Il poeta e la suora

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Il poeta e la suora Un poemetto illustrato

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un poemetto illustrato

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Il poeta e la suoraUn poemetto illustrato

Testo di Antonio PerroneIllustrazioni di Gianmarco de Chiara

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Dedicato a Mara Brancaccio

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Ad una cattedrale di Marsigliain una valle verde a cielo d’orogiunsi stremato, dopo trenta migliadi viaggio, errando senza mai ristoro

Perché ad un cuore affannato non c’èriposo alcuno che riesca a lenirloE un uomo innamorato non ce l’haconfine o freno che possa arrestarlo

Ma mio confine e riposo era làe solo adesso io avevo capitoquel che un innamorato bene sa:l’amore non va mai rifuggito.

Ché se fuggi l’amore non c’è vitache abbia senso, dacché quel senso è amore ebenché da tempo Lei fosse partitadovevo rimediare a un grande errore.

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Nella chiesa v’entrai con passo lentospingendo con le mani il gran portonelungo la luce che sul pavimentoil sole tratteggiava nell’androne

Tutto intorno, sui muri, e per il tettoeffigi, affreschi, mosaici e quadriin svariati colori e ameno aspettodi angeli e santi, di figli e di madri.

Rapito rimiravo con incantodecorazioni e fregi d’ogni sortae procedetti alla navata, quandoa un tratto Lei m’apparve sulla porta

Mano casta e cuor pio(Mariapia, Mariapia)

“Ungi il capo alla fonte”

occhi verdi e benevolafronte. Riso di madre.

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In quel momento il cuore mi si arrestasi ferma, cede, poi scoppia gioiosocome il baleno che nella tempestabrilla, sile, poi tuona fragoroso

“Amore mioPiccola PiaTi ricordi chi sono?”

“Alessandro Marato.Potrei scordare l’uomoche mi disse hai sbagliato?”

“…”

“Mi sei mancato”

Così parlò l’amore rifuggitoe in lacrime gettò le braccia attornochi dall’amore era stato feritoora all’amore avea fatto ritorno.

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“Quanto tempo è trascorso?Quanto tempo separal’addio dal rimorso?… Mi sei mancata”

“…”

“Rimpiangi ciò che è stato?Quanto sarebbe potuto e non fu?”

“Qualche volta. E sol quandoil ricordo di temi richiama più forte”

“Allora perché?”

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“Così doveva andareQuest’era il mio destinoQuesto l’afflato…Un perché non ce l’ho!Che cosa vuoi che dica?!Se non volevi questoperché non m’hai baciato?”

“Un perché no, non c’ènon ci sono motivial timore d’amarenon vi è una ragionea fuggire l’amore.Ho sbagliato”.

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“Perché non sei tornato?”

“Amore… sono qui”

“Io t’avrei detto sì”

“Dillo lo stesso”

“Adesso no. Non posso”

“Dimmi che m’ami”

“Io t’amerei ma adesso…”

E singhiozzando spinse il capo al pettod’amore perso e poi ritrovatoforte piangendo, stringendomi strettocome al solo che mai avesse amato

“Adesso è tardi”.

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Poi delicata mi sciolse l’abbraccioma negli occhi zaffiro lei titubavae con la mano tenendomi il braccioesitò, mentre muta mi guardava

“Solo una cosa”

“Dimmi, mia rosa”

“Ti chiedo scusa”

E da bocca agognatasolo un bacio sul capo

“Addio amore mio”.

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