Il Reporter Q4 - Novembre 2014

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C osì diversi che si trovano a meraviglia, Babacar e Ber- nardeschi. Federico nato a un centinaio di chilometri da Fi- renze, mentre il senegalese co- mincia la sua avventura a iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi. A tu per tu con Roberto Bolle: “La mia daa aperta a tutti” Novembre 2014 www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere tanti auguri isolotto: la storia dei quartieri Editoriale il segno lasciato dal tempo Matteo Francini D ici novembre e a Firenze pensi all’alluvione. Quan- to avvenne nel 1966 è ancora impresso nella mente di tutti i fiorentini che hanno vissuto quel momento e ben conosciu- to anche da coloro che all’epo- ca non c’erano. Un avvenimen- to che ha segnato la storia di Firenze e di cui tra non mol- to – nel 2016 – ricorreranno i cinquant’anni. La città comin- cia così a prepararsi in vista dell’importante anniversario. SEGUE ALLE PAGINE 10-11 SEGUE A PAGINA 23 U n quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case po- polari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi, della “città giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro- fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democri- stiani e “mangiapreti”. E se l’Isolotto spegne sessanta candeline, al- tri quartieri – nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiargli. Alcuni sono addirittura ultracentenari. Insomma, tanti auguri periferia fiorentina. Gianni Carpini PAGINE 8-9 PAGINA 17 grandinata, cosa resta: fra appelli e solidarietà Nel mese in cui viene ricordata l’alluvione del 1966, Firenze por- ta ancora i segni del maltempo. c’erano una volta i collezionisti SEGUE A PAGINA 18 PAGINA 20 Fiorentina Distribuito da Formula Direct simply piccoli talenti crescono Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.50 del 3 novembre 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A. Anno VIII Ed. 50 Isolotto Legnaia Soffiano Firenze Quartiere 4 tempo libero, la “mappa” nel rione Viaggio tra i (tanti) punti di ritrovo presenti nella zona. Per tutti i gusti e le età La guida PAGINA 3 ospedali e ambulatori, le novità in corsia Da Torregalli a Santa Rosa, pas- sando per via Chiusi, sono diver- si gli interventi in cantiere. PAGINA 2 il mercato contadino fa festa fra i libri PAGINA 4 DOTT. GIANLUCA MARINI MEDICO CHIRURGO Studio: via Spinello Aretino, 18 50134 Firenze Tel. 055 71.69.52 [email protected] In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista La famiglia italiana della frutta

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"Il Reporter" il mensile del tuo quartiere.

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Così diversi che si trovano a meraviglia, Babacar e Ber-

nardeschi. Federico nato a un centinaio di chilometri da Fi-renze, mentre il senegalese co-

mincia la sua avventura a Th iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi.

A tu per tu con Roberto Bolle:“La mia da� a aperta a tutti”

Novembre2014

www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere

tanti auguri isolotto:la storia dei quartieri

� Editoriale

il segno lasciatodal tempo

Matteo Francini

Dici novembre e a Firenze pensi all’alluvione. Quan-

to avvenne nel 1966 è ancora impresso nella mente di tutti i fi orentini che hanno vissuto quel momento e ben conosciu-to anche da coloro che all’epo-ca non c’erano. Un avvenimen-to che ha segnato la storia di Firenze e di cui tra non mol-to – nel 2016 – ricorreranno i cinquant’anni. La città comin-cia così a prepararsi in vista dell’importante anniversario.

☛ SEgUE aLLE paginE 10-11

☛ SEgUE a pagina 23

Un quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case po-polari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi, della

“città giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro-fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democri-stiani e “mangiapreti”. E se l’Isolotto spegne sessanta candeline, al-tri quartieri – nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiargli. Alcuni sono addirittura ultracentenari. Insomma, tanti auguri periferia fi orentina.

Gianni Carpini

☛ paginE 8-9

☛ pagina 17

grandinata, cosa resta:fra appelli e solidarietàNel mese in cui viene ricordata l’alluvione del 1966, Firenze por-ta ancora i segni del maltempo.

c’erano una voltai collezionisti

☛ SEgUE a pagina 18

☛ pagina 20

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Anno VIIIEd. 50

IsolottoLegnaiaSoffiano

FirenzeQuartiere 4

tempo libero,la “mappa”nel rioneViaggio tra i (tanti)punti di ritrovo presenti nella zona. Per tutti i gusti e le età

La guida

☛ pagina 3

ospedali e ambulatori,le novità in corsiaDa Torregalli a Santa Rosa, pas-sando per via Chiusi, sono diver-si gli interventi in cantiere.

☛ pagina 2

il mercato contadinofa festa fra i libri

☛ pagina 4

dott. Gianluca MariniMEDICO CHIRURGO

Studio: via Spinello Aretino, 1850134 Firenze

Tel. 055 [email protected]

In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per

i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

La famiglia italiana della frutta

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L’ospedale di Torregalli è in attesa di nuovi interventi dopo quelli del 2009

La struttura

un “gigante” per150mila persone

Torregalli è uno dei “gigan-ti” tra gli ospedali gigliati.

Serve un bacino di 150mila persone nel quadrante sud-ovest della città. A Firenze il suo pronto soccorso è secondo solo a Careggi per numero di accessi: quasi 43mila nel 2013. L’ultimo intervento corposo sulle strutture risale al 2009 con l’inaugurazione del nuovo padiglione Leonardo Da Vin-ci, costato 26 milioni di euro, che ha quasi raddoppiato gli spazi del Nuovo San Giovanni di Dio, aggiungendo 14mila metri quadri ai 18mila esisten-ti. I posti letto sono passati da 367 a 418. Il vecchio edificio, il padiglione Amerigo Vespucci, risale invece al 1982.

G.C.

Pronto soccorso per Torregalli: novità in vista per i presidi sanitari

Salute

La maratona dell’ascoltoIl “vecchio” ospedale di Tor-

regalli ha bisogno di cure. L’edificio rosso-grigio rea-lizzato trentadue anni fa è

antiquato, la “casa” del pronto soccorso pure, le sale di chirurgia e i reparti sono organizzati secon-do una concezione ormai supe-rata. Dopo il nuovo padiglione Leonardo Da Vinci, inaugurato accanto al vecchio fabbricato nel 2009, il progetto per ammoderna-re l’ospedale appare fermo. L’idea iniziale era quella di demolire il complesso degli anni Ottanta e costruirci accanto una struttura moderna, ma servono molti soldi: il destino di Torregalli finora era legato a doppio filo con San Salvi e il palazzone Asl di lungarno San-ta Rosa. Dalla vendita di questi due immobili l’azienda sanitaria contava di far cassa per costru-ire da capo il “nuovo” Torregalli. I tempi, però, si sono allungati, la vendita di San Salvi non è cer-ta e per Santa Rosa non si è fat-to ancora avanti alcun privato. I tre comuni interessati (Firenze, Scandicci e Lastra a Signa) e il Quartiere 4 stanno affrontando il problema. “Torregalli deve essere messo in sicurezza a prescindere dall’alienazione degli immobili di San Salvi, se è vero che su questo fronte non si andrà avanti – af-ferma il presidente del Q4 Mirko Dormentoni – occorre un pro-gramma di investimenti certi per

la ristrutturazione del vecchio padiglione che non può attendere un altro decennio – precisa – ser-vono lavori immediati sul pronto soccorso”. L’azienda sanitaria fio-rentina ha assicurato che gli inter-venti per rendere più funzionale il pronto soccorso partiranno nel 2015 con un investimento tra i quattro e i cinque milioni di euro. “Continueremo a monitorare la situazione insieme all’assessore comunale al welfare Sara Funaro, incontrando la Regione e la Asl, che ha dimostrato collaborazio-ne”, assicura Dormentoni. Sul fronte di Santa Rosa, l’intenzione dell’azienda sanitaria è quella di vendere il complesso da settemi-la metri quadri per trasformarlo in case. Non nell’immediato, ma quando accadrà il presidio sarà sottoposto a una “cura dima-grante”. Con un vincolo: secondo il regolamento urbanistico, nel palazzo dovrà restare un presidio sanitario di almeno cinquecento metri quadrati. Il Q4 ha chiesto che siano mantenuti i servizi es-senziali: anagrafe sanitaria, punto prelievi, Cup e alcuni ambulatori specialistici. “Ci sarà un costante confronto – conclude il presi-dente del Quartiere – la Asl ci ha assicurato che prima di prendere decisioni ci consulterà”. Novità in vista, infine, anche per il presidio di via Chiusi: in cantiere ci sono nuovi ambulatori specialistici.

Gianni Carpini

parla coi “lupi” (di toscana)

In ballo ci sono i “Lupi”. Sono i cittadini a disegnare il nuovo vol-to dell’ex caserma Gonzaga, un contenitore di centomila metri

quadrati incastrato fra Torregalli e il centro commerciale di Ponte a Greve. E lo fanno questo mese, grazie a una maratona dell’ascolto (info su q4.comune.fi.it), una formula sperimentata per la prima volta in Oltrarno: mezza giornata in cui residenti e commercianti discutono intorno a tavoli tematici (ambiente, mobilità, funzioni del nuovo complesso, sociale e cultura) presieduti dagli assessori competenti. Alla conclusione, l’assemblea con il sindaco Nardella, in cui sono sintetizzati gli obiettivi per i Lupi di Toscana del futuro. La novità è il coinvolgimento dei “vicini di casa” di Scandicci, con la sua amministrazione comunale. Rispetto all’Oltrarno, da questo appuntamento partirà un percorso di partecipazione: come succes-so per piazza dell’Isolotto, il Q4 porterà avanti nel 2015 una serie di assemblee pubbliche, e nel giro di tre-quattro mesi saranno definite le richieste dei cittadini per l’area. L’ex caserma si è trasformata ne-gli ultimi sei anni in una cittadella “fantasma”: si estende su una su-perficie grande una volta e mezzo piazza della Repubblica, il trenta per cento è edificato. La sua chiusura risale al marzo 2008, quan-do il 78esimo reggimento Lupi di Toscana andò in pensione dopo 61 anni di servizio. A lungo il complesso è rimasto uno scatolone vuoto in mano al Ministero della Difesa, poi è passato al Demanio. Infine, ad aprile è diventato di proprietà del Comune, che da tempo ne chiedeva il “riscatto”: grazie a un accordo con il Governo, l’ex caserma è stata ceduta gratuitamente a Palazzo Vecchio.

G.C.

#Primo piano

Il grande ospedale, costruito 32 anni fa, ha bisogno di cure.Dormentoni:“Continuiamoa monitorarela situazione”

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2 | Novembre 2014 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

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Dimmi chi sei e ti dirò dove andare:la “mappa” dei luoghi per il tempo libero

La guida

a cura di Gianni Carpini

#Primo piano

Nel quartiere non mancano i puntidi ritrovo per tutti i gusti e le età

Leggi, suona, impara, recita e coltiva.Il viaggio tra i punti di ritrovo del quartiere passa da queste cinque passioni.Tra topi da biblioteca, musicisti alle prime armi e baby-agricoltori, il Q4 vanta tanti luoghi dove trascorrere il tempo libero: e allora Il Reporter ha stilato una mappa con alcuni dei principali centri di aggregazione.“L’elemento particolare del Q4 rispetto alle altre zone di Firenze è il ‘capitale sociale’ – spiega Cosimo Basetti, presidente della commissione cultura del Quartiere – in quest’area esiste una forte capacità di aggregazione. C’è un mondo associativo molto sviluppato che è la nostra vera ricchezza e il nostro orgoglio”.In questi mesi, tra l’altro, sta nascendo la consulta della cultura: “Racchiude le principali associazioni del territorio e i centri di aggregazione – informa Basetti – per condividere insieme le politiche culturali del quartiere”.

BiblioteCaNovaI libri con una marcia in piùDove: via Chiusi 4/3 AChi: da 2 a 100 anni

Non è solo la casa dei libri, ma una cittadella della cultura, che il 30 dicembre spegnerà cinque candeline. Dalle presentazioni di libri ai corsi di italiano per stranieri, dalle letture animate per bambini al Bibliorto (l’orto sul terrazzo), dalle serate per osservare le stelle fino al mercatino di prodotti contadini (vedi articolo a pagina 4), nei 2.200 metri quadrati della BiblioteCanova si svolgono iniziative per tutti i gusti. E chi non ha tempo di arrivare fin qui per prendere in prestito un libro (sono oltre 82mila quelli a disposizione) può salire sul Bibliobus, lo scaffale con le ruote: un camion di dieci metri che viaggia lungo le strade del quartiere. Nel 2013 oltre 170mila lettori hanno varcato la soglia della biblioteca.

Web:biblioteche.comune.fi.it/bibliotecanova_isolotto Facebook: BiblioteCaNova IsolottoTel: 055.710834

Fattoria dei ragazziLa colonicacon il pollice verdeDove: via dei Bassi 12Chi: da 3 a 12 anni

È un pezzo di campagna in città, tra i palazzoni di via Canova, che fa crescere “contadini in erba”. La Fattoria dei ragazzi è una casa colonica ristrutturata di recente dal Comune con tanto di orto, un ettaro di terreno, animali da cortile e caprette. A curare le attività sono la direzione Istruzione del Comune e il Q4, insieme a una decina di nonni del quartiere, riuniti in un'associazione. Dalla baby-vendemmia alla raccolta delle olive, i bimbi possono scoprire l’agricoltura, il rispetto dell’ambiente e la buona alimentazione. Al mattino spazio alle scuole, il pomeriggio attività gratuite su prenotazione anche per famiglie: visite, laboratori, letture animate. Il 22 novembre, ad esempio, sarà un sabato all’insegna di giochi, laboratori e attività nell’orto.

Web: educazione.comune.firenze.itMail: [email protected]: 055.7331367

SonoriaTutta un’altra musicaDove: via Chiusi 4/3Chi: da 13 a 26 anni Tre sale prova gratuite dotate di strumenti per far suonare le band del quartiere, workshop con musicisti professionisti e produzioni discografiche “made in Q4”. Sonoria fa incontrare i giovani grazie alle note. Esiste dal 2002, si trova davanti alla biblioteca ed è un luogo dove i ragazzi possono coltivare la loro passione a costo zero. È aperto anche a chi non è musicista, con riviste, dischi da ascoltare, postazioni multimediali e wi-fi free. Ha quasi mille iscritti e da qui sono usciti anche gruppi che stanno riscuotendo un discreto successo. Un nome? I Kelevra, quintetto fiorentino che ha girato l’Italia con il primo album “Beati voi che non capite niente”, ora al lavoro sul nuovo disco.

Web: sonoriaq4.itFacebook: Sonoria - Spazio Giovani & MusicaTel: 055.715405

KantiereUn laboratoriodi ideeDove: via del Cavallaccio 1QChi: da 5 a 99 anni

Kantiere di nome e di fatto: l’edificio vicino al multiplex è un maxi-laboratorio intorno a cui gravitano associazioni e attività per tutte le età. Le idee nascono da chi passa di qui. L’ultimo arrivato è il corso di baby-capoeira: un maestro brasiliano insegna la danza ai piccoli. Poi ci sono le lezioni di cucina (vegetariana, indiana, africana), informatica (per bimbi e nonni), lingue straniere e yoga, solo per citarne alcune. Tutto a prezzi low cost. E ogni venerdì sera è in programma un evento a tema. Il Kantiere è anche la "casa" di due gruppi di acquisto solidale, della “Lega del latte” (mamme in allattamento) e della compagnia delle arti di Romena, che con il teatro vuol regalare un sorriso a chi vive momenti di disagio.

Web: kantierefirenze.itFacebook: KantiereTel: 055.7331270

New StazL’accademiadello spettacoloDove: via Attavante 5Chi: da 1 a 99 anni

Dalla mattina alla sera c’è sempre qualcosa da fare alla “Staz”, come la chiamano i frequentatori più assidui. Il cuore di questa ex scuola, dal 2004 trasformata in un luogo di ritrovo, è la musica: New Staz è la casa dell’associazione Landini (più incentrata sulla classica) e dell’Athenaeum musicale (contemporanea e giovani band), con oltre ottocento allievi. Ma ci sono anche due scuole di teatro, una di danza, corsi di fotografia e lezioni di yoga. Al piano terreno si trovano l’asilo nido, il New Staz caffè e la sala concerti. Al piano superiore aule, laboratori e sale prova. La struttura è aperta dal lunedì al sabato dalle 8 alle 23, e la domenica in occasione di eventi speciali.

Web: newstaz.itFacebook: New StazTel: 055.7251235

Novembre 2014 | 3 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 4: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

#Realtà del quartiere

e da tre anni la bibliotecasi fa mercato per un giornoNel novembre del 2011 il primoappuntamento con “AgriKulturae”

quando il teatrodiventa una fiaba

Ma chi l’ha detto che la cultura è solo quella che si fa sui libri? Conoscere quello che mangiamo,

sapere da dove arriva, incontrare i pro-duttori locali e studiare insieme a loro nuovi modelli di economia sostenibile: non è forse anche questa cultura? L’im-portante è restarci, in mezzo ai libri. A quelli della BiblioteCanova dell’Isolotto in particolare, dove anche a novembre torna il mercato contadino. Lo spirito è quello di sempre, ma la prossima edizio-

ne avrà un sapore particolare: AgriKul-turae compie tre anni. Lanciato il 12 no-vembre 2011 come momento d’incontro tra contadini e cittadini, produttori e consumatori “equosensibili”, da allora il laboratorio agricolo-culturale è diventa-to l’appuntamento fisso (o quasi) di ogni secondo sabato del mese. Sui banchi si trovano pane, pasta, olio, vino, verdure e formaggi. E poi conserve, miele e mar-mellate. Primizie di ogni tipo a chilome-tri zero o poco più, portate all’Isolotto dagli stessi produttori delle aziende

biologiche di Firenze e provincia. Così la biblioteca, per un giorno, si trasforma in un mercatino di qualità nel solco del-le tre “S”: sostenibile, sobria e solidale. E mentre la borsa della spesa si riempie di prodotti freschi, c’è anche tanto da imparare. La missione di AgriKulturae è quella di sensibilizzare sui temi del con-sumo critico, sia a livello teorico, con incontri e momenti di riflessione, sia nella pratica, con laboratori aperti e atti-vità per i bambini. Succede così che nei giorni del mercato alla BiblioteCanova si parli di finanza alternativa, si studino le tecniche dell’agricoltura biologica, si facciano due chiacchiere con i contadini per il ciclo di incontri “Il produttore si racconta”, oppure si imparino a realiz-zare borse regalo partecipando al labo-ratorio tessile. A metà giornata l’appun-tamento fisso è col pranzo condiviso: il menù si fa a casa, poi ci si presenta in biblioteca con piatto, posate e bicchiere, si mette in mezzo alla tavola quel che si è preparato e si mangia tutti insieme. E non si condivide solo il cibo: al merca-tino “Scambisti per caso” ciascuno può arrivare con un oggetto qualsiasi che non usa più (ma che ancora può servire a qualcun altro) e scambiarlo. Si torna a casa arricchiti, alleggeriti di un peso, con un oggetto più utile, la pancia pie-na di cibi sani e la testa carica di buone idee.

Se a Firenze dici teatro, forse l’Isolotto non è proprio il primo posto che viene in mente. E perché mai? Una delle sale più attive in città si trova proprio qua. È

il teatro “La Fiaba”, da quasi trent’anni crocevia culturale del quartiere e non solo. Uno spazio di aggregazione che ancora oggi mette insieme almeno tre generazio-ni, portando grandi e piccini sopra e sotto al palco. Debuttanti, amatori, semplici appassionati e altri che magari, partendo da qua, hanno scoperto una vocazione. Il cartellone è ricchissimo e le tre compagnie di stanza all’Isolotto spesso e volen-tieri riempiono i trecento posti a sedere della sala, dall’autunno fino a primavera inoltrata. La struttura nasce insieme al quartiere stesso, negli anni ’50, ieri come oggi pensata come spazio ricreativo della parrocchia di Santa Maria Madre delle Grazie all’Isolotto. Solo che all’inizio non funzionò e l’immobile, rimasto allo stato di rustico, venne affittato alla Fiaba, la Fabbrica Italiana Accessori Borse e Affini. Durò un bel po’ e il nome rimase impresso nella memoria collettiva. Tanto che alla fine degli anni ’80, quando l’azienda cessò la sua attività, a nessuno venne in mente di cambiarlo. Anche perché, a dirla tutta, si prestava perfettamente a diventare il nome di un teatro. Nel 1987 apre quindi i battenti il teatro La Fiaba. Da allora il sipario non si è più abbassato, salvo qualche breve pausa per ristrutturazione. La 27esima stagione è iniziata da poche settimane e andrà avanti fino a dopo Pasqua, curata dalle tre compagnie storiche. La “Compagnia La Fiaba”, che qua è di casa (fin dal nome) e che in tempi recenti ha dato vita a una sezione per giovani e gio-vanissimi, “La Fiaba Junior”, recentemente costituita come associazione teatrale vera e propria. Il “Pigolio di Stelle”, che il nome lo prende invece da un passo de “Il gelsomino notturno” di Giovanni Pascoli e che negli anni ha saputo proporre testi e adattamenti originali con un occhio di riguardo per il teatro vernacolare fioren-tino. Infine, la compagnia “Argento Vivo”, argento come i capelli degli anziani che ne fanno parte. A loro si è aggiunta l’anno scorso anche la scuola “Musikalmente”. Un bel fermento. Penseremo anche all’Isolotto, dunque, la prossima volta che sen-tiremo parlare di teatro a Firenze.

Andrea Tani

Non solo libri Sul palco

AgriKulturae compie tre anni: il primo appuntamento del mercato contadino alla BiblioteCanova risale al 12 novembre 2011

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4 | Novembre 2014 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 5: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

Verifiche di fattibilità e sostenibilità degli interventi ediliProgettazione integrata per ristrutturazioni, consolidamenti, ampliamenti e nuova edificazioneDeposito permessi e/o autorizzazioni comunali e regionali Costruzione chiavi in mano di edifici civili, commerciali e industrialiGestione dei cantieri con garanzia di precisione e tempi di consegna certi grazie al sistema costruttivo X-Lam

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I nostri servizi

Quando la casa è evoluta, sicura e sotenibile

Page 6: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

#Il quartiere in pillole

Tra le iniziative in programma alla Limonaia di Villa Strozzi c’è anche la cerimonia del tè

tre giorni al saporedi estremo orienteTorna il Festival di culturagiapponese a Villa Strozzi

L’appuntamento Il servizio

supporto psicologicoin tempi di crisiSe la crisi morde, lo psicologo diventa meno “salato”. In zona Ponte a Greve è attivo “Epoché”, un servi-

zio di supporto psicologico aperto a famiglie, giovani, adulti e coppie che garantisce costi contenuti, per venire incontro anche a chi – a causa del difficile momento economico – non può permettersi un aiuto da parte di professionisti per affrontare piccoli e grandi cambiamenti e momenti della vita come l’arrivo di un bimbo, l’infanzia, l’adolescenza, la vita di coppia, gli ostacoli che si incontrano durante l’età adulta o quella di ragazzo. “Sempre più persone, per mancanza di risorse, rinunciano a un supporto psicologico proprio in un momento difficile in cui ci sarebbe un maggiore bisogno di aiuto”, spiega Bar-bara Tinti, che fa parte del pool di quattro psicologi della cooperativa sociale Cat coinvolti nel progetto. “Il servizio è nato per venire incontro a un bisogno della cittadinanza – prosegue Tinti – ed è aperto a ogni persona che voglia iniziare un percorso di crescita personale”. Lo spazio per le consulenze è una stanza all’interno di New Staz (via Attivante 5) resa accogliente dagli stessi operatori. Gli incontri si svolgono su prenotazione e il primo appuntamento è gratuito. Per informazioni: tel. 335.8243770, mail [email protected].

G.C.

Shopping

e all’isolotto è già nataleGià tempo di Natale? All’Isolotto sì. Con una novità: quest’anno la festa raddoppia e fa pure il ponte.

Grazie anche al calendario favorevole, i negozianti del centro commerciale naturale dell’Isolotto non vanno in vacanza ma organizzano per domenica 7 e lunedì 8 dicembre il tradizionale “Natalotto”, arrivato alla sua quinta edizione. Non più una, ma due giornate per tuffarsi nello spirito natalizio con il mercatino in versione Christmas, attrazioni per i più piccoli e tante aperture straordinarie dei negozi. Per l’occasione via Libero Andreotti e via delle Magnolie, nel tratto compreso tra via Torcicoda e via Cecioni, saranno chiuse al traffico per ospitare iniziative ed eventi. Durante il ponte dell’Immacolata Concezione, le due strade saranno invase da banchi con decorazioni, prodotti dell’artigianato e tante proposte per preparare l’albero in vista del 25 dicembre. I commercianti tireranno su il bandone dalle 10 del mattino alle 20. Per aggiornamenti e informazioni è possibile consultare il sito internet www.ccnisolotto.it e il profilo Facebook “Ccn Isolotto”.

G.C.

Alla BiblioteCanova

un mese di eventi fra gli scaffaliPresentazioni di libri, certo, ma anche un occhio al cielo e spazio alla musica. Sono diversi, anche

questo mese, gli eventi in programma alla BiblioteCanova. Ecco allora alcuni degli appuntamenti in cartellone. L’11 novembre alle 19 si parla dei romanzi del nostro tempo con “100 anni di letteratura”, nel cui ambito vengono proposti e commentati autori come Kafka, Joyce, Proust, Virginia Woolf, Sve-vo, Pirandello, Borges e Garcia Marquez. L’iniziativa è a cura di Leonardo Bucciardini e Daniele Bacci (associazione culturale Venti Lucenti) con interventi di personaggi del mondo della cultura fiorentina. La stessa associazione propone “Il racconto: dai giorni nostri al Decamerone”, un percorso che prende le mosse dal panorama più recente della narrativa e che, a ritroso, conduce alle vicende del capolavoro boccaccesco: appuntamenti il 20 e 27 novembre alle 18. Per chi vuol andare “Alla scoperta del cielo” il 25 novembre (ore 21) torna la serata dedicata all’osservazione della volta celeste, per orientarsi nell’in-dividuazione di costellazioni e pianeti, a cura della Società Astronomica Fiorentina. Il 27 novembre (ore 17) spazio invece alle “Conversazioni musicali”, gli incontri di approfondimento sulle opere in cartellone al Maggio Musicale a cura dell’associazione Amici del Maggio: questo mese l’appuntamento è con “Falstaff” di Giuseppe Verdi. Per i più piccoli ecco poi le “Letture animate” a cura dell’associazione culturale TeatroLà (previa prenotazione). Due gli appuntamenti in programma: il 22 novembre (ore 16,30) con “Il sesto continente” di Daniel Pennac, il 29 (stessa ora) con “La quercia parlante” di George Sand. E non mancheranno ovviamente nemmeno le presentazioni di libri: tante quelle in programma questo mese. Per tutte le informazioni è possibile contattare la BiblioteCaNova Isolotto, via Chiusi 4/3, tel. 055.710834, mail [email protected], web bibliotecanovaisolotto.comune.fi.it.

L’iniziativa

“angeli” in azionecon sacchi e ramazzaGli “angeli” in festa. Sono state centinaia le persone scese in strada lo scorso mese in ogni quartiere di

Firenze con ramazze, sacchi, palette e pennelli per ripulire angoli della città, in occasione della festa degli Angeli del Bello. Istituzioni, associazioni, singoli cittadini e studenti hanno partecipato all’inizia-tiva, che si è svolta contemporaneamente in tutta la città. Nel quartiere 4 l’attenzione si è concentrata soprattutto sul viale dei Bambini, con la pulitura dei cartelli, la rimozione delle scritte dai giochi per i bimbi e altro ancora. “Angeli” in azione anche nel giardino di Santa Rosa. “È bello vedere tante persone che in tutti i quartieri si sono mobilitate per prendersi cura di Firenze – ha detto il sindaco Dario Nar-della, che ha partecipato all’iniziativa – ringrazio i volontari e la fondazione degli Angeli del Bello per l’ottimo lavoro che stanno svolgendo. È nostra intenzione continuare sulla strada della mobilitazione dei fiorentini attraverso il volontariato perché ognuno si prenda cura di un pezzo di città”. La giornata di festa si è poi conclusa con una cena di beneficenza organizzata per sostenere la Fondazione, cui hanno preso parte oltre quattrocento persone che hanno raccolto l’appello decidendo di contribuire alle attivi-tà e ai progetti degli Angeli del Bello.

�Web lailac.it

Alla scoperta del Giap-pone, senza spostarsi dal quartiere. Dal 14 al 16 novembre alla

Limonaia di Villa Strozzi torna l’appuntamento con il Festival di cultura giapponese, organizzato dall’associazione Lailac e giunto alla sua sedicesima edizione. In arrivo come ogni anno artisti e artigiani giapponesi, per scopri-re qualcosa in più sul paese del Sol Levante. Saranno ad esem-pio presenti gli incredibili Man-jushaka, un gruppo di danza che fonde il teatro tradizionale kabuki con ritmi e coreografie moderni, creando spettacoli di grande impatto che, attraverso la musica e i costumi, trasmet-tono la storia della danza giap-ponese. Protagoniste saranno anche l’arte dell’origami, quella della calligrafia giapponese, la raffinata tecnica di tintura

su seta dello yuzen e il moku-hanga, la stampa con blocchi di legno incisi. Spazio anche a cibi e prodotti della gastronomia giapponese, e non mancheran-no nemmeno i maestri delle arti marziali. Da non perdere poi ovviamente l’appuntamento con la cerimonia del tè, immancabi-le in ogni viaggio in Giappone che si rispetti. Pur restando a pochi metri da casa.

Ivo Gagliardi

Trascorri qualche ora spensierataalla sala da ballo

Si balla il Sabato dalle 21,00 e la Domenica dalle 15,30

presso CIRCOLO ANDREONI via A.D’Orso n 8 tel 055602636

per ballare e fare nuove amicizie

nuovaonchigliaa

6 | Novembre 2014 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 7: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

#Zoom

cinecittà cineclub, pellicola addioL’ultima sala che “resisteva” in città ha acquistato un proiettore digitale. E il cinema sarà potenziato

Erano i “duri e puri” della pellicola. Ma anche loro si sono “arresi” alle nuo-ve tecnologie, acquistan-

do un (costoso) proiettore digita-le. La fine di un’epoca. Cinecittà cineclub, novantanove poltron-cine nella pancia del circolo di San Quirico “Fratelli Taddei”, una licenza tra le più antiche in città, era l’ultima sala fiorentina “di-gital free”, ancora legata solo alle “pizze”, intese come bobine di cel-luloide. In tutta Italia, dal dicem-bre 2013, la pellicola è andata in pensione, cedendo il passo a film trasportati su hard disk. Il cinema d’essai chi si trova tra via Pisana e via Baccio da Montelupo era in-vece rimasto orgogliosamente le-gato all’analogico. Poi la svolta. “È stata una scelta obbligata – spie-ga il neopresidente della casa del popolo Alessandro Giachi – non trovavamo più pellicole da pro-iettare – ammette - eravamo pe-nalizzati”. Così da settembre è ar-rivato l’impianto nuovo di pacca, cinquantamila euro di costo, co-

perto per metà da bandi pubbli-ci. Ma il vecchio proiettore da 35 millimetri non finirà in cantina: rimarrà nella cabina e sarà utiliz-zato per rassegne cinematografi-che. L’altro impianto – ancora più “vintage” – da 16 millimetri è sta-to invece dismesso. Per far fronte

Gianni Carpini

Grande schermo

tendone e non solo:novità in arrivoper lo storico arci di san quirico

Quasi centotrenta anni di vita, 680 soci: ora il cir-

colo Arci di San Quirico si rifà il look. All’esterno arriverà un tendone temporaneo, 120 me-tri quadrati che potranno ospi-tare duecento persone, per ini-ziative e teatro. Novità anche per il ristorante, con una maxi sala collegata – dopo alcuni la-vori – a un locale vicino e con ingresso diretto sul giardino. Nell’agosto del 2015 la cucina sarà rinnovata, mentre in fu-turo il circolo conta di attivare una pizzeria aperta la sera. E intanto sono ripartiti i corsi: yoga, danza classica e moder-na, ginnastica per anziani.

G.C.

Il progetto

alla spesa “digitale” e per finanzia-re i lavori di adeguamento della sala e della cabina di proiezione che saranno conclusi entro fine anno (trentamila euro per porte antipanico e impianto di clima-tizzazione), il circolo ha messo mano al portafoglio, ma ha dovu-

to anche aumentare il biglietto: da 5 a 6 euro l’intero, da 4 a 5 il ridot-to per soci Arci, under 30 e over 60. La tessera associativa non sarà più obbligatoria, ma gli aficiona-dos potranno dare un contributo extra. Niente – assicurano dalla casa del popolo – cambierà per

la qualità della programmazio-ne, anzi la sala sarà potenziata e il cinema si farà in tre: il progetto è quello di triplicare gli spettacoli, con un film alle 18, un secondo in prima serata e l’ultimo dopo cena, in modo da proporre fino a tre titoli in un solo giorno. C’è inoltre l’ipotesi di aprire il lunedì, giorno tradizionalmente di ripo-so, mentre il pallone traslocherà dal grande schermo. Il cinema non sarà più off limits in occasio-ne delle partite di calcio: quando la Fiorentina scenderà in campo, per seguire il match si accenderà il proiettore in una stanza ristrut-turata al piano terreno, usata an-che dal ristorante (vedi articolo a fianco). “Siamo l’unico presidio cinematografico di qualità in questa zona – sostiene Giachi – non ci sono altre proposte tra il multiplex di via del Cavallaccio e il centro. L’alternativa è arriva-re a Scandicci”. E ora l’obiettivo è quello di aumentare gli spettatori, passando in tre anni dai seimila biglietti staccati nella passata sta-gione a quindicimila ingressi.

Novembre 2014 | 7 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

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#L’inchiesta

super grandinata,i segni rimasti in cittàDiversi danni in seguito all’evento del 19 settembre scorso.Per alcuni luoghi conseguenzeancora lunghe

Novembre è il mese in cui Firenze ricorda la grande alluvione, quella che nel 1966 mise in ginocchio la

città. Quell’ondata enorme di fango che colpì edifi ci e opere d’arte, causando vittime e danni, è ancora ben impressa nella mente dei fi orentini. Che lo scorso settembre, per la precisione venerdì 19, hanno vissuto un altro evento anomalo legato al maltempo, la super grandina-ta che in pochi minuti ha “imbiancato” la città. Niente di paragonabile, ovvia-mente, con quanto avvenne quarantotto anni fa, ma anche in questa occasione i danni (in alcuni casi ingenti) non sono mancati. E ora, due mesi dopo, la città si porta ancora addosso qualche segno. Conseguenze ci sono state sia per edifi ci appartenenti al patrimonio artistico che non, e sono stati realizzati interventi di somma urgenza per quasi novecentomi-la euro. Tra gli edifi ci colpiti ci sono stati anche quelli scolastici: una delle situa-zioni più gravi è stata quella della Don Milani, nel quartiere 4, dove una parte del tetto è stata divelta dalla furia della grandine. Per le strade cittadine sono stati necessari interventi straordinari di pulizia e ripristino delle caditoie, men-tre i danni più ingenti hanno riguardato il patrimonio arboreo. E ancora, nelle biblioteche cittadine si sono verifi cate alcune infi ltrazioni, mentre fortemente danneggiata è stata la biblioteca Nazio-nale Centrale: danni che hanno riguar-dato la struttura e non (fortunatamente) il patrimonio custodito al suo interno. Chissà invece quando potremo rivede-re in tutta la sua bellezza l’orto botani-co, dove vento e acqua hanno divelto e rovinato varie piante. In frantumi an-che le vetrate di alcune serre, ed è stato colpito il tetto di uno degli edifi ci di via Micheli che si aff acciano sul giardino dei Semplici, su cui si è appoggiata una delle piante cadute. Danni anche a una ventina di sepolcri monumentali nel prestigioso cimitero degli inglesi, per la caduta di cinque grossi alberi all’interno dello spazio. Vetrate rotte, infi ltrazio-

ni e fi nestre cedute agli Uffi zi, ma per fortuna nessun danno alle opere d’arte. Sono sotto restauro a causa della gran-dine due importanti opere dell’Angelico conservate al museo di San Marco, dove danneggiati sono stati alcuni ambienti e l’antico cedro del Libano nel chiostro di Sant’Antonino. La furia della grandine non ha lasciato indenne neanche il giar-dino di Boboli, particolarmente colpito nella sua parte meridionale, compren-dente il prato dei Castagni, il viale dei Cipressi, l’isola e il prato delle Colonne. Sono state poi distrutte le vetrate delle

Sara Camaiora

Maltempo/1

Alcuni degli alberi colpiti dalla violenta grandinata di settembre: tanti i danni causati in città dall’ondata di maltempo

L’orto botanico è stato uno dei luoghi in cui le conseguenze dell’eccezionale evento si sono fatte maggiormente sentire

Focus

gli appelli lanciati agli abitanti

“Non sarà più lo stesso”. “È la prima volta che il giardino dei Semplici viene colpito così duramente”. Parole di Giovanni Pratesi e Guido Chelazzi, di-

rettore e presidente del museo di Storia Naturale, sull’impatto terribile della gran-dinata del 19 settembre sull’orto botanico. Sono stati tra i primi a rivolgere un appello alla cittadinanza per essere aiutati a ripristinare con urgenza il patrimonio arboreo qui custodito. E la solidarietà non è mancata. Ad esempio uno splendido esemplare di Wollemia nobilis – una delle piante più rare al mondo – è stato dona-to dal vivaio di Andreas Psenner di Bolzano, per andare a sostituire quello dell’or-to botanico, rimasto praticamente “decapitato”. Per dare il proprio contributo alla rinascita dello storico giardino è possibile eff ettuare un bonifi co bancario inte-stato all’Università degli Studi di Firenze (Iban IT88A0200802837000041126939) con la causale “Per Orto Botanico”. Ma a chiedere un aiuto alla città sono stati anche i monaci dell’abbazia di San Miniato al Monte, i cui “scarni bilanci” – come loro stessi hanno scritto – non consentirebbero di aff rontare le ingenti spese ne-cessarie per far fronte alle pesanti conseguenze del maltempo. Chi ha a cuore il futuro della splendida abbazia può inviare un contributo tramite bonifi co banca-rio al conto intestato all’Abbazia di San Miniato al Monte, via delle Porte Sante 34, 50125 Firenze (codice Iban G0616002813100000003360 - causale: “Restauriamo San Miniato”). Mentre la direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale, Maria Le-tizia Sebastiani, ha lanciato un appello singolare: “Dona un euro alla Biblioteca Nazionale”, un modo per raccogliere un piccolo ma signifi cativo contributo da utenti, semplici visitatori e da tutta la cittadinanza (vedi anche articolo alla pagi-na a fi anco). È stato inoltre aperto appositamente un conto di solidarietà: codi-ce Iban IT08W0200802837000103403187, conto solidarietà intestato a Circolo dipendenti Bncf M. L. King. Il conto è intestato al circolo dei dipendenti della biblioteca, che si è fatto tramite dell’iniziativa e che girerà con una donazione alla Nazionale le somme raccolte.

fi nestre monumentali della facciata ro-manica della basilica e delle bifore neo-gotiche del Palazzo dei Vescovi dell’Ab-bazia di San Miniato al Monte, non da molto oggetto di un restauro.

8 | Novembre 2014

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#L’inchiesta

e alla nazionaletorna la “gara”di solidarietàIn tanti hanno aiutato la storica biblioteca. Proprio come nel 1966

Maltempo/2

Tanta solidarietà. C’era stata nel 1966, e c’è stata anche dopo la grandinata del 19 settembre scorso nei confronti della Bi-blioteca Nazionale Centrale. Due eventi

atmosferici straordinari, seppur di diversa portata, anche per la prestigiosa biblioteca: quello di qua-rantotto anni fa causò svariate perdite all’immenso e inestimabile patrimonio librario, sommergendo quasi un milione di unità bibliografi che ospitate nel seminterrato, al piano terreno e al piano rialza-to dell’edifi cio, mentre quello più recente ha colpito la struttura, procurando danni alla facciata dell’ala nuova che dà su via Magliabechi, alla sala catalo-ghi, ai lucernai e alle piante del cortile, rendendo urgente lo spostamento del materiale che si trovava

nelle aree colpite, che non potrà essere ricollocato fi nché non saranno ultimati i lavori di risistema-zione. “Per fortuna è scattato immediatamente il piano d’emergenza che ha consentito, grazie all’ef-fi cienza del nostro personale, che ringrazio, di riu-scire a salvare pienamente il patrimonio librario e di far evacuare velocemente gli utenti senza pani-co”, racconta la direttrice Maria Letizia Sebastiani. È stata proprio lei a lanciare, nei giorni immediata-mente successivi alla violenta grandinata, la raccol-ta “Dona un euro per la Biblioteca Nazionale”, da svolgere in occasione di aperture particolari e visite alla struttura. Ed è sempre lei a raccontare come, fi n da subito, siano stati dimostrati grande aff etto e partecipazione. “La nostra direzione generale ha

messo subito in campo 480mila euro per interventi di somma urgenza, ma sono sempre stata convinta che lo Stato debba sì immediatamente intervenire in casi come questo, ma che un sostegno alla cultu-ra possa arrivare anche dalla cittadinanza, perché la cultura è di tutti e per tutti – spiega la direttrice – un euro è il costo di un caff è, una cifra spesso irri-soria per una singola persona ma che, se condivisa da molti, può diventare un contributo importante. Abbiamo ricevuto l’adesione di tante scuole – ag-giunge – ed è stato bello veder arrivare gruppi di ragazzi con i loro sacchetti pieni di euro, soddisfatti di dare un aiuto”. Nei prossimi mesi la biblioteca realizzerà, il sabato, visite guidate a tema, che sa-ranno anche nuove occasioni per i visitatori per

poter dare un contributo ai lavori di risistemazione dei locali. “Devo dire che abbiamo avuto richieste di partecipazione da tutto il mondo, da realtà pic-cole e grandi: tutti si sono sentiti coinvolti nel voler aiutare la prima biblioteca dello stato italiano”, con-clude Sebastiani.

Sara Camaiora

Tanta solidarietà da parte dei cittadiniper la Biblioteca Nazionale Centraledi Firenze dopo il maltempodello scorso 19 settembre

Oltre duemila, da tutta Italia e non solo. Sono gli Angeli del fango che, nel 2006, si ri-unirono in Palazzo Vecchio

in occasione dei quarant’anni dall’allu-vione che sommerse Firenze e a cui loro risposero con uno sforzo enorme per far rialzare la testa alla culla del Rinasci-mento così duramente colpita. Quei gio-vani degli anni ’60 si ritrovarono in città per un evento che è stato il fulcro delle commemorazioni quarant’anni dopo quel tragico evento. Commemorazioni che presto torneranno, perché nel 2016 gli anni passati dalla tremenda alluvione saranno cinquanta. E se è ancora presto per conoscere tutto quello che verrà messo in campo per questa ricorrenza, le istituzioni, la Soprintendenza, la Pre-fettura e l’Università hanno già iniziato a predisporre un comitato per lavorare in sinergia in vista di questo obiettivo. Non mancherà, inoltre, l’impegno dell’asso-ciazione Firenze Promuove, che ha già curato gli eventi per il trentennale e che, in occasione del quarantennale, ha co-ordinato la creazione di un comitato uf-fi ciale che predisponesse tutte le inizia-tive. “Ci sono tante ipotesi importanti in campo, bisognerà vedere quali progetti si potranno realizzare – anticipa Franco Mariani, presidente dell’associazione – sicuramente ci sarà una messa in Duo-mo celebrata dall’arcivescovo Betori, che fu in prima persona un angelo del fango. Anche altri tre vescovi sono stati angeli del fango: un progetto potrebbe essere quello di riunirli tutti e quattro insieme in questa occasione”. Il mezzo secolo dall’alluvione sarà un momento di ricordo e commemorazione, ma an-che un’occasione per diff ondere ed edu-care alla prevenzione, come sottolinea la

�Webbncf.firenze.sbn.itTel. 055.249191

Verso l’anniversario

direttrice della Biblioteca Nazionale Maria Letizia Sebastiani. “Ricorderemo il direttore Emanuele Casamassima e i suoi insegnamenti, l’importanza della prevenzione e di un piano adeguato per saper rispondere ai rischi, che anche nell’evento di settembre ci è stato di fondamentale aiuto. Realizzeremo eventi in collaborazione con la comunità ebraica – annuncia – per parlare anche dei danni alla sinagoga e al suo patrimonio, che furono moltissimi”.

l’alluvionemezzo secolo dopo:firenze si prepara

Novembre 2014 | 9

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#Ieri & oggi

“Qua le stradenon avevano nome”

Da sessant’anni vive nel “baco” dell’Isolotto. “E

non lo cambierei per nulla al mondo”, assicura Enzo. Lui che varcò la soglia della palazzina a tre piani di via del Biancospino quando era bimbo. Della ceri-monia uffi ciale ha un ricordo sfocato: “Avevo quattro anni e due giorni – racconta – c’erano bandiere tricolori e biancogi-gliate, un palco, tanta gente”. Nel 1954 Enzo, insieme a babbo, mamma, fratello e sorella, par-tì dal Valdarno aretino a bordo di un camion stipato di oggetti. Arrivò in una delle prime abita-zioni del villaggio Ina-casa: un condominio dalla forma irre-golare – i residenti lo chiamano ancora “baco” – realizzato ai piedi della Montagnola, a est del nucleo storico. A poca distanza c’è invece il “serpente”, un condo-minio dall’andamento sinuoso aff acciato su piazza dei Tigli che, secondo le testimonianze dei “vecchi”, è il capostipite di queste costruzioni. “Allora le vie non avevano nome, erano numerate – spiega Enzo – poi hanno preso una denominazione in base alle piante e ai fi ori che si trovavano nella zona”. Il percorso lungo cui crescevano alberi di magnolia è diventato via delle Magnolie, alla presenza dei biancospini si deve il nome della strada omonima. Una delle poche eccezioni è viale dei Bambini, quattrocento metri di corso alberato circondato da vicoli e case basse, che porta fi no a piazza dell’Isolotto e ai suoi “grattacieli”. “Chiamavamo così quelle case perché erano le più alte, le uniche a sette piani, con l’ascensore”, racconta con un sor-riso. Enzo è cresciuto all’Isolotto mentre il quartiere cresceva con lui. Qua ha fatto le elementari. Andava alle baracche verdi, le prime scuole create “in costru-zioni di legno riscaldate con una stufa e due bagni alla turca”. E qua ha avuto anche il suo primo lavoro: appena diciottenne era un operaio della Fiaba, “la ‘fab-brica italiana accessori borse e affi ni’ – precisa – creata accanto alla chiesa lì dove doveva esserci il circolo del prete, ma don Maz-zi decise diversamente”. Nella sua mente conserva l’immagine di un quartiere dove i picco-li giocavano per strada perché passavano al massimo due auto al giorno. Non tutte le vie era-no asfaltate, se pioveva si creava un gran pantano, solo l’autobus numero nove portava in cen-tro. Ammette: “A sessant’anni si inizia a vedere il passato con nostalgia”. Poi rifl ette. “Però che bella cosa premere un bottone e accendere il termosifone: quan-do ero ragazzo in casa esisteva solo il camino. Alla sera – con-clude – i vicini chiedevano la brace per metterla nello scalda-letto: eravamo una delle poche famiglie a potersi permettere una cucina economica a legna”.

Il ricordo

La “città satellite”nata dal nulla:l’Isolotto compiesessant’anni

Un quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case popolari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi che girò l’altare verso i fedeli ben prima del Concilio Vaticano II, della “città

giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro-fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democristiani e “mangiapreti”. Alle tre del pomeriggio del 6 novembre 1954, esattamente sessant’anni fa, nasceva la “città satellite”: oltre settecento famiglie – che nove mesi dopo sa-rebbero diventate mille – stringevano in mano le chiavi dei primi alloggi, consegnati dal sindaco Giorgio La Pira e dal cardinale Elia Dalla Costa. Un quartiere, l’Isolotto, nato dal nulla a tre chilometri dal centro: una città nella città, ideata per essere autonoma nel verde e nei servizi. Il nucleo origi-nario, costruito dal 1952 al 1961, conta 1.475 appartamenti e quarantatré negozi. In tutto centocinquanta edifi ci, villette a schiera e palazzi a torre. Su molti dei quali sono ancora visi-bili le mattonelle di Ina-Casa, che portò avanti il primo pia-no di edilizia popolare nella Firenze del Novecento. Dietro al progetto i migliori architetti del tempo, tra cui Giovanni Michelucci. La “città satellite” originaria si sviluppava su ot-tocento metri di lunghezza: al centro la grande piazza dell’I-solotto, intorno micro-isolati, tagliati in due da viali alberati. A sessant’anni di distanza chi è nato all’Isolotto “vecchio” fa orgogliosamente notare la diff erenza tra la propria casa e i “giganti di cemento” spuntati alla fi ne degli anni Settanta. Per non perdere la memoria storica della “città giardino”, il Quartiere 4, impegnato in un programma di festeggiamen-ti fi no alla prossima primavera, ha in cantiere anche alcune “passeggiate isolottiane” condotte da architetti.

Gianni Carpini

Firenze e i suoi quartieri/1

L’esperto

L’architetto Bugatti: “Tutto pianificato in un unico disegno”Antonio Bugatti, presidente

dell’ordine degli Architetti di Firenze nel biennio 2009-2010 e attuale consigliere, è un esperto di interventi di edilizia pubblica. Ha curato anche alcuni recuperi delle case “storiche” dell’Isolotto.Perché l’Isolotto vecchio è un buon esempio del passato?Perché è un quartiere progettato organicamente, partendo dall’i-dea della città giardino di matrice anglosassone. Tutto è stato piani-fi cato in un unico disegno: viabi-lità, strade, piazza, servizi, negozi.Un’idea di ieri valida ancora oggi?È ancora attuale per le espansioni urbanistiche. Tuttavia a Firenze più che sull’espansione oggi si punta al recupero di spazi senza consumo di suolo. Se un tempo c’era la città giardino, oggi i giar-dini entrano in città: il regola-mento urbanistico toglie volumi

alle attività dismesse per creare aree verdi.Cosa è, invece, che non va? La città si è sviluppata intorno al nucleo originario in maniera di-sarticolata. Tra gli anni Settanta e Ottanta le periferie fi orentine sono cresciute in modo incon-trollato. Come è successo tra via Canova e l’Argingrosso: sono sta-te costruite solo case senza ser-vizi. L’Isolotto ha soff erto perché progettato per una dimensione urbana che non è stata rispettata dalla pianifi cazione successiva.Presto piazza dell’Isolotto sarà riqualifi cata...Ho partecipato a molte assem-blee pubbliche per il concorso di idee promosso dal Comune. Tra i cittadini c’è un forte spirito di conservazione delle caratteristi-che principali della piazza: molti vogliono mantenerne la ricono-scibilità.

Foto: Archivio Comunità di Base Isolotto

6 NOVEMBRE 1954Vengono consegnati i primi 750 alloggi. Gli altri 255 appartamenti del primo lotto sono assegnati il 24 luglio 1955.19 MARZO 1963Nasce la prima scuola in muratura alla Montagnola. Nel 1969 i cittadini presidiano la collinetta contro la creazione di un night club. Tre anni dopo, lì viene inaugurato un asilo.4 DICEMBRE 1968Il parroco don Enzo Mazzi è rimosso dall’incarico. Il “prete ribelle” fonda la Comunità di base: al via le messe in piazza dell’Isolotto.

IMMONDEZZAIOPrima dei lavori l’Isolotto era la discarica della città: i rifiuti furono ricoperti con materiale di riporto.“AMICI MIEI”Uno scantinato dei palazzi a torre affacciati su piazza dell’Isolotto è stato usato per le riprese del film di Monicelli: era la casa del conte Mascetti.PASSERELLAPrima di quella in cemento (1962), il barcaiolo Renato Pieri costruì un ponticello in legno e corde: 20 lire per attraversare l’Arno, 30 in motorino.

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Alle tre del pomeriggio del 6 novembre 1954il sindaco La Pirae il cardinale Dalla Costa consegnavanole chiavi dei primi alloggi

10 | Novembre 2014

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#Ieri & oggi

viaggio nel passato dei rioni fiorentiniBrozzi ha spento 205 candeline, il Galluzzo va per le seicento. E Campo di Marte vanta due “padri”

Tanti auguri periferia fi orentina. Se l’Isolotto spegne sessanta can-deline, altri quartieri –

nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiar-gli. Alcuni sono addirittura ul-tracentenari. Brozzi, ad esempio, ha spento 205 candeline. Legna-ia è poco più anziana, Campo di Marte è della stessa generazione, mentre il Galluzzo – al confronto dei precedenti – è un “vecchiet-to” che il prossimo anno festeg-gerà un’età tonda tonda. Il trio Brozzi-Legnaia-Galluzzo, pur trattandosi di zone diverse e lon-tane fra loro, è accomunato da un destino analogo: sono tre ex comuni autonomi che, col pas-sare del tempo, sono stati smem-brati e “mangiati” dalle città vi-cine. Partiamo dal più anziano. Dopo essere nato come piccolo borgo duecentesco, il Galluz-zo diventa un territorio con un proprio governo (ai tempi c’era il podestà) dal 1415, spiegano gli storici. Tra pochi mesi festeggerà

quindi seicento anni. Per la cro-naca: il paese, a due passi dalla Certosa, diviene comune auto-nomo nel 1881 e rimane tale fi no al 1931, quando una parte della sua area viene inglobata da Fi-renze, mentre il resto è diviso tra gli altri “vicini di casa” Scandicci

e Bagno a Ripoli. Legnaia, a due passi dall’Isolotto, ha più del tri-plo dell’età della “città giardino”: 206 anni. Nel 1808 è dichiarato comune autonomo con un terri-torio amministrativo di quaran-tatré chilometri quadrati: perde questo status nel 1865 e oggi il ri-

one si estende appena lungo set-tecento metri di strada. Dall’altra parte dell’Arno, i brozzesi vanno particolarmente fi eri della storia del loro borgo: una bella targa, posizionata nel cuore del rione, ricorda che l’edifi cio principale aff acciato su piazza Primo mag-

Gianni Carpini

Firenze e i suoi quartieri/2

La Certosa “svetta” sul Galluzzo, uno dei rioni fiorentini a poter vantare una lunga storia alle proprie spalle

Leopolda e san donatosono gli ultimi arrivati

In principio fu l’Isolotto, poi arrivarono Sorgane (e la sua

nave) negli anni Sessanta e Le Piagge, con i mega-condomi-ni a forma di imbarcazione, quasi vent’anni dopo dopo. Nel biennio ’60-’80 i palazzo-ni di cemento si moltiplicaro-no e Firenze, da nord a sud, da est a ovest, con la nascita dal nulla di tante micro-città. Andando a spulciare l’albe-ro genealogico fi orentino, gli ultimi “fi occhi azzurri” tra i quartieri residenziali sono due. Il primo è l’isolato nato alle spalle dell’ex stazione Le-opolda, sei ettari con un hotel a quattro stelle e abitazioni all’interno di palazzi eleganti. Nonostante il complesso ab-bia compiuto sei anni, i resi-denti aspettano ancora che i cantieri per creare giardini e strade siano conclusi. L’altro quartiere, nato lì dove pri-ma esisteva l’immensa area industriale Fiat da trentadue ettari, è quello di San Dona-to, a Novoli. Il primo tassel-lo, il polo universitario delle scienze sociali, ha undici anni di vita. Nel corso del tempo si sono poi aggiunti altri pezzi a questa cittadella: case, parco (2008), multiplex (2011) e Pa-lagiustizia (2012). All’appello manca ancora una superfi cie grande 57mila metri quadrati da riqualifi care.

New entry

gio è stato in passato sede del municipio. Brozzi diventò un comune nel 1809 e rimase tale fi no al 1928. Il primo sindaco fu tale Filippo Papini, ricco abi-tante del luogo. Vicende diverse, invece, per Campo di Marte, che compare per la prima volta sulle mappe della città, con una for-ma ben defi nita, 202 anni fa, nel 1812. Può vantare due “babbi”: il padre “naturale” è l’architetto fi o-rentino Luigi de Cambray Digny, che qui realizza i primi edifi ci per l’addestramento dell’eserci-to toscano dopo l’occupazione francese (quasi un secolo dopo la zona ospiterà il polo sportivo fi orentino). Il papà “adottivo” è invece Giuseppe Poggi, che si prende cura del quartiere nel-la seconda metà del Novecento per i lavori di Firenze Capitale, creando una zona dedicata alle parate militari. Tutto il resto è storia recente.

Novembre 2014 | 11

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Daniela Morozzi, fi orentinissima, è Vittoria di “Distretto di polizia”, ma è soprattutto una

persona che si impegna, giorno dopo giorno, nelle battaglie in cui crede. Fra queste, quella contro la violenza sulle donne: “Il mio impegno nasce dalla politica, a fi anco delle donne metto a disposizione la mia visibilità e quello che so fare. Diciamo che cerco di trasformare la mia visibilità in credibilità”, spiega Daniela. Nasce così “Articolo femminile”, recital concerto tratto da articoli su storie di don-ne, di ingiustizie e di soprusi, interpretato insieme a Stefano Cantini, seguito da Mangiare bere dor-mire, storie di badanti e badati, un viaggio attra-verso la quotidianità delle collaboratrici familiari che assistono gli anziani, in cui è affi ancata da Le-onardo Brizzi. Ma l’impegno di Daniela Morozzi non si ferma sul palcoscenico: “Sono convinta del-la necessità di riconoscere l’identità femminile, di combattere gli stereotipi di genere, dal linguaggio

ai dati di fatto. Questo non vuol dire marcare la diff erenza rispetto all’universo maschile, con cui invece credo sia importante lavorare per arrivare a un punto di incontro. Purtroppo a volte ho l’im-pressione che invece di andare avanti si torni in-dietro: ma è normale che nel 2014 si debba ancora difendere la 194?”, si chiede l’attrice, impegnata, tra le altre cose, nella promozione della conoscen-za delle attività dei consultori fra le giovanissime. Progetti in corso? “Mi piace citare Liberetutte, centro anti-violenza di Montecatini dove si cerca di aff rontare ed elaborare il trauma della violen-za e gli eff etti che questa produce sia sulla donna vittima, sia sui fi gli che assistono agli atti violenti. Ci lavora un gruppo di donne bravissime, davvero capaci di comprendere lo stato d’animo di chi su-bisce qualsiasi tipo di violenza”, conclude Morozzi. Per informazioni: www.liberetutte.org.

#Focus

una giornatacontro la violenzasulle donne

Il 25 novembre

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giorna-ta contro la violenza sulle donne. Una battaglia che a

Firenze viene combattuta ogni giorno da alcune realtà, come Nosotras, associazione di don-ne migranti e italiane che han-no deciso di aff rontare insieme diversi momenti di diffi coltà, condividendo modi e soluzioni e cercando di trovare nuove spinte verso il domani. Nosotras nasce nel 1998: “Veniamo interpellate per le giornate dedicate alla don-na, l’8 marzo e il 25 novembre, ma svolgiamo un lavoro costante e quotidiano rivolto all’ascolto delle problematiche femminili – spiegano dall’associazione – i nostri sportelli di Firenze, Em-poli, Scandicci, Signa e Lastra a Signa sono luoghi di primo ascolto delle donne, da qui le orientiamo verso i centri specia-lizzati, se sono vittime di tratta, violenze domestiche o mobbing sul lavoro. Le indirizziamo quin-

Serena Wiedenstritt

di al tessuto associazionistico o professionale presente sul terri-torio toscano e in grado di dar loro risposte certe”. Un fronte particolarmente caldo per No-sotras è quello della prevenzione delle mutilazioni genitali femmi-nili, a cui l’associazione ha dedi-cato una linea telefonica specifi -ca (il numero è 055.2696715 ed è attivo ogni martedì e venerdì in orario di uffi cio). “Quest’an-no saremo, come sempre, attive su più fronti per ribadire il no alla violenza sulle donne – con-tinuano dall’associazione – e lo faremo con mezzi che sono vi-cini all’universo femminile. Per esempio, nel caso delle mutila-zioni genitali, il numero verde nazionale risponde alla polizia di stato e spaventa le donne che potrebbero utilizzarlo. Il nostro è invece un servizio piccolo ma capace di raccogliere le paure e le incertezze di tante donne che vo-gliono capire e uscire dal dubbio”. Un’altra associazione da sempre

sempre più richiested’aiuto. e aumentanole italiane che sirivolgono ai centri

Nel periodo che va dal 1° luglio 2009 al 30 giugno

2013, in Toscana sono state ventotto le vittime di femmi-nicidio. Nello stesso periodo, 8.218 donne si sono rivolte ai venti centri anti-violenza toscani. Sono i numeri del quinto rapporto sulla violen-za di genere in Toscana, che segnala una crescita delle ri-chieste d’aiuto da luglio 2012 a luglio 2013, quando il numero di donne che si sono rivolte ai centri è aumentato del 22,9 per cento rispetto all’anno precedente. L’aumento – viene spiegato – è determinato da un incremento del numero di donne italiane, principalmente appartenenti alla classe media, che vi si sono rivolte.

S.W.

Il rapporto

Il personaggio

L’impegno di Daniela Morozzi:“utilizzo la mia visibilità”

impegnata in città a fi anco dei più deboli, donne e minori, è Artemisia. Tanti i progetti che vengono portati avanti, fra cui quello sperimentale “Accoglien-za integrata di emergenze”, che intende rispondere alla necessi-tà di ospitalità immediata per le donne e i nuclei madre-bambini che si trovano in pericolo per situazioni di violenza. Il servi-zio è attivo con una reperibilità telefonica 24h/7, e le donne pos-sono trovare accoglienza in due case rifugio a indirizzo segreto. Parallelamente va avanti anche il progetto “L’asilo che non c’è”, un asilo che non ha indirizzo ma che ha come sede la casa rifugio, dove i bambini possono restare mentre le mamme vanno a lavo-rare. Sempre per i piccoli, ma per quelli in età scolare, Artemisia porta avanti incontri di forma-zione per prevenire l’insorgenza di fenomeni di violenza.

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12 | Novembre 2014

Page 13: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

PROVINCIA ADDIO,ARRIVA LA CITTÀ METROPOLITANADario Nardella “super sindaco”alla guida di 42 comuni

Istituzioni

Valentina Buti

#Politica

Bettarini:“Una grandeoccasioneda cogliere”

L’intervista

Giovanni Bettarini, assessore di Palazzo Vecchio con delega alla città metropolita-na, qual è la priorità per quella di Firenze?La città metropolitana è una grande occa-sione da cogliere. Non solo per i risparmi che comporta con l'abolizione degli stipendi di presidente, assessori e consiglieri. Nasce con l'obiettivo di coniugare innovazione, semplifi cazione e crescita. Per questo, tra le prime misure che metteremo in campo ci sarà la creazione di uno sportello unico per le attività produttive a cui possano rivolgersi tutti coloro che vogliono aprire un'azienda, dall'Alto Mugello a Scandicci. Il punto di partenza su cui stiamo lavorando è il Suap del Comune di Firenze.Non è ancora chiaro quali competenze avrà la città metropolitana. Lavoro e for-mazione le vorrebbe la Regione. Cosa fa-rete?Siamo convinti che quelle deleghe siano a misura di città metropolitana. Nelle scorse settimane abbiamo incontrato il Consiglio delle aziende di Firenze, che riunisce una ventina di grandi imprese e multinazionali che investono e producono lavoro nell'area metropolitana. Si parla di realtà importanti come Gucci, Ferragamo, Menarini, General Electric, che in totale valgono 220 miliardi di euro l'anno. La richiesta che ci hanno fat-to è di avere un solo referente nella pubblica amministrazione sul territorio. È nostra in-tenzione muoverci in questa direzione.Un territorio vasto e con molte sfaccetta-ture: ce la farete a tenerlo unito? Nessuno sarà lasciato per strada. La sfi da sarà combinare le potenzialità di ciascun comune, valorizzandole al meglio. Partia-mo da una buona base, in verità, perché è dimostrato che la nostra città metropolitana è quella che sta andando meglio in Italia sul fronte dell'occupazione, dell'export e della capacità produttiva. Capitolo tasse, aumenteranno con la città metropolitana?Una cosa è certa: i cittadini non ne paghe-ranno di più. Ma va fatta chiarezza sul bilan-cio della Provincia, vanno verifi cati i fondi che arriveranno dal governo centrale. Ser-vono strumenti economici adeguati per far funzionare la città metropolitana.

Addio Provincia, ecco la città metro-politana. Il debutto del nuovo organi-smo nato con la “rivoluzione” istitu-zionale della riforma Delrio si è avuto

il 15 ottobre scorso, con la prima riunione dell’as-semblea metropolitana. 18 i consiglieri, tutti am-ministratori del territorio, tra cui molti sindaci, a stragrande maggioranza Pd. La novità rispetto al passato è che non sono stati eletti dai cittadi-ni, ma dai rappresentanti delle amministrazioni locali. Inoltre non percepiscono indennità, con conseguenti risparmi per le casse pubbliche. A

presiedere il nuovo organismo, che diventerà operativo dal 1° gennaio 2015, è Dario Nardella, sindaco del capoluogo e d’ora in poi “super sin-daco” metropolitano, alla guida di 42 comuni e quasi un milione di abitanti che popolano un ter-ritorio vasto ed eterogeneo, da Marradi a Lastra a Signa. Come vice avrà la sindaca di Empoli Bren-da Barnini. “Un momento storico – lo defi nisce Nardella – che mette fi ne a un’attesa lunga 15 anni. Le città metropolitane sono la lepre d’Italia, il 40 per cento della ricchezza del Paese passa da queste aree, dove vive il 38 per cento degli italia-

ni. Sarà per merito loro se usciremo dalla crisi”. Per quanto riguarda Firenze, Nardella stima che la nuova città metropolitana, con lo sblocco delle opere pubbliche che la interessano da vicino – dalla tramvia alla nuova pista di Peretola – sia in grado di creare da sola 20mila nuovi posti di la-voro nei prossimi 5 anni. “Visto il potenziale del-le città metropolitane – conclude – è essenziale che il governo ora fornisca gli strumenti econo-mici necessari per renderle operative al cento per cento”. Il nuovo organismo dovrà ora stendere lo statuto che ne defi nirà le competenze.

LE DATE

15 ottobre 2014 prima riunionedel consiglio metropolitano

1° gennaio 2015 entra a pieno regimela città metropolitana

I NUMERI

42 comuni1 milione di abitanti

L'ASSEMBLEA

18 consiglieri metropolitani14 Pd, 1 Forza Italia, 1 M5S,1 Città metropolitana Territori Beni comuni,1 liste civiche Città metropolitana

Novembre 2014 | 13

Page 14: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

#La città che cambia

Tramvia

Avanti coi cantieri: doppi turni anti-ritardi

Segui tutti gli aggiornamenti in direttasu ilreporter.it speciale tramvia

Turni doppi nei cantieri per recuperare i novanta giorni di ritardo accumula-ti dalla primavera scorsa nella realiz-zazione delle linee 2 e 3 del tram che

collegheranno rispettivamente piazza dell'U-nità all'aeroporto di Peretola e la stazione (via Alamanni) all'ospedale di Careggi. È l'accordo raggiunto tra Palazzo Vecchio e le ditte incari-cate dei lavori. L'obiettivo è quello di “rimetter-si in pari” entro il prossimo giugno, per rispet-tare la fatidica scadenza dei “mille giorni” di lavori in corso in città annunciata dal Comune. Lo slittamento, dovuto in parte a “motivi tec-nici” come le lungaggini legate alle procedure dei subappalti, ma anche – hanno lamentato le ditte – alla lentezza delle ordinanze con cui è stato dato il via libera ai lavori, sarà recuperato mettendo all'opera squadre doppie di operai, specie nei cantieri più complessi. In tema di cantieri, dopo l'apertura nel mese di ottobre di quelli in piazza Leopoldo, piazza Vieusseux e via di Novoli – una delle “zone rosse” in cit-tà, dove la viabilità sarà rivoluzionata per 270 giorni – a fine novembre, con un mese di ri-tardo sulla tabella di marcia iniziale, dovrebbe essere realizzato il ponte Bailey sul Mugnone all'altezza di via Leone X e via Crispi, che sosti-

tuirà quello dello Statuto che verrà chiuso. Una prima verifica del cronoprogramma è poi pre-vista il 14 novembre, con un nuovo incontro tra imprese e Comune. L'obiettivo è scongiura-re il rischio di una nuova “linea 1”: il ricordo dei disagi provocati dalla posa a singhiozzo dei primi binari del tram è ancora vivo in cittadini e commercianti. E proprio per venire incontro ai negozi coinvolti dai cantieri il Comune sta mettendo a punto una serie di provvedimen-ti ad hoc, a partire dallo sconto sulla Tari. Lo sgravio dovrebbe interessare un migliaio di esercizi, e sarà modulato in base al grado di cri-ticità dei cantieri, mappati zona per zona. Non saranno lasciati soli nemmeno i commessi e i lavoratori, per i quali Palazzo Vecchio, insieme alla Regione, metterà in campo – se necessa-rio – la cassa integrazione in deroga (fino a un massimo di cinque mensilità nell'arco del 2015 per ciascun lavoratore). Via libera anche al mi-crocredito per i lavoratori senza ammortizza-tori sociali, che potranno ottenere un prestito di tremila euro da restituire con interessi che saranno pagati dalla Regione. Le aziende con più di cinquanta dipendenti operative nel set-tore commerciale potranno invece fare ricorso alla cassa integrazione straordinaria.

http://www.ilreporter.it/speciale/6-speciale-tramvia

Valentina Buti

14 | Novembre 2014

Page 15: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

Le mosse

Appuntamento all’angolo...Condividere il viaggio o condividere l’auto? Sono tanti i colle-

ghi che vivono nello stesso quartiere che la mattina si danno appuntamento “all’angolo” per attraversare insieme la città alla volta dell’ufficio. Numerosi, ultimamente, anche gli studenti che hanno scoperto che per raggiungere il polo universitario si può prendere una macchina sola, basta cercare di concordare l’orario della sveglia.

#La città che cambia

Serena Wiedenstritt

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Viabilità

Come ti raggiungol’ufficio:le “strategie”contro le code

Car sharing, carpo-oling, autobus o bicicletta. I fioren-tini alle prese con

i grandi cantieri della tram-via (vedi pagina a fianco), in attesa di potersi spostare sui binari cittadini, per non re-stare imbottigliati nel traffico si lanciano in “esperimenti” di mobilità alternativa. Il che si-gnifica condividere la propria auto con il collega d'ufficio che abita nello stesso quartiere, piuttosto che lanciarsi in “pro-dezze” del tipo bici più treno.Aumenta il numero dei fioren-tini che, dopo i primi giorni di code, ha deciso di lasciare la macchina in garage come il sindaco Nardella ha auspicato più volte, mentre alcune azien-de stanno valutando soluzio-ni come quella di permettere, almeno alcuni giorni alla set-timana, ai dipendenti di svol-gere il proprio lavoro da casa.Ora che anche il patron di

Virgin, Richard Branson, ha sdoganato il “lavoro agile” con alcune recenti dichiarazioni in cui proponeva di abolire del tutto orario di lavoro e conteg-gio dei giorni di ferie, anche alcune aziende fiorentine han-no varato forme di lavoro più snelle grazie alle infrastruttu-re digitali.Del resto, lo scorso anno a Mi-lano il 6 febbraio la giornata del lavoro agile aveva raccolto l'adesione di un centinaio tra aziende private, enti pubblici e studi professionali, segno dei tempi che cambiano, tramvia o non tramvia.E se tirano un sospiro di sollie-vo le tante persone che hanno stabilito il proprio ufficio in casa, per le altre parte la sfi-da alla ricerca della soluzione più economica, soprattutto in termini di tempo, per raggiun-gere i rispettivi posti di lavoro.La bici va per la maggiore, ed è anche uno dei mezzi su cui

punta più il Comune, che qual-che settimana fa ha improv-visato una gita su due ruote sotto la pioggia per il centro di Firenze per presentare il pro-getto “2x4”, che promuove il trasporto sostenibile, con una funzione anche sociale.In pratica, tutte le officine del-la rete Gestioncar, oltre alle auto, avranno in dotazione bici “di cortesia”, da offrire gratuitamente ai clienti per il tempo di fermo auto necessa-rio alla riparazione.Le biciclette, recuperate dai detenuti del carcere di Sollic-ciano che ha aderito al pro-getto “Piedelibero” promosso dalla cooperativa sociale Ulis-se, provengono dai depositi comunali.Non tutti, però, possono ab-bandonare i mezzi a motore: per chi deve fare un percorso più lungo di quello che si può coprire in sella alle due ruote, la condivisione del viaggio è

una delle soluzioni che vanno per la maggiore.A Firenze il cosiddetto “ride sharing” piace: lo confermano le statistiche di BlaBlaCar, la piattaforma on line che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo delle pro-prie auto con persone in cerca di un passaggio che viaggiano verso la stessa destinazione. Il capoluogo toscano è sesto in Italia fra le città più cliccate da chi cerca/offre passaggi su un’auto condivisa.Un'abitudine che, spostamenti “importanti” a parte, sta en-trando a far parte sempre più del quotidiano dei fiorentini.

...E boom del car sharingMa sono sempre più anche gli appassionati del car sharing. Per

chi la mattina parte da casa con una serie di “missioni” da svolgere prima di entrare al lavoro, come portare il bambino all’a-silo e fermarsi a fare la spesa, far coincidere tempi e orari non è così scontato. Ed è forse anche per questo che a Firenze, in cinque mesi, il nuovo servizio “Car2go” ha registrato circa diecimila iscritti e centomila noleggi. La sua formula si distingue per il flusso libero: libero accesso alle Ztl, parcheggio gratis, benzina e assicurazione in-cluse nella tariffa al minuto, ma soprattutto la possibilità di fermarsi dove si vuole, lasciare la macchina – il parco vetture comprende solo Smart, decisamente più comode da “piazzare” – e muoversi di nuo-vo a piedi fin quando non se ne ha ancora bisogno.

Novembre 2014 | 15

Page 16: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

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16 | Novembre 2014

Page 17: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

arte, monete e francobolli,la “crisi” dei collezionistiDiffi coltà economiche e non solo:sempre meno appassionati in città

ma il “low cost”resiste ancora

Di collezionisti che riempio-no intere stanze di cimeli o quadri preziosissimi, proba-bilmente ce ne sono sempre

meno. Diffi cile incontrare, se non nella fi nzione cinematografi ca, battitori d’a-sta dal fi uto infallibile e dalla passione incontenibile, come il Virgil Oldman protagonista de “La migliore off erta” del regista Giuseppe Tornatore. Ma certo non manca, anche a Firenze, chi ancora ha il piacere di accumulare oggetti più o meno di pregio. Crisi permettendo, ovviamente: proprio per le diffi coltà del momento, alcuni dei più tipici oggetti da collezione risultano ora “fuori bud-get” per molte persone, fi nendo così per essere meno in auge. A riscuotere sempre un discreto successo sono inve-ce i mercatini in cui reperire materiale (meglio se a poco prezzo) come fumetti o altri oggetti da collezione. Ma partia-mo proprio dal mondo dell’arte. Pochi ma buoni: si potrebbero defi nire così i collezionisti di opere d’arte pregiatissi-me, stando almeno a quanto testimo-niano da una nota casa d’aste fi orentina. “La crisi ha colpito un livello medio di collezionismo, i collezionisti di opere preziose erano e restano di nicchia, ma ci sono – viene fatto presente – ovvia-mente i tempi cambiano e le fi gure dei collezionisti del passato ormai non ci sono più”. Così come non ci sono più gli appassionati di francobolli di una volta. Il circolo fi latelico fi orentino, nato nel 1923, ha visto negli ultimi tempi una drastica diminuzione dei suoi associati, pur continuando a portare avanti sva-riate iniziative ed esposizioni. “Siamo passati da 253 soci ai venticinque attuali e diciamo che siamo tutti un po’ avanti con gli anni, almeno dai cinquanta in su: un po’ sicuramente a causa delle minori disponibilità economiche, un po’ anche perché con la rete è molto più semplice reperire e acquistare ogni tipo di mate-riale, perciò riunirsi in un’associazione per tanti giovani è superfl uo – spiega il

presidente Alessandro Tomasi – ci in-contriamo il giovedì e la domenica in piazza San Pancrazio, nella sede dell’u-nione nazionale uffi ciali in congedo che ci ospita dallo scorso anno, consenten-doci di risparmiare l’affi tto. Realizziamo però ancora molte iniziative di interesse culturale, collaborando con le istituzio-ni e mettendo insieme il materiale per

mostre legate a particolari commemo-razioni”. Sempre meno diff usa anche la numismatica. “La clientela di una volta non c’è più, ma come si fa con questa crisi... lavoriamo per lo più con persone anziane, ma è sempre più un problema comprare”, lamentano da un celebre ne-gozio di monete antiche e moderne.

Fumetti, vecchie radio ma anche tappi e sottobicchieri da birra. C’è un mondo di collezionisti “low cost” in città che si appassiona agli oggetti più disparati,

dai più comuni a quelli più originali. Artigianato e antiquariato, del resto, sono molto diff usi in tutta la Toscana, e non mancano occasioni per trovare manufatti di ogni tipo e prezzo. Lo sa bene l’associazione collezionisti fi orentini, nata nel 2010 proprio con lo scopo di valorizzare la cultura dell’inventiva artigianale, con eventi ad hoc come mostre o incontri per favorire scambio e collezionismo. “È un settore che vede un interesse trasversale, ai mercatini incontriamo famiglie intere ognuna concentrata su cose diff erenti – racconta Patrizia Poggiolini, la presidente dell’associazione – sono poche le persone che si possono permettere antiquariato prezioso, ma tante invece sono interessate a oggetti ‘storici’ più economici: vanno molto, ad esempio, vecchie radio a valvole, giradischi e grammofoni, ma anche libri e prodotti Richard Ginori”. Attira grandi e piccini anche il mondo di fumetti e fi gurine. “Tendenzialmente abbiamo una clientela giovane, ma è diffi cile cate-gorizzare: i fumetti sono ‘generazionali’, ognuno è portato ad acquistare quelli del suo periodo – spiegano da un negozio che acquista e scambia fi gurine, fumetti, libri e carte da gioco – sicuramente ci sono più lettori che veri e propri collezioni-sti, ma sono in tanti ad attendere pazientemente il numero del fumetto preferito per metterlo da parte”. E non è diffi cile nemmeno trovare chi ancora scambia le fi gurine. “Gli album dei calciatori vanno sempre per la maggiore”, viene confer-mato. Ha la sua sede centrale e il suo presidente a Firenze anche un’associazione di collezionisti molto particolare, nata nel 1980, “Il barattolo”, dedicata a tutto ciò che riguarda la birra, dai bicchieri alle bottiglie e molto altro ancora. “I nostri soci sono duecento, a Firenze una ventina – dice il presidente Silvano Caneschi – abbiamo una rivista bimestrale e ci riuniamo periodicamente per scambiarci oggetti. Si tratta di materiale che si può recuperare senza spendere cifre enormi, a volte basta un viaggio in una città, una tappa in una birreria storica ed ecco che si trovano un sottobicchiere da collezione o una bottiglia particolare”.

Sara Camaiora

Curiosità

Focus

#Attualità Novembre 2014 | 17

Page 18: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

Dopo le insidiose sfide di questo mese, a dicembre al Franchi arriverà la Juventus: la scorsa stagione finì 4-2 per i viola, al termine di una indimenticabile rimonta

#Fiorentina

Il calendario

baba & berna, nonchiamatele riserveI due giovani attaccanti alla conquista di Firenze

Promesse/1

Così diversi che si trova-no a meraviglia, Baba e Berna. Federico nato a un centinaio di chi-

lometri da Firenze, nella Carrara dai marmi bianchissimi, mentre il senegalese comincia la sua avven-tura a Th iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi. Diversi anche i loro percorsi per diven-tare “calciatori veri”: più lineare quello dell’estroso mancino, che a quattro anni viene accompagnato nei campetti dell’Atletica Carrare-se. Due anni dopo è già nel club

A Bergamo c’è chi ricorda ancora il “caso” di Andy.

Così si fa chiamare Luzaya-dio Bangu, il talentuoso cen-trocampista congolese classe ‘97 fi nito al centro di un caso diplomatico con l’Atalanta quattro anni fa. Quando il tre-dicenne Bangu militava nelle fi la dei giovani atalantini, l’ex ds Corvino lo portò a Firenze. Alla corte di mister Guidi, suo attuale allenatore in Primave-ra, vinse lo scudetto nei Giova-nissimi. Poi il passaggio negli Allievi e, a soli quindici anni, il salto in Primavera. Il resto è storia recente, come la convo-cazione in Bielorussia con Pa-squal e compagni. Segno che Montella non perde di vista il “piccolo” Bangu. Piccolo di età e pure fi sicamente, con i suoi 170 centimetri per 57 chili, ma veloce, con ottime doti tecni-che e il “vizio” di vedere bene la porta avversaria. Può gio-care centrocampista centrale, mezz’ala o trequartista: insom-ma, un jolly prezioso, in tutti i sensi. Visto che il suo cartelli-no, in costante ascesa, si atte-sterebbe sugli 800mila euro, il valore più alto tra i baby vio-la. Qualche mese fa sono stati avvistati due osservatori dello United allo stadio delle Due Strade. Obiettivo: portarlo in Inghilterra prima che il suo va-lore salisse troppo. Ma il colpo questa volta non è riuscito.

I.D.

Irene Delfino

empolese del Ponzano e a nove anni arriva a Firenze, tra le fi la dei Pulcini. Gli osservatori viola ave-vano notato le grandi doti di quel bimbo che correva spensierato dietro al pallone. Pallone che non voleva mai smettere di rincorrere, di calciare, neanche a casa, dove per sua stessa ammissione ha spaccato bicchieri e perfi no muri. Spensierato come il calcio della Fiorentina di Montella, che non a caso ha creduto in Bernardeschi mentre alcuni osservatori lo con-sideravano troppo gracile per il

grande calcio. Il fi sico imponente non è invece mai mancato a Ba-bacar: in tanti lo ricordano al suo esordio in serie A, a 16 anni, con la maglia viola addosso a un fi sico da ventenne. Ma Khouma è nato solo un anno prima di Berna, nel marzo 1993. Complicato l’arrivo in viola del “ragazzo dai mezzi illimitati”, come lo defi nì Prandel-li. Mezzi tecnici che sfuggirono a due osservatori della Fiorentina, che lo scartarono ai provini. Ma un intermediario africano non si perse d’animo e decise di proporlo

proprio a Corvino. L’ex ds, quan-do si trovò di fronte il quindicen-ne attaccante in forza alla squadra senegalese del Ries, non ci pen-sò due volte ad acquistarlo per 35mila euro. La strada sembra in discesa per il più giovane giocato-re della Fiorentina ad aver segnato un gol tra i professionisti, ma nella stagione targata Mihajlovic per il vice-Gila cominciano i problemi. Per farlo maturare, nel gennaio 2012 la Fiorentina gli fa prepara-re la valigia destinazione Spagna, Racing de Santander. Continua il giro di prestiti alla ricerca del vero Baba, la prima punta mo-derna, faro al centro dell’attacco ma al tempo stesso mobile e tec-nicamente dotato. Passa prima da Padova, poi da Modena dove, grazie al lavoro di Novellino, la scorsa stagione trascina a suon di gol (venti, per la precisione) gli emiliani ai play off . Come Berna, il fantasista in prestito al Crotone. Le ex promesse tornano all’ovile, ora sono due attaccanti veri con un’intesa perfetta. E non chiama-tele riserve.

aspettando la juventus

Un novembre insidioso per i viola in campionato. Dopo la tra-sferta di Genova contro la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic, do-

menica 9 a Firenze arriva il Napoli: la mente di tutti non può non tornare al 3 maggio scorso, quando all’Olimpico di Roma i viola furono sconfi tti proprio dai partenopei nella fi nale di Coppa Ita-lia, in una serata ricordata però soprattutto per quello che avvenne fuori dal campo. Dopo la sosta per lasciare spazio alle nazionali, il 23 novembre si riparte da Verona, contro quella che ormai non è più una sorpresa, ma una certezza, della serie A italiana. Da stare attenti, ovviamente, soprattutto all’eterno Toni, ex di turno. Il mese di campionato si conclude domenica 30 con la seconda trasferta consecutiva per la Fiorentina, questa volta sul campo del Cagliari. Montella contro Zeman: probabilmente nessuno si annoierà. Poi sarà già dicembre, che partirà col botto: la prima partita del mese è in programma al Franchi contro la Juventus. Una sfi da che ricorda forse qualcosa?

Lorenzo Mossani

Promesse/2

l’ascesadel “piccolo”bangu

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18 | Novembre 2014

Page 19: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

#Sport

Palla ovale “in rosa” protagonista in città: al campo Lodigiani si sfidano Italia e Irlanda

Riccardo Paludi ha dovuto gestire una situazione difficile. E ora il basket fiorentino è in cerca di una nuova identità

Il torneo femminile

il “sei nazioni” in cittàDopo il test match Italia-Australia allo stadio Artemio Franchi

nel 2012, il grande rugby tornerà a Firenze per una gara del Sei Nazioni femminile. Una vera novità per la palla ovale. Il consiglio federale della Fir ha scelto il campo Mario Lodigiani (ex Padova-ni), proprio di fronte allo stadio Franchi, per la sfi da tra le azzurre del rugby e l’Irlanda. La scelta di Firenze è anche un omaggio al ct Marco De Rossi, che si divide tra la responsabilità della Nazionale in rosa e l’Aeroporto di Firenze Rugby in serie A. L’appuntamento è domenica 8 febbraio 2015. L’organizzazione dell’evento è stata affi -data ad Aeroporto Firenze Rugby. “Questa investitura da parte della Fir è per noi un motivo di grande orgoglio e soddisfazione – com-menta il presidente di Aeroporto Firenze Rugby Giacomo Lucibello – ci faremo trovare pronti per ripagare la fi ducia che è stata posta nella nostra società e per garantire alla città le migliori condizioni per godere di un evento del genere”.

Sim.Spa.

Basket

obiettivo ripartenzaFirenze ha lasciato i grandi palcoscenici del basket nel 1993. Da

allora varie resurrezioni, tentativi di riportare la palla a spicchi vicina alla serie A, ma questo autunno ha visto sparire anche la serie B con l’Affrico Firenze. L’allenatore Riccardo Paludi per tutta l’estate si è speso con i pochi giocatori a disposizione ma, in realtà, ha dovuto gestire una situazione difficile con vari nodi da risol-vere nei confronti di giocatori e del tecnico della scorsa stagione. È quindi il basket femminile, in serie B con la Florence (che ha festeggiato proprio quest’anno i quarant’anni di attività), la mas-sima espressione della pallacanestro a Firenze. In campo maschile rimangono, in serie C, la Enic Pino Dragons e l’Olimpia Legnaia. Un po’ poco per una città che ha sempre cercato di avere una squa-dra di vertice nella pallacanestro. E ora il basket è in cerca di una nuova identità in riva all’Arno. Magari ripartendo dai giovani, e provando a scalare le classifiche dalle serie inferiori.

Sim.Spa.

Promesse/2

l’ascesadel “piccolo”bangu

La Florentia Rugby ha compiuto un anno: era nata nel 2013 dalla fusione tra Bombo Rugby e Firenze Rugby Club

florentia rugby,buona la primaUn anno di vita per la società:bilancio positivo e tante idee

Palla ovale

�Web florentiarugby.it Tel. 055.7879358

La Florentia Rugby nasce nel 2013 dalla fusione di due realtà locali, il Bombo Rugby, società

che si occupava del settore gio-vanile, e il Firenze Rugby Club, che poteva vantare una prima squadra impegnata nel campio-nato nazionale. Come è stato vissuto questo primo anno ce lo racconta Adriano Ariani, con-sigliere della società. “È stato un anno duro – spiega – perché abbiamo dovuto impegnarci per riorganizzare tutto l’assetto, sia per quanto riguarda il settore giovanile che i seniores, ma la fatica ha dato i suoi frutti: no-nostante non ce lo aspettassimo subito, i risultati non si sono fatti attendere. La prima squadra ha sfiorato la promozione in serie B, l’Under 18 è arrivata alle fasi finali, l’Under 16 ha vinto il cam-pionato regionale ed è arrivata terza in quello del centro Italia. E poi il numero degli iscritti nelle squadre dei bambini è cresciuto e continua a crescere continua-mente”.Dato il buon inizio, quali sono i sogni nel cassetto per il pros-simo futuro?Speriamo di riuscire a creare un polo sportivo e scolastico, con iniziative che vedano protago-nista la nostra società insieme alle scuole con cui condividiamo l’area di San Bartolo a Cintoia. E poi vorremmo portare sempre più ragazzi a praticare questo

Carlo Marrone

sport, per offrire un servizio a tutto il quartiere, servizio che possa trasformarsi in un miglio-ramento della qualità della vita di tutte le persone, atleti, genitori e bambini, che gravitano intorno al campo di rugby. In questa ot-tica abbiamo avviato un progetto scuola e sport, per permettere ai ragazzi di studiare alla biblioteca dell’alberghiero Buontalenti, se-guiti da alcuni docenti, prima di iniziare gli allenamenti.A proposito di aspetti sociali, si parla spesso del rugby come di uno sport particolarmente attento ai valori e alla corret-tezza...Senza dubbio è una disciplina che stimola lo spirito di gruppo e incentiva l’autostima, inoltre il rispetto dell’avversario è un aspetto sul quale insistiamo mol-tissimo. C’è poi il continuo con-tatto fisico, che aiuta ad affronta-re e superare paure e incertezze. Tutto questo e altro ancora aiuta a formare, oltre che un atleta, prima di tutto un uomo e un fu-turo cittadino. L’attività fisica in sé, inoltre, coinvolge tutte le par-ti del corpo e aiuta lo sviluppo

armonico dei ragazzi.Ha parlato dell’aumento delle iscrizioni, dunque la società non ha risentito della crisi?Per fortuna assolutamente no, anzi siamo in continua crescita. Il rugby è uno sport sempre più apprezzato, e noi ce ne accorgia-mo ogni anno al momento delle iscrizioni.A proposito di iscrizioni, gli in-teressati sono ancora in tempo: chiunque voglia provare a en-trare a far parte di questa realtà può recarsi al campo di via San Bartolo a Cintoia 19/a per una prova.

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

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NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

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NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251

via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

Novembre 2014 | 19

Page 20: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

#Cultura

Roberto bolle: “io, firenze e quel dvd”Il ballerino torna in città con uno spettacolo a fi nenovembre. E intanto si racconta a Il Reporter

Solo un caos dentro di sé può generare una stella danzante, diceva Nietzsche. Di caos, a ve-

derlo, ce n’è ben poco, ma se par-liamo di stella è di tutto rispetto: Roberto Bolle. Applaudito in tutto il mondo per la sua bravura unita a un’estetica che può com-petere con il David di Michelan-gelo, la star della danza classica italiana torna a Firenze il 24 no-vembre al Nelson Mandela Fo-rum. Il Gala da lui stesso ideato e interpretato – “Bolle and Frien-ds from American Ballet Th ea-tre” – sta compiendo una lunga tournée, e tra le tappe prescelte c’è anche la città del giglio. Che lo vedrà in scena insieme ai più grandi ballerini del momento, provenienti dalle migliori com-pagnie di danza: dalla Scala di Milano all’American Ballet Th e-atre di NY. Nell’attesa, il danza-tore racconta a Il Reporter il suo “dietro le quinte”.Che eff etto le fa tornare Firenze dopo cinque anni?

Sono molto felice, è un luogo che amo molto, dove vivono molti amici carissimi. Cinque anni fa abbiamo portato il nostro spet-tacolo all’interno dello splendido giardino di Boboli. Le serate fu-rono talmente belle che divenne-ro un dvd di successo, che spesso io stesso amo riguardare.Che ricordi, o aneddoti, ha a riguardo?Ricordo bene il pubblico, en-tusiasta e caloroso, e ricordo gli sguardi ammirati dei miei “friends” (amici in inglese, ndr) stranieri, incantati dalla città.Il suo piatto fi orentino prefe-rito?La pappa al pomodoro e le zup-pe della tradizione.Roberto Bolle e il suo corpo statuario: anche lei ha un tallo-ne d’Achille?Noi ballerini viviamo un rap-porto confl ittuale con il corpo. Lo spingiamo oltre i limiti quo-tidianamente e questo non senza dolore e fatica. Non possiamo permetterci talloni d’Achille, lo

Vanessa Bambi

L’intervista

Il ballerino torna a Firenze il 24 novembre,per una performance sul palco del Mandela Forum

�Webmandelaforum.itFacebook: Roberto-Bolle-Official-Page

sforzo è teso all’armonia e alla perfezione, per quanto è possi-bile.Trova che la danza classica sia una disciplina “per tutti”?Certo che lo è. È un’arte univer-sale che parla direttamente al cuore delle persone ed è in grado di emozionare chiunque senza distinzione di età, sesso, prove-nienza geografi ca o sociale. Per questo mi batto per portare la danza classica a un pubblico più ampio possibile e i risultati sono stati esaltanti. Mi hanno dato ra-gione.Alessandra Ferri, sua partner storica, è tornata in scena. Ci sarà un ritorno insieme, maga-ri qui a Firenze? Alessandra è una donna e un’ar-tista eccezionale, cui ho la for-tuna di essere legato da una profondissima amicizia, oltre che da un magnifi co cammino professionale comune. Non ne abbiamo parlato fi nora, ma non lo escludo. Sarebbe una grande emozione.

Enogastronomia, musica e solidarietà:gli eventi del mesepiù “caldo” dell’anno

Novembre, mese triste e grigio? Forse per via del

clima, ma non certo per l’off er-ta culturale, che è più “calda” che mai. Comincia il 10 e va avanti fi no alla fi ne del mese la Biennale enogastronomica fi orentina, kermesse arrivata alla quinta edizione, nata per valorizzare la cucina tradizio-nale fi orentina e i suoi prodotti tipici. Ventuno giorni da tra-scorrere tra locali, ristoranti, piazze e palazzi storici con un fi ttissimo programma di even-ti dedicati alla buona tavola, con spettacoli, itinerari del gusto, mercati, degustazioni e cene (www.biennaleenoga-stronomica.it). Un calendario che non dimentica nemmeno la solidarietà, con un appun-tamento benefi co organizza-to dalla Caritas Firenze, che vedrà i ragazzi dell’istituto alberghiero Buontalenti impe-gnati nella realizzazione di un pranzo speciale per gli ospiti della mensa di piazza Santis-sima Annunziata. A proposito di “fare del bene”, da segnare in calendario l’evento a Palazzo Borghese (via Ghibellina) nel weekend dal 21 al 23, giornate durante le quali è in program-ma lo Shopping solidale delle grandi fi rme organizzato dalla Fondazione Ant, che devol-ve il ricavato della vendita di capi fi rmati e accessori donati per l’occasione dai brand della moda in favore dei malati di tumore. Stesso fi ne settimana ma location diversa per un al-tro mercatino di benefi cenza, quello organizzato puntual-mente dalla Croce Rossa, che all’Obihall propone Aspettan-do Natale, una tre giorni di shopping il cui ricavato verrà devoluto alle persone biso-gnose dell’area fi orentina. E se per tutto il mese, il giovedì, il venerdì e il sabato (a partire dalle 22.30) al Plaz di piazza dei Ciompi si suona musica dal vivo in compagnia di ospiti internazionali, il 30 novembre, in occasione della Firenze Ma-rathon, al Teatro Verdi c’è Ciak, si canta, proiezione di un fi lm muto a sorpresa con “pubblico cantante” organizzata dall’Or-chestra regionale della Tosca-na. Per non rimanere mai a corto di idee.

B.B.

Agenda

Verso Natale

Flo, l’albero e la fiaba speciale

Sul lungarno Corsini (al civico 30-34r) il Natale arriva con un po’ d’anticipo, per l’esattezza il 29 novembre, quando una serata

aperta al pubblico darà uffi cialmente inizio alle feste. E non ci sa-rebbe niente di straordinario se da Flo concept store non si facesse altro che una bella vetrina a tema. In realtà la sorpresa che si tro-veranno davanti gli ospiti della serata è molto più speciale. Il team al femminile del negozio dà spazio all’installazione realizzata da un’artista e stavolta ha voluto puntare su Tuttascena, gruppo di sce-nografi teatrali che hanno pensato alla realizzazione di un Grande albero. Un Grande albero che non entra in negozio (ci sta solo una parte del tronco), con la base presumibilmente nel seminterrato e il resto che svetta (ma solo idealmente) attraversando l’intero palazzo. Un Natale il cui cuore pulsante è rappresentato proprio da quell’al-bero enorme. E a fare da corollario al curioso oggetto, una storia inedita, scritta per l’occasione da Francesco Renzoni e illustrata da Margherita Citran. Un volumetto tenero, che racchiude un messag-gio importante e che potrà essere acquistato in negozio a partire dal 29. Una fi aba dolce, per grandi e piccini, da regalare e regalarsi (e che potrà inoltre essere ascoltata sul sito del concept store grazie al QR code presente sulla copertina).

Calamini, i cervelli(quasi) in fugae la famiglia ai tempi della crisi

Attuale più che mai il tema aff rontato nell’ultimo

libro del fi orentino Cosimo Calamini, scrittore (ma anche autore e sceggiatore cinemato-grafi co per documentari e se-rie tv) che ha lasciato Firenze per la capitale, ma che ha an-cora l’Arno nel cuore. Ha appe-na pubblicato per Garzanti Il mare lontano da noi (238 pag, 16,40 euro), un romanzo – il terzo – che racconta la storia di una famiglia normale in un momento cruciale della vita: dopo aver aspettato anni, alla protagonista viene off erto il sospirato posto da ricercatrice negli Usa, come nella migliore tradizione dei cervelli in fuga. Partire o restare?

Andar per piazzeCon gli artusi,alla scopertadel capoluogo

È dedicato a piazza Santa Croce il terzo volume della

collana “Le piazze di Firenze” (Editore Giorgio Libri) scritto da due conoscitori della cit-tà del giglio come Luciano e Ricciardo Artusi. “Briciole di storia, aneddoti, misteri, feste, gusti e proverbi”, recita il sotto-titolo, che ben chiarisce di cosa si tratta. Un volume che per-mette (come i due precedenti, dedicati a piazza della Re-pubblica e piazza Santissima Annunziata) di scoprire fatti, vicende, dettagli e curiosità poco conosciuti riguardanti alcuni dei luoghi più “calpesta-ti” di Firenze. Uno sguardo per conoscere un po’ più a fondo il cuore della città.

Il libro/1 Il libro/2il fascino del filetdiventa artenegli scatti evocatividi Lucia baldini

Il tipico fi let di Quarrata (Pi-stoia) sbarca a Firenze, al

piano nobile di Palazzo Me-dici Riccardi grazie agli scatti di Lucia Baldini, che nella sua mostra “Visioni di storia e di moda” (fi no al 27 novembre) dà una lettura contempora-nea di oggetti storici, propo-nendone un’interpretazione attuale. Per questo tutti i ve-stiti e gli accessori sono stati indossati da quattro ragazze, colte dall’occhio artistico ed evocativo di Lucia, fotografa di fama internazionale e attenta osservatrice degli stati d’animo e dei movimenti. Il risultato è aff ascinante: fotografi e che raccontano emozioni, paesag-gi, ricordi e speranze.

La mostra

20 | Novembre 2014

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#Cultura

Uno dei frame presiin prestito dalle pellicolein programmazioneal cinema Odeon

dieci festival per Cinquanta giorni,in giro per il mondocon il cinema d’autore

Grande schermo

Enrica Cinaschi

�Web50giornidicinema.itTel. 055.214068Fb: 50giornidicinemaNovembre non è no-

vembre, a Firenze, senza la “Cinquan-ta giorni di cinema

internazionale”, maxi rassegna-contenitore che racchiude una (lunga) serie di festival nati e cresciuti a Firenze, ma che van-no ad attingere nelle maglie della produzione indipenden-te di svariati Paesi sparsi per il globo. Iniziata il 29 ottobre con un’anteprima del Festival dei popoli (che quest’anno spegne 55 candeline) e proseguita con France Odeon, festival del ci-nema francese contemporaneo che l’ha traghettata fi no al 2 no-vembre, è stato poi il tempo di Immagini e Suoni del Mondo. Festival del Film Etnomusicale e del Festival Internazionale di Cinema & Donne, fi no all’11.

Poi tocca allo Schermo dell’arte, cinque giorni (12-16 novembre) di pellicole dedicate all’arte a tutto tondo, seguite dal cinema in arrivo dall’Europa dell’est con Balkan Florence Express (17-20 novembre) e da quello dedicato al mondo gay and lesbian, con il Florence Queer Festival (21-27 novembre). Seguiranno il Festi-val dei Popoli. Festival Interna-zionale del Film Documentario (28 novembre-5 dicembre), le at-mosfere asiatiche del River to Ri-ver Florence Indian Film Festival (6-12 dicembre), gli sguardi ra-refatti de Una Finestra sul Nord, rassegna di cinema fi nlandese (12-14 dicembre) e, per chiudere in bellezza, il premio Nice Città di Firenze (14 dicembre). Una carrellata quasi inesauribile, che regala agli spettatori prime visio-

ni e chicche da non perdere. Dal 2007 (anno di nascita) ad oggi la “50 Giorni” propone a Firenze una stagione di cinema di qua-lità. Il cartellone è composto da dieci festival internazionali che hanno sede in città, festival che hanno una forte sinergia e una stretta e profi cua collaborazione grazie a un unico cartellone, alla condivisione della stessa sede e al supporto dello staff dell’area cinema di Fondazione Sistema Toscana. Le 60.600 presenze raggiunte nell’edizione 2013 confermano che la “50 Giorni” è un appuntamento amato da spettatori, cinefi li, professionisti o semplicemente dalle persone incuriosite dalla ricca proposta di fi lm inediti e spesso fuori dai circuiti commerciali. Non resta che comprare i popcorn.

L’appuntamento

giovani architetti di tutta europa, unitevi

Firenze capitale dell’architettura “giovane”. A fi ne mese, centinaia di architetti under 35 in arrivo da tutta Europa si danno appuntamento in città per mettere a confronto idee ed esperienze in occasione

del festival “New Generations: Futurology”, in programma dal 26 al 29 novembre alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella. Organizzata dall’associazione culturale New Generations, dall’Ordine e dalla Fondazione degli architetti di Firenze, l’iniziativa prevede workshop, laboratori e dibattiti (il 26 e 27 su prenotazione, gli altri aperti a tutti), per fare il punto sul futuro della professione e sugli strumenti con cui rispondere alla crisi. Decine gli studi internazionali pronti a raccontarsi con videointerviste proiet-tate durante le cosiddette “Pecha Kucha night”. Quella in calendario a Firenze è la seconda edizione di New Generations, dopo la prima ospitata lo scorso autunno a Milano. Un evento che chiamerà a raccol-ta architetti “in erba” provenienti da Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Francia, Polonia, Portogallo, Romania e Turchia.

Novembre 2014 | 21

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#Rubriche

La Volta di San Piero, meglio conosciuta come arco di San Pierino, è un passaggio coperto realizzato in conci di pietra forte a vista, tra piazza San Pier Maggiore e via dell’Oriuolo. Il pittoresco luogo è ancora ricordato per

le caratteristiche botteghe di una volta che vedevano: il buzzur-ro, oggi locuzione sinonimo di persona maleducata, ma che in origine indicava il venditore di castagne e suoi derivati. Infatti, le peculiari golosità prodotte dal buzzurro erano le ballotte, cioè le castagne bollite con un rametto di fi nocchio selvatico o con foglie di alloro, oppure le bruciate arrostite sulla brace, nonché fumanti castagnacci e la pattona che altro non era che polenta di farina di castagne. Il pizzicagnolo dalla cantonata opposta, smerciava la profumata mortadella, onore e vanto del locale, formaggi e salu-mi, pasta di vari tipi disposta in una grande scaff alatura a cassetti di vetro, visto che si vendeva sfusa, nonché stoccafi sso, aringhe e salacchini disposti a raggiera in panciuti barilotti a doghe sem-pre in bella vista ai lati dell’ingresso. La fi aschetteria, o meglio la “mescita”, dove anche una breve sosta per la degustazione di un “raso” di ottimo vino toscano versato dal vinaio in bicchieri di vetro riempiti fi no all’orlo, aveva eff etto benefi co: distendeva i nervi e rallegrava gli animi e ben disponeva per il ritorno al lavoro o alla famiglia. Alla friggitoria di fronte si gustavano sommom-moli di riso, polpettine di patate e gli gnocchi di farina gialla, i cosiddetti “canarini”, fritti nello strutto con l’aggiunta di alcuni semi di fi nocchio, oppure i roventini di sangue di maiale cotti in piccole padelle e poi spruzzati di parmigiano grattato, ottimi per consumare uno spuntino “alla lesta” che non è né una colazione né una merenda ma solo un ritocchino a “battiscarpa”, cioè da consumarsi senza indugi. Nella trattoria, oltre a scambiare quattro chiacchiere, si degustavano pasta e fagioli, riso e cavolo sul brodo di trippa e lampredotto, la ribollita, la zuppa Certosina, ossi buchi o baccalà, altrimenti gobbi in umido, serviti in bianche scodelle su un foglio di carta gialla steso sul piano di marmo dei tavolini come se fosse una tovaglia! Già da molti anni questi caratteristici e popolari esercizi sono scomparsi dalla scena della Firenze con-temporanea, lasciando solo il ricordo nei più anziani, con il pro-fumo di quelle piccole botteghe e delle ironiche battutine spesso “salate”, che sbertucciavano mamme o parenti prossimi, ma che

facevano parte del pittoresco ambiente della vissuta e aff umicata volta. Al centro della fi ancata Nord dell’antico voltone, fra l’im-posta di due centine d’arco in bozze di pietra, quasi nascosta in una nicchia spontanea ricavata nella parete, si trova una piccola formella in ceramica bianca e celeste di tipologia Robbina. Il sog-getto mostra la dolce immagine della Madonna in adorazione del Bambino che le porge il piccolo braccio sinistro, di commovente signifi cato, aff ettuoso ed emblematico, fra una pianta di candidi gigli che nel linguaggio dei fi ori rappresentano la purezza, due testine di cherubini alate e all’apice, le braccia del Padre Eterno in atto di posare la corona sulla testa di Maria. Un moderno cor-po illuminante sovrasta la modesta e disadorna immagine devo-zionale, priva però di tabernacolo. A pochi passi da questa, sulla facciata del cinquecentesco palazzo di via dell’Oriuolo n° 1, già di proprietà degli Albizi, un piccolo quanto elegante tabernacolo che precede l’arco è da quasi due secoli, completamente vuoto. A que-sto punto è proprio il caso di dire: Chi ha il sacco non ha la farina e chi ha la farina non ha il sacco! Ennio Guarnieri nella sua opera I tabernacoli di Firenze così descrive la suddetta, vacua edicola:

Era privo dell’immagine anche quando Guido Carocci compilava l’elenco dei tabernacoli fi orentini. Nonostante la forte corrosione della pietra serena, le linee eleganti del disegno secentesco sono an-cora perfettamente leggibili. Ha il frontone arcuato con una targa nel timpano, due lesene laterali che iniziano con volute e il davan-zale aggettante che poggia su mensole, fra le quali si trova il tipico cartiglio barocco. La parte centrale è una semplice cornice modana-ta e centinata.

Il presente racconto è tratto dall’ultimo libro Piazza di Santa Cro-ce, il III degli otto volumi della collana Le Piazze di Firenze.

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

�Webartusi.net

Perdere nello sport è doloroso, ma perdere nel calcio lo è molto di più! L’8 luglio 2014 milioni di brasiliani sono davanti alla tv per assistere alla semifi nale Brasile-Germania. Il Brasile è sem-

pre stata la patria dei grandi giocatori: Pelè, Zico, Ronaldo. I brasilia-ni sono entusiasti, le donne ballano in perizoma, gli uomini suonano le maracas e cantano “Hey meu amigo Charlie Brown”. Al termine dei 90 minuti il risultato è di 7-1. Per la Germania. Le donne al posto del perizoma si mettono le mutande contenitive delle nonne, gli uomi-ni invece delle maracas suonano l’organetto tipo dolce Remì e causa depressione invece di Meu amigo Charlie Brown cantano “Hey meu amigo Prozac”! Prima di questa sconfi tta i brasiliani vedevano le par-tite in vecchi televisori con il tubo catodico, con il segnale che andava e veniva. La partita la vedevano a tratti. Per l’occasione hanno invece speso montagne di soldi per una mega tv a led. In questo modo la fi guraccia l’hanno vista benissimo. Infatti lo slogan della tv brasilia-na diceva: “Vivi la tua fi gura di m... in HD”. Per i brasiliani questa sconfi tta è stata un vero trauma, addirittura il Cristo Redentore, che da secoli li vigila dalla montagna del Corcovado, per la disperazione s’è buttato di sotto: “Ci si vedeeeeeeeeeeeee!”. Ancora oggi i brasiliani non se ne fanno una ragione. Al ristorante brasiliano giorni fa ho ordinato una birra, il cameriere ha cominciato a piangere.

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

�Web: andreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

ALL’ARCO DI SAN PIERINO [Volta di San Piero]

la grande sconfittain diretta tv (e in hd)

22 | Novembre 2014

Page 23: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

Lettere

IL TRAFFICOIN VIA SAN PIEROA QUARACCHIGentile Redazione,Vi scrivo in relazione all’articolo di Via di Cammori, per segnalare lo stesso problema in Via San Piero a Quaracchi. Nel mese di Giugno ho aperto una segna-lazione tramite il servizio segui la buca del comune di Firenze, lamentandomi sul fatto che le macchine attraversano il ponte di via San Piero a velocità soste-nuta, senza rispettare il semaforo rosso e la segnale-tica esistente “divieto di acceso mezzi pesanti”. Nella segnalazione chiedevo di ripristinare la segnaletica stradale semaforica comprese le strisce di attraversa-mento ed un intervento per limitare la velocità delle stesse. Il ponte viene utilizzato spesso dai pedoni, di-venta diffi cile attraversare la strada sulle strisce, tutte le mattine si creano ingorghi allucinanti con gente che si attacca al clacson e che arriva anche alle mani pur di passare, si verifi cano spesso incidenti “vedi ultimo bicicletta con auto”. Risultato della segnalazione.... inesistente, nell’ultimo mio sollecito mi è stato dato un numero della mobilità del Comune al quale non risponde nessuno. Trovo scandaloso che un piccolo borgo di Firenze debba sostenere un traffi co da viali di circonvallazione, non passa mai nessuno a control-lare la zona.... mi fermo qui!!!!!!!!!Saluti

Francesco

PARCO DI SAN DONATO,DUE SEGNALAZIONIIl nuovo parco “San Donato” a Novoli è degno di elogi per il bel disegno con varietà di temi (il laghetto con cascatelle, la collinetta, i vasti prati, i diversi accessi, le essenze varie e idonee, ecc.) e pertanto è riqualifi -cante per il Quartiere. Vi sono però, a parere mio e di altri abitanti della zona, due nei: uno che ne sminu-isce l’uso per il tipo di panchine scelte, un altro che squalifi ca la rete viaria interna.1° - Le panchine in pietra, quasi di certo adottate per una erronea scelta di adeguamento alla tradizione “toscana”, sono scomodissime per gli anziani, che de-siderano riposare comodi come in quelle ben model-late, in legno ma anche in metallo. Ne esistono ottime versioni in tutta Firenze, con bel disegno che non do-vrebbe turbare l’aspetto generale del parco.2° - La fi nitura a ghiaietto fi ne bianco della viabilità interna. Il ghiaietto, appena messo, rende molto pia-cevole alla vista la rete stradale, ma in poco tempo il dilavamento da pioggia, oltre al calpestio e al pas-saggio numeroso di biciclette, lo trasporta a valle la-sciando vistose carenze e una immagine di sciatteria. In sintesi: scelta disastrosa e costosa per la voce “ma-nutenzione”, mentre un ghiaietto fi ne incementato (come numerosi esistono, per es. alle Cascine) sareb-be molto più resistente e più economico per la sua maggior durata. Confermando comunque la bellezza di questa nuova opera, si ritiene in molti che la eliminazione dei due punti negativi su descritti, operazione oggi certamen-te di diffi cile possibilità ma forse programmabile, ren-derebbe il parco perfetto.

Fulvio Rovèro

VOLONTARIATO,“TANTE LE ASSOCIAZIONICHE OPERANO NEL SILENZIO”Abbiamo letto l’articolo su “il Reporter” di settembre 2014, riguardante il volontariato nel Q5 e dobbiamo esprimere la nostra gratitudine per aver sottolineato come il volontariato è presente attivamente nel tes-suto del Quartiere. È sempre buona cosa mettere in evidenza le prestazioni volontarie in aiuto alle perso-ne più bisognose e, oggi, purtroppo, queste necessità

sono sempre più numerose e pressanti. Nello stesso tempo riteniamo opportuno far presente che il vo-lontariato del Q5 non si conclude con le “tre sorelle” citate nell’articolo. Vi sono nel Quartiere tantissime associazioni di volontariato (ben oltre 50) che svolgo-no attività gratuite, che operano nel sociale, sanitario, nella cultura, nello sport, ecc. Noi, come Misericor-dia, siamo presenti nella zona Petriolo, Quaracchi, La Sala, Brozzi e Le Piagge, e operiamo nel campo del sociale (centro diurno per anziani, servizi di trasfe-rimento per visite mediche, esami, trasporto disabi-li, sportello aiuto anziani, ecc.) e nel sanitario (studi medici specialistici con prezzi calmierati, ambulanza per servizi di 1° soccorso) e operiamo anche in col-laborazione col Q5 e con il Comune di Firenze. Tutti i nostri servizi vengono svolti da volontari che non hanno alcun riconoscimento economico e tutti i ser-vizi sono gratuiti. Come noi tante altre associazioni operano nel silenzio, con umiltà e serenità d’animo.Ringraziamo per la cortese attenzione e porgiamo fraterni saluti,

Desolina AstiGovernatore della Misericordia San Martino

UNA PROPOSTAPER LE DUE STRADECon l’installazione del nuovo consiglio di Quartiere e di conseguenza del suo presidente, tra le tante ini-ziative, apprendiamo delle visite settimanali (due) che verranno fatte al Galluzzo, per avere un contatto con la popolazione e apprendere le diffi coltà del Gal-luzzo. Da proporre sarebbe anche l’avvicinamento di qualche servizio importante, poiché essendo la sede molto lontana, le persone anziane come il sottoscritto (82 anni) si trovano in diffi coltà. La proposta che una volta al mese, il presidente di Quartiere, fosse presen-te anche alle Due Strade, quartiere dimenticato dalle istituzioni, sarebbe veramente importante. Ci speria-mo veramente.

Nerio Guidi

“LO SPORCO SUIMARCIAPIEDI DELLE CURE”Spettabile Reporter del Q2,vorrei segnalare lo sporco che c’è lungo i marciapiedi del quartiere delle “Cure”. Tanti marciapiedi sono pie-ni di bisogni dei cani, tanto che a volte anche cammi-nare sui marciapiedi diventa diffi cile. E vi lascio im-maginare anche l’odore. Ma non sarebbe possibile che qualcuno venisse a controllare? Lo potrebbero fare i vigili che vengono a fare le multe alle macchine, o i vigili che quasi ogni mattina stanno in piazza delle Cure per controllare il traffi co potrebbero fare anche un giro nelle strade vicine per vedere la situazione. Così potrebbero sorprendere “in fl agrante” i padroni che lasciano fare i loro bisogni ai cani senza pulire il marciapiede: almeno qualcuno capirebbe come com-portarsi la prossima volta! Penso che i vigili abbiano cose più importanti da controllare, ma vista la quan-tità dello sporco che c’è lungo le strade mi permetto di chiedere che facciano attenzione anche a questo problema.Grazie per l’attenzione,

Simone

FURTI DI BICICLETTE,QUALI SOLUZIONI?Gentile direttore,vorrei sottoporre alla sua attenzione una questione che mi sta molto a cuore: sinceramente non credo (e non voglio credere) che a oggi non sia ancora sta-ta trovata una soluzione, o quantomeno una strada percorribile per arginare - non dico, si noti, debellare - l’indecente problema dei furti di biciclette in città. Stamattina mi sono recata al lavoro in bicicletta - è

più ecologico, più economico, più veloce, più salu-tare, anche più bello - e ho lasciato la mia bicicletta agganciata a un palo nella zona di via Gioberti (so che è un problema anche la sosta selvaggia delle bi-ciclette, ma se si trovano tutte le rastrelliere piene..).. sono uscita dal lavoro dopo sei ore - dico sei ore di una giornata splendida, con tanta gente in giro - e la mia bicicletta era magicamente sparita. Volatilizza-ta. Al suo posto un’altra bicicletta, con un lucchetto molto meno resistente del mio, in “lega di cemento”, se una lega di cemento può esistere. Il punto non è tanto - o non solo - che è stata rubata la mia bicicletta, il punto è che a quasi tutte le persone che conosco e che abitano a Firenze sono state rubate almeno un paio di biciclette. Allora io mi chiedo, ed è qui che le chiedo accaloratamente di rispondermi, come sia possibile che nessuno riesca mai a vedere, sorprende-re, fermare, questi ladri. È mai stato fatto, anche solo in via sperimentale, un pattugliamento delle strade per vedere con quali modalità, tempistiche, logistica avvengono i furti? Si conoscono i responsabili, le loro caratteristiche, la loro organizzazione, il loro modo di agire? Se è troppo diffi cile intervenire sul furto, mi chiedo... ma dove vanno a fi nire le biciclette rubate? È mai stato fatto qualcosa per interrompere, cancellare il commercio clandestino delle nostre biciclette? Lo so che sono solo biciclette, ma per chi come me con la bici va al lavoro, ci porta a spasso la bambina, ci va a fare qualche girata distensivo/sportiva, la bicicletta diventa molto più di un semplice oggetto di un certo valore.Grazie per l’attenzione

Alessia F.

IL REPORTERRISPONDECara Alessia,quello dei furti delle biciclette è un problema tanto “antico” quanto complesso da risolvere, un problema che interessa e ha interessato da vicino tanti (troppi) fi orentini, che hanno visto sparire il proprio mezzo dalla sera alla mattina o, come nel caso da lei segna-lato, addirittura in pieno giorno. Un problema per il quale in molti chiedono che venga trovata una solu-zione, ma che non di rado fi nisce poi per essere sotto-valutato anche dalle stesse vittime, che spesso sono le prime a non denunciare il furto subito. E questo è uno sbaglio che non deve essere commesso: come sottoli-neato più volte dalle forze dell’ordine, i furti delle bici devono essere sempre segnalati, anche per permettere di conoscere le reali dimensioni del fenomeno e poter intervenire quindi con maggior effi cacia. Altra cosa che i cittadini non devono fare è quella di acquistare biciclette dalla provenienza “sospetta”: meglio rivol-gersi sempre a negozi di fi ducia anche per vendere o comprare mezzi di seconda mano, per non rischiare di incentivare (ovviamente senza volerlo) il commer-cio delle biciclette rubate. Fin qui quello che possono fare i cittadini in prima persona, gesti più importanti di quanto spesso si pensi per dare il proprio contribu-to alla soluzione del problema. A questo devono poi chiaramente aggiungersi i necessari controlli e il lavo-ro di chi di dovere per cercare di contrastare questo odioso fenomeno. Quanto alle soluzioni “a monte” da lei reclamate, periodicamente vengono proposte idee e nuove trovate contro i furti delle biciclette: la speranza è che qualcuna di queste possa dimostrar-si fi nalmente (e realmente) effi cace, per far dormire sonni più tranquilli ai ciclisti fi orentini.

MATTEO FRANCINI [email protected]

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Editorialedalla primaLo fa con una serie di appunta-menti che saranno messi in cam-po per ricordare quelle tragiche giornate e per ringraziare (anco-ra una volta) gli “angeli” che ac-corsero in riva all’Arno per dare una mano. Ma nel frattempo Fi-renze continua a fare i conti con il maltempo, portandosi ancora addosso qualche segno della “super grandinata” dello scorso settembre che ha colpito (oltre a molti alberi) anche alcuni “gio-ielli” del capoluogo, per i quali sono stati lanciati appelli ai citta-dini. Tornando agli anniversari, se per quello dell’alluvione si do-vranno attendere ancora un paio d’anni, già questo mese in città è tempo di festeggiamenti. In par-ticolare all’Isolotto, che spegne sessanta candeline: era il 6 no-vembre del 1954 quando il sin-daco La Pira e il cardinale Dalla Costa consegnavano le chiavi dei primi alloggi della “città satellite”, nata dal nulla ma destinata a ri-vestire un ruolo importante (e per certi versi unico) nella storia di Firenze. Ma l’Isolotto non è il solo quartiere a potersi fermare un attimo per guardare indietro: è lunga (e sfaccettata) la storia dei rioni che oggi compongono la città. Una storia che si perde nei secoli, per ripercorrere la quale Il Reporter pubblica su questo nu-mero un “viaggio” alla scoperta delle origini di Firenze e dei suoi abitanti. Che anche questo mese – tornando ai giorni nostri – do-vranno fare i conti con i cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia: mentre i lavori vanno avanti (e vengono studiate misure per az-zerare i ritardi da una parte e per venire incontro a commercianti e lavoratori dall’altra), i fi orenti-ni si organizzano per non restare imbottigliati nel traffi co, con una serie di “esperimenti” di mobili-tà alternativa. Ad esempio c’è chi l’auto la lascia in garage e chi in-vece la condivide, ma non solo: ecco allora qualche spunto per “sopravvivere” in città ai tempi dei maxi-cantieri.

MATTEO FRANCINI

Novembre 2014 | 23

Page 24: Il Reporter Q4 - Novembre 2014

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