Il nuovo cittadino n 4

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Il nuovo cittadino n 4

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Il nuovo c ttadinoTRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 4-2012 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - 70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009

Per difendere il lavoratore il sistema italiano difende osti-natamente il posto di lavoro. In Germania (ma anche

in altri paesi europei) hanno separato la difesa del lavo-ratore da quella del posto di lavoro. In caso dicrisi congiunturale non c’ è la cassa integrazione,ma ci sono i contratti di solidarietà per cui il nu-mero ridotto di ore di lavoro viene diviso fra tut-ti i lavoratori. Quando però la crisi è strutturalenon c’ è nessuna cassa integrazione straordinaria.Le aziende licenziano e si ristrutturano senza per-dere tempo passando a nuovi prodotti e nuovimetodi di produzione. Il lavoratore licenziato,però, non viene abbandonato a se stesso.

Egli riceve una indennità di disoccupazionedi importo più o meno simile a quello della no-stra cassa integrazione. Egli riceve inoltre una

informazione sui nuovi posti di lavoro che si vanno crean-do ed una offerta formativa per essere messo in grado dioccuparli. > segue a pag. 2

Forse c’è una terza via, ricostruire

Scriveteci a: [email protected]: Giovanni Fermani

Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro,

Marco Caldarelli, Paolo CiccarelliSegreteria: Pamela Vigiani

Grafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa

on. Rocco Buttiglione

Editoriale on. Luca Marconi

Gli italiani sono stufi difavole e bugieSi può cominciare a fare sul serio

Non mi è mai piaciuto iniziare unragionamento in termini nega-

tivi. Ma forse questa volta è necessa-rio. Corruzione, malaffare e soprat-tutto, cattiva amministrazione im-pongono un ragionamento a partiredalla negatività. Perché questa nonfinisce? Con tangentopoli erano i par-titi, oggi sembra che ci sia una re-sponsabilità diffusa non solo dellacosiddetta politica, che non signifi-ca nulla, ma dell’intera classe diri-gente. Si dice giustamente che è cri-si globale, culturale, morale e spiri-tuale al tempo stesso. Sembriamosenza punti di riferimento senza cer-tezze. Giovanni Paolo II molti anni fadenunciava con forza il relativismocome anticipazione di ogni male per-ché genera quella confusione checonfonde i cuori e le coscienze. An-zi si afferma candidamente che nonc’è bisogno di una coscienza.

> segue a pag. 3

“L’uomo è sostanzialmente all’età della pietra,continua ad ammazzarsi per le cose materiali, usa religioni, patrie, nazioni e razze per dividersi.

Una sola speranza:chi guarda a Betlemme viene confuso riguardo ai suoi pensieri di morte e violenza.

La vera evoluzione dell’uomo non è dalla scimmia all’homo sapiens, ma dall’uomo materiale (della PIETRA)a quello spirituale (come l’uomo di Betlem).

Con questo propositoper l’anno che verrà,vi auguriamo unBuon Natale”.

Anno 2012 N. 4

11 • Editoriale on. Luca Marconi• Forse c’è una terza via,

ricostruire on. Rocco Buttiglione

33 • Pubblico impiego Orario a 40 oree corsi pubblici regionaliFrancesco Garofolo

44 • Il Santo Padre ricevel’Internazionale DemocraticoCristiana

55 • Due aspetti della campagnadell’Associazione Genitoricontro la dipendenza al giocoAntonella Fornaro

• La più grande castaGiovanni Fermani

66 Cattolici all’attacco • Centri di Aiuto alla Vita

Attività e numeri• La Chiesa e il Welfare• Un principe della Chiesa

Giacomo Biffi

77 Originale iniziativa del Rinnovamento nello Spirito Santo • Antiche piazze per l’annuncio

sempre attuale deiDieci Comandamenti

• Il Papa benedice le piazzedove si proclamano con forzai Dieci Comandamenti

88 • Le sette, una questionescientifica e sanitariaAndrea Corsalini

• Film Il circo della farfallaA.D.L.L.

99 • Etica pubblica e privata:quale reazione? Enzo Nardi

• Stipendi donne e uomini:chi guadagna di piùAlessandra De Lucia Lumeno

1010• Catturata la Particella di DioAntonella Fornaro

• L’Italia ha bisogno di fatti...non di parole Paolo Ciccarelli

1111• Pussy Riot, finte martiridalle precise intenzioniAlessandra De Lucia Lumeno

1212• I nonni degli altriEmanuela Camilletti

• Lasciarsi morire di fame a cinquant’anni Maria Cristina Messi

• Le misere convinzionidell’ideologia evoluzionista

• Pisapia e le famiglie pluraliMarco Caldarelli

Nelle pagineNelle pagine

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2Anno 2012 - N. 4

Lo scopo è di accompagnare il lavoratore da posto di lavoroa posto di lavoro, trasformare il disoccupato in un lavoratore oc-cupato nel miglioramento delle proprie capacità nello sforzo difare in modo che la mobilità sia una mobilità positiva, cioè chealla fine il nuovo posto di lavoro sia migliore di quello vecchio.Il sistema tedesco chiede anche un cambiamento di mentalitàai lavoratori ed a questo si riferiva in realtà la battuta del presi-dente del consiglio sul fatto che il posto di lavoro fisso in realtàè un po’ noioso. Una volta un giovane, quando aveva raggiun-to il famoso posto fisso, in quello si accomodava nella convin-zione che lì sarebbe rimasto per tutta la sua vita lavorativa. Sistudiava fino ad una certa età e poi si lavorava. Adesso non è piùcosì. Il giovane lavoratore deve sapere che nel corso della suavita lavorativa gli potrà capitare di doversi riqualificare anchepiù di una volta, talvolta rimanendo nella stessa azienda con man-sioni diverse, talvolta cambiando azienda. Dovrà quindi cura-re sempre e migliorare la propria preparazione professionale, es-sere pronto a cambiare e magari anche andarsi a cercare lui nuo-ve opportunità che corrispondono meglio alle sue aspirazionied ai suoi desideri. Riqualificare un lavoratore che negli ultimitrenta anni non ha aperto un libro e non ha frequentato nessuncorso di aggiornamento professionale può essere molto diffici-le. Assai più facile è riqualificare qualcuno che in realtà non hamai smesso di studiare, di aggiornarsi e di migliorare se stesso.Il sistema europeo mantiene un livello elevato di protezione dellavoratore ma, contemporaneamente, lascia libera l’ azienda difare il suo mestiere adattandosi alla domanda del mercato ecreando nuove fonti di ricchezza.

I sindacati italiani sbaglierebbero a guardare a questo nuo-vo sistema con diffidenza. Il vero problema è che il sistema nuo-vo costa probabilmente più della cassa integrazione. Chi paga?Le imprese sono pronte a pagare di più per avere maggiore fles-sibilità? Quali risorse può mettere in campo lo stato? Ci sonomeccanismi (ed eventualmente quali sono) che consentono unpassaggio graduale dal vecchio al nuovo sistema?

Senza una buona riforma del mercato del lavoro non riusci-remo a compensare lo spread della produttività fra il nostro pae-se ed i nostri partners europei, spread che è più importante diquello fra i rendimenti dei nostri titoli di stato e quelli dei tito-li tedeschi. La buona riforma deve però coniugare le ragionidella efficienza con quelle del rispetto della dignità del lavora-tore e della solidarietà. Questo sarà possibile se si metterannoda parte gli ideologismi e ci si confronterà sui problemi reali esulla base dei valori fondamentali.

> segue da pag. 1

Forse c’è una terza via, ricostruireon. Rocco Buttiglione

Q uello sulle agenzie di rating è oggi, alla luce della recente crisi dei mercati finan-ziari, uno dei “temi caldi” del dibattito economico. Esse fungono principalmente

da intermediari di informazioni tra coloro che emettono titoli e gli investitori, riassu-mendo, dopo un’accurata analisi, le indicazioni fondamentali del merito creditizio in unasemplice lettera, che sta ad indicare una precisa classe di rating, dunque, un giudizio piùo meno positivo, in base ad una scala, ovviamente dietro pagamento di un certo ammontareda parte dell’emittente.

Sono passati lo scorso 15 settembre ben 4 anni dal fallimento di Lehman Brothers,eppure sembra che poco sia cambiato da allora. Le “sorelle del rating” continuano asconvolgere i mercati e mettono in crisi gli stati e la loro ingombrante presenza perma-ne sempre più spesso sulle prime pagine dei giornali, in particolare in questo periodo dicrisi dell’economia globale. Con i loro giudizi, esse hanno il potere di generare immen-si spostamenti di capitali, che possono decretare le fortune o le rovine di singole impre-se, ma anche di intere nazioni. Creano, di fatto, un oligopolio che permette loro di di-vidersi un mercato miliardario e un potere immenso.

Colpisce leggere, in una recente nota ufficiale dell’Associazione Bancaria Tedesca, ilgiudizio secondo il quale le agenzie di rating sono inutili e anche costose. Con una let-tera indirizzata a Standard & Poor’s ha lamentato il forte aumento dei prezzi senza uncontemporaneo miglioramento del servizio. Per questa ragione le banche tedesche si so-no trovate a chiedere maggiore trasparenza e ad annunciare di aver informato anche ilsupervisore europeo Eba. Le critiche non riguarderebbero la sola S&P, ma anche Fitche Moody’s. Questa protesta avanzata dalle banche tedesche conferma, il discredito com-plessivo che ormai circonda il settore.

Ormai il mercato ignora costantemente il loro giudizio. Basterà ricordare quanto è suc-cesso in piena estate, quando a inizio agosto Standard&Poor’s declassava quindici ban-che italiane. Nei giorni immediatamente successivi all’emissione del giudizio negativoè cominciato un forte rialzo delle quotazioni che ha visto come protagonisti buona par-te degli istituti messi sotto osservazione dall’agenzia. È chiaro che la volatilità dei mer-cati impedisce di dare un giudizio, ma lancia comunque un segnale preoccupante: mol-te aziende pagano per ricevere una valutazione che dovrebbe orientare gli operatori, nonnel breve, ma nel medio-lungo periodo. Ma ormai domina soltanto una visione di bre-vissimo termine: giorni se non ore.

* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

I piani della finanza e lemortificazioni dell’economia realedi Giuseppe De Lucia Lumeno*

LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE

I debiti delle famiglie e la ricchezza (in miliardi di euro)

Anno 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Totale passività finanziarie 659,3 728,6 796,3 827,7 851,0 886,8

Ricchezza netta 7.807,4 8.267,6 8.522,3 8.657,0 8.638,0 8.638,1

Quota delle famiglie indebitate (in percentuale)

Famiglie indebitate Famiglie indebitate Famiglie indebitate Famiglie indebitate Famiglie indebitate Famiglie indebitate

per acquisto immobili per acquisto su conto corrente per ragioni nei confronti per ragioni familiari

beni di consumo o carta di credito professionali dei parenti e professionali

Nord 13,0 11,1 5,6 3,8 2,4 29,1

Centro 13,4 15,3 7,4 4,4 2,8 31,8

Sud e isole 7,8 12,6 4,4 2,8 3,0 23,1

totale 11,4 12,4 5,6 3,6 2,6 27,7

La ricchezza complessiva delle famiglie italiane è pari a cinque volte il Pil. In teoria potremmo vivere cinque anni senza lavorare consumando quanto accu-mulato. Non si può dire che siamo un paese povero e sull’orlo della bancarotta. È singolare che i maggiori livelli di indebitamento siano da registrare alcentro nord e ci sia più sobrietà nelle famiglie del meridione tradizionalmente meno ricche.

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Nel generale lavoro di ri-pensamento della spesa

pubblica il settore indubbia-mente più importante è quel-lo del pubblico impiego. Loschema riportato in questapagina descrive nel dettaglioil numero e i settori nei qua-li sono impiegati i dipendentipubblici. Il numero com-plessivo è decisamente infe-riore a quello di un decenniofa anche a seguito dell’affi-damento all’esterno di servi-zi pubblici da parte di molteamministrazioni locali. Inquesto contesto sentiremoparlare sempre delle solitecose: più responsabilità ai di-rigenti, troppi permessi, as-senteismo, poca produttività.Le formule per risolvere que-sta situazione poche, spessoconfuse, normalmente inef-ficaci. Questo perché i com-portamenti dei dipendentipubblici rispecchiano la cul-

tura di un popolo, e la no-stra, tendenzialmente indi-vidualista e creativa, poco siadatta alla oggettività grigia eburocratica necessaria albuon funzionamento del-l’amministrazione pubblica.

Ecco le nostre propostedunque: a parità di qualificae di stipendio rispetto ai col-leghi del privato non riu-sciamo a capire perché i di-pendenti pubblici debbanolavorare 4 ore in meno, nonsiano licenziabili o facilmen-te trasferibili ad altra funzio-ne o ad altro luogo e non la-vorano di norma il pomerig-gio. Quindi orario a 40 ore, dimattina e pomeriggio, e part-time solamente al 50% ri-spetto alla attuale giungla ap-plicativa che mette in campodecine di diverse forme ditempo parziale.

La seconda provocazionela proponiamo in funzione

anticorruzione e anticliente-la: concorsi pubblici regio-nali per tutti i livelli le aree ele amministrazioni comuna-li, provinciali, regionali e sta-tali. Ogni tre anni verrebbe-

ro messi a concorso centinaiadi posti con una graduatoriaaperta dalla quale debbonoattingere tutti, dalle prefet-ture ai comuni, dalla scuolaalla sanità, non costringen-

do più un giovane laureato odiplomato al mortificanteesercizio di decine di con-corsi con migliaia di candi-dati per poche unità lavora-tive disponibili.

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I risultati sono sotto gli occhi di tutti e la situazione non migliorerà di certo con qual-che provvedimento restrittivo sulla spesa o con le norme anti corruzione: se non viene fer-mata la fonte dell’acqua marcia questa cambierà percorso, ma continuerà ad inquinare. Ènecessario allora ricominciare da capo, ripensarsi completamente, fare una profonda re-visione dei nostri comportamenti e delle nostre più importanti scelte politiche.

Primo: non siamo tutti uguali. Sul caso regioni per esempio è evidente che c’è chi si at-tribuisce facoltà di spesa venti volte superiore ad altri; ci sono regioni invece (Marche,Toscana e Puglia) che hanno da sempre contenuto le loro spese di funzionamento degliorgani democratici entro accettabili confini di sobrietà (indennità e rimborsi pari alla metàdi quelli dei parlamentari o di quelli dei consiglieri di regioni prodighe e spendaccione)

Secondo: finisce la favola del bipolarismo efficace. In Italia non ha funzionato, non hagenerato né responsabilità di governo, né un serio controllo da parte di chi stava all’op-posizione. Ha spesso creato piccoli “ducetti” anche a livello locale annullando completa-mente il valore delle assemblee comunali, provinciali, regionali e nazionali. Va rivistocompletamente a tutti i livelli e con grande realismo.

Terzo: il mondo cattolico si sta svegliando. Era ora suonata, lo abbiamo auspicato tan-te volte e nel mio piccolo, seguendo l’impegno generoso e costante dell’amico Rocco But-tiglione, ho cercato di perseguire questa strada. La Cei ormai è convinta che gli incontridi Todi non possono non produrre un nuovo movimento che esca dalle secche del gene-ricismo culturale e pre-politico, che non significa niente, e produca invece azione politi-ca concreta sull’esempio delle grandi tradizioni Sturziana, De Gasperiana e Morotea.

Quarto: il debito pubblico italiano è già sostenibile. Sono più di quarant’anni chel’Italia ha un debito pubblico consistente e l’ha sempre onorato pagando interessi e resti-tuendo a chi non vuole più sottoscrivere titoli. Sono altri i problemi che rendono insicu-ro il paese all’occhio degli investitori stranieri. Certamente l’instabilità politica, l’incapa-cità di assumere decisioni amministrative coerenti in campo energetico, dei trasporti e del-le politiche industriali, perché l’Italia dei comitati e delle lobby ha sempre più la megliosugli interessi generali e l’affermazione del bene comune tutela sicura per i più deboli.

Quinto: devono nascere gli Stati Uniti D’Europa. All’oggi la somma di egoismi nazio-nali non lo consentono. Per precisione l’egoismo economico e nazionalistico del RegnoUnito, quello economico della Germania, nazionalistico in Francia, infine in Spagna, Ita-lia e Grecia quelli politici-partitici, di classe e di lobby. Se ne può venire fuori solo con unchiaro esame di coscienza e l’ammissione di colpa da parte di tutti.

> segue da pag. 1

Gli italiani sono stufi di favole e bugie. Si può cominciare a fare sul serioon. Luca Marconi

•Stupidario•

TV SPAZZATURA TARGATA DE FILIPPI Uomini e donne con protagonisti persone anziane che, inmodo pietoso, fingono di essere adolescenti innamoratialla ricerca dell’anima gemella.Trasmissioni della De Filippi dove regna l’incompeten-za e la perversa intenzione di gustare la falsità, la fri-volezza e il nulla perché vengono cancellate le gene-razioni e tutti diventiamo adolescenti griffati, tutti al-la ricerca di emozioni e morbosità o di essere protago-nisti e apparire davanti allo schermo. La De Filippi, manon solo lei purtroppo, vedi la mite Antonella Clericicon i suoi giovani prodigi, stanno promuovendo l’a-dultizzazione infantile e l’infantilizzazione degli an-ziani, processo che costringe la mente dei bambini a di-ventare grandi annullando il loro stupore, candore e lapura bellezza dell’anima. Al contrario gli anziani ven-gono resi ridicoli fino all’inverosimile facendo perdereloro la dignità dell’età matura che dovrebbe portarecon se rispetto, saggezza, autorevolezza e moderazio-ne. Il gioco dell’inversione dei ruoli è una parodia del-la vita e chi se ne rende artefice, complice o partecipeoltre che uomo o donna di cattivo gusto può dirsi an-che un perfetto imbecille.

Liberamente tratto da Città Nuova

Pubblico impiegoOrario a 40 oree concorsi pubblici regionaliDue proposte provocatorie de Il nuovo cittadinodi Francesco Garofolo

I DIPENDENTI PUBBLICI IN ITALIAScuola (insegnanti, amministrativi) 1.043.284

Servizio sanitario nazionale 688.557

Regioni, Province e Comuni 515.082

Forze di polizia (Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Carabinieri) 320.031

Ministeri 174.135

Forze armate (esercito, marina, aereonautica) 146.882

Università (docenti, amministrativi, tecnici, ecc.) 111.011

Regioni a statuto speciale 73.086

Agenzie fiscali 53.674

Enti pubblici non economici 52.950

Vigili del fuoco 31.586

Enti di ricerca (CNR, ecc.) 18.148

Magistratura (giudici, cancellieri) 10.195

Alta formazione 9.211

Presidenza consiglio ministri 2.521

Dirigenti carriera prefettizia 1.403

Dirigenti carriera diplomatica 909

Dirigenti carriera penitenziaria 432

totale 3.253.097

Fonte ragioneria generale dello Stato

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4Anno 2012 - N. 4

Sono lieto di ricevervi du-rante i lavori del Comita-

to Esecutivo dell’Internazio-nale Democratico Cristiana,e desidero, anzitutto, rivol-gere un cordiale saluto allenumerose delegazioni, pro-venienti da tante Nazioni delmondo. Saluto in particolareil Presidente Onorevole PierFerdinando Casini che rin-grazio per le cortesi paroleche mi ha rivolto a vostro no-me..[..]

Il contributo politico edistituzionale di cui voi sieteportatori non potrà quindi li-mitarsi a rispondere alle ur-genze di una logica di mer-cato, ma dovrà continuare adassumere come centrale edimprescindibile la ricerca delbene comune, prettamenteinteso, come pure la promo-zione e la tutela della inalie-nabile dignità della personaumana..[..]

Sono purtroppo molte enumerose le offerte di rispo-ste sbrigative, superficiali edi breve respiro ai bisogni piùfondamentali e profondi del-la persona. Ciò fa considera-re tristemente attuale il mo-nito dell’Apostolo, quandomette in guardia il discepoloTimoteo dal giorno “in cuinon si sopporterà più la sanadottrina, ma, pur di udirequalcosa, gli uomini si cir-

conderanno di maestri se-condo i propri capricci, ri-fiutando di dare ascolto allaverità per perdersi dietro al-le favole”.

[..]..utilmente risuona inquesto senso il monito del li-bro della sapienza, secondocui “il giudizio è severo con-tro coloro che stanno in al-to”; monito dato però nonper spaventare, ma per spro-nare e incoraggiare i gover-nanti, ad ogni livello, a rea-

lizzare tutte le possibilità dibene di cui sono capaci, se-condo la misura e la missio-ne che il Signore affida a cia-scuno.

Come guarda e ascolta il Nuovo Cittadino

I RobinsonSul Canale K2 (41) dalle 22.30 fino a 00.30 grande abbuffatadei I Robinson con la riproposizione delle centinaia di telefilmprodotti a partire dagli anni ’80.Riteniamo particolarmente stimolante la lettura che la serietelevisiva offre della vita familiare come poteva svolgersi in unafamiglia americana numerosa, ben educata, devota e non bigotta, ma con tutte le or-dinarie difficoltà da affrontare per la crescita dei figli e quelle che inevitabilmente na-scono all’interno della coppia. Una bella storia comunque quella che viene raccontatadove la fermezza educativa si accompagna ad un esilarante umorismo e ad un sconfi-nato affetto dei genitori fra loro e verso i figli. La sessualità nella coppia è vissuta conentusiasmo e gioia, la ricerca della verità e del bene è il fondamento della vivace e avolte scatenata dialettica fra genitori e figli, che produce il treno di gag e battute cherende gradevole e rilassante la visione dei I Robinson, senza mai stancare per la loro con-tinua originalità. Fa veramente piacere rivederli come se fosse una vera scuola per ge-nitori e figli che si educano alle buone prassi di una famiglia che vuole essere felice. Loconfessiamo, pensando a tante nostre realtà familiari, guardare I Robinson suscita unacerta nostalgia e un po’ di invidia.

Il Santo Padre riceve l’Internazionale DemocraticoCristiana guidata dal neo-eletto Presidente Pier Ferdinando Casini Riportiamo un breve stralcio del discorso del Papa

IL VOTO DEI CATTOLICI PRATICANTI

PARTITI Settembre 2011 in % Luglio 2012 in % Pdl 37,2 25,1Lega Nord 8,6 4,2La destra 1,2 1,9Udc 10,9 11.1Fli 3,5 4,2Mpa 1,2 0,7Api 0,6 0,4Pd 24,2 24,3Idv 7,2 7,0Sel 3,5 2,5Radicali 0,2 0,5Mov. 5 stelle 0,8 13,7Fed. Della sinistra 0,4 1,8Altri 0,5 2,6Totale 100,0 100,0Totale centro destra 47,0 31,2Totale centro 16,2 16,4Totale centro sinistra 34,9 33,8Astenuti-non voto-indecisi 48,7 43,1

Sondaggio Acli-Ipsos dal titolo: “i cattolici nella politica ital-

iana: valori, valutazioni e attese”

Le recenti manovre, che si sono tradotte in un aumentodella tassazione, hanno avuto un impatto notevole

sui redditi delle famiglie italiane, già segnati da una faserecessiva che stenta a vedere un termine realistico, e si so-no tradotte in un’ulteriore contrazione del loro potered’acquisto.

In merito, anche le recenti inchieste congiunturalisvolte dall’Istat mettono in evidenza le crescenti diffi-coltà stanno incontrando le famiglie: si è ridotta drasti-camente la percentuale di famiglie che dichiara di esserenella condizione di risparmiare, mentre si è decisamen-te innalzata la percentuale di quante dichiarano di spen-dere più di ciò che guadagnano, dovendo quindi intac-care i propri risparmi o ricorrere al debito.

In questi anni di crisi il ruolo svolto dalla CooperazioneBancaria è stato rilevante, mostrandosi in grado di so-stenere con efficacia la clientela di riferimento, costitui-ta principalmente da PMI e famiglie. In molti hanno de-ciso di affidarsi in questi anni alle Banche Popolari, pre-ferendo un modo diverso di fare banca che è maggior-mente al fianco dei soci e dei clienti specialmente nei mo-menti di crisi. Lo dimostra il fatto che il numero dei clien-ti è cresciuto di oltre il 10% negli ultimi tre anni, e di cir-ca 500mila unità solo negli ultimi 12 mesi. Dal 2007, an-no in cui si colloca l’inizio dell’attuale crisi economicaad oggi, le Banche Popolari hanno visto un milione dinuovi clienti e gli incrementi si sono mostrati omogeneiin tutte le aree del Paese, seppure con valori più signifi-cativi nelle regioni nord-orientali e centrali (rispettiva-mente +21,4% e +17,8%).

Il solido legame tra il Credito Popolare e le famiglie èriassumibile in pochi, ma decisivi numeri: nei primi set-te mesi del 2012 gli istituti della Categoria hanno soste-nuto le famiglie con l’erogazione di quasi 4 miliardi dieuro sotto forma di finanziamenti per l’acquisto dell’abi-tazione. Si tratta di un importo considerevole che rap-presenta oltre il 20% dei mutui erogati alle famiglie ita-liane nello stesso periodo.

Anche l’andamento dei tassi sui prestiti alle famigliemostra risultati positivi, infatti, nell’ultimo anno essi sisono mantenuti al di sotto del sistema bancario di circa20 basis point. Questa tendenza è attribuibile alla politi-ca perseguita dalle Banche Popolari, che ha permesso diconiugare sostegno al territorio e solidità patrimoniale,assecondando la domanda di prestiti delle famiglie, già du-ramente colpite in qualità di “soggetti deboli della crisi”.

Tutte queste evidenze testimoniano, ancora una vol-ta, il rapporto di fiducia che da sempre caratterizza laBanca Popolare con la propria clientela che, proprio neimomenti più difficili, tende a consolidarsi e a divenirepiù forte.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Credito Popolare e famiglie:un legame solidodi G.D.L.L.

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di Antonella Fornaro

1. GIOCO D’AZZARDO“LECITO”: IL GRANDE INGANNO

Il gioco d’azzardo, vietatofin dagli anni trenta, a parti-re dagli anni novanta è lega-le se gestito dai Monopoli diStato.

Si è partiti nel 1997 con ladoppia giocata di Lotto e Su-perenalotto, per arrivare al2007 con i giochi via sms, al2008 con quelli on line, al 2009con Win for life, al 2011 colBingo a distanza e i tornei dipoker dal vivo. Un’escalationda brivido.

La giocata media per citta-dino nel 2011 è stata di ? 1.528,il 10% del reddito.

Paradossalmente, spendedi più chi ha un reddito bassoe sono sempre più numerosi igiovani: il 47,1% dei ragazziche frequentano le scuole su-periori, con un incremento del7,1% in soli due anni.

Il 32,1% ha le caratteristichedella patologia; tra i minoren-ni la percentuale di patologiaarriva all’11%.

«Il consumo dei giochi d’az-zardo è un moltiplicatore ne-gativo dell’economia – notaMaurizio Fiasco, della ConsultaNazionale Fondazione Antiu-sura; vanno in depressione iconsumi (ogni euro speso perl’azzardo equivale ad almeno80 centesimi sottratti agli ac-quisti), aumentano le insol-venze, crescono i reati com-messi dai giocatori patologici.Né le somme vinte sono im-

piegate nei consumi, perché ilmodello di gioco è strutturatoin modo che oltre due terzi del-le vincite resti congelato nel ci-clo di slot machine, scommes-se, lotterie istantanee, con vin-cite irrisorie che inducono ilgiocatore a re-immetterle nelmeccanismo».

«Non solo. Il gioco d’azzar-do genera ulteriore indebita-mento per le amministrazionipubbliche. Lo Stato, per com-pensare le necessità di cassa,chiede denaro fresco ai conces-sionari, pagando un tasso iper-bolico; i concessionari devonocorrispondere in anticipo gran-di somme che non hanno e sisovraespongono con banche efinanziarie. Così cresce il debi-to. Cumulando obbligazioni,anticipi, fidejussioni, il sistemaimploderà. Allora sarà inevita-

bile il default finanziario. A me-no che non si decida di immet-tere nell’azzardo liquidità di pro-venienza illegale».

2. GIOVANI E GIOCO: PROMOZIONE DELGIOCO D’AZZARDO?

Sono 70 mila gli studentiche hanno già partecipato a“Giovani e gioco”, il progetto diprevenzione della dipendenzada gioco d’azzardo promossodall’Amministrazione autono-ma Monopoli di Stato (Aams).

Incredibile, ma il progettoè più promozione che preven-zione. Il Coordinamento na-zionale Gruppi per giocatorid’azzardo (Conagga) ha chiesto

la sospensione del progetto per-ché ha contenuti gravementediseducativi e pericolosi.

Si tratta di un dvd in cinqueparti che contiene frasi del tipo“evolve chi si prende una giu-sta dose di rischio, mentre èpunito chi non rischia mai” (ilrischio è importante per cre-scere); oppure “la rete permet-te di ottenere immediatamen-te risposte a tutti i bisogni, sen-za limiti orari” e “si può gioca-re ovunque, sempre e comun-que” (il gioco accessibile sem-pre e ovunque più facilmentecrea dipendenza); ancora “ci siattacca alle slot machine o aivideopoker per dare risposta alprimordiale bisogno di vincitache l’essere umano ha in sé” e“non c’è bisogno di cercarecompagni di gioco come si fa-ceva da bambini, perché questogioco è spesso solitario e de-contestualizzato”.

Chi ha problemi di gioco èrappresentato con gli occhisgranati e la bocca spalancata;difficilmente un ragazzo vi siidentifica ed è indotto a gioca-re meno.

Infine: “se giochi sui siti del-l’Aams non avrai pericoli” (ilnon-gioco non è previsto). “Ilgioco illegale paga?” natural-mente la risposta è no; ma è al-trettanto naturale che il mes-saggio che arriva è che inveceil gioco legale paga.

Infine, l’irrinunciabile testsulla propensione al gioco d’az-zardo: il profilo maggioritariorecita: “non ti fai mancare unapartitella ogni tanto giusto pertenerti in allenamento. Il tuomotto? Poco non fa male nem-meno il veleno”. Al bravo ra-gazzo invece – quello che rien-tra nell’ultimo profilo, colui chenon è affatto incline al giocod’azzardo – arriva lo spietatogiudizio: “Ti manca solo la fru-sta tra le mani… Lo spirito delbacchettone aleggia in te! Il gio-co è rischio e a te i rischi nonpiacciono, meglio aggirare gliostacoli. Così facendo però per-di tutte le sfumature della vita”.

Banale pensare che «unostudente così, appena uscito dascuola, vorrà correre a giocareun po’ d’azzardo per sentirsi unragazzo normale»? (Matteo Io-ri - Presidente Conagga).

Due aspetti della campagna dell’Associazione Genitori contro la dipendenza dal gioco d’azzardo legalizzato e non

PER LE BABY PENSIONI CENTOCINQUANTA MILIARDI IN PIU’ DI SPESA IN SOLI 40 ANNI RISPETTO A UN NORMALE SISTEMA PENSIONISTICO

Quanto durano Anno 2011- durata della pensione per età di decorrenzaFino a: baby pensionati Stima durata pensioni (anni) % vita passata in pensione35 anni 16.953 53,9 63,435-39 anni 77.913 47,4 55,840-44 anni 145.197 42,4 49,945-49 anni 291.689 37,4 44,0Totale baby pensionati 531.752 40,7 48,0Elaborazione ufficio studi Confartigianato su dati Inps e Istat

Quante sono Al 1/1/2011 il numero di pensioni di vecchiaia e anzianità erogate a persone con meno di 50 anni al momento del pensionamento

Inps Inpdap Totale %Nord 74.350 258.197 332.547 62,5Centro 15.362 75.796 91.158 17,1Mezzogiorno 17.238 90.809 108.047 20,3Totale 108.950 424.802 531.752 100Elaborazione su dati Inps-Osservatorio delle pensioni e Casellario Centrale dei Pensionati

La più grande castadi Giovanni Fermani

Con due provvedimenti legislativi nel 1969 e nel 1973 si è messo in moto un sistema di assistenza pensionistica così squilibratoe folle da produrre una quota pari a quasi l’8% dell’intero debito pubblico italiano. Potremmo dire di aver creato insieme ad

altre della sanità della politica e del mondo produttivo e professionale, una delle più grandi caste e centro di immensi privilegi ri-spetto a tutti gli altri pensionati. Non c’è dubbio che ricevere la pensione a 40 anni con appena 15 anni di scarsi versamenti con-tributivi sia un’innegabile privilegio che può durare anche 50 anni se la salute ci soccorre. Il risultato è che un baby pensionatopuò ricevere fino a dieci o più volte quello che ha versato. Il clima politico e sociale nel quale maturano le pensioni di anzianitàera quello euforico degli anni del boom economico con le casse dello stato in attivo e un Pil che cresceva più del 5% l’anno. Que-sto non giustifica comunque la dissennata scelta allora operata, ma ancor peggio non si possono giustificare le resistenze di chi,a cominciare dalla Lega Nord, si sono strenuamente opposti ad ogni seria modifica fino all’ultima proposta dal Governo Monti eapprovata da UDC, PD e PDL. Una ragione è certamente riconducibile al fatto che proprio il settentrione d’Italia, feudo elettora-le della Lega, è l’area dove si concentrano più della metà dei baby pensionati. Almeno in questo la Lega Nord può andar fiera diaver fatto di più, in scelleratezza, di quanto non siano stati capaci i governanti della Prima Repubblica; oltre al fatto di poter es-sere tranquillamente associata al più grigio assistenzialismo prodotto per scopi elettorali, sicuramente di più di quanto non ab-biano fatto i signori di Roma Ladrona nel Regno delle Due Sicilie con l’invalidità civile e la Cassa del Mezzogiorno.

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6Anno 2012 - N. 4

I l 2011 è stato un anno re-cord per l’attività dei 329

Centri di Aiuto alla Vita spar-si in tutta Italia. Mai era sta-to raggiunto un numero co-sì alto di donne assistite e dibambini nati grazie all’azio-ne dei Centri.

Il dato più significativo ècostituito dai 17mila bambi-ni nati grazie all’azione deiCav. Una media di 52 bam-bini per Centro. Una mediache in vent’anni si è quasiquintuplicata.

Sommando i valori annualisi conclude che, a partire dal1975 (anno di fondazione aFirenze del primo Centro diAiuto alla Vita) ad oggi, i bam-bini nati grazie all’aiuto deiCav sono complessivamenteoltre 140mila.

Nel 2011 le donne assistitesono state oltre 60mila (183 inmedia per ogni Centro, un va-lore medio che dal 1990 ad og-gisi è più che quadruplicato).

Proiettando questa mediasull’intero sistema dei Cav è

ragionevole stimare che sonooltre 60mila le donne assi-stite dai Centri nel 2011. Unnumero che, sommato aquello degli anni precedentie all’attività assistenziale svol-ta anche da molti movimen-ti per la vita locali, da enti edassociazioni collegate ai Cavporta a calcolare che in oltretrent’anni di attività siano sta-te assistite dai Cav oltre450mila donne. Ma non stu-pirebbe nessuno se il nume-ro reale (nel quale conflui-

scono donne che vengonoaccolte ed aiutate, ma noncensite o alle quali, magari èstato sufficiente un sempli-ce colloquio con gli operato-ri o ancora le donne incon-trate non di persona, ma te-lefonicamente o on line) fos-se almeno doppio.

Decine di migliaia gli in-terventi di assistenza; so-prattutto aiuti in natura, as-sistenza sociale, psicologicae morale, aiuti in denaro, as-sistenza medica.

Numeri importanti cer-tamente, ma incapaci diquantificare l’enorme moledi bene compiuto dai tantioperatori che nei Cav tro-vano uno strumento prov-videnziale per coniugare traloro l’altezza degli ideali eil realismo della nostra con-dizione terrena.

Cosa vi dice oggi il successore di San Petronio?

Vi dice che non è mai sta-to facile essere cristiani

veri e coerenti in un mondoancora largamente dominatodal Maligno, come ci ha av-visato Gesù. Non meraviglia-tevi delle vostre difficoltà.

Non è facile, ma è bello.Perché è bello sfidare il pe-corume dominante di coloroche hanno solo il coraggio difare quello che fanno tutti e diripetere le insipienze cheascoltano da tutti.

È bello preferire la verità aimolti scetticismi, la giustiziaalle trasgressioni, l’amore ve-ro e disinteressato all’egoismoinsaziabile, la forza dello spi-rito alle varie prepotenze.

Questa è la vita di fede, enasce dalla scoperta emozio-nante del Signore Gesù e dal-l’adesione al suo Vangelo.

La vita di fede non va osten-tata davanti agli altri. Ma nonva nemmeno nascosta.

Di solito, basta un com-portamento non conformistaa rivelarla a tutti. Basta esse-re con semplicità e con fer-mezza quello che si è per di-ventare annunziatori di Cri-sto, anche senza dire molteparole.

Il Card. Biffi, Vescovo di Bologna,

agli studenti. Messa di inizio anno scolastico 1998

Un principe della Chiesa

GiacomoBIFFI

Centri di Aiuto alla Vita

Attività e numeri

CATTOLICI ALL’ATTACCO di Umberto Spalletti

L’ Ufficio nazionale per la pa-storale della sanità della

Cei e la consulta degli organi-smi socio-assistenziali hannorealizzato un censimento del-le “Opere sanitarie e sociali ec-clesiali”; da questo lavoroemerge un quadro straordina-rio di quello che viene chia-mato il “Welfare della Chiesa”.

La caratteristica più evi-dente è che il motore, la pri-ma forza trainante sono leparrocchie.

Sono diffuse per la metàal nord, Lombardia in testa,ma nelle ‘regioni rosse’ pereccellenza, Toscana ed Emi-lia Romagna, l’offerta per abi-tante è maggiore che nel re-sto d’Italia.

Centinaia di migliaia (420mila) gli operatori coinvolti, il

67% volontari no profit e solo134mila laici retribuiti.

Ospedali grandi e piccoli,case di riposo per anziani e ca-se famiglia, centri per disabi-li, servizi di ambulanza, fon-dazioni anti usura, strutture emense per gli immigrati e peri poveri, comunità alloggio permamme e bambini, centri perle famiglie di detenuti, comu-nità per la pronta accoglien-za.. una galassia di 14.214 ser-vizi sparsi per il Paese e centi-naia di loro nati prima del No-vecento, quando la Chiesa eraleader incontrastata nell’assi-stenza socio-sanitaria, primache lo Stato decidesse a fasi al-terne di occuparsene comeproprio “compito e dovere”.

Il censimento è stato vo-luto per fare il punto sulla si-

tuazione attuale delle attivitàecclesiali nel settore sanita-rio e sociale, anche per ac-certare la compatibilità diqueste attività con i cambia-menti già intervenuti e conquelli che si verificherannonel prossimo futuro nell’am-bito del Welfare pubblico.

E la principale motivazio-ne alla base di questi cam-biamenti è rappresentata dal-la necessità di ridurre il defi-cit e il debito pubblico, ne-cessità che, peraltro, ha già

influenzato e ancor più in-fluenzerà in futuro lo stessoWelfare cattolico.

L’impressione è che si stiatornando a quel concetto disupplenza, allora ‘tollerata’ espesso ideologicamente con-trastata, che aveva caratte-rizzato il nostro sistema finoagli anni Ottanta

Se il ruolo di supplenza delpubblico poteva avere un sen-so in presenza (nel 1960) diuna spesa pubblica pari al 2%del Pil e di una spesa per pro-tezione sociale del 15%, lo èmolto meno oggi con al spesapubblica che assorbe più del-la metà del Pil e la protezionesociale più di un quarto.

Breviario SturzianoG li storici devono svolgere una

grandissima funzione nell’educa-zione politica del loro paese; essi de-vono insegnare alla gente che il pro-cesso di sviluppo della umanità nei suoirisultati è lento e difficile.

Dopo tutto, non è la politica l’arte diprevedere, prevenire e provvedere? Co-

me può ciò accadere se gli uomini di stato, i funzionari re-sponsabili e l’opinione pubblica non valutano i fatti dalpunto di vista della casualità, fondamento storico e signi-ficato interiore, discriminando gli elementi essenziali daquelli accidentali?

Né ciò è tutto. Vi sono imponderabili storici che, in mol-ti casi, hanno tali gravi conseguenze, da rendere doverosoper gli uomini di stato il non trascurarli. Uomini di genioe di esperienza, forniti di intuizione, possono afferrare ilprofondo valore degli imponderabili meglio di altri; ma sel’uomo comune acquisisse l’abito mentale di osservare evalutare gli avvenimenti storici, i risultati migliorerebberola vita della società.

La Chiesa e il Welfare

Strumenti di partecipazione politica

I partiti politici hanno il compito di favorire una parteci-pazione diffusa e l’accesso di tutti a pubbliche responsabilità.

I partiti sono chiamati ad interpretare le aspirazioni del-la società civile e orientandole al bene comune, offrendo aicittadini la possibilità effettiva di correre alla formazionedelle scelte politiche. I partiti devono essere democratici alloro interno, capaci di sintesi politica e di progettualità.

Strumento di partecipazione politica è anche il referen-dum, in cui si realizza una forma diretta di accesso alle scel-te politiche. L’istituto della rappresentanza non esclude, in-fatti, che i cittadini possano essere interpellati direttamen-te per le scelte di maggiore rilievo della vita sociale.

Dottrina della Chiesa Cattolica

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Page 7: Il nuovo cittadino n 4

Con “fuga dei cervelli” si intende l’emigra-zione verso paesi stranieri di persone di ta-

lento o alta specializzazione professionale,preso atto di questa definizione è conseguenteil riflettere sulle sue dinamiche se si vuol bloc-care la fuga del capitale umano nonché eco-nomico che ne consegue.

Sembrerebbero non esserci soluzioni uni-voche al momento, ma bensì contraddittorie,simboleggiando che un modus operandi de-finitivo e corretto non è ancora stato identi-ficato: l’ingresso nel mondo del lavoro avvie-ne quando si è relativamente giovani mentreoggigiorno si richiede sempre più esperienza,di cui i giovani sono per l’appunto privi.

Andrebbe favorito il ricambio generazio-nale promuovendo un affiancamento dellagenerazione nuova alla vecchia con tirocini estage veramente formativi.

Si tende sempre più ad un apprendimen-to prolungato a tutta la vita lavorativa, incre-mentando i periodi di studio, spesso e volen-tieri inefficaci o nulli nella quotidianità del la-voro togliendo spazio a vecchiaia e pensione.

Viene promossa la flessibilità lavorativa asfavore del posto fisso ritenendo necessario ilsapersi reinventare continuamente in nomedi una più seria dinamicità mentale e lavora-tiva, nonostante la storia dell’uomo primiti-vo ci abbia già dimostrato che la specializza-zione del lavoro è difficilmente sostituibile.

La soluzione del problema certo non verràlasciando scorrere il tempo ne a mezzo di fra-si rassicuranti, andrebbero modificate quelledinamiche politico-economiche che a questoci hanno condotto; il problema andrebbe in-terpretato come sintomo di un’insostenibile svi-luppo cui la società mondiale va incontro. Og-gigiorno vi sono mezzi tecnologici e risorseper una vita lavorativa più sana, con un teno-re di vita più sostenibile, con i ritmi naturali,dando spazio, oltre che al lavoro, anche a sa-lute e svago in armonia con una più soddisfa-cente esistenza su tutti i livelli delle aspira-zioni individuali.

V enerdì 20 luglio, presso il Salone delPopolo di Recanati, abbiamo orga-

nizzato un evento pubblico per discuteredell’ attuale situazione lavorativa chesi prospetta ad un giovane neo-laurea-to e non che vuole intraprendere unacarriera, sia essa nel mondo pubblico,sia nel privato.

La motivazione, che ci ha spinti a sce-gliere questo tema, è stata la voglia dicondividere il diffuso problema della di-soccupazione giovanile e cercare quin-di, tramite un confronto pubblico, dimuovere le coscienze di tutti affinché,almeno, se ne parli.

Come relatori abbiamo invitato il presidente dell’ASS. COOP. di Ancona Franco De Felice, nonché profes-sore di psicologia del lavoro all’università di Urbino ed il segretario provinciale della CISL, Marco Ferracuti,ex segretario provinciale della FIM.

L’incontro, di natura interattiva e non direttiva, si è sviluppato in un susseguirsi di domande, riflessioni econsiderazioni personali che hanno coinvolto attivamente anche i presenti.

Ciò che ne è scaturito è stata la consape-volezza di quanto ancora l’istruzione e la for-mazione professionale da un lato, ed i ri-spettivi campi nel lavoro dall’altro siano realtàmolto lontane tra loro.

Quello che le aziende cercano sono spe-cialisti in determinati settori capaci di as-solvere ai loro doveri fin dal momento del-l’assunzione. Quello che manca in Italia èun tirocinio formativo ben strutturato e so-prattutto retribuito, un apprendistato a pa-gamento, che non mini la stabilità del postodi lavoro ai giovani e soprattutto li tutelidalle assunzioni a tempo determinato con lequali spesso, i datori di lavoro giocano pernon dover assumere definitivamente nuo-vo personale.

Quindici anni fa il numero dei contratti a tempo indeterminato era del 90%. Oggi è appena al 9%!!!!Questo fa capire che qualcosa deve essere mosso e anche in fretta. I settori che richiedono lavoratori, ma che spesso non ne trovano sono principalmente quello dei servizi

alla persona, tutto l’ambito dell’artigianato ed il settore edile. Per tutto il resto la situazione attualmente èdifficile per via della crisi economica che sta piegando il paese negli ultimi anni.

Non per questo bisogna arrendersi di fronte alle difficoltà. Un giovane che vuole cercare di crearsi un fu-turo non può sicuramente buttare la possibilità e l’idea di fare esperienze lavorative all’estero. Questo per-mette, oltre che ad arricchire il proprio CV, di sviluppare una forte flessibilità mentale che gli permetterà diadattarsi a qualsiasi condizione e situazione lavorativa.

Un altro tema emerso è quello della situazione lavorativa femminile. La donna, capro espiatorio nei mo-menti di crisi, è ancora tutt’oggi vista in alcuni setto-ri come “problema”, per via di eventuali maternità,piuttosto che come risorsa. L’ambito in cui c’è più con-centrazione di personale femminile è sicuramentequello dei settori per il servizio alla persona con qua-si il 90% di presenze.

Questi sono solamente alcuni degli aspetti che so-no emersi durante il dibattito e che hanno suscitatoaltri interrogativi: quale sarà il futuro della donna cheè principalmente impiegata nei settori in crisi? Comeridurre il gap tra il mondo universitario e quello dellavoro? Come rispondere meglio alle offerte del mer-cato del lavoro? Nuove domande che noi, Giovani inMovimento non solo di nome, ma anche di fatto, ci pro-poniamo di sviluppare in altre occasioni.

di Luciano Giorgetti (22 anni) LAVORO PUBBLICO E PRIVATO NELLE MARCHE

a cura dei GIM

Scriveteci a:[email protected]

Direttore: Giovanni Fermani Comitato editoriale:

Michele Brizi e Daniele MarconiGrafica: Studio CM Roma Tipografia: Tecnostampa

Giovani in movimentoInserto de Il Nuovo Cittadino n. 4-2012

In questo insertoGiovani in movimento1 • Editoriale di L. Giorgetti

• Lavoro Pubblico e privato nelle Marchea cura dei GIM

2 • Cattolici in Politica di M. Brizi

• Evasione fiscale: tarlo dell’economia italiana:di E. Fabraccio

• Sprechi pubblici? Rispettiamo lo Stato per rispettare noi stessi di D. Marconi

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Page 8: Il nuovo cittadino n 4

Anno 2012 - N. 4

I l nostro Paese si sta avvici-nando alle prossime elezio-

ni con la forte consapevolezzache queste dovranno necessa-riamente segnare una discon-tinuità netta tra un prima edun dopo. In genere è semprecosì, ma questa è una di quel-le volte in cui non possiamopermetterci di tradire le atte-se. È in questo scenario che sicolloca, ormai veramente daalcuni anni, la questione deicattolici in politica.

L’originale contributo suitemi sociali, economici ed an-tropologici che il cattolicesi-mo ha saputo introdurre neimomenti più delicati della sto-ria del nostro paese (e forsedell’Europa intera), dall’unitànazionale alla costituzione del-la repubblica, dall’esplosioneeconomica e produttiva aglianni del terrore, fino a tan-gentopoli non è forse neces-sario anche in questo difficilepassaggio della nostra vicendanazionale?

L’idea di un partito unita-rio di soli cattolici, dopo la

diaspora politica seguita al-la fine della DC, tramonta im-mediatamente ogni qualvol-ta si cerca di supportarla conla comunque giusta analisiche nell’ultimo ventennio icattolici sono stati presenti intutti gli schieramenti politi-ci, senza peraltro lasciarne unsegno evidente nelle decisio-ni chiave.

Anche il Card. Bagnasco,nel primo grande sforzo, dopomolti anni di immobilismo, dirilanciare il protagonismo deicattolici – in quello che è di-ventato famoso come Il se-minario di Todi – aveva aper-to i lavori chiarendo come le fi-nalità dell’incontro tra le prin-cipali associazioni e movimentidi ispirazione cristiana nondovessero essere quelle dellaformazione di un nuovo par-tito, ma quanto quelle di ri-prendere coscienza che i cat-tolici con il “loro patrimoniouniversale di valori sono chia-mati ad animare i settori pre-politici nei quali maturanomentalità e si affinano com-

petenze, dove si fa cultura so-ciale e politica”.

Recentemente il dibattitoriguardo il ruolo delle com-ponenti cattoliche della so-cietà civile è stato ripreso adOrvieto dalle ACLI in occasio-ne del proprio 45° IncontroNazionale di Studi intitolato“Cattolici per il bene co-mune: dall’irrilevanza al nuo-vo protagonismo”. Con unaserie di proposte concrete sucittadinanza e istituzioni, la-voro e welfare, economia e fi-nanza, scuola e impresa, for-mazione e sfida educativa siè ribadito come il cattolicesi-mo democratico e sociale pos-sa, ancora una volta, essere ilmotore di un nuovo riformi-smo in grado di condurre l’Eu-ropa verso un’epoca di com-pleto sviluppo politico, eco-nomico e sociale per una nuo-va qualità del vivere civile .

Di lavoro da fare c’è n’è mol-to. Di condottieri all’orizzonteneanche l’ombra. Da cattolicinon ci resta che confidare nel-la divina provvidenza.

I l tarlo più grande dell’economia del nostro paese è iltasso di evasione fiscale (51.1% dati Istat), che nono-

stante le norme attuate dal governo Monti, risulta esse-re il più alto tra gli stati dell’UE.

La cultura del cosiddetto “nero” è un sistema tal-mente radicato che solamente una vera politica restrit-tiva lo può combattere.

Dobbiamo pensare che il mancato introito di miliardidi euro nelle casse dello stato ha portato a una pres-sione fiscale alle imprese e alle famiglie insostenibileche sfiora il 60 %. Ad esempio se un impresa deve pa-gare una retribuzione lorda ad un suo dipendente di28000 € (salario medio annuo), il lavoratore su questisoldi paga il 27% di tassazione IRPEF più i vari contributiprevidenziali, il costo per l’impresa è notevole e nel con-tempo il dipendente ha uno stipendio dimezzato con unpotere d’acquisto ai limiti della sopravvivenza. La pres-sione fiscale grava quasi totalmente su reddito da lavorodipendente e pensioni.

Sconfiggendo l’evasione fiscale si diminuirebbe latassazione, divenendo equa e proporzionale ai redditi,con il risparmio fiscale si avrebbe più liquidità per le fa-miglie e per le aziende nelle assunzioni e negli investi-menti. Lo stato ha emanato dei provvedimenti più se-veri contro gli evasori, il denaro non dichiarato non puòessere utilizzato per l’acquisto di beni immobili o mo-bili registrati (barche, automobili e orologi di lusso) e l’e-vasore diviene a tutti gli effetti un fuorilegge.

La riduzione dell’evasione permetterebbe allo statodi diminuire l’emissione di obbligazioni, potrebbe cosìiniziare a ridurre il debito pubblico e ottimizzare i ser-vizi. Per eliminare un sistema così radicato, non basta-no provvedimenti come il redditometro o la monetiz-zazione delle spesa sopra a 1000 €, ma si deve utilizza-re il deterrente della legge ovvero l’evasione fiscale de-ve essere punita con il penale e soprattutto infonderenei giovani e nei meno giovani la convinzione che lostato italiano siamo tutti noi.

elsito, Lusi, Fiorito, (LegaNord, Margherita, PdL) tre

nomi parecchio cantati ulti-mamente per la loro mala ge-stione dei fondi che lo Statoda’ ai partiti e che in comunehanno un’unica cosa: man-canza di rispetto per i sol-di pubblici e per lo Stato ingenerale.

Dei tre personaggi nonmetterei in discussione la lo-ro capacità di fare politica odi prendere decisioni azzec-cate per i loro rappresentan-

ti, ma la loro avidità, che li haportati ad approfittare spu-doratamente per interessipropri di un sistema pocofunzionante. In aggiunta,tutto ciò è avvenuto in unmomento di difficoltà eco-nomica per molti italiani enon ha contribuito ad affie-volire la sfiducia nei confrontidella politica. Meritano quin-di il giusto trattamento giu-diziario.

Ma questa vicenda va let-ta facendo alcune osserva-

zioni. Innanzitutto sarebbestupido concludere per l’en-nesima volta che l’intera clas-se politica è una complice diArsenio Lupin: in quanto cisono varie regioni con i con-ti a posto e partiti che usanocon giudizio i rimborsi delloStato. Direi quindi che c’è unabuona percentuale nella clas-se politica che si comporta co-me dovrebbe. Ma è inevita-bile che rimanga una per-centuale purtroppo signifi-cativa di furbacchioni.

Ma attenzione, in quantorappresentanti, questi poli-tici rappresentanoaltrettantiitaliani che furbamente, inogni campo, hanno imparatoad approfittare del nostrocomplesso apparato buro-cratico per lucrare sulle spal-le dello Stato. “Tanto di soldiche ne stanno molti, chi si ac-corge se arrotondo un po’?!”

Ma è proprio da qui chebisogna ripartire! E siamo noigiovani che dobbiamo por-tare il cambiamento. Se le ge-

nerazioni precedenti sonoquelle del debito pubblico edegli sprechi noi saremo quel-la del rispetto dell’Istituzio-ne Pubblica innanzitutto. Sa-remo? “Voi siete il futuro del-l’Italia!” ci dicono.

Iniziamo invece ad essereil presente di questo Paesee partire da noi stessi!Non ce-diamo quindi a facili guada-gni e mostriamo agli altriquanto è vergognoso e co-dardo rubare allo Stato peravere qualche euro in più!

Sprechi pubblici? Rispettiamo lo Statoper rispettare noi stessi!di Daniele Marconi (21 anni)

Cattolici in politicaLa vera risposta ai mali del momento non può essere l’astenzionismo o il semplice voto di protesta, ma è ora di costruire un’alternativa etica e socialedi Michele Brizi (28 anni)

Evasione Fiscale:Tarlo dell’economia italiana!

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Page 9: Il nuovo cittadino n 4

Il nuovo c ttadinoN. 4-2012 Inserto de Il Nuovo Cittadino n. 4-2012MARCHE REGIONE / MACERATA PROVINCIA E COMUNI

Bilancio Comunale di RecanatiQuando è difficile dire il verodi Massimiliano Grufi

Il confronto sul bilancio comunale non riesce a stabilire la verità.Eppure: il bilancio si divide in parte corrente ed investimenti; la

parte corrente (17 milioni euro) è coperta con i primi tre titoli dientrata (tasse, imposte/trasferimenti/tariffe) mentre quella inve-stimenti con mutui, oneri di urbanizzazione ed alienazioni. Neglianni a fronte di una spesa di 17 milioni euro l’entrata era di 15; ope-razioni straordinarie (ex mattatoio, clarisse, ecc.), dichiarate dal-la Corte dei Conti non ripetibili per l’equilibrio del bilancio, co-privano la differenza: “squilibrio strutturale”.

Debiti fuori bilancio: investimenti o forniture senza una coper-tura finanziaria né un atto amministrativo a monte. Il debito deveessere accertato e non esiste finchè la procedura di verifica è in cor-so. Verrà portato in Consiglio Comunale per il riconoscimento.

I residui attivi sono somme che riguardano interventi prece-denti per i quali si è speso meno di quanto previsto. L’avere la-sciato più di 1 milione di residui dimostra inefficienza ammini-strativa; tale somma non poteva essere utilizzata per coprire la dif-ferenza tra spesa corrente ed entrate ordinarie perché residui conuna destinazione specifica. Solo una volta chiuso il bilancio e ve-rificato l’avanzo, la somma torna utilizzabile. Neanche i debiti fuo-ri bilancio potrebbero essere coperti con residui destinati ad in-terventi specifici. È paradossale che l’amministrazione prima siveda realizzare interventi strutturali e poi decida di coprire i de-biti con residui nel frattempo maturati.

Centro di Aggregazione Giovanile Fonti San Lorenzo

Storia ordinaria di bene comunedi Enrico Cacciagiù

Quando le istituzioni colla-borano si realizzano pro-

getti utili per tutti, quando poisi sostengono iniziative del pri-vato sociale l’impiego delle ri-sorse pubbliche subisce un ef-fetto moltiplicatore ottenendorisultati superiori alla media. E’la storia buona del Centro diAggregazione Giovanile FontiSan Lorenzo iniziata quandol’amministrazione guidata dalSindaco Luca Marconi dava inconcessione al comitato di quar-tiere, spontaneamente costitui-tosi, una vecchia casa colonica. Il nuovissimo rione non aveva nessun luogo di ritrovo, trop-po nuovo per avere anche una Chiesa e un oratorio. Alcuni residenti si organizzano e, otte-nuto l’immobile, cominciano a sistemarlo. Il Comune interverrà ancora con finanziamentie opere per la sistemazione degli spazi esterni adibiti a verde pubblico attrezzato e campi spor-tivi. La nostra storia finisce alla grande con l’intervento finanziato della Regione Marche di150 mila euro e la completa ristrutturazione dei locali che potranno così ospitare attività ediniziative di giovani e famiglie.

I

La famiglia al centrodella Pastorale Diocesanadi Pamela Vigiani

Quando un Vescovo ci crede profondamente diventa profeta e pastore capace di indirizzareil popolo di Dio a lui affidato. Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata – Recanati

– Tolentino - Cingoli - Treia, ha sempre creduto nella famiglia quale realtà fondamentale dellavita cristiana.

Il Convegno Pastorale Diocesano di Giugno, l’annuale settimana di spiritualità di Agostoa Frontignano di Ussita, gli incontri mensili che si tengono durante l’anno e che lo vedonopresente e attivo, ne sono una testimonianza. Quando si parla di laici attivi e protagonisti fa-remo bene a partire proprio dalla famiglia perché da questa trova ispirazione e realizzazioneogni dimensione morale, spirituale e politica. Proprio qui volevo arrivare, alla politica. Se lacomunità ecclesiale ha il compito di favorire la crescita di famiglie sane e unite, i laici cri-stiani in forma associata dovrebbero essere sempre più capaci di sostenere, presso i partitiche lo vogliono, programmi e politiche favorevoli alla famiglia. Bisogna saper cogliere anchei segnali di novità che, pur in mezzo a tanta confusione, giungono dal mondo politico.

La nomina di Luca Marconi co-me assessore regionale marche alla fa-miglia è uno di questi tanti segni chenascono proprio da una lunga mili-tanza ecclesiale, tipica proprio dell’e-sperienza dell’esponente politico re-canatese. Sarà questo il binomio vin-cente che nascerà dagli incontri di To-di? Vita ecclesiale e vita politica qua-le sviluppo naturale dell’esperienzacristiana? Ci auguriamo proprio chesia così secondo la più grande e nobiletradizione del popolarismo democra-tico e cristiano del nostro paese e del-la stessa Europa.

L’assessore Marconi e il sindaco Fiordomo

LE MARCHE - LA REGIONE PIÙ VIRTUOSA CONSULENZE (costo)

2004 = 6.000.000 € 2012 = 240.000 €

DIRIGENTI2007 = 86 2011 = 62

SPESA PER PERSONALE (costo)2008 = 75.600.000 € 2011 = 64.500.000 €

IL PERSONALE (numero addetti)2008 = 1.392 2011 = 1.245

AUTO DI SERVIZIO (costo)2009 = 502.000 € 2012 = 263.000 € (-48%)

AUTO BLU (costo)2009 = 197.000 € 2012 = 10.000 €

AUTISTI (numero, giunta)2009 = 21 2012 = 11 (-48%)

COSTO DEGLI ORGANI ISTITUZIONALI(Consiglio, Giunta, Difensore Civico)

17.400.000

COSTO DEGLI ORGANI ISTITUZIONALI PER ABITANTE1 EURO E 2 CENTESIMI L’ANNO

In questo insertoIl Nuovo Cittadino Regione Marche

1 • Bilancio Comunale di RecanatiQuando è difficile dire il vero di M. Grufi

• Storia ordinaria di bene comunedi E. Cacciagiù

• La famiglia al centro della Pastorale Diocesanadi P. Vigiani

2 • 2ª Conferenza sull’infanzia di A. Marinozzi

• Parte la sperimentazione dei nidi domiciliaridi A. Carusone

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IIAnno 2012 - N. 4

Colmurano ha ospitato do-menica 30 settembre la se-

conda Conferenza Regionalesull’Infanzia.

La manifestazione si è svoltaall’interno di “Magicabula”, fe-sta per i diritti dei bambini e del-le bambine, patrocinata dall’U-nicef, Regione Marche, Provinciadi Macerata e Comunità Monta-na dei Monti Azzurri, giunta or-mai alla sua 16a edizione.

“Le iniziative della Regionea sostegno della famiglia e delmondo dell’infanzia – dichia-ra l’assessore Luca Marconi –sono numerose e significative.In particolare, è stato aumen-tato l’apposito fondo regionale,destinando il 60% delle risorsealle famiglie numerose e il 30%alle donne per il sostegno del-la maternità. Sono state istitui-te le “Scuole per genitori”, conoltre 10 mila partecipanti, ed èin fase sperimentale un serviziodi “Nidi domiciliari” e “Centriper le famiglie”, quali luoghi fi-

sici dedicati alle famiglie. Infi-ne, sono stati approvati nuovicriteri per i minorenni allonta-nati dalle proprie famiglie, conincentivi all’affido e alla tuteladel minore straniero non ac-compagnato”.

La Conferenza regionaleha affrontato un tema distretta attualità all’internodell’incontro-dibattito “Ef-fetti dei mass media: inter-net, televisione e bambini”,con inizio alle ore 17.30, alPalazzetto dello sport di Col-murano.

Vivace è stato il dibattitoscaturito tra gli esperti chehanno relazionato capitanatidal Dott. Antonio Marziale Pre-sidente dell’ Osservatorio Di-ritti dei Minori che con il suointervento ha coinvolto attiva-mente la folta platea offrendospunti di riflessione sull’uso eabuso della tecnologia e sugliatteggiamenti educativi da adot-tare, ricercando linee guida che,

senza demonizzare la tecnolo-gia, riescano a sviluppare tute-le da rischi e pericoli, pur of-frendo ai piccoli opportunità estimoli salvaguardando i loro

bisogni e la loro identità. All’e-vento hanno partecipato, ol-tre l’Assessore Regionale LucaMarconi, l’assessore Provincia-le Leonardo Lippi, il sindaco

Ornella Formica, la dott.ssaRosalba Ortenzi ConsigliereRegionale e il Prof. Italo Tano-ni Garante per l’Infanzia e l’A-dolescenza.

La Regione Marche avvierà la sperimentazione diun servizio innovativo per la prima infanzia: i ni-

di domiciliari. Un’iniziativa che si aggiunge agli asi-li nido pubblici e privati convenzionati, dove una per-sona, appositamente formata, accoglie nella propriacasa bambini per accudirli e provvedere a loro, dalgioco al riposo, dall’attività didattica alla pappa,mentre i loro genitori sono al lavoro, come in unvero e proprio asilo.

“L’idea – spiega l’Assessore Regionale ai Servi-zi Sociali e alla Famiglia, Luca Marconi – è natanell’Europa settentrionale, dove è chiamato “Ta-gesmutter” – mamme di giorno – e negli ultimi an-ni sta prendendo piede anche in Italia, soprattut-to nelle Regioni del Nord. Il nido domiciliare ol-

tre a rispondere alle nuove esigenze delle famiglie,permette di ampliare il numero dei posti-bambinoattualmente disponibili sul territorio regionale, co-stituendo un sostegno alle famiglie anche dal pun-to di vista economico, e permette altresì ai picco-li Comuni, dove non sono presenti nidi per l’in-fanzia tradizionali, di integrare i propri servizi perl’infanzia”.

L’istituzione di questo servizio prevede la costi-tuzione di una nuova figura professionale: quelladell’educatore/trice di nido domiciliare, a cui si ri-chiede la maggiore età e di essere in possesso o dilaurea o di diploma in campo educativo e formati-vo, psicologico e sociale, o di altri titoli attinenti.Necessario, inoltre, un attestato di frequenza di un

corso di aggiornamento, rilasciato da soggetti pub-blici o privati o associazioni di categoria, riguar-dante l’igiene e la sicurezza degli ambienti, le rego-le fondamentali per il primo soccorso e quelle con-cernenti la manipolazione degli alimenti, nonchéaver svolto un tirocinio formativo di almeno 30 orein una struttura per la prima infanzia qualora essonon sia già stato previsto dal corso di studi.

I corsi saranno realizzati dalle Province, sulla ba-se dei criteri e delle modalità che saranno determi-nati con apposita deliberazione della Giunta regio-nale. A conclusione del corso la Provincia compe-tente per territorio rilascia un attestato valido esclu-sivamente per lo svolgimento delle funzioni di ope-ratore domiciliare.

2ª Conferenza Regionale sull’Infanziadi Andrea Marinozzi

DALLA REGIONE MARCHE PER I SERVIZI ALLA FAMIGLIA

Parte la sperimentazione dei nidi domiciliaridi Antonio Carusone

INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA - ANNO 2011 - MARCHEFONTE: Rilevazione SIS Regione Marche - ISTAT Dati provvisori

Ospedale Tot. Italiane Tot. Straniere Totale

Ospedale Santa Croce Fano 75 32 107

Ospedale Civile Urbino 72 59 131

Ospedale Civile “E. Profili” Fabriano 46 26 72

Ospedali Riuniti Jesi 116 90 206

Ospedale Civile Senigallia 100 56 156

Ospedale Generale provinciale Macerata 90 71 161

Ospedale Civile Santa Lucia Recanati 106 83 189

Ospedale “B. Eustacchio” San Severino Marche 268 165 433

Ospedale Generale Provinciale“C. G. Mazzoni” Ascoli Piceno 206 165 371

Ospedale Madonna del Soccorso San Benedetto del Tronto 63 52 115

Azienda Ospedaliera Ospedale S. Salvatore Pesaro 105 79 184

Ospedale pediatrico “Salesi” Ancona 94 61 155

Totale 1.341 939 2.280

Questi dati che denunciano un totale di 2280 aborti all’anno sono comunque in calo rispet-to agli anni precedenti.Le Marche restano comunque la regione dove la procedura abortiva della RU 486 è meno pra-ticata e dove si favorisce quindi l’intervento tradizionale con ricovero ospedaliero. Certa-mente le pratiche contraccettive e una più attenta educazione hanno contratto il dramma-tico fenomeno dell’aborto, che comunque resta e va ulteriormente ridotto con maggiori so-stegni a favore delle nascite, delle coppie giovani, delle donne che, lasciate sole in stato digravidanza rischiano di ricorrere all’aborto come soluzione finale. Prova ne sia l’alto nume-ro delle cittadine straniere che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza.La regione Marche da due anni prevede grazie alla legge 30 sulla famiglia interventi economicicoordinati con i comuni proprio a sostegno delle famiglie più bisognose, delle donne sole ingravidanza e delle casalinghe.

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CATTOLICI ALL’ATTACCO

A Roma Piazza del Popolo

“Io Sono il Signore Dio Tuo”Conduttore: MASSIMO GILETTI

Interventi di testimonianza:Gad Lerner giornalista, scrittore econduttore televisivo; Beatrice Fa-zi attrice italiana; Mariella Nava can-tautrice italiana; Paolo Nespoli in-gegnere, astronauta dell’AgenziaSpaziale Europea (ESA); Carlo Ne-sti giornalista e scrittore italiano;Davide Rondoni scrittore, poeta e giornalista; Sonohra band italiana; MarcoTarquinio direttore di Avvenire; Pamela Villoresi attrice italiana; On. GianniAlemanno Sindaco di Roma, S. Em. Card Agostino Vallini, Salvatore Marti-nez Presidente Rinnovamento nello Spirito.

A Verona Piazza dei Signori

“Non nominare il nome di Dio invano”Conduttrice: LORENA BIANCHETTI

Interventi di testimonianza:Vittorino Andreoli scrittore; FabioArmilliato tenore; Paolo Brosio gior-nalista e conduttore; Pippo Francoattore; Massimo Introvigne socio-logo, filosofo e scrittore; Alessan-dro Meluzzi psichiatra, politico epersonaggio televisivo; Sonohraband italiana, Antonino Zichichi fisico e divulgatore scientifico; Flavio TosiSindaco di Verona, S.E. Francesco Moraglia Patriarca di Venezia, S.E. GiuseppeZenti Vescovo di Verona, Mario Landi Coordinatore Nazionale Rinnovamentonello Spirito.

A Napoli Piazza del Plebiscito

“Onora il Padre e la Madre”Conduttrice: CATERINA BALIVO

Interventi di testimonianza:Eugenio Bennato cantautore italia-no; Raffaele Bonanni Segretario Na-zionale CISL; Mariella Nava can-tautrice; Lina Sastri attrice e can-tante; Don Antonio Sciortino diret-tore responsabile Famiglia Cristia-na; Stefano Zamagni economista ita-liano, Presidente dell’ Agenzia per il terzo settore; Luigi De Magistris Sinda-co di Napoli, S. Em. Card. Crescenzio Sepe Arcivescovo di Napoli, SalvatoreMartinez Presidente Rinnovamento nello Spirito.

Originale iniziativa del Rinnovamento nello Spirito Santo

Antiche piazze per l’annuncio sempreattuale dei DIECICOMANDAMENTI

Cari fratelli e sorelle! Sono lietodi porgere un cordiale saluto a

tutti voi che partecipate nelle piaz-ze di varie città italiane a questa ca-techesi sui Dieci Comandamenti eaderite all’iniziativa “Quando l’A-more dà senso alla tua vita…”. Inparticolare saluto e ringrazio gli ade-renti al Movimento ecclesiale Rin-novamento nello Spirito Santo, chehanno organizzato questa lodevoleiniziativa, con il sostegno del Pon-tificio Consiglio per la Promozionedella Nuova Evangelizzazione e del-la Conferenza Episcopale Italiana.

Il decalogo ci porta al Monte Si-nai, quando Dio entra in modo par-ticolare nella storia del popolo ebreo,e tramite questo popolo nella storiadell’intera umanità, donando le “Die-ci Parole” che esprimono la sua vo-lontà e che sono una sorta di “codi-ce etico” per costruire una societàin cui il rapporto di alleanza con ilDio Santo e Giusto illumini e guidii rapporti tra le persone.

Ma domandiamoci: che sensohanno queste Dieci Parole per noi,nell’attuale contesto culturale, incui secolarismo e relativismo ri-schiano di diventare i criteri di ogni

scelta e in questa nostra società chesembra vivere come se Dio non esi-stesse? Noi rispondiamo che Dioci ha dotato di Comandamenti pereducarci alla vera libertà e all’a-more autentico, così che possiamoessere davvero felici. Essi sono unsegno dell’amore di Dio Padre, delsuo desiderio di insegnarci il rettodiscernimento del bene dal male,del vero dal falso, del giusto dal-l’ingiusto. Essi sono comprensibi-li da tutti e proprio perché fissanoi valori fondamentali in norme eregole concrete, nel metterli in pra-tica l’uomo può percorrere il cam-mino della vera libertà, che lo ren-de saldo nella via che conduce al-la vita e alla felicità. Al contrario,quando nella sua esistenza l’uomoignora i Comandamenti, non solosi aliena da Dio e abbandona l’al-leanza con Lui, ma si allontana an-che dalla vita e dalla felicità dura-tura. L’uomo lasciato a se stesso,indifferente verso Dio, fiero dellapropria autonomia assoluta, fini-sce per seguire gli idoli dell’egoi-smo, del potere, del dominio, in-quinando i rapporti con se stesso econ gli altri e percorrendo sentie-ri non di vita, ma di morte. Le tri-sti esperienze della storia, soprat-tutto del secolo scorso, rimango-no un monito per tutta l’umanità.

Cari amici, auguro che questa ini-ziativa susciti un rinnovato impe-gno nel testimoniare che la via del-l’amore tracciata dai Comandamen-ti e perfezionata da Cristo è l’unicacapace di rendere la nostra vita, quel-la degli altri, quella delle nostre co-munità più piena, più buona e più fe-lice. La Vergine Maria accompagniquesto cammino, mentre imparto lamia Benedezione.

Il Papa benedice le piazze dove si proclamano con forza i DIECI COMANDAMENTI

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8Anno 2012 - N. 4

La presenza, per non direinvadenza di quelle che

senza giri di parole si defini-scono come sette, apparentiassociazioni culturali, reli-giose o di servizi, che ten-dono ad occuparsi dei ri-svolti esistenziali propri del-la persona e perciò stesso ri-servati e sensibili, come leopinioni politiche, la fede re-ligiosa o l’assistenza sanita-ria nelle loro forme più mo-derne. Lo Zingarelli alla vo-ce “setta” recita: «Gruppo dipersone che professano unaparticolare dottrina politi-ca,filosofica o religiosa,incontrasto con quella ricono-sciuta». Da questa scarna,ma al tempo stesso lucida eti-mologia si possono evincerealmeno due peculiarità che si

stagliano dal panorama di at-tività di tali gruppi caratte-ristici: il primo è quello delpalese perseguimento diideologie in grado però diprodurre vantaggi economi-ci, l’altro meno evidente ecarsicamente sottotraccia èquello di sovvertire le orga-nizzazioni per così dire uffi-ciali, o almeno istituzional-mente preposte al persegui-mento di tali discipline oconfessioni. Indubbiamentel’aspetto sanitario è quellomaggiormente pregno di cri-ticità, data l’intrinseca vul-nerabilità e fragilità della per-sona che si trovi ad affron-tare il percorso della malat-tia, anche alla luce delle fur-besche modalità di convin-cimento quando non di ve-

ra e propria circonvenzione,che vengono messe in attoonde inficiare l’autocoscien-za ed il libero discernimen-to dei pazienti. Lo scenariooltretutto è costantementearricchito di ritualità para-religiose le quali enfatizza-no tali pratiche sino ad av-volgerle di un alone ieraticoe pseudo-liturgico, con il ma-gico risultato di far apparirequesti “santoni”quali perso-nalità in grado di risolverequalsivoglia problematica,

purchè si oda nitidamente iltintinnare di monete sonan-ti. L’epilogo di tali premessenon è di difficile intuizione,dati i già numerosi casi, nonpiù episodici, di pazienti iquali benché affetti da pato-logie gravi,abbandonano leterapie mediche ufficiali perabbracciare pratiche di dub-bia efficacia e prive di co-strutto scientifico, ma so-prattutto deprivandosi cosìdi assistenza qualificata.Nondimeno coloro i quali ri-

coprono ruoli di responsa-bilità sono chiamati ad attied azioni che per statuto so-no connaturati alla lorodeontologia ed etica profes-sionale: i medici hanno l’ob-bligo di controllare che ogniattività sanitaria espletata sulterritorio sia legata alla no-mina di un direttore sanita-rio che a sua volta non puògiustificare attività non suf-fragate da principi oggettivi,obbiettivabili e scientifica-mente riconosciuti.

Le sette, una questione scientifica e sanitariadi Andrea Corsalini

Èindispensabile oggi innovare i sistemi agricoli per ottenere la crescita delle produzio-ni e della produttività ed ottenere positivi effetti sui redditi ma, com’è noto, l’innova-

zione passa attraverso una costante attività di ricerca ed una spesa pubblica dedicata a que-sto scopo. Alcuni studi condotti negli Usa dimostrano che c’è una certa correlazione traminore spesa pubblica per la ricerca agricola e la turbolenza dei mercati degli ultimi anni:nei Paesi ad alto reddito, negli anni ’70-’80, l’impiego di risorse statali dedicate alla ricer-ca agricola cresceva del 2,5% circa l’anno, mentre nel decennio dal 1991 al 2000 siamo sce-si a meno dello 0,6%. Una diminuzione della spesa in ricerca mette a rischio la produzio-ne e la produttività, e rientra appunto fra i principali obiettivi di Europa 2020 quello di au-mentare sino al 3% la quota di Pil destinata a finanziare ricerca e innovazione (per tutti isettori e non solo per l’agricoltura). In un tale contesto il nostro Paese non soltanto è in-dietro, ma ha anche fissato obiettivi di medio periodo poco ambiziosi. Tuttavia altri sog-getti sono direttamente in campo e coinvolti per quanto loro compete a svolgere anche unruolo supplementare.

Il legame profondo e solido con il territorio, che da sempre contraddistingue le BanchePopolari, insieme con la loro mission originaria tesa a favorire l’accesso al credito agli ope-ratori economici più piccoli, descrive in modo chiaro e netto la vocazione storica, ma at-tuale, di tali istituti che sono costantemente al fianco dei produttori agricoli e a sostener-li, in particolare nei momenti caratterizzati da un maggiore fabbisogno finanziario.

Nel tempo, nonostante profonde trasformazioni abbiano attraversato sia i territori siail sistema bancario, questo rapporto non è venuto mai meno. Lo dimostra l’andamento. Gliimpieghi delle Popolari alle imprese del settore agricolo sono cresciuti a luglio 2012 del2%, un dato superiore a quello registrato rispetto all’andamento del credito complessiva-mente erogato dal sistema bancario. Gli incrementi sono stati piuttosto omogenei in tut-te le aree del Paese, con una punta nelle regioni Nord occidentali del 7,7%.

L’attenzione del Credito Popolare nei confronti del comparto agricolo si può notare an-che dalla struttura della sua rete commerciale. Infatti, circa un quinto delle dipendenze ri-conducibili alle Banche Popolari sono inserite in aree prevalentemente di tipo rurale e, nel2011, un terzo dei comuni bancati all’interno delle aree dedite alla coltivazione e all’alle-vamento vedeva la presenza soltanto di istituti del Credito Popolare.

Questi dati essenziali sono in grado di confermare quanto le Banche Popolari, dopo es-sere state al fianco delle aziende agricole nei momenti più delicati della crisi, sono desti-nate, per via della loro natura di banche del territorio, a consolidare la loro funzione di pun-to di riferimento per il settore primario fornendo gli strumenti necessari allo sviluppo del-le aziende agricole.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

L’agricoltura italiana fra stagnazionee speranze di ripresadi G.D.L.L.

Il circo della farfalladi A.D.L.L.

“The Butterfly Circus” è un corto-metraggio del 2009 con un forte mes-saggio di speranza e positività. E’ lastoria della vita di Nick Vujicic: sen-za arti fin dalla nascita, non ha maismesso di credere in sé. Antonio Soc-ci, commentando il video, affermache «ci si sbaglierebbe a credere chemetta a tema la sofferenza della disa-bilità o l’emarginazione. Per me non è un film sui corpi, masulle anime e lo suggerisce proprio il signor Méndez, diret-tore del Circo della farfalla, che presenta il protagonista co-me un’anima coraggiosissima».

La sua deformità è l’immagine della nostra povera uma-nità, di ciascuno di noi, inchiodato ai propri limiti, alla pro-pria solitudine, al proprio “non essere amato” e quindi vit-tima impotente di un mondo crudele che trae guadagni dal-le mostruosità.

«Ecco – dice Socci – questo è il modo con cui noi ci ve-diamo e vediamo gli altri: abbandonati da Dio. E quindi as-serviti a chi fa senza scrupoli mercimonio della nostra uma-nità».

La vera bellezza è quella di chi si lascia amare, di chi ac-cetta la misericordia e mette in gioco tutto se stesso in que-sto amore. Dice Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano: «Dionon si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro,sceglie una creatura umana come suo strumento e compiemeraviglie lì dove uno meno se le aspetta».

IL FILM

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9Anno 2012 - N. 4

“B isogna vivere come sipensa, altrimenti si fi-

nisce per pensare come si èvissuto”. Credo che questoaforisma di Paul Bourget rias-suma in modo icastico alcu-ni passaggi dell’ interventoche mons. Mariano Crociataha tenuto recentemente aSorrento nel convegno “Cat-tolici e società: etica pubbli-ca ed etica privata”. SostieneCrociata che non è morali-smo auspicare una vita pri-vata che sia coerente con lescelte politiche e parla di po-rosità fra i due ambiti cui con-tribuiscono, nel bene e nelmale, gli organi di informa-zione e le intercettazioni te-lefoniche.

Il ragionamento, a partel’idea un po’ troppo fatalisti-ca dell’ osmosi comunicati-va, è condivisibile: da unpunto di vista cattolico ci so-no molte probabilità in piùche una vita onesta , alimen-tata dalla preghiera e dall’A-dorazione Eucaristica, possafavorire sagge scelte politi-che (ho in mente De Gaspe-ri) e la chiosa migliore a que-sto ragionamento è una fra-se di Gesù: dov’è il tuo teso-ro sarà il tuo cuore. Io noncredo però che quello di Cro-ciata, come forse vorrebberoalcuni perbenisti malizioset-ti, sia l’auspicio a realizzareun gigantesco e pio orecchioper un pubblico vaglio delpiù degno, ma l’invito ai cat-tolici a vivere la politica infunzione della fede, affinchéil soffio dello Spirito possavivificare anche la cosa pub-blica.

Riflettendo sul rapportofra morale pubblica e mora-le privata, devo dire che, percerti versi, la parola coeren-za a me suscita inquietudine:l’onestà come assoluto, l’e-tica come divinità accigliatami sanno di giansenismo edi volontarismo azionista.Fa meno paura questo mo-stro (coerenza) se viene con-cepito come un dono che siinvoca, qualcosa di soffertoche si può anche perdere eumilmente richiedere, senza

venire crocifissi a causa diuna occasionale caduta (ti-po una vacanza lussuosa adAntigua in camicia a fiori),perché c’è Qualcuno che, per

quanto riguarda la crocifis-sione, ha già dato. Non so seil lettore ricorda il perso-naggio dantesco di Farinatadegli Uberti, quello che hal’inferno in gran dispitto, fie-ro ghibellino, coerente co-me Travaglio, rigido comeun palo. Piccolo particola-re: è dannato per quella suaidolatrica concezione di po-litica che l’ha spinto fino al-l’ateismo.

Ma vorrei tornare a Cro-ciata e citare un altro pas-saggio del suo discorso:

“D’altra parte tanti fautoridella necessità dell’etica nel-l’agire anche privato non ri-tengono di doversi curare diprincipi che sono essenzialinella vita della comunità”. Equi il dardo è rivolto a queilaici che vorrebbero i catto-lici impegnati solo nel vo-lontariato o nel restauro del-le sacrestie di noce massel-lo, togliendo loro il diritto divedere gli ideali cristiani in-carnati nelle leggi dello sta-to. Ma un piccolo buffettodel Monsignore forse va an-

che a quegli stessi cattoliciper cui la Democrazia è ilTutto, quelli favorevoli allafecondazione assistita, aper-ti ai matrimoni strani, al-l’eutanasia, alle praticheabortive,quelli onesti comeScalfaro e radicali come Scal-farotto. E pensare che per di-fendersi da questo cattolai-cismo un po’ cataro, un po’annacquato e un po’ burlone,una parte cospicua di cre-denti ha dovuto tollerare, ne-gli ultimi tempi, anche il bur-lesque.

Etica pubblica e privata: quale relazione?di Enzo Nardi

Ese lei guadagna più di lui in fami-glia? Negli Stati Uniti una moglie su

cinque ha uno stipendio più alto delmarito (22%). Addirittura più alto ilnumero delle donne che hanno un li-vello di educazione più elevato dei com-pagni (28%). Vuol dire che le donnestudiano di più e quindi guadagnano dipiù rispetto al passato? In realtà no. Laricerca del Pew Research Center para-gona i dati più recenti con quelli del1970: le donne con un’educazione su-periore ai mariti erano il 20%, ma quel-le che guadagnavano più degli uominisolo il 4%. Nel confronto c’è un detta-glio in più che aiuta a capire il trenddel mercato del lavoro: le donne in que-sti decenni hanno visto un incremen-to del proprio salario del 44% contro ilben più contenuto 6% degli uomini.Questo ha portato ad un assottiglia-mento del gap salariale di genere.

E in Italia? L’occupazione femmi-nile resta ferma al 47,2% contro oltreil 70% di quella maschile. Ma aumen-tano i casi in cui lo stipendio della mo-glie è più alto di quello del marito, tan-to che si stanno moltiplicando i casidei cosiddetti “mammi”, uomini che

preferiscono stare a casa ad occuparsidella famiglia. Come mai allora i me-dia insistono sulla disuguaglianza diretribuzioni? Ultimamente su La7 èstato mandato in onda uno spot in cuisi sostiene che la differenza sarebbeaddirittura del doppio.

Il Corriere della Sera cita lo studiodell’ “Osservatorio sulla gestione delladiversità” dell’Università Bocconi, se-condo il quale le differenze retributivefra uomini e donne sarebbero nell’or-dine del 2% a parità di qualifica, man-sioni, inquadramento e anzianità. Pra-ticamente nulle. La differenza con altrericerche è rilevante: nel 2007 l’Istat ave-va stimato la differenza al 7%, Union-camere, nel 2008, al 17%, mentre perEurispes, nel 2009, al 16%. Il “segreto”della nuova verità sta nel fatto che que-sto studio non si limita a mettere a con-fronto il monte salari di uomini e don-ne deducendo la discriminazione daldiverso ammontare, ma è andato a ve-dere quanto guadagnano esattamenteun uomo e una donna a parità di qua-lifica, mansione, inquadramento, an-zianità di servizio. Il punto è cruciale:si vuole far credere nel dogma dell’u-

guaglianza assoluta tra i generi, idea na-ta con l’industrialismo e che ha già cau-sato guai seri. Ma non si viene neanchesfiorati dal sospetto che, senza che sia-no in discussione intelligenza e capa-cità, una donna possa preferire un lavoromeno impegnativo che le lasci tempoper la famiglia o che un part-time pos-sa rispondere alle sue necessità. E quan-do il dogma è contraddetto dalle paro-le delle stesse donne, allora le si accu-sa di sottomissione psicologica al po-tere patriarcale. Entro il 2016 si diceche ci sarà la parità di stipendio; si spe-ra che prima o poi in realtà l’obiettivovero di uomini e donne non sia la lottafemminismo/maschilismo, ma mostra-re di non sottoporsi alla concezione im-perante dell’uguaglianza incondiziona-ta tra i generi senza riflettere sulle con-seguenze a cui può portare.

Stipendi donne e uomini: chi guadagna di piùSpot e inchieste sembrano affermare la disuguaglianza di retribuzione Riflessioni, dati e studi mostrano una verità diversadi Alessandra De Lucia Lumeno

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10Anno 2012 - N. 4

Cos’è?Il fisico Peter Higgs po-

stulò nel 1964 l’esistenza diun campo nuovo (di Higgs)dalla cui interazione con leparticelle nasceva la massa.

Per verificarlo, Higgs ipo-tizzò che dovesse esistere unaparticella legata a quel cam-po, appunto il bosone. I ten-tativi di trovarlo sono durati48 anni. Solo la disponibilitàal CERN di Ginevra di LHC– il più grande acceleratoredi particelle del mondo, ca-pace di generare campi elet-tromagnetici tali da lanciarei protoni a una velocità vici-na a quella della luce – hapermesso di creare le condi-zioni perché si formasse que-sta particella.

L’averla rilevata rappre-senta la conferma dell’ipote-si di Higgs e quindi della va-lidità del Modello Standard(MS, che descrive i costi-tuenti elementari della ma-teria e le forze fondamentaliche li legano).

La fisica si è avvicinata alpiccolo nucleo di materiache, con ogni probabilità, staall’origine di tutto.

Perché si chiama cosìIl premio Nobel Lederman

voleva intitolare un suo librosul bosone di Higgs “TheGoddamn Particle” (la dan-nata particella). L’editore hamodificato “the Goddamn

particle” in “the God Parti-cle”, più attraente, che lo hareso molto popolare e ha for-se favorito la concessione difinanziamenti per la ricerca.

Ma tale particella con Dionon ha proprio nulla a chefare! La sua scoperta non dàautomaticamente la rispostaa tutte le domande della fisi-ca. Eppoi, Higgs è ateo e nongli fa piacere che la sua in-tuizione si chiami “particel-la di Dio”.

C’è ancora spazio per la fede?«Non esiste un deus ex

machina. L’universo è una

rete di rapporti, come in-ternet. Il bosone, mettendoin discussione la gerarchiaverticale del creato e sosti-tuendola con una strutturaorizzontale e dinamica, met-te in dubbio la fede», chio-sa Antonio Bianconi, fisicoemerito.

Ma altri luminari hannocommentato la notizia incontrotendenza. Marco Can-giotti, ordinario di FilosofiaPolitica a Urbino, dice: «Lacrescita reciproca può conti-nuare anche col bosone: sel’universo è un sistema di re-lazioni, per il cristianesimo

Dio è Trinità, non un mono-lite solitario, ma circolazio-ne di relazione d’amore traPadre, Figlio e Spirito Santo.In sintesi, Dio è relazione».

Ancora Giulio Giorello,docente di Filosofia dellaScienza alla Statale di Milano:«Per lo scienziato non ci so-no misteri, ma problemi nonancora risolti. E la fede? An-che il credente ha dubbi. Adaccomunare lo scienziato checerca il bosone e il misticoche cerca Dio c’è il coraggiodelle domande che si pone.San Tommaso diceva: non di-straetevi guardando troppo

nei misteri dell’universo. Peròabbiamo il dovere di cercar-li. Ma il lato bello, simpaticoè che in fondo Dio vede conpiacere la ricerca».

Ci vorranno sudori e veglie…Ci vorrà ancora molto

tempo, molta ricerca, ma ècerto che la finestra così aper-ta farà nuova luce sui miste-ri dell’Universo.

Non sarà che l’uomo hatrovato il segreto di Dio, conciò implicitamente ammet-tendo la sua esistenza? Per-ché… chi ha creato quel pic-colo tassello?

Catturata la Particella di DioI media hanno avuto un gran daffare da quando è giunta la notizia della “cattura” del più famoso latitante della fisica: il bosone di Higgsdi Antonella Fornaro L o scandalo intercettazioni, di cui è stato vittima (in ma-

niera assolutamente indecorosa!) il nostro Presidentedella Repubblica mi ha fatto ritornare ad una politica giàvista, monopolizzata dalla logica dell’attenti al lupo, deltutti contro tutti: magistratura contro politica, destra con-tro sinistra, laicisti contro cattolici, stampa contro stampa,ed ogni personaggio, di ogni partito, in ogni questione dàla propria legittima opinione su questa lunghezza d’onda:“sistema deprecabile.. da cambiare. . clima intollerabile” :Conclusioni: Non si trova mai nessun colpevole (perchéquando tutti colpevolizzano tutti, nessuno ha colpa) Ef-fetti: i nodi del paese rimangono gli stessi, nulla cambia, ladiatriba politica diventa la priorità del paese; i problemireali rimangono al margine, e l’Italia affonda sempre più nelbaratro del debito pubblico, della disoccupazione, dellaspeculazione finanziaria, della recessione.

Va dato atto al premier Monti di aver dato alla politica,intesa come arte di governare (e non di chiacchierare o li-tigare!), le giuste priorità, cercando, con toni pacati, mil-le difficoltà e scelte importanti e necessarie (anche se avolte opinabili), di sciogliere i tanti nodi tutt’oggi eviden-ti nel nostro paese ed ancor più nella nostra Europa.

L’Italia ha bisogno di fatti e non di parole. Non possia-mo più permetterci un paese litigioso!! Non possiamo piùpermetterci una politica intesa come arte del criticare e deldenigrare l’avversario a prescindere.. sennò non ne venia-mo fuori!

L’idea di ritornare alla politica delle chiacchiere, dei gos-sip, dei tutti contro tutti ci deve terrorizzare! Confidiamoanche in questa nuova legge elettorale, affinché il nostrobel paese possa ritornare ad essere un po’ meno litigiosoed anche chi fa opposizione sia chiamato a collaborare, arendersi costruttivo per la crescita del paese senza ideolo-gie precostituite.

Vogliamo confidare ancor di più, nel buon senso e nel-la maturità della nostra attuale e futura classe politica do-ve la nascita di un polo moderato con la presenza di catto-lici e riformisti sta mettendo fine ai peggiori vizi bipolari-sti della c.d. Seconda Repubblica.

L’Italia ha bisogno difatti... non di paroleNon possiamo più permetterci un paese litigiosoFinalmente una alternativa moderata al bipolarismo muscolare

di Paolo Ciccarelli

ITALIA VIRTUOSA CON POCHI DERIVATI

5.854 i miliardi di derivati detenuti dalle 20 maggiori banche europee 53,2% il valore rispetto al Pil europeo97% i derivati in portafoglio per ragioni speculative10,7% l’incidenza dei derivati sul Pil italiano 700% il valore della massa dei derivati rispetto al patrimonio netto delle banche nel Mondo

Abbiamo ancora qualche primato quello del buon senso che, grazie soprattutto al sistemadelle Banche Popolari e di Credito Cooperativo, ha ridotto a una cifra poco significativala creazione di derivati finanziari del nostro sistema nazionale, quando esponenti poli-tici delle altre Nazioni Americane e Nord Europee emettono sentenze sull’Italia dovreb-bero farsi l’esame di coscienza pensando a quanto i poveri di tutto il mondo hanno do-vuto pagare per i loro allegri traffici e orrende speculazioni.

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11Anno 2012 - N. 4

Nei mesi scorsi il mondosi è infervorato nel ten-

tativo di solidarizzare con lePussy Riot, tre pseudo-can-tanti che hanno profanato laChiesa ortodossa del CristoSalvatore di Mosca insce-nando una provocatoria“preghiera” di protesta con-tro il dittatore Putin e perquesto sono state arrestate afebbraio e condannate re-centemente a due anni di re-clusione. Le tre donne si di-fendono dicendo che la lo-ro azione non aveva lo sco-po di mettere in ridicolo lachiesa, ma di voler attirare

l’attenzione sulla repressionepolitica attuata dal governodi Vladimir Putin.

Serve un po’ di chiarez-za. Partiamo dalle parole diMassimo Introvigne, coor-dinatore dell’Osservatoriodella Libertà Religiosa co-stituito dal Ministero degliEsteri. «Certamente le vociche protestano contro con-dizioni di detenzione troppodure e una pena troppo se-vera meritano di essereascoltate. Tuttavia non si puòandare oltre ed esaltare il ge-sto per cui le Pussy Riot so-no state condannate. Hanno

cantato una canzone dovenon si limitano ad afferma-zioni politiche, ma invei-scono con parolacce controil patriarca ortodosso e be-stemmiano. E non l’hannocantata in un loro locale, eneppure in una piazza, manella cattedrale di Mosca,uno dei luoghi più santi del-l’ortodossia russa».

Prima considerazione: sein Russia esiste il reato diteppismo religioso e l’idiotadi turno lo compie e vienecondannato, semplicemen-te se l’è cercata. I reati di of-fesa alla religione e al senti-mento religioso ci sono piùo meno in tutto il mondo,però ora si è perfino abitua-ti a concepire che il cristia-nesimo possa essere insul-tato. Se il fatto si fosse svol-to in una sinagoga o in unamoschea, tutti le avrebberoadditate come pericolose ene avrebbero chiesto la te-sta. Invece, siccome eranoin un luogo di culto cristia-no, si sono scritti centinaiadi articoli cristianofobici,perché irridere il cristiane-simo è quasi per alcuni undovere morale. Seconda con-siderazione: se tutto ciò fos-se avvenuto in Americaavrebbero avuto tanti soste-nitori? Sarebbero state trat-tate bene o bastonate o ad-dirittura ammazzate con unaraffica di proiettili come fat-to recentemente con un ti-zio che “minacciava l’inco-lumità” di 6 agenti armati fi-no ai denti con un coltello?Non si vede davvero cosac’entri la libertà d’espressio-

ne con il mimare un rito re-ligioso all’interno di unachiesa col preciso intento didissacrarla. Gli occidentaliscopertisi amanti dell’ico-noclastia, sostengono in pra-tica che una contestazionepolitica al governo val beneuna messa punk.

Il punto cruciale è uno:non si tratta di Pussy Riot, nédi femminismo o libertà diparola, ma infangare Putin.La Russia putiniana sembraessere sotto attacco politicoe mediatico da parte deglispeculatori che stanno at-taccando anche l’Europa conmanovre di discredito. Per-chè oggi le guerre finanzia-rie si fanno anche a suon diinfamia mediatica.

Putin, dicono, è un de-spota. Ammesso che lo sia,e per molti versi indubbia-mente lo è, non si capisce co-me si concili il legittimo de-siderio di accusarlo conun’irriguardosa mancanza dirispetto per un credo reli-gioso e per i suoi fedeli. LaChiesa Ortodossa Russa è ilbraccio spirituale del potereputiniano? Si prendano dimira il patriarca e la gerar-chia ecclesiastica, ma non iltempio, che è come una ca-sa, sia pur aperta al pubbli-co, la sede di chi vede e pen-sa in un certo modo. Si puòfare? Certo. Ma non è libertàd’opinione, è violenza. Paci-fica finché si vuole, magari,ma sempre violenza.

Pussy Riot, finte martiri dalleprecise intenzioniTanta confusione sul fatto che ha smosso i media di tutto il mondo. Qualche puntualizzazione per non cadere nel rischio di credere in false libertà di espressionedi Alessandra De Lucia Lumeno

LampodiGenio

IL MAXI CASINO U.S.A.MA CHI STA VERAMENTE PEGGIO?

Gli USA stanno per sfondareil tetto di debito pubblico di16.400 miliardi di dollari (circa13.500 miliardi di euro).

Questo debito è stato pari acirca il 100% del Pil lo scorso an-no e viaggia verso il 110% il pros-simo. Il deficit invece è previsto so-

pra l’89. Quest’anno: in Europa sarà del 3,5% in tendenzaa diminuire al 2,5% il prossimo anno. E Obama fa racco-mandazioni e lezioni di morale economica all’Europa che stadecisamente meglio: il debito in Spagna è al 65% del Pil. Atutto questo si aggiunge che gli USA stampano dollari a rot-ta di collo per finanziare le loro pazze spese militari; sonoil regno della speculazione finanziaria con le loro banche re-gine di questo andazzo e padroni produttrici della gran par-te dei derivati mossi sulla faccia della terra; le loro aziendee le loro famiglie sono fra le più indebitate al mondo (inItalia le famiglie sono detentrici di 8.600 miliardi di euro dipatrimonio e sono le più ricche del pianeta).

C’è bisogno di un Genio Europeo, non quello della lam-pada, ma quello del buon senso e della volontà popolare percostruire una nuova nazione Europea: un lampo capace diilluminare tutti i popoli della terra di una sapienza fonda-ta sull’amore e sul genio cristiano.

I COSTI DEGLI ORGANI ISTITUZIONALIPER IL LORO FUNZIONAMENTO

Regioni 1.177.787.259 Provincie 438.935.196 Comuni 1.698.761.011 Enti territoriali 3.315.483.466 Presidenza del Consiglio dei Ministri 473.257.556 Organi Costituzionali (Parlamento, Governo, 1.984.012.190Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale) Organi di rilevanza Costituzionale 529.418.440(Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio di Stato, Corte dei Conti, Consiglio Nazionale Economia e Lavoro)Uffici di diretta collaborazione dei Ministri 197.598.877 Amministrazioni centrali 3.184.287.063 Totale 6.499.770.529

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12Anno 2012 - N. 2

Sin dai primi sbarchi di im-migrati lungo le coste me-

ridionali del nostro Paese ilfenomeno immigrazione èstato studiato sotto ogni pun-to di vista. Studiosi, giorna-listi, politici ci hanno spie-gato le cause di questi viag-gi, il ruolo delle donne neipaesi orientali e africani, l’im-portanza della religione del-le nuove culture, la secondagenerazione di immigrati...ma nessuno si è mai soffer-mato sulla figura dei nonni“degli altri”.

Non che i nonni immigra-ti siano così diversi dai nostri.Al contrario. Sono i nonni chehanno accudito i figli delle tan-te ragazze dell’est Europa ve-nute in Italia per cercare lavo-ro come badanti. E sono sem-pre i nonni che si occupanodei nipoti quando le mammevanno a lavorare.

Il problema nasce se i non-ni non sono presenti, quan-do viene a mancare quellatrasmissione della memoriafamigliare da una generazio-ne all’altra.

E ancora più marcata èl’assenza dei nonni per i bam-bini nati in Italia. Sono non-ni che vivono in un Paese cheil più delle volte non cono-scono affatto, parlano unalingua diversa dai loro nipo-ti. Sono nonni “raccontati”dai genitori. In questo modoil legame fatto di scambi re-ciproci di saperi, che nonni enipoti dovrebbero scambiar-si quotidianamente, non puòesistere.

Al contrario i nonni, dasempre, sono la nostra sto-ria. Essi regalano alle nuovegenerazioni, ai figli prima e ainipoti poi, quel “libro magi-

co” fatto di racconti, di sa-peri e di saper fare, di segre-ti e complicità che rendonoun piccolo uomo un uomoadulto.

Tutti dovremmo preoc-cuparci del venir meno diuna generazione anche sequesta culturalmente non ciappartiene perché un bam-bino che non conosce il suopassato, i racconti e le sto-rie che hanno a che fare conla storia della propria fami-glia sarà un adulto che fati-cherà a trovare il suo postonel futuro.

Auguri e grazie a tutti inonni.

Pianeta immigrazione

I nonni degli altridi Emanuela Camilletti

Compiere l’ultimo omicidio: uccidere sé stessi. Lo si faper amore, per l’onore, per disperazione. Nell’inferno

di Dante “siam fatti sterpi” per aver disprezzato la propria con-dizione umana. Sempre esistito, oggi è in aumento. In Italia,Milano detiene il primato dei suicidi giovanili. Nel mondoavviene un suicidio ogni 40 secondi. In Giappone lo si fa pertradizione. Non esiste un profilo di comportamento pre-sui-cida. Simboliche le modalità. Lasciarsi morire di fame e se-te in casa propria, oppure impiccarsi in vacanza tra le risa-te dei bagnanti; straziare il proprio corpo sotto un treno ogettarsi nel fuoco, incapaci di gridare in altro modo il biso-gno di amore inappagato e incompreso, il desiderio di vitamortificato. Incomunicabilità in cui le ombre della coscienzadiventano immagini distorte, ricordi falsati, voci che grida-no contro l’uomo e gli uomini. Disperazione e solitudine,vergogna e delusione, tanto da diventare violenti contro sestessi! Per alcune filosofie troppo desiderio di vita e atto dilibertà! La scienza supera Durkeim: è colpa di un gene! 50anni fa il suicidio di Marylin Monroe ha fatto scuola. Psico-si, inquietudine, angoscia, fragilità che non permettono dicogliere il mistero della vita dietro il più ovvio quotidiano eci si consacra alla morte. Colpa della crisi economica, dellerelazioni virtuali?In internet inquieta la presenza del movi-mento internazionale per l’estinzione volontaria dell’umanità:restituire la Terra alla Natura liberandola dall’homo Sapiens.Subdola cultura di morte che si diffonde. La nostra volontàpuò aiutarci, questa è una vecchia verità. Siamo liberi di de-cidere se sperare o no, di chiedere aiuto o meno, di perdo-nare e perdonarsi, di annullarsi o scegliere altro. Emble-matico che tra i cattolici il suicidio sia meno diffuso che traebrei e protestanti? Solo chi abbraccia e si lascia abbraccia-re può scorgere la poesia nascosta nella realtà e in ogni uo-mo. Solo quando il silenzio ci parla, siamo vivi.

È successo:Lasciarsi morire di famea cinquant’annidi Maria Cristina Messi

L a giunta milanese, con il sindaco Pisapiain prima linea, ritiene opportuno far sa-

pere che ha una visione di famiglia differen-te da quella alla quale siamo, per così dire, abi-tuati (padre, madre e figli) per colpa di unaChiesa ancorata a posizioni medioevali.

E che tale visione, essendo la visione dellacoalizione vincente, è anche una visione giu-sta e degna di essere comunicata, proposta etrasmessa anche ai piccoli, fin dall’asilo.

La vision di Pisapia, un po’ come la versionedi Barney, è che qualunque relazione stabilesia famiglia. La mission che ne deriva è che,in quanto tale, debba essere rispettata, ap-prezzata e destinataria delle giuste attenzio-ni sociali. Non rileva se il conglomerato ècomposto da due maschi con o senza figli,ovvero da un single affidatario, se non da duedonne, oppure da un maschio e un trans, dadue trans e un metrosexual, da un trasgendere due machos latini, con o senza filippina.

L’importante è che si amino.La tesi appare interessante, e molto, come

si dice oggi, inclusiva.Tutto è famiglia, basta che ci sia senti-

mento e convivenza.Come avrete già capito, l’intuizione del

Pisapia apre scenari oggi imprevedibili.E fa sorgere qualche domanda. Ad esem-

pio, l’associazione professionale di tre geo-metri che si vogliono bene può costituireembrione di famiglia? E se sì, i superstitidel primo che muore hanno diritto alla re-versibilità? Ancora, l’eventuale weekendsentimentale ai Caraibi tra due colleghi dilavoro comporta l’obbligo reciproco di te-nersi a casa l’altro al ritorno a Milano? Ba-stano due giorni a consolidare un familycontract? E una scappatella: può fondareuna causa per alimenti?

Pisapia è molto avanti. Speriamo di nonperderlo di vista.

Pisapia e le famiglie pluralidi Marco Caldarelli

I n realtà non sappiamo molto bene come funzioni l’evo-luzione; non lo sapeva neanche Darwin e non lo sa esat-

tamente (per quello che possiamo stabilire) nessun altro. “so-no necessarie ulteriori ricerche”, come si usa dire. Può dar-si che siano necessari secoli di ulteriori ricerche.

“Più di uno dei nostri colleghi ci ha detto che, anche seDarwin aveva sostanzialmente torto a sostenere che la sele-zione naturale è meccanismo dell’evoluzione, comunque nondovremmo dirlo. Non, comunque, in pubblico. Per quantoinvolontariamente, comportarsi in questo modo significhe-rebbe schierarsi con le Forze dell’Oscurità. Beh non siamo d’ac-cordo. Pensiamo che il modo per mettere in difficoltà le For-ze dell’Oscurità sia seguire le argomentazioni dovunque pos-sono condurre, e così facendo diffondere il massimo possi-bile di luce. Quel che rende oscure le Forze dell’Oscurità èche non sono disposte a fare una cosa del genere. Quel cherende scientifica la Scienza è, invece, che è dispostissima”.

(Stralci da “Gli errori di Darwin”di M. Piattelli Palmarini e J. Fodor, edito da Feltrinelli)

Contro i luoghi comuniLe misere convinzionidell’ideologia evoluzionista

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