Il tempo - Fondazione I.P.S. Cardinal Giorgio Gusmini · gente, avere la testa sulle spalle e...

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Il tempo

Cammina il tempo vecchio quanto il mondo e nel grande sacco sulle spalle porta l’ansia e il dolor, la gioia e la tristezza ed i travagli tutti della vita. Sembra stanco il suo passo, ma nel volger dei suoi giorni veloce se ne fugge, non s’arresta e tu, che un giorno avevi ricci biondi quansi d’incanto un dì, bianca hai la chioma. Ma non s’arresta il tempo, fugge ancora e in una scia che non trova fine lascia il rimpianto e l’onda dei ricordi che con te porti e non puoi cancellar. E ti tormenta il tempo che cammina se ti ritrovi con le mani vuote. Par che dica: - Che hai fatto? Che hai fatto? Oro, t’avevo dato con la vita! Oro, m’avevi dato vecchio tempo, ma le bufere tue, mentre io costruivo hanno distrutto. Hanno distrutto cieche, con furore, senza pietà… ogni cosa… e m’è rimasto solamente il cuore deluso, tormentato, ma sincero, né i dolor, ne gli inganni, né la malizia altrui l’hanno cambiato, è rimasto fanciullo e se a lui penso serena gurado a te, fuggiasco tempo.

A ricordo di Antonietta Salvatoni Tratta dal suo libro “La scia dei miei pensieri”

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A tu per tu con Don Giovanni (tratto dalla Voce di Vertova di Ottobre)

PIU’ CHE ASPETTARMI QUALCOSA, CONTO DI DARE QUALCOSA: LA FEDE IN GESU’

Don Giovanni Bosio in questi ultimi giorni ha fatto la vita da.. trottola. Su e giù per la valle, un elastico tra la nuova dimora Vertova e la sua Lallio, che ha lasciato ufficialmente domenica 9 Settembre dopo 16 anni. Lacrime per salutarlo e sorrisi per ricordare i momenti vissuti insieme, lui, don Giovanni, un prete che lascia il segno. Un ritorno a casa il suo, nativo di Leffe: “Ma ho preso Messa a Peia”, tiene a precisare. Due anni a Cividino-Quintano, dieci anni a Santa Caterina, parroco di Gorno per nove anni e poi arciprete plebano dal 1996 a Lallio, e adesso il ritorno in Val Seriana, a Vertova. Racconta don Giovanni: “A 60 anni, in un momento in cui solitamente si va in pensione io comincio un nuovo cammino e quando si comincia una nuova strada bisogna avere l’entusiasmo ma anche la salute e soprattutto la fede. Ricordo sempre San Paolo: -Ho combattuto la buona battaglia ma ho conservato la fede-, ecco, spero di conservare sempre la fede”.

• E l’entusiasmo c’è sempre? “Sempre!”.

• Non ti sei mai stancato, nemmeno per un attimo di f are il prete? “No, magari ogni tanto capita di non sentirti all’altezza ma l’essere stanco è un’altra cosa”.

• E tu in questi anni come sei cambiato? “Tanto, anche nel modo di proporre la parola di Dio, è cambiata anche la visione del terreno nel quale bisogna seminarla questa parola di Dio, l’unica cosa che non cambia è proprio la parola di Dio: per fortuna è sempre quella, cambia il terreno ma non Dio”.

• E la fede? “È più motivata ora, mi sto sempre più convincendo che conviene davvero appoggiarsi e affidarsi al Signore; se mi appoggio agli alberi cado, gli uomini muoiono, i soldi svaniscono ma la fede resta. È per questo che è unica la missione del prete. Il medico cura le persone che poi comunque alla fine muoiono, l’architetto costruisce le case che alla fine cadono, i preti invece portano le persone in paradiso, o almeno provano a farlo.

• Trentasette anni da prete, la tua più grande soddis fazione? “Quando vedo la chiesa piena di gente convinta, che prega, quando vedo la mia comunità che cresce, che si rafforza. Ho avuto la fortuna di avere nel mio apostolato una ventina di vocazioni, ho sposato più di 1000 persone, ne ho condotte al cimitero 2000 e se ne vanno in paradiso anche questa è una soddisfazione, tanti battezzati, insomma sono queste le vere soddisfazioni”.

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• E delusioni? “Beh, bisogna sempre confidare nel Signore, bisogna sempre conservare e amare la vita come se fosse il primo, l’unico e l’ultimo giorno dell’esistenza, se ci si lascia andare guai, e la fede è un puntello, è il vero puntello”.

• Cosa ti aspetti dalla tua nuova destinazione? “Non mi aspetto niente, chiedo solo di camminare con la mia nuova comunità, di fare un tratto di strada con loro nella fede, più che aspettarmi qualcosa, conto invece di dare qualcosa, dare la mia fede e la mia disponibilità nelle cose del Signore e sicuramente imparerò tanto, ho sempre imparato tanto in tutti i posti in cui sono stato”.

• Hai salutato Lallio dopo 16 anni, un addio commoven te? “Abbiamo fatto tante cose assieme, ho fatto fatica a lasciare le persone ma anche le opere che abbiamo realizzato insieme, l’oratorio, la scuola materna e poi la chiesa di San Bernardino, la chiesa parrocchiale appena messa a posto, le opere per le quali magari in 16 anni non ci ho dormito sopra pensando a come fare a realizzarle, per pagarle”.

• Però sei tornato a casa. “Si sono nativo di Leffe, ho preso messa a Peia e diciamo che se la montagnetta davanti a Vertova si spianasse (L’agher di Casnigo n.d.r.) vedo casa”.

• Sei della Valle Seriana, come è cambiata pastoralme nte parlando in questi anni, a parte la crisi?

“Ci sono le solite cose che purtroppo stanno prendendo piede dappertutto, il secolarismo, il relativismo, la fede secondo me, - tanto e tutto uguale -, l’edonismo, faccio quello che mi pare. Ecco, però da noi non c’è l’ateismo, più che atea la gente è idolatra…, credono alla loro maniera”.

• Cosa fai nel tempo libero? “Leggo e suono, sono amante della musica, pianoforte e organo e a Lallio suonavo spesso l’organo in chiesa. Mi piaceva molto anche la montagna, adesso ho poco tempo per andarci”.

• Il tuo motto? “Non ne ho”.

• A chi ti ispiri? “A San Giovanni Bosco: ragione, religione e amorevolezza. Far ragionare la gente, avere la testa sulle spalle e pensare cosa farebbe il Signore se fosse al mio posto”. Con don Giovanni sono arrivate a Vertova anche la mamma Maria, che ha 82 anni, e sua sorella Antonella, che lo seguono da sempre. “È dal mio secondo anno da prete che mi seguono, è una fortuna averle vicino”. Si apre una nuova vita per don Giovanni, o forse no. Con lui c’è sempre lo stesso Dio che lo accompagna da sempre e che grazie a lui si infila nel cuore di chi lo incontra.

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LE RUBRICHE REDATTE NEI REPARTI E NELLE COMUNITA’

Dalla CRM…. IL GRILLO PARLANTE

Abbiamo parlato della FAMIGLIA Monica: la famiglia deve essere sempre unita per poter condividere le gioie, le amarezze e le decisioni. E’ necessario tenere sempre vivo il rapporto e sempre cercare il compromesso. Katy: la famiglia è per me una cosa importante: specialmente mio papà che ha condiviso con me i miei problemi e ci vogliamo tanto bene. Mi sto impegnando per raggiungerlo nel tempo. Lui mi aspetta a braccia aperte. Mi vuole ancora in casa. Giuseppe: la mia famiglia è iniziata nell’85 quando è nato mio figlio. Da lì poi assieme a tutti gli altri famigliari è stata una continua ascesa di belle emozioni. A vent’anni di distanza ho un bagaglio di vent’anni di sobrietà a tutte le sostanze stupefacenti e posso aiutare tanti miei amici a prendere la mia mano… così come io ho accolto chi me l’ha porta. Nadia: la mia famiglia è composta da me, mia mamma, mio papà e mio fratello. È una famiglia unita anche nelle difficoltà. Senza famiglia sono persa perché mi manca il riferimento. Manuela: io ho quello che si dice una famiglia allargata e anche se da quando sono qui non sono andata a casa! Questo mi dispiace molto. Devo dire che sono fortunata perché posso sempre contare su mia sorella Anna Maria che viene spesso a trovarmi. Egle: la mia famiglia è stata sempre per me un punto di riferimento molto importante, soprattutto mia sorella maggiore che mi segue da ben 20 anni. E’ sempre stata presente non solo nei bei momenti trascorsi assieme, ma anche nelle difficoltà….anche se prima le mie due sorelle non capivano il

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mio star male e avevamo un rapporto di lontananza! Adesso posso contare anche su di loro. Sono soddisfatta della mia famiglia, dopo tanti anni di incomprensioni. Valentina: per me la mia famiglia è il mio principio di vita. Se non ci fosse mancherebbe una guida. A loro voglio molto bene e mi mancano molto. Come loro mi hanno aiutato, così io li aiuterò nel bene e nel male. Quando ho paura riescono quasi sempre a togliermela. Ringrazio che esistono. Claudia: . con la mia famiglia di origine non ho bei rapporti, ho ovviato a questo problema sposandomi e avendo un figlio, così ho qualcosa per cui valga la pena di vivere. Danilo: ho sempre vissuto in mezzo a una strada con amici poco raccomandabili. Da mio padre ho ricevuto tanto affetto, mia suocera mi ha fatto un po’ da mamma. Quando mio padre è morto è stato un po’ come se mi si fosse spezzata un’ala. Anch’io mi sono creato una famiglia, ma i destini ci hanno portato su strade diverse: io ho due bei figli che sono molto generosi e a me cari. Nonostante la lontananza io cerco di dargli tutto l’affetto possibile immaginabile. Abbiamo anche parlato de……Il mio più grande SOGNO Katy : il mio più grande sogno è quello di tornare a casa e vivere con mio papà. So che non è realizzabile in breve tempo, devo avere ancora un po’ di pazienza ma poi potrò farlo per tutta la vita. Valentina : il mio più grande sogno è sfondare nel teatro per bambini; è fare dei quadri per metterli in mostra e fare una mostra tutta mia; è insegnare ad andare in barca a vela a voi…. se volte aderire! Mi piacerebbe costruire un tetto per la gente che non ce l’ha e fare le gite con i bambini con handicap. Vorrei vincere un miliardo per darlo un pò ai poveri e un po’ per costruire una mensa per i poveri. Mi piacerebbe anche avere una villa e una bella macchina.

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Emanuela: un grande sogno è quello di vivere serenamente con la famiglia, vedere i parenti sempre quando voglio perché con questi anni di lontananza sento la loro mancanza e spero con tutto il cuore che il mio sogno si realizzi, magari vivendo tutti assieme in collina perchè è un luogo molto ameno. Lorenzo: il mio sogno più grande è quello di andare in montagna perché sei in alto e ti senti libero… In montagna si sta bene in compagnia…magari in quattro! Parlare, camminare tranquilli e fare una bella mangiata in tranquillità. Giuseppe : il mio sogno più grande è di andare a Lourdes con mia madre, mio figlio e la ragazza. Egle : il mio più grande sogno è quello di riuscire a dominare da sola le mie ansie per avere una vita autonoma e ritornare ad essere quella che ero prima. Vorrei vivere con un compagno e avere buoni rapporti con la famiglia. Mi piacerebbe andare in vacanza al mare che non ci vado da 15 anni….. Claudia : il mio sogno è sposarmi in chiesa e fare un bel viaggio. Gianluca : io vorrei andare a fare il bagno al lago. Nives : vorrei fare la fotografa, scrivere un libro, fare il giro del mondo, trasferirmi all’estero. Mina : sto aspettando il principe azzurro col cavallo bianco e lui avrà un mantello azzurro e la cravatta.

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Il Mantenimento racconta….

QUEST’ANNO SIAMO ANDATI IN VACANZA AL LAGO!!! E’ stata una bella esperienza che vogliamo condivid ere con i lettori dell’Arcobaleno…. GIOVANNI P. : quest’anno in vacanza siamo andati al lago di Garda e precisamente a Toscolano Maderno. Abbiamo fatto delle belle passeggiate sul lungolago. Facevamo colazione alle nove e alle dieci e mezza prendevamo un caffè. Dopo pranzo andavamo in piscina. Il campeggio era molto bello e si mangiava bene!!! C’è stato quasi sempre bel tempo, a parte il mercoledì che ha fatto brutto e abbiamo giocato a tombola. Giovedì siamo andati al mercato a Toscolano. L’ultimo giorno abbiamo preso il traghetto e siamo arrivati sulla costa veneta del lago di Garda. Lì abbiamo pranzato all’aperto in un ristorante con vista lago. Mi piacerebbe ritornarci l’anno prossimo, ma nel mese di giugno. FIORENZA P.: al lago andavamo tutti i giorni nella piscina del campeggio e prendevamo il sole. Un giorno però ha piovuto. Siamo andati al mercatino a comprare le caramelle. Un giorno siamo andati col battello: siamo stati in gita tutto il giorno e siamo tornati la sera. Mi sono divertita molto! SERGIO C.: quando siamo andati col traghetto abbiamo mangiato il risotto in un ristorante all’aperto. In campeggio c’era una bella piscina, ma io non sono entrato perché avevo paura di scivolare. Mi sono trovato abbastanza bene. CLAUDIA B.: la vacanza a Toscolano Maderno è stata meravigliosa, bellissima e stupenda!!! Io dormivo con Lucia e Barbara. Ha piovuto un giorno solo. Abbiamo fatto tante passeggiate. Siamo andati a visitare una chiesetta dove proprio in quel momento stavano celebrando la messa ed io ho fatto la comunione. Al ristorante del campeggio si mangiava bene: c’erano sempre tre primi, tre secondi, frutta, torta, coca cola e caffè. Spero di tornarci anche l’anno prossimo. FEDRA D.B.: la vacanza a Toscolano sul lago di Garda è andata benissimo! Le tre accompagnatrici erano stupende: facevano il bagno in piscina e mi portavano con loro. Erano Raffaella, Lucia e Barbara. Non pensavo di poter essere ancora così felice!!! Peccato che sia durata solo una settimana! Mi piacerebbe molto rifare questa esperienza!

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GUIDO O.: in vacanza mi sono trovato bene. Il lago mi è piaciuto. Ero nella roulotte con Mario di Bergamo. Mangiavamo il gelato tutti i giorni. Siamo anche andati con il traghetto sulla sponda di Verona e abbiamo mangiato il risotto al ristorante. MARIO F.: al lago mi è piaciuto. Al mattino facevamo colazione col cappuccio e la brioche. Ero in stanza con Guido e Barbara … abbiamo fatto anche la traversata all’altra sponda del lago.

È ARRIVATO L’AUTUNNO

MADDALENA B.: a me l’autunno non piace troppo perché arriva dopo l’estate che è una stagione solare. In autunno non solo cadono le foglie ma a me spesso cadono anche le braccia perché questi giorni a volte mi danno un po’ di tristezza. C’è però un periodo autunnale che mi portano bei ricordi legati alla vendemmia. Mio cognato infatti aveva una vigna in “Gazenda” che è una frazione di Sarnico. Aveva tanta vite e tutti lo aiutavano quando aveva bisogno. Gran parte della produzione del vigneto veniva messa nelle botti affinché diventasse buon vino. L’uva era “moscato” ed era dolcissima perché i chicchi erano piccoli, dolci e succosi. PAOLINA B.: in autunno sono contenta perché posso mangiare la frutta buona e che mi piace tanto: i fichi, l’uva e le castagne. In particolare mi piacciono le caldarroste. MARIA M.: in autunno si accorciano i giorni e purtroppo in alcuni giorni c’è la nebbia. Questa stagione non mi piace, preferisco la primavera. Le uniche cose autunnali che apprezzo sono i colori della natura e la frutta: l’uva e i cachi. LUCIA C.: a me l’autunno piace, cambiano i colori delle foglie ed io mi sento più rilassata. Mi ricordo le passeggiate autunnali che facevo con mio marito in bergamo ed in particolare in città alta. Adoro mangiare le caldarroste e non vedo l’ora di poterle gustare!

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CLAUDIA B. : sono particolarmente innamorata di questa stagione in quanto l’ho anche scelta per la data del mio matrimonio. L’autunno suscita in me tante emozioni e mi rilassa. Mi piace quando piove ma non mi piace quando c’è la nebbia. Mi piace tutta la frutta di questa stagione, in particolare le caldarroste e le castagne bollite. Mi ricordo una poesia del poeta Carducci che aveva studiato a scuola:

“la nebbia agli irti colli piovigginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il mare…”

Ora però invento io una bella poesia: “Autunno dolce e nebbioso…. mi piaci perché in questi giorni

non ho più il nervoso! FEDRA D.B.: l’autunno è una stagione apprezzabile. Non fa ne caldo ne freddo e si sta bene. Si possono ancora fare gite e passeggiate. I colori autunnali sono stupendi come i colori dell’arcobaleno. Le foglie cadute in strada sono come tappezzeria multicolore! ANGELA D.: ………l’autunno è bello perché non fa più caldo! MARINA M.: ………è una stagione che non mi piace!

LA SERATA ALPINA MADDALENA B.: è stata proprio una bella serata e grazie al gruppo Alpini di Semonte anche noi abbiamo potuto ascoltare bellissimi brani cantati dal Coro di Rogno e vedere dei bei documentari di montagna. L’Inno d’Italia cantato alla fine tutti insieme mi ha emozionato! LUCIA C.: il coro “Monte Alto” ci ha fatto vivere una bella serata alpina. Sono stati bravissimi e ho apprezzato anche i filmati dell’alpinista Pedrini che va ancora in montagna nonostante non sia più tanto giovane!

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FEDRA D.B.: il coro è stato favoloso e la serata alpina è riuscita molto bene perché c’era tanta gente in sala polivalente. Un signore un po’ anzianetto ci ha spiegato le immagini da lui girate durante le sue escursioni in montagna: sono rimasta a bocca aperta perché, eccetto la Valle Vertova, gli altri posti non li conoscevo. Molto bravo è stato il presentatore-giornalista Brighenti che ha intrattenuto il folto pubblico e tra un canto e un filmato ha raccontando aneddoti alpini. Mi ha fatto piacere perché ha letto anche quanto noi avevamo scritto, a proposito dei nostri amici Alpini, sull’Arcobaleno!

UNA SERATA SPECIALE FEDRA D.B.: una sera sono andata in sala animazione dove c’era una cena preparata da alcune mie compagne con l’aiuto delle operatrici, delle volontarie e delle animatrici. Abbiamo gustato un ottimo antipasto, il primo, il secondo, il dolce! E’ stato tutto squisito perché fatto con amore”. C’era il pienone e la sala animazione era al completo! Abbiamo passato una bella serata: c’era anche la musica di sottofondo che ha reso l’atmosfera non solo gustosa, ma anche diversa, completa e famigliare. Grazie a tutti per averci regalato dei momenti di amicizia. Spero di essere presente anche il mese prossimo per un’altra cena speciale!.

LE MATTINATE COL CORO

FEDRA D.B.: una volta alla settimana, il martedì, abbiamo l’appuntamento con il canto! Alle 9,30 accompagnati da Valeria, ci ritroviamo insieme agli altri ospiti e la cosa bella è, come dicono le animatrici, che siamo itineranti…nel senso che ogni settimana cantiamo in un reparto diverso! Abbiamo cominciato da un po’ di tempo e siamo costanti perché ci piace molto questo appuntamento. Durante l’ora cantiamo sempre una decina di canzoni, poi beviamo il succo e dopo i saluti, baci ed abbracci, ogni gruppo di ospiti torna nel proprio reparto. Ogni volta prepariamo delle canzoni per delle esibizioni, per Natale, per la Rassegna canora, oppure cantiamo le canzoni che desideriamo e che ci piacciono! Ci prepariamo sempre con costanza e passione! Siamo sempre pronti e ben preparati. Speriamo di fare sempre una bella figura!

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ALLA MESSA DELLA MADONNA DEL ROSARIO ho conosciuto il nuovo parroco!

FEDRA D.B.: ci siamo recati in parrocchia per la Santa Messa per gli anziani e gli ammalati in occasione della solennità della Madonna del Rosario e ho potuto conoscere e salutare il nuovo parroco: Don Giovanni. Prima dell’inizio della funzione è passato a salutarci anche Don Enzo e questo suo gesto mi ha resa felice! Il nuovo parroco ha officiato bene…ha avuto buone parole per noi anziani ma anche per tutte le persone presenti che bene o male hanno tutti qualcosa! Don Enzo ha concelebrato. Ci siamo sentiti più forti e religiosi. In Parrocchia siamo andati in pulmino e abbiamo dovuto fare i turni perché eravamo davvero in tanti. È stata una bella funzione ed ai piedi della statua della Madonna ho pregato ed invocato più che altro per tutti i miei cari! Siamo tornati a casa e mi sentivo più forte in spirito!

PADRE MARIA JOJI TRA DI NOI

FEDRA D.B.: Anche quest’anno è arrivato a trovarci dall’India Padre Maria Joji. Ha portato con sé delle fotografie che ha proiettato e noi abbiamo ascoltato quello che diceva. Ha spiegato la miseria che c’è in India. Ci ha raccontato della vita che fanno tutti i bambini nella sua Missione: campano semplicemente con un po’ di riso. Alcuni volontari medici vanno periodicamente laggiù ed aiutano a curare le malattie, mentre altri volontari si rendono utili in altre faccende e vanno a fare visita ai poveri e agli ammalati che stanno nelle baracche nei villaggi fuori dalla Missione. Noi possiamo aiutarli perché ne hanno bisogno! Anche noi possiamo aiutarli rinunciando ogni giorno a qualcosa che per noi è senz’altro superfluo!!! Al termine abbiamo pregato tutti insieme. È stata una bella lezione di vita ed anche di cultura sugli abitanti di quelle regioni dell’India. In animazione, se vogliamo contribuire, raccolgono tutte le offerte in un baratttolo! Il ricavato va per i nonni che abbiamo in adozione laggiù! Speriamo ci siano offerte generose per aiutare quella terra e i suoi abitanti.

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NOTIZIE DAL BRUMANA Siamo andati allo stadio per la partita ALBINO-LEFF E /SAN MARINO

Domenica 14 ottobre si è disputata la partita Albino-Leffe – San Marino; è la prima partita che vediamo da quando la squadra è retrocessa in serie C. Ecco la nostra cronaca: FIORENZA: quel giorno all’inizio pioveva, siamo usciti con l’ombrello…. invece poi c’è stata una schiarita ed è uscito anche il sole così siamo riusciti a vedere la partita. Durante la partita ci sono stati due cambi dei nostri giocatori. La partita mi è piaciuta. È finita alle cinque. GIOVANNI: durante il primo tempo nessuno ha segnato e siamo rimasti 0-0. Nel secondo tempo prima abbiamo preso un rigore dal San Marino e poi siamo riusciti a pareggiare. Abbiamo avuto diverse occasioni per fare goal ma non le abbiamo sfruttate. La partita si è conclusa 1-1. Pensavo che potevamo vincere, invece è andata male. MARIO: quelli del San Marino hanno giocato bene, hanno giocato meglio dell’Albino-Leffe. Non è stata una partita entusiasmante, comunque meglio un pareggio che perdere. Speriamo di vincere la prossima volta.

STORIE DI VITA DEGLI OSPITI

Il racconto di Lucia C., trascritto dall’Infermiera Maria durante la vacanza in Cavlera

“…Essere qui in Cavlera mi fa sentire bene perché mi ricorda i momenti trascorsi con mio marito da giovani in montagna. Ho conosciuto mio marito in una scuola di ballo e dopo poco tempo ci siamo sposati ed ho avuto due figli. Mi piaceva tanto preparare da mangiare! Avevo una suocera che mi voleva bene ed è morta anziana! Dopo alcuni anni mi ammalai ma mio marito mi è sempre stato vicino! Con lui ho viaggiato tanto….soprattutto andavamo in montagna. Sono stata anche a Parigi con mio figlio. A me piaceva suonare il pianoforte e dipingere quadri a olio. Ho lavorato come impiegata… Adesso che sono in Pia Casa, quando so che viene mio marito a trovarmi, non vedo l’ora…non sto più nella pelle. Sono molto contenta di essere qui in casa di riposo!”

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AMICI MIEI… della CPA/CPM

La nostra passeggiata a “Capanna 2000”!!!

La mattina verso le 9.30 siamo partiti per andare al rifugio “capanna 2000” sul Monte Arera. E’ stata lunga la salita ma il paesaggio mi è piaciuto perché si vedevano le montagne intorno e c’era anche il prato in erba! La salita è stata ripida…..come la discesa. Mi faceva male dietro alla schiena ed è stato un pò difficile arrivare in cima. Abbiamo camminato circa un ora e mezza e alla fine ero stanco ma felice di essere arrivato in vetta. In cima c’era il rifugio dove abbiamo mangiato i panini imbottiti, bevuto il caffè e fumato una sigaretta. C’era la nebbia ma non pioveva. Anche i miei compagni di viaggio erano stanchi ma felici anche loro. La giornata mi è piaciuta.

Ernesto M.

La montagna: cosa dire? È un luogo di silenzio dove la mente riposa e dà spazio ai pensieri più belli della vita. Dicono che la montagna sia la palestra della vita…. Cosi è! Essa ti insegna ad essere forte e potente contro le battaglie della vita. Quando sei lassù sulla vetta, quando sei vicino al cielo ed a Dio ti senti leggero…leggero come un pensiero d'amore universale che parla del mondo e dei suoi misteri più arcani. Accostati ed essa con il tuo piccolo piccolo essere: di fronte all'immensità del monte bianco come la neve e la sua purezza. Quando lasci il monte e torni a casa ti senti pieno di sensazioni che ti ricordano dove hai vissuto, per poche ore, la tua voglia di essere e di sentirti libero… come Dio ti ha creato! ...ed allora: pensa alla montagna e vai in vetta al cielo e più su ancora……!!!

Sergio G.

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MI RITORNI IN MENTE… dal Nucleo Alzheimer

CHE BELLA GIORNATA CON IL NOSTRO VESCOVO!

Che bella giornata che abbiamo passato con il Vescovo dice Giacomina! Sì sì avete capito bene con il Vescovo! Mercoledi 17 Ottobre 2012 siamo stati invitati a Bolgare in un agriturismo. Immersa nel verde la fattoria ospitava tantissimi animali: cavalli, galline, lama, conigli, fagiani… insomma chi più ne ha più ne metta! Noi siamo stati invitati dai nostri amici di Nembro, che qui ringraziamo per averci dato la possibilità di passare una giornata così bella. Siamo arrivati a Bolgare per festeggiare la giornata del disabile. C’erano molti ragazzi giovani che avevano diversi problemi fisici e questa cosa un po’ ci ha rattristato. Poveri, erano cosi giovani! Però poi l’allegria e la festa di questi ragazzi ci ha colpito tantissimo! Tutti allegri e felici… Ci hanno accolto con una buonissima tazza di caffè e dei biscotti (che non guastano mai) e ci hanno fatto accomodare in una stanza molto particolare. Questa stanza raccoglieva i vecchi mobili di una volta: dalla stufa al vecchio ferro da stiro, dalla culla dei bimbi ai comò che usavano le nostre nonne! Verso le 11 del mattino è poi arrivato il Vescovo con la sua macchina tutta nera. In quel momento è scattato un grandissimo applauso e lui è venuto da noi a salutarci. Una persona davvero umile e gentile. Inoltre dovevate vedere la reazione dei ragazzi disabili: una felicità unica. Dopo aver parlato delle persone che soffrono si è rivolto a noi ringraziandoci per la testimonianza che ogni giorno viviamo nelle malattia…Questo mi ha davvero commosso (racconta Giacomina) e l’emozione era davvero tanta. Per ringraziare il Vescovo poi, i ragazzi disabili gli hanno regalato un’immagine della Madonna in argento davvero molto ma molto bella. Sua Eminenza ci ha poi dato la sua benedizione e se ne è andato. A quel punto il signor Arturo, che è il titolare dell’azienda, ci ha ospitato nel suo ristorante e ci ha offerto un pranzo con i fiocchi…e pensate tutto gratis!!!! Abbiamo mangiato e bevuto, riso e scherzato… insomma ci siamo davvero divertiti tanto. Alla fine del pranzo abbiamo chiamato il signor Arturo e gli abbiamo regalato un orologio. Lui era molto contento e mi ha anche baciato (dice Giacomina)! Una giornata davvero felice. Certo, ci vuole poco per rendere felice una persona ma nessuno ci pensa mai….Bisognerebbe invece pensarci tutti i giorni! Grazie signor Arturo…grazie Vescovo Beschi…grazie ragazzi disabili…. perché ci avete reso felici. I nonni del Nucleo Alzheimer

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LO STAMPAFORUM DI CASA SERENA

Carissimi amici lettori, in questo nostro spazio dedicato a ciò che leggiamo

insieme, vogliamo soffermare la nostra attenzione su una bella iniziativa

proposta a Bergamo per i ragazzi delle superiori, a proposito di

volontariato.

Abbiamo pensato a tutte quelle volte in cui vediamo entrare in reparto

persone giovani, adulte e un po’ più grandi, che decidono di donare il loro

tempo a noi, in casa di riposo.

Magari solo per un breve periodo, oppure invece sono volontari da anni…

Gesuina dice che “..sono persone speciali, dentro nel loro cuore hanno quella marcia in più, perché oltre alla loro famiglia, pensano ad altre persone”… Angela invece dice “..sono contenta quando vedo i ragazzi giovani che, dopo la scuola, o d’estate passano i loro pomeriggi da noi. Qualcuno ci aiuta a giocare a tombola, qualcuno aiuta durante le merende, qualcuno durante le feste…. C’è tanta gente buona!”…

In questo progetto nato a Bergamo si dà la possibilità agli studenti delle

classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori di fare volontariato

extra scuola, come aiuto compiti oppure in altre realtà sociali.

“E’ una bella iniziativa! Se anche il volontariato parte dalla scuola, vuol dire che tutti riconoscono che è importante. Sono esperienze che fanno crescere i ragazzi, li aiutano a maturare perché si avvicinano davvero a chi ha bisogno, coetanei oppure gente più anziana…Inoltre possono capire cosa fare da grandi!!” dice con emozione Rosa.

E’ proprio quello che i nostri nonni di Casa Serena vogliono dirci con

questo articolo!

Rina infatti dice “…quando eravamo giovani noi, non c’era molta possibilità di fare volontariato e se potessi mi sarebbe piaciuto vivere la mia giovinezza di questi tempi perché avrei potuto fare molte cose che mi piacevano, tra le quali aiutare le persone in diversi ambiti e scegliere poi il lavoro più bello e adatto per me!!” Insomma, questo è il nostro messaggio a tutti i lettori per i giovani e

meno giovani: nel vostro tempo libero spendetevi bene! Per chi vi incontra

sarà tempo prezioso e per voi sarà tempo per fare ciò che vi piace, ciò

che vi fa stare bene e vi fa crescere…sempre!

Un abbraccio a tutti! I nonni di Casa Serena!

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Dal C.D.I.

CASTAGNE… Anche quest’anno… “è magra la cavra”!

Poche castagne come l’anno scorso e anche poche noci! Ma noi ricordiamo le mangiate di caldarroste della nostra gioventù! Quando da piccoli sbucciavamo le caldarroste e poi ci facevamo gli scherzi gli uni gli altri accarezzandoci le guance con le mani nere… Quelli si che erano tempi spensierati racconta Erminia. Antonio da giovane allevava i maiali e per ingrassarli, dava loro da mangiare le castagne cotte o crude, oltre al mais e al pane! Giovanni non dimenticherà mai quella volta quand’era piccolo che andando a castagne con sua zia è caduto in un mucchio di ricci… che spinate al sedere…“da quella volta non sono più andato a raccogliere castagne!” Certo che le castagne più piccole sono proprio quelle più gustose…Elsa si ricorda che suo padre andava a caccia a “Predali” sopra Peia e nel frattempo raccoglieva anche le castagne, proprio quelle piccole, tanto buone!!! Concetta, invece da piccola, andava a raccoglierle nel posto di un signore, che però, ogni volta la “coglieva in castagna!” Guarda caso, però, la raggiungeva nel prato solo quando aveva la borsa piena e poi gli diceva di lasciargli le castagne, dato che erano di una proprietà! Sergio ci racconta di quando si riuniva tutta la famiglia attorno al fuoco per preparare le caldarroste. Il rituale iniziava con il taglio delle castagne, poi la cottura, poi una bella passata in un sacco di juta, la fase della spelatura e finalmente si mangiavano in compagnia!!! Per non parlare di quanto sono buoni i “biligòc!” Spiega Antonio che, quando era piccolo arrivavano a Gandino alcune persone provenienti dalla Val Cavallina proprio per vendere i “biligòc”, oltre alla grappa e al pesce. Si ricorda che al tempo lui abitava in cima Peia e questi venditori ambulanti lasciavano il primo carico a casa sua e tornavano a prenderne un secondo per poi vendere il tutto in Val Gandino. Quanto tempo è passato! Ma chi si ricorda le mangiate di farina di castagne? Erminia ancora sente il gusto in bocca di quella farina, aspirata con la cannuccia di liquirizia…Era così buona ma bisognava stare attenti, perché ogni volta c’era il rischio di “ingosarsi!” Alla fine poi, si mangiava la liquirizia. Questo era lo sfizio che potevamo concederci la domenica, dopo essere andati al “dutrinì!” E adesso qualche consiglio culinario: Giovanni raccomanda di non far seccare troppo le castagne se si vogliono fare le caldarroste, altrimenti escono troppo dure! Se sono secche, è meglio farle bollire! Ma sentite cosa dice Norma: “Quando togliete le castagne dalla padella, metteteci un pizzico di sale e una spruzzata di vino rosso, così diventeranno più saporite!” Luigina congela sempre alcune caldarroste così quando desidera mangiarne qualcuna le basta aprire il freezer! Certo che anche le castagne bollite con un po’ di sale e alloro….! Prima di salutarvi, un ultimo consiglio da parte di Giovanni: fate bollire le mondine con le prugne secche e un po’ di vin, si formerà uno sciroppo delizioso.

Arrivederci alla prossima!!!

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Questo mese compiono gli anni i signori….

In IDR L’1 compie 65 anni la signora Albertina R. In CPA Il 22 compie 56 anni la signora Rosa C. In CPM L’8 compie 62 anni il signor Augusto M. Il 19 compie 59 anni Il signor Ezio D. Il 26 compie 60 anni la signora Agnese Z. In CRM Il 16 compie 33 anni la signora Nadia C. Il 21 compie 41 anni la signora Maria S. Il 22 compie 28 anni la signora Valentina M. A Casa Serena Il 13 compie 85 anni il signor Giuseppe Z. Il 30 compie 87 anni la signora Caterina T. Al Nucleo Alzheimer Il 4 compie 75 anni la signora Ines S. Il 16 compie 92 anni la signora Maria T. Il 27 compie 76 anni il signor Mario P.

Faremo festa lunedì 26 alle ore 15,30 durante il “Pomeriggio danzante” in sala polivalente

con il gruppo “Saranno famosi” di Nembro!!!

Al CDI

Il 6 compie 78 anni il signor Luigi M.

la festa sarà il 22 alle ore 14,30 presso il Centro Diurno Integrato

animata dal favoloso Claudio Gallizioli

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ANDIRIVIENI IN FONDAZIONE

Sono stati dimessi e auguriamo loro “BUONA FORTUNA!!!” Claudia B., Claudio C., Lucia G., Zelinda P., Amalia P.,

Giuseppe R., Danilo S.

Porgiamo un affettuoso BENVENUTO ai signori che questo mese sono entrati in Fondazione:

Livia C., Maria S., Ernesto Z.,

Nel mese di settembre ben due colleghe hanno raggiunto l’età pensionabile:

Rita Grassi dopo 21 anni e Franca Gritti dopo 22 anni Grazie carissime colleghe: il vostro prezioso servizio rimane nel cuore

di tutte le persone, anziane e non, ospiti nella nostra struttura. Con amore vi siete sempre “dedicate”, con affetto vi siete sempre “prodigate”,

con passione vi siete sempre adoperate per il benessere degli ospiti. Grazie con tutto il cuore anche da tutti gli operatori che hanno lavorato al vostro fianco in questi anni!

Congratulazioni e felicitazioni a:

all’infermiere Marco di Casa Serena che il 20 Ottobre si è sposato con Daniela!!

all’Asa Domenica di Casa Serena che l’1 Ottobre è diventata nonna di Alessandro

al volontario Claudio Gallizioli e al figlio Daniel che da pochi giorni stanno vivendo con grande gioia la nascita di Nicolò!!!

Con grande affetto testimoniamo la nostra vicinanza in questo

frangente e porgiamo sincere condoglianze a.. Al dottor Bonini e alla moglie Diana, nostra volontaria, per la perdita della cara signora Rina…. Alla volontaria del Gruppo Fratellanza signora Luigina e famiglia per la scomparsa del marito Olivo…. Al nostro amministratore Dottor Stefano Perolari e famiglia per la perdita della suocera signora Patrizia… Alla nostra Infermiera Rosangela dell’ADI per la perdita della suocera Lucia…

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ASSOCIAZIONE VOLONTARI E SOSTENITORI DELL’HOSPICE DI VERTOVA – ONLUS

Venerdì 16 novembre 2012

alle ore 18,30 presso la Sala Polivalente

della Fondazione “Card. G. Gusmini” ci sarà la celebrazione della Santa Messa

in ricordo di tutti i cari amici dell’Hospice.

La Santa Messa sarà celebrata dal parroco di Vertova Don Giovanni Bosio

RICONOSCENZA

La Fondazione Card. G.Gusmini e gli operatori del Servizio Assistenza Domiciliare Integrata

esprimono un sentito ringraziamento ai familiari dell’assistito signor C.G. che hanno effettuato una donazione,

con grande generosità ed altruismo, in memoria del loro caro.

LA GENEROSITA’ DI OTTOBRE • In memoria ed in ricordo di Angelì e Giovanni € 20,00

Grazie anche a…. PER LA FESTA DEI NONNI del 2 ottobre:

• All’Associazione Gelatai Bergamaschi: con tutto il cuore vi diciamo GRAZIE per il buonissimo gelato che ci avete offerto in occasione della Festa degli Angeli Custodi! È stato molto gradito dagli ospiti della nostra Fondazione ed anche dagli ospiti di: NEMBRO, CENE, GAZZANIGA, LEFFE, CASA ALBERGO REV. ANGELINE di VERTOVA che erano presenti alla nostra festa quel pomeriggio! Vi siamo riconoscenti per il bel gesto, significativo di grande sensibilità. Vi preghiamo di estendere il nostro ringraziamento a tutti i fautori del bellissimo progetto;

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• all’animatore Walter ed al coro “SARANNO FAMOSI” di Nembro per il simpaticissimo intrattenimento;

• agli ospiti delle strutture presenti; • agli ospiti della casa di riposo di Leffe per il prezioso e gradito omaggio

PER LA FUNZIONE DELLA MADONNA DEL ROSARIO: • Il nostro Parroco Don Giovanni; • Don Enzo; • il gruppo Caritativo; • il gruppo Fratellanza; • le ospiti e le volontarie delle Reverende Angeline

PER LE FESTE DEI COMPLEANNi:

• Gianbattista Vedovati che ha intrattenuto gli ospiti del C.D.I. • Gianni Gnecchi che ha animato la festa in animazione

PER LA CASTAGNATA:

• Gli amici dell’Associazione Anziani e Pensionati PER LA SUPERTOMBOLATA ALL’ORATORIO DI COLZATE:

• Tutte le signore volontarie che si sono prodigate per farci divertire, donarci regali e offrirci una graditissima merenda

PER IL PROGETTO “CONFABULANDO”:

• L’attore Giovanni Signori PER LA GIORNATA CON IL NOSTRO VESCOVO:

• il signor Arturo e tutto lo staff della Cascina Asperti di Bolgare; • gli amici della C.D.R. di Nembro

INOLTRE:

• Un’amica di Fiorano per la matassa di pizzo merletto • La Farmacia di Vertova per gli omaggi • Sabrina per il dono di una scopa elettrica Vileda • Mario e Agnese per i pizzi e i nastri • I nostri generosi volontari per il dono di materiali utili nei laboratori • I parenti che ci offrono i regali per le tombolate

GRAZIE ANCHE A:

• N.N. € 100,00 • Maria € 50,00

donati a Padre Maria per la Missioni di Allipalli in India!

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Ci piace riportare questo articolo tratto da

“Itinerari Vertovesi”

autori: Don Pino Gusmini e Franco Irranca

CUCINA POPOLARE Le montagne, i prati e i boschi del territorio bergamasco offrono, a chi le frequenta, non solo attrattive di carattere paesaggistico ma anche interesse di ordine naturalistico e botanico. Non si vuole qui alludere alla flora alpina tipica, per la quale vige, tra l’altro, tutta una serie di limitazioni alla raccolta di esemplari, ma a buona parte della specie che crescono spontanee e abbondanti, si possono raccogliere a volontà, e, soprattutto, possono essere utilizzate per preparare i piatti gustosi ed economici. Ne sanno qualcosa i nostri padri e i nostri nonni che, alla provvida natura facevano ricorso abitualmente, non potendosi permettere di far fronte al caro-verdura. Erbe, piantine, bacche e frutti selvatici da sempre sono stati raccolti dall’inizio della primavera al tardo autunno per essere consumati crudi o cotti in diversi modi: oltre a costituire gustosi ed economici piatti, avevano il pregio fondamentale di riempire la pancia in tempi grami, in cui la parola fame aveva significato e contenuto. Oggi la raccolta di erbe e frutti è caduta in disuso per il sopravvento del benessere e del consumismo che ci offrono prodotti abbondanti, meno saporiti ma più costosi. Un’erba molto ricercata e che si prestava a molteplici usi era il “parüch” (farinaccio), una sorta di spinacio selvatico, ottimo se lessato o fritto col burro o la panna con l’aggiunta di aglio e formaggio, ovvero accompagnato alle lumache raccolte nella segabole e cucinate in umido o, ancora, mescolato a uovo e pane grattugiato per confezionare gustose polpette. Per contorni di verdura cotta con olio e sale erano impiegati anche il “mèz cündìt” (bistorta) e “i löertis” (tamaro); alla maniera degli asparagi erano preparate: “la gambarossa” o “spares ‘e montagna” (barba di capra), “i scìm de ürtis (getti di ortiche). “i scìm de idàscia” o dei “ligabösch” (getti di vitalba): “i casciàde” o getti primaverili venivano lessati e conditi con olio e sale ma servivano ad insaporire piatti di riso bollito o risotto. Queste ed altre erbe erano inoltre impiegate per preparare minestre e minestroni: nel “viaröl”, minestrone preparato con una ventina di erbe, venivano utilizzati il “parüch”, ol “mèz-cündit”, “i primàere (primule),”i ürtis”, “i bastunì dol Signùr”, “la zecòria” (cicoria selvatica), “la pientàna”

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(petacciola), “l’erba e la smagia” (pessöla), “viaröl”, “i virzì” o “sciupetì”, che danno colore, sapore e nome al piatto. Ma c’erano anche delle erbe che venivano consumate crude o in insalata: “i póm grassèi” (valeriana), “ol mèz-cündit”, i fiori della “primaéra” (primula) erano mangiati senza condimento, e crudi erano consumati “l’agriöl” (acetosella) che aveva proprietà dissetanti e un sapore acidulo e il “barbabèch” (barbabecco), di gusto dolciastro. Per infusi antiinfiammatori veniva usata la “malva”, facile a trovarsi nei boschi e lungo i sentieri. Vasta era la gamma dei frutti selvatici e non delle bacche mangerecce cui si ricorreva quando lo stomaco era vuoto. A parte i “gastign” “i nus” e “i gnisciöle”, venivano raccolti “i nàspei” (nespole), “i marinèi” (ciliegie selvatiche), “i ampóme” , (i lamponi), “i perèi” (pere selvatiche), i vari tipi di pere: “i pir mazöch” (grosse e rotonde, autunnali ma di breve durata), “i pir botér” (primaverili, dalla polpa tenera e dolce), “i pir crapù” (novembrine, grosse ma aspre), “i piröle” (si conservano per tutto l’inverno; di colore scuro, si facevano bollire) “i irde e lònghe” (grasse, a forma allungata, a lunga conservazione). Non meno ricercate erano le mele in tutte le loro varietà: “brina”, “rösnécc” (ruggine), “pomèle” (mezze bianche e mezze rosse, da conservare); i fichi primaverili (“fiüre”) e autunnali (“sanmartì”); “i brügnì” (pruno selvatico), le prugne “irdéline”, “mandoline”, “sanmartine”. E poi c’erano in mancanza di meglio, le bacche raccolte su “ol sorèl” (sorbo) , “ol malìgen” (sorbo degli uccellatori), “i gaiù”, i frutti della “lentàna” (lentiggine), “i sgnìsc” (bacche di ontano). Tra le altre bacche e i frutti del sottobosco vanno ricordati “i sceresöi” (mirtilli), “i gratacüi” (rosa canina), “i cornài” (cornioli), “i zanzarlì” (uva spina), “öl sambüch” (sambuco), come pure “i pignetine” (biancospine), “i mazìne” (frutti simili ai lamponi), “i zaérnes” (ginepro) che il più delle volte riempivano la pancia ma “i faà ‘gnì lónch i décc”, cioè “allegavano” i denti. Il “sambüch”, come pure i frutti del “moro excelsa” o “murù” (gelso), le “mòre”, “i fregù” (fragole) e “i sceresöi” (mirtilli), erano gli ingredienti per saporite marmellate. In tempi difficili anche “i giànde” (ghiande) furono usate, tostate per fare il caffè. Le sommarie indicazioni che abbiamo fornito vanno accompagnate da una indispensabile raccomandazione: chi non ha molta familiarità con la botanica, si rivolga oltre che ai manuali tascabili, ai contadini del posto, per evitare di scambiare il prezzemolo con la velenosa cicuta.

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… e continuiamo a leggere (tratto da “Gioppino scar pe grosso e cervello fino”) scritto dall’amico Fabrizio Dettamanti

LE NOZZE SEGRETE DELLA CONTESSINA Un pomeriggio, Gioppino, stanco del troppo far niente, si era addormentato nel confessionale “degli uomini”, in sacrestia. Stava sognando polli arrosto e fette di polenta, quando delle voci lo svegliarono. Era il parroco che parlava con Ferdinando. Dal tono della sua voce, Gioppino capiva che doveva trattarsi di qualcosa di molto importante e tese le orecchie. -Allora siamo intesi, - diceva Don Terenzio – le nozze della contessina Amelia con il marchese Gian Bruto Nobellis devono svolgersi nel massimo riserbo domattina alle undici – La faccenda era più che interessante, ma Gioppino non poté sentire altro, perché i due si allontanarono confabulando a bassa voce. La sera, quando fu a casa Gioppino raccontò tutto quello che aveva sentito a suo padre, il quale, battendo un pugno sul tavolo, esclamò: -Questa poi! – La contessina in sposa a quel rospo! Roba da “campana a martello”! – La meraviglia di Bortolo non era del tutto ingiustificata, poiché la contessina, primogenita del conte Sesterzi, era una ragazza bellissima, con il viso d’angelo, mentre il marchese Nobellis, oltre ad essere piccolo e magro, aveva il naso aquilino, gli occhi sporgenti e la bocca storta. E se qualcuno lo avesse osservato meglio, si sarebbe accorto che egli aveva i piedi storti. Pero era ricco, molto ricco, i terrapieni tra Urgnano e Cologno erano tutti di sua proprietà e la gente diceva che fosse stato un suo antenato a far costruire le mura di Cologno. Il conte Sesterzi era quasi altrettanto ricco: era lui il proprietario dei campi che i contadini di Zanica lavoravano per tutto l’anno come mezzadri, ed era lui che comandava ed amministrava la giustizia al di sopra di coloro che erano preposti a tali compiti. Infatti, il Governatore De Stivalis e i due gendarmi erano due “leccapiedi” e si facevano in quattro per assecondare le decisioni del conte. Così, questi ne approfittava per maltrattare i poveri contadini e, se non fosse stato per l’intercessione della contessina, che era tanto buona quanto bella, alcuni di loro sarebbero stati frustati dal conte. Al contrario di Amelia, il suo futuro sposo aveva la fama di uomo crudele e spietato e sono sicuro che non vi meraviglierete se le nozze in questione erano state “combinate” dal conte Sesterzi. La contessina nulla aveva potuto contro la volontà del padre e l’unica cosa che era riuscita ad ottenere da lui era la celebrazione segreta delle nozze. Ella, infatti, non voleva che la gente del suo paese la vedesse andare all’altare con quell’uomo schifoso e crudele e il conte Sesterzi era stato ben lieto di accontentarla, perché anch’egli si vergognava della bruttezza del futuro genero. Di conseguenza, quella mattina, una carrozza senza fiori e senza scorta uscì silenziosa dalla Villa Sesterzi per portare la contessina Amelia in chiesa. Ma quale chiesa? Non certo quella del paese, altrimenti addio nozze segrete. Tutti avrebbero visto.

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Si trattava dunque di un’altra chiesa e Gioppino già sapeva quale fosse. Verso le dieci di quella mattina, il sacrestano gli aveva detto: -Io e il parroco dobbiamo sbrigare una faccenda delicata e ci assenteremo per un paio d’ore. Tu, intanto, rimarrai qui a custodire la chiesa e non ti allontanerai per nessun motivo. Ci possiamo fidare di te? – -State tranquilli – lo aveva rassicurato Gioppino. Ma appena Don Terenzio e Ferdinando si erano allontanati, egli li aveva seguiti di nascosto, finché erano giunti alla chiesetta della Madonna dei Campi. Era li che sarebbero state celebrate le nozze. C’erano infatti alcuni cavalli e una carrozza davanti all’ingresso della chiesa e, poco lontano, quattro individui stavano confabulando. Uno di essi, che appariva particolarmente impaziente, era bruttissimo e indossava un abito tanto attillato che permetteva di contargli le ossa ad una ad una. -Mamma mia! – aveva esclamato Gioppino guardandolo da lontano. –Se quello non è il diavolo, deve essere perlomeno un suo parente stretto! – Quando poi lo aveva visto andare incontro al parroco e salutarlo con mille inchini, aveva capito che si trattava dello sposo. Tutto era pronto per la celebrazione del matrimonio: mancava solo la sposa. Poco dopo si vide una nuvola di polvere lungo la strada che porta a Comun Nuovo e, nel giro di tre minuti, la carrozza della contessina aveva già imboccato il sentiero che conduce alla chiesetta. Povera Amelia! Durante tutto il tragitto non aveva fatto altro che pensare al suo vero amore, Gualtiero, figlio adottivo della contessa Buoncuore, che era rimasta vedova pochi mesi dopo le nozze. Già, ma Gualtiero non era di sangue nobile, anche se era nobile d’animo, e poi i possedimenti della contessa consistevano solamente nei pochi campicelli che circondavano la Villa del Padergnone, sua residenza. No, non c’era niente da fare: era il marchese Nobellis l’uomo che suo padre aveva scelto per lei e che ora la aspettava trepidante. Nel frattempo, Gioppino approfittando del fatto che l’attenzione dei presenti era attratta dalla carrozza in arrivo, aveva infilato di nascosto la porticina del campanile. Che cosa avrebbe potuto fare per impedire quelle nozze da “campana a martello”? Ma sì! Le parole di suo padre gli suggerirono l’idea ed egli senza pensarci due volte, si aggrappò con tutte le sue forze alla campana e cominciò a tirare…Don don… don don…. don don…..-Campana a martello! - gridarono coloro che si trovavano in paese. In pochi minuti, una folla di trecento persone si raduno intorno alla chiesetta della Madonna dei Campi per vedere che cosa stesse succedendo di grave. Fu così che tutti videro Amelia, bella nel suo abito da sposa bianco, e Gian Bruto, orribile nel suo ridicolo abito da cerimonia e si rattristarono. -Chi sarà mai quel criminale che ha suonato la campana e che ora se ne sta chiuso nel campanile? – si chiedevano indignati il parroco, il conte Sesterzi e i pochi invitati. Ma il matrimonio non si poteva rimandare. Segrete o non segrete, quelle nozze si dovevano pur celebrare.

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Verde di bile, il marchese Nobellis avanzò verso la porta della chiesa a testa alta, quasi in segno di sfida, facendosi largo tra la folla. Ma prima ancora che varcasse la soglia, alcuni ragazzini cominciarono a dire: - Come è brutto! Guardate che bocca storta che ha! E che naso ridicolo! Ah, ah, che ridere! – In breve tutti cominciarono a sghignazzare puntando il dito in direzione dello sposo. Questi non resistette più, ebbe uno scatto d’ira e urlò: -Bastaaa! Poi montò sul cavallo più vicino e si allontanò al gran galoppo. Dopo un attimo di smarrimento, anche i parenti degli sposi e gli invitati degli sposi montarono sulle loro carrozze e se ne andarono indignati, tra gli applausi della folla. Amelia piangeva di gioia e in cuor suo ringraziava il misterioso campanaro. Anche il parroco, pur fingendosi indignato, era contento che quel matrimonio fosse andato a monte. Il marchese Gian Bruto non gli piaceva affatto e sapeva bene che Amelia lo avrebbe dovuto sposare forzatamente. Però era anche preoccupato per la vita di colui che se ne stava rinchiuso nel campanile. -Se quello non esce di lì alla svelta, - disse a Ferdinando – il conte Sesterzi è capace di ritornare con i suoi uomini e di farlo murare vivo all’interno del campanile. Bisogna allontanare tutta questa gente e farlo uscire senza che nessuno lo veda. -Giusto! – approvò Ferdinando – sarebbe un vero peccato che tanto astuta e coraggiosa ci rimettesse la pelle. – Allora don Terenzio cominciò a gridare: -A casa! A casa! Non c’è più nulla da vedere, ora! La folla, pian piano si avvio verso il paese, e quando non ci fu più nessuno nei dintorni, il parroco bussò alla porta del campanile e sussurrò: - Presto, uscite! Chiunque voi siate, venite fuori finché siete ancora in tempo! La porta si dischiuse lentamente e comparve un viso gioioso, fornito di tre inconfondibili “batacchi”. -Riverisco, signor parroco – disse Gioppino con l’aria più naturale di questo mondo. Che mi venga un colpo! – esclamo il parroco, mentre Ferdinando, paralizzato per lo stupore, fissava Gioppino a bocca aperta -Mascalzone che non sei altro! Se il conte sapesse che sei stato tu a mandare a monte la cerimonia, povero me! Considerati licenziato, Gioppino, sono stanco di te! – Fu così che il nostro amico rimase senza lavoro, ma non se ne dette gran peso. Di fame non morirò, - pensava – perché in un modo o nell’altro saprò procurarmi tutto ciò che il mio stomaco richiede – Difatti se la cavò sempre, grazie alla sua astuzia, e alcuni anni dopo Gioppino era un giovanotto sano e robusto più che mai, con tre gozzi enormi e rubicondi.

… continua sul prossimo numero de “L’ARCOBALENO”

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Servizio Animazione COSA BOLLE IN PENTOLA NEL MESE DI NOVEMBRE??

Continueremo con i laboratori programmati che si svolgeranno nei giorni e negli orari stabiliti; verranno mantenuti tutti i progetti di gruppo e mirati; proseguiranno tutte le attività con i fisioterapisti, quelle con gli educatori, con gli operatori e con i volontari!!! Inoltre:

• MERCOLEDI’ 7 in animazione dalle ore 15,00 alle ore 16,30: PROVE di CANTO per la RASSEGNA CANORA 2013

con gli ospiti delle CDR di GAZZANIGA e di CENE • GIOVEDI’ 8 in animazione dalle ore 9,00 alle ore 11,00:

laboratorio di CUCINA; alle ore 12,00 in animazione:

PRANZIAMO INSIEME

• SABATO 10 alle ore 20,30 presso la Sala Polivalente: il “GRUPPO DIALETTALE VERTOVESE”

presenta la COMMEDIA “Amùr e gelosia i nass in compagnia”

• GIOVEDI’ 15 ore 15,00 in animazione: CONFABULANDO e MERENDA

• SABATO 17 alle ore 20,30 presso la Sala Polivalente:

CONCERTO degli allievi della SCUOLA DI TECNICA VOCA LE della maestra Ezia Rolfini di Almenno

• SABATO 24 alle ore 20,30 presso la Sala Polivalente:

il CORPO MUSICALE VERTOVA, in onore della Patrona Santa Cecilia, propone il CONCERTO “CHE SPETTACOLO!”

• LUNEDI’ 26 alle ore 15,00 in sala polivalente:

POMERIGGIO DANZANTE con il GRUPPO “SARANNO FAMOSI di NEMBRO”.

Festeggeremo anche gli ospiti che compiono gli anni nel mese di NOVEMBRE.

Buona animazione a tutti

dalle animatrici Valeria e Manuela

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Alcune ANTICIPAZIONI del programma delle ATTIVITA’ di DICEMBRE 2012

………Nell’ambito del progetto “ATMOSFERE DI NATALE”…. .

SABATO 1 alle ore 20,30 in sala polivalente:

“E’ IL MOMENTO DEGLI AUGURI” Avremo il piacere di assistere alla COMMEDIA MUSICALE

in dialetto bergamasco “NÈDAL IN DEL BOSCH” di Fabr izio Dettamanti, presentata dalla Compagnia Stabile “IL TEATRO DEL GIOPPINO” di Zanica.

Durante la serata verrà donato un riconoscimento al personale che quest’anno ha raggiunto i 25 anni di servizio.

Verrà offerto un dono all’ospite che risiede nella nostra casa da più anni…. Al termine PER TUTTI presso il CDI:

SCAMBIO DI AUGURI E RINFRESCO. Alla serata è calorosamente invitato tutto il personale oltre ai volontari della

Fondazione, dell’Hospice e dei vari gruppi del paese; aspettiamo anche i parenti, gli amici e la popolazione tutta!!!

MERCOLEDI’ 5 alle ore 15,00 in animazione:

PROVE di CANTO per la 20° RASSEGNA CANORA con gli ospiti delle CDR di GAZZANIGA e di CENE.

Il tema per l’edizione 2013 sarà “CANZONI REVIVAL” scelte fra quelle cantate in questi venti anni!

SABATO 8

FESTA DELL’IMMACOLATA alle ore 9,00 la Santa Messa sarà animata

dalla CORALE SANTA CECILIA DI LEFFE; Inoltre le animatrici con i volontari saranno presenti in FIERA

con la bancarella delle “COSE DI NATALE” preparate nei vari laboratori.

LUNEDÌ10 nel pomeriggio: “QUATÈR PASS SÖL SENTERÚ”….ci facciamo un giretto a Bergamo

anche per fare una visita alla chiesa di Santa Lucia

MERCOLEDÌ 12 alle ore 15,00 in Sala Polivalente: RECITAL proposto dal gruppo “CANTIAMO INSIEME”

della Fondazione formato dagli ospiti di Casa Serena, Nucleo Alzheimer, Centro Diurno, CRM e I.D.R.…

Allo spettacolo sono invitati TUTTI ed è aperto ai parenti degli ospiti della Fondazione,

ai volontari ed agli ospiti della strutture della nostra Provincia. Al termine dello spettacolo gusteremo insieme una fetta di panettone!

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GIOVEDÌ 13 in tutti i reparti/comunità passerà SANTA LUCIA…..???.......!!!

VENERDÌ 14 alle ore 20,30 in Sala Polivalente:

SERATA DELLA MONTAGNA organizzata in collaborazione con il gruppo GAV.

Si festeggeranno i 60 anni di fondazione del Gruppo Alpinistico Vertovese ed oltre alla partecipazione di grandi alpinisti,

si esibirà il “CORO IDICA” di Clusone

DOMENICA 16: CONVIVIO DI NATALE!

Alle ore 11,00 ci troviamo in animazione per l’accoglienza e per l’aperitivo; alle ore 11,30 partenza per il ristorante “LA BUSSOLA” di Clusone

AVVISO: dal 10 al 31 tutti i LABORATORI

che si svolgono in animazione sono sospesi!

MERCOLEDÌ 19 alle ore 9,00 in Sala Polivalente: SPETTACOLO DI NATALE

proposto dagli alunni delle SCUOLE ELEMENTARI di VE RTOVA

GIOVEDÌ 20: andiamo a GROMO per visitare la CASA DI BABBO NATALE!

DOMENICA 23:

CAMMINATA DEI BABBI NATALE

LUNEDÌ 24 dalle ore 15,00: con il Consiglio di Amministrazione passeremo in tutti i reparti e comunità

per lo SCAMBIO DEGLI AUGURI E DEI DONI....

DOMENICA 25: E’ NATALE…………….AUGURI! Alle ore 9,00 nella nostra chiesetta la Santa Messa sarà solennizzata

ed al termine sul piazzale ci accoglieranno i “PASTORI DEL CORPO MUSICALE VERTOVA”

che suoneranno le Nenie Natalizie mentre a tutti verrà offerta una fetta di panettone

GIOVEDÌ 27 alle ore 20,30 in sala polivalente:

“CONCERTO DI FINE ANNO” offerto dal CORPO BANDISTICO DI COLZATE

SABATO 31 alle ore 15,30 in Sala Polivalente:

FESTA PER I COMPLEANNI e…SALUTI ALL’ANNO VECCHIO!

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SABATO 10 NOVEMBRE alle ore 20,30 presso la Sala Polivalente

il “GRUPPO DIALETTALE VERTOVESE” presenta la COMMEDIA

“Amùr e gelosia i nass in compagnia” Inoltre dalle ore 18,00 alle ore 23,00

nella piazzetta antistante la SALA POLIVALENTE sarà presente una delegazione della

CRI VALGANDINO e MEDIA VALLE SERIANA

per sensibilizzare la popolazione e per promuovere la raccolta fondi finalizzata all’acquisto

di una nuova ambulanza

SABATO 17 NOVEMBRE alle ore 20,30 presso la sala Polivalente:

CONCERTO degli allievi della scuola di tecnica vocale della maestra Ezia Rolfini di Almenno

Inoltre dalle 16,00 alle ore 23,00 nella piazzetta antistante la SALA POLIVALENTE

sarà presente una delegazione della CRI VALGANDINO

e MEDIA VALLE SERIANA per sensibilizzare la popolazione e per promuovere

la raccolta fondi finalizzata all’acquisto di una nuova ambulanza.

Inoltre i contadini della nostra valle contribuiranno a questo progetto vendendo

formagelle, stracchini e burro….

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IL GRUPPO DIALETTALE

VERTOVESE

SABATO 10 NOVEMBRE alle ore 20,30

presso la SALA POLIVALENTE della FONDAZIONE CARDINAL GUSMINI

di Vertova presenta una brillante commedia in 3 atti

di Pino Gaffuri

Amùr e Gelosia i nass in compagnia

Personaggi Interpreti

Gioanì marito Esmeralda Guerini

Lisetta sua moglie Andreina Radici

Rosi sua figlia Rachele Paganessi

Sandro amico di Gioanì Dorina Mistri

Filippo amico di casa Teresina Donini

Anna sua moglie e amica di Lisetta Edvige Bernini

Pasqualina una conoscente Maria Bosio

Angelo detto scintilla Marina Brioli

Tommaso scopritore investigatore Marina Brioli Rammentatrice Luisa Nodari

Truccatrice Caterina Ratti

Regia Rachele Paganessi

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SABATO 17 NOVEMBRE Alle ore 20,30

presso la SALA POLIVALENTE della FONDAZIONE “Card. Gusmini” di Vertova

L’Associazione “MUSICALMENNO ”

propone: Un concerto lirico

I partecipanti sono allievi del Corso Lirico Vocale della suddetta Associazione, la cui insegnante è il Soprano

EZIA ROLFINI

Saranno eseguiti brani dei seguenti compositori:

G. DONIZETTI, G. VERDI, G. PUCCINI, W. A. MOZART, F. LEHAR

ed altri ancora Al pianoforte:

LOREDANA STRISOVICH e

NORA BATTAGLIA

Vi aspettiamo numerosi!

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FONDAZIONE I.P.S.“CARDINAL GUSMINI”

“ATMOSFERE DI NATALE”

INVITO

SABATO 1 dicembre alle ore 20,30

presso la SALA POLIVALENTE della Fondazione “….E’ IL MOMENTO DEGLI AUGURI”

Il programma della serata sarà ricco e sorprendente ….

Assisteremo alla COMMEDIA MUSICALE in dialetto bergamasco: “Nedàl in del bòsch

di Fabrizio Dettamanti presentata dalla Compagnia Stabile

“Il Teatro del Gioppino” di Zanica. Nell’ambito della serata verranno assegnati riconos cimenti

al personale che quest’anno ha raggiunto i 25 anni di servizio.

Verrà inoltre offerto un omaggio agli ospiti che abitano da più tempo nella nostra casa

…a seguire: RINFRESCO presso il CDI

Ci auguriamo che questo sia per tutti un appuntamento imperdibile ed emozionante

e saremmo onorati di avervi graditi ospiti!

A nome del Consiglio d’Amministrazione Il Presidente

Testa Dott. Stefano

DIRETTORE RESPONSABILE : TESTA DOTT. STEFANO EDITORE E INDIRIZZO DELLA REDAZIONE : FONDAZIONE I.P.S. CARDINAL GUSMINI ONLUS VIA SAN CARLO, 30 24029 VERTOVA (BG) REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO AL NR. 13/10 STAMPATO PRESSO : FONDAZIONE I.P.S. CARDINAL GUSMINI ONLUS