Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

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NOVEMBRE 2010 L’ amministratore di una compagnia aerea per abbassare il prezzo del biglietto ha proposto di tagliare un pilota e far gui- dare le hostess in caso di emergenza. Le hostess? E chi si fida! Già ho paura a vo- lare con l’equipaggio al completo! Dico- no che l’aereo è il mezzo di trasporto più sicuro al mondo… sarà, però la prima cosa che ti senti dire appena entri in un aereo è: “In caso di emergenza indossare il salvagente, la maschera dell’ossigeno e farsi il segno della croce!”. Uno non si tranquillizza molto così! Il treno sarà anche meno sicuro, però non ho mai sentito un ferroviere dirmi: “In caso di deragliamento questo è il kit per inges- sarti la gamba!”. Vogliono far pilotare le hostess? Io ho dei dubbi. L’aereo vola a cinque chilometri da terra e qual è la loro unica preoccupazione? Venderti una bottiglietta di profumo! Se mi schianto a terra non me ne frega niente di sapere se mi puzzano le ascelle! Io in aereo non sopporto quelli che entusiasti ti dicono: “Guarda bello il panorama dal finestri- no!”. “No, grazie”. “Non sai cosa ti per- di!”. “Se volevo vedere il panorama dal finestrino non viaggiavo tra i bagagli!”. Io in aereo non capisco nemmeno quel- li che dormono tranquilli! Ti trovi in un momento cruciale della tua vita e cosa fai? Il pisolino? Io in aereo non dormo mai. Io guido assieme al pilota. L’aereo va troppo a destra e io mi sposto a sini- stra. Lo bilancio. Ho fatto tre viaggi in aereo e tutte le volte l’aereo è atterrato e la gente è uscita tranquilla. Ci fosse stato uno che mi ha ringraziato. La prossima volta dormo anch’io, così imparano!!! *Comico Andrea Muzzi* Io l’aereo lo bilancio Anche se quest’anno non ci sono pandemie in vista, gli esperti raccomandano la prevenzione INFLUENZA ALLARMI NO, VACCINO SÌ PAGG.30-31 Il ds Corvino parla di passato e futuro. E intanto si avvicina il mercato invernale SPORT GLI ORIZZONTI VIOLA PAGG.36-37 Un popolo di scooteristi La vita sulle due ruote on t he r oad PAG.17 La Toscana che s’indebita I l peggio sarà pure passato, ma la crisi ha lasciato una pesantissima serie di strascichi. Quantificabile, purtroppo. In circa duemila euro a testa di debiti per ogni cittadino to- scano. Sono i dati poco rassicuranti forniti dal Casper, il Comitato con- tro le speculazioni e per il risparmio (sigla che riunisce le varie associa- zioni di consumatori). Cifre che raccontano che nell’ultimo anno il numero dei prestiti ha segnato un aumento record del 20,8 per cen- to. Di più: secondo un rapporto di Unioncamere, nella classifica nazio- nale dei “cattivi pagatori” la Tosca- na indossa la maglia nera insieme al Veneto, alle Marche e all’Emilia Romagna. Esiste però il modo di affrancarsi da questa etichetta, men- tre la Regione prevede aiuti per le famiglie in difficoltà. E un’addetta ai lavori spiega come funziona il re- cupero crediti. PAGG.10-11 di Boeti - Esposito PAG.3 Novoli, cosa può cambiare con il Palagiustizia PRIMO PIANO La società di via Carlo del Greco festeggia 25 anni: come “regalo” vorrebbe una palestra TRE PIETRE E UN SOGNO PAG.38 Tante le associazioni nate negli anni, con un obiettivo comune: vivere meglio il quartiere LE LOTTE DEI COMITATI PAG.2 Periodico d’informazione locale. Anno IV n.89 del 2 novembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 EDIZIONE DEL QUARTIERE 5 • 43.480 COPIE DISTRIBUITE DA Q 5 Il Giornale del tuo Quartiere 1106667 1106666

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Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

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NOVEMBRE 2010

L’amministratore di una compagnia

aerea per abbassare il prezzo del biglietto ha proposto di tagliare un pilota e far gui-dare le hostess in caso di emergenza. Le hostess? E chi si fida! Già ho paura a vo-lare con l’equipaggio al completo! Dico-no che l’aereo è il mezzo di trasporto più sicuro al mondo… sarà, però la prima cosa che ti senti dire appena entri in un aereo è: “In caso di emergenza indossare il salvagente, la maschera dell’ossigeno e farsi il segno della croce!”. Uno non si tranquillizza molto così! Il treno sarà anche meno sicuro, però non ho mai sentito un ferroviere dirmi: “In caso di deragliamento questo è il kit per inges-sarti la gamba!”. Vogliono far pilotare le hostess? Io ho dei dubbi. L’aereo vola a cinque chilometri da terra e qual è la loro unica preoccupazione? Venderti una bottiglietta di profumo! Se mi schianto a terra non me ne frega niente di sapere se mi puzzano le ascelle! Io in aereo non sopporto quelli che entusiasti ti dicono: “Guarda bello il panorama dal finestri-no!”. “No, grazie”. “Non sai cosa ti per-di!”. “Se volevo vedere il panorama dal finestrino non viaggiavo tra i bagagli!”. Io in aereo non capisco nemmeno quel-li che dormono tranquilli! Ti trovi in un momento cruciale della tua vita e cosa fai? Il pisolino? Io in aereo non dormo mai. Io guido assieme al pilota. L’aereo va troppo a destra e io mi sposto a sini-stra. Lo bilancio. Ho fatto tre viaggi in aereo e tutte le volte l’aereo è atterrato e la gente è uscita tranquilla. Ci fosse stato uno che mi ha ringraziato. La prossima volta dormo anch’io, così imparano!!!

*Comico

Andrea Muzzi*

Io l’aereo lo bilancio

Anche se quest’anno non ci sono pandemie

in vista, gli esperti raccomandano

la prevenzione

inFluEnza

ALLARMI NO, VACCINO SÌ

PAGG.30-31

Il ds Corvino parla di passato

e futuro. E intanto si avvicina

il mercato invernale

sPort

GLI ORIZZONTI VIOLA

PAGG.36-37

Un popolo di scooteristiLa vita sulle due ruote

on the road

PAG.17

La Toscana che s’indebita

Il peggio sarà pure passato, ma la crisi ha lasciato una pesantissima

serie di strascichi. Quantificabile, purtroppo. In circa duemila euro a testa di debiti per ogni cittadino to-scano. Sono i dati poco rassicuranti forniti dal Casper, il Comitato con-tro le speculazioni e per il risparmio (sigla che riunisce le varie associa-zioni di consumatori). Cifre che raccontano che nell’ultimo anno il numero dei prestiti ha segnato un

aumento record del 20,8 per cen-to. Di più: secondo un rapporto di Unioncamere, nella classifica nazio-nale dei “cattivi pagatori” la Tosca-na indossa la maglia nera insieme al Veneto, alle Marche e all’Emilia Romagna. Esiste però il modo di affrancarsi da questa etichetta, men-tre la Regione prevede aiuti per le famiglie in difficoltà. E un’addetta ai lavori spiega come funziona il re-cupero crediti. PAGG.10-11

di Boeti - Esposito

PAG.3

Novoli, cosa può cambiarecon il Palagiustizia

PRIMO PIANO

La società di via Carlo del Greco

festeggia 25 anni: come “regalo”

vorrebbe una palestra

TRE PIETRE E UN SOGNO

PAG.38

Tante le associazioni nate negli

anni, con un obiettivo comune:

vivere meglio il quartiere

LE LOTTE DEI COMITATI

PAG.2

Periodico d’informazione locale. Anno IV n.89 del 2 novembre 2010.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

EdizionE dEl QuartiErE 5 • 43.480 copiE distribuitE da

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il reporterè un periodico di 10 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 216.486 copie

PARTECIPAZIONE. Quello di viale Gori, di cui Il Reporter ha parlato a ottobre, è solo l’ultimo nato

Il comitato dei cittadini di viale Gori di cui Il Reporter si è occupato nello scorso numero è solo l’ultimo, in ordine di tem-po, dei numerosi comitati nati a Firenze,

patria dell’associazionismo e delle iniziative collettive. Nel quartiere 5 sono diversi gli or-ganismi sorti negli anni per sostenere e pro-muovere cause di pubblico interesse. Ha sede a Brozzi uno dei comitati storici, trasformatosi in una vera e propria rete travalicando i confini cittadini e oggi noto come Coordinamento dei Comitati della Piana. Nato nel 2000, è com-posto dai cittadini che sono stati protagonisti della lotta contro gli inceneritori, da esponenti dei comitati cittadini contro l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola, contro il polo estrat-tivo di Calenzano e contro l’Alta Velocità, dal Coordinamento dei Comitati liguri e toscani per la difesa dell’ambiente, dal Wwf Toscana: si tratta di comitati sorti spontaneamente per opporsi a scelte non condivise. Altro comitato storico, relativo a una zona più circoscritta, è il Comitato Ex Panificio Militare che, dal 2004, lotta per impedire che sull’ex caserma militare di via Mariti, area ufficialmente riconosciuta a destinazione pubblica, intervengano specula-zioni edilizie. Oggi il comitato è attivo anche sul versante Alta Velocità, tramvia, riqualifica-zione area Fiat e lavori di messa in sicurezza del Mugnone: i cittadini rivendicano il diritto di abitare in una zona vivibile, con sufficienti aree verde, libera da cantieri permanenti e non sovraccaricata di snodi e collegamenti viari. Lo stesso tipo di aspirazione muove i cittadini costituitisi nel Comitato del Poggetto, che da 15 anni lotta per fermare la densificazione ur-bana e il degrado dell’area di via Burci, e nel Comitato contro il sottoattraversamento AV, che si oppone alla realizzazione del tunnel sot-terraneo e della famosa stazione Foster, “opera impattante e pericolosa, terribilmente costosa e sostanzialmente inutile”. Comitati sui gene-ris per origini ma accomunati dall’idea di una cittadinanza attiva e consapevole sono il Grup-po Luda Sms di Peretola, nato come progetto europeo di riqualificazione territoriale e oggi attivo a livello cittadino soprattutto per quanto

riguarda le problematiche ambientali connes-se allo sviluppo dell’aeroporto, e il Comitato degli Amici di Via del Pesciolino che, costitu-itosi intorno al seguitissimo blog dei cittadini dell’omonima via, oggi “riunisce molti citta-dini della zona accomunati dall’obiettivo di migliorare la qualità della vita e di essere un vigile punto di riferimento, critico se necessa-rio ma sempre leale e proattivo, nei confronti dell’Amministrazione cittadina”. Si tratta di uno spazio virtuale in cui si fa informazione,

si dibatte, si portano avanti idee e iniziative finalizzate a rendere vivibile un’area della città su cui gravano carenze infrastrutturali e problematiche ambientali e urbanistiche irri-solte. Non a caso, nella zona è recentemente nato il Comitato degli abitanti di via Piemon-te, che denuncia i rischi per la salute pubblica derivanti dell’accumulo di materiali di scarico provenienti dai lavori di messa in ripristino del Mugnone in quella che ormai è comunemen-te chiamata la “discarica di via Piemonte”.

Per far fronte al degrado si sono riuniti i già citati cittadini di viale Gori, mentre per pro-porre soluzioni alternative alla vendita dell’ex Meccanotessile si sono mobilitati i cittadini di Rifredi, presentando petizioni a sindaco e Quartiere. Salute pubblica, tutela dell’ambien-te e del territorio, riqualificazione urbanistica e culturale, vivibilità e qualità della vita sono i grandi temi di interesse collettivo rivendicati dai comitati del quartiere 5, ricco di problemi e contraddizioni così come di potenzialità.

Tutte le lotte dei comitati del quartiere

Fannì Beconcini

Tanti gli organismi

sorti negli anni

per sostenere cause

di pubblico interesse:

dalla qualità della vita

alla tutela dell’ambiente,

dalle riqualificazioni

alla vivibilità del territorio

Via del Pesciolino

VIALE GUIDONI

Per loro che al parco di San Donato ci van-no tutti i giorni è una questione impor-

tante. “Per noi è una necessità fondamentale - dice la signora Alberta, che al parco ormai è di casa - ma attraversare viale Guidoni è un po’ un’impresa”. Gli attraversamenti pedonali più vicini per raggiungere l’area verde sono all’incrocio con via Forlanini o di fronte al nuovo tribunale. Ma ora il disagio dei citta-dini potrà finalmente essere risolto. “Assieme all’Immobiliare Novoli abbiamo trovato una soluzione sostenibile – spiegano dagli uffici della Mobilità del Comune di Firenze – sarà realizzato, da parte della stessa immobiliare,

un passaggio pedonale a chiamata. Al posto della rotonda di viale Guidoni, dove conflui-scono via Sandro Pertini e via Umberto Mad-dalena, ci sarà un incrocio a ‘T’. In base agli studi che abbiamo condotto non ci saranno grosse ripercussioni sul traffico”. I due attra-versamenti pedonali attualmente più vicini sono decisamente scomodi per le decine di mamme e nonni che tutti i giorni portano al parco figli e nipoti. “Nel rione di San Donato negli ultimi tempi sono nati per fortuna tantis-simi bambini, e non è possibile che si debba-no fare centinaia di metri per poterli portare al parco”, continua la signora Alberta, che non

è la sola a lamentarsi. Sono in tanti, infatti, che chiedono - da più di due anni - che l’am-ministrazione faccia qualcosa per risolvere il problema. “Sia il Quartiere che Palazzo Vec-chio hanno colto l’istanza – assicura il presi-dente del Quartiere 5 Federico Gianassi - e abbiamo da subito condiviso la necessità di risolvere il problema.”. Ma la soluzione non è stata così semplice. “L’area è di proprietà dell’Immobiliare Novoli – conclude Gianassi - compresa via Pertini che costeggia il parco. Quest’ultima non è ancora passata al Comu-ne, quindi fino ad oggi non è stato possibile fare nulla”.

Da tempo gli abitanti lamentano difficoltà per raggiungere il parco di San Donato

Attraversare? È un’impresa. Ma arriva un nuovo passaggio

/F.M.

In una zona come quella di San Donato, molto popolosa e in cui abitano nume-rosi anziani, i residenti hanno chiesto a inizio estate al Quartiere di farsi porta-voce delle loro istanze. Chiedono che la linea 18 dell’Ataf allunghi di qualche centinaio di metri il suo percorso per servire meglio la zona. Attualmente, la linea passa da via Forlani e prosegue per il Ponte di Mezzo: quello che i cittadini chiedono è di far svoltare l’autobus in via Guidoni, farlo proseguire in via Um-berto Maddalena, poi in via Carlo del Prete e quindi riprendere il suo attuale tragitto per il Ponte di Mezzo. La richie-sta è stata accolta e ora si stanno valu-tando le possibili soluzioni. “Abbiamo già avuto un incontro con i vertici Ataf qualche settimana fa – spiega il presi-dente del Q5 Federico Gianassi – che dopo aver analizzato la nostra proposta di allungare il percorso della linea 18 di 3-4 fermate, così da poter soddisfare le richieste dei cittadini, si sono dimostrati disponibili a trovare una soluzione”.

“Percorso più lungoper la linea Ataf 18”

LA RICHIESTA

Anno IV n.89 del 2 novembre 2010

Il Reporter di Rifredi, Novoli, Brozzi raggiunge 43480 famiglie nel quartiere 5 di Firenze.

2 Novembre 2010 Rifredi • Novoli • Brozzi

Page 3: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

L’OPERA. L’edificio ha aperto i cancelli in occasione della giornata dedicata ai “100 luoghi”

Il Palagiustizia si svela ai cittadini

Tra i residenti c’è chi lo considera un segno necessario di

modernità e chi del tutto inadeguato al panorama. Per tutti, però,

la priorità è una sola: che prenda vita il prima possibile, dando

il via alla rinascita dell’area. Partendo da viabilità e collegamenti

“Era meglio il Carapelli...”. Esordisce così uno dei visitatori del nuovo Palazzo di Giustizia, ricordando il vecchio stabili-mento che un tempo sorgeva su questo

territorio e smorzando l’entusiasmo generale. I parte-cipanti sono numerosi: è la giornata dei “fiorentini che cambiano la città”. Questo lo slogan della manifesta-zione di Palazzo Vecchio che lo scorso 28 settembre ha aperto le discussioni su 100 luoghi di Firenze a chiunque volesse partecipare. E, per l’occasione, anche il Palagiu-stizia ha aperto i cancelli ai visitatori. Una superficie di 800mila metri quadrati che lo rendono il secondo palaz-zo di giustizia italiano per estensione, dopo quello di To-rino, 240 metri di lunghezza per 146 di larghezza, e una torre di 72 metri che ne fa il quarto edificio più alto della città. Costruito nell’area ex Fiat, è destinato a riunire tut-te le sezioni distaccate del tribunale di Firenze, liberando così nove edifici del centro storico che potranno avere al-tra destinazione. I piani sotterranei verranno riservati agli archivi e alle celle dei detenuti in attesa di giudizio; ai piani superiori le aule di dibattimento, due aule di assise e la maxi-aula posta al piano rialzato; gli ultimi piani per gli uffici dei magistrati e delle procure. Nell’idea dell’ar-chitetto Leonardo Ricci, il cui progetto risale a prima degli anni ‘90, il Palagiustizia sarebbe dovuto diventare una cittadina giudiziaria aperta ai cittadini. Un’idea non più realizzabile, in primis per ragioni di sicurezza. Lo spazio sarà pertanto destinato agli addetti ai lavori, che potranno usufruire di punti ristoro, banca, posta e proba-bilmente anche di un asilo aziendale. Per adesso il Pala-giustizia è ancora vuoto: sembra che le gare per gli arredi e per gli impianti di sicurezza non siano state bandite per tempo. Sono sei i mesi previsti perché il palazzo venga ammobiliato e arredato. Inizierà poi la fase del trasloco del personale giudiziario fiorentino: circa 1.100 persone dovranno cambiare “casa”, ma non prima che gli archivi

- attualmente sparsi tra Prato e Firenze – vengano riu-niti nella nuova sede. Proprio gli archivi sono al centro dell’ultima questione sorta intorno al nuovo palazzo: il presidente della commissione bilancio Massimo Fratini (Pd) ha denunciato che i 59mila metri di scaffalature de-stinati agli archivi non saranno sufficienti ad accogliere tutto il materiale. Allarme che non è stato né smentito né alimentato dall’assessore al patrimonio Angelo Falchetti. Per il momento, resta il fatto che il Comune sta pagando esosi costi di manutenzione per un edificio inutilizzato. Soldi di cui tra tre anni lo Stato renderà alla città il 70%. I cittadini, consapevoli dell’importanza che il Palazzo di Giustizia avrà per la città e per il quartiere, avanzano le loro richieste. Innanzitutto una riorganizzazione del traf-fico nelle due grandi strade di scorrimento (viale Guidoni e via di Novoli), che sarà peraltro necessaria con la futura

linea della tramvia. Poi i collegamenti con il centro e con Rifredi, ancora scarsi per una realtà in evoluzione come Novoli. E infine i tempi, perché il Palagiustizia non tardi ancora molto ad essere inaugurato. Sembra quindi che la polemica sull’aspetto “futuristico” del Palagiustizia sia ormai passata in secondo piano. Parte dei residenti ha ac-colto il palazzo come un segno necessario di modernità, mentre un’altra parte lo considera del tutto inadeguato al panorama edilizio circostante. Adesso, per i cittadini la priorità sembra però essere una sola: che il Palagiustizia prenda vita il prima possibile. Nostalgici della Carapelli a parte.

Elena Guidieri

Il nuovo palazzo di giustizia

È curioso ripercorrere le vicende storiche del territorio che oggi

viene definito il “secondo centro” della città. Il territorio scelto per la costruzione del nuovo Palagiustizia, del Polo universitario, del parco di san Donato: Novoli. Un percorso tra-vagliato il suo, un percorso che dopo secoli di agricoltura ha trasformato la zona in un complesso residenziale di periferia, invaso da edifici di dubbio gusto architettonico e problemi di or-dine sociale, tra cui spicca quello del-la prostituzione. L’interesse dell’am-ministrazione fiorentina per Novoli nacque molti anni fa, quando i pro-getti per il territorio erano diversi da quelli realizzati oggi. Fino al 1865, Novoli non apparteneva neppure al comune di Firenze, ma era annessa allo scomparso comune di Pellegri-no da Careggi. Molti dei comuni che circondavano Firenze (Brozzi, Pelle-grino da Careggi, Rovezzano, Bagno a Ripoli, Galluzzo) furono annessi alla città per accrescere i proventi del dazio. In quegli anni la zona era per l’87% agricola: da qui il suo nome - talvolta traslato in Nuovoli - che deri-va da Novolus, campo nuovo. È certo che l’idea di una “Novoli agricola” fu mantenuta fino al 1927, anno della grande bonifica che, tra i vari terri-tori, interessò anche l’area aeropor-tuale di Firenze. Novoli fu dotata di un sistema di irrigazione finalizzato allo sviluppo agricolo. Nonostante l’aspetto moderno e apparentemente privo di radici storiche, sono molte le tracce lasciate nel corso dei secoli.

Per fare qualche esempio, gli Ago-stiniani si trasferirono a Novoli nel 1187 e lì edificarono il loro conven-to. Secondo quanto narra Cesare da Prato, il cenacolo del convento venne affrescato da Masaccio, ma la pittu-ra venne distrutta dalle truppe tede-sche dell’imperatore Carlo V durante l’assedio di Firenze del 1529-1530. Dopo vari passaggi di proprietà, il convento arrivò nelle mani di Nicola Demidoff, un ricco imprenditore rus-so, che diede vita a una piccola attivi-tà agricola e industriale. Procedendo a nord-ovest della città, a Peretola, si trovano le radici di un’altra casata, i Vespucci, da cui uscirà il noto Ame-rigo. Ormai distante dalle sue radici storiche, Novoli deve il suo aspetto attuale al boom edilizio degli anni

‘60, che ha interessato in particolare la zona tra via di Novoli e via Ba-racca. Lo stesso grande giardino dei Demidoff è stato “vittima” delle lot-tizzazioni. Alcune tracce del passato rimangono tuttavia nelle costruzioni abbandonate sulle rive dell’Arno. Il fosso Macinante azionava tre mulini idraulici, di cui alcuni sono ancora oggi visibili: il mulino del Barco, di Petriolo e di S. Moro.

Da zona agricolaa secondo centro

LA STORIA. Viaggio alle origini di Novoli

/E.G.

Gli addetti ai lavori potranno usufruire di punti ristoro, banca e forse di un asilo aziendale

Un percorsotravagliato.Ma restanoalcune tracce

3il giornale del tuo quartiere

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Bruno GallaiPensionato, 77 anni

“Per me i rom e i cinesi non sono un problema, non danno fastidio. Le questioni sono altre. Ad esempio mancano i ser-vizi. Per trovare una farmacia o si va alla Coop, o all’indica-tore o a Brozzi, e anche i negozi di alimentari scarseggiano. E poi c’è il rumore degli aerei, a tutte le ore, anche alle due di notte”

“Il problemaè la mancanzadi servizi”

nadia raduCommessa, 26 anni

“Io sono romena, quindi parlo coi rom che sono qui nella loro lingua e per questo ne conosco parecchi. Alcuni di loro sanno comportarsi anche quando vengono nel negozio dove lavoro. Altri no. Abito qui da 7 anni e sto bene. Ora sono mamma, l’unica cosa che mi piacerebbe avere sono più spa-zi per i bambini”

“Mi piacerebberopiù spazi per i bambini”

Ezio BraschiPensionato, 75 anni

“L’unico che si muove per noi di Quaracchi è il parroco, Don Claudio. Il resto delle istituzioni ci ha completamente abbandonati. Le macchine corrono contro mano, le ragazzi-ne vengono aggredite e non c’è l’ombra di un controllo. A questo si aggiunge la carenza di servizi, che complica non poco la nostra vita”

“Noi abitantici sentiamoabbandonati”

L’INCHIESTA. Tante le lamentele degli abitanti del rione. Che si sente “lontano” da Firenze

“Degrado, insicurezza e nuovi problemi”Viaggio tra le difficoltà di Quaracchi

“E per pena sempre ingozzi, vin di Brozzi di Quaracchi e di Peretola”. Già nel 1685 Francesco Redi, nel suo “Bacco in Toscana”, definiva con

questi versi il vino di Quaracchi (e non solo) come il peggiore del territorio. Oggi il vino non si produce più da queste parti, ma la situazione di coloro che vi risiedono è sicuramente fra le peggiori di tutto il com-prensorio fiorentino. Rumore assordante di aerei che squarciano l’aria in piena notte, timore che i propri figli vengano aggrediti sulla porta di casa, disappunto di fronte al degrado che ormai sta conquistando ogni via, viottolo, angolo. E ancora traffico, carenza di controlli da parte della polizia municipale e delle for-ze dell’ordine in genere, scarsità di servizi di qualsiasi tipo. Si potrebbe continuare ancora con la lista delle lamentele dei cittadini, che hanno un lungo elenco di disagi sulla loro “vita di periferia”. Di questa, perife-ria. Quanto detto, tuttavia, è sufficiente a dare l’im-pressione che Quaracchi sia molto vicina al cuore di Firenze solo sulle mappe stradali. Questa, almeno, è la sensazione che accomuna molti di coloro che vi-vono nel rione. Ai problemi cui si è già accennato si aggiungono due questioni, certamente da trattare con

Ilaria Esposito

L’area in cui si sono accampati i rom

tutta la cautela del caso, ma che di fatto devono esse-re affrontate. Si tratta della presenza consistente della comunità cinese e soprattutto dell’arrivo, nei mesi scorsi, dei rom che sono stati allontanati dall’Osma-tex e che ancora oggi sono accampati nei pressi del ponte di via di San Piero a Quaracchi. Pochi mesi fa, il gruppo del Pdl in consiglio di Quartiere aveva ri-chiesto una seduta straordinaria totalmente dedicata

ai problemi della frazione. Nel corso dell’estate era stato Francesco Torselli (consigliere comunale del Pdl) a portare all’attenzione della giunta comunale la “questione rom a Quaracchi”. Il suo intervento citava anche alcune voci che volevano la frazione a rischio colera a causa delle condizioni poco igieniche in cui versava la stessa popolazione rom (nella quale erano e sono compresi ovviamente anche dei bambini). Al-cuni residenti riconducono alla presenza dei nomadi la frequenza con cui i garage del sobborgo vengono “svuotati” e la facilità con cui macchine e biciclette

In troppi hanno provato a rubare: mio figlio tieneuna mazza dietro al bancone

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4 Novembre 2010 Rifredi • Novoli • Brozzi

Page 5: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

La lista è lunga: rumore di aerei,

traffico, timore di aggressioni

e scarsità di servizi. Ultimamente

si sono aggiunte anche altre

due questioni: la consistente

presenza della comunità cinese

e l’arrivo dei rom, accampati

vicino al ponte di via San Piero

spariscono per non essere più trovate. Altri esprimono solidarietà per chi vive sotto il ponte di via di San Piero e sot-tolineano che alcuni di loro erano già - o hanno imparato ad essere - corretti, a comportarsi secondo il nostro concetto di vivere civile. In qualsiasi modo la si pensi, è fuori dubbio che un problema si-curezza a Quaracchi c’è. “Mio figlio tie-ne una mazza dietro il bancone – ammet-

te un negoziante che pure assicura di non avere paura - chiaramente speriamo che non serva mai, ma in tanti, troppi, hanno provato a fregarci, a rubare, a farci del male”. Quasi tutti i residenti accennano ad episodi di violenza più o meno gravi. C’è chi è stato scippato dal conducente di un motorino, ma anche chi ha subi-to una vera e propria aggressione, per lo più donne. Al problema della sicurezza

in senso stretto si aggiunge quello del traffico, che spesso mette altrettanto a re-pentaglio l’integrità fisica dei residenti. Basta soffermarsi nella piazzetta princi-pale della frazione per notare mezzi che transitano ad alta velocità in strade che potrebbero essere meglio definite vico-li. Non c’è segnale che tenga: anche il codice della strada, a Quaracchi, sembra diventare troppo spesso carta straccia.

FrancEsco PaGanoCommerciante, 47 anni

“Io non ho grossi problemi qui, nel senso che ho imparato a farmi conoscere da chi di solito dà fastidio come qualcuno che dà tanto, ma se preso in giro reagisce in modo duro. Bi-sogna stabilire dei limiti, ma per me è più facile farlo perché non abito a Quaracchi. La gente che ci sta, a volte, fa fatica a reggere la situazione”

“Bisognastabiliredei limiti”

PiEro ParEntiPensionato, 77 anni

“Alla scuola Paolo Uccello non c’è nessuno che controlla e che gestisce il traffico, mentre le macchine sfrecciano a 100 chilometri all’ora quando i bambini attraversano. Le strade vengono pulite una volta al mese e la polizia non passa mai, così ci rubano continuamente biciclette, macchine e quello che trovano”

“Non c’ènessuno che controlla”

VIA CACCINIDa fine ottobre sono in corso alcuni lavori per la posa di cavi della media tensione elettrica ad uso del nuovo ospedale di Careggi in via Giulio Caccini. Fino a lunedì 8 novembre è in vigore un senso unico verso largo Brambilla nel tratto da via delle Panche a largo Brambilla.VIA DEL ROMITOPer lavori di realizzazione di un condotto fognario, a fine ottobre è stato istituito un senso unico alternato con semaforo in via del Romito. Termine previsto sabato 13 novembre. VIA DELLE PANCHE Iniziano lunedì 8 novembre le operazioni per il ripristino di un chiusino della rete fognaria in via delle Panche. Per una settimana il tratto da via Emidio Spinucci a via Luigi Caldieri sarà chiuso al traffico. E da martedì 2 novembre sono in corso i lavori di scavo per la posa di un cavo della media tensione elettrica a servizio dell’ospedale di Careggi. In vigore un restringimento di carreggiata da via Vittorio Locchi a via Giulio Caccini con adeguamento dell’impianto semaforico. Termine previsto martedì 16 novembre.VIA CARLO DEL GRECO Da lunedì 8 novembre sono in programma alcuni lavori relativi alla posa di un cavo telefonico in via Carlo del Greco. Previsto un restringimento di carreggiata all’incrocio con via Reginaldo Giuliani: l’intersezione sarà interessata dallo scavo fino a giovedì 11 novembre. Successivamente il provvedimento interesserà via Reginaldo Giuliani con divieto di sosta su ambo i lati per un tratto di una sessantina di metri in direzione di via Emidio Spinucci. L’intervento si concluderà venerdì 19 novembre. VIA LOCCHI Ancora lavori di scavo per la posa di un cavo della media tensione elettrica a servizio dell’ospedale di Careggi. Da venerdì 5 a lunedì 15 novembre è istituito un restringimento di carreggiata in via Vittorio Locchi, da via delle Panche a via Nino Oxilia.

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5il giornale del tuo quartiere

Page 6: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Uno degli svantaggi di abitare in città è il dover fare i conti con il rumore di treni, auto, motorini e bus: suoni costanti che invadono i nostri spazi,

tutto il giorno, tutti i giorni. Si tratta dell’ormai tanto chiacchierato inquinamento acustico, che oggi compare tra le principali fonti di stress, an-sie e insonnie con cui siamo obbligati a convi-vere, a casa come al lavoro e a volte perfi no nel nostro tempo libero. A Firenze, dopo l’allarme del 2008, sembra che la situazione sia rientra-ta nei limiti previsti dalla legge, sebbene sia evidente la presenza di alcune zone “critiche”, particolarmente esposte al traffi co su strada e su ferro. Arnaldo Melloni, responsabile comunale del controllo sull’inquinamento sonoro, garan-tisce che “di norma, sul nostro territorio, non vengono superate le soglie limite di 65 decibel diurni e 55 notturni. Esistono però delle ecce-

Firenze città dei rumori. Anzi noDOSSIER. Dopo l’allarme del 2008 sull’inquinamento acustico la situazione sembra migliorata

Simele Kruklidis zioni, ma riguardano per lo più le case costruite a ridosso dei viali di circonvallazione, che qui rappresentano l’origine della gran parte dei suo-ni disturbanti”. Niente di anomalo rispetto ad altre città italiane, ed anzi possiamo dire che per sua natura Firenze presenta un ulteriore vantag-gio: l’architettura della sue costruzioni. “Quasi tutti gli edifi ci – continua Melloni – hanno un retro esposto su una corte o un giardino che favorisce il mantenimento del silenzio e della quiete notturna: a regola, le camere da letto do-vrebbero essere collocate proprio su quel lato. Inoltre le mura sono spesse e trattengono il suo-no”. Ma al di là del traffi co su strada, in alcune aree preoccupa anche la numerosità di abita-zioni vicino alle rotaie e il sempre più discusso traffi co aereo che, tra Peretola e dintorni, crea continui disagi ai cittadini. Rumori che purtrop-po non sono eliminabili e che fi niscono per in-cidere negativamente non solo sulla valutazione della zona e dei suoi immobili, ma soprattutto sulla qualità della vita degli stessi residenti. Ep-pure, secondo Melloni, le prospettive a breve e medio termine lasciano intravedere possibili e nuovi miglioramenti: “Nei prossimi anni sia la tramvia che la Tav aiuteranno a smaltire il traffi -co cittadino, contribuendo in maniera senz’altro signifi cativa a rendere meno caotiche le nostre strade. Per quanto riguarda la questione dell’ae-roporto, tutto sommato si fa riferimento ad un’area limitata e circoscritta, in cui però il ru-more elevato sussiste”. Se dunque qualcuno po-trà sperare in un futuro più silenzioso, per altri invece il problema continuerà a perdurare. L’in-quinamento acustico, proprio come lo smog, è una tra le prime controindicazioni del vivere in città. Per alcuni è un compromesso tollerabile, altri invece progettano da anni la fuga verso la campagna.

È tra le principali

fonti di stress

e insonnie, ma presto

le cose potrebbero

cambiare. “Tramvia

e Tav contribuiranno

a rendere meno

caotiche le strade”

Ogni tre minuti sopra il cielo di Peretola passa un aereo a

bassa quota: è un’azione che si ri-pete più di cento volte al giorno, senza tregua. Da anni ormai si discute sull’argomento, cittadini e amministrazione insieme, e di tanto in tanto la soluzione sembra sia a portata di mano. Si è parlato di misure anti-rumore, di variazio-ni nelle fasi di decollo e atterrag-gio e persino di diminuzione del numero di voli, eppure sino ad oggi non è stato ancora possibile rendere i decibel sopportabili. Per tale ragione la zona ormai vive in un limbo di proteste, promesse e dimenticanze, mentre la svaluta-zione degli immobili residenziali e commerciali continua ad avanzare. Chi ha la possibilità di allontanarsi lo fa in fretta, magari pur dovendo vendere la propria casa a cifre che per gli standard fi orentini sono qua-si irrisorie. E a comprare senza al-cun problema ci pensa la comunità cinese, che anche a Peretola cresce a ritmi sostenuti. Intanto, dopo nu-merosi tira e molla, all’orizzonte si profi la la costruzione di una nuo-va pista, a sostituzione di quella attuale, ma parallela all’autostrada A11. Il progetto, secondo le stime

di Confi ndustria, dovrebbe far sali-re il numero dei passeggeri da 1,8 a 3,3 milioni all’anno e, soprattut-to, dovrebbe garantire un notevole calo dell’inquinamento acustico. Così, mentre ancora una volta si sono riaccese le aspettative dei tanti residenti in attesa di risposte univoche, dall’Aerohabitat, il cen-tro di ricerca sui collegamenti e le prestazioni aeroportuali, traspare invece qualche esitazione. In ultima istanza, la situazione appare ancora torbida, ricca di controversie e di questioni tecniche irrisolte. Ed ecco che ci risiamo: sull’argomento non è possibile fare chiarezza, neppure questa volta. Peccato per chi ci ave-va sperato.

In attesa della nuova pista, si discute da anni

Ma Peretola trema ogni 3 minuti

/S.K.

IL CASO

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6 Novembre 2010 Rifredi • Novoli • Brozzi

Page 7: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

La cosiddetta “operazione cenerino” - ossia l’inizia-tiva promossa nel 2009 dall’allora assessore alla

sicurezza e vivibilità urbana Gra-ziano Cioni affi nché gli esercizi commerciali esponessero posa-cenere sulla loro soglia - ha avuto successo? Probabilmente no. I 700 cenerini che furono messi in circo-lazione più di un anno fa sono mol-to riconoscibili grazie alle imma-gini di Firenze di cui sono rivestiti e la scritta “Firenze è anche tua, tienila pulita”. Di conseguenza, basta una passeggiata per accer-tare se veramente i commercianti hanno aderito alla lotta ai moz-ziconi e, soprattutto, se la stanno portando ancora avanti. Ad essere coinvolti nell’iniziativa furono i negozianti del centro, su proposta, oltre che dell’Amministrazione, anche della Camera di Commercio di Cna e con la collaborazione di Confcommercio e Confesercenti. Purtroppo, non è detto che gli eser-cizi che aderirono allora abbiano mantenuto l’abitudine di esporre il loro cenerino in materiale ricicla-to (il busto in cartone, la base in alluminio). Di conseguenza non è facile avere un dato su quanti siano realmente questi posacenere tutti ecologici (fra l’altro, Confeser-centi sta provvedendo a distribuir-ne altri in Oltrarno ai negozi che stanno aderendo a questa nuova e

ulteriore proposta). Ma, appunto per il loro aspetto inconfondibile, dando un’occhiata alle soglie dei negozi del centro ci si rende con-to che solo in pochi (soprattutto in piazza della Repubblica e nelle vie limitrofe) hanno “adottato” il loro posacenere. “Vengono usati dai clienti - spiega Francesco Maggio, titolare di un bar in centro - ma es-sendo di cartone si rovinano, e tan-ti magari li hanno gettati. Un pro-blema è che la gente li usa come cestino: passano e appoggiano di tutto sul posacenere. Ci vorrebbe un buco sotto il portasigarette per raccogliere anche tutto il resto”.

Effettivamente, quella del cesti-no con applicato un posacenere è un’idea che è già venuta in mente all’amministrazione. Da qualche tempo, infatti, ai bidoncini marro-ni che si vedono dislocati per tutto il centro sono state applicate delle cassette per gettare cenere e moz-ziconi. Quadrifoglio sostiene che l’iniziativa abbia avuto un gran successo e che nel perimetro del castrum i 500 posacenere presen-ti vengano svuotati anche cinque volte al giorno. Diversa la situa-zione negli altri quartieri, dove né i cenerini né questo tipo di bidoni sono stati sperimentati.

SIGARETTE & CO. Sono pochi i negozi che hanno “adottato” un posacenere

Mozziconi, se la lotta si “spegne”Ilaria Esposito

Il “progetto cenerino”, che prevedeva la collocazione

di posacenere fuori da negozi ed esercizi pubblici - per evi-tare di buttare mozziconi per terra e migliorare il decoro della città - ha riguardato an-che il quartiere 5. Il proget-to, all’inizio, ha coinvolto gli esercizi dei centri commerciali naturali di piazza Dalmazia e Peretola. “Quadrifoglio ci par-lò dell’iniziativa – racconta il presidente del Ccn di piazza Dalmazia Morena Baldacci – la responsabilità economica ricadeva su di me in quanto presidente. Avevo preso accor-di per non più di quattro posa-cenere per posizionarli all’en-trata di alcuni esercizi pubblici nella piazza e in viale Morga-gni.” “Nello stretto – prosegue Baldacci - non era possibile una giusta collocazione a cau-sa del diametro dei posacene-re che superava i 50 cm. Non c’era lo spazio sufficiente sul marciapiede.” Il progetto, che all’inizio era stato accolto con

entusiasmo dai commercianti e dalla popolazione, non è an-dato a buon fine. “So per cer-to che i posacenere si trovano ancora in un deposito di Qua-drifoglio – le fa eco Gianluca Grassini, presidente del Ccn Peretola – non se ne è fatto più di niente”. “Avremmo dovuto firmare una impegnativa - pro-

segue Baldacci – la responsa-bilità sarebbe ricaduta sulla nostra persona in caso di rot-tura o smarrimento, avremmo dovuto pagare l’importo del posacenere: 120 euro. In caso di atti di vandalismo, qualora il posacenere fosse stato usato come arma contro qualcuno o contro un negozio, la respon-sabilità sarebbe ricaduta su di

noi. Fu difficile quindi col-laborare a queste condizioni con Quadrifoglio”. “Privata-mente, noi commercianti ci organizziamo per migliorare la vivibilità dei nostri centri commerciali naturali - conclu-de Baldacci - il problema sor-ge là dove non ci sono negozi. La piazza, per esempio, terra di nessuno, è ricettacolo non solo di cicche, ma di degra-do”. E sul tema interviene an-che il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi: “Sono del parere che i posacenere servano in questi centri com-merciali naturali dove esercizi di piccola e media distribuzio-ne richiamano molta gente. Il posacenere garantisce pulizia, decoro e tutela l’utenza”. “E’ necessario lavorare perché ciò avvenga - conclude Gianassi - rimetterci a un tavolo, ascolta-re le proposte e non mettere in difficoltà il singolo scaricando ogni tipo di responsabilità sul presidente del Ccn, ma facen-do squadra”.

La collocazione dei “cenerini” non è andata a buon fine

E il progetto finì “in fumo”

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7il giornale del tuo quartiere

Page 8: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Perla”, che si trova all’interno della Casa della Cultura di via Forlanini. Un dettaglio strappato a una serata come tante, in cui fino a 160-170 persone affollano la pista che si tro-va al piano superiore del circolo e che è organizzata come una vera di-scoteca: luci colorate e guardaroba

per lasciare tutto il superfluo e muo-versi in libertà. Qui, ogni martedì, venerdì e domenica gli anziani - ma anche qualche under 65 - si ritrova-no per ballare il liscio. Nel quartiere sono tanti i circoli e i centri che nel loro programma prevedono quelle che in gergo vengono dette “serate danzanti”. Per fare alcuni esempi, attività simili vengono offerte al centro anziani Ponte di Mezzo-Lip-pi in via Caboto, a quello di Castello in piazza Cavalieri di Vittorio Vene-to e al centro di Novoli-Quaracchi-Peretola-Brozzi-Le Piagge, che si trova in viuzzo delle Calvane. Alla sala da ballo “La Perla” la funzione sociale del liscio è la stessa che dalle altre parti: “Da quando hanno chiu-so varie tombole - spiega Giuseppe Guagni, presidente della Casa della cultura - questi anziani non sanno bene dove andare, cosa fare. L’af-fluenza alle serate della sala, però, ci dice che loro hanno voglia di so-cializzare, ed è giusto che possano farlo”. Fra l’altro, quasi tutte le sale prevedono che nelle ore dedicate al liscio siano compresi anche dei balli di gruppo, per permettere alle perso-

“Tempo fa, una si-gnora di 82 anni voleva salire a bal-lare addirittura sul

palco, dove suona l’orchestra...”. Questo il racconto dei responsabili (Mauro Ercolani, Dina Portolani ed Ettore Rao) della sala da ballo “La

TEMPO LIBERO. Le “serate danzanti” stanno tornando di gran moda. E i posti non mancano

Vai col liscio, tutti in pista a ballare

Ilaria Esposito

Tutti a ballare in pista

Tanti i circoli e i centri che le organizzano, centinaia le persone

che non vogliono perdersi questi appuntamenti, soprattutto

“da quando hanno chiuso le tombole”. E non sono solo anziani

ne sole di divertirsi pur non essendo accompagnate da un partner. Ma il liscio “non è una cosa per vecchi”. Almeno, non solo. Lo sostiene Dina Portolani, che alla casa della cultura si occupa del ballo e di organizza-re le lezioni di diversi tipi di danza: “Siamo riusciti a portare in sala tante persone e fra queste, ultimamente, si vede anche qualche 45enne. Io cre-do che debbano riprendere a ballare in coppia anche i giovani. Per que-sto al centro organizziamo corsi di ballo per bambini e la prima lezione di prova gratuita ha avuto un buon successo. Dieci anni fa le sale dove si faceva liscio erano deserte. Ora

questa abitudine è stata recuperata e vogliamo proiettarla anche ver-so i giovani”. Nel 1950 “La Perla” esisteva già ed era conosciutissima, tanto che molti gruppi musicali fa-mosi hanno suonato sul palco dove oggi tre orchestre diverse si alter-nano negli altrettanti appuntamenti settimanali col liscio. Il successo è tale che mentre parliamo con pre-sidente e responsabili di sala arriva una telefonata: “Scusate, ma quando potremo venire a ballare da voi an-che la domenica pomeriggio?”. La risposta di Guagni è pronta: “Siete così tanti a chiederlo che ci stiamo organizzando per farlo”.

I responsabili della sala “La Perla”

Il Cantuccio di San Lorenzo di Aleandro Marini & C.si trova in Via Sant’Antonino 23/R, nel cuore di Firenze, a 150metridalla Chiesa di Santa Maria Novella. In questo laboratorio artigiano,con vendita diretta al pubblico, il sig. Aleandro continua la tradizione della famiglia Marini, fornai fiorentini dal 1950 al 1975,ristoratori poi fino al 2002; qui, sotto gli occhi incuriositi dei passanti, vengono creati i famosi Cantucci di San Lorenzo, quellicon Fichi e Noci e quelli al Cioccolato Fondente e Scorsa d’AranciaCandita. Vengono infornati da mani esperte e il profumo che si creainvade le strade, invitando gli avventori all’assaggio de “IlCantuccio” ancora caldo. Le ricette sono quelle fondamentali diquando il Forno Marini era in via San Bartolo a Cintoia, all’epoca inaperta campagna, e non c’era festa o ricorrenza in cui non venisserorichiesti i Cantucci alla Mandorla, la Torta alla Mantovana o i dolcidi Pasta Frolla; il Vin Santo o il Vin Dolce del resto ce lo avevano gia’in cantina! I Cantucci si accompagnavano spesso alle tradizionicontadine toscane e venivano mangiati in compagnia celebrandol’amicizia. Ancora oggi annaffiati da un bel bicchiere di Vin Santosimboleggiano convivialita’ e ospitalita’.

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8 Novembre 2010 Rifredi • Novoli • Brozzi

Page 9: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

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Page 10: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Spese sanitarie, rateizzazioni per l’acquisto della macchina, viaggi, ma soprattutto mutui per compra-re casa, ed ecco che in Toscana,

nel 2010, ogni cittadino ha contratto debiti per una media di 2.040 euro a testa. Se-condo i dati forniti dal Casper, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (sigla che riunisce le varie associazioni di consumatori), ogni famiglia si ritrova ac-collate tutti i mesi delle spese fi sse che co-stringono al ricorso al credito. Non a caso nell’ultimo anno il numero dei prestiti ha segnato un aumento record del 20,8 per cento. In linea con l’allarme lanciato dalla Banca d’Italia, dunque, anche in Toscana è cresciuto l’indebitamento delle fami-glie e questo boom è causato da una forte perdita del potere d’acquisto. Secondo un rapporto di Unioncamere, nella classifi ca nazionale dei “cattivi pagatori” la Tosca-na indossa la maglia nera insieme al Ve-neto, alle Marche e all’Emilia Romagna. In queste regioni d’Italia, durante il 2009

si è registrato un incremento sia dei tito-li non pagati sia del loro importo. Anche perché essere un pessimo pagatore non è poi così diffi cile: basta saltare o ritarda-re il pagamento della rata di un fi nanzia-mento (anche di un prestito appartenente al credito al consumo, cioè di quei debiti contratti per l’acquisto di un elettrodome-stico o per rateizzare il pagamento di una visita dal dentista ad esempio) a causa di un qualsiasi motivo per essere registrati nelle “liste nere” dei “protestati”. A quel punto ottenere un nuovo fi nanziamento diventa davvero complicato. Ma in tempi di crisi pure i fi orentini hanno imparato a stringere la cinghia. Sono calati infatti gli

acquisti ritenuti non indispensabili (come gli articoli di profumeria, i libri, i giornali e la cartoleria) e la fonte primaria di in-debitamento rimane ancora il mutuo per la casa. A confermare questa tendenza sono i dati sull’andamento delle vendite al dettaglio: nei primi sei mesi dell’anno la situazione di diffi coltà del commercio toscano è stata legata ad una domanda in-terna che è diventata molto selettiva e cau-ta. Da un’indagine svolta da Unioncamere Toscana e Regione Toscana emerge che siamo ancora lontani dai livelli economi-ci della situazione “pre-crisi”: segnali un pochino più rassicuranti arrivano da parte delle imprese che gestiscono ipermercati, supermercati e grandi magazzini, mentre per gli esercizi specializzati (sia alimen-tari che non alimentari) le perdite di fat-turato restano ancora pesanti. Le diffi coltà maggiori sono ancora relative alle vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici (- 4,3 per cento) e di abbigliamento e ac-cessori (-3,5 per cento).

L’INCHIESTA/1. La causa sono spese sanitarie, rate per l’auto e mutui sulla casa

Toscana, duemila euro di debiti a testa

Giuditta Boeti

Secondo un rapporto di Unioncamere, la nostra regione si aggiudica

la maglia nera (insieme a Marche, Emilia Romagna e Veneto) nella classifi ca

nazionale di chi non riesce a “coprire” le proprie uscite

L’INIZIATIVA

C’è uno strumento a disposizione delle famiglie toscane in diffi coltà a far quadrare i propri conti e si chiama “mi-

crocredito agevolato”. Si tratta di un sostegno che la Regione offre soprattutto a famiglie normalmente “non bancabili”, cioè che non sono in grado di offrire tutte le garanzie che occorro-no per ottenere un fi nanziamento, ma che dimostrano di poter assolvere l’impegno di restituzione se aiutate a superare il mo-mento di diffi coltà. E allora, in questi casi, è la stessa Regione a fare (gratuitamente) da garante alle banche (fi no all’80 per cento dell’intero ammontare) per la concessione di prestiti fi no

ad un massimo di 4 mila euro. Il credito potrà essere restituito anche in piccole rate (di 70/80 euro al mese) fi no ad un mas-simo di 5 anni ad un tasso di interesse agevolato (del 4/5 per cento medio annuo). Non sono previste spese di istruttoria o gestione della pratica, ed i fondi sono erogati al massimo entro 40 giorni dall’apertura della pratica. La Regione, per garantire i fi nanziamenti concessi dalle banche, ha costituito un fondo di garanzia iniziale di 1,2 milioni di euro. Punto chiave del micro-credito agevolato è la rete di Centri di Ascolto ai quali le fami-glie alle prese con problemi fi nanziari potranno rivolgersi per

accedere al sistema creato in collaborazione con Anpas, Arci, Caritas, Fondazione toscana per la prevenzione dell’usura onlus e Misericordie. L’iniziativa nasce da una evidente diffi coltà eco-nomica in cui si trovano numerose famiglie toscane: secondo dati Cispel, infatti, nel 2009 non hanno potuto pagare 40 milioni di euro per consumo di gas, 150 milioni di euro relativi alla produzione di rifi uti ed al consumo di acqua; ed ancora, i pigno-ramenti immobiliari nel 2009 a Firenze sono cresciuti del 14,7 per cento. E il 32 per cento della popolazione anziana toscana vive oggi con meno di 750 euro al mese.

Si tratta di un aiuto erogato ai soggetti cosiddetti “non bancabili”, ovvero privi delle garanzie per ottenere finanziamenti

“Microcredito agevolato”, un sostegno per le famiglie in diffi coltà

economia

In tempi di crisi anche i fi orentini hanno dovuto“stringere la cinghia”.E sono calati gli acquisti

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Page 11: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

L’azione legale non è l’unica via percorribile per il creditore che vuole ottenere quanto gli spetta. Spesso ricorrere al recupero crediti è un mez-zo più semplice per rivalersi sui propri debitori.

Anna Tino, della Nivi Credit S.r.l di Firenze, ha spiegato a Il Reporter perché e come questa forma di riscossione con-venga a entrambe le parti, creditori e debitori.La via del recupero crediti è “meno traumatica” per il debitore rispetto a quella legale?Il recupero crediti stragiudiziale è mediamente meno one-roso per il debitore, che non è gravato dai costi dell’azio-ne legale (solo per registrare un decreto ingiuntivo servono centinaia di euro). Inoltre, questo sistema è più immediato ed economico anche per il creditore, che paga la società di recupero solo se incassa e - come nel nostro caso - in prov-vigione rispetto al recuperato, senza costi iniziali. Chiara-mente la nostra azienda, come la maggior parte, collabora con studi legali: una volta percorse le strade stragiudiziali ed amichevoli il debitore ci costringe a perseguire le vie legali. Inoltre, col recupero legale si attivano procedure che incido-no sulla vita del debitore: il decreto ingiuntivo registrato, il pignoramento, l’istanza di fallimento sono anche consulta-bili da terzi. Il recupero stragiudiziale presta attenzione alla mediazione fra le parti e a febbraio 2010 tra la nostra asso-

ciazione di categoria Unirec e la Adiconsum è stato costitu-ito Ebitec, ente bilaterale per la tutela dei diritti dei debitori, anche in tema di privacy.Quali sono le situazioni tipiche che si presentano?Una persona (fi sica o giuridica) ricorre al capitale di terzi se non può far fronte ai suoi bisogni coi mezzi propri. Un im-previsto determina l’impossibilità di rispettare le scadenze di mutui, credito al consumo, etc. Qui sorgono i problemi, poiché non tutti hanno la percezione vera di quel che costa-no certi fi nanziamenti: per rimborsarne uno se ne prende un altro, entrando in un vortice di interessi talora al limite del tasso di usura. Il risultato è facile da immaginare...Il numero di debitori è aumentato negli ultimi anni?Sicuramente, per i tanti posti di lavoro persi con la crisi e perché prima di questa ottenere prestiti e fi nanziamenti era fi n troppo facile.Come prevenire questo fenomeno? “Stringendo” i rubinetti delle fi nanziarie, cioè effettuando analisi più severe sulla solvibilità dei soggetti che si avvi-cinano al mondo dei pagamenti rateali, del credito al con-sumo o dei prestiti in genere. D’altro canto, il vortice degli indebitamenti successivi potrebbe essere arrestato solo dal legislatore, con la previsione di soglie di usura sensibilmente più basse rispetto ai valori attuali.

Un esperto del settore racconta che questo tipo di soluzione

“è meno oneroso per rivalersi sui propri debitori, sempre più

numerosi a causa della crisi, e conviene ad entrambe le parti”

L’INCHIESTA/2. Per chi deve riscuotere quanto gli spetta la via legale non è l’unica esistente

Quelli che di mestiere recuperano crediti

Ilaria Esposito

FOCUS

A volte liberarsi dell’etichetta di “cattivo pagatore” può es-sere molto diffi cile. La missione principale dell’Associa-

zione Rmc (Recupero merito creditizio) è proprio quella di aiu-tare le persone che sono rimaste “intrappolate” nella cosiddetta “centrale rischi”, un elenco di nomi che serve agli istituti fi nan-ziari per controllare eventuali posizioni debitorie di chi avanza richiesta di credito. Quando qualcuno chiede un prestito a una banca o a una società fi nanziaria quest’ultima accede ad una banca dati, dove sono disponibili i nomi di chi ha situazioni di debito insolute. Ma in questi elenchi non si trovano solo i

veri “cattivi pagatori”. Spesso rimangono per lungo tempo an-che i nomi di coloro che, dopo un ritardo anche minimo, sono riusciti a pagare interessi e spese per estinguere il debito. Un sollecito di pagamento di una banca può essere suffi ciente a far fi nire chiunque nella cartella rischi, senza che l’interessato se ne renda conto. Finché il suo nome resta in questi elenchi una persona è esclusa dal mondo del credito, dal momento che gli istituti fi nanziari non prestano denaro ai cattivi pagatori o ai presunti tali. L’Associazione Rmc tenta di far fronte a questo problema, aiutando chi si trova in situazioni simili e conside-

rando caso per caso il da farsi. La sua azione si svolge attra-verso percorsi di formazione, informazione e consulenza sul mondo del credito e interventi veri e propri su casi di perdita del merito creditizio o altre questioni legali (anche attraverso convenzioni che l’associazione ha con esperti del settore, avvo-cati, ecc.). Inoltre, l’associazione sta portando avanti un lavoro di monitoraggio dei casi di inserimento nelle centrali rischi, per capire chi generalmente ha questo tipo di problema e per quali meccanismi burocratici la cancellazione dalle “liste nere del credito” avvenga tanto lentamente.

Ad occuparsene è un’associazione ad hoc, la Rmc (Recupero merito creditizio), che aiuta chi resta “intrappolato”

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Page 12: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

A Firenze le cremazioni sono in costante crescita: nel 2009 sono state 2.500, fa-cendo segnare un +10 per

cento rispetto all’anno precedente, e solo nei primi 9 mesi del 2010 si è toccata quota 1.950. Un incremento esponenziale negli ultimi 20 anni, ba-sti pensare che nel 1990 le cremazioni erano appena 284. Nonostante i numeri aumentino, le infrastrutture restano le stesse, provocando ritardi e disagi. “Gli impianti attuali non bastano - spiega Eu-genio Nappini, segretario della Socrem di Firenze, la società per la cremazione - spesso ci troviamo in periodi di forte mortalità in cui le salme rimangono in giacenza per 3 o 4 giorni”. A frenare il progetto di nuove strutture c’è soprat-tutto la mancanza di fondi. “Abbiamo chiesto più volte al Comune di poter fare un terzo forno, che si aggiunga a quelli già esistenti presso il cimitero di Trespiano – prosegue Nappini – ma aspettiamo da anni una risposta concre-ta”. Vediamo nel dettaglio le regole che disciplinano questa pratica sempre più diffusa anche a Firenze. L’ultima legge nazionale in materia risale al 2001. La cremazione è permessa nel caso in cui il defunto abbia espresso questa volontà, oppure quando la decisione viene presa dal parente più vicino, o ancora se la persona deceduta è stata iscritta a una società per la cremazione. Si tratta di associazioni senza fi ne di lucro – oltre 40 in Italia, 9 in Toscana distribuite nel-le varie province - che seguono tutta la parte burocratica e assistono i parenti. Il procedimento di incinerazione, ovvia-mente, può essere eseguito solo dopo l’ok del medico legale, che deve esclu-dere l’eventualità di una morte legata a un reato. Dal 2004 anche la Toscana ha una legge regionale che disciplina la dispersione delle ceneri e che dà la pos-sibilità ai cittadini di conservare le urne cinerarie in casa. Chi vuole spargere le ceneri può farlo all’interno delle aree dedicate. A Firenze esistono due luoghi di questo genere: il “Giardino della Ri-membranza”, all’interno del cimitero di Trespiano, e quello alla fi ne del parco delle Cascine, nei pressi del monumen-to all’Indiano, dove confl uiscono Arno e Mugnone. La dispersione è permessa anche all’aperto: nei fi umi (a cento me-tri dalla riva), in mare (a un miglio dalla costa), in montagna (a oltre 200 metri dai centri abitati) e in aree private (lon-tano dalle abitazioni e con il consenso del proprietario). “Uno dei luoghi scelti

Nel 2009 si è registrata una crescita delle richieste del 10 per cento, ma questo crea

dei problemi, perchè “gli impianti attuali non bastano”, spiega il segretario della Socrem.

Che poi svela: “Tra i luoghi più utilizzati per spargere le ceneri spicca Monte Morello”

IL PUNTO. In costante aumento il numero dei fiorentini che optano per questa soluzione

Cremazione, scelta sempre più diffusa

Gianni Carpini

dalla maggior parte dei fi orentini per spargere le ceneri è Monte Morello” spiega Eugenio Nappini. La dispersio-ne, secondo i dati della Socrem, è scelta dal 5 per cento delle persone, il 15 per cento decide invece di custodire l’urna nella propria abitazione, il restante 80 per cento preferisce la tumulazione in uno dei 32 cimiteri fi orentini. Per in-formazioni sull’argomento è possibile visitare il sito internet www.socremfi -renze.it.

Celebre è il caso di Ugo Fo-scolo, sepolto proprio in

quella basilica celebrata nei suoi Sepolcri: Santa Croce. Un vero e proprio pantheon degli artisti, dove sono ospitate le tombe di molti grandi come Michelange-lo e Galileo. Ma anche la me-moria di numerosi personaggi della storia recente è affi data a Firenze. Le Porte Sante sono il “cimitero vip” per eccellenza. All’ombra di San Miniato al Monte riposano Giovanni Spa-dolini, Mario Cecchi Gori con la moglie Valeria, lo stilista Enrico Coveri e tanti scrittori: Vasco Pratolini, Carlo Collodi (al seco-lo Carlo Lorenzini) e il creatore di Gian Burrasca, Luigi Bertelli. Sulle lapidi si leggono altri nomi famosi in città come l’editore Felice Le Monnier, Stanislao Pa-szkowski, fondatore dell’omoni-mo caffè, e il marchese Giovanni Meyer, padre dell’ospedalino di Firenze. A 4 chilometri di distan-za, nel cimitero evangelico degli Allori al Galluzzo, riposa una grande giornalista, tanto seguita quanto discussa: Oriana Falla-ci. Meno conosciuta è invece la tomba di Eugenio Montale, nel cimitero di San Felice a Ema. Accanto a lui la moglie Drusil-la. Un altro poeta, Mario Luzi, giace sulle colline di Firenze, nel cimitero di Trespiano. C’è anche una nota curiosa. La città gigliata ospita i resti degli ultimi discen-denti di William Shakespeare: Beatrice Shakespeare e Edward Claude Shakespeare Clench, tu-mulati nel cimitero degli inglesi al Piazzale Donatello. Ci sono poi personalità chiacchierate. Come Claire Clairmont, sepolta nel cimitero Monumentale della Misericordia all’Antella, amante di George Byron, che dal poeta e politico inglese ebbe una fi glia. Sempre all’Antella si trova la tomba di Fanny Ronchivecchi Targioni Tozzetti, nobildonna fi orentina. A lei si rivolse l’amo-re (non corrisposto) di Giacomo Leopardi, che le dedicò il Ciclo di Aspasia.

Dalla Fallaci a Le Monnier

Tanti i vip che riposano da noi

FOCUS

Dal 2004 la Toscana ha una legge ad hoc

società12 Novembre 2010

Page 13: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

BENVENUTOINVERNO 2010/2011

il 4/5 dicembrevi invitiamo alla festa per

l’inaugurazione dellastagione invernale après ski nei locali

e mercatini natalizi per levie di Sestola.

Non mancate...

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Page 14: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Ex mogli, ex mariti, ex fi -danzati. Ma anche uomini e donne comuni, non ne-cessariamente ex. Colleghi

d’uffi cio, vicini di casa, madri, amanti e mogli. Insomma, gli stalker o mole-statori assillanti, quelli che pur di far soffrire l’amore perduto gli rendono la vita un inferno: danneggiando le loro auto, recapitando a casa regali

Un nuovo reato, il vizio di perseguitareL’ALLARME/1. Anche a Firenze sono molti i fatti di cronaca che hanno a che fare con lo stalking

Giuditta Boeti

attualità

Un decreto legge dell’anno scorso prevede punizioni severe

per questo tipo di molestie assillanti, ma intanto cresce il numero

delle segnalazioni e delle situazioni con esiti drammatici. A Signa

l’ultimo episodio, con due donne accoltellate dal vicino di casa

macabri, tappezzando le bacheche di Facebook, o le cabine telefoniche, con messaggi a luci rosse e numero di cellulare dell’ex amata. Sono anche le donne a non rassegnarsi all’idea di essere state “mollate” dopo una breve relazione, e allora iniziano a tampina-re i malcapitati con centinaia di telefo-nate e sms, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Gli stalker, si diceva, quel-li che si appostano sotto casa o dietro l’uffi cio dove lavora “l’oggetto delle loro attenzioni morbose” e che, gior-no dopo giorno, diventano sempre più violenti. Il confi ne tra molestia e stal-king è labile e passa attraverso l’as-siduità e la continuità della persecu-zione, perché lo stalker con tenacia e perseveranza porta avanti le richieste, in modo ossessivo, fi no al punto che, se non si assecondano queste pretese, arriva a rovinare la vita, se non addi-rittura a toglierla, uccidendo. L’ultimo caso salito alla ribalta della cronaca fi orentina è quello di un pensionato di 75 anni che ha accoltellato in strada le sue vicine di casa, madre e fi glia, che lo avevano denunciato (e fatto con-dannare) per stalking. Il motivo? L’uo-mo non tollerava il cane delle vicine e questo, nel tempo, avrebbe acceso rancori culminati nelle denunce, fi no alla condanna. Ma questo episodio è solo uno dei tanti casi denunciati da quando sono entrate in vigore – il 25 febbraio scorso con un decreto legge – le norme sullo stalking. La legge dovrebbe funzionare da deterrente: la pena oscilla tra 1 e 4 anni di reclusio-ne, e aumenta se il reato è commesso dal coniuge separato o divorziato o da persona con cui la vittima ha avuto una relazione affettiva. Si arriva inve-ce all’ergastolo nel caso di omicidio preceduto da stalking. Non lontano, infatti, è l’arresto di una ragazza fi o-rentina di 20 anni, che è stata fermata dai carabinieri per lesioni personali aggravate perché, armata di coltello a serramanico con una lama di 9 centi-metri, ha accoltellato il fratello dello stalker che l’avrebbe insultata e mi-nacciata in strada per vecchi dissapori. La ragazza aveva già denunciato l’ex fi danzato, di 19 anni, che la persegui-tava, facendolo arrestare per stalking. Ma la sua azione non è bastata perché le intimidazioni sono continuate su Facebook e a queste si sarebbero ag-giunte quelle dei familiari, tanto che la ragazza – perennemente spaventata – aveva deciso di circolare armata per potersi difendere in caso di necessità. Ma il fenomeno ha davvero dimensio-ni vastissime, anche nel resto del Pa-ese. I dati dell’Osservatorio nazionale stalking riferiscono che nei primi tre mesi del 2010 le persone denunciate per stalking sono state 1.592, mentre 293 gli arrestati.

Nei primi tre mesi del 2010, in Italia, ci sono state 1.592 denunce

Il punto sulla situazione con Ni-coletta Livi Bacci, presidente

dell’associazione “Artemisia”.Lo stalking è un fenomeno in crescita nel nostro Paese. Qual è la situazione attuale a Firenze?Anche nella nostra città – e in tutta la provincia fi orentina – il feno-meno dello stalking e del fem-minicidio, in particolare, è molto aumentato. Solo nel 2009, anno in cui è entrato in vigore il decreto legge che punisce come reato lo stalking, sono state circa 750 le donne che si sono rivolte al nostro Centro antiviolenza e, di queste, quasi il 6 per cento ha denunciato casi di molestie assillanti. Potreb-be sembrare un dato relativamente basso, ma purtroppo non lo è, per-ché quando le donne si rivolgono a noi vivono già una situazione par-ticolarmente pericolosa che mette a repentaglio la loro vita. Qual è il profi lo di chi si rivolge all’associazione Artemisia? Si tratta di donne inseguite dall’ex partner, perseguitate con apposta-menti e pedinamenti, a volte co-strette a lasciare la casa, il lavoro e cambiare città per non essere am-mazzate. Nella quasi totalità dei casi, la relazione tra stalker e vit-tima è di natura sentimentale e la condotta persecutoria del molesta-tore è fatta di minacce tali da ali-mentare un crescendo di preoccu-pazione, tensione e paura. Ricordo il caso di una donna il cui stalker la perseguitava al punto che arrivò a spaccare le vetrine del negozio in cui lei lavorava; la donna fu li-cenziata e dovette lasciare Firenze perché vivere qui le era diventato impossibile.Qual è il sostegno che date alle donne in diffi coltà?Abbiamo a disposizione un cen-tralino telefonico (055/602311) per fornire consulenze e fi ssare dei colloqui di accoglienza utili ad analizzare insieme la situazio-ne e a stabilire in accordo con le donne un percorso di uscita dalla violenza. Offriamo consulenza psicologica, informazione legale e un orientamento alla ricerca di lavoro.

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Page 15: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

attualità

Non bastasse la crisi che, mese dopo mese, sta contri-buendo ad infoltire le fi la di disoccupati e cassintegrati

anche in Toscana, c’è un’altra parola che è ormai entrata preoccupantemente a far parte del “vocabolario” del lavo-ratore di oggi: mobbing. Spesso usato senza che se ne conosca l’esatto signi-fi cato, questo termine sta a denotare un fenomeno molto grave: continue vessazioni e violenze psicologiche (e in qualche caso anche fi siche) nei con-fronti di un lavoratore da parte di un su-periore o di un collega, comportamenti che fi niscono per ledere la dignità personale e professionale della vittima fi no a provocare conseguenze sulla sua salute (e a volte non solo). Spesso con un fi ne ben preciso: costringere il lavo-ratore a rassegnare le dimissioni. Una pratica subdola, a volte non troppo fa-cile nemmeno da riconoscere e quindi da denunciare. Ma in Toscana come vanno le cose su questo fronte? Non troppo bene, almeno a giudicare dai dati dell’uffi cio vertenze e lavoro della

Cgil. In un anno, da ottobre 2009 all’ot-tobre scorso, sono stati una sessantina i casi trattati in tutta la regione, tra quelli già in giudizio e quelli ancora da ve-rifi care. Ma è un numero, questo, che ne nasconde ben altri, assicurano dalla Cgil. “Per sessanta casi che trattiamo ce ne sono almeno 600 che ci vengono denunciati – spiega Luana Del Bino, responsabile dell’uffi cio vertenze della Toscana – che poi non risultano essere mobbing ma altre cose, ma che sono pur sempre disagi sul lavoro. In una scala di colori il mobbing rappresenta il nero, ma dal bianco al nero le sfu-mature sono molte”. E comunque, ag-giungono dalla Cgil, 60 casi in un anno sono un numero a cui mai si era arrivati in passato. “Se avessimo comincia-to qualche anno fa il lavoro a tappeto che stiamo facendo ora – prosegue Del Bino – i numeri sarebbero ben altri. Ma ora c’è la crisi”. E cosa c’entra la crisi con il mobbing? “C’entra, perché ora i lavoratori hanno il terrore di perdere il proprio posto – risponde la responsabi-le dell’uffi cio vertenze – e per questo

subiscono anche i comportamenti più gravi senza dire nulla. Solo gli esaspe-rati denunciano”. Persone che proprio non ce la fanno più, e per cui tutto questo si è trasformato in una “malat-tia”. “Parlando di un caso già passato in giudicato – racconta Del Bino – per i comportamenti che era costretta a subire a una lavoratrice era venuto

l’esaurimento nervoso, aveva preso 20 chili, piangeva sempre... abbiamo fatto vertenza, e le è stato riconosciu-to un risarcimento, oltre a essere stata rimessa in ‘sicurezza’ sul lavoro”. Non ci sono, stando ai dati della Cgil, cate-gorie più a rischio di altre (il fenomeno interessa tanto gli impiegati quanto gli operai), e i “mobbizzati” sono in quasi

egual numero uomini (48%) e donne (52%), mentre i lavoratori più “colpiti” sono quelli tra 45 e 50 anni. Ma cosa deve fare chi si trovi, suo malgrado, ad affrontare una situazione simile? “Ri-volgersi immediatamente a un uffi cio vertenze – conclude Del Bino – ce ne sono in tutte le province toscane. E sanno bene cosa fare”.

Ivo Gagliardi

Ma quand’è che si può par-lare correttamente di

mobbing e quando, invece, il disagio di un lavoratore deriva da altre cause? Per cercare di far chiarezza su questo fenome-no Il Reporter ha interpellato Riccardo Del Punta, docente ordinario di diritto del lavoro all’Università di Firenze.Professore, cosa significa esat-tamente mobbing sul lavoro?Questa parola deriva da un comportamento animale, quan-do in alcuni branchi un membro viene emarginato dagli altri: da qui la sua trasposizione sul lavoro. In genere si riconosco-no due tipi di mobbing: quello verticale o strategico, messo in atto dal datore di lavoro, un atteggiamento persecutorio che in genere, ma non sempre, ha lo scopo di spingere alle dimissio-ni, e quello orizzontale, che non nasce per iniziativa dell’azien-da ma tra colleghi come di-sfunzione del lavoro. Anche in questo caso, però, è l’azienda a risponderne.Ci sono criteri universali per riconoscerlo?No, non ci sono. In alcuni casi è evidente, in altri i confini sono

sottili. Perché si possa parlare di mobbing ci deve essere una condotta persecutoria e pro-grammata che si protrae nel tempo. A volte il periodo mini-mo si calcola in 6 mesi, ma non è una regola generale.Quindi non è un fenomeno fa-cile da individuare...No, assolutamente. Si può pre-sentare con un demansionamen-to, con una sanzione disciplina-re, con rimproveri esagerati, ma anche in molti altri modi. Biso-gna stare attenti.A che punto siamo, in Italia, nel suo riconoscimento e trat-tamento?Nel nostro paese il mobbing è stato “scoperto” come fatto giu-ridico da una decina di anni, la prima sentenza è stata emessa dal tribunale di Torino nel ‘99. I casi accertati sono molti meno di quelli denunciati, perché a volte i lavoratori si ritengo-no mobbizzati quando non lo sono, altre è difficile valuta-re. Comunque, dato che fino a dieci anni fa non se ne parlava nemmeno, sono stati fatti gran-di progressi. È importante che questo disagio ora sia venuto fuori.

“Non è facile da riconoscere”L’INTERVISTA. Riccardo Del Punta, docente universitario

L’ALLARME/2. Sono state una sessantina, in un anno, le vicende affrontate dalla Cgil in Toscana

Mobbing sul lavoro, aumentano i casi

Con la crisi, però, in molti hanno il terrore

di perdere il posto, e così vengono subiti

in silenzio anche i comportamenti più gravi.

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Page 16: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

MOBILITÀ/1. Microcamere sul lunotto delle vetture Ataf per incastrare i furbetti della preferenziale

A bordo degli autobus è salita la “spia”“Attenti a quella busvia”:

370 occhi elettronici

sono pronti

a fotografare la targa

di chi vi transita senza

poterlo fare. E in caso

di incidente funzionano

come scatole nere

I furbetti della corsia preferenziale hanno le ore contate. A coglierli in fl agrante sa-ranno 370 occhi telematici montati su tut-ti gli autobus in circolazione. Guai a chi

sgarra, le microcamerine posizionate sui lunot-ti anteriori delle vetture fotograferanno la targa dei trasgressori e la invieranno immediatamen-te alla centrale operativa. Occhio anche in caso di incidenti, perché il meccanismo funziona come una sorta di piccola scatola nera, in gra-do di immagazzinare una serie di altre infor-mazioni sulla vettura (come velocità e frenata) in modo tale da smascherare i più scaltri anche in questo caso. Tramontata l’ipotesi di installa-re telecamere fi sse all’ingresso di tutte le pre-ferenziali (attualmente sono una trentina), ope-razione che avrebbe richiesto un investimento di oltre 2 milioni di euro da parte del Comune, Ataf ha deciso di attrezzarsi da sola. Tagliando di gran lunga sulle spese. “Ogni microcamera costa solo 195 euro – fa sapere il presidente Fi-lippo Bonaccorsi – e ci consente di risparmiare anche sulle polizze assicurative”. Un risparmio stimato circa nel 30% proprio grazie al sistema da “computer di bordo” che memorizza infor-mazioni valide anche in caso di processo. Il meccanismo è già stato messo in pratica con successo in diverse città d’Europa e d’Ameri-ca, dove va sotto il nome di Road Scan, ma an-che più vicino a noi: a Prato, a Pisa e a Carrara, solo per fare alcuni esempi. A Firenze l’ope-razione inchioda-trasgressori è già cominciata, le piccole scatole nere sono già state installa-

te su gran parte dei bus. Non solo, le micro-camere hanno gli occhi anche dietro e sono pertanto in grado di osservare anche quel che succede all’interno della vettura. Un elemento di sicurezza in più per autisti e passeggeri. E le telecamere fi sse? “Rimane un sistema vali-do all’interno della Ztl”, rimarca Bonaccorsi. Undici le corsie già videosorvegliate, in tutte le altre basterà che gli autisti schiaccino un bottone non appena vedono un’auto davanti a loro e scatterà la multa. Il verbale da 80 euro sarà recapitato direttamente a casa per posta. E ci sarà poco da reclamare. “Saremo al sicuro da eventuali ricorsi – annuncia il presidente Ataf - abbiamo già ricevuto conferma dal mi-

nistero dei trasporti”. Altre novità dovrebbero arrivare a breve e riguardano l’allargamento della rete delle busvie. Il piano di partenza è sempre quello presentato dall’azienda di tra-sporto pubblico a inizio anno, che prevedeva l’entrata in scena di altre 14 preferenziali. La mappa è ancora in mano ai tecnici di Palazzo Vecchio ed è diffi cile fare pronostici su tempi e chilometri, ma pare ormai chiara l’intenzione di riservare ai mezzi pubblici alcuni tratti stra-tegici, soprattutto in ingresso/uscita dalla città, come via Forlanini, via Reginaldo Giuliani, viale Morgagni e viale Europa. Allo studio an-che una soluzione anti-traffi co per via Lorenzo il Magnifi co e via Toselli.

Francesca Puliti

on the road

Occhio a parcheggiare in doppia fi la o in prossimità degli incroci stradali.

Da qualche settimana a questa parte chi intralcia il percorso degli autobus rischia di beccarsi una denuncia per interruzio-ne di servizio pubblico e blocco strada-le. E una conseguente richiesta di danni da parte dell’Ataf. Il presidente Filippo Bonaccorsi ha deciso di dichiarare guerra agli autisti indisciplinati, colpevoli di ral-lentamenti o addirittura di deviazioni. E i verbali fi occano: nelle prime tre settima-ne erano già a quota 40. Fino a 200 euro il risarcimento imposto ai “parcheggiato-ri selvaggi”. Se i presidi nelle zone cal-de, da parte dello stesso personale Ataf ma anche dei vigili, prosegue, alla linea dura delle sanzioni Bonaccorsi ha deciso di affi ancare in seguito anche un metodo più soft. Non sanzioni ma opere di sensi-bilizzazione. Nei casi meno eclatanti si è optato infatti per un semplice volantino di avvertimento, della serie “per questa volta passi, ma la prossima paghi”. Ma di episodi clamorosi ne sono stati regi-strati, da quando è cominciata la battaglia (circa a metà settembre) ad oggi. Come quello di un ragazzo che, di fronte alla richiesta di danni, si è giustifi cato dicen-do “ieri sera avevo bevuto troppo e non ricordo dove ho parcheggiato la macchi-na”. L’auto l’aveva abbandonata in piaz-za Strozzi, sbarrando il passaggio ai bus. A inizio settembre un’altra macchina lasciata sull’angolo tra viale Redi e via Toselli aveva costretto tutti gli autobus in transito a deviare il percorso per un’ora e mezzo, dopo che uno di loro si era inca-strato nel disperato tentativo di passare. Non va meglio a chi parcheggia nello spazio delle fermate, abitudine tutt’altro che poco comune in città. Ma forse, al-meno la prima volta, si metterà in tasca solo un volantino, anziché un salato bol-lettino da pagare.

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Page 17: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

I motorini? Hanno pure un sindacatoMOBILITÀ/2. A Firenze il popolo degli scooteristi ha tantissimi adepti: il 18 per cento dei residenti

Annalisa Cecionesi

Nelle fredde giornate invernali raccolgono gli sguardi impietositi degli automobilisti, che in coda si trasformano in occhiate invidiose. E’ il popolo degli scooteristi, da queste parti

piuttosto folto. Firenze è infatti una delle città italiane con la più alta concentrazione di motocicli. Secondo i dati diffusi dal Comune, relativi alle iscrizioni al Pra+ del 2008, il 18 per cento dei residenti a Firenze possiede un motociclo, uno ogni 5 abitanti. Ma com’è la vita del-lo scooterista fi orentino? La nota dolente, a sentire i cen-tauri, sono i parcheggi. A pagamento, proprio non se ne parla. L’unico esistente, al momento, è quello di piazza San Firenze, istituito qualche anno fa per regolare il for-te affl usso in prossimità del tribunale. Ma nella delibera che rivoluziona la sosta approvata recentemente dalla giunta comunale si parla anche di 0,50 centesimi l’ora per la sosta di motocicli e ciclomotori. Sebbene quella di istituire nuovi parcheggi a pagamento per le due ruote sia solo una proposta da valutare, è bastata a far scattare un’iniziativa di protesta tra gli scooteristi. “La raccolta delle fi rme - dichiara l’ex consigliere comunale Jacopo Bianchi, fondatore, nel 1997, del Simis (Sindacato Ita-liano per il Motociclo e contro le Ingiustizie Stradali), meglio conosciuto come Partito dei Motorini – ha l’in-tento di contrastare una scelta ingiusta e sbagliata della giunta Renzi che penalizzerà gli studenti e i lavoratori di tutte le classi sociali che, in molti, hanno scelto in-telligentemente questo mezzo per inquinare meno e spostarsi senza i tempi dei mezzi pubblici”. Ma anche se accantoniamo lo spettro dei posteggi a pagamento, il

problema della sosta rimane. Su Facebook un gruppo in-voca “più parcheggi per i motorini in centro a Firenze”. E’ proprio l’area centrale il problema maggiore. Piaz-za della Repubblica, San Marco, la zona universitaria. Stazione compresa, dopo la demolizione della pensilina e la scomparsa della fi la di posteggi per le due ruote. I parcheggi torneranno, ma non nel solito posto: 36 in via Alamanni e 62 in piazzale Montelungo. “Trovare un posto in centro è un’odissea – racconta Catia - e quando succede ritrovo il motorino assediato, tanto da non poter uscire”. Nel mirino è la sosta selvaggia. “In pieno centro – continua Eleonora - trovare posteggi per il motorino non è semplicissimo, altrove va meglio. Basterebbe che facessero le multe alle macchine che li invadono”. Al-

tre richieste da parte degli scooteristi? Asfalti nuovi di zecca. Qualche strada è stata messa a nuovo, ma in altre siamo in alto mare. E segnaletiche più sicure, a comin-ciare dai pericolosi guard-rail. E ancora, il via libera ai motorini sulle corsie preferenziali. Anche qualche de-posito per caschi non guasterebbe. Ma gli scooteristi si accontentano di un po’ di sicurezza in più. Scarrozzarsi il casco, poco male.

A fondarlo è stato l’ex consigliere comunale Iacopo Bianchi.

Oggi i problemi di chi guida un ciclomotore sono tanti,

a partire dalla carenza di parcheggi nell’area del centro storico

on the road

Chi si sposta sulle due ruotechiede anche nuovo asfaltoe una segnaletica più sicura

STUDIO ODONTOIATRICOdelle Dr.sse Maria Cristina Gando & Ulrike Sailer

LAUREATA all’Università statale di Milanocorso di specializzazione in endodonzia delDr. Arnaldo Castellucci

LAUREATA in Germania all’Università diAquisgrana specializzata in

- protesi fissa e mobile - conservativa

Dr.ssa Maria Cristina Gando Dr.ssa Ulrike Sailer

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QUESTO MESE: COS'E'LA MODERNA IMPLANTOLOGIA ORALE?Implantologia è la branca dell'odontoiatria che si occupa di sostituire i denti mancanti con altrettante radici sintetiche ancorate nell'osso che possono sosteneredenti singoli, gruppi di denti o possono anche fungere da supporto per una protesi mobile(protesi completa). La sostituzione dei denti mancanti con degli impianti permette di conservare integri i denti naturali adiacenti.

OSTEOINTEGRAZIONE L'OBIETTIVO DI TUTTI I TIPI DI IMPIANTI È COMUNQUE UNA COMPLETA OSTEOINTEGRAZIONE. IL TERMINE DI DERIVAZIONE LATINA INDICA LA FUSIONE DI UN "ELEMENTO" ALL'OSSO.

COSTITUZIONE DEGLI IMPIANTI Attualmente sono preferiti gli impianti di Titanio puro o in una lega diquesto metallo. PERCHE'?Ricordiamoci che quando nell'organismo è presente un corpo estraneo, si puo'verificare un processo di organizzazione o una reazione immunitaria (antigene-anticorpo).Quest'ultima, detta anche reazione di rigetto, si verifica quando nel corpo estraneo sono presenti delle proteine e non ha quindi luogo con materiali implantari in cui le proteine sono assenti.Il TITANIO non provoca reazioni da corpo estraneo, ma stabilisce con l'osso una conessione diretta che è allabase di osteointegrazione.

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centro – in specie nella zona di Santa Croce – alziamo gli occhi e aguzzia-mo la vista, abbiamo ancora la possi-bilità di fare un tuffo nel passato e im-batterci, ad esempio – siamo in largo Bargellini – in una lapide con su in-cisa: “Pizzicheria e canova di vini” (e alzi la mano il fi orentino che conosce il signifi cato della parola “cànova”); o ancora, l’arco in pietra riportante la scritta, ormai quasi illeggibile “Ma-celleria di Alfredo Nencioni” (via Ghibellina). Rimanendo all’antica arte dei Beccai, l’insegna di via de’ Neri (con tanto di numero di licenza) e quel capolavoro kitsch che è l’inse-gna di via San Gallo, ricca di fregi e abbellita con una testa di mucca scol-pita; o ancora, uscendo dal centro e spostandoci in via del Ghirlandaio, la scritta “Macelleria” in carattere goti-co, suggestiva e a dire il vero un po’ inquietante. E ancora, resistono sulle entrate di alcuni fondi commerciali le lapidi delle vecchie “friggitorie” (ad esempio in San Lorenzo, anch’essa con numero di licenza). Cambiando genere troneggia ancora in via Pan-dolfi ni l’ovale in pietra con la scritta “Antica cascina, mescita di caffé e lat-te”, o l’insegna di una vecchia cantina in via de’ Bardi, con tanto di orario di apertura. In gran parte dei casi dei vecchi esercizi rimane solo l’insegna sbiadita, molto spesso nemmeno più quella. E’ il tramonto della Firenze bottegaia, l’anima antica della città soppiantata dalle nuove regole del mercato. Un tramonto interminabile. E’ la globalizzazione, bellezza.

rendono ogni città del mondo sempre più simile alle altre, talvolta resistono alle minacce assieme ai negozi che ‘presentano’, spesso invece soprav-vivono a futura memoria, mentre nei fondi sottostanti si vendono prodotti e merci che niente hanno a che fare con quanto scritto sopra la porta. Al-tre volte addirittura una saracinesca abbassata è il segno evidente che la storia ha fatto il suo corso. E dire che sin dal 1800 le insegne rappresenta-no, oltre che una forma di comunica-zione commerciale, un’espressione artistica: una sorta di carta d’identità con un ritratto dipinto al posto della foto. Tanto signifi cative da ispirare (era il 1909) al poeta fi orentino Aldo Palazzeschi una “passeggiata” per le vie di una città non descrivendone le bellezze, ma semplicemente leggendo le scritte sopra i negozi. E se provas-simo a farla oggi, una passeggiata si-mile, cosa vedremmo e leggeremmo? Una sequela di neon e grandi fi rme, di catene di franchising, di prodotti di basso consumo, che niente hanno a che vedere con la tradizione fi oren-tina. Ma se, camminando nelle vie del

Insegne in marmo o in pietra serena, dipinte a pennello sul legno o a mosaico su vetrate, simboli dell’anima di una città,

pezzi di storia. Insegne che parlano di una Firenze che non c’è più, se non nel ricordo dei più anziani. Soppian-tate dal freddo del neon, cancellate dall’incuria e dal tempo, sfrattate dal-le infl essibili leggi del mercato che

Molte (purtroppo) sono state soppiantate da neon e grandi fi rme. Resistono

tenacemente ai tempi moderni alcuni “classici” come quelli in via Ghibellina, largo

Bargellini, via dei Neri, via San Gallo, via del Ghirlandaio, via Pandolfi ni, via de’ Bardi...

CURIOSITÀ. Girando per la città con il naso all’insù se ne scoprono di antiche e bizzarre

Strada che vai, insegna che trovi

ieri e oggi

Lorenzo Salusest

Un’insegna? Un fi orino. O qualche quattrino. Chissà

se anche nei secoli scorsi i com-mercianti e gli artigiani fi orentini avranno avuto a che fare con la gabella sulle insegne delle loro botteghe. Perché forse non tutti sanno che per chi oggi ha un eser-cizio commerciale, tra le molte imposte cui deve far fronte, c’è anche quella su quel rettangolo apposto sulla porta del negozio con su scritto quasi sempre sem-plicemente il genere dell’attività commerciale e il nome. Tutte le forme pubblicitarie sono infatti assoggettate a imposte, e non sfuggono neanche le insegne sulle vetrine, nonostante esse svolgano spesso anche una fun-zione di abbellimento, o quanto meno di illuminazione – e quindi di maggiore percezione della si-curezza – della città. Per calco-lare l’ammontare della gabella è necessario l’aiuto nell’ordine: di un commercialista che traduca in italiano comprensibile la norma e presenti la domanda senza er-rori formali, di un geometra che misuri le dimensioni dell’inse-gna, di un ragioniere che esegua i non immediati calcoli. E tal-volta di un avvocato che difenda il commerciante se questi dà in escandescenze al termine di tutti i passaggi e il pagamento fi nale. Cifra non irrisoria, a dire il vero: perché se sino a 5 metri quadrati si è esentati dal pagamento, oltre la tariffa schizza immediatamen-te verso l’alto: dagli 84 ai 252 euro a metro quadro all’anno, a seconda della via (la città è di-visa in 3 zone) e della superfi cie totale dell’insegna (fi no a 2 mq, da 2 a 5, oltre i 15). Tradotto, si-gnifi ca che un bar con tre sporti e tre insegne standard da 2 mq l’una, e quindi 6 mq totali, andrà a pagare come minimo 504 euro all’anno. E non ci sono sacchetti neri o tabelloni luminosi montati al contrario (fenomeni sempre più diffusi e legati alla fase pre-cedente all’autorizzazione) che tengano: l’imposta è come il Na-tale. Quando arriva, arriva.

Ogni zona ha la sua tariffa

Ma mantenerle ha il suo costo

ZOOM

il 4/5 dicembre vi invitiamo alla festa per l’inaugurazione della stagione invernaleaprès ski nei locali e mercatini natalizi

per le vie di Sestola.

Non mancate...

BENVENUTO INVERNO 2010/2011

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18 Novembre 2010

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La nuova frontiera dell’edilizia residenziale

pubblica passa attraverso i siti militari

dismessi. Ma attenzione, perché

chi rifi uta l’alloggio assegnato senza

giusta causa va fuori dalla graduatoria

politica

Se c’è una parola abusata dai media è il termine “emergenza”, ma di fronte a un numero di sfratti raddoppiato nel giro di un anno, nell’80% dei casi per morosità, è difficile trovare un vocabolo più adeguato. Di emergen-za abitativa parla anche l’assessore alla casa Claudio Fantoni, che non a

caso ha riaperto il bando per l’assegnazione degli alloggi popolari con due anni di anticipo rispetto alla data fissata (che sarebbe stata il 2012). E in graduatoria ha riservato un punteggio a chi è stato sfrattato per “morosità incolpevole”, perché “seppur ci sono dei ‘professionisti dello sfratto’, sono tanti quelli che non riescono realmente a pagare l’affitto”. Punteggio in più anche per anziani e giovani coppie. Ma non si tratta dell’unica novità, perché il prossimo campo di battaglia dell’edili-zia residenziale pubblica è già stato individuato e va sotto il nome di “federalismo demaniale”. Case popolari nei siti militari dismessi. Assessore, è una prospettiva concre-ta?Faremo tutto il possibile affi nché lo diventi, perché si passi da questo federalismo bugiardo ai fatti. Sarebbe una piccola risposta al bisogno abitativo, di fronte alla totale assenza di risorse che questo Governo ha messo a disposizione per l’edilizia residenziale pubblica. Non mi interessano le polemiche politiche, mi riferisco solo alla realtà dei fatti. E la realtà è che il Piano casa, rivelatosi peraltro fallimentare, serve solo a chi un tetto sulla testa ce l’ha già, mentre i fondi per il social housing daranno risposte solo a chi può pagare un affi tto, seppur calmierato. Chiediamo

Francesca Puliti

L’assessore alla casa Claudio Fantoni

PALAZZO VECCHIO/1. Sfratti raddoppiati in un anno: ecco la ricetta dell’assessore Claudio Fantoni

Centinaia di case popolari. In caserma

“Ci vuole un nuovo patto sociale tra proprietari e inquilini”. Se inserirsi

nel mercato degli affi tti non è facile, l’as-sessore comunale alla casa Claudio Fantoni sceglie la linea del senso civico per mettere un freno agli sfratti per morosità. O più sem-plicemente del buon senso: canone più basso uguale più probabilità che venga pagato. E per rendere il tutto più allettante lancia uno strumento nuovo, l’Agenzia per la casa. Fisi-

camente si tratta di uno sportello (in via Pie-trapiana 53) presso il quale locatari e locatori possono recarsi per chiedere informazioni e moduli, più in generale rappresenta il tenta-tivo di far incontrare domanda (a caccia di costi più abbordabili) e offerta (alla disperata ricerca di garanzie). In pratica gli affi ttuari che siano disponibili a ribassare il canone del 15% sugli accordi territoriali, avranno il to-tale rimborso dell’Ici e il rimborso fi no a 12

mesi in caso di morosità. A garanzia di ciò il Comune mette un fondo da 500mila euro “già tutti inseriti nel bilancio”, assicura Fan-toni. Inaugurata il 19 ottobre scorso, l’Agen-zia per la casa è un esperimento unico nel suo genere, ma ha trovato l’approvazione di tutte le categorie interessate. “Non abbiamo la presunzione di pensare che sia la soluzio-ne a tutti i problemi – spiega l’assessore – ma vale la pena tentare, per cercare di arginare

una piaga sociale”. Altra questione quella degli affi tti in nero, su cui l’Agenzia non ha nessun potere d’azione. Ma le verifi che pro-seguono. “Teniamo d’occhio decine e decine di situazioni ed entro fi ne anno vedremo i ri-sultati di questa operazione”. Insomma, chi è fuori dalle regole, ci tiene a sottolineare l’as-sessore, “non può dormire sonni tranquilli”. E se viene scoperto, dovrà pagare le tasse evase fi no a quattro anni prima.

LA NOVITÀ

quantomeno la cessione di alcuni beni strategici.Per esempio?La caserma Lupi di Toscana: solo lì po-tremmo realizzare centinaia di alloggi popolari, oltre a servizi per i cittadini. Un vero e proprio spicchio di città. Al di là di questo progetto, quali sono gli interventi pianifi cati?Per dare una risposta immediata alla richiesta, siamo intervenuti con la ma-nutenzione per gli appartamenti di cui eravamo già in possesso, come avreb-be fatto ogni buon padre di famiglia. Oltre ai 388 alloggi che abbiamo già assegnato (quasi un record rispetto alle amministrazioni precedenti), ne abbiamo già recuperati altri 245, che sommati a quelli dove sono ancora in corso i lavori fanno 362 residenze da consegnare a breve termine. E per quanto riguarda le nuove rea-lizzazioni? Ce ne saranno?A fronte di un piano strutturale a vo-lumi zero, abbiamo comunque già progettato e fi nanziato la costruzio-ne di 500 appartamenti. Non solo, a medio-lungo termine proprio il piano strutturale appena adottato dalla giunta dovrebbe dar vita ad altre 2-3mila uni-tà Erp. Ma nelle assegnazioni saremo più severi: chi rifi uta senza motivo ciò che gli viene offerto fi nisce fuori dalla graduatoria. E i controlli si faranno più accurati, come già stiamo facendo.

Locazioni, il Comune inventa un nuovo strumento per riportare la pace tra proprietari e inquilini

O pagati o rimborsati. E chi abbassa l’affi tto si libera dall’Ici

/F.P.

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20 Novembre 2010

Page 21: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

politica

Costruire sì, a patto che parallelamente si but-ti giù qualcos’altro, equivalente come metri cubi. Alla fi ne il piano strutturale di Firenze è arrivato e ha mantenuto le promesse lan-

ciate dal sindaco già in campagna elettorale. Stop al consumo di suolo, quello appena adottato dalla giun-ta è un piano a volumi zero. “Non vengono toccati i diritti acquisiti - spiega Renzi - per esempio un per-messo a costruire già concesso, ma solo la potenzialità costruttiva che non si è concretizzata, ovvero gli atti per far avviare le procedure di costruzione che non si sono mai perfezionati o non sono stati fatti neppure partire”. E con questa operazione il sindaco spazza via i residui del vecchio piano regolatore, equivalen-ti a 260mila metri quadrati su cui il cemento avreb-be potuto allargarsi ancora. Altra novità riguarda gli edifi ci in classe 6, ovvero i capannoni in mezzo alle case (ex aree industriali o anche ex cinema), che un tempo potevano essere facilmente demoliti e ricostruiti senza passare dall’autorizzazione del consiglio comu-nale. La procedura era già stata bloccata in nome delle norme anti-Quadra. Adesso Palazzo Vecchio propone uno “scambio”: in pratica, i volumi potranno essere spostati altrove, con l’aggiunta di un bonus del 10%, mentre al posto dei vecchi capannoni Renzi immagina giardini, piazze o comunque luoghi di socialità, nella direzione dei famosi spazi verdi a 10 minuti a piedi da ogni cittadino. Stop anche ai cosiddetti “bassi na-poletani”, abitazioni ricavate da fondi commerciali al piano terra degli edifi ci, usanza che fi no a poco tempo

fa andava molto di moda nel centro storico. E a propo-sito di centro, divieto assoluto di trasformare le case in alberghi, a meno che non si tratti di residenze stori-che. Se è vero che non si consumerà più suolo, è vero anche che il piano prevede la realizzazione di oltre 9mila alloggi popolari. Dove? “Negli edifi ci dismessi – chiarisce il sindaco - vogliamo chiedere con forza al Governo di fare tutti i passaggi per dare a noi le caser-me di cui non ha più bisogno, come quella dei Lupi di Toscana”. Insomma, si recuperano i contenitori vuoti

e si fa spazio al verde in città. Sul dove andranno a fi nire i volumi dei fabbricati in classe 6 il gruppo Pdl avanza già dei dubbi (“Renzi ha intenzione di man-dare tutto a Castello?”), ma su questo e altri punti ci sarà tempo per discutere. Adottato dalla giunta dopo tanta attesa (sul piano strutturale aveva cominciato a lavorarci la prima giunta Domenici), in versione molto rivista e molto corretta, adesso il documento approda nelle commissioni comunali, che lo spulceranno fi no a metà novembre. Tra le questioni rimaste in sospe-so quella della Cittadella, unica deroga al diktat dei volumi zero: nella prima stesura del nuovo piano lo stadio non c’era, adesso si dice chiaramente che Fi-renze lo vuole e che il luogo ideale, secondo Palazzo Vecchio, sarebbe Castello. Dovrà vedersela anche con il governatore Enrico Rossi, adesso, oltre che con gli agguerriti sindaci della piana. Non c’è, almeno per il momento, nessuno spazio dedicato alla moschea, di cui si continua a discutere in città. Se Legambiente approva a pieni voti l’idea di mettere un freno alla ce-mentifi cazione, un’altra lega, quella delle cooperative, non è così d’accordo. “Aspettiamo di vedere quanti, tra gli obiettivi enunciati, si trasformeranno in politiche reali”, commenta Stefano Bassi, presidente Legacoop Toscana. L’approvazione defi nitiva in consiglio è pre-vista per febbraio.

Ambiente e impresa, lavoro e stili di vita, cultura e infrastrutture,

giustizia e politica, accesso al credito e alla casa. Anche Renzi ha i suoi cinque punti, solo che non deve farli approva-re a nessuna maggioranza risicata né mettersi a lavorare di diplomazia per trovare consensi. Stiamo parlando dei temi che saranno al centro del dibattito in programma il 5, 6 e 7 novembre alla stazione Leopolda, meglio noto come “convention dei rottamatori”. Il titolo della tre giorni in realtà è “Prossima fermata Italia” e, a giudicare dalle ade-sioni registrate dal sito internet (www.prossimaitalia.it) e dalla pagina Face-book creata ad hoc, saranno in molti a fermarsi in stazione. Di inviti ufficiali a personaggi politici non ne sono stati fatti, non sarebbe stato nello stile con cui è nata la convention. Tutto è comin-ciato con le picconate settembrine del primo cittadino di Firenze in direzione

del suo stesso partito, o meglio, dei soli-ti noti del Pd, quelli che hanno fatto del-la politica un mestiere e hanno passato gran parte della vita ben accomodati su una qualche poltrona. “Pensano di offenderci chiamandoci ‘giovanotti’ – scrive Renzi su Facebook - ci accusano di essere sfasciacarrozze, ci fanno la ca-ricatura rappresentandoci come pierini dispettosi perché abbiamo avuto il co-raggio di dire che ‘loro’ hanno già dato tutto quello che potevano dare. Hanno già avuto la loro occasione, l’hanno sfruttata come abbiamo visto, adesso tocca ad altri”. Da Veltroni a D’Alema, passando per i parlamentari seriali che collezionano mandati su mandati, non si è salvato nessuno. “Bisogna rottama-re senza incentivi”, dichiarò all’epoca

Renzi. E fissò la data per ritrovarsi con quelli che all’interno del Pd la pensava-no come lui, per mettere in moto “non una corrente, né uno spiffero”, ma un moto di rivoluzione a partire dalle basi del partito stesso. In nome del taglio del numero dei parlamentari, della riforma fiscale e di una giustizia che funzioni, tanto per cominciare. Il primo a rispon-dere all’appello è stato il vecchio amico (si fa per dire, visto che è della gene-razione Renzi) Pippo Civati. In seguito è arrivata anche l’adesione di Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, un altro vecchio amico con cui in passato lo stesso sindaco di Firenze aveva avuto un piccolo screzio risoltosi in uno scambio di battute e nella proffer-ta di una bistecca alla fiorentina. I citta-dini, quelli sì, hanno risposto in massa. Un migliaio le iscrizioni effettuate via internet in poche settimane, altrettante (se non di più) le persone attese alla Leopolda, per mettere in comune idee e proposte “per scrivere insieme un progetto per il nostro Paese”, per dirla con le parole dei promotori dell’evento. Poco importa se nel mentre il Pd, pro-prio lui, ha fissato in concomitanza un altro appuntamento (il congresso dei segretari): il popolo dei rottamatori ci sarà, piccone in una mano e pennarello nell’altra, per cominciare a scrivere una storia mai letta prima.

Pippo Civati e Matteo Renzi

Paola Ferri

Stop al cemento, sì ai recuperiSarà una città a “volumi zero”

PALAZZO VECCHIO/2. Il piano strutturale sbarca in consiglio comunale

I rottamatori di Renzisi ritrovano alla Leopolda

/P.F.

PROSSIMA FERMATA ITALIA. Tutto pronto per il 5, 6 e 7

La Cittadella viola potrebbe essere l’unica deroga al freno delle nuove costruzioni

Più di mille iscritti in poche settimane su www.prossimaitalia.it

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Page 22: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

C’è il calcetto, c’è la piscina, c’è danza, c’è ten-nis. E poi c’è l’equitazione, la gioia di salire su un cavallo e quella di aver voglia di non scenderne più. E tutto questo non è una cosa

per pochi, anzi. Anche a Firenze - la stessa Firenze in cui ogni giorno si tossisce di smog e si inveisce contro il traffi co - non mancano i maneggi. Fazzoletti di verde popolati da cavalli bellissimi a pochi minuti persino dal centro. Per esempio. Nel parco delle Cascine e dei Renai c’è il centro ippico “La Baita” (www.clubippicolabaita.it) che organizza corsi base di equitazione, passeggiate a cavallo, escursioni di diverso li-vello e corsi agonistici. Il costo? Un pacchetto di dieci lezioni costa 160 euro, ai quali si sommano 100 euro di iscrizione all’associazione e 40 di tesseramento Fise (Federazione ita-liana sport equestri). In via de’ Vespucci, invece, ha la sua casa il Centro ippico toscano (www.centroippicotoscano.it).

Anche qui l’offerta è varia, e oltre alla scuola di equitazio-ne ci sono corsi teorici dedicati alle tecniche equestri, corsi di inglese applicati all’equitazione (!) e corsi di “grooming” (ovvero dedicati alla cura dell’igiene degli equini). Oltre a questo, il centro dedica corsi ad hoc all’arte “delle redini lun-ghe” (tecnicamente “scuola di attacchi”) e qui i maggiorenni possono imparare a guidare una carrozza. Non è da meno il centro ippico “Le due case” (www.centroippicoduecase.it), situato nell’omonima strada (una traversa di viale XI agosto) che organizza corsi di diversi livelli e presta particolare atten-zione alle attività dedicate ai bambini e ai disabili. Anche qui si possono frequentare corsi di equitazione di diverso livello, prendere parte a escursioni di varia durata (giornate o interi fi ne settimana) e seguire lezioni specifi che di equitazione di campagna, di attacchi, di mascalcia (l’arte della ferratura) e persino avvicinarsi all’antica disciplina della falconeria. I

prezzi variano: il costo per un’ora di lezione è di 20 euro (15 con sconto Cral), quello per una passeggiata con l’ac-compagnatore (sempre un’ora) è di 25 euro (23 con sconto Cral). L’abbonamento per dodici lezioni in maneggio costa invece 210 euro, mentre l’iscrizione 80 (comprende anche un’assicurazione). Ma l’offerta è molto vasta, e spostandosi appena dalla città si incontrano tante realtà: una è ad esempio quella di Vingone (Scandicci), in via di Mosciano, al centro ippico Scandicci (www.centroippicoscandicci.it). Anche qui ci sono corsi di equitazione di diverso livello, per adulti e ragazzi, e per i più piccoli la possibilità di cavalcare i pony. Qui, come nella maggior parte degli altri maneggi, c’è la pos-sibilità di prendere parte ad una lezione di prova gratuita. Sul sito www.fi seprovincia.it si può comunque trovare l’elenco completo dei centri ippici di Firenze e provincia affi liati alla Federazione italiana sport equestri.

tempo libero

HOBBY&DINTORNI. A Firenze ci sono molti maneggi che offrono i corsi più disparati

Andare al galoppo in città? Si può fare

Benedetta Strappi

I bambini, certo, ma anche

gli adulti che vogliono

togliersi lo sfi zio di cominciare

ad andare a cavallo

hanno solo l’imbarazzo

della scelta, perché i centri

ippici sono tanti e con

proposte diverse. Si va

dalle lezioni di equitazione

(per principianti ed esperti)

a quelle per imparare

a guidare le carrozze, fi no

ai corsi per capire come

prendersi cura degli equini.

Passando per le passeggiate

nel verde e nella natura

Episodi di grande impatto, come la sindrome BSE o sindrome della “mucca pazza”, hanno segnato una svolta della politica in materia di protezione dei consumatori e di sicurezza alimenta-re. I nuovi regolamenti comunitari gravano di maggiori respon-sabilità gli operatori del settore alimentare per tutte le fasi della produzione fino alla commercializzazione. L’Azienda sanitaria ha il compito di verificare il rispetto delle disposizioni in vigo-re, attraverso un sistema di controlli ufficiali.Dal momento dell’acquisto tutta la responsabilità sulla pratica igienica degli alimenti passa in mano ai consumatori.Comportamenti inadeguati, possono determinare tossinfezioni alimentari malattie di solito ad andamento benigno, causate dal consumo di alimenti alterati per presenza di germi patogeni o loro tossine e caratterizzate da nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, a volte febbre e, in un caso (botulismo), da gravi sintomi a carico del sistema nervoso. Per provocare la malattia è necessario che i germi si moltiplichino o che producano tos-sine. Affinché ciò avvenga alcune condizioni favorevoli sono, il consumo di alimento crudo o cotto in modo insufficiente, la T° di conservazione non idonea, il tempo eccessivo tra prepa-razione e consumo.

ALCUNI CONSIGLI UTILIEvitare l’acquisto di:• confezioni aperte, rotte, rigonfie e ammaccate;• uova rotte;• latte, yogurt ed altri cibi refrigerati o congelati se tenuti

fuori dal frigo;• cibi refrigerati, congelati o surgelati tenuti a temperature

non idonee o al di sopra dei limiti di carico;• surgelati ricoperti da uno strato di brina o cristalli indice

che hanno subito scongelamento e successivo ricongela-mento;

• prodotti con evidenti alterazioni;• prodotti scaduti; Inoltre:• prelevare i cibi refrigerati o congelati/surgelati verso il

termine del giro della spesa;• i cibi congelati/surgelati e refrigerati dovrebbero essere

posti, nei sacchetti termici e a contatto tra loro per una miglior conservazione;

• l’acquisto di cibi caldi deve avvenire come ultima cosa prima di lasciare il punto vendita e non tenerli vicino a quelli refrigerati;

• chiedere sempre un sacchetto impermeabile per carne e pesce freschi per evitare la fuoriuscita di liquidi.

LA CONSERVAZIONE• Dopo l’acquisto provvedere al più presto a riporre gli

alimenti nel frigorifero o nel congelatore a seconda della tipologia.

• È opportuno munirsi di contenitori termici per i surgelati se si prevede un tempo eccessivo di stazionamento degli alimenti fuori dal frigo.

• Evitare di lasciare i cibi nell’auto esposta al sole con gravi alterazioni dell’alimento.

• Riporre gli alimenti in modo da evitare il contatto fra prodotti diversi, avendo cura di tenere separati gli ali-menti crudi e cotti, confezionati e non.

LA GESTIONE DEL FRIGO1. È necessario effettuare periodicamente una pulizia e

sanificazione del frigorifero.2. Utilizzare il criterio della rotazione ponendo i cibi a più

lunga scadenza dietro a quelli più deperibili o vicini alla

scadenza.3. Controllare la T° di conservazione: carne, pesce, formag-

gi freschi e latte da 0°C a +4°C, i surgelati a –18°C.4. Controllare periodicamente la T° del termometro del

frigo.5. Non sovraccaricare frigo e congelatore.6. Non avvicinare alimenti non confezionati di diversa

natura.7. Scongelare gli alimenti in frigo o se di piccole dimensio-

ni, cuocere direttamente.8. Non ricongelare gli alimenti una volta scongelati.9. Non inserire gli alimenti caldi in frigo.10. Riporre gli alimenti in frigo in contenitori chiusi entro

2 ore dalla cottura e comunque favorendo un raffredda-mento rapido.

11. Non tenere mai cibi deperibili a temperatura ambiente perché ciò favorisce il rapido sviluppo di germi contami-nanti.

TEMPI DI CONSERVAZIONE IN FRIGORIFEROPER ALCUNI ALIMENTI NON CONFEZIONATIALIMENTI TEMPO CARNE FRESCA 2-3 GIORNIPESCE FRESCO 2-3 GIORNI CARNE MACINATA 1-2 GIORNI FORMAGGI FRESCHI 5 GIORNI FORMAGGI A PASTA DURA 1-2 SETTIMANE SALUMI AFFETTATI 3 GIORNISALUMI INTERI 2–3 SETTIMANE

PREPARAZIONE- COTTURA - RISCALDAMENTO• Togliersi anelli ed altri monili e lavarsi con cura le mani

con acqua e sapone prima di iniziare le preparazioni o quando si viene in contatto con alimenti di diversa tipo-logia;

• asciugarle con asciugamani puliti o salviette monouso;• pulire e lavare con cura frutta e verdura;• i cibi devono essere cotti in maniera adeguata per una

durata tale che permetta di raggiungere almeno 70 C° al cuore dell’alimento;

• i cibi avanzati devono essere riposti in frigorifero entro breve (massimo due ore) consumati entro 48 ore e se riscaldati, accertarsi che l’alta temperatura arrivi al cuore dell’alimento per almeno cinque minuti.

L’IGIENE DELLA CUCINA• Per pulire utilizzare acqua calda e detersivo.• Utilizzare spugne ben pulite e cambiare spesso gli stro-

finacci.• Pulire sempre le superfici di lavoro, le attrezzature e gli

utensili prima e dopo ogni uso su alimenti diversi per evitare contaminazioni crociate.

• Conservare i prodotti delle pulizie in armadietti separati in modo da evitare contatti con gli alimenti o ingestione accidentali.

• Per disinfettare, dopo aver pulito, utilizzare prodotti a base di cloro (amuchina) adeguatamente diluiti in acqua fredda.

RISCHIO INFESTANTIAl pari della pulizia e della disinfezione è necessario tenere sotto controllo gli infestanti. Gli insetti si possono suddividere in due grandi classi: gli insetti cosiddetti striscianti (es. blatte

ovvero scarafaggi) e gli insetti volanti (es. mosche e mosceri-ni).La presenza di alimenti, di scarti e di rifiuti alimentari è fonte di richiamo per gli infestanti e potenziale fonte di infezione microbiologica. Attenzione a non lasciare alimenti freschi esposti all’ambiente.La presenza in casa di animali domestici deve necessariamente comportare l’adozione di abitudini e comportamenti igienici adeguati.

L’ETICHETTA DEI PRODOTTI ALIMENTARIL’etichetta alimentare dà le informazioni per una scelta con-sapevole dell’alimento.Indica:• il nome commerciale del prodotto;• gli ingredienti in ordine decrescente;• gli additivi (lettera E seguita da un numero);• il produttore e la sede di produzione o la ditta di com-

mercializzazione;• il prodotto con eventuale numero CE;• le modalità di conservazione (es. +4°C) e di consumo

(es. previa cottura);• la data di scadenza o il tempo minimo di conservazio-

ne;• il lotto (indispensabile per la rintracciabilità di prodotti

non idonei).È stato introdotto un sistema di tracciabilità delle carni bovi-ne attraverso una etichetta con le informazioni sulla filiera dell’animale macellato.Anche le carni bianche,le uova e il pesce hanno una etichetta specifica di tracciabilità contenente le indicazioni sulla filiera di origine.

ATTENZIONE ALLE SCADENZE!La durata di un alimento viene indicata dal produttore,il quale se ne assume la responsabilità sanitaria e commerciale in condizioni di corretta conservazione e manipolazione della confezione.Le diciture possono essere:• Da consumarsi preferibilmente entro il:

È definito Termine Minimo di Conservazione (TMC). Indica la data oltre la quale, il prodotto può perdere le caratteristiche organolettiche, senza però essere danno-so per la salute.

• Da consumarsi entro il:È relativo alla data di scadenza, ovvero la data entro cui un alimento deve assolutamente essere venduto e consumato (es. latte fresco). E’ vietata la vendita di prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato nella confezione. Si riferisce ad alimenti altamente deperibili (da 1 giorno a 3 mesi).

la sicurEzza aliMEntarEnEllEnostrE casE

Informazione a cura della Società della Salute

A cura del Dr. S. Bonfigli Responsabile UF Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria e Dott. ssa G.Ciampi UF Igiene e Sanità Pubblica Firenze.

1133564

22 Novembre 2010

Page 23: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Episodi di grande impatto, come la sindrome BSE o sindrome della “mucca pazza”, hanno segnato una svolta della politica in materia di protezione dei consumatori e di sicurezza alimenta-re. I nuovi regolamenti comunitari gravano di maggiori respon-sabilità gli operatori del settore alimentare per tutte le fasi della produzione fino alla commercializzazione. L’Azienda sanitaria ha il compito di verificare il rispetto delle disposizioni in vigo-re, attraverso un sistema di controlli ufficiali.Dal momento dell’acquisto tutta la responsabilità sulla pratica igienica degli alimenti passa in mano ai consumatori.Comportamenti inadeguati, possono determinare tossinfezioni alimentari malattie di solito ad andamento benigno, causate dal consumo di alimenti alterati per presenza di germi patogeni o loro tossine e caratterizzate da nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, a volte febbre e, in un caso (botulismo), da gravi sintomi a carico del sistema nervoso. Per provocare la malattia è necessario che i germi si moltiplichino o che producano tos-sine. Affinché ciò avvenga alcune condizioni favorevoli sono, il consumo di alimento crudo o cotto in modo insufficiente, la T° di conservazione non idonea, il tempo eccessivo tra prepa-razione e consumo.

ALCUNI CONSIGLI UTILIEvitare l’acquisto di:• confezioni aperte, rotte, rigonfie e ammaccate;• uova rotte;• latte, yogurt ed altri cibi refrigerati o congelati se tenuti

fuori dal frigo;• cibi refrigerati, congelati o surgelati tenuti a temperature

non idonee o al di sopra dei limiti di carico;• surgelati ricoperti da uno strato di brina o cristalli indice

che hanno subito scongelamento e successivo ricongela-mento;

• prodotti con evidenti alterazioni;• prodotti scaduti; Inoltre:• prelevare i cibi refrigerati o congelati/surgelati verso il

termine del giro della spesa;• i cibi congelati/surgelati e refrigerati dovrebbero essere

posti, nei sacchetti termici e a contatto tra loro per una miglior conservazione;

• l’acquisto di cibi caldi deve avvenire come ultima cosa prima di lasciare il punto vendita e non tenerli vicino a quelli refrigerati;

• chiedere sempre un sacchetto impermeabile per carne e pesce freschi per evitare la fuoriuscita di liquidi.

LA CONSERVAZIONE• Dopo l’acquisto provvedere al più presto a riporre gli

alimenti nel frigorifero o nel congelatore a seconda della tipologia.

• È opportuno munirsi di contenitori termici per i surgelati se si prevede un tempo eccessivo di stazionamento degli alimenti fuori dal frigo.

• Evitare di lasciare i cibi nell’auto esposta al sole con gravi alterazioni dell’alimento.

• Riporre gli alimenti in modo da evitare il contatto fra prodotti diversi, avendo cura di tenere separati gli ali-menti crudi e cotti, confezionati e non.

LA GESTIONE DEL FRIGO1. È necessario effettuare periodicamente una pulizia e

sanificazione del frigorifero.2. Utilizzare il criterio della rotazione ponendo i cibi a più

lunga scadenza dietro a quelli più deperibili o vicini alla

scadenza.3. Controllare la T° di conservazione: carne, pesce, formag-

gi freschi e latte da 0°C a +4°C, i surgelati a –18°C.4. Controllare periodicamente la T° del termometro del

frigo.5. Non sovraccaricare frigo e congelatore.6. Non avvicinare alimenti non confezionati di diversa

natura.7. Scongelare gli alimenti in frigo o se di piccole dimensio-

ni, cuocere direttamente.8. Non ricongelare gli alimenti una volta scongelati.9. Non inserire gli alimenti caldi in frigo.10. Riporre gli alimenti in frigo in contenitori chiusi entro

2 ore dalla cottura e comunque favorendo un raffredda-mento rapido.

11. Non tenere mai cibi deperibili a temperatura ambiente perché ciò favorisce il rapido sviluppo di germi contami-nanti.

TEMPI DI CONSERVAZIONE IN FRIGORIFEROPER ALCUNI ALIMENTI NON CONFEZIONATIALIMENTI TEMPO CARNE FRESCA 2-3 GIORNIPESCE FRESCO 2-3 GIORNI CARNE MACINATA 1-2 GIORNI FORMAGGI FRESCHI 5 GIORNI FORMAGGI A PASTA DURA 1-2 SETTIMANE SALUMI AFFETTATI 3 GIORNISALUMI INTERI 2–3 SETTIMANE

PREPARAZIONE- COTTURA - RISCALDAMENTO• Togliersi anelli ed altri monili e lavarsi con cura le mani

con acqua e sapone prima di iniziare le preparazioni o quando si viene in contatto con alimenti di diversa tipo-logia;

• asciugarle con asciugamani puliti o salviette monouso;• pulire e lavare con cura frutta e verdura;• i cibi devono essere cotti in maniera adeguata per una

durata tale che permetta di raggiungere almeno 70 C° al cuore dell’alimento;

• i cibi avanzati devono essere riposti in frigorifero entro breve (massimo due ore) consumati entro 48 ore e se riscaldati, accertarsi che l’alta temperatura arrivi al cuore dell’alimento per almeno cinque minuti.

L’IGIENE DELLA CUCINA• Per pulire utilizzare acqua calda e detersivo.• Utilizzare spugne ben pulite e cambiare spesso gli stro-

finacci.• Pulire sempre le superfici di lavoro, le attrezzature e gli

utensili prima e dopo ogni uso su alimenti diversi per evitare contaminazioni crociate.

• Conservare i prodotti delle pulizie in armadietti separati in modo da evitare contatti con gli alimenti o ingestione accidentali.

• Per disinfettare, dopo aver pulito, utilizzare prodotti a base di cloro (amuchina) adeguatamente diluiti in acqua fredda.

RISCHIO INFESTANTIAl pari della pulizia e della disinfezione è necessario tenere sotto controllo gli infestanti. Gli insetti si possono suddividere in due grandi classi: gli insetti cosiddetti striscianti (es. blatte

ovvero scarafaggi) e gli insetti volanti (es. mosche e mosceri-ni).La presenza di alimenti, di scarti e di rifiuti alimentari è fonte di richiamo per gli infestanti e potenziale fonte di infezione microbiologica. Attenzione a non lasciare alimenti freschi esposti all’ambiente.La presenza in casa di animali domestici deve necessariamente comportare l’adozione di abitudini e comportamenti igienici adeguati.

L’ETICHETTA DEI PRODOTTI ALIMENTARIL’etichetta alimentare dà le informazioni per una scelta con-sapevole dell’alimento.Indica:• il nome commerciale del prodotto;• gli ingredienti in ordine decrescente;• gli additivi (lettera E seguita da un numero);• il produttore e la sede di produzione o la ditta di com-

mercializzazione;• il prodotto con eventuale numero CE;• le modalità di conservazione (es. +4°C) e di consumo

(es. previa cottura);• la data di scadenza o il tempo minimo di conservazio-

ne;• il lotto (indispensabile per la rintracciabilità di prodotti

non idonei).È stato introdotto un sistema di tracciabilità delle carni bovi-ne attraverso una etichetta con le informazioni sulla filiera dell’animale macellato.Anche le carni bianche,le uova e il pesce hanno una etichetta specifica di tracciabilità contenente le indicazioni sulla filiera di origine.

ATTENZIONE ALLE SCADENZE!La durata di un alimento viene indicata dal produttore,il quale se ne assume la responsabilità sanitaria e commerciale in condizioni di corretta conservazione e manipolazione della confezione.Le diciture possono essere:• Da consumarsi preferibilmente entro il:

È definito Termine Minimo di Conservazione (TMC). Indica la data oltre la quale, il prodotto può perdere le caratteristiche organolettiche, senza però essere danno-so per la salute.

• Da consumarsi entro il:È relativo alla data di scadenza, ovvero la data entro cui un alimento deve assolutamente essere venduto e consumato (es. latte fresco). E’ vietata la vendita di prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato nella confezione. Si riferisce ad alimenti altamente deperibili (da 1 giorno a 3 mesi).

la sicurEzza aliMEntarEnEllEnostrE casE

Informazione a cura della Società della Salute

A cura del Dr. S. Bonfigli Responsabile UF Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria e Dott. ssa G.Ciampi UF Igiene e Sanità Pubblica Firenze.

Page 24: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Il Comitato Territoriale Arci di Firenze, in collaborazione con alcuni Circoli, Case del Popolo affiliate e con il patrocinio dei quartieri 4 e 5 del Comune di Firenze, inizierà dal 15 novem-bre un progetto di Doposcuola per studenti della scuola secondaria inferiore di primo grado ovvero le medie inferiori. Si tratta di un’attività in linea con la storia dell’Arci, dal momento che negli anni ’70 ed ’80 in molte Case del Popolo di Firenze si svolgevano iniziative simili, con il contributo ed il coinvolgimento di decine di volontari. Inoltre, negli ultimi anni, diversi Circoli e Case del Popolo Arci in città ed in provincia hanno realiz-zato autonomamente progetti di sostegno scolastico per studenti delle elementari, delle medie inferiori e superiori. Il Comitato, vista la grave situazione della scuola pubblica, ha inteso investire nel progetto dei Doposcuola con l’intento di rappresentare un supporto per le istituzioni scolastiche cittadine, per gli studenti e le loro famiglie.

Il Doposcuola si terrà il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15 alle ore 18, con un minimo di 15 studenti iscritti ed un massimo di 20. Le prime due ore, dalle 15 alle 17, saranno dedi-cate al sostegno scolastico in italiano, matematica e lingue straniere con un rapporto di un operatore ogni cinque studenti. La terza ora, dalle 17 alle 18, sarà occupata da laboratori creativi (teatro, fumetti, educazi-one all’ascolto musicale, dj, ecc.). Le tariffe di partecipazione per le famiglie sono suddivise in cinque fasce in base al para-metro ISEE, a partire da un minimo di € 3,00 al giorno.Nel quartiere 5 il Doposcuola sarà realizzato presso i Circoli Arci CRC di Brozzi ed SMS di Rifredi. Per informazioni ed iscrizioni si prega di telefonare ai n. 055-26297249 e 366-6492844.

AL VIA IL PROGETTO DOPOSCUOLA DELL’ARCI DI FIRENZE

Si avvisano i cittadini che, a seguito del trasferimento del quartiere 5 a Villa Pallini (via Baracca 150/p)I numeri telefonici degli uffici non hanno subito variazioni:CENTRALINO TEL. 055 2767020 - FAX 055 2767021SEGRETERIA DEL PRESIDENTE 055 2767009 - 0552767023

NUOVA SEDE DEL Q5

Il 26 settembre, presso i giardini del Lippi, si e’ svolta la Festa dello Sport del Q5. La partecipazione delle società è stata numerosa e rappresentativa di varie discipline che possono essere praticate nel quartiere. Hanno aderito tra le altre: Centro Ippico Due Case, Rugby Firenze 1931, Sbandieratori della Signoria, Polisposrtiva Tre Pietre sez. danza artistica, Atletica Castello sezione danza ritmica, Scuola di scherma Raggetti, Laurenziana Basket, Kodokan judo, Olimpia Poliri, Firenze Ovest pallavolo, Atletica Fiorentina, AICS. Ringraziamo anche, per la loro presenza, il CONI e gli enti di promozione UISP ed AICS, nonchè i due sponsor della manifestazione Mercafir (che ha fornito frutta fresca) e Mukki Latte (che ha fornito brick). Il tutto ha contribuito alla buona riuscita della manifestazione, all’apprezzamento da parte della popolazione e dei tanti bambini che vi hanno partecipato.

LA FESTA DELLO SPORTDEL QUARTIERE 5

Sono diversi anni che, grazie a UNICOOP Firenze e la sezione soci nord-ovest di Coop, all’interno del nostro quartiere è attivo il progetto “BUON FINE”: si basa sul recupero da par-te delle associazioni di volontariato della rete di solidarietà del Quartiere 5 dell’invenduto in prossimità di scadenza nei supermercati Coop del territorio del quartiere. Le merci messe a disposizione dai vari negozi Coop, vanno a costituire pacchi alimentari che vengono poi distribuiti alle famiglie segnalate dal SIAST 5 attraverso i centri di dis-tribuzione presenti nel territorio del quartiere ed animati dalle associazioni della rete di solidarietà del quartiere. “Fin dalla scoperta di questa iniziativa – racconta il presidente della commissione servizi sociali, Cristiano Balli – mi è parso davvero importante poter contattare ulteriori aziende della grande distribuzione presenti nel territorio del quartiere, perchè questo tipo di iniz-iativa rappresenta un segno forte di come si possa da una parte riflettere sugli sprechi e sui nostri consumi, dall’altra sostenere le famiglie bisognose. E’ grazie al progetto BUON FINE di Unicoop Firenze e sezione soci nord-ovest di Coop che ha aperto questa strada, che abbiamo avuto la possibilità di contattare un’altra azienda della grande distribuzione presente sul territorio del quartiere, CONAD del Tirreno, con

la quale dopo un percorso condiviso nella preparazione del progetto abbiamo proposto il progetto “CONAD-DONA-CON GIOIA” che si va attivando in questi giorni nel quartiere e che vede coinvolte in questa fase di sperimentazione i negozi CONAD presenti nel ter-ritorio del nostro quartiere e alcune associazioni della Rete di Solidarietà del quartiere 5: ADRA, AUSER e Parrocchia di S.Francesco e Santa Chiara a Montughi. “E’ chiaro –ricorda il presidente del quartiere Federico Gianassi- che questo tipo di “con-correnza” non può fare altro che piacere, in quanto mette al centro la solidarietà verso le fasce più deboli della popolazione”“Tra l’altro, –continua Cristiano Balli–, negli ultimi mesi il numero di famiglie che si pre-sentano nei luoghi dove avviene la distribuzione dei pacchi alimentari, risulta essere in costante aumento e anche il profilo sociale di chi si rivolge a questo tipo di servizio sta orientandosi anche verso nuovi bisogni e povertà; infatti, la soglia di povertà sta coinvol-gendo sempre più famiglie che fino a ieri erano in condizioni di vita sostenibili. L’augurio e l’impegno della commissione dei servizi sociali sarà rivolto a cercare ulteriori partner della grande distribuzione presenti nel nostro quartiere, capaci di fare come Unicoop e Conad, uno sforzo per gareggiare e competere in solidarietà”.

QUANDO LA CONCORRENZA È PER LA SOLIDARIETA’Dopo il progetto “Buon Fine” parte il progetto “CONAD-DONA-CON GIOIA”

SOCIALE

SPORT 1° Lezione

2° Lezione

3° Lezione

Lo zen nella tradizione e nell’analisi storicaEsercitazione secondo lo schema metrico haiku

I capisaldi teorici e la pratica zenEsercitazione secondo lo schema metrico haiku

Lo zen, l’arte e l’haikuEsercitazione secondo lo schema metrico haiku

Sarà presente il praticante orientale Takahiro Nakamura

Per le sue caratteristiche teorico pratiche il corso sarà a numero chiuso, ed è stato fissato in 10 il numero massimo di partecipanti.

Chi fosse interessato a fare questa esperienza può iscriversi gratuitamente, presso la nostra sede.

La selezione dei partecipanti, in caso di richiesta superiore ai 10 iscritti, seguirà l’ordine temporale d’iscrizione.

L’associazione culturale ANRAC, in occasione del suo 20° anniversario, informa che nei giorni 8-15-22 novembre 2010, in orario 17.30-19.00, presso la propria sede in via Lazio 10/29 (Centro Commerciale Coop Le

Piagge), l’haijin Valter Panerai terrà un corso breve gratuito di introduzione alla scrittura poetica haiku.

Il corso intitolato

LO ZEN E L’HAIKU

Le attività, all’interno del Centro Ludico LA PRUA sono fi nalizza-te all’ organizzazione di uno spazio di socialità ed aggregazione teso a promuovere il benessere complessivo del bambino e della sua famiglia, nel rispetto delle diverse culture e con la fi nalità ul-tima di favorire l’integrazione tra di esse.Fino al mese di Dicembre 2010 saranno organizzati pomerig-gi dedicati ai piu’ piccoli. Tutte le attivita’ accompagneranno i bambini in percorsi artistico-culturali, alla scoperta della scienza, del ballo hip-hop, fi no alla creatività data dalle imma-gini che avvicina, tramite la tecnica del fumetto, alla lettura… e facilita la capacità di capire e raccontare.

Programmazione laboratori Ottobre-Dicembre 2010:

Lunedi’ – ore 17.00“Raccontami una storia… la storia incomincio’…”

Martedi’ e giovedi’ – ore 17.00“Piccoli scienziati a bordo”

Mercoledi’ – ore 17.30“Merenda condivisa”

Venerdi’ – ore 17.00“Laboratorio di ballo Hip Hop” (condotto dai ragazzi del Centro Giovani Isola)

Il 5 ottobre, con un festa di presentazione dei programmi, è ripartita l’attività del Laboratorio Permanente per la Pace: corsi di lingua, attività interculturali per bambini e letture di mutuo soccorso in collaborazione con l’SMS di Pere-tola e il COSPE.

Continuano, fi no a Dicembre, la serie di presentazioni e appuntamenti lette-rari presso la Società di Mutuo Soccorso di Peretola (Via Pratese 48) dal ti-tolo “Letture di Mutuo Soccorso”: occasioni di incontro intorno al mondo del libro. Si svolgeranno iniziative per bambini e adulti, con l’obiettivo di svilup-pare, attraverso la partecipazione di più persone, il senso di “essere cittadini” in una zona che rappresenta una realtà sempre più complessa per la presenza di aspetti sociali e territoriali in forte espansione, che il Quartiere intende fare evolvere positivamente. Dal mese di ottobre si svolgono anche corsi di lingua per stranieri (tel. 055.473556) e attivita’ interculturali per bambini (tel. 055.419842)

CALENDARIO INCONTRI PRESSO LA SMS DI PERETOLA

Venerdi 5 novembre ore 21. 00 Amato De Monte e e Conzia Gori, medico anestesista e infermiera “Gli ultimi giorni di Eluana”.

Venerdì 19 novembre ore 21. 00 Giovanna Campani, Università di Firenze “Veline, nyokke e cilici”.

Venerdì 3 dicembre ore 21. 00 Stefano Bartolini, Università di Trento“Manifesto per la felicità. Come passare dalla società del ben- avere a quella del ben- essere”.

Venerdì 17 dicembre ore 21. 00 Maria Rosaria Baldin, Libera Università dell’autobiografi a. “Avanti il prossimo. Storie sospese tra burocrazia e immigrazione”.

CENTRO LUDICO EDUCATIVO “LA PRUA”

LABORATORIOPERMANENTEPER LA PACE

CULTURA

L’ANRAC -Associazione nazionale rinascita artistico culturale-, e’ costituita da tutti i cittadini che reputano importante lo svolgimento e la diff usione delle attività culturali, ritenendole necessarie per una soddisfacente vivibi-lità all’interno del Quartiere.L’associazione si trova presso il centro commerciale delle Piagge, ottimo punto di incontro per la popolazione; l’attività svolta include vari tipi di ini-ziative che il quartiere promuove: letteratura, pittura, scultura, fotografi a. Il Q5 collabora già da diversi anni con ANRAC e durante l’ultima settima-na di ogni mese (escluso luglio, agosto e dicembre) realizza eventi artistici proposti dai cittadini. E’ sicuramente compito delle istituzioni invogliare ed aiutare i cittadini ad esternare le proprie attitudini, in quanto è anche con la creatività che si ottiene una cittadinanza attiva, contribuendo cosi’ al bene comune.

Page 25: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Il Comitato Territoriale Arci di Firenze, in collaborazione con alcuni Circoli, Case del Popolo affiliate e con il patrocinio dei quartieri 4 e 5 del Comune di Firenze, inizierà dal 15 novem-bre un progetto di Doposcuola per studenti della scuola secondaria inferiore di primo grado ovvero le medie inferiori. Si tratta di un’attività in linea con la storia dell’Arci, dal momento che negli anni ’70 ed ’80 in molte Case del Popolo di Firenze si svolgevano iniziative simili, con il contributo ed il coinvolgimento di decine di volontari. Inoltre, negli ultimi anni, diversi Circoli e Case del Popolo Arci in città ed in provincia hanno realiz-zato autonomamente progetti di sostegno scolastico per studenti delle elementari, delle medie inferiori e superiori. Il Comitato, vista la grave situazione della scuola pubblica, ha inteso investire nel progetto dei Doposcuola con l’intento di rappresentare un supporto per le istituzioni scolastiche cittadine, per gli studenti e le loro famiglie.

Il Doposcuola si terrà il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15 alle ore 18, con un minimo di 15 studenti iscritti ed un massimo di 20. Le prime due ore, dalle 15 alle 17, saranno dedi-cate al sostegno scolastico in italiano, matematica e lingue straniere con un rapporto di un operatore ogni cinque studenti. La terza ora, dalle 17 alle 18, sarà occupata da laboratori creativi (teatro, fumetti, educazi-one all’ascolto musicale, dj, ecc.). Le tariffe di partecipazione per le famiglie sono suddivise in cinque fasce in base al para-metro ISEE, a partire da un minimo di € 3,00 al giorno.Nel quartiere 5 il Doposcuola sarà realizzato presso i Circoli Arci CRC di Brozzi ed SMS di Rifredi. Per informazioni ed iscrizioni si prega di telefonare ai n. 055-26297249 e 366-6492844.

AL VIA IL PROGETTO DOPOSCUOLA DELL’ARCI DI FIRENZE

Si avvisano i cittadini che, a seguito del trasferimento del quartiere 5 a Villa Pallini (via Baracca 150/p)I numeri telefonici degli uffici non hanno subito variazioni:CENTRALINO TEL. 055 2767020 - FAX 055 2767021SEGRETERIA DEL PRESIDENTE 055 2767009 - 0552767023

NUOVA SEDE DEL Q5

Il 26 settembre, presso i giardini del Lippi, si e’ svolta la Festa dello Sport del Q5. La partecipazione delle società è stata numerosa e rappresentativa di varie discipline che possono essere praticate nel quartiere. Hanno aderito tra le altre: Centro Ippico Due Case, Rugby Firenze 1931, Sbandieratori della Signoria, Polisposrtiva Tre Pietre sez. danza artistica, Atletica Castello sezione danza ritmica, Scuola di scherma Raggetti, Laurenziana Basket, Kodokan judo, Olimpia Poliri, Firenze Ovest pallavolo, Atletica Fiorentina, AICS. Ringraziamo anche, per la loro presenza, il CONI e gli enti di promozione UISP ed AICS, nonchè i due sponsor della manifestazione Mercafir (che ha fornito frutta fresca) e Mukki Latte (che ha fornito brick). Il tutto ha contribuito alla buona riuscita della manifestazione, all’apprezzamento da parte della popolazione e dei tanti bambini che vi hanno partecipato.

LA FESTA DELLO SPORTDEL QUARTIERE 5

Sono diversi anni che, grazie a UNICOOP Firenze e la sezione soci nord-ovest di Coop, all’interno del nostro quartiere è attivo il progetto “BUON FINE”: si basa sul recupero da par-te delle associazioni di volontariato della rete di solidarietà del Quartiere 5 dell’invenduto in prossimità di scadenza nei supermercati Coop del territorio del quartiere. Le merci messe a disposizione dai vari negozi Coop, vanno a costituire pacchi alimentari che vengono poi distribuiti alle famiglie segnalate dal SIAST 5 attraverso i centri di dis-tribuzione presenti nel territorio del quartiere ed animati dalle associazioni della rete di solidarietà del quartiere. “Fin dalla scoperta di questa iniziativa – racconta il presidente della commissione servizi sociali, Cristiano Balli – mi è parso davvero importante poter contattare ulteriori aziende della grande distribuzione presenti nel territorio del quartiere, perchè questo tipo di iniz-iativa rappresenta un segno forte di come si possa da una parte riflettere sugli sprechi e sui nostri consumi, dall’altra sostenere le famiglie bisognose. E’ grazie al progetto BUON FINE di Unicoop Firenze e sezione soci nord-ovest di Coop che ha aperto questa strada, che abbiamo avuto la possibilità di contattare un’altra azienda della grande distribuzione presente sul territorio del quartiere, CONAD del Tirreno, con

la quale dopo un percorso condiviso nella preparazione del progetto abbiamo proposto il progetto “CONAD-DONA-CON GIOIA” che si va attivando in questi giorni nel quartiere e che vede coinvolte in questa fase di sperimentazione i negozi CONAD presenti nel ter-ritorio del nostro quartiere e alcune associazioni della Rete di Solidarietà del quartiere 5: ADRA, AUSER e Parrocchia di S.Francesco e Santa Chiara a Montughi. “E’ chiaro –ricorda il presidente del quartiere Federico Gianassi- che questo tipo di “con-correnza” non può fare altro che piacere, in quanto mette al centro la solidarietà verso le fasce più deboli della popolazione”“Tra l’altro, –continua Cristiano Balli–, negli ultimi mesi il numero di famiglie che si pre-sentano nei luoghi dove avviene la distribuzione dei pacchi alimentari, risulta essere in costante aumento e anche il profilo sociale di chi si rivolge a questo tipo di servizio sta orientandosi anche verso nuovi bisogni e povertà; infatti, la soglia di povertà sta coinvol-gendo sempre più famiglie che fino a ieri erano in condizioni di vita sostenibili. L’augurio e l’impegno della commissione dei servizi sociali sarà rivolto a cercare ulteriori partner della grande distribuzione presenti nel nostro quartiere, capaci di fare come Unicoop e Conad, uno sforzo per gareggiare e competere in solidarietà”.

QUANDO LA CONCORRENZA È PER LA SOLIDARIETA’Dopo il progetto “Buon Fine” parte il progetto “CONAD-DONA-CON GIOIA”

SOCIALE

SPORT 1° Lezione

2° Lezione

3° Lezione

Lo zen nella tradizione e nell’analisi storicaEsercitazione secondo lo schema metrico haiku

I capisaldi teorici e la pratica zenEsercitazione secondo lo schema metrico haiku

Lo zen, l’arte e l’haikuEsercitazione secondo lo schema metrico haiku

Sarà presente il praticante orientale Takahiro Nakamura

Per le sue caratteristiche teorico pratiche il corso sarà a numero chiuso, ed è stato fissato in 10 il numero massimo di partecipanti.

Chi fosse interessato a fare questa esperienza può iscriversi gratuitamente, presso la nostra sede.

La selezione dei partecipanti, in caso di richiesta superiore ai 10 iscritti, seguirà l’ordine temporale d’iscrizione.

L’associazione culturale ANRAC, in occasione del suo 20° anniversario, informa che nei giorni 8-15-22 novembre 2010, in orario 17.30-19.00, presso la propria sede in via Lazio 10/29 (Centro Commerciale Coop Le

Piagge), l’haijin Valter Panerai terrà un corso breve gratuito di introduzione alla scrittura poetica haiku.

Il corso intitolato

LO ZEN E L’HAIKU

Le attività, all’interno del Centro Ludico LA PRUA sono fi nalizza-te all’ organizzazione di uno spazio di socialità ed aggregazione teso a promuovere il benessere complessivo del bambino e della sua famiglia, nel rispetto delle diverse culture e con la fi nalità ul-tima di favorire l’integrazione tra di esse.Fino al mese di Dicembre 2010 saranno organizzati pomerig-gi dedicati ai piu’ piccoli. Tutte le attivita’ accompagneranno i bambini in percorsi artistico-culturali, alla scoperta della scienza, del ballo hip-hop, fi no alla creatività data dalle imma-gini che avvicina, tramite la tecnica del fumetto, alla lettura… e facilita la capacità di capire e raccontare.

Programmazione laboratori Ottobre-Dicembre 2010:

Lunedi’ – ore 17.00“Raccontami una storia… la storia incomincio’…”

Martedi’ e giovedi’ – ore 17.00“Piccoli scienziati a bordo”

Mercoledi’ – ore 17.30“Merenda condivisa”

Venerdi’ – ore 17.00“Laboratorio di ballo Hip Hop” (condotto dai ragazzi del Centro Giovani Isola)

Il 5 ottobre, con un festa di presentazione dei programmi, è ripartita l’attività del Laboratorio Permanente per la Pace: corsi di lingua, attività interculturali per bambini e letture di mutuo soccorso in collaborazione con l’SMS di Pere-tola e il COSPE.

Continuano, fi no a Dicembre, la serie di presentazioni e appuntamenti lette-rari presso la Società di Mutuo Soccorso di Peretola (Via Pratese 48) dal ti-tolo “Letture di Mutuo Soccorso”: occasioni di incontro intorno al mondo del libro. Si svolgeranno iniziative per bambini e adulti, con l’obiettivo di svilup-pare, attraverso la partecipazione di più persone, il senso di “essere cittadini” in una zona che rappresenta una realtà sempre più complessa per la presenza di aspetti sociali e territoriali in forte espansione, che il Quartiere intende fare evolvere positivamente. Dal mese di ottobre si svolgono anche corsi di lingua per stranieri (tel. 055.473556) e attivita’ interculturali per bambini (tel. 055.419842)

CALENDARIO INCONTRI PRESSO LA SMS DI PERETOLA

Venerdi 5 novembre ore 21. 00 Amato De Monte e e Conzia Gori, medico anestesista e infermiera “Gli ultimi giorni di Eluana”.

Venerdì 19 novembre ore 21. 00 Giovanna Campani, Università di Firenze “Veline, nyokke e cilici”.

Venerdì 3 dicembre ore 21. 00 Stefano Bartolini, Università di Trento“Manifesto per la felicità. Come passare dalla società del ben- avere a quella del ben- essere”.

Venerdì 17 dicembre ore 21. 00 Maria Rosaria Baldin, Libera Università dell’autobiografi a. “Avanti il prossimo. Storie sospese tra burocrazia e immigrazione”.

CENTRO LUDICO EDUCATIVO “LA PRUA”

LABORATORIOPERMANENTEPER LA PACE

CULTURA

L’ANRAC -Associazione nazionale rinascita artistico culturale-, e’ costituita da tutti i cittadini che reputano importante lo svolgimento e la diff usione delle attività culturali, ritenendole necessarie per una soddisfacente vivibi-lità all’interno del Quartiere.L’associazione si trova presso il centro commerciale delle Piagge, ottimo punto di incontro per la popolazione; l’attività svolta include vari tipi di ini-ziative che il quartiere promuove: letteratura, pittura, scultura, fotografi a. Il Q5 collabora già da diversi anni con ANRAC e durante l’ultima settima-na di ogni mese (escluso luglio, agosto e dicembre) realizza eventi artistici proposti dai cittadini. E’ sicuramente compito delle istituzioni invogliare ed aiutare i cittadini ad esternare le proprie attitudini, in quanto è anche con la creatività che si ottiene una cittadinanza attiva, contribuendo cosi’ al bene comune.

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sguardi

Qualcuno fa le valigie e se ne va, qualcun altro sbarca a Santa Maria Novella per

non andarsene più. Firenze è fat-ta di fi orentini vecchi e nuovi: di residenti adottivi arrivati da altri paesi, ma anche di ex cittadini che se la danno a gambe verso più co-smpoliti lidi. Di gente che “bella come la mia città non ce n’è” e di gente che “non so come ho fatto a viverci tutti quegli anni”. Si sa, sulle rive dell’Arno il campanili-smo cresce rigoglioso. Ma com’è la bella Firenze vista da lontano, oppure letta con gli occhi di uno straniero? Lo raccontano una ra-gazza nostrana sbarcata nella City e un signore arrivato dallo Sri Lanka tanti anni fa.

FOCUS. Ecco cosa pensano del capoluogo toscano due persone che hanno fatto scelte diverse

La città vista da chi viene e da chi vaAnna è fuggita

a Londra per

lavorare, Sarath

è arrivato dallo Sri

Lanka e qui ha

trovato una nuova

casa. E ora

ne raccontano

pregi e difetti

La vita nella City di Anna Miche-la Cariati, 25 anni, è iniziata un

anno e mezzo fa. E’ partita da Firen-ze per lavorare come “communica-tion executive” nell’area marketing di un’azienda italiana con varie sedi fuori dal territorio nazionale, fra cui una a Londra.Perché hai scelto proprio Londra?I motivi sono diversi. Principal-mente per imparare bene l’inglese, ma anche perché avevo già alcuni contatti e, soprattutto, l’occasione di lavoro che mi si è presentata era qui. Torni a Firenze spesso? Oltre agli affetti è anche la città a mancarti?Più o meno torno una volta al mese. E’ diffi cile scindere gli affetti dalla città: naturalmente mi mancano più che altro le persone, ma con ami-ci e parenti facevo cose che hanno anche a che fare con alcuni luoghi e quindi sento la mancanza anche di questi ultimi. E poi da qui di Firenze apprezzo la dimensione più “uma-na” rispetto a Londra. D’altra parte, spesso della nostra città annoia pro-prio il suo essere piccola. Firenze è cambiata da quando sei partita? E il tuo giudizio sulla cit-tà?Per alcune piccole cose sì: la zona del Duomo pedonalizzata, ad esem-

pio. Tante altre dovrebbero cam-biare. Credo che vivendo all’estero emergano molti difetti della città e del nostro Paese: su tutti, la poca meritocrazia e lo scarso funziona-mento dei canali esistenti per trovare lavoro. A Londra, tutto è più legato alle agenzie e chi è in cerca di oc-cupazione sa più o meno cosa deve fare per trovarla. Quando dici che sei di Firenze, cosa risponde la gente?Qui per tutti Firenze è un sogno. Credo che questo dovrebbe essere un vantaggio da sfruttare al meglio per la nostra città, mentre spesso risorse simili in termini di prestigio vengono sprecate.

Anna

Anna si è trasferita a Londra un anno e mezzo fa

“Qui per tutti Firenze è un sogno”

/I.E.

DA LONTANO...

Sarath Tennakoon, classe 1959, è originario dello Sri Lanka.

Dal 1984 vive a Firenze, dove ha unito le sue due passioni: l’arte e le discipline olistiche. Da 20 anni insegna yoga.Perché proprio Firenze?Fin da bambino ero affascinato dall’arte italiana. Ho trovato Fi-renze proprio come la immagina-vo: mi sono sentito subito a casa.Difetti della città?C’è un po’ di inquinamento e traf-fi co, ma sono problemi di tutte le città moderne. E’ diffi cile che non ci sia traffi co, vista com’è strutturata la rete viaria. Inoltre in pochi scelgono i mezzi pubblici. I fi orentini amano la vita comoda, usano spesso l’auto. Viaggio di frequente in autobus: fuori dagli orari di punta, chi utilizza i mezzi pubblici è in gran parte straniero.Firenze è sicura?Di notte non c’è sicurezza: mi intimorisce girare da solo. Negli anni ’80 la città era più tranquilla, mentre adesso c’è più percezione di insicurezza: si ha paura a uscire di sera e dei furti nelle abitazioni. Ho vissuto vicino Santa Maria Novella per anni e ho percepito questa insicurezza. Se ci fossero

più controlli, la situazione miglio-rerebbe.Cosa consiglieresti ai fi orentini?Di valorizzare i tesori artistici della città. Spesso, chi abita qui, non si accorge della bellezza con-servata da Firenze, avendola ogni giorno davanti. Manca poi un po’ di verde pubblico. Spesso vengo-no rifatte le piazze, ma si mette cemento al posto dei giardini.Meglio Firenze o lo Sri Lanka?Non riesco mai a decidere. Di Fi-renze mi piacciono molto l’arte, il cibo e il clima. Della mia terra natia mi mancano i profumi e la natura. E’ come chiedersi se ami più mamma o papà.

Sarath

Sarath, originario dello Sri Lanka, vive qui dal 1984

“Non ci si accorge della sua bellezza”

/G.C.

...E DA VICINO

1115196

27

Page 28: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

zoom

Sono stati circa undicimila i fi orentini che hanno partecipato alle assemblee

sparse tra centro e periferia lo scorso 28 settembre, contribuendo a scrivere

il destino dei posti che hanno più a cuore. E ora parte la vera sfi da

LA CITTÀ DI DOMANI/1. La rinascita delle Cascine tra i temi trattati in occasione dei “100 luoghi”

Il parco urbano più granded’Europa? Lo avrà Firenze

Una serata di mobilitazione popola-re, di dibattiti, di giardini, cantieri ed edifi ci aperti solo per l’occasio-ne ai visitatori, 11mila persone per

strada, o meglio riunite nei luoghi che hanno più a cuore per conoscerne i destini e parteci-pare a scriverli in prima persona. Se la scom-messa del sindaco Renzi sui 100 luoghi fos-se stata soltanto quella della partecipazione, l’avrebbe vinta a mani basse. Ma la sfi da più grande è quella di mantenerli in vita tutti e 100, possibilmente facendoli diventare ciò che i cit-tadini vorrebbero e che hanno descritto nelle migliaia di schedine depositate nelle urne la sera del 28 settembre scorso. Messe a tacere le polemiche per i costi dell’operazione - 55mila euro in tutto che Giovanni Galli, capogrup-po del Pdl, avrebbe voluto mettere nel conto

spese per la comunicazione del sindaco - si cominciano a fare altri tipi di conti, quelli con la realtà di che cosa è stato fatto e cosa si farà. Per una bruttura buttata giù a colpi di ruspa (la pensilina della stazione di Santa Maria Novel-la), ce n’è un’altra ancora orgogliosamente in piedi (il rudere delle ex Poste in via del Pratel-lino, il cui abbattimento è stato rallentato da corsi e ricorsi in tribunale). Mentre a Novoli ci si augura di rivedere presto il Palazzo di Giu-stizia illuminato e aperto al pubblico, in centro cittadini e commercianti attendono paziente-mente che si accendano i rifl ettori su piazza Duomo, nel senso letterale della frase. Nell’ar-co di una serata e di un centinaio di assemblee di proposte ne sono state fatte a bizzeffe, ma la più quotata, in quanto uscita dalla bocca del primo cittadino, riguarda le Cascine, il pallino di Renzi dai tempi della campagna elettorale. Dai 100 punti da mettere in pratica nei primi 100 giorni, il parco cittadino è stato trasferito

per insuffi cienza di progressi nella categoria 100 luoghi da far rinascere entro il 2014. E siccome il sindaco ci ha messo la faccia per la seconda volta consecutiva, la riqualifi cazione delle Cascine è diventata per sua stessa am-missione condizione necessaria alla ricandida-tura a Palazzo Vecchio. Nel mentre il proget-to si è fatto più defi nito: il polmone verde di Firenze diventerà il parco urbano più grande d’Europa. Circa 300 ettari, più o meno il 3% della superfi cie totale della città. Un obietti-vo da raggiungere attraverso il collegamento da un lato con l’area dell’Argingrosso, i lun-garni del Pignoncino e dei Pioppi, dall’altro con l’area del Podere-Il Barco e il nuovo polo musicale con il Teatro del Maggio. La prima fase dei lavori sarà presentata a giugno e tra gli interventi iniziali vi sarà la realizzazione di una passerella esclusivamente ciclopedonale a metà strada tra quella dell’Isolotto e il ponte all’Indiano.

Paola Ferri

doMEnicoBarista, 55 anni

“Con la pedonalizzazione di piazza Duomo gli affari sono senz’altro migliorati, ma bisognerebbe fare qualcosa per migliorare l’illuminazione, la sera è troppo buio. E poi mi piacerebbe vedere via Martelli in ordine, come tutte le altre strade, con i dehors degni di questo nome, con pedane e coperture come si deve”

“Al Duomoci vuole più luce”

daVidEPizzaiolo, 19 anni

“Così com’è il parco di San Donato è alienante. E’ un po’ lo stile con cui vengono fatte le cose adesso, senza perso-nalità. E va a fi nire che non ci va nessuno, come in questo caso. Per portarci un po’ di persone bisognerebbe organiz-zarci qualche evento, ad esempio concerti o esposizioni d’arte”

“Musicae arte al parco”

EVElinCommerciante, 37 anni

“Da un punto di vista estetico è e rimarrà orribile, ma il Multiplex potrebbe rinascere sotto forma di centro di ag-gregazione sociale: questa zona non offre niente ai giovani, tranne qualche giardino. Si potrebbe anche pensare di farci una ludoteca per i più piccoli, sarebbe anche un modo per recuperare l’intera area”

“Multiplexin chiavesociale”

PUNTO DI… SVISTACome ben sapete, la Regione Toscana insieme alle organizzazioni sindacali in cui era presente an-che lo Spi-Cgil, nel 2008 ha varato la Legge sulla non autosufficienza e nel 2009 ha approvato l’atto di indirizzo regionale per le modalità di compartecipazione dell’assistito al costo delle pre-stazioni erogate. Successivamente spettava ai comuni insieme alle S.d.Salute attuare tale atto. Nel nostro territorio, Comune di Firenze, la Società della Salute in data 29 giugno 2010 ha deliberato i regolamenti sia per la domiciliarità, sia per la residenzialità, con applicazione dal 6 settembre. In breve ricordiamo il percorso di accesso: certificazione del medico curante, domanda da presentare ai Punto Insieme del proprio Quartiere, visita al paziente da parte dell’UVM (unità di valutazione multidimensionale), condivisione del PAP (progetto assistenziale personalizzato), attestazione Isee per determinare la quota da pagare. A seguito dell’allungamento della vita le richieste di assistenza alle persone più fragili aumentano giorno dopo giorno e per questo sono costrette a lunghe attese prima di ricevere le prestazioni personalizzate. Questo è determinato anche dal taglio dei finanzia-menti agli Enti Locali da parte di questo governo populista e demagogico, che sempre di più trova-no difficoltà a mantenere gli obiettivi prestabiliti dalla Legge. In Toscana ci sono 849mila persone con più di 65 anni di cui 80mila con problemi di non autosufficienza e 40mila in situazione grave. In Italia ci sono più di 3milioni di persone non autosufficienti. A queste persone e alle loro famiglie, vanno garantiti servizi in grado di rendere almeno dignitosa la loro vita. Abbiamo denunciato più volte che la situazione sta diventando insostenibile, soprattutto per quelle famiglie che devono far fronte a tale emergenza e sollecitato il governo con varie iniziative e raccolta di firme per una legge nazionale alimentata dalla fiscalità generale, altrimenti a pagare saranno sempre i cittadini

più deboli. Proprio su questo tema la nostra Lega ha svolto nel corso del tesseramento 2010 una indagine relativa alla conoscenza della Legge sulla non autosufficienza e relativi percorsi di accesso. Alla luce dell’indagine svolgeremo una iniziativa pubblica per illustrare il risultato e per parlare delle problematiche inerenti ai bisogni dei cittadini con le istituzioni del nostro Quartiere e della città.L’iniziativa si svolgerà mercoledì 24 novembre alle ore 15.00c/o l’S.M.S. Rifredi, Via V.Emanuele II, 303.

CANONE TVCome ben ricorderete, nella finanziaria 2008 del Governo Prodi, Legge 244/2007, era stata prevista l’abolizione del canone Rai ai pensionati con basso reddito con più di 75 anni, mai passata a decreto attuativo. Oggi, finalmente… la Legge è entrata in vigore!!! Oltre all’età l’esenzione è legata anche al reddito. Coloro che ne hanno diritto potranno richiedere il rimborso del canone pagato negli anni 2008-2009-2010. Inoltre dal prossimo anno il pagamento del canone TV potrà anche essere rateizzato, in base al reddito. Nelle nostre sedi, potrai avere tutte le informazioni utili per accedere all’esenzione e alla rateizzazione.

APPUNTI DA NON PERDERE15 novembre – ultimo giorno utile per richiedere la rateizzazione del canone Tv.30 novembre – ultimo giorno utile per richiedere il rimborso del canone pagato per gli anni 2008-2009-2010 e per l’esenzione dei prossimi anni.Per verificare i tuoi diritti siamo a disposizione nelle nostre sedi

LEGA QUARTIERE 5 - FIRENZEVia Cesalpino, 3/B - 50134 Tel. 055.4220440 - 055.417903Fax 055.4360151E-mail : [email protected]

PERCORSI CULTURALI La Lega Spi-Cgil Q.5, svolge da diversi anni un ampio programma culturale, con visite guidate in Firenze e fuori, precedute da conferenze e proiezioni video. In questo spazio, inseriremo mensilmente il nostro calendario. Sabato 6 novembre – ore 10.00 Visita al Cenacolo di OgnissantiMartedì 23 novembre – ore 15.00c/o Circolo Lippi-Via Fanfani 16 (zona Lippi)Conferenza con proiezioni di immaginisulla Cappella del Brancaccio Sabato 27 novembre – ore 10.00 Visita alla Cappella del BrancaccioPer prenotazioni ed informazioni rivolgersi o telefonare presso le nostre sedi

S.P.I C.G.I.L. - Sindacato Pensionati Italiani Lega Quartiere 5 FIRENZE DIARIO SINDACALE

PER ULTERIORI INFORMAZIONI ENTRA NELLE NOSTRE SEDI E TROVERAI LA RISPOSTA CHE CERCHI

28 Novembre 2010

Page 29: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

zoom

Firenze, mercati aperti. Sembra questa la tenden-za degli ultimi tempi, che vede protagonisti i mercati storici della città, sempre più proiettati verso aperture dilatate e una maggiore dispo-

nibilità ad accogliere tra i banchi e gli espositori eventi culturali, concerti e chi più ne ha più ne metta. A partire da Sant’Ambrogio, in piazza Ghiberti, che ha di recente annunciato l’amplimanento dell’orario di apertura due volte la settimana (il mercoledì e il venerdì è aperto dalle 8 fi no alle 19 azichè fi no alle 14), rendendo possibile la spesa pomeridiana anche ai ritardatari e a chi la mattina non riesce a frequentare gli allegri ambienti del mercato. Già quest’estate il complesso aveva aperto le porte - per un periodo di tempo limitato - a una serie di concerti che davano modo di conoscere la bella struttura ottocente-sca anche nella sua veste by night. Dalla fi ne di ottobre invece , via libera al nuovo esperimento: “Siamo molto soddisfatti – spiega il vicesindaco Dario Nardella – que-sto era un obiettivo dell’amministrazione e ringrazio il Consorzio che ha reso possibile questo risultato. Si trat-ta di una sperimentazione che durerà fi no a giugno, ma sono fi ducioso che sarà positiva e che con il tempo tutti gli operatori aderiranno ai nuovi orari, anche quelli dei banchi esterni”. “Il nuovo orario – dice Fabio Rasile del consorzio esercenti - vuole rispondere alle esigenze di

tutti coloro che, pur non disponendo al mattino di suffi -ciente tempo per fare la spesa, non vogliono rinunciare a portare sulla propria tavola genuinità e freschezza; una freschezza che va avanti dal 1873”. Leggermente diver-sa la situazione del mercato centrale di San Lorenzo, per cui si parla da tempo di un’apertura prolungata ma “ancora non si è deciso niente - spiega il vicepresiden-te del consorzio Alessandro Boni - si vociferava di un paio di aperture settimanali, ma ancora non c’è niente di certo”. Per adesso l’unica cosa certa è che fi nalmen-te, dopo un anno e mezzo di lavori, il primo piano del complesso progettato dall’architetto Giuseppe Mengo-ni (autore anche del Mercato di Sant’Ambrogio e della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano) è tornato alla città (l’intervento è costato 1 milione e mezzo di euro) e l’amministrazione intende destinarlo alla “cultura eno-gastronomica, all’artigianato e alla moda - ha spiegato Nardella -. Defi niremo presto le linee guida del nuovo progetto e lo faremo insieme alla città e agli operatori del mercato stesso, ai quali chiediamo la massima col-laborazione. Il nostro obiettivo è quello di rendere San Lorenzo ancora più vivo e attraente”. Ancora insicura la sorte di tutti quei banchi che, durante i lavori, sono stati spostati all’esterno del mercato, dentro una tenso-struttura affacciata su piazza del Mercato Centrale, che ora sperano di tornare negli spazi all’interno, “prenden-do una decisione su come sfruttare gli spazi, di comune accordo con il Comune”.

Ludovica V. Zarrilli

MarcoMacellaio, 57 anni

“Sono d’accordo con l’apertura pomeridiana del mercato di San Lorenzo, ma prima dovrebbero cambiare un po’ di cose. Questo posto è fatiscente, bisognerebbe renderlo più accogliente. E fare qualcosa per la viabilità, perché al mo-mento è un percorso di guerra quello che porta qui. Altri-menti rimarrà solo una meta turistica”

“Primadi tuttola viabilità”

MorEnoGastronomo, 47 anni

“Non condivido la proposta di ampliare l’orario del mercato di San Lorenzo fi no a sera. Partiamo dal fatto che qui dentro d’in-verno ci sono 3-4° di giorno: forse se fosse climatizzato an-drebbe meglio, ma qui siamo rimasti a 50 anni fa come strut-tura. In più si tratta di uno dei quartieri meno sicuri della città, e uscire la sera con l’incasso non sarebbe molto simpatico”

“No all’orarioprolungatofino a sera”

alEssandroOrtolano, 46 anni

“Quando iniziarono i lavori al piano di sopra del mercato di San Lorenzo l’intenzione era quella di renderlo a noi orto-lani, una volta fi nita la ristrutturazione, così com’era prima. Adesso si parla di negozi, ma in realtà la discussione è an-cora in corso. E non vorremmo che alla fi ne alcuni di noi fossero costretti a rimanere all’aperto”

“Negozi al primo piano? Sì, però...”

LA CITTÀ DI DOMANI/2. Sant’Ambrogio apre di pomeriggio, a San Lorenzo sono appena finiti i lavori

I mercati cambiano:restyling e orari lunghi

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Page 30: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

È uno di quegli appuntamenti imperdibili, una di quel-le campanelle che suonano ogni anno anche se se ne farebbe volentieri a meno. L’infl uenza, con il suo corollario di starnuti, febbre, mal di gola e chi più

ne ha più ne metta, si prepara ad affacciarsi e ad inchiodare a letto le sue vittime senza chiedere il permesso. Quest’anno, però, fortunatamente, il megafono degli allarmi sanitari non ha strillato forte come l’anno scorso. Lo spettro della pan-demia da “nuova infl uenza” pare allontanato, anche se gli esperti hanno spiegato a più riprese che anche quest’anno a farla da padrone sarà il virus H1N1. Resta costante anche il monito a vaccinarsi rivolto ai cossidetti soggetti a rischio. An-ziani, portatori di patologie particolari e operatori sanitari già dal 18 ottobre scorso possono vaccinarsi. Il vaccino è, come ogni anno, gratuito e per la “punturina” basta rivolgersi al proprio medico di famiglia, pediatra, o agli ambulatori della Asl 10. Quest’anno, complessivamente, la Regione Toscana ha acquistato un milione di dosi, con una spesa complessiva di circa 4 milioni di euro. Nel territorio di competenza della Asl fi orentina sono stati richieste 225mila dosi di vaccini e la campagna durerà fi no a fi no a fi ne anno. In quel periodo, tra l’altro, è atteso il picco dei contagi, anche se non si può preve-derlo con esattezza (il bollettino aggiornato si trova su www.epicentro.iss.it). L’anno scorso, a vaccinarsi, fu il 71 per cento degli over 65: una cifra vicina all’obbiettivo prefi ssato dal mi-nistero della Salute, attestato al 75 per cento. E quest’anno? La speranza degli addetti ai lavori è che la guardia non si ab-bassi, e che anche se non si grida più alla pandemia le perso-ne non dimentichino la buona pratica della prevenzione. Che passa attraverso il vaccino, innanzitutto, ma anche attraverso

una serie di piccoli accorgimenti che possono essere preziosi. Il primo passo è tener pulite le mani, lavandole spesso e con cura (l’Organizzazione mondiale per la sanità raccomanda di impiegarci non meno di 40-60 secondi, facendo attenzione a detergerne ogni parte) e utilizzando gel alcolici quando non si ha a disposizione dell’acqua. Lo stesso vale per l’igiene respiratoria: naso e bocca, in fase di starnuto, vanno coperti. E poi c’è il buon senso, quello che impone di stare a casa quando si ha l’infl uenza – specie i primi giorni - per evita-re di contagiare gli altri. “L’infl uenza è la malattia infettiva che in assoluto incide maggiormente sulla popolazione – ha ribadito l’assessore regionale al diritto alla salute Daniela

Scaramuccia - sia sotto l’aspetto sanitario sia sotto il profi lo socio-economico, con assenza dal lavoro, dalla scuola e da tutte le altre attività. La polemica sulla pandemia della scorsa stagione e sullo spreco dei vaccini, rimasti in gran parte inuti-lizzati, può aver generato sfi ducia nella vaccinazione. Voglio ricordare che il vaccino è il mezzo più effi cace e conveniente per prevenire l’infl uenza e le sue complicanze. Invito quindi gli anziani sopra i 65 anni e tutte le persone appartenenenti alle categorie a rischio - ha concluso - ad andare dal proprio medico o pediatra di famiglia per farsi vaccinare”.

Infl uenza, partite le vaccinazioniDICA 33/1. Quest’anno non ci sono pandemie in vista, ma la prevenzione resta un’arma insostituibile

Benedetta Strappi

Solo nel territorio di competenza della Asl 10 ne sono

state richieste 225mila dosi, destinate a over 65

e a soggetti a rischio per patologie o professione

Ma la nostra sanità vive an-che di un prezioso “sotto-

bosco”: il volontariato. Firenze, ed in generale la Toscana tutta, conta una miriade di associazio-ni attive nel settore. Una di que-ste è “Noi per Voi per il Meyer -Onlus”, nata nel 1988 come raggruppamento di genitori di pazienti oncologici dell’ospe-dalino, e cresciuta nel tempo fi no a contare oltre 3.500 soci. E adesso “Noi per Voi” cerca nuovi volontari. Persone dispo-ste a regalare un po’ del loro tempo (bastano pochissime ore a settimana) a una più che giu-sta causa, per dare sostegno ai piccoli pazienti del Meyer (e di altre strutture con cui l’associa-zione collabora) e alle loro fami-glie. Questi volontari si muovo-no su un doppio fronte: da una parte sono presenti nei reparti e a casa dei piccoli malati, dall’al-tra sono chiamati a occuparsi di quelle faccende burocratiche che spesso rappresentano un fardello ulteriore per i loro familiari. E sono sempre loro ad animare le iniziative di raccolta fondi, dalle cene di benefi cenza agli stand. “La nostra associazione ha una

particolarità – spiega la dottores-sa Ilaria Paggetti, referente per le attività di volontariato – che è quella di organizzare, general-mente una volta all’anno, corsi di formazione ad hoc, gratuiti, che preparino chi si avvicina a noi ad affrontare al meglio si-tuazioni spesso emotivamente pesanti. Oltre a questo ci occu-piamo della formazione perma-nente, e ogni mese ci sono due riunioni per agevolare al massi-mo il lavoro dei volontari”. Per tutte le informazioni, e per le iscrizioni al corso di formazione, si può consultare il sito www.noipervoi.org.

Per l’associazione “Noi per voi per il Meyer”

Nuovi volontari cercasi

/B.S.

L’APPELLO

salute

Il picco dei contagi dovrebbe verifi carsi intorno alla fi ne dell’anno

Tanti Auguri FrancyTanti Auguri Francyda tutta la Web&Press Edizioni

In una calda mattina calabrese di 34 anni fa, nella mite Crotone, nasceva, scalciando tra una sopressata ed un salamino piccante, la nostra Francesca, all’urlo di ‘nduja. In pochi minuti fu chiaro chi era. Le mettevano il primo pannolino e lei ridisegnava la disposizione della nursery. A colpi di pianti sempre più forti minacciava gli infermieri per evitare gli sprechi e con

sorrisi ben studiati lusingava il primario. Presto ebbe i suoi primi approcci con il business. All’inizio fu riciclo di barbie, poi la stampa di ‘nduja

magazine, infine smistamento di merendine al parco giochi. Al liceo ebbe successo per aver ottenuto un ottimo prezzo sulla stampa dei volantini per

le manifestazioni e da li decise di fare ingegneria gestionale. Dopo tutte queste vicissitudini finalmente arriva a Firenze e qui fa la sua seconda scelta

di vita. E’ calabrese e non siciliana, quindi niente coppola, come fedele compagna meglio la Coppoletta. Al suo fianco la mattina arriva e al suo fianco la sera se ne va, dopo una giornata di urla ai piccoli e sussurri ai grandi, intervallate dal tenero ticchettio dei suoi passi leggeri, come un

bufalo di corsa. Oggi la celebriamo nonostante tutto, nonostante le vocali piu aperte dei negozi sotto natale, nonostante la sua euforia mattiniera sia uguale a chi ha appena pagato le tasse, nonostante quando parla sia meno comprensibile di Luca Giurato con il raffeddore, nonostante tutto perché

come la suocera, se non ci fosse bisognerebbe inventarla.

30 Novembre 2010

Page 31: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

IL FATTO

In principio fu l’encefalopatia spongifor-me. Volgarmente detta “mucca pazza”, probabilmente questa malattia costituì uno dei primi “allarmi epidemia” del

nuovo millennio. In realtà, il morbo venne identifi cato per la prima volta nel 1996, ma il picco di casi si verifi cò nel 2000. Ad oggi, in tutto, sono state 217 le persone, distribuite in 11 stati diversi, ad ammalarsi di Bse (fonte Asca). Purtroppo, l’ultimo caso italiano risale a quest’estate. E ancora, nel 2002 fu la volta della Sars (Sindrome Acuta Respiratoria Se-vera), della quale fu vittima il medico Carlo Urbani. Dopo il suo caso, in Italia fu lanciato lo stato di allarme, che fortunatamente rien-trò dopo poco tempo senza che il numero di casi verifi catosi potesse essere considerato preoccupante. Fra il 2003 e il 2004 fu la vol-ta dell’aviaria, quella che faceva tremare gli ipocondriaci davanti a un petto di pollo. In re-altà, il contagio era facilmente scongiurabile con una semplice cottura delle carni bianche, tanto che tutti i casi sospetti di contrazione del morbo nel nostro Paese fra il 1997 e il 2007

seguirono ad un contatto diretto degli indivi-dui con volatili domestici. Ad ogni modo, la “fobia del pollo” causò soprattutto una grossa perdita economica nel settore dell’allevamen-to avicolo. Passando dai bovini alle carni bian-che, cronologicamente si giunge alla suina, per cui si è parlato di “pandemia”. Il passaggio del morbo dagli animali all’uomo è avvenuto nel 2009 in piccoli villaggi messicani, dove purtroppo morire di infl uenza è ancora facile. Giunto in Europa, il virus H1N1 è stato effetti-vamente contratto da molti, ma fortunatamen-te nella maggioranza dei casi si è manifestato come una normalissima infl uenza. E’ il caso di Niccolò Tosi, 25 anni, di Firenze, che l’an-no scorso si è ammalato mentre trascorreva un periodo di studi in Inghilterra. “Ho contratto il virus fra Washington e l’Inghilterra – spiega Niccolò - in aeroporto. Arrivato a Southam-pton stavo già male, quindi ho compilato un form su un sito che era stato costruito in occa-sione dell’emergenza. Ho chiamato il medico e lui ha contattato la ‘Health protection unit’. Mi hanno fatto due tamponi e dopo un paio

di giorni mi hanno confermato che avevo si-curamente contratto la H1N1. Il mio è stato il primo caso in Hampshire e c’era un po’ di disorganizzazione. Dopo è stata stabilita una procedura. Io sono dovuto stare chiuso in casa

una settimana - conclude il 25enne - la mia università è stata avvertita e i miei coinquilini allontanati dall’appartamento che condivide-vamo. Al di là di questo, si è trattato di una normale infl uenza”.

Dalla mucca pazza alla suina, passando per

la Sars e l’aviaria: alla “saga” delle pandemie (vere

o presunte) si aggiunge un nuovo capitolo ogni anno

Era dal 2002, quando una donna si ammalò in Sicilia, che la BSE o - per dirlo come la malattia è conosciuta ai più

- la “mucca pazza”, non tornava a terrorizzare l’Italia. E in-vece quest’estate una signora livornese di 42 anni è stata ri-coverata d’urgenza all’ospedale di Livorno per permetterle di attraversare la fase terminale della malattia ricevendo alcune cure palliative che le alleviassero l’atroce sofferenza. La don-na accusava da tempo disturbi neurologici e per questo si era recata pochi mesi fa al Carlo Besta di Milano, dove la malattia le è stata diagnosticata e dove, senza successo, le sono stati

somministrati i primi medicinali. Già a ottobre 2009 quello della donna era stato defi nito come un probabile caso di “va-riante della sindrome di Creutzfeldt-Jakob” (la mucca pazza, appunto). I disturbi neurologici che hanno portato la signora fi no allo stato di coma sono dovuti a una proteina, il prione, che danneggia il sistema nervoso e il tessuto cerebrale. Pur-troppo, la diagnosi della malattia non è facile né può esser fatta in tempi rapidi, perché il periodo di incubazione della Bse può anche durare 10 anni e i sintomi possono essere diversi. Questa estate è stata proprio la lunghezza del periodo di latenza della

malattia a far escludere agli esperti il fatto che in Italia, dopo questo caso, si dovesse tornare a parlare di allarme. Infatti, la proteina sarebbe stata ingerita dalla donna quando ancora i controlli sulla carne non erano quelli imposti dalla normativa europea dopo i casi del 2000. Per quanto riguarda l’ospedale dove la donna è stata ricoverata, invece, i medici hanno tenuto a sottolineare che ogni tipo di contagio degli altri pazienti è da escludersi. Grazie all’osservanza di normali misure igieniche, i ricoverati nel reparto dove è stata ospitata la donna si devono considerare al sicuro da qualsiasi tipo di rischio.

La paziente aveva contratto la malattia, che ha tempi di incubazione lunghissimi, molti anni fa, quando non c’erano controlli sulla carne

A Livorno un ricovero recente per la Bse: “Ma nessun pericolo di contagio”

Una lunga storia di allarmi “gonfi ati”

Ilaria Esposito

DICA 33/2. Un fiorentino racconta la sua personale esperienza dopo aver contratto l’H1N1

/I.E.

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L’unica donna che non ti fa aspettare

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Page 32: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Immaginate la scena di Pretty Woman in cui Julia Roberts sale e scende da una limousine colma di acquisti. Perché non farlo in via Tornabuoni? Basta noleggia-

re una limousine. Nell’immaginario colletti-vo è il mezzo di trasporto dei boss della mala-vita o delle star dello spettacolo. Ma oggi non è più una bizzarria americana. Anche i palaz-zi e le vie di Firenze possono essere visti dai vetri scuri di una “limo”. Non c’è da stupirsi nel trovarsene una a fi anco al semaforo. Per-ché salire su una limousine non è più (solo) roba da ricchi. Se negli Stati Uniti il noleggio di questo genere di auto va avanti da decenni, in Italia è una novità degli ultimissimi anni. Uno “limo” può aspettare gli sposi davanti alla chiesa. Ma anche un’uscita in discoteca può essere l’occasione buona per noleggiarla. Il costo? Per una serata in discoteca, dalle 8 di sera fi no a tarda notte, si spendono circa 600 euro. Spesa che si può dividere tra i parteci-panti. Queste vetture infatti possono ospitare anche 8 persone. La “limo” non è soltanto un mezzo di trasporto, ma una sorta di lussuoso locale con le ruote. La serata inizia a bordo. Sui sedili in pelle si sorseggia un aperitivo, si può ascoltare musica o guardare un fi lm. “È un servizio che consente aggregazione – spie-ga Alessio Dolfi dell’autonoleggio Fast Car di Pistoia - senza dimenticare che noleggian-do una limousine ci si può concedere un drink senza temere l’alcool test, visto che alla guida c’è un autista”. Ma dove vuol farsi scarroz-zare chi decide di noleggiare una “limo”? Le mete più gettonate sono la Versilia e i locali fi orentini. Centro storico compreso, visto che le vetture hanno l’autorizzazione alla circola-zione, alla pari dei taxi. I clienti sono di tutti i tipi. Tanti giovani che vogliono trascorrere una serata particolare, festeggiare un comple-anno o una laurea. Il ragazzo intenzionato a stupire la fi danzata o i freschi sposini che la scelgono nel giorno del sì. Tra questi, mol-

Firenze… cinquecento metri sopra il cielo. Non è un film, né il titolo di un libro. È la

possibilità di ammirare la città e i suoi dintorni col naso all’ingiù. A bordo di una mongolfiera. Il Duomo, Santa Croce, Ponte Vecchio, l’Arno. E intorno le dolci colline. Di solito è un paesag-gio che si ammira a “spizzichi e bocconi”. Un pezzo alla volta. Al massimo la buona porzione che si staglia di fronte a piazzale Michelange-lo. Per vedere dall’alto il paesaggio che tutto il mondo ci invidia “basta” superare la paura delle vertigini e salire su una mongolfiera. “Il numero delle persone che vogliono provare questa espe-rienza è in crescita, grazie a internet – spiega Ivan Vastano, titolare della ‘Vastano Mongolfie-re’ - tra i nostri clienti abbiamo in prevalenza stranieri, ma il numero di italiani è in aumento”. Salgono sul “pallone volante” per fare un regalo di compleanno o per festeggiare in modo sin-golare un anniversario. Ma c’è anche chi invita a bordo il proprio partner per una memorabile richiesta di matrimonio ad alta quota. O chi,

semplicemente, lo fa per togliersi uno sfizio e coronare un sogno. Senza dimenticare gli ap-passionati di fotografia, che potranno mostrare agli amici scatti mozzafiato. Le basi di decol-lo? Con la Vastano Mongolfiere si può partire da Firenze, nello spazio messo a disposizione da un hotel di viale Europa, o da San Casciano. E si può sorvolare, a seconda del vento, Firenze, Siena, San Gimignano e Volterra. “Da una posi-zione privilegiata, e in tutta sicurezza – racconta Vastano - si vedono le colline intorno a Firenze, le ville e gli splendidi giardini che da terra sono nascosti alla vista”. Il volo dura circa un’ora e può essere effettuato in tutte le stagioni, se le condizioni meteo lo permettono. Non possono volare i bambini sotto i sei anni o alti meno di 1,20 metri, né le donne in gravidanza. Per quan-to riguarda l’abbigliamento, bastano pantaloni lunghi e scarpe da tennis. E’ possibile avere la mongolfiera in esclusiva o volare in gruppo, fino a 16 persone (per info: www.vastanomongolfie-re.com).

E per gli incontentabili c’è la mongolfi eraCURIOSITÀ/2. Si può partire da viale Europa o San Casciano, il volo dura un’ora

Una limousine in servizio

Annalisa Cecionesi

Metti una sera a bordo di una limousineCURIOSITÀ/1. Molti i giovani che scelgono di noleggiare uno di questi mezzi anche solo per poche ore

/A.C.

ti sono cinesi. La limousine consente loro di sfoggiare il lusso ma anche di far spazio ai testimoni, che per loro tradizione seguono gli sposi. Ma chi noleggia una “limo” non lo fa solo per ostentare uno status symbol. “Alcune mamme – racconta Dolfi – l’hanno noleggia-ta per fare una sorpresa di compleanno alla fi glia di 12 o 13 anni, invitando anche gli ami-ci. Per una bambina salire su una macchina del genere è un po’ come vivere una favola”. Una fi aba alla Pretty Woman (per info: www.limousinetoscana.com).

sì, viaggiare

Farsi scarrozzare dietro i vetri scuri di un’auto

sfarzosa sembra non essere più un sogno proibito.

E così spopola la moda alla “Pretty Woman”

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32 Novembre 2010

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Ad autunno inoltrato si entra nel vivo delle stagioni teatrali, si ha già un’idea degli spettacoli da non perde-re fi no ad aprile e in molti saprebbero

elencare i grandi nomi che si alterneranno sui cartelloni per tutto l’inverno. Ma la Firenze dei teatri non è fatta solo di questo. Sono tanti gli spazi non convenzionali dove gli appassionati di generi più o meno di nicchia, o semplicemente considerati minori dal grande pubblico, possono assecondare i propri gusti. Teatro contempora-neo, vernacolo e burattini sono solo alcuni esem-pi di quanto la città offre e i cittadini spesso non conoscono. Altrettanto sconosciuti i luoghi dove questi spettacoli vanno in scena, nonostante in molti casi sorgano nel bel mezzo dei quartieri fi orentini. Un esempio? Il Teatro Everest di via Volterrana. Lo spazio ha riaperto cinque anni fa dopo venti anni di chiusura al pubblico e ogni anno presenta un programma di spettacoli che vanno da Shakespeare alle proposte più origina-li di giovani compagnie. L’Everest fa parte del circuito “Teatri possibili”, rete che si propone di diffondere l’universo teatrale in ogni suo aspet-to, dal momento del palcoscenico a quello della formazione di giovani artisti. Per questo motivo, presso lo spazio di via Volterrana sono presenti anche una programmazione per i più giovani e corsi di recitazione, clowneria, tecniche vocali e giocoleria. Ma l’offerta “alternativa” dei pal-coscenici fi orentini non si esaurisce qui. Per dirne una, anche chi ama il vernacolo può tro-vare pane per i propri denti. In questo settore, la tradizione fi orentina ha pochi rivali. Lo dimostra il programma per l’anno 2010-2011 del Teatro Reims, che si trova nell’omonima via, nel bel mezzo del quartiere 3: un cartellone che vede al-ternarsi spettacoli di lirica e commedie brillanti alle esibizioni di compagnie teatrali che recitano rigorosamente in toscano. La programmazione è iniziata a novembre. Per la prima parte del mese sono previsti gli spettacoli “La Bottega di Sghio”, della compagnia “Stabile del Reims As-sociazione Culturale Teatreria” (nei giorni 6,7, 13 e 14 ) e “A.A.A piacente mezza età, cerca il-

libata per urgente matrimonio”, della compagnia “Firenze Ridanciana (27 e 28 novembre)”. Il cartellone continuerà per tutto l’anno con le esi-bizioni delle compagnie vernacolari citate e del-la compagnia “De Bon tempo”. Spettacoli dello stesso genere si possono vedere anche al Teatro Nuovo del circolo ARCI Lippi, in via Fanfani, dove si esibiscono la “Compagnia del Grillo” e gli allievi del laboratorio teatrale che ha la stes-sa sede. “E i burattini?” Domanderanno i nostri

piccoli lettori. Anche per il genere solitamente amato dai bambini, ma che di per sé vanta una tradizione comparabile a quella del grande tea-tro, a Firenze non mancano i palcoscenici. Uno su tutti, quello del Teatrino del Gallo, che si trova in via San Gallo 25r ed è stato ricavato dalla li-monaia adiacente la Libreria Libri Liberi. Qui si esibiscono spesso i famosissimi Pupi di Stac, la compagnia fondata da Carlo Staccioli nel 1946, oltre a numerosi altri gruppi teatrali per bambini.

Ilaria Esposito

TEATRO/1. Viaggio tra i cartelloni più curiosi per scoprire burattini, vernacolo e commedie brillanti

Palcoscenico sì, ma solo se è alternativoChi l’ha detto che a Firenze non si sperimentano nuovi generi? Ce n’è per tutti

i gusti: l’Everest fa salire sul palco giovani artisti emergenti, il Reims - nel bel mezzo

del quartiere 3 - regala agli appassionati divertenti scenette recitate nel toscano

più verace, mentre al Teatrino del Gallo spopolano le marionette Gli etruschi tornano a casa, in pieno centro storico, accanto alla Santissi-

ma Annunziata. Hanno affrontato secoli di storia, ma anche la distruzione provo-cata dall’alluvione del 1966 e un restau-ro durato 40 anni. La mostra “Signori di Maremma. Elites etrusche tra Populonia e Vulci” mette in vetrina centinaia di reper-ti, raramente esposti al pubblico o inediti, che trovano posto nelle stanze dove erano custoditi fi no al ‘66: il Museo Topogra-fi co Centrale dell’Etruria, parte dell’at-tuale Museo Archeologico Nazionale di Firenze, uno dei più importanti al mondo per l’etruscologia. Ceramiche fi gurate, statue, armi, preziose orefi cerie: sono al-cuni dei tesori custoditi nel deposito del museo, riportati alla luce per illustrare il periodo “orientalizzante”, quello che va dalla fi ne dell’VIII all’inizio del VI seco-lo a.C., in cui è evidente l’infl uenza del Vicino Oriente sulle produzioni artistiche dell’Etruria. I materiali, che provengo-no dai principali centri della Maremma, narrano la vita ai tempi delle aristocrazie etrusche: la guerra, i banchetti, i momenti quotidiani. Suggestive ricostruzioni fo-tografi che e gigantografi e arricchiscono il percorso, allestito dagli architetti Lui-gi e Marica Rafanelli. Ci sono anche le opere contemporanee: la personale di Anna di Volo, che per le sue tele prende spunto dal mondo antico. La mostra è re-duce dal successo raccolto l’anno scorso, in occasione della sua prima edizione, a Grosseto. Adesso arriva a Firenze arric-chendosi di nuove sezioni. “Tutto que-sto permette di riportare nella loro sede naturale una serie di corredi che erano esposti qui prima dell’alluvione – spiega Carlotta Cianferoni, direttrice del Museo Archeologico - più che una mostra è una sezione importante del museo che viene riproposta al pubblico”. In cantiere c’è il progetto di trasformare la rassegna in un allestimento permanente, quando sarà concluso il recupero degli ambienti del Topografi co. “I depositi del museo rac-chiudono molti tesori – prosegue Carlotta Cianferoni – stiamo parlando di decine di migliaia di pezzi. L’idea è quella di tirare fuori gradualmente i vari reperti, tramite mostre e allestimenti, in modo da rendere il museo vivo, in continuo divenire”. La visita alla mostra, in programma fi no al 30 aprile 2011, è compresa nel biglietto del museo (3 euro).

LA MOSTRA

Quando gli etruschiguardavano l’Oriente

Uno degli oggetti esposti

Tra i libri che escono per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia spicca, per originalità e simpatia, la biografi a di tale Jessie White, eroina ingle-

se prestata alla causa di Garibaldi. Una fi gura di donna che non si studia sui testi scolastici, riportata alla luce dal giornalista e scrittore fi orentino Paolo Ciampi. Miss Uragano (Romano Editore, pagg. 328, euro 14, prefazione di Anita Garibaldi), questo il titolo che si riferisce al soprannome della White, è l’avvincente storia di chi, fra i tanti inglesi che offrirono un contributo al Risorgimento, ebbe un ruolo importante e, soprattutto, dedicò l’intera vita alla causa italiana. Ciampi affronta il tema biografi co della donna-eroe, fa-cendo trasparire in ogni pagina grande ammirazione, quasi una devozione che, oggi, appare come un tributo postumo. Una biografi a, un libro di storia da leggere come un romanzo, attraverso le vicende di una donna eccentri-camente anglosassone e sanguignamente italiana, seguendola a Firenze, la città che scelse per vivere e per morire, ma anche a Pisa, Genova, Napoli, Palermo, Roma. “Jessie White – spiega Ciampi – fu cospiratrice al servi-zio di Mazzini, infermeria delle camice rosse in quasi tutte le campagne

di Garibaldi, poi anche scrittrice e giornalista, corrispondente per alcune delle più grandi testate internazionali e, prima in Italia e tra le prime donne al mondo, anche inviata di guerra. Venerò Mazzini come maestro, si lasciò conquistare da Garibaldi come uomo e come eroe, ebbe come amici intimi personaggi del calibro di Agostino Bertani e Carlo Cattaneo, ma fu con un altro protagonista di quegli anni e di quelle battaglie, Alberto Mario, che intrecciò una lunga e travolgente storia di amore: forse la più bella del nostro Risorgimento, sbocciata in carcere e capace di durare fi no alla morte”. Una donna dal carattere impetuoso, una donna che ha dato molto agli italiani. “Nei suoi confronti – aggiunge Ciampi – l’Italia è stata senz’altro assai meno generosa: il ricordo di Jessie White è confi nato solo a qualche studio specialistico”. Ora il libro di Ciampi prova a fare giustizia, rivelandoci una storia incredibile fatta di passioni, barricate a Milano, l’impresa dei Mille e, infi ne, il volto della prima donna-reporter in Italia distintasi per le grandi in-chieste sul campo, per le testimonianze coraggiose sull’inferno delle carceri e dei manicomi, dei bassi napoletani e delle zolfatare.

Miss Uragano, l’inglese che “fece” l’ItaliaLIBRI. Il nuovo lavoro di Paolo Ciampi, dedicato alla donna che sposò la causa di Garibaldi

/C.B.

/G.C.

Page 35: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Non ci avrebbe mai scommesso nes-suno, e invece qualuno ha avuto il coraggio di farlo. In un momento in cui il mondo della cultura, e in parti-

colare quello del teatro, sembra soccombere sotto la scure degli scarsissimi fi nanziamenti, ecco che un gruppo di giovani e intraprendenti amanti del palcoscenico hanno deciso di tirare su un nuovo sipario: si tratta del Nuovo Teatro Lumière, nato sulle ceneri della vecchia sala cinematografi ca del Centro Incontri, in via di Ripoli 231, nel cuo-re del quartiere di Gavinana e poco lontano da Bagno a Ripoli. Da un’esperienza già radicata sul territorio, nel ventre di una comunità numerosa e attiva, che porta scritta nel proprio dna la pas-sione per il teatro, nell’eredità della Compagnia Giosuè Borsi Arsante, attiva qui dal 1920, nasce un’avventura culturale e sociale che si apre alla città di Firenze. Ne è interprete l’attore, giornali-sta e regista fi orentino Marco Predieri a cui è sta-to affi dato l’onere e l’onore di comporre il primo cartellone. “E’ una sfi da complessa ed esaltante al tempo stesso – spiega il neo direttore – un atto rivoluzionario in un tempo fatto di realtà virtuale e di media, nel quale sembrano contrarsi sempre più drammaticamente le risorse e gli spazi per i linguaggi dello spettacolo dal vivo e per l’arte in generale. Quello che mi ha convinto ad accettare

è stato soprattutto l’entusiasmo espresso dalla co-munità a cui la sala appartiene e da chi fi no a oggi l’ha mantenuta comunque in vita e attiva, Paola e Maurizio del Buffa. Lo sforzo per riconsegnarla al pubblico è stato ingente ed è per questo an-cor più sentita ed evidente la mia responsabilità nell’interpretare il mandato affi datomi”. Un tea-tro piccolo che vanta già un cartellone di tutto ri-spetto. La prima si è svolta il 5 novembre e ha vi-

sto on stage Edy Angelillo e Michele La Ginestra con lo spettacolo Radice di 2, e a fi ne mese sarà la volta di “Rafael. Il signore della magia” (dal 26 al 28) seguito a ruota da “Le soprelle Materas-si”, dal 3 al 5 dicembre. Sul palco si alterneranno nuove leve e attori già consacrati come Alessan-dro Benvenuti, Andrea Muzzi, Alessandro Riccio e Silvia Paoli. “Il Lumière - continua Predieri - non sarà un semplice palcoscenico per le ospitali-tà, ma intende proporsi come base pulsante di una

comunità teatrale autentica, radicata sul territorio e aperta al confronto, alle istanze delle giovani professionali e soprattutto degli spettatori che ne costituiranno il vero cuore. E’ in quest’ottica che i primi artisti che compongono il nuovo cartellone

hanno raccolto, devo dire anche con commovente slancio, il mio invito a credere in un viaggio co-mune, che oggi comincia in salita, come sempre accade per le novità, ma che mi auguro possa es-sere lungo e in costante crescita”.

E ora Firenze ha un sipario in piùLudovica V. Zarrilli

TEATRO/2. Nel cuore di Gavinana apre il Nuovo Lumière, dedicato a giovani e spettacoli di qualità

Il nuovo museo dell’Opera del Duomo comincia a muovere i primi passi verso la realizzazione, e

lo fa annunciando il via libera ai lavori, che andran-no avanti per sei anni e consegneranno alla città una superficie espositiva duplicata e un nuovo appeal per capolavori come la Pietà di Michelangelo o la Maddalena di Donatello, che saranno finalmente esposti in spazi adeguati. Novità anche per la cat-tedrale, all’interno della quale è prevista la realiz-zazione di un ambone (quella struttura dalle quale il sacerdote proclama le letture, ndr) per realizzare il quale sono state chiamate a raccolta alcune delle teste coronate dell’arte e dell’architettura made in Italy: a contendersi lo scettro per la progettazione

ci sono Mario Botta, Mario Ceroli, Amalia Ciardi Duprè, Massimo Lippi, Mimmo Paladino, Filippo Rossi, Enrico Savelli e Paolo Zermani. E nonostan-te il consiglio dell’Opera del Duomo, compresa la presidente Anna Mitrano, insieme al vescovo di Fi-renze Giuseppe Betori e a monsignor Timothy Ver-don, siano entusiasti dell’idea di mescolare l’antico al contemporaneo, tra chi storce il naso c’è l’attua-le direttore dei musei vaticani ed ex soprintendente al Polo museale fiorentino Antonio Paolucci. “Non mi permetto di giudicare - ha detto Paolucci - ma ritengo, in generale, che intervenire in un contesto antico sia sempre pericoloso ed inopportuno. L’ intervento potrebbe compierlo anche il più grande

scultore del mondo, ma questa resta la mia idea”. Nessuno ha invece avuto da ridire sul progetto di ampliamento del museo, affidato agli architetti Adolfo Natalini e Guicciardini&Magni. La super-ficie totale sarà di 5.250 metri quadrati e l’investi-mento, tutto a carico dell’Opera del Duomo, am-monta a 25 milioni di euro. Il “vecchio” e il nuovo museo saranno uniti in un unico percorso e l’ am-pliamento permetterà di esporre adeguatamente l’ intera collezione, comprese le opere monumentali come la Porta del Paradiso del Ghiberti e le altre due porte bronzee del Battistero “qualora si decida di musealizzarle” insieme ai gruppi scultorei che le sovrastano.

Il museo dell’Opera del Duomo si rifà il lookNOVITÀ. Al via i lavori per l’ampliamento della superficie espositiva

/B.B.Un’immagine del progetto

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La struttura si propone come base pulsantedi una realtà autentica

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Page 36: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Gli orizzonti di Pantaleo CorvinoIL PERSONAGGIO. Il direttore sportivo fa il punto della situazione. E guarda al futuro

Pantaleo Corvino

Mercato ma non solo. A stagione ormai avviata, il diret-tore sportivo viola Pantaleo Corvino fa il punto della situazione. Con un occhio al futuro: quello della squa-dra, ma anche il suo.

Partiamo da Ljajic. Una delle poche note liete di questo inizio di stagione...Ljajic, come Jovetic, è arrivato nello scetticismo generale. Abbiamo investito sei milioni di euro per lui, tanti per un giovane, anche se di buona prospettiva. Lo avevo notato al torneo “Nereo Rocco” e l’ho seguito a lungo. Quando è saltato il trasferimento del giocatore al Manchester United per un permesso di lavoro che non è arrivato, mi sono fatto trovare pronto e ho anticipato gli altri club. L’infortunio di Jovetic proprio non ci voleva...All’inizio credevo fosse una semplice distorsione, magari alla cavi-

glia. E invece c’è stato uno “tsunami” nel ginocchio. Mi sono sentito male, anche perché sul mercato avevo deciso di portare avanti una determinata strategia. Trovarsi senza uno dei giocatori più importanti mi ha creato problemi di grande sofferenza. Per il ragazzo, ma anche per l’allenatore, per la società e per i tifosi.Adesso tiene banco la questione Montolivo. Il rinnovo è vicino?E’ sempre diffi cile parlare del mercato. Ma sul suo contratto sono sempre stato molto chiaro. Da parte del procuratore e del ragazzo abbiamo ricevuto la volontà di legarsi alla Fiorentina per i prossimi cinque anni. Tornato dal Mondiale, a inizio campionato, ci è stato detto che volevano una pausa di rifl essione. Noi aspettiamo, perché nelle due persone in questione riconosciamo una coerenza e credia-mo che possa dare continuità.Anche lei è in scadenza di contratto...Se non mi danno un calcio, a Firenze vorrei rimanere fi no al 2015. Poi smetterò. Vorrei godermi i miei fi gli, visto che fi no a oggi non ho potuto farlo.

Passiamo a Boruc. Il suo acquisto ha creato qualche polemica, considerando il fatto che un grande portiere (Frey) c’era già.La verità è che si fa fatica ad accettare che con Avramov e Frey ser-visse un’altra alternativa valida. Ma, detto questo, Boruc rimarrà a Firenze fi no alla scadenza del contratto. Mentre per gennaio si parla tanto di Nastasic...Nastasic l’ho seguito. Ma non può essere tesserato da nessuna società fi no al prossimo mercato estivo, perché non ha compiuto 18 anni. E’ un giocatore che conosco, ma i nostri orizzonti sono ampi, che non si fermano soltanto al mercato dell’est. Tante operazioni importanti, in passato, le ho fatte anche in Sudamerica. Vedi Ledesma a Lec-ce, o Lima che poi ho venduto alla Roma nell’anno dello scudetto. O ancora Chevanton, dall’Uruguay, venduto a 20 miliardi. Il nostro mercato non è fi glio di un’area, seppure io sia nato sull’Adriatico e spesso il cuore mi porti verso i Balcani. Da Vucinic a Bojinov certe operazioni, del resto, sono sempre andate bene. Ma non è detto che mi fermi qui. Ripeto, i nostri orizzonti sono ampi.

Cristina Guerri

Dall’infortunio di Jovetic alla scommessa Ljajic, dalla scelta di Boruc all’obiettivo Nastasic: tanti gli argomenti

affrontati. E su se stesso: “Se non mi danno un calcio, a Firenze vorrei rimanere fi no al 2015. Poi smetterò”

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Gennaio è ormai (quasi) alle porte. E nel cal-cio gennaio vuol dire soprattutto una cosa:

mercato invernale. Per questo, il direttore sportivo della Fiorentina,

Pantaleo Corvino, è già al lavoro per rinforzare la rosa, considerate anche le diffi coltà (fi siche ma non solo) di questa prima parte della stagione. Partiamo da quella che sembra sempre più una certezza. L’avventura di Cristiano Zanetti con la maglia della Fiorentina appa-re agli sgoccioli. Lo ha confermato

il suo procuratore, Carlo Pallavici-no: “La condizione di Cristiano è un po’ particolare. Ha voluto scom-mettere su Firenze, a costo di ri-dursi l’ingaggio. Poi un infortunio lo ha un fermato e da lì si è creata una situazione un po’ triste. Zanetti è diventato una sorta di capro espia-torio. Sono state dette sempre le so-lite cose: che è vecchio e rotto. A Firenze – ha aggiunto - si è creato un clima negativo che ha condizio-nato allo stesso modo la situazione del giocatore. Allora la storia ci insegna che quando non si è molto graditi, forse è bene cambiare aria”. Considerando anche la situazione di Mario Bolatti, un altro centro-campista con le valigie in mano, è facile pensare che Corvino opti per l’acquisto di un giocatore in mezzo al campo. Anche in difesa manca qualcosa, forse uno o due innesti. Il primo sull’out mancino. Pasqual alterna partite no a prestazioni ric-che di luci e ombre. Al centro della difesa, invece, con un Felipe che continua a non convincere, serve un giocatore che affi anchi Gamberini. Ecco che allora lo scambio tra il brasiliano e Santacroce (attualmen-te in forza al Napoli) potrebbe con-cretizzarsi. In attacco guai a parlare di cessioni. Anzi. Serve una valida alternativa a Gilardino. Che non an-drà né in Inghilterra (si parlava di un interesse del Newcaste) né alla Juventus. Babacar è ancora troppo giovane e quindi inesperto per sup-portare il l’attaccante di Biella, ma

Cristina Guerri

Per qualche giocatore dato sul piede

di partenza si fanno i primi nomi

di possibili rinforzi. In tutti i reparti

Chi viene, chi va: si avvicina il mercatoIL PUNTO. Verso la sessione invernale. Ecco quello che potrà cambiare in casa violasport

un bomber “low cost” potrebbe at-tirare l’attenzione del diesse viola. Un nome? John Carew dell’Aston Villa. Fuori dai piani di Houllier, tecnico degli inglesi, il centravan-ti norvegese, che in Italia ha già giocato con la maglia della Roma,

potrebbe essere ceduto a gennaio. Carew, che ha un contratto fi no al giugno 2011, ha già chiesto di es-sere ceduto non appena sarà possi-bile. Non resta, dunque, che aspet-tare qualche settimana. Come detto, gennaio è ormai alle porte.

“Ancora è troppo presto per parlare di mercato sba-

gliato, o di scelte sbagliate da parte della società”. Parola di Emiliano Mondonico, ex tecnico viola nella stagione 2003-2004, che analizza questa prima parte di stagione.Partiamo dal mercato. Sono stati gli acquisti sbagliati a con-dizionare questa partenza a ral-lentatore?Diciamo che sono tanti i fattori che hanno contribuito a determi-nare questa situazione. Il primo è il cambio di panchina. Con Miha-jlovic lo spogliatoio ha perso un po’ di quella tranquillità che Pran-delli usava nel gestire le diverse situazioni. L’ambiente aveva bi-sogno di una scossa, ma la diffe-renza tra i due tecnici è talmente tanta che ha condizionato in ne-gativo questo passaggio. E poi...Prego.

La Fiorentina, dobbiamo dirlo, è stata anche piuttosto sfortunata. Il ko di Jovetic, il dolore alla cavi-glia di Montolivo e il ginocchio di D’Agostino hanno condizionato e non poco le scelte di Mihajlovic. Ancora è troppo presto per parla-re di mercato sbagliato, anche se il giudizio sulla campagna acqui-sti lo può dare solo la classifi ca in campionato.In estate si parlava, forse con troppa facilità, di un piazza-mento in Champions League... Questo è uno dei campionati più diffi cili in assoluto. Le squadre di medio livello si sono rinfor-zate molto. E’ vero, la Fiorentina non lo ha fatto, ma ha comunque mantenuto tutti i giocatori di li-vello. Ho sentito parlare di sal-vezza: adesso sarebbe un errore parlare di questo obiettivo, perché i giocatori sarebbero assaliti dalla paura.

Emiliano Mondonico analizza il momento

“Due tecnici molto diversi”

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Page 38: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Dopo un anno ricco di soddisfazio-ni che, fra le altre cose, ha visto la società festeggiare i suoi primi 25 anni di vita, la Polisportiva Tre

Pietre è pronta per nuovi impegni e appunta-menti, seri e “semiseri”. Calcio amatoriale, ginnastica artistica, ginnastica per adulti, ka-rate e pallavolo: questo il panorama dell’of-ferta sportiva delle Tre Pietre. Ma se la Poli-sportiva è nata nel 1985, più lunga è la storia dell’Associazione Sportiva Tre Pietre, che esi-ste da ormai più di mezzo secolo, dal 1957. La ginnastica artistica è stato uno dei primi sport a entrare a far parte dell’associazione, e conta attualmente molti iscritti, quasi tutti giovanis-simi. Di questo e di molto altro abbiamo par-lato con Valentina Giuliani, giovane istruttrice e responsabile della sezione ginnastica arti-stica della società di via Carlo del Greco, che ha iniziato da piccola a praticare questo sport, passando poi dalla pratica all’insegnamen-to. Sempre con la stessa fortissima passione. “Quest’anno – racconta Valentina - abbiamo già raggiunto quota 130 iscritti, fra bambine, bambini, ragazze e ragazzi. La ginnastica non è fra gli sport più ‘famosi’, anche se è uno fra i più completi e adatti perfino ai piccolissimi, che da noi si allenano assieme, maschi e fem-mine. Siamo affiliati Uisp perché sposiamo in pieno la filosofia dello ‘Sport per tutti’: tant’è che lo proponiamo a tutte le fasce d’età, con corsi di ginnastica per adulti, ginnastica dolce, corpo libero e pilates”. Gli allenamenti delle ginnaste delle Tre Pietre si svolgono nella pa-lestra della scuola Don Minzoni. “Una struttu-ra decisamente troppo piccola per i nostri nu-

Tre Pietre, 25 anni e mille progettiL’ANNIVERSARIO. La Polisportiva ha festeggiato il suo primo quarto di secolo di vita

Carlo Marrone

meri – spiega Valentina - ma l’alternativa non esiste, per il momento. Una palestra tutta per noi? Magari! Purtroppo la ginnastica, specie l’artistica, ha bisogno di attrezzi che montare e smontare prima e dopo ogni seduta di allena-mento a volte è quasi impossibile”. Un gruppo affiatato di istruttori, composto interamente da tecnici qualificati, segue i corsi, dai più piccoli fino all’agonismo, che quest’anno ha regalato anche alcuni importanti risultati a livello na-zionale e non solo. “Il gruppo degli istruttori è composto, oltre che da me, da altre 6 perso-ne: Riccardo, Alessia, Stella, Agnese, Ilenia e Arianna. Con loro portiamo avanti un’attività vasta e variegata. Partecipiamo a quasi tutti i livelli dei campionati Uisp, prendiamo parte ogni anno al Giocagin e ci facciamo entusia-sti promotori della ‘ginnastica per tutti’. E se poi arrivano i risultati, ovviamente, siamo al settimo cielo”. Come quando sono arrivati un argento e un bronzo agli ultimi campionati na-zionali Uisp di Fano, nella II categoria senior, sezione duo. Stessa occasione in cui Giulia Labardi ha conquistato la medaglia di bronzo nella categoria Over, attrezzo parallele. Oppu-re come quando Ilenia Giuliani (la sorella di Valentina, ndr), sempre nella categoria Over, è diventata campionessa nazionale al volteggio. Ottima chiusura di stagione per lei, dopo il fantastico secondo posto nel concorso D della competizione internazionale Csit di aprile a Auch, in Francia.

Dalla ginnastica artistica al calcio amatoriale, dal karate alla pallavolo:

questa l’offerta della società di via Carlo del Greco. La cui filosofia è quella

dello “sport per tutti”. Il sogno? “Una palestra interamente per noi”

sport nel quartiere11

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38 Novembre 2010

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Da Melbourne, dove si sono tenuti gli ultimi mondiali di ciclismo, è arrivata la deci-sione più bella per Firenze

che, insieme a Lucca, Montecatini Terme e Pistoia, organizzerà l’edizio-ne 2013 dell’appuntamento iridato. Dopo Mondiali di calcio e Olimpiadi, il mondiale di ciclismo è l’appunta-mento più seguito al mondo. Una vera e propria kermesse con gare maschili e femminili su vari tracciati, che va-lorizzeranno le nostre strade e i nostri paesaggi. Alfredo Martini è raggiante per questa assegnazione. “E’ una bella promozione per il ciclismo – osserva il Ct che dal 1975 al 1997 ha vinto sei volte il titolo iridato – e un riconosci-mento per quanto hanno dato Firenze e la Toscana al ciclismo mondiale. Ma ci rendiamo conto che Gino Bartali vinse un Tour de France nel 1938 e poi lo rivinse dieci anni dopo vincendo set-te tappe? Firenze ha dato i natali a un ciclista che non ha avuto eguali nella storia di questo sport. E questi valori, fi nalmente, sono stati riconosciuti – aggiunge Martini - bisogna ringraziare il presidente della Federazione cicli-smo Di Rocco, che è anche vicepre-sidente dell’Uci. E poi sono contento che questo mondiale sarà nel segno di Franco Ballerini, un grande campione e un grande tecnico che ci ha lasciato troppo presto”. Un altro grande cor-ridore che ha scritto pagine epiche ai mondiali è stato Franco “Cuore Mat-to” Bitossi. “La diplomazia ha lavora-

to bene – commenta Bitossi – e sono convinto che questo mondiale farà bene a tutto il movimento in Toscana. Ma mi domando: l’Italia ha già ospita-to tante edizioni del mondiale. Perché la Toscana non era stata ancora scelta? Come sempre – prosegue Bitossi – ci sono problemi di sponsorizzazioni. I mondiali danno sempre uno stimolo anche se non puoi sbagliare niente. Ai miei tempi la squadra era composta da più punte e te la dovevi giocare anche con gli altri tre-quattro ciclisti della tua stessa squadra. Rischiavi di lavorare per il gruppo e poi, invece di vincere, arrivavi secondo”, spiega Bitossi, me-

more di quel famoso secondo posto ai mondiali di Gap nel 1972. Un fi oren-tino è, invece, andato vicinissimo al titolo mondiale in anni recenti: Fran-cesco Casagrande. “Nel 1999, a Ve-rona vinse Freire ed io arrivai quarto, ma ricordo come occasione mancata soprattutto l’edizione dell’anno suc-cessivo a Plouay, quando feci una fuga solitaria a 5 chilometri dal traguardo ma fui ripreso dal gruppo a un chilo-metro dall’arrivo e mi classifi cai deci-mo. Ho fatto otto mondiali – conclude Casagrande – e penso che l’edizione del 2013 possa essere veramente una grande festa di sport per Firenze”.

CICLISMO. La città si è aggiudicata il Mondiale con Lucca, Montecatini e Pistoia

Firenze pedala verso il 2013Simone Spadaro

L’ex ct Alfredo Martini

Non avrà il valore di un mondiale ma, come si suol dire, “la prima

volta non si scorda mai”. E la prima volta della nazionale di rugby allo stadio Artemio Franchi di Firenze è un evento di grande importanza. Uno sport in così netta ascesa arriva in città (sebbene con un anno di ritardo) con una partita di primo piano. La par-tita Italia–Australia, in programma sabato 20 novembre, sarà uno dei tre Cariparma test match autunnali che la nazionale di Nick Mallett giocherà in vista del Sei Nazioni e della Coppa del Mondo 2011 in Nuova Zelanda. Come sottolineato dall’assessore Da-rio Nardella il giorno dell’annuncio della partita, “Firenze entra dalla porta principale nel mondo del rugby con l’incontro più intrigante dei tre in pro-gramma. Il rugby è uno sport che sta

crescendo e sta raccogliendo grandi consensi perché interpreta valori etici e umani”. La macchina organizzativa sta lavorando da mesi. C’è tanta voglia di dimenticare Italia–Sudafrica dello scorso anno, annunciata e poi sposta-ta ad Udine. E si punta al “sold out”, come auspicato dal vicepresidente federale Nino Saccà: “Volevamo por-tare a Firenze la nazionale nonostante

quello che è successo l’anno scorso. Abbiamo avuto 82mila spettatori a San Siro, proprio un anno fa – ricorda Saccà – e siamo convinti che anche a Firenze ci sarà una grande festa”. Sono previste, a ridosso della gara, alcune iniziative, come la visita della naziona-le all’ospedale pediatrico Meyer e altre legate alla promozione del rugby nelle scuole. La nazionale sarà nel capoluo-go almeno tre giorni prima della gara, e si cercherà quindi di “utilizzare” al meglio la presenza degli azzurri. Una partita come Italia–Australia ha, inol-tre, un importante risvolto economico, con migliaia di sportivi che arriveran-no a Firenze da ogni parte d’Italia per tifare la nazionale azzurra. I biglietti, già acquistabili, vanno dagli 80 euro per la tribuna ai 40 per la maratona. Curva Fiesole e Ferrovia a 30 euro. Parterre a 20, 16 e 10 euro. Lo spetta-colo è assicurato, e Firenze è chiamata a rispondere sugli spalti.

RUGBY. Il 20 novembre si gioca Italia–Australia

Meta allo stadio: la nazionaleper la prima volta al Franchi

/Sim.Spa.

La Nazionale di rugby

Si punta al “sold out”,previste anchealtre iniziative

sport

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40 Novembre 2010

Page 41: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Alla fine è stato un successo. I Mon-diali di volley che hanno visto protagonista quasi inattesa l’Italia hanno regalato brividi, emozioni,

gioia e lacrime anche a Firenze. Negli oc-chi delle 4mila persone che hanno assistito a Cuba-Bulgaria c’era l’incredulità di assistere a uno spettacolo sportivo esaltante, spettacolo che due giorni prima era stato confezionato anche da Serbia e Russia, rivali sul campo e fuori. Tutto questo è successo in una settima-na da ricordare come uno degli eventi (spor-tivamente) più belli ospitati dalla nostra città. A confermare questa tesi è un grande del pas-sato, Andrea Zorzi, attaccante della Naziona-le dei Fenomeni: “Era dai Giochi Olimpici dell’96, persi dall’Italia 3-2 contro l’Olanda, che non vedevo tanta intensità, tante squadre preparate, tanta diversità di gioco e tanta vo-glia di vincere”.Cosa ti ha colpito di più?La gioia dei camerunesi, l’enorme potenziali-tà di Cuba (una delle squadre più giovani del torneo), la vivacità dell’Argentina, la tecnica dei serbi e naturalmente l’Italia, che nella pal-lavolo rinasce come una fenice ogni volta che la diamo per morta.Cosa ti ha colpito dei quarti di fi nali dispu-tati a Firenze?Firenze è stata un diesel. In altre città il palaz-zetto si è riempito subito, qui il pubblico si è fatto sentire nelle grandi sfi de, evidentemente ha bisogno di grande spettacolo.Deluso da come ha risposto la città a questo evento?No, assolutamente. A Firenze manca una

Volley, un successo chiamato MondialiCarlo Marrone

PALLAVOLO. Brividi ed emozioni anche al Mandela Forum. Zorzi: “C’è bisogno di spettacolo”

Impegno su tre fronti, in questa nuova stagione, per la Rari Nantes Florentia di

Dusan Popovic: campionato, Coppa Italia e Coppa Len, con il ritorno in Europa dei bian-corossi dopo 7 anni, grazie al quinto posto conquistato nello scorso campionato. Proprio da lì è ripartito il tecnico biancorosso, che da questa squadra sa che è lecito aspettarsi anche di più. L’inizio di stagione non poteva essere migliore per la Rari, che ha inaugurato l’anno sportivo con la qualificazione alla Final Four di Coppa Italia, conquistata lo scorso 3 otto-bre e in programma il 18 e 19 marzo prossi-mi. La Regular Season del campionato di A1,

che ha preso il via il 16 ottobre, occuperà la squadra guidata da Popovic fino al 2 aprile. Dal 23 aprile partirà poi la fase dei play-off, durante la quale tecnico e società proveranno a giocarsi un quarto posto o, come spera Po-povic, addirittura una terza piazza, decisiva per l’approdo in Eurolega. Ambizioni euro-pee, dunque, per la storica società fiorentina. Da realizzare con tanto entusiasmo e la con-sapevolezza che, dopo momenti anche molto difficili, nei quali la lotta per la salvezza era l’obiettivo principale, per la Rari è finalmen-te arrivato il momento di ricominciare a pen-sare in grande.

Aria d’Europa per la Rari Nantes FlorentiaPALLANUOTO. Dopo 7 anni i biancorossi di Popovic tornano a giocare all’estero

/L.M.

La nuova stagione è partita ormai da oltre un mese, e

già si può cominciare a tracciare qualche primo, timido bilancio, magari per rinnovare obiettivi e aspettative. Un’annata impegnati-va, questa, per la Claag Firenze, al suo secondo anno consecutivo in serie B2, agli ordini del coach Francesco Puccetti. Un gruppo promettente, quello affidato al giovane tecnico biancorosso, con la conferma dei migliori elemen-ti della scorsa stagione, con tanti giovani pronti a misurarsi con en-tusiasmo in questa nuova avven-tura e anche con alcuni importanti innesti, che hanno completato una rosa dalla quale la società si aspetta buoni risultati. Obiettivo del club fiorentino è quello di piazzarsi nella cosiddetta parte sinistra della classifica finale del campionato, anche se non è stato certo indolore il passaggio, deciso dalla Federazione, dal Girone Sud a quello di Centro-Nord. Infatti, se da un lato la Claag potrà con-tare su trasferte economicamente meno onerose e anche su derby toscani più frequenti, dall’altro dovrà fare i conti con un basket che, specie al nord Italia, promette (minaccia?) di essere tecnicamen-

te molto più raffinato. Uno stimo-lo in più, si spera, per i ragazzi di Puccetti. Sul versante femminile, l’occasione è di quelle da non perdere per la Fotoamatore Flo-rence: l’obiettivo è dare il massi-mo per disputare un campionato (il quarto consecutivo in serie A2) ricco di soddisfazioni e più tran-quillo rispetto a quello dell’an-no scorso. Le premesse ci sono tutte: la squadra guidata dal duo Musolini-Galanti ha mantenuto la robusta ossatura della scorsa sta-gione, seppur con nuovi arrivi e ritorni eccellenti, oltre a qualche giovane promessa sbocciata defi-nitivamente.

BASKET. Gli obiettivi di Claag e Fotoamatore

Una stagione tutta da giocare

/L.M.

La Fotoamatore Florence

grande squadra da molto, logicamente non c’è più la cultura del volley di un tempo, lo dimostra il crescendo d’interesse che ha avuto il Mondiale: il palazzetto si è riempito ogni giorno di più, e l’interesse è cresciuto col passare dei giorni…Colpa anche dei media che hanno “snobbato” l’evento?Credo che sia un falso problema. Forse, cercando bene, ci sono più notizie oggi di quando giocavamo noi. I tempi sono cambiati, ci sono i siti internet, forum, non solo la carta stampata. In conclusione, qualsiasi persona interes-sata alla pallavolo poteva trovare tutto ovunque. Forse nella carta stampata c’è stato meno spazio, ma sta a noi riconquistarlo: non dimentichiamoci che nel femminile siamo il primo sport praticato in Italia.E dello stesso parere è anche Francesca Ferretti, palleggiatrice della Scavo-lini Pesaro e campione d’Europa e del Mondo con la Nazionale femminile: “Cuba-Bulgaria mi ha emozionato alla pari della partita dell’Italia. Vedere Firenze con un pubblico così ‘caldo’ mi riempie di gioia, ma mi amareggia allo stesso tempo: quando potrò essere lì da palleggiatrice? Sarebbe un so-gno, anche a livello di club, giocare anche da avversaria nella vostra città”.

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Page 42: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

parazione per il lavoro, ho chiesto alla Sabbatini per quanto riguarda il finanziamento e il restauro dell’edicola - cioè chi pagava. Mi ha risposto che il comitato non aveva soldi e che dovevo pagare tutto e trovare i restauratori ed anche fare tutti i permessi da solo. Ho iniziato a fare i permessi an-dando agli uffici del suolo pubblico, pagando tutti i permessi e poi ho trovato una ditta di restauro per iniziare. Quando il comitato ha saputo di questo, hanno fermato tutto dicendomi che non avevo l’autorizzazione per fare tutto da solo. Non capivo questo dato che non mi avevano dato nes-sun aiuto. Mi hanno spiegato che loro dovevano scegliere la ditta di restauro (da una lista che han-no loro) e che i permessi facevano loro. Quindi ho perso i soldi per i permessi e il tempo, poi dovevo disdire tutti gli appuntamenti che avevo preso per iniziare il lavoro. Alla fine, ho dovuto cambiare ditta di restauro, pagare tutti il lavoro di conservazione dell’edicola da solo e fare l’opera in affresco pa-gando tutto da me. Grazie al comitato un lavoro che potevo fare in tre mesi, invece ho impiegato quattro anni e nell’aprile del 2003 ho finito il taber-nacolo. La Sabbatini ha inoltre detto che io voglio vedermi affidati i lavori di tutti i tabernacoli: vorrei rispondere a ‘questa signora’ che è vero che vorrei che mi fossero affidati i lavori di tutti i tabernacoli - in particolare quelli che hanno bisogno di un’ope-ra originale. Io ho visto che le opere ‘originali’ scelte dal comitato per alcuni tabernacoli non ri-specchiano le tradizioni sia religiose che artistiche fiorentine - potrei dare tantissimi esempi su richie-sta. Io ho la laurea nella storia dell’arte sia fiorentina sia classica, sono docente universitario, ho studia-to le tecniche antiche di scultura e pittura, ho uno studio a San Frediano e sono cattolico osservante. Dubito che le proposte per opere originali per i tabernacoli siano cosi numerose e che ci siano tanti sponsor disponibili per donare alla città soldi per realizzare opere religiose perché il comitato possa negarmi la possibilità di rendere più bella la città come vuole il nostro sindaco Matteo Renzi come nella nuova iniziativa ‘dai un bacio a Firenze.’ Inoltre anche l’arcivescovo Betori ha richiamato la missione della città di ritrovare l’identità in “Fio-renza” per la costruzione “del bello”. Io vorrei fare proprio questo mentre il comitato mi ha bloccato dato che avevo lo sponsor per tre tabernacoli che finanziava opere in bronzo per la città. Quanti scul-tori di oggi offrono tempo, soldi e passione per

realizzare opere per la città? Sono anni che vado a cercare sponsor per il restauro dei tabernacoli e per la realizzazione di opere originali. Il comitato nel passato ha pubblicato annunci su giornali cer-cando sponsor, allora come mai hanno rifiutato soldi da una banca per il mio progetto? Non ha senso o è solo una questione personale. E’ questo che danneggia la città. La ‘signora’ ha anche det-to che ha espresso un parere negativo per il mio progetto per ‘validi motivi.’ Vorrei spiegare questi ‘validi motivi’ per chiedere a voi se sono credibili veramente. Uno dei tabernacoli del progetto è in Piazza Salvemini - un piccolo tabernacolo 30x40 centimetri che è a circa quattro metri di altezza su una facciata di un palazzo. Dato che il tabernacolo era piccolo ed in alto, un’opera con una composi-zione complicata non sarebbe stata visibile. Quin-di ho creato un’opera di una mano - la mano di Cristo - che esce fuori in un gesto di benedizione. La mano esce fuori 20 centimetri. Quando il co-mitato ha visto l’opera hanno espresso parere ne-gativo perché secondo loro l’opera proposta era ‘pericolosa’ per il pubblico in quanto secondo loro se un autobus passava e colpiva l’opera, poteva fare gravi danni. A quattro metri d’altezza? Nem-meno salendo sul marciapiede l’autobus avrebbe mai potuto colpire l’opera... Il direttore della banca quando ha sentito questa spiegazione ha chiesto se il comitato voleva i soldi per i tabernacoli o se volevano lasciarli tutti vuoti in condizioni pietose, il comitato ha rifiutato i soldi e la banca si è ritirata. Io poi ho dovuto ricucire il rapporto con la banca e il comitato per salvare uno dei tabernacoli in Via del Leone. Mi ripeto, vorrei fare altri tabernacoli. Sono in grado di trovare sponsor per opere ori-ginali e riesco a realizzare opere che rispettano la storia di Firenze per continuare una tradizione di opere religiose popolari che piace alla gente.Grazie.Cordiali saluti,

Dr. Alan Pascuzzi

“VORAGINE” E BUIO, I PROBLEMI DI UNA PICCOLA STRADA AL POGGETTOGentile direttore de Il Reporter,leggo sempre con interesse il vostro bel giornale, sempre attento ai problemi di quartiere. Nei mesi scorsi ho notato che, in due occasioni, avete par-lato del problema di una profonda voragine in via Casamorata, al Poggetto. Sono residente in questa

via, e, io per prima, mi sono domandata più volte come è possibile che nessuno abbia ancora risolto il problema. Per chi non la conoscesse, via Casa-morata è una traversa di via Michele Mercati piut-tosto stretta. Il marciapiede è, di suo, molto disse-stato e i pedoni sono costretti spesso e volentieri a camminare sulla strada, più che mai se spingono carrozzine. La buca (ma forse occorrerebbe chia-marla “voragine”) complica una situazione già scomoda di suo. Da mesi poi, in corrispondenza, c’è un cartello che la segnala e che, neanche a dirlo, intralcia ulteriormente la situazione. Possibile che nessuno abbia ancora preso provvedimenti? Eppure è veramente tantissimo tempo che la stra-da versa in quelle condizioni, non si tratta di un impedimento temporaneo. E chi, come me, inizia ad avere diverse primavere sulle spalle non ha vita facile in questo modo. Eppure nei mesi scorsi il Comune si è fatto una grande pubblicità annun-ciando una campagna di rifacimento delle strade: altrove, in effetti, le buche sono state sistemate. Perché qui no? E’ forse troppo piccola per destare interesse la nostra strada? Questo non è tra l’altro l’unico problema di via Casamorata, e che ci abita lo sa bene. Dopo le undici, la sera, vengono spen-ti metà dei lampioni: uno sì e uno no (risparmio energetico?) e questo rende la via decisamente buia, con relativi pericoli per chi si trova a passarci. Dobbiamo pensare che anche questo avvenga perché, in fondo, la strada è piccola e di scarso interesse? Spero che chi ne ha le competenze ci mandi un segnale, e che almeno si possa tornare a passeggiare tranquillamente, senza pericolo di sprofondare nei crateri e farsi male. Grazie per l’attenzione.

Lettera firmata

VIA ROMANA E L’ORARIODELLA RACCOLTA DEI RIFIUTIGentili Signori,intanto grazie per il vostro simpatico e utile contri-buto editoriale! Vorrei per favore che faceste giun-gere all’assessore Pdl Locchi il mio parere a propo-sito di quanto dice per la raccolta dei rifiuti. Non so dove vive questo assessore, ma sicuramente non in via Romana, altrimenti saprebbe che già tutte le mattine alle 6, puntuale come un orolo-gio svizzero, il camion della raccolta passa (da 30 anni io ci abito e non è mai cambiato l’orario) tra sferragliamenti, scricchiolii e gli schiamazzi degli

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.it

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“TABERNACOLI,LA MIA RISPOSTA AL COMITATO”Spettabile Redazione,Sono il Dr. Alan Pascuzzi, l’artista di vari tabernacoli che il presidente del comitato dei tabernacoli ha criticato nel numero di agosto 2010. Se possibile vorrei rispondere alle parole del presidente del co-mitato. Per quanto riguarda quello che ha detto la Sabbattini, è vero che ho partecipato ad un con-corso nel 1999 per la realizzazione di un taberna-colo ma non ho vinto. Sono stato selezionato fra i quattro finalisti (quelli che non hanno vinto) per realizzare il tabernacolo in Via delle Casine. Que-sto è stato un onore. Quando ho iniziato la pre-

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42 Novembre 2010

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invia la tua segnalazionealla nostra redazione

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Gentile Annamaria,il tema della pericolosità delle strade – e soprattutto di certe stra-de, ben note a chi vi transita spesso – è senz’altro uno dei più di-battuti in città. E uno dei più importanti, da parte nostra, da trat-tare. Ci capita spesso, quando possiamo, di pubblicare – come nel caso dell’articolo a cui lei si riferisce e che, essendo apparso soltanto sull’edizione del Q2, non tutti i nostri lettori hanno potu-to vedere - “classifiche” degli incroci o delle strade più pericolosi in città. E non lo facciamo, ovviamente, per amore delle statisti-che, ma perché è facile immaginare che, dietro una strada o una zona in cui si verifichi un numero di incidenti sensibilmente su-periore rispetto alla media, ci sia qualcosa che non va. Concordo pienamente sul fatto che, quando si parla di incidenti, dobbiamo purtroppo sempre tenere in considerazione “l’indisciplina stra-dale” che troppo spesso è causa – o almeno concausa – di questi avvenimenti. Mai abbassare l’attenzione, mai distrarsi, neppure per un attimo – e nemmeno se stiamo viaggiando in una strada che ben conosciamo e che in quel momento appare sgombra dal minimo pericolo – quando siamo al volante dell’auto o in sel-la alla moto: è un messaggio banale e che dovrebbe essere per-fino superfluo ripetere, ma che troppo spesso i comportamenti che capita di vedere nei conducenti rendono non così inutile da ribadire. Detto questo, c’è però da aggiungere che spesso la

condizione di certe strade o la visibilità di certi incroci sono una componente da non sottovalutare quando parla di incidenti. Può capitare, non c’è nulla di male, che un progetto che sulla car-ta appare valido venga poi messo in discussione dalla “prova su strada”, o che in una certa zona i cambiamenti nelle condizioni di traffico rendano necessarie delle modifiche: l’importante, in questi casi, è intervenire il prima possibile, per riportare queste situazioni al massimo della sicurezza possibile. E importanti, im-portantissime, in questi casi, sono anche le segnalazioni dei citta-dini. Come il suo intervento che – raccogliendo anche la voce di altri abitanti del quartiere – porta (o riporta) alla luce la questio-ne dell’incrocio tra viale dei Mille e via Marconi. Starà poi, come è ovvio, a chi di dovere effettuare i dovuti controlli sulla bontà delle segnalazioni dei cittadini, ma anche una eventuale, iniziale mancata considerazione di indicazioni e suggerimenti non deve essere un buon motivo per smettere di evidenziare quello che non va. Perché l’obiettivo deve essere quello di intervenire sulle situazioni di potenziale pericolo prima che, proprio in quelle si-tuazioni, avvenga il tragico incidente. In modo da camminare – o guidare – tutti più tranquillamente per le strade della città. E in modo, per noi, da smettere di dover pubblicare le “classifiche” degli incroci più pericolosi.

Matteo Francini

VIALE DEI MILLE, “QUELL’INCROCIO È PERICOLOSO”Ho letto l’articolo in oggetto (“Quando incrocio fa rima con incidente”, pubblicato su Il Reporter del Quartiere 2 di ottobre 2010, ndr) e concordo su tutto: a livello personale e portavoce di altri che vivono o transitano in zona, ho segnalato, sia alla direzione mobilità che alla polizia municipale, la grande pericolosità dell’incrocio tra viale dei Mille con via Marconi e via del Pratellino; in certi momenti si rimane senza parole da quello che si vede e si rischia sia come pedoni che come guidatori di veicoli vari!.. molti gli incidenti anche con rilievi di chi di dovere... mi è stato risposto che è indisciplina stradale (e questo ci sta) e che la segnaletica è adeguata... nel quartiere non la pensiamo così: basterebbe un semaforo direzionale e uno a chiamata pedonale, ovviamente anche con rifacimento delle strisce, oppure altra soluzione per una certa sicurezza. Perché non se ne prende atto?

Annamaria Perotto

lettere

addetti alla raccolta (tanto, svegli per svegli…). E posso assicurare che non servono doppi vetri né ci si fa l’abitu-dine: la casa trema e il rumore ci sve-glia, tutti i giorni. Allora credo che non sia gentile, nei confronti dei residenti, proporre un ulteriore anticipo della rac-colta. Perché non pensare invece (ma mi sembra che Firenze faccia orecchio da mercante) a una sana raccolta porta porta, come già accade a Milano, Tori-no, per non parlare delle città del Nord Europa e come sta accadendo a Empo-li, Lamporecchio (!!) e così via. Sarebbe l’unico modo per abituare i residenti (quei pochi rimasti e i pochissimi che rimarranno se Firenze continua a es-sere così mal gestita e tutti andranno a vivere in campagna per poi venire in città in macchina e motorino per in-quinare il più possibile) a fare una vera raccolta differenziata, cosa che ora non accade perché posso assicurare che tutti buttano di tutto nei cassonetti e la campana per il vetro, lontana ma non irraggiungibile, è presa in considerazio-ne solo da pochi. E i mega cassonetti sotto terra mi sembrano da film dell’or-rore! Grazie per l’attenzione e buon lavoro,

Lettera firmata

SOSTA, “I PROBLEMIDI NOI ABITANTIDI VIA DEL FRANCIABIGIO”Gentile redazione,vorrei portarvi a conoscenza in che situazione il sig. sindaco Matteo Renzi ci a messo secondo le sue meraviglie. Meraviglia n.1, soppressione dei vigili-ni; meraviglia n.2, riduzione delle zone z.c.s. Siamo nel quartiere quattro, via del Franciabigio: non essendoci più i vigilini, il controllo della sosta selvaggia toccherebbe alla polizia municipale. In questa suddetta strada di vigili non vediamo nemmeno l’ombra, esiste la macchinetta per il pagamento della sosta che nessuno paga, l’altra parte sa-rebbe destinata ai residenti e cosi non

è. Arrivano da tutto il comprensorio dato che siamo vicini alla tranvia, par-cheggiano l’auto la mattina e fino alla sera non tornano. Abbiamo telefonato svariate volte sia al comando che al di-staccamento del quartiere quattro, per questo disagio dei residenti, che tor-nando dal lavoro la sera non troviamo mai posto e siamo costretti a portare l’autovettura lontano dalle nostre abi-tazioni creandoci un disagio. Questo scrivente e un comitato inquilini che rappresenta 103 famiglie ringraziano se potete pubblicare sul vostro gior-nale questa nostra comunicazione. Ne saremmo molto lieti come comitato inquilini e come lettori del giornale.Ringraziamo,

Comitato inquilini(via del Franciabigio)

GIARDINETTODI PIAZZA S. GERVASIO,“PERCHÈ NON FARE QUALCOSA?”Gentile redazione de Il Reporter,leggo sull’ultimo numero de Il Repor-ter le lamentele di alcuni abitanti del quartiere 2 che denunciano segni di degrado di questa zona. Anch’io abi-to nell’area di Campo di Marte e in verità non mi sembra di aver notato cambiamenti così drammatici. Come spesso accade si accusa l’amministra-zione quando molte cause dell’incuria e sporcizia dipendono dai nostri com-portamenti disattenti e maleducati: comunque... anch’io ho un commen-to ed una richiesta di miglioramento. Si tratta del giardinetto di piazza S. Gervasio proprio di fronte alla chiesa, luogo di sosta di anziani e di giuoco di bambini. Le aiuole sono ormai spo-glie e naturalmente “i soliti ignoti” che portano in giro i loro cani, non trovano di meglio che usarle come toilette per i loro animali. Chissà che non si possa fare qualcosa? Grazie per l’attenzione e per il vostro giornale che ci tiene bene informati sul quartiere che amiamo.

Amanda Tesi Balduzzi

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Page 44: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

Concerti

Macy Gray15 NovembreSachallLa grande cantante americana arriva a Firenze e porta sul palco-scenico i successi di The Sellout, scritto come reazione alle delusioni dei due dischi prece-denti, suona come l’album della rivincita: è un disco mainstream, una sorta di piccola grande enciclopedia del soul nella quale convivono groove hip hop (“The sellout”, la splendida “Still hurts”, una ammissione di colpa per le sue disavventure amorose, “On and on”), styloserie jazzose per il dancefl oor (“Lately”), rockismi stomper deliziati dalla chitarra di Slash (“Kissed it”), lezioni funky degne del miglior Prince, un po’ di sweet soul music (“Help me”, “That man”, la torrida “Real love” incisa in coppia con Bobby Brown), gioia di vivere squisita-mente pop (il singolo “Beauty in the world”, dedicato alla risata di sua fi glia, “Let you win”.Un gran bel disco, ispirato e sincero, come del resto è Macy Gray.

Anna OxaProxima Tour16 novembre Teatro VerdiAnna Oxa torna dal vivo con “Proxima Tour”. Dopo quattro anni di lontananza dai palcosce-nici, l’artista torna nei teatri con una nuova tournée che raccoglie i suoi più grandi successi e presente per la prima volta live i brani del nuovo album “Proxi-ma”.“Proxima Tour” debutterà dal Te-atro Piccinni di Bari il 4 novem-bre 2010 e toccherà le principali città italiane. Accompagnata

sul palco da 5 musicisti, Anna Oxa regalerà uno spettacolo particolare ed emozionante che, arricchito dalla sua grinta e dalla sua carica artistica, andrà oltre un semplice concerto.Il primo singolo estratto dall’al-bum, “Tutto l’amore intorno”, scritto da Ivano Fossati, è attual-mente in programmazione sui principali network, e ha raggiunto subito le vette della programma-zione radiofonica.

Spettacoli

Beppe Grillo is back9-10-11 NovembreSaschallDopo aver girato l’Europa all’inizio dell’anno con lo spet-tacolo “Incredible Italy” (Londra, Bruxelles, Parigi, Vienna, Monaco, Zurigo e Basilea le varie tappe), Beppe Grillo sta preparando il suo nuovo spettacolo per il pub-blico italiano. Torna così a teatro, dopo sette lunghi anni, la satira senza freni del comico genove-se in un inedito e provocatorio lavoro. Lo show, attraverso un linguaggio pungente e lo stile inconfondibile di Grillo, toccherà i temi della cronaca, politica, economia, ecologia.

Fiorello show26 NovembreNelson Mandela ForumFiorello torna dal vivo per la quin-ta volta a Firenze quest’anno per continuare e allo stesso tempo iniziare, una nuova avventura del Fiorello Show. Il Fiorello Show Tour, regia di Giampiero Solari, è un fl usso di storie e di canzo-ni che, nel corso delle diverse tappe, si evolve e cambia ad ogni appuntamento.In un continuo di-venire e in continuo movimento, Fiorello, accompagnato sul palco

dal maestro Enrico Cremonesi e la sua band, trasforma ancora una volta i fatti di attualità e gli elementi del quotidiano in uno show tutto nuovo.La scaletta dello show si nutre molto dell’ispirazione artistica del momento e Fiorello riesce a rendere lo spettacolo ogni sera diverso, con gag, canzoni, bat-tute, imitazioni, racconti di vita vissuta ed improvvisazioni.

Le mostre

SilenteFino al 12 dicembreAria art gallery Un’arte generata da uno sguar-do incantato e meravigliato che, nonostante la velocità del mondo contemporaneo, riesce a soffermarsi e a contemplare lo spettacolo che lo avvolge, per invitare il fruitore a condividere un’intima esperienza contempla-tiva. Un’artista che è nata e ha compiuto la propria formazione negli Stati Uniti, e che è rima-sta incantata dalla campagna toscana. Sculture in bronzo, opere su carta e su tela che ci rendono partecipi di una visione immaginifi ca. Lo spettatore dovrà cogliere un senso esistenziale: tra eternità ed evanescenza, nobiltà e mestizia, umile accet-tazione e austero contenimento, dovrà fermare per un attimo il fl usso del divenire per recupera-re il senso temporale e naturale dello stare al mondo.

Ritratti del potere. Volti e meccanismi dell’autoritàFino al 23 gennaioStrozzinaRitratti di celebri fi gure politiche, indagini su vita e costumi delle classi sociali elevate, ma anche investigazioni sulle strutture del

potere di istituzioni internazionali. La mostra sviluppa un’analisi sul ritratto e la rappresentazione del potere politico, economico e sociale attraverso le opere di artisti contemporanei.

Pizzi Cannella ChinatownFino al 4 dicembrePagliere62 grandi carte cariche delle suggestioni di un artista che sembra viaggiare e invece sta fermo. Si intitola Chinatown la mostra che apre i battenti domani alle Pagliere, ex scuderie di Palazzo Pitti messe a dispo-sizione dalla soprintendenza ai beni architettonici per la mostra organizzata dalla galleria Ales-sandro Bagnai e dedicata alle opere del romano Pizzi Cannella, che già altre volte ha portato a Firenze i suoi lavori. Un percorso attraverso i simboli di un Oriente (la Cina ma anche il Giappone) che poi così lontano non è.

A teatro

IneffabileDal 5 al 7 novembre Teatro della PergolaLa composizione dello spettacolo cerca di indagare su inspiega-bili segreti, su misteri e verità superiori alla ragione, con una dimensione astratta e parados-sale, velata dallo sguardo ironico. Nella dolorosa ricerca di identità certa, per non svanire, l’uomo si scontra con il muro massiccio delle cose reali; su queste si impone il silenzio, l’immobilità, il gesto ripetuto. Nell’ineffabile nulla e nell’ineffabile vuoto si troveranno anche Rem & Cap, invisibili tra invisibili. Personaggi solitari e silenziosi ciascuno nel proprio sacco. A loro è dedicato lo spettacolo.

segnalazioni a [email protected]

Cade in un momento particolarmente complicato per la storia del nostro

Paese il 150esimo anniversario dell’uni-tà d’Italia. Una ricorrenza importante, che - tra le altre cose - concede a tutti la possibilità di approfondire la cono-scenza degli eventi storici che hanno conferito al nostro popolo un’identità nazionale. Ed è proprio questo l’obiettivo del Co-mitato Fiorentino per il Risorgimento, che per l’occasione ha organizzato al-cune iniziative, a partire da un ciclo di incontri in programma fino alla fine di novembre dal titolo “Ritratti e personag-gi”: saranno presentati diversi libri di approfondimento sulle circostanze stori-che e sociali che hanno fatto da sfondo a

questo avvenimento. L’intenzione degli incontri è quella di rendere un’immagine unitaria di un mo-mento storico così importante attraverso la riscoperta di personaggi, di vite ap-parentemente diverse ma che raccontano di un’epica quotidiana e di un’emozione comune e molto sentita, che ha natural-mente portato al processo di unione del Paese. Ad ospitare questi appuntamenti è la li-breria de’ Servi, in via de’ Servi 52/54, tutti i martedì alle 17.30 a cominciare dal 9 novembre, quando sarà presentato il libro “Risorgimento e questione socia-le” di Fabio Bertini. Poi, il 16 novembre, sarà la volta di “Figure & figuri” di Indro Montanelli,

mentre il 23 novembre di “Garibaldi, orizzonti mediterranei” di Anita Gari-baldi Jallet e Anna Maria Lazzarini del Grosso. E ancora, il 30 novembre ad essere presentato sarà il volume “I mil-le. Un toscano a fianco di Garibaldi” di Giuseppe Bandi. Nonostante l’interesse del Comitato Fio-rentino per il Risorgimento e dell’asses-sore comunale all’istruzione Rosa Ma-ria Di Giorgi, organizzare l’evento non si è rivelato un compito molto agevole, come spiega Adalberto Scarlino, presi-dente del Comitato: “Avremmo potuto fare di più - riconosce - come cittadini e come istituzioni, ma mancano i fondi per dare vita a queste attività, per coor-dinare un impegno su vasta scala”.

Aggiunge Sergio Casprini, membro del Comitato e storico dell’arte: “Come ri-corda anche il Presidente della Repub-blica, in questo momento in cui si fa un uso spregiudicato della storia è più che mai importante fare luce su un fatto importante come l’unione d’Italia. Altri-menti – continua - le nuove generazioni inseguiranno un futuro senza passato, senza radici”. Simonella Condemi, altro membro del Comitato, ricorda che dal 20 novembre prenderanno il una serie di visite guidate alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, rivolte agli insegnanti che vogliono rispolverare il periodo storico dell’unità d’Italia attraverso la suggestione delle immagini.

L’INIZIATIVA

“Ritratti e personaggi”: incontri in libreria per ricordare (e celebrare) il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia

/Gaia Grassi

Florence Wine Event

Tra vino e arte

Vino e arte “a braccetto” in città. Torna il Floren-

ce Wine Event, organizzato da Oltrarno Promuove e Promowi-ne in occasione di “Florens 2010” e della Biennale Enoga-stronomica, con il contributo della Camera di Commercio. La kermesse, che giunge alla sua quarta edizione, si svolge-rà quest’anno nella cornice del Cortile dell’Ammannati di Pa-lazzo Pitti. Dal 19 al 21 novem-bre, sotto il loggiato del gioiello cinquecentesco (quindi al coper-to, anche in caso di maltempo), si potranno contemporaneamen-te ammirare le meraviglie di questa cornice e degustare una selezione dei migliori vini ita-liani. Sarà possibile conoscere oltre settanta aziende vitivinico-le provenienti prevalentemente dalla Toscana, con più di 250 tipologie di vino diverse da as-saggiare. Si potranno degustare Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Morellino di Scansano e tantissimi Chianti. A presentare i vini ci saranno i produttori stessi, e sarà così pos-sibile parlare con loro. Inoltre, sommelier specializzati faranno assaggiare grappe realizzate dal-le aziende presenti. Per parteci-pare alle degustazioni sarà suffi -ciente il “Kit degustazione” a 10 euro, che si troverà all’ingresso di Palazzo Pitti e che comprende bicchiere, tracollina, catalogo e drink card con 10 assaggi. Il ca-lendario completo dell’iniziativa può essere consultato sul sito www.fl orencewinevent.com.

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Page 47: Il reporter-Quartiere5-novembre-2010

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