Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

12
Il nuovo c ttadino C i siamo sforzati di comprendere nell’ottica del cittadino comune quale significato e quindi quale comprensione si possa aver avuto delle elezioni politiche dell’aprile scorso. Alla fine del 2007 Berlusconi risultava, nel gradimento degli italia- ni, ai minimi storici superato da Fini e incalzato da Casini. Prodi dato per decotto, riusciva a superare efficacemente il grande scoglio della Finanziaria. La prima commissione del Senato, incaricata di redigere un nuovo testo della legge elet- torale, era quasi arrivata ad una sintesi intorno alla quale sta- vano convergendo i due terzi delle forze politiche con un pro- getto per i più accettabile in quanto punto di equilibrio fra si- stema proporzionale e maggioritario. Cosa è accaduto succes- sivamente tanto da capovolgere un siffatto scenario politico? Sostanzialmente tutto cambia nel momento in cui Veltroni sceglie di diventare “Il Grande Elettore” di Silvio Berlusconi. Comincia con il prendere le distanze dal governo Prodi la- sciando intendere che il nascente Partito Democratico è di- verso dall’Ulivo prodiano alleato della sinistra comunista e che vuole dialogare in maniera costruttiva con l’odiato nemi- co di sempre, il diavolo della politica, fondatore di quel partito personale che per ben due volte aveva umiliato gli assalti del- la sinistra ai palazzi del potere sconfiggendo, una volta Oc- chetto e una seconda volta Rutelli. A dire il vero Veltroni sem- bra non comprendere che attaccare Prodi significa colpire l’u- nico leader del centro sinistra che è stato capace di sconfigge- re per ben due volte l’uomo di Arcore. Ma a Veltroni non inte- ressa nulla, interessa solo far dimenticare il passato per indi- care nella sua persona il radioso futuro della sinistra italiana che nasce con la significativa alleanza col partito di Di Pietro e la qualificante annessione al PD del Partito Radicale. Quindi il primo regalo di Walter a Silvio è l’indebolimento politico del governo Prodi che, barcollante per i colpi da lui subiti, scivolerà sulla classica buccia di banana, questa volta denominata Clemente Mastella. Seconda tappa dell’aiuto Veltroniano alla nascente PDL è l’affossamento di ogni ipotesi di riforma elettorale proporzio- nale con un accordo di ferro stretto personalmente con Silvio Berlusconi, finalizzato al mantenimento del tanto bistrattato “Porcellum”, il quale infatti garantisce il miglior risultato ai due schieramenti più forti, PDL e PD per l’appunto. Il terzo aiuto, il decisivo, avviene con lo scaricamento della Sinistra Arcobaleno che non viene alleata al PD. La conseguenza è nota: Silvio Berlusconi potrà fare la stessa cosa con l’UDC of- frendo un contratto di inclusione nella PDL a Casini, Buttiglio- ne e Cesa chiedendo di cancellare la storia di novant’anni di Scu- do Crociato. Il quarto aiuto è puramente tattico, ma anch’esso da non trascurare. Siamo a dieci giorni dalla fine della campagna elettorale e Veltroni annuncia l’inesistente sorpasso del PD Editoriale Editoriale H a scritto una volta un grande poeta, Wolf- gang Goethe, padre non solo della lingua te- desca ma anche più in generale della cultura eu- ropea: “quello che hai ereditato dai tuoi padri devi conquistarlo di nuovo per possederlo veramente”. La cultura, i valori, non sono oggetto di un pos- sesso che possa mai essere dato come veramente acquisito. Sempre di nuovo nella storia essi ven- gono messi in questione, e sempre di nuovo devo- no essere riconquistati nella coscienza delle sin- gole persone e dei popoli. E' attraverso questa lot- ta che essi mantengono la loro eterna giovinezza. Questo vale per ogni epoca storica e per ogni comunità umana e vale oggi in modo particolare per noi, per il nostro tempo, per l'Europa e per il Partito Popolare Europeo. I valori cristiani, per il cui inserimento nella Costituzione europea noi abbiamo lottato, non sono soltanto i valori dei fondatori dell'Europa, di San Benedetto, dei santi Cirillo e Metodio e di San Patrizio. Essi arrivano a noi perchè sono sta- ti riscoperti dopo il terribile massacro delle guer- re mondiali, dopo l'olocausto, dopo la grande apostasia dei regimi totalitari, fascisti, nazisti e comunisti del secolo ventesimo. Dopo il crollo delle religioni immanentiste dei nazionalismi esasperati, alcuni uomini politici coraggiosi, tra i quali si suole ricordare Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman, svilupparono il progetto dell'unità dell'Europa proprio a partire dalla riconquista di quei valori. Al centro stava, e sta ancora oggi, l'idea della dignità e dei diritti della persona umana, che non può essere distrutta e umiliata in nome di alcun valore considerato superiore, sia esso la razza o la classe nei quali si corrompe e decade l'idea di amor di patria o di giustizia sociale. Potremmo indicare come motto di questa co- struzione europea una frase di San Ireneo di Lio- ne, che Giovanni Paolo II era solito citare con particolare predilezione: “la gloria di Dio è che l'uomo viva”. I medesimi valori furono riscoperti una seconda volta dai popoli dei paesi soggetti al- la dittatura comunista nei paesi dell'Europa cen- trale e orientale. Come dimenticare le immagini degli operai polacchi dei cantieri di Danzica che portavano sulle loro tute l'immagine della Vergi- ne di Cestokowa, regina della Polonia, nel mo- mento in cui sfidavano, appoggiandosi solo alla forza della coscienza e della verità, la più grande concentrazione di potere politico, militare, buro- cratico mai esistito nella storia? La lotta per inse- rire nella Costituzione europea un riferimento ai valori cristiani è stata, contemporaneamente, una lotta per incorporare nella comune coscien- za europea la grande testimonianza resa davanti alla oppressione e alla violenza di Yalta da parte dei popoli polacco e ceco, slovacco e ungherese, e lituano, lettone e estone, e tedesco della Germa- nia orientale, sloveno e bulgaro, rumeno e degli altri popoli di quella sfortunata parte dell'Europa. Nel corso del suo primo viaggio nella Polonia liberata, Giovanni Paolo II poneva una domanda sul destino futuro della Polonia; se essa dovesse solo aggiungersi come ultima arrivata alla cultura di un consumismo occidentale sordo ai valori del- lo spirito oppure dovesse portare con sé nella nuova Europa, la memoria della riscoperta del va- lore trascendente della persona umana che aveva animato la lotta di Solidarnosc per la libertà. La domanda mantiene una sua straordinaria attualità. Quale Europa vogliamo costruire? In realtà non si tratta di una alternativa tra la nostra Europa e un'altra Europa possibile, preposta da forze culturali a noi alternative, per esempio l'in- ternazionale socialista. Si tratta piuttosto di una lotta perchè l'Europa viva e prosegua il suo cam- mino nella storia. I cristiani: l’avanguardia della nuova Europa on. Rocco Buttiglione TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 3-2008 on. Luca Marconi Scriveteci a: [email protected] Direttore: Giovanni Fermani Redazione: Umberto Spalletti Grafica: Studio CM Roma Tipografia: Colgraf - Roma Veltroni grande elettore di Berlusconi: è nata l’era del Veltrusconismo, è necessario studiare l’antidoto Nelle pagine Nelle pagine Anno 2008 N. 3 1/2Veltroni grande elettore di Berlusconi I cristiani: l’avanguardia della nuova Europa 2 Una sfida ai cattolici italiani Stupidario europeo e americano 3 Al dirigente scolastico Perché resto con l’UDC e lavoro con la Costituente di Centro 4 L’invasione dei barbari Banche Popolari a convegno sull’Educazione Finanziaria 5 Lourdes e Loreto Per la scuola italiana:... 6 Un progetto costituzionale coerente col buon senso La rivoluzione popolare e la potenza del mite cittadino L’energia: petrolio, carbone, nucleare, metano 7 Il potere politico e le discariche Il Parlamento Europeo riconosce l’importanza della Cooperazione Bancaria 8 Qualunquismo, le sue varianti e l’Unione di Centro Le Banche Popolari consolidano crescita ed efficienza 9 UDC: verso la Costituente di Centro Assopopolari: siglato a Roma per l’accordo con la BEI 10Diario di un professore di campagna Giustizia nel mirino 11/12 Intervista a Salvatore Martinez per “Liberal” Arte, bellezza, salvezza segue a pag. 2 segue a pag. 2

description

Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

Transcript of Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

Page 1: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

Il nuovo c ttadino

Ci siamo sforzati di comprendere nell’ottica del cittadinocomune quale significato e quindi quale comprensione si

possa aver avuto delle elezioni politiche dell’aprile scorso. Allafine del 2007 Berlusconi risultava, nel gradimento degli italia-ni, ai minimi storici superato da Fini e incalzato da Casini.Prodi dato per decotto, riusciva a superare efficacemente ilgrande scoglio della Finanziaria. La prima commissione delSenato, incaricata di redigere un nuovo testo della legge elet-torale, era quasi arrivata ad una sintesi intorno alla quale sta-vano convergendo i due terzi delle forze politiche con un pro-getto per i più accettabile in quanto punto di equilibrio fra si-stema proporzionale e maggioritario. Cosa è accaduto succes-sivamente tanto da capovolgere un siffatto scenario politico?Sostanzialmente tutto cambia nel momento in cui Veltronisceglie di diventare “Il Grande Elettore” di Silvio Berlusconi.Comincia con il prendere le distanze dal governo Prodi la-sciando intendere che il nascente Partito Democratico è di-verso dall’Ulivo prodiano alleato della sinistra comunista eche vuole dialogare in maniera costruttiva con l’odiato nemi-co di sempre, il diavolo della politica, fondatore di quel partitopersonale che per ben due volte aveva umiliato gli assalti del-la sinistra ai palazzi del potere sconfiggendo, una volta Oc-chetto e una seconda volta Rutelli. A dire il vero Veltroni sem-bra non comprendere che attaccare Prodi significa colpire l’u-nico leader del centro sinistra che è stato capace di sconfigge-re per ben due volte l’uomo di Arcore. Ma a Veltroni non inte-ressa nulla, interessa solo far dimenticare il passato per indi-care nella sua persona il radioso futuro della sinistra italianache nasce con la significativa alleanza col partito di Di Pietroe la qualificante annessione al PD del Partito Radicale.

Quindi il primo regalo di Walter a Silvio è l’indebolimentopolitico del governo Prodi che, barcollante per i colpi da luisubiti, scivolerà sulla classica buccia di banana, questa voltadenominata Clemente Mastella.

Seconda tappa dell’aiuto Veltroniano alla nascente PDL èl’affossamento di ogni ipotesi di riforma elettorale proporzio-nale con un accordo di ferro stretto personalmente con SilvioBerlusconi, finalizzato al mantenimento del tanto bistrattato“Porcellum”, il quale infatti garantisce il miglior risultato aidue schieramenti più forti, PDL e PD per l’appunto.

Il terzo aiuto, il decisivo, avviene con lo scaricamento dellaSinistra Arcobaleno che non viene alleata al PD. La conseguenzaè nota: Silvio Berlusconi potrà fare la stessa cosa con l’UDC of-frendo un contratto di inclusione nella PDL a Casini, Buttiglio-ne e Cesa chiedendo di cancellare la storia di novant’anni di Scu-do Crociato.

Il quarto aiuto è puramente tattico, ma anch’esso da nontrascurare. Siamo a dieci giorni dalla fine della campagnaelettorale e Veltroni annuncia l’inesistente sorpasso del PD

EditorialeEditoriale

Ha scritto una volta un grande poeta, Wolf-gang Goethe, padre non solo della lingua te-

desca ma anche più in generale della cultura eu-ropea: “quello che hai ereditato dai tuoi padri deviconquistarlo di nuovo per possederlo veramente”.La cultura, i valori, non sono oggetto di un pos-sesso che possa mai essere dato come veramenteacquisito. Sempre di nuovo nella storia essi ven-gono messi in questione, e sempre di nuovo devo-no essere riconquistati nella coscienza delle sin-gole persone e dei popoli. E' attraverso questa lot-ta che essi mantengono la loro eterna giovinezza.

Questo vale per ogni epoca storica e per ognicomunità umana e vale oggi in modo particolareper noi, per il nostro tempo, per l'Europa e per ilPartito Popolare Europeo.

I valori cristiani, per il cui inserimento nellaCostituzione europea noi abbiamo lottato, nonsono soltanto i valori dei fondatori dell'Europa, diSan Benedetto, dei santi Cirillo e Metodio e diSan Patrizio. Essi arrivano a noi perchè sono sta-ti riscoperti dopo il terribile massacro delle guer-re mondiali, dopo l'olocausto, dopo la grandeapostasia dei regimi totalitari, fascisti, nazisti ecomunisti del secolo ventesimo. Dopo il crollodelle religioni immanentiste dei nazionalismiesasperati, alcuni uomini politici coraggiosi, tra iquali si suole ricordare Konrad Adenauer, AlcideDe Gasperi e Robert Schuman, svilupparono ilprogetto dell'unità dell'Europa proprio a partiredalla riconquista di quei valori.

Al centro stava, e sta ancora oggi, l'idea delladignità e dei diritti della persona umana, che nonpuò essere distrutta e umiliata in nome di alcunvalore considerato superiore, sia esso la razza o laclasse nei quali si corrompe e decade l'idea diamor di patria o di giustizia sociale.

Potremmo indicare come motto di questa co-struzione europea una frase di San Ireneo di Lio-

ne, che Giovanni Paolo II era solito citare conparticolare predilezione: “la gloria di Dio è chel'uomo viva”. I medesimi valori furono riscopertiuna seconda volta dai popoli dei paesi soggetti al-la dittatura comunista nei paesi dell'Europa cen-trale e orientale. Come dimenticare le immaginidegli operai polacchi dei cantieri di Danzica cheportavano sulle loro tute l'immagine della Vergi-ne di Cestokowa, regina della Polonia, nel mo-mento in cui sfidavano, appoggiandosi solo allaforza della coscienza e della verità, la più grandeconcentrazione di potere politico, militare, buro-cratico mai esistito nella storia? La lotta per inse-rire nella Costituzione europea un riferimento aivalori cristiani è stata, contemporaneamente,una lotta per incorporare nella comune coscien-za europea la grande testimonianza resa davantialla oppressione e alla violenza di Yalta da partedei popoli polacco e ceco, slovacco e ungherese, elituano, lettone e estone, e tedesco della Germa-nia orientale, sloveno e bulgaro, rumeno e deglialtri popoli di quella sfortunata parte dell'Europa.

Nel corso del suo primo viaggio nella Polonialiberata, Giovanni Paolo II poneva una domandasul destino futuro della Polonia; se essa dovessesolo aggiungersi come ultima arrivata alla culturadi un consumismo occidentale sordo ai valori del-lo spirito oppure dovesse portare con sé nellanuova Europa, la memoria della riscoperta del va-lore trascendente della persona umana che avevaanimato la lotta di Solidarnosc per la libertà.

La domanda mantiene una sua straordinariaattualità. Quale Europa vogliamo costruire? Inrealtà non si tratta di una alternativa tra la nostraEuropa e un'altra Europa possibile, preposta daforze culturali a noi alternative, per esempio l'in-ternazionale socialista. Si tratta piuttosto di unalotta perchè l'Europa viva e prosegua il suo cam-mino nella storia.

I cristiani:l’avanguardia della nuova Europaon. Rocco Buttiglione

TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 3-2008

on. Luca Marconi

Scriveteci a:[email protected]

Direttore: Giovanni Fermani Redazione: Umberto Spalletti

Grafica: Studio CM RomaTipografia: Colgraf - Roma

Veltroni grande elettoredi Berlusconi:è nata l’era del Veltrusconismo,è necessario studiare l’antidoto

Nelle pagineNelle pagine Anno 2008 N. 31/2• Veltroni grande elettore

di Berlusconi• I cristiani: l’avanguardia

della nuova Europa2 • Una sfida ai cattolici italiani

• Stupidario europeo e americano3 • Al dirigente scolastico

• Perché resto con l’UDC e lavorocon la Costituente di Centro

4 • L’invasione dei barbari• Banche Popolari a convegno

sull’Educazione Finanziaria5 • Lourdes e Loreto

• Per la scuola italiana:...

6 • Un progetto costituzionalecoerente col buon senso

• La rivoluzione popolaree la potenza del mite cittadino

• L’energia: petrolio, carbone,nucleare, metano

7 • Il potere politico e le discariche• Il Parlamento Europeo riconosce

l’importanza della CooperazioneBancaria

8 • Qualunquismo, le sue variantie l’Unione di Centro

• Le Banche Popolari consolidanocrescita ed efficienza

9 • UDC: verso la Costituente di Centro • Assopopolari: siglato a Roma

per l’accordo con la BEI10• Diario di un professore di campagna

• Giustizia nel mirino11/12 • Intervista a Salvatore

Martinez per “Liberal”• Arte, bellezza, salvezza

segue a pag. 2

segue a pag. 2

Page 2: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

2

I l 2009 è un anno specialeper gli anniversari dei cat-

tolici e la politica: cin-quant’anni prima moriva donLuigi Sturzo fondatore delPartito Popolare Italiano, co-stituito appunto nel 1919. Leelezioni Europee sarannoun’occasione e una sfida.

Cominciamo con la sfida.Il nostro sistema elettorale epolitico è bipolare e qualcu-no, i due partiti più grandi, lovorrebbero bipartitico per ov-

vie ragioni di interesse di bot-tega. Certamente il sistemamaggioritario garantisce, al-meno sulla carta, una mag-giore stabilità e consente achi vince le elezioni di farescelte anche impopolari. Nonè sempre così nella realtà,però. Non bastano i numeriin Parlamento o nei consigliper assicurare il consenso.C’è bisogno di cultura politi-ca condivisa e sentita dal po-polo in modo largamente

maggioritario, deve cioè es-serci mediazione e partecipa-zione. Senza queste le leggi oi provvedimenti amministra-tivi restano lettera morta osono male applicati. Per que-sto Sturzo combatté il siste-ma maggioritario per il pro-porzionale, per rompere ilblocco delle elite al potere edare una vera dimensione po-polare alla democrazia parla-mentare. Dunque qual è lasfida per i cattolici il prossi-mo anno. Semplice: avremole elezioni europee che sisvolgono col sistema propor-zionale, dove non ci sono ob-blighi di alleanze o confluen-ze, non ci sono premi di mag-gioranza, non ha senso alcu-no parlare di voto più utile diun altro. Conterà solo l’iden-tità culturale e l’appartenen-za ad un progetto politicocoerente con quell’identità.La sfida per i cattolici saràquella di verificare la capa-cità, ma soprattutto la vo-lontà di realizzare la massimaunità possibile con una lista econ candidati adeguati, perdare voce e consistenza allaloro presenza politica qualifi-cata. Cercando così di sfuggi-re alla logica, sempre piùinefficace, di essere un po’ do-vunque nei partiti italiani pertentare di condizionare se-condo i valori cari alla dottri-na sociale cristiana. Si è visto

sempre più che non funziona,che anzi si rischia di incam-minarci per quella pericolosaderiva dell’insignificanza deicattolici nella vita pubblica,già verificata in molti paesidel Nord Europa e oggi anchein Spagna. Funziona esserein tanti nelle assemblee elet-tive e fare governi con chi èpiù affine per ottenere il mas-simo dal programma che sivuole realizzare, ma con unpartito di chiara ispirazioneideale che garantisca la cre-scita di una classe dirigente ela porti ai vertici delle istitu-zioni nazionali e locali; si èvisto con l’attuale governocome sia possibile che anchein Italia scompaia dalla listadei ministri qualsiasi espo-nente del mondo cattolico.

Ma c’è un’occasione an-che per il partito di centroche sta nascendo. Sarà capa-ce, infatti, di lanciare la sfidaai cattolici presentandosi conle carte in regola e la pienalegittimazione per raccoglie-re l’eredità del glorioso Parti-to Popolare?! Non basta averelo Scudo Crociato come sim-bolo; dietro a questo ci devo-no essere uomini e donne dialta spiritualità capaci diquella libertà e di quella forzache Don Luigi invocava per lapolitica italiana e che ci sem-bra quanto mai necessarianell’odierna attualità.

Una sfida ai cattoliciitaliani La questione cattolica ritorna di attualità

Anno 2008 - N. 3

I l 17 febbraio 2008 il Parlamento del Koso-vo ha dichiarato unilateralmente la propria

indipendenza dalla Serbia; una decisione intotale violazione del diritto internazionale es-sendo il Kosovo parte della Serbia.

Gli Stati Uniti e una parte dei più impor-tanti Stati europei hanno immediatamentericonosciuto il nuovo Stato; contrari a questadecisione Spagna, Russia, Grecia, Portogallo,Slovacchia, Romania e ovviamente Serbia.

Stupisce l'immediato riconoscimento oc-cidentale nonostante la divisione tra gli Statidella UE e la chiara contraddizione con riso-luzione 1244 del Consiglio di Sicurezza ONUdel 1999 che riconosce al Kosovo il semplicestatus di provincia autonoma della Serbia epertanto la sovranità e l'integrità territorialedella stessa Serbia.

Non essendoci altre risoluzioni al riguar-do il riconoscimento è avvenuto in violazionedel diritto internazionale.

Strano il silenzio di Bruxelles, in tante oc-casioni loquace oltre il necessario.

Non sarà inutile ricordare a questo pun-to due avvenimenti marginali: nel dicembredel 2007 il governo albanese permette allaDWM Petroleum (AG Manas) di assisterel'Agenzia governativa per le Risorse Natura-li nello sfruttamento di petrolio e gas alba-nese; il 10 gennaio 2008 la Manas Petro-leum Corporation annuncia di aver scoper-to grandi giacimenti di gas e petrolio pro-prio nella parte nord occidentale dell'Alba-nia, vicino al Kosovo. L'ennesimo esempio distupefacente e disinteressata capacità strate-gica dell'Unione Europea.

Stupidario europeo (e americano)

sulla PDL, quando in realtàil suo partito era a mala penaintorno al 30%. Berlusconiringrazia per l’ennesimo re-galo del Re Magio Walter di-chiarando che il pericolo diun sorpasso del PD al Senatopuò esserci e compromette-rebbe la stabilità della mag-gioranza e del Governo. Ri-sultato: una valanga di votiarrivano dalla Sinistra Arco-baleno al PD per consentirel’impossibile vittoria del Vel-troni e una quota significati-va dell’elettorato moderatodell’UDC scivola verso laPDL per la paura che i “co-munisti” possano vincere.

Potevano essere chiaretutte queste cose al nostroamico cittadino durante lacampagna elettorale? Pur-troppo no. Ora però vale lapena riflettere per compren-dere come la politica possaessere trasformata in un gio-co in mano a pochi e come,invece, i trenta milioni chevotano possono essere con-sapevolmente forti del pro-prio potenziale senza la-sciarsi ingannare da abiligiocolieri. Non ci sono anti-doti in farmacia per difen-dersi dal Veltrusconismo:l’unico antidoto è la preven-zione, è scegliere di non la-sciarsi contaminare da chiancora persegue l’idea debo-le della politica, figlia del c.d.Pensiero Debole che tuttodesidera meno che l’affer-mazione della volontà sovra-na del popolo e del personalediritto ad essere protagoni-sta della politica.

L'avversario di oggi, infatti, il relativismo etico, non ha unprogramma di costruzione dell'Europa alternativo al nostro. Es-so ha piuttosto un programma di dissoluzione dell'Europa, chesi va peraltro in parte già realizzando. Esso non è in grado dimotivare le giovani generazioni a innamorarsi, sposarsi, averedei figli. Se esso dovesse trionfare in un breve volgere di annil'Europa scomparirebbe dalla storia ed altre culture, verosimil-mente islamiche, occuperebbero lo spazio geografico che noioggi chiamiamo Europa.

La crisi demografica dell'Europa è sotto gli occhi di tutti e adessa si accompagna una crisi culturale, l'incapacità di creareuna base di valori comuni con i milioni di immigrati che vengo-no da noi a riempire i vuoti del nostro mercato del lavoro. Il re-lativismo etico nega ai cristiani il diritto di parola, vuole esclu-derli dal dibattito pubblico attraverso il quale si determinano lescelte politiche del continente, vuole ridurli al rango di cittadinidi seconda categoria.

Una Europa senza forza morale non potrebbe resistere alloscollamento fra cittadini e classi dirigenti, alla corruzione delleclassi dirigenti, alla tentazione dell'uso della violenza ove questapossa essere esercitata senza pericolo.

La democrazia relativista è destinata a trasformarsi presto otardi in un totalitarismo palese o occulto. La nostra democraziatrova nei valori cristiani l'orientamento che la difende contro ilrischio della decadenza e della corruzione.

Il valore della persona impone il rispetto della sua libertà.Non il relativismo, ma il rispetto della dignità della personaumana è la base della democrazia. Per questa idea di democraziaoggi bisogna dare battaglia, rivendicando per i cristiani il dirittoal rispetto, simile a quello che essi offrono a tutti, ed il diritto al-la non discriminazione. Così una volta Giovanni Paolo II hachiesto che non sia impedito ai cristiani di dare il loro contribu-to alla costruzione dell'Europa. In modo particolare dobbiamocombattere il tentativo, illegale e anticostituzionale, di imporre,a partire dall'Europa, politiche di dissoluzione della famigliaagli Stati membri dell'Unione. E tuttavia “là dove è il pericolocresce anche la speranza della salvezza”. Cresce una nuova ge-nerazione di europei alla ricerca di un orientamento per la pro-pria vita. Gli antichi valori sono stati dissacrati, ma non sostitui-ti e quando si presenta il caso serio della vita, l'amore, il lavoro,la morte delle persone care […] è verso questi valori che in mi-sura crescente si volge lo sguardo della nuova generazione.

I democratici cristiani, i democratici di centro europei nondevono concepirsi come i resti di una Europa che scompare macome l'avanguardia di una nuova Europa che nasce e che a ten-toni cerca se stessa.

I Cristiani: segue da pag. 1

Editoriale: segue da pag. 1

di Paolo Ciccarelli

Page 3: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

3

Egregio dirigente, ho di recen-te avuto modo di constatare

che nelle aule della scuola fre-quentata dai miei figli, non è piùesposto il crocifisso.

A seguito di sommaria assun-zione di informazioni, ho appre-so che non esiste, ad oggi, nessu-na norma – statale o regolamen-tare che sia – che disponga la ri-mozione del simbolo de qua.

La presenza del crocifisso èstatuita dall’art. 119 del R.D.26/04/1928, n. 1297; tale normanon può ritenersi assorbita dalT.U. del 1994 (disciplinante l’inte-ra materia), e neppure da questoabrogata, trattandosi di norma dicarattere regolamentare; tantopiù che la stessa Corte Costituzio-nale non ne ha mai messo in di-scussione la vigenza. Riconoscoche negli ultimi anni abbiamo as-sistito ad una lunga serie di pole-miche in capo a questo argomen-to, ma tali polemiche non sonomai scaturite in nuova produzio-ne legislativa e/o regolamentare.Va da sé, quindi, che è tuttora invigore il suddetto art. 119.

Quanto al dibattito (pura-mente e squisitamente ideologi-co) sulla laicità dello Stato, vor-rei puntualizzare il significato ditale termine nell’ordinamentoitaliano: esso serve ad indicarereciproca autonomia tra Stato eChiesa (artt. 7 e 8 Cost.); tuteladei diritti fondamentali dellapersona (art. 2), indipendente-mente da quanto disposto dallareligione di appartenenza; ugua-glianza giuridica fra tutti i citta-dini, ancorché di diversa fede re-ligiosa (art. 3); rispetto della li-bertà delle confessioni di orga-nizzarsi autonomamente secon-do i propri statuti purché noncontrastino con l’ordinamentogiuridico italiano (art. 8, co. 2);per tutti, anche non cittadini, tu-tela della libertà in materia reli-giosa, e cioè di credere, non cre-dere, di manifestare in pubblicoo in privato la loro fede, di eserci-tarne il culto (art. 19); divieto didiscriminare gli enti confessio-nali a motivo della loro ecclesia-sticità e del fine di religione o diculto perseguito (art. 20).

Per questi motivi, sembra deltutto lecito affermare che in unasede non religiosa, quale è lascuola, destinata all’educazionedei giovani, l’esposizione del cro-cifisso è giustificata ed assumesignificato non discriminatoriosotto il profilo religioso, se «è ingrado di rappresentare e richia-mare in forma sintetica imme-

diatamente percepibile ed intui-bile (al pari di ogni simbolo) va-lori civilmente rilevanti, e se-gnatamente quei valori che sog-giacciono ed ispirano il nostroordine costituzionale, fonda-mento del nostro convivere civi-le. In tal senso il crocifisso po-trà svolgere, anche in un oriz-zonte laico, diverso da quello re-ligioso che gli è proprio, unafunzione simbolica altamenteeducativa, a prescindere dallareligione professata dagli alun-ni. La decisione delle autoritàscolastiche, in esecuzione di nor-me regolamentari, di esporre il

crocifisso nelle aule scolastiche,non appare pertanto censurabilecon riferimento al principio dilaicità proprio dello Stato italia-no (…) dal momento che, nonsolo non lede alcuno dei principicustoditi dalla medesima Costi-tuzione o altre norme del suo or-dinamento giuridico, ma miraad affermarli in un modo chesottolinea il loro alto significato»(Sent. Consiglio di Stato – Sez.VI – n. 556 del 13 gennaio 2006).

La giurisprudenza ammini-strativa sul punto afferma chel’art. 119 R.D. 30/04/1924 n. 965e l’art. 119 R.D. 26/04/1928 n.

1297, tab. C, che prevedono lapresenza del crocifisso nelle aulescolastiche, sono disposizioni re-golamentari tuttora in vigore,non essendo state abrogate, néespressamente né implicitamen-te, da successive norme di rangocostituzionale, legislativo o rego-lamentare. Sottolinea inoltre che«la collocazione del crocifisso èlegittima e non contrasta, ma an-zi afferma e conferma, il princi-pio di laicità dello stato repubbli-cano, in quanto simbolo di unaparticolare storia, cultura e iden-tità nazionali, oltre che espres-sione di alcuni principi laici della

comunità» (Tribunale Ammini-strativo per il Veneto, sezione III,Sentenza 22/03/2005, n. 1110).

Ad abundantiam, concludocon quanto detto dal Ministrodella Giustizia in risposta all’in-terrogazione a risposta imme-diata dell’On. Turco: «ritengoche il crocifisso possa continuaread essere esposto (…), quale altosimbolo della nostra tradizione edei nostri valori civili e culturali,espressione di rispetto per l’al-tro, di amore per la persona, e diprofonda solidarietà umana».

Questi temi potrebbero esse-re ancora approfonditi e ulterior-mente sviluppati, ma ciò esulada questa sede; ho riportato par-te della copiosa dottrina in meri-to all’argomento che ci occupa,per sollecitare un Suo interven-to volto a ripristinare l’esposi-zione del crocifisso in quelle au-le scolastiche nelle quali non c’èpiù (e non posso fare a meno dichiedermi: …perché?).

Al dirigente scolasticoLo voglio aiutare: il Crocifisso in aula può starcidi A.F.

Anno 2008 - N. 3

Non ho avuto sostanziose eredità damio padre, onesto impiegato dell'I-

nadel, la mutua degli enti locali, almenoquelle che tutti si attendono dopo lamorte di un genitore, lasciti che rientra-no nella normalità. Una casa nel centrostorico di un piccolo paese che, trala-sciandone il valore da dividere con altritre fratelli, ha però gelosamente conser-vato negli anni ricordi incancellabili. Trai tanti una busta gialla con dentro unaventina di tessere della Democrazia Cri-stiana, partito nel quale mio padre fuiscritto ininterrottamente per qua-rant'anni. La più vecchia è del 1949, mo-stra sul davanti un disegno che illustra lefatiche di un San Giorgio a Cavallo con lalancia tenuta tra le mani sormontata daun vessillo con scudo crociato; San Gior-gio cerca di uccidere un drago colorato di"rosso". Iconografia chiara che non midilungo a commentare.

Ma è la tessera del 1957 che contiene,nonostante i tanti anni trascorsi, unoscritto che è estremamente attuale e fo-tografa perfettamente la "diaspora" poli-tica dei cattolici di oggi, in cerca di unacasa comune, ma anche oggetto di tanteattenzioni. L'articolo pubblicato sullaDiscussione il 20 Dicembre del 1953 afirma Alcide De Gasperi è sul retro diquesta tessera e così recita. " Talunopensa che la DC dovrebbe mutuare im-pulsi rinnovatori e istanze sociali dallasinistra, tal altro ritiene che per stare inpiedi ci convenga il puntello della de-stra. Noi siano certi che non vi è che una

necessità sola, quella di marciare sulcammino che ci è proprio. Per essere in-novatori o riformisti non abbiamo biso-gno di cercare impulsi e ispirazione a si-nistra, ne per dimostrare senso naziona-le di fare una conversione a destra.

"Non so che effetto possano avere suinostri lettori queste frasi, ma converre-te che la pelle d'oca non è solo retaggiodei proclami mediatici ai quali oggi sia-mo sempre più spesso chiamati ad assi-stere, ma e' anche, e soprattutto, patri-monio di chi nei contenuti vede (nonintravede )il proprio futuro.

“Ego Sum” io sono e se il mio credopolitico ha negli anni seguito questa lun-gimirante traccia degasperiana, con checosa posso barattare tanti anni di batta-glie politiche e di valori condivisi ? Connulla credetemi, perché è il nulla che sco-pri deviando dalle solide e salde radici chehanno ispirato i grandi politici cattoliciche ci hanno preservato "da ogni male".Coraggio quindi, i piatti di "lenticchie "sono patrimonio delle sagre paesane doveabbondano venditori di patacche e dimarchi contraffatti, che ci offrono posti alsole privi di ombrelloni per ripararci dadevastanti insolazioni. Noi siamo un'altracosa, abbiamo un'altra storia non nego-ziabile perché forte, collaudata, dirom-pente derivata da quegli insegnamentiche nei secoli hanno sconfitto imperi, as-solutismi, venditori di fumo, ciarlatanidell'ultima ora.

C'è un bisogno diffuso di Centro, dimoderazione. C'è il bisogno di allonta-

nare la "cattiveria" che impone un ordi-ne d'autorità, che disconosce i tratti so-matici del singolo individuo, le sue sto-rie e i suoi reali bisogni. C' e bisogno difare chiarezza su ciò che i diritti per-mettono e su ciò che per puro calcolopolitico si ritiene di permettere, azioniche si inseriscono in una solidarietà "si-nistrorsa" che non sa a chi e come rivol-gere le sue attenzioni con il risultato fi-nale che Caino e Abele sono sullo stessoidentico piano.

Non c'era bisogno di creare l'assolu-tismo delle idee in quella nobile "alme-no nel nome" Casa delle Libertà divenu-ta un condominio dove l'unico confron-to possibile e delegato agli umori delCapo Condomino che se ne sta tranquil-lo al suo posto dopo aver consegnato atutti le chiavi degli appartamenti.

Noi UDC, subito lo sfratto, abbiamoraccolto le nostre carte, le nostre idee echi ci ha seguito ha capito l'importanzadi essere quello che per decenni siamostati: dobbiamo essere la nuova insosti-tuibile figura antropologica politica delCentro. La Costituente di Centro del-l'UDC sia i1 nuovo punto di partenzaper ridare speranza e per ribadire chenoi continuiamo a credere che la nostrastoria, il nostro patrimonio politico nonsono negoziabili e la nostra attenzionela si conquista con altrettanta democra-tica attenzione.

San Giorgio continua a combatterecontro il drago e lo fa dalla tessera del1949; noi siamo con lui.

Perché resto con l’UDC e lavoroper la Costituente di Centrodi Giovanni Fermani

Page 4: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

4

C’è un’invasionesilenziosa che porta ognianno nel nostropaese mezzo milione di barbari: i nostri figli.

di Umberto Spalletti

Dobbiamo la definizionead un filosofo, Ortega y

Gasset, che già negli anniTrenta del secolo scorso co-sì guardava alle nuove ge-nerazioni del nostro conti-nente; invasione verticaledei barbari.

Non c'è da offendersi, èuna semplice presa d'atto.

Si viene al mondo senzasapere nulla della civiltà checi accoglie, animati solo davoglie, necessità e impulsida soddisfare. Ogni sistemasociale si “difende” da que-sta invasione civilizzando inuovi barbari, trasmettendoloro i suoi principi e la suacultura, educandoli ad inse-rirsi in un tessuto civile.

Da qualche decennioquesto passaggio di testi-mone da una generazionealla successiva, questo tra-sferimento di civiltà sem-bra essersi bloccato, alme-no nel cosiddetto MondoOccidentale.

I giovani barbari vengo-no allevati facendo credereloro che non esistono limitida rispettare e autorità a cuiobbedire né sacrifici da sop-portare. Niente traumi percarità, perché ormai il crite-rio fondamentale della pe-dagogia è: “Vietato vietare”!

Così facendo la societàsmette di civilizzare i“barbari verticali”, che re-stano tali pur diventandoadulti e persino laureati.Senza educazione, senzacultura e con un linguag-gio primitivo – come defi-

nire altrimenti il gergo ti-pico degli SMS trovato daicommissari nei temi d'e-same per l'ingresso in ma-gistratura – i barbari or-mai adulti continuano adobbedire solo ai loro im-pulsi e alle loro voglie.

Nessuna meraviglia chea Milano dei medici operinosenza scrupoli pur di farsoldi, che a Torino a centi-naia si ribellino ai vigili peruna multa, che a Verona simassacri un poveraccio peruna sigaretta, che a Peru-gia, a Viterbo, a Napoli, aNiscemi ... c'è bisogno dicontinuare?

Tra le tante emergenze,vere o presunte, che spunta-no come funghi ogni setti-mana, quella educativa è laprima a cui porre rimedio,se abbiamo a cuore il futurodel nostro Paese.

Torniamo ad educare, ri-diamo cittadinanza a paroleormai dimenticate comeautorità, disciplina, sacrifi-cio; e la TV, questo stru-mento privilegiato della pe-dagogia antisociale, possi-bilmente spegniamola.

Cittadini non si nasce,però lo si può diventare.

L’invasione dei barbari

Anno 2008 - N. 3

L’Educazione Finanziaria quale fattore strategico nei rapporti tra Banche Popolari e clien-tela: questo il tema dell’incontro svoltosi lo scorso 22 aprile nella sede dell’Assopopolari dipiazza Venezia, a Roma. La riunione, alla quale hanno partecipato numerosi esperti nazionalied internazionali tra i quali il coordinatore del programma “Workplace” sviluppato dalla Fi-nancial Services Authority inglese, dr. Jim Dredge, è stata occasione per fare il punto sulle ini-ziative della Categoria in tema di educazione finanziaria.

Ne è emersa la tendenza delle Banche Popolari a sviluppare programmi educativi destinatia giovani, imprese ed altri stakeholder, intrapresi nell’ottica della responsabilità sociale versole comunità di riferimento. La responsabilità di offrire “cultura finanziaria” ai soggetti econo-mici attivi nel territorio è, infatti, particolarmente sentita dalle Banche Popolari per le qualieducazione e cultura finanziaria si configurano quale parte integrante della relazione tra Ban-ca Popolare e compagine sociale, e, più in generale, tra Banca e cliente, e passano necessaria-mente attraverso il contatto costante e diretto con gli stakeholders che da sempre contraddi-stingue il movimento del Credito Popolare. La percezione di inadeguatezza rispetto ad un’of-ferta sempre più variegata e complessa di strumenti di credito, di risparmio e di investimento,che oggi caratterizza gran parte delle famiglie e dei piccoli imprenditori, può essere superata,infatti, soltanto tramite una costante azione di “formazione” accuratamente studiata e mirata.La conoscenza del territorio e degli operatori che lo animano, da sempre patrimonio delleBanche Popolari, è il punto di partenza per una serie di iniziative da attuarsi a livello locale.Nel corso del Seminario è stato presentato il “Glossario dei termini economici” primo tassellodel progetto avviato da Assopopolari per coadiuvare le Banche Popolari nella “formazione” difamiglie e imprenditori in grado di sapersi orientare consapevolmente nel mondo sempre piùcomplesso e articolato dei prodotti finanziari e di investimento. Il “Glossario”, che compren-de oltre 500 tra le voci di più frequente impiego nel mercato bancario e finanziario, utilizza unlinguaggio semplice e di immediata comprensione, avvalendosi anche di schemi riassuntivi, èun’utile guida per tutti coloro che desiderano capire rapidamente i termini presenti sui gior-nali specializzati e nei principali contratti bancari.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Banche Popolari a convegnosull’Educazione FinanziariaPresentato il “Glossario dei termini economici”

PoesiaC’ERA SOLO

LA LUNA

C’era solo la luna a piangere

la tenerezza di Dionel gommone vuoto

abbandonato sulla spiaggia.

E…. …tutto era argento:argento anche la fine

di quei sogniingoiati da un mare

impietoso.Anche quel niente che solo gli ultimi

lasciano dietro di sé.Una moneta annodata

al lembo di un fazzoletto:

la gran fretta d’amare di una mamma.

Odore d’aria sporca di corpi

in quella culla vuota di futuro.

Gabriella Paoletti

Page 5: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

5

Centocinquantesimoanniversario delle ap-

parizioni mariane a Lour-des. E’ vero che è soloun’occasione, ma vale lapena di approfittarne. Bi-sogna fare l’esperienza delpiù particolare e visitatosantuario mariano d’Euro-pa. L’occasione è ancorameglio sfruttata se la si vi-ve in compagnia di altri fe-deli, se si fa un vero e pro-prio pellegrinaggio. Se neorganizzano a centinaia, ame è toccata la grazie difarlo col Rinnovamentonello Spirito (associazionecattolica riconosciuta dallaConferenza Episcopale Ita-liana e molto diffusa in tut-te le diocesi d’Italia). Ospitidi eccezione di questoevento di fede il cardinaleAngelo Comastri, vicariodel Santo Padre per la Cittàdel Vaticano, e VittorioMessori che non ha biso-gno di presentazione e chevive Lourdes come una se-conda patria. Cinque in-tensi giorni dunque per fa-re cosa? Pregare, ascoltarerelazioni, fare via crucis eprocessioni mariane edeucaristiche, confessarsi,partecipare alla SantaMessa, gesti e sacramentiordinari nella vita del cri-stiano, ma oltre a tuttoquesto fare quello cheBernadette ha detto che sideve fare a Lourdes: bere ebagnarsi. Fu questa la ri-sposta divina allo scienti-smo e al razionalismo ateoeuropeo, che in quel 1858già toccava in Francia al-tissime vette. La Franciache aveva diffuso nel mon-do i principi e i veleni dellapiù anticristiana rivoluzio-ne culturale e morale, pre-

tendendo di sostituire ladea Ragione al cuore, allafede, allo Spirito, diventavail centro di pellegrinaggipopolari che agli occhi deibenpensanti, degli intellet-tuali, a volte anche cattoli-ci, apparirà, sempre più neltempo, un luogo di devo-zionalismo fanatico più vi-cino alla superstizione e alpaganesimo che al cristia-nesimo maturo e ragione-vole. Anche oggi tutto ciò

viene evocato per distin-guere il giusto modo di es-sere cristiani, da quellorozzo del popolino cattoli-co ignorante.

E sì perché non si capi-sce il bisogno di questobagnarsi e bere di Lour-des, di questo toccare lemura dalla Santa Casa diLoreto, di questo esporreil corpo di Padre Pio e ditanti altri santi, di questoritornare a contemplare

quel lenzuolo a Torino cheancora tanti dubbi e mali-gne insinuazioni agita lamente e il cuore di esimiscienziati. Perché tanta fi-sicità, perché tanto tocca-re, vedere, accarezzare co-me si fa nella stessa grottadi Lourdes, o come hannofatto le ginocchia di milio-ni di fedeli intorno alla ca-setta di Loreto, scavandocanaletti nella rocciamentre si recita il Santo

Rosario. Le risposte sonomolte, ma convincono soloi cuori semplici ed umili dichi è capace di commuo-versi di fronte al misterod’amore che fu di Maria diNazareth e di tutti coloroche l’hanno imitata in per-fetta obbedienza a Gesùcome Bernadette appunto.Questi santuari della fisi-cità cristiano/cattolica, se-gno di contraddizione an-che per i nostri fratelli se-parati, sono il trionfo diDio, dei piccoli e dei sem-plici, quelli, i soli, capacidi rovesciare i potenti daitroni e di innalzare gliumili. Questo è il misterodella giovane scelta da Dioper far nascere Suo Figlioe dell’apparizione dell’Im-macolata Concezione.

Anno 2008 - N. 3

Sono convinto che la scuola italiana abbia bisogno dipoche cose. Non so se il nuovo ministro, l’on. Maria

Stella Gelmini, avrà la necessaria pazienza e la suffi-ciente tenacia per poterle realizzare. Il nostro caro cit-tadino, per lo più genitore in rapporto con la scuola,spera solo in questo: poche cose per rimettere in piedila scuola fintanto che avrà ancora un impianto validoed efficace. Dare fiducia a ciò che regge positivamentel’istituzione e allargare lo spazio di azione e di respon-sabilità ai capaci e ai volenterosi, a partire dagli inse-gnanti ovviamente.

Bene quindi un sistema che obblighi al recupero deidebiti scolastici; in assenza del quale si perde l’anno.C’è da dire che la valutazione in proposito non potrà es-sere fiscale e limitato ad una o due materie, ma il fruttodi un giudizio complessivo dello studente che valuti ca-pacità, volontà e potenzialità future.

Bene anche l’aumento stipendiale ai professori, piùsoldi qundi, anche differenziando il loro livello economi-co da quello degli altri comparti della Pubblica Ammini-strazione. Si dovrebbe esigere maggiore impegno didat-tico, di studio e di ricerca dai docenti, annullando la tan-to inutile burocrazia di valutazione e di metodo che nonha prodotto alcun risultato apprezzabile e ha distrattogli insegnanti dalle loro attività fondamentali di didatti-ca. Mettiamo fine a tanta inutile sperimentazione di me-todologie e fidiamoci dei professori e dei maestri.

Bene l’alleggerimento degli zainetti: meno libri, orepiene di “sessanta minuti veri”, meno carico didattico,ma più dibattito, esperienze culturali e fondamenti sem-plici, rivalutando la storia e la geografia, le scienze natu-rali e astronomiche, la buona scrittura e il calcolo nu-merico, insieme ad una lingua straniera praticata all’e-stero in un mese estivo organizzato dalla scuola stessa.

Bene l’autonomia scolastica se si traduce nella dra-stica diminuzione delle circolari ministeriali che ne vo-gliono determinare ogni contenuto e ogni aspetto orga-nizzativo, vanificando di fatto e di diritto proprio il prin-cipio dell’autonomia stessa. Lasciamo che le scuole sidifferenzino fra buone e cattive a seconda delle loro ca-pacità di fare e di essere e siano così valutate e seleziona-te dal pubblico delle famiglie piuttosto che da improba-bili criteri stabiliti a tavolino da “esperti di didattica”.

Bene la completa liberalizzazione del sistema scolasti-co che consenta, a chiunque presenti i giusti e controllatirequisiti, di aprire una scuola di ogni ordine e grado. E’ lafine del monopolio statale e dello stesso Ministero dellaPubblica Istruzione nato per dare agli italiani una culturauniforme secondo il pensiero dei dominatori del processodi unità nazionale. Per quest’ultimo impegno non saràsufficiente la tenacia e la pazienza della Signora Ministro,ma servirà un grande processo culturale e politico nel se-gno della piena libertà di educazione, che è il pilastro inso-stituibile di ogni paese veramente democratico.

Per la scuola italiana:poche cose, per un ministro tenace e paziente

di L. M.

Lourdes e Loretodi Gabriella Ottaviani

Il mistero della fisicità nella tradizione mistica del cattolicesimo

Page 6: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

6

Si fa un gran parlare diriforme costituzionali,

istituzionali ed elettorali:non possiamo esimerci dalfarlo anche noi e già in par-te l’abbiamo fatto riguardoproprio alle ipotesi di nuo-va legge elettorale, poiabortita, nella precedentelegislatura. Accenneremosoltanto con l’impegno adapprofondire nel tempo.

La Costituzione ha già unimpianto eccellente che an-drebbe solamente conferma-to ed applicato con rigidacoerenza: un livello legisla-tivo con Parlamento nazio-nale e Consigli regionali, unlivello amministrativo conle province ed i comuni.

La novità, che un cittadi-no di buon senso si sente dichiedere, potrebbe essere diabolire ogni competenza am-ministrativa in capo alle re-gioni e di concentrarle tuttesu province e comuni, pro-prio come la Costituzioneprevede. Le province dovreb-bero assorbire tutte le com-petenze amministrative so-vracomunali, oggi attribuitea migliaia di consorzi, so-cietà ed enti, finendo così peravere una sua ottimale con-sistenza. E’ chiaro, per il cit-tadino che vota, che è meglioessere amministrato da unorgano eletto da lui, la pro-vincia appunto, che rispondepoliticamente di popolo piut-tosto che da un anonimoconsorzio che risponde inve-ce solo a chi lo ha creato enominato con logiche dispartizione del potere piùche di competenza.

Secondo aspetto: va rifor-mato l’istituto del Referen-dum per renderlo più serio eselettivo su questioni di realeinteresse popolare, aumen-tando il numero di firme perpromuoverlo, ponendo que-siti preventivi per il referen-dum propositivo che va final-mente introdotto, onde evi-tare il sistema surrettizio inbase al quale si introduce le-gislazione positiva cancellan-do parti di leggi esistenti.

Il Parlamento può esserediversificato nelle sue funzio-ni fra Camera e Senato e Re-

gioni attribuendo a ciascunocompetenze diverse, ma sen-za escludere il voto popolareper eleggere ciascuno di essi.La doppia lettura di una sin-gola legge dovrebbe restareper determinate materie diparticolare gravità; doppia let-tura che potrebbe essere eser-citata per competenze comu-ni o concorrenti anche fra re-gioni e Senato, Camera e Se-nato, regioni e Camera, se-condo il principio della sem-plificazione della legislazionee di differenti velocità a se-conda delle materie che ven-gono affrontate.

Vanno rivisti i sistemi dicontrollo, rafforzandoli adogni livello al fine di averecertezza nel diritto, chiarez-za nelle responsabilità e rigi-dità nella spesa.

Comprendiamo di avereesposto un elenco troppo sin-tetico e complesso, ma l’impe-gno è di riprendere ogni argo-mento con l’invito, al signorcittadino, che ci legge, di par-tecipare all’approfondimento.

Un progetto costituzionalecoerente col buon sensola Redazione

Anno 2008 - N. 3

L’energia: petrolio, carbone, nucleare, metanoCronaca italiana dell’anno 2020di U.S.

Con questo articolo vorremmo aprire una rubrica nella quale accogliere i contributi di proposte del cittadino felice di essere tale che crede possibile un qualche cambiamento della cultura sociale del nostro amato paese.

Il mite cittadino è l’unico che può fare una rivoluzione popo-lare. Semplicemente rinnovando il modo l’essere della vita

civile. Oggi abbiamo consolidato l’idea di un cittadino suddito,un po’ furbastro che si arrangia contro il potere e la soffocan-te azione della legge.

Arrangiarsi significa non pagare “tutte le tasse” perché so-no troppe; aggirare l’ostacolo della burocrazia con un pron-tuario organizzato di raccomandazioni assicurandosi un“amico” per ogni servizio erogato da una pubblica ammini-strazione; non credere più in nulla, far finta di combattere lacasta dei privilegi perché in realtà la sua vera e unica aspira-zione è di far parte di qualche piccola casta, nel lavoro, incittà, nel quartiere, magari anche in vacanza per avere il postomigliore al ristorante o l’ombrellone meglio posizionato inspiaggia. Il piacere di rispettare la legge lo lascia ad altri.

In questo contesto solo ipotizzare la Rivoluzione Popolarede Il Nuovo Cittadino sembra la solita, patetica illusione che,di tanto in tanto, qualche elite di borghesi intellettuali sognaper avere un’Italia più simile a Germania e Stati Uniti che allaRepubblica delle Banane. Eppure la storia buona di questonostro paese è avanzata, a salti e balzoni magari, ma è avan-zata grazie ai soliti fessi che ci hanno creduto, che hanno ri-nunciato a fare i furbi, ad essere più furbi degli altri per esse-re corretti, rispettosi del prossimo e delle regole, desiderosi diuna giustizia vera, sostanziale.

Per questo crediamo che questa nuova rivoluzione popo-lare non sia di una classe sociale contro le altre (come è sta-ta quella comunista), di un’area del paese per distanziarsidalle altre (quella leghista?), di un’ideologia o di una razzasopra tutte le altre (quella nazifascista), ma di un cittadinorinnovato nel cuore e nella cultura, nei comportamenti, fat-ta per tutti gli altri: una rivoluzione a favore e non contro,che paga i prezzi in prima persona e non li fa pagare ad altri,una rivoluzione cristiana insomma ricca di carità e speran-za per tutti.

Firmato: il Nuovo Cittadino

La rivoluzione popolaree la potenza del mite cittadino

Vogliamo iniziare un percorso di riflessione che ci aiuti a capire, oltre le banalità e i luoghi comuni, quale deveessere un buon assetto istituzionale utile prima di ognialtra cosa alla funzionalità dello Stato e al reale serviziodemocratico per ogni cittadino – chiederci se è vero cheabolire le province sia la soluzione migliore per organizzare la pubblica amministrazione locale o se la fine del bicameralismo perfetto sia così indispensabile al funzionamento del parlamento o se il referendum siauno strumento sorpassato della democrazia diretta o sedebba essere solo riformato.

Corre l’anno 2020 e il Ministro dell’Economia traccia il bilancio degli ultimi dieci anni di programmazione riguardo all’ener-gia. Sono stati dieci anni difficili, di dure scelte spesso osteggiate che hanno prodotto preoccupanti lacerazioni nel paese,

scontri anche gravi, milioni di ore di scioperi, centinaia di manifestazioni con arresti e feriti. Ma la parte sana del paese ha rettocontro ogni demagogia, contro gli interessi stranieri che volevano tenere l’Italia dipendente da petrolio e importazioni di elettri-cità. Il bilancio sembra essere quello di un’altra nazione neanche immaginabile dodici anni prima, esattamente nel 2008, quan-do il Governo di Centrodestra in carica annunciò il reingresso dell’Italia nel “club del nucleare” e ricevette l’appoggio incondi-zionato dell’UDC e quello, leggermente condizionato, del PD: praticamente tutto il Parlamento appena eletto. La pressione deri-vata dal continuo aumento del costo del petrolio e la paura per l’eccessiva dipendenza estera (petrolio arabo cioè islamico, pe-trolio venezuelano cioè comunista, metano algerino ancora islamico, o russo e quindi esposto ai ricatti dei padroni dei metano-dotti) hanno certamente aiutato ad avviare un percorso virtuoso verso una diversa produzione dell’energia elettrica e di maggio-re diversificazione delle fonti energetiche.

Questi gli incredibili dati: l’energia elettrica è completamente prodotta dal carbone pulito per il 50%, dal nucleare per il 30%e da fonti rinnovabili per il restante 20%, con costi dimezzati rispetto all’inizio del millennio; il metano nazionale garantisce laquasi totalità dell’autotrazione che in città è all’80% alimentata dall’elettricità oggi a basso costo; sempre il metano, insiemead acqua calda ed all’elettricità sono le fonti energetiche per il riscaldamento domestico e delle aziende, quasi azzerando quin-di le emissioni di zolfo e di anidride carbonica nelle nostre città; il poco petrolio di produzione nazionale (Basilicata e MareAdriatico) è più che sufficiente per la produzione industriale della chimica e di tutti i derivati del petrolio stesso.

Ultima nota: il paese ha tanto risparmiato sulla bolletta energetica da poter realizzare un gigantesco programma di disinqui-namento delle acque interne e marine e di piantumazione e rimboschimento per decine di miliardi di euro che ha portato a piùdel 40% la superficie forestale del nostro paese.

Page 7: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

7

Sesso, si sa cosa sia, o sipresume di saperlo; soldi,

idem, tutti noi li conoscia-mo, anche se quest’ultimoperiodo ne abbiamo più chealtro un’idea astratta, un ri-cordo.

Il potere no, non riuscia-mo con facilità nemmeno adefinirlo. Perché quindi mi èvenuto in mente vedendo im-magini di Napoli? Perchél’immondizia è oggi un limi-te visibile, oltre che olfattivo,del potere, in particolare diquello politico.

Provo a spiegarmi: unalunga campagna elettorale,200 comizi per l’Italia, duericoveri per stanchezza e treesaurimenti nervosi per rag-giungere che cosa? Ma il po-tere, ovvio.

Potere che significa, adesempio, la ‘possibilità’ dimodificare lo stato delle cose,la ‘forza’ di cambiare ciò chenon va o ancora “l’energia”di trascinare un popolo.

Neanche per sogno, e lamonnezza sta lì a dimo-strarlo. La democrazia, nel-l’accezione che ne abbiamonoi, non comporta per chigoverna l’acquisizione delpotere, ma soltanto l’acqui-sto di un biglietto per entra-re in una stanza e dire lapropria, o, come si dice, peravere voce in capitolo, senzaalcuna garanzia di essereascoltati. La democrazia na-sce e cresce non come tra-sferimento del potere dal so-vrano al popolo, ma come li-mitazione generale del pote-re, come disinnesco dellapossibilità di interveniresull’esistente.

Il popolo, in democrazia,non ha potere: se venisse in-detto un referendum sull’a-pertura della discarica diChiaiano, il 98% degli italia-ni voterebbe a favore, e forsesbaglio per difetto, ma unamadre coraggio con in brac-cio il figliolo sarebbe in gradodi fermare la colonna di ca-mion dell’esercito che cer-cassero, abilitati dal referen-dum, di aprire la strada ainetturbini.

E da quel momento in poi,l’immagine in mondovisionedella ‘Concetta con bambino’abbatterebbe il consenso alladiscarica, il Presidente ci ri-penserebbe e il popolo trion-fante di Chiaiano, per settegiorni e sette notti festegge-rebbe lo scampato pericolo,con balli, canti, gare di slalomtra i sacchi e fuochi di casso-netti e uno spettacolo di DarioFo nella cava salvata.

No, il potere non esiste e,chissà, magari è meglio così.

Meglio dedicarsi al sesso eai soldi.

Anno 2008 - N. 3

“Il pluralismo dei mercati dell'attività bancaria e la diversità dei prestatori di servizi sono con-dizioni indispensabili per la concorrenza in tutto il mercato bancario dell'UE” ed inoltre “Le coo-perative bancarie offrono un contributo sostanziale al finanziamento dell'economia a livello lo-cale e allo sviluppo del potenziale endogeno delle regioni e facilitano a tutti i consumatori l'ac-cesso ai servizi finanziari”. Queste le principali valutazioni in merito al ruolo della CooperazioneBancaria inserite dall’On. Gianni Pittella nella Risoluzione approvata a grande maggioranza (562voti favorevoli contro 16 contrari) dal Parlamento Europeo il 5 giugno a Bruxelles. La Risoluzio-ne approvata riassume i più importanti risultati in merito all’inchiesta conoscitiva voluta dallaCommissione Europea e dedicata al segmento del credito “retail”, un settore che si rivolge alle fa-miglie e alle PMI e rappresenta oltre il 50% dell'attività bancaria nell'UE. A giudizio di Pittella, inaggiunta, “Una cooperazione non discriminatoria tra enti creditizi indipendenti consente più ef-ficienza e garantisce una maggiore interoperabilità e varietà di servizi a beneficio dei consuma-tori finali” poiché “La cooperazione tra banche, ad esempio tra gli istituti di credito che operanoin reti decentrate, può portare a risultati positivi per l'economia e per i consumatori”. Il voto delParlamento Europeo è stato accolto con favore dal movimento continentale della CooperazioneBancaria. In Italia, dove le Banche Popolari incidono per circa un quarto del sistema bancario e leBanche di Credito Cooperativo per un ulteriore 10%, Giuseppe De Lucia Lumeno, Segretario Ge-nerale di Assopopolari ha commentato che: “Questo importante passaggio istituzionale a Bruxel-les rappresenta un’ulteriore riprova del ruolo che il Credito Popolare svolge nel mercato europeodell’intermediazione. E’ la conferma che il modello societario delle Banche Popolari è un pre-supposto essenziale per l’esistenza della concorrenza nel mercato bancario e pertanto un pilastrodella democrazia economica”.

Nel complesso l'inchiesta mostra la necessità di creare un ambiente più competitivo tra iprestatori di servizi finanziari al dettaglio, ed a tal fine dovranno anche essere intensificate leiniziative di alfabetizzazione finanziaria avviate dalla Commissione Europea.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Il Parlamento Europeo riconoscel’importanza della Cooperazione Bancaria

Il potere politico e le discarichedi Marco Caldarelli

Il nostro amato Presidente del Consiglio attraversa,come novello Mosè, un quartiere napoletano tra due pareti mastodontiche di monnezza che si aprono ai suoi fianchi: è questa l’immagineche mi ha suggerito una profonda riflessione sul potere e la politica. Terza persona della arcinota triade che governa l’animo dell’uomo (sesso, soldi e, appunto potere),è delle tre la più misteriosa.

Page 8: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

8

Ne derivò un movimentopolitico che si organiz-

zerà in partito dell'"uomoqualunque" capace di inter-cettare voti sufficienti pereleggere una pattuglia di rap-presentanti in Parlamento.

Il partito però presto siesaurì, scontrandosi con ilvigore morale e politico chefu la base della ricostruzionedel Paese, artefici i governiguidati dalla DemocraziaCristiana.

Si sosteneva allora che ivoti qualunquisti erano votiin libera uscita e che prestosarebbero stati riassorbitiperché il partito che li rac-coglieva era di destra e di si-nistra libertario e autorita-

rio, reazionario e rivoluzio-nario tanto che infine ri-sultò indigesto ai cittadini escomparve. A distanza di piùdi cinquanta anni e negli ul-timi quindici sono rinateperò non poche varianti delfenomeno qualunquista at-traverso movimenti politiciche, pur effimeri, hanno

provocato non pochi guastinel paese.

Ne ricordo alcuni comeLa Rete di Leoluca Orlando,partito di qualunquismo giu-stizialista che alla fine dellalibera uscita dalla DC è spari-to e, non a caso, il fondatoresi è accasato nell'Italia deiValori; un partito un po' di

destra e di sinistra, un po' pe-ronista e giustizialista, ideo-logicamente non definibile senon come corrente qualun-quista collaterale al PartitoDemocratico.

Il qualunquismo giroton-dino, in protesta contro ipartiti di centrodestra, maanche contro l'Ulivo.

Infine, ultima variante disuccesso, ma già in cadutavertiginosa, il qualunqui-smo "vaff "di Beppe Grilloche ne è l’ispiratore e capo,il quale parla e fa ridere inun modo, ma razzola e intri-stisce in un altro.

Alle recenti correnti diqualunquismo collettivo an-drebbero aggiunti i compor-tamenti qualunquisti deisingoli personaggi politici,quando affrontano temi sen-sibili come sicurezza e im-migrazione con il solo fine

di dire qualcosa senza inrealtà fare nulla di concreto.

In questa situazione lariorganizzazione e il rafforza-mento dell'Unione di centrodeve in primo luogo indivi-duare e contrastare il qualun-quismo, quando si manifesta,a partire dal suo interno. È ne-cessario evitare l'irrilevanzadei cattolici nel dibattito poli-tico e nella formazione delledecisioni pubbliche ed ognicattolico deve dare un contri-buto positivo per la costruzio-ne del bene comune in modorigoroso e secondo verità.

Essere qualunquisti per icattolici è una contraddizioneinsuperabile e il nostro impe-gno per riprendere una vigo-rosa iniziativa politica ha biso-gno di una forte riorganizza-zione politica, che potrebberealizzarsi proprio a partiredall’Unione di Centro.

Qualunquismo,le sue varianti e l’Unione di CentroUno DC

Anno 2008 - N. 3

L’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari ha reso noti idati di consuntivo relativi alla Categoria per il 2007.

Nonostante un incremento del PIL dello 0,4% l’intermedia-zione della Popolari dovrebbe continuare ad espandersi in misu-ra superiore rispetto alla media del sistema bancario. Il 2007 si èchiuso, infatti, con un significativo incremento dei volumi inter-mediati (+17,3% raccolta, +13,5% impieghi) ed ulteriori pro-gressi dovrebbero caratterizzare l’andamento delle principali po-ste di bilancio anche nel 2008.

Grazie alla propria peculiare capacità di sostenere l’economiadel territorio anche nelle fasi di contenimento del ciclo economi-co, basata tra l’altro anche su politiche di tasso meno onerose perla clientela, le Banche Popolari dovrebbero sperimentare nel2008 incrementi della raccolta e degli impieghi dell’ordine del10%. In particolare, per la provvista si stima una crescita del9,1% (contro il 7,1% del sistema) mentre per gli impieghi l’in-cremento dovrebbe attestarsi intorno al 10% (contro il 7,4% delsistema). In ulteriore riduzione la rischiosità grazie alla contenu-ta dinamica prevista per le sofferenze, il cui peso sul totale degliimpieghi dovrebbe ridursi al 2,5% (contro il 3,1% del sistema).

I dati consuntivi fine 2007 evidenziano, inoltre un deciso mi-glioramento dell’efficienza operativa del comparto del Credito Po-polare. Il cost-income ratio, pari al rapporto tra costi operativi emargine d’intermediazione, segna per le Banche Popolari un va-lore pari al 52,4%, contro il 54,2% stimato per il Sistema. Questorisultato è l’esito di un percorso di crescita e di razionalizzazionedei costi, avviato da tempo. Fin dall’inizio degli anni ’90 le BanchePopolari hanno manifestato un aumento lento ma costante del-l’efficienza operativa, testimoniato dall’andamento decrescentedel cost-income ratio. Il processo non è stato sempre lineare, evi-denziando delle pause, ad esempio all’inizio del corrente decen-nio, in linea con quanto registrato anche dal resto del Sistema.

Il progressivo contenimento dei costi ha avuto evidenti rifles-si positivi sul versante della redditività: i dati relativi a fine 2007del rapporto tra risultato di gestione e totale attivo sottolineano ilmiglior andamento delle Banche Popolari, per le quali l’indicato-re risulta pari all’1,54% contro l’1,36% del Sistema, risultato chesi inserisce in una tendenza in atto da diversi anni.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Le Banche Popolari consolidanocrescita ed efficienza

Il commediografo e giornalista Guglielmo Giannini, nel 1944, editò il giornale dell’“uomo qualunque” il quale sosteneva la sostanziale sfiducia verso le istituzioni e più ancoraverso i partiti politici del tempo.

I.V.A. 129,5Oli minerali 21,3Automobilistiche 0,5TOTALE su Merci e Servizi 151,3

Canone Rai 1,5Spiriti 0,6Birre 0,5Gas incondensabili 1,2Gas Metano 4,0Tabacchi 9,7Lotto e Lotterie 10,6TOTALE Consumi Monopoli e Lotterie 28,1

Registro 5,2Bollo 5,4Assicurazioni 2,9Sostitutiva 0,6Ipotecarie 2,0Concessioni 1,3Altre 6,2TOTALE su Affari 23,6

I CONTI DEGLI ITALIANIIMPOSTE E TASSE

Quanto abbiamo versato nel 2006 come contribuenti italiani (in Miliardi di Euro)

Page 9: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

9

Signor Presidente, dato che sono stato auto-

revolmente anticipato da PierFerdinando Casini, desideroesprimere un vivo ringranzia-mento a tutti i colleghi Sena-tori che si sono ricandidati alSenato per combattere la dif-ficile competizione sul filodell'8%. Per questo chiedoche la mozione del SegretarioNazionale sia integrata da unchiaro riferimento al Presi-dente Francesco D'Onofrio ea tutti coloro che sono staticandidati con lui perchè se èvero che, parafrasando Orwell"tutti siamo uguali, qualcunoè più uguale degli altri" equindi, se tutti abbiamo af-frontato rischi e sacrifici, èevidente che questo è statopiù vero per qualcuno rispet-

to ad altri, proprio a comin-ciare dai Senatori.

Secondo aspetto. Noncredo che sia più il tempo dianalisi sull'UDC: nessuno lavuole mettere in discussione,ma essa stessa non può esse-re considerata il tutto dellanuova Costituente di Centro

o Costituente popolare comela vorrebbe opportunamentebattezzare il nostro Segreta-rio Nazionale Lorenzo Cesa.Troppo cinismo figlio del po-tere o troppa autoreferenzia-lità non ci aiuteranno a cre-scere e a farci raggiungere dagenta nuova.

Terza cosa. E' assoluta-mente necessario percepireuna realtà che si sta presen-tando in modo nuovo e chevuole un centro, magari che

scelga e non resti isolata daicontesti di Governo nazionalee locale, ma che indichi unachiara identità. Se non lo fa-remo noi, qualcuno lo faràperchè questo spazio politicoc'è ed è prima ancora di tuttoun'istanza culturale vera esentita da milioni di italiani.

Quarto punto. Dobbiamoaprirci a tutti, in modo parti-colare ai cattolici. Dico cat-tolici e non Mondo Cattolico,o gerarchie ecclesiali, o asso-ciazioni e movimenti perchè,al di là di quello che stiamofacendo al vertice nazionale,dobbiamo provocare un mo-vimento di popolo incontran-do decine di migliaia di per-sone anche nel più piccolocomune d'Italia. Dialogarecon tutti per far conoscere ilnostro progetto e condivider-lo con chi ha nel cuore unidentico desiderio di politicafatta con sincerità e lealtà alservizio di tutti e per il benecomune.

Quinto. Per la ragione ap-pena detta, bisogna dare allaCostituente tempi lunghi, ocomunque necessari perchèquesto movimento si realizzie sia ampio, non lasci fuorinessuno. E' un'occasioneunica per far nascere e lasciarcrescere, in uno spazio di ve-ra libertà, una nuova classedirigente.

Sesta proposta. E' essen-ziale darsi, da subito, unaregola di democrazia fonda-mentale per il nuovo parti-to. Dobbiamo tornare al vo-to, sempre e comunque.Questo è tipico di ogni faseiniziale ed è particolarmen-te necessario perchè, bandoad ogni ipocrisia, non sicontinui con le false unani-mità che spesso celano la

successione ereditaria da uncapo-padrone ad un altrodella realtà di partito il cuiorganigramma si va a defi-nire. Il voto lascia l'ultimaparola agli iscritti e alla basee non sarà in alcun modocontestabile. Vogliamo di-stinguerci da FI: lì non si èmai praticamente votato olo si è fatto molto poco; di-mostriamo la nostra diver-sità positiva lasciando lescelte al nostro popolo enon ai vertici.

Settimo punto. Dobbia-mo sì qualificarci con il pro-gramma, ma anche con isoggetti che vi aderiscono.La nostra credibilità è moltolegata a loro. Il discorso sul-la vita fatto da un qualsiasiesponente del PdL non saràmai tanto credibile comequello che può essere fattoda Carlo Casini o da altri au-torevoli amici dell'UDC, acominciare dal nostro Presi-dente Rocco Buttiglione. E'chiaro che ci qualifichiamoanche per il metodo demo-cratico, per l'istanza popola-re che vogliamo rappresenta-re, ma anche per i nostri rife-rimenti spirituali e morali.Se questi verranno diretta-mente dalla Dottrina SocialeCattolica il nuovo partito na-scerà con un segno distintivounico ed originale.

Ottava questione. Credosia opportuno porre, fin dal-la Festa Nazionale di Chian-ciano, la Questione Cattoli-ca. L'UDC ha tante intelli-genze politiche e culturaliper lanciare una sfida cheprovochi una chiara rifles-sione in merito. Si potrebbeporre la questione anche intermini storici, dal processopost-unitario per calarci nel-la nostra attualità e provoca-re una risposta. La domandada fare come cattolici italia-ni impegnati in politica, è sei cattolici italiani, non impe-gnati con nessuno o sparsi invari partiti e schieramenti,abbiano ancora a cuore unapresenza identitaria e quali-ficata dei cattolici in politicain quanto tali. È anche la sfi-da di chi crede che si possaancora fare politica senzadannarsi l’anima conse-gnandola al Potere, rinun-ciando ad ogni libertà perraggiungere obiettivi leciti oilleciti, comunque finendoper essere costretti a vender-si a qualcuno.

Anno 2008 - N. 3

La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha lanciato la prima emissione obbligazio-naria sottoscritta e collocata da un Consorzio composto esclusivamente di Banche Popolari.Si tratta di un’iniziativa senza precedenti, che la BEI intende replicare in altri Paesi d’Euro-pa. La decisione BEI è stata accolta con grande favore dall’Assopopolari.

L’operazione è stata annunciata in occasione dell’incontro tra l’Associazione Nazionalefra le Banche Popolari e la BEI svoltosi nella sede di Assopopolari il 22 maggio.

“L’iniziativa – ha dichiarato Giuseppe De Lucia Lumeno, Segretario Generale dell’Asso-popolari – è finalizzata a dare nuovo impulso, già a partire dal 2008, agli interventi BEI ver-so le PMI italiane, grazie ad un crescente coinvolgimento delle Banche Popolari, che sono datempo interlocutrici importanti per la BEI, tenuto conto della capillare rete di sportelli dicui esse dispongono sul territorio e del volume di finanziamenti che erogano alle minori im-prese”. Al Credito Popolare fa già capo, infatti, una quota superiore al 35% del totale deiprogetti BEI di piccola e media dimensione, e circa il 25% delle operazioni di leasing e deiprogetti infrastrutturali.

Non è casuale, - ha proseguito De Lucia Lumeno - che la decisione della più importanteistituzione finanziaria dell’UE giunga in un momento, come quello attuale, che vede le Ban-che Popolari operare sui mercati locali, con tassi più contenuti ed una maggiore propensio-ne ad erogare finanziamenti alle minori imprese, mantenendo sotto controllo il merito cre-ditizio”. Lusinghiero è anche il giudizio espresso da Dario Scannapieco, Vice Presidente del-la BEI: “la sindacazione e la distribuzione di questo prodotto attraverso le Banche Popolarievidenziano da un lato il loro ruolo strategico a sostegno delle PMI italiane e, dall’altro, lecrescenti potenzialità delle Banche Popolari italiane sul mercato primario del debito, anchea livello internazionale. Financial Coordinator del collocamento è il Consorzio Group, unasocietà a responsabilità limitata costituita allo scopo di promuovere la distribuzione diemissioni di più grande dimensione attraverso la rete di sportelli delle banche popolari so-cie. Il Consorzio sarà organizzato e diretto, in qualità di Lead Managers, dalle banche sociedi Group, (Banca Akros, Banca Aletti & C., Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Po-polare di Sondrio, Centrobanca).

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Assopopolari: siglato a Romaper l’accordo con la BEI

UDC: verso la Costituentedi Centro Abbiamo ritenuto utile pubblicare

l’intervento dell’on. Luca Marconi al Consiglio Nazionale UDC di lunedì 9 giugno 2008, per informareil lettore sul dibattito interno all’UDC verso la Costituente di Centro.

On. Luca Marconi

Page 10: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

10

Credo che la letteraturasia una via d’accesso alla

Verità. Nella sua infinitabontà il Mistero ci ha volutoattirare a sé anche attraversola parola immaginosa deinarratori e dei poeti. Conse-guentemente insegnare let-teratura significa mostrareagli allievi come la bellezza,rispondendo alle ragioni delcuore, possa spalancare lorogli interminati spazi dellametafisica. Quando varcai dainsegnante la soglia dei licei,portai con me questa sempli-ce didattica.

In classe si discuteva del-la libertà, della morte, del-l’immortalità dell’anima. Idiscorsi sgorgavano come ac-qua di fonte ora da un branodella Vita Nuova di Dante,ora dal Canto Notturno diLeopardi, ora dai Limoni diMontale. E dal confronto coni classici le idee e i sogniprendevano corpo, si interio-rizzavano e si trasformavanoin un vivo umanesimo. Nelleggere poeti come Manzonio Ungaretti, l’attenzione fi-niva per concentrarsi su Ge-sù Cristo. Quando si parlavadi Lui, la classe ammutoliva.Perfino le cancre di Prévert(il somarello) in quelle occa-sioni, si staccava dal termo-sifone, si liberava dalle neb-bie mattutine e dava il suocontributo dialettico.

Poi improvvisamente nel-la scuola italiana si abbattèl’ira dell’Idra pedagogica cheper anni, grazie a Croce e aGentile, era stata rinchiusanell’antro dell’Isola di Sce-menza. Fu liberata da un mi-nistro, l’accademico LuigiBerlinguer, uno dei tanti di-scendenti della ben nota di-nastia.

L’Idra pedagogica, checol tempo si andò ancheinformatizzando, disse agliinsegnanti: “Basta parlare diprovvida sventura e del caroimmaginar, eccovi una nuo-va terminologia: Pof, PianoOfferta formativa, Pei, Idei,debiti, sportelli didattici.L’Idra pedagogica trovò ter-reno ideale per la sua im-monda fregola in molti inse-

gnanti “sessantottamati”, chedalle funeste scempiaggini diAsor Rosa e di Natalino Sape-gno, fecero a gara per trasfor-marsi nelle cosiddette figureobiettivo. La figura obiettivo,per chi non lo sapesse, è unasorta di insegnante da dipor-to che vaga come Belfagornei corridoi degli istituti sco-lastici armeggiando con gra-fici e tabelle, cercando di in-dividuare il numero delleformiche maschio ospiti del-la bidelleria e curando i rap-porti con il territorio, cioè

con l’ambulante che vendepane e porchetta nei pressidella scuola. Altri insegnantifurono vinti invece dalla fre-nesia di sfornare i progetti:progetto tessitura, progettomusica dodecafonica, pro-getto fauna ittica dei fiumimarchigiani. Non contentadei progetti, l’Idra mise intesta a molti saccentoni l’i-dea della docimologia: e sividero professori freudianied amanti der dibbattito lan-ciarsi nella definizione de-gli obiettivi cognitivi, socio

affettivi, trasversali. Poi l’I-dra addentò il tema in classee lo trasformò nel saggiobreve, cioè in un testo argo-mentativo praticamente im-postato dall’insegnante dovenon resta allo studente chesvolgere una noiosa opera-zione di collegamento, di-mostrando non l’originalitàdel pensiero ma di saperusare i connettivi (parolache suscita un moto sponta-neo del piloro e con la qualela vulgata pedagogica defini-sce in modo fico gli avverbi e

le congiunzioni ). E il cuore,i sogni, gli ideali dell’adole-scenza dove vanno, cari si-gnori? Volete mettere il fa-scino della pagina bianca eun titolo semplice e sublimecome “Cosa è per te la li-bertà?” Ma dove l’Idra pic-chiò duro come Romeo Be-netti fu la poesia: l’Infinito diLeopardi e la Pentecoste delManzoni vennero spesso ri-dotte a una congerie di figu-re retoriche e sottoposte aun vergognoso quiz degno diJerry Scotti.

Mariuccio, qual è la fina-lità recondita dell’Idra peda-gogica? Quella di soffocarenelle giovani menti la do-manda circa il senso del vive-re e di sbatterle nelle gabbiedella tecnica e nel labirintosemiologico. Mariuccio, co-me definiresti l’Idra pedago-gica? Postcomunista e nichi-lista. E anche cigiellina. Bra-vo Mariuccio, settepiù.

Diario di un professoredi campagnadi Enzo Nardi

Anno 2008 - N. 3

Il “Libro verde” del Ministero dell'Economia e delle Finanze (doc. 2007/6), non a caso sottotitolato "spendere meglio: alcuneprime indicazioni” passa in rassegna le più diverse realtà economiche e sociali del Paese, dalla sanità all'università, dal pubbli-

co impiego agli enti locali, senza sottacere (anzi dando ampio respiro) al settore della giustizia, non lesinando confronti con il re-sto dell'Europa. Le sue risolute ed inappellabili conclusioni sono che "risulta chiaro che, nel confronto internazionale, l'Italia ri-sulta disporre di un numero di magistrati e di un impiego di risorse finanziarie non inferiori, e talvolta superiori, a paesi che pu-re mostrano una performance giudiziaria migliore"

I DATI EUROPEI

Italia Francia Germania Spagna Inghilterra

Giudici professionali 6.105 6.278 20.395 4.201 1.305

Pubbliciministeri 2.146 1.848 5.106 1.740 2.819

Avvocati 151.470 43.977 126.799 111.313 116.481

Rapporto avvocati/giudici 24,8 7,0 6,2 26,5 81,6

Personale giudiziario 35.804 22.453 71.226 29.495 31.011

Fonte: cepej European judicial system - Valori 2004

Ma occorre fare chiarezza perché simili raffronti rischiano di aumentare la confusione piuttosto che chiarire le idee; infatti,estrapolando e confrontando il singolo elemento in sistemi radicalmente diversi, si corre il rischio di avere un quadro distorto senon addirittura falsificato. I dati messi a confronto non tengono conto innanzitutto dell'ampiezza del contenzioso (in Italia i pro-cedimenti civili sopravvenuti (6.159 per 100.000 abitanti) sono quasi tre volte superiori a quelli francesi (2.862), il doppio diquelli tedeschi (3.738) e più del triplo di quelli spagnoli (1.926); inoltre solo in Italia esistono tre gradi di giudizio e i sistemi pro-cessuali sono complessi e confusi.

Quando nel 2006, grazie al decreto Bersani, è venuta meno la convenzione con Ente PosteItaliane, in base alla quale l'entePoste anticipava i pagamenti delle spese di giustizia per conto del Ministero, si è dovuto provvedere al ripianamento dei debitipregressi e allo scopo si sono stanziati 403 milioni di euro, ma se la loro competenza non va spalmata anche sugli anni prece-denti, i valori risultano alterati.

La realtà è che per la giustizia si spende poco e male. Oli stanziamenti di bilancio per i consumi intermedi (cancelleria, spe-se di ufficio, benzina, arredi, sistemi di sicurezza, ecc.) sono progressivamente diminuiti negli ultimi anni, riprendendo quotasolo nell'ultimo anno, ma siamo ancora al di sotto degli stanziamenti del 2002. La politica dei tagli risulta essere fallimentareperché non ci si rende conto che razionalizzare certe spese significa semplicemente bloccare gli uffici giudiziari. In questi annisi è deciso di tagliare perfino le e-mail, gli accessi ad internet, l'acquisto di programmi, l'assistenza informatica. La logica di ri-durre la spesa pubblica può essere suicida se ciò comporta il taglio o la riduzione di servizi essenziali.

Giustizia nel mirino(a proposito di contenimento della spesa pubblica)Antonella Fornaro

Page 11: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

11

Salvatore Martinez ènato ad Enna quaranta-due anni fa. Sposato, èstato il primo laico coor-dinatore nazionale allaguida del MovimentoRinnovamento nello Spi-rito (1997); dal 2007, con inuovi stati revisionati dal-la CEI, è il Presidente Na-zionale di una realtà ec-clesiale che conta circa1900 gruppi e comunitàin ogni angolo d’Italia,con oltre 200.000 aderen-ti. È presidente della Fon-dazione Istituto di pro-mozione umana "Mons.Francesco Di Vincenzo",un ente morale per l'inte-grazione delle formazio-ni sociali. È presidentedella Fondazione Svilup-po Oasi Città Aperta diTroina, in Sicilia, un Polodi eccellenza nel campodelle disabilità mentali. ÈConsultore del PontificioConsiglio per i Laici.

Quando ha incontrato il Rinnovamento nello Spirito Santo? Volevo un racconto vivo,arricchito anche di qualche aneddoto, chedia l’idea delle ragioniper cui oggi ne fa parte.

La mia esperienza di“vita nuova nello Spirito”– è questo il fine del no-stro Movimento Ecclesia-le – non è figlia di una“caduta da cavallo”, dalmomento che la mia in-fanzia e la mia giovinezzasono state accompagnateda un’educazione cattoli-ca, da una vita familiare esociale sana e sobria, dal-la partecipazione attivaalla vita della Chiesa, sinda ragazzino, e semprecon responsabilità cre-scenti e di gran lunga piùesigenti della età anagra-

fica attestata. Dove, allo-ra la svolta? Stavo com-pletando i miei studi uni-versitari quando all’albadi una domenica di mar-zo, diretto a Milano, assi-stetti ad un incidente au-tomobilistico in cui ungiovane perdette la vita.L’indomani, desideroso di

conoscere qualcosa di piùdi quel ragazzo che avevovisto inerte sulla terranuda, appresi che avevala mia stessa età e il miostesso nome. Mi ricordaidi una parola evangelica,pronunciata da Gesù:“Stolto, continui ad accu-mulare ricchezze: questa

notte stessa ti sarà richie-sta la vita e tu non seipronto”. Pensai che avevogià ricevuto tanto da Dio,ma non avevo ancora ini-ziato ad offrire la mia vitaagli altri. Stavo facendodella mia fede come una“calamita” per attirareDio nella mia vita, per ri-

cevere da Lui doni e be-nefici, ma io non stavocontagiando nessuno, néattirando a Lui nuoviamici; non mi stavo dedi-cando a fare fruttificare italenti ricevuti spenden-doli nel servizio a tantipoveri che stavano intor-no a me. Quante povertàspirituali, morali sonointorno a noi e la nostravista non sembra scrutar-le. E così il Vangelo sem-bra risuonare come un:Dio per me, ma io nonper gli altri. Eppure Diosi moltiplica per condivi-sione, così che i doni spi-rituali ricevuti vanno im-pegnati con gioia e pas-sione per rendere ope-rante Dio nella storia diogni uomo, specie i piùfragili e soli. Dio era sìpresente nella mia vita,ma non era ancora vera-mente, efficacementeoperante. Quel giorno lascelta fu fatta. Anno dopoanno la mia vita è statacome “ripulita” di tuttociò che è superfluo, se-condario rispetto a que-sta visione che ha fatto diDio non una sorta di pri-mus inter pares, ma l’alfae l’omega, cioè il princi-pio e il fine ispiratore di

Intervista al presidente del RnSSalvatore Martinez per “Liberal”la Redazione

Anno 2008 - N. 3

segue a pag. 12

Un quesito che tesse finemente la tra-ma del romanzo di Dostoevskij L

'Idiota: l'anima bella e candida del prin-cipe Miskin che si immerge nel mondofino a scomparire mostrandone le innu-merevoli sfumature che, attraverso ilsuo sacrificio, danno consistenza al me-raviglioso affresco dell'uomo. Questo è ilsilenzioso lievito della bellezza interio-re, specchio che riflette la realtà per dar-ne conoscenza all'osservatore, che facrescere lentamente nella società unpensiero più chiaro, oltre gli argini del-l'egoismo e del nichilismo, per ottenerela vera libertà.

Da sempre il compito dell'artista èmostrare con mezzi e linguaggi diversi

la vastità del sentire e del vedere, per-dersi nel dolore e nell'orrore umano perriscattarlo attraverso un segno, un ver-so, un suono che sappia creare un'eco inchi guarda. Spesso i mezzi dell'arte sonousati per decorare o allietare i sensi, ècomunque indispensabile nell'opera uncontenuto autentico, intendendo perquesto il vissuto dell'artista e non lasemplice riproduzione di un elementogià visto. Se è vero che l'arte non sem-bra immediatamente incidere nella vitadegli uomini è perché non si riesce facil-mente a guardare dritto di fronte a noi,ad altezza d'uomo, come anche Cristoha deciso di guardarci. La verità e la bel-lezza portata da Gesù, al di là di ogni

diatriba storica, stanno nei giorni lun-ghi e faticosi di chi ha deciso di crederecon tutte le proprie contraddizioni, perleggere ancora, adesso, la ricchezza delpovero, il sorriso del sofferente, la gran-dezza dell'umile nello sguardo, nelle ru-ghe o nelle mani piccole di un bambinodi oggi. Vedere la bellezza che si fa stra-da tra le voci distorte dalla lontananza,dalla troppa distanza di chi camminaguardando altrove, un richiamo che vadritto al centro, una voce debole; legge-ra ma costante.

L'artista è un portatore di sguardi,un accordatore di sensi, un uomo checrede nella bellezza come alimento ne-cessario alla vita.

Arte, bellezza, salvezzadi Mauro Mazziero

Tema di quest'anno alla Fiera del libro di Torino è la domanda: "Ci salverà la bellezza?".

Salvatore Martinez Presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo.

Page 12: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2008

12Anno 2008 - N. 3

intervista segue da pag. 11

tutta la mia vita. Oggi miguardo indietro è con ilcuore grato e commossosento il privilegio grandedi avere girato il mondo,di avere servito tanta gen-te, di avere seminato spe-ranza creatrice.

Recentemente è stato nominato consultore del Pontificio Consiglioper i Laici. Come giudicaquesto nuovo incarico?

Non è un premio, piut-tosto una richiesta ulte-riore di fedeltà alla Chie-sa, di amore al Santo Pa-dre, di collaborazione sin-cera e responsabile con lagerarchia. Il Concilio Va-ticano II segnalò al mon-do che era scoccata l’oradei laici, in particolar mo-do di un laicato associato,aggregato intorno a nuovicarismi, ad un nuovo stiledi vita evangelica. Pertan-to, profonda gratitudineal Santo Padre per questainaspettata e immeritatascelta; e disponibilità an-cora più marcata a testi-moniare la duplice indole– ecclesiale e secolare –che è nei laici. In un tem-po in cui si vorrebbe reite-rare “l’errore della moder-nità”, per dirla con LuigiSturzo, cioè la separazio-ne, la contrapposizione diUmanesimo e Cristianesi-mo, ritengo che sia sem-pre più decisivo lo svilup-po di una laicità positiva epropositiva, che ritessa iltessuto del nostro tempocon nuova fiducia nelpensiero cristiano e nellaforza di cambiamento e diprogresso umano rac-chiusi nel Vangelo. Que-sto è l’impegno richiestoche spero di non deludere.

Qual è il rapporto delRinnovamento con la società e la politica?Il vostro rimane un impegno radicatoprincipalmente nelle parrocchie oppureha anche altri ambitiprivilegiati nel quale si declina?

Non può esserci verorinnovamento spiritualesenza un rinnovamentosociale, altrimenti il cri-stianesimo sfuggirebbe al-la legge dell’incarnazionee della prossimità umana,specie verso quanti soffro-no ingiustizia o mancanodi speranza. Questo nostrotempo continua a partori-re folle di solitudini: la vitacomunitaria è l’antidotoche proponiamo al mon-do. C’è poi un egoismosfrenato, un individuali-smo etico che partoriscecrudeltà e ingiustizie: ilnoi, il pronome dello Spi-rito Santo, indica un mo-do nuovo di affrontare iproblemi, di trovare solu-zioni condivise, di aprirsial dialogo. Un movimentoè una pedagogia educati-va: si impara l’arte di vive-re, ogni giorno, in ogniambiente, con ogni uo-mo. Questa carica innova-tiva, che il Vangelo produ-ce, non si è ancora esauri-ta e viene diffusa dallo Spi-rito non con il meccani-smo della ripetizione, ben-sì della creatività. Nasconocosì, a livello locale e re-gionale, iniziative di rin-novamento sociale semprepiù significative, che coin-volgono anche altri movi-menti e associazioni eguardano alle povertàemergenti. Questa “curadell’uomo” è un dato cre-scente nella vita del RnS.Ciò avviene sia a livellopersonale: i nostri sosten-gono con il loro impegnole principali iniziative diRete o di volontariato pre-senti nel nostro Paese (daiForum, ai Consultori, alleCase di recupero e acco-glienza, alle Associazionidi categoria); oppurecreando nuove strutturesociali: un esempio pertutti è il Polo di eccellenzadella solidarietà e dellapromozione umana “Ma-rio e Luigi Sturzo”, unacittadella dedicata ai car-cerati e alle loro famiglienel fondo rurale storicodei venerati fratelli.

ENTRATE (voci più significative)

Risultato lordo di gestione 25,0Interessi attivi 2,6Imposte indirette (I.V.A. etc.) 218,2Imposte dirette (Irpef, etc.) 213,7Contributi sociali effettivi 188,4Contributi sociali figurativi 3,6Aiuti Internazionali 0,8Trasferimenti da famiglie e imprese 16,5Altre correnti 6,6Contributi agli investimenti 3,4Altre …….. 1,2TOTALE ENTRATE 680,0Saldo Generale fra Entrate e Spese al Netto degli Interessi 2,0Interessi del Debito Pubblico 67,5INDEBITAMENTO ULTERIORE ANNO 2006 65,5

SPESE (voci più significative)

Dipendenti Pubblici 163,0Consumi Intermedi (Benzina, posta, cancelleria, etc.) 78,2Acquisto di beni e servizi 41,4Contributi alla produzione 13,5Prestazioni sociali in denaro (pensioni etc.) 253,0Istituzioni sociali private 3,8Aiuti internazionali 12,0Famiglie e imprese 5,2Interessi passivi del Debito Pubblico 67,5Investimenti fissi lordi 34,0Contributi agli investimenti 22,0Altri investimenti in conto capitale 32,9Altre voci…… 19,0TOTALE USCITE (50,2% del PIL) 745,5

I CONTI DEGLI ITALIANIBILANCIO

Consolidato delle Amministrazioni Pubbliche( In Miliardi di Euro)Anno 2006

Scriveteci...Come avete visto in questo numero abbiamo cercato distimolare un dialogo con tutti voi gentili lettori.Vi informiamo che stiamo inviando “Il Nuovo Cittadino”anche via e-mail. Pertanto chi è interessato a riceverlo inquesto modo o a farlo ricevere a qualche amico può scri-verci a: [email protected] l’indirizzo è a disposizione per qualsiasi vo-stro suggerimento e osservazione che riceveremo moltovolentieri.

Francesco Garofalo (Presidente Associazione Il Nuovo Cittadino)