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ANNO VIII - NUMERO 3 8 FEBBRAIO 2005 REGISTRATO AL TRIBUNALE DI FORLI' IL 12 GENNAIO 1998 N. 36/97 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB FORLI' - UNA COPIA 0,80 EURO IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA QUARESIMA PONE AL CENTRO DELL'ATTENZIONE LA TERZA ETÀ Gli anziani sono una risorsa ABBONARSI A L'ECO ordinario euro 15 sostenitore euro 30 benemerito euro 50 MODALITÀ DI PAGAMENTO: - tramite conto corrente posta- le n. 10056471 intestato a “Chiesa Cattedrale di Forlì piazza Dante 1”; - all'amministrazione di piaz- za Dante 1, Forlì; - alla Libreria del Duomo via Solferino 19, Forlì; - alla propria parrocchia. Eco è lo strumento con il qua- le un cristiano forlivese e qualsiasi cittadino può infor- marsi sui temi e sugli avveni- menti della vita ecclesiale. QUARESIMA IMPEGNO PERSONALE (segue in 2 a pagina) Domenica 27 febbraio 2005 L'Eucaristia farmaco di vita e di speranza 13 a GIORNATA MONDIALE DEL MALATO ore 16 Cattedrale concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor VINCENZO ZARRI Carissimi Fratelli e Sorelle! 1. Ogni anno la Quaresima ci si propo- ne come tempo propizio per intensifi- care la preghiera e la penitenza, apren- do il cuore alla docile accoglienza del- la volontà divina. In essa ci è indicato un itinerario spirituale che ci prepara a rivivere il grande mistero della morte e risurrezione di Cristo, soprattutto me- diante l’ascolto più assiduo della Paro- la di Dio e la pratica più generosa della mortificazione, grazie alla quale poter venire più largamente in aiuto del pros- simo bisognoso. È mio desiderio proporre quest’anno alla vostra attenzione, carissimi Fratel- li e Sorelle, un tema quanto mai attua- le, ben illustrato dai seguenti versetti del Deuteronomio: “È Lui la tua vita e la tua longevità”. Sono parole che Mosè rivolge al popolo per invitarlo a stringe- re alleanza con Jahvè nel paese di Moab, “perché viva tu e la tua discen- denza, amando il Signore tuo Dio, ob- bedendo alla sua voce e tenendoti uni- to a lui”. La fedeltà a quest’alleanza di- vina è per Israele garanzia di futuro, “per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe”. Giungere all’età matura, nella visio- ne biblica, è segno di benedicente be- nevolenza dell’Altissimo. La longevità appare così uno speciale dono divino. Su questo tema vorrei invitare a ri- flettere durante la Quaresima per ap- profondire la consapevolezza del ruo- lo che gli anziani sono chiamati a svol- gere nella società e nella Chiesa, e di- sporre così l’animo all’amorevole ac- coglienza che ad essi va sempre ri- servata. Nell’odierna società, anche grazie al contributo della scienza e della medi- cina, si assiste a un allungamento del- la vita umana e a un conseguente in- cremento del numero degli anziani. Ciò postula un’attenzione più specifica al mondo della cosiddetta “terza” età, per aiutarne i componenti a vivere appieno le loro potenzialità, ponendola al servi- zio dell’intera comunità. La cura degli anziani, so- prattutto quando attraver- sano momenti difficili, de- ve stare a cuore ai fedeli, specialmente nelle Co- munità ecclesiali delle società occidentali, ove il problema è particolarmen- te presente. 2. La vita del- l’uomo è un dono prezio- so da amare e difendere in ogni sua fase. Il coman- damento “Non uccidere!” domanda di rispettarla e promuoverla sempre, dal suo inizio sino al suo naturale tramon- to. È un comando che vale pure in pre- senza di malattie, e quando l’indeboli- mento delle forze riduce l’essere uma- no nelle sue capacità di autonomia. Se l’invecchiamento, con i suoi ine- vitabili condizionamenti, viene accol- to serenamente nella luce del- la fede, può diventare oc- casione pre- ziosa per me- glio compren- MARTEDÌ 1 MARZO Chiesa di Coriano ore 20,45 L'Eucaristia nel Vangelo di Matteo relatore monsignor Bruno Maggioni La Quaresima nella Chiesa è sem- pre tempo privilegiato perché è annual periodo di ripresa della for- mazione a vivere il mistero pasqua- le. Gli elementi principali sono la meditazione della parola di Dio con il naturale sbocco nel dialogo della preghiera, la pratica della mortifi- cazione e della penitenza, e l’eser- cizio della carità di pensiero, di cuo- re, di azioni. Nella quaresima le let- ture della domenica sono scelte in modo tale che mentre scandisco- no il cammino verso la Pasqua, ri- fanno l’itinerario di preparazione al battesimo; suggeriscono una veri- fica del cammino di fede. La Parola di Dio nella Chiesa trova il suo na- turale sbocco nella celebrazione della Eucaristia: la Mensa della Pa- rola precede e prepara la Mensa del Corpo di Cristo. È doveroso sotto- lineare questo aspetto, anche per accogliere l’invito del Papa a fare del 2005 un “anno eucaristico”. Sa- rebbe poi opportuno dare all’Euca- ristia altro tempo oltre la partecipa- zione alla Messa, per esempio nel- l’adorazione eucaristica, almeno cercando di arrivare in chiesa la do- menica qualche tempo prima della Messa e sostare in adorazione, o fermarsi per il tempo che si può, dopo, evitando conversazioni su- perflue. Tipica del tempo quaresi- male è la celebrazione del sacra- mento della penitenza, che sottoli- nea la conversione: atteggiamento basilare della vita cristiana, da at- tuare nella vita quotidiana. Ecco allora la mortificazione dei sensi. La prima e principale forma è la sop- portazione delle quotidiane soffe- renze. Si accompagna con la pre- mura di non lasciarsi andare all’ap- pagamento di molte voglie cui in- duce il clima del benessere. Ciò che si risparmia può servire ad aiutare i poveri. Però la carità più bella è quella che si fa pagando di perso- na, cioè dedicando qualche po’ del- la propria vita agli altri. Se non si dispone di tempo, o non si hanno le doti opportune, è sempre possi- bile impegnarsi per trattare bene le persone con cui si vive fianco a fianco in famiglia o nel lavoro. Non accade forse che si è gentili con chi si incontra di rado, mentre ci si la- scia andare a impazienze, rozzez- za, offese, con i familiari e i vicini? + Vincenzo Zarri

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ANNO VIII - NUMERO 3 8 FEBBRAIO 2005

REGISTRATO AL TRIBUNALE DI FORLI' IL 12 GENNAIO 1998 N. 36/97 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB FORLI' - UNA COPIA 0,80 EURO

IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA QUARESIMA PONE AL CENTRO DELL'ATTENZIONE LA TERZA ETÀ

Gli anziani sono una risorsa

ABBONARSIA L'ECO

ordinario euro 15sostenitore euro 30benemerito euro 50MODALITÀ DI PAGAMENTO:- tramite conto corrente posta-

le n. 10056471 intestato a“Chiesa Cattedrale di Forlìpiazza Dante 1”;

- all'amministrazione di piaz-za Dante 1, Forlì;

- alla Libreria del Duomo viaSolferino 19, Forlì;

- alla propria parrocchia.

Eco è lo strumento con il qua-le un cristiano forlivese equalsiasi cittadino può infor-marsi sui temi e sugli avveni-menti della vita ecclesiale.

QUARESIMAIMPEGNOPERSONALE

(segue in 2a pagina)

Domenica 27febbraio 2005

L'Eucaristiafarmaco di vitae di speranza

13a GIORNATAMONDIALE

DEL MALATOore 16 Cattedraleconcelebrazione

eucaristicapresieduta

da monsignorVINCENZO ZARRI

Carissimi Fratelli e Sorelle!1. Ogni anno la Quaresima ci si propo-ne come tempo propizio per intensifi-care la preghiera e la penitenza, apren-do il cuore alla docile accoglienza del-la volontà divina. In essa ci è indicatoun itinerario spirituale che ci prepara arivivere il grande mistero della morte erisurrezione di Cristo, soprattutto me-diante l’ascolto più assiduo della Paro-la di Dio e la pratica più generosa dellamortificazione, grazie alla quale potervenire più largamente in aiuto del pros-simo bisognoso. È mio desiderio proporre quest’annoalla vostra attenzione, carissimi Fratel-li e Sorelle, un tema quanto mai attua-le, ben illustrato dai seguenti versettidel Deuteronomio: “È Lui la tua vita ela tua longevità”. Sono parole che Mosèrivolge al popolo per invitarlo a stringe-re alleanza con Jahvè nel paese diMoab, “perché viva tu e la tua discen-denza, amando il Signore tuo Dio, ob-bedendo alla sua voce e tenendoti uni-to a lui”. La fedeltà a quest’alleanza di-vina è per Israele garanzia di futuro,“per poter così abitare sulla terra che ilSignore ha giurato di dare ai tuoi padri,Abramo, Isacco e Giacobbe”. Giungere all’età matura, nella visio-ne biblica, è segno di benedicente be-nevolenza dell’Altissimo. La longevità

appare così uno speciale dono divino. Su questo tema vorrei invitare a ri-flettere durante la Quaresima per ap-profondire la consapevolezza del ruo-lo che gli anziani sono chiamati a svol-gere nella società e nella Chiesa, e di-sporre così l’animo all’amorevole ac-coglienza che ad essi va sempre ri-servata. Nell’odierna società, anche grazie alcontributo della scienza e della medi-cina, si assiste a un allungamento del-la vita umana e a un conseguente in-cremento del numero degli anziani. Ciòpostula un’attenzione più specifica almondo della cosiddetta “terza” età, peraiutarne i componenti a vivere appienole loro potenzialità, ponendola al servi-zio dell’intera comunità. La cura degli anziani, so-prattutto quando attraver-sano momenti difficili, de-ve stare a cuore ai fedeli,specialmente nelle Co-munità ecclesiali dellesocietà occidentali,ove il problema èparticolarmen-te presente.

2. La vita del-l’uomo è undono prezio-so da amare

e difendere in ogni sua fase. Il coman-damento “Non uccidere!” domanda dirispettarla e promuoverla sempre, dalsuo inizio sino al suo naturale tramon-to. È un comando che vale pure in pre-senza di malattie, e quando l’indeboli-mento delle forze riduce l’essere uma-no nelle sue capacità di autonomia. Se l’invecchiamento, con i suoi ine-vitabili condizionamenti, viene accol-to serenamentenella luce del-la fede, puòdiventare oc-casione pre-ziosa per me-glio compren-

MARTEDÌ 1 MARZOChiesa di Coriano ore 20,45

L'Eucaristia nelVangelo di Matteo

relatore monsignorBruno Maggioni

La Quaresima nella Chiesa è sem-pre tempo privilegiato perché èannual periodo di ripresa della for-mazione a vivere il mistero pasqua-le. Gli elementi principali sono lameditazione della parola di Dio conil naturale sbocco nel dialogo dellapreghiera, la pratica della mortifi-cazione e della penitenza, e l’eser-cizio della carità di pensiero, di cuo-re, di azioni. Nella quaresima le let-ture della domenica sono scelte inmodo tale che mentre scandisco-no il cammino verso la Pasqua, ri-fanno l’itinerario di preparazione albattesimo; suggeriscono una veri-fica del cammino di fede. La Paroladi Dio nella Chiesa trova il suo na-turale sbocco nella celebrazionedella Eucaristia: la Mensa della Pa-rola precede e prepara la Mensa delCorpo di Cristo. È doveroso sotto-lineare questo aspetto, anche peraccogliere l’invito del Papa a faredel 2005 un “anno eucaristico”. Sa-rebbe poi opportuno dare all’Euca-ristia altro tempo oltre la partecipa-zione alla Messa, per esempio nel-l’adorazione eucaristica, almenocercando di arrivare in chiesa la do-menica qualche tempo prima dellaMessa e sostare in adorazione, ofermarsi per il tempo che si può,dopo, evitando conversazioni su-perflue. Tipica del tempo quaresi-male è la celebrazione del sacra-mento della penitenza, che sottoli-nea la conversione: atteggiamentobasilare della vita cristiana, da at-tuare nella vita quotidiana. Eccoallora la mortificazione dei sensi. Laprima e principale forma è la sop-portazione delle quotidiane soffe-renze. Si accompagna con la pre-mura di non lasciarsi andare all’ap-pagamento di molte voglie cui in-duce il clima del benessere. Ciò chesi risparmia può servire ad aiutarei poveri. Però la carità più bella èquella che si fa pagando di perso-na, cioè dedicando qualche po’ del-la propria vita agli altri. Se non sidispone di tempo, o non si hannole doti opportune, è sempre possi-bile impegnarsi per trattare bene lepersone con cui si vive fianco afianco in famiglia o nel lavoro. Nonaccade forse che si è gentili con chisi incontra di rado, mentre ci si la-scia andare a impazienze, rozzez-za, offese, con i familiari e i vicini?

+ Vincenzo Zarri

2 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 8 FEBBRAIO 2005 - ANNO VIII - N. 3

dere il mistero della Croce, che dà sen-so pieno all’umana esistenza. L’anziano ha bisogno di essere com-preso ed aiutato in questa prospettiva.Desidero qui esprimere il mio apprez-zamento a quanti si adoperano per ve-nire incontro a queste esigenze edesorto anche altri volenterosi a volerprofittare della Quaresima per recareanche il loro personale contributo. Ciòconsentirà a tanti anziani di non sentir-si un peso per la comunità e talora per-fino per le proprie famiglie, in una si-tuazione di solitudine che li espone allatentazione della chiusura e dello sco-raggiamento. Occorre far crescere nell’opinionepubblica la consapevolezza che gli an-ziani costituiscono in ogni caso una ri-sorsa da valorizzare. Vanno, pertanto,potenziati i sostegni economici e le ini-ziative legislative che permettano lorodi non essere esclusi dalla vita socia-le. Per la verità, negli ultimi decenni lasocietà si è fatta più attenta alle loroesigenze, e la medicina ha sviluppatocure palliative che, con un approcciointegrale al malato, risultano particolar-mente benefiche per i lungodegenti.

3. Il maggior tempo disponibile in que-sta fase dell’esistenza offre alle per-sone anziane l’opportunità di affronta-re interrogativi di fondo che forse era-no stati trascurati prima a motivo di in-teressi stringenti o ritenuti comunqueprioritari. La consapevolezza della vicinanzadel traguardo finale induce l’anzianoa concentrarsi su quanto è essenzia-le, dando importanza a quello chel’usura degli anni non distrugge. Proprio per questa sua condizionel’anziano può svolgere un suo ruolonella società. Se è vero che l’uomo vivedel retaggio di chi lo ha preceduto e ilsuo futuro dipende in maniera deter-minante da come gli sono trasmessi ivalori della cultura del popolo a cui ap-partiene, la saggezza e l’esperienzadegli anziani possono illuminare il suocammino sulla strada del progressoverso una forma di civiltà sempre piùcompleta. Quanto è importante riscoprire que-sto reciproco arricchimento tra diversegenerazioni! La Quaresima, con il suoforte invito alla conversione e alla soli-darietà, ci conduce quest’anno a foca-lizzare queste importanti tematiche cheinteressano tutti. Cosa succederebbese il Popolo di Dio si arrendesse a unacerta mentalità corrente che consideraquasi inutili questi nostri fratelli e sorel-le, quando sono ridotti nelle loro capa-cità dai disagi dell’età o dalla malattia?Come, invece, sarà diversa la comuni-tà, a partire dalla famiglia, se cercheràdi mantenersi sempre aperta e acco-gliente nei loro confronti!

4. Carissimi Fratelli e Sorelle, durantela Quaresima, aiutati dalla Parola diDio, riflettiamo su quanto sia importan-te che ogni Comunità accompagni conamorevole comprensione quanti invec-chiano. Occorre, inoltre, abituarsi apensare con fiducia al mistero dellamorte, perché l’incontro definitivo conDio avvenga in un clima di pace inte-riore, nella consapevolezza che ad ac-coglierci è Colui “che ci ha tessuto nelseno materno” e ci ha voluti “a sua im-magine e somiglianza”.

GLI ANZIANISONOUNA RISORSA(dalla 1a pagina)

“Eucaristia, farmaco di vita e di speran-za” è il tema della 13ª Giornata mon-diale del malato che si celebrerà l’11febbraio 2005. “È stato scelto - spiegail direttore dell’Ufficio Cei per la pasto-rale della salute, monsignor SergioPintor - perché aiuta a collocare ogninostra presenza nel mondo della curadella salute, dei malati e dei sofferenti,in una forte prospettiva di speranza; lasperanza comunicata a noi nel misteropasquale di Gesù Cristo, farmaco di vitae di speranza”. Il tema è stato sceltoanche “nell’intento di sviluppare nellanostra azione pastorale la ‘polaritàeucaristica’, in sintonia con lo speciale

“Anno dell’Eucaristia”indetto dal Papa”.IL MESSAGGIO DELPAPA, “CRISTO, SPE-RANZA PER L’AFRI-CA”. Nell’indire la 13ªGiornata, GiovanniPaolo II ha scritto, l’8settembre 2004, unmessaggio dal titolo“Cristo, speranza perl’Africa”. La sede uffi-ciale della celebrazio-ne della Giornata sarà,la città di Yaoundé, inCamerun. Nel mes-saggio, da un lato Gio-vanni Paolo II è torna-

to a richiamare l’attenzione sull’Africa,vincendo il silenzio che circonda i po-poli e le vicende di questo continente.Dall’altro, ha anche messo in luce duegravi emergenze: la prima, di porre fineai conflitti che insanguinano diversi Pa-esi africani e la seconda di lottare perfermare l’Aids, malattia che sta mieten-do milioni di vittime specie, appunto, nelcontinente nero. Il Papa mostra comeci sia uno stretto legame tra le guerre ela diffusione delle malattie: “I conflitti ele guerre, che travagliano non pocheRegioni africane - scrive - rendono piùdifficili gli interventi volti a prevenire ecurare queste malattie. Nei campi dei

profughi e dei rifugiati giacciono spes-so persone prive persino dei viveri in-dispensabili per la sopravvivenza”. IlPapa richiama poi il dovere di arginarela diffusione dell’Aids, oltre che tramitele cure appropriate, “soprattutto me-diante una condotta sessuale respon-sabile e l’osservanza della virtù dellacastità”. IL SENSO DI UNA GIORNATA “DELMALATO”. Il Papa aiuta poi i fedeli acomprendere il profondo senso pasto-rale di questa Giornata: “Nella nostraepoca segnata da una cultura imbevu-ta di secolarismo, si è talora tentati dinon valorizzare appieno tale ambitopastorale. Si pensa che altri siano icampi in cui si gioca il destino dell’uo-mo. Invece è proprio nel momento del-la malattia che si pone con più urgen-za il bisogno di trovare risposte ade-guate alle questioni ultime riguardantila vita dell’uomo: sul senso del dolore,della sofferenza e della stessa morte”. L’insegnamento pontificio, che pren-de particolare rilievo in questi giorni diricovero del Papa in ospedale, si svi-luppa poi nella direzione dell’annun-cio di Cristo, “speranza della vera epiena salute”: “Non c’è contraddizio-ne fra salute terrena e salute eterna,dal momento che il Signore è mortoper la salute integrale dell’uomo e ditutti gli uomini”.

Eucaristia: farmacodi vita e di speranza

NEL MESSAGGIO DEL PAPA I PRINCIPI GUIDA PER LA PASTORALE DEGLI ANZIANI

Maria sembra creatura più an-gelica che umana, ma la fedemette in rilievo che “base e

culmine” della santità di Maria è la ma-ternità divina. La maternità divina ha alsuo centro il totale coinvolgimento delcorpo di Maria. Il trasmettere la vita è ilvertice delle potenzialità del corpo e,in particolare, del corpo della donna,che vi svolge un compito meravigliosocon un complesso intreccio di elemen-ti fisici e psichici, emozioni, affettività,relazioni. Così Dio prepara il tempiodove vuole abitare e costruisce il mi-stero dell’uomo: un essere che sem-bra sorgere dal nulla e tuttavia, appe-na comincia, appaiono i due estremiche accompagneranno la sua esisten-za terrena: fragilità e autonomia, biso-gno degli altri e pari dignità. Sono dati di fede: non solo non con-trastano con i dati della scienza ma, purcollocandosi su un altro piano, entranoin un dialogo fecondo con ciò cui arrivala conoscenza umana. L’uomo, anchenella sua componente corporea è real-tà tanto preziosa per cui è più che mo-tivato ogni sforzo per approfondirele conoscenze dei segreti della vita, edella saldatura tra intelligenza spiritua-le e attività dei centri nervosi (neuro-scienze), ma sarebbe un umiliare l’uo-mo e un oscurare l’intelligenza il nega-re che ci siano altre realtà oltre quelleche si vedono, o sostenere che tuttociò che è l’uomo, o è nell’uomo, è rin-chiuso nella materia. La dottrina della Chiesa si rallegradello sviluppo delle ricerche sull’uomo

e, mentre illustra la concezione sopran-naturale che le è propria, incoraggia ilcammino della scienza e la mette inguardia dal piegarsi a visioni limitate e,dopo tutto, contrarie alla sua natura. La Chiesa - spesso accusata di oscu-rantismo - è consapevole di svolgereuna missione liberatrice dalle chiusuredel materialismo, dell’agnosticismo, delrazionalismo, del positivismo: visioniconnesse, in qualche modo, con l’uti-litarismo che, per orgoglio, interessiparticolari, o per pura forza della logi-ca, genera spinte a prevaricare. Ladottrina cristiana non può non segna-lare che il mito del benessere ad ognietà e ad ogni costo, fissando comemeta unica e ultima il corpo, il propriocorpo, pone una distanza sempre piùgrande nei confronti degli altri. Infine, il discorso della fedenon tace i limiti del corpo, com-preso quello della morte, ma lisupera richiamando la vittoriache Cristo ha dato alla umanità:la risurrezione gloriosa. Nellostesso tempo insegna che lastrada della vita non può essereche quella secondo cui il corpodeve servire alla verità, al bene,all’utilità di tutti, partecipando al-l’amore più elevato e puro, ma-turato anche dal sacrificio. Ma-ria Santissima ci ricorda questaverità soprattutto quando, ai pie-di della Croce, partecipa allapassione del Figlio. È immergen-dosi nel dolore del Figlio che di-venta madre della Chiesa e del-

la umanità. Per quel gesto guadagnala fiducia dell’umanità, e si fa sentireaccanto a chi soffre nello spirito e nelcorpo. Così, pur non avendo l’infinitàdi Dio, perché è solo creatura, Dio hadisposto che a tutti giunga la sua pre-senza così che tutti, da qualunque tri-ste situazione, possano rivolgersi allasua benevolenza materna. Dio ha pensato così al corpo dell’uo-mo, dal momento del concepimentofino alla sua entrata nella patria del cie-lo, dagli invisibili inizi materiali fino alleinesauribili e necessarie collaborazio-ni con lo spirito, perché il nostro corpoè destinato a essere dimora di Dio, e aentrare nella dimora di Dio Il nostro corpo è tempio dello SpiritoSanto che è in noi, e non appartiamo anoi stessi.

IMPORTANTI PAROLE DEL VESCOVO NELL'OMELIA DELLA MESSA DELLA MADONNA

Grande dignità del corpo umano

8 FEBBRAIO 2005 - ANNO VIII - N. 3 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 3

“Auspico che il testo sottoscrittocontribuisca a far crescere anchenell’ambito della tutela dei beniculturali di interesse religioso quelclima di fattiva e cordiale colla-borazione tra la Chiesa cattolicae lo Stato, finalizzato alla ‘recipro-ca collaborazione per la promo-zione dell’uomo e il bene del Pae-se’, che costituisce il cardine del-l’Accordo concordatario del1984". Così il card. Camillo Ruini,presidente della Cei, ha conclu-so il proprio intervento presso lasede del ministero per i Beni e leAttività Culturali, dove il 26 gen-naio è stata firmata la nuova In-tesa relativa alla tutela dei beniculturali di interesse religioso ap-partenenti a enti e istituzioni ec-clesiastiche. L’accordo è stato si-glato dal presidente della Cei,card. Camillo Ruini, e dal mini-stro per i Beni e le Attività Cultu-rali, Giulio Urbani. Il nuovo docu-mento, che aggiorna e integra laprecedente Intesa del 1996, “dàattuazione - come ha ricordato il presi-dente della Cei - all’art. 12 dell’accor-do del 1984 che apporta modifiche alConcordato lateranense e prevede cheSanta Sede e Repubblica italiana con-cordino opportune disposizioni per lasalvaguardia e la valorizzazione deibeni culturali in questione”. “Negli oltre venti anni trascorsi dallarevisione del Concordato lateranense- ha sottolineato il card. Ruini - il climadi collaborazione tra Stato e Chiesa è

Beni culturali: nuovaintesa con il Ministero

notevolmente mi-gliorato, pur salva-guardando il pienorispetto delle di-

stinte competenze e prerogative delledue parti”. Le Intese già sottoscritte nel1996 e nel 2000 (relativa agli archivi ealle biblioteche ecclesiastiche), “da unaparte si sono giovate di tale clima dicollaborazione e, dall’altra, lo hanno fa-vorito ulteriormente promuovendo unaprassi di reciproca attenzione”. Il pre-sidente della Cei ha sottolineato i varipunti nei quali la nuova Intesa integraquella precedente del 1996, tra i quali:“Gli aspetti che riguardano gli scavi e

le ricerche archeologiche da effet-tuare in edifici di culto e l’accessoe la visita alle aree archeologichesottostanti o connesse con edificidi culto”. “L’Intesa - ha ricordato,infine, il cardinale - costituisceanche il quadro di orientamentoper eventuali accordi in materia sti-pulati a livello regionale tra le isti-tuzioni pubbliche e gli enti eccle-siastici corrispondenti”. Tra le principali novità introdot-te dal nuovo testo, mons. Gian-carlo Santi, direttore dell’UfficioCei per i beni culturali ecclesiasti-ci, ha sottolineato come “l’Intesacodifica le situazioni concrete nellequali il coordinamento fra istituzio-ni pubbliche ed enti ecclesiasticiè strumento risolutivo ai fini dellatutela dei beni culturali di interes-se religioso. L’accordo precisa,inoltre, i comportamenti che le

parti devono tenere in ricorrenza di spe-cifiche situazioni già rilevate dall’espe-rienza degli ultimi anni: cosa fare nelcaso di eventi sismici o altri disastri na-turali, come regolare il prestito di opered’arte per mostre ed esposizioni, comeprocedere per l’inventariazione e cata-logazione dei beni culturali mobili e im-mobili e per l’adeguamento liturgico dellechiese”. “La previsione espressa, neicasi individuati, degli impegni di entram-be le parti - ha concluso mons. Santi -consentirà a ciascuna di esse di lavora-re con maggiore efficacia e precisionee favorirà la crescita della collaborazio-ne tra i soggetti interessati”.

I l cardinale Joseph Ratzinger, prefet-to della Congregazione per la dot-trina della fede, e il presidente del

Senato Marcello Pera hanno trasfusoin un libro il frutto di una comune rifles-sione: “Senza Radici” (Mondadori2004). Due personalità di primo pianoper la Chiesa e per lo Stato italiano sisono ritrovati per formulare risposteconvergenti sulla situazione culturalecontemporanea. Tutto era cominciatonella primavera scorsa quando il pre-sidente Pera tenne una lezione magi-strale alla Pontificia Università Late-ranense e il giorno dopo il cardinalefece lo stesso presso la sala del capi-tolo al Senato. Le riflessioni erano poicontinuate attraverso una lettera diPera a Ratzinger e nella risposta delcardinale. Ed ora il piccolo libro, cheraccoglie i diversi interventi, è stato pre-sentato all’Università Lateranense. “Iltesto - ha detto il cardinale - vuole es-sere un invito ad un rinnovato dialogotra cattolici e laici in questo momentostorico pieno di grandi possibilità, maanche di gravi minacce, una sollecita-zione dunque ad assumersi tutti le pro-prie responsabilità”. Laici e cattolicisono molto vicini quando formulano so-luzioni in base al diritto naturale, chenon dipende dalla Rivelazione, ma dallaragione; anche se la Rivelazione puòcostituire un aiuto alla sua scoperta.Ragione, dunque, ma non da porsi incontrapposizione alla fede. Erronea-mente, molti hanno pensato che la ra-

gione per essere libera dovrebbe lavo-rare etsi Deus non daretur (“come seDio non ci fosse”). Questa espressio-ne è stata abusata e strappata dal con-testo in cui era nata. In origine, all’epo-ca dell’Illuminismo, significava che èpossibile individuare una moralità co-mune indipendente dalla Rivelazione,in quanto autoevidente. Ma il proble-ma della nostra epoca è che si è persaquesta evidenza e, nel diffuso laicismo,il riferimento a Dio suona come un’of-fesa alla dignità dell’uomo. La formulaandrebbe rovesciata: oggi occorre ra-gionare e lavorare veluti Deus daretur

(“come se Dio esistesse”).La fede non ostacola la ra-gione, ma la pone in con-dizioni ottimali di esercizio.Il cardinale ha dunque di-feso la razionalità e la per-tinenza della morale natu-rale, entro la quale laici ecattolici possono lavorareper trovare sia i comuniprincipi fondamentali del-la moralità, sia indicazionioperative su temi scottan-ti. Infatti è sempre più evi-dente la sproporzione trale enormi potenzialità rag-giunte dalla scienza, po-tenzialità capaci di produr-re un altro uomo, di mani-polarlo, di distruggerlo e lamodesta riflessione antro-pologica ed etica che do-

vrebbe accompagnare lo sviluppo. Cosìsu base scientifica l’embrione è un in-dividuo umano e, quindi, ha detto il car-dinale, dobbiamo tenere in conto ragio-nevolmente l’ipotesi molto fondata chesi tratti di una persona. Accogliendo l’in-vito al dialogo, il filosofo toscano e se-conda carica dello Stato, ha ribadito lanecessità di “un’unione tra cattolici elaici per formare una sorta di religionecivile cristiana non confessionale”.Questa permetterebbe di superare laconcezione che tutte le culture e civiltàsiano equivalenti e di medesimo valo-re e permetterebbe a molti di ricono-

scersi “nella stessa famiglia, che è quel-la cristiana”. Pera già nella lettera aRatzinger aveva proposto una “religio-ne civile, la quale sappia trasfondere isuoi valori in quella lunga catena cheva dall’individuo alla famiglia, ai grup-pi, alle associazioni, alle comunità, allasocietà civile, senza passare per i sim-boli dei partiti, i programmi dei governi,la forza degli Stati, e perciò senza toc-care la separazione nella sfera tempo-rale fra Stato e religione. In Europa enell’Occidente che l’Europa ha fecon-dato, una religione siffatta è ‘naturaliter’cristiana per la peculiare tradizione eu-ropea e occidentale”. Ratzinger avevarisposto con chiarezza: se il concetto direligio civilis rappresenta soltanto il ri-flesso delle convinzioni della maggioran-za, significa poco o niente; “se, invece,deve essere la sorgente di forza spiri-tuale, allora bisogna chiedersi dove que-sta sorgente si alimenta”. E il cardinale non ha dubbi: con reali-smo afferma che il cristianesimo con-vinto non è oggi nelle maggioranze, manelle minoranze: queste possono dive-nire sorgente di forza spirituale e cultu-rale. “È così importante che esistano mi-noranze convinte: uomini e donne chenell’incontro con Cristo abbiano trovatola perla preziosa, che dà valore a tuttala vita, facendo sì che gli imperativi cri-stiani non siano più zavorre che immo-bilizzano l’uomo, ma piuttosto ali che loportano in alto”.

Sir

Credenti e non credenti: dove incontrarsi?DA DUE VOCI DI GRANDE RESPONSABILITÀ UN INVITO ALLA RIFLESSIONE SU UN TEMA MOLTO ATTUALE

IL MISTERODEL FUOCO

Nell'antica chiesina del miracolo pienadelle suggestioni che le provengonodall'essere stato il luogo nel quale fisi-camente si è realizzato il prodigio dellanotte fra il 4 e il 5 febbraio del 1428, ilFoFa (Forlì-Faenza), sodalizio unitodalla comune devozione a due imma-gini miracolosamente salvate dal fuo-co, ha allestito anche quest'anno unamostra di artisti che hanno messo alcentro della loro produzione prevalen-temente la Madonna del Fuoco in unavasta gamma di interpretazioni. Gli artisti quest'anno erano GianniCianciarini e Giuliano Giuliani, che sisono cimentati con diverse tecniche: laceramica, il metallo sbalzato, pietredure, ecc. La mostra è rimasta aperta nei giornidelle festività mariane forlivesi.

4 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 8 FEBBRAIO 2005 - ANNO VIII - N. 3

La Quaresima di carità che stia-mo per cominciare non mancacerto quest’ anno di stimoli e sol-

lecitazioni per una maggiore attenzio-ne ai fratelli: povertà vicine e lontane ciinterpellano come uomini e come cri-stiani e chiedono decisioni coraggiosein ordine alla solidarietà, alla condi-visione, alla difesa dei diritti e al cam-biamento degli stili di vita. Ricordiamola grande tragedia dello Tsunami, cherischiamo già di dimenticare, le guer-re, le ingiustizie legate al sottosviluppoe alla fame ma anche i tanti poveri dicasa nostra, italiani e stranieri, la con-dizione degli anziani richiamata dalpapa nel suo messaggio, gli ammalati,le persone sole… Sappiamo bene, però, che carità nonè dare qualcosa ma dare se stessi equesto è un dono di Dio da impetraresempre con la preghiera e la peniten-za e richiede una conversione dellamente, del cuore e della vita al coman-damento nuovo di Gesù Cristo. In questo contesto indichiamo le duepriorità che abbiamo assunto comeChiesa locale in questo anno pastora-le e che ci aiuteranno a fondare la no-stra testimonianza di carità:1. la lettura e l’approfondimento sulVangelo di Matteo, preferibilmente fat-ta nei gruppi dove a partire dalla Paro-la di Dio si costruiscono relazioni, ci sieduca alla missione…2. l’approfondimento del rapporto traEucaristia e carità. In questo annoeucaristico siamo chiamati a riscoprirenell’Eucaristia la “fonte e il culmine” ditutta la vita cristiana e la sorgente dellacarità nella Chiesa.

Cominceremo questa Quaresima conla preghiera per le vittime e i soprav-vissuti del maremoto nel sudest asiati-co. Lo faremo con la veglia del 12 feb-braio, presieduta dal Vescovo e nellamessa in Cattedrale nella prima dome-nica di Quaresima il 13 febbraio, maogni comunità parrocchiale è invitata aricordare nella preghiera questi nostrifratelli. La giornata della Carità si celebreràquest’anno in due momenti:1. il primo a livello parrocchiale il 6marzo, IV domenica di Quaresima.Ogni comunità si potrà attivare per ce-lebrare la giornata della carità con:a) centralità della messa comunitariaopportunamente preparata e animatadai vari ambiti pastoralib) individuazione di un segno di caritàda proporre a tutta la comunitàc) un momento di catechesi su Eucari-stia e carità. La Caritas diocesana è disponibileper supportare l’organizzazione dei varimomenti.2. Il secondo a livello diocesano, pro-babilmente il 17 aprile, IV domenica diPasqua. Questo momento si inseriscein un’importante iniziativa che l’UfficioCatechistico diocesano, l’Ufficio liturgi-co e la Caritas diocesana, coordinatidall’Ufficio pastorale stanno organiz-zando per una celebrazione comune inoccasione dell’anno eucaristico indet-to dal Papa. Sarà l’Ufficio pastorale adinformare dettagliatamente sull’iniziati-va. La Caritas diocesana invita in par-ticolare a partecipare all’incontro pre-paratorio che si terrà presso la Chiesadi Coriano, l’11 marzo sul tema: Euca-

ristia e carità. Informiamoinoltre che il sa-bato 9 aprile siterrà a Bolognaun convegno re-gionale delle Ca-ritas parrocchialisul tema: La Par-rocchia vive laCarità? Auspi-chiamo che an-che a questa ini-ziativa si parteci-pi numerosi.

Il direttore

Gesù si identifica misteriosamen-te con gli ultimi, istituendo unasorta di parallelismo tra la sua

presenza nella Chiesa che è riunita nelsuo nome (“io sono in mezzo a voi”, Mt18, 20), la sua presenza nell’Eucaristia(questo è il mio corpo/sangue: Mt26,26-29) e la sua presenza negliemarginati (“l’avete fatto a me”, Mt25,31-46). Nel cristianesimo è la carità la misu-ra della santità: non sono di per sél’ascesi o l’osservanza delle norme ola quantità della preghiere o la soppor-tazione del sofferenze … a renderesanti, ma la carità che ne è alla base. Certo, il desiderio di aiutare gli altri èdentro a tutti gli uomini, e non solo aidiscepoli di Gesù, perché tutti sonocreati a immagine di Dio-Trinità che èrelazione di amore in sé e lo esprimeanche verso di noi. Però l’appartenen-za a Cristo permette di conoscere lemotivazioni ultime dell’amore e di usu-fruire dell’aiuto soprannaturale per re-alizzarlo. Ebbene, il Centro di Ascolto Caritasvuole essere un segno della santitàdella nostra Chiesa di Forlì-Bertinoroed una testimonianza dell’amore chela anima. Il bisogno evangelico di “aiu-tare gli altri” con il Centri di Ascolto sistruttura, si organizza, come nella co-munità cristiana di Gerusalemme che

allestì le mense(Atti 6,1-2), peraccogliere, ascol-tare, orientare, so-stenere, accom-pagnare il fratelloe la sorella “ in sta-to di bisogno” (Atti4,32-35 ). La mole deicolloqui mirati,sempre moltoalta (6.696 nel2003, e ancor dipiù nel 2004)evidenzia la ri-chiesta di aiutosotto moltepliciforme. Inoltre sideve riconoscere

che i bisogni evolvono e che l’amore,mai statico e ripetitivo, è sempre più at-tento e creativo. Ecco allora che si apro-no proprio in questi giorni altri servizi.L’aumento delle donne che chiedonoaiuto rende urgente la necessità aprireuna struttura di prima accoglienza re-sidenziale per loro. La consapevolez-za dell’importanza del fattore casa suiprocessi di esclusione sociale, sulla sa-lute nella accezione psico-fisica, indu-ce ad offrire un servizio residenziale(diurno e notturno) di seconda acco-glienza che assicuri una forma di vitadignitosa a persone che si trovano indisagio abitativo, in attesa di una solu-zione più adeguata e stabile. Ma ancora più importante è riconosce-re la necessità di accogliere i fratelli e lesorelle immigrati della nostra stessa fedee offrire loro la possibilità di coltivarlasenza dimenticare la loro cultura e leloro tradizioni e, come è altrettanto im-portante, creare le condizioni per un in-contro e un dialogo per quanti profes-sano altri credo. Questo è quanto si statentando di fare presso la struttura delBuon Pastore. Sarà possibile? Sì, per-ché il Signore rende possibile quanto èimpossibile e perché Lui è presente nellaChiesa di Forlì-Bertinoro e plasma lamente, il cuore, la vita di quanti lo ascol-tano e lo seguono.

Don Pietro Fabbri

L ’appuntamento per il Forum So-ciale Mondiale è alla sua quintaedizione, segno della necessità

di un luogo d’incontro dove poter ripen-sare il mondo. Si può definire questoForum come il Forum delle prime volte. Prima volta perché, come assicuraLuiza Mendoca, rappresentante dellaRete Sociale Giustizia e Pace del co-mitato organizzativo, si è soffermatosull’analisi delle cause strutturali e del-le questioni più vaste della politica ma-croeconomia; come il debito pubblicoche incide sul diritto all’alimentazione,al lavoro e alla salute. Anche la Caritas Italiana, con una suadelegazione guidata da mons. Agosti-nelli, Vescovo di Grosseto, e mons.Nozza, Direttore di Caritas Italiana, perla prima volta è presente al Forum investe di promotrice di alcuni incontritematici. Il senso della partecipazione

Caritas Internationalis con le 600 per-sone di tutte le delegazioni delle caritasnazionali è quello di voler rendere te-stimonianza non soltanto della propriaesperienza sulle povertà ma della suaparticolare missione di “carità” comedimensione essenziale dell’essereChiesa, e in quanto tale in confrontocol mondo intero. L’esempio di Chiesache si vuole testimoniare è quello diChiesa aperta in dialogo con tutti colo-ro che nel tentativo di riglobalizzare ilmondo, come recita lo slogan delForum, lo fa tenendo presente alcuniobbiettivi: predilezione per i poveri e uncostante lavoro per la pace. In particolar modo la Caritas Italiana,sulla base del Documento Preparato-rio, propone una serie di priorità. Laprima, Riconciliazione e Pace, vuoleessere una precisa assunzione di re-sponsabilità. Le guerre lontane non

sono più lontane, corre l’obbligo di es-sere più vicini alle persone meno fortu-nate e difendere i diritti di milioni di es-seri umani che ogni anno vedono vio-late le loro attese. Ristabilire le regole per una nuovapartecipazione democratica, condizio-ne essenziale per risultare vincenti nellalotta contro le povertà e disuguaglianze.Ogni anno 4 milioni di persone sonovittime della compra-vendita finalizza-ta allo sfruttamento. Nella seconda priorità, portata avan-ti dalla nostra delegazione nazionale,si vuole porre l’accento sul fatto che latratta di esseri umani è un crimine, lecui vittime sono i soggetti più indifesi:donne e bambini. In Italia si può fareuna stima delle vittime di tratta: circatrentamila persone di cui il 35% minori.Al terzo punto: l’urgenza di definire unapartecipazione democratica attraverso

il recupero della Piattaforma Universa-le di Diritti Umani. Infine la campagna per gli Obbiettividi Sviluppo del Millennio; Caritas Ita-liana porta avanti un’azione di “lobby”assieme a Caritas Internationalis edEuropea nel tentativo di promuoveregiustizia sociale per tutti. I problemi che la delegazione Caritasha presentato a Porto Alegre non pos-sono incontrare la nostra indifferenza.Questo evento mondiale non deve pas-sare inosservato soprattutto per noicristiani che viviamo il periodo di Qua-resima, tempo di preghiera carità e con-versione. Interrogati dai problemi della societàglobale è opportuno che, ripensando anoi stessi, troviamo la strada per unimpegno ed un servizio nel nostro quo-tidiano tesi a migliorare il mondo.

Andrea Carubia

CARITÀ A LARGO RAGGIO

CARITAS ITALIANA AL FORUM SOCIALE MONDIALE DI PORTO ALEGRE

IL CENTRO DIASCOLTO CARITAS

Quaresima di caritàL'AUSTERO PERIODO QUARESIMALE RICHIAMA I CRISTIANI ALL'AMORE CONCRETO VERSO I POVERI

8 FEBBRAIO 2005 - ANNO VIII - N. 3 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 5

Anche nella parrocchia dei Romiti è nata la caritas parrocchiale. Da alcunianni esisteva un centro di ascolto, pensato inizialmente come centro diascolto di vicariato, poi trasformato di fatto in centro parrocchiale. Il centro

aveva una discreta utenza, nonostante i tempi di apertura molto limitati; si riuscivaa coinvolgere in questa iniziativa alcuni volontari, ma non la comunità parrocchiale. Ritenendo prioritaria l’esigenza di vivere la carità non solo come esperienzapersonale, ma riscoprirne la dimensione comunitaria legata alla celebrazionedell’Eucaristia e all’ascolto della Parola, si è proposta al consiglio pastorale l’isti-tuzione della Caritas Parrocchiale, con la funzione di animare la carità nella vitadella comunità. La proposta è stata accolta e lo statuto approvato. Poiché lo statu-to prevede la costituzione delle commissione pastorale della carità, sono state invi-tate le principali associazioni e gruppi presenti in parrocchia a indicare un propriorappresentante in tale commissione. Pertanto la commissione è composta da un coordinatore nominato dal consi-glio pastorale, un rappresentante di AGESCI, uno di Azione Cattolica, la respon-sabile del Centro di Ascolto; si attende un nominativo designato dal gruppo deicatechisti ed uno per il gruppo famiglie. Questa organizzazione dovrebbe consentire: di cercare di dare concretezzaallo stretto legame fra Parola, Eucaristia e Carità soprattutto nelle celebrazioniliturgiche; un approfondimento delle modalità per dare rilievo ai temi della caritànelle catechesi ai bambini e agli adulti, soprattutto attraverso esperienze concre-te; un proficuo coinvolgimento dei giovani in esperienze di analisi dei bisogni e diservizio legate al territorio; una proposta di condivisione delle povertà all’interacomunità parrocchiale e territoriale.

Riccardo Fiumi

L a Caritas italiana ha raccolto lapreziosa eredità di 30 anni diobiezione di coscienza e, anche

su invito dei Vescovi, ha ridefinito ilquadro entro cui proporre il ServizioCivile volontario ai giovani che, dal 1°gennaio 2005, non sono più obbligatial servizio di leva. Il mandato è stato raccolto, si sonoribadite alcune coordinate che riguar-dano il servizio inteso come la forma-zione della persona; la scelta preferen-ziale per le situazioni di povertà ed e-marginazione; la diversificazione delleproposte secondo gli interessi e le pro-spettive dei giovani e con un’attenzio-ne alle esigenze del territorio e a quel-le dei Paesi più poveri o in guerra. Anche la Caritas diocesana, in stret-ta collaborazione con le Caritas dellaRegione e con le realtà ecclesiali pre-senti sul territorio, ha offerto ai giovaniprogetti diversificati che li pongano inesperienze di servizio, che li impegni-no a costruire percorsi di pace, relazioniche promuovano cittadinanza solidaleattenta al bene comune. Il mandato pastorale della Caritas èpedagogico e l’attenzione educativa èil fattore determinante del progetto diservizio civile che, ricordiamo, è aper-to a tutti i giovani, ragazze e ragazzi,dai 18 ai 28 anni. Il “filone” di intervento privilegiato dal-la Caritas diocesana è rivolto al disagioadulto, all’area dei minori che compren-

de anche gli oratori parrocchiali, all’azio-ne di pace, mondialità, non violenza. Ogni progetto di servizio civile inCaritas prevede, oltre al servizio “sulcampo”, la formazione e l’animazionenella consapevolezza che la formazio-ne e il servizio devono diventare cultu-ra, mentalità condivisa. Per questo iragazzi in servizio sono disponibili, anziauspicano caldamente, di poter anda-re nelle scuole, nelle parrocchie, nelleassociazioni e nei gruppi a portare laloro esperienza e a sollecitare i ragaz-zi ad accostarsi a questa nuova oppor-tunità che viene loro offerta. Si è all’inizio del passaggio tra obiet-tore e volontario; il cammino è lungoed è necessario essere consapevoliche l’impegno richiede un notevole in-vestimento in termini di risorse umaneed anche economiche, ma contiene unpatrimonio di valori, di nuove possibili-tà che vale la pena accogliere. In primavera si prevede un nuovo ban-do, ricordiamo che la Caritas è accredi-tata presso il Servizio Civile volontarionazionale, per il quale la diocesi ha giàpresentato progetti che prevedono l’im-piego dei ragazzi in 10 posti. Si è in at-tesa della approvazione dei progetti edella pubblicazione del bando. Chi fosse interessato ad avere mag-giori spiegazioni ed informazioni, si ri-volga all’ufficio per il Servizio CivileCaritas, via Paradiso 33, Forlì; tel. e fax0543 23861; email [email protected].

NASCE UNA CARITAS PARROCCHIALE

Quaresima di caritàGIOVANI PER GLI ALTRI

Da subito accanto alle Chiese lo-cali e alle popolazioni colpite.Un impegno che si prolunga nel

tempo dall’emergenza alla ricostruzio-ne, alla promozione, allo sviluppo. Con questo stile Caritas Italiana harisposto al catastrofico maremoto nel-l’oceano indiano. Una presenza che havisto da subito due operatori in primalinea - nel Tamil Nadu e nello Sri Lanka- e che prevede interventi in India, In-donesia, Sri Lanka, Thailandia. Sem-pre in coordinamento con la rete in-ternazionale, con priorità per le fascepiù deboli e i villaggi meno raggiuntidagli aiuti. Caritas Italiana ha già effettuato unprimo stanziamento di 1.600.000,00euro che finanzieranno programmi con-cordati con le Chiese e le Caritas localie che su loro esplicita richiesta costi-tuiranno l’impegno principale di tutte lerealtà caritas nel mondo nell’immedia-to e la base di eventuali progettualità amedio e lungo termine.

In India la Caritas ha mobilitato mi-gliaia di volontari e prevede di fornireaiuti a 172.500 persone nella zona diTamil Nadu e 50.000 persone in AndraPradesh, Kerala, nell’arcipelago delleisole Andaman e Nicobar con un pro-gramma complessivo di oltre 60 milio-ni di euro fino al giugno 2007. L’aiuto èarticolato in interventi di prima neces-sità (cibo, acqua, vestiti, oggetti per lacucina, materiale scolastico…), costru-zioni di ripari temporanei o riabilitazio-ne di case danneggiate ma anche lafornitura di nuovi strumenti di lavoro peril sostentamento delle 100.000 famigliedi pescatori rimaste senza risorse. In Sri Lanka - grazie soprattutto ai400 operatori della Caritas nazionale edelle 13 caritas diocesane - sono statiallestiti centinaia di campi di accoglien-za su tutto il territo-rio nazionale di cui430 tuttora attivi. Il piano di riabilita-zione di lungo peri-odo, fino a dicem-bre 2006, riguarda38.000 famiglie perun totale di 124 mi-lioni di euro e preve-de interventi di pri-ma necessità, rico-struzione degli edifi-ci, assistenza sani-taria e psicologicapost-trauma. Esisto-no tuttora situazionidi urgenza come ladistribuzione di ten-

MAREMOTO: LUNGO IMPEGNOde, nella tendopoli di Kattankudy estvivono 91 famiglie in sole 15 tende, laripresa delle attività scolastiche e l’as-sistenza a più di 15.000 donne incintesopravvissute al maremoto, molte del-le quali sono rimaste vedove e nonsono in grado di mantenersi autonoma-mente. In Indonesia la debole Chiesa loca-le, seppur minoritaria, è riuscita a tro-vare una risposta alla devastazione to-tale che ha colpito il nord dell’isola diSumatra e sta gestendo con compe-tenza e abnegazione una tragedia cosìgrande. Il piano di intervento caritas ,per un totale di 14 milioni di euro siconcentra nella provincia di Aceh. Pre-vede un impegno quinquennale e siarticola in distribuzione di generi di pri-ma necessità per 97.000 persone(5.000 bambini) costruzione di riparitemporanei per 3.000 famiglie, costru-zione di case, accesso all’acqua pota-bile per 150 comunità, costruzione di10 cliniche e centri sanitari, interventi

nel settore educa-tivo, programmi direinserimento lavo-rativo, assistenzapsicologica e azionidi sensibilizzazioneed educazione allapace in una regionemartoriata anchedalla piaga dellaguerra civile. In Thailandia ilprogramma di aiutialla Chiesa prevedeun impegno di oltre3 milioni di euro, perun programma di ri-abilitazione di lungo

periodo che punterà sulla ricostruzio-ne di 200 case, la fornitura di attrezza-ture ai pescatori, la costruzione di unanuova scuola oltre all’assistenza me-dica e aiuto d’urgenza. È previsto an-che l’allestimento di tre cimiteri per levittime ancora senza nome. “Per non dimenticare...”: è uno deimotivi della preghiera per le vittime delmaremoto con la quale inauguriamo laQuaresima 2005. Don Vittorio Nozza, direttore dellaCaritas italiana scrive che: “se una le-zione va tratta da eventi come quelli diqueste settimane, non deve riguarda-re le vittime, ma tutti noi, sollecitati aprendere le distanze da illusioni di si-curezze e a ritrovare vie di vera solida-rietà”. Chiediamolo al Signore comefrutto di questa Quaresima.

L'AUSTERO PERIODO QUARESIMALE RICHIAMA I CRISTIANI ALL'AMORE CONCRETO VERSO I POVERI

6 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 8 FEBBRAIO 2005 - ANNO VIII - N. 3

“In qualità di interprete d’inglese mi as-segnarono all'Ufficio di Sanità Pubblicae fu un’esperienza che mi ha lasciato ilsegno per tutta la vita. La cosa più spa-ventosa che ho visto, di cui parlo rara-mente, è che noi andammo, nel maggiodel 1945, ad assistere alla dissepolturadei corpi, ormai putrefatti, degli ebrei edei partigiani uccisi - nell’autunno del1944 - dai nazifascisti, al Ronco, cheerano stati gettati nei crateri delle bom-be e ricoperti con la terra”. Con enorme fatica il professore Etto-re Conti (nella foto), scomparso il 15gennaio 2005, ricordava questo episo-dio che lo vide testimone di un tragicoperiodo storico. Nato a Forlì nel 1920, Conti era cre-sciuto tra i giovani cattolici forlivesi: “Ioero dell’Azione Cattolica e gravitavocontemporaneamente in due parroc-chie: la Trinità e i Cappuccinini”. Nella chiesa dellaTrinità, con don Se-condo Poni, si respirava l’aria della piùampia libertà in quanto il parroco espli-cava un’intensa azione educativa a fa-vore dei giovani che sapeva attirare connumerose attività di svago e di impe-gno culturale. Nella parrocchia dei Cappuccinini i gio-vani vivevano nell’oratorio esperienze di

I GIORNALISTI DELLA REGIONE E DELLA DIOCESI HANNO CELEBRATO IL LORO PATRONO

Comunicazione: impegno etico

Quest’anno la festa di san Fran-cesco di Sales, patrono deigiornalisti, si è svolta nei locali

della Curia sabato 29 gennaio con par-tecipanti che erano giunti dopo unperiglioso percorso in mezzo alla neve.Invitati da mons. Vescovo era tuttaviain buon numero, tanto della carta stam-pata, che delle televisioni e delle agen-zie di stampa (nella foto sopra). Ha introdotto il Vescovo porgendo pa-role di benvenuto e ricordando gli strettilegami che esistono fra la realtà eccle-siale e il mondo delle comunicazioni,una Chiesa che ‘produce’ fatti e deimedia che ne allargano la portata. Hasottolineato la collaborazione e la fidu-cia che vi deve esistere tra due realtàche, nel loro specifico campo, sono alservizio dell’uomo. Monsignor Franco Zaghini, direttoredi “Eco” e responsabile dell’Ufficio dio-cesano delle Comunicazioni sociali haillustrato alcune linee di un recente do-cumento pubblicato dalla Conferenzaepiscopale italiana: Comunicazione e

missione, diret-torio sulle co-municazioni so-ciali nella mis-sione dellaChiesa. Tra le diversecose, sempreattingendo daldocumento del-la CEI, si è sof-fermato sull’im-pegno eticodella comuni-cazione oggi,non tanto comeadesione ad

una qualche dottrina morale, quantocome partecipazione attiva ad una dellegrandi questioni della nostra società:quella etica; da essa dipende infatti losvolgimento della nostra società. Ai giornalisti è stato donato l’Annua-rio Diocesano dal quale è possibile trar-re l’identikit della Chiesa forlivese; ilVangelo di Matteo che costituisce il ful-cro del Progetto pastorale diocesano esono stati ricordati i partecipati incontriformativi di Coriano; la stampa della‘home page’ del sito della diocesi(www.forli.chiesacattolica.it) che è oracompleto in tutte le sue parti e piena-mente funzionante. Si è poi aperto un dialogo fra il Ve-scovo e i giornalisti dai quali è emersala percezione che lui ha della realtàforlivese ove, assieme ad alcune pre-occupanti situazioni di aziende in crisi(di cui auspica in breve tempo la felicesoluzione) vi è la generosa apertura efattiva partecipazione dei forlivesi aigrandi eventi della mondialità.

A. B.

CULTURA E SOCIETÀ, LA PASSIONE DI UN INSEGNANTE CATTOLICO FORLIVESE

Ettore Conti, un testimone

O ltre duecento giornalisti e ope-ratori della comunicazione sisono incontrati il 22 gennaio a

Bologna in occasione della festa del pa-trono, san Francesco di Sales, nellasede dell’Istituto Veritatis Splendor. Al-l’incontro, promosso dall’Ucsi (Unionecattolica stampa italiana),Fisc (Federazione italianasettimanali cattolici) e ClubSanta Chiara sono intervenu-ti molti fra giornalisti e ope-ratori della comunicazioneguidati da mons. ErnestoVecchi, delegato della Con-ferenza episcopale dell’Emi-lia Romagna per le comuni-cazioni sociali. Il tema dell’in-contro “Libertà e verità: la re-sponsabilità dei giornalisti edegli operatori della comuni-cazione” è stato affrontato damons. Carlo Caffarra, arcive-scovo di Bologna risponden-do alle domande che gli sonostate poste da Emilio Bo-nicelli, presidente regionaledel Club Santa Chiara, GiulioDonati, delegato regionaledella Fisc e Alessandro Ron-doni, presidente regionaledell’Ucsi, direttore de Il Mo-mento e moderatore dell’in-contro. “La responsabilità deigiornalisti e degli operatoridella comunicazione è nei confrontidella verità - ha affermato mons.Caffarra - sono cioè responsabili di unacomunicazione vera”. L’Arcivescovo,citando san Tommaso, ha approfondi-to il tema della giustizia comunicativa,il debito cioè di verità che ogni uomodeve all’altro uomo: “La responsabilità

forte aggregazione, vivificate e stimolatedalla profonda cultura di don Diego Ruffilliche li educava al libero confronto, dandoloro basi teoriche per costruire libere idee.L’incontro che diede una svolta politicaalla sua sensibilità di cattolico, avvennea Cervia nel luglio del ’43, quando An-giolino Raffaelli lo avvicinò per chiederglise fosse disposto a fare parte di un par-tito politico di cattolici, in vista dellariorganizzazione democratica dell’Italia. Con gratitudine Conti ricordava che da

Angiolino Raffaelli e da d.on MarioVasumi imparò a riflettere e a ragionarein termini politici. Alla liberazione di Forlìsi ritrovò nelle SAP e in qualità di uffi-ciale venne incaricato di tenere sottocontrollo il Palazzo della Prefettura; inseguito G. Querzoli, del CLN, gli diedeil compito di individuare e salvare negliuffici della Questura i fascicoli personalisegreti riguardanti gli antifascisti forlivesi. Iscritto alla Dc dal 15 novembre ’44,partecipò alle vivacissime campagneelettorali, tenendo numerosi comizi in tut-ta la provincia. Nel 1947 si laureò a Ve-nezia, in lingue e letterature straniere. Il suo impegno politico lo portò adessere eletto - per due mandati - nelConsiglio Comunale di Forlì, dove nelmaggio del ’60, venne attuato il primocentro sinistra in Romagna. In questaoccasione Ettore Conti seppe essereun interlocutore valido perché sapevaindividuare con estrema lealtà le diffi-coltà degli uni e degli altri, senza ri-nunciare a cercare la strada più rapi-da e convincente per giungere alla pia-nificazione dell’innovativo progetto,senza mettere a repentaglio i principicristiani cui si ispirava. Affiancò alla politica anche l’impegnonel sindacato, collaborando con l’ami-

SNODO DELLA MODERNITÀ LIBERTÀ E VERITÀdei giornalisti e degli operatori dellacomunicazione diventa di carattereeducativo nel senso preciso che pos-sono orientare le scelte delle persone,quindi la configurazione dei vari rapportisociali”. “A che cosa tende ultimamen-te la comunicazione - si è chiesto l’Ar-

civescovo - a informare per liberare lepersone o a persuadere?”. Nella secon-da parte del suo intervento mons. Caf-farra ha affrontato il tema della libertà aproposito della quale ha affermato tral’altro: “Sono libero non quando finaliz-zo la comunicazione alla produzione delconsenso prescindendo dalla verità obontà di ciò su cui chiedo di consentire,ma quando aiuto chi mi ascolta a fareun uso della sua propria ragione. Per-ciò il criterio dell’audience non è quelloprincipale se si vuole esser liberi di rea-lizzare una vera giustizia comunicativa”.Mons. Caffarra ha risposto poi ad alcu-ne domande dei presenti e ha conclusol’incontro con la celebrazione della mes-sa nella cappella dell’Istituto auspicandoche questo appuntamento regionale deigiornalisti si possa ripetere anche neiprossimi anni.

Giovanni Amati

co Renato Ruffilli. Nell’ambito dellascuola - a lungo ha insegnato ingleseall’ITI - fu un referente autorevole e sti-mato. Già in pensione si prestò gene-rosamente per l'insegnamento dellasua disciplina nel Liceo Linguistico a-perto dalla diocesi. Riservato nella sua vita privata, sap-piamo che dal matrimonio (1952) conFranca Sansovini, sono nati due figli,Elisabetta e Marco. Coltivò una fortepassione per l’astronomia e brevettò unparticolare astrolabio da utilizzare conil grande telescopio che aveva fatto in-stallare nell’edificio dell’ITI. Era solito ricordare con un certo orgo-glio come la squadra forlivese di scacchicui lui apparteneva, avesse saputo bat-tere - nel 1946 - gli ufficiali inglesi, in unamemorabile partita, che i nostri scacchistivinsero nove a zero. Con ironia amavasottolineare che per vincere aveva usa-to la tattica della “difesa inglese”.

Gabriella Tronconi

8 FEBBRAIO 2005 - ANNO VIII - N. 3 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 7

CENT’ANNI FA 71

I l Suffragio è cer-tamente una del-le più belle chie-

se forlivesi seppurenon delle più anti-che. Costruita al-l’inizio del secoloXVIII per la munifi-cenza del canonicoCristoforo Aspini edella nipote Barba-ra era finalizzata alculto del suffragio,come dice il nome,a favore delle animedel Purgatorio, affin-ché potessero rag-giungere, tramite lapreghiera dei vivi eil loro esercizio del-la carità, la pienagloria del paradiso.Posta quasi sulla piazza centrale dellacittà ha svolto alcune volte il ruolo dichiesa ‘palatina’ per le cerimonie checoinvolgevano la magistratura cittadina. L'architetto era stato un monacocamaldolese, Giuseppe Antonio Sora-tini, che si era ispirato alla chiesa di G.L.Bernini, S. Andrea al Quirinale, singo-lare per la sua pianta elissoidale. La chiesa è caratterizzata da unacentralità che, con una altissima cupo-la (in realtà un profondo tiburio circola-re), porta ad un verticalità quasi verti-ginosa. Gli altari laterali sono tutti di ot-tima fattura e resa scenografica, quel-lo di S. Antonio poi, sulla destra, oltrealla tela di ottimo livello (di SimoneCampagnoli) ha anche decorazionimarmoree (vasi e tondi) di ottima qua-lità. Sulla sinistra in un altare di rigoro-so impianto geometrico una tela di An-tonio Fanzaresi con un'ariosa compo-sizione presenta i santi Vincenzo Fer-rer, Giovanni Nepomuceno e il beatoTorello da Poppi, di recente proclama-to patrono (secondario della città). L'al-tare maggiore proviene dalla soppres-sa chiesa di S. Domenico e la tela pre-senta il riferimento alla Visitazione disanta Elisabetta alla madonna (cui ilSuffragio è dedicata) i santi Francescodi Sales e Francesco Saverio mentrele anime del Purgatorio sono portate inparadiso da un angelo; è opera di Fi-lippo Pasquali. È sempre stata una chiesa di riferi-mento per molti forlivesi anche perchéha avuto rettori che sono stati in gradodi assicurare un servizio religioso diqualità. L’ultimo che ha assicurato unacontinua presenza ed un servizio reli-gioso quotidiano è stato mons. SergioScaccini, morto nel 2001. Suo successore è don Paolo Giuliani,che presta un servizio domenicale. Co-me tutte le cose antiche la chiesa co-

minciava a richiedere profondi restau-ri, pulizie, adattamenti. Si è proceduto, nel corso di questianni, al consolidamento e restauro dellestrutture (soprattutto i tetti) si è adegua-to il riscaldamento e l’impianto elettri-co, si è restaurato tutto l’apparato de-corativo: le grandi pale d’altare, la de-corazione pittorica, soprattutto quellamaestosa dell’alta cupola, e, infine, siè adattata alle nuove esigenze liturgi-che l’area presbiterale. Il problema nonera di facile soluzione poiché la piantaelissoidale (bellissima sotto l’aspettoscenografico) veniva a sacrificare lospazio attorno all’altare maggiore (eneppure era possibile approfittare del-le geniali soluzioni che il Bernini avevaapportato nell’abside della chiesa di S.Andrea al Quirinale). Si è optato, su progetto dell’architettoRoberto Pistolesi, di costruire una ‘con-troelisse’ avanzata sull’area della nava-ta e ubicarvi altare, ambone e sede, la-sciando integra la visione dell’anticaarea absidale con l’imponente altare.Come nuovo altare si è utilizzato un bel-lissimo altarino barocco che già si tro-vava nella cappelletta dei caduti postasul lato sinistro. L’ambone è stato co-struito in marmo con richiami all’altare. Nella serata di sabato 29 gennaio viè stata la ‘dedicazione’ dell’altare, ceri-monia che si effettua molto raramentee piena di suggestivi richiami ad unaantica sacralità (l’abbondante uso delsacro olio ‘crisma’ sparso su tutta lamensa, l’incensazione sottolineata daun braciere che posto sulla mensa hafatto elevare al cielo una quantitàinusuale del sacro profumo). La singo-lare e solenne cerimonia, avvenuta al-l’interno della Messa, è stata officiatadal Vescovo, con la presenza di diver-si sacerdoti, il coro della Cattedrale edun notevole numero di fedeli, fra i quali

alcuni rappresentan-ti delle istituzioni edella cultura. Sobrie e significati-ve parole di don Pao-lo Giuliani hannospiegato il significatodella cerimonia e rin-graziamenti sono an-dati a quanti hannocollaborato e, in pri-mo luogo, alla memo-ria di mons. Scacciniper il cui ricordo tuttoquesto è stato realiz-zato.

F. Z.

SINGOLARE CERIMONIA CON GRANDE PARTECIPAZIONE

Nuovo Suffragio FESTA DELLAMADONNA DEL FUOCOLa festa sarà decorata della presen-za dell’Em.mo Card. Svampa, dimons. Cazzani novello Vescovo di Ce-sena e di mons. Scozzoli vescovo diRimini. Vada il saluto ospitale dei for-livesi agli illustri presuli che interven-gono ad un avvenimento cittadino cosìlieto e festoso. Degna preparazione della festosasolennità della Madonna del Fuoco èstata la Novena, predicata dal M. R. D.Agostino Marini, Can. Teologo di Pi-stoia. Giovanissimo ancora, a soli 32anni, egli possiede le doti più eminentidel predicatore. Quando si ascoltanouomini di tale potenza bisogna dire consoddisfazione: l’oratoria sacra in Italiarisorge. E con essa rifulge più bellal’idea; che, come ha ben detto e incul-cato il Marini, deve pervadere tutta lavita umana e deve fecondare tutte leaspirazioni buone e sane fino a que-sta democrazia che oggi respiriamonell’aria e assorbiamo da tutti i pori. Grazie, Canonico Marini, grazie avoi che ci avete detto questo e altro,con quella evidenza e con quella ener-gia con cui voi sapete parlare. Cosìnoi comprendiamo che festeggiare laMadonna, il simbolo più puro di quel-l’idea, come fanno tutti i cittadini chenon sono incatenati oggi nella scuolao nell’officina, o in catene peggiori, èopera degna di cittadini e di credenti.

FIUMANA

Il Pensiero Romagnolo aveva una cor-rispondenza da Fiumana nella qualemanifestava unicamente il desiderio diingiuriarmi senza allegare una plausi-bile ragione su cui fondare gli insultiche mi si rivolgevano. Non so se il corrispondente abbiaimparato a trattare così i galantuomi-ni dalla lettura dei Doveri dell’uomo diGiuseppe Mazzini; questo è certo chein tal caso non farebbe troppo onoreal libro di cui si vuol prendere difesa. Del resto da chi non ha il coraggiodi mostrare la propria faccia non c’èda aspettarsi altro che bugie e ingiu-rie. E bugie e ingiurie sono quelle cheha scritto l’anonimo del Pensiero. È falso infatti che sia stata unanimenel nostro Consiglio Comunale la de-liberazione di adottare i Doveri diMazzini; perché i cattolici sono con-

trari. È falso che io abbia detto ai ge-nitori di mandare i figli piuttosto allachiesa che alla scuola. Io ho detto chei doveri si insegnano nel catechismocristiano con maggior efficacia e pre-cisione che nel libro di Mazzini. Que-sto l’ho detto e lo sostengo. È falso che io mi lamenti della fan-fara repubblicana perché mi rechi di-sturbi personali. Io ho lamentato soloche essa sia venuta qualche volta adisturbare il mio popolo mentre atten-deva ai sacri riti della Religione, per-ché credo che il popolo sia popolo emeriti rispetto sempre, non solo quan-do prende parte alle parate del partitorosso, ma anche quando adora Dio,anche quando solleva la sua mente aquesto Essere supremo di cui neiDoveri dell’uomo si parla non solo conrispetto, ma con entusiasmo. Lascio i titoli ingiuriosi di ortolano,lascio i disturbi del chilo, la faccia to-sta, il poco capire, i richiami di Pal-lanza e di Albano, le allusioni a S.Alfonso, tutte cose tirate fuori permancanza di argomenti. Insegno almio popolo il rispetto per tutti e credodi aver diritto di chiedere ai repubbli-cani che anche ai loro scrittori più omeno omonimi insegnino il galateo ela creanza.

D. Antonio Arfelli

ACQUA E NEVEÈ ben vero che di questi giorni abbia-mo goduto lo spettacolo gratuito di unapiccola Forlì lagunare, dove si potevaandare in barca sotto l’occhio pater-no de’ nostri consoli dal berretto frigio.Ma che importa l’innocuo pediluvio; ache prendersela se la neve sembraabbia scelto fissa dimora fra noi, sequalche vecchio è caduto, o qualchebimbo si è rotto il naso, scivolando sulghiaccio? Il pensiero che di qui a pochi mesiai dolci tepori primaverili avremo lachiara fresca e dolce acqua di Bus-secchio, deve far sussultare ogni cuo-re forlivese di gioia. Il Comune si pre-para al grande avvenimento ... e noiassisteremo ad un altro grande spet-tacolo, che certo A. Beltramelli con-segnerà alle pagine della cronistoriarossa nel suo Cavalier Mostardo. Pregustando quel giorno in cui lecampane di palazzo comunale suone-ranno a distesa pel fausto evento, ilnostro Comune ci ha preparato unalapide. Chi sarà il lapidato? Lui stes-so o meglio il partitone popolare ispi-ratore! L’epigrafe sarà murata in quellamastodontica torre di Babele che si stacostruendo ora, proprio a riscontrodella rocca di Caterina Sforza a Ra-valdino, come una sfida della Repub-blica al medioevo nero e feroce. Era generalmente sentita dai for-livesi la necessità di un marmo cheeternasse le gesta dei partiti popola-ri al Comune, quasi che non bastas-sero il bilancio in deficit, le migliaia dilire sciupate nel gas che fugge daitubi soverchiamente... (come debbodire?) popolari, la pozzanghera checi letifica da un mese e tante altrebelle cose di cui Forlì repubblicanagiustamente si vanta. Si è pensatodunque di eternare nel marmo il gran-de evento dell’acqua condotta a Forlìdalle pisciatelle (pardon) fontanelle diBussecchio.

8 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 8 FEBBRAIO 2005 - ANNO VIII - N. 3

quindicinale registrato al Tribunale di Forlìil 12 gennaio 1998 al n. 36/97

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VILLANOVA (viale Bologna332, Forlì, telefono 0543/754174) ore 21: 6, 13, 20, 27maggio; 4 giugno.

CA’ OSSI (via Ribolle 110,Forlì, telefono 0543/65442) ore21: 3, 10, 17, 24, 31 maggio.

Venerdì 11febbraio 2005

l'Unitalsi festeggia

NOSTRASIGNORA

DI LOURDESore 20,30 nella chiesa

di Predappiorecita del Rosario

e processioneper le vie del paesecon benedizione

eucaristica

“Alla Cena dell’Agnello. Cantiamo aCristo Signore”. Questo il titolo del Sus-sidio liturgico-pastorale per la prepara-zione al tempo di Quaresima-Pasqua,pubblicato in questi giorni dagli Uffici edagli Organismi della Cei. L’opuscolo si apre con una presen-tazione di mons. Giuseppe Betori, se-gretario generale della Cei, che ricor-da tra l’altro: “Il tempo quaresimale con-duce alla Pasqua e si offre al credentecome ‘tempo favorevole’ per impararea camminare sulla strada tracciata daCristo. Egli ‘chicco di grano’ adagiatonella mangiatoia di Betlemme, ora pro-cede verso Gerusalemme per caderenella terra e germogliare, perché se il‘chicco di grano, caduto nella terra, nonmuore, esso rimane solo, se invecemuore, porta molto frutto’ (Gv 12,24). Ilcammino di Cristo illumina il nostrocammino e la sua Pasqua diventa lanostra Pasqua”. Il testo, si legge nellapresentazione, “È stato pensato aven-do tra le mani il Lezionario domenicalee leggendone le pagine nel contestodell’anno dedicato all’Eucaristia nel cli-ma della preparazione al Congressoeucaristico che si svolgerà a Bari ilprossimo maggio. La prima parte delsussidio presenta per ogni domenicaalcune tracce di riflessione alla luce dellegame tra Parola annunciata, celebra-ta e vissuta; la seconda parte offreschemi di preghiera ispirati ad alcunitemi propri del Lezionario domenicaledel ciclo A; la terza parte presenta unpiccolo repertorio musicale e, in parti-colare, la proposta di alcune melodieper il canto dei Salmi”. Per informazioni: Ufficio liturgico na-zionale, tel. 06/66398245; e-mail:[email protected].

QUARESIMA:UN SUSSIDIO

UCIIM Servizio di attività di aggiornamento per insegnantiDIDATTICA PLURIDISCIPLINARE

ore 15 Scuola Media Via Orsini 50, Forlì

MARTEDÌ 15 FEBBRAIOL'immaginario femminile nell'arte

prof.ssa Maria Grazia Morganti

LUNEDì 28 FEBBRAIOLo sguardo femminile nel cinema

prof. Andrea Bruni

VENERDì 1 E 15 APRILEDonne angelicate, bisbetiche, muse, eroinee femmes fatales nella letteratura europeaprof. Giorgio Baruzzi e prof.ssa Antonella Parola

U n’altra indegna gazzarraove il pregiudizio anticat-tolico trionfa; in questo

tempo non si possono fare affer-mazioni critiche o offensive versonessuno eccetto su Cristo, la Chie-sa Cattolica e ciò che ad essa ècaro. Bestemmie, offese e stupi-daggini verso Cristo e la Chiesafanno “in”, la critica e la razionalitàtanto decantate dall’intelligenza li-bera dalle catene del dogma sonodisposte a bersi ogni panzana pur-ché sia contro Cristo e la Chiesa. È la paradossale situazione chesi è creata dopo la pubblicazionedi un romanzo che, sul fondamen-to delle false affermazioni introdut-tive dell’autore (ritirate nelle ultimeedizioni) viene ritenuto ‘storico’ (ese fosse un romanzo ‘storico’ po-trebbe anche andare) e veritiero.Persone che si ritengono di buonacultura, purché si dica male del cat-tolicesimo, sono disposti a pro-stituire la propria intelligenza. Purdi lasciarsi alle spalle il Vangelosono disposti a barattarlo con unsozzo letamaio di calunnie. Il “Codice da Vinci” di Dan Brown, èl’ardua fatica che il lettore deve percor-rere per seguire un misterioso “Prioratodi Sion” (mai esistito, è necessario ri-badirlo?), i templari (una leggenda neradella quale si pasce l’Europa dal XVIIIsecolo), Leonardo da Vinci (il cui genioè scambiato per una scienza esotericapassata solo a Dan Brown il quale ol-tre a scrivere schiocchezze non ha co-municato altro al mondo), il matrimo-nio fra Cristo e la Maddalena (ormai nonè più una novità poiché da qualchedecennio è tesi familiare ai buontem-poni da osteria in vena di bestemmie oai circoli culturalchic); l’Opus Dei, sen-tina di ogni vizio (ne sa qualcosa laministra inglese che è stata contestataper avere simpatie verso quell’associa-zione a delinquere), recupero dell’onni-presente (e misteriosa?) massoneriache non poteva non riunirsi che sottouna piramide (abbiamo sempre sapu-to che quella costruzione richiamava inobili principi dell’89 secondo la vulgatadei franchi muratori). Persone di buona volontà, e di rettaintelligenza, si sono messi all’opera perconfutare ciò che non è altro che ungrosso pamphlet, ammiriamo il loroimpegno e potrà avere una qualcheutilità presso coloro che hanno ancora

un barlume di ragione ma mi chiedo se,di fronte alla serietà di un’argomenta-zione storico-scientifica riusciranno areggere coloro che sono disposti a sor-birsi le menzogne di Brown dimostran-do per ciò stesso di non essere in gra-do di affrontare la fatica dell’intelligen-za. Il detto è antico e vero: la monetacattiva scaccia quella buona. A questo punto può sorgere un inter-rogativo a proposito della cultura mediadella nostra società: i consumatori dicerta letteratura, di certo cinema e dicerta televisione sono in grado di capireche Star Treck, Visitors, Terminator eMatrix sono solo fantasia? che Asimovè un grande romanziere ma non unostorico? che Stephen King e WilburSmith sono affascinanti narratori ma nonpretendono di narrare la realtà? Sannodistinguere fra Ciampi e e il dott. Spock. Qui non si tratta di verità religiose ono ma di preoccupante carenza di cul-tura e di buonsenso; qui non va a rotolila religione qui sta incretinendo unabuona parte della società a dispetto diogni riforma scolastica.Siamo stanchi di dover sempre difen-dere la verità e il buonsenso di frontealla stupida malafede di chi costruisceil proprio successo sull’odio al cattoli-cesimo.

Franco Zaghini

UN LIBRO CHE METTE A DURA PROVA L'INTELLIGENZA

La menzogna vince