrimonio

made in Italy

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Giovanissimo e con lapassione per la buonacucina, con l’estro di chiama creare sapori epiatti unici e la voglia di

mettersi in gioco in un mondo,come quello della ristorazione, esi-gente e complesso. Ma per Carmine Balestrino l’aper-tura al pubblico de “Il

Buongustaio” è una sfida chenasce dal bisogno di trasferire aisuoi clineti quanto appreso in annidi studio ed esperienza sul campo.Nato a Trivio, una frazione delcomune di Castel San Giorgio,compie i suoi primi studi nel setto-re alberghiero. Ma a segnare il suopercorso professionale sono i treanni trascorsi a Villa Cimbronenella rinomata Ravello, muovendoi primi passi accando allo chefAlberto Annarumma, da cui carpi-sce consigli e segreti per preparare

specialità culinarie curate nei mini-mi dettagli. La sua innata creativitàlo porta così ben presto a coltivareun sogno: cucinare per i suoi ospitisucculenti pietanze rivisitando letipicità della cucina campana. Unacucina di territorio ma che di fattosi apre a nuove contaminazioni,utilizzando prodotti provenientianche da altre regioni d’Italia.Carmine ama di certo le sfide e conl’apertura, appena 4 mesi fa, delsuo ristorante, pizzeria e braceria aMercato San Severino, non si

risparmia nella creazioni di insoliteportate tutte da gustare, variandodalla carne al pesce e proponendoun ricco assortimento di salumi eformaggi, non solo nazionali. Il “Buongustaio” si propone cosìcome punto di riferimento per gliamanti della buona tavola e per gliappassionati di una cucina più ela-borata, portando in tavola prodottigenuini e di alta qualità. Sacrificitanti, ma altrettante le soddisfazio-ni quando in sala si apprezzano lesue creazioni. Dagli antipasti aidolci è un tourbillion di colori,odori e gusti che Carmine speri-menta e propone periodicamentealla sua clientela. Come resistere alcalamaro ripieno di gamberetti easparagi, su crema di zucca e pan-cetta croccante, o alla zuppa dicicerchia, accompagnata da farro,funghi porcini e crostini di gambe-

ro rosso, sebbenenon sia da meno lazuppa di baccalàcon erbe selvatichedi montagna.Antipasti questiche spesso affianca

a quelli che lui definisce“Ricercatezze dello chef”: taglieridi salumi (con carne di struzzo,cervo, cinghiale, chianina e altro)

e formaggi, questi ultimi accompa-gnati da confetture e miele di pro-pria produzione. Ma non c’è limitealla bontà dei suoi piatti e alla suacreatività, passando, infatti, aiprimi piatti consigliati si potrannodegustare ottimi ravioli di ricotta dibufala campana con nocciole di gif-foni, su vellutata di ceci e lamelle ditartufo, oppure maltagliati di casta-gne avellinesi con ragù di cinghiale. Ma è sulla braceria che il giovanechef offre ai suoi clienti il meglio:

dal pescato del giorno alle carni ita-liane certificate: dalla chianina allatagliata, accompagnata da rucola,scaglie di parmigiano e pinoli, allacaggiagione. Un buon pranzo nonpuò che concludersi poi con unottimo dolce: tortino caldo al cioc-colato, tiramisù, spiedino di fruttacon fonduta di cioccolato caldo etante alte golosità che Carmineama creare ai fornelli.

AAPPOORRIIIL BUONGUSTAIOUna cucina “ricercata” conprodotti semplici e di qualità

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Lavorato artigianalmente e sfruttando lepotenzialità del forno a legna “IlBuongustaio” offre ai suoi clienti pane fre-sco e appena sfornato, spesso arricchitoda pomodori secchi, finocchio, sesamo,mozzarella. E’ lo stesso titolare a precisa-re che tutt’altro impasto occorre, invece,per le pizze, dove a lavorare con le mani inpasta è Agostino. Tra focacce ripiene, sal-timbocca, panuozzi, arancini e crocchè di patate, l’assortimento è vario.Tra i tanti gusti non si può non assaggiare la pizza “Buongustaio”, conlardo di colonnata, funghi porcini, mozzarella di bufala e scagli di parmi-giano, oppure una vera specialità come la “matriciana” con pomodoro,mozzarella, pancetta e pecorino.

Dal pane alle pizze, infinite specialità

Sulle tavole imbadite del ristorante pizzeria “Il Buongustaio”, che godedi due ampie sale da riservare anche per ricevimenti privati, non puòcerto mancare del buon vino. Ricca, infatti, la sua cantina, posta in unazona centrale del locale, dove le migliori etichette nazionali e soprat-tutto campane sono poste in bella mostra. Ma è sui distillati che si offreuna scelta davvero variegata ed originale, con liquori come l’arancello,liquore al mandrino verde, liquore ai fiori, serviti con cioccolattini e pic-cola pasticceria. In un ambiente confortevole, il cui arredamento sem-plice ma la tempo stesso elegante, in cui dominano materiali comelegno e pietra, il cliente può trovare qualità, professionalità e cordialità

che rendono piacevole la sosta ai tavoli.

Gusti e aromi insoliti per i distillati

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E’sulla verde collina,che si estende peroltre 15 mila metriquadri alle spalledella città normanna,

che si trova il ristorante “Le Rocce”di Silvana Ruggiero che, ereditandoda sua madre Margherita l’arte e lapassione per la buona cucina, daanni gestisce il locale nel rispettodella tradizione e della cucinasalernitana. E’ un viaggio nei sapori d’altritempi per quanti decidono disostare al ristorante- braceria diMercato San Severino, un tuffo nelpassato che la signora Silvana samagistralmente proporre ai suoitanti ospiti con accostamenti inso-liti di prodotti di ottima qualità. Il ristorante gode di ampie sale,adatte per trascorrere serate incompagnia avvolti da un’atmosferafamiliare e coccolati dalla cordialitàe dall’efficienza dello staff.

Tavoli e sedie rigorosamente inlegno arredano gli spazi, che nellasala inferiore sono caratterizzati dapiù ambienti. La ricca cantina divini fa bella mostra delle etichettepiù pregiate della regione, ma nonsolo e si sposa perfettamente conl’idea dell’“angolo lettura”, creatoin presenza di un camino chedomina nella sala. L’ambiente èconfortevole e ben illuminato, gra-zie anche all’ampia vetrata che dàsul portico, ma la sua particolaritàsta nelle maestose rocce alle pare-ti, che spiegano il nome dato allocale e a cui si ispira la signoraRuggiero nella sua cucina di territo-rio. Angoli discreti e riservati, dun-que, per chi ama l’intimità, maanche tavolate imbadite per fami-glie e comitive che prediligono la

convivialità, ispirata da un ambien-te rustico. Separata da una porta invetro è la braceria, fiore all’occhiel-lo de “Le Rocce”, l’angolo in cui lecarni acquistano sapore conqui-stando i palati dei buongustai.Nuovi spazi si aprono poi al pianosuperiore. L’ampia sala, arredatacon gusto e sobrietà, è illuminatada eleganti applique che ne fannorisaltare il pavimento in parquet ele nicchie alle pareti, in cui trovanoposto pregiate bottiglie di vino.Il tutto riporta ad una condizionedomestica della ristorazione, chenella sacralità dell’ospite e nellagenuinità dei prodotti portati intavola trova la sua massima espres-sione.

AAPPOORRIIRISTORANTE “LE ROCCE”Un trionfo di qualità

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Le tipicità campane nella cucinadi Silvana Ruggiero. E’ nell’acco-gliente atmosfera del suo risto-rante braceria che si possonoassaporare le bontà culinarie diuna cucina di territorio. Aromi esapori che rendono unica lagastronomia del Mezzogiorno,non a caso considerato la patriadella dieta mediterranea.Legumi, formaggi, carni sono gliingredienti fondamentali per “LeRocce”, il locale che sorge in loca-lità Monticelli di Sopra a MercatoSan Severino, nel cuore dellavalle a confine con le province diSalerno e Avellino. Si comincia dagli antipasti, in untourbillon di sapori che soddisfa-no anche i palati più esigenti.Sapori antichi di una cucina case-reccia, preparata con cura ed

esperienza dalle sapienti manidella proprietaria. Come resiste-re ai salumi e ai formaggi locali,alla mozzarella di bufala e ai latti-cini di Montella, e come allezuppe di legumi o alla minestramaritata in coccio. Si può trovarepoi a “Le Rocce” anche: trippa epolenta, fagioli in cotica di maia-le, frittate, lasagne di pane finoall’addensata di mallone conpatate, in crosta di pane e pepe-roncino, una delle vere tipicitàdella casa. Ma per chi volesseeccedere nei sapori sperimen-tando nuovi gusti, tra gli antipastitroviamo anche il “carpaccio nor-dico” ovvero carne di renna affu-micata con rucola e scaglie di

parmigiano. E per rispettare l’an-tica tradizione gastronomica ilristorante “Le Rocce” prediligecucinare le pietanze in tegami opentole di coccio, esaltando ilgusto delle materie prime utiliz-zate nella preparazione soprat-tutto dei primi piatti. Dalle laga-ne e ceci ai funghi porcini, airavioli di ricotta in salsa di noci egorgonzola, agli scialatielli al ragùd’oca, alla pasta e piselli, provolaaffumicata e tritata di mandorle,bontà queste che si affiancano aipiatti di pesce. Il pescato di gior-nata del golfo di Napoli vieneproposto con la pasta: pacchericon pescatrice in rosè, gnocchi aifrutti di mare o lasagne di pesce. Ma è con la braceria che “LeRocce” non teme rivali: salsicce ebistecche, dalla chianina allamarchigiana, sono un trionfo disapori, in alternativa la casa pro-pone: puntarelle di maiale inpapacelle all’aceto e patate,bistecca di montagna di montel-la, bistecca di maiale al sale. Un buon pranzo, accompagnatodall’ ottimo vino suggerito incarta, non può che concludersi indolcezza. Sbriciolona, pastieranapoletana o panzarotti al casta-gnaccio, c’è davvero l’imbarazzodella scelta.

Gusti d’altri tempi

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E’nel centro storico diEboli, nell’anticoborgo medioevalearroccato sulle colli-ne che dominano la

piana sottostante, che circa unaanno fa prende vita una singolareassociazione tesa alla promozionedelle tipicità culinarie del luogo:cinque giovani ed intraprendentiristoratori decidono di riunirsisotto il marchio “Le tavole delborgo” per tutelare non solo lacucina di territorio, ma soprattuttola storia del centro salernitano.Non solo ristorazione, dunque, mapromozione di iniziative e attività

tese alla valorizzazione delle bel-lezze storiche, paesaggistiche earchitettoniche, nonché delle tra-dizioni culturali dell’antica Evoli.Siamo, infatti, nel cuore dellapiana del Sele, uno degli ultimi pol-moni verdi della Campania, a metàstrada tra il capoluogo e l’areacilentana, ed è per preservare il

ruolo che per millenni ha ricopertoquesto territorio, crocevia natura-le per gli scambi commerciali con iComuni dell’entroterra lucano, chead Eboli si è deciso di investire inattività ricettive di qualità.Seguendo i dettami di Slow Food:mangiare sano attraverso una cul-tura del cibo tesa ad educare e sal-

vaguardare le biodiversità e le pro-duzioni alimentari tradizionali,riscoprire il piacere di stare in tavo-la, assaporando prodotti genuini edi qualità, diventa una priorità per:Gustavo Sparano, presidente del-l’associazione e titolare del risto-rante- vineria “Il Panigaggio”;Lorenzo Forlano dell’”OsteriaGattapone- cultura e poesia”;Carmelo Vignes di pizza e giardino“Vico Rua”; Liberato Santoro eBiagio Sica del ristorante “LaGirandola” e Rosalba Russo, titola-re della trattoria “Portadogana”.Tutti ebolitani, accomunati dal-l’amore per la propria terra e per ifrutti eccellenti che essa produce.

AAPPOORRIILE TAVOLE DEL BORGOIl piacere di stare a tavola

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I ristoratori delle “Tavole del Borgo” hannocreato così un proprio disciplinare secondoil quale nulla dovrà comparire sulle tavoledegli avventori che non sia alimento o pie-tanza preparata utilizzando i prodotti dellarigogliosa valle, famosa nel mondo non soloper la mozzarella di bufala campana doc, maanche per le abbondanti produzioni di car-ciofi, pomodori, agrumi e frutta in genere,molto richiesti soprattutto sui mercatinazionali ed internazionali. Per chi è alla ricerca di una cucina semplice,“casalinga”, dove la preparazione dei piattiavviene seguendo i dettami della trazionelocale, potrà rifocillarsi alla trattoria“Portadogana”, che accoglie l’ospite in unambiente accogliente e sobrio, offrendoanche dell’ottimo vino della casa. A pochipassi, annunciata una scalinata in pietraimpreziosita da ghirlande di fiori, si scoprel’osteria “Gattapone” che gode di una sug-gestiva balconata adatta nei mesi estivi percene romantiche e a lume di candela.

Arredato con gusto e curato nei particolari illocale nasce come luogo in cui appagaremente e corpo. Tradizione vuole che suitavoli dell’Osteria non manchi mai del buonvino ed un libro che Lorenzo Forlano eFrancesca Spera propongono per accompa-gnare il pasto, come avviene per il vino, con-servato in una cantina scavata nella roccia.Ottimi i primi proposti dallo chef che sposainsieme tradizione e innovazione ricercandosempre nuove formule nella preparazionedelle portate. Una sperimentazione continua è anche ciòche spinge Gustavo Sparano de “IlPanigaccio” a proporre ai sui tanti clientipiatti sempre nuovi, sebbene continui ariscuotere successo la specialità della casa, ilpanigaccio appunto, “piadina” tipicamentetoscana cotta a legna in ciotole di terracot-ta, un omaggio alla tradizione di famiglia.Ma è sulla ricerca delle materie prime diqualità, rispettando la stagionalità, chepunta Gustavo, conquistando chi è alla ricer-

ca dei saporipiù insoliti. Enon si può nonassaporare lat r a d i z i o n a l epizza ebolita-na, cotta nelforno a legna,sfornata da“Vico Rua”.Una fragranzaparticolare acquistano i suoi antipasti, tracui il tipico “ciauliello”, che come per i dolciRosalba Russo prepara amorevolmente per isuoi clienti. Vasta invece è l’offerta dellecarni in carta presso il ristorante LaGirandola che, ubicato a pochi metri dalcomplesso monumentale di Sant’Antonio, siapre a quanti amano una cucina di terra enon troppo elaborata. Luogo ideale perfeste private, incontri e cerimonie il localevanta un ampio spazio antistante dedicatoall’animazione per bambini. Alta qualità ericco ventaglio dell’offerta gastronomica èsu questo che scommettono i ristoratoriebolitani del centro storico.

Dagli antipasti alla pizza, la qualità d’obbligo

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Bontà d’altri tempi,“macchiavelliche” golo-sità sono quelle prodot-te dalla Nuova SantaRosa s.r.l. che da oltre

vent’anni opera nel settore dellapasticceria e della piccola rostic-ceria surgelata. Parte nel 1985 da Fuorni in pro-vincia di Salerno l’avventuraimprenditoriale di Antonio Botta,amministratore unico e cofonda-tore dell’azienda che, cresciutanel tempo, si è presto trasferitanel piccolo centro dei Picentini, aGiffoni Sei Casali. E' da qui che l'azienda comincia amuovere i primi passi afferman-dosi a livello nazionale ed interna-zionale contando su un processoautomatizzato, che oggi consentealla “Nuova Santa Rosa srl” diaffrontare con professionalità,esperienza e metodo i cambia-menti degli stili di vita e deimodelli distributivi. L'aziendadecide, infatti, di dotarsi di unsistema di qualità certificato con ilfine di presentarsi sul mercatonon più come una piccola aziendaartigianale, ma come un impresache ha fatto dell'artigianalità deisuoi prodotti un motivo di vanto,ottenendo nel 2006 la certifica-zione UNI EN ISO 9001:2000 perla produzione di semilavorati daforno dolci e salati per pasticceria. Si punta, quindi, sulla produzionedi croissant, sfogliatelle e krapfene, grazie all'impiego di circa centocollaboratori, scelti e qualificati,“Nuova Santa Rosa srl” ha saputoassecondare i gusti di una cliente-la sempre nuova e varia, affian-cando all’antica arte della pastic-ceria le tecnologie del freddo, riu-scendo a preservare qualità e

sapore dei suoi prodotti che sonooggi riconosciuti in tutto il Paese.Vere gustosità sono, infatti, isemilavorati da forno su cui si èspecializzata l'azienda salernita-na, prodotti come quelli per laprima colazione sono tra i piùrichiesti, equilibrati e leggeri sonoideali per donare all'organismoun giusto apporto calorico. Lelinee di produzione, infatti, nonsacrificano nulla della qualità arti-gianale, ma nello stesso temposoddisfano volumi di richiesta piùelevati, dettati dalla bontà di pro-dotti sottoposti periodicamentead analisi di laboratorio che neassicurano un elevato standardqualitativo. La collocazione sul territorio ed ilcontinuo confronto con la cliente-la ha permesso all'azienda di rea-lizzare prodotti nuovi, atti a soddi-sfare le richieste di una clientelasempre più preparata, esigenteed alla ricerca di prodotti innova-tivi. Ricco, infatti, è il ventagliodell'offerta che spazia dai tradi-zionali cornetti ai fagottini, dallebrioche alle ciambelle, fino allarinomata sfogliatella campana (laSantarosa, appunto) pronta inconfezioni monouso per esseregustata calda con una spolveratadi zucchero a velo. Non è un casoche il 30% dei pasticceri impiega-

ti in azienda è di origini campane.La tradizione artigianale propriadell'area mediterranea infatti con-traddistingue i prodotti della“Nuova Santa Rosa”, che trasfor-ma vere golosità in dolci pronti

per essere consumati. Il catalogodei prodotti accoglie anche picco-le bontà salate, rustici e pizzettesono una vera leccornia, imman-cabili nei banchetti o come stuzzi-cheria proposta da locali e bar.

AAPPOORRII

La qualità e la tracciabilità delle materie prime

Di certo le farine sono inassoluto un punto criticonella produzione di pro-dotti alimentari perpasticceria e, anche se aguardarle sembranotutte uguali, esistono sulmercato diverse qualità.Dopo anni di ricerca inItalia la “Nuova SantaRosa srl” ha trovato inMolini Riuniti e MoliniPizzuti, partners ideali per la fornitura di prodotti certificati, senza dimentica-re le semole del pastificio Antonio Amato che conferiscono sapore ed elastici-tà ai prodotti, preparati selezionando oculatamente gli ingredienti utilizzatisul territorio nazionale, sebbene non manchino influenze d’oltreoceano. Conl’apporto di una particolare qualità di farina importata dagli States, infatti, lapasta lavorata acquista maggiore elasticità ed è favorita nel processo di surge-lazione, a cui tutti prodotti finiti vengono sottoposti. Le paste ripiene, così surgelate, sono quindi pronte per essere cotte e gustateancora calde, preservando intatte tutte le proprie caratteristiche di cremositàe morbidezza. Grande attenzione, inoltre, viene riservata alla scelta anchedello zucchero, del burro, delle marmellate e delle confetture, rigorosamen-te a marchio Ambrosio, leader a livello nazionale ed internazionale nella pro-duzione e nella lavorazione di prodotti dolciari destinati al processo industria-le o alla grande distribuzione. E' soprattutto nei prodotti della “Nuova SantaRosa srl”, dunque, che possiamo riscoprire tutto il sapore e la genuinità delmade in Italy.

SSNUOVA SANTA ROSAI segreti dell’arte pasticcieracampana

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Prima regola per gliamanti della carne èsaperne riconoscerefreschezza e qualità; daquelle più pregiate alle

“nostrane” non è cosa faciledistinguerne i gusti e per nonincorrere in errore basterebbeseguire i consigli del ristorante“O’ priore” che proprio sullavarietà di carni da cuocere allabrace scommette da anni. Unvasto assortimento, vanto dellafamiglia Ferri, che continua aconquistare vecchi e nuovi clien-ti, tra cui non mancano i palatipiù esigenti sempre pronti aricercare sapori nuovi ed insoliti. Una cucina di territorio in cuitrovare il meglio di quanto offreil ricco panorama gastronomicoitaliano e non solo e, rispettan-do l’antica tradizione di famigliae seguendo le orme di papàNando, emiliano doc, I fratelliMarco e Gianluca Ferri hannodeciso di investire nel campodella ristorazione specializzan-dosi in piatti e portate tipica-mente emiliani (ma non solo).Dall’Emilia Romagna, patria disucculenti primi piatti e dellecarni bovine e suine di prima

qualità, alla Campania, cullaindiscussa di sapori e aromi tipi-ci del bacino mediterraneo e chene fanno una regione il cuipunto di forza è nella varietà enella genuinità delle materieprime, la cucina de “O’ Priore” ètutta una scoperta. E’ dalla Pianura Padana cheMarco importa non solo prodot-ti dop e Igp che trasforma magi-stralmente in cucina grazie allasua forte passione per la buona

tavola, ma anche tecniche dipreparazione e “segreti”, appre-si in anni di esperienza a ReggioEmilia nel settore della ristora-zione. Ed è proprio nella tratto-ria-braceria aperta a Sarno, nelcuore del Salernitano, che si è

voluta riassumere tutta l’altaqualità del Belpaese, sebbene lacuriosità e l’estro dello “chef” loabbiano portato nel corso degliultimi anni a volgere lo sguardoanche ad altre specialità prodot-te nel mondo, a cominciare dallecarni importate dall’America, dalGiappone, dai paesi baltici. Macome proporre ai clienti una cosìvasta scelta di carni dai tagli edai sapori così diversi? Nulla dipiù facile che suggerire, a chi

decide di sostare ai tavoli dellatrattoria-braceria, un insolito“menu degustazione”: si partecon assaggi di carni dal saporedelicato come l’Angus irlandeseo argentino, per poi passare allamanzetta prussiana, alla scotto-

na dei paesi baltici o al vitelloKobe giapponese, concludendocon assaggi di scottona italianabianca, chianina, marchigiana. “I miei prodotti, scelti oculata-mente nel pieno rispetto dellaqualità e tipicità - spiega conorgoglio il titolare- non sonosottoposti a “frollatura”, un trat-tamento delle carni a 0° che lerende sì più tenere al palato, mache di fatto ne altera le proprie-tà organolettiche. Pertanto pre-ferisco che i miei clienti assapo-rino un prodotto fresco, nontrattato e cotto al momento”.Basterà, infatti, osservare laricca vetrina posta in sala perrendersi conto della infinitavarietà di carni che la braceriapuò offrire ai clienti, dove nonmancano certo salsicce locali otoscane, particolarmente aro-matizzate.

AAPPOORRIICARNI ITALIANE E DAL MONDOALLA BRACERIA “O PRIORE”

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In un ambiente accogliente, rustico, “caldo” anche per la presen-za di un imponente camino in sala, si potrà riscoprire tutta labontà del pane e della pasta fatta in casa e sarà difficile resisteread un piatto come tagliolini al tartufo o strozzapreti con ragù disalsiccia (della tradizione romagnola), alla pasta e cavolfiori allacarbonara o all’ottima polenta abbianata a legumi o quaglie.Rivisitazione della “cassuola” milanese è, invece, la verzata concostine di maiale, salsiccia, verza e fagioli. Un menu in continuaevoluzione, dunque, quello de “O’ Priore” che ama proporre aisuoi clienti piatti sempre nuovi e freschi, rispettando per questol’alternarsi delle stagioni. Per domare i morsi della fame sui tavo-li de “O’ priore” ad accogliere i clienti sarà la pizza “cacio e pepe”,una margherita fumante su cui verrà spolverato pepe e formag-gio pecorino, o particolari grissini al lardo di colonnata cheaccompagneranno gli antipasti o i vari formaggi proposti dallacasa, tutti rigorosamente made in Italy, compreso il parmigiano dibufala (produzione cremonese). E sarà inevitabile la scelta di unbuon vino tra le maggiori etichette nazionali presenti in carta,dove attenzione particolare è data soprattutto ai campani (dadegustare anche al bicchiere)Una nota particolare va riservata ai dolci. Una carta che si aggior-na anche più volte alla settimana e che racchiude golosità d’ognisorta prodotte in casa: dalla torta “mantovana” con pinoli e noc-ciole sbriciolate, ai dolci secchi e cantucci da offrire per accompa-gnare passiti siciliani, vin santo o barolo chinato, completando indolcezza un pranzo che sarà difficile da dimenticare.

PASTA, PANE E DOLCI: TUTTA LA QUALITÀDEI PRODOTTI FATTI IN CASA

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‘Opriore”, è un risto-rante che per certiversi rispolvera latradizione dellacucina campana

sposandola con le bontà culinarieproprie dell’Emilia Romagna: unconnubio risultato vincente per idue fratelli Ferri, Marco e Gianluca,che hanno deciso di proseguire nelcampo della ristorazione ereditan-do esperienza e professionalità.E’ nel cuore di Sarno, in provincia diSalerno, che nel lontano 1955 sidecise di avviare un’attivitàimprenditoriale che promuovessela buona cucina, fatta di prodottigenuini e di alta qualità, ed il rispet-to dell’ospite, come a rievocarel’antica "xenìa", valore su cui si fon-dava la civiltà greca e che regolavai rapporti sociali. Ai tavoli di Carmine Crescenzo e di

sua moglie Ermelinda Tramutoloera possibile rifocillare mente ecorpo assaporando le specialitàlocali, quelle preparate con i pro-dotti provenienti da un territorioposto alle falde del monte Saro e

vicino al fiume Sarno. Anguille,‘iammarielli’ e granchi di fiumeerano pietanze ricercate nella trat-toria che già al tempo rappresenta-va un solido punto di riferimentoper viandanti e per quanti decide-

vano di sostare all’ombra dellaricca vegetazione pedemontana,costellata da sorgenti e corsi d’ac-qua. Negli anni sessanta la trat-toria fu tramandata alla figlia,Maria Rosaria Crescenzo, e a suomarito, Nando Ferri, originario diReggio Emilia: così le generazionisi susseguono e il tempo passa,ma la passione per la cucina ed ilforte legame con il territorio raf-forzano le radici e spingono laterza generazione, i due fratelli

Marco e Gianluca Ferri con lerispettive mogli Emilia e Graziella, arinnovare ed arricchire quantolasciato in eredità, e farlo al meglio. La trattoria- braceria “O’ priore”, agestione familiare, sopravvive dun-que a mode e gusti e offre oggi unascelta variegata di prodotti rigoro-samente di stagione, che i due tito-lari amano suggerire personalmen-te al cliente. I due non amano con-fezionare menu turistici, ma prefe-riscono proporre pietanze e piattidi giornata, in un susseguirsi di suc-culenti portate che riassumono

quanto di buono ci sia nella cucinadel Belpaese. C’è da chiedersi per-ché scegliere un nome come “o’priore” per il proprio ristorante.Cosa significa per la famigliaCrescenzo, divisa tra Sarno eReggio Emilia? E’ il titolare a svela-re l’arcano, a non nascondere chequell’epiteto non è nient’altro cheun omaggio alla memoria di unavo: al bisnonno, campanaro delpaese, da tutti indicato come “o’priore”.

AAPPOORRIIRISTORANTE “O’ PRIORE”Tradizione e qualità in tavola

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Ma la vera specialità della casa, il prodotto su cui hanno scommesso i duefratelli Ferri è la carne alla brace. Non solo salsiccia napoletana e maiale della cinta senese, scottona bian-ca italiana, costata piemontese, costata marchigiana, chianina e salsicciatoscana, ma anche angus argentino, scozzese e brasiliano, bisonte ame-ricano, black angus americano, vitello Kobe giapponese, manzetta prus-siana, costata irlandese. Per gli appassionati di carne c’è solo l’imbarazzodella scelta. La varietà dei prodotti trattati dalla famiglia Ferri è voluta peroffrire un ventaglio di gusti e odori internazionali. Ma tra gli antipasti nonpossono certo mancare formaggi come il parmigiano di bufalo 24 mesi,la caciotta sarda con latte di capra o quella romana, o salumi quali il pro-sciutto di Parma, la finocchiona toscana, il salame felino, la coppa o ilguanciale emiliano.

Carne alla brace dal sapore internazionale

Alla trattoria, posta su un piano rialzato,da poco ristrutturato ed arredato congusto, si possono assaggiare piatti dellatradizione, arricchiti dalla qualità di pro-dotti sempre freschi e da una sapientecombinazione di aromi e fragranze.“Mai mentire al cliente”, questa la rego-la per i fratelli Ferri che amano mante-nere con chi siede ai tavoli un rapportoschietto e diretto. La pasta e patate concaciotta affumicata cotta nel forno a legna, pasta e fagioli con cotica,lasagne e tortelli emiliani, bucatini alla priora (lardo, aglio e basilico fre-sco), ricetta della nonna Ermelinda, sono solo alcuni dei primi piattisuggeriti e preparati con cura. Ricca e varia anche la cantina, tre letante etichette trionfano doc ed igt campani, sebbene sia presente unadiscreta selezione di vini provenienti da altre regioni italiane. La tratto-ria “O’ priore” propone inoltre degli ottimi dolci preparati in casa dallesapienti mani degli chef, nonché la tradizionale pizza campana, chepotrebbe sostituire o accompagnare il pranzo.

Cucina campano-emiliana,la carta vincente

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E’per mangiar bene,per scoprire lagenuinità dei pro-dotti di una terravasta ed incontami-

nata come il Cilento, per dettarerigidi parametri di riferimentonella preparazione dei piatti dellatradizione gastronomica cilenta-na, che nasce “La Regola”. Un’associazione sorta nel 2005da un gruppo di appassionatidella cucina locale con la volontàdi preservare le produzioni tipi-

che, unita alla voglia di coinvolge-re un pubblico sempre più vastonella scoperta di prodotti di nic-chia capaci di conquistare mentee palato. Proprio giocando sul

nome stesso dell’associazioneche “ReGola” diventa il cardine diun progetto più ampio ed artico-lato: aprire nel cuore dell’anticocentro di Salerno un’osteria, unluogo nel quale abbandonarsi aisapori e agli aromi di una cucinafamiliare, domestica, in cui sti-molare i sensi attraverso le pie-tanze genuine preparate dallesapienti mani delle massaie. Lafigura della donna in cucina,infatti, è tutto per “L’OsteriaCanali”, scelta come sede dell’as-sociazione nel suggestivo cardoromano del centro storico diSalerno. Sono la manualità e,soprattutto, l’esperienza di unatradizione culinaria tramandatanel tempo a far sì che ai fornellidell’osteria ci siano donne, uni-che custodi di una cucina intesacome espressione di una specifi-ca area geografica. Non è facileresistere alla bontà della pasta

fatta in casa, dove la lavorazioneartigianale dei prodotti ne esaltaqualità e gusto. Cavatielli, laganeo ravioli di ricotta, preparati amano rispettando con rigore latradizione gastronomica, diven-tano piatti irrinunciabili per chidesidera conoscere ed assapora-re la cucina cilentana. Ma è nella preparazione dei pro-dotti freschi, nella scelta oculatadegli ingredienti da abbinare efondere in piatti ben dosati e stu-diati per soddisfare ogni palato,che risiede il successo de“L’Osteria Canali”, sulle cui tavolesi ritrovano esclusivamente pro-dotti di alta qualità, dietro i qualivi è una meticolosa ricerca, un’at-tenta selezione, seguendo i det-tami del mangiar bene, di cui l’as-sociazione Slow Food si fa daanni portavoce. “Non portiamoin tavola prodotti finiti, né bevan-de gassate”, sottolinea Gerardo,che si occupa della scelta dei pro-dotti e che con Sabrina, la suacompagna, cura gli ospiti in sala.Bisognerebbe dire soci, in quantoai tavoli dell’Osteria Canali siedo-no coloro che decidono di “asso-ciarsi” e di sposare una specificafilosofia culinaria. Ad oggi sonomoltissime le tessere associativesottoscritte, testimoniando lapresenza di una “piccola” comu-nità di appassionati ed intendito-ri che nel tempo ha arricchito erafforzato il progetto de “LaRegola”.

AAPPOORRIIOSTERIA CANALI: “LA REGOLA”DEL MANGIAR SANO

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Accomodandosi ai tavolidell’Osteria Canali si resta avvoltida un ambiente accogliente,caldo, familiare, in cui domina illegno, rapiti dalle scenografichecascate di pomodori, aglio e pepe-roncini intrecciati sospesi al soffit-to da una trave. Il locale è dotatoanche di una seconda sala, più pic-cola, discreta, spesso messa adisposizione su prenotazione deisoci per incontri riservati o cene dilavoro, ma anche utilizzata per ini-ziative culturali come mostre d’ar-te e serate di lettura che periodica-mente vengono proposte dall’as-sociazione. Singolare, infatti, è tro-vare accanto al menu tradizionaleaggiornato periodicamente,anche quello dedicato alle “ricetted’autore”, ovvero a piatti ispirati afamosi testi letterari: “Uova inPurgatorio” dal genio di Eduardo

De Filippo; la “pasta ‘ncasciata”del commissario Montalbanodescritto da Camilleri; o il “pepero-ne imbottito” in “Dolce come ilcioccolato” di Laura Esquivel, o il“tortino di baccalà” di JorgeAmado ne “La cucina di Bahia”.Un tocco di poesia accompagnadunque l’estro della cucina de“L’Osteria Canali”, in cui la regola èla preparazione di piatti di altaqualità utilizzando prodotti tipica-mente cilentani: dai fagioli diControne ai ceci di Cicerale, finoalle alici di menaica, senza trala-sciare i prelibati sottolii preparaticon puro olio extravergine d’olivadi San Mauro La Bruca e diCentola. Sono poi la “minestrastrinta”(verdure di campo, pane eolio d’oliva) o la “genovese dimanzo” (scamone e cipolla bian-ca) i piatti più richiesti, dove si

riscopre tutta la genuinità e labontà di una cucina povera domi-nata da sapori e odori spessodimenticati. Sebbene la scelta nonsia vastissima, ampio spazio èdedicato ai vini campani, soprat-tutto cilentani, scelti con cura epassione, senza però tralasciare igrandi classici italiani. Un occhio diriguardo è alle le piccole produzio-ni di nicchia, come ai microbirrificiitaliani ed in particolare campani,un settore questo seguito con pas-sione ed esperienza da Gerardo eche offre percorsi ancora inesplo-rati e prodotti spesso davvero stu-pefacenti.

POESIA E ARTE NELLA CUCINA CILENTANA

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E’ispirandosi alla Romapompeiana, ai tempidella prosperosaCampania felix chePasquale Falcone

decide di aprire nel Salernitano la“Taverna 79 d.C.”, e precisamentea Cava de’ Tirreni, a pochi metridall’uscita autostradale. Un ristorante braceria concepitoper offrire ai clienti il comfort e l’ac-

coglienza di una antica domusromana, regalando così suggestio-ni di altri tempi. Questo e moltoaltro ancora offrirà la “Taverna 79d.C.” a quanti decideranno disostare ai suoi tavoli, cullati da suc-culenti manicaretti e avvolti da unasuggestiva atmosfera che richiamaalla mente la magnificenza dellaRoma pliniana. Il triclinio, come la tradizione patri-zia imponeva, sarà il luogo doveospiti e commensali potrannointrattenersi e consumare i pasti e,come nell’antichità, scoprire le pre-

libatezze di una terra ricca efeconda come la Campania. Ilpranzo era un rituale nella vitadegli antichi romani e lo è oggiper Pasquale Falcone che havoluto ricostruire il fascino deisuggestivi peristilii, ove gli anti-chi solevano trascorrere iltempo nelle calde serate estive.L’equilibrata ricercatezza degli

interni in stile pompeiano accoglie,quindi, gli ospiti in ambienti con-fortevoli e carattaristici, in un sus-seguirsi di sale in cui a dominaresono il lungo banco del bar, la bra-ceria ed il camino.

AAPPOORRIITAVERNA 79 D.C.Una domus romana nel cuore di Cava de’ Tirreni

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Ebbene “Taverna 79d.C.” di PasqualeFalcone si presentaagli occhi del visitato-re come un luogoinsolito, ma al tempostesso familiare,ponendosi come unviaggio a ritroso neltempo alla ricerca distili e gusti del passa-to valorizzati attra-verso una rivisitazione in chiave contemporanea di una cucina tuttada scoprire. Le ricette proposte dallo chef Peppe Vernale hanno, infatti, una sto-ria di almeno cento anni, come sottolinea lo stesso titolare, rispettan-do la genuinità e la freschezza dei prodotti, vero punto di forza di ter-ritori come la Magna Graecia ed il Sannio a cui si ispira la gastrono-mia proposta dalla “Taverna 79 d.C.”. La tipica mozzarella di bufala, la pasta e fagioli, le “tagliatelle alla pom-peiana”, la pizza rustica, la pastiera, la milza con la mentuccia, la par-migiana di melanzane, la minestra maritata o il baccalà alla napoleta-na, sono solo alcuni dei tanti piatti della tradizione culinaria campanache sarà possibile assaporare ai tavoli della taverna, dove non man-cheranno ottimi antipasti come i salumi proposti “a cascatella” con iltagliere antichi sapori. E poi come resistere alla bontà della pasta fatta in casa, preparatarispettando i canoni dell’antica tradizione delle massaie campane,oppure ai dolci e alle marmellate, confezionate rigorosamente conprodotti freschi e di stagione. Un tripudio di sapori che non lasceràcerto indifferenti quanti decideranno di sostare ai tavoli della“Taverna 79 d.C.”. Una menzione particolare spetta poi alle specialità cotte alla brace.Le carni, selezionate accuratamente e sempre fresche, provengonoda allevamenti non solo italiani. La “Taverna 79 d.C.” infatti, offre una ampia gamma di prodotti tra ipiù rinomati al mondo come le carni danesi, argentine, irlandesi eamericane. La loro preparazione è su brace da legna, che ha sì biso-gno di una preparazione più lunga (quasi un’ora) ma offre una cottu-ra ottimale esaltandone qualità e sapore. Condizione fondamentale per una buona cottura della carne, secon-do Pasquale Falcone, è che la brace sia caldissima con una lieve vela-tura di cenere, e che non presenti carboni neri. In menù possiamo,dunque, trovare bistecche ai ferri, filetti, costata, tagliate ai funghiporcini con rughetta e parmigiano, e ancora arrosticini di pecora, sal-sicce dolci e piccanti.

In tavola i prodotti della Campania Felix

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Per la pasta 300 gr. di farina 00; 100 gr. di farina di semola; Vino delle falde del Vesuvioq.b.Per il condimento 4 pomodorini secchi sott'olio del Cilento; 1 cipolla; olio q.b.; due cucchiai diparmigiano grattugiato; ricotta di bufala campanaPreparazioneMescolate le due farine, disponete a fontana e aggiungete tanto vino, fino arendere un composto sodo.Lavorate e lasciate riposare per almeno trenta minuti. Trascorso il tempostendete la pasta e formate le tagliatelle.Scolate i pomodorini dall'olio di conservazione e tagliateli a piccoli quadret-ti. Scaldate poi dell'olio e unite i pomodorini e la cipolla tritata finemente.Lasciate soffriggere per 5/10 minuti a fiamma moderata . Salate. Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua salata e scolatela quando la pastaè “al dente”; mettetela nella padella con il sugo, aggiungete il parmigiano emantecate per qualche minuto, aggiungendo nel finale un perlina di ricottadi bufala.

Peppe Vernale svela il segreto della Tagliatella alla Pompeiana

UNA RICETTA PER I LETTORI

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Il segreto della vera pizza?Pochi gli ingredienti, sem-plici e di prima qualità: fari-na OO, acqua e sale, null’al-tro occorre per uno dei pro-

dotti più invidiati al mondo tar-gato made in Italy. Ed èGiuseppe Sorrentino il custodedel segreto per preparare del-l’ottima pizza, cotta rigorosa-mente nei forni a legna de “I TreMonelli”. Il ristorante- pizzeria sorge in viadei Goti, 152/160 ad Angri, posi-zionato a 50 metri dall’uscita auto-stradale e visibile grazie all’ampiospazio antistante allestito contavoli e gazebo. Posizionato su duelivelli il locale, condotto a gestionefamiliare, è ideale per consumarein piena tranquillità pietanzegenuine dal sapore “antico”.

Nasce nel 1993 da papà Giovannil’idea di mettere su un ristorante,considerando l’esperienza in cuci-na di sua moglie, la signoraMalafronte originaria di Gragnano,da cui il giovane Giuseppe ha coltoi segreti della pasta lavorata amano. Presto spiegata la scelta delnome. I due decisero di dedicarequesta nuova attività ai loro trefigli… i tre monelli, appunto. Ementre Giuseppe si occupa deiforni, ben tre a dominare la salaprincipale, in cucina Alessio Pepecrea ai fornelli succulenti specialità

da servire in tavola, curando neidettagli la scelta e la composizionedei piatti. Qualità e freschezza deicibi rendono la cucina de “i tremonelli” un autentico esempio digastronomia campana, in cuidominano ortaggi e verdure di sta-gione, nonché formaggi e salumioculatamente selezionati tra leproduzioni locali. Giunti ad Angri, dunque, non sipuò non far tappa al ristorante deiSorrentino, aperto in estate tutti igiorni della settimana, mentre è ilmercoledì, il giorno di chiusuranella stagione invernale. Sebbene nutrito sia il menu pre-sentato ai clienti, a “I tre monelli”si è sempre ben disposti a suggeri-re il piatto del giorno o quantomeno le diverse specialità elabora-te periodicamente dallo chef. Nonsi può fare a meno, ad esempio,delle tagliatelle con salsiccia, porci-ni e pomodorini, annunciate dal-l’antipasto “tre monelli”, ricco diverdure ed assaggi di ogni genere:dalla parmigiana di melanzane,alle pizze rustiche, passando per lapiccola rosticceria. Chi ama i sapo-ri campani non può non sostare aitavoli de “i tre monelli”, lasciando-si trasportare dagli aromi di unacucina di territorio. Il menu èvariegato e risponde alle più diver-se esigenze, ma è sulla carne chescommettono i titolari. Dell’ottimaargentina, come i misti di carnenostrana, fanno de “I tre monelli”punto di riferimento per amanti e

buongustai delle carni rosse. Uno stile rustico è quello scelto daiproprietari per la sala dedicata alristorante, in cui domina il legno ela pietra. Pareti rivestite in mattonied un arredamento che richiamaalla mente quello delle antichelocande regalano alla salaun’atmosfera accogliente e fami-liare, a cui si aggiunge la cortesia,l’ospitalità e la professionalità dellostaff. E in vista della bella stagionei titolari hanno pensato di allestireanche l’ampio piazzale antistante.Tavoli e sedie posizionati sottoampi gazebo garantiscono zoned’ombra ideali per pranzare all’ariaaperta. Contemporaneo, invece, lostile scelto per l’ampio spazio alpiano terra dedicato all’area selfservice. Arredata con gusto la sala del fastfood, che vanta circa 180 posti,consente di consumare un pastofrugale a chi ha poco tempo o amala praticità in una breve sosta. Suibanchi vetrina le specialità di unarosticceria “fatta in casa”. Arancini,crocchè di patate, frittelle di ogniforma e rustici dai gusti diversi tro-neggiano in bella mostra, accantoa pizze e panuozzi. Vasta la sceltadei gusti, oltre quaranta le ricettesperimentate dalla famigliaSorrentino ed apprezzate dallaclientela. La specialità? La pizza alpesto, a cui si possono aggiungere

champignon e speck, oppure pata-te, pancetta, provola e parmigia-no, che risulta al gusto una verabontà da non perdere. E peraccompagnare la pizza non si puòprescindere dalla scelta di unaclassica “bionda”, bevanda moltogradita soprattutto nella stagioneestiva per combattere la calura.L’offerta è ampia e spazia dabirre tradizionali a quelle a dop-pio malto. Ma se si preferisce èpossibile degustare dell’ottimovino campano dell’azienda “LeGrotte del Sole”, che ha scelto diinvestire in cinque aree di produ-zione come Campi Flegrei,Irpinia, penisola SorrentinaVesuvio ed agro aversano, le cuipeculiarità ambientali rendonola viticoltura di casa Martusciellodi particolare pregio.

AAPPOORRIILA SCUOLA DEGLI ANTICHI PASTAIRIVIVE NEI PIATTI DEI “TRE MONELLI”

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Ha origini lontanissimela coltivazione dellavigna in Campania,dalle colonie grecheall'Impero romano le

tecniche della viticoltura si diffu-sero in tutta Europa sviluppandoun'intensa attività di esportazionedel vino. Plinio il vecchio già nel Isecolo d.C. offre un ampia docu-mentazione di quelli che al tempoerano i cosiddetti “vini degli impe-ratori”: vitisi hellenica; amineagemina; vitis apiana; aminea lana-ta e uve alopeci (aglianico, greco,fiano, piedirosso, coda di volpe).Ed è come omaggio alla tradizionedell'antica Enotria, ad un territo-rio come l'Irpinia ricco di vitigniautoctoni e di una profonda cultu-ra enologica che oggi nasce in pro-vincia di Avellino “Vinaccerie diTufo”.L'azienda punta sui distillati diqualità, sulle grappe prodotteesclusivamente da vinacce mono-vitigno campane per regalare adun pubblico, sempre più attentoe, quindi, esigente, sapori e profu-mi freschi ed insoliti. E', dunque,sull'affinamento dei docg che sispecializza “Vinacceria di Tufo”,Greco di Tufo, Fiano e AglianicoTaurasi, su questi scommette perrilanciare il ruolo dei distillati nellafiliera enologica campana. Le vinacce distillate, la cui qualitàè rigorosamente certificata, pro-vengono tutte da territori campa-ni, frutto di una politica legata allavalorizzazione delle tipicità localie, pertanto, ad una produzione a“chilometro zero”. Come sottoli-

nea lo stesso Rino Severino,amministratore della società, “si èvoluta offrire una possibilità aitanti coltivatori del territoriocostretti a lunghi viaggi per poterdistillare le proprie vinacce. Siaffrontavano grossi rischi per ilcarico raggiungendo stabilimentisituati a centinaia di chilometri didistanza, per la maggior parte nelnord Italia”. Oggi a Tufo, nel picco-lo comune dell'avellinese, l'azien-da ha deciso di investire su pro-dotti nati dal trattamento di uveesclusivamente campane, chehanno da subito conquistato l'in-teresse di intenditori ed appassio-nati fino ad investire fette di mer-cato sempre più ampie, sebbenela produzione resti comunque

limitata e destinata ad un target diclientela medio-alta.E' ancora l'amministratore dellasocietà a spiegare l'immane lavo-ro tecnico-organizzativo alla basedel nuovo progetto imprendito-riale avviato nei territoridell'Irpina, dettato da un forteradicamento al luogo d'origine.Da una famiglia di coltivatoridiretti Rino Severino giunge allaconsapevolezza di una svoltadoverosa per promuovere undistillato campano d'alta qualità.Per far questo occorreva non soloricercare il meglio, e la scelta ditrattare vini docg va appunto inquesta direzione, ma anche riusci-

re a dare una veste nuova ed ori-ginale al prodotto finito. E' nellacura del dettaglio che si intuisce lapassione e la tenacia dei soci di“Vinaccerie di Tufo srl”, esigentinel ricercare la qualità anche nelpackaging. Eleganti, infatti, le bot-tiglie di vetro extrabianco, la cuiforma richiama alla mente la piùtradizionale fiaschetta di brandy,ma che riportano una innovativaetichettatura. Caratteri brailleidentificano, infatti, i prodotti con-sentendone il riconoscimentoanche al tatto, formula studiataper offrire anche ai non vedenti lapossibilità di individuare e sceglie-re il prodotto preferito.

AAPPOORRIIVINACCERIE DI TUFOLa vera anima dei DOCGcampani

SSUn universo tutto da scopri-re è questo dei distillati e che“Vinaccerie di Tufo” punta apromuovere non solo suscala nazionale. Reduce daun'intensa tre giorniall'Acquavite Italia diPerugia, l'azienda avellineseporta a casa consensi e plau-si per i prodotti presentati algrande pubblico. Tre le grap-pe bianche di docg irpini:Apianae (vinacce di Fiano diAvellino); Hellenica (vinaccedi Agliano di Taurasi) e Sulphur 1866 (vinacce di Greco di tufo), que-st'ultima anche affinata in botti di rovere per un periodo di sei mesi.Ma un nuovo prodotto irrompe sulla scena, una grappa dal saporemorbido, delicato seppur complesso e difficilmente classificabile: è“Affinità Irpine”. La sua particolarità sta nell'essere il frutto di un mixequilibrato e ben studiato dei tre docg irpini; le vinacce, infatti, distil-late separatamente vengono poi affinate insieme in botti di rovereper almeno sei mesi. Ne vien fuori un prodotto davvero unico peraroma e gusto. Intanto “Vinaccerie di Tufo”, che aderisce alConsorzio Campania Acquaviti, ha pianificato un fitto cartellone diappuntamenti che porteranno questi prodotti sui mercati internazio-nali cominciando dal nord Europa: Danimarca, Norvegia, Svezia,Lettonia. Dal 3 al 5 maggio, inoltre, con il supporto dell'Unioncameredi Avellino, “Vinaccerie di Tufo” sbarcherà anche in Brasile. Ma nonsolo all'estero, Rino Severino ha pensato ad un calendario di degusta-zioni che coinvolgerà locali ed enoteche campane.

La grappa campana approda in Europa

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Page 36: AROMI E SAPORI

&AAspeciale RROOMMII

E’la personalitàcamaleontica diLeonard Zelig, il tra-sformismo identita-rio del soggetto,

scritto diretto ed interpretatodal grande maestro del cinemacontemporaneo Woody Allen adaver ispirato il nome cheVincenzo Brevi ha scelto per lasua caffetteria. Sebbene non glidispiaccia il riferimento alla notatrasmissione televisiva, l’ideache lo ha spinto a cimentarsi inquesta nuova avventura impren-ditoriale è identificarsi total-mente con la propria clientela,soddisfacendo al meglio, quindi,le relative esigenze. “Zelig” apre i battenti cinqueanni fa nel cuore dello ShoppingCenter Plaza a Mercato SanSeverino e da subito si imponecome luogo di ritrovo elegante eal tempo stesso trendy, richia-mando soprattutto l’attenzione

del mondo giovanile,sempre più esigente edattento alla scelta e allaqualità dei prodotti e deiservizi offerti. Il locale,concepito dal titolare perregalare, oltre al comfort,atmosfere accattivanti esempre nuove, è diviso daampie vetrate in treambienti distinti, arredaticon gusto minimalista:una sala interna attrezza-

ta per la sosta con tavoli e sedie,una “esterna” o sala fumatori incui dominano materiali come illegno wengè e l’acciaio, ed unaterza sala arredata con pouf ecubi di stoffa. Viola e glicine: icolori dominanti sotto la grandecupola di vetro e acciaio. Ma èlungo i 20 metri del banco ad“U” che risiede la vera animadello Zelig, in cui si può spaziaredalla caffetteria al reparto dolci,alla cocktailleria.

AAPPOORRIIZELIG CAFÈ: GUSTO, STILE ETENDENZA ALLO SHOPPINGCENTER PLAZA

SS

Gli ambienti godono di un perfetto sistema di illumi-nazione, che consente al locale di cambiare veste edassumere un nuovo volto con il calare del sole. E’ lasera, infatti, che appare l’altra anima dello “Zeligcafè”, quella che nonostante la chiusura del centrocommerciale Plaza si apre al popolo della notte.Giungono da ogni dove, anche e soprattutto da fuoriComune, come sottolinea lo stesso titolare, i clientidello Zelig sono guidati dal desiderio di ritrovarsi inun luogo in cui stile e qualità sono la regola. Arredato con gusto e dal design moderno, lo Zelig,che gode di un ampio parcheggio antistante, è unambiente esclusivo dove trascorrere piacevoli serate,cullati da un’atmosfera calda ed accogliente, impre-ziosita da singolari appliques a sospensione, pareti inmosaico e gigantografie retroilluminate che fanno

del locale un posto davvero alternativo per gliamanti del buongusto e dello stile made in Italy. E’ Vincenzo a spiegare con quanta cura si scelgono iprodotti che lo Zelig offre ai propri clienti. Oltre diecii gusti di caffè, tra i quali si consiglia lo “zelig” (caffèalla nocciola con aggiunta di liquore). Non mancanole cioccolate (ottima la bianca) ed i the. Ricco il bancopasticceria, il meglio della produzione artigianalecampana con tipicità napoletane e salernitane; nonda meno è la stuzzicheria: rustici ed olive accompa-gnano molto spesso ricchi aperitivi che ogni quindicigiorni lo Zelig propone ai clienti nell’ambito degli“happy hour” organizzati a partire dalle ore 20,30. Leserate, ad ingresso gratuito e con consumazione nonobbligatoria, sono animate da ottima musica graziealle performance live del dj. Ma allo Zelig cafè sipotranno degustare anche squisiti panini alla piastra,preparati artigianalmente seguendo l’antica tradizio-ne culinaria della costiera sorrentina.

IL BY NIGHT CHE NON DELUDE

Ma lo Zelig cafè di VincenzoBrevi non è solo caffetteria,anzi il vero cuore pulsante è lospazio riservato ai cocktails.Oltre ai tradizionali“Alexander”, “Pina Colada” o“Mojito”, nel locale vengonoservite squisite combinazionidi bevande analcoliche chenon hanno nulla da invidiare aicocktails alcolici più in delmomento, in quanto a gusto equalità. La frutta è il lorocomun denominatore, adatta achi predilige una sana bevutain compagnia degli amici.Altissima qualità poi nell’offer-ta di distillati e long drinks:

sono oltre cinquanta le etichetteche fanno bella mostra nelle scin-tillanti vetrine dello Zelig, pronteper essere scelte dai più rigorosiamanti del genere. Il personale sipresenta qualificato, elementoquesto che contraddistingue loZelig cafè e che è alla base dellascelta del titolare: tutti i collabora-tori, rigorosamente in divisa, par-tecipano periodicamente a corsi diaggiornamento e formazione permigliorare la qualità del servizioofferto alla clientela.

NON SOLOMOJITO

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