Il Malato Acuto ed il Malato Cronico
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Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
Il Malato Acuto
ed il Malato Cronico
Dott. Angelo Barbato
Dirigente Medico – Direzione Medica Presidio Ospedaliero

Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
Persone con una o più patologie croniche richiedono:
- 72% del totale delle visite mediche
- 76% di tutte le ospedalizzazioni
- 80% dei giorni totali di degenza
- 88% di tutte le prestazioni mediche
- 96% di tutte le visite domiciliari
Kane R. 2005
Malattia cronica

Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
Paradigma dell’attesa tipico delle malattie acute: (da Gavino Maciocco)
• evento su cui intervenire, su cui mobilitarsi per risolvere il problema.
• Applicare alle malattie croniche il paradigma assistenziale delle malattie acute provoca danni incalcolabili.

Paradigma dell’attesa tipico delle malattie acute: (da Gavino Maciocco)
• Ciò significa che il “sistema” si mobilita davvero solo quando il paziente cronico si aggrava, si scompensa, diventa “finalmente” un paziente acuto.
• Ciò significa rinunciare non solo alla prevenzione, alla rimozione dei fattori di rischio, ma anche al trattamento adeguato della malattia cronica di base.

Paradigma dell’attesa tipico delle malattie acute: (da Gavino Maciocco)
L’attesa è il paradigma
classico del modello bio-medico di sanità,
quello su cui da sempre si fonda la formazione universitaria, e non deve stupire che sia il paradigma dominante anche nell’ambito
della medicina territoriale e delle cure primarie.

Il paradigma dell’iniziativa è quello che
meglio si adatta alla gestione delle malattiecroniche, perché i suoi attributi sono:
a) La valutazione dei bisogni della comunità el’attenzione ai determinanti della salute(anche quelli cosiddetti “distali”, ovvero quellisocio-economici, che sono alla base dellecrescenti diseguaglianze nella salute, anchesul versante dell’utilizzazione e qualità deiservizi, nei portatori di malattie croniche);
Paradigma dell’iniziativa(da Gavino Maciocco)

b) La propensione agli interventi di prevenzione,
all’utilizzo di sistemi informativi, alle attività
programmate e agli interventi proattivi (es:
costruzione di registri di patologia, stratificazione
del rischio, richiamo programmato dei pazienti,
etc);
Paradigma dell’iniziativa(da Gavino Maciocco)

c)
coinvolgimento e motivazione degli utenti
presa in carico
l’attività di counselling individuale e di gruppo
l’interazione con le risorse della comunità
(associazioni di volontariato, gruppi di
autoaiuto, etc.).
Paradigma dell’iniziativa(da Gavino Maciocco)

Opinioni sul federalismo(dati Censis 2012)
Raccoglie meno consenso l’attribuzione
alle Regioni di maggiori responsabilità
in campo sanitario (57%)
Solo il 36% della popolazione ritiene che il federalismo consenta di creare una sanità
più vicina alle esigenze della popolazione

Lombardia
Toscana Marche
Emilia Romagna
Regioni che hanno prodotto i modelli sanitari più originali creando una forte differenziazione fra i Piani Sanitari

CATEGORIA INTENSITA’
Cure Primarie
CureIntermedie
CureOspedaliere
Bassa
Media
Alta
COMPLES-SITA’
Variabile
Medio-Alta
Alta
Categorie di cure per intensità, complessità e costi
COSTI
Bassi
Medi
Alti
Cure Primarie
Bassa

Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
Se sono compromessi i
parametri vitali, e occorrono
interventi immediati per
garantirla, si parla
di emergenza.
Quando, invece, occorre un
intervento pronto, ma non
immediato (dilazionabile nel
tempo) si parla di urgenza.

Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
MODELLI ORGANIZZATIVI GESTIONE PER EMERGENZA/URGENZA
PRONTO SOCCORSO
ELISOCCORSO
TRAUMA CENTER
CENTRALE OPERATIVA E 118
DIPARTIMENTO EMERGENZA URGENZA (DEU)
MEDICINA E CHIRURGIA D’URGENZA
OSSERVAZIONE BREVE INTENSIVA (OBI)
AREA ALTA INTENSITA’ DI CURA

Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
CENTRALE OPERATIVA E 118
Martedì 07 Gennaio 2014 14:30
SANITA' LAZIO: CGIL, NUOVA EMERGENZA BARELLE PER IL
118

Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
DIPARTIMENTO EMERGENZA URGENZA (DEU)

Il DEA:
Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
Ha già
incorporato i
principi organizzativi
dell’ospedale per
livelli di
complessità clinico
assistenziale.
Ha subito una spinta
evolutiva verso
l’integrazione operativa
multidisciplinare e
multiprofessionale.

Laboratorio Nuova Sanità – New Health Laboratory
individuare i
setting assistenziali
in un ottica
multiprofessionale
e di stratificazione
dei livelli clinici
assistenziali.
Il medico di PS Emergenza avrà una nuova sfida:
raccordo tra ospedale
e territorio

SISTEMA
OSPEDALERO
Intensività assistenziale
Orientato alla produzione di prestazioni
Presidia soprattutto
l’efficienza
Tende all’accentramento(Economie di scala)
Punta all’eccellenza
SISTEMA
DELL’ASSISTENZA
DISTRETTUALE
Estensività assistenziale
• Orientato alla gestione di processi assistenziali
• Presidia soprattutto l’efficacia e i risultati di salute
• Tende al decentramento(Partecipazione)
• Punta all’equità
• Punta all’integrazione fra servizi sociali e sanitari

Legge 8.11.2012 (legge Balduzzi)
Art. 1 (Riordino dell’assistenza territoriale)
Ricompare il principio dell’apertura 7 giorni su 7 24h (modello tipico per la risposta alle patologie acute)
Non si fa menzione della “Medicina d’iniziativa”
31

LEGGE BALDUZZI(Legge 8 Novembre 2012, n. 189)
Assegnazione dei medici convenzionati a forme organizzative monoprofessionali (Aggregazioni funzionali territoriali) e multiprofessionali (Unità complesse di cure primarie);
Partecipazione alle UCCP degli altri professionisti convenzionati con il SSN, degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici della riabilitazione della prevenzione e del sociale
UCCP aperte al pubblico 7 giorni su 7 H24;
N. B. Non è individuato il ruolo centrale del Distretto per garantire l’approccio di sanità pubblica
32

CHRONIC CARE MODELPerché un’altra strada?
Studio friulano del 2011: se un paziente sano costa € 0/anno, quelli che hanno una di queste
condizioni invece…

CHRONIC CARE MODELSuggestioni Americane…
E' intorno agli anni '90 che si fa strada l'idea di abbandonare l'approccio
reattivo (attesa dell'evento acuto) nella gestione delle malattie croniche
in favore di un approccio proattivo e di iniziativa allo scopo di
rallentare la progressione della malattia.
Verso la fine degli anni '90 E.H.Wagner ed i ricercatori del MacColl Institute
for Healthcare Innovation sviluppano un primo modello compiuto –
Chronic Care Model - di gestione della cronicità sulla base di un'attenta
ricognizione della letteratura sull'argomento.
Il modello viene ulteriormente perfezionato con il contributo della Robert
Wood Johnson Foundation e di un panel di esperti per diventare poi il
perno di un programma nazionale: Improving Chronic Illness Care.
Il modello si caratterizza per un approccio sistemico alla malattia cronica
attraverso l'integrazione di sei aree di intervento/cambiamento.

CHRONIC CARE MODELExtended Chronic Care Model
Sostegno all’Autogestione ! Responsabilizzare i pazienti sulla loro salute e sulla
loro assistenza mettendoli in condizione di
controllarle e gestirle da sé, attraverso:
! l’enfatizzazione del ruolo del paziente nella gestione della propria salute;
! l’uso efficace di strategie di sostegno all’auto-gestione
che includano momenti di valutazione, di definizione degli obiettivi, di pianificazione delle azioni, di risoluzione
dei problemi e di follow-up;
! l’organizzazione delle risorse interne e della comunità
allo scopo di fornire ai pazienti sostegno continuo all’auto-gestione.

CHRONIC CARE MODELIL CARE MANAGERCompetenze Professionali INFERMIERI PROFESSIONALI

CHRONIC CARE MODELI RISULTATI ECONOMICI AD UN ANNO
DALL’AVVIOTIPO ASSISTENZA FASE COSTO ANNUO VARIAZIONE PERCENTUALE
SPECIALISTICA AMBULATORIALE
PRE NARDINO 8.141,72
43%POST NARDINO 11.652,54
DIAGNOSTICA DI LABORATORIO
PRE NARDINO 23.327,41
25%
POST NARDINO 29.261,08
DIAGNOSTICA STRUMENTALE
PRE NARDINO 10.071,36
59%
POST NARDINO 16.059,30
ASSISTENZA FARMACEUTICA
PRE NARDINO 248.223,81
-27%
POST NARDINO 180.773,37
ASSISTENZA OSPEDALIERA
PRE NARDINO 35.814,88
-47%POST NARDINO 18.853,76
TOTALE
PRE NARDINO 325.579,19
-21%POST NARDINO 256.600,05

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Quale assistenza per il malato cronico nella regione lazio?