INDICE

Francese: l’affaire dreyfus Storia: Seconda guerra mondiale Arte: Guernica di Pablo Picasso Letteratura: Primo LeviInglese: A history of racial strugglesGeografia: SudafricaMusica: Bob MarleyEducazione Fisica: il razzismo negli stadiScienze: La genetica e MendelTecnica: L’atomoLibro: febbre a 90’Film: la sposa cadavere

FRANCESE

L’ affaire dreyfus est’ un conflit social et politique de la troisieme république survenu à la fin du XIX siecle autour de l’ accusation de traviso faite au capitain Alfred Dreyfus français d’ origine alsacienne et juif , puor avoir livré des documents secrets français à l’ Empire Allemand. Elle bouleversé la société française pandant dous ans, de 1894 à 1906, la divisant en deux camps opposés, les “dreyfusard” partisans de l’ innocence de Dreyfus et défenseurs des droits de l’ homme, et les “antidreyfusard” partisans de sa culpabilité et qui soutenaient l’honneur de l’armée.La condamnation du capitaine Dreyfus était une erreur judiciaire sur fond d’espionnage et d’ antisemitisme, et à la haine de l’Empire allemand à la suite de son annexion de l’Alsace et d’une partie de la Lorraine en 1871. En 1898 l’acquittement du véritable coupable, le commandant Ferdinand Walsin Esterhàzy, et la publication j’accuse…!( un plaidoyer dreyfusard écrit par Emile Zola provoquent une succession de crises politique et sociales unique. La République est péril, ce qui incite à en finir avec l’affaire Dreyfus puor ramener la calme. En 1906 Dreyfus sera innocenté et rehabilité définitivement.

L'affaire dreyfus

STORIA

La Germania aggredisce la Polonia

Il primo settembre 1939 le truppe tedesche passarono il confine polacco.

Seconda guerra mondiale

L'accordo con Stalin gli dava sicurezza sul fronte orientale; ma questa volta la Francia e l'Inghilterra reagirono e dichiararono guerra alla Germania. Mussolini dichiarò che l'Italia, per il momento, non entrava in guerra. Con una tattica di sfondamento basata sull'uso massiccio dei mezzi corazzati, i Tedeschi penetrarono facilmente nel territorio polacco. Stalin approfittò della situazione e, con il consenso dei nazisti, invase la parte orientale della Polonia. Nei mesi successivi l'URSS occupò anche le repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia, Lituania.

La Francia è sconfitta e divisa

Nell'aprile 1940 le truppe tedesche invasero la Danimarca e la Norvegia, assicurandosi il controllo sul mar Baltico. Nel maggio dello stesso anno Hitler attaccò la Francia invadendo l'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo e i paesi neutrali. Quando le operazioni stavano per concludersi con la conquista di Parigi, Mussolini entrò in guerra contro la Francia e l'Inghilterra (10 giugno 1940). La Francia, sconfitta, fu divisa in due parti. La parte settentrionale passò sotto il diretto controllo degli occupanti tedeschi; quella meridionale, con capitale Vichy, fu lasciata a un governo disposto a collaborare con gli invasori (governo collaborazionista). Immediatamente nacquero organizzazioni di lotta clandestina, che trovarono un importante punto di riferimento nel generale Charles de Gaulle: questi, rifugiatosi a Londra, incitano alla resistenza.

Fallisce il tentativo tedesco di invadere l'Inghilterra

La sconfitta della Francia aveva lasciato di fronte a Hitler la sola Inghilterra. Il 10 luglio 1940 l'aviazione tedesca diede inizio alla battaglia d'Inghilterra. Ma il nuovo capo del governo inglese, Winston Churchill, seppe raccogliere tutte le forze morali e materiali del paese per resistere. Gli inglesi sperimentarono con successo un nuovo dispositivo, il radar, che permetteva di osservare in anticipo su uno schermo le rotte dei bombardamenti in arrivo. Per mezzo dei radar i caccia inglesi potevano intercettare aerei nemici e impedir loro di giungere a destinazione. Così la Germania non riuscì a conquistare la supremazia nei cieli e l'esercito tedesco non poté attraversare la Manica per invadere l'Inghilterra. Il fallimento del piano d'invasione fece capire che la Germania non era imbattibile. Tuttavia, nel settembre 1940 le forze dell'Asse firmarono col Giappone un Patto tripartito, con cui tre paesi si suddividevano il

controllo del mondo. In base ad esso alla Germania spettava il dominio dell'Europa continentale, all'Italia del Mediterraneo, al Giappone dell'Asia.

La flotta inglese domina il Mediterraneo

Il 28 ottobre 1940 Mussolini ordinò l’invasione della Grecia. Doveva essere il primo passo verso il dominio del Mediterraneo; ma l’esercito italiano fu bloccato dalla reazione dei greci, mentre gli inglesi sferrarono dal mare un attacco su Taranto che danneggiò gravemente le nostre navi da guerra ancorate nel porto. Per sbloccare la situazione l’esercito tedesco occupò la Iugoslavia. Nella Grecia e nella Iugoslavia occupate da nazisti e fascisti ebbe inizio un movimento di resistenza partigiana tenace e agguerrita: gli Iugoslavi sotto il comando del maresciallo Tito, organizzarono un vero e proprio esercito che sconfisse gli invasori anche in battaglie in campo aperto. Il Mediterraneo rimase sempre sotto il controllo della flotta inglese. Sul fronte del Nord Africa gli scontri durarono fino al maggio 1943 con vicende alterne. Gli inglesi riuscirono ad occupare la colonia italiana della Libia.

Le prime sconfitte del nazismoLa Germania nazista occupava gran parte dell’Europa. Hitler aveva bisogno del grano delle pianure russe e del petrolio del Caucaso. Perciò, confidando nella sorpresa, ordinò l’invasione dell’URSS nel giugno 1941: sperava di costringere Stalin alla resa prima dell’inverno. Le armate naziste, affiancate da reparti italiani, ungheresi, rumeni, finlandesi penetrando in profondità nel territorio russo ma a prezzo di gravi perdite.

Leningrado venne stretta d’assedio, ma resistette eroicamente. Stalin allora ordinò un’operazione senza precedenti: smantellare in brevissimo tempo quasi duemila grandi complessi industriali, per ricostruirli più ad est, in una zona più sicura. A prezzo di uno sforzo immenso, la produzione di armamenti dell’URSS superò ben presto quelli della stessa Germania. Nel dicembre 1941 ebbe inizio la controffensiva: nella grande battaglia di Mosca i tedeschi furono costretti alla ritirata, e si trovarono di fronte le immense pianure della Russia e dell’Ucraina, da percorrere in pieno inverno incalzati dalle armate russe.

Il Giappone attacca la base americana: gli USA in guerra

Per oltre due anni non fu veramente mondiale. Lo divenne il 7 dicembre 1941. Quel giorno il Giappone attaccò senza preavviso la base americana di Pearl Harbor nelle isole Hawaii, e distrusse in parte la flotta di navi da guerra che vi era ancorata. Immediatamente gli Stati Uniti entrarono in guerra contro il Giappone e le potenze dell’asse (Germania, Italia), sue alleate. Scopo del Giappone era di assicurarsi l’egemonia in oriente. In un ano gli eserciti Giapponesi occuparono le Filippine, l’Indonesia, la Malesia.

Gli Alleati sbarcarono in Sicilia Dopo aver conquistato il controllo del Nord Africa, gli Alleati iniziarono l’offensiva contro l’Asse nel suo punto più debole, l’Italia. Il 9 luglio 1943

truppe inglesi e americane sbarcarono in Sicilia, fra Gela e Siracusa, e occuparono rapidamente le principali città siciliane. Poi passarono in Calabria e cominciarono a risalire combattendo, la penisola. Ormai il prestigio di Mussolini e del regime diminuiva di giorno in giorno: i discorsi pieni di vuote minacce di Mussolini e dei capi fascisti non riuscivano più a mascherare la gravità della sconfitta.

La caduta di Mussolini e del fascismo Vittorio Emanuele III, gli altri comandi militari e molti gerarchi fascisti che la persona di Mussolini, era il principale ostacolo a ogni trattativa di pace con gli Alleati. Così il 25 luglio 1943 il gran Consiglio del Fascismo votò un ordine del giorno che, con un atto di sfiducia verso Mussolini, invitava la monarchia ad assumere tutti i poteri. Vittorio Emanuele III affidò il governo al generale Pietro Badoglio e fece arrestare Mussolini.

Badoglio conclude un armistizio con gli Alleati Badoglio condusse trattative con gli anglo-americani per aggiungere ad un armistizio. Le trattative si svolsero segretamente, perché si temeva della reazione dei Tedeschi che ormai, dopo la caduta del fascismo, diffidavano degli italiani e facevano affluire loro truppe nella penisola. Quando l’armistizio su reso noto, l’8 settembre 1943, le truppe tedesche occuparono militarmente l’Italia. Il re e Badoglio fuggirono a Brindisi e si posero sotto la protezione degli Alleati, lasciando l’esercito italiano privo di norme e direttive sicure. Nella confusione generali molti soldati abbandonarono i reparti per far ritorno a casa, alcuni si arresero e furono deportati in Germania nei campi di lavoro forzato, altri combatterono eroicamente contro i tedeschi, altri si diedero alla macchia unendosi alle prime formazioni partigiane.

L’armistizio non porta la pace e il fascismo ritorna

Nei giorni successivi un commando militare tedesco liberò Mussolini dalla prigione sul Gran Sasso dove era stato rinchiuso e lo trasportò in aereo in Germania. Dì la egli proclamò la nascita di un nuovo stato fascista, la

Repubblica Sociale Italiana, detta anche repubblica di Salò. L’Italia era così divisa in due: nel meridione il regno del Sud, di Vittorio Emanuele III, sotto la protezione degli Anglo-americani; al nord e al centro la repubblica di Salò, uno stato guidato da Mussolini, ma controllato militarmente dai tedeschi. Mentre a nord i partigiani organizzarono la resistenza, lungo la penisola si fronteggiavano i due eserciti nemici: quello tedesco e quello alleato. Nell’ottobre 1943 gli alleati occuparono Napoli. Il 4 giugno liberarono Roma; il 4 agosto Firenze.

La liberazione dell’Italia settentrionale

La liberazione dell’Italia avvenne nel 1945. Allora gli Alleati sfondarono la linea gotica e dilagarono nella pianura padana: fu questo il momento scelto per l’insurrezione generale, popolare e partigiana, che divampò nella città del nord pochi giorni prima che gli Alleati vi entrassero. Il 25 aprile i partigiani liberarono Milano, Torino e Genova. Quattro giorni dopo i tedeschi trattarono la resa all’Italia. Il 27 dello stesso mese Mussolini, catturato mentre cercava di fuggire in Svizzera, venne fucilato su ordine del Comitato di Liberazione Alta Italia.

Gli alleati sbarcano in Normandia

L’attacco decisivo alla Germania nazista in Europa ebbe inizio il 6 giugno 1944. Gli Alleati sbarcarono in Normandia con un grande esercito e un’enorme quantità di mezzi corazzati, e rapidamente avanzarono verso Parigi. Nell’autunno raggiunsero il Reno, dove i tedeschi tentarono un’ultima difesa. A oriente i russi presero Varsavia (agosto 1944), e proseguirono l’avanzata verso Berlino e Vienna.

Una conferenza a Yalta per decidere le sorti del mondo

Nel febbraio 1945, certi ormai della vittoria finale, Stalin Churchill e Roosevelt (presidente americano) s’incontrarono a Yalta in Crimea, per decidere le sorti del mondo dopo la guerra. Si stabilì che la Germania venisse disarmata e divisa tra i vincitori e che i popoli liberati dal dominio nazista fossero liberi di scegliere il proprio futuro. Tuttavia l’Europa occidentale fu assegnata all’influenza russa e l’Europa occidentale a quella anglo-americana.

Il crollo della Germania nazista Dopo l’incontro di Yalta iniziò la rapida avanzata finale degli Alleati verso Berlino; ciascun esercito, intendeva conquistare la maggior parte possibile di territorio tedesco, per essere avvantaggiato nelle trattative di pace. Nel marzo truppe americane e russe s’incontrarono sul fiume Elba; a fine aprile gli Alleati giunsero al Brennero. Ma furono le truppe russe a conquistare Vienna e a entrare per prime a Berlino. Qui, dopo un’estrema disperata difesa, Hitler si uccise e il comando tedesco dichiarò la resa.

La resa del Giappone Sul fronte del Pacifico le truppe americane si avvicinavano ormai al territorio giapponese. Ma le disperate azioni dei giapponesi continuavano ad infliggere gravi perdite agli americani. Quando la guerra in Europa era ormai finita, il nuovo presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, prese la decisione di usare contro il Giappone un’arma da poco messa a punto, la bomba atomica. Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica, sganciata sulla città di Hiroshima, provocò la morte

immediata di 90000 persone, cui seguirono nei giorni successivi altre migliaia d morti a causa di radiazioni. Tre giorni dopo un’altra bomba su sganciata sulla città di Nagasaki, dove morirono oltre 50000 persone. Il Giappone firmò la resa il 2 settembre 1945.

I trattati di pace

Fra il luglio e l’ottobre 1946 si tenne a Parigi la conferenza di pace che decise la nuova sistemazione politica d’Europa. L’Europa orientale, liberata dalle armate sovietiche, restò sotto il controllo dell’URSS, mentre l’Europa occidentale, liberata dagli eserciti alleati, fu posta sotto l’influenza degli USA. Gli Alleati avevano concordato di dividere il territorio della Germania e dell’Austria in quattro zone di occupazione: americana, francese, inglese e russa. Nel 1949 le zone controllate dagli Stati Uniti, Francia e Inghilterra vennero unificate nella Repubblica Federale Tedesca (RFT), mentre la zona occupata dall’URSS diede origine alla Repubblica Democratica Tedesca (RDT), in cui fu instaurato un regime comunista. La città di Berlino si trovava

all’interno della Repubblica Democratica, ma la sua parte occidentale apparteneva alla Repubblica Federale.

Si tracciano nuovi confiniLa Germania non perse soltanto tutti i territori che aveva conquistato, ma dovette cedere alla Polonia, una sua antica regione, la Prussia orientale. La Polonia a sua volta dovette cedere all’URSS parte delle sue regioni orientali. Restarono all’URSS anche gli stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania. L’Austria restò occupata fino al 1955. Tornata ad essere una repubblica indipendente, fu obbligata da trattati internazionali alla neutralità. L’Italia non fu trattata come un paese sconfitto, ma dovette rinunciare all'Istria e alle colonie.

ARTE

Guernica

Pablo Picasso

L'urlo dell’umanità feritaGuernica è stato definito l'unico "quadro storico" del Novecento. Picasso crea il grande dipinto murale in poche settimane, dopo che il 26 aprile 1937 il paese Guernica nel nord della Spagna è stato bombardato dagli aerei tedeschi, venuti a dare man forte al generale spagnolo Francisco Franco, in una guerra civile sanguinosa, tragico preludio alla seconda guerra mondiale.

Il simbolo di tutte le guerreMolte opere del novecento esprimono gli orrori della guerra, ma la grande tela di Picasso, ispirata al bombardamento di Guernica, è quella più drammaticamente realistica. L'episodio era stato descritto dal "Times", il quotidiano britannico: " Mentre la Piazza del Mercato è affollata, un bombardiere tedesco volteggia e lancia le bombe sulla stazione. Poi ne compare un altro che bombarda il centro e poi altri tre. Il cielo nel pomeriggio è oscurato dal fumo delle bombe e l'intera cittadina, con settemila abitanti e oltre tremila profughi, è distrutta. Per un raggio di otto chilometri vanno in fumo anche le fattorie dei dintorni che nella notte ardono come candele". L'eco di questa descrizione deve essere certo arrivata a Picasso, e la sua scelta di raffigurare l'evento cade proprio nel momento in cui deve dipingere un grande murale per il Padiglione spagnolo all'Esposizione Universale di Parigi. L'opera esposta il 4 giugno 1937 a Parigi diventa così uno strumento di denuncia contro la violenza e la distruzione, e oggi è il simbolo degli orrori di tutte le guerre e la testimonianza del rifiuto personale di Picasso per ogni

conflitto.

Il linguaggio dell'operaPicasso dipinge la Guernica all'apice della sua fama, quando, dopo numerose fasi sperimentali, ha ormai abbandonato il cubismo per uno stile eclettico, che segue cioè le tendenze più svariate, con una potenza espressiva originale e fortissima, forse mai più eguagliata da altri artisti. La scelta di usare solo le gradazioni del grigio e volutamente simbolica: la guerra è un abisso di desolazione, non c'è posto per la gioia di vivere- sembra dire Picasso-non esistono i colori ma solo un mondo tragicamente in bianco e nero. Le forme piatte, semplificate all'estremo, sono concepite come le immagini dei manifesti per offrire un'impressione viva e immediata. La composizione, perfettamente simmetrica, si apre con la figura del toro selvaggio e si chiude con la disperazione della donna in fuga dalle fiamme della propria casa.

LETTERATURA

Primo Michele Levi nasce a Torino il 31 luglio 1919 da Ester Luzzati e Cesare Levi appartenenti a famiglia di origini ebraiche proveniente dalla Provenza e dalla Spagna. Primo Levi visse un’infanzia turbata da alcune incomprensioni del padre, dove una certa differenza di età e di carattere. Nel 1934 si iscrisse al liceo classico “Massino d’Arzeglio” di Torino. Nel 1943 venne catturato dai nazifascisti, e quindi nel febbraio dell’anno successivo deportato nel campo di concentramento di Auschwitz in quanto ebreo. Scappato dal lager tornò avventurosamente in Italia dove si dedicò con forte impegno al compito di raccontare le atrocità viste e subite. Il suo romanzo più famoso, sua opera d’esordio “se questo e un uomo” che racconta le sue terribili esperienze nel campo di sterminio nazista. Primo Levi venne trovato morto nell’aprile 1987 alla base della tromba delle scale di casa sua a seguito di una caduta, rimane il dubbio se la caduta che ne ha provocato la morte sia dovuto a causa accidentali o se sia stato un suicidio.

Primo Levi

INGLESE

The history of South Africa is marked by hundreds of year of power struggles between European settlers and native peoples. In 1948 Apartheid started. The white population, which was the minority controller the country. They determined where a person could live or go to school, and what jobs a person may hold. They fa voured segregation, and the apartheid rule. Nelson Mandela, a black man, after 27 years of prison, led the African National Congress to victory in South Africa’ s first free elections where all people could vote. He became president of South Africa on April 26th, 1994.After that election, the minority population will no lager control the lives of South Africa. South Africa also has a new flag which was adepte in 1994. The six colours of the flag is a mix of the colours of all the political parties in South Africa. The “Y” on the flag symbolizes the union of many groups of people in South Africa. Today the largest city in South Africa is Johannesburg, Cape Town is the legislative capital,Pretoria is the adrninistrative capital and Bloemfontein is the judicial capital. South Africa is a multi-lingual nation with 11 official linguages.Most of South Africa speak at LEAST two different languages. English is the language spoken by most people.

A history of racial struggles

GEOGRAFIASudAfrica

Il territorioLA MORFOLOGIAIl Paese è costituito in gran parte da un vastissimo tavolato digradante verso la costa occidentale,mentre a nord si estendono il bassopiano desertico del kalahari e la valle del Limpopo.Le pianure sono allineate lungo la costa occidentale e orientale e hanno limitate estensioni.

L’IDROGRAFIA

Il più importante fiume della repubblica sudafricana è l’Orange che si getta nell’atlantico. Secondo fiume del paese è il Limpopo che sfocia nell’oceano indiano e riceve le acque del fiume Olifants.

IL CLIMA

In generale il clima è tropicale o subtropicale. Nella regione di Città del Capo si ha un carattere mediterraneo sia nelle condizioni climatiche sia nella vegetazione. Formazioni vegetali più o meno steppose appaiono verso ovest e diventano essenzialmente desertiche lungo la costa dell’atlantico; gli altipiani della zona orientale,più umida, sono ricoperti da vaste savane,e sulle montagne orientali si trovano slendide foreste.

UN PO' DI STORIA...La regione, scarsamente popolata in epoche remote, conobbe probabilmente i primi insediamenti stabili a partire dai primi secoli dell’era cristiana, con la presenza di piccoli gruppi tribali. Nei secoli successivi seguirono consistenti flussi di popolazione bantu provenienti dal nord. Dalla fine del XV secolo,con la circumnavigazione dell’Africa, quest’area entrò gradualmente in contatto con gli europei(portoghesi, spagnoli, olandesi e inglesi) che vi posero le basi per la futura espansione coloniale. Dal seicento in poi la storia del Sudafrica fu caratterizzata dall’espansione verso l’interno degli allevatori boeri( olandesi), con continui conflitti con le popolazioni locali, spesso ridotte in stato di schiavitù, e dalla presenza britannica nella regione di Città del Capo, più interessata ai commerci e formalmente legata alla madrepatria .Nel 1910 è nata l’unione Sudafricana ,arricchitasi nel frattempo di immigrati europei e asiatici. La nazione sudafricana era costituita da una società multietnica la cui minoranza bianca deteneva il potere economico e politico. Questa situazione venne istituzionalizzata nel 1948 con l’adozione dell’Apartheid, che prevedeva una società rigorosamente divisa in settori fra loro non comunicanti. Le tensioni generate da queste ingiuste leggi, dalla iniqua distribuzione della ricchezza, dall’istituzione dei bantustan, e forti pressioni della comunità internazionale a favore dell’eliminazione dell’ apartheid portarono alla sua abolizione nel 1990. Il

nuovo stato multietnico ha intrapreso il processo di pacificazione e di riorganizzazione della società. Il suo primo presidente è stato il premio nobel per la pace Nelson Mandela leader storico dell’ANC ( African National Congress).

Popolazione e cultura

POPOLAZIONE E PRINCIPALI CITTA’Le aree a maggior densità di popolazione si trovano nella parte orientale, dove è sviluppata l’attività industriale. Vi sorgono infatti Pretoria, capitale amministrativa e sede del governo,Johannesburg, la città più popolata della repubblica, Durban,importante centro economico e portuale. Sul versante occidentale e meridionale, fatta eccezione per Città del Capo, la capitale amministrativa, Port Elizabeth ed East London, la densità demografica è bassa. Nel centro del tavolato una città di rilievo è Bloemfontein, la capitale giudiziaria.

Pretoria

Città del Capo

Bloemfontein

LA QUALITA’ DELLA VITAIl Sudafrica ha sicuramente l’economia più avanzata di tutta l’africa. Ciononostante, gli indicatori sociali e demografici segnalano situazioni di grave difficoltà relativamente alla qualità della vita dei sudafricani. I dati più impressionanti sono quelli della speranza di vita(49 anni gli uomini, 53 le donne), la mortalità infantile(536%)e quello riguardante la diffusione dell’AIDS(oltre 5 milioni si sieropositivi) che è causa di un terzo dei decessi.

L’ economia

Il settore agricolo è in fase di trasformazione così come gli altri settori dell’economia. Le principali colture sono mais, grano, canna da zucchero.L’allevamento è soprattutto ovino per la produzione di lana

Il Sudafrica è il primo produttore mondiale d’oro, ma il sottosuolo sudafricano contiene molte altre risorse quali carbone, diamanti, platino, ferro, piombo, zinco e rame. La produzione energetica è garantita da centrali termiche, ma ci sono anche un’importante centrale idroelettrica e nucleare.Nell’industria i comparti più rilevanti sono quelli petrolchimico, siderurgico, tessile e meccanico.Il terziario occupa la maggior parte della popolazione attiva. Importanti sono le attività commerciali. Il sistema di trasporti è su standard europei. Il trasporto aereo consente rapidi collegamenti diretti con le principali città del mondo. Ad esso fanno riferimento anche tutti gli stati confinanti dell’africa australe.

MUSICA

BOB MARLEY

Biografia

Bob Marley nasce a Nine Mile, in Giamaica, nel 1945 da padre britannico

e madre giamaicana. Nel 1957 Bob e sua madre si trasferirono

a Kingston in cerca di una vita migliore e a 15 anni il giovane Bob lasciò

la scuola e iniziò a lavorare come saldatore; strinse anche una grande

amicizia con Neville O'Riley Livingston, "Bunny" per gli amici, che viveva

con suo padre Thaddeus Livingstones e i suoi otto fratelli in Second

Streets, vicino a Bob e sua madre. Bunny lo indirizzò alla musica e al

canto: lo fece partecipare a canti religiosi, lo introdusse nel mondo degli

strumenti a fiato e gli fece ascoltare i successi del momento attraverso

un'emittente di New Orleans.

Verso i 17 anni scopre di voler diventare un rasta. Con i suoi Wailers,

band composta tra gli altri da Peter Tosh, suonò ovunque in giro per il

mondo. La sua musica è fortemente dedicata al tema della lotta contro

l'oppressione politica e razziale e all'invito all'unificazione dei popoli di

colore come unico modo per raggiungere la libertà e l'uguaglianza.

L'aspetto politico della sua vita è stato più importante di quello artistico.

Marley divenne un leader politico, spirituale e religioso. Nel 1978 gli fu

conferita, a nome di 500 milioni di africani, la medaglia della pace dalle

Nazioni Unite. Morì di cancro, nel 1981 (melanoma al piede destro).

No woman no cry

No Woman, No Cry è una canzone regges, resa famosa da Bob Marley e il suo gruppo The Wailers.

La canzone fece una prima volta il giro del mondo nel 1974 grazie all’album registrato in studio Natty Dread. Tuttavia è forse più conosciuta la versione live contenuta nell’album del 1975 Live!, versione che è stata inserita nel greatest hits Legend. Sebbene sia stata scritta da Bob Marley stesso, i diritti d’autore di questa canzone furono intestati a "V. Ford". Vincent Ford (1940-2008) era un amico d'infanzia di Marley, proprietario di un povero locale di Trenchtown, il ghetto di Kingston in Jamaica, luogo di ristoro della povera gente del luogo e, a volte, dello stesso Bob, che era sul punto di fallire. Le entrate provenienti dai diritti di questa canzone hanno assicurato la sopravvivenza e l’efficienza della mensa fino ai giorni nostri.Una migliore resa del titolo nel creolo giamaicano potrebbe essere "No, woman, nuh cry". Il "nuh", che rende un suono vocale più contratto di "no", è l’equivalente della contrazione "don't".La versione di Marley and the Wailers di No Woman, No Cry occupa il numero 37 nella Lista delle 500 canzoni migliori secondo i Rolling Stones

Testo

No, woman, no cry; No, woman, no cry; No, woman, no cry; No, woman, no cry. 

'Cause - 'cause - 'cause I remember when a we used to sit In a government yard in Trenchtown, Oba - obaserving the 'ypocrites - yeah! - Mingle with the good people we meet, yeah! Good friends we have, oh, good friends we have lost Along the way, yeah! In this great future, you can't forget your past; So dry your tears, I seh. Yeah! 

No, woman, no cry; No, woman, no cry. Eh, yeah! A little darlin', don't shed no tears: No, woman, no cry. Eh! 

Said - said - said I remember when we used to sit In the government yard in Trenchtown, yeah! And then Georgie would make the fire lights, I seh, logwood burnin' through the nights, yeah! Then we would cook cornmeal porridge, say, Of which I'll share with you, yeah! My feet is my only carriage And so I've got to push on through. Oh, while I'm gone, Everything's gonna be all right! Everything's gonna be all right! Everything's gonna be all right, yeah! Everything's gonna be all right! Everything's gonna be all right-a! Everything's gonna be all right! Everything's gonna be all right, yeah! Everything's gonna be all right! 

So no, woman, no cry; No, woman, no cry. I seh, O little - O little darlin', don't shed no tears; No, woman, no cry, eh. 

No, woman - no, woman - no, woman, no cry; No, woman, no cry. One more time I got to say: O little - little darlin', please don't shed no tears; 

No, woman, no cry. 

Traduzione

No donna, non piangere No donna non piangere No donna, non piangere No donna, non piangere Perché ricordo quando sedevamo Nel cortile del ministero a Trenchtown Osservando gli ipocriti Mescolarsi alle brave persone che si incontrano Abbiamo buoni amici 

Oh, e buoni amici abbiamo perso lungo la strada Con questo futuro grandioso, non puoi dimenticare il tuo passato Quindi asciugati le lacrime, dico io No donna, non piangere No donna, non piangere Carina, non versare lacrime No donna, non piangere Ho detto che mi ricordo quando sedevamo Nel cortile del ministero a Trenchtown E poi Georgie accendeva il fuoco Dico io, la legna bruciava nelle notti Poi preparavamo il pasticcio d\'avena che dividevo con te I miei piedi sono il mio solo mezzo di trasporto, e quindi devo andare avanti Oh, ma in mia assenza Tutto andrà per il verso giusto Tutto andrà per il verso giusto No donna, non piangere No donna, non piangere Dico io, carina non versare lacrime No donna, non piangere 

SCIENZE MOTORIERazzismo negli stadi

Una semplice partita amichevole si trasforma in un brutto episodio di ordinario razzismo sugli stadi di calcio, ma finalmente c’è stata una reazione degna di questo nome al pessimo spettacolo offerto sugli spalti. A Busto Arsizio, davanti a oltre duemila presenti, il Milan ha infatti abbandonato il campo durante un’amichevole con il Pro Patria, a seguito dei numerosi e insistenti cori contro il calciatore Boateng. Partita sospesa e prime pagine dei giornali assicurate per denunciare l’infamante episodio razzista.Siamo al 26′ del primo tempo quando il calciatore Kevin Prince Boateng, stanco dei continui ‘Buu‘ che piovevano dal settore degli ultrà della Pro Patria, interrompe l’azione di gioco e getta il pallone contro quella parte di stadio a lui avverso solo perché il colore della sua pelle non è bianco. Il giocatore si toglie la maglia e se ne va, e con lui si alza l’intera panchina del Milan, solidale con il suo tesserato. Il giocatore ha ringraziato gli altri settori dello stadio che si sono dissociati platealmente dai cori razzisti poi tutti , ma la partita non riprenderà, per solidarietà a Boateng e agli altri due giocatori colpiti dagli stessi vergognosi cori, ovvero Muntari e Niang.‘Siamo dispiaciuti,però credo che il Milan non rientrando in campo abbia fatto la scelta giusta. Bisogna smetterla con questi gesti incivili. L’Italia deve migliorare sotto questo punto di vista e diventare un Paese più civile, educato ed intelligente. Spiace per i giocatori della Pro Patria e per la gran parte del pubblico ma non potevamo prendere una decisione diversa. Spero che questa cosa abbia un seguito se dovesse capitare anche in gare ufficiali dai Dilettanti fino alla Serie A‘, ha dichiarato l’allenatore rossonero Massimiliano Allegri. E l’opinione pubblica sembra essere tutta d’accordo nel pretendere l’abbandono del campo anche durante le partite di campionato o di coppa, affinché certi episodi non accadano più. E mentre sono al vaglio delle forze dell’ordine i filmati per identificare i pochi autori dei cori razzisti, sotto accusa finisce anche l’arbitro che non ha pensato di interrompere lui stesso la partita al primo ‘Buuu‘. Come ha dichiarato giustamente Barbara Berlusconi, non si può far sempre finta di non vedere e non sentire: che sia la volta buona che certi slogan urlati negli stadi, non soltanto contro i giocatori

extracomunitari, ma anche contro i meridionali, per non parlare delle offese contro i morti, siano banditi per sempre.

SCIENZEEreditarietà e Genetica

Gregor Mendel

L'ereditarietà dei caratteriLe caratteristiche strettamente personali di ogni individuo, che formano il suo patrimonio ereditario, sono frutto di un processo, l'eredità dei caratteri, attraverso il quale le caratteristiche paterne e materne vengono trasmesse ai figli. Intorno al 1866 Gregor Mendel, un monaco naturalista austriaco, convinto che i caratteri non si trasmettessero " a caso" dai genitori ai figli, condusse alcuni esperimenti che gli permisero di comprendere il meccanismo che regola che regola l'ereditarietà dei caratteri. Mendel, monaco nel monastero di Brno, in Moravia, insegnava scienze naturali nell'università locale e trascorreva il suo tempo libero a coltivare il giardino del convento. Proprio questa attività lo portò a scegliere per i suoi esperimenti le piantine di pisello odoroso, sulle quali era facile osservare la riproduzione. Queste piante infatti sono facilmente coltivabili, si riproducono velocemente e presentano numerose varietà che differiscono tra di loro per alcuni caratteri che si manifestano solo in due modi chiaramente distinguibili: il fiore, ad esempio, può essere rosso o bianco, il seme giallo o verde, lo stelo alto o basso, e così via per sette caratteri osservati da Mendel, che chiamò caratteri antagonisti. Queste piante, inoltre, sono ermafrodite e quindi, di norma, in esse la fecondazione avviene per autoimpollinazione tra il polline e l'ovulo di uno stesso fiore. La conformazione particolare del fiore permetteva infine a Mendel di controllare gli incroci e di usare, per i suoi esperimenti, piante di linea pura che incrociandosi danno vita a una discendenza che presenta sempre le stesse caratteristiche. Mendel iniziò gli esperimenti coltivando separatamente 32 piante di pisello e, controllandone

l'autoimpollinazione, dopo anni ottenne varietà selezionate di linea pura rispetto a sette caratteri antagonisti. Per essere quindi sicuro di ottenere i risultati degli incroci sul carattere che voleva controllare, Mendel iniziò la fecondazione artificiale incrociata: prima della maturazione per evitare l'autoimpollinazione, apriva il fiore di una piantina e ne aspettava, tagliandole, le antere (gli organi maschili); con un pennello raccoglieva quindi il polline di un'altra piantina con cui intendeva controllare l'incrocio e lo trasferiva nel fiore prima privato delle antere spennellandolo sul pistillo; aspettava quindi che il polline fecondasse le ovaie, quando si trasformava in frutto, prelevava i semi, li piantava e aspettava che crescessero le nuove piantine per controllare il risultato del suo incrocio.Con le piante di pisello di linea pura così ottenute, Mendel iniziò i suoi esperimenti di fecondazione artificiale incrociata che lo portarono alla scoperta delle leggi sull'ereditarietà dei caratteri, ancora oggi dette leggi di Mendel.

Le leggi di Mendel

Incrociando piante di linea pura a fiori rossi con piante di linea pura a fiori bianchi, di che colore saranno i fiori delle piante derivate dall'incrocio? Oppure, incrociando piante di linea pura a seme giallo con piante di linea pura a semi verdi, di che colore saranno i semi delle piante derivate dall'incrocio? Per rispondere Mendel fece incrociare

queste piante di linea pura e osservò che i discendenti della prima generazione erano tutte piante a fiori rossi o tutte piante a seme giallo; i caratteri "fiori bianchi" o "seme verde" sembravano scomparsi e lo stesso risultato ottenne per tutti gli altri caratteri. Chiamò quindi dominante il carattere che si manifesta (fiore rosso, seme giallo, seme liscio, stelo alto ecc.) e recessivo il carattere che sembrava scomparso (fiore bianco, seme verde, seme rugoso, stelo basso ecc); chiamò inoltre ibridi i discendenti di questa prima generazione che, dei due caratteri antagonisti, manifestano solo il dominante, ma non erano più puri. Mendel espose questa prima fase dei suoi esperimenti nella legge della dominanza, la prima legge di Mendel

Da incroci tra individui differenti per una singola coppia di caratteri antagonisti nascono individui in cui compare soltanto uno dei due caratteri, quello dominante.Se si incrociano piante di linea non pura per il carattere "colore del fiore", o "colore del seme", di che colore saranno i fiori o i semi delle piante derivate dall'incrocio? Per rispondere Mendel continuò i suoi esperimenti sulle piantine ibride ottenute nella prima generazione, facendo autoimpollinare gli ibridi a fiori rossi e a semi gialli e osservò che i discendenti della seconda generazione non erano tutti uguali: alcune piante presentavano il carattere dominante (fiore rosso o seme giallo) e altre quello recessivo (fiore bianco o seme verde) e lo stesso con tutti gli altri caratteri. Più precisamente egli si accorse, studiano un gran numero di incroci, che le piante con il carattere dominante e quelle con il carattere recessivo si presentavano sempre nel rapporto 3:1. Mendel espose questi risultati nella legge della disgiunzione dei caratteri, la seconda legge di Mendel:

Nella discendenza degli ibridi ricompare il carattere recessivo e i caratteri si presentano separati nel rapporto costante di 3:1.Mendel proseguì ancora nei suoi esperimenti incrociando a questo punto piante che differenziano contemporaneamente per due coppie di caratteri: piante con piselli a semi gialli e lisci (dominanti) e piante con piselli a semi verdi e rugosi (recessivi).Nella prima generazione, F1, ottenne, ovviamente, tutte piante con semi gialli e lisci, i caratteri dominanti.

Successivamente, per autoimpollinazione, di questi ultimi individui, ottenne la seconda generazione, F2, formata da quattro diversi tipi di piante in un rapporto ben preciso: 9:16 piante con seme giallo e liscio; 3:16 piante con seme verde e liscio; 3:16 piante con seme giallo e rugoso; 1:16 pianta con seme verde e rugoso.

Ne dedusse che tutti i caratteri si trasmettevano in maniera indipendente combinandosi in tutti i modi possibili, anche in modo diverso (giallo-rugoso e verde-liscio) da quello dei genitori.Mendel espose questi risultati nella legge dell'indipendenza dei caratteri, la terza leggi di Mendel:

Dall'incrocio di due individui che differiscono per due o più caratteri si ottengono individui nei quali i caratteri trasmettono in modo indipendente l'uno dall'altro secondo la prima e la seconda legge, e quindi combinati in tutti i modi possibili.

EDUCAZIONE TECNICAOGGETTO: Modellino dell’atomo

del rameMATERIALI: multistrato 50x50 chiodi a testa larga alti circa 2,5cm ed uno chiodo alto circa 7cm, das di tre colori differenti, stecchini, palla di polistirolo.

STRUMENTI E ATTREZZI: Squadrette, martello, goniometro, balaustrone

DESCRIZIONE: Per prima cosa bisogna disegnare sette cerchi, equivalenti agli orbitali, sul multistrato con il balaustrone e poi dividere questi ultimi con il goniometro e le squadre. Il primo va diviso in due parti, il secondo in otto, il terzo in diciotto, il quarto in trentadue, i quinto in ventuno, il sesto in nove, e l’ultimo cerchio in due affinché il risultato finale sia novantadue. Una volta segnati i punti bisogna fissare su essi i chiodi da sostegno agli elettroni. Fissare una leggenda che rappresenta i colori di ogni particella: blu per gli elettroni, rossi i neutroni e gialli i protoni. Prendere il das colorato e creare le palline gialle e rosse poi disporle sulla palla di polistirolo aiutandosi con gli stecchini. Cosi facendo abbiamo creato il nucleo dell’atomo. Dopo di che sistemare le 29 palline blu sui chiodi seguendo la regola del riempimento delle orbitali. Infine creare il titolo del modellino e la legenda per completare.PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO:

RACCONTO

IntroduzioneL’autobiografia calcistica di uno dei più celebri autori inglesi degli ultimi anni si configura come una piacevole storia dell’Arsenal, da metà degli anni ’60, anni in cui lo scrittore, che abita in un quartiere dove dovrebbe tifare Reading, comincia ad andare con il padre ad Highbury, fino al 1989 quando, dopo diciotto anni, i Gunners tornarono campioni d’Inghilterra, vincendo per 2 a 0 ad Anfield, Liverpool.Nelle parole di Hornby ogni appassionato di calcio rivede la propria storia, fatta di passione, di sacrifici, di bizzarri vizi e strambe abitudini, per non parlare delle menomazioni mentali, come il ricordarsi le date di eventi passati solo grazie a partite di calcio che si sono giocate proprio in quei giorni. Chiunque si può immedesimare nella sua storia, salvo per lo spaccato di

Febbre a 90’

calcio inglese che ci offre, tipicamente anglosassone e circoscritto a quel preciso momento storico, con disamine sugli hooligans e sugli stadi inglesi che il protagonista frequentava, non proprio i gioielli architettonici che vediamo oggi.Hornby torna però subito sul generico, reintegrando immediatamente nel discorso sue esperienze che sono di tutti, come la prima volta che ha subito l’eliminazione dall’FA Cup, o il primo incontro diretto con dei tifosi avversari (“Non mi ero mai imbattuto in tifosi avversari prima di allora, e li odiai come non avevo mai odiato deglisconosciuti”). Il tutto è scandito da diverse partite dell’Arsenal che fanno da titolo ai vari paragrafi, ma i rimandi ai Gunners possono tranquillamente trasferirsi alle esperienze dei tifosi di qualunque altra squadra, persino di altri sport, tanto che, a livello cinematografico, oltre al celebre Febbre a 90’, con Colin Firth, è stata girata la trasposizione americana, con il baseball a fare da sfondo, nel film L’amore in gioco.Grande passione e grande amore per uno sport che ha rappresentato e rappresenta per molti una vera e propria ragione di vita, iniettati in un libro che diventa la biografia di tutti.

BiografiaScrittore inglese, considerato una delle voci più originali della generazione contemporanea, è autore di romanzi nei quali descrive brillantemente vizi e virtù della sua generazione. Esordì in letteratura nel 1992 con Febbre a 90°, che racconta la passione dell’autore per il calcio, in particolare per la squadra dell’Arsenal, diventato poi film nel 1997 con Colin Firth. Seguirono Alta fedeltà (1995), in cui la passione per il calcio è sostituita da quella per la musica (film nel 2000 con John Cusack); Un ragazzo (1998;

la trasposizione cinematografica ebbe come protagonista Hugh Grant); Come diventare buoni (2001), un ritratto di vita familiare contemporanea. L’amore (che rasenta l’ossessione) di Hornby per le liste si rivela pienamente in Trentuno canzoni (2003), una serie di considerazioni sulle trentuno canzoni preferite, ognuna delle quali evoca ricordi personali. Non buttiamoci giù (2005). Tutta un'altra musica (2009). An education (2010), È nata una star? (2010).I suoi romanzi sono venati di ironia e humour.

FILM

La sposa cadavere

Se avete amato Nightmare before Christmas non c'è molto da sapere sul nuovo film d'animazione diretto da Tim Burton e Mike Johnson se non l'orario di proiezione nella vostra sala abituale. Il film è animato, come il suo predecessore, in un misto di 2D, 3D e passo uno (i pupazzi di plastilina, per capirci) e come quello è ambientato in atmosfere tetre e al tempo stesso grottesche. Voci e personalità dei protagonisti (nella versione originale) sono quelli di Johnny Depp, Helena Bonham Carter ed Emily Watson, mentre la musica è ovviamente firmata da Danny Elfman, fido collaboratore di Burton. La trama: Victor sposerà Victoria alla cieca, lui figlio di borghesi arricchiti, lei di nobili decaduti. Alle prove per il matrimonio Victor palesa tutta la sua goffaggine ma Victoria si innamora lo stesso di lui, ricambiata. Il giovane si rifugia nel bosco per esercitarsi con la formula di matrimonio, e preso dall'enfasi infila l'anello in un ramo che spunta dal terreno. Il ramo è in realtà il dito di Emily, la sposa cadavere, che reclama ora Victor come suo legittimo marito. A Victoria, intanto, i genitori hanno già trovato un nuovo sposo, il misterioso Lord Barkis. Che altro dire? Il paragone con Nightmare before Christmas è inevitabile, e perso su molti fronti. La sposa cadavere è spassoso, meno legato alle canzoni nell'economia complessiva, ma ricco di colori più morbidi che rendono il bar frequentato dai defunti un posto da cercare immediatamente dopo esser trapassati. I personaggi sono divertenti, e anche se probabilmente Victor non potrà mai ambire alla fama di Jack Skellington, di sicuro saprà farsi amare nella sua adorabile sbadataggine. Infine, se La sposa cadavere vince sul fronte dello sviluppo della trama, che era l'unica toppa (nel finale) del suo predecessore, deve cedere il passo in quanto a fluidità dell'animazione.Paragoni a parte, La sposa cadavere è una nuova perla che Tim Burton inanella nella sua filmografia, un altro regalo ai bambini di 40 anni che da piccoli avevano paura del buio, ma non riuscivano a fare a meno di perdercisi.

FRASE TRATTA DAL FILM

Non posso... questo Victor... io ero una sposa ed hanno distrutto il mio sogno ma adesso ho rubato il sogno di qualcun altro io ti amo Victor ma tu non sei mio…