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IL MAL DI VIVERE INDICE Quotidianità: La noia dei giovani Scienze Motorie: droga e sport Storia Dell’arte: Van Gogh Letteratura: Eugenio Montale Francese: Le deuxième guerre mondiale Scienze: L’atomo e le sue mutazioni Educazione Tecnica: Modellino dell’atomo Film: requiem for a dream Storia: L’olocausto Geografia: Arabia Romanzo: Suad, Bruciata Viva Inglese: A history of racial struggles Musica: La musica Reggae

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IL MAL DI VIVEREINDICE

Quotidianità: La noia dei giovaniScienze Motorie: droga e sportStoria Dell’arte: Van GoghLetteratura: Eugenio MontaleFrancese: Le deuxième guerre mondiale Scienze: L’atomo e le sue mutazioniEducazione Tecnica: Modellino dell’atomoFilm: requiem for a dreamStoria: L’olocausto Geografia: ArabiaRomanzo: Suad, Bruciata VivaInglese: A history of racial strugglesMusica: La musica Reggae

Il mal di vivere esprime la sofferenza e la depressione dell’uomo. Esso è quel

senso di insofferenza che si prova nei confronti della propria vita, quando anche

ciò che in passato ti rendeva felice ha smesso di avere importanza, quando la

disillusione prende il sopravvento e non hai più voglia di lottare per qualcosa

sapendo che non servirà a niente.

Ma non solo questo …

Molto presente è la noia soprattutto dei giovani che si sentono malinconici,

tristi, senza una meta, quindi incompleti.

LA NOIA DEI GIOVANI

La definizione di noia è molto difficile da esprimere ma cerchiamo di approfondirla al meglio. La noia non è soltanto la monotonia o la mancanza di

distrazioni ma molte volte è come una pigrizia che sentiamo in noi stessi: allora stiamo lì seduti sul divano guardando la televisione senza essere davvero attratti da ciò che stiamo vedendo oppure chattiamo senza dirci davvero

qualcosa. Il tempo scorre e noi non lo stiamo vivendo, ci sembra di avere due massi al posto dei piedi e che fatica muoversi. Sembra quasi che l’essere umano, per essere soddisfatto debba avere tutto pianificato, delle routine precise che non creino troppi sconvolgimenti nelle sue giornate. Le nostre giornate sono scandite da orari, attività, luoghi, persone sempre uguali! La sveglia, la scuola, gli insegnanti, il pranzo a casa e il combattimento per i

compiti e lo studio. Qualcuno ci mette in mezzo un’attività sportiva, ma spesso rischia di diventare un impegno piuttosto che uno svago. Ecco che allora, non sono solo le giornate vuote, apparentemente prive di stimoli, ad annoiarci, ma

anche quelle ricche di impegni: la ripetitività dei soliti impegni. A volte rischiamo di non riconoscere le opportunità che la vita ci offre. A volte lasciamo

che la pigrizia prevalga su di noi rendendoci passivi e inermi. La noia può diventare così il “più grande nemico da combattere”. Alcune volte non si riesce ad apprezzare il tempo che abbiamo per stare con noi stessi in solitudine e lo confondiamo con la noia. In realtà, questo tempo, potrebbe essere utile per scoprire e comprendere i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre paure, le

nostre emozioni e per trovare dei significati che solo noi possiamo darci. Il “non fare qualcosa”, quindi, non è di per sé negativo, ma può essere un momento di

arricchimento, conoscenza e crescita personale. A volte capita che gli adulti come i nostri genitori siano infastiditi dal nostro atteggiamento annoiato, vorrebbero che... ci “passasse alla svelta”, semplicemente perché si sono

dimenticati che anche per loro ci sono stati dei momenti così. Risulta difficile allora trovare uno spazio in cui confidarci, confrontarci o semplicemente

parlare. Siamo quasi inevitabilmente soli, ci sembra di perdere i riferimenti, i punti cardine della nostra vita. La noia che proviamo in queste situazioni è

diventata qualcosa di più forte, più pesante, più risonante dentro di noi e può arrivare a farci provare una forte tristezza... può capitare allora di cercare vie di fuga alternative, nuove, che ci possano distrarre, far evadere dalla realtà. Può capitare di iniziare a frequentare persone che, in fin dei conti, non conosciamo nemmeno bene, ma ci fanno compagnia, e anche se queste persone non hanno granché da fare... fa lo stesso, stanno in giro, o al bar, trascorrono i pomeriggi

seduti sulle panchine di un parco, fumano sigarette o quant’altro che si passano l’un l’altro. Nell’adolescenza la noia è frequente e comune, e può

essere utile per stimolarci ad una riflessione su noi stessi, su quello che più ci interessa e che ci coinvolge maggiormente. La noia è un sentimento conosciuto

non solo dai ragazzi ma anche dagli adulti. Ne abbiamo traccia sin dall’antichità, infatti, ne hanno parlato, filosofi di grande rilievo come

Kierkegaard e Schopenhauer; poeti come Foscolo, Leopardi e Petrarca; sino ai cantanti dei nostri giorni, come Vasco Rossi ne “La noia” e i Green Day con

“Longview”. La noia quindi è uno dei mali meno gravi da sopportare.

SCIENZE MOTORIEDroga e sport

L’ assumere droga per molti ragazzi sembra il mezzo per superare i problemi sociali e di contatto tra loro e il resto del mondo; sembra un modo per superare

i problemi, per andare avanti e a volte anche per dimenticare, cancellare le proprie fragilità e difficoltà. Il problema della droga, infatti, colpisce soprattutto

le persone più depresse, insicure o che non sanno di esserlo o rifiutano di affrontare questa loro condizione. Spesso si tratta di un vuoto di valori che, se

ci si sforza di riconoscere e comunicare, può essere facilmente riempito trovando modi più diversi e più sicuri. Mentre la persona normale trova il mezzo di liberare se stessa con la fantasia, l’arte, la curiosità e soprattutto attraverso

lo sport ‒ opportunità concrete della realtà della vita quotidiana e che richiedono un interesse e un impegno umano creativo piuttosto che un passivo

abbandonarsi al gioco del "fantastico"‒, quelle che fanno uso di stupefacenti cercano, di soddisfare le loro esigenze primarie attraverso esperienze

sostitutive. Da anni appare ormai sempre più evidente come tutti i tentativi di distacco dalla droga e di recupero del giovane drogato siano inevitabilmente destinati al fallimento, qualora non ci si preoccupi di aiutarlo a reinserirsi a

pieni diritto nella società che lo circonda e nell’ ambiente dove vive. Lo sport può decisamente contribuire a questo scopo. Il ragazzo che è incappato

nell'esperienza dell’uso di stupefacenti, appesantito dai pregiudizi e dalla diffidenza della gente, può trovare un’efficace occasione di reinserirsi nel

mondo esterno e di riconquistare in esso un ruolo non più marginale attraverso l’appartenenza a un gruppo sportivo. Il gioco di squadra, infatti, il divertimento della compagnia, la condivisione degli stessi interessi e dei valori di un intero gruppo stimola il ragazzo a credere in sé e nei valori sociali ed è sollecitato a credere a ricrearsi delle motivazioni, ad avere degli stimoli, a trovare degli

amici e a ricominciare da capo. Un altro modo per far allontanare il soggetto dall’ uso di sostanze nocive è fargli ricoprire un ruolo superiore a quello degli altri o qualificato. Ruoli, ad esempio, di aiuto ai disabili possono fargli capire

che i problemi veri della vita sono altri e non le sciocchezze che lo hanno portato all’ assunzione di sostanze stupefacenti. O magari che, anche se i suoi sono stati problemi difficili da affrontare, non bisogna rimanere da soli e, anzi, condividerli con gli altri e magari con chi ne ha di più gravi può spingere alla

solidarietà e alla reciproca fiducia. Insomma, lo sport è un formidabile argine al grande pericolo della caduta nelle tossicodipendenza e in altri gravi fenomeni

come il bullismo, la devianza della microcriminalità, la violenza.

STORIA DELL’ARTEVan Gogh

Van Gogh, nato nel 1853 in Olanda, era figlio di un pastore protestante.Tenta la carriera religiosa, ma l'abbandona ben presto per dedicarsi al disegno. Apre uno studio nel paese dei genitori dove dipinge e da lezioni di pittura. E' di questo periodo l'opera ' I mangiatori di patate' (1885). L'anno dopo è a Parigi

dove viene in contatto con gli impressionisti e conosce il suo caro amico Gauguin. Nel 1888, attratto dal sud della Francia, si reca ad Arles in Provenza. Qui vorrebbe creare una comunità di artisti che chiama “ Atelier del Sud”. Van Gogh è affascinato dai colori e dalla natura provenzale: lo splendore del sole, la

violenza dei gialli sono il fatto che più caratterizza questo suo periodo. L'amico

Gauguin lo raggiunge ad Arles, ma la convivenza fra i due è impossibile per incompatibilità di carattere.

Gauguin torna a Parigi e Van Gogh cade in una depressione da cui

non si riprenderà mai più. Viene ricoverato nel manicomio di Saint

Remy dove dipinge diverse tele tra cui Campo di grano con cipressi guardando dalle finestre gli ulivi e la campagna circostante. Anche se uscirà in breve

tempo dal manicomio non si ristabilirà mai del tutto. La sua ultima tela “Campo di grano con corvi”

viene dipinto nel 1890. E' una sera di Luglio di quello stesso anno che Van Gogh si suiciderà sparandosi un colpo di

pistola al petto. La sua vita, breve e tragica è stata a lungo analizzata per cercare di capirne i tormenti e la genialità.

LETTERATURAEugenio montale

Nato a Genova nel 1896 da un’agiata famiglia della media borghesia.Sempre indeciso sull’indirizzo da dare alla propria vita “pratica”, il poeta arriva

fino ai 30 anni senza un lavoro fisso; nel 1927 finalmente venne assunto come redattore presso la casa editrice fiorentina Bemporad.

Dovette quindi trasferirsi a Firenze, dove nel 1929 venne nominato direttore della Biblioteca del Gabinetto Vieusseux fino al 1938, quando fu

allontanato dall’incarico perché si era sempre rifiutato di prendere la tessera  del Partito fascista. Questi anni sono caratterizzati da una straordinaria

intensità di rapporti umani e culturali. In questo periodo si situa anche l’inizio del rapporto affettivo con Drusilla Tanzi, che sarebbe divenuta ben presto la compagna e poi la moglie di Montale. Dopo la Liberazione Montale partecipò (per gli affari culturali) al Comitato di liberazione nazionale e aderì, ma per

poco, al Partito d’azione (unica e breve partecipazione attiva alla vita politica).Nel 1948 si trasferisce a Milano, dove lavora come redattore del

“Corriere della Sera”; l’attività giornalistica continua quasi fino alla morte, sopraggiunta nel 1981. Gli ultimi anni sono prodighi di riconoscimenti nazionali

(per esempio la nomina a senatore a vita nel 1967) e internazionali (ricordiamo, fra tutti, il premio Nobel assegnatogli nel 1975).

Le opereOssi di seppia comprende testi elaborati dal 1920 al 1925. Fra la poesia di

apertura (In Limine, “sulla soglia”, in latino) e quella di chiusura (Riviere) si collocano quattro sezioni intitolate Movimenti  (tredici componimenti) ,Ossi di

seppia  (ventidue) ,Mediterraneo  (un poemetto in nove parti),  Meriggi e Ombre (quindici componimenti). La poesia degli Ossi è una poesia

antieloquente e in negativo: non ha nessuna verità o certezza da rivelare, ma si limita a registrare la profonda angoscia del poeta, la sua “disarmonia” con il

mondo, il suo “male di vivere”, talvolta si intravede una possibilità di salvezza. Ma è una possibilità suggerita, vaga. Gli Ossi di seppia che danno il titolo alla raccolta, e cioè le conchiglie di certi molluschi, presenze inaridite e ridotte al

minimo, appaiono emblematici di questa poetica dello “scabro ed essenziale”. I motivi che attraversano la raccolta sono : il paesaggio, l’amore, l’evasione e la

fuga. La caratteristica preminente della lingua degli Ossi è la ricchezza lessicale: sono molti i vocaboli con un numero di occorrenze basso, talora veri e

propri Hapax (cioè vocaboli che si presentano nell’opera una sola volta). Fondamentale è stato il contributo di D’Annunzio al costituirsi della tecnica metrica montaliana, soprattutto per l’uso degli sdruccioli, la rima ipermetra,

l’assonanza. La metrica degli Ossi non è una metrica rivoluzionaria. In questa raccolta l’opera più importante è Spesso il mal di vivere.

Spesso il male di vivere ho incontratoera il rivo strozzato che gorgoglia

era l'incartocciarsi della fogliariarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigioche schiude la divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenzadel meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Analisi della poesiaQuesta poesia è formata da due strofe da quattro versi.

Il tema di questa poesia è il male di vivere: il dolore che il poeta ha incontrato nella sua vita. I due poli della poesia sono "male" e "bene", attorno ad essi sono costruite le due strofe. Nella prima ruota tutto intorno al "male" difatti ci sono tre frasi che fanno capire questo: il ruscello ostacolato dal suo corso; la foglia che si incartoccia e il cavallo stramazzato. Nell'altra quartina, invece, ruota

tutto intorno al "bene", parla dell'Indifferenza che è un prodigio e l'unico "bene" di cui si ha esperienza. In solo due strofe il poeta sintetizza la sua visione

pessimistica della vita,un susseguirsi di azioni prive di scopo,senza alcun senso. Il "mal di vivere"è comune a tutto l’universo, così il poeta la ritrova negli

oggetti più semplici della natura: in un ruscello che non scorre liberamente, nella foglia che inaridisce e si accartoccia, in un cavallo sfinito.

FRANCESELa Deuxieme Guerre Mondiale

La France entre en guerre à la suite de l’invasion de la Pologne par l’armée allemande en 1939. Ce conflit oppose les pays de l’Axe (Allemagne, Japon et

Italie) à l’Angleterre, la France, les Etas-Unis et l’URSS. Les Allemands occupent Paris le 14 juin 1940. La France capitule et signe l’armistice le 25 juin à des

conditions très dures. La moitié du pays est occupée par les forces nazies. Le maréchal Pétain est nommé chef d’un gouvernement collaborateur de

l’Allemagne, installé à l’est de la France avec pour capitale Vichy. Beaucoup de Français n’acceptent pas la défaite; ils prennent le “maquis”, pour parteciper à

la Résistance française. Le général Charles de Gaulle, de son refuge en Angleterre, crée le mouvement France Libre et encourage la résistance à

l’intérieur du Pays. De nombreux résistants seront fusillés. Les forces alliées s’organisent et débarquent en Normandie le 6 juin 1944. La France sera libérée

en mai 1945.

SCIENZEL’atomo

L'atomo è la più piccola parte di un elemento chimico che conserva le proprietà chimiche dell'elemento stesso.

L'atomo è formato da elettroni che si muovono attorno a un nucleo composto (in uno schema molto semplificato) da protoni e neutroni. Nel nucleo è quasi

del tutto concentrata la massa dell'atomo. Gli atomi sono particelle piccolissime, il loro diametro si misura in Angstrom Å (1Å=10-10m).

Il numero di protoni di un atomo corrisponde al numero atomico, mentre la somma tra numero di protoni e numero di neutroni corrisponde al numero di

massa. Gli elettroni esterni al nucleo, sono numericamente uguali al numero di protoni. Le sostanze semplici, o elementi, sono costituiti da atomi della stessa

specie; le sostanza composte, o composti, da atomi di specie diverse, ma sempre in rapporti numerici ben definiti e generalmente semplici. Più atomi

legati tra loro formano le molecole.

L'atomo nella storia

Il concetto di atomo come particella indivisibile (da cui il nome, derivato da greco) venne elaborato nell'antichità in ambito filosofico (Leucippo e

Democrito, V-IV a.C.); assunse in seguito il carattere di ipotesi e poi di teoria scientifica con la scoperta delle leggi ponderali (fine XVIII secolo e inizi XIX

secolo) .Alla fine del secolo XIX le scoperte dell'elettrone e della radioattività aprono la via allo studio della struttura dell'atomo e del suo legame con la spettroscopia.

Agli inizi del XX secolo sono ormai tantissimi i fenomeni in cui l'atomo interviene come elemento essenziale. Per giustificarne altri, invece, nasce la

teoria dei quanti e viene applicata alla struttura dell'atomo. Nascono in questi anni anche i primi modelli atomici. Il primo (1904) fu il modello atomico

proposto da J.J. Thomson. Il secondo (1911) è il modello atomico proposto da E. Rutherford.

Modello di atomo di Rutherford

N. Bohr nel 1913 formulò il suo modello atomico noto come modello atomico di Bohr. Via via questi modelli si sono ulteriormente raffinati per tener conto di

nuove scoperte, portando all'attuale concezione della struttura atomica rappresentata dal modello atomico a orbitali.

Le mutazioni

Le leggi di Mendel e la genetica ci hanno spiegato perché i figli hanno gli stessi caratteri dei genitori, ma anche perché, con la ricomparsa di qualche carattere recessivo, possono avere caratteri differenti dai genitori. Può però accadere che in un individuo compaia un nuovo carattere che non è presente nei genitori né in alcun antenato. La comparsa di un nuovo carattere, non presente in alcun

antenato, è detta mutazione. Come può succedere? Ogni carattere è codificato da un gene attraverso la sequenza di basi azotate; se tale sequenza viene

modificata, si ha un cambiamento nel “messaggio genetico” che codificherà la sintesi di una proteina diversa e quindi il manifestarsi di un carattere diverso.

Queste improvvise e casuali mutazioni, dette esattamente mutazioni genetiche, rappresentano degli “errori” nelle basi azotate del DNA e, generalmente,

avvengono durante la duplicazione del DNA. Se durante la duplicazione del DNA, in una delle due catene una base azotata viene sostituita da un’altra, il

filamento di DNA che si forma non è più identico all’originale e questa mutazione si conserva nelle successive duplicazioni. Una mutazione può

verificarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi cellula e può anche consistere nella modificazione di tutto un cromosoma o nella variazione del numero dei

cromosomi. In questo caso parla di mutazioni cromosomiche. Se la mutazione interessa una cellula somatica, l’effetto compare solo in quel determinato

individuo, scompare alla sua morte e non viene ereditato dai discendenti. Un esempio è la mutazione che avviene a livello dei geni che controllano la

riproduzione cellulare che determina una proliferazione anomala di cellule fuori di ogni controllo che producono il cancro, una grave malattia non ereditaria. Se

la mutazione interessa invece le cellule sessuali, il gene mutato viene trasmesso ai discendenti che erediteranno quindi i nuovi caratteri secondo le leggi di Mendel. Se il nuovo carattere è vantaggioso, l’organismo è favorito nella sopravvivenza e, trasmettendolo ai discendenti, determina quella che abbiamo chiamato “evoluzione”. Se invece il carattere è svantaggioso, la

selezione naturale generalmente non dà modo di trasmetterlo ai discendenti, ma in ogni caso il carattere è ereditario.

FILMRequiem for a dream

"Requiem for a Dream" viene presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 2000. Quelle che giungono agli occhi di pubblico e critica sono le immagini di un cancro, quello di cui è affetto la società del ventunesimo secolo, lo stesso

che si manifesta sul braccio infetto di Harry/Leto. Droga, prostituzione, televisione, progresso nichilista. Sono le immagini che appartengono alla vita di Harry e al suo cerchio internazionale, sua madre Sara, la sua ragazza Marion, il

suo amico Tyrone. Non esiste il Bene in "Requiem for a Dream". Non esiste nulla di anche apparentemente roseo. Solo il timido, flebile desiderio di fuggire anche stupidamente dalla realtà (Harry che assapora fantasticamente l'idea di giocare con la pistola di un poliziotto), l'illusione e l'ingenuità (la promessa di

un'apparizione in tv che non avverrà mai), di un mondo oramai divenuto incomprensibile, assurdo, destinato al tracollo (un medico che, sprezzante del pericolo, prescrive anfetamine alla paziente troppo grassa), la nonchalance nel gettare via la propria vita dedicando la rimanente esistenza alla superficialità

dell'immorale (Marion che diviene prostituta all'occorrenza, quando l'astinenza della droga diventa davvero intollerabile). Non manca neppure un soffio di

grottesco, che affiora dalla schiera di anziani che prendono beatamente il sole fuori dalle loro abitazioni, incuranti del caos che li circonda. Aronofsky però

rovina un qualcosa di potenzialmente interessante con la scelta di estremizzare oltre al contenuto anche lo stile, affidandosi alla vena creativa che lo ha reso

una figura di spicco con la sua opera prima. Fin dai primi minuti appare evidente l'esagerazione, l'abuso stilistico nell'uso della camera da presa; l'estro

sperimentale sembrano invece lasciare più spazio alla pateticità e alla presunzione di poter descrivere il tutto con un'eccessiva frenesia. La

sensazione è che seppur di fronte a evidenti pecche di fattura strutturale, il contenuto di "Requiem for a Dream" sia in ogni modo capace di destabilizzare lo spettatore e trasportarlo in un limbo di auto-riflessione, ansia, panico, paura nei confronti del progresso e della caduta dei valori della nuova generazione

americana (e non). Lo squallore del film degenera in concomitanza con la rovina fisica dei protagonisti, fino all'esagerato, raccapricciante finale. E se la

critica a tal proposito ne ha espresso tutto il suo rifiuto, il percorso autodistruttivo intrapreso dalla Burstyn colpisce come un pugno sullo stomaco e rappresenta il massimo dell'intera missione persuasiva attuata da Aronofsky.

STORIAL’olocausto

Con il termine Olocausto si intende la persecuzione e lo stermino sistematici di circa sei milioni di Ebrei, attuati con burocratica organizzazione dal regime

Nazista e dai suoi collaboratori. “Olocausto” è un termine di origine greca che significa “sacrificio tramite il fuoco”. I Nazisti, che raggiunsero il potere in

Germania nel gennaio del 1933, erano convinti che il popolo tedesco fosse una “razza superiore” e che gli Ebrei, ritenuti invece “inferiori”, rappresentassero un entità estranea e un pericolo per l’omogeneità razziale della popolazione germanica. Durante il periodo dell’Olocausto, le autorità tedesche presero di

mira anche altri gruppi ritenuti di “razza inferiore”: ad esempio, i Rom (gli Zingari), i disabili e le popolazioni slave (Polacchi, Russi e altri). Alcuni gruppi

vennero invece perseguitati per le loro idee politiche, per il loro credo ideologico o a causa di determinate caratteristiche comportamentali: in

particolare, coloro che credevano negli ideali del Comunismo e del Socialismo, i Testimoni di Geova e gli omosessuali. Nel 1933, la popolazione ebraica in

Europa era costituita da circa nove milioni di persone. La maggior parte viveva in quelle nazioni che, durante la Seconda Guerra Mondiale, sarebbero state occupate dalla Germania Nazista, o ne avrebbero, in diverse forme, subito

l’influenza. Prima che la guerra giungesse al termine, nell’aprile del 1945, due Ebrei su tre sarebbero morti per mano dei Tedeschi e dei loro fiancheggiatori, nell’ambito della cosiddetta “Soluzione Finale”, termine usato dai Nazisti per indicare l’assassinio degli Ebrei d'Europa. Anche se gli Ebrei – considerati dai

Tedeschi la maggiore minaccia per la Germania – furono le vittime principali del razzismo nazista, l’elenco dei morti incluse anche 200.000 Rom, mentre

almeno 200.000 pazienti fisicamente o mentalmente inabili – la maggior parte dei quali di nazionalità tedesca – trovarono la morte all’interno di ospedali e

strutture pubbliche, a seguito del cosiddetto “Programma Eutanasia”. Già nei primi anni del Regime Nazista, il governo nazionalsocialista aveva creato campi di concentramento con il fine di imprigionare veri o presunti oppositori politici. Negli anni immediatamente precedenti la Seconda Guerra Mondiale, il numero di Ebrei, di Rom e di altre vittime dell’odio razziale, imprigionate nei campi di

concentramento dalle SS e dalla polizia, crebbe costantemente. Al fine di concentrare la popolazione ebraica - e poterla così controllare e deportare con

maggiore facilità - durante gli anni di guerra i Tedeschi e i loro collaboratori crearono appositi ghetti, nonché campi cosiddetti di transito e altri destinati al lavoro forzato. Volendo sfruttare anche le popolazioni non ebraiche, i tedeschi

crearono ulteriori campi di lavoro forzato, sia nella cosiddetta Grande Germania che nei territori occupati. Tra il 1941 e il 1944, le autorità naziste deportarono

milioni di Ebrei dalla Germania, dai territori occupati e dai paesi alleati con l’Asse, verso i ghetti e verso i centri espressamente destinati all’uccisione dei

prigionieri e meglio conosciuti come campi di sterminio. Qui, i detenuti venivano uccisi in camere a gas appositamente costruite. Negli ultimi mesi

della guerra, nel tentativo di impedire agli Alleati la liberazione di un elevato numero di prigionieri, guardie appartenenti alle SS cominciarono a trasferire i

detenuti dai campi, con l’ausilio o di convogli ferroviari o di marce forzate; queste ultime divennero poi note con il termine “marce della morte”.

Avanzando in Europa, a seguito di una serie di offensive contro i Tedeschi, gli Alleati cominciarono a incontrare e a liberare i prigionieri dei campi di

concentramento, così come quelli in marcia forzata da un campo all’altro. Tali marce continuarono fino al 7 maggio 1945, cioè il giorno in cui le forze armate

tedesche si arresero incondizionatamente agli Alleati. Per coloro che si trovavano nella zona occidentale, la Seconda Guerra Mondiale terminò

ufficialmente il giorno seguente, 8 Maggio 1945 (“V-E Day” o giorno della Vittoria in Europa), mentre l’Unione Sovietica annunciò il proprio “Giorno della

Vittoria” il 9 Maggio 1945. Nel periodo immediatamente successivo all’Olocausto, molti dei sopravvissuti trovarono rifugio nei campi profughi allestiti dalle potenze alleate. Tra il 1948 e il 1951, quasi 700.000 Ebrei

emigrarono in Israele, inclusi 136.000 profughi provenienti dall’Europa. Altri emigrarono negli Stati Uniti e in altre nazioni. L’ultimo campo profughi venne

chiuso nel 1957. I crimini commessi durante l’Olocausto devastarono la maggior parte delle comunità ebraiche d'Europa e ne eliminarono

completamente altre centinaia che risiedevano nella parte orientale occupata dai tedeschi.

GEOGRAFIAL’Arabia

L'Arabia Saudita è un paese vastissimo che si estende su una superficie di circa 2 milioni di kmq. Il paesaggio è essenzialmente desertico e montuoso. Gran

parte del territorio è coperto da uno dei più grandi deserti sabbiosi al mondo: il celebre Rub'al-Khali. La sua montagna più alta, chiamata Abha, svetta sino ai

3133 m. Il paese confina con l’Iraq e il Kuwait a nord, la Giordania a nord-ovest, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti ad est, l’Oman a sud-est e lo Yemen a sud. La natura prevalentemente desertica e rocciosa dell’Arabia Saudita fa sì che nel

paese non vi sia una ricca biodiversità. La vegetazione è rappresentata essenzialmente da graminacee permanenti, tamarindi, datteri e alberi d’incenso. Sotto il profilo faunistico, oltre al famigerato e insostituibile dromedario, grande importanza è attribuita al cavallo arabo. In tutte le

occasioni di rappresentanza politico-diplomatica questa razza equina diventa il vero gioiello da mettere in mostra. E’ insomma uno dei simboli del paese!La

difficile situazione climatica delle zone desertiche sabbiose e rocciose costituisce l’habitat ideale di serpenti molto velenosi e di diverse specie di sauri. Fra gli invertebrati non mancano i temibili scorpioni, potenzialmente mortali per l’uomo. È la nazione più produttiva di petrolio e i suoi pozzi del

General Petroleum and Mineral sono i più famosi al mondo. I pozzi di petrolio terrestri e marini si concentrano sulla costa del Golfo collegato quest’ultimo ai

pozzi estrattivi di gas del Rub-Al-Kali. L’economia dell’Arabia è mista ed è fondata per 80% dell’estrazione del greggio ed a un 2,48% di reddito procapite del settore primario. L’Agricoltura incontra enormi disagi per via della scarsità

d’acqua usata per l’irrigazione dei campi e della coltivazione. L'agricoltura impiega ormai soltanto più il 13% delle forze di lavoro, e produce soltanto il 7%

del prodotto nazionale lordo. L'agricoltura incontra enormi difficoltà nella mancanza d'acqua, nella crescente salinità del suolo e nelle dimensioni limitate

della maggior parte delle proprietà. Tuttavia essa è stata ed è oggetto di particolari cure e di colossali investimenti per l'irrigazione e il miglioramento

delle infrastrutture rurali. Come risultato di questi sforzi la superficie coltivabile è ora di oltre 1 milione di ha ed è destinata ad aumentare, mentre l'incessante messa a dimora di alberi mira a prevenire l'avanzata del deserto. Il paese ha quindi praticamente raggiunto l'autosufficienza nella produzione di frumento,

legumi, pollame e uova e si prevede la raggiunga presto anche nella produzione del latte e dei latticini e degli ortaggi. Le principali colture sono

frumento, sorgo, miglio, mais, orzo, datteri e ortaggi vari. Per quanto riguarda l'allevamento, si è avuta un'espansione di quello ovino e di quello caprino a

spese di quello dei cammelli (dromedari). La religione praticata è musulmana tranne nelle campagne dove fino a poco tempo fa esistevano religioni

monoteiste, la popolazione contadina pratica feste pagane e rituali musulmane tranne nei pochi casi dello stanziamento del Calendario. Fino a poco tempo fa

la popolazione osservava 15 religioni pagane stabilite sulle possibilità di pioggia per le coltivazioni nei campi.

ROMANZO Suad, bruciata viva

Suad Bruciata viva, non è il solito libro messo lì per attirare l’attenzione dei media e delle persone, ma è la storia vera di una ragazza della Cisgiordania

sottomessa, picchiata e bruciata proprio da chi l’ha messa al mondo. Un libro da leggere che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo: mostrare alle donne che esiste una vita diversa da quella fatta di sola obbedienza, lavori

domestici e violenza senza alcun diritto all’istruzione. “Una doccia fredda sulla testa, il corpo che diventa una torcia umana, mentre lo spirito di sopravvivenza affonda i piedi nella terra e salta la staccionata della prigione. Senza scarpe e il

fuoco della morte addosso, si butta dall'altra parte.” Suad, ragazza colpevole di aver violato le leggi degli uomini secondo le quali una donna non può guardare un uomo negli

occhi, non può parlargli e dove l’onore della famiglia vale molto di più della vita di un essere

umano. “Cintura o bastone, venivamo picchiate, credo, tutti i giorni. Un giorno senza botte non è un giorno normale … Era questa la legge del villaggio, la legge degli uomini”. Vi

starete chiedendo cosa abbia fatto questa donna per meritarsi tutto questo; ebbene Suad

era “colpevole” di essere rimasta incinta dopo un rapporto clandestino, anche se quell’uomo era

l’amore che ogni giorno sognava da dietro le finestre di casa sua. Quando venne scoperta, il padre incaricò suo genero di versarle

addosso della benzina, dandole fuoco. Dopo questo episodio Suad riuscì a scappare e, grazie all’aiuto di un’organizzazione umanitaria la sua vita e quella del suo bambino furono messe in salvo. Oggi

Suad (nome di fantasia) vive sotto falsa identità per tutelare la propria incolumità fisica, e così nel corso degli anni è riuscita a costruirsi una nuova vita e a fare tutto ciò che in precedenza le era stato negato. Purtroppo troppi

immigrati portano con sé il retaggio di una cultura medievale, spesso, in antitesi con i diritti fatti propri dalle donne occidentali. Ancora oggi tanti sono i casi di violenza. Ricordiamo Sanaa, diciottenne marocchina, uccisa dal padre

perché conviveva con un giovane italiano; e prima ancora il caso di Hina ventenne pakistana uccisa dal padre e dai suoi due cognati, e poi sepolta

nell’orto di casa per aver avuto una relazione con un coetaneo italiano e aver respinto il tentativo della famiglia di farla sposare con un cugino pakistano.

Oggi tutte le donne devono lottare per avere i loro diritti. Non devono più subire delle violenze così gravi e bisogna mostrare a queste donne che esiste

una vota diversa e non solo quella fatta di sola obbedienza.

INGLESEA history of racial struggles

The history of South Africa is marked by hundreds of years of power struggles between European settlers and native peoples. In 1948 Apartheid started. The

white population, which was the minority, controlled the country. They determined where a person could live or go to school and what job a person

may hold. They favoured segregation, and the apartheid rule. Nelson Mandela, a black man, after 27 years of prison, led the African National Congress to victory in South Africa’s first free elections where all people could vote. He

became president of South Africa on April 26th ,1994. After that election, the minority population will no longer control the lives of South Africa. South Africa

also has a new flag which was adopted in 1994. The six colours of all the political parties in South Africa. The “Y” on the flag symbolizes the union of

many groups of people in South Africa. Today the largest city in South Africa is Johannesburg, Cape Town is the legislative capital, Pretoria is the

administrative capital and Bloemfontein is the judicial capital. South Africa is a multi-lingual nation with 11 official languages. Most of South Africans speak at LEAST two different languages. English is the language spoken by most people.

MUSICALa musica Raggae

Il Reggae è un genere musicale originario della Giamaica essenzialmente discendente dallo ska, ma sviluppatosi propriamente come leggera variante del rocksteady. Esso inoltre, almeno nelle sue forme classiche, trae elementi dalla

musica popolare giamaicana (Mento, Calypso) ma soprattutto dagli influssi R&B e soul nordamericani in voga negli USA in quell'epoca.

Questa musica è solitamente accostata a periodi e movimenti giunti successivamente deviando e filtrando il genere musicale verso altre strade,

completamente opposte a quelle delle sue origini e delle primissime diffusioni giovanili. Con l'avvento del culto religioso rasta, capeggiato da Bob Marley, il primo reggae infatti morì definitivamente. Marley trasformò il reggae non solo

sotto l'aspetto musicale e ritmico, ma lo diffuse come culto vero e proprio, cambiando notevolmente quelle che erano le radici pure di questo specifico sound. Fu proprio con l'arrivo del roots reggae, che l'autenticità del sound

originario scomparve per sempre. In origine sostenuto da rude boy e skinhead, il reggae divenne poi simbolo del culto religioso giamaicano chiamato

rastafarianesimo.