Il Piave… cent’anni fa la Grande Guerra · cent’anni fa la Grande Guerra. 2 Alpini… Sempre!...

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ANNO XXXVI - N. 1 - MARZO 2015 - Pubblicazione trimestrale - 3 0,05 Pubbl. inf. 50% BELLUNO TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/BL PERIODICO INFORMATIVO RISERVATO AI SOCI DELLA SEZIONE DI FELTRE DELL’A.N.A. IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BELLUNO DETENTORE DEL CONTO PER RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA Il Piave… cent’anni fa la Grande Guerra

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Il Piave…cent’anni fala Grande Guerra

2 Alpini… Sempre!2

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Il Piave…cent’anni fala Grande Guerra

DI QUESTO NUMERO SONO STATE STAMPATE 5.100 COPIE

PRESIDENTE:

Carlo Balestra

DIRETTORE RESPONSABILE:

Gianpaolo Sasso

ADDETTO ALLA PUBBLICITÀ:

Sergio Caddeo

ADDETTO AGLI INDIRIZZI:

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REDAZIONE DIRETTORE: Roberto CasagrandeVICE DIRETTORE: Italo Riera Collaborano: Lusa Dorino, Paolo Gris, Carlo Tirel, Bruno Saccaro e Ivo Dalla Mora

Direzione, Redazione e Amministrazionepresso la sede ANA - Via Mezzaterra, 11/AFELTRE - Tel. 0439/80992 - Fax 0439.83897E-mail: [email protected] del Tribunale di BellunoN. 6/79 - Prot. N. 23337 del 22 ottobre 1979Editore ANA Feltre - Via Mezzaterra, 11/A Iscr. repertorio ROC n. 23842Stampa DBS - Rasai di Seren del Grappa (BL)

IN COPERTINA:

Il Piave in località Castelnuovo

in Comune di Quero Vas.(Foto Erretre)

IN 4ª DI COPERTINA:

I reduci di LamonGiuseppe Cecconello

e Giuseppe Da Rugna.(Foto Gianni Cecconello)

“LA L EGGENDA DEL PIAVE”

24 maggio 1915 - 24 maggio 2015Il prossimo 24 maggio ricorreranno i 100 anni dall’i-

nizio del Primo conflitto mondiale sul fronte italiano.Nell’ambito della programmazione degli eventi

commemorativi, la Sezione A.N.A. di Feltre ha propo-sto ai 40 Gruppi che la compongono l’organizzazione, nella mattina del 24, di un momento congiunto di raccoglimento.

Ogni Gruppo organizzerà quindi presso il monumen-to o la lapide, una sobria celebrazione a ricordo dei Caduti del proprio paese o della propria frazione.

I soci potranno quindi rivolgersi al Capogruppo per conoscere orari e modalità di svolgimento della ceri-monia.

Il prossimo 24 maggio si ricorderanno i cent’anni dell’i-nizio delle operazioni belliche dell’Italia in quella che sarà poi definita la Grande Guerra. Una data che sentiamo citare ogni qualvolta si sente cantare “La canzone del Piave”. Il pezzo fu composto da E.A. Mario, pseudonimo del maestro Ermete Giovanni Gaeta, che si ispirò nello scriverne il testo alla resistenza dei nostri soldati sul fronte definito dal corso del fiume all’inizio dell’estate del 1918, una battaglia che si rivelerà decisiva per gli esiti del conflitto. La canzone fu resa nota ai nostri combattenti solo pochi mesi prima della fine della guerra attrverso la voce di un cantante dell’epoca, Enrico Demma. Il motivo si diffuse rapidamente tra i soldati e lo stesso generale Diaz sottolineò come essa sul piano del morale delle truppe valeva più del sostegno di un comandan-te. Il fiume che un secolo fa ispirò la più famosa delle canzoni patriottiche, oggi, dopo un secolo pare dirci “…il Piave mor-mora:…mai più la guerra!”

ALPINI CHE SI INCONTRANO Settembre 2014: Raduno Triveneto di Verona. Si

sono incontrati dopo la bellezza di 41 anni, Piergiorgio Maccagnan (volontario Protezione Civile) e Attilio Fiorini Carbognin. Erano militari in Carnia nel Rg. Pt. 11Aa - Btg. “Val Fella”.

SERGIO MATTARELLAÈ IL NUOVO PRESIDENTE

DELLA REPUBBLICALa Sezione di Feltre saluta Sergio Mattarella, il nostro

nuovo Presidente della Repubblica, e nel congratularsi per l’elezione Gli augura un proficuo impegno istitu-zionale.

VENERDÌ 27 MARZO 2015 - ORE 21,00 LIBRERIA QUATTRO SASS DI RASAI

Inaugurazione della mostra“Gli alpini e la Grande Guerra:le tavole di Achille Beltrame”.

Conferenza di Dino Bridda. La storia degli alpini

nella Grande Guerra raccontata attraverso le tavole realizzate dal Beltrame

per la “Domenica del Corriere”.

Alpini… Sempre! 33

Anche quest’anno il 27 gennaio e il 10 febbraio sono state celebrate rispettivamente la giornata della memoria e quella del ricordo.

La prima, prevista dalla legge italiana n.211 del 2000 e poi dalla risoluzione delle Nazioni Unite n. 60/7 del 2005 ha carattere internazionale e mira a consegnare alla memoria l’olocausto, lo sterminio di milioni di persone operato nei campi pianificati e realizzati dai nazisti in mezza Europa. Auschwitz, la località polacca, di Oswiecim con i suoi tre lager (quello centrale noto per il varco di entrata con la scrit-ta “Arbeit macht frei” ovvero il lavoro rende liberi, quello enorme di Birkenau e poi Auschiwtz III) ne è diventato l’e-sempio forse più truculento tanto che la scelta della giornata celebrativa è caduta sul 27 gennaio che costituisce la data di liberazione di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche. Ma non meno significativi per il loro sconvolgente messaggio di morte sono stati molti altri campi da Mauthausen a Dachau da Belsen Belsen a Buchenwald e così via tutti gli altri secondo un nutrito elenco dove figurano accomunati da una funesta missione orientata all’odio razziale e a una incomprimibi-le atrocità e disumanità di fondo. Dalle nostre parti sono comunque ancora vive le vicende e del campo di concen-tramento di Bolzano dove furono deportati anche parecchi feltrini e bellunesi (per alcuni purtroppo costituì una tappa di transito verso lager dell’area tedesca dove furono annientati) ed è noto anche il ruolo della risiera di San Sabba a Trieste.

La giornata del ricordo istituita dalla legge n. 92 del 2004 è squisitamente italiana e vuole rendere indelebile i fatti relativi alle vittime delle foibe, istriani, fiumani e dalmati e le vicende del confine orientale. Si è trattato di un’epopea di grande rilievo quella conosciuta da quelle popolazioni che hanno patito lo sparimento e il sacrificio di moltissime per-sone attraverso la macabra pratica dell’infoibamento attuata dai partigiani titini.

Benché il dettato della legge dia l’impressione di circo-scrivere il fenomeno agli eventi dell’area sopracitata, sotto il profilo sostanziale diventa abbastanza semplice e umana-mente naturale assimilare ad essi taluni fatti accaduti dalla nostre parti, in particolare quelli del Bus de la Lum in Alpago. Una vicenda che impone di usare il condizionale per una sua qualificazione formale, perché su di essa forse non si è fatto ancora luce del tutto, ma che presenta alcune similitudini indubbie con l’esperienza delle foibe della zona orientale. Nel dopoguerra a più riprese un centinaio di corpi sono stati recuperati ma pare che in fondo alla forra vi siano ancora molti resti umani.

Tuttavia non volendo fare di tutta l’erba un fascio, e al di là dell’episodistica che può risultare fuorviante e rischia di annebbiare la gerarchia dei fatti in ordine alla loro gravità, bisogna rimarcare che lo Stato italiano, uniformandosi anche all’atteggiamento di altri paesi, vuole giustamente colpire sotto il profilo criminale il negazionismo della shoah, del genocidio e dei crimini come definiti dallo statuto della Corte Penale Internazionale. Il relativo disegno di legge, portato avanti in maniera bipartisan ha già ricevuto nel febbraio scor-so l’approvazione da parte del Senato per passare all’esame della Camera dei deputati e dunque per diventare legge a tutti gli effetti.

Purtroppo l’elenco delle atrocità e dei crimini contro l’uma-nità nel mondo è molto lungo. Sono molti quelli del passato che non vengono celebrati per niente dalla comunità interna-zionale. Basti pensare ai morti nei gulag durante il periodo staliniano. Le stime dei numeri variano ma anche nell’ipo-tesi più ottimistica sono davvero pesantissime (cioè siamo comunque sull’ordine dei milioni di morti) eppure allo stato attuale non c’è una giornata che ricordi tali vittime.

Si osserverà che le giornate celebrative, in conclusione, rivelano un modesto impatto. Sicuramente è vero che non procurano grandi effetti e rischiano di essere avvilite da una meccanica ripetitività. In realtà sono al tempo stesso vedette e sentinelle che più che operare nella dimensione-spazio ope-rano nella dimensione-tempo per fare memoria e alimentare il ricordo di quanto avvenuto in passato, e di converso segna-lare i pericoli e gli abusi nonché controllare lo stato di salute della comunità globale per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali dell’umanità. Il loro contributo è a goc-cia e viene offerto secondo un’intermittenza a discontinuità annuale.

L’ammonimento che tracima dalla loro celebrazione corri-sponde alla sfida profondamente etica contenuta nella frase di Primo Levi quando afferma: Se questo è un uomo… con quanto ne consegue.

In fondo è un tema attualissimo che innesca nuovamen-te una miccia positiva verso la difesa delle più elementari regole di convivenza umana nel momento in cui registriamo non molto lontano dall’Italia un salto di qualità in direzio-ne dell’efferatezza fisica e dell’annientamento culturale e identitario nel compimento di crimini contro i popoli e le genti come nel caso dell’uccisione per taglio della gola degli ostaggi e nella deliberata distruzione del patrimonio storico artistico e archeologico di antiche civiltà nell’Iraq.

GIUSTO AMMONIMENTO DALLE GIORNATEDELLA MEMORIA E DEL RICORDO

di Gianpaolo Sasso

Campo di concentramento di Dachau (Foto di Donatella Boldo)

4 Alpini… Sempre!

www.labirreriapedavena.it - e-mail: [email protected]

ASSEMBLEA SEZIONALE di Roberto Casagrande

Domenica 22 febbraio i delegati e i soci dei quaranta Gruppi della nostra Sezione si sono riuniti nell’auditorium delle Canossiane a Feltre per l’annuale assemblea nel corso della quale vengono illustrati dati e avvenimenti relativi all’ultimo anno di vita sezionale. In questa occasione a pre-siedere l’importante appuntamento è stato chiamato Nazario Campi, presidente della Sezione di Valdagno gemellata con la nostra dal 2012. Nel rivolgere il saluto all’assemblea Campi sottolinea come nell’agenda operativa della Sezione di Feltre e di quella di Valdagno ci sia sempre uno spazio riservato ad iniziative a favore delle fasce più deboli della società, una sorta di unità di intenti che è stata ben tratteggiata nelle espressioni indirizzate dai due presidenti ai soci negli auguri per le ultime festività natalizie pubblicati dai rispettivi perio-dici sezionali. Dopo questo inciso Campi passa la parola al nostro presidente Carlo Balestra che, in apertura del suo intervento, invita la platea al saluto alla Bandiera e a rendere il dovuto pensiero di cordoglio ai soci scomparsi negli ulti-mi dodici mesi. Quindi si giunge come in ogni assemblea, al momento nodale, rappresentato dalla lettura da parte del Presidente della sua relazione morale. Riteniamo opportuno qui riportarne un’ampia sintesi per offrire ai tanti soci che non erano presenti il quadro della vita sezionale nell’anno da poco concluso.

Nel 2014 sembra essersi fermato il decremento degli iscritti pesantemente sofferto negli ultimi anni. In totale i soci sono 4636, di questi 3546 sono alpini e 1090 aggregati. Ancora molti sono coloro che, pur avendo svolto il servizio militare nel nostro Corpo, non si iscrivono poi all’Associa-zione. Una larga schiera di penne nere “dormienti”, che come ha evidenziato Balestra probabilmente risentono del clima di scoramento che l’opinione pubblica in generale prova nei

confronti anche di altri ambiti sociali, non ultimo la politica.

Continuando il Presidente fa un dettagliato resoconto delle attività e delle rappresentanze che hanno inten-samente occupato tutto l’arco dello scorso anno. In particolare si sofferma sull’inaugurazione del monumento agli Alpini Caduti in Afghanistan. Ricorda quindi la bella adunata nazionale di Pordenone e la folta rappresentanza sezionale che ha sfiorato le mille unità nella sfilata finale. Rilievo è dato anche all’ambito delle attività assistenziali, come la partecipazione alla colletta del Banco Alimentare, con quasi tutti i grandi centri di vendita e i piccoli negozi presidiati nell’attività di raccolta dei prodotti alimen-tari dalle penne nere. Non meno importante è stato l’impegno rivolto dai soci nell’iniziativa “Un fiore per aiutare”, che ha raggiunto il risultato economico previsto per il sostegno da dare al progetto “Casa Coletti”, iniziativa che viene illustrata in un altro articolo da parte del vice presidente Paolo Zanella. Nel passare al capitolo “cultura” Balestra ringrazia e saluta il maestro Danilo Facchin che dopo oltre trentatré anni lascia la direzione del Coro Piave Ana. Un applauso del pubblico presente sottolinea questo annuncio. Vengono di seguito ricordati i maggiori appuntamenti culturali: il recente con-certo di Natale, presentato dall’amica degli alpini Donatella Boldo e che ha visto la partecipazione oltre che del nostro complesso corale anche del Coro “Numeri atque Voces”, del Quintetto d’ottoni “Klomer Brass”; la consegna del premio “La penna alpina per la nostra montagna” attribuito lo scor-so anno ad Andrea Da Ronch, Ivan Piol, Amedeo Vergerio (alla memoria) e alla Cooperativa Lattebusche, mentre la targa “Gingi Bonzo” è stata assegnata al primo maresciallo Mario Schiavo. Un passaggio è stato riservato anche al nostro periodico “Alpini…Sempre!” e al Centro Studi per l’impe-gno manifestato dal vice presidente Stefano Mariech e dal consigliere Nicola Mione, specie per l’ottima organizzazione dei turni per i nostri volontari al Sacrario di Cima Grappa. Nel ricordare l’ottima rapporto esistente da tempo con le Forze Armate, il nostro Presidente saluta tra gli altri il nuovo comandante del 7° Reggimento Alpini, col. Diego Zamboni, presente tra le autorità, ricordando la recente consegna al Reparto della grande aquila lignea, che ora fa bella mostra

Il tavolo della presidenza (foto G. D’Alia).

Vessillo sezionale accompagnato dal presidente Carlo Balestra e dal comandante del 7° Rgt. Diego Zamboni (foto G. D’Alia).

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di sé nella caserma Salsa-D’Angelo a Belluno. Un pensiero viene rivolto anche ai nostri militari impegnati nelle missioni di pace all’estero e alla vicenda che coinvolge i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Il nostro Presidente dedica solo poche parole alla Protezione Civile, ambito che sarà poi ampiamente trattato dal vice presidente Giovanni Boschet. Ringrazia tutte le squadre dei volontari per l’impegno profuso e l’alta professionalità espressa, auspica che le istituzioni continuino a supportare economicamente la loro preziosa operatività. Anche per lo sport solo un breve cenno, in cui comunque Balestra rende merito ai risultati ottenuti dai nostri atleti in tutti i campionati cui hanno partecipato, complimentandosi in particolare con il tiratore Domenico Chiartano per il titolo di categoria gran master conquistato nel tiro a segno, specialità pistola.

Nelle concludere la sua relazione Balestra esprime alcune personali riflessioni sulla situazione di grave crisi econo-mica e morale che ancora vive il nostro Paese e sui recenti sanguinosi avvenimenti che come egli ha sottolineato “…stanno devastando la pacifica convivenza tra le genti in nome dell’intolleranza religiosa, etnica e culturale…”. Un lungo, caloroso applauso sottolinea soprattutto quest’ultima parte della relazione del nostro Presidente.

A seguire ha quindi preso la parola il vice presidente Francesco Mungo per l’illustrazione del resoconto economi-co. Entrambe le relazioni vengono approvate all’unanimità dai delegati presenti.

Nel successivo intervento il vice presidente Giovanni Boschet, coordinatore della protezione civile sezionale, concentra la sua attenzione sui rapporti attualmente esistenti con gli enti e le istituzioni, dove emerge un punto debole nel collegamento con la Regione che secondo Boschet manca di una strategia a lungo termine in ambito di protezione civile. Sottolinea poi il rilievo rivestito dalla formazione, la necessità futura di una graduale sostituzione dell’attrezzatura obsoleta, ma soprattutto evidenzia come il numero totale dei volontari della nostra Sezione sia stato ridimensionato negli ultimi tempi, portando la forza dai 470 agli attuali 380 uomini con il congedo della componente meno motivata. Al termi-

ne Boschet ringrazia i suoi più stretti collaboratori, tutti i volontari e in particolare le tante donne presenti nelle diverse squadre operative.

Prima dei tradizionali interventi delle autorità il presidente Balestra procede alla consegna di attestati di merito ai capi-gruppo uscenti Demis Broccon, Giorgio Gallina, Celestino Bertelle e Marco Brandalise. Vengono quindi distribuite alcune targhe al consigliere nazionale Onorio Miotto, giunto al termine del suo mandato, a Nicola Stefani, speaker ufficia-le delle nostre adunate nazionali, a Renato Monegato, amico della nostra Sezione e persona di grande generosità e altrui-smo, per lo sport a Ernesto Gaio, fresco campione nazionale di sci da fondo nella categoria B5, ad Emilio Pandini e ad Evaristo Ugarelli, decano dello sport, non solo tra gli alpini, e del quale abbiamo trovato notizia di una sua vittoria, davanti ad un pubblico enorme, nell’inverno 1942 a Croce d’Aune in una gara sciistica denominata “discesa obbligatoria gigante” 1.

Infine un riconoscimento viene assegnato ai responsabili della protezione civile che hanno lasciato il loro incarico: Sergio Tommasini, Pompilio Zucchetto e Giovanni Fantino Vettoratta. Detto dei saluti indirizzati alla Sezione dalle autorità intervenute, si forma quindi la consueta sfilata, aperta sotto la pioggia dalla Fanfara alpina di Borsoi, che si conclude al monumento ai Caduti con la resa degli onori. Il successivo pranzo presso il ristorante della Birreria Pedavena chiude nel modo migliore anche quest’anno l’assemblea delle penne nere feltrine. L’appuntamento è come sempre nell’ulti-mo fine settimana del mese di febbraio del 2016.

1 Da “Storia dell’ospedale di Feltre” di Adriano Rota - Tipografia Editrice “P. Castaldi” 1976

La Fanfara di Borsoi apre la sfilata (foto G. D’Alia).

La premiazione di Evaristo Ugarelli (foto G. D’Alia).

Cerimonia al monumento ai Caduti (foto G. D’Alia).

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6 Alpini… Sempre!

buona incisività interpretativa da attori dilettanti, sono stati tocca-ti diversi tragici aspetti della prima guerra mondiale, comuni peraltro ad ogni conflitto. Molto apprezzati dal folto pubblico presente in particolare quelli che trattavano la sofferenza della popolazione civile e in partico-

lare delle donne. Ma interesse hanno suscitato anche i riferi-menti alla condizione dei soldati in trincea, alle irresponsa-bili decisioni prese spesso da alcuni alti ufficiali che hanno portato all’inutile perdita di migliaia di vite umane, compresa quella operata con le decimazioni per codardia. Emozione è stata poi creata dalla messa in scena di alcune drammatiche situazioni tratte da diari dal fronte e da testimonianze storiche dell’epoca. Un altro appuntamento culturale che, pur nella particolare versione teatrale, ha fatto presa sui presenti nel descrivere la Grande Guerra attraverso le vicende di tanti individui che hanno rappresentato, come recitava il titolo, quegli “uomini a perdere” dei quali oggi, dopo cent’anni, noi alpini cerchiamo di ritrovare l’identità e ridare la dignità anche attraverso il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole con il progetto “Il milite non più ignoto”.(Foto di Giuseppe D’Alia) R.C.

Come la consuetudine vuole ormai da diversi anni, anche in questo 2015 l’Assemblea sezionale è stata preceduta nella serata del sabato da un evento culturale aperto non solo alle penne nere ma a tutti coloro che vivono con interesse la storia e i valori degli alpini. Quest’anno protagonista è stato il teatro con il lavoro, ispirato alla Grande Guerra, “Uomini a perde-re”, messo in scena il 14 febbraio dal laboratorio di recitazio-ne di Roberto Faoro, che ne ha curato anche la regia. A com-mentare quanto si svolgeva sul palco dell’Auditorium delle Canossiane i brani del Coro femminile “Voci Incanto”, diretto dal maestro Lorenzo Luciani. Nei diversi quadri, recitati con

SERATA CULTURALE

Il regista Roberto Faoro presenta gli interpreti della serata.

Il Coro “Voci Incanto” diretto dal maestro Lorenzo Luciani.

Il folto pubblico presente.

Interessante appuntamento quello che si è tenuto sabato 20 dicembre presso l’Auditorium dell’Istituto “Negrelli-Forcellini” di Feltre e dal titolo “Guerra e Pace – Ieri e Oggi”. Un tema di pressante attualità quello proposto dall’incontro con il professor Hermann Salton, docente universitario di diritto internaziona-le, il quale nel suo intervento ha relazionato sui conflitti passati e presenti, sottolineando il ruolo delle Nazioni Unite nei tentativi di soluzione delle controversie internazionali che sono causa prima delle guerre. Nell’occasione sono state anche illustrate due tesine redatte lo scorso anno in occasione dell’esame di matu-rità da due studenti dell’Istituto e che trattano gli argomenti della guerra e del terrorismo così come sono stati vissuti nelle loro terre d’ori-gine. Silvia De Martin Pinter, comelicese, ha raccontato ne “La storia attraverso gli occhi dei comeliani”, attraverso l’apporto di testimo-

nianze di alcuni abitanti dei luoghi, tragiche pagine di storia del secolo scorso, riferite alle due guerre mondiali e alla stagione del terro-rismo in Alto Adige negli anni 50/60 e della quale la strage di Cima Vallona fu l’episodio più sanguinoso con quattro vittime e un ferito grave. Lorenzo De Bortoli, il cui cognome tra-disce l’origine sovramontina, ha invece ricor-dato nel lavoro “Vent’anni bruciati” l’incendio di Aune perpetrato dai tedeschi nell’agosto del 1944 e visto attraverso il racconto della nonna Edera che allora aveva solo vent’an-ni. Due esempi di come i giovani possono leggere la storia vissuta e spesso subita dalle persone comuni, aldilà degli avvenimenti, dei personaggi, dei luoghi e delle date riportate sui testi scolastici. All’evento erano presenti i sindaci di Comelico Superiore e Sovramonte e il nostro presidente Carlo Balestra.

R.C.

GUERRA E PACE - IERI E OGGI

La copertina del fascicolo che contiene le due tesine.

Alpini… Sempre! 7

Come avviene ormai da diversi anni la nostra Sezione ha voluto rivolgere gli auguri in occasione delle festività di fine d’anno ai soci, agli amici degli alpini, alle loro famiglie e a tutta la cittadinanza feltrina. L’ occasione è stata la serata organizzata lo scorso 19 dicembre presso l’Auditorium delle

Canossiane. Protagonisti dell’evento il coro “Numeri Atque Voces” di Lamon e il quintetto di ottoni “Klomer Bass”, diret-ti rispettivamente da Donato Cengia e Renato Pante. Il con-certo, molto apprezzato dal numeroso pubblico intervenuto, ha lasciato anche ampio spazio ad un’ importante argomento di riflessione dedicato ai diritti delle donne e dei bambini, troppo spesso violati e mai sufficientemente difesi. Una tematica delicata, che riguarda il mondo intero e della quale purtroppo troviamo tristi esempi anche nel nostro Paese. Infatti non esistono solo le violenze fisiche e sessuali, le discriminazioni sociali, lo sfruttamento lavorativo di donne e bambini in tante parti della Terra, dovuti anche a malaugurate interpretazioni di dottrine religiose o alla mancanza di un’a-deguata tutela legislativa, ma l’attualità quotidiana ci indica che anche nelle città, nei posti di lavoro e nelle case della nostra bella Italia i diritti di donne e bambini non sono sem-pre garantiti. Un messaggio questo ben espresso nella presen-tazione della serata da parte dell’amica degli alpini Donatella Boldo e nelle parole del presidente Carlo Balestra, che per l’occasione ha voluto leggere il testo dell’intervento che

la giovane premio Nobel Malala Yousafzai ha rivolto all’assemblea delle Nazioni Unite alcuni mesi fa e nel quale chiedeva il rispetto dei diritti per i bambini di tutto il mondo. Anche papa Francesco, in occasione dell’omelia del Natale, non ha mancato di rivolgere il suo pensiero su questa dram-matica realtà. L’incontro per lo scambio degli auguri natalizi ha sottolineato l’attenzione della Sezione Alpini di Feltre per le grandi questioni sociali, come lo fu l’anno prima per la serata dedicata alla pace nel mondo. Tornando alla cro-naca, dopo il conferimento di alcuni riconoscimenti e dei contributi annuali al nostro Coro e all’Ana Atletica Feltre da parte del presidente Balestra, il responsabile della protezione civile Giovanni Boschet ha consegnato ai ragazzi che nel corso dell’estate hanno preso parte al campo scuola a Malga Fosse un dvd fotografico a ricordo dell’esperienza vissuta. E’ quindi salito sul palco il Coro Piave Ana che ha aperto il concerto con due canti natalizi. Un lungo applauso ha salu-tato il maestro Danilo Facchin, che dopo 33 anni ha lasciato la direzione del complesso vocale. A seguire la scena è stata occupata dal Coro “Numeri Atque Voces” e dal Quintetto di

ottoni “Klomer Brass” che si sono alternati nell’esecuzione di un repertorio vario, comprendente brani classici e moderni da Luciano Perosi a Paolo Bon, da Giuseppe Verdi a Ennio Morricone. Non è mancato un omaggio alle penne nere pre-senti con l’esecuzione del “Trentatré” da parte del complesso degli ottoni, accompagnati da tamburo e grancassa. Renato Pante alla tromba ha anche eseguito il “Silenzio”, dopo che Donatella Boldo ne ha raccontato l’origine risalente alla Guerra di Secessione americana. La conclusione ha visto l’esecuzione del canto natalizio “Adeste Fideles” e dell’In-no d’Italia da parte dei componenti dei due Cori presenti, accompagnati dai “Klomer Bass”. I saluti e gli auguri rivolti al pubblico da parte del sindaco di Feltre Paolo Perenzin, dal consigliere regionale Dario Bond e dal comandante del Battaglione Felte ten. col. Gianmarco Di Leo hanno concluso la bella manifestazione prima dell’immancabile brindisi fina-le. Ancora “Buon 2015” a tutti!

Roberto Casagrande

TRADIZIONALE CONCERTO PER LE FESTIVITÀ NATALIZIE

Il coro “Numeri atque Voces” (foto G. D’Alia).

I ragazzi del campo scuola di Malga Fosse (foto G. D’Alia).

Il quintetto di ottoni “Klomer Brass” (foto G. D’Alia).

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Il nuovo anno ha portato grandi cambiamenti all’interno del nostro complesso corale. Il maestro Danilo Facchin ha infatti lasciato la direzione alla fine del 2014 e in sua sosti-tuzione è arrivato un alpino, il maestro Aldo Speranza, che sta portando nuovo vigore e grande entusiasmo tra i coristi. Anche il numero degli elementi è aumentato, con nuovi arrivi e il rientro di qualcuno che negli ultimi anni aveva lasciato il coro. Questa nuova situazione rappresenta una garanzia per

il futuro del gruppo corale, dopo le pessimistiche previsioni degli scorsi anni. Il maestro Facchin ha lasciato dopo oltre 33 anni di costante ed appassionata direzione. I coristi gli espri-mono il loro sincero ringraziamento e la loro stima per tutto il lavoro da lui fatto in questi anni. Oltre alla direzione artistica, ha insegnato loro la tecnica di canto. La lettura degli spartiti musicali ed ha inserito nel già nutrito repertorio del coro molti nuovi brani. Da sottolineare poi la partecipazione ai moltissimi concerti, ai concorsi e alle manifestazioni in Italia e in tanti paesi europei e sudamericani. In queste trasferte il coro Piave Ana ha sempre riscosso grandi apprezzamenti, oltre a suscitare grandi emozioni nei cuori dei tanti nostri emigranti nell’ascoltare le canzoni della loro terra d’origine. Innumerevoli sono poi state le presenze agli eventi orga-nizzati dalla nostra Sezione e alle adunate nazionali. Colgo l’occasione per rivolgere ancora una volta l’invito ai gio-vani, amanti del canto, di avvicinarsi al coro Piave Ana per garantire un costante ricambio generazionale e dare così la possibilità ai coristi più anziani di passare “la stecca”, senza che ciò comprometta l’esistenza futura del complesso corale.

Viva il Coro Piave Ana! Viva gli alpini!Giuseppe D’Incau

CORO PIAVE ANA SALUTO IL MAESTRO DANILO FACCHIN

Nella serata di sabato 13 dicembre al Teatro “La Fenice” di Venezia è stato rappresentato in prima assoluta lo spet-tacolo “Eroi sono quelli che costruiscono la pace”. Autore della drammaturgia e dell’adattamento lo storico veneziano Sandro Cappelletto, mentre la parte musicale è stata affidata al dott. Claudio Ambrosini compositore veneziano di fama internazionale.

L’allestimento dello spettacolo è stata un’idea del dott. Claudio Ambrosini, dopo aver letto il libretto “La grande Guerra (vista con gli occhi di un bambino)” riportante una serie di pensieri che don Giuseppe Boschet scrisse a undici anni ricordando quanto vide all’età di quattro nel paese natio di Lamen. Qui era acquartie-rato un folto gruppo di militari austro-ungari-ci in guerra sul fronte del monte Grappa. Allo spettacolo hanno partecipato una cinquantina di feltrini coordinati dalla Signora Anita De Marco di Seren del Grappa promotrice della pubblicazione del succitato libretto.

Presenti molte autorità, tra cui i sindaci di Feltre Paolo Perenzin e di Seren del Grappa

Dario Scopel, il suo predecessore Loris Scopel e il presidente della nostra Sezione Carlo Balestra con i suoi vice Giovanni Boschet e Francesco Mungo. Naturalmente erano presenti la quasi totalità dei nipoti di don Giuseppe. Durante lo spetta-colo si sono alternate letture di alcuni pensieri del piccolo Giuseppe, canti alpini del coro Coenobium Vocale e alcuni brani cantati dal soprano Sonia Visenti.

II supporto musicale è stato magnificamente svolto dal pianista Matteo Lira, dal giovane percus-sionista Giulio Somma e dal trombettista Alberto Perenzin, fratello del primo cittadino di Feltre. Per quasi due ore il folto pubblico presente al prestigioso teatro veneziano ha seguito lo spettacolo in totale silenzio, avvol-to da una struggente emozione e apprezzando soprattutto l’originalità e l’ autenticità dei ricordi del bambino Giuseppe.

Per tanti feltrini, alpini e non, è stata un’ot-tima occasione per entrare per la prima volta nel rinomato Teatro “La Fenice” della città lagunare.

Giovanni Boschet

LA GRANDE GUERRA VISTA DA DON GIUSEPPE BOSCHETALLA “FENICE” DI VENEZIA

Alpini… Sempre! 9

Nell’ultimo numero di “Alpini…Sempre!” avevo concluso la mia esposi-zione sulle attività sociali della Sezione chiedendovi di aderire, nei limiti delle vostre possibilità, all’ini-ziativa “Un fiore per aiu-tare”, giunta alla diciotte-sima edizione.

Il ricavato di questa importante iniziativa a carattere benefico, con decisione unanime del Consiglio di Sezione, è destinato al progetto “Casa Coletti”, che come oramai noto, intende

coprire un’esigenza che, purtroppo, anche nel nostro terri-torio, sta diventando un’emergenza. Parliamo di donne sole, abbandonate, vittime di violenza, mamme con bambini con disagi sociali o abitativi.

Con grande piacere e riconoscenza verso voi tutti, deside-ro comunicarvi che il mio appello non è caduto nel vuoto. Non sono ancora in grado di darvi i numeri definitivi della raccolta fondi, in quanto ci sono ancora dei gruppi che pur-troppo non hanno comunicato e consegnato il loro contributo. Posso però dirvi che siamo vicini al risultato che ci eravamo prefissati e che sicuramente saremo in grado di onorare l’im-pegno che ci siamo presi con l’Istituto Carenzoni Monego di

Feltre, che è il promo-tore del nuovo servizio. Sentite le varie esigen-ze più urgenti per poter avviare la casa e quindi cominciare ad accoglie-re le prime persone biso-gnose, ci siamo orientati su quella più urgente di tutte. Disponendo infatti la struttura di due alloggi per disabili con difficoltà motorie agli arti inferiori,

di natura permanente o anche solo temporanea, c’era la neces-sità – e quindi l’obbligatorietà imposta dal Comune di Feltre – di avere la possibilità di accesso alle unità abitative preposte attraverso una servo-scala con piattaforma per il superamento delle barriere architettoniche. Per fortuna gli scalini per arri-vare a questi alloggi sono solo tre.

Quindi il costo è relativamente modesto. Si parla comunque di migliaia di euro e quindi non facili da reperire in questi

tempi. Siamo pertanto oggi in fase di valutazione di proposte da parte di ditte specializzate. Naturalmente in stretto contatto con la direzione lavori e con l’Istituto Carenzoni Monego, alla quale spettano le indicazioni tecniche e normative. Saremo comunque noi alpini della Sezione di Feltre a finanziare que-sta importante necessità. Farò il possibile perché nel prossimo numero del giornale sia pubblicata una bella foto dell’opera conclusa e funzionante. Per ora posso solo ringraziarvi per la straordinaria generosità con cui avete aderito anche a questa iniziativa; c’è da essere orgogliosi di voi e di tutti quelli che hanno risposto “presente!”.

Devo ora ringraziarvi per un’altra importante prova di gene-rosità portata a buon fine. Si tratta della giornata nazionale della colletta alimentare dello scorso 29 novembre. Di questa abbiamo i numeri definitivi, che vi faranno capire quanto siano importanti gli alpini tutti, in modo particolare quelli della Sezione di Feltre per il nostro territorio di competenza.

Ecco i numeri: a livello italiano sono state raccolte 9201 tonnellate di alimenti, il 2% in più rispetto al 2013. In pro-vincia di Belluno, sono 75 le tonnellate raccolte, con un 5% in meno rispetto al 2013. Erano coinvolti 137 punti vendita.

La Sezione di Feltre ha raccolto quindici tonnellate, una in meno del 2013. Teniamo conto, però, che il 14 giugno 2014, c’era stata la colletta straordinaria con una raccolta in provin-cia di Belluno di venti tonnellate, di cui tre e mezza raccolte dalla nostra Sezione, con otto punti vendita coinvolti.

Per andare poi nello specifico e sottolineare la rilevanza della nostra presenza, sui quaranta punti vendita del feltrino aderenti all’iniziativa il 29 novembre, solo due non erano presidiati dagli alpini della Sezione. I Gruppi coinvolti sono stati 31 su 40, i volontari alpini e amici 260. Se non si può essere soddisfatti e orgogliosi leggendo questi dati, ditemi voi quando si può esserlo. Anche la responsabile provinciale della colletta alimentare, signora Maddalena Garolla, mi ha pregato di ringraziare i capigruppo, da sempre primi artefici del com-portamento esemplare dei propri associati, e tutti i volontari che ci hanno messo l’impegno e la faccia nei supermercati nel giorno della raccolta. A garanzia che quello che viene donato va a finire in mani di chi ha effettivamente bisogno.

Anche da parte mia e del Consiglio di Sezione al completo, il grazie più sincero a tutti. Concludo affermando che queste dimostrazioni di solidarietà sono le espressioni tangibili della nostra identità, dei nostri valori, del ruolo che ancora rivestia-mo nella società. Alla prossima!

Il Vice Presidente incaricato Paolo Zanella

L’IMPEGNO DEGLI ALPINI PER LA SOLIDARIETÀ

Insaccati di produzione propriaProdotti cotti: porchette, stinchi, lasagne, arrosti vari

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINISezione di Feltre

17ª GIORNATA SEZIONALE DELLA SOLIDARIETÀ

Gruppo:

UN FIORE PER AIUTARE(aiutaci per poter aiutare)

Raccolta fondi promossa dalla Sezione, il cui ricavato sarà interamente finalizzato al progetto “Casa Coletti” struttura che si propone di ospitare donne sole, vittime di violenza, madri con bambini in difficoltà familiare, con disagi sociali o abitativi. In collaborazione con l’Istituto Carenzoni Monego di Feltre. Il Presidente Sezionale geom. Carlo Balestra

festività natalizie 2014 - 2015

Stampa DBS Rasai - www.tipografiadbs.it - 11.14

L’ingresso di Casa Coletti dove andrà montata la servoscala.

Alpini del Monte Cauriol impegnati nella vendita di piantine.

10 Alpini… Sempre!

PRIMO RADUNO DEL BATTAGLIONE “FELTRE”Si svolgerà il 18 e il 19 luglio

prossimi a Feltre il primo raduno del Battaglione che dal 1886, anno della sua costituzione, ne porta il nome e che dal 1912 al 2005 ha trovato sede nella caserma “Zannettelli”. Attualmente il Reparto, storica componente del 7° Reggimento Alpini è ospitato nella caserma Salsa D’ Angelo di Belluno.

Nell’occasione si terrà anche il raduno degli artiglieri del Gruppo “Agordo”, ma non saranno solo loro le penne nere presenti a Feltre in quei giorni, perché siamo certi che tanti altri alpini, pur non avendo svolto il servi-zio militare nelle fila del Battaglione, sono affezionati ad esso e vorran-no esprimere insieme i sentimenti di quell’ “orgoglio alpino” che travalica l’appartenenza a questo o quel reparto.

Il programma dell’evento, che si articolerà come già indicato in due

giornate, è ormai in via di completamento e troverà il suo apice nella sfilata conclu-siva che si terrà la domenica mattina. Si sfilerà probabilmente per compagnia di appartenenza e il percorso sarà lo stesso del raduno triveneto del 2012. Come in quella indimenticabile manifestazione anche in questa occasione sarà riaperta al pubblico la caserma “Zannettelli”, all’in-terno della quale sarà allestita una mostra fotografica che ripercorrerà la storia anche recente del Btg. “Feltre”. L’invito rivolto a tutti coloro che hanno indossato la nappina bianca nel 7° Rgt. alpini, quel-la appunto del “Feltre”, è quindi quello di far pervenire alla sede sezionale, quanto prima possibile, immagini fotografiche significative del loro periodo di naja. Nel prossimo numero daremo ampio spazio al raduno che rappresenta l’appuntamento più importante nell’agenda 2015 della nostra Sezione. R. C.

Cronaca quasi in “diretta” della Giornata del Ricordo di martedì 10 febbraio 2015, vista da una moglie di un Alpino.

Da Feltre di buon’ora siamo partiti con un pulmino, ma comodamente seduti, un viaggio tranquillo tra il nostro par-lottare e qualche breve silenzio per guardare dal finestrino il sorgere del sole, le grandi spianate di campi e prati. L’autista è giovane, vigile e attento; siede accanto a lui il “capitano della compagnia”. Siamo arrivati: è ormai giorno, si fa cola-zione in un bar del paese. Pochi minuti e si arriva sul luogo della Foiba di Basovizza. Piano, piano, il piazzale antistante si riempie di militari, civili e ragazzi di qualche Istituto della città di Trieste. La cerimonia solenne, commovente. In breve si fa un silenzio assoluto; nemmeno il vento, che in questo luogo vicino al mare fa sentire la sua voce. Le bandiere, i labari, i gonfaloni e i numerosi gagliardetti sono schierati. I discorsi delle Autorità civili e militari toccano profonda-mente l’animo nel triste ricordo dell’eccidio di migliaia di innocenti. Il suono del Silenzio, gli inni di Mameli e del Piave scuotono e mettono sull’attenti gli alpini e tutti gli altri militari. Il sole alto nel cielo di un azzurro intenso riscalda il corpo e lo spirito, una lacrima mi bagna la guancia e una preghiera quasi sussurrata sale alta su nell’immenso cielo per ricordare i nostri cari. La mattinata si è conclusa con le consuete foto di rito, attorniati dall’abbraccio fraterno del nostro Presidente nazionale degli alpini Sebastiano Favero.

Lasciamo il paese di Basovizza e proseguiamo per il pranzo in una trattoria vicino a Redipuglia. Non poteva mancare una doverosa visita al maestoso e imponente Sacrario, si sale fino alla sommità dove si ergono le tre croci. Noi “alpini”, quasi sperduti a guardare tra un gradone e l’altro in silenzio gli eroi caduti che qui riposano. Tappa anche all’adiacente museo dei cimeli di guerra sul colle Sant’Elia e visita alle vicine trincee. A pomeriggio inoltrato si riparte per il viaggio di ritorno, mentre ci accompagna all’orizzonte in un’enorme palla di fuoco il tramonto del sole.

Menegaz Gianna Maddalozzo – Gruppo Arsiè

GIORNATA DEL RICORDO

La rappresentanza feltrina a Bassovizza.

Alpini… Sempre! 11

Gli alpini tornano a scuoladi Gregorio Pezzato – Capogruppo Sezione A.N.A Vallarsa

L’iniziativa, illustrata nell’articolo che segue redatto dal capogruppo di Vallarsa della Sezione di Trento, nasce all’interno del progetto “I giovani incontrano il volonta-riato” con la collaborazione tra le classi terze dell’Istituto Comprensivo di Lamon e gli alpini di Lamon, Sovramonte, Vallarsa, con il supporto dei due comuni bellunesi e il patrocinio del Centro Servizi Volontariato di Belluno, spor-tello scuola.

Nel mese di settembre, i ragazzi delle scuole medie di Lamon e Sovramonte giungevano, con i loro insegnanti, in Vallarsa, piccola e sconosciuta valle del Trentino.

Dire cosa sia la Vallarsa, è semplice e difficile nel con-tempo. È una valle selvaggia, aspra e, purtroppo, molto spopolata. Ma è anche una valle che riposa sulla storia. Quella con la “S” maiuscola. Vi arrivarono i Romani, poi, nel Medio Evo, i minatori tedeschi, quindi i Veneziani ed infine gli Austriaci. Da ultimi, giusto cento anni fa, arriva-rono le truppe italiane: e fu nel corso della prima Guerra Mondiale... Da allora, la sua storia e la sua orografia cam-biarono definitivamente. Quattro anni di guerra infersero al territorio delle ferite che sono ancora oggi visibili: nelle nere occhiaie delle postazioni di artiglierie e delle mitra-gliatrici che segnano le rocce; nei solchi incancellabili delle trincee ancora presenti sul terreno; nei colpi delle granate che quel terreno hanno arato migliaia e migliaia di volte; nei chilometri di gallerie scavate nella “pancia” delle montagne; e nel profilo di una di esse, il Dente Italiano, sul Pasubio, distrutto, per sempre, dallo scoppio di una colossale mina. Gli eroismi di anonimi combattenti hanno riempito le pagine dei libri di storia. Solo a tre di loro, per parte italiana, la Storia ha concesso l’onore dell’immortali-tà: Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa.

Della loro sofferenza, fisica, psichica e morale, di quella “via del Dolore”, che ciascuno di loro ha percorso, però, nessuno ha mai parlato. Solo ora, qualcosa, comincia a tra-pelare dagli archivi polverosi... Così come nessuno ha mai voluto sapere nulla del dolore e della strazio della gente di Vallarsa, costretta ad abbandonare la sua terra per diventare profuga in qualche regione d’Italia o nelle lande desolate

dell’Austria. Di queste cose gli Alpini della Vallarsa hanno voluto parlare con i ragazzi, all’interno di un percorso denominato “Sulle tracce della nostra storia”. E queste cose hanno vissuto i ragazzi, girando per il territorio, assieme ai loro insegnanti. Ma la gita sarebbe stata incompleta se non fossero stati accompagnati anche dai “loro” Alpini, dagli alpini, cioè, di Lamon e Sovramonte.

Ne è nata così una storia di amicizia, di stima reciproca, di racconti, di memorie che ha portato al loro gemellaggio con il Gruppo di Vallarsa, in un clima di viva cordialità e simpatia.

A distanza di qualche mese gli Alpini del lamonese vogliono ricambiare, facendo le cose in grande.

Per il mattino del 30 di maggio, in collaborazione con altre Associazioni di Volontariato hanno pensato ad una cerimonia che, oltre al gemellaggio, coinvolga i ragazzi sui grandi temi della pace, dell’amicizia e della solida-rietà, lasciando, per il pomeriggio, il tempo agli “adulti” di scoprire le bellezze storiche, culturali e gastronomiche del territorio. Gli Alpini di Vallarsa, per contro, pensano di ricambiare, portando a Sorriva una mostra dal titolo “La Vallarsa di carta”, per illustrare, attraverso le carte recu-perate presso l’Archivio storico dell’Arma del Genio, una parte degli interventi effettuati sul territorio dalle truppe italiane per fare la guerra.

Ragazzi delle scuole di Lamon e Sovramonte a Vallarsa nello scorso settembre.

12 Alpini… Sempre!

Protezione Civile Sezionale

LA PROTEZIONE CIVILE ENTRA NELLE SCUOLEIl 20 novembre dello scorso anno, su invito di un gruppo di insegnanti della scuola superiore di primo grado “G. Rocca” di Feltre coordinato dalla Prof. ssa Eleonora Zadra, si è svol-to un incontro tra alcuni rappresentanti dell’associazionismo locale e le classi seconde della succitata scuola.

L’obiettivo generale era la conoscenza della struttura e del raggio d’azione di alcune associazioni di volontariato che operano a favore della collettività.

Per la Sezione dell’Associazione Nazionale Alpini di Feltre era presente il coordinatore della Unità di Protezione Civile Giovanni Boschet. Egli, aiutandosi con numerose diaposi-tive scattate durante le principali emergenze, ha spiegato al gruppo di giovani studenti la struttura organizzativa della Protezione Civile degli Alpini in congedo.

Successivamente ha illustrato le più significative esperien-ze svolte in attività di prevenzione dei rischi e nelle operazio-ni di soccorso a seguito di terremoti ed alluvioni.

Al termine, con piacere, ha risposto alle tante domande che i ragazzi gli hanno posto e che hanno evidenziato la buona preparazione ricevuta dalle loro insegnanti.

Per l’associazione il Fondaco per Feltre era presente la stu-dentessa universitaria Carla Cassol, mentre per l’associazio-ne Vivere il Lago del Corlo era presente l’alpino del Gruppo di Arten Severino Turra.

Speriamo che tra qualche anno qualcuno degli allievi pre-senti si avvicini alla nostra associazione e chieda di entrare a far parte della Protezione Civile.

G. B.

LA PROTEZIONE CIVILE IMPEGNATA NELLAEMERGENZA FRANA SULLA SS. 52 “CARNICA”

La fine dell’anno 2014 non à stata caratterizzata, come l’anno precedente da intense nevicate, bensì da una impor-tante frana che ha parzialmente ostruito la transitabilità della Strada Statale n. 52 “Carnica” all’altezza di Coltrondo nei pressi di Santo Stefano di Cadore.

Trattandosi dell’unica strada di collegamento tra il basso Cadore e il Comelico, è stato necessario l’intervento tempe-stivo della Protezione Civile. La Regione Veneto, in accordo con la Prefettura, ha deciso di istituire una viabilità alter-nativa per il tempo necessario a ripristinare la transitabilità della grossa arteria stradale. A regolare l’ingresso e l’uscita delle automobili e dei mezzi di soccorso attraverso la viabi-lità alternativa lungo la valle “Bus de Val” a sud del monte Coltrondo, sono state chiamate le Associazioni di volontaria-to di Protezione Civile Bellunesi.

Si trattava di disporre due gruppi di volontari, uno all’in-gresso e uno all’uscita della viabilità alternativa che, con turni di 6-8 ore potessero garantire nell’arco delle 24 ore un deflusso a senso unico alternato.

Il tutto sotto il coordinamento delle forze di Polizia Stradale e del personale dell’ANAS.

I due gruppi di volontari sono sempre rimasti in collega-mento radio tra loro e con il Centro Operativo Comunale di Auronzo al quale è spettato l’onere della gestione dei volon-tari in sinergia con la Sala Operativa Provinciale. L’unità di Protezione Civile dell’ANA di Feltre ha concorso alla coper-tura di tre turni. Il primo, iniziato al mattino del 15 novembre, si è concluso al mattino del 17 ed ha visto la partecipazione di

10 volontari provenienti dalle squadre di Lamon, Pedavena, Arson, Seren del Grappa e Santa Giustina. Nel secondo turno, dal 28 novembre al 29 novembre hanno dato il loro contributo 12 volontari delle squadre di Lamen, Fonzaso-Arten, Lamon, Feltre e Lentiai. Nel terzo ed ultimo turno sono stati in Cadore 7 volontari delle squadre di Lamon, San Gregorio, Arson, Santa Giustina, Vignui e Lamen per lo svolgimento del ser-vizio dal mattino del 3 dicembre fino al giorno successivo.

Dunque un’ emergenza impegnativa, viste anche le condi-zioni atmosferiche particolarmente avverse, per un totale di 1460 ore di servizio.

Il vitto e l’alloggio, assicurato dalle Amministrazioni comunali, a detta dei volontari, è stato ottimo. Grazie a tutti i volontari per questo impegno profuso a favore della collet-tività locale.

Giovanni Boschet

Alpini… Sempre! 13

Pensieri…Presto, il 24 maggio di quest’anno, saranno trascorsi cento

anni da quel giorno lontano del 1915 in cui cominciò la nostra guerra e iniziative di ogni genere e di ogni caratura pullulano per ogni dove. Si ha l’impressione, però, che non tutti cerchino di approfondire seriamente il tema, che spesso appare purtroppo derubricato a ‘palestra’ di scontri ideologici dal sapore francamente un poco stantio, e si assiste invece sovente all’espressione di opinioni di dubbio fondamento, quando non palesemente fuorvianti (o anche solo fuorviate), veri e propri miti che tendono più che alla ‘fondazione’ - fun-zione precipua del mito - alla ‘demolizione’ (purtroppo non solo morale). Uno dei bersagli preferiti della rivisitazione in chiave contemporanea dei fatti della Grande Guerra sono gli Ufficiali, in particolar modo quelli Generali.

Senza che chi parla - e talora straparla - sappia magari bene come sia organizzata e funzioni una forza armata e, nella fattispecie, come fosse organizzato e funzionasse il Regio Esercito nel 1915 (tant’è che anche in recenti opere cinema-tografiche che si presupporrebbero veicolo di informazione dedicata soprattutto alle scuole si confondono allegramente i battaglioni con i reggimenti, per non parlar d’altro), si addi-tano al pubblico ludibrio i ‘Generali’, qualificati come ‘cri-minali’, ‘disumani’, ‘vigliacchi’ e chi più ne ha più ne metta. Con un inveterato errore di prospettiva si guardano le cose di ieri con gli occhi - e i paraocchi - di oggi, tranciando giudizi; come di consueto i concetti di ‘responsabile’ e di ‘colpevo-le’ finiscono per sovrapporsi, portando alla formulazione di anatemi e alla formazione di persistenti luoghi comuni e peri-colosi preconcetti, che risultano tutto sommato anche odiosi, viziati come sono di contemporaneità (mi corre qui di citare - senza commentare - la proposta dell’Ordinario Militare Monsignor Santo Marcianò per riabilitare i disertori…).

Non mi è possibile abusare ulteriormente della pazienza dei lettori, ma prima di affrontare il tema che mi ero proposto vorrei ‘buttare lì’ qualche semplice dato anagrafico, tanto per sfatare un po’ il mito dei Generali che ben lontani dalla pugna giocano alla guerra sulla pelle dei poveri fantaccini trattati come soldatini di piombo, e vorrei rammentare che i militari di carriera sono dei tecnici, seppure di tipo particolare, che sottostanno alle deliberazioni, agli impulsi, agli obiettivi, ai calcoli spesso inconfessabili di un’altra componente della società detentrice del potere decisionale, che è quella dei depositari dell’autorità politica e che, nel bene e nel male, sono anch’essi un prodotto della propria epoca.

Qualche nome

Antonio CAntore, ligure, che non necessita certo di presen-tazioni in questa sede, ma che comunque era nato a San Pier d’Arena il 4 agosto 1860, Comandante della 2ª Divisione di Fanteria, ucciso da un cecchino a Forcella Fontananegra, sulle Tofane, il 20 luglio 1915. Sintomatico il polverone sollevato attorno alla sua morte, pur così limpida.CArlo MontAnAri, piemontese, nato a Moncalvo Monfer-rato il 14 marzo 1863, Comandante della Brigata Forlì (43° e

44° Reggimento Fanteria), ferito in combattimento a Q. 383 (Plava) il 5 novembre 1915 e deceduto il 9 successivo. FerruCCio troMbi, nato a Modena il 1° agosto 1858, Comandante della Brigata Livorno (33° e 34° Fanteria), caduto in combattimento a Oslavia il 28 novembre 1915.

L’ANGOLO DELLA STORIA

24 maggio 1915…“Gli eroi si accettano o si rifiutano, non si spiegano; e per conto nostro ci ostineremo sempre a non rifiutarli”

Eugenio Montale

Luigi Cadorna (Pallanza, 4 settembre 1850 - Bordighera, 21 dicembre 1928) in un ritratto del 1916. Figlio di Raffa-ele (Milano, 9 febbraio 1815 - Moncalieri, 6 febbraio 1897), il Generale che prese Roma il 20 settembre 1870, e padre di Raffaele jr. (Pallanza, 12 settembre 1889 - Verbania, 20 dicembre 1973), Comandante fra l’altro dell’Ariete II e del Corpo Volontari della Libertà nella Seconda Guerra Mon-diale, fu Capo di Stato Maggiore e poi Comandante Supremo - ‘Generalissimo’ - delle FF.AA. italiane durante la Grande Guerra. È stato ed è oggetto di accurate e documentate analisi storiche, ma anche bersaglio consueto di infondate calunnie e disinformazione che sono giunte anche al punto di consentire di ostracizzarne la memoria (recente, per esem-pio, la per me riprovevole decisione della Giunta Municipale di Udine di rinominare Piazza Cadorna, che ha ingenerato altre consimili richieste da parte di singoli - come lo scrittore Ferdinando Camon, il quale sostiene pervicacemente che «il gen. Cadorna non ha diritto a vie e piazze» - o gruppi spesso minoritari, come ha evidenziato il caso di Milano).

14 Alpini… Sempre!

GAbriele berArdi, campano, nato a Sant’Angelo dei Lom-bardi il 17 marzo 1861, Comandante della Brigata Sassari (151° e 152° Fanteria), caduto in combattimento sul San Michele il 15 dicembre 1915.MArCello PrestinAri, piemontese, nato il 19 aprile 1847 a Casalino, Comandante della Brigata Etna (223° e 224° Fante-ria), morto il 10 giugno 1916 presso la 64ª Sezione di Sanità per le ferite riportate in Regione Portecche, sugli Altipiani, mentre resisteva in trincea con i resti del 223° Fanteria. CArlo FeliCe GiordAnA, piemontese, nato a Moncalieri il 30 agosto 1865, che Colonnello del 4° Alpini meritò la Meda-glia d’Oro al Valor Militare da vivente - cosa rarissima - per le azioni condotte sull’Adamello, morto poi da Comandante incaricato della Brigata Benevento (133° e 134° Fanteria) per le ferite riportate durante una ricognizione nella terra di nessuno a Monte Cucco delle Mandrielle, sul Pasubio, il 23 giugno 1916.euGenio di MAriA dei bAroni di Alleri, nato a Petralia Sottana, in Sicilia, il 13 gennaio 1862, Comandante della Bri-gata Sassari (151° e 152° Fanteria), caduto in combattimento a Casara Zebio il 27 giugno 1916.FrAnCesCo luiGi berArdi, piemontese, nato il 10 settem-bre 1856 a Dusino, Comandante della Brigata Milano (159° e 160° Fanteria), morto l’8 luglio 1916 all’Ospedale da Campo n. 53 per le ferite causategli dallo scoppio di una granata sul Sabotino il 6 luglio precedente. niColò CArtellA, nato a Messina il 30 giugno 1861, Comandante della Brigata Pescara (211° e 212° Fanteria), caduto in combattimento a Q. 343 di Santa Caterina (Gorizia) il 12 agosto 1916.Antonio edoArdo Chinotto, piemontese, nato ad Arona il 28 settembre 1858, Comandante della 14ª Divisione di Fante-ria, deceduto all’Ospedale Militare di Udine il 25 agosto 1916 a causa di una grave malattia trascurata per seguire da vicino le operazioni; da Comandante della Brigata Piacenza (111° e 112° Fanteria) era stato ferito due volte il 25 luglio 1915 e poi ancora una volta l’8 agosto successivo mentre guidava le sue truppe contro le fortificatissime alture a Est di Polazzo.AlessAndro riCordi, nato a Milano il 4 agosto 1864, Comandante della Brigata Murge (259° e 260° Fanteria), deceduto all’Ospedaletto da Campo n. 46 il 28 maggio 1917 per le ferite riportate a Flondar. teMistoChe [sic] FrAnCesChi, emiliano, nato a Cento il 5 marzo 1865, Comandante della Brigata Girgenti (247° e 248° Fanteria), caduto sul Vodice il 1° giugno 1917.Fulvio riCCieri, umbro, nato a Perugia il 21 aprile 1862, Comandante della Brigata Puglie (71° e 72° Fanteria), ferito in combattimento il 4 giugno 1917 a Flondar mentre tentava di arginare un contrattacco avversario e deceduto il succes-sivo giorno 22 a Duino, in mano nemica.AlCeo CAttAloChino, umbro, nato a Terni l’8 ottobre 1863, pur promosso Maggiore Generale alla vigilia di un’azione che vedeva impegnato il suo 274° Reggimento della Belluno pre-ferì rimanere a guidare la propria unità e morì all’Ospedale Chirurgico Mobile n. 3 il 27 agosto 1917 per le ferite riportate ai Molini di Klinac (Mesnjak).toMMAso Monti, romagnolo, nato a Forlì il 21 febbraio 1868, Comandante della Brigata Forlì (43° e 44° Fanteria), caduto in combattimento sul San Gabriele il 29 agosto 1917.vinCenzo GAlAsso, pugliese, nato ad Apricena il 30 novem-bre 1863, Comandante della Brigata Napoli, deceduto presso

l’Ospedale Militare di Cividale il 19 settembre 1917 per set-ticemia conseguente alle ferite riportate in combattimento a Selo il 23 agosto precedente.Antonino CAsCino, siciliano, nato il 14 settembre 1862 a Piazza Armerina, Comandante dell’8ª Divisione di Fanteria, deceduto presso l’Ospedale Chirurgico Mobile Città di Milano a Quisca il 29 settembre 1917 per le ferite riportate in combatti-mento sul San Gabriele il 15 settembre precedente; nell’agosto 1916 era stato il primo Generale ad entrare in Gorizia alla testa della sua Brigata Avellino (231° e 232° Fanteria).AChille PAPA, lombardo, nato a Desenzano del Garda il 23 settembre 1863, Comandante della 44ª Divisione di Fanteria, morto il 5 ottobre 1917 a Q. 800 del Na Kobil, sulla Bain-sizza, per il colpo di un cecchino. euClide turbA, nato il 15 giugno 1869 a Palermo, Coman-dante della Brigata Perugia (129° e 130° Fanteria), caduto sull’Altipiano di Asiago il 23 novembre 1917; il 31 ottobre pre-cedente era stato ferito da una bomba d’aereo sul Tagliamento.

E poi - benché non fosse un Ufficiale Generale o, forse, pro-prio perché non lo fu - si potrebbe ricordare anche Umberto di Savoia-Aosta, Conte di Salemi, cugino del Re, nato a Torino il 22 giugno 1889, Tenente di complemento e poi effettivo per merito di guerra nel 28° Cavalleggeri di Treviso, deceduto a Crespano Veneto il 19 ottobre 1918 di febbre spagnola con-tratta nelle trincee del Grappa.

E poi le decine di Colonnelli, Tenenti Colonnelli e Maggiori, le centinaia di Primi Capitani, Capitani, Tenenti, Sottotenenti e Aspiranti Ufficiali che al pari dei proprî soldati lasciarono la vita sul ‘campo dell’onore’, come si diceva e fermamente si credeva allora…

Il Bosco di Varagna

Qualche cenno adesso alla vicenda che volevo raccontare, che si lega inestricabilmente all’inizio del conflitto e anche al ruolo che gli Ufficiali vi rivestirono.

Alle ore 3.55 del mattino del 24 maggio 1915 il nostro Forte Verena sparò la prima cannonata della guerra, diretta contro il forte austriaco della Busa di Verle, sull’Altopiano di Véz-zena. Per una settimana la cintura fortificata austriaca - Forte Gschwendt (Belvedere), Forte Luserna, Fortino Basson, Forte Verle, Forte Cima di Vézzena - fu sottoposta al fuoco martel-lante delle nostre artiglierie, che il 28 maggio portò anche ad un tentativo di defezione del Luserna, centrato in quei giorni da migliaia di proietti, in massima parte da 280 mm; poi le nostre fanterie, che fino ad allora avevano operato solo con pattuglie, tentando di aprire varchi nei reticolati che proteg-gevano le posizioni avversarie, passarono all’offensiva. Nella notte del 30 maggio il Battaglione Alpini Bassano attaccò la linea Cima di Vézzena-Forte Verle, ma l’attacco fu respinto con gravi perdite per i nostri soldati1.

Ben presto quindi la guerra manovrata si trasformò in guerra di posizione e le nostre truppe, che nel settore erano rappresen-tate principalmente dalla 44ª Divisione, con le Brigate Treviso (115° e 116° Fanteria) e Ivrea (161° e 162° Fanteria), iniziarono a presidiare la linea antistante le opere fortificate austriache, mentre proseguiva incessante il duello d’artiglieria dei forti.

Il 12 giugno un unico proietto da 30,5 penetrato in Forte Verena uccise il Comandante, Carlo Trucchetti, e altri trenta-quattro Artiglieri del 9° Reggimento da Fortezza che facevano

Alpini… Sempre! 15

parte della guarnigione; in breve l’opera fu messa fuori com-battimento e uguale sorte toccò a Forte Campolongo.

Davanti al Pizzo di Vézzena, ai Marcai, nel Bosco di Vara-gna antistante il Verle, al Basson, davanti al Luserna i nostri soldati si erano ormai adattati alla guerra di trincea, fatta di noia, allarmi, pattuglie…

Il nostro obiettivo strategico rimaneva però Trento e biso-gnava forzarne la porta, costituita appunto dalla cintura dei forti di confine. Fu così che il Comando della 34ª Divisione (tenente generale Pasquale Oro, degli Alpini) richiese una attenta ricognizione delle linee nemiche e il Comando della Ivrea incaricò un giovane Sottotenente del 161° Fanteria di compiere esplorazioni sufficienti a far comprendere quale fosse il punto più adatto per portare un attacco risolutivo, che permettesse di scompaginare le difese nemiche e penetrare in profondità nello schieramento avversario.

Il Sottotenente si chiamava Domenico (‘Menotti’) Zucco, era nato a Fonzaso il 31 luglio 1889 in una famiglia di fale-gnami ed era stato scelto soprattutto per la sua capacità di disegnatore, testimoniata ancor oggi dal soprannome che da allora contraddistingue i mastri artigiani della famiglia: ‘Joto’, cioè ‘Giotto’.

‘Menotti’ non era un militare di carriera; era anzi, se vogliamo, esattamente il contrario, dato che dopo aver stu-diato al Collegio Salesiano di Valsalice a Torino era passato a cooperare al Collegio-Convitto Giusto Morgando di Cuorgnè. A quel tempo però i religiosi non godevano di esoneri - non s’erano ancora firmati i Patti Lateranensi - e servivano nelle Forze Armate come tutti gli altri.

Così, allorché scoppiò la guerra in Europa, la mobilitazione occulta lo coinvolse e fu assegnato al 50° Fanteria Parma di Torino e poi, quando l’Italia si apprestava ad entrare nel con-flitto e costituiva i reparti di Milizia Mobile con i richiamati delle classi in congedo, al 161° Ivrea, formato nel gennaio 1915 dal Deposito del 92° Basilicata, sempre a Torino; il 24 maggio si trovava dunque con la 2ª Compagnia del I/161° ai Marcai, davanti al Verle.

Quando gli fu ordinato di ricognire le linee nemiche egli prese con sé una pattuglia di esploratori e iniziò ad eseguire il compito: si avvicinava alle posizioni austriache, le osservava, ne eseguiva il rilievo a vista, ordinava ai suoi uomini di aprire il fuoco per provocare la reazione avversaria e poter così valu-tare la consistenza della guarnigione e rientrava. Il 14 luglio la sua relazione Stato della difesa della linea austriaca Cima di Vézzena - Busa di Verle - Forte Luserna, estesa al Posto di Riconoscimento sulla strada Termine-Vézzena Paese, era pronta e fu consegnata ai Superiori.

Da tale relazione - pubblicata in suo onore dal Comandante della Ivrea Vittorio Murari dalla Corte Brà in appendice al suo Sul fronte della 1ª linea della 34ª Divisione con la brigata «Ivrea» (Torino, 19222) - emerge chiaramente come egli rite-nesse sconsigliabile attaccare frontalmente il Fortino Basson; ciò non sarà perché il 25 agosto 1915 fu sferrato dalla 34ª Divisione un attacco contro tutta la linea da Cima di Vézzena al Luserna, che coinvolse soprattutto il I/162° e il 115° Reggi-mento della Treviso, unità anche questa di richiamati in gran parte bellunesi e trevisani (per le tendenze potorie dei quali le era stato affibbiato il nomignolo di Brigata ‘Clintòn’).

Il 115° fu dunque duramente provato proprio sul Basson2, ma ‘Menotti’ non lo seppe mai: uscito in ricognizione con una pattuglia oltre le nostre linee del Bosco di Varagna nella

nebbiosa mattina del 21 agosto si scontrò con una formazione avversaria; tentò di disimpegnarsi, ma una fucilata lo rag-giunse alla nuca. I suoi soldati, che non vollero abbandonarlo, lo portarono indietro a spalla ed «ebbe la fortuna di avere proprio nell’ultima mezz’ora di vita, vicino alla sua barella, il Cappellano del Reggimento, che gl’impartì l’assoluzione e gli amministrò l’Olio Santo. Spirò coll’invocazione « Dio mio! » sulle labbra» (in Bollettino Salesiano - Periodico mensile dei Cooperatori di Don Bosco, XLI, 11, 1° novembre 1917).

Fu sepolto nel piccolo cimitero sul valloncello a est del bosco con delle modalità che il diario3 di un altro Caduto, il Sottotenente del III/161° Flavio Gioia (Santa Croce del Sannio, 14 marzo 1891 - Pinteri in Val Terragnòlo, 16 maggio 1916, quando, Tenente, combatteva col 79° Roma), ci restituisce con freschezza, insieme ad alcune altre preziose notazioni:

21 – 8 – 915. ore 17.15 - Proprio in questo momento è terminata la | funzione della sepoltura del sottotenente | Domenico Zucchi [sic] del 1o bat-taglione. | E’ stato ferito stamane verso le 9 da una | palla nemica mentre col binocolo osservava | la linea delle posizioni austriache. Era un | bravo ed intelligente ufficiale. La funzione | si è svolta con una semplicità solenne e | commovente. I suoi esploratori avevano | preparato delle corone e dei fiori; la fossa | rivestita di rami d’abete era circondata | di fiori con a capo una croce di fiori | anch’essa. Il cappellano ha finito di | benedire la cassa di legno grezzo in cui | era chiusa la salma del povero Zucchi; | la cassa è stata calata nella fossa | con due corde; due soldati si sono || accostati alla fossa piangendo e han | gettato sulla cassa due bracciate | di fiori campestri. La terra poi ha | riempito il vuoto, sulla terra il muschio | sul muschio i fiori e le corone. Tutti o | quasi tutti piangevano! | Prima che la cassa fosse discesa | nella fossa il Sig Generale di brigata | ha parlato delle ottime qualità del | morto del pre-zioso servizio reso da | lui pochi giorni fa, percorrendo | tutto

Torino, autunno 1914. Il Sottotenente Dome-nico ‘Menotti’ Zucco (Fonzaso, 31 luglio 1889 - Busa di Verle, 21 agosto 1915) dopo la nomina a Sottote-nente nel 50° Fante-ria Parma.

16 Alpini… Sempre!

il fronte nemico e disegnando-|ne la posizione. È la prima volta | che assisto alla sepoltura di un | morto in guerra. Non posso descrivere | quale effetto ne ho riportato sull’a-|nimo. Ma! oggi ad uno, domani | all’altro!....... || Da quattro giorni le nostre arti-|glierie stanno scaraven-tando un | mondo di fuoco e d’acciaio sulle | posizioni nemi-che. I nostri pezzi | dal 305 al 65, han preso di mira | ciascuno un proprio obbiettivo da | battere, ma purtroppo fino ad og-|gi gli effetti sono molto piccoli | sembra. Fra qualche giorno noi | di fanteria daremo l’assalto | alle trincee nemiche e allora | vedremo come gli austriaci dovran-|no alzare i tacchi… Se ne | avranno tempo. |Io sarò portabandiera del reg-|gimento. Quale onore alla | prima battaglia a cui io e | la mia bandiera prendiamo || parte, a me spetterà la | fortuna d’innalzare il sacro | ed amato ves-sillo sulle posizioni conquistate. |Sembra che l’azione sarà | iniziata dagli alpini alla no-|stra destra i quali dovranno impa-|dronirsi dello Spitz di Vezzena. |Il 161 dovrà attaccare il Forte | di Busa di Verle e quindi segue | il 162 contro Costa Alta e | poi il 115 contro Luserna - | C’è poco ancora da | attendere; forse qualche | giorno. Intanto ora sono anche | direttore di mensa al nostro | batta-glione. ||Siamo in otto a tavola e regna | molto buon umore. Per dare l’assalto alle trincee | nemiche sarà necessario aprire | prima qualche varco attraverso le | intricatissime difese accessorie | fatte dal nemico. Tale compito | è affidato ai reparti guastatori; | gente ardita e volontaria che | dovrà cacciarsi innanzi e con | ogni mezzo: esplosivi, forbici | ecc. rovinare o distruggere i | reticolati nemici.La salma del povero Zucchi | riposa sotto i fiori e sotto la | terra; domani o dopo doma-|ni quando le nostre truppe | pas-seranno vittoriose accanto || alla sua tomba, nessuno | forse penserà che molta | parte per la vittoria fu mes-|sa da lui.

F. Gioia

Poi vi fu la Spedizione Punitiva e il fronte si spostò verso Asiago. Sulla linea dei forti scese l’oblio, la posizione del pic-colo cimitero non fu più rintracciata e del Sottotenente Zucco si sperse la salma, non il ricordo.

Italo Riera

Panoramica da un posto austriaco di Cima di Vézzena verso la Piana di Vézzena. Sulla sinistra si vede il Bosco di Varagna, dove correvano le trincee della Brigata Ivrea, e poi si possono apprezzare il Fortino Basson (obiettivo dell’attacco del 115° Fanteria Treviso il 25 agosto 1915), Forte Luserna, Forte Verle e le posizioni della Costa Alta. Il Sottotenente Zucco fu ferito a morte la mattina del 21 agosto nella terra di nessuno posta fra il Bosco di Varagna e Forte Verle.

NOTE1 Fritz Weber dà una vivida, tragica descrizione di prima mano di questo attacco in Tappe

della disfatta, edito in Italia la prima volta nel 1932. Il Comandante della 34ª Divisione, Pasquale Oro, ne ebbe una Medaglia d’Argento perché «Durante un’operazione offen-siva notturna da lui diretta, saputo che alcune delle sue truppe stavano retrocedendo in disordine, si spinse coraggiosamente innanzi con gli ufficiali del comando, sotto il fuoco nemico, e con grande energia e grazie al suo ascendente morale le fermava, radunava e riconduceva al combattimento, regolandone poi più tardi il ripiegamento sulla primitiva posizione, quando ciò divenne necessario per la situazione generale. Vezena [sic] (Osteria del Termine), 30-31 maggio 1915» [Bollettino Ufficiale 1917, p. 6477].

2 Franco Luigi Minoia, nel suo recentissimo L’assalto al Col Basson - dove Domenico Zucco è puntualmente citato alle pp. 48-49 - ritiene che l’esito drammatico dello scontro sia da attribuirsi in parte anche all’uso di gas asfissianti.

3 Il diario, conservato presso il Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia dell’Università degli Studi di Genova (Archivio Ligure della Scrittura Popolare), è accessibile all’indirizzo www.ginogioia.it.

“UOMINI A PERDERE”Lo spettacolo teatrale sulla Grande Guerra, dal titolo “Uomini

a Perdere” presentato dalla Sezione in occasione della serata culturale, ha creato un inevitabile dibattito. Era certo che alcune interpretazioni date dall’autore e regista dell’opera, in partico-lare a quelli riferiti agli ufficiali degli alti comandi, creassero in alcuni, uno stato d’animo di disapprovazione.

Premetto che lo spettacolo era una libera interpretazione del regista e che essa può essere commentata nei diversi aspetti storici e artistici da ognuno di noi, dando spazio alle proprie sensibilità artistiche ed intellettuali.

La Sezione ha voluto con questa rappresentazione portare ad una riflessione il pubblico presente, il quale nel proprio intimo doveva dare un significato personale all’immane tragedia della Prima Guerra Mondiale. In questo contesto noi Alpini non pos-siamo dimenticare le migliaia d’ufficiali e soldati che morirono sui campi di battaglia. Non è nostro intento imporre posizioni storiche che a cent’anni di distanza creano ancora dibattiti fra studiosi, non vogliamo creare attorno ad una tragedia inutili posi-zioni ideologiche né tanto meno atteggiamenti retorici.

Ritengo che la vera democrazia sia uno scambio d’opinioni con sereni costruttivi confronti. La Grande Guerra per me è stata una follia collettiva che continua anche ai giorni nostri. Il resto sono considerazioni salottiere. Lo sforzo di noi tutti è di uscire dagli schemi di un immobilismo cerebrale il quale appiattisce non solo la nostra associazione, ma la società intera in cui viviamo.

Carlo Balestra

Alpini… Sempre! 17

Cronaca Sportiva Sezionale

APPUNTAMENTI SPORTIVI PER IL 2015L’anno sportivo della nostra Associazione è già iniziato

con lo svolgimento dell’80° Campionato di sci di fondo ad Asiago, il 38° di sci alpinismo a Schilpario (sez. Bergamo) e ed il 49° di slalom a Pian del Frais Chiomonte (sez. Torino).

Questi gli altri appuntamenti con le specialità estive: il 39° Campionato di corsa a staffetta si svolgerà a Bedonia (sez. Parma) il 21 giugno, il 43° di marcia di regolarità sarà ospitato a Graglia (sez. Biella) il 5 luglio, il 44° di corsa indi-viduale si terrà a Soligo (sez. Conegliano) il 19 luglio, mentre per il 46° Campionato di tiro a segno di carabina e per il 36° di pistola non è ancora stata fissata la sede e la data.

Nel prossimo numero saranno pubblicata la cronaca con le classifiche dei campionati invernali in programma alla fine del mese di marzo.

Sinora rivolgiamo il nostro “in bocca al lupo” a tutti i nostri atleti che parteciperanno alle gare.

W. S.

CAMPIONATO NAZIONALE ANAAD ASIAGO-CAMPOLONGO

Preceduta dalla cerimonia di apertura di sabato pomeriggio nel cuore di Asiago, dove il vessillo della Sezione è stato portato dal consigliere sezionale, nonché responsabile per lo sport Walter Sossai, accompagnato da Riccardo De Cecco, si è svolta domenica 15 febbraio sulle piste del Centro Fondo Campolongo l’80° edizione del Campionato Ana di sci nor-dico. In una giornata climaticamente difficile con nevischio, vento e nebbia, che lasciavano intravvedere solo a tratti il paesaggio da favola, su un anello di 5 chilometri, forse il più duro degli ultimi anni con ben nove salite e con una neve fresca poco compattata, si sono misurati ben 334 atleti nelle varie categorie. La nostra sezione ha partecipato con un nutri-to gruppo di atleti, ottenendo il 6° posto con 713 punti nella classifica per Sezioni, sulle 40 presenti, ed un primo posto nella categoria B5 con il sempreverde Ernesto Gaio. Gli altri piazzamenti: Stefano Slongo 6° nella categoria A1; Luca Fantinel 5°, Loris Dalla Valle 11°, Marco Forcellini 16° e Luca Zatta 18° nella A2; Mauro Tagliapietra 35°, il fratello Claudio 39° nella A3; Roberto De Carli 19°, Giovanni Argenti, 28°

nella A4; Adriano Sommariva 7°, Renzo Poletti 25°, Marco Dal Farra 26°, Riccardo De Cecco 36° nella A5; Elvi Rech 15°, Daniele Peruzzo 16°, Rinaldo De Salvador 24° nella B1; Florindo Riga 10° nella B2. Inoltre nella clas-sifica per i Soci Aggregati 7° posto per Fabio Zatta nel gruppo A1-A2-A3. Durante il cerimoniale delle premizioni si è levata alta l’ovazione nel momento della consegna della medaglia d’oro a Ernesto Gaio che si è ripetuto a distanza di anni, ricevendo il ricono-scimento con tanto di bacio dall’assessore regionale Elena Donazzan.

Concluse le premiazioni individuali e di squadra, l’am-maina bandiera ha concluso la giornata.

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La premiazione di Ernesto Gaio da parte dell’assessore regio-nale Elena Donazzan.

La squadra della nostra Sezione presente ai campionati di sci nordico ad Asiago.

18 Alpini… Sempre!

GRUPPO di CARPEN

GRUPPO MONTE CAURIOL

Cronache dai Gruppi

MANIFESTAZIONE PER ILCENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

Con il secondo fine settimana di gennaio, il Gruppo alpini di Carpen, giusto per non perdere la sana operatività, apre le commemorazioni per il Centenario della Grande Guerra. Il sabato sera nella gremitissima chiesa di Sanzan si è tenuto un concerto del noto gruppo corale “Sintagma” con numerose cante inerenti al tema (alcune tra l’altro inedite), intervallate da letture di brani, lettere di soldati e di interessanti documen-tazioni storiche, ad opera del professor Marco Rech.

La serata si è conclusa con un robusto rinfresco curato dalle insostituibili “Mogli alpine”.

Domenica dopo la S. Messa, in commemorazione dei Caduti di tutte le guerre, sulla piazza antistante la chiesa si è svolta la cerimonia ufficiale: alzabandiera, deposizione di una corona d’alloro ai piedi della lapide che ricorda i Caduti della prima guerra mondiale, il tutto magistralmente accompa-gnato ancora dalle cante dei “Sintagma”. A seguire, in cano-

Il Gruppo vocale Sintagma e il professor Marco Rech con il capogruppo di Carpen Franco Schenal.

nica, rinfresco e mostra fotografica ricca di oltre 600 foto.Il Gruppo Carpen coglie l’occasione per ringraziare il

Comune di Seren per il materiale gentilmente prestatoci, il professor Marco Rech, il coro “Sintagma”, le maestranze ed i tanti Consiglieri e Capigruppo presenti alla cerimonia. A tutti i sentiti ringraziamenti “alpini” miei personali e di tutte le penne nere del Gruppo.

Il capogruppo Franco Schenal

BABBO NATALE A SCUOLA CON GLI ALPINI

Un Natale in musica all’insegna della tradizione è il dono che gli alpini del Gruppo Feltre “Monte Cauriol” ed il Coro Piave A.N.A. hanno voluto riservare lo scorso 18 dicembre agli alunni della Scuola Primaria “Vittorino da Feltre” e ai ragazzi della Scuola annessa al Centro Diurno.

L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra alpini, insegnanti ed educatori, ha visto l’alternarsi di canti corali di repertorio natalizio ed alpino ad altri di poesia e recita gestiti con entu-siasmo e buone capacità dagli alunni presenti.

Il clima piacevole, arricchito da un buffet gentilmente offerto dalla Coop Adriatica, è stato impreziosito dalla presenza di un

Il Coro Piave ANA si esibisce per i piccoli spettatori.

Alpini… Sempre! 19

GRUPPO di LASEN

GRUPPO di LENTIAI

GRUPPO di MELLAME RIVAI

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di Lambri Riccardo& C. s.n.c.

Aperto 07-02

TESSERAMENTOIl Gruppo A.N.A. Feltre “Monte Cauriol” informa i propri

iscritti che è aperto il tesseramento per l’anno 2015. I soci potranno rinnovare il bollino presso i seguenti recapiti a Feltre: Sede Sezionale, via Mezzaterra 11 - Ottica Cappello, Piazza Isola - Bar Alpino, via Belluno - Bar al Cantonet, piaz-za Trento e Trieste - Bar Loch Ness, via Tezze.

Babbo Natale alpino pronto ad elargire, come nella migliore tradizione, sorrisi e piccoli doni agli studenti e alle loro fami-glie riunitisi per l’occasione nell’atrio della scuola.

L’evento, sobrio ma al contempo profondo nei valori pro-posti, rientra nelle attività che le penne nere feltrine vogliono riservare al sociale con l’intento di trasmettere, in particolare alle nuove generazioni, quelle semplici emozioni che sanno far riscoprire in un’epoca di individualismo dilagante, il gusto genuino dello stare assieme superando con armonia e spontaneità anche le barriere della disabilità.

N.M.

RICORRENZA DEL SANTO PATRONO E SANTA BARBARA

Hanno avuto luogo a Lasen, nei giorni 6 e 7 dicembre 2014, le annuali e tradizionali manifestazioni volte al ricordo e alla commemorazione di due santi particolarmente cari al paese. Il giorno 6 dicembre è stato festeggiato San Nicola, patrono del paese, e il 7 dicembre, invece, è stato dedicato al ricordo di Santa Barbara. In questa giornata infatti, i paesani, grati e devoti alla Santa, hanno partecipato alla benedizione del cippo eretto in memoria dei minatori, di cui essa è protet-trice. Il ricordo è continuato con la lettura della preghiera a Lei dedicata, recitata con devozione dal consigliere sezionale Gianfranco Meneguz.

La giornata è infine giunta al termine con la consumazione, in compagnia, di un lauto pranzo.

PENNE NERE IN CASA DI RIPOSOUna folta rappresentanza di alpini del Gruppo di Lentiai,

guidati da Fabio De Gol, domenica 4 gennaio ha fatto visita agli ospiti della casa di soggiorno “Rosa ed Ettore Mione” rallegrandoli con l’esecuzione di alcuni classici brani tra-dizionali cantati insieme agli anziani e accompagnati dalla fisarmonica di Giulio Strappazzon. Al termine le penne nere hanno offerto un rinfresco a tutti i presenti. Anche per il 2015, come avviene da alcuni anni, il Gruppo ha donato alla struttu-ra l’abbonamento al quotidiano “Il Gazzettino”.

Il consigliere sezionale Gianfranco Meneguz e il capogruppo Gino Tatto. Cerimonia degli onori ai Caduti.

Gli alpini di Lentiai in casa di riposo.

FESTA E PRANZO DEL GRUPPODomenica 28 dicembre gli alpini di Mellame-Rivai hanno svolto l’annuale festa del Gruppo.

La giornata è iniziata con la celebrazione della S. Messa nella chiesa di Rivai presieduta dal parroco don Leopoldo

20 Alpini… Sempre!

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GRUPPO di PADERNO

GRUPPO di PEDAVENA

Zanon ed accompagnata dal Coro dell’unita pastorale, a seguire accompagnati dalla Banda comunale di Arsié è stata deposta una corona al monumento dei Caduti di Rivai ed una corona davanti alla casa natale di Francesco Cescato, medaglia d’oro al valore militare. Succesivamente gli alpini si sono recati al monumento dei Caduti di Mellame nel quale dopo l’alzabandiera vi è stato deposta una corona.

Concluse le doverose cerimonie di rito, tutti i partecipanti si sono ritrovati al ristorante da Lionello in localita Croce d’Aune, dove in un clima di gioia si è tenuto il consueto pran-zo sociale. Erano presenti alla cerimonia il sindaco di Arsié Luca Strappazon, il comandante della caserma dei carabinieri di Arsié, il presidente vicario della sezione di Feltre Paolo Zanella accompagnato dal vessillo sezionale e numerosi Capigruppo della zona con i rispettivi gagliardetti.

Il Capogruppo coglie l’occasione per ringraziare quanti durante tutto l’anno trascorso hanno dedicato parte del loro tempo alle attività organizzate dal Gruppo a favore della comunità.

Il capogruppo Patrick Bettin

UN ANNO DI INTENSA ATTIVITA’Anche il Gruppo alpini di Paderno ha tirato le somme

delle attività svolte nel corso del 2014. Grande la soddisfa-zione che si può ricavare nelle parole del capogruppo Giulio Pongan, al secondo anno di mandato, che in apertura della sua relazione morale ha inteso sottolineare l’unità di intenti che ha contraddistinto il sodalizio, forte di 92 iscritti, ringra-ziando per questo non solo i componenti del Consiglio di Gruppo ma tutti gli alpini, i soci aggregati, le donne e i ragaz-zi che con il loro aiuto hanno collaborato alla buona riuscita delle tante iniziative intraprese. Durante l’anno il capogruppo e consiglieri sono stati presenti a varie iniziative Sezionali e di vari gruppi. Una buona rappresentanza è stata presente all’adunata di Pordenone e al Triveneto a Verona.

Nell’elencare quindi gli appuntamenti dell’anno sociale appena concluso Pongan inizia dall’assemblea dell’anno precedente, ricordando poi la visita nel periodo natalizio agli anziani ultraottantenni, molto gradita in particolare dai compaesani ospitati nelle case di riposo. A gennaio è stato organizzato dalla famiglia di Gianfranco Canal il sesto tor-neo di calcio balilla, intitolato alla memoria del papà Dino. A giugno è si è svolta una gita, molto partecipata, al parco della Sigurtà nel veronese con visita a Borghetto, dove si è anche pranzato. Durante l’estate le penne nere hanno collaborato con il Grest parrocchiale, organizzando tre uscite in monta-

NATALE CON LE SCUOLE MATERNE

Il 22 dicembre il Gruppo Alpini di Pedavena ha portato dei doni ai bambini della scuola materna comunale e dell’asilo dedicato ai Caduti del comune in vista del Santo Natale. Iniziativa molto gradita dai piccoli.

gna: in Val Canzoi, a Casera Ere e a Col Toront sul Nevegal. Le tre escursioni hanno costituito un preziosa occasione per vivere il territorio e per assaporare il calore degli alpini e dei vari collaboratori. Si è trattato di una bellissima esperienza da ripetere il prossimo anno. Il Gruppo ha poi partecipato alla 5° Festa della Fragola in collaborazione con le Associazioni del Comune, mettendo a disposizione la propria sede.

Il 5, 6 e 7 settembre si è svolta l’ormai tradizionale Festa a Caroip. Le avverse condizioni meteorologiche hanno inciso negativamente alla ormai consolidata presenza di gente, ma ciò nonostante si è riusciti a chiudere in pareggio il bilancio economico della manifestazione. Quest’anno la l’appunta-mento salterà per lasciar spazio ai festeggiamenti del 50° del Gruppo, che si svolgeranno in paese. Anche quest’anno sono stati eseguiti con regolarità i vari tagli e mantenimento delle siepi nelle aree di nostra competenza nonostante le numerose giornate di pioggia. Nell’ambito delle manifestazioni per ricordare il centenario della Grande Guerra sono stati onorati i Caduti nella giornata del 18 ottobre, in collaborazione con i donatori del sangue, il Gruppo Sportivo e con la partecipazio-ne della banda di Borsoi. Numerosa la presenza alla cerimo-nia del 4 novembre svoltasi a San Gregorio ed organizzata dal Gruppo Generale Nasci. Il 29 novembre abbiamo partecipato alla colletta del Banco Alimentare. Sono continuati anche nel 2014 gli interventi di abbellimento e manutenzione della sede sociale. Molti altri sono stati gli appuntamenti e le iniziative nell’agenda 2014 del Gruppo e, nel concludere la sua rela-zione, il capogruppo Pongan sottolinea come l’impegno di tutti i soci deve essere quello di proseguire anche nell’anno nuovo con la stessa intensità operativa e con l’armonia e la reciproca fiducia.

Bambini ed alpini insieme a Pedavena.

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ASSEMBLEA DI GRUPPO E BEFANA PER I BAMBINI

Il 6 gennaio gli alpini di Pez hanno indetto la loro assem-blea, eleggendo il nuovo Consiglio di Gruppo, nel quale sono entrati quattro nuovi componenti. Durante l’assemblea è stato fatto il bilancio dell’anno trascorso, decisamente positivo, confermando tacitamente la volontà di proseguire con lo stesso impegno nell’anno entrante.

I principali avvenimenti del 2014 sono stati il decimo raduno del Battaglione Val Cismon, che verrà nuovamente organizzato il prossimo 31 maggio; la raccolta alimentare nei negozi di Pez e Busche e la serata di cori in chiesa duran-te le feste natalizie. Buona è stata anche la rappresentanza del Gruppo all’adunata nazionale di Pordenone. Alcuni soci hanno anche svolto un turno di vigilanza al sacrario del Monte Grappa in settembre. Questi appuntamenti saranno riproposti anche nell’anno in corso. Nella stessa giornata le penne nere hanno festeggiato la Befana con i bambini dell’a-silo e per l’occasione la madrina del gruppo Signora Mari, si è prestata magistralmente ad interpretare l’amata e temuta vecchietta distribuendo calze piene di dolci ad ogni bimbo e qualche ramazzata ai presenti… con tanta simpatia! Al termine si è tenuto il pranzo sociale per gli oltre cento soci, parenti e amici, occasione questa di scambiarsi gli auguri per il nuovo anno appena iniziato.

GRUPPO di PEZ

GRUPPO di SAN GREGORIO

Onori ai Caduti a Pez.

LA FESTA DEL GRUPPO GENERALE NASCI

“Gabriele Nasci, Generale di Corpo d’Armata, valoroso combattente, qui dimorò fra Alpi e alpini, amando entrambi di infinito amore”.

Questa frase si trova ancor oggi su una lapide affissa a

San Gregorio sulla casa che appartenne alla Famiglia Nasci.Il Gen. Nasci fu comandante del Btg. Feltre alla conquista

del Monte Cauriol e poi comandante del Corpo di Spedizione Alpino in Russia. In segno di riconoscenza Bruno Bissacot, Vittorio Mares, Privato Cassol, Orfeo Lallo e Wilmo Tonet, soci fondatori del Gruppo Alpini di San Gregorio nelle Alpi nel 1954, lo intitolarono a questo illustre personaggio.

Da allora sono passati oltre sessant’anni che sono stati ricordati con una tre giorni di festa e di iniziative varie citate nella relazione morale di Fabio Minella, Capogruppo dal gennaio 2014, nel corso della Festa dell’11 gennaio 2015. I festeggiamenti per il 60° sono iniziati proprio con un omag-gio floreale al busto del Gen. Nasci che si trova nell’atrio della sala consiliare, cui è seguita, con la partecipazione del Coro Monti del Sole l’inaugurazione di una mostra fotogra-fica ”Scatti di naja alpina” e una serata con la scrittrice di montagna Antonella Fornari, autrice del libro “La grande guerra sul fronte dolomitico” e domenica 24 agosto la solen-ne cerimonia commemorativa molto partecipata.

Minella ha ricordato inoltre le altre iniziate svolte durante il 2014 quali le aperture della sede con specialità gastrono-miche, la gara della miglior trippa, vinta dalla signora Lidia dell’Osteria Leon de Oro, brusa la vecia, la visita agli amici gemellati di Lavis di Trento in occasione dell’intitolazione di una piazza agli alpini, la fiaccolata Rifugio Ere – Roncoi in memoria del compianto capogruppo Paolo Cassol, la tra-dizionale Festa di San Felice, il Ferragosto Sangregoriese, la cerimonia del 4 Novembre, la serata dedicata a Don Gnocchi, la Festa di Santa Barbara, l’attività della Squadra di protezio-ne civile presieduta da Massimo Argenta e la collaborazione alle due feste indette dall’Amministrazione Comunale, la Festa della Fragola e la Festa della Smonticazione.

Il periodo natalizio ha visto gli alpini di San Gregorio fare visita agli ultraottantenni del paese e ai residenti in casa di riposo portando loro il panettone ed il calendario.

La Festa del Gruppo è iniziata con la cerimonia dell’alza-

Cerimoniale in piazza a San Gregorio nelle Alpi.

22 Alpini… Sempre!

GRUPPO di SANTA GIUSTINA

GRUPPO di MOLINE SORRIVA

bandiera cui è seguita la S. Messa celebrata da don Graziano ed egregiamente accompagnata da un coro formato per l’occasione. Al termine sulle note dell’Inno del Piave è stata deposta una corona di alloro al Monumento dei Caduti di tutte le guerre. Presso la sede degli alpini è stato servito l’aperitivo e consegnato un pregevole libro fotografico ad Adriano Carazzai che aveva presieduto il Gruppo per sei anni dal 2008 al 2013.

Hanno portato il loro saluto il Vice Presidente sezionale Francesco Mungo ed il Sindaco di San Gregorio Nicola Vieceli. E’ seguito il pranzo sociale presso il ristorante La Fasolera di Mas di Sedico.

Espedito Pagnussat

FESTA IN CASA DI RIPOSO

Domenica 25 gennaio la Casa di Riposo è stata simpatica-mente invasa dalle “truppe alpine”di Santa Giustina. L’allegra comitiva, munita di cappello con la penna, ha portato per tutti gli ospiti crostoli e frittelle. Un’iniziativa ben riuscita sotto la sapiente regia di Toni Giazzon e ricca di tanta buona musica suonata da Renzo Dal Castel e dal nipote Denis. Non sono mancate le danze e i canti degli alpini, che hanno coinvolto anche gli animi più solidi!

ASSEMBLEA DEL GRUPPO “SINCERO ZOLLET”

Domenica 21 dicembre il Gruppo “Sincero Zollet” si è riunito in assemblea nella frazione di Meano. Già al primo mattino sono stati resi gli onori a coloro che sono Caduti per difendere i confini della nostra Patria e dopo l’alzabandiera, sulle note del “Piave”, è stato posizionato un omaggio flore-ale al monumento che li ricorda.

Gli alpini di Santa Giustina in casa di riposo.

Il monumento ai Caduti di Santa Giustina

E’ seguito l’ammassamento presso il “cortivo dei Vieceli”, dove era allestito anche un rifornito rinfresco. Un doveroso grazie per l’ospitalità e per quanto è stato sapientemente pre-parato. Grazie a Lorenzo e a tutti i suoi collaboratori.

Al suono dell’immancabile “Trentatrè”, perfettamente ese-guito dalla Fanfara Alpina di Borsoi, è partita la sfilata per le vie di Meano, fino ad arrivare in chiesa per la suggestiva Santa Messa, officiata da Don Luigi, che la partecipazione del Coro dei bambini del paese ha saputo rendere molto emozionante.

Dopo la funzione religiosa, presso la sala parrocchiale, sono iniziati i lavori assembleari con la relazione del capo-gruppo Emilio Pandini, che ha illustrato ai presenti le nume-rose attività svolte dal Gruppo nel corso del 2014.

Ha poi preso la parola per il resoconto finanziario il segre-tario Elio Minella e a seguire gli interventi di saluto del presi-dente sezionale Carlo Balestra e del sindaco di Santa Giustina Ennio Vigne hanno chiuso l’incontro.

Finite le “ufficialità” tutti “con i pié sot la tola” al risto-rante “Al Capannone” dove non sono di certo mancate “doi ciacole” in amicizia accompagnate da “na cantada … e.. da na ombreta”.

Danilo Zanin

ADUNATA DI BASSANO DEL 1948La foto ritrae alcuni reduci alpini di Sorriva che nel 1948

parteciparono alla 1a adunata del dopoguerra a Bassano del Grappa.

1 Gorza Bruno che abitando a Bassano salutò così i fra-telli Mario e Luigi e gli altri paesani di Sorriva, 2 Todesco Giovanni “Giovanel da Sentà”, 3 Bee Pietro “Piero Nor” (fra-tello dell’autista Sandro che col suo camioncino li aveva por-tati a Bassano), 4 Gorza Mario, 5 Todesco Aldo “Menazo”, 6 Reato Melchiorre “Marcior da Sentà”, 7 Dal Cortivo Attilio, 8 Gorza Luigi, 9 Reato Antonio “Toni dal Col”, 10 Reato Pietro “Piero da Sentà, 11 Todesco Luigi “Menazo”, 12 De Cia Florindo “Fiuri”

Alpini… Sempre! 23

NOTIZIE LIETE E ANNIVERSARI GRUPPO DI ARSIÉ

Piccola grande festa alla casa di ripo-so di Arsié. Con qualche giorno di ritar-do, il 24 gennaio ad Arsié, attorniato dai familiari, dagli alpini del Gruppo, da diversi ospiti della casa di riposo e allie-tato dai canti del gruppo canoro “Vece Voci” è stato festeggiato il 94° com-pleanno del cav. Vittorio Maddalozzo. Il cav. Maddalozzo, Reduce di Russia, è stato per molti anni alla guida del Gruppo di Arsié e consigliere della nostra Sezione. Ancora auguri al “vecio” Vittorio e arrivederci al prossi-mo compleanno.

GRUPPO DI AUNE-SALZEN

E’ stato un finale 2014 con il “botto” quello festeggiato in casa del socio Franco Suman e della gentile consor-te Sandra Sartor, infatti proprio il 31 dicembre è nata la loro prima nipotina Tasia. Alla mamma Elena, figlia di Franco, al papà Lorenzo, ai nonni e allo zio Luca le migliori felicitazioni da parte delle penne nere del “Monte Pavione”.

GRUPPO DI CESIOMAGGIORE

L’artigliere da montagna Furio Zanella, del Gruppo Alpini “Cimonega”

di Cesiomaggiore, il 26 novembre scor-so ha festeggiato il suo 50° complean-no, la foto lo ritrae in un momento della festa assieme agli alpini del Gruppo di Cesio e del Gruppo di Pez nell’atmosfe-ra del “Bar dal Barba”dei sui genitori a Cesiominore.

Foto d’epoca. Alpini in libera uscita a Belluno anno 1937. In secondo piano l’ar-tigliere da mon-tagna Guerrino Levis, classe 1916, al quale fu confe-rita una Croce di Guerra, aggregato al 6° Artiglieria da Montagna Belluno, poi alla Brigata Julia nella Campagna di

guerra in Grecia, Albania e Jugoslavia.

GRUPPO MONTE CAURIOL

“La tradizione continua..” Gli ex con-siglieri della sezione di Feltre Antonio De Girardi e Pierluigi Masocco, fieri e sorridenti con il loro nipotino Luca di 6 mesi, figlio di Laura De Girardi e Mauro Masocco.

GRUPPO DI LAMEN

Il nonno Renzo Schenal ha festeggia-to il Natale con il suo secondo nipotino, Samuele Conz, nato il 14 luglio dello scorso anno.

Lo scorso 14 dicembre la signora Irma Boschet ha festeggiato il com-pleanno dei suoi 95 anni. La vediamo

nella foto assieme al nipote Giovanni Boschet, vicepresidente della Sezione.

GRUPPO DI LAMON

DUE IMPORTANTI COMPLEANNISabato 1° novembre si è svolta una

grande festa nella sede del Gruppo, dove le penne nere si sono strette attor-no al reduce di Russia Giuseppe Da Rugna (Bepi Naja) per festeggiare il suo 92° compleanno. Bepi, commosso, ha ringraziato tutti i presenti e ha voluto ricordare i 54 compagni lamonesi che non hanno più fatto ritorno dalla terra del Don. Un pensiero ed un augurio è andato anche alla moglie Gina che sta vivendo alcuni problemi di salute.

Giuseppe Cecconello, classe 1912, reduce di Russia, artigliere inquadrato nel terzo Gruppo Artiglieria Motorizzata 120° Rgt. Divisione Mot.Celere, ha festeggiato il 102° compleanno con gli alpini lamonesi e con la presenza del sin-daco Vania Malacarne e dell’altro reduce di Russia Giuseppe Da Rugna. Dalla Lombardia sono giunti per l’occasione i nipoti e i pronipoti. Giuseppe conserva il ricordo indelebile dell’abbraccio del pianto della mamma sulla soglia di casa al suo ormai insperato ritorno dai tre anni di prigionia in Russia con in testa il ber-retto dell’armata Russa. Ha sempre vis-suto poi nella sua casetta a Ponte Serra, si è sposato ed è rimasto vedovo senza

24 Alpini… Sempre!

figli, da sempre legato al Gruppo alpini di Lamon e a cui ha dato in custodia il berretto esposto in sede, la sua testimo-nianza la si può trovare sul “Fratelli nella notte” di Carlo Balestra: Da circa 3 anni è ospite della casa di riposo di Lamon. Ai due reduci è dedicata la quarta di coperti-na di questo numero.

GRUPPO DI LASEN

Il socio Ivan Gaio saluta i lettori di “Alpini…Sempre!”con i figli Davide di 3 anni e Luca di 3 mesi.

GRUPPO DI LENTIAI

Il socio Devid Baruffolo presenta i suoi piccoli alpini Kevin di quattro anni e Kristian, nato nel novembre scorso. Gli alpini del Gruppo rivolgono a Devid, alla gentile consorte tante felicitazioni e ai due piccoli figli i migliori auguri.

Lo scorso ottobre il socio Delfino Cavalet e la gentile consorte signora Marta, residenti a Stabie, hanno festeg-giato il loro 50° anniversario di matri-monio attorniati da figli, nipoti e altri familiari. Alla bella coppia giungano i migliori auguri da parte degli alpini lentiaiesi.

GRUPPO DI MELLAME - RIVAI

Il 26 gennaio scorso, l’alpino Antonio Fasol ha festeggiato con la moglie Lorenzina il 60° anniversario di matri-monio. Tutto il Gruppo fa i più cari auguri di tanta felicità.

GRUPPO DI PEDAVENA

Lo scorso 26 settembre i coniugi Mario Bonan e Carmela Donazzolo hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio con i figli ed i nipoti.

GRUPPO DI ROCCA D’ARSIÉ

Il socio Luigi Brandalise e la gentile signora Marisa Zancanaro l’8 agosto 2014 hanno festeggiato il loro cin-quantesimo anniversario di matrimonio alla presenza di figli, nipoti ed amici. Felicitazioni dal locale Gruppo alpini.

GRUPPO DI VIGNUI

Il 26 settembre 2014, Nicola Filosa di Vignui, figlio del socio Roberto, ha

conseguito la laurea in Fisica, presso l’Università degli Studi di Trento.

Si congratulano con orgoglio per il traguardo raggiunto, augurando a Nicola di raccogliere le soddisfazioni di tanti sacrifici, la mamma Loredana, il papà Roberto, il fratello Daniel e i nonni.

Congratulazioni al neolaureato e alla sua famiglia anche dal Gruppo alpini di Vignui.

AVVISOLe foto della prossima adunata di L’Aquila saranno esposte per la prenotazione sulle vetrine del ristorante selfservice “Il Pavone” in via Cesare Battiosti a Feltre dalla fine del mese di maggio, per un periodo mas-simo di trenta giorni.

Nino Zampiero

OFFERTE AL GIORNALE

Giovanni Appocher 50 €; David Baruffolo 10 €; Mario Bonan 20 €; Delfino Cavallet 20 €; Valerio Collavo 10 €; Giacomo Maddalozzo 15 €; Walter Piazza 20€; Adriano Saccol 10 €; Giuseppe Sandi 10 €; Gruppo Fonzaso 50 €; Gruppo Lasen 50 €; Gruppo Lentiai 10 €; Gruppo Pez 50 €; Gruppo San Gregorio 150 €.

In occasione del funerale di Giuseppe De Toffoli, cui hanno partecipato una rappresentanza dei Gruppi di Farra e di Feltre, la so-rella Antonia ha voluto ricordare il fratello scomparso e ringraziare gli alpini con una donazione di 150 euro alla nostra Sezione.

Alpini… Sempre! 25

SONO ANDATI AVANTIGRUPPO ALANO DI PIAVEE’ mancato improvvi-

samente il socio alpino Giuliano Gazzola, classe 1941. Il Gruppo rivolge le condoglianze più sentite alla famiglia.

GRUPPO ARSIÉLo scorso 31 dicembre

è andato avanti Armando Maddalozzo classe ‘43. Il Gruppo arsedese rinno-va le condoglianze ai figli Pierangelo ed Eddy.

GRUPPO ARSON

Ha messo lo zaino a ter-ra lo scorso 28 gennaio il socio Santo Da Mutten, clas-se 1931. Inquadrato nel 7° Reggimento svolse il ser-vizio di leva a Tolmezzo e Udine. Gli alpini del Gruppo partecipano al lutto della famiglia.

GRUPPO FONZASOA soli 68 anni é scompar-

so il socio Giuseppe Corso (Bepi Balech). E’ man-cato anche Ubaldo Pietro Minella, 88 anni. Le penne nere fonzasine esprimono la loro vicinanza alle famiglie dei due alpini andati avanti.

GRUPPO LAMEN

Il Gruppo di Lamen annun-cia l’improvvisa scompar-sa del socio Celeste Bordin di anni 71. Ai familiari del defunto gli alpini di Lamen esprimono le più sentite con-doglianze.

GRUPPO LAMON

Purtroppo dobbiamo accu-munare il ricordo di questi nostri tre soci alpini e amici indimenticabili, collaborato-ri instancabili che troppo pre-sto ci hanno dovuto salutare, tra luglio e settembre tutti e tre ci hanno lasciato l’ama-rezza del distacco unita però alla grande lezione di dignità umana dimostrata nonostan-te la sofferenza. Il Gruppo Alpini Lamon tutto rinnova

la propria sincera vicinan-za alle famiglie di Facchin Renato (“Neck”) di anni 67, Poletti Valter (“Faggio”) di anni 41 e Forlin Giacomo (“Metòl”) di anni 78. Ciao amici, il vostro esempio sarà sempre un bellissimo ricordo che costudiremo per sempre.

GRUPPO LASENNel dicembre scorso

è andato avanti l’alpino e reduce di guerra Vittorino De Paoli, classe 1922.

Il gruppo rinnova le con-doglianze alla moglie, al figlio e ai parenti tutti.

Lo scorso 26 gennaio ha salutato per sempre il Gruppo l’alpino Bruno Chiea, classe 1920, anche lui reduce ed invalido di guerra. Le penne nere di Lasen rinnovano le più sentite condoglianza alla sua famiglia.

GRUPPO LENTIAIE’ andato avanti il socio

Sandro Possamai, classe 1934. Questa la dedica degli alpini del Gruppo: “Con la tua ironia, la tua voglia di vita, la tua voglia di musica e la tua alpinità continuerai a guardarci da lassù!”.

ANNIVERSARIO. Ivo Zampese, scomparso il 23 febbraio 2003 a 65 anni. “Sono trascorsi dodici anni ma sei sempre con noi. Da lassù, siamo certi, ci osserve-rai spesso con il tuo bel sor-riso.” Ti ricordano la moglie Bianca, la figlia Moira, il genero e i nipoti, insieme agli alpini del Gruppo, i coscritti e la Famiglia degli ex emi-granti della Sinistra Piave.

GRUPPO PADERNO

Armando Maddalozzo

Giuseppe Corso

Ubaldo Pietro Minella

Celeste Bordin

Facchin Renato (Neck)

Poletti Valter (Faggio)

Forlin Giacomo (Metòl)

Bruno Chiea

Sandro Possamai

Riliano Marotto

Santo Da Mutten

continua a pag. 26 ➦

26 Alpini… Sempre!

LA REDAZIONE DI ALPINI…SEMPRE!

ESPRIME LE PIÙ SENTITE

CONDOGLIANZE AI FAMIGLIARI DEGLI

ALPINI E DEGLI AMICI ANDATI AVANTI.

Ha messo lo zaino a terra il socio del Gruppo Riliano Marotto. Alla famiglia rinno-vano le condoglianze tutti gli alpini di Paderno.

GRUPPO SAN VITODopo una lunga vita dedi-

cata al lavoro si è spento il 25 ottobre scorso nella sua San Vito il socio Adamo Taverna, classe 1927. Le penne nere del Gruppo partecipano al dolore dei figli e dei nipoti.

GRUPPO SANTA GIUSTINASono molti purtroppo i lutti

che hanno colpito negli ulti-mi mesi il Gruppo “Sincero Zollet”. Il 22 novembre 2014 è andato avanti il socio Valerio Piazza per molti anni consigliere e sempre vicino agli alpini del Gruppo.

Lo scorso 5 dicembre ha messo lo “zaino a terra” Marcello Da Lan, amico di tutti e persona impegnata nel volontariato.

Il 23 dicembre ci ha lascia-to anche il socio Giuseppe Canal.

Infine il 17 Gennaio è andato avanti il socio Sergio Perot. Il Consiglio del Gruppo, unito a tutte le pen-ne nere di Santa Giustina, rinnova alle famiglie dei quattro amici scomparsi i segni del più sentito cordo-glio.

segue da pag. 25

Adamo Taverna

Valerio Piazza

Marcello Da Lan

Giuseppe Canal

Sergio Perot

RICORDO DI VITTORINO DE PAOLI

Nei giorni preceden-ti lo scorso Natale, il Gruppo di Lasen è stato colpito da un grave lutto. Il 22 dicembre è infatti deceduto l’alpi-no e reduce di Russia Vittorino De Paoli.

Vittorino era nato il 17 maggio 1922 e ancora in giovane età, assieme alla moglie Anita, si era trasferito come tanti nostri compaesani, a Greco, popoloso comune alle porte di Milano. A Greco aveva messo su famiglia ma non aveva mai dimenticato le proprie radici. Infatti due o tre volte l’anno rientrava nel paese nativo di Lasen.

Partecipava con piacere alle iniziative dei gruppi di Lasen e di Villabruna. Recentemente era stato presente da protago-nista ad una sentita manifestazione organizzata dalla nostra Sezione in onore dei Reduci di Russia a Villabruna. Alla celebrazione del rito funebre era presente il vicepresidente sezionale Giovanni Boschet, che è anche il nipote di Vittorino essendo figlio di sua sorella Maria De Paoli. Il Capogruppo Gino Tatto e tutti i soci del Gruppo di Lasen nei giorni suc-cessivi alla scomparsa di Vittorino si sono stretti con parteci-pato affetto attorno alla moglie Anita e al figlio Franco.

Giovanni Boschet

È ANDATO AVANTI ITALO CORSO

E’ andato avanti Italo Corso, originario di Celarda classe 1916. Abitava in Via Marco Polo (dietro l’Ospedale di Feltre). Era da numerosi anni iscritto al gruppo degli Alpini di Farra.

Fu in un primo tempo con-sigliere sezionale, poi, fino al 1984 segretario sotto la presidenza del dott. Federico Ricci e del rag. Giuseppe Giacomelli.

In guerra era stato sul fronte occidentale e poi sui Balcani e fu anche furiere nella 66ª compagnia del “Feltre”. Dopo la guerra era stato impiegato presso l’ufficio catastale provin-ciale dove vi lavorò fino alla meritata pensione. Tenne i con-tatti con i commilitoni e con i superiori, in particolare con il Gen. Mario Parisio che lui conobbe quando era sottotenente.

In seguito Parisio fu promosso Generale di Corpo d’Armata e concluse la sua carriera in qualità di consigliere militare del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ma non per questo l’amicizia con Italo si interruppe, tant’è che per la ricorrenza del 75° anniversario di matrimonio con la Signora Serafina Castellaz svoltasi lo scorso anno fu letto un tele-gramma di augurio appunto del Generale.

Italo Corso fu sempre uomo preciso e puntuale negli impe-gni, sempre presente in tutte le cerimonie, umile, calmo e sereno.

Era padre di due figlie Gabriella e Lucia, e nonno di nume-rosi nipoti, e pronipoti. Al suo funerale hanno partecipato parecchi alpini che lo ricorderanno per sempre per le sue qualità alpine e la sua rettitudine.

Per il Gruppo di Farra W.F.

Alpini… Sempre! 27

AD UN ANNO DALLA TRAGICA SCOMPARSADI MARCELLO DE MARTINI

Giusto un anno fa il Gruppo Alpini di Lamen era colpi-to da un grave lutto. Dopo breve ma inguaribile malattia nel mese di marzo del 2014 moriva Marcello De Martini. Marcello, dopo il diploma di geometra supera il concorso per poter frequentare il corso AUC presso la Scuola Alpina di Aosta.

Con l’entusiasmo e la fre-schezza dei ventenni arri-va a fine corso conseguen-do il grado di sottotenente. Conclusa il periodo obbliga-torio di naja, inizia a lavorare in varie aziende che si occupano di installazione e manuten-zione di impianti idrosanitari. Da subito si iscrive al Gruppo Alpini di Lamen, suo paese natale a cui rimane fortemente attaccato anche dopo il trasferimento in quel di Umin accanto alla moglie Monia Boz. Dopo pochi anni di appartenenza al Gruppo, nel 1996 entra a far parte della squadra di protezione civile di Lamen e poco dopo diventa capogruppo Alpini di Lamen. Interpreta il ruolo con passione e vivacità. Molte le sue idee per far progredire il Gruppo, in particolare per ren-dere la sua logistica quasi del tutto autonoma soprattutto in occasione delle Adunate Nazionali.

Da un forte contributo per la progettazione e realizzazione del capannone metallico facilmente assemblabile che sempre accompagna gli alpini lamensi nelle loro trasferte. Grazie alle sue conoscenze nel campo idrosanitario, assieme a Marino e Massimo idea e realizza una doccia trasportabile con caldaia a gas GPL incorporata.

L’impianto si rivelerà di grande utilità in tutte le successi-ve adunate in quanto permette ai soci di farsi la doccia con abbondante acqua calda in qualsiasi situazione. Nei primi anni duemila, a seguito della nascita della figlia Valentina, lascia l’incarico di capogruppo ma rimane nel consiglio direttivo con l’incarico di vicecapogruppo. Marcello, col suo carattere gioviale e scherzoso, si fa ben volere da tutti anche fuori dell’ambito del proprio Gruppo. Partecipa attivamente alle principali manifestazioni alpine e non manca mai alle adunate nazionali. Anzi riesce a coinvolgere fortemente la moglie Monia e la figlia Valentina che porta con se in più di un’occasione.

La sua morte a soli 47, a ridosso dell’Adunata di Pordenone, lascia un grande vuoto nei membri del Gruppo. Ci mancano le sue battute e le sue inventive.

La moglie, sapendo quanto il marito ci teneva alle adunate, segue il Gruppo nella trasferta di Pordenone a dimostrazione di un forte attaccamento agli ideali alpini e di una estrema dignità nell’affrontare il tremendo dolore. Per rafforzare il ricordo del suo caro Marcello, all’inizio di quest’anno accetta altresì di diventare la nuova madrina del Gruppo di Lamen. Tutti noi soci del gruppo a cominciare dal capogruppo Marino ricorderemo con simpatia e riconoscenza Marcello per quanto fatto per gli alpini del nostro Gruppo.

Giovanni Boschet

SCOMPARSA LA PROFESSORESSA CARLA NASCI

È scomparsa recentemente la prof. Carla Nasci. Sia da parte paterna che materna era molto legata all’ambiente alpino. Infatti era figlia del Gen. Gabriele Nasci, insigne protago-nista nell’epopea del “Feltre” durante la Grande Guerra e Comandante del Corpo di Spedizione Alpino in Russia, men-tre la madre era Leni Bonsembiante sorella dell’avv. Checco Bonsembiante, anche lui notissimo interprete e compartecipe nelle vicende belliche dei nostri alpini nelle due guerre mon-diali.

Per molti anni, Carla Nasci ha svolto un’apprezzata attività di insegnante di matematica e scienze naturali nelle scuole feltrine.

Abitava nella deliziosa villa antistante la cattedrale feltrina nella quale poteva attendere anche alla cura e alla conserva-zione del vasto archivio storico del padre costituito da una mole oltremodo significativa di documenti e immagini foto-grafiche della carriera e soprattutto dei fatti bellici nei quali il generale Nasci aveva avuto compiti operativi e responsabilità di comando. Tale archivio, per stessa volontà della figlia, alcuni mesi fa era stato conferito all’ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.

Il rito di commiato della prof. Nasci si è svolta nella cap-pella del cimitero di Feltre con la successiva sepoltura nella tomba di famiglia.

All’arch. Ferruccio Franzoia e ai familiari giungano le espressioni del cordoglio e della partecipazione di “Alpini… sempre!”.

G.S.

QUARTA PAGINA DI

COPERTINADa questo numero, la cui uscita precede di poche settimane il centesimo anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia nella Grande Guerra, vogliamo dedicare la quarta pagina di copertina ai reduci ancora in vita del secondo conflitto mondiale. Non potendo logicamente trovare ancora super-stiti della guerra 1915-18, crediamo sia importante dare uno spazio fotografico a coloro che sono comunque i testi-moni viventi di un’altra terribile vicenda bellica, che ha segnato sicuramente la loro esistenza nei lunghi decenni successivi con un’indelebile cicatrice che tutti loro por-tano da allora nell’animo, la stessa che probabilmente avevano i loro padri che sopravvissero alla prima guerra mondiale. La scelta redazionale vuole così anche dare il giusto rilievo a coloro che forse sono i primi paladini della pace nel mondo, conoscendo come nessun altro il signifi-cato della parola guerra. Invitiamo quindi i capigruppo, gli alpini, ma anche tutti i nostri lettori a far pervenire in sede foto che ritraggano i nostri reduci ancora in vita, anche di coloro che non hanno combattuto con la penna sul cap-pello. In questo primo numero abbiamo dato spazio a due ex combattenti di Lamon: Giuseppe Cecconello, 102 anni, e Giuseppe Da Rugna, 92. Due dei tre reduci ancora in vita del paese ai piedi del monte Coppolo.

Il direttore redazionale

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