Il Nuovo Cittadino n.2 - 2009

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Il nuovo c ttadino È cominciata una nuova stagione del cattolicesi- mo italiano. Coincide con il pontificato di Be- nedetto XVI che dà continuità, come è ovvio che sia, all’imponente opera apostolica di Giovanni Pao- lo II ed aggiunge la novità del suo carisma. Ogni Papa è la sintesi fra istituzione – comunità e carisma profetico, esattamente come Gesù, esattamente co- me la stessa Chiesa Universale. Le stagioni della fede non vanno in- terpretate, ma vissute. Lasciamo le interpretazioni ai giornali laicisti che le fanno solo in chiave politica nazionale; a noi il piacere e il do- vere di viverle nella fedeltà alla Cattedra di Pietro. Possiamo dire che è la stagione della ragione. Non di quella scritta con le maiuscole, co- me la dea francese della rivoluzione del 1789, ma di quella umile e ve- ra , che alimenta e guida l’amore dell’uomo verso una visione non pu- ramente emotiva della vita di relazione. In questo schema di pensiero profondamente umano e laico, Be- nedetto XVI presenta il Dio Gesù come l’unico essere capace di dialo- gare con ogni uomo, capace di trovare la verità nella serena osserva- zione della realtà, capace di infiammare i cuori perché dà risposte si- cure e definitive a tutte le domande sul senso della vita. Questa è la nuo- va stagione che illumina la vita sociale offuscata dal pensiero debole o dal non pensiero, dall’oscura e remota retroguardia del nichilismo e del relativismo che negano ogni verità e quindi qualsiasi appoggio ra- zionale alla vita dell’uomo. Altro che una religione cattolica fondata sull’oscurantismo medievale. In casa di Pietro brilla la luce delle conoscenze filosofiche, delle scien- ze naturali e tecnologiche, delle speranze sociali, delle equità econo- miche, delle politiche per la pace e l’unità fra i popoli. Sarà forse que- sto il motivo per cui un numero sempre più consistente di laici, agno- stici, atei guardano con simpatia alla Chiesa e al suo Vicario. Lì trovano quello che altri non hanno: la ragionevolezza, il buon senso, la verità sull’uomo, la cui ricerca non può essere negata, perché solo la conoscenza può dare la felicità e il senso dell’Eterno insito in ciascuno di noi. La politica ha bisogno di tutto questo. Troppa superficialità, troppe negligenze, soprattutto troppa nebbia e oscurità avvolgono le vicende umane. Per questo motivo abbiamo bi- sogno di sostanza. Sentiamo che ci manca la Comunità Nazionale, sentiamo che ci manca la Comunità Europea, non quella istituziona- le, ma quella degli uomini liberi di ogni nazione del continente. I cristiani, in particolare i cattolici, hanno sempre coltivato il so- gno dell’Unità perché diventi realtà a servizio del bene. Uniti non per sentirsi più potenti, ma per servire la causa della pace, del benessere e dello sviluppo per tutti. Questa può essere l’Europa della Intelligenza e della Sapienza, do- ni dello Spirito. Questa Europa voglio continuare a sognare. Quella che i tre gran- di padri fondatori Schumann, Adenauer e De Gasperi avevano im- piantato 60 anni fa, vedendo, in modo profetico, quello che pochi riu- scivano appena ad intravedere in mezzo ai fumi ancora alti delle ma- cerie della guerra appena trascorsa. Insieme a loro, altri gettavano il seme di questo riscatto: Chiara Lubich a Trento, qualche anno dopo Don Luigi Giussani, Padre Pio da Pietralcina, Madre Teresa di Cal- cutta. Santi, fondatori di ordini e di nuove comunità, capaci di farci ve- dere l’Europa dei popoli che si amano, che si rispettano e che aiutano gli altri popoli della terra a crescere nella libertà e nella pace. Editoriale Editoriale L a realizzazione della Costituente dell’U- nione di Centro è la casa che aspettavamo. La storia di questi ultimi anni ha dato a mol- ti l’impressione che non ci fosse più spazio per un diretto ed esplicito impegno politico dei cattolici, ma si sbagliavano. Un partito come il nostro non confessionale ma di chiara ispi- razione cristiana ha ed avrà sempre cittadi- nanza in un Paese come l’Italia, perché di que- sto c’è bisogno. Sopravvissuti a numerosi ten- tativi di “assassinio”, ultimo il fallito proget- to veltrusconiano del bipartitismo, possiamo ora affermare che il vento è cambiato, torna a soffiare il vento di centro. Ora anche quel gran- de popolo cristiano che ci guardava con sim- patia ma non si fidava di noi, magari perché ci riteneva marginali o incapaci di incidere, ora quel popolo si rende conto che stiamo co- struendo una casa per loro. Ma soprattutto – e questo è davvero neces- sario - con loro. Finita la traversata nel deserto non è finito il viaggio: abbiamo di fronte un cammino né semplice né comodo, ma ora sappiamo che la strada ci porterà lonta- no. E sappiamo che è la nostra strada: possia- mo permetterci di rifiutare di rispondere a chi ci vuole incastrare nel gioco del “con chi sta- te?”. Noi stiamo con quel popolo cristiano, con i suoi valori, con la sua identità, con quel- l’insieme di punti di riferimento – a partire dalla dottrina sociale della Chiesa, dalla dife- sa della vita, dalla famiglia – condivisi laica- mente anche da molti non credenti. Ci inte- ressa ciò che siamo, e siamo questo. Ci inte- ressa dove andiamo, non con chi allearci. Non vogliamo essere l’ago della bilancia che pen- de verso il miglior offerente: vogliamo essere l’ago della bussola che traccia la rotta. Voglia- mo presentare un progetto per il Paese e can- didarci a concorrere alla guida dell’Italia. Ora che è possibile, potremo vedere non con chi andare, bensì chi vorrà fare un tratto di stra- da con noi, sulla base delle convergenze col no- stro programma. Per tutto questo noi voglia- mo crescere- e stiamo crescendo – non con la campagna acquisti di qualche dirigente di par- tito, ma con il consenso della gente e degli elettori, con il sostegno di quel popolo di vo- lontari, di movimenti, di tutti quei cittadini che tutti i giorni combattono per costruire un mondo migliore e che però sono diffidenti nei confronti della politica. Questo popolo che si impegna è il popolo che fa funzionare l’Italia. È un popolo non necessariamente confessio- nale ma che si riconosce nei valori e nelle ra- dici cristiane. È un popolo che si avvicina ai confini della politica, ma che la teme, perché crede sia una cosa sporca. Noi gli diciamo: sì, spesso la politica è una cosa sporca, ma noi vogliamo pulirla, ma non possiamo farlo se non venite voi ad aiutarci a pulirla. Una poli- tica senza ispirazione etico-religiosa o alme- no etica è una politica del malaffare. È pro- prio la politica che rischiamo di avere come prevalente e da cui vogliamo uscire. segue a pag. 2 TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 2-2009 on. Luca Marconi Una nuova stagione del cattolicesimo italiano: quello della ragione Scriveteci a: [email protected] Direttore: Giovanni Fermani Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro Grafica: Studio CM Roma Tipografia: Tecnostampa La Costituente dell’Unione di Centro è la casa che aspettavamo Siamo finalmente a casa. Il viaggio di ritorno è stato lungo e complicato, ma ora il travaglio è finito e non c’è nulla di più bello di una nascita. on. Rocco Buttiglione Anno 2009 N. 2 Nelle pagine Nelle pagine 1 Editoriale on. Luca Marconi La Costituente dell’Unione di Centro è la casa che aspettavamo on. Rocco Buttiglione 2 Una Costituzione per l’Europa Alessandra De Lucia Lumeno 3 Marche/Europa Gli amici dell’Associazione de Il Nuovo Cittadino presentano Luca Marconi Francesco Garofolo 4 Letturte dei giovani europei A.L. 5 Una scuola europea in otto mosse ADeLu 6 Il Papa in Africa tra ammonimenti ed esortazioni Antonella Fornaro La nostra responsabilità nella cotruzione dell’Europa A.F. 7 I giovani e i problemi dell’Unione Europea V.A. 8 “Dove sono oggi i liberi e forti?” Alessandra De Lucia Lumeno 9 Giovani europe, imprenditori del futuro Alessandra De Lucia Lumeno Marche/Europa Soli in Europa, con Capponi in Provincia Augusto Ciampechini 10 10 Internet supera la TV la Redazione Marche/Europa Preferire la preferenza 11 11 Elezioni Europee Marche/Europa Rinnovare nel segno dell’etica politica e dei veri valori G.F. 12 12 Marche/Europa Caro Luca europeo Giovanni Fermani

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Il Nuovo Cittadino n.2 - 2009

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Il nuovo c ttadino

Ècominciata una nuova stagione del cattolicesi-mo italiano. Coincide con il pontificato di Be-

nedetto XVI che dà continuità, come è ovvio chesia, all’imponente opera apostolica di Giovanni Pao-lo II ed aggiunge la novità del suo carisma. OgniPapa è la sintesi fra istituzione – comunità e carismaprofetico, esattamente come Gesù, esattamente co-me la stessa Chiesa Universale. Le stagioni della fede non vanno in-terpretate, ma vissute. Lasciamo le interpretazioni ai giornali laicistiche le fanno solo in chiave politica nazionale; a noi il piacere e il do-vere di viverle nella fedeltà alla Cattedra di Pietro. Possiamo dire cheè la stagione della ragione. Non di quella scritta con le maiuscole, co-me la dea francese della rivoluzione del 1789, ma di quella umile e ve-ra , che alimenta e guida l’amore dell’uomo verso una visione non pu-ramente emotiva della vita di relazione.

In questo schema di pensiero profondamente umano e laico, Be-nedetto XVI presenta il Dio Gesù come l’unico essere capace di dialo-gare con ogni uomo, capace di trovare la verità nella serena osserva-zione della realtà, capace di infiammare i cuori perché dà risposte si-cure e definitive a tutte le domande sul senso della vita. Questa è la nuo-va stagione che illumina la vita sociale offuscata dal pensiero deboleo dal non pensiero, dall’oscura e remota retroguardia del nichilismo edel relativismo che negano ogni verità e quindi qualsiasi appoggio ra-zionale alla vita dell’uomo. Altro che una religione cattolica fondatasull’oscurantismo medievale.

In casa di Pietro brilla la luce delle conoscenze filosofiche, delle scien-ze naturali e tecnologiche, delle speranze sociali, delle equità econo-miche, delle politiche per la pace e l’unità fra i popoli. Sarà forse que-sto il motivo per cui un numero sempre più consistente di laici, agno-stici, atei guardano con simpatia alla Chiesa e al suo Vicario.

Lì trovano quello che altri non hanno: la ragionevolezza, il buonsenso, la verità sull’uomo, la cui ricerca non può essere negata, perchésolo la conoscenza può dare la felicità e il senso dell’Eterno insito inciascuno di noi.

La politica ha bisogno di tutto questo.Troppa superficialità, troppe negligenze, soprattutto troppa nebbia

e oscurità avvolgono le vicende umane. Per questo motivo abbiamo bi-sogno di sostanza. Sentiamo che ci manca la Comunità Nazionale,sentiamo che ci manca la Comunità Europea, non quella istituziona-le, ma quella degli uomini liberi di ogni nazione del continente.

I cristiani, in particolare i cattolici, hanno sempre coltivato il so-gno dell’Unità perché diventi realtà a servizio del bene. Uniti non persentirsi più potenti, ma per servire la causa della pace, del benesseree dello sviluppo per tutti.

Questa può essere l’Europa della Intelligenza e della Sapienza, do-ni dello Spirito.

Questa Europa voglio continuare a sognare. Quella che i tre gran-di padri fondatori Schumann, Adenauer e De Gasperi avevano im-piantato 60 anni fa, vedendo, in modo profetico, quello che pochi riu-scivano appena ad intravedere in mezzo ai fumi ancora alti delle ma-cerie della guerra appena trascorsa. Insieme a loro, altri gettavano ilseme di questo riscatto: Chiara Lubich a Trento, qualche anno dopoDon Luigi Giussani, Padre Pio da Pietralcina, Madre Teresa di Cal-cutta. Santi, fondatori di ordini e di nuove comunità, capaci di farci ve-dere l’Europa dei popoli che si amano, che si rispettano e che aiutanogli altri popoli della terra a crescere nella libertà e nella pace.

EditorialeEditoriale

La realizzazione della Costituente dell’U-nione di Centro è la casa che aspettavamo.

La storia di questi ultimi anni ha dato a mol-ti l’impressione che non ci fosse più spazioper un diretto ed esplicito impegno politico deicattolici, ma si sbagliavano. Un partito comeil nostro non confessionale ma di chiara ispi-razione cristiana ha ed avrà sempre cittadi-nanza in un Paese come l’Italia, perché di que-sto c’è bisogno. Sopravvissuti a numerosi ten-tativi di “assassinio”, ultimo il fallito proget-to veltrusconiano del bipartitismo, possiamoora affermare che il vento è cambiato, torna asoffiare il vento di centro. Ora anche quel gran-de popolo cristiano che ci guardava con sim-patia ma non si fidava di noi, magari perchéci riteneva marginali o incapaci di incidere,ora quel popolo si rende conto che stiamo co-struendo una casa per loro. Ma soprattutto –

e questo è davvero neces-sario - con loro. Finita latraversata nel deserto nonè finito il viaggio: abbiamodi fronte un cammino nésemplice né comodo, ma

ora sappiamo che la strada ci porterà lonta-no. E sappiamo che è la nostra strada: possia-mo permetterci di rifiutare di rispondere a chici vuole incastrare nel gioco del “con chi sta-te?”. Noi stiamo con quel popolo cristiano,con i suoi valori, con la sua identità, con quel-l’insieme di punti di riferimento – a partiredalla dottrina sociale della Chiesa, dalla dife-sa della vita, dalla famiglia – condivisi laica-mente anche da molti non credenti. Ci inte-ressa ciò che siamo, e siamo questo. Ci inte-ressa dove andiamo, non con chi allearci. Nonvogliamo essere l’ago della bilancia che pen-de verso il miglior offerente: vogliamo esserel’ago della bussola che traccia la rotta. Voglia-mo presentare un progetto per il Paese e can-didarci a concorrere alla guida dell’Italia. Orache è possibile, potremo vedere non con chiandare, bensì chi vorrà fare un tratto di stra-da con noi, sulla base delle convergenze col no-stro programma. Per tutto questo noi voglia-mo crescere- e stiamo crescendo – non con lacampagna acquisti di qualche dirigente di par-tito, ma con il consenso della gente e deglielettori, con il sostegno di quel popolo di vo-lontari, di movimenti, di tutti quei cittadiniche tutti i giorni combattono per costruire unmondo migliore e che però sono diffidenti neiconfronti della politica. Questo popolo che siimpegna è il popolo che fa funzionare l’Italia.È un popolo non necessariamente confessio-nale ma che si riconosce nei valori e nelle ra-dici cristiane. È un popolo che si avvicina aiconfini della politica, ma che la teme, perchécrede sia una cosa sporca. Noi gli diciamo: sì,spesso la politica è una cosa sporca, ma noivogliamo pulirla, ma non possiamo farlo senon venite voi ad aiutarci a pulirla. Una poli-tica senza ispirazione etico-religiosa o alme-no etica è una politica del malaffare. È pro-prio la politica che rischiamo di avere comeprevalente e da cui vogliamo uscire.

segue a pag. 2

TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 2-2009

on. Luca Marconi

Una nuova stagione del cattolicesimo italiano:quello della ragione

Scriveteci a:[email protected]

Direttore: Giovanni Fermani Comitato editoriale: Umberto Spalletti,

Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella FornaroGrafica: Studio CM Roma Tipografia: Tecnostampa

La Costituente dell’Unione di Centro è la casa che aspettavamoSiamo finalmente a casa. Il viaggio di ritorno è stato lungo e complicato, ma ora il travaglio è finito e non c’è nulla di più bello di una nascita.

on. Rocco Buttiglione

Anno 2009 N. 2Nelle pagineNelle pagine11 • Editoriale on. Luca Marconi

• La Costituente dell’Unione di Centroè la casa che aspettavamoon. Rocco Buttiglione

22 • Una Costituzione per l’EuropaAlessandra De Lucia Lumeno

33 • Marche/Europa Gli amici dell’Associazionede Il Nuovo Cittadino presentanoLuca Marconi Francesco Garofolo

44 • Letturte dei giovani europei A.L.

55 • Una scuola europea in otto mosse ADeLu

66 • Il Papa in Africa tra ammonimentied esortazioni Antonella Fornaro

• La nostra responsabilità nella cotruzione dell’Europa A.F.

77 • I giovani e i problemi dell’Unione Europea V.A.

88 • “Dove sono oggi i liberi e forti?”Alessandra De Lucia Lumeno

99 • Giovani europe, imprenditori del futuroAlessandra De Lucia Lumeno

• Marche/Europa Soli in Europa,con Capponi in ProvinciaAugusto Ciampechini

1010 • Internet supera la TV la Redazione• Marche/Europa Preferire la preferenza

1111 • Elezioni Europee• Marche/Europa Rinnovare nel segno

dell’etica politica e dei veri valori G.F.

1212 • Marche/Europa Caro Luca europeo Giovanni Fermani

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22Anno 2009 - N. 2

V isto il successo di questoprimo trattato internazio-

nale l’integrazione europea pro-seguì con trattati successivi enuovi membri. Attualmente fan-no parte dell’Unione Europea27 stati. Alla fine del 2001, pre-so atto della difficoltà decisio-nale dell’Unione seguita alleguerre preventive promosse da-gli USA ed in previsione dell’al-largamento nel 2004 a dieci nuo-vi membri, si pensò di creareuna costituzione europea. A que-sto scopo fu convocata la Con-venzione sul futuro dell’Europacon presidente Valéry GiscardD’Estaing. Il risultato finale fupresentato il 18 luglio 2003 aRoma il documento “Trattatoche istituisce una Costituzioneper l’Europa”, che venne firma-to dai venticinque capi di go-verno dei paesi membri. Alla fir-ma fece seguito un lungo iter diratifica che si interruppe dopo ladoppia bocciatura referendariaconsecutiva ottenuta in Franciaed Olanda. Si avviò, quindi, unperiodo di riflessione che portòalla redazione del Trattato di Li-sbona, firmato il 13 dicembre2007, con l’idea di far fronte nonsoltanto ai problemi relativi alfunzionamento di un’UnioneEuropea recentemente passataa 27 Stati membri, ma anche al-le rapide trasformazioni delmondo attuale (la globalizza-zione dell’economia, l’evoluzio-ne demografica, i cambiamenticlimatici, l’approvvigionamen-to energetico, per non parlaredelle nuove minacce che grava-no sulla sicurezza). Viene pre-sentato, quindi, come in gradodi adeguare le istituzioni euro-pee e i loro metodi di lavoro, dirafforzare la legittimità demo-cratica dell’Unione e di consoli-dare i valori fondamentali chene sono alla base. Attualmenteè ancora in fase di ratifica da par-te degli Stati, dopo il recente ri-fiuto anche da parte dell’Irlandanel giugno scorso.

COME SI CAMBIAPer capire meglio il Trattato

bisogna partire dalle novità prin-cipali rispetto ai vecchi trattati:• Presidenza del ConsiglioEuropeo: il Presidente, cherimane in carica per due an-ni e mezzo, viene eletto amaggioranza qualificata sen-za l’ approvazione del Parla-mento Europeo.

• Alto rappresentante dell’u-nione per gli affari esteri e lepolitiche di sicurezza: coordi-na la politica estera dell’Unio-ne, è vicepresidente della com-missione, amministratore del-l’agenzia Europea per la difesa. • Parlamento Europeo: ilconsiglio Europeo prima diprendere una decisione deveconsultare il parlamento Eu-ropeo anche se poi tale pare-re non è vincolante per il con-siglio stesso.• Banca centrale: la bancacentrale europea diventa un’istituzione ufficiale e l’eurola moneta ufficiale dell’U-nione Europea.• Carta dei diritti fondamen-tali: la carta dei diritti fonda-mentali diventa un atto giuri-dicamente vincolante e fonte

di diritto (superiore alla co-stituzione italiana).• Cessione di sovranità: nelTrattato di Lisbona viene san-cita la ripartizione delle com-petenze in vari settori tra gliStati membri e l’Unione.

PUNTI CRITICINegli ultimi mesi si sono

tenute numerose manifesta-zioni contro la ratifica del Trat-tato a Vienna, Berlino, e in tut-ta la Francia, manifestazioniin cui alcuni costituzionalistihanno sottolineato la viola-zione di alcune norme costi-tuzionali, tra cui quella dellaneutralità prevista dalla Co-stituzione austriaca.

La politica di difesa del Trat-tato prevede, infatti, oltre allemissioni di pace, anche mis-sioni offensive, che violano l’Art.11 della nostra Costituzione,che recita “L’Italia ripudia laguerra come strumento di of-fesa alla libertà degli altri po-poli e come mezzo di risolu-zione delle controversie inter-nazionali”. Ma è in politica eco-nomica che si levano le critichemaggiori arrivando addiritturaa parlare di una “dittatura del-l’Unione e della Banca Centra-le Europea”. Grazie al Trattatodi Lisbona, infatti, i burocratidell’Unione Europea avrannopieno titolo a bocciare qualun-que misura decisa dai governieuropei, per difendere la pro-pria economia, l’occupazione,i redditi, l’industria e l’agricol-tura, ed intervenire sui prezzi.

La crisi alimentare è unesempio del problema. Men-tre in tutto il mondo si molti-plicano gli appelli a interveni-re per frenare la corsa al rial-zo dei prezzi delle derrate ali-mentari, l’Unione Europea,nella persona del Commissa-rio Agricolo Mariann FischerBoel, continua ad insistere nel-l’abolire la PAC (Politica Agri-cola Comune) che difende gliagricoltori, e nel mantenerel’obiettivo del 10% di consumienergetici coperti dai biocar-buranti. Ci sono almeno 2 ar-

ticoli della Costituzione ita-liana che prevedono la legitti-mità degli interventi dello Sta-to, e che dovrebbero avere laprecedenza sul diktat europeo:

Art. 3.È compito della Repubblica

rimuovere gli ostacoli di ordineeconomico e sociale, che, limi-tando di fatto la libertà e l’e-guaglianza dei cittadini, impe-discono il pieno sviluppo dellapersona umana e l’effettiva par-tecipazione di tutti i lavoratoriall’organizzazione politica, eco-nomica e sociale del Paese.

Art. 43.Ai fini di utilità generale la

legge può riservare originaria-mente o trasferire, medianteespropriazione e salvo inden-nizzo, allo Stato, ad enti pub-blici o a comunità di lavorato-ri o di utenti determinate im-prese o categorie di imprese,che si riferiscano a servizi pub-blici essenziali o a fonti di ener-gia o a situazioni di monopolioed abbiano carattere di premi-nente interesse generale.

Anche la Carta dei dirittifondamentali suscita qualchecritica. In essa si afferma che «ildiritto di sposarsi e di costrui-re una famiglia è garantito».Una frase ragionevole, a primavista, ma che omette di specifi-care il sesso dei coniugi in mo-do da legittimare successiva-mente l’istituto matrimoniale

tra persone dello stesso sesso.Inoltre si vieta esplicitamentesolo la clonazione a scopo ri-produttivo, lasciando libera,quindi, la clonazione dell’em-brione a scopi di ricerca. Unaregressione rispetto alla Con-venzione di biomedicina delConsiglio d’Europa approvatanel 1997, per cui «è vietato qual-siasi intervento per creare unessere umano geneticamenteidentico a un altro essere uma-no, morto o in vita». E la scom-parsa del «divieto d’infliggereintenzionalmente la morte achiunque», riconosciuto dallaConvenzione europea dei di-ritti umani del 1950, aprirà ine-vitabilmente la strada alla im-posizione dell’eutanasia attivanelle legislazioni degli Statimembri. Scrive Mons. Domi-nique Rey, Vescovo di Frejus-Toulon: «Questa “Carta” rap-presenta in molti punti una rot-tura intellettuale e morale conle altre grandi formulazioni giu-ridiche internazionali, presen-tando una visione relativisticaed evolutiva dei diritti dell’uo-mo che mette in causa i princi-pi del diritto naturale».

Molte discussioni e dubbi,quindi, che mostrano ancorauna volta il difficile intrecciotra politica, etica, economia emorale soprattutto quando sicercano di cancellare le radicicristiane dalla Costituzione.«Questa Ue è morta – sostie-ne con spirito provocatorio l’exPresidente del Senato Marcel-lo Pera - e ora solo BenedettoXVI può dare un’identità alvecchio continente».

Una Costituzione per l’EuropaAlessandra De Lucia Lumeno

Dalle ceneri della seconda guerra mondiale cominciò a germogliare il seme di un’Unione

Europea che vide la luce per interessi economicinel 1951 con l’istituzione della Comunità Europea del Carbone e l’Acciaio (CECA).

segue da pag. 1

La Costituente dell’Unione di Centro è lacasa che aspettavamo

Lo Stato etico – giustamente criticato – è quello che vuole fa-re l’etica, non quello che invece riconosce un’etica che viene pri-ma di lui e che limita lo strapotere della politica. Vogliamo fareuna grande politica di testimonianza, perché la gente si renda con-to che senza la testimonianza la politica muore.

Vogliamo rappresentare un popolo cristiano che c’è, il popo-lo italiano che sa di avere una radice cristiana e che solo su quel-la radice può essere popolo, mentre senza diventa massa priva diidentità. Nel popolo cristiano c’è una riserva di energia morale cheè la migliore risorsa per ricostruire l’Italia e l’Europa. Occorreche non siano solo i politici a rappresentare questo popolo, ben-sì che questo popolo si impegni direttamente anche nell’azionepolitica per rendere ancora più concreti quei valori di solidarietà,di libertà, di accoglienza, di legalità, che tutti i giorni i volontarimettono in atto nelle strade italiane. Per uscire dalla crisi occor-re una politica di investimento sul futuro, che però recuperi i va-lori del sacrificio, dell’impegno, della fiducia. Occorre capacità diriformare, per combattere il pessimismo dicendo che noi abbia-mo un progetto per dare un futuro all’Italia, un progetto che tie-ne conto delle nostre radici, dei nostri valori. C’è oggi spazio perqueste idee più di prima.

StupidarioStupidariorregaleegale

“Abbiamo soltanto 18 mesiper fermare il disastro pro-vocato dai cambiamenti cli-matici” (Principe Carlo d’In-ghilterra, Londra 17 mag-gio 2008).“Sui cambiamenti climaticici rimangono solo 99 mesiprima di raggiungere il pun-to di non ritorno” (PrincipeCarlo d’Inghilterra, Roma27 aprile 2009).Ignoriamo i fattori che han-no allungato la vita del nostropianeta, ci si può soltantochiedere come sia possibileche un personaggio del ge-nere venga preso sul serio eaccolto con tutti gli onori nelParlamento italiano.Il Presidente Fini ha definitoil principe ‘un alfiere dellacultura ambientale”; il re-sponsabile ambiente del PD,on. Realacci, chiede che ilGoverno italiano “raccolgal’appello lanciato dal Prin-cipe Carlo”. Cosa dire? Solidali con gli in-glesi ripetiamo fiduciosi “Diosalvi la Regina”... ma per inostri cosa possiamo fare?

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3Anno 2009 - N. 2

ALuca Marconi ci legano vin-coli di amicizia antichi che

risalgono all’infanzia quando nel-la nostra Recanati iniziavamo lenostre prime esperienze di im-pegno ecclesiale e sociale. Eranogli anni del dopo concilio, annidi grandi fermenti e di grandisperanze. Luca era sempre in pri-ma linea su tutto, con genero-sità e affetto, in ogni impegno, ac-cogliendo con sana avventatez-za ogni sfida volta al bene co-mune e alla verità.

Ai primi anni ’70 fonda ilCoordinamento Democraticodegli studenti recanatesi in al-ternativa ai Collettivi Comuni-sti e al Fronte Giovanile di ispi-razione missina.

Subito eletto negli organi sco-lastici e Universitari, poi nel par-tito della Democrazia Cristiana,sempre attento alla dimensioneformativa organizza cicli di in-contri, soprattutto con i giovani,dei quali diventerà presto il lea-der provinciale di Macerata.

Nel 1985 viene eletto “Asses-sore anziano” (anziano in quan-to il più votato!) del Comune diRecanati occupandosi di Bilan-cio, Finanza, Cultura e Azien-de Municipalizzate. Cinque an-ni dopo, all’età di trent’anni, èeletto Sindaco di Recanati, ri-sultando il più votato nella listadella Democrazia Cristiana con2200 preferenze su 6400 votidella lista. È stato, quindi, l’ul-timo sindaco DC della nostracittà. Risanò il bilancio lascian-do, per opere in conto capitale,quasi due miliardi di lire. Hasempre avuto il pallino del bi-lancio e degli investimenti con-vinto che in una città bella e benorganizzata i cittadini vivonomeglio, rispettano di più le co-se e le persone.

Ma soprattutto ha avutosempre fermo il convincimen-to che l’eletto, a qualsiasi li-vello, è principalmente un am-ministratore di pubblico dena-ro, una sorta di sacerdote laicodella comunità che deve eccel-lere nella moralità pubblica eprivata, che deve trattare delle

cose di tutti con più attenzio-ne ed impegno di quanta nemetterebbe nelle proprie.

In questi anni si sposa e finoal 2000 gli nascono due figlie edue figli in una famiglia che ab-biamo imparato a conoscere be-ne e nella quale la moglie Ga-briella è un appoggio sicuro pertutti, soprattutto per Luca datala particolarità del suo impegnonella vita pubblica. Sempre inquesto periodo frequenta laScuola Superiore della PubblicaAmministrazione e diviene pri-ma funzionario poi vice dirigentedell’Università di Macerata.

Negli anni in cui è sindacoviene eletto nel Consiglio Na-zionale dei Comuni d’Italia, av-via il premio Città di Recanatidedicata alla canzone d’Autore ealla Poesia nel nome di GiacomoLeopardi e fa nascere il CentroMondiale della Poesia, pensatoe voluto con grande determina-zione dal compianto onorevoleFranco Foschi quale opera sim-bolo del Bicentenario della na-scita di Giacomo Leopardi(1798/1998).

Nel 1990 darà grande risalto al-le celebrazioni per il 1° cente-nario della nascita di un altro il-lustre cittadino recanatese, ilgrandissimo e popolare tenoreBeniamino Gigli.

La decennale esperienza am-ministrativa sarà la vera scuolapolitica di Luca che, unitamen-te alla feriale attività di partito,lo porterà a concepire ed attua-re un modo di fare politica fon-dato sul primato del partito, del-la comunità e della democraticacondivisione, in alternativa allavisione “leader + massa” che hainvece caratterizzato la politicadegli ultimi 15 anni. È proprionel 1994, anno che segue la finedella DC, che Luca incontra l’a-mico On. Rocco Buttiglione con

il quale resterà legato fino ad og-gi nel PPI, nel CDU e nell’UDCsempre impegnato nel progettodi costruire un partito popola-re, democratico e di ispirazione

cristiana nel solco storico del PPIdi Sturzo e della DC di De Ga-speri e Moro. Il progetto prendeforma e per questo Luca Marco-ni è stato impegnato nel lavorodi organizzazione di un nuovorapporto con il vastissimo mon-do delle associazioni e dei Mo-vimenti cattolici.

In questo contesto maturala sua candidatura al Senato del-la Repubblica, unitamente aquello di Luisa Santolini, Pre-sidente del Forum Famiglie, al-la Camera, come segno con-creto dell’apertura dell’UDC edel suo leader, PierferdinandoCasini, alle realtà organizzatedel mondo cattolico. Quindil’UDC non solo assume, a par-tire dal suo II° Congresso Na-zionale, la dottrina sociale cat-tolica come base ideale di ognisua scelta programmatica, macomincia ad innervare la suaclasse dirigente con persone dichiara fama ed esperienza ec-clesiale. Infatti appena elettosenatore Luca viene nominatodall’on Lorenzo Cesa, Segreta-

rio Nazionale del partito, re-sponsabile dell’Ufficio che hal’incarico di curare i rapporticon il Mondo Cattolico e leRealtà Ecclesiali. Praticamentequesto ufficio nasce con Luca,il quale va subito a costituireuna consulta del Mondo Cat-tolico nella quale avvia, con lapresidenza di Rocco Buttiglio-ne, un intenso dialogo con de-cine di associazioni e movi-menti cristiani. La consulta vie-ne istituita nel novembre del2007 ed appena un anno dopo,giusto nel novembre scorso,l’ufficio diretto da Luca orga-nizza una grande Convocazio-ne di Cattolici a Loreto sul te-ma “Non c’è laicità senza fede”che vedrà la partecipazione dipiù di 1000 persone di circa 50diverse realtà ecclesiali.

Nella breve legislatura, di so-li due anni, il senatore Luca Mar-

coni non mancherà di dare il suocontributo con diversi interventiin aula su questioni come: dop-pio cognome, difesa del Papa suldiscorso di Ratisbona, ripresadella ricerca sugli embrioni vo-luta dal Ministro Mussi.

In qualità di capogruppoUDC in Commissione Scuola,Università, Ricerca Scientifica,Sport e Giovani, Beni Cultura-li si è occupato di alcuni im-portanti progetti di legge per iquali ha concorso alla loro ap-provazione, pur in maniera cri-tica e propositiva dato il ruolodi opposizione svolto dall’UDCnegli anni 2006/2008. In parti-colare la legge per il Riordinodegli Enti di Ricerca; la riformadell’Esame di maturità ancoratroppo penalizzante nei con-fronti delle scuole paritarie, ingran parte cattoliche; la leggesui Diritti legati agli eventi spor-tivi che ha riequilibrato i bene-fici economici a favore delle ra-dio e Tv locali rispetto al quasimonopolio dei grandi networktelevisivi; la legge che introdu-ce una nuova forma di prote-zione e attenzione educativa afavore degli alunni dislessici,discalculici, disgrafici.

In questa storia di impegnipolitici dovrebbe entrare la lun-ga militanza nel movimentoRinnovamento nella SpiritoSanto che è la realtà più cara alnostro amico. Qui ha trovatola sua famiglia spirituale e quiha speso molta parte delle sueenergie e del suo impegno, ri-cevendone però una notevoleformazione attraverso milleesperienze e l’incontro con mol-te personalità leader di movi-menti, associazioni e nuove co-munità cristiane.

Nel Rinnovamento Luca èstato responsabile Regionale del-le Marche, Direttore Generaleper quasi sei anni e l’iniziatoredel ministero dell’Impegno so-ciale, un servizio di formazionee di raccordo interno al movi-mento per tutti coloro che la-voravano e volevano impegnarsinell’ambito civile e culturale. E’stato anche nel comitato presi-denti della Consulta Nazionaledelle Aggregazioni Laicali, or-ganismo ufficiale della CEI cheraccoglie 70 fra le maggiori realtàecclesiali italiane.

Da tutto questo nasce lacandidatura alle Elezioni Eu-ropee di Luca Marconi, unamilitanza di servizio, comeama definirla, offerta da chiama sinceramente il propriopopolo e il proprio Paese.

Gli amici dell’Associazionede Il Nuovo Cittadinopresentano Luca Marconidi Francesco Garofolo

È un grande onore poter presentare un nostro amico e grande animatore

della nostra associazione, come candidato alle Elezioni del Parlamento Europeo.

Nato a Recanati il 3 Ago-sto 1959,sposato,4 figli.

Laureato in Giurispru-denza.

Vice dirigente Universitàdi Macerata.

Già Sindaco di Recanati,oggi Vicesindaco.

Già Direttore Generaledel “Rinnovamento nelloSpirito Santo”(associazionecattolica di rilievo naziona-le ufficialmente ricono-sciuta dai Vescovi italiani).

Dal 1994 dirigente nazio-nale del PPI,CDU,UDC.

Senatore nella prece-dente legislatura dove haricoperto la carica di ca-pogruppo UDC in Com-missione Scuola,Università,Beni Culturali, RicercaScientifica,Giovani e Sport.

Componente dell’ Ese-cutivo Nazionale UDC e Re-sponsabile Nazionale peril Mondo Cattolico e leRealtà Ecclesiali.

Luca Marconi

Marche/Europa

Cesa, Buttiglione, Marconi.

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44Anno 2009 - N. 2

Non era stata mai, realiz-zata un’inchiesta a livel-

lo europeo sulla lettura gio-vanile, gli autori preferiti e ilibri più comprati. L’occasionesi è presentata in vista del XXSalone del Libro di Parigi svol-tosi in marzo per il quale è sta-ta realizzata dal Premio Grin-zane Cavour tra i giovani disette capitali (Atene, Berlino,Lisbona, Lussemburgo, Ma-drid, Parigi, Roma). La ricer-ca si basava su un articolatoquestionario che ha consen-tito di indagare a fondo lerealtà sociali interessate par-tendo da un’analisi di diversifattori tra cui famiglia, scuo-la, amici e affrontando le mo-dalità d’acquisizione delle

informazioni e le abitudinid’acquisto. J. R. R. Tolkien èl’autore più amato, il libro piùletto è Romeo e Giulietta del-l’intramontabile sir WilliamShakespeare seguito a ruotada Il signore degli anelli.

Dietro a questi autori si col-loca una fitta schiera di scrit-tori che vede la convivenza dialcuni classici (spesso coinci-denti con lo sviluppo dei pro-grammi scolastici) e di volumiil cui successo è legato a pel-licole cinematografiche di re-cente produzione o a fenome-ni di costume destinati a bre-ve durata. Se questo è il risul-tato complessivo, per l’Italia ilcampione di studenti si èespresso a favore di Stephen

King, unico scrittore america-no presente nella ricerca, comeautore preferito e de L’amicoritrovato di Fred Uhlmann co-me libro più amato. Negli al-tri singoli paesi l’hit parade èoccupata in Francia da VictorHugo come scrittore e Il Si-gnore degli anelli come libropreferito, in Germania da Wil-liam Shakespeare e da Il mon-do di Sophie di J. Gaarder, in

Grecia da Paulo Coelho e dalsuo L’alchimista.

Il Lussemburgo ha espres-so il suo parere a favore di Pa-

trick Suskind e del suo libro Ilprofumo, il Portogallo metteal primo posto Luis Camoes etra le opere Os luisiadas, infi-ne la Spagna vede in primo pia-no Stephen King e Romeo eGiulietta. Dalla lettura dei que-stionari emerge anche, secon-do gli organizzatori della ri-cerca, «un rapporto entusia-stico con i libri» e il fatto che«i verbi segnalati come piùadatti ad esprimere il rappor-to dei ragazzi con la lettura so-no conoscere, immaginare esognare».

La scelta dei libri avvienesoprattutto sugli scaffali dellelibrerie, ma trova conferma l’ef-ficacia del buon vecchio me-todo del passaparola. Sulla ba-se di un periodo stabilito di tremesi, la frequentazione dellelibrerie registra - per una lar-ga maggioranza di casi - dueo tre visite, che si traducononell’acquisto annuale di tre oquattro volumi per il 19,3%degli intervistati: un risultatoa metà tra il 10,4% compostoda quelli che non hanno ac-quistato alcun volume nel cor-so dell’anno e il 10,3% di quel-li che nel corso dello stesso pe-riodo hanno comprato oltredieci volumi. I generi più fre-

quentati? La fantascienza e ilpoliziesco, ma «si segnala unconsiderevole interesse per tut-ta la narrativa del Novecentostudiata anche a scuola, menon solo».

L’indagine, però, non re-stringeva il campo soltanto al-le preferenze sui libri, ma te-neva conto anche del rappor-to con la lettura in generale. Ifumetti e i periodici registranoun buon seguito e le abitudi-ni legate all’uso delle nuovetecnologie vedono la condivi-sione del tempo tradizional-mente legato alla lettura conil computer e la televisione. Inquesto senso l’informatica, conle opportunità offerte dalla na-vigazione in rete e dalla con-divisione di spazi tra realtà te-lematiche, rappresenta unanuova possibilità offerta an-che alla lettura: «tutte le infor-mazioni vengono lette, e nonè un caso se per definire glispazi di un sito si usa la paro-la pagina».

Perciò, se è vero che il tem-po dedicato dai giovani al com-puter è una consuetudine quo-tidiana di cui si deve tenereconto, «anche in questo casopossiamo parlare di lettura econsiderare che, come i fu-metti o i periodici, anche i sup-porti informatici contribui-scono a tenere vivo l’interesseper la parola scritta».

A:L.

Si è tenuto il 27 febbraio, a Taormina, il Convegno sul tema “Le Banche Popolari cooperati-ve: profili italiani ed europei”, voluto dall’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane

e dall’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, importante occasione per definire unasintesi compiuta delle posizioni del Comparto delle tematiche di più viva attualità. Ai lavori,avviati dalla Dott.ssa Anna Maria Tarantola, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, conun intervento particolarmente articolato ed approfondito, hanno partecipato numerosi ed au-torevoli studiosi assieme ai vertici delle Banche Popolari italiane. Ciò che ha legato e tenutoinsieme le numerose relazioni è stato un comune denominatore duplice, rappresentato, da unlato, nell’apprezzamento dei passi compiuti dal Credito Popolare e, dall’altro nella convergen-za in merito alla validità del modello, non solo nell’attuale fase critica dei mercati, ma, soprat-tutto, in relazione alle prospettive che si profilano per la nuova fase economica.

Le Banche Popolari sono, infatti, protagoniste di primo piano dell’economia sociale alla qua-le si fa sempre più spesso riferimento quale fondamento per un rinnovato sistema di relazionieconomiche e finanziarie. I lavori si sono sviluppati all’interno di un “binario” chiaramente de-lineato dall’intervento della dr.ssa Tarantola e dalla replica dell’Avv. Carlo Fratta Pasini. Il Pre-sidente dell’Associazione, in particolare, ha descritto la risposta lusinghiera che il comparto stadispiegando per evitare alle PMI i deleteri effetti del “credit crunch” derivante dalla crisi deimercati finanziari.

Sulla realtà e sulle prospettive a livello europeo ha parlato, invece, Hervé Guider, DirettoreGenerale dell’Associazione Europea delle Banche Cooperative (EACB), il quale, ha ricordatoche l’obiettivo primario delle banche in forma cooperativa è la promozione degli interessi deipropri soci, non la massimizzazione dei profitti, il che implica un modello di business, di cui ilvoto capitario è l’asse portante, che si è dimostrato sano e sostenibile nel tempo. Le Banche Po-polari e Cooperative europee sono, infatti, quelle meno colpite rispetto alla maggior parte de-gli altri gruppi bancari.

Nel tracciare la sintesi dei lavori, Giovanni De Censi, Presidente dell’Istituto Centrale delleBanche Popolari Italiane, ha sottolineato come, a differenza delle grandi banche commerciali,le Popolari italiane non esitano a sostenere il territorio, ponendosi quale punto di riferimentoaffidabile per il tessuto produttivo nazionale.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Il credito popolare punto di riferimento in Europa

Letture dei giovani europei

Lista Stati per PIL (G 20)Posto Paese PIL- Mondo 53.640.000- Unione europea 16.370.0001 Stati Uniti 13.790.0002 Giappone 5.103.0003 Germania 3.259.0004 Cina 3.249.0005 Regno Unito 2.756.0006 Francia 2.515.0007 Italia 2.068.0008 Spagna 1.415.0009 Canada 1.406.00010 Russia 1.286.00011 Brasile 1.269.00012 India 1.090.00013 Corea del Sud 981.90014 Australia 889.70015 Messico 886.40016 Paesi Bassi 754.90017 Turchia 482.00018 Belgio 442.80019 Svezia 431.60020 Svizzera 413.900

Ogni libro attraverso una storia raccontamolto spesso anche il suo autore e il paesein cui vive. L’Europa possiede grandi talenti che hanno fatto epoca e i cui librituttora vendono innumerevoli copie.

Page 5: Il Nuovo Cittadino n.2 - 2009

5

Nell’istruzionescolastica si

vede sempre di piùun ambito chiavesuscettibile di mi-glioramento se sivuole che gli Statiraggiungano gliobiettivi della Stra-tegia di Lisbonaper la crescita el’occupazione. Intal senso essa indi-ca alcuni puntiqualificanti chehanno il fine diagevolare il comune impegno.

Gli otto punti chiave pro-posti per rilanciare il pro-gramma di lavoro 2010 eaventi per oggetto il poten-ziamento dei processi di istru-zione e di formazione, indi-spensabili per tutti, ma par-ticolarmente per quanti sonoa rischio di emarginazione so-ciale, hanno suscitato un no-tevole interesse anche in Ita-lia e sono meritevoli di qual-che approfondimento.1. Attenzione alla comunica-zione nella lingua madre;2. Potenziamento della co-municazione attraverso linguestraniere;3. Competenze basilari in ma-tematica, scienze e tecnologie

4. Competenze digitali e infor-matiche;5. Competenze interpersonali,interculturali, sociali e civiche;6. Learning to learn;7. Potenziamento della culturae delle sue diverse espressioni;8. Attitudine all’ imprendito-rialità.

Questi punti sono alla basedi una qualità di partenza in-cludendo anche tutti gli aspet-ti costituenti la capacità di ognu-no dal pensiero critico alla crea-tività, dalla dimensione cogni-tiva/affettiva a quella sociale.Presi nel loro insieme consen-tono, quindi, di arrivare ad unapersonale realizzazione e ad unapartecipazione attiva a livellocittadino e sociale.

Si potrebbe notare cheessi in prima istanzaappaiono di ovvia im-portanza, ma, sempredi più, rilevando i pro-blemi attuali nel siste-ma scuola e anche nelrapporto che esso hacon la famiglia, si trat-ta di fattori educativida riportare al ruoloprimario poiché aspet-ti dai quali il rinnova-mento scolastico eu-ropeo non può in al-cun modo prescinde-

re. «I nostri sistemi scolastici –ha affermato il Commissario,Jan Figel - devono adattarsi sesi vuole che essi forniscano aigiovani nuove abilità per nuo-vi posti di lavoro poiché dob-biamo preparare i nostri giova-ni per lavori che forse non esi-stono ancora.

Ciò che conta è il fatto cheil rendimento scolastico degliallievi ha un impatto effettivosulle opportunità che si offro-no loro più avanti nella vita, ra-gion per cui dobbiamo appia-nare alcune delle diseguaglian-ze per rendere i nostri sistemiscolastici più efficienti ed effi-caci. Incoraggiamo gli Statimembri a lavorare insieme suquesto aspetto».

Il fatto che nuovamente cisia stata la necessità di sotto-linearli evidenzia, peraltro,quella positiva spinta propul-siva in atto nel nostro sistemaformativo. Come non pensare,ad esempio, all’importanza del-l’acquisizione di competenzenel settore scientifico e tecno-logico? Basta riprendere le con-clusioni dell’ultima indaginePisa, Programme for Interna-tional Student Assessment, cheassegnava all’Italia una posi-zione di coda nella relativa gra-duatoria internazionale.Ana-loghe sono le considerazionisulle competenze informati-che e digitali senza le quali og-gi spesso sembra estrema-mente limitante trovare un’oc-cupazione.

La metodologia del ragio-nare e dell’apprendere occupaun posto di rilievo pedagogi-co nella scuola, che spesso la-menta la mancanza di un seriaimpostazione di studio neipropri allievi. Si tratta di unproblema complesso poichél’insegnante, pur consapevoledel fatto che l’intervento di-dattico è condizionato dai li-velli individuali di apprendi-mento, deve adoperarsi affin-ché i propri alunni raggiunga-no in maniera ottimale i tra-

guardi prefissati per i singoliordini di scuola.

Si comprende, dunque, lanecessità di coordinate cheorientino gli studenti nei di-versi ambiti del conoscere edell’agire in modo da saper af-frontare, nel momento oppor-tuno, un consapevole inseri-mento nel mondo lavorativo(learning to learn) non smet-tendo mai di focalizzare l’at-tenzione sull’importanza del-la cultura da sviluppare in sée in dimensione europea. L’at-titudine imprenditoriale, infi-ne, si mostra ormai come un’e-sigenza: al termine di un de-terminato percorso di studi, igiovani dovrebbero essere ingrado di avviare e gestire inprima persona un progetto divita che possa anche include-re attività economiche. A talfine, occorre predisporre unpiù efficace collegamento fra lestrutture scolastiche, le im-prese e le associazioni indu-striali e artigianali, ma più ingenerale favorire nei giovanila costruzione di un pensieroflessibile e adattabile al cam-biamento epocale, ricco di oc-casioni di crescita e di valo-rizzazione individuale, utileanche per agire attivamentenei confronti di ciò che ga-rantisce il bene comune.

ADeLu

I l 21 gennaio scorso ha avuto luogoun’importante tavola rotonda che

ha riunito a Bruxelles i rappresentantidi banche e PMI di tutta Europa. Nel-l’occasione l’Associazione delle Came-re di Commercio e dell’Industria euro-pee (Eurochambres), per voce del Segre-tario Generale, Arnaldo Abruzzini, hasottolineato le difficoltà persistenti di ac-cesso al credito per le imprese e ha fattoun appello alla responsabilità del settorebancario. Nel contempo, il SegretarioGenerale dell’Unione europea dell’Arti-gianato e delle Piccole e Medie Imprese(UEAPME), Andrea Benassi, ha confer-mato che “le banche non hanno ancoratradotto in vantaggi tangibili per le PMI inotevoli apporti di denaro pubblico rice-vuti” e ha chiesto “di trattare le PMI inmodo equo”; con la crisi, infatti, “i pre-stiti sono sempre più cari e onerosi, a

fronte di una disponibilità di credito for-temente diminuita mentre le PMI devo-no far fronte a difficoltà non solo per fi-nanziare i loro investimenti, bensì ancheper le loro operazioni quotidiane”.

Sebbene gli interventi pubblici sianoaccolti molto positivamente, resta ancoramolto da fare per migliorare l’accesso al fi-nanziamento, che varia fortemente da unpaese all’altro in funzione della strutturabancaria e dell’ampiezza del sostegno pub-blico concesso. Benassi ha voluto sottoli-neare che negli Stati membri dove più ele-vata è la presenza di banche cooperative ecasse di risparmio le difficoltà di accesso aifinanziamenti sono limitate, poiché questepiccole banche decentrate sono meglio at-trezzate per lottare contro la penuria di li-quidità giacché le loro riserve sono basateprincipalmente su conti di risparmio. Un’af-fermazione che testimonia l’impegno del-

le Banche Popolari e Cooperative di tuttaEuropa finalizzato al sostegno della strut-tura produttiva ed in particolare delle PMI.

Secondo i dati raccolti dalle Cameredi Commercio e d’Industria europee il30% delle PMI devono far fronte a pro-blemi di liquidità: un quarto di questi so-no causati dall’indisponibilità delle ban-che a concedere credito.

Il più recente studio in tema, pubbli-cato in marzo da Eurochambres, segna-la, infatti che più di due terzi delle impreseeuropee incontrano difficoltà crescentiin materia di accesso al credito e il 45%di queste prevede in conseguenza di ri-durre gli investimenti nel corso dei pros-simi sei mesi. Durante lo stesso periodoil 35% delle 220 imprese interrogate dal-l’organizzazione europea delle Cameredi commercio e d’industria potrebbe an-che diminuire le sue forze lavoro.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Tavola rotonda europea Banche-BMI: la cooperazione bancaria sostiene le imprese di dimenzioni minori

Una scuola europea in otto mosseUna recente comunicazione

della Commissione Europea rivoltaai Paesi membri dal titolo

“Migliorare le competenze per il 21° secolo: un ordine del giorno

per la cooperazione europea in materia scolastica”,

pone in evidenza la necessità di accelerare l’iter

del rinnovamento scolastico e formativo all’interno dell’Unione.

StupidarioStupidarioglobaleglobale

Paradisi fiscali usati comespecchietto per le allodolee neanche una parola suiderivati.E la gente si beveche in America si rispetta-no le regole e i truffatoricome Madoff vanno in ga-lera, oppure che ai managervengono tolti i loro bonusdi produttività (?). In realtà nessun provvedi-mento contro i responsabi-li della crisi che vengono an-zi “premiati” da Obama chesta rubando miliardi di dol-lari e futuro a questa e al-le prossime generazioni.Stati europei “invitati” a fa-re altrettanto con allusio-ne neanche troppo velata apossibili attentati islamici. Ecco la sintesi dello storicoG-20 da poco celebrato ( egià dimenticato?)

Anno 2009 - N. 2

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66Anno 2009 - N. 2

Ha esortato Vescovi ad es-sere sempre di esempio

per i loro sacerdoti e per tuttii fedeli, a seguire la formazio-ne di seminaristi e di catechi-sti, che diventano sempre piùnecessari per la vita della Chie-sa in Africa, a promuovere lapastorale del matrimonio e del-la famiglia, anche per renderei laici capaci di resistere all’at-tacco di sètte e di gruppi eso-terici. E li ha esortati ad eser-citare sempre la carità per ladifesa dei diritti dei poveri.

Alle donne, poi, ha ribadi-to il loro pieno diritto ad im-pegnarsi nella vita pubblica,senza tuttavia che venga mor-tificato il loro ruolo nella fa-miglia.

Ai rappresentanti della co-munità musulmana in Came-run ha ribadito l’importanzadel dialogo inter-religioso edella collaborazione tra cri-stiani e musulmani.

Un ambito di grave preoc-cupazione è rappresentato dal-le politiche di coloro che, colmiraggio di far avanzare l’«edi-ficio sociale», minacciano lesue stesse fondamenta. «Quan-to amara è l’ironia di coloroche promuovono l’aborto tra lecure della salute “materna”!Quanto sconcertante la tesi dicoloro secondo i quali la sop-pressione della vita sarebbeuna questione di salute ripro-duttiva!

L’egoismo alimenta l’attrat-tiva del guadagno, la corru-zione e l’avarizia, e spinge al-

la sottrazione indebita di benie ricchezze destinati ad interepopolazioni. La sete di potereprovoca il disprezzo di tutte leregole elementari di buon go-verno, utilizza l’ignoranza deipopoli, manipola le differen-ze politiche, etniche, tribali ereligiose, e istalla la cultura delguerriero come eroe.

Le forze internazionalisfruttano la miseria del cuoreumano, fomentano le guerreper la vendita delle armi, so-stengono poteri politici irri-spettosi dei diritti umani e dei

principi democratici per assi-curarsi vantaggi economici».

Il Santo Padre ha messo inevidenza un dato importante,cioè che un elemento fonda-mentale della crisi è proprio«un deficit di etica nelle strut-ture economiche»; l’etica nonè una cosa ‘fuori’ dall’econo-mia, ma ‘dentro’, e l’economianon funziona se non porta insé l’elemento etico.

Rispondendo ad una pro-vocazione lanciata dal un gior-nalista durante il viaggio interra d’Africa, Benedetto XVI

ha ammesso che il peccato ori-ginale è presente anche nellachiesa; non c’è una società per-fetta e quindi ci sono dei pec-catori anche nella chiesa afri-cana. Per questo è necessarioun esame di coscienza, una pu-rificazione interiore, ma altre-sì una purificazione delle strut-ture della Chiesa.

Sempre nel corso della con-ferenza stampa, il papa haespresso la convinzione inec-cepibile che la realtà più effi-ciente, più presente sul frontedella lotta contro l’Aids sia pro-prio la Chiesa cattolica: «nonsi può superare il problemadell’Aids solo con slogan pub-blicitari. Non si può risolverequesto flagello con la distri-buzione di profilattici: al con-trario, il rischio è di aumenta-re il problema. La soluzionepuò trovarsi solo in un dupli-ce impegno: il primo, unaumanizzazione della sessua-lità, cioè un rinnovo spiritua-le e umano che porti con sé unnuovo modo di comportarsil’uno con l’altro, e la praticadella monogamia; il secondo,una vera amicizia per le per-

sone sofferenti, la disponibi-lità, anche con sacrifici, conrinunce personali, ad esserecon i sofferenti. E questi sonoi fattori che aiutano e che por-tano visibili progressi».

Perciò, lo sforzo della Chie-sa è quello di rinnovare l’uomointeriormente, al fine di per-venire a comportamenti giu-sti nei confronti del propriocorpo e di quello dell’altro.

Il Papa in Africatra ammonimenti ed esortazionidi Antonella Fornaro

Il soggiorno del Santo Padre in terra africana è iniziato il 17 marzo aYaoundé, capitaledel Camerun. Ha incontrato i vescovi, i rappresentanti del mondo musulmano e i capi di Stato.

L’iniziativa Cristiani per l’Europa (IXE),che riunisce organizzazioni cristiane

di 13 Paesi europei, ha rivolto un appelloai cittadini europei in vista delle prossimeelezioni europee di giugno, esortando a“superare la crisi e le sfide del nostro tem-po per raggiungere un’Europa più unita, piùsolidale e più aperta al mondo”.

“Solo un’Europa unita può risponde-re alle sfide attuali, esprimendo i suoi va-lori profondi di solidarietà, giustizia e pa-ce nel mondo. E’ dunque necessario pren-dere coscienza della nostra responsabilitàpersonale nella costruzione dell’Europa”.

I firmatari dell’appello chiedono in pri-mo luogo di mettere in pratica “il primapossibile le disposizioni del Trattato diLisbona” perché esso espone esplicita-mente, per la prima volta, che “la dignitàumana è il primo dei valori dell’Europa,venendo prima della libertà, della demo-crazia e dell’uguaglianza”.

In secondo luogo, di fronte agli squi-libri della situazione attuale “bisogna mo-dernizzare il modello europeo dell’eco-nomia sociale di mercato”.

Quanto ai cambiamenti climatici, i fir-matari invitano a costruire “un’Europapiù rispettosa delle generazioni future”.

Tra le conseguenze socio-economi-che dei cambiamenti demografici, se-gnalano “il sovraccarico dei nostri siste-mi sociali, la mancanza di manodoperaa medio termine, l’aumento della di-pendenza e dell’isolamento sociale a cau-sa dell’età e la crescita dei conflitti po-tenziali tra le generazioni”.

Per questo, “è necessario avviare tut-to un insieme di politiche: sanitarie, edu-cative, lavorative. E’ alla società intera chesi deve chiedere di dare opportunità allegiovani generazioni e di valorizzare il ruo-lo che svolgono gli anziani”, impegnare lenostre società nei compiti di integrare gli

emigranti e di promuovere maggiormen-te la diversità”.

Esortano infine “tutti i cittadini euro-pei, e in particolare i cristiani, a interve-nire in modo responsabile nel dibattitodemocratico europeo”, invitando a par-tecipare alle elezioni del giugno 2009.

“Prendiamo coscienza di ciò di cui siparla nella costruzione dell’Europa, e va-lorizziamo il fatto che questa continua arappresentare una speranza nel compitodi assicurare la pace e la giustizia su sca-la mondiale. Chiediamo alle varie for-mazioni politiche che in queste elezionidiano prova di avere una visione auten-tica dell’Europa. Sosteniamo i candida-ti decisi a difendere in Parlamento poli-tiche ispirate dal rispetto della dignitàumana, nella prospettiva di un’Europapiù solidale, più rispettosa delle genera-zioni future, più generosa”.

A.F.

Spesa militaredegli Stati membri

Nazione Spesa per la difesa(in USD)

Francia 74.690.470.000Regno Unito 68.911.000.000Germania 45.930.000.000Italia 41.060.000.000Spagna 15.792.207.000Paesi Bassi 12.000.000.000Polonia 10.838.000.000Grecia 7.648.561.000Svezia 6.309.137.714Belgio 4.000.000.000Portogallo 3.497.800.000Danimarca 3.271.600.000Romania 2.900.000.000Finlandia 2.800.000.000Austria 2.334.900.000Repubblica Ceca 2.170.000.000Slovacchia 1.408.000.000Ungheria 1.376.000.000Irlanda 1.300.000.000Bulgaria 1.000.000.000Lettonia 672.356.045Lituania 490.800.000Estonia 487.049.967Cipro 384.000.000Slovenia 370.000.000Lussemburgo 231.600.000Malta 44.640.000

La nostra responsabilità nella costruzione dell’EuropaAppello di Cristiani per l’Europa (IXE) in vista delle elezioni di giugno

(dallo scritto di Nieves San Martin del 1 aprile 2009)

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7Anno 2009 - N. 2

Nello scorso mese di no-vembre i rappresentanti

della gioventù europea, sele-zionati dai Consigli nazionalidella Gioventù e dal ForumEuropeo della Gioventù, han-no partecipato a Bruxelles aduna serie di incontri dedicatiai problemi di ieri e di oggi del-l’Unione, mostrando un forterealismo e un pensiero coe-rente in termini di conviven-za civile e democratica.

Una tavola rotonda culmi-nata in un dibattito politicocon il Commissario europeoresponsabile per l’istruzione,la formazione, la cultura e lagioventù, Jan Figel, dalla qua-le si evince che le young peo-

ple credono nel futuro del-l’Europa e intendono esercita-re pienamente i propri diritti dicittadinanza, ma vogliono con-tare di più ed essere maggior-mente coinvolte nell’attualefase di transizione verso la piùcompiuta società della cono-scenza e della piena integra-zione. Rispetto ai tanti giudi-

zi che ritengono i giovani chiu-si in se stessi ed immaturi ver-so qualsiasi progetto che li ve-da coinvolti in prima persona,infatti, dalla lettura della do-cumentazione di riferimentoemerge un forte desiderio dipartecipazione, sostenuto daun pensiero deciso in terminidi convivenza democratica. Ul-teriori indicazioni si ricavanodall’analisi delle relazioni con-cernenti i singoli temi che so-no stati affrontati, a partire daquello dell’occupazione. I gio-vani sono consapevoli delle

sempre più crescenti difficoltànel mercato del lavoro e te-mono le tendenze recessive inatto in Europa, particolar-mente gravi se riferite all’in-gresso di Paesi economica-mente più deboli. Questapreoccupazione, però, nonesclude una rispondenza ri-

guardo al rispetto degli inte-ressi altrui e alla lotta contro ladiscriminazione e l’intolle-ranza. Qualche nota a partemerita l’European VoluntaryService che consente agli iu-venes viatores di inserirsi inprogetti transnazionali aventiper oggetto l’ambiente, la cul-tura, l’assistenza alle personesvantaggiate. Vista l’impor-tanza del progetto, i parteci-panti hanno chiesto alla Com-missione di trovare risorse ade-guate all’importanza delle ini-ziative, assicurando la massi-

ma visibilità a quelli più rap-presentativi. «La Commissio-ne – afferma Figel – è impe-gnata in un’opera di consulta-zione per sentire dai giovaniquali sono le loro principalipreoccupazioni. Sono impres-sionato dal numero di attivitàche sono organizzate in tuttaEuropa e che consentirannodi sentire la voce dei giovaniprima di avviare il riesame delquadro di cooperazione per igiovani a livello europeo. Lasettimana della gioventù è an-che un’occasione per celebra-re il 20° anniversario dei pro-grammi UE a sostegno dellagioventù, cui hanno parteci-pato più di un milione e mez-zo di giovani. Sono lieto chegrazie ai nostri programmiquesti giovani abbiano acqui-sito nuove competenze e ab-biano fatto preziose esperien-ze interculturali».

Se l’attuale quadro politicoeuropeo come ha sottolineatoil Presidente Giorgio Napoli-tano nel corso di una recenteverifica a Lisbona, appare spes-so confuso ed incerto, sembraevidente che la spinta verso lacivitas sovranazionale possaessere sostenuta partendo da-gli individui anziché dalle isti-tuzioni, e soprattutto dai gio-vani.

V.A.

I giovani e i problemi dell’Unione EuropeaSono duecento i giovani che,

in rappresentanza di ventisette Stati, hanno discusso con le istituzioni dell’UE

sulle sfide future che incombono sulla basedi interessi e prospettive rispondenti

alla mentalità della coscienza giovanile.

Dimensioni degli Eserciti delle principali nazioni europeeNazione Personale attivo Paramilitari Carri armati Aerei

da combattimento

Turchia 514.900 148.700 4.205 352 Francia 259.050 101.400 1.021 408 Germania 250.500 40.000 2.408 444 Italia 240.000 238.800 1.180 460 Regno Unito 206.480 0 1.175 562 Spagna 177.950 72.600 661 267 Grecia 177.600 4.000 1.000 254 Polonia 163.000 21.300 947 167 Romania 75.000 79.900 340 71Serbia 74.500 40.000 277 85Repubblica Ceca 57.050 5.600 179 52Paesi Bassi 53.130 3.300 119 115Bulgaria 51.000 34.000 590 80 Portogallo 44.900 25.600 100 45Belgio 40.800 0 132 68Finlandia 36.700 3.100 124 63Austria 34,600 ND 237 16Svezia 33,900 35.000 160 166Ungheria 33.400 12.000 180 55 Norvegia 27.600 29.400 136 57 Slovacchia 26.200 4.700 457 27 Danimarca 22.880 61.500 57 60 Croazia 21.200 0 200 8

L’intensificazione delle relazioni tra Banche Popolari edIstituto per il commercio estero è certamente un fattore

di sviluppo e di ripresa per le PMI italiane che intendonoconquistare o mantenere la propria posizione nei mercati in-ternazionali: questo il risultato guida emerso dal Workshoporganizzato il 6 marzo, a Roma, nella sede dell’AssociazioneNazionale fra le Banche Popolari. L’incontro, volto ad accre-scere la collaborazione tra due attori di primo piano all’inter-no delle realtà produttive locali del nostro Paese, ha eviden-ziato l’importanza di sviluppare sul territorio attività miratealla formazione di professionalità specializzate nel districarsinelle normative e nelle prassi commerciali in Europa e nelresto del mondo.

Se l’ICE si configura come partner istituzionale nel processodi commercializzazione delle PMI – ha affermato Giuseppe De Lu-cia Lumeno, Segretario Generale di Assopopolari - le Banche Po-polari assicurano l’altrettanto necessario supporto finanziario al-la “crescita” dell’imprenditoria di dimensioni minori. E’ natura-le, dati questi presupposti, ha concluso il Segretario Generale –esplorare ogni possibile ipotesi di cooperazione a vantaggio deimilioni di piccole aziende che costituiscono il pilastro fonda-mentale del tessuto economico del nostro Paese”. Il dibattito, èstato arricchito, in particolare, dalla testimonianza della BancaPopolare dell’Emilia Romagna, che ormai da anni ha avviato unaproficua collaborazione con l’ICE.

L’incontro ha evidenziato le numerose aree in cui le sinergie traICE e Banche Popolari possono dare un impulso deciso all’attivitàestera delle PMI italiane. L’esperienza maturata dall’ICE e dallaCategoria rende entrambi, infatti, partner privilegiati per qualun-que azienda italiana decisa ad “avventurarsi” oltreconfine.

Pur in presenza di una difficile situazione nei mercati in-ternazionali dovuta alla crisi economica, le aziende italiane,ed in particolare le piccole e medie imprese, godono all’esterodi una notevole fama, in alcuni casi unica al mondo, tuttavia,è stato sottolineato, come all’estero sia facile vendere ma diffi-cile incassare, evidenziando come l’inadeguata conoscenza de-gli impianti normativi vigenti soprattutto al di fuori dell’UEpossa rivelarsi deleteria per aziende che avviano la commer-cializzazione dei loro prodotti a livello internazionale.

Associazione Nazionale fra le Banche PopolariBanche popolari e ICE per l’internazionalizzazione delle imprese

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88Anno 2009 - N. 2

Nel corso del seminario èstato presentato il Manife-

sto politico dell’Unione di Cen-tro “per un nuovo tempo dellaRepubblica”, in attesa del lan-cio nazionale avvenuto a Romail 3 e 4 aprile 2009. Il Manife-sto ha rappresentato il primomomento di considerazionedella carta dei valori per la rea-lizzazione di un grande partitopopolare, liberale, moderato eriformista. Ciò è accaduto anchein occasione del 90° Anniver-sario dell’appello ai “liberi e for-ti” di don Luigi Sturzo che, il18 gennaio 1919 dall’albergo diS. Chiara in Roma, annunciò lanascita del Partito Popolare ita-liano; appello che oggi sottoun’attenta rilettura permette dicapire la portata storica dell’ av-venimento che segnò ufficial-mente l’ingresso del movimen-to cattolico nella vita politicanazionale. Il manifesto dell’U-nione di Centro riprende i pun-ti cardine di quel discorso mo-strando un progetto concretoper l’Italia, non soltanto idealiche rimangono tali dal puntodi vista della giustizia, della pa-ce o della politica, spesso ri-

dotta a “semplice” amministra-zione dei problemi del Paese.

«È imprescindibile doveredi sane democrazie e di gover-ni popolari – sottolineava donSturzo - trovare il reale equilibriodei diritti nazionali con i su-premi interessi internazionali ele perenni ragioni del pacificoprogresso della società». Dal-l’appello ai “nuovi liberi e forti”emergeva un modello di societàbasato sull’economia sociale dimercato che dovrebbe porre alcentro la cosiddetta protezionesociale: si dovrebbe investirepienamente cioè nelle politicheper la famiglia, per l’inserimen-to dei giovani nel mondo del la-voro, per i servizi alla persona.Un appello, quindi, al recupe-ro anche dal punto di vista po-litico e al consolidamento effet-tivo dell’esperienza umana so-lidale e della spinta alla parteci-pazione soprattutto personale.

«Vogliamo – continua don Stur-zo - sul terreno costituzionalesostituire uno Stato veramentepopolare, che riconosca i limitidella sua attività, che rispetti inuclei e gli organismi naturali -la famiglia, le classi, i Comuni -che rispetti la personalità indi-viduale e incoraggi le iniziativeprivate». Al primo posto deveessere innalzata la libertà: «Sa-rebbero vane riforme senza ilcontenuto se non reclamassi-mo, come anima della nuova So-cietà, il vero senso di libertà, ri-spondente alla maturità civiledel nostro popolo e al più altosviluppo delle sue energie: li-bertà religiosa, non solo agl’in-dividui ma anche alla Chiesa,per la esplicazione della sua mis-sione spirituale nel mondo; li-bertà di insegnamento, senzamonopoli statali; libertà alle or-ganizzazioni di classe, senza pre-ferenze e privilegi di parte; li-bertà comunale e locale secon-do le gloriose tradizioni itali-che». Nessun discorso potreb-be essere più attuale in questimesi di accesi dibattiti su quel-la che viene definita l’ingerenzadella Chiesa nella politica ita-liana o sul concetto di coscien-za personale troppo spesso sban-dierato in nome di una libertàche è semplicemente sinonimodi sterile libertarismo e vogliadi autodeterminazione. È un in-vito, quindi, soprattutto ad es-sere uniti e saldi nei propri prin-cipi con il desiderio di rivolu-zionare dalla base, con la forzadella fede e della coerenza, lapolitica e tutti i diversi aspetti incui essa si declina. «Ci presen-tiamo nella vita politica con lanostra bandiera morale e socia-le – concludeva don Sturzo – in-spirandoci ai saldi principi delCristianesimo che consacrò lagrande missione civilizzatricedell’Italia».

Questo è un articolo di lot-ta e denuncia. Combatte-

remo contro gravi e infondatipregiudizi. Persone ignoranti ein malafede sostengono che ilParlamento europeo abbia duesole funzioni: arricchire i par-lamentari e misurare i cetrioli.Sulla seconda funzione, che cioèla prevalente attività del Parla-mento sia quella di fissare glistandard per classare i cetrioli,ma anche melanzane, banane,barbabietole, pomodori…, pos-siamo tranquillamente dire chesi tratta di una maldicenza: lamisurazione e la calibrazionedi frutta e ortaggi sono funzio-ni della Commissione Europea,organo distinto dal Parlamentoe più avvezzo a questioni agroa-limentari.

Quindi i parlamentari euro-pei non controllano la curvatu-ra delle banane, ma si adopera-no in attività ben più importan-ti: e, primo attacco, parato. Se-condo, sono strapagati?

Non è vero, sono pagati piùo meno come tutti gli eletti diprimo livello nazionale e inter-nazionale, semmai è vero che,essendo gli emolumenti a cari-co dello stato di provenienza equindi ad esso affidati, i nostri, gliitaliani, sono tra i più pagati.

Ma se facessero bene il lorolavoro, nulla questio. Incaricoprestigioso, impegni interna-zionali e responsabilità di indi-rizzo: tutto depone a favore diuna buona indennità.

Ma cosa fanno? Il Parlamento europeo, fin

dalla sua istituzione, ha lo sco-po di rappresentare tutti gli sta-ti membri attraverso una pat-tuglia di deputati proporziona-le al numero dei cittadini delmedesimo stato. I parlamenta-ri sono in tutto 785 e compon-gono una delle due camere, l’al-tra è il Consiglio d’Europa, che,in una specie di ‘bicameralismoimperfetto’, frase strana che tra-dotta vuol dire semplicementeche non fanno esattamente le

stesse cose, esercitano i tre po-teri a loro delegati: legislativo,di bilancio e di controllo de-mocratico.

Questo articolo, come ri-cordavamo, è di lotta e di de-nuncia, ma non è un trattato didiritto della CE. Quindi trala-sciamo l’esame dei poteri di bi-lancio e di controllo democra-tico che affidiamo all’ap-profondimento autonomo dellettore.

Due parole sul potere legi-slativo.

Partito in sordina, il poterelegislativo della Comunità Eu-ropea, nell’esercizio del quale ilParlamento ha un ruolo in cre-scita, inizialmente si prefiggevalo scopo di armonizzare le leggidei vari stati membri in pochi elimitati settori, perlopiù legatial commercio e al libero stabili-mento. Da tale modesta parten-za, ci ritroviamo oggi a doverciconfrontare, quasi pure nelle li-ti tra condomini, con gli orien-tamenti espressi dalla Comunitàe con le norme di vario livelloche la Comunità ha prodotto neltempo. Oggi l’ambito operativodell’intervento europeo si è este-so oltre ogni previsione e l’e-stensione non sembra rallenta-re. Chi, ad esempio, si occupi diquestioni relative ad appalti pub-blici già da ora sa che la norma-tiva di riferimento non è piùquella nazionale, radicalmentesuperata, ma quella della Co-munità Europea.

E la progressione delle com-petenze determinerà molto a bre-ve un’ulteriore estensione deicompiti della Comunità, e quin-di pro quota anche del Parla-mento, anche a quelle questioniche noi cattolici definiamo ‘sen-sibili’, quali, ad esempio, le scel-te di bioetica. Non ci dilunghia-mo sulle ragioni di chi si oppo-ne a tale estensione di autorità esu quelle di chi invece la sostie-ne, vogliamo solo, ed in fine, con-sigliare il nostro lettore a soppe-sare bene il prossimo voto per leelezioni di giugno, avvertendo-lo che, in caso di sua trascura-tezza, potrebbe trovarsi a breveun manipolo di bischeri che, inquel contesto, potrebbero pro-durre danni inenarrabili, e oggisolo in parte prevedibili.

Onde per cui, gente, nel se-greto dell’urna, meditate, me-ditate, meditate. E ricordate cheil Signore vi guarda…

“Dove sono oggi i liberi e forti?”Alessandra De Lucia Lumeno

È stato questo il tema del settimo seminarionazionale di cultura politica promosso

dalla Fondazione Liberal, il 20 e il 21 febbraio a Todi.

Lista Stati Membri Prospetto in ordine alfabetico, con la data

di accesso indicata a fianco del nome.

Stati Ingresso nell’UE

Austria 1 gennaio 1995 Belgio 23 luglio 1952 Bulgaria 1 gennaio 2007 Cipro 1 maggio 2004 Danimarca 1 gennaio 1973 Estonia 1 maggio 2004 Finlandia 1 gennaio 1995Francia 23 luglio 1952Germania 23 luglio 1952Grecia 1 gennaio 1981Irlanda 1 gennaio 1973Italia 23 luglio 1952Lettonia 1 maggio 2004Lituania 1 maggio 2004Lussemburgo 23 luglio 1952Malta 1 maggio 2004 Paesi Bassi 23 luglio 1952 Polonia 1 maggio 2004Portogallo 1 gennaio 1986 Regno Unito 1 gennaio 1973Rep. Ceca 1 maggio 2004Romania 1 gennaio 2007 Slovacchia 1 maggio 2004Slovenia 1 maggio 2004Spagna 1 gennaio 1986Svezia 1 gennaio 1995Ungheria 1 maggio 2004

Spesa Militare nel mondo Nazione Spesa per la difesa

(in miliardi di USD)

Stati Uniti d’America 533 Unione europea 293 Cina 45 Russia 32

Il Parlamento Europeo,quel figaccione di Marco Caldarelli

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9Anno 2009 - N. 2

L’ indagine è stata condottasu 10.434 giovani tra i 25-

30 anni provenienti da 25 Pae-si (inclusa l’Italia) suddivisi intre aree: Paesi dell’Europa dei15 o aderenti all’area econo-mica europea (Austria, Belgio,Danimarca, Finlandia Germa-nia, Irlanda, Italia, Norvegia,Regno Unito, Svezia, Svizze-ra); Paesi nuovi membri del-

l’Unione (Estonia, Lettonia,Lituania, Slovacchia, Cechia,Polonia, Ungheria); Paesi del-l’Europa dell’Est e dell’area bal-canica (Albania, Bulgaria, Ma-cedonia, Moldavia, Romania,Serbia-Montenegro). I risulta-ti sembrano essere confortan-ti poiché la nuova generazio-ne presenta un atteggiamentopositivo e relativamente ma-turo nei confronti dell’im-prenditoria. Per il 54% gli im-prenditori sono problem sol-vers e iniziatori di nuove im-prese e organizzatori; l’im-prenditorialità è associata aldesiderio di autorealizzazioneprofessionale e di indipen-denza per circa l’80%; il 62% ri-tiene, inoltre, che essa possa

essere acquisita nel tempopiuttosto che essere una qua-lità congenita. Nonostanteun’analoga percentuale ritie-ne che non sia facile creare unanuova impresa nel proprio ter-ritorio e solo il 35% pensa cheil proprio contesto culturalestimoli all’imprenditorialità, il

49% confida nelle proprie ca-pacità imprenditoriali.

Interessanti anche i dati re-lativi alla cultura del rischiopoiché il 58% ritiene che, an-che in caso di fallimento, siavrebbe una seconda oppor-tunità e non è d’accordo sulfatto che se un progetto d’im-presa presenta rischi di disse-sti economici non dovrebbeessere portato avanti. Il 63%del campione prende in con-siderazione la possibilità di la-

vorare in proprio e le aspetta-tive sulle potenzialità econo-miche del proprio Paese sono“curiosamente” migliori neiPaesi dei nuovi membri e nelresto dell’Europa dell’Est e bal-canica piuttosto che in quellidell’Europa occidentale, dovein generale si riscontra un eu-

ro-scetticismo. Le cinque na-zioni in cui si percepisce unaparticolare facilità nel dare vi-ta ad una nuova impresa sonoSvezia, Finlandia, Norvegia,Ungheria e Regno Unito men-tre quelle che si distinguonoper la fiducia dei giovani nelproprio Paese sono Svezia,Serbia-Montenegro, Dani-marca, Romania e Regno Uni-to. L’Italia è al quarto postodopo Regno Unito, Germaniae Francia per quanto riguarda

la classifica dei Paesi in cui iragazzi vorrebbero trasferirsiper aprire un’attività. Tra leeconomie occidentali i mi-gliori risultati li ottengono Au-stria, Svizzera e Belgio e tra lestrategie ritenute più impor-tanti per lo sviluppo futurodell’Europa, soprattutto inquesto momento di pesantecrisi economica, vi sono l’in-vestimento in ricerca e svi-luppo, la facilitazione dellacreazione d’impresa da partedello Stato, l’uso più efficien-te dell’energia, lo sviluppo del-le infrastrutture di trasportoe l’emersione dell’economiasommersa.

Nel complesso, quindi,viene mostrato un quadropromettente che richiedeazioni decise e concretamen-te attuabili. I dati forse più ri-levanti sembrerebbero esse-re, però, l’importanza che hail dialogo tra Paesi, ma so-prattutto l’apertura gli uni congli altri in modo da garantireulteriori possibilità di svilup-po e di crescita ai giovani eu-ropei che, nonostante la re-cessione, continuano a guar-dare avanti fiduciosi nelle pro-prie capacità e nelle iniziati-ve dello Stato.

Giovani europei, imprenditori del futuroAlessandra De Lucia Lumeno

L’imprenditorialità può essere appresa o èsoltanto riflesso di attitudini innate? Una risposta interessante a questa

domanda arriva da Enterprise 2010, ricerca effettuata da Ja-Ye Europe,

rete europea di organizzazioni la cui missione è introdurre

i giovani europei alla cultura d’impresa e all’imprenditorialità.

Chi non ha accolto questo progetto sene è andato dal partito e chi è rima-

sto lo ha fatto perché crede in questa nuo-va proposta politica. Avremmo potutoavere più senatori e più potere se avessi-mo rinunciato alla nostra identità di li-berali e di cattolici impegnati e se aves-simo accettato l’invito di Berlusconi ascioglierci nel PDL: non lo abbiamo fat-to ed oggi riscuotiamo il consenso perquesto atto di coraggio.

D’altra parte con la nascita del PDL lacasa delle Libertà non c’è più, sono scom-parsi F.I. e A.N. ed è venuto meno ancheil vincolo di coalizione.

Noi vogliamo un sistema politico ba-sato sulla preferenza, cioè sulla scelta delcandidato da parte dei cittadini, che ag-greghi per omogeneità valoriali (non perdividersi il premio di maggioranza) e che

torni a valorizzare la “mediazione” comepatto tra classi, tra generazioni o più sem-plicemente come sintesi tra interessi di-versi.

Il PD ha fallito non per la guida deileader che si sono succeduti, ma perchèla sinistra democristiana alleandosi congli eredi del comunismo, ha perso se stes-sa, tanto che oggi Franceschini si appre-sta a farla approdare nella casa del Parti-to Socialista Europeo.

Il PDL, al quale guardiamo con ri-spetto, è un grande contenitore populi-sta e leaderista e, prima ancora di nasce-re, mostra tutta la debolezza di un parti-to poco omogeneo nei valori e unito nel-la sola figura di Berlusconi.

A Macerata l’UDC propone FrancoCapponi come proprio candidato alla pre-sidenza della Provincia, sia perché viene

da una lunga e comune opposizione al-l’amministrazione Silenzi, sia perché si èrealizzata con il PDL una convergenzaprogrammatica forte e una coalizioneomogenea che valorizza il centro affer-mando valori certi e dichiarati che po-tranno guidare l’attività amministrativa,laddove saremo in maggioranza.

Pertanto votare UDC alle provincialinon significa solo dare un voto in oppo-sizione alla sinistra, ma anche preferire imoderati e schierarsi dalla parte dei va-lori fondamentali quali: la difesa della vi-ta, il sostegno alla famiglia, la libertà dieducazione, una economia sociale e dimercato, la centralità della persona uma-na, la lotta alla cultura dello sballo, la di-fesa della nostra identità, la sussidiarietà,ecc.

Augusto Ciampechini

Marche/Europa

Soli in Europa, con Capponi in ProvinciaAlle ultime politiche abbiamo condiviso la posizione di correre soli e condividiamooggi il progetto di un partito di centro che superi questo falso bipolarismo.

StupidarioStupidariogiustiziagiustizia

In seguito alla sentenzadella Consulta che ha giu-dicato illegittime alcunenorme della legge 40 sullafecondazione assistita ilpresidente della CameraFini ha dichiarato: “Quan-do una legge si basa su dog-mi di tipo etico-religioso èsuscettibile di censure dicostituzionalità”.“La Consulta rende giu-

stizia alle donne italiane,specie in relazione alla le-gislazione di tanti paesi eu-ropei”.Non è obbligatorio per unateo dichiarato come Finisapere di dogmi cattolici (può sempre consultare uncatechismo però...); è in-vece necessario che la ter-za carica dello Stato dia al-meno un’occhiata alle re-lazioni che vengono perio-dicamente presentate alParlamento. La relazionesulla Legge 40 dice adesempio che “..sono dimi-nuite le sindromi da ipe-rovulazione (0,44% nel2007 contro 1,02% dellamedia europea)..”; chissaforse per “colpa” del li-mite dei 3 embrioni. Eh sì giustizia è fatta. Del-la realtà.

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11 00Anno 2009 - N. 2

L’ uso di Internet sta con-solidando il suo primato

sulla televisione tra i giovaniconsumatori europei, in unarecente tendenza con signifi-cative implicazioni per le so-luzioni marketing destinate aquesto settore demografico.

In base all’ultima indagineMediascope condotta dalla Eu-ropean Interactive AdvertisingAssociation su 7.000 intervi-stati, l’82% dei giovani euro-pei utilizza Internet da cinquea sette volte alla settimana,mentre soltanto il 77% guardala televisione con la stessa fre-quenza. Inoltre, il tempo tota-le trascorso in Internet perquesto gruppo di utenti supe-ra del 10% il tempo impiega-to davanti alla TV. Le cifre re-lative all’Europa mostrano,quindi, in generale, un forteaumento del tempo trascorsoonline, inclusa la possibileesposizione a soluzioni pub-blicitarie online.

Il cambiamento più evi-dente nelle abitudini di con-sumo dei mass media po-trebbe giungere dagli utenti dietà inferiore ai 24 anni, mal’aumento del numero diutenti online in Europa con-tinua ad essere rafforzato dal-la preferenza in rapido au-mento registrata tra le don-ne e i cosiddetti “silver sur-fer”. Tra i paesi presi in esa-me (Belgio, Gran Bretagna,Danimarca, Francia, Germa-nia, Italia, Paesi Bassi, Nor-vegia, Spagna e Svezia), l’Ita-lia è risultato quello con ilmaggior numero di ore pas-sate online, ben 13.6 ore, se-guito dalla Svezia, con 13 ore,e dai Paesi Bassi, 9.8.

Nel complesso, più dellametà degli europei (il 57%)si connette regolarmente a In-ternet ogni settimana e lamaggior parte trova nell’e-mail uno strumento indi-spensabile. Un ruolo fonda-mentale nell’aumento deltempo passato sul web sem-bra essere rappresentato dal-le reti sociali che stanno ac-quistando molta popolaritàanche nel resto del mondo. Ilsocial networking è attual-mente la terza attività onlinepiù popolare dopo la ricercae la posta elettronica.

Il motivo di tale cambia-mento d’abitudine? Come af-fermano gli esperti la nuova«me-generation» non accettapiù d’intrattenersi con pro-grammi la cui scaletta e i cuicontenuti sono decisi da altriin base ad interessi economi-ci. Inoltre la qualità di moltiprogrammi TV viene ritenutasempre più scadente e tutti icanali vengono visti come so-

miglianti. Internet consente,invece, di scegliere quello chepiù corrisponde ai propri gu-sti ed interessi, ma soprattut-to consente d’interagire conaltri utenti rispondendo per-fettamente all’esigenza dei ra-gazzi di appartenere a ungruppo, di ascoltare e farsiascoltare. Le attività che sisvolgevano in luoghi diversidella casa (vedere un film oun video, ascoltare musica,

parlare con gli amici) ora so-no possibili da un’unica po-stazione e la diffusione dei col-legamenti a banda larga, cheriducono il tempo necessarioper scaricare i file, ha portatoa una riduzione del tempo pas-sato davanti alla tv. Questa tra-sformazione porta alla luceinevitabilmente dubbi e do-mande riguardo alle possibiliconseguenze nei giovani e nel-la loro costruzione di un’i-dentità matura e responsabi-le. Le risposte più accattivan-ti arrivano dalle parole decisee concrete del Santo Padre che,in occasione della GiornataMondiale delle Comunica-zioni Sociali in concomitanzacon lo sbarco del Vaticano suYou Tube, ha detto che «pro-blemi e opportunità creati daInternet, dalle nuove tecno-logie e quelli creati dal pro-cesso di globalizzazione, dal-la deregolamentazione e pri-vatizzazione dei media, pre-sentano nuove sfide etiche eanche spirituali a quanti la-vorano nelle comunicazionisociali». «Molti benefici - con-tinua il Papa - derivano daquesta nuova cultura della co-

municazione: le famiglie pos-sono restare in contatto anchese divise da enormi distanze,gli studenti e i ricercatori han-no un accesso più facile e im-mediato ai documenti, allefonti e alle scoperte scientifi-che e possono, pertanto, la-vorare in équipe da luoghi di-versi; inoltre la natura inte-rattiva dei nuovi media faci-lita forme più dinamiche diapprendimento e di comuni-cazione, che contribuisconoal progresso sociale». L’invitopiù importante è naturalmen-te rivolto ai giovani: «Caris-simi sentitevi impegnati ad in-trodurre nella cultura di que-sto nuovo ambiente comuni-cativo e informativo i valorisu cui poggia la vostra vita».

la Redazione

Internet supera la TVIn tutta Europa,i ragazzi di età

compresa tra i 16 e i 24 anni

attualmente accedonoal Web molto piùspesso di quanto

accendano un apparecchio

televisivo.

Da Ancona dove ha partecipato allapresentazione dell’Unione di Cen-

tro marchigiana Pierferdinando Casinisi è soffermato sul tema della “reintro-duzione del voto di preferenza che havisto la raccolta di firme, su iniziativadell’Udc, per sostenere una proposta dilegge popolare che reintegri il voto dipreferenza nella legge elettorale. “È unacampagna per la libertà’ - ha sottolinea-to il presidente dell’Udc - quella dei cit-tadini che non possono esserne espro-

priati da un finto bipartitismo che vuo-le togliere anche la possibilità di sceltaper i parlamentari europei”. “Noi - haaggiunto - vogliamo che anche per il li-vello nazionale ci sia la possibilità per icittadini di scegliere il proprio parla-mentare. Non possono essere le no-menclature dei partiti a scegliere tutti iparlamentari italiani”.

Casini ha poi aggiunto che “ci dev’es-sere uno sbarramento forte, alto, per evi-tare la proliferazione di cento partiti”.

“È assolutamente giusto - ha affermato- pensare ad un limite del 4-5%. Ma ciòche dev’essere chiaro è una cosa: la gen-te deve poter scegliere i propri parla-mentari”.

Il leader dell’Udc ha anche indica-to l’atteggiamento del partito per leelezioni europee: “Un centro modera-to - ha detto - che si richiama al Partitopopolare europeo. Credo che i sondag-gi lo dimostrino: questo centro sta lie-vitando nel Paese”.

Marche/Europa

Preferire la preferenza

Penn State UniversityStato % infezione AIDS % Cattolici

Swaziland 43 5

Botswana 37 4

Zimbawe 25 8

Sudafrica 22 6

Zambia 17 26

Malawi 14 19

Mozambico 12 22

Kenya 7 25

Ruanda 5 47

Uganda 4 3

StupidarioStupidariol a i c ol a i c o

A distanza di settimane ledichiarazioni di Benedet-to XVI su aids e preserva-tivi sono ancora oggettodi polemiche: al parla-mento europeo una depu-tata olandese (gruppo li-berale) e un deputato ita-liano radicale (ma va ?)hanno presentato una mo-zione di “condanna” alleparole del Papa. Come sivede dalla tabella il Papaha semplicemente con-statato la realtà: i risul-tati sono frutto di realicambiamenti dei compor-tamenti a rischio e non delfalso senso di sicurezza at-tribuito al condom. Nes-suno è obbligato ad ascol-tare il Papa ma almenoleggere i numeri e pren-dere atto della realtà...mozione bocciata (...inmatematica).

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11Anno 2009 - N. 2

Ogni Paese è obbligatoad utilizzare il sistema

proporzionale per designa-re i suoi delegati al Parla-mento, in linea coi principicomuni emanati nel 2002sulla base del trattato di Am-sterdam del 1997. Elemen-to caratterizzante del siste-ma proporzionale è l’asse-gnazione dei seggi in circo-scrizioni elettorali plurino-minali, suddividendoli frale varie liste in proporzioneai voti ottenuti. La legge ita-liana è stata modificata il 20febbraio 2009: prevede sem-pre il metodo Hare, sistemamatematico che stabilisce laquota di voti che bisognaraggiungere per ottenere unseggio, ma con soglia disbarramento al 4% sul pia-no nazionale. Il territorioitaliano viene suddiviso incinque circoscrizioni ai so-li fini di candidature, es-sendo il riparto dei seggi ef-fettuato nel collegio uniconazionale, e ogni elettorenon può esprimere più ditre preferenze.

Ogni stato sceglierà ladata delle elezioni a secon-da delle consuetudini pro-

prie della nazione o secon-do quanto stabilito dai sin-goli governi (in Italia il 6 e7 giugno) ed in alcuni sta-ti si svolgeranno le elezio-ni politiche contempora-neamente alle europee. InItalia si attuerà l’electionday, cioè si terranno assie-me alle europee anche leelezioni provinciali e am-ministrative in alcune par-ti del Paese.

Queste saranno le primeelezioni a cui Romania eBulgaria parteciperanno in-sieme agli altri stati mem-bri. Questi due paesi si so-no uniti all’UE nel 2007, fa-cendo incrementare il nu-mero degli eurodeputati aldi sopra della soglia con-

sentita. I seggi sono stati,quindi, riallocati per por-tarli alla quota accordata,cioè 732/736 membri dopole elezioni del 2009. LaCroazia sperava di poteraderire all’UE nel 2009 e dipartecipare pertanto alleelezioni, ma con la manca-ta ratifica a causa del refe-rendum irlandese entro il1 gennaio 2009 del Tratta-to di Lisbona, che prevedegran parte dei cambiamen-ti originariamente traccia-ti dalla Costituzione euro-pea, ciò non è stato possi-bile. Il Commissario euro-peo per l’Allargamento, Ol-li Rehn, ha affermato che il2010 è un traguardo piùprobabile.

Elezioni EuropeeTra il 4 e il 7 giugno 2009 nei 27 Stati

dell’Unione Europea si terranno le elezioniper il Parlamento europeo.

500 milioni di cittadini saranno rappresentatida 736 membri del Parlamento, superando

le elezioni del 2004 che furono le più grandivotazioni trans-nazionali della storia.

L e prossime elezioni, ammini-strative ed europee, saranno

un occasione unica per dare pienavisibilità al grande progetto del-l’Unione di Centro; una svolta de-cisiva offerta a tutti coloro che si ri-conoscono nei valori e nell’eticadel mondo cattolico: vita, famiglia,educazione, solidarietà e politicavissuta come servizio.

Nelle amministrazioni comu-nali e provinciali, delle grandi realtàe delle piccole realtà, dove l’azio-ne amministrativa a misura d’uomoè sempre più richiesta.

Un’azione politica che non puòpiù prescindere dalla cultura del-l’attenzione, in un contesto quel-lo soprattutto dei piccoli comunidove la questione sociale è sem-pre più rilevante, con la presenza

crescente della popolazione an-ziana; ma anche verso i giovaniche anche nelle piccole realtà, untempo oasi di pace, trovano oggipericolosi strumenti ( alcool e dro-ga) che un tempo erano quasi un’e-sclusiva dei loro coetanei dei cen-tri più grandi.

In questo la mancanza di cen-tri di aggregazione realmente ca-paci di trasmettere valori veri mo-stra come sempre più urgente tro-vare strumenti legislativi adatti perla loro realizzazione. In questomolti enti locali, dove la presenzadi rappresentanti dell’Unione diCentro è attiva e fattiva, si sonogià mossi con l’assegnazione difondi per la costruzione ad esem-pio di nuovi oratori. La crisi eco-nomica in atto suggerisce alle am-

ministrazioni l’aiuto fattivo allefamiglie monoreddito o che han-no perso il lavoro, ai cassa inte-grati, alle imprese in difficoltà; e intutto ciò l’opera di sensibilizza-zione verso gli istituti di creditoda parte del mondo cattolico hagià permesso di concordare azio-ni concrete come ad esempio l’ac-cordo tra la Cei e il mondo banca-rio nazionale per lo stanziamentodi 180 milioni di euro da destina-re alle famiglie con seri problemiper la mancanza di reddito, per lapresenza di componenti diversa-mente abili da mantenere e di pro-le numerosa. Un insegnamentoquesto per i nostri candidati chesi accingono a partecipare allacompetizione elettorale delle Am-ministrative.

Un’azione amministrativa que-sta che ispira certo anche coloroche sono candidati alle elezioni Eu-ropee perché il privilegio politicodi rappresentare gli elettori aBruxelles e a Strasburgo non siamotivo di “vacanza” ma occasioneper trasferire un modo di concepi-re l’amministrazione della cosapubblica anche nei luoghi della glo-balizzazione. Un fenomeno che seda un lato evoca mercato e impre-se dall’altro mette in risalto leaspettative dei popoli europei chestanno sperimentando come il be-nessere senza etica si riveli alla fi-ne un benessere fittizio. Sono an-cora le antiche radici cristiane lesicure protagoniste della grande ci-vilizzazione del Vecchio Conti-nente Europeo. G.F.

Marche/Europa

Rinnovare nel segno dell’eticapolitica e dei veri valori

FrazionamentoCambiamento dell’assegnazione dei seggi al Parlamento Europeo alle elezioni del 2009

Stato membro 2007 2009 2009Nizza Lisbona

Germania 99 99 96

Francia 78 72 74

Italia 78 72 73

Regno Unitoª 78 72 73

Spagna 54 50 54

Polonia 54 50 51

Romania 35 33 33

Paesi Bassi 27 25 26

Belgio 24 22 22

Repubblica Ceca 24 22 22

Grecia 24 22 22

Ungheria 24 22 22

Portogallo 24 22 22

Svezia 19 18 20

Austria 18 17 19

Bulgaria 18 17 18

Finlandia 14 13 13

Danimarca 14 13 13

Slovacchia 14 13 13

Irlanda 13 12 12

Lituania 13 12 12

Lettonia 9 8 9

Slovenia 7 7 8

Cipro 6 6 6

Estonia 6 6 6

Lussemburgo 6 6 6

Malta 5 5 6

Totale: 785 736 751b

ª) Comprende Gibilterra, ma non tutti gli altri Territori britanni-ci d’oltremare, aree sovrane o Dipendenze della Corona.b) Il Presidente non è conteggiato ufficialmente, pertanto riman-gono 750 MPE.I Paesi in corsivo sono suddivisi in circoscrizioni.

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L’ annuncio di Casini èsembrato coglierti in

contropiede nella gremitis-sima sala della Federazio-ne Italiana Gioco Calcio diAncona che ha accolto laprima assemblea generaledella nuova Unione di Cen-tro delle Marche. L’on. Lu-ca Marconi candidato mar-chigiano dell’UDC al Par-lamento Europeo! Già “midicevi in seguito prima diun intervista televisiva,“una bella gatta da pelare”;ma lo hai detto con losguardo di chi aveva già inmente come affrontare l’im-pegno di una campagnaelettorale che già “ardeva

dentro”, perché tu trovi inogni situazione l’occasioneper provare a migliorarti.La politica può essere an-che un mestiere, l’impegnocostante, leale e competen-te è un fattore di cre-scita conoscitivadelle problemati-che amministra-tive e può sologiovare all’e-lettorato cheti ha scelto. A questo dob-biamo a g -g i u n g e r eun percorsoformat ivopolitico di

lunga durata che preparaun candidato a capire lafunzione della politica am-ministrativa ad ogni livelloin cui essa viene svolta.

E questo è appunto ciòche ti contraddistingue.

Una scuola politicache parte da lon-tano, nei quadridella DC e sem-pre consapevo-le di un’iden-t i t à prec i saogni qual vol-ta ricevevi unincarico am-ministrativo.Identità cri-stiana che è

proseguita nel movimentoin cui hai rivestito ruoli diresponsabilità, nei conti-nui contatti con il mondoecclesiale e episcopalesvolti per l’UDC e nel pre-stigioso anche se breve in-carico di senatore della re-pubblica.

Tra tanti politici “del-l’ultima ora” sorti un po’dovunque nella nostra re-gione e che vengono defi-niti “rampanti” in linea conl’idea di partito-azienda, bècredimi la pacatezza e la ra-gionevolezza nutriti da unforte consapevolezza am-ministrativa ci piaccionomolto di più; ci sono pia-ciuti dalle nostre parti, cipiacerà, lo speriamo, in Eu-ropa dove le Marche han-no bisogno di essere rap-presentate e fortementeconsiderate.In bocca al lupo Senatore.

Caro Luca europeodi Giovanni Fermani

Marche/Europa

Il programma della candidatura di LUCA MARCONI