IL GEOMETRA BRESCIANO - Collegio Provinciale Geometri e ... · CATASTO - Certificazioni energetiche...

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1 - 1 mappe d’impianto 60 Variazioni Albo del Collegio di Mantova 64 LAVORI DI GEOMETRI - La casa del futuro. Spen- dere poco di più per risparmiare molto di più 66 FORMAZIONE CONTINUA - precisazioni e modi- fiche alla procedura di calcolo per la certificazione energetica 80 Cerificazione energetica degli edifici. Il si- stema di generazione 82 Il nuovo software Cened+ per la stesura delle certificazioni energetiche: l’impianto 88 AGRICOLTURA & FORESTE - La Lombardia an- ticipa il Ministero sul regime di condizionalità 2010 90 Appunti pratici di ingegneria naturalistica (parte ottava) 94 CTU - Un buon tecnico è anche un buon CTU? Va- lutazioni e riflessioni 106 La prima facciata delle relazioni per esecu- zioni immobiliari 110 AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Impianti: acqua in bioedilizia. Una risorsa da usare al meglio. Le ragioni del risparmio 112 GEOLOGIA - Marcature CE sui prodotti da co- struzione in pietra 116 TECNICA - Le cattedrali del grano 120 Estetica delle facciate nei centri commerciali tra riqualificazione e innovazione 124 CONDOMINIO - Opere sulla proprietà comune del condominio 132 CULTURA - Giuseppe Freschi, un vulcanico bresciano d’altri tempi 134 ETICA PROFESSIONALE - La libera profes- sione 140 Novità di legge 146 La parola agli esperti 148 Aggiornamento Albo 150 Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Mariangela Scotti, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Guido Aldrighi, Beppe Battaglia, Francesca Bossini, Andrea Botti, Natale Comi, Davide Cortesi, Francesco Cuzzetti, Paolo Frediani, Giovanni Gares, Alessandra Pelizzari, Giovanni Platto, Sergio Ragnoli, Franco Robecchi, Simonetta Vescovi, Roberto Vincenzi Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 1 - 2010 gennaio-febbraio Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Sommario EDITORIALE - I geometri e l’iniziativa “Casa, se non ora quando” pag. 2 INTERVISTA - Per formare i nuovi geometri anche la riforma Gelmini avvicina la Scuola al Collegio 4 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Emanato il nuovo Rgolamento per il conseguimento dei Crediti Formativi Professionali 10 DALLA CASSA - Il sito della Cassa Geometri si rinnova: con la tecnologia RSS, è più veloce e dinamico 14 LEGALE - Action Class 16 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Nominate dal Consiglio del Collegio le nuove Commissioni ristrette 18 Viabilità della Valle Trompia. A che punto siamo con l’autostrada? 46 LEGISLAZIONE - Le nuove procedure pae- saggistiche entrate in vigore il 1° gennaio 2010 20 Quesiti sul “Piano casa”. Chiarimenti regionali 22 SCUOLA - La riforma degli Istituti Tecnici della Scuola Superiore. Convegno dell’11 di- cembre ’09 24 SICUREZZA CANTIERI - Il contratto d’appalto 34 CATASTO - Certificazioni energetiche e ca- tasto, il tema del seminario del 15 gennaio a Milano 44 ESTIMO - Listino dei valori immobiliari della provincia di Brescia per appartamenti e ca- pannoni (parte prima) 48 Appunti pratici di ingegneria naturalistica (parte sesta) 86 DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Scomputo degli oneri di urbanizzazione nelle gare gestite dai privati 52 Ricordo di Arturo Baracchi 56 DAL COLLEGIO DI LODI - 409-2009 Bassianus, patrono della Diocesi di Lodi 58 DAL COLLEGIO DI MANTOVA - Scansione

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 1IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1 - 1

mappe d’impianto 60

Variazioni Albo del Collegio di Mantova 64

LAVORI DI GEOMETRI - La casa del futuro. Spen-dere poco di più per risparmiare molto di più 66

FORMAZIONE CONTINUA - precisazioni e modi-fiche alla procedura di calcolo per la certificazioneenergetica 80

Cerificazione energetica degli edifici. Il si-stema di generazione 82

Il nuovo software Cened+ per la stesura dellecertificazioni energetiche: l’impianto 88

AGRICOLTURA & FORESTE - La Lombardia an-ticipa il Ministero sul regime di condizionalità2010 90

Appunti pratici di ingegneria naturalistica(parte ottava) 94

CTU - Un buon tecnico è anche un buon CTU? Va-lutazioni e riflessioni 106

La prima facciata delle relazioni per esecu-zioni immobiliari 110

AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Impianti: acqua inbioedilizia. Una risorsa da usare al meglio.Le ragioni del risparmio 112

GEOLOGIA - Marcature CE sui prodotti da co-struzione in pietra 116

TECNICA - Le cattedrali del grano 120

Estetica delle facciate nei centri commercialitra riqualificazione e innovazione 124

CONDOMINIO - Opere sulla proprietà comunedel condominio 132

CULTURA - Giuseppe Freschi, un vulcanicobresciano d’altri tempi 134

ETICA PROFESSIONALE - La libera profes-sione 140

Novità di legge 146La parola agli esperti 148Aggiornamento Albo 150

Direttore responsabileBruno Bossini

Segretaria di redazioneCarla Comincini

RedazioneRaffaella Annovazzi, Manuel Antonini,Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Laura Cinelli,Alessandro Colonna, Mario Comincini,Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio,Francesco Ganda, Francesco Lonati,Guido Maffioletti, Franco Manfredini,Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,Mariangela Scotti, Valeria Sonvico,Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi

Hanno collaborato a questo numeroGuido Aldrighi, Beppe Battaglia,Francesca Bossini, Andrea Botti, Natale Comi, Davide Cortesi, Francesco Cuzzetti, Paolo Frediani, Giovanni Gares,Alessandra Pelizzari, Giovanni Platto,Sergio Ragnoli, Franco Robecchi, Simonetta Vescovi, Roberto Vincenzi

Direzione, redazione e amministrazione25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12Tel. 030/3706411www.collegio.geometri.bs.it

Grafica e impaginazioneFrancesco Lonati

FotografieStudio Eden e Francesco Lonati

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StampaIGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20

Di questa rivista sono state stampate ????? copie,che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.

N. 1 - 2010 gennaio-febbraioPubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornalie periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 1, DCB Brescia

Associato alI’USPI

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore enon impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltàdi riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articolie le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

IL GEOMETRABRESCIANORivista bimestraled'informazionedel Collegio Geometridella provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del CollegioGeometri di Brescia, sintetizza con efficacia lamultiforme attività del geometra nei secoli.

Sommario

EDITORIALE - I geometri e l’iniziativa “Casa, senon ora quando” pag. 2

INTERVISTA - Per formare i nuovi geometrianche la riforma Gelmini avvicina la Scuola alCollegio 4

DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Emanato ilnuovo Rgolamento per il conseguimento deiCrediti Formativi Professionali 10

DALLA CASSA - Il sito della Cassa Geometri sirinnova: con la tecnologia RSS, è più velocee dinamico 14

LEGALE - Action Class 16

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Nominate dalConsiglio del Collegio le nuove Commissioniristrette 18

Viabilità della Valle Trompia. A che puntosiamo con l’autostrada? 46

LEGISLAZIONE - Le nuove procedure pae-saggistiche entrate in vigore il 1° gennaio2010 20

Quesiti sul “Piano casa”. Chiarimenti regionali22

SCUOLA - La riforma degli Istituti Tecnici dellaScuola Superiore. Convegno dell’11 di-cembre ’09 24

SICUREZZA CANTIERI - Il contratto d’appalto34

CATASTO - Certificazioni energetiche e ca-tasto, il tema del seminario del 15 gennaio aMilano 44

ESTIMO - Listino dei valori immobiliari dellaprovincia di Brescia per appartamenti e ca-pannoni (parte prima) 48

Appunti pratici di ingegneria naturalistica(parte sesta) 86

DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Scomputo deglioneri di urbanizzazione nelle gare gestite daiprivati 52

Ricordo di Arturo Baracchi 56

DAL COLLEGIO DI LODI - 409-2009 Bassianus,patrono della Diocesi di Lodi 58

DAL COLLEGIO DI MANTOVA - Scansione

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EDITORIALE

2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Bruno Bossini I geometri e l’iniziativa“Casa, se non ora quando ”

posta l’obiettivo di ridarel’auspicato rilancio all’edi-lizia dopo due anni di crisi.Non è molto facile compren-dere come la qualità possaportare a un risparmio eco-nomico: vediamo quindi dientrare nel merito di tale as-serzione, partendo da unapremessa essenziale. Qua-lità significa mettere in attoun’accurata scelta dellelinee e delle tipologie pro-gettuali, una precisa cono-scenza di tutte le tematicheche sovrintendono al pro-getto, una corretta indivi-duazione delle fasi opera-tive e dei loro tempi. Solo at-traverso una efficiente pro-grammazione progettuale sipossono evitare anche e so-prattutto al fine di non far lie-vitare i costi quegli intoppiche, in genere, emergonodurante la costruzione, e chesono figli di cattive scelte

progettuali o di un’insoddi-sfacente individuazione,(anche per “colpa” del com-mittente), dell’effettivo ri-sultato che si vuol raggiun-gere.I geometri, al riguardo, sipropongono di mettere a di-sposizione della commit-tenza tutto il bagaglio dellaloro esperienza professio-nale, che abbraccia, oltrealla progettazione e alla di-rezione lavori, anche tutti glialtri aspetti operativi ad essicorrelati: quelli catastali,quelli relativi all’impianti-stica, alle rilevazioni topo-grafiche, al risparmio ener-getico, alla scelta dei mate-riali, ecc. e, all’occorrenza,anche di garantire quell’a-zione di coordinamentodegli interventi specialistici(calcolo dei cementi armati,tutela sismica, geologica,ambientale e idrogeologica,

ecc.) indispensabiliper l’ottenimentodelle autorizza-zioni e dei parerinecessari alla con-cessione del “Per-messo a costruire”.Ma non si ferma quil’impegno della no-stra categoria sultema di risparmiodei costi.In questa fase digrande difficoltà e-conomica, che dal2008 ad oggi con-tinua a pesare sulmercato, anche igeometri insiemecon altre realtà pro-fessionali che già sisono espresse in talsenso, offrono unariduzione del 20%

Sono almeno due gliargomenti “forti”che la nostra cate-

goria mette sul piatto dellacampagna “Casa, se non oraquando” che si è aperta comesappiamo a Brescia il 13 no-vembre scorso e si protrarràper almeno qualche mese :– quello della qualità pro-

fessionale con tutti i suoiriflessi di risparmio econo-mico nella realizzazionedegli immobili;

– quello della riduzione deicosti di costruzione equindi del valore di ven-dita degli immobili.

Ne ha già parlato il nostroPresidente Giovanni Plattonei vari incontri tenuti sul-l’argomento con gli addettiai lavori e ne hanno riferito imass-media, in particolare il“Giornale di Brescia” nellepagine dedicate alla succi-tata campagna, che si è

delle loro competenze pro-fessionali, su quelle in parti-colare che riguardano la ven-dita di immobili (consu-lenze, stime, certificazioni,rilevamenti, pratiche cata-stali) o la realizzazione dinuove volumetrie, e recu-pero o sostituzione di fab-bricati esistenti in derogasecondo il “Piano Casa” (L.R.13/2009), che la RegioneLombardia ha approvatocon effetto transitorio (per18 mesi) a partire dal 16 ot-tobre 2009.

Anoi pare un se-gnale importante. Igeometri offrono

un concreto contributo allariduzione dei costi immobi-liari, senza tuttavia rinun-ciare a stare al fianco dellacommittenza, con la loropresenza e capacità profes-sionale. Anch’essi in talmodo contribuiscono al ri-lancio del mercato immobi-liare.Questo invito della Presi-denza e del Collegio di Bre-scia al contenimento deicosti professionali non è (enon potrebbe esserlo) ob-bligatorio per tutti gli iscritti.Lo sarà solo per quelli che a-deriranno all’iniziativa checontattati da chi avrà bi-sogno dei loro servizi pro-fessionali, potranno concor-dare lo sconto preannun-ciato.Il nostro Collegio infine haavviato un’altra iniziativa pervenire incontro alle neces-sità dei cittadini: uno spor-tello di consulenza (questototalmente gratuito) attra-verso il quale essi potrannoottenere risposte concrete

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EDITORIALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 3

nuto dando l’avvio ad unlungo processo di progetta-zione e costruzione che nonpuò durare meno di 3-4anni), e a rivolgersi decisa-mente al mercato del co-struito invenduto, che inquesta fase di crisi rag-giunge volumi sempre più ri-levanti. Mi riferisco in spe-cial modo ai grandi com-plessi immobiliari già esi-stenti o in fase di ultima-zione, con opere di urbaniz-zazione già ultimate equindi utilizzabili immedia-tamente. L’offerta di unprezzo essenzialmente ba-sato sui loro costi di costru-zione e acquisto area,seppur aumentati di unaquota pari al valore dei mi-nori costi d’attesa, dell’azze-ramento delle spese impre-viste, della riduzione deglioneri finanziari, dovrebbeindurre molti imprenditoriimmobiliari – in una pro-spettiva di vendita molto

scarsa come l’attuale chevede oggi i loro costi lievi-tare anche solo per il pesodegli interessi sui finanzia-menti ottenuti – ad accet-tare, per i loro immobili invendita, anche una consi-stente riduzione del prezzodi mercato che di zona inzona potrà variare propor-zionalmente ai valori effet-tivi degli immobili già in ca-rico agli Enti medesimi.In momenti di crisi persi-stente come quelli che vi-viamo, per gli impresari, o al-meno per quelli fra loro giàmolto “carichi” di immobiliinvenduti, può essere inte-ressante attuare un ribilan-ciamento della loro situa-zione finanziaria e bancaria,anche se a prezzi di mercatoridotti e minor utile, ma pursempre con la possibilità difare cassa in breve tempo.C’è poi una seconda possibi-lità solo per le Amministra-zioni comunali: quella di in-

alle loro richieste di informa-zioni su ogni argomento atti-nente alla vendita e alla co-struzione di immobili.Tale servizio sarà disponi-bile su prenotazione pressoil Collegio e si avvarrà digeometri esperti nei varisettori dell’edilizia e dellasalvaguardia immobiliare.E veniamo alla propostadella categoria sulla possi-bile riduzione del costodegli immobili, argomentosul quale è sostanzialmenteincentrata la campagna“Casa, se non ora quando”. Questa riduzione può es-sere ottenuta in due modi.Il primo è legato all’ipotesiche le Amministrazioni co-munali e gli Enti costruttoridi edilizia popolare inizino adiversificare gli investi-menti delle loro risorse eco-nomiche (e quindi, oltre adindirizzarsi verso l’acquistodelle aree già espropriatecome è sempre sinora avve-

durre il mercato a una ridu-zione del prezzo degli im-mobili abitativi di ediliziapopolare con una diversifi-cata pianificazione territo-riale che individua aree di“facile” intervento, dove siameno problematica la rea-lizzazione di urbanizzazioni.Tali aree, trasformate in edi-ficabili, potrebbero esseremesse a disposizione diquegli imprenditori o coo-perative che, aiutati da in-centivi adeguati, intendanoindirizzare le loro risorsenell’edilizia economica po-polare, al fine di realizzarealloggi a prezzo contenuto econvenzionato con le Ammi-nistrazioni comunali stessesia per l’acquisto sia per lalocazione.È utopia tutto ciò? Comin-ciamo almeno a parlarne.

Anno nuovo, problemi vecchi

L’ avvio dell’anno 2010 non è stato facile. Ogni crisieconomico-finanziaria come quella che stiamo vi-

vendo pesa su tutti quanti vivono del proprio lavoro, quindianche sui liberi professionisti. Ma come ogni crisi, certamenteanche questa avrà una fine: l’aspettiamo con trepidazione,pronti a coglierne i frutti e a riposizionarci nel panorama dellelibere professioni con le nuove competenze che vanno matu-rando e che dovremo saper cogliere con acume e perspicacia.

Il geometra, una volta riconosciuto e apprezzato per lasua poliedrica professionalità, e recentemente fagocitato nellesue competenze dai tecnici laureati, ha bisogno di essere rivi-talizzato e riportato all’ottimismo professionale. È un impegnoper ciascuno di noi, per la categoria e per i suoi massimi diri-genti nazionali. L’ultima assemblea dei Presidenti tenutasi aRoma il 10 febbraio scorso lo ha peraltro confermato, vinco-lando i vertici della categaria a stringere rapporti limpidi e pro-ficui con il mondo della politica, cui far sentire il “peso” dei geo-metri italiani.

In ambito provinciale, allineandoci alle disposizioni na-zionali, per rendere più stretto il rapporto tra Collegio e iscritti,stiamo procedendo alla ristrutturazione delle Commissioni dilavoro che coprono tutte le branche della nostra attività pro-fessionale. Per far ciò abbiamo istituito le Commissioni ristrette,ciascuna coordinata da un Consigliere (che ne diviene presi-dente), a diretto contatto con il Consiglio Direttivo del Collegio.Ciò al fine di recepire le esigenze dell’intero territorio provin-

ciale e impegnare il maggior numero di iscritti in azioni di pro-posta e concreta operatività nella gestione del Collegio.

Sarà così possibile organizzare i corsi di aggiornamentoe formazione – giustamente obbligatori per i geometri profes-sionisti – con una loro più efficace distribuzione sul nostro ter-ritorio provinciale, tanto vasto e diversificato nelle esigenze pro-fessionali degli iscritti. I Consiglieri che avranno la responsa-bilità gestionale diretta della Commissione ristretta, sarannocosì i primi collaboratori del Presidente, a cui sottoporrannole proposte emerse nella Commissione allargata; quelle rite-nute valide, avranno concreta efficacia, così che l’operativitàdel Collegio non continui ad essere tanto fortemente legata allescelte e all’impegno del solo Presidente.

Queste novità, unitamente alla riforma scolastica in attodegli Istituti Tecnici, possono contribuire a far emergere le qua-lità professionali della nostra categoria, ora in profonda evo-luzione, che vogliamo vincente.

In calce e a conclusione di questa prima nota del 2010,desidero far pervenire agli iscritti un vivo augurio di buon la-voro, che con amicizia estendo a tutti i Collegi italiani, ai loroPresidenti e Consiglieri, ai quali il Collegio bresciano è lieto diinviare la propria rivista.

Il PresidenteGiovanni Platto

La nota del Presidente

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INTERVISTA

4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Per formare i nuovi geometrianche la riforma Gelmini avvicina la Scuola al Collegio

Non è la prima volta che, per parlare di scuola, scegliamo diincontrare il prof. Fulvio Negri, preside dell’Istituto tecnico pergeometri Nicolò Tartaglia di Brescia. Anzi, tutte le volte che abbiamovoluto capire un po’ meglio quanto stava accadendo nelle nostrescuole, ci siamo rivolti a questo docente appassionato quanto pacatoche vive ogni giorno la prima linea del maggior istituto per geometridella provincia nonché le ramificate, quotidiane e fecondeinterrelazioni con le categorie professionali e con il mondo del lavoro,ma che ha pure la capacità di leggere fenomeni e tendenze di piùlungo respiro. Un interlocutore istituzionale importante per il nostroCollegio che in questi anni non ha peraltro mancato di offrire tutta lapossibile collaborazione per consolidare rapporti, incontri efrequentazioni tra i geometri liberi professionisti e i giovani che sistanno preparando a diventarlo. Di più: in questi anni col prof. Negri èstato possibile non solo discutere e collaborare, ma pure dare vita ainiziative comuni di informazione e di formazione, in virtù della pienadisponibilità del preside del Tartaglia ad aprire l’istituto non solo e nontanto per conferenze e corsi, bensì per far dialogare compiutamentela scuola e gli studi professionali, i docenti e gli studenti con lacategoria. Un piccolo patrimonio di lavoro comune che è già diventatoun esempio per altre realtà, in provincia e fuori, e che apparesignificativamente anticipatore d’una modalità formativa, quella chesfrutta la più stretta sinergia tra scuola e mondo del lavoro, che gliistituti superiori immaginati dalla Riforma Gelmini dovranno mettere alcentro del loro progetto.Anche per questa ragione abbiamo voluto incontrare in questi giorni ilprof. Negri per farci illustrare non solo dall’uomo di scuola e dalpreside, ma pure dal docente attento e sensibile al rapporto con lacategoria, le novità sostanziali che tra pochi mesi modificherannoprofondamente le superiori nel nostro Paese. Dopo un lungo iter, ingennaio sono stati definitivamente approvati da Governo eParlamento i regolamenti che danno completa attuazione al progettodi riforma della scuola superiore che ha preso il nome dall’attualeministro dell’istruzione, la bresciana Mariastella Gelmini.Gli indirizzi di legge si sono dunque tradotti in precise normative ed ildisegno generale ha lasciato il necessario spazio alle specificazionied ai chiarimento rendendo così leggibile non solo le architravi delprogetto, ma le soluzioni adottate per ogni singolo indirizzo. Acompletare il quadro, per ogni scuola penserà tra qualche settimana ilCollegio dei docenti che interpreterà, secondo le esigenze delterritorio gli ambiti di autonomia garantiti ad ogni istituto, ma fin d’oraè possibile parlare con cognizione di causa della nuova scuola cheaccoglierà i nostri figli a settembre e soprattutto che preparerà igeometri di domani. E proprio di questo abbiamo parlato con il prof.Negri nell’intervista che pubblichiamo qui di seguito. Unaconversazione alla quale non casualmente hanno preso parte, oltre aldirettore del “Geometra bresciano” Bruno Bossini, il presidente delCollegio, Giovanni Platto, ed il direttore, Mariangela Scotti. Tra ilCollegio di Brescia e l’Istituto Tartaglia esiste infatti da sempre unostretto rapporto di collaborazione che la nostra categoria èintenzionata a rinsaldare e a rendere ancor più significativo neiprossimi anni. Come ha ricordato il presidente Platto dialogando conil preside, i geometri bresciani sono capillarmente presenti sulterritorio e conoscono non solo i problemi del settore edile edell’ambiente, ma pure la sensibilità della popolazione. Quando,qualche anno fa, fu coniato lo slogan del “geometra di famiglia” si

intendeva alludere proprio a questa speciale condivisione di tensioni,esigenze e aspettative che consente ai noi liberi professionisti difornire ben più d’un parere tecnico e d’essere l’interfacciariconoscibile e affidabile tra il cittadino e le mille istituzioni chesovrintendono alla produzione ed alla costruzione. Anche per questaragione il geometra è sempre più un tecnico polivalente che samettere in relazione e coordinare le competenze di tanti altriprofessionisti per offrire al cittadino un servizio realmente completo,la soluzione totale del problema proposto. Anche per questa ragione,vista la complessità crescente del mondo che ci circonda, lungi dalvedere offuscato il loro ruolo nella società i geometri sono convintid’essere oggi più che mai indispensabili. Grazie al loro bagaglio diconoscenze e d’esperienze, ed alla formazione continua che, ancheil rapporto con il Tartaglia, potrà garantire.

P rof. Negri, dopo anni didiscussioni e progetti, lariforma della scuola su-

periore sta finalmente entrando invigore. Quali sono i tratti salienti eche giudizio ne dà?«Voglio premettere che nondarò un giudizio politicodella riforma – anche perchénon mi sembra giusto e-sprima la sua personale opi-nione politica un funzionariostatale mentre svolge uncompito sostanzialmente i-stituzionale – piuttostovorrei illustrare gli elementifondanti della riforma cer-cando di leggerli da uomo discuola, meglio ancora dapreside ormai di lungo corsod’un istituto tecnico supe-riore per geometri d’unaprovincia particolare qual èBrescia».

Ecco, partiamo dalle ragioni fonda-mentali che hanno portato allariforma Gelmini.«Le ragioni sono molte,dalla necessità di adegua-mento dell’offerta formativaalle mutate esigenze delmercato alla omogeneizza-zione dei percorsi formativiitaliani con quelli europei,ma voglio sottolineare in-

nanzitutto quella necessitàdi razionalizzazione che haportato una delle novità piùevidenti della riforma, ov-vero la riduzione degli indi-rizzi. Occorre infatti dire chefinora nella scuola superioreitaliana erano disponibilipiù di 900 indirizzi diversi,una frantumazione che lungidal rappresentare una realevarietà di opzioni finiva perrendere impossibile ad unragazzo, soprattutto ad unragazzo di quattordici anni,una scelta che fosse real-mente legata ad un progettodi vita. Col risultato che al-tissima era la percentualedegli abbandoni durante ilpercorso, anche solo dopoun anno, mentre, nono-stante il gran numero di in-dirizzi specialistici, la scuolafaticava a formare le figureprofessionali richieste dalmercato».

La risposta quasi ovvia della riformaè stata la riduzione degli indirizzi.«Non solo. La riforma riducegli indirizzi accorpandoli se-condo macro aree di inte-resse professionale, ma c’èun altro elemento fondanteche va sottolineato, ovvero

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 5

Il prof. Fulvio Negri, Presidedell’Istituto Tecnico per geometri“Tartaglia” (a destra) intervistato daldirettore Bossini alla presenza delPresidente Giovanni Platto, delSegretario Armido Bellotti e delDirettore Mariangela Scotti

In questa battaglia anche i geometrihanno fatto la loro parte.«Sì, anche perché la storiadel nostro Paese a partiredal suo vorticoso impegnonella ricostruzione post-bel-lica è lì a dimostrare non soloquale ruolo essenziale que-sti tecnici hanno avuto nellosviluppo economico, mapure come siano stati laspina dorsale dell’evolu-zione delle professioni te-nendo il passo e spesso an-ticipando le risposte alle piùavvertite esigenze del mer-cato».

Nonostante questo apporto, ormaipalesemente riconosciuto da tutti, dasettembre non avremo più un isti-tuto per geometri.«Sì, al posto della scuola deigeometri com’è stata fami-liarmente chiamata per de-cenni, avremo l’istituto tec-nico delle costruzioni, del-l’ambiente e del territorio,tre ambiti di specializza-zione molto vicini l’uno al-l’altro e spesso complemen-tari, che mi pare peraltro tra-ducano bene la nuova pro-fessionalità e la polivalenzarichiesta oggi ad un geo-metra. Per qualche mese si è

la valorizzazione degli isti-tuti tecnici. Per molti anni in-fatti è parsa prevalere unatendenza che voleva la se-condaria sostanzialmentedivisa tra licei e istituti pro-fessionali a discapito degli i-stituti tecnici per i quali a uncerto punto pareva non cifosse futuro. Il mondo delleprofessioni e del lavoro hainvece convinto il legisla-tore della necessità di for-mare compiutamente quel-le figure tecniche di gradointermedio senza le qualil’insieme della società faticaa funzionare».

pensato che potesse essereaggiunta anche una specia-lizzazione in logistica e tra-sporti, ma alla fine non èstato così. Ed io credo che lascelta sia stata giusta. In pra-tica si raccoglie una ereditàsignificativa, che per il Tarta-glia è anche storica e glo-riosa, e si dà spazio anchealle sensibilità più recentiche hanno aperto anche ori-ginali spazi di impegno pro-fessionale: dall’ecologia alrisparmio energetico, alla si-curezza».

Concretamente cosa cambia?

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INTERVISTA

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mente la seconda partedella domanda mi parecentri il problema. Si trattainfatti di chiedersi che tipodi tecnico delle costruzionidell’ambiente e del terri-torio richieda oggi il mer-cato. E mi sembra di poterscartare l’idea che serva unragazzo con una precisa especifica specializzazioneprofessionale, non foss’altroperché, vista la rapidità del-l’innovazione, si tratterebbecomunque di una specializ-zazione rapidamente obso-leta. Abbiamo piuttosto bi-sogno di un uomo, ovvero diun giovane che ha la pienaconsapevolezza di sé e chesa porsi in proficua relazionecon gli altri; un tecnico cheha certo una polivalenza dicompetenze, ma che soprat-tutto non è disorientatodalla complessità delle si-tuazioni».

Sembra più una figura ideale cheuna persona in carne e ossa«No, al contrario è proprio iltipo di tecnico e di cittadinodi cui non solo abbiamo bi-sogno, ma che abbiamo ildovere di formare. Atten-zione: non è un tecnico chesa meno del suo collega u-scito vent’anni o cinquan-t’anni fa da un istituto pergeometri. Anzi. Pensate soloalla necessità fino a ieri im-pensata di conoscere esaper parlare una linguastraniera. Un geometra, mapure chi frequentava unliceo classico, fino a nonmolti anni fa studiava l’in-glese o il francese sino in se-conda. E gli bastava perchéla lingua straniera gli servivaspesso solo per cavarsela da

turista in vacanza. Oggi a ungeometra, a un capocantierepuò essere richiesto di inter-loquire con manodopera in-ternazionale, con gli extra-comunitari dell’impresa e-dile, con le squadre di cotti-misti che arrivano da mezzaEuropa e con i quali occorreusare correttamente un lin-guaggio tecnico».

Eppure sono in molti a sostenere cheoggi la scuola da meno d’untempo…«Io non sono d’accordo.Certo occorre rendersi contoche ieri la scuola superiore

«Molto, anzi moltissimo,perché l’idea di fondo èquella di non buttare vianulla del passato, ma nep-pure delle esperienze piùsignificative di questi ultimianni, quali sono state ad e-sempio al Tartaglia i lavoridegli studenti in tema di A-genda 21, di restauro, dilegge 626 e legge 81. In pra-tica oltre all’iter istruttivo diprima, nel nuovo istituto c’èl’esigenza di dare sistemati-cità e organicità alle espe-rienze che negli anni si sonoaccumulate. È ovvio peraltroche non si possono certosemplicemente sommare gliinsegnamenti di ieri agli ap-profondimenti oggi richiesti,giacché avremmo un orariosettimanale di 80 e più ore,bensì occorrerà contempe-rare materie e laboratori,consentire approfondimentipersonali diversificati, mas-simizzare le opportunità diincontro con il mondo e-sterno, con esperienze si-gnificative di studio e di la-voro, sfruttare appieno l’au-tonomia e la flessibilità, leore del mattino e i rientri po-meridiani, l’insegnamentoin classe e gli stage, le lezionidei docenti e le testimo-nianze degli esperti, comin-ciare dai geometri liberi pro-fessionisti».

Non c’è il rischio d’offrire una for-mazione un po’ troppo generica conpoca specializzazione professionale?In sostanza che tecnico verrà formatodurante i cinque anni di perma-nenza nel nuovo istituto?«Potrei cavarmela dicendoche il rischio c’è e ogni Col-legio docenti farà di tuttoper evitarlo, ma corretta-

era riservata a una élite e chemolte esigenze formative eistruttive dei ragazzi trova-vano risposta in famiglia. Lascuola di massa non solo sideve confrontare appuntocon la massa degli studenti,ma è costretta ad assolvereanche a funzioni che ierisvolgevano altre agenzieformative. La scuola, si trovaad insegnare l’educazione, aformare il cittadino e l’uomooltre che il tecnico. E ancheil tecnico forse avrà meno co-noscenze specialistiche –nozioni peraltro inevitabil-mente destinate a essere

L’Istituto tecnico per geometri“Tartaglia” di Brescia e il suoPreside, prof. Fulvio Negri

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pacità di ordinare le questioni e porrele domande giuste. Spesso infattisaper porre le giuste domande portapiù facilmente alle giuste risposte.«Sì. E aggiungerei un’ulte-riore caratteristica: occorreche sappiamo instillare neltecnico che andiamo for-mando la consapevolezzache la sua preparazionecome professionista è prov-visoria e che le sue compe-tenze non sono conquistateuna volta per sempre ma ab-bisognano di continuo ag-giornamento, di formazionepermanente».

Par di capire perciò che nei prossimianni dagli istituti come il Tartaglia u-sciranno tecnici ancor meno specia-lizzati di quanto non sia avvenuto inquesti ultimi anni.«Certo meno specializzati,ma non direi meno preparatiad affrontare quel percorsodi ulteriore formazione spe-cializzazione che è ormai in-dispensabile per entrare daprotagonisti nel mondo dellavoro. A questo propositooccorre essere molto chiari:fare oggi il professionista èpiù impegnativo di ieri, oltrea un maggior bagaglio di co-noscenze serve una non co-mune capacità di adatta-mento alle nuove situazioni,la voglia di rimettersi a stu-diare ogni giorno e di rimet-tersi in discussione in ognimomento. E non si può cre-dere che per tutto questobastino i cinque anni discuola superiore, alla qualeperaltro, come ho dettoprima è richiesto di supplirepure alle carenze di altre a-genzie formative, a comin-ciare dalle famiglie. Perquesto la riforma chiede

anche agli istituti tecnici diinvestire soprattutto nellapreparazione di base».

Significa più ore di italiano, storia,magari filosofia e meno di costruzionie topografia?«Innanzitutto significa menoore per le materie canonichecodificate, perché erano giàtroppe e non lasciavano inverità molti spazi per le ri-cerche personali, gli ap-profondimenti tematici,l’uso della flessibilità trascuola e lavoro. Pertanto sisono per esempio ridotte ta-lune materie che la tecno-logia ha superato – l’e-sempio classico è il disegnotecnico che oggi, fatto a com-puter richiede meno tempoe non per questo riduce laprofessionalità – mentresono rimaste invariate le oreper italiano e le materie u-manistiche; inoltre si è au-mentato per esempio in-glese, sono cresciuti i labo-ratori…Ma al di là dellescelte per le singole ma-terie, è certo che il nuovo i-stituto offrirà più prepara-zione di base e meno spe-cializzazione nel quin-quennio rispetto all’istitutoper geometri classico. Laspecializzazione, inevitabil-mente, sarà avviata nelquinquennio, anche grazie aun più stretto rapporto conle professioni e i professio-nisti, ma dovrà essere com-pletata negli anni successivie, come ho già detto, mante-nuta per tutta la vita grazie apercorsi di formazione per-manente».

Eccoci dunque al ruolo per certi versinuovo che spetta al Collegio e alla ca-

obsolete in pochi anni – manon sarà a digiuno di decinedi tematiche diverse che inun modo o nell’altro entre-ranno nel concreto svolgi-mento della sua profes-sione».

Trovare un equilibrio non sarà facile.«No, ma occorre aver chiarol’obiettivo: quello di for-mare un uomo e un tecnicopolivalente che innanzituttosappia proficuamente lavo-rare all’interno di un team,che sappia stare in relazionefeconda con gli altri profes-sionisti impegnati su un’o-pera; inoltre un tecnico fles-sibile, ovvero che sappia a-deguarsi alle necessità di si-tuazioni che inevitabil-mente saranno semprenuove, sia che si tratti di rea-lizzare una casa secondonormative che si inseguonoe si contraddicono in conti-nuazione, sia che debbadare un consiglio per una di-visione o un intervento di ri-sparmio energetico (dove,ad esempio, la tecnologia e-volve con una velocitàstraordinaria). Per essereancor più chiari, io credo cheil nostro compito nel nuovoistituto per le costruzioni,l’ambiente e il territorio siadi formare persone cheprima di essere topografi oprogettisti siano tecnici ca-paci di leggere realtà com-plesse e talvolta contraddit-torie senza farsi disorien-tare».

Ed è proprio questo che anche i no-stri colleghi inseriti nelle commis-sioni d’esame cercano di valutare neicandidati: non la soluzione definitivadel problema proposto, bensì la ca-

tegoria; possiamo precisarlo meglio.«Certamente, anche se iopenso che preliminarmentesi debba dire che la verariforma, quella più profondanon riguarda tanto il pesodelle diverse materie, la ri-duzione o l’incremento di un“quid” di specializzazioneprofessionale: la riforma in-ciderà davvero sulla forma-zione dei ragazzi se sarà in-nanzitutto metodologica,ovvero se soprattutto negli i-stituti tecnici si punterà dipiù sull’induzione rispettoal classico schema dedut-tivo tanto in auge nei de-cenni passati e proprio so-prattutto dei licei. In altreparole si tratta di far partire iragazzi il più possibile dalleesperienze dirette per risa-lire alle leggi generali, diporre la concretezza di unproblema per scoprire ad e-sempio l’utilità di una for-mula che lo risolve. È forsesuperfluo ricordare quantola scuola italiana fosse impo-stata all’opposto sulla cono-scenza deduttiva, ovvero lostudio della grammatica perconoscere una lingua, lostudio delle regole matema-tiche prima di vederne l’ap-plicazione pratica. Ora, per-sino nella materia che ho in-segnato per anni, italiano, èassai più facile spiegare Pe-trarca leggendo immediata-mente una sua canzone chefarne studiare in astratto lapoetica prima di affrontarel’opera. Nella materie tec-niche ciò è ancora più evi-dente perché è fondamen-tale partire dal laboratorioper arrivare a scoprire labontà di una legge fisica ochimica, così come dirà di

L’Istituto tecnico per geometri“Einaudi” di Chiari

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venire pane quotidiano neiprocessi formativi post di-ploma. Ripeto: fondamen-tale è il metodo, ovvero farein modo che i ragazzi comin-cino al più presto a vedere acosa serve quello che stannostudiano, che i problemiempirici di ogni giorno,quelli che un professionistadeve affrontare ogni giorno,si risolvono grazie agli stru-menti e alle conoscenze che

la scuola offre».

Da quanto detto emerge un ruolonuovo per il Collegio dei geometri findagli ultimi anni del quinquennio enon solo per il post diploma.«La novità, se di novità vo-gliamo parlare, è un’intera-zione sempre più stretta trala scuola ed il territorio, ov-vero tra la scuola e i soggettiistituzioni che operano nelterritorio. E la riforma ha pre-visto, seppure in manieraper ora facoltativa, un orga-nismo specifico per dareconcretezza a questa si-nergia e a questo rapporto.Nelle scuole infatti potrà na-scere, e il Collegio docentidel Tartaglia ne ha già deli-berato la nascita, un Comi-tato tecnico scientifico (Cts)col compito di rendere con-tinuo e proficuo il dialogo tral’istituto tecnico e il terri-torio».

Ma chi fa parte del Cts? cosa farà?

più un rilievo topograficoreale della strada di frontealla scuola che dieci ore inaula a studiare astratta-mente logaritmi, angoli etangenti».

Una piccola rivoluzione che, fortuna-tamente, il Tartaglia peraltro ha av-viato da tempo.«Sì, ma dovremo fare di più,molto di più. Non bastanoinfatti i laboratori dentro lascuola o le uscite didatticheche si fanno da anni, si dovràfare in modo che i ragazzi an-corino la loro preparazionealla realtà professionalequotidiana e, dunque, pos-sano arricchire la loro prepa-razione laddove c’è operati-vità, negli studi professio-nali come nell’ente locale acontatto con i luoghi e i sog-getti che non molti annidopo comporranno il loro ha-bitat nella vita lavorativa ditutti i giorni. E, si badi bene,io sono convinto che questaassidua frequentazione del-l’esterno, questa osmosi coni luoghi della vita debba a-vere sistematicità fin dalterzo anno, per crescere nelquarto e quinto, nonché di-

Sarà un nuovo organismo colle-giale?«Ne farà parte chiunque si ri-tenga possa essere interes-sato e possa dare il suo con-tributo a saldare la scuola alterritorio, possa aiutare l’i-stituto a rispondere alle do-mande del territorio. Noi ab-biamo pensato ad esempioagli enti locali, la Provincia, ilComune, le associazionidelle imprese, dall’Aib aiCostruttori, le categorie pro-fessionali a cominciare pro-prio dai geometri, l’univer-sità, ma pure un grande ge-store di energia come A2A,insomma tutti coloro chehanno un ruolo nel mondodelle costruzioni, dell’am-biente e del territorio bre-sciano. Grazie a tutti questiapporti il Cts potrà adeguarein tempo reale l’offerta for-mativa e il programma scola-stico alle esigenze espressedal mondo produttivo e daquello delle professioni,

L’Istituto tecnico per geometri“Bonsignori” di Remedello

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dirigente a investire in for-mazione parte del suo tem-po libero) magari comin-ciando a proporre queste u-scite ai ragazzi già al quartoanno. Potremmo usare unaparte del pacchetto di ore diflessibilità di cui dispo-niamo per consentire allostudente una prova reale disé, un confronto tra le sue co-noscenze e i problemi dellavita un po’ meno virtualed’una interrogazione».

È un storia ancora tutta da scrivere,ma penso che il Collegio sia interes-sato a offrire la più ampia collabora-zione per l’apertura degli studi deicolleghi per iniziative come queste.«Ripeto: si tratta solo di met-tere a frutto la fantasia. I-noltre pensiamo che lo stagepossa divenire un elementodel curriculum d’un ragazzo,ovvero che questa espe-rienza col giudizio d’un pro-fessore, ma pure del profes-sionista che l’ha seguito,possa entrare nel suo fasci-colo. Con il vostro aiuto i-noltre potremmo ad e-sempio pensare a 4-5 op-zioni di approfondimentoprofessionalizzante per i ra-gazzi degli ultimi anni dasvolgere in determinati mo-menti della settimana o del-l’anno, magari in tema di ri-sparmio energetico o di si-curezza».

C’è poi il capitolo del post diploma…«Sì e, almeno per ora, mipare quello aperto alle piùdiverse soluzioni. Un puntofermo è certamente rappre-sentato dalla convinzioneche sia altamente oppor-tuno, oltre che legalmentenecessario per essere equi-

parati ai professionisti delresto d’Europa, un periododi formazione dopo il di-ploma e per l’inserimento apieno titolo nella profes-sione. Si stanno discutendoin queste settimane le di-verse soluzioni, gli Ifts, corsipost diploma che, già utiliz-zati con profitto proprio alTartaglia negli ultimi anni,hanno specializzato geo-metri di cantiere, gli Its (Isti-

tuto Tecnico Superiore),previsti dalla riforma che po-trebbero essere strutturatiin base al DPCM 25/01/08,art. 4, commi 1-2 sui seguentiindirizzi: efficienza energe-tica, mobilità, ma che di fattocostituiranno una scuolaspeciale (probabilmenteprovinciali o interprovin-ciali) per pochi addetti,quasi una sorta di facoltà u-niversitaria di specialità, lelauree brevi, che mi si diceancora non hanno avutogrande rilievo nei riflessidell’accesso alla profes-sione, la riforma del prati-cantato e si tratta, per la ve-

dagli enti locali come dalleimprese, consigliare ap-profondimenti e progettinell’ambito del quinquen-nio, organizzare corsi postdiploma, dire la sua su Its eFts, far emergere disponibi-lità per periodi di “full immer-sion” nel lavoro, per stage edesperienze di affiancamen-to. E all’immaginazione suquesto versante non c’è dav-vero limite».

È una prospettiva interessante,anche se, finora, l’alternanza scuola-lavoro nell’istituto tecnico per geo-metri è stata marginale.«Sì, anche se ogni anno il nu-mero degli stage cresce. Mipermetto di dire invece cheè purtroppo limitatissimo ilnumero delle imprese chedanno loro disponibilità a o-spitare uno stagista e i Ctspotrebbero svolgere unafunzione importantissimaanche solo aumentandoquesta disponibilità. Ancheperché l’esperienza di que-sti anni mi dice che la stra-grande maggioranza dei ra-gazzi che hanno fatto unostage in azienda sono tornatia scuola, mi si passi il ter-mine, migliorati. Sono piùdeterminati, spesso più ma-turi, come se quel confrontocon la vita reale, laddove èstato possibile, li abbia con-vinti maggiormente dellenecessità dello studio e del-l’applicazione. Per tuttequeste ragioni tutti al Tarta-glia vorremmo ampliarequest’esperienza, anche i-potizzando formule nuove,quali ad esempio la pre-senza al sabato mattinanelle imprese (certo occorrela disponibilità di qualche

rità, di questioni che atten-gono più alla gestione pro-fessionale in relazione al-l’accesso alla professioneche alla programmazionescolastica e sulla questionesarà opportuno che la vostracategoria si esprima sulleopzioni da scegliere in fun-zione di un risultato il più at-tinente possibile alle ri-chieste del mercato. Deci-siva mi pare invece la con-

statazione che non si saràpiù geometri a vita o meglioche la propria preparazioneprofessionale dovrà essereperiodicamente aggiornata,approfondita, integrata conla frequenza certificata acorsi, stage, lezioni, seminarie via discorrendo. Ed èquesto un nuovo terreno dicollaborazione dove credopossa proficuamente svi-lupparsi la collaborazionetra il Collegio e il nostro isti-tuto tecnico. Ma di questoopportunamente converràparlare un’altra volta».

Gli Istituto tecnici per geometri“Battisti” di Salò e “Olivelli” diDarfo

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Emanato il nuovo Regolamentoper il conseguimento dei CreditiFormativi Professionali (CFP)

finalizzata a garantire uncontinuo aggiornamentodelle conoscenze scienti-fiche necessarie per un cor-retto esercizio dell’attivitàprofessionale a tutela dellacollettività;(4) l’introduzione, a livelloeuropeo, di tessere profes-sionali impone la necessitàdi rendere pubblico il per-corso formativo (curriculum)dei professionisti attraversoinformazioni, nel pieno ri-spetto delle disposizionisulla protezione dei datipersonali, relativi anche al-l’esperienza professionale econseguentemente alla for-mazione svolta;(5) il Parlamento di Stra-sburgo ha approvato la di-rettiva sul riconoscimentodelle qualifiche professio-nali e cioè il riconoscimentoautomatico delle profes-sioni in tutta l’Unione Eu-ropea, meno burocrazia eprocedure snelle per con-sentire ai professionistidegli Stati membri di circo-lare liberamente in tutto ilterritorio europeo. È stata

introdotta la definizione dilibera professione secondoil principio statuito dallaCorte di Giustizia e cioè “pro-fessione esercitata da una personache, sulla base delle qualifiche pro-fessionali specifiche, fornisce a titolopersonale, sotto la propria responsa-bilità, prestazioni intellettuali inmodo autonomo nell’interesse delmandante e della collettività” percui l’esercizio della profes-sione “è in genere sottoposto a ob-blighi professionali specifici, confor-memente alla legislazione nazionalee alle normative elaborate autono-mamente nel quadro di quest’ultimadai rispettivi ordini professionali”che “garantiscono e perfezionano laprofessionalità, la qualità e il rap-porto di fiducia esistente con il man-dante”. La formazione è un’at-tività che garantisce e perfe-ziona la professionalità.(6) gli eventi formativi assi-curano ai professionisti diogni età e situazione occu-pazionale, in un’ottica dipari opportunità, condizioniche facilitano l’apprendi-mento permanente, al finedi evitare rischi di esclu-sione sociale e formativa.

I l Consiglio NazionaleGeometri e GeometriLaureati ci comunica:

«Visto l’articolo 23 lettera b)del Codice Deontologicodella categoria, il quale pre-vede che il geometra deve“mantenere costantementeaggiornata la propria prepa-razione professionale attra-verso lo svolgimento e la fre-quenza delle attività diinformazione, di formazionee aggiornamento secondo lemodalità statuite dal Consi-glio Nazionale sentiti i Col-legi Provinciali e Circonda-riali”;vista la mozione approvatadall’assemblea dei Presi-denti in data 23 giugno 2006;visto l’articolo 13 comma 4°del Regolamento sulla For-mazione Continua Profes-sionale approvato dal Con-siglio Nazionale in data 22novembre 2006 e pubbli-cato nella Gazzetta Ufficialen. 53 del 5 marzo 2007 (e-stratti, sunti e comunicati);considerato quanto segue:(1) la vigente normativa ri-guardante gli Ordini e i Col-legi professionali rispondeall’esigenza di realizzare unrilevante interesse pub-blico;(2) la formazione continuacostituisce un punto crucialedella strategia definita dalConsiglio Europeo (Lisbona2000) cioè nel realizzareun’“economia basata sulla cono-scenza piú competitiva del mondoentro il 2010” in grado di rea-lizzare una crescita econo-mica sostenibile, accompa-gnata da nuove e miglioricondizioni e una maggiorecoesione sociale;(3) la formazione continua è

(7) La formazione genera,secondo gli indirizzi eu-ropei, un atteggiamento re-sponsabile e attivo teso almiglioramento e all’aggior-namento del “capitale umano”.(8) È necessario dar luogo aeventi formativi quanto-meno aggregati su base re-gionale capaci di coordinaree integrare le diverse risorseanche pubbliche, di realiz-zare un’analisi dei fabbi-sogni formativi in raccordocon i fabbisogni professio-nali della società e indivi-duare le priorità, mettere incampo adeguate misure perla promozione e l’orienta-mento della domanda di for-mazione e, quindi, il monito-raggio da chi verifica i risul-tati.(9) La categoria dei Geo-metri è pienamente consa-pevole che esercitare la li-bera professione nella so-cietà in evoluzione significaessere in grado di fornireuna prestazione intellet-tuale di assoluta compe-tenza e qualità.(10) La necessità di istituireun percorso di formazioneprofessionale è una conse-guenza del continuo evol-versi delle normative e delleprocedure applicative tec-niche.(11) Tutto il mondo dellescienze e delle tecniche è incontinua evoluzione; la tec-nologia esasperata ha radi-calmente cambiato e sov-vertito tutte le tradizionalitecniche lavorative, in ognicampo. La globalizzazione ela informatizzazione del “si-stema lavoro” hanno cam-biato e velocizzato in modoesponenziale le procedure

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zione di conoscenze cul-turali e scientifiche fina-lizzate all’aggiornamentodell’attività professio-nale;

c) «corso di formazione»;acquisizione di cono-scenze scientifiche fina-lizzate allo svolgimentodell’attività professio-nale consistente in unaserie metodica di lezionio trattazioni sistematichein una o piú discipline in-quadrate nell’ambito diuna preparazione tecnicao di un programma distudio.

d) «verifica finale»; valuta-zione delle conoscenzescientifiche acquisite altermine della partecipa-zione a un corso di forma-zione;

e) «credito formativo pro-fessionale (CFP)»; il cre-dito formativo professio-nale è l’unità di misuradell’impegno richiesto al“geometra libero professionista”per il perseguimentodella formazione profes-sionale continua;

f) «relatore»; esperto dicomprovate conoscenzescientifiche desumibilida idoneo curriculum vitaeincaricato di presentare osvolgere una relazione inun seminario;

g) «libero docente»; e-sperto di comprovate co-noscenze scientifiche de-sumibili da idoneo curri-culum vitae, incaricato disvolgere attività di inse-ganmento in un corso diformazione;

e le modalità operative; lenormative “quadro” e quelleapplicative sono modificatee aggiornate con una fre-quenza quasi imbarazzanteche mette a dura provaanche il professionista piúattento; la formazione pro-fessionale continua non puòessere volontaria e/o facol-tativa; la formazione profes-sionale continua è basilare enecessaria lungo tutto l’arcodella vita professionale a ga-ranzia dei servizi da prestarealla committenza.

Titolo IDisposizioni generali

Articolo 1. “Oggetto”Il presente regolamento di-sciplina l’aggiornamentodella preparazione profes-sionale di ogni iscritto al-l’Albo.La “formazione professio-nale continua” è alla basedelle norme deontologichecui sono tenuti gli iscritti al-l’Albo.

Articolo 2. “Ambito di applica-zione”Il presente regolamento èparte integrante del CodiceDeontologico ed è, quindi,applicabile a tutti gli iscrittiall’Albo.

Articolo 3. “Definizioni”Ai fini del presente regola-mento si applicano le se-guenti definizioni:a) «evento formativo»; e-

vento finalizzato all’infor-mazione, formazione eaggiornamento profes-sionale («seminario» o«corso di formazione»);

b) «seminario»; acquisi-

h) «tutor»; esperto “libero do-cente” incaricato di seguiregruppi di professionisti i-scritti a un “corso di forma-zione”.

i) «anno di iscrizione»; annodi competenza indipen-dentemente dalla data diiscrizione sulla cui basedevono essere effettuatitutti i calcoli per la deter-minazione dei CFP.

Titolo IISvolgimento e formazione

Articolo 4. Ambito della forma-zione continua1. La formazione continua ri-guarda le discipline dellaprofessione del geometra.2. Gli eventi formativi de-vono comprendere le disci-pline tecnico-scientifiche i-

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sionista.2. Il CFP favorisce la riorga-nizzazione dell’apprendi-mento e dell’aggiornamentoattraverso un piú alto gradodi coordinamento fra le di-scipline e il rinnovamentodelle metodologie profes-sionali.3. Il CFP per i seminari è ge-neralmente riferito al tempoimpiegato (ora = credito)mentre nei corsi è in fun-

zione dei contenuti scienti-fici e innovativi dell’eventoformativo; deve essere con-traddistinto da un’elevatacoerenza fra le conoscenzescientifiche, culturali, cono-scitive e l’orientamento for-mativo-professionale.

Articolo 6. Attività formativa1. il Consiglio Nazionale pre-dispone i temi e la duratadei “corsi di formazione”anche strutturati in singolimoduli e può valutare e ac-creditare i corsi (artl 3 lett. c)

nerenti all’attività professio-nale del «geometra» nonchéle norme di deontologia eordinamento professionalee le altre discipline co-munque funzionali all’eser-cizio della libera profes-sione quali, a titolo esempli-ficativo, le lingue, le applica-zioni informatiche, la comu-nicazione, l’organizzazionedello studio professionale.3. La formazione continua

dovrà accompagnare l’i-scritto lungo tutto il periododell’attività professionalecon temini e modalità mo-dulatenel rispetto dellenorme e dei criteri di seguitoenunciati.

Articolo 5. Credito Formativoprofessionale (CFP)1. il credito formativo pro-fessionale (CFP) è l’unità dimisura della quantità , del li-vello, del profilo e della va-lenza dei percorsi formatividel geometra libero profes-

minari, ecc.;b. pubblicazioni;c. lezioni in corsi, master,ecc.;d. docenze presso IstitutiTecnici, Universitari ed entiequiparati;e. superamento di esami incorsi universitari attinenti laprofessione.2. La ripetizione del mede-simo «evento formativo» dicui alle lettere a), b), c) e d)non produrrà alcun ricono-scimento di CFP.3. Su richiesta dell’iscrittocorredata di idonea docu-mentazione, il Consiglio Na-zionale rilascia la certifica-zione dei crediti formativiprofessionali dell’eventoformativo di cui al comma 1°del presente articolo.

Articolo 8. Riconoscimento creditiformativi professionali1. Ai «Seminari» sono attri-buiti i crediti professionaliformativi nella misura di 1CFP per ogni ora di semi-nario.2. Ai “Corsi di formazione” icrediti formativi professio-nali sono attribuiti dal Con-siglio Nazionale anche persingoli moduli formativi va-lutando la durata, i temi trat-tati, la docenza e l’eventualeverifica finale.3. Per le “Attività formative”di cui all’art. 7, i crediti for-mativi professionali sarannoattribuiti dal Consiglio Na-zionale.4. Gli eventi formativi po-tranno essere svolti anchetramite Formazione a di-stanza (FAD), secondo spe-cifiche indicazioni del Con-siglio Nazionale.5. All’esercizio dell’attività

proposti da altri soggetti av-valendosi, se del caso, di uncomitato scientifico.2. I Collegi provinciali e cir-condariali predispongono i“seminari” (art. 3 lett. b) sin-golarmente o collegial-mente, agli enti di categoria:Comitati Regionali, Associa-zioni riconosciute dal Consi-glio Nazionale, e dagli Isti-tuti Universitari, Istituti tec-nici ed enti equiparati; è fa-coltà del Consiglio Nazio-nale di predisporre i “semi-nari”. I “seminari” non pos-sono avere una durata supe-riore alle quattro ore.3. È facoltà dei Collegi Pro-vinciali e Circondariali ac-creditare eventuali “semi-nari” (art. 3, lett. b) organiz-zati da altri soggetti.4. Gli eventi formativi (art. 3,lett. a) sono organizzati daiCollegi Provinciali e Circon-dariali, singolarmente o col-legialmente agli enti di cate-goria: Comitati Regionali,Associazioni riconosciutedal Consiglio Nazionale, edagli Istituti Universitari, I-stituti Tecnici ed enti equi-parati.5. Alla conclusione dell’e-vento deve essere rilasciatoall’iscritto, a cura dell’enteorganizzatore, un attestatodi partecipazione con l’indi-cazione dei crediti formativiprofessionali attribuiti se-condo le disposizioni indi-cate nell’art. 8, comma 1°.

Articolo 7. Altra attività forma-tiva1. Costituiscono inoltre Cfpnell’ambito di cui all’articolo4, comma 2°, le seguenti at-tività:a. relazioni in convegni, se-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 13

(CFP) è il seguente:

2. Il professionista, dal 1°gennaio 2010, sarà tenuto alrispetto:i)dei minimi annuali riferi-bili alla frazione di periodoquinquennale in cui è com-preso (colonna B);j) dei CFP minimi quinquen-nali (colonna C) in ragione

della frazione del periodointeressato.3. L’obbligo formativo è va-lutato dal Consiglio del Col-legio al termine dei periodiquinquennali di cui alcomma 1 (tabella - colonnaC) per l’avvio delle proce-dure di cui agli articoli 11 e12 del Regio Decreto 11 feb-braio 1929 n. 274.

Articolo 12. Sospensione, Can-cellazione1. L’obbligo della forma-zione professionale con-tinua è sospeso in caso diimpedimento dovuto a ma-ternità, grave malattia ograve infortunio o altri casidocumentati derivanti dacausa di forza maggiore.2. La sospensione su istanzadell’iscritto dovrà esseredeliberata dal Consiglio delCollegio; in ipotesi positival’iscritto sarà sospeso dal-l’obbligo di ottenere i CFPminimi annuali (articolo 11,comma 1 - tabella - colonnaB) e i CFP minimi quinquen-nali (articolo 11, comma 1 -tabella - colonna C) in ra-gione della frazione del pe-riodo interessato.

nell’ambito istituzionale(es. Presidente, Consigliere,partecipazione a Commis-sioni) e degli obblighi degliiscritti all’Albo, non è ricono-sciuto alcun CFP.6. La partecipazione agli e-venti formativi organizzati aldi fuori del territorio italianosu istanza dell’iscritto, saràoggetto di valutazione per ilriconoscimento dei CFP daparte del Consiglio Nazio-nale, secondo quanto indi-cato negli articoli che prece-dono.

Titolo IIIApplicazione

Articolo 9. Applicazione1.1 I Collegi Provinciali e Cir-condariali sono tenuti, ai finistatistici, ad aggiornare il re-gistro della formazione pro-fessionale continua predi-sposto su supporto informa-tico dal Collegio Nazionale(www.cng.it) con cadenza tri-mestrale e chiusura al 31 di-cembre.2. L’attività di formazionecontinua svolta dall’iscrittopotrà essere oggetto di di-vulgazione a terzi (curri-culum) in quanto trattasi dipubblicità informativa cherisponde al solo interessepubblico.

Articolo 10. Periodo formativo1. La formazione continuadeve essere perseguita a fardata dall’iscrizione all’AlboProfessionale.

Articolo 11. Livello minimo diformazione1. Il numero minimo dei cre-diti formativi professionali

3. nel caso di cancellazione esuccessiva nuova iscrizionesi applica il comma 2 del pre-sente articolo; nell’ipotesiche il periodo di cancella-zione risulti superiore dianni cinque, gli anni pre-gressi di iscrizione non sa-ranno computati ai fini del-l’applicazione della tabelladi cui all’articolo 11, comma1.

Articolo 13. Entrata in vigore1. Il presente regolamentoentra in vigore dal 1° gen-naio 2010 e sarà obbligatorioper ogni iscritto all’Albo se-condo quanto prescritto dalcodice deontologico.2. In relazione alle disposi-zioni del presente regola-mento, il Consiglio Nazio-nale può emanare norme diattuazione, coordinamentoe indirizzo che definisconomodalità e procedure disvolgimento delle attività edegli eventi alla formazioneprofessionale continua.

A B C1 02 153 15 1604 155 156 107 108 10 1209 1010 1011 1012 1013 10 10014 1015 1016 1017 1018 10 8019 1020 1021 1022 1023 10 5024 1025 1026 1027 1028 10 5029 1030 1031 1032 1033 10 5034 1035 10

A = anni di iscrizione all’Albo professio-nale

B = CFP da conseguire nell’annoC = CFP da conseguire nel quinquennio

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DALLA CASSA

14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Simonetta Vescovi Il sito della Cassa geometrisi rinnova: con la tecnologiaRSS, è piú veloce e dinamico

dedicata al RSS e cliccandosu “RSS generale” si apre lapagina con tutti gli aggiorna-menti. Per personalizzare ilservizio bisogna cliccare adestra sulla scritta “Visua-lizza proprietà feed”, inquesta finestra in basso a si-nistra cliccando su “Informa-zioni sui feed” si possono a-vere maggiori notizie sul ser-vizio e sull’uso di questa tec-nologia.Nel sito è stato introdottoanche un nuovo sistema diricerca avanzata. Inserendouna parola dell’argomentoche si sta cercando si ottienel’elenco di tutte le paginecontenenti la parola deside-rata, cosa che agevola note-

volmente la ricerca delleinformazioni cercate.Anche nello screening sui mo-tori di ricerca come Google,Yahoo, Libero ecc. di argo-menti inerenti la Cassa è piùveloce ed immediato, grazieall’introduzione di soltantoun codice html che permetteuna migliore ricercabilità,garantendo una maggiorediffusione delle notizie con-tenute nel sito della Cassa.Altra novità è l’area dedicataai video, dove verranno in-serite registrazioni, inter-viste, immagini ed eventi ri-guardanti la categoria, per-mettendo una piú ampia co-noscenza dell’operato dellaCassa e offrendo, come dice

Nel 1998 nasce ilsito della CassaGeometri per sta-

re vicino ai tutti gli iscritti po-tendo diffondere in modopiù veloce ed efficace le no-tizie e le iniziative.Nel 2009 il sito viene com-pletamente rinnovato; sfrut-tando la nuova tecnologiache permette all’iscritto diessere ancora più informatoin tempi ancora più ridotti, alpasso con le esigenze lavo-rative dei nostri tempi.Il sito è di semplice lettura,con una grafica immediata,più intuitiva e accattivante,in grado di guidare rapida-mente il professionista allaricerca della documenta-zione che lo interessa. La na-vigazione è più snella: conpochi passaggi si riesce araggiungere la notizia ricer-cata; la barra di navigazionelaterale e superiore indi-cano sempre l’area del sitoin cui ci trova e permette inogni momento di passare dauna schermata a quella pre-cedente con estrema sem-plicità e senza perdita ditempo.È stato infatti introdotto il si-stema RSS (Really Simple Syn-dication) che consiste in unsemplice file di testo chepresenta delle informazioniin modo organizzato.Questo file è aggiornato ognivolta che sono aggiuntenuove informazioni. La tec-nologia RSS permette di ri-cevere sul proprio computerin tempo reale qualunquenotizia inserita nel sito. Nella pagina iniziale del sitoin altro a destra di trova ilpulsante RSS, cliccando sudi esso si entra nella zona

il Presidente Amadasi nel-l’articolo pubblicato su “IlTriangolo”«quasi veri epropri telegiornali, intera-mente dedicati alle vicendedi maggior interesse per igeometri». La Cassa vuoleessere vicina al professio-nista e crescere assieme agliiscritti, soprattutto in questianni di rapida evoluzionedella professione.Con la nuova tecnologia ilsito è più snello, ottimizzato,con l’ambizione di esseresempre più uno strumentodi lavoro veloce e completoal servizio della categoria evicino al professionista.

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LEGALE

16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Avv. Francesco Cuzzetti Action Class

sione) e dei concessionaridei pubblici servizi, qualorarisultino portatori di una le-sione diretta, concreta e at-tuale dei propri interessi.Laddove la lesione derivi:dalla violazione di termini;dalla mancata emanazionedi atti amministrativi gene-rali obbligatori, e non aventi

contenuto normativo, da e-manarsi obbligatoriamenteentro e non oltre un terminefissato da una legge o da unregolamento; dalla viola-zione di obblighi contenutinella carta di servizi, ovverodalla violazione di standardqualitativi ed economici sta-biliti, per i concessionari di

servizi pubblici, dalle auto-rità preposte alla regola-zione e al controllo del set-tore e, per le pubbliche am-ministrazioni, definiti dallestesse in conformità alle di-sposizioni in materia diperformance.Come si agisce? Con un ri-corso davanti all’esclusiva

giurisdizione del GiudiceAmministrativo, che può ri-levare d’ufficio questioni dicompetenza, e il ricorso vaproposto nei confronti deglienti i cui organi sono compe-tenti ad esercitare le fun-zioni e a gestire i servizi,delle cui violazioni o omis-sioni si intende trattare.

Sulla Gazzetta Uffi-ciale del 31 di-cembre 2009 è

stato pubblicato il DecretoLegislativo n. 198 del 20 di-cembre 2009 intitolato “At-tuazione dell’art. 4 dellalegge 4 marzo 2009 n. 15 inmateria di ricorso per l’effi-cienza delle amministra-zioni e dei concessionari deiservizi pubblici” (la cosid-detta action class).Ne voglio accennare perchéè un avvenimento che me-rita una scorsa, per acquisirela consapevolezza di unanuova realtà giuridica che ènata dal 15 gennaio 2010 (art.10), purtroppo solo formal-mente, in quanto in concretoil Decreto rimarrà inutilizza-bile finché non verranno e-manati i Decreti del Presi-dente del Consiglio dei Mi-nistri previsti dall’art. 7 dellostesso.Questo articolo serve quindicome prima notizia atta achiarire quantomeno lelinee portanti dell’azione, ea inquadrarne i limiti di ope-ratività.Anzitutto, quali ne sono ipresupposti l’abbiamo det-to: ripristinare il correttosvolgimento della funzionee la corretta erogazione deiservizi.Chi può agire? I titolari di in-teressi giuridicamente rile-vanti e omogenei per unapluralità di utenti e consu-matori, attraverso associa-zioni o comitati a tutela degliinteressi comuni dei propriassociati. Essi possono stare in giu-dizio nei confronti delle am-ministrazioni pubbliche(con qualche ovvia esclu-

Il ricorso non consente di ot-tenere il risarcimento deldanno cagionato dagli atti edai comportamenti anzi-detti, la cui domanda è ri-messa ai rimedi ordinari.Evito ovviamente di affron-tare qui problemi procedu-rali, e mi limito a ricordareche il ricorso deve essere

preceduto da una diffida cheva notificata all’amministra-zione o al concessionario, af-finché provvedano nel ter-mine di novanta giorni ad in-tervenire per assumere iprovvedimenti utili a soddi-sfare gli interessati.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Nominate dal Consigliodel Collegio le nuoveCommissioni ristrette

ponenti del Consiglio perconsentire loro in ogni se-duta di fare una relazionedello stato operativo di cia-scuna Commissione.Agli stessi è stato conferitoampio mandato di organiz-zazione delle Commissioniallargate e di indicazione diiscritti da inserirvi, che sirendesse indispensabile incorso d’opera a surroga dicommissari impegnati inaltre attività.Ai referenti e ai componentile Commissioni ristrette, maanche a tutti coloro che da-ranno vita e tempo all’ope-ratività dei settori speciali-stici di competenza l’au-gurio di buon lavoro.

Commissioni ristrettedel Colegio Geometridella provincia di Brescia

Commissione AgricolturaReferente

Paolo FappaniComponenti

Mario CominciniWalter PlattoSanto Zotti

Commissione AmbienteReferente

Raffaella AnnovazziComponenti

Manuel AntoniniLeonardo BaldassariLuca CanesiClaudio BaldoGiuseppe MoriGiuseppe Nabaffa

Commissione CatastoReferente

Laura CinelliComponenti

Silvano BonicelliPiergiovanni Lissana

Maurizio Pierfulvio LuterianiSilvio MaruffiAlessandro Rizzi

EstimoReferente

Armido BellottiComponenti

Maria Luisa AndreoliMatteo NegriPasquino PaliniDario PiottiGiuliano Vacchi

ParcelleReferente

Giovanni PlattoComponenti

Armido BellottiAlberto buizzaLorenzo FeritiStefano FracascioGiovanni GaresGiovanni MartinelliPietro Giovanni MazzoliDario PiottiDaniele PizzamiglioCesare VeraldiEzio Viani

Commissione RedazioneReferente

Bruno BossiniComponenti

Manuel AntoniniGiuseppe Zipponi

CommissioneProtezione civile

ReferenteGiovanni Albertoni

ComponentiPiero FiaccaventoAlberto LazzaroniAlberto Massaroli PeraniWalter PlattoOsvaldo RonchiOmar SalvettiGian Battista Turrini

Nell’ultimo Consi-glio del Collegio(27 gennaio 2010)

si è anche discusso di opera-tività delle Commissioni dilavoro e dell’opportunità direndere la loro struttura piùsnella, non tanto per quantoriguarda il loro funziona-mento interno e il coinvolgi-mento degli iscritti sulle te-matiche che via via si svilup-pano sui singoli aspetti set-toriali dell’attività dei geo-metri, quanto piuttosto perun loro più stretto rapportocon il Consiglio nelle sceltee nelle questioni da studiaree approfondire.Il Presidente Giovanni Plat-to ha chiesto perciò ai re-sponsabili delle Commis-sioni di individuare unasorta di “giunta esecutiva” dipochi componenti che con-senta anche una giusta rap-presentatività territoriale,che possa facilmente essereconvocata e sentita dal Con-siglio circa necessità urgentialle quali sia necessario ri-spondere con scelte rapideed efficaci.Stabilita e solo concordata lalinea programmatica o il fineda raggiungere, sarà poi laCommissione, nell’inte-rezza dei suoi componenti, asviluppare i percorsi e lescelte operative individuateper il raggiungimento delloscopo prefissato.I referenti delle Caommis-sioni ristrette, di cui diamoampio dettaglio di seguito,che ovviamente resterannoanche a capo della Commis-sione allargata con delega o-perativa nel settore di com-petenza, sono stati voluta-mente individuati fra i com-

0Commissione ScuolaReferente

Giovanni PlattoComponenti

Giuseppe BellaviaArmido BellottiSilvano Bonicelli

Sicurezza cantieriReferente

Nadia BettariComponenti

Alessandro BosioLaura Ferrari

Componenti esterniPiersanto ChiodiniFrancesco MeniniObizio Pandocchi

UrbanisticaReferente

Giuseppe ZipponiComponenti

Italo AlbertoniPaolo FappaniCorrado MartinelliDario PiottiStefano santiniSilvano Orio

Commissione ValutazioneReferente

Giovanni PlattoComponenti

Giuseppe BellaviaArmido BellottiSilvano BonicelliCorrado MartinelliSilvano OrioDario Piotti

Allegato al presente numero de“Il geometra bresciano” i col-leghi liberi professionisti tro-vano il Cd aggiornato degliiscritti al Collegio di Brescia.

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LEGISLAZIONE

20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Giuseppe Zipponi Le nuove procedurepaesaggistiche entrate in vigoreil 1° gennaio 2010

lenchi approvati con i de-creti del Direttore Generaleal Territorio e Urbanistica n.6820, n. 9447 e n. 14545, sonostati ritenuti idonei 1093 Co-muni lombardi, oltre alleProvince, agli Enti gestoridei Parchi Regionali ed alleComunità Montane.I Comuni o gli enti delegati sipronunciano dopo avere ac-quisito il parere della pro-pria commissione paesaggi-stica e il parere vincolantedel soprintendente da rila-sciare entro 45 giorni.Se il soprintendente non ri-lascia il parere entro 45giorni, e nemmeno dopo chesia stata convocata una con-ferenza di servizi, in ognicaso, decorsi 60 giorni dallaricezione degli atti da partedel soprintendente, l'ammi-nistrazione competenteprovvede sulla domanda diautorizzazione. Si configuraquindi un silenzio-assensoda parte del Soprinten-dente. Il parere del soprintendente

sarà sempre obbligatorioma non più vincolante quan-do saranno approvate speci-fiche “prescrizioni d’uso” oadeguati i piani paesaggi-stici da parte della Regionee del Ministero. Ad oggi, pur-

troppo, tali adeguamentinon ci sono ancora e nem-meno sono noti i termini perla loro definizione. L'auto-rizzazione paesaggistica di-venta efficace decorsi trentagiorni dal suo rilascio ed ètrasmessa alla soprinten-denza che ha reso il parerenel corso del procedimento,nonché alla Regione. Questoulteriore adempimento ap-pare francamente superfluose si considera che, a questopunto del procedimento, laSoprintendenza e la Re-

Dal 1° gennaio 2010sono entrate in vi-gore le nuove pro-

cedure paesaggistiche sta-bilite dall’art. 146 del D. Lgs.42/2004 “Codice dei beniCulturali e del Paesaggio”,non essendo stato proro-gato il regime transitorioprevisto dall’art.159 del Co-dice.Tali nuove procedure si ap-plicano anche ai procedi-menti che alla data del 31 di-cembre 2009 non si siano an-cora conclusi con l’emana-zione della relativa autoriz-zazione (art. 159, comma 1del D. Lgs. 42/2004).Possono rilasciare autorizza-zioni paesaggistiche, sullabase delle nuove procedurestabilite dal Codice del Pae-saggio, solo gli Enti locali in-clusi negli elenchi approvatida Regione Lombardia e ri-tenuti idonei ad esercitarele competenze paesaggi-stiche loro attribuite dall’art.80 della L.R. 12/2005.Ad oggi, sulla base degli e-

gione non hanno alcun a-dempimento o competenza. Rispetto alle precedentiprocedure la differenza so-stanziale è che il parere delSoprintendente viene ac-quisito, da parte del Co-

mune o altro Ente delegato,prima del rilascio dell’auto-rizzazione. Ciò comporta un inevitabileallungamento dei tempi dirilascio dell’autorizzazionedi circa 60 giorni. Una volta rilasciata, però,l’autorizzazione non potràpiù essere annullata dal So-printendente entro i succes-sivi 60 giorni e quindi i lavoripossono essere eseguitisenza rischi in tal senso.

Sul sito della Regione Lombardia

www.cartografia.regione.lombardia.it/mapsiba20/

troverete una cartografia digitalizzata che riporta, per ogni singoloComune, una mappa dei vincoli paesaggistici vigenti.Tale cartografia, in estratto, potrà essere allegata alla Relazionepaesaggistica che accompagna la richiesta di autorizzazione.

Nota sul merito della Commissione Edilizia

Ricordiamo agli iscritti che, in base all’art. 96 del D.L.vo 267/2000“Testo unico sull’ordinamento degli enti locali”, la Commissione Edi-lizia comunale è soppressa salvo che, entro 6 mesi dall’inizio di ogniesercizio finanziario, il Consiglio o la Giunta comunale la individui traquelle indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Ente.In assenza di tale individuazione le funzioni sono attribuite all'Uf-ficio Tecnico.

Ricordiamo che nei Comuni nei quali sarà mantenuta la CommissioneEdilizia, il Regolamento edilizio, in base all’art. 30 della Legge R.12/2005, individua quali materie saranno sottoposte alla medesimae quali no.

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LEGISLAZIONE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 21

PROCEDURA PAESAGGISTICA DAL 1° GENNAIO 2010

Il richiedente presenta domanda di autorizzazione paesaggistica all’Ente cui è attribuita tale competenza dall’art;80 della L.R. 12/2005

L’Ente competente (art. 146, comma 7) entro 40 giorni dalla ricezione dell’istanza

verificala completezza della documentazione (provvede a richiedere eventuali integrazioni)

valutala compatibilità paesaggistica dell’intervento previa acquisizione del parere della Commissione Paesaggio

trasmette al Soprintendentela documentazione presentata dal richiedente, il parere della Commissione Paesaggio ed una relazione illustrativa

e comunica al richiedente l’avvio del procedimento

Il Soprintendente (art; 146, comma 8) entro 45 giorni dal ricevimento degli atti

L’autorizzazione (art; 146, comma 11) va trasmessa alla Soprintendenza che ha reso il parere, nonché, unitamente al parere rilasciato dalla Soprintendenza

alla Regione, agli altri enti territoriali interessatie, ove esistente, all’Ente Parco

L’autorizzazione (art. 146, comma 11) diventa efficace decorsi 30 giorni dalla data del rilascio.

Per scaricare i documenti relativi (Dgr, facsimili di dichiarazione, risposte a domande frequentiwww.territorio.regione.lombardia.it

per ulteriori informazioni e contattistruttura–[email protected]

comunica il proprio parere vincolante

l’Ente competente (art. 146, comma 8)entro 20 giorni

dal ricevimento del parere del Soprintendenteemette conforme provvedimento finale

non comunica il proprio parere

L’Ente competente (art. 146, comma 9)entro i successivi 15 giorni può indire Conferenza dei Servizi,

oppure, in ogni caso decorsi 60 giorni (45+15)dalla ricezione degli atti da parte del Soprintendente,

si determina 0

Riproduciamo l’articolo 12 della Legge Regionale 28 dicem-bre 2007 n. 33 “Disposizioni legislative per l’attuazione deldocumento di programmazione economico-finanziaria regio-nale, ai sensi dell’art. 9 ter della legge regionale 31 marzo1978, n. 34”, che presenta una procedura che può averemolta rilevanza ai fini progettuali.

Art. 12 - (Misure finanziarie per il perseguimento dell’efficienzaenergetica nel settore delle costruzioni - Modifiche alla l.r. 26/1995)1. Alla legge regionale 20 aprile 1995, n. 26 (Nuove modalità di cal-

colo delle volumetrie edilizie e dei rapporti di copertura limitata-mente ai casi di aumento degli spessori dei tamponamenti peri-metrali e orizzontali per il perseguimento di maggiori livelli dicoibentazione termo-acustica o di inerzia termica) è apportata laseguente modifica:

a) dopo il comma 1-bis dell’articolo 2 è inserito il seguente:«1-ter. I muri perimetrali portanti e di tamponamento, nonché

i solai che costituiscono involucro esterno di nuove costruzio-ni e di ristrutturazioni soggette al rispetto dei limiti di fabbiso-gno di energia primaria o di trasmittanza termica, previsti dalledisposizioni regionali in materia di risparmio energetico, nonsono considerati nei computi per la determinazione dellasuperficie lorda di pavimento (s.l.p.), dei volumi e dei rapportidi copertura in presenza di riduzioni certificate superiori al 10per cento rispetto ai valori limite previsti dalle disposizioniregionali sopra richiamate».

2. È istituito un fondo finalizzato al perseguimento dell’efficienzaenergetica nel settore delle costruzioni edilizie. Possono accede-re al fondo le imprese di costruzione che attuino interventi edili-zi nel rispetto dei valori di eccellenza di cui al comma 1-ter del-l’articolo 2 della l.r. 26/1995, introdotto dal comma 1. La Giuntaregionale, con propria deliberazione, definisce le modalità attua-tive del fondo.

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LEGISLAZIONE

22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Quesiti sul “Piano casa”Chiarimenti regionali

regionale al Territorio e Urba-nistica Davide Boni. I funzio-nari regionali presenti ave-vano già allora, ma val la penadi ribadirlo, precisato l’im-possibilità di assommare inun unico progetto le maggiorivolumetrie ammissibili con laLegge 13 (Piano Casa) e laLegge 20/2005, in quanto ledue leggi (ambedue in de-roga) sono ben diverse fraloro per disciplina applica-tiva. Quindi si può usufruire odell’una o dell’altra, ma noncontemporaneamente, inquanto si configurerebbel’applicazione di una derogasu un’altra deroga.

Secondo quesito Come si raccordano le poten-zialità di ampliamento di cuiall’art. 3 comma 1 con gli in-crementi volumetrici even-tualmente previsti dallo stru-mento urbanistico comunale?Risposta: è da intendersi e-sclusa la cumulabilità deibonus volumetrici. Se lo stru-mento urbanistico consenteun incremento volumetrico in-feriore e quello previsto dallalegge; è possibile l’amplia-mento non superiore al 20%previsto dall’art. 3 comma 1,sempre che ricorrono le condi-zioni previste dalla Legge, taleampliamento assorbe la po-tenzialità edificatoria residuaprevista dalla strumento ur-banistico.Anche in questo caso non èammissibile l’utilizzo nellostesso progetto dei duebonus volumetrici (quello re-sidua e quello della L.R. 13)in quanto la cumulabilità fa-rebbe venire meno il prin-cipio informatore del PianoCasa secondo il quale, ma

solo per un periodo transi-torio di 18 mesi a partire dal16/10/2009, attraverso unaderoga temporanea delladurata di 18 mesi, un au-mento volumetrico di unfabbricato esistente del20%, ma solo nel caso in cuitale aumento non sia con-sentito dallo strumento vi-gente o lo sia in una volume-tria residua inferiore.

Applicazionedella legge regionale n.13del 2009Se un Comune non ha prov-veduto, entro il 15 ottobre2009, con deliberazione mo-tivata, a individuare le partidel territorio nelle quali nonsi applica il “Piano casa”, inragione delle speciali pecu-liarità storiche, paesaggi-stico-ambientali ed urbani-stiche, compresa l’even-tuale salvaguardia delle cor-tine edilizie esistenti, si ap-plica integralmente la leggeregionale n. 13 del 2009.In base all’articolo 3, commi1 e 2, la legge stabilisce cheè ammesso un ampliamentoin deroga alle prescrizioniquantitative degli strumentiurbanistici agli edifici resi-denziali esterni al centrostorico.La norma in parola riguardaedifici esclusivamente e in-teramente residenziali esi-stenti al 31 marzo 2005, intutte le zone, esclusa la zonaA del Prg (o nuclei urbani diantica formazione del Pgt).Possono essere realizzatisolo locali di abitazione e re-lativi accessori.La deroga al Prg (o al Pgt) ri-guarda solo le previsioni

Proseguiamo il com-mento applicativodella Legge regio-

nale 13/2009 in particolaredei suoi aspetti più operativi,nel tentativo di porre risolu-zione ai dubbi interpretativisull’applicabilità delle suenorme, che non sono pochi.Vediamo in questo numerodi affrontare due casi con-creti di non applicabilitàdella Legge e lo facciamoanche stavolta con l’aiuto didue quesiti, ai quali la Re-gione Lombardia ha dato unarisposta che per noi geometrie quindi per le Amministra-zioni Comunali deve inten-dersi definitiva ed esau-riente, almeno sino ad altreprecisazioni sull’argomento.Pubblichiamo anche il pa-rere del nostro esperto An-tonio Gnecchi, sempre su ar-gomenti del PianoCasa.

Primo quesitoGli interventi di ampliamentoprevisti dalla L.R. 13/2009sono cumulabili con quelli peril recupero dei sottotetti (L.R.12/2005 art. 63 e succ.)?Risposta: no, entrambi gli in-terventi sono configurati dallaLegge in deroga, ciascuno peròcon una sua specifica disci-plina, proprio per questo de-vono essere valutati distinta-mente e dunque i benefici nonsono cumulabili in una stessavolumetria.Il concetto uni formatore alquale si attiene corretta-mente la Regione Lom-bardia, era già stato antici-pato al convegno organizzatodal nostro Collegio il 16 set-tembre dello scorso anno perla presentazione del PianoCasa alla presenza dell’Ass.re

quantitative (indici), per cuitutti gli altri parametri de-vono essere rispettati e gliinterventi devono rispettareil codice civile e i diritti diterzi, le norme igienico sani-tarie, di stabilità e sicurezza,in materia idrogeologica, dipaesaggio e di beni culturali.L’articolo 3, comma 1, letteraa), consente un aumentonon superiore al 20% dell’e-dificio uni o bifamiliare el’ampliamento non può su-perare 300 mc per ogni ap-partamento.L’ampliamento deve com-portare:– la diminuzione certificata

(per la parte di edificio esi-stente) superiore al 10%del fabbisogno annuo di e-nergia primaria per clima-tizzazione invernale, men-tre per la parte ampliata ri-spettare i valori ordinari,oppure,

– assicurare il fabbisogno dienergia per climatizza-zione invernale inferiore aivalori limite previsti dallanormativa per le nuove co-struzioni di cui agli articoli9 e 25 della legge regionalen. 24/2006.

Per gli edifici individuati conapposito simbolo nelle zone E(agricole) del Pgt, non adibitiad uso agricolo, non esclusiva-mente e interamente residen-ziali, non è applicabile lanorma regionale, mentre per ifabbricati residenziali in zoneagricole (per di più autorizzatispecificatamente all’uso resi-denziale) l’applicazione del-l’articolo 3, comma 1, letteraa), della legge regionale n. 13del 2009 è, a mio giudizio, pos-sibile per le ragioni sopra e-sposte. (A. Gnecchi) ❑

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SCUOLA

24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Francesca Bossini La riforma degli Istituti Tecnicidella Scuola SuperioreConvegno dell’11 dicembre ’09

nel mondo del lavoro delletre categorie professionalidei geometri, dei periti in-dustriali e dei periti agrari.

Maria Grazia Nardiello, di-rettore Area Tecnica Mini-stero Istruzione, si è assuntail compito di rispondere alletante domande e aspetta-tive sulla riforma, spiegan-done le logiche, il funziona-mento e i tempi di applica-zione per quanto riguarda gliIstituti Tecnici attraversouna serie di linee guida.I precedenti. sono passati 70

anni dalla legge che ha fon-dato l’Istruzione tecnica in I-talia, una riforma organicaera necessaria e richiesta datutte le parti sociali già datempo.I tempi di attuazione, le si-nergie coinvolte. L’iter perl’attuale riforma è ancora incorso per volontà del Mini-stro che non ha voluto pri-varsi dell’opinione dellaConferenza Unificata Stato-Regioni, la quale ha dato lasua approvazione ai provve-dimenti relativi agli IstitutiTecnici, del confronto con le

Si è tenuto lo scorso11 dicembre nel-l’Aula Magna dell’I-

stituto Tecnico per geometriNicolò Tartaglia in via O-berdan a Brescia un incontrocon i Presidi degli IstitutiTecnici della Lombardia econ i Presidenti dei Collegigeometri, periti industriali eperiti agrari lombardi e pie-montesi per discutere dellaRiforma degli Istituti Tecnici dellaScuola Superiore.Dopo i saluti dei rappresen-tanti degli enti organizzatorisono intervenuti MicheleSpecchio, presidente dellaConsulta Regionale Geo-metri e Geometri laureatidella Lombardia: «La rifor-ma è la benvenuta, ma l’au-gurio è quello che si creinole premesse per una colla-borazione tra categorie pro-fessionali tecniche e lascuola, che aiutino a coglierei passaggi necessari per at-tuare al meglio l’impegno daparte delle categorie neiconfronti di una formazionedi qualità e per attivare le si-nergie necessarie per ren-derla possibile.Con l’obiettivo di renderepossibile un’applicazionedell’impianto legislativo chepermetta di restituire dignitàe il giusto ruolo agli Istitutipreposti alla formazione dei200.000 tecnici che il mercatoitaliano richiede ogni anno eche ad oggi sono in grado di“sfornarne” solo 160.000.La riforma e l’impegno allacollaborazione da partedelle categorie si collocanoin un momento di grande im-portanza anche per le pro-fessioni, una fase di riunifi-cazione e razionalizzazione

parti sociali (Ordini profes-sionali, Associazioni di cate-goria) e della fase di dialogocon la scuola. Si stanno oraacquisendo i pareri obbliga-tori del Consiglio di Stato edelle Commissioni parla-mentari per poi procedere aeventuali integrazioni sullabase delle indicazioni daessi suggerite. Il passaggiofondamentale sarà la suc-cessiva lettura da parte delConsiglio dei Ministri e – agennaio 2010 – la stesura e lapromulgazione dei provve-dimenti definitivi. Per con-sentire al territorio di rece-pire i provvedimenti defini-tivi, le iscrizioni sono staterimandate al 28 febbraio.La riforma è figlia di un per-corso lungo e complessoanche perché il Ministro hascelto di rispettare le sceltefatte in precedenza e di in-tegrarle per non stravolgerecon l’azione legislativa ledecisioni prese nelle ultimedue legislature.La riforma degli Istituti Tec-nici. I principi e gli obiettivi.Si stanno attuando riprofila-zione e una riorganizzazionedegli Istituti Tecnici, orien-tate ai seguenti obiettivi:– Creare le premesse perché

l’istruzione tecnica recu-peri il ruolo che l’ha resa inpassato il fondamentalebacino di riferimento per iltessuto produttivo, le im-prese e microimprese chesono la ricchezza del pae-se in tutte le loro diffe-renze e specificità.

– Operare perché gli IstitutiTecnici diventino la scuoladell’innovazione, supe-rando la distinzione tra for-mazione di serie A e B. Si

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SCUOLA

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– Impostazione di un per-corso di studi di tipo 2+2+1:durante il primo bienniosarà dedicato ad aree d’in-segnamento generale; du-rante il secondo biennio sistudieranno le materie del-l’indirizzo specifico scelto;l’ultimo anno sarà più indi-rizzato alla formazione incampo professionale con lapresenza di un programmadi stage e tirocini. Sarannoconsentiti e semplificati ipassaggi tra indirizzi.

– Le sinergie con il mondodel lavoro si determine-

ranno nell’istruzione di or-ganismi quali: un ComitatoTecnico Scientifico conruolo consultivo e di pro-posta, preposto a crearemomenti di incontro,scambio e collaborazionitra docenti ed esperti delmondo del lavoro, delsaper fare (esperti esterni,professionisti).

– Un Ufficio Tecnico per oraprevisto dove più serve (ITtecnologici).

Indirizzi, autonomia e flessibi-lità. Saranno attuati un ac-corpamento dell’offerta e

intende potenziare il capi-tale reputazionale, te-nendo presente che attra-verso l’istruzione tecnica èpossibile trovare lavoro eopportunità e che il paeseha bisogno di tecnici.

– Fare in modo che la tecno-logia non sia più conside-rata l’ancilla domini dell’istru-zione. Con questo fine si sta svi-luppando tutta la dorsaletecnica: dagli istituti all’i-struzione superiore equella universitaria, conparticolare attenzione alleesperienze estere che rap-presentano le punte didiamante della formazio-ne tecnologica.

– Combattere la licealizza-zione strisciante che negliultimi anni ha visto un ap-piattimento dell’offertaformativa. Va dato spazioalle intelligenze multiple,la ricchezza della scuolanon va ridotta con il predo-minio dei sistemi di ap-prendimento logico-de-duttivi su quelli di tipo ap-plicativo-produttivi.

– Modulare un sistema leg-gero e declinabile chesappia mettere i ragazzi alcentro di un insegnamentoper loro sostenibile. Que-sto si persegue centrandoil sistema sull’apprendi-mento dello studente, nonsull’insegnamento.

– Creare un sistema di certi-ficazione trasparente per-ché le competenze pos-sano essere accreditateanche in Europa.

Le caratteristiche generali.– Potenziamento dell’insegna-

mento della matematica,delle scienze, dell’inglese.

una razionalizzazione dei di-versi indirizzi:– Da 10 settori a 39 indirizzi

si passa a 2 settori - Econo-mico e Tecnologico. All’in-terno del settore Tecnolo-gico sono previsti 11 indi-rizzi uniformi su tutto il ter-ritorio nazionale che rac-colgono e si riferiscono aipercorsi formativi degli at-tuali Istituti Tecnici pergeometri, per periti agrarie per periti industriali.

A livello locale per incontarele richieste e le specificitàdel territorio di riferimentosarà possibile caratterizzarel’offerta con diverse opzioniche prevedono:– un’autonomia decisionale

sul 20% delle ore di inse-gnamento;

– una flessibilità sul 30-35%delle ore di insegnamentodel biennio e del V anno.

Le scelte locali dovranno peròessere attuate in relazionealle aree di indirizzo definite alivello nazionale, per evitaredi ricadere nell’attuale fram-mentazione di offerte.I diplomi e i passi successivi. Lariforma prevede che il si-stema scolastico generaleoffra la possibilità di conse-guire tre tipologie di diploma:– diploma di istruzione tec-

nica (differenziato in di-versi indirizzi e più opzioniregolamentate a livelloterritoriale);

– diploma di istruzione pro-fessionale (differenziato indiversi indirizzi e più op-zioni regolamentate a li-vello territoriale);

– diploma di istruzione li-ceale (differenziato in di-versi indirizzi e più opzioniregolamentate a livello

COSA CAMBIERÀDAL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO

ISTITUTI TECNICI 11 indirizzi

Settore economico

• Amministrazione, finanza e marketing Turismo

Settore tecnologico

• Meccanica, meccatronica ed energia

• Trasporti e logistica

• Elettronica ed elettrotecnica

• Informatica e telecomunicazioni

• Grafica e comunicazione

• Chimica, materiali e biotecnologie

• Sistema moda

• Agraria e agroindustria

• Costruzioni, ambiente e territorio

Orario settimanale 32 ore di 60 minuti

Le novità

• Più ore di laboratorio: 264 nel biennio; 891 nel triennio

• Più flessibilità nell’offerta formativa: 30% nel secondo biennio35% nel quinto anno

• Più ore di inglese

• Maggiore diffusione di stage e tirocini

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riuscire ad avere idee piùprecise per predisporre unpiano provinciale che ri-sponda alla normativa maanche alle esigenze del ter-ritorio.Descrivendo il momentocome una «fase di grande re-sponsabilità», un periodo digrandi aspettative che si u-niscono all’importante cam-biamento che si è chiamati amettere in opera, ha indivi-

duato due obiettivi princi-pali a breve termine: ren-dere possibile il lavoro deidirigenti scolastici da unaparte e creare il migliore as-setto possibile per gli stu-denti e le famiglie dall’altra.Per questo auspica di tro-vare la soluzione miglioreper garantire questi pas-saggi, di riuscire a ottenerele indicazioni necessarie perpoterlo fare in tempi stretti e

territoriale).Nel caso degli Istituti Tec-nici, alla fine del primobiennio sarà possibile otte-nere una Qualifica Professio-nale, mentre al termine delV anno si otterrà il Diplomadi Istruzione Tecnica.

Le voci del territorioArmando Federici Canova, as-sessore alla Pubblica Istru-zione della Provincia diMantova ha testimoniato ilsuo interesse a focalizzare lariforma attraverso i suoi con-tenuti e i suoi tempi di at-tuazione. Questo anche nel-l’ottica di una esigenza prio-ritaria, quella di concludereil processo di applicazionein tempo per predisporrel’orientamento alle famigliee l’offerta formativa sul terri-torio. La speranza – ha ricor-dato Canova – è quella di

di poter contare sulle condi-zioni che rendano possibilelo scopo più importante,quello di centrare l’inte-resse dei due attori delmondo della scuola, gli stu-denti e i docenti.

Francesca Bianchessi, diri-gente tecnico Ufficio Scola-stico Provinciale di Cre-mona, porta alla luce l’esi-genza di capire come appli-care la riforma, aggiornandol’offerta formativa già esi-stente con le opportunitàproposte dalla nuova nor-mativa tenendo conto delleesigenze del territorio e la-vorando per predisporre unpiano che risponda alle ri-chieste delle famiglie.La priorità è quella di ade-guarsi, ma di non perdere ilbagaglio di specializzazionemessa in campo da anni. Una

LA SCUOLA BRESCIANA È PRONTA ALLA SFIDAL’Assessore provinciale alla Pubblica istruzione Aristide Peli valuta intermini positivi il lavoro compiuto e le prospettive che si aprono, in unquadro che non viene stravolto ma semplificato, per facilitare l’orienta-mento agli studenti e alle famiglie.

Maria Rosa Raimondi, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale: «Lascuola bresciana ha tutte le energie per affrontare le novità, nella sem-plificazione degli indirizzi, nel rapporto tra scuola e mondo del lavoro,nel potenziamento della lingua straniera, nell’attenzione alle tecnologie»

Maria Grazia Nardiello, Direttoredell’Area Tecnica MinisteroIstruzione

Fausto Savoldi, Presidente delConsiglio Nazionale Geometri

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delle priorità è quella di ca-pire quali reali possibilità diflessibilità, quali strumentisaranno conferiti ai pro-grammi di insegnamento adisposizione per incontrarele esigenze di studenti, fa-miglie e territorio.

I geometri lombardie il mondo della scuola.Un rapporto in attogià prima della riformaMichele Specchio, presi-dente della Consulta Regio-nale Geometri della Lom-bardia spiega che la Con-sulta ha organizzato il con-vegno con l’obiettivo di ren-dersi disponibile a parteci-pare al riordino degli IstitutiTecnici come parte inte-grante del processo di for-mazione dei nuovi profes-sionisti. L’intenzione è

In questa pagina in senso orario:Luigi Piatti, Vicepresidente PeritiArari; Giuseppe Jogna, Presidentedel Consiglio Nazionale dei Peritiindustriali; Giuseppe Colosio,Direttore Scolastico RegioneLombardia; Maria Rosa Raimondi,Dirigente Ufficio ScolasticoProvinciale di Brescia; GiulianaColombo, Preside dell’Istituto PrimoLevi di Seregno.

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Sopra: Aristide Peli, Assessore allaPubblica Istruzione della Provincia diBrescia; in basso il Presidedell’Istituto Tecnico Tartaglia diBrescia, Fulvio Negri con ilPresidente Fausto Savoldi (di spalle)e l’Assessore Peli durante una pausadei lavori.

quella di contribuire a mi-gliorare il metodo di inse-gnamento dei giovani cherappresentano la linfa per lacategoria, con la prospettivadi catturare l’attenzionedelle nuove generazioni e direnderle protagoniste delfuturo di professioni conso-lidate storicamente, ma incontinua evoluzione.I geometri lombardi si met-tono a disposizione per con-tribuire a far maturare al me-glio il contesto in cui appli-care la normativa introdottadalla riforma, creando lepremesse per un contattocontinuo e valorizzante tra ilmondo della scuola e ilmondo del lavoro.I tre elementi della vita sco-

lastica nei quali questo per-corso virtuoso potrà espri-mere le sue maggiori poten-zialità sono l’Ufficio Tecnico,i laboratori e il ComitatoScientifico, tutti momentidella sinergia tra “cultura delsapere” e “cultura del fare”che si auspica diventi la pro-tagonista dell’intero per-corso scolastico sin dai suoiinizi e sia applicata solonella sua fase finale.Un approccio, questo, chedel resto già da anni ha vistola categoria lombarda impe-gnarsi in progetti sperimen-tali volti a dar vita a momentidi incontro e di scambio tralavoro e istruzione.

Alcuni progetti già attuatinumerosi i progetti chehanno già visto l’impegnodei Collegi all’interno degliIstituti Tecnici delle pro-vince di riferimento.

Provincia di MonzaGiovanna Pogliani, coordina-trice della CommissioneScuola Istruzione e Forma-zione del Collegio di MonzaBrianza ci racconta come inalcuni Istituti della provinciadi Monza Brianza dal 2008siano stati organizzati per-corsi extracurriculari distudio tecnico-pratico chehanno visto i professionistiaffiancarsi ai docenti e aglistudenti nello svolgimentodi una serie di attività chenella professione assumonoprimaria importanza, qualil’attività di cantiere o la rea-lizzazione di progetti dazero, attraverso tutte le fasidi attuazione fino ad arrivarealla presentazione dei pro-getti stessi alle autorità.

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Da sinistra: Armando FedericiCanova, Assessore alla PubblicaIstruzione della Provincia diMantova; Mauro Parolini, Assessoreai Lavori Pubblici della Provincia diBrescia e Michele Specchio,Presidente della Consulta RegionaleGeometri.In basso, il tavolo della presidenza

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Due momenti del Convegno

Quest’anno, in particolare,l’attività di progettazione siè concentrata intorno a un o-biettivo: l’ampliamentodella “Casa del Volonta-riato” di Monza.La capacità di saper coglierei punti di interesse dei ra-gazzi è la ragione principaledi una risposta confortanteal programma: l’adesionevolontaria, in orari extrasco-lastici, è stata del 100%. L’in-tero progetto è stato inoltreportatore di un incontro e diuna collaborazione continuatra professionisti e docentiin termini di aggiornamentosulle ultime innovazioni,sulle soluzioni tecniche esugli strumenti tecnologiciche si è esteso per tutto ilpercorso sin dalle prime fasidella progettazione.

Michele Monopoli, presidedell’Istituto di Istruzione Su-periore “Vanoni” di Vimer-cate, una delle scuole coin-volte nel progetto, descrivela condizione di fondo cheha permesso l’attuazionedel progetto: l’impegno acreare un rapporto privile-giato con le categorie pro-fessionali, soggetti di riferi-mento.Importante la scelta di farein modo che il percorso ex-tracurriculare che ha coin-volto i ragazzi in attività e-stranee all’insegnamentoclassico, sia certificato con-giuntamente dal Collegiodei geometri e dall’Istitutoper fornire ai partecipantiun’attestazione reale delloro incontro con il mondoprofessionale.

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Calolziocorte.Sin dal 1995, con la nascitadella Provincia di Lecco, èstata istituita una costantecollaborazione con gli Isti-tuti che si è esplicata nelladefinizione di percorsi sem-pre più ampi, incentrati sulezioni specifiche sulla pro-fessione, che hanno riscossoun alto interesse. I percorsi,progettati e attuati in con-tinua collaborazione con gliinsegnanti, si sono svolti du-rante le ore di lezione ehanno permesso ai ragazzidi sperimentare gli aspetticoncreti e i nuovi ambitidella professione, quali: lenuove tecnologie, la certifi-cazione energetica, l’urbani-stica e il Piano di Governodel Territorio, il catasto, labioarchitettura, le energiealternative, la sicurezza deicantieri.

Provincia di MilanoBruno Belletti, preside dell’I-stituto Tecnico Statale Com-merciale, Linguistico/Azien-dale e per Geometri di Gor-gonzola, ritiene che il rap-porto tra mondo del lavoro escuola preveda una scuola o-rientata su una didattica la-boratoriale che abbia comeobiettivo la formazione dellostudente alla risoluzione diproblemi, ma nel contempo– sul pino più generale –sappia rimuovere il senso divaga inferiorità culturale chespesso ha caratterizzato laformazione tecnica.Lo scopo è quello di accom-pagnare i ragazzi in un per-corso attraverso l’espe-rienza diretta, che insiemeall’innovazione e alla speri-mentazione trovano un’ot-

tima risposta e pagano intermini di auto-definizionedi una identità forte da partedello studente destinato adiventare un attore delmondo del lavoro.Prova di tutto questo è l’altointeresse che i ragazzi hannodestinato a iniziative che lihanno coinvolti in momentidi incontro con il mondo dellavoro, quali gli stage di tec-niche di cantiere presso laScuola di Arte Muraria di Mi-lano, occasioni di stimolo emotivazione frequentatis-sime pur essendo svolte inorari extrascolstici.

Provincia di BresciaMariangela Scotti, direttoredel Collegio dei Geometridella provincia di Brescia, ri-badisce il sempre più pro-ficuo confronto in essere trail Collegio e l’Istituto Tarta-glia sui temi della forma-zione, della preparazioneagli esami di Stato e della di-stribuzione della rivista “IlGeometra bresciano” perscopi didattici alla classi IV eV. Dice inoltre di un impegno

Mario Marcante, preside del-l’Istituto Statale di IstruzioneSuperiore Mosè Bianchi, de-linea il rapporto peculiareche nel corso dei decenni si èandato creando in ambientebrianzolo tra mondo del la-voro e mondo della scuola.Un rapporto che ha visto l’i-struzione tecnica divenirel’espressione della necessitàdi simbiosi con un tessutoproduttivo peculiare, molte-plice e fatto di microimpreseche proprio negli Istitutihanno trovato il nervo siner-gico delle capacità imprendi-toriali locali e un propulsoreattivo di cultura.In questa ottica, la scuola èsempre stata, e ancor più losarà in futuro, un terreno diinnovazione, un ambito diincontro tra mondo del la-voro (Collegi, Ordini profes-sionali, “cultura del saperfare”) e insegnamento (inno-vazione, cultura del “sa-pere”). La riforma deve as-sorbire queste pratiche edare loro un indirizzo istitu-zionale per far sì che ciò chefinora è stato reso possibiledalla buona volontà sia re-golamentato.

Provincia di LeccoLiliana Brusadelli, presi-dente del Collegio dei Geo-metri di Lecco e Chiara Be-negiamo, coordinatore dellaCommissione Formazione,cultura, sport descrivono lacollaborazione attuata contre scuole per geometri inprovincia di Lecco: Istututodi Istruzione Superiore Sta-tale “V. Bachelet” di Og-giono, l’Istituto Tecnico pergeometri “G. Bovara” diLecco e la sua succursale di

di lunga durata nei confrontidel mondo della Scuola apartire da “Agenda 21”, un’i-niziativa nata 10 anni fa e svi-luppatasi nel coso del tem-po, che ha visto il Collegio af-fiancare i ragazzi dellequinte classi dell’IstitutoTartaglia nella progetta-zione di idee riguardo a temilegati all’ambiente e alla vi-vibilità del territorio, che gliscolari delle medie e delleelementari avevano a lorovolta proposto durante in-contri organizzati allo scopo.

Provincia di SondrioDario Tognini, segretario del Collegio dei Geometri dellaprovincia di Sondrio com-menta i risultati del Con-vegno come assolutamentecostruttivi, aggiungendo cheil futuro della professionenon può non affondare lesue radici in quella che saràla prima fase di attuazionedella riforma degli IstitutiTecnici Superiori.

Il Segretario e il Direttore delCollegio di Brescia, Armido Bellotti eMariangela Scotti, con il Direttoredel “Geometra Bresciano”, BrunoBossini

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Art. 1:Designazione dei contraenti e assunzione dell'appalto

Tra. ………………………………………………………………………………… codice fiscale……………………………........

residente in ......................................... via .................................................... n° ........., che sarà d'ora in avanti qualificato come

Committente,

e il Sig.............................................................nella sua qualifica di ...................................... dell'impresa .....................................

con sede a ......................................... in via ............................................. n° ........... partita iva .....................…………………….,

d'ora in avanti designato quale Appaltatore,

si conviene che il primo affida al secondo, che dichiara di assumerlo, l'appalto per l'esecuzione dei lavori di………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………………

in conformità del progetto redatto dal ……………………………………………………… con studio tecnico

a…………………………… in via …………………… n° ……...

Art. 2:Disciplina dell'appalto

L'appalto è disciplinato principalmente dalle norme convenute col presente Contratto e dalle disposizioni di cui agli al-legati al presente quali:

1) il piano di sicurezza e di coordinamento – P.S.C. – (art. 100 del D.Lgs. 81/2008);2) il fascicolo tecnico per le attività di manutenzione (art. 91, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 81/2008);3) il piano operativo di sicurezza – P.O.S. – (art. 89, comma 1, lettera h) del D.Lgs. 81/2008);4) il capitolato d’appalto;5) il computo metrico estimativo;6) la stima dei costi della sicurezza (allegato XV, comma 4.1 del D.Lgs. 81/2008);7) gli elaborati architettonici.

Per quanto non esplicitamente disposto nel presente contratto si applicano le norme del Codice Civile.

SICUREZZA CANTIERI

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Nadia Bettari Il contratto d’appalto

nuti dall’avv. Bortolotti Federico e dall’avv. Chitò Francesco.In questo numero della Rivista pubblichiamo il modello dicontratto di appalto che è stato oggetto di discussione du-rante i corsi, ricordando che deve essere adattato per ognicantiere alla tipologia dei lavori da eseguire. Il testo è pos-sibile scaricarlo anche da sito www.collegio.geometri.bs.itnel link sicurezza.

I n questi mesi il Collegio ha organizzato alcuni corsidella durata di 16 ore relativi ai principali contrattid’interesse per la professione del geometra.

I corsi, destinati sia ai coordinatori sia ai progettisti e ai di-rettori dei lavori, hanno trattato i contenuti dei contratti diappalto e di subappalto, del contratto d’opera professionalee del preliminare di compravendita di immobili e sono te-

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SICUREZZA CANTIERI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 35

Art. 3:Importo presunto dell'appalto

L'importo complessivo dell'appalto al lordo dei costi della sicurezza è pari a € …………………………………(diconsi euro

………………………………………………………………………………………………………………………………………..).

L’ammontare complessivo dei costi della sicurezza è pari a € …………………………………………………...(diconsi euro

………………………………………………………). Tale importo non può essere assoggettato a ribasso (allegato XV comma4.1.4 del D.Lgs. 81/2008).I suddetti importi non vincolano il risultato finale della liquidazione, in quanto le opere sono appaltate a misura.Eventuali lavori in economia dovranno essere ordinati e controfirmati dal Direttore dei Lavori.

Art. 4:Direttore dei Lavori

Il Committente dichiara di aver affidato la direzione dei lavori al ………………………………………………… con studiotecnico in ……………………… via ………………………………………………… n°……………

Il Committente riconosce fin d'ora al Direttore dei Lavori la potestà di verifica e di liquidazione della contabilità dei lavori.Il direttore dei lavori è tenuto, a mero titolo esemplificativo:1. a fornire tempestivamente all'appaltatore, in corso lavori ed anche in relazione alle richieste avanzate dall'appaltatore,gli elementi particolari del progetto necessari al regolare ed ordinato andamento dei lavori;2. a coordinare, con l'avanzamento delle opere comprese nel presente contratto, la consegna e la posa in opera delle for-niture e l'installazione degli impianti affidati direttamente dal committente ad altre ditte, previsti dal presente contratto;3. a procedere tempestivamente, in contradditorio con l'appaltatore, alla misurazione delle opere, alla redazione dellacontabilità e degli stati di avanzamento, alla formulazione degli eventuali nuovi prezzi, nonchè al conto finale;4. a liquidare i costi della sicurezza previa approvazione da parte del C.S.E. (allegato XV comma 4.1.6 del D.Lgs. 81/2008);5. a redigere la relazione sulle eventuali riserve proposte dall'appaltatore o dal C.S.E., con proposta di liquidazione.

Art. 5:Coordinatore in materia di sicurezza e di salute durante la progettazione e l’esecuzione dei lavori (C.S.P. e C.S.E.)

Il committente ha assolto l’obbligo previsto dall’art. 90 del D.Lgs. 81/2008 designando quale coordinatore in materia di si-curezza e di salute durante la progettazione dell’opera il ………………………………………………………………………residente a …………………… in via ……………………………………………… n° ………… , e quale coordinatore in ma-teria di sicurezza e di salute durante l’esecuzione dell’opera, il …………………………………………………………………residente a ……………………… in via …………………………………… n° ………… in possesso dei requisiti previsti dallecitate norme.Il coordinatore in materia di sicurezza per l'esecuzione dei lavori deve:

1. assicurare, tramite opportune azioni di coordinamento, l'applicazione delle disposizioni contenute nel piano di si-curezza e di coordinamento (P.S.C.);

2. adeguare il P.S.C. ed il fascicolo tecnico in relazione all'evoluzione dei lavori ed alle eventuali modifiche interve-nute;

3. organizzare tra i datori di lavoro, ivi compresi i lavoratori autonomi, la cooperazione ed il coordinamento delle atti-vità nonché la loro reciproca informazione;

4. verificare, nel caso siano presenti in cantiere più imprese, quanto previsto dagli accordi tra le parti sociali al fine diassicurare il coordinamento tra i rappresentanti per la sicurezza per migliorare le condizioni di sicurezza nel can-tiere;

5. proporre al committente od al responsabile dei lavori, in caso di gravi inosservanze delle norme di sicurezza, la so-spensione dei lavori, l'allontanamento delle imprese o dei lavoratori autonomi dal cantiere o la risoluzione del con-tratto;

6. sospendere in caso di pericolo grave ed imminente le singole lavorazioni fino alla comunicazione scritta degli av-venuti adeguamenti effettuati dalle imprese interessate.

Nello svolgere tali obblighi il coordinatore per l'esecuzione dei lavori deve instaurare un corretto ed efficace sistema dicomunicazione con il committente ovvero con il responsabile dei lavori, con l'appaltatore, con il direttore tecnico di can-tiere e con il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

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SICUREZZA CANTIERI

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Art. 6:Appaltatore

L'Appaltatore dichiara di disporre di capitali, capacità tecniche, attrezzature necessarie e sufficienti a garantire l’esecu-zione completa delle opere indicate all’art. 1) con gestione a proprio rischio e con organizzazione dei mezzi necessari, i-noltre l’Appaltatore dichiara di impiegare per la realizzazione dell’opera personale specializzato ed adeguatamente for-mato.Il Committente resterà estraneo all’organizzazione del lavoro.L’Appaltatore si vincola ad eseguire tutte le obbligazioni di cui al presente contratto a perfetta regola d’arte.L’Appaltatore a mero titolo esemplificativo e non esaustivo deve:

1. provvedere al conseguimento dei permessi di scarico e di occupazione del suolo pubblico, e sostenere i relativi o-neri, durante il periodo contrattualmente previsto per l'esecuzione dei lavori;

2. fornire quanto occorre per i tracciamenti, i rilievi, le misurazioni necessarie alle operazioni di consegna e verifica deilavori compresa la spesa per il personale e gli strumenti;

3. custodire tutte le opere eseguite, fino alla consegna al Committente dell'intera opera;4. sostenere le spese occorrenti per eseguire tutte quelle prove di resistenza sui materiali impiegati che la Direzione

dei Lavori credesse opportuno far eseguire nei limiti delle disposizioni di legge;5. apporre nel cantiere un cartello con le indicazioni prescritte dal C.S.E.;6. fornire quanto occorre per la prova di carico delle strutture in cemento armato;7. produrre, ove previste, le dichiarazioni di conformità per lavori inerenti gli impianti (elettrico, idraulico, del gas, ..);8. applicare ai lavoratori dipendenti le condizioni normative e retributive risultanti dai contratti collettivi di lavoro vi-

genti nelle località e nei tempi in cui si svolgono i lavori;9. osservare le norme e prescrizioni dei contratti collettivi, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, protezione, assi-

curazione ed assistenza dei lavoratori;10. effettuare gli allacciamenti tecnologici, e sostenere le relative spese di utilizzo, necessari per la gestione del can-

tiere e l'esecuzione delle opere;11. consegnare al committente copia delle polizze per responsabilità civile verso i prestatori di lavoro (R.C.O.) e per

responsabilità civile verso terzi (R.C.T.);12. redigere e consegnare al Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, eventuali proposte integrative del

piano di sicurezza e di coordinamento e al cronoprogramma nel caso in cui tali modifiche assicurino un maggior gradodi sicurezza;

13. comunicare al Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione il nominativo del Responsabile del Servizio diPrevenzione e Protezione;

14. redigere e consegnare al Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione il piano operativo di sicurezza – P.O.S.– per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell'organizzazione del cantiere e nel-l'esecuzione dei lavori, da considerare come piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e coordina-mento;

15. promuovere ed istituire nel cantiere oggetto del presente capitolato, un sistema gestionale permanente ed orga-nico diretto alla individuazione, valutazione, riduzione e controllo costante dei rischi per la sicurezza e la salute deidipendenti e dei terzi operanti nell'ambito dell'impresa;

16. promuovere le attività di prevenzione, in coerenza a principi e misure predeterminati;17. mantenere in efficienza i servizi logistici di cantiere (uffici, mensa, spogliatoi, servizi igienici, docce, ecc.);18. assicurare:

a) il mantenimento del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità;b) la più idonea ubicazione delle postazioni di lavoro;c) le più idonee condizioni di movimentazione dei materiali;d) il controllo e la manutenzione di ogni impianto che possa determinare situazioni di pericolo per la sicurezza e

la salute dei lavoratori;e) la più idonea sistemazione delle aree di stoccaggio e di deposito;

19. assicurare il tempestivo approntamento in cantiere delle attrezzature, degli apprestamenti e delle procedure e-secutive previste dai piani di sicurezza ovvero richieste dal Coordinartore in fase di esecuzione dei lavori;

20. assicurare in cantiere idonee e qualificate maestranze, adeguatamente formate, in funzione delle necessita' dellesingole fasi lavorative, segnalando al Coordinatore per l'esecuzione dei lavori il nominativo del personale addetto;

21. organizzare il servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori in funzione delle caratteri-stiche morfologiche, tecniche e procedurali del cantiere oggetto del presente appalto ;

22. rilasciare dichiarazione (D.U.R.C.) di aver provveduto alle assistenze, assicurazioni e previdenze dei lavoratori pre-senti in cantiere secondo le norme di legge e dei contratti collettivi di lavoro;

23. rilasciare dichiarazione al Committente di aver sottoposto tutti i lavoratori presenti in cantiere a sorveglianza sa-nitaria secondo quanto previsto dalla normativa vigente e/o qualora le condizioni di lavoro lo richiedano;

24. provvedere alla fedele esecuzione di quanto contenuto nel piano per la sicurezza e nei documenti di progetta-zione della sicurezza ed in particolare delle attrezzature e degli apprestamenti previsti conformemente alle normedi legge;

25. fornire al committente o al responsabile dei lavori i nominativi di tutte le imprese e i lavoratori autonomi ai qualiintende affidarsi per l'esecuzione di particolari lavorazioni, previa verifica della loro idoneità tecnico-professionale;

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SICUREZZA CANTIERI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 39

26. fornire alle imprese subappaltatrici e ai lavoratori autonomi presenti in cantiere:a) adeguata documentazione, informazione e supporto tecnico-organizzativo;b) il P.S.C. mettendole in cottatto con il Coordinatore per la sicurezza;c) le informazioni relative all'utilizzo di attrezzature, apprestamenti, macchinari e dispositivi di protezione colle-

tiva ed individuale;27. informare il Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (C.S.E.) delle proposte di modifica ai piani di sicu-

rezza formulate dalle imprese subappaltatrici e dai lavoratori autonomi;28. l'Appaltatore dovrà concordare con il C.S.E. l’andamento dei lavori prima della stesura del P.O.S.;29. L’appaltatore dovrà eleggere domicilio ai sensi e nei modi prescritti dal capitolato generale d’appalto; a tale do-

micilio si intendono ritualmente effettuate tutte le intimazioni, le assegnazioni di termini e ogni altra notificazioneo comunicazione dipendente dal contratto.

30. L’appaltatore dovrà altresì comunicare, ai sensi e nei modi prescritti dal capitolato generale d’appalto, le genera-lità delle persone autorizzate a riscuotere.

31. L’appaltatore, tramite il direttore di cantiere assicurerà l’organizzazione, la gestione tecnica e la conduzione delcantiere. Il direttore dei lavori ha il diritto di esigere il cambiamento del direttore di cantiere e del personale del-l’appaltatore per disciplina, incapacità o grave negligenza. L’appaltatore è in tutti i casi responsabile dei danni cau-sati dall’imperizia o dalla negligenza di detti soggetti, nonché della malafede o della frode nella somministrazioneo nell’impiego dei materiali.

32. Ogni variazione del domicilio di cui al comma 29, o delle persona di cui ai commi 30, e 31, dovrà essere tempesti-vamente notificata al Committente.

Nello svolgere tali obblighi l'Appaltatore deve instaurare un corretto ed efficace sistema di comunicazione con il Com-mittente ovvero con il Responsabile dei lavori, con i coordinatori per la sicurezza e tutti i lavoratori a lui subordinati.

Art. 7:Direttore Tecnico del Cantiere / Capo Cantiere

L'appaltatore affida la direzione del cantiere a ……………………………………………………………………………………residente in …………………………………. via ……………………………………………………… n° …………Al direttore tecnico di cantiere / Capo Cantiere competono le seguenti responsabilità:

1. gestire e organizzare il cantiere in modo da garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori;2. osservare e far osservare a tutte le maestranze presenti in cantiere, le prescrizioni contenute nel Piano di Sicurezza

e nei Piani Operativi di Sicurezza, le norme di coordinamento contrattuali del presente Contratto e le indicazioni ri-cevute dal Coordinatore per l’esecuzione dei lavori;

3. allontanare dal cantiere coloro che risultassero in condizioni psico-fisiche non idonee o che si comportassero inmodo tale da compromettere la propria sicurezza e quella degli altri addetti presenti in cantiere;

4. vietare l’ingresso alle persone non addette ai lavori e non espressamente autorizzate dal Responsabile dei Lavorie dal C.S.E.

Nello svolgere tali obblighi il Direttore Tecnico di cantiere / Capo Cantiere deve instaurare un corretto ed efficace sistemadi comunicazione con l’appaltatore, le imprese subappaltatrici, i lavoratori autonomi, gli operai presenti in cantiere e ilCoordinatore per l’esecuzione dei lavori.

Art. 8:Cessione e subappalto

L'appaltatore non può cedere ad altri il contratto sotto pena della sua risoluzione e del risarcimento dei danni a favore delcommittente.Sono invece consentiti i subappalti di singole opere e prestazioni.L'appaltatore rimane comunque responsabile, nei confronti del committente, dell'opera e delle prestazioni subappal-tate. Inoltre deve fornire al C.S.E. il proprio Piano Operativo di Sicurezza (P.O.S.) e quello di ogni ditta subappaltatrice.L'appaltatore non potrà subappaltare a terzi le attrezzature, gli apprestamenti e le procedure esecutive o parte di essesenza la necessaria autorizzazione del committente o del responsabile dei lavori ovvero del coordinatore per l'esecuzionedei lavori.Qualora, durante l'esecuzione dei lavori, l'appaltatore ritenesse opportuno, nell'interesse stesso dello sviluppo dei la-vori, affidare il subappalto a ditte specializzate, esso dovrà ottenere preventiva esplicita autorizzazione scritta dal com-mittente.Inoltre l'appaltatore rimane, di fronte al committente, unico responsabile delle attrezzature, degli apprestamenti e delleprocedure esecutive subappaltate per quanto la loro conformità alle norme di legge.Il committente potrà far annullare il subappalto per incompetenza od indesiderabilità del subappaltatore, senza essereper questo tenuto ad indennizzi o risarcimenti di sorta.

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SICUREZZA CANTIERI

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Art. 9:Lavoratori autonomi e imprese subappaltatrici

Il lavoratore autonomo e l'impresa subappaltatrice devono:1. rispettare tutte le indicazioni contenute nei piani di sicurezza e tutte le richieste del direttore tecnico dell'appaltatore;2. utilizzare tutte le attrezzature di lavoro ed i dispositivi di protezione individuale in conformità alla normativa vigente;3. collaborare e cooperare con le imprese coinvolte nel processo costruttivo;4. non pregiudicare con le proprie lavorazioni la sicurezza delle altre imprese presenti in cantiere;5. informare l'appaltatore sui possibili rischi per gli addetti presenti in cantiere derivanti dalle proprie attività lavorative.Nello svolgere tali obblighi le imprese subappaltatrici ed i lavoratori autonomi devono instaurare una corretta ed efficacecomunicazione con l'appaltatore e tutti i lavoratori a lui subordinati.Tutte le ditte subappaltatrici prima di accedere al cantiere dovranno prendere visione del Piano di Sicurezza e di Coordi-namento (P.S.C.) e del P.O.S. predisposto dalla ditta appaltatrice, predisporre il loro P.O.S. che dovrà essere consegnatoal C.S.E. dall’impresa affidataria almeno 15 giorni prima di iniziare le proprie lavorazioni.

Art. 10:Materiali

Il materiale e le forniture necessarie per compiere le opere dovranno essere forniti ed assicurati dall’appaltatore ai finidella corretta esecuzione dell’opera.Il materiale impiegato dovrà rispettare gli standard qualitativi richiesti, in particolare dovrà ottemperare alle caratteri-stiche tecniche indicate nell’apposito capitolato.

Art. 11:Varianti durante l'esecuzione dei lavori

L’impresa non potrà introdurre di sua iniziativa alcuna variazione alle opere senza aver ottenuto la preventiva autorizza-zione del Direttore dei lavori.Sarà sempre in facoltà della Direzione dei Lavori di apportare tempestivamente alle opere da eseguire quelle variazionidi tracciato, di forma e di dimensioni, di genere di lavoro e di esecuzione, che fossero necessarie. Per siffatte variazionil'Appaltatore non potrà variare i prezzi unitari già concordati nel computo metrico estimativo allegato. Per eventuali nuove opere che si rendessero necessarie, non ricomprese nel computo metrico estimativo, verranno uti-lizzate le voci ed i relativi prezzi rinvenibili nel Prezziario delle opere edili di Brescia n° . . . . . . . / . . . . . . con ribasso pari al. . . . . %, sempre che le varianti non comportino modifiche sostanziali del contratto, o maggiori oneri.Nel caso di aumento dell’importo dei lavori si stabilisce un nuovo termine proporzionale per l'ultimazione dei medesimi.

Art. 12:Durata dei lavori. Penale per ritardo

I lavori dovranno iniziare entro il ...... / ....... / ....... ed essere consegnati entro il ....... / ...... / ........Nel caso in cui l’inizio lavori non avvenga per colpa dell'Appaltatore o del Committente, gli stessi avranno diritto alla ri-soluzione del contratto ed al risarcimento del relativo danno.Sono ammesse sospensioni dei lavori per avversità climatiche che non consentano di proseguire i lavori a regola d'arte oper cause di forza maggiore da accertare con la Direzione Lavori; i giorni per tali sospensioni vengono aggiunti al tempoutile.Eventuali proroghe dovranno essere concordate tra le parti nel corso dei lavori.In caso di inosservanza di norme in materia di sicurezza o in caso di pericolo imminente per i lavoratori, il coordinatore perl'esecuzione dei lavori o il responsabile dei lavori ovvero il committente, potrà ordinare la sospensione dei lavori, dispo-nendone la ripresa solo quando sia di nuovo assicurato il rispetto della normativa vigente e siano ripristinate le condizionidi sicurezza e igiene del lavoro.La durata delle eventuali sospensioni dovute ad inosservanza dell'appaltatore delle norme in materia di sicurezza, noncomporterà uno slittamento dei tempi di ultimazione dei lavori previsti dal contratto.Nel caso l'appaltatore sospendesse senza giustificato motivo i lavori, o li rallentasse, in modo tale da pregiudicare la rea-lizzazione dell'opera, il committente ha il diritto di dichiarare, con le formalità di legge, la risoluzione del contratto con lafacoltà di far proseguire i lavori ad altre imprese, salvo ogni ragione di danno.In caso di ritardo nell'esecuzione dei lavori, imputabile all'appaltatore, verrà applicata, in sede di liquidazione finale, unapenale pari a €.…………………………………………… ( ……………………………………………………………………)per ogni giorno di ritardo, comprensiva di ogni ulteriore danno eventualmente derivante al Committente per il ritardo.L'appaltatore dovrà comunicare alla Direzione Lavori entro 10 giorni la data di ultimazione dei lavori.

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SICUREZZA CANTIERI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 41

Art. 13:Pagamenti

In base all’entità dell’opera in oggetto, si stabilisce un’anticipazione pari a €.……………………………… da versare entro15 giorni dall’inizio lavori. Tale somma verrà detratta dalla liquidazione finale dei lavori.I pagamenti dovranno avvenire entro 15 giorni dalla consegna al Committente degli stati d’avanzamento dei lavori (S.A.L.)emessi in base alle seguenti scadenze:

1. completamento primo orizzontamento;2. completamento secondo orizzontamento;3. completamento terzo orizzontamento;4.………………………………………………;5. completamento copertura;6. completamento tramezze, posa marmi e falsi;7. completamento intonaci interni;8. completamento intonaci esterni;9. completamento finiture (fine lavori).

I costi della sicurezza saranno liquidati in base ai S.A.L. sopra menzionati previo nulla-osta del C.S.E., che avrà la facoltàdi applicare ribassi nel caso in cui gli approntamenti per la sicurezza non siano stati eseguiti a regola d’arte.Sull’importo dei S.A.L. verrà applicata una ritenuta di garanzia pari al ……….%.Qualora il pagamento venga in tutto od in parte ritardato oltre i 15 giorni dopo il termine concordato, matureranno gli in-teressi legali, comprensivi del risarcimento del danno ai sensi dell'art.1224, 2° comma del C.C..E' nella facoltà dell'Appaltatore, nel caso di ulteriore ritardo nel pagamento di altri 15 giorni, previa diffida a mezzo rac-comandata, di sospendere la prosecuzione dei lavori a norma dell'art.1460 del C.C., ovvero, qualora il ritardo complessivodal diritto al pagamento in acconto superasse i 90 giorni complessivi, di recedere dal contratto, fatto salvo in ogni caso ilrisarcimento dei danni, la liquidazione di quanto eseguito ed il mancato guadagno.Nel termine di 30 giorni dall'ultimazione dei lavori, verrà compilato lo Stato Finale. L'ammontare risultante, dedotti gli ac-conti versati in corso d'opera e comprensivo delle ritenute di garanzia, dovrà essere pagato entro 30 giorni dalla consegnadello Stato Finale (contabilità finale). In caso di ritardo nel pagamento decorreranno a favore dell'Appaltatore gli interessidi cui sopra.

Art. 14:Consegna delle opere

Entro e non oltre 30 giorni consecutivi decorrenti dalla comunicazione di ultimazione dei lavori effettuata dall'Appalta-tore, il Committente, o per esso il Direttore dei lavori, eseguirà la verifica delle opere e ne dichiarerà il risultato. L'Appal-tatore dovrà collaborare fornendo a sue spese operai e mezzi eventualmente necessari, presenziando anche alla verifica,rimanendo nel frattempo tenuto alla custodia normale dell'opera.Nel caso in cui il Committente tralasci, entro il termine sopra indicato, di procedere alla verifica, ovvero di comunicarne irisultati, ovvero riceva senza riserve la consegna dell'opera, questa si considera accettata.Se dalla verifica emergono vizi o difformità gravi, l'Appaltatore provvederà ad eliminarli a proprie spese e nel tempo stret-tamente necessario. Qualora il committente, per proprie esigenze, richiedesse prima della ultimazione dell'opera, consegna parziale dell'o-pera stessa, l'appaltatore avrà diritto a richiedere preventivamente un verbale di accettazione di quanto consegnato. Per la parte di opera oggetto di consegna parziale preventiva il committente non potrà avanzare riserve in occasione dellaconsegna definitiva delle opere.

Art. 15:Risoluzione delle controversie

Ogni qualsivoglia controversia relativa all’interpretazione, esecuzione, risoluzione del presente contratto sarà di compe-tenza del Tribunale di Brescia.

Art. 16:Registrazione

La registrazione del presente contratto, prevista nel solo caso d'uso ed a tassa fissa, sarà a spese e cura della parte che larichiede.

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SICUREZZA CANTIERI

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Art. 17:Riservatezza / Privacy

Il Committente dà il consenso all’Appaltatore di trattare i suoi dati personali in modo sia automatizzato che non automa-tizzato ai sensi del D.Lgs. 196/2003.

Letto, approvato e sottoscritto.

………………………………… , lì ...... / ...... / ........

IL COMMITTENTE L'APPALTATORE

.................................... .................................

L DIRETTORE DEI LAVORI

................................................

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CATASTO

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Laura Cinelli Certificazioni energetichee catasto, il tema del seminariodel 15 gennaio a Milano

bientali e la Federazione re-gionale degli Ordini dei dot-tori agronomi della Lom-bardia, fa parte di un gruppodi lavoro preposto a curarela redazione di un pro-gramma operativo di Altaformazione in materia di ef-ficienza energetica in edi-lizia e di certificazione ener-getica. Da rilevare l’apprezzamentofatto da parte del Presidentedegli ingegneri di Brescia erivolto alla numerosa platea,quasi interamente formatada geometri, per l’aver se-guito il seminario per tutta lasua durata con attenzione econcentrazione, pur essendostata “sforata” abbondante-mente l’ora del pranzo.Non senza una punta d’orgo-glio quindi, anche in questaoccasione i geometri si sonodimostrati una categoriaseria e interessata, ben di-sposti a rapportarsi allenuove professionalità e im-pegnati ad aggiornarsi inquelle materie che già li con-traddistinguono.Del resto anche i numeri ci

rendono “categoria di uncerto rilievo”, consideratoche, come è emerso propriodal seminario, in RegioneLombardia siamo noi che cidistinguiamo per il maggiornumero di attestati di certifi-cazione energetica redatti.Il collegamento tra questidocumenti di nuova genera-zione, ormai necessari nel-l’ambito dell’edilizia, e il ca-tasto, fa parte di uno studioche è stato prospettato, eche mira a ottenere l’intera-zione tra banche dati, taliper cui nel redigere un atte-stato di certificazione ener-getica si potrà per esempioattingere in maniera sem-plice e automatica ai neces-sari dati catastali che vannoinseriti nel certificato stesso.Il progetto persegue un’ideadi miglioramento delle atti-vità professionali, ciò nonguasta, ma mentre i relatoriesponevano i loro intendi-menti, non ho potuto evitaredi pensare che un buon pro-getto si fonda su una buonabase, e se i dati da prelevaresono quelli della banca dati

T raggo spunto da unseminario tenutosia Milano il 15 gen-

naio u.s. della durata diquattro ore dedicate princi-palmente al “catasto ener-getico”, argomento deri-vante dalle certificazioni e-nergetiche e a tutti gli effettid’attualità a giudicare dall’e-norme impatto che stanno a-vendo in questo periodo leattestazioni sulle presta-zioni energetiche degli edi-fici.Il tema trattato nel convegnoha posto in relazione ilmondo del catasto, cosìcome lo conosciamo noi, e,per l’appunto, il mondodegli attestati di certifica-zione energetica.Organizzatore dell’evento ilCollegio dei geometri e geo-metri laureati della pro-vincia di Milano che, a se-guito di convenzione e uni-tamente a Regione Lom-bardia, all’Ordine degli in-gegneri di Brescia, l’OrdineInterprovinciale chimicidella Lombardia, l’Associa-zione Italiana Scienze Am-

catastale non si può ignorareche quest’ultima non sia e-sente da errori o dalla pre-senza di dati non aggiornatiall’attualità, l’aggiustamen-to dei quali non è pocacosa…(non so voi, ma negliultimi anni le istanze di ret-tifica si sprecano!).Al seminario è intervenutoanche il Consigliere nazio-nale geom. Bruno Razza,portando il contributo delCNG sul tema catasto.Novità particolari sul frontedel Pre.geo 10 non ve nesono, il lavoro di collabora-zione con l’Agenzia del Ter-ritorio prosegue per appor-tare modifiche e migliora-menti al software, grazie allesollecitazioni che giungonoda chi utilizza la versioneche, lo ricordiamo, per ora èfacoltativa, ma a breve di-verrà obbligatoria e sosti-tuirà definitivamente ilPre.geo 9.Sul Do.c.fa 4, anch’esso trapochi mesi di uso obbliga-torio, il Consigliere Razza hainvece informato che la pro-cedura è uscita un po’ a sor-

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CATASTO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 45

al ribasso delle pre-stazioni professio-nali, attuata da al-cuni.Tuttavia penso chenoi possiamo par-larne tra di noiquanto vogliamo,indignarci e arrab-biarci, fare mille elu-cubrazioni, mafinchè le cose riman-gono in questostadio il tutto è unpo’ inutile.Mi piacerebbe in-vece che fossimo tu-telati di più, chequalcuno per noistudiasse e attuasseun sistema per risol-vere la questione, fonda-mentalmente per aiutare ineffetti chi lavora e che lovuole fare bene, e perquesto non compatibile conuna svendita di fine stagione… o fine professionalità!Tornando al seminario, erapresente ed è intervenutoanche l’ing. Maggio, della Di-rezione Centrale dell’A-genzia del Territorio, il quale

però non ha dato la speratabella notizia che tutti atten-diamo, ovvero il via delleplanimetrie catastali su Si-ster, e quindi on-line.Si era ipotizzato, nel corsodel 2009, che la procedurapartisse nel 2010, anzi a onordel vero era stata propriol’Agenzia del Territorio chepubblicamente aveva infor-mato essere ormai que-stione di poco, ma evidente-mente i tempi non sono an-cora maturi.Abbandonando il seminariomilanese e rientrando nellequestioni locali, in virtù del-l’avvicinarsi dell’utilizzo ob-bligatorio della proceduraPreGeo 10, in considera-zione delle problematicheche stanno emergendo fracoloro che già lo utilizzano inquesta fase transitoria, diconcerto con l’Agenzia delTerritorio, e nello specificocon il geom. FrancescoCorso, il Collegio di Brescia,tramite la Commissione ca-

presa ed il CNG ha già e-spresso perplessità e ri-scontrato alcune criticità,confidando di potersi se-dere a un tavolo tecnico conl’Agenzia del Territorio persistemare alcune problema-tiche.È stato poi toccato da Razzaun argomento che tra col-leghi sento ricorrere fre-quentemente, ovvero gli o-norari troppo bassi applicatiper la redazione di pratichecatastali, esempio più fre-quente fra tutti i costi per lastesura delle schede plani-metriche per il catasto ur-bano.

Èstato detto, e a ra-gione, che la nostrapro fess ional i tà

non va svenduta, e che certebasse tariffe rovinano tuttala categoria (una piccolanota: qui è scattato l’ap-plauso unanime della pla-tea, segno che il problemac’è ed è sentito).Come se l’abolizione dei mi-nimi tariffari abbia dato il viaa una vera e propria svendita

tasto, organizzerà un nuovoconvegno sul tema.Più precisamente, a diffe-renza di precedenti incontria carattere prettamente for-mativo, stavolta l’intendi-mento è di effettuare un di-battito sin dall’inizio dell’e-vento, ove noi potremo e-splicitare tutti i problemi edubbi riscontrati nell’usodel Pre.Geo 10.Lo scopo è quello di condi-videre in forma collettiva l’e-same e la risoluzione delleproblematiche manifestate,al fine di ridurre le nostreperplessità e consentirel’uso normale della proce-dura, per contro l’Agenziadel Territorio auspica in talmodo che all’avvio obbliga-torio di Pre.Geo 10, l’ufficionon subisca rallentamenti ocriticità.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Giovanni Gares Viabilità della Valle TrompiaA che punto siamocon l’autostrada?

cutivo del primo lotto dei la-vori che, sottoposto a veri-fica di impatto ambientaleda parte di alcuni comunidella Valle (Sarezzo, Gar-done V.T., Concesio, Bo-vezzo) mediante ricorso alTar , ha espresso parere ne-gativo.È stato quindi necessario ri-vederlo e modificarlo, contutto ciò che ha comportatoin fatto di tempistica.Attualmente il Comitato stalavorando in collaborazionecon l’A.N.A.S. e con i Comuniinteressati a eccezione diSarezzo, Gardone V.T., Con-cesio e Bovezzo, che nonhanno ritenuto opportuno a-derire per risolvere il pro-blema relativo agli espropridelle aree coinvolte dal trac-ciato autostradale.È di seguito intervenutol’ing. Salerno in rappresen-tanza dell’A.N.A.S., prospet-tando l’importanza dell’in-vestimento operativo a cuiva prestata la massima at-tenzione.Il progetto esecutivo – ha pre-cisato l’ing. Salerno – è statoapprovato dal C.I.P.E. nel2004, recependo quindi le os-servazioni in sede di confe-renza dei servizi, e approvatodefinitivamente nel 2005.

Il relatore ha quindi illu-strato alcune caratteristichedel progetto del primotronco autostradale che saràrealizzato a doppia corsia,con sezione delle corsie dam 3,75 ciascuna, affiancatedalla corsia di emergenzadella larghezza di metri 3,00. Laddove sono previste gal-lerie, queste saranno dotatedi collegamenti trasversalidi sicurezza con sfoghi dire-zionati a galleria adiacente.Al momento attuale quindisi è nelle fasi conclusivedella gara di appalto, cheprevede l’offerta da partedelle imprese partecipantipiù economicamente van-taggiosa, in forza di una seriedi punteggi assegnati in fun-zione anche degli aspettimigliorativi espressi dalle

Martedì 26 gen-naio scorso, nel-la sede della Co-

munità Montana della ValleTrompia ha avuto luogo unConvegno organizzato dalComitato di Coordinamentosulla viabilità della ValleTrompia, con particolare ri-ferimento al primo lotto del-l’autostrada, tratto Con-cesio-Sarezzo.Erano presenti numerosisindaci della Valle, rappre-sentanti di varie categoriequali la Confederazione Na-zionale Artigianato, Federa-zione Autotrasportatori Ita-liani, il referente A.I.B. per laValle Trompia, l’AutomobilClub di Brescia, i rappresen-tanti del Collegio geometridella provincia di Brescia,ecc.In veste di relatori l’Asses-sore ai LL.PP. della Provinciadi Brescia, ing. Parolini, el’ingegner Salerno in rappre-sentanza dell’A.N.A.S.Si è trattato soprattutto di unconvegno informativo, atto aesaminare lo stato dei pro-getti e dei cantieri riguar-danti la viabilità della ValleTrompia.L’Assessore Parolini ha a-perto il convegno focaliz-zando il problema sull’at-tuale difficoltà di transito ri-ferito alla Bassa e MediaValle, precisando che l’o-pera che finalmente trabreve dovrà iniziare, ri-guarda l’intero bacino dellaValle.Quindi, in quanto opera diportata notevole, necessitadi consensi e di informa-zione.Sette anni or sono era statoapprontato il progetto ese-

imprese congiuntamente aidettagli riferiti alla sicurezzae alla cantierizzazione.Si stanno percò valutandoed esaminando, alla luce diquanto sopra, le varie of-ferte; nel contempo è statacostituita la Direzione La-vori delle opere.L’ing. Salerno ha quindi con-cluso la sua esposizione svi-luppando la tematica riguar-dante l’acquisizione dellearee soggette a esproprio,mediante un tavolo di con-fronto con i comuni interes-sati a tali aree, ritenendo cheesistano i presupposti per lasoluzione delle varie pro-blematiche connesse all’ac-quisizione delle aree stesse.

Il 24 febbraio 2010 si è tenuto nell’Aula Magnadell’Istituto Tecnico “N. Tartaglia” di via Oberdana Brescia un interessante convegno, organizzatodal Collegio geometri di Brescia e dal Sindacato,riguardante due importanti argomenti: la viabilitàurbane e extraurbana e le nuove procedure intema paesistico. Daremo ampio resoconto dei la-vori nel prossimo numero della rivista.

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48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Listino dei valori immobiliaridella provincia di Bresciaper appartamenti e capannoni(Parte prima)

sidenza: misurazione al 25%.– Terraze con dimensioni dal 50% al 100% della Slp della re-

sidenza: misurazione al 15%.– Terrazze con dimensioni eccedenti il 100% della Slp della

residenza: misurazione al 10%.– Verde privato (esclusa piantumazione): con dimensioni

fino al 100% della Slp di Ville, Villini e Appartamenti, mi-surazione al 10%.

– Verde privato (esclusa piantumazione): con dimensionieccedenti il 100% della Slp di Ville, Villini e Appartamenti,misurazione al 5%.

– Garage di pertinenza all’abitazione nel centro storico delcapoluogo di provincia: misurazione al 100% della Slp.

– Garage di pertinenza all’abitazione di altre zone limitrofeal centro storico del capoluogo di provincia: misurazioneal 60% della Slp.

– Garage di pertinenza all’abitazione di altri comuni: misu-razione al 50% della Slp.

– Garage di pertinenza all’abitazione di altre zone limitrofeal centro storico del capoluogo di provincia e di altri co-muni con superficie eccedente 40 mq: misurazione al 35%della Slp eccedente.

– Posti auto coperti, centro storico del capoluogo: misura-zione all’80% della Slp.

– Posti auto coperti, di altre zone limitrofe al centro storicodel capoluogo di provincia e di altri comuni: misurazioneal 35% della Slp.

– Posti auto scoperti, centro storico del capoluogo: misura-zione al 50% della Slp.

– Posti auto scoperti di altre zone limitrofe al centro storicodel capoluogo di provincia e di altri comuni: misurazioneal 25% della Slp.

B) DIREZIONALE (UFFICI)– Locali principali: 100% della Slp.– Accessori diretti: comunicanti al piano 100% della Slp.– Accessori ausiliari: Archivi non comunicanti al piano, can-

tine e depositi posti al piano interrato o seminterrati, mi-surazione al 35% della Slp.

C) PRODUTTIVO (escluso uffici e servizi, da valutare concosti = alla residenza)

– Piano Terra: 100% della Slp.– Soppalchi per box uffici: misurazione al 100% della Slp.– Piano seminterrato con accesso carraio avente altezza su-

periore a m 4,00: misurazione dal 70% all’85% della Slp.

LOCALI ACCESSORI AL PRODUTTIVO– Piano interrato agibile con accesso carraio destinato a ma-

R iprendiamo dal“Listino dei Valori Immobiliari”della Borsa Immobiliare di Brescia, che ringra-ziamo, i valori delle abitazioni e dei capannoni

nella provincia di Brescia.Ci pare opportuno, per chiarezza e uniformità di valuta-zione, far precedere il listino dai “criteri di misurazionedelle superfici commerciali”.

Note e avvertenze– Slp: si intende la superficie lorda di pavimento compresoi muri interni, muri esterni portanti e 50% dei muri in confinecon altra proprietà.– Terrazze: i coefficienti indicati al capitolo “Terrazze” an-dranno riconsiderati qualora esistano situazioni di terrazzeall’ultimo piano collegate alla residenza, per le quali do-vranno applicarsi coefficienti di misurazione in aumento. Alcontrario, laddove esistano terrazze non collegate alla resi-denza dovranno applicarsi coefficienti di misurazione in di-minuzione.– Garage: di seguito sono date indicazioni sui criteri di mi-surazione per i garage, va comunque considerato che nor-malmente la compravendita dei garage avviene a corpo.

A) RESIDENZALocali principali– Residenza: 100% della Slp.– Mansarde con altezza minima oltre m 1,70: misurazione al

100% della Slp.– Mansarde con altezza inferiore a m 1,70 e fino a m 1: misu-

razione al 50% della Slp.– Soppalchi aventi altezza media di m 2,70: misurazione al

75% della Slp (finiti al civile).– Soppalchi aventi altezza media da m 2,10: misurazione al

50% della Slp (finiti al civile).

Locali accessori– Bagni, ingressi, corridoi e ripostigli: misurazione al 100%

della Slp.– Porticati e verande facenti volume: misurazione al 60%

della Slp.– Porticati e verande non facenti volume: misurazione al 35%

della Slp.– Superfici non residenziali seminterrate, interrate, e so-

laio/soffitte: misurazione dal 25% al 50% della Slp, secondoil grado di finitura.

– Balconi: secondo le dimensioni, misurazione dal 35% al50% della Slp.

– Terrazze con dimensioni fino al 25% della Slp della resi-denza: misurazione al 35%.

– Terrazze con dimensioni dal 25% al 50% della Slp della re-

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ESTIMO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 49

– Primo Piano: misurazione al 75% della Slp.– Soppalchi: misurazione al 70% della Slp.– Retronegozio, magazzino, servizi: misurazione al 50% della

Slp.– Magazzini non comunicanti: misurazione al 30% della Slp.– Aree scoperte utilizzabili: misurazione al 20% della Slp.

gazzino e deposito: misurazione al 50% della Slp.

D) COMMERCIALE (escluso uffici e servizi, da valutare concosti = alla residenza)

– Piano Terra: misurazione al 100% della Slp.– Piano Interrato: misurazione al 65% della Slp.

NUOVO RISTRUTTURATO AGIBILE DA RISTRUTTURARE

minimo massimo minimo massimo minimo massimo minimo massimo

ACQUAFREDDA A 1.012,50 1.350,00 1012,00 1.350,00 547,50 730,00 232,50 310,00

C 487,50 650,00 315,00 420,00 120,00 160,00

ADRO A 1.500,00 1.950,00 1.600,00 1.800,00 950,00 1.150,00 400,00 600,00

C 600,00 750,00 400,00 500,00 200,00 300,00

AGOSINE A 1.000,00 1.300,00 1.050,00 1.400,00 500,00 700,00 220,00 350,00

C 520,00 600,00 320,00 400,00 110,00 150,00

ALFIANELLO A 1.050,00 1.400,00 980,00 1.430,00 550,00 770,00 250,00 360,00

C 525,00 700,00 350,00 450,00 200,00 250,00

ANFO A 1.000,00 1.300,00 800,00 1.300,00 470,00 700,00 170,00 260,00

C 400,00 600,00 240,00 340,00 105,00 130,00

ANGOLO TERME A 920,00 1.200,00 920,00 1.200,00 325,00 540,00 160,00 230,00

C 400,00 520,00 200,00 300,00 80,00 100,00

ARTOGNE A 1.000,00 1.275,00 960,00 1.275,00 480,00 690,00 150,00 215,00

C 430,00 600,00 240,00 340,00 100,00 130,00

AZZANO MELLA A 1.300,00 1.700,00 1.300,00 1.700,00 650,00 850,00 350,00 500,00

C 550,00 700,00 300,00 400,00 180,00 250,00

BAGNOLO MELLA A 1.395,00 1.860,00 1.400,00 1.900,00 950,00 1.250,00 540,00 770,00

C 600,00 750,00 450,00 570,00 260,00 340,00

BAGOLINO A 1.200,00 1.620,00 1.050,00 1.600,00 670,00 900,00 240,00 360,00

C N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.

BARBARIGA A 1.000,00 1.400,00 1.050,00 1.350,00 550,00 770,00 210,00 310,00

C 450,00 565,00 280,00 370,00 130,00 165,00

BARGHE A 970,00 1.300,00 1.000,00 1.350,00 450,00 620,00 160,00 260,00

C 520,00 650,00 320,00 400,00 110,00 140,00

BASSANO BRESCIANO A 1.200,00 1.750,00 1.200,00 1.750,00 700,00 1.000,00 400,00 600,00

C 520,00 650,00 350,00 450,00 165,00 220,00

BEDIZZOLE A 1.250,00 1.850,00 1.300,00 1.900,00 830,00 1.200,00 400,00 600,00

C 650,00 800,00 420,00 520,00 240,00 300,00

BERLINGO A 1.000,00 1.450,00 1.050,00 1.450,00 650,00 900,00 350,00 500,00

C 560,00 750,00 420,00 550,00 240,00 300,00

BERZO DEMO A 800,00 1.100,00 800,00 1.100,00 480,00 620,00 150,00 250,00

C 500,00 600,00 300,00 400,00 N.D. N.D.

BERZO INFERIORE A 875,00 1.200,00 875,00 1.200,00 420,00 580,00 140,00 220,00

C 420,00 600,00 320,00 400,00 160,00 200,00

BIENNO A 1.000,00 1.320,00 1.000,00 1.320,00 450,00 620,00 195,00 265,00

C 420,00 600,00 300,00 380,00 130,00 180,00

Legenda: A = AppartamentiC = Capannoni

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50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

NUOVO RISTRUTTURATO AGIBILE DA RISTRUTTURARE

minimo massimo minimo massimo minimo massimo minimo massimo

BIONE A 1.030,00 1.370,00 1.050,00 1.400,00 440,00 650,00 200,00 260,00

C 500,00 610,00 360,00 450,00 125,00 154,00

BORGO SAN GIACOMO A 1.050,00 1.400,00 1.050,00 1.400,00 550,00 700,00 250,00 390,00

C 500,00 615,00 300,00 400,00 130,00 175,00

BORGOSATOLLO A 1.550,00 2.100,00 1.550,00 2.150,00 950,00 1350,00 500,00 700,00

C 550,00 750,00 350,00 500,00 180,00 250,00

BORNO A 1.390,00 1.800,00 1.390,00 1.800,00 650,00 1.000,00 150,00 210,00

C N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.

BOTTICINO A 1.550,00 2.200,00 1.700,00 2.250,00 900,00 1.500,00 500,00 750,00

C 720,00 900,00 550,00 700,00 300,00 380,00

BOVEGNO A 1.100,00 1.450,00 1.100,00 1.500,00 650,00 950,00 300,00 400,00

C 500,00 650,00 350,00 450,00 160,00 210,00

BOVEZZO A 1.800,00 2.450,00 1.800,00 2.500,00 1.200,00 1.700,00 700,00 1.000,00

C 750,00 950,00 550,00 700,00 290,00 360,00

BRANDICO A 1.100,00 1.500,00 1.150,00 1.550,00 700,00 950,00 350,00 500,00

C 450,00 550,00 350,00 420,00 150,00 190,00

BRENO A 1.000,00 1.300,00 1.000,00 1.300,00 550,00 780,00 200,00 300,00

C 500,00 650,00 300,00 400,00 N.D. N.D.

CAINO A 1.300,00 1.900,00 1.350,00 1.950,00 750,00 1.150,00 450,00 650,00

C 600,00 780,00 450,00 600,00 250,00 300,00

CALCINATO A 1.250,00 1.700,00 1.300,00 1.800,00 750,00 1.150,00 390,00 550,00

C 600,00 750,00 350,00 500,00 240,00 300,00

CALVAGESE A 1.200,00 1.750,00 1.300,00 1.800,00 800,00 1.100,00 400,00 550,00

C 600,00 750,00 450,00 600,00 240,00 300,00

CALVISANO A 1.100,00 1.600,00 1.100,00 1.600,00 600,00 900,00 340,00 490,00

C 450,00 600,00 320,00 420,00 150,00 190,00

CAPO DI PONTE A 800,00 1.100,00 800,00 1.100,00 480,00 620,00 150,00 250,00

C 500,00 600,00 300,00 400,00 N.D. N.D.

CAPRIANO DEL COLLE A 1.450,00 1.900,00 1.450,00 1.900,00 900,00 1.100,00 500,00 750,00

C 650,00 750,00 350,00 450,00 180,00 250,00

CAPRIOLO A 1.350,00 1.750,00 1.400,00 1.750,00 800,00 1.100,00 350,00 500,00

C 650,00 750,00 300,00 450,00 180,00 280,00

CARPENEDOLO A 1.100,00 1.600,00 1.200,00 1.700,00 600,00 900,00 350,00 500,00

C 500,00 650,00 350,00 450,00 180,00 220,00

CASTEGNATO A 1.400,00 1.900,00 1.400,00 1.950,00 800,00 1.150,00 400,00 650,00

C 650,00 800,00 480,00 600,00 220,00 300,00

CASTELCOVATI A 1.000,00 1.400,00 1.050,00 1.450,00 700,00 900,00 250,00 330,00

C 550,00 690,00 330,00 430,00 160,00 200,00

CASTELMELLA A 1.550,00 2.150,00 1.550,00 2.150,00 850,00 1.200,00 500,00 800,00

C 650,00 750,00 400,00 500,00 180,00 280,00

CASTENEDOLO A 1.250,00 1.900,00 1.350,00 1.950,00 800,00 1.150,00 380,00 640,00

C 650,00 800,00 480,00 600,00 260,00 330,00

CASTO A 1.000,00 1.350,00 1.050,00 1.400,00 500,00 630,00 180,00 255,00

C 520,00 650,00 360,00 450,00 125,00 154,00

CASTREZZATO A 1.150,00 1.600,00 1.150,00 1.650,00 700,00 1.000,00 450,00 650,00

C 570,00 770,00 310,00 450,00 170,00 250,00

CAZZAGO S. MARTINO A 1.400,00 1.800,00 1.450,00 1.750,00 800,00 1.300,00 400,00 600,00

C 600,00 800,00 400,00 500,00 250,00 350,00

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ESTIMO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 51

NUOVO RISTRUTTURATO AGIBILE DA RISTRUTTURARE

minimo massimo minimo massimo minimo massimo minimo massimo

CEDEGOLO A 800,00 1.100,00 800,00 1.100,00 480,00 620,00 150,00 250,00

C 500,00 600,00 300,00 400,00 N.D. N.D.

CELLATICA A 1.850,00 2.500,00 1.800,00 2.550,00 1.350,00 1.750,00 800,00 1.100,00

C 700,00 900,00 500,00 700,00 270,00 350,00

CETO A 800,00 1.100,00 800,00 1.100,00 480,00 620,00 150,00 250,00

C 500,00 600,00 300,00 400,00 N.D. N.D.

CEVO A 800,00 1.100,00 800,00 1.100,00 480,00 620,00 140,00 200,00

C N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.

CHIARI A 1.600,00 2.200,00 1.700,00 2.270,00 900,00 1.150,00 550,00 780,00

C 550,00 750,00 400,00 500,00 200,00 300,00

CIGOLE A 940,00 1.350,00 950,00 1.350,00 520,00 760,00 270,00 380,00

C 470,00 590,00 300,00 400,00 140,00 180,00

CIVIDATE CAMUNO A 1.100,00 1.200,00 1.000,00 1.200,00 450,00 620,00 160,00 220,00

C 420,00 600,00 320,00 400,00 160,00 200,00

COCCAGLIO A 1.350,00 1.700,00 1.350,00 1.700,00 600,00 900,00 350,00 500,00

C 650,00 800,00 350,00 500,00 250,00 350,00

COLLEBEATO A 1.800,00 2.500,00 1.850,00 2.550,00 1.350,00 1.750,00 790,00 1.100,00

C 650,00 850,00 400,00 550,00 230,00 300,00

COLLIO A 1.100,00 1.450,00 1.100,00 1.500,00 650,00 850,00 300,00 400,00

C 600,00 750,00 300,00 500,00 180,00 250,00

COLOGNE A 1.100,00 1.650,00 1.100,00 1.600,00 750,00 1.000,00 350,00 500,00

C 600,00 800,00 400,00 550,00 250,00 350,00

COMEZZANO CIZZAGO A 980,00 1.400,00 950,00 1.400,00 500,00 700,00 200,00 270,00

C 410,00 550,00 320,00 400,00 110,00 150,00

CONCESIO A 1.750,00 2.500,00 1.750,00 2.500,00 1.100,00 1.600,00 700,00 950,00

C 720,00 900,00 520,00 650,00 240,00 300,00

CORTEFRANCA A 1.500,00 2.000,00 1.600,00 2.100,00 800,00 1.200,00 420,00 650,00

C 600,00 750,00 300,00 500,00 180,00 250,00

CORTENO GOLGI A 950,00 1200,00 950,00 1..200,00 500,00 700,00 150,00 200,00

C 500,00 600,00 300,00 400,00 N.D. N.D.

DARFO A 1.200,00 1.430,00 1.200,00 1.430,00 630,00 830,00 300,00 400,00

C 600,00 750,00 270,00 370,00 140,00 215,00

DELLO A 1.200,00 1.500,00 1.200,00 1.500,00 750,00 1.000,00 350,00 500,00

C 490,00 650,00 300,00 430,00 176,00 220,00

DESENZANO D. GARDA A 3.000,00 4.500,00 3.000,00 4.600,00 1.850,00 3.000,00 1.250,00 2.000,00

C 720,00 900,00 600,00 700,00 290,00 360,00

EDOLO A 1.100,00 1.600,00 1.100,00 1.600,00 700,00 800,00 200,00 300,00

C 500,00 650,00 300,00 400,00 N.D. N.D.

ERBUSCO A 1.500,00 2.000,00 1.600,00 2.100,00 800,00 1.100,00 430,00 600,00

C 650,00 750,00 480,00 600,00 220,00 290,00

ESINE A 1.125,00 1.325,00 1.125,00 1.325,00 500,00 750,00 135,00 180,00

C 516,00 620,00 350,00 450,00 145,00 180,00

FIESSE A 940,00 1.350,00 950,00 1.350,00 520,00 730,00 230,00 310,00

C 440,00 550,00 300,00 390,00 130,00 170,00

FLERO A 1.550,00 2.150,00 1.550,00 2.150,00 1.000,00 1.200,00 500,00 800,00

C 700,00 850,00 450,00 550,00 100,00 150,00

Fine della parte prima. L’esposizione del listino sarà completata nei prossimi numeri della rivista.

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DAL COLLEGIO DI SONDRIO

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Stefania Confeggi Scomputodagli oneri di urbanizzazionenelle gare gestite dai privati

il privato a doversene farecarico mediante: versamen-to in denaro o realizzazionedelle stesse.L’obbligo di pagare gli oneridi urbanizzazione primaria esecondaria, nel caso dell’e-secuzione di un certo tipo diopere edilizie, è sorto conl’entrata in vigore dellalegge 6 agosto 1967 n. 765(articolo 8), al quale si è ag-giunto quello inerente ilcontributo commisurato alcosto di costruzione cn l’en-trata in vigore della legge 28gennio 1977 n. 10 (articolo 6).Queste disposizioni sonostate trasfuse nell’articolo 16del Testo unico sull’ediliziaDpr 380/2001 ove si prevedeche il rilascio del permessodi costruire da parte di una

amministrazione comportaper il privato «la correspon-sione di un contributo com-misurato all’incidenza deglioneri di urbanizzazione

nonché al costo di costru-zione». Obbligo, questo, so-stenuto anche dalla giuri-sprudenza (sentenza Consi-glio di Stato, Sez. V, 23 gen-

naio 2006, n. 159) che defi-nisce il pagamento degli o-neri di urbanizzazione un«obbligo del privato di par-tecipare ai costi delle operedi trasformazione del terri-torio».

Nella normativa na-zionale, all’arti-colo 16, comma 2

del Dpr 380/2001, ripresaanche dalla norma Regio-nale Lombardia all’articolo45 della legge regionale12/2005, il legislatore ha pre-visto,la possibilità di scom-putare la quota relativa aglioneri di urbanizzazione, nelcaso in cui il titolare del per-messo di costruire o attua-tore del piano si obblighi arealizzare direttamente le o-pere di urbanizzazione. Tral’operatore privato e l’ammi-nistrazione viene, quindi,stipulata una convenzioneche accede al permesso di

L’art. 12 comma 1della Legge dellaRegione Lombar-

dia n.12 del 31 marzo 2003cita «l'attuazione degli inter-venti di trasformazione esviluppo indicati nel docu-mento di piano avviene at-traverso i piani attuativi co-munali, costituiti da tutti glistrumenti previsti dalla legi-slazione statale e regionale»e pertanto sempre più spes-so ci troveremo a confron-tarci con interventi di costru-zione “concordata” tra pri-vati e amministrazione pub-bliche in zone scarsamenteurbanizzate, e, poiché il rila-scio del permeso di costrui-re è, in ogni caso, subordi-nato all’esistenza delle o-pere di urbanizzazione sarà

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DAL COLLEGIO DI SONDRIO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1 - 55

medesima disciplina;b) tutte le opere, a prescin-

dere dal loro importo (in-feriore, pari o superiorealla soglia comunitaria di5,16 milioni di euro), sonoricondotte nella disci-plina dei codici dei Con-tratti e differenziate inbase all’importo esclusi-vamente sotto il profilodella procedura applica-bile.

In particolare l’articolo32, comma 1, lettera g)primo periodo del

D.lgs 163/2006 configura unatitolarità “diretta”, ex leggedella funzione di stazioneappaltante in capo al privatotitolare del permesso di co-struire (ovvero titolare delpiano di lottizzazione o dialtro strumento attuativocontemplante l’esecuzionedi opere di urbanizzazione)che, in quanto «altro sog-getto aggiudicatore», è te-nuto ad appaltare le operedi urbanizzazione a terzi nelrispetto della disciplina del

Codice.In riferimento alle opere ascomputo oneri di importopari o sopra soglia , il Codicedei contratti prevede sia l’i-potesi della gara indetta dalprivato per la realizzazionedelle opere di urbanizza-zione, sia l’ipotesi dell'eser-cizio da parte dell’ammini-strazione delle funzioni distazione appaltante. Infatti,la norma dispone che l’am-ministrazione che rilascia ilpermesso di costruire puòprevedere la presentazioneda parte del soggetto attua-tore di un “progetto prelimi-nare” delle opere da ese-guire, allegando uno schemadi contratto di appalto; sullabase di tale progetto l'am-ministrazione potrà quindiindire una gara. In sostanza,quando il privato sceglie dieseguire opere di urbaniz-zazione invece di pagare irelativi oneri, si potrà preve-dere che lo stesso gestiscainteramente la proceduraovvero che parte del proce-dimento (la gara) sia gestita

dall’amministrazione.Per quanto riguarda la realiz-zazione di opere di urbaniz-zazione a scomputo onerid’importo inferiore alla so-glia comunitaria il titolaredel permesso di costruire ol’attuatore si farà carico dellespese dell’affidamento deilavori mediante proceduranegoziata (articolo 57 com-ma 6 del D.lgs 163/2006), cheseppur non preceduta dal-l’applicazione di un bando,è caratterizzata dall’invito ri-volto ad almeno cinque po-tenziali concorrenti.Nella realizzazione dellesuddette opere all’ammini-strazione pubblica è attri-buita la funzione di vigilanzae a lavori ultimati e collau-dati, li acquisisce al propriopatrimonio.Per quanto sopra si richiamal’attenzione sui contenutidella convenzione privato-amministrazione che si sti-pula ante rilascio del per-messo di costruire per la rea-lizzazione di opere a scom-puto oneri ove andranno in-dicati doveri, responsabi-lità, competenze e oneri re-lativi alle parti facendo spe-cifico riferimento alla nor-mativa vigente in materia ur-banistica e di lavori pub-blici. ❑

Riferimenti: l Codice dei Contratti Dpr380/2001l Determinazione n. 7 del 16luglio 2009 – Autorità per laVigilanza sui Contratti Pub-blici di lavori, Servizi e For-niturel Testo unico sull’ediliziaDpr 380/2001.

costruire, nella quale ven-gono regolate le opere darealizzare, i tempi, le moda-lità della loro esecuzione, laloro valutazione economicae le garanziedell’adempimento. Lestesse norme stabiliscono,poi, che le opere così realiz-zate sono acquisite al patri-monio indisponibile del Co-mune. La vasta applicazione nellapratica della suddetta nor-mativa offre all’amministra-zione locale la possibilità didotarsi di opere di urbaniz-zazione senza assumere di-rettamente i rischi legati allasua realizzazione.Sorgono ora numerosi dubbiinterpretativi in materia direalizzazione delle opere ascomputo oneri che la giuri-sprudenza europea e nazio-nale equipara «ad un ap-palto pubblico di lavori». Insostanza la Corte di Giustiziaha sostenuto che le opere diurbanizzazione sono da rite-nersi pubbliche sin dallaloro origine (quindi anche seeseguite su proprietà pri-vata e se formalmente diproprietà privata prima delpassaggio al patrimoniopubblico).A seguito di tale pronuncia illegislatore è più volte inter-venuto sino all’emanazionedel D.lgs 152/2008, terzo de-creto correttivo del Codicedei Contratti D.lgs 163/2006,che, in linea generale, intro-duce due novità fondamen-tali:a) non c’è più alcuna distin-

zione tra opere di urbaniz-zazione primaria e operedi urbanizzazione secon-daria, unificate sotto la

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G. Natale Comi Ricordo di Arturo Baracchi

allenato al salto dei fossi chein genere delimitavano leproprietà. Dotato di cono-scenza profonda del terri-torio, degli usi, dei costumi edegli idiomi locali, era il tec-nico di fiducia delle famiglieche a lui si rivolgevano perconsigli e assistenza nellagestione del patrimonio,nella difesa della proprietàe nella soluzione delle esi-genze abitative.Negli anni della rinascita lasocietà valtellinese ebbe bi-sogno di tecnici di siffattapreparazione: per le grandiopere della ricostruzione,per l’edilizia residenziale eindustriale, per la realizza-zione degli impianti di pro-duzione di energia elettrica,per l’aggiornamento delle

cartografie, delle registra-zioni patrimoniali ferme enon aggiornate causa dellaguerra. Arturo fu uno diquesti e fu molto apprezzatoe richiesto anche dagli Entilocali e dalle Istituzioni tec-nico-finanziarie.Parlare di Arturo significaper me parlare di un amico,di un collega leale, vedo luie penso all’amicizia. Mi ap-pare in rapida successione erivivo tanti momenti passatiassieme in allegria: alle riu-nioni di categoria, alle as-semblee, ai pranzi e alle gitecon colleghi e consorti, dovenon mancava di intonarecanti goliardici e canzoni delfolklore locale.Lo vedo nell’orto di casa adammirare e illustrare i suoi

C’era molta gente emolti colleghi ilsedici novembre

scorso in quel di Montagna(Comune in provincia diSondrio), alle onoranze fu-nebri di Arturo Baracchi, ilgeometra e poeta dialettale:una folla commossa perl’addio naturale, ma dolo-roso ad una persona amata.Arturo Baracchi detto “Bara-chin”, nasce a S. Moritz (Sviz-zera) il 30 settembre 1929,dove il padre, valente topo-grafo, era impegnato nei ri-lievi di un’importante operaidraulica. Si diploma all’Istituto Tec-nico “De Simoni” di Sondrio(anno 1950), alla scuola degliemeriti professori: Pegreffi(topografia), Orsatti (costru-zioni), Cao (diritto) che Ar-turo ben ricorda ed ap-prezza in una delle suepoesie: “Geumetria vegia”.Arturo, si specializza in rile-vazioni topografiche, sottola guida del padre. Lavoraper alcuni anni per impresedel settore e poi intra-prende la libera professioneche eserciterà fino alla datadella pensione (1994).Fu un tecnico molto apprez-zato dalla gente e da noi col-leghi per le sue capacità, lasua professionalità, la suasaggezza e il suo equilibrio.Con Baracchi se ne è andatoun altro degli storici “sal-tafoss”, allora appellativodel geometra professio-nista, nelle nostre realtà lo-cali. Tecnico polivalente,prevalentemente campe-stre, quotidianamente alleprese con misurazioni e rile-vazioni di: campi, prati,vigne, boschi e pascoli, ben

“esperimenti colturali”, rigo-rosamente riportati nel“computer personale” e po-sizionati nella planimetriadelle superfici dell’orto ap-pesa nel suo studio. A fiancola cara moglie Erika, dispo-nibile a seguirlo nelle suesperimentazioni, da bravasegretaria, come lo fu du-rante l’attività professionaledi Arturo e come lo fuquando la sorte colpì duronegli affetti familiari. Lo ri-vedo, con grande commo-zione, quando, in occasionedella mia andata in pen-sione, volle dedicare a miamoglie Teresa, purtroppoanche lei deceduta da pocodopo una vita vissuta as-sieme nella nostra amataChiesa Valmalenco, una spi-ritosa poesia in dialetto diMontagna: “La mezza pen-siùn” che meriterebbe di es-sere interamente riportata,ma che per ragioni di spaziomi limiterò a citarne la partefinale. …

Pasàt ù quai mes *La vispa TeresaLa gh’à i nervi tes, la cur, la traspéda.Natal cun gran flèmmaGhe diss: «Abi fede! La riva la riva,teléfuni in sede».

Un dì ch’el NatalL’è giù’n del giardinA lensc il giurnàlAl riva el pustin:«C’è posta da Roma»E al tira fo un “piego”,Natàl se cumof…«S’accomodi, prego!»

Al paga la tassa

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DAL COLLEGIO DI SONDRIO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1 - 57

del collega Marcello di Cle-mente), ebbe molto suc-cesso e fu oggetto di pre-giate pubblicazioni. Alpoeta “Arturo Barachin”vennero concessi attestati ericonoscimenti.Durante la cerimonia fu-nebre, nel momento toc-cante dell’Omelia, l’offi-ciante don Tullio Schiva-locchi, parroco da poco aMontagna e non ancora ad-dentro nello stretto dialettolocale, alle elevate parole inricordo di Arturo, volle ag-giungere il suo apprezza-mento per l’arte poetica deldefunto. Al riguardo non di-sdegnò di chiedere durantela lettura dei brani, la colla-borazione di un fedele delposto affinché la correttapronuncia ne esaltasse cosìla bellezza. Ora, Arturo, ti saluto con lelacrime agli occhi e ti prego:quando lassù incontrerai lamia Teresa, recitale lapoesia “La mezza pensiùn”

che la rendeva tanto felice.Desidero infine ricordarlo aicolleghi e amici, propo-nendo all’attenzione dei let-tori, una delle sue belle

E’l ciapa visiun:«la ven da la Cassa,sarà la pensiùn?».Al lensc la missivaPo’l ciama: «Terésa,»Con voce tonante,«L’ho presa! L’ho presa!».

Dai cà di muléta (1)Fin giù dai magnàn, (2)cum’ una cumétaal cur quel bacan,la gent la se varda:«Ch’el daghi giù Gesa?» (3)Ma l’ecu al respùnt:«Metà la Teresa!»

* Passati alcuni mesi dall’inoltro delladomanda di pensione.(1) Muleta, appellativo degli abitanti dellimitrofo Comune di Caspoggio: noti ar-rotini.(2) Magnan, appellativo degli abitanti dellimitrofo Comune di Lanzada: stagnini -riparatori e costruttori di utensili da cu-cina in rame.(3) Che crolli il paese di Chiesa su cui si af-facciano Caspoggio e Lanzada.

La poesia dialettaledel geometra Ba-racchi (spesso arric-

chita dai disegni umoristici

poesie, “Sant Simun”, chenon mi sento di tradurre, pertimore di sminuirne l’altocontenuto. ❑

Collegio geometri di Sondrio

Geometri abilitati all’esercizio dellalibera professione:Matteo Bagiolo, Lorenzo Bianchi, Matteo Bordoni,Alessandro Cicona, Stefano Confortola, Paolo Cotti,Jennifer De Francesco, Andrea Dioli, Duilio GiuseppeFiccioli, Paolo Galli, Elisa Martinelli, Marco Pedrolini,Diego Platti, Michela Rinaldi, Jlenia Rodigari, SimoneRossi, Demis Spiller, Sonia Testini, Gabriele Tognolatti,Pamela Vanina.

Seduta n. 12 del 22 dicembre 2009Iscrizioni Registro praticantiStefania RobustelliniWilliam Pilla CanalettiTania Della MorettaLuca Miotti

Seduta n. 1 del 14 gennaio 2010Iscrizioni Albo professionaleSonia Testini (1526)Duilio Giuseppe Ficcioli (1525)Matteo Bordoni (1524)Pamela Vanina (1523)

Cancellazioni Albo professionaleGuglielmo GaburriStefania SalaMario NoniniFabio De GiobbiAndrea Fugazza

Iscrizioni Registro praticantiMarco RussoDavide Galli

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DAL COLLEGIO DI LODI

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Patrizia Pinciroli 409-2009 Bassianuspatrono della Diocesi di Lodi

35 anni e 20giorni. A 90anni di età, la-sciando allaterra il suocorpo nellagioia, salì alcielo quandoerano consoligli augusti O-norio per l'ot-tava volta eTeodosio perla terza».San Bassianonacque a Sira-cusa nel 319da un alto magistrato pa-gano, Sergio, che lo inviò a

Roma percompletaregli studi e av-viarne la car-riera. A Romail giovane Bas-siano si con-verte al cri-stianesimo e,per sfuggire alpadre, si tra-sferisce a Ra-venna dove insegreto vieneordinato sa-cerdote.Giunto nel

Lodigiano, diviene benpresto personaggio amatodalla crescente comunitàcristiana, ai tempi flagellatadalle persecuzioni di Dio-cleziano e Massimiano Er-culeo, culminate il 12 luglio303 con la decapitazione deimartiri Felice Naborre e Vit-tore proprio fuori le mura diLodi Vecchio, e col dilagaredella lebbra che mieteva pa-recchie vittime.Al Santo sono attribuiti moltimiracoli di guarigione dallamalattia, tanto che Lodi ve-niva considerata “città mira-colosa”.Il 19 gennaio 374 Basianovenne ordinato vescovodella città di Laus Pompeia(oggi Lodi Vecchio); la stessa

Da sedici secoli lacomunità cristia-na di Lodi si iden-

tifica con la figura del suoprimo Vescovo, San Bas-siano, e l’anno 2009 appenaterminato rappresenta unadata simbolica legata alla fe-stività del patrono della cittàdi Lodi.Il 18 gennaio 2009 il cardi-nale Angelo Bagnasco hapresieduto una celebra-zione eucaristica nella Cat-tedrale di Lodi, concele-brata dal vescovo monsi-gnor Giuseppe Merisi, dan-do inizio, per il giubileo delsedicesimo centenario dellamorte del Santo, alla peregri-natio delle sue reliquie intutta la diocesi di Lodi che siè conclusa l’8 novembre2009.

La storiaI dati cronologici assoluta-mente certi su san Bassianosono quasi tutti basati sullasua iscrizione sepolcrale:«Governò la sua Chiesa per

data è riferimento precisodella nascita della Diocesi diLodi, nella quale Bassianoinvestì per 35 anni le sue e-nergie per il cambiamentocristiano.Nel 380 il santo vescovodiede inizio alla costruzionedella meravigliosa basilicadei XII Apostoli in Lodi Vec-chio, consacrata il 1 gennaio387 alla presenza del ve-scovo di Milano Ambrogio edel suo coadiutore Felice,vescovo di Como, che dona-rono le reliquie dei Santi A-postoli Tommaso, Andrea,Luca e Giovanni Battista.Nel 381 partecipò al conciliodi Aquileia e nel 390 al si-nodo milanese indetto daAmbrogio per contrastare lapredicazione dell’ereticoGioviniano. Bassiano svolseun’intensa attività pastoraleal fianco dell’amico Am-brogio fino al 397, anno in cuipartecipò ai funerali del ve-scovo simbolo di Milano. Morì a Lodi nel 409 e fu se-polto nel 413 nella Basilicadei XII Apostoli da lui fon-data, che da quel momentomutò il suo nome in Basilicadi San Bassiano.Nel 1158, quando i milanesidistrussero Laus Pompeia, lesue reliquie furono traslate aMilano, dove rimasero finoal 1163, quando l’imperatoreBarbarossa, dopo (10 marzo1162) aver costretto Milanoalla resa distruggendola, leriportò a Lodi, della qualenel frattempo autorizzò la ri-costruzione. La traslazione delle reliquiecostituì l’atto ufficiale dellanuova fase della vita dellacittà rifondata sul Colle E-ghezzone 850 anni fa.

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DAL COLLEGIO DI LODI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1 - 59

“filson”di castagne cotte; ladistribuzione della trippa calda (labüseca di San Basàn) e la statuaequestre di Federico I di Svevia dettoil “Barbarossa”, inaugurata il 19dicembre 2009 in Piazzale 3 agosto,opera dello scultore lodigiano FeliceVanelli.

Da sinistra: da una pubblicazioneedita in occasione del 1600°anniversario della morte di SanBassiano, patrono della Diocesi diLodi; San Bassiano in un’anticaiconografia; la Basilica del Santo aLodi Vecchio; le bancarelle della fieradi San Bassiano con i caratteristici

La festa popolare Parallelamente all’eventoreligioso molto sentito dailodigiani, si svolge nel qua-drilatero di Piazza della Vit-toria la fiera di San Bassianocon i banchi gastronomici eartigianali: immancabili lebancarelle dei “filson”, col-lane di castagne cotte daconsumare, una dopo l’altra,magari accompagnate da unottimo vin brulè.

Sotto i portici delBroletto, trasfor-mato per l’occa-

sione in una enorme osteriaa cielo aperto con tavoloni epanche, la Pro Loco orga-nizza il pranzo, ospiti il sin-daco e le autorità cittadine.

Per tutti i temerari che pun-tualmente sfidano nebbia egelo la tradizione vuole chevenga distribuita la büseca deSan Basàn (trippa) cucinataalla lombarda con la pan-cetta, le verdure e i fagioli.

Gli Alpini si occupano dellapreparazione del vin brulè,del thè e della cioccolata, di-stribuiti gratuitamente nelpomeriggio, accompagnatidalla “raspa dura” e dal dolcedi Lodi, la tortionata.Al teatro delle Vigne, nel po-meriggio aperto al pubblico,si svolge la cerimonia della“Giornata della Ricono-scenza”: nell’occasione vie-ne consegnato a personaggieminenti il Fanfullino da partedella “Famiglia ludesana”,quest’anno assegnato amonsignor Claudio Baggini,vescovo di Vigevano; a se-guire, l’Amministrazioneconsegna le medaglie d’oroe gli attestati di beneme-renza ai cittadini che si sono

La processione solenne fuguidata dall’antipapa Vit-tore IV e dall’imperatoreBarbarossa alla presenzadel patriarca di Aquileia edell’abate di Cluny.Le reliquie del Santo sonoconservate ancora oggi nellacripta della cattedrale diLodi.

L’evento religiosoLa commemorazione del Pa-trono della città di Lodi sisvolge ogni anno il 19 gen-naio in Cattedrale, dove lereliquie del Santo vengonoesposte al pubblico, se-condo un cerimoniale benpreciso: dal Palazzo Broletto(sede del Comune) scen-dono le autorità, precedutedai figuranti della ProLoco in costume d'e-poca, che portano idoni della terra e delfiume da offrire inCattedrale; le auto-rità si dirigono nellacripta del Duomoprecedute dai vigili inalta uniforme recanti iceri votivi.All’interno della cri-pta davanti all’urnacon le spoglie delSanto, il Sindaco pro-nuncia il discorso allacittà, cui segue il sa-luto del Vescovo; aconclusione i vigiliconsegnano i ceri vo-tivi a monsignor Me-risi e il primo citta-dino presenta al presule leautorità. Nella cattedrale si celebra ilsolenne pontificale chechiude la celebrazione li-turgica.

contraddistinti per il loro o-perato, citati nella pubblica-zione edita per la ricorrenzadi San Bassiano.Questo contributo, vuole es-sere un omaggio alla città diLodi che ha festeggiato gli850 anni dalla sua fonda-zione – per l’occasione, pro-prio nel 2009, ha collocato aipiedi del colle Eghezzone lastatua del suo fondatore Fe-derico I di Svevia detto il“Barbarossa” – e un invito atutti coloro che voglianocondividere con i Lodigianiuna giornata così speciale.

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DAL COLLEGIO DI MANTOVA

Davide Cortesi Scansione mappe d’impianto

I l Collegio dei Geo-metri e Geometri Lau-reati della Provincia

di Mantova, ha portato a ter-mine il lavoro di scansionedelle mappe d’impianto cheè stato presentato ai col-leghi in due incontri pub-blici tenutisi nella sala con-gressi dello Sport Village enella sala riunioni della no-stra sede, i giorni 15 e 22 di-cembre 2009. Tale operazione, di granderilievo sia economico chetecnico, consentirà a tutti gliiscritti di consultare lemappe d’impianto diretta-mente dal proprio ufficiosenza doversi recare, al mo-

genzia del Territorio e il con-siglio Nazionale Geometri eGeometri Laureati che, conlungimiranza, hanno visto inquesta azione sia unagrande operazione di con-servazione e messa in con-sultazione delle mappe, siaun’opportunità di lavoro pertanti nostri colleghi.Tecnicamente, l’operazioneha avuto inizio nel mese disettembre 2009 con la con-segna da parte dell’Agenziadel Territorio di Mantova diuna parte dei fogli di mappada scansionare a cura delladitta Rossini ing. Giovanniincaricata dal Collegio diMantova dell’operazione di

mento, all’Agenzia del Terri-torio e in futuro, all’Archiviodi Stato.È infatti noto che a breve, lemappe d’impianto del Ca-tasto Terreni, saranno trasfe-rite presso l’Archivio diStato, rendendo molto diffi-coltosa la consultazione e, difatto, impossibile l’estra-zione di copie. Il Consigliodel Collegio, pertanto, suproposta della Commis-sione Catasto Provinciale, haintrapreso l’azione di scan-sione delle mappe.Tale operazione è stata pos-sibile, grazie alla conven-zione stipulata a suo tempotra la sede centrale dell’A-

scannerizzazione dellemappe, e si concluderà ilmese di febbraio 2010 con laconsegna all’ufficio di Man-tova dell’Agenzia del Terri-torio dei Dvd contenenti leimmagini in formato tiff e conla consegna al Collegio diMantova dei Dvd con i filesJpeg delle scansioni effet-tuate. Le fasi lavorative effettuatesono state le seguenti:– consegna dei fogli di

mappa alla ditta incari-cata;

– scansione dei fogli dimappa in formato tiff ejpeg con scanner piano a-spirato avente una risolu-

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DAL COLLEGIO DI MANTOVA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 63

della mappa e non hannonessun valore per quantoconcerne le linee grafiche inesse rappresentate, deman-dando ai rilievi inseriti nei li-bretti delle misure l’effet-tivo posizionamento dellenuove dividenti, mentre perle linee esistenti, gli stru-menti più precisi a disposi-zione dei tecnici erano ap-punto le mappe d’impianto. Inoltre nel portale di consul-tazione, è disponibile unafunzione di zoom e di di-segno di poligoni, che con-sente di digitalizzare i con-torni di una particella, calco-lando automaticamente peri vertici della stessa le coor-

dinate cartografiche e calco-landone la superficie. Inquesto modo tutti i tecniciche si appresteranno a lavo-rare su una determinata par-ticella, avranno a disposi-zione uno strumento che for-nirà loro dati univoci, elimi-nando o riducendo al mas-simo i possibili errori di let-tura di coordinate e di inter-pretazione di vertici.Per poter effettuare l’attiva-zione di tale servizio è ne-cessario inoltrare una ri-chiesta scritta di attivazionedelle chiavi di accesso com-pilando il modulo scarica-bile direttamente dal sito in-ternet del Collegio dei geo-

zione di 317,5 dpi;– georeferenziazione delle

mappe e trasformazionedelle stesse in coordinateGauss-Boaga;

– trasformazione delle scan-sioni da 317,5 dpi a 200dpi, risoluzione richiestadall’Agenzia del Territorioper la restituzione su sup-porto informatico dellemappe;

– creazione di un sito in-ternet denominato “Lom-bardia Catasto”, sul qualeeffettuare la pubblica-zione e la consultazionedelle mappe da parte deitecnici abilitati.

Tutte queste opera-zioni, hanno per-tanto consentito ai

tecnici che ne facciano ri-chiesta, di consultare lemappe d’impianto georefe-renziate di tutta la provinciadi Mantova, ed estrarnecopia sia cartacea (a mezzodi stampa) che digitale(creazione di file pdf). Dal portale di consulta-zione, è infatti possibile e-strarre copia e generare deifiles che i nostri tecnici, po-tranno utilizzare per l’esecu-zione delle pratiche di ricon-finamento, per l’effettua-zione di ricostruzioni sto-riche ecc..Uno degli aspetti più impor-tanti di tale operazione, è lapossibilità di utilizzare i filesgenerati dalla scansionedelle mappe, per le opera-zioni di ricostruzione deiconfini. È noto infatti a tutti che le at-tuali mappe digitali sono so-lamente una rappresenta-zione della configurazione

metri della provincia diMantova.Concludendo, ritengo siadoveroso ringraziare tuttequelle persone che hannoreso possibile l’effettua-zione di questa operazione.Il Consiglio del Collegio per-tanto ringrazia i propri i-scritti, l’Agenzia del Terri-torio di Mantova, la dittaRossini ing. Giovanni, la Se-greteria, la Commissione Ca-tasto provinciale ed in parti-colare, il collega GabrieleMolinari, che con caparbietàe costanza si è occupato ditutte le fasi esecutive di taleoperazione.

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Variazioni Albo del Collegio di Mantova

Iscrizioni e reiscrizioni dal 14 marzo 2008 - 31 dicembre 2009

N. iscriz. Nominativo Data iscrizione Indirizzo Luogo e data di nascita

2580 Alberti Fabio 11/09/2008 46029 Suzzara (Mn) Via Meucci 6 Mantova 12/02/1983

2596 Bagnoli Nicola 07/05/2009 46037 Roncoferraro (Mn) Via C. Colombo 18 Mantova 20/02/1986

2595 Bardini Martina 16/04/2009 46040 Rodigo (Mn) L.go F.lli Rosselli 4 Mantova 02/01/1987

2597 Becchi Matteo 18/06/2009 46045 Marmirolo (Mn) Via Storate 14 Mantova 24/04/1987

2586 Benassi Samuele 12/02/2009 46027 S. Benedetto Po (Mn) Via Schiappa 5 Mantova 11/04/1986

700 Benedini Giulio 26/06/2008 46047 Porto Mantovano (Mn) Via Circonvallaz. Est 33 Portogruaro (Ve) 31/01/1931

1044 Bisi Carlo 15/01/2009 46023 Gonzaga (Mn) Via Roncore 17 Gonzaga (Mn) 22/10/1941

2582 Borghi Luca 15/01/2009 46030 S. Giorgio (Mn) Via T. Folengo 20/B Mantova 09/05/1976

2583 Borrini Corrado 15/01/2009 46010 Marcaria (Mn) Via Guberte 27 Castglione d. Stiv. (Mn) 24/03/1986

2578 Bulgarelli Matteo 05/06/2008 46025 Poggio Rusco (Mn) Via L. Da Vinci 4 Ostiglia (Mn) 31/08/1982

2591 Caraffini Gloria 05/03/2009 46010 Mariana Mantovana (Mn) Via Solferino 10 Asola (Mn) 12/12/1987

2581 Carli Daniele 02/10/2008 46040 Monzambano (Mn) Via Europa 9 Verona 17/08/1976

2594 Cicognetti Alessandro 16/04/2009 46049 Volta Mantovana (Mn) Via 1848 20 Mantova 24/05/1985

2592 Corradi Alberto 26/03/2009 46010 Redondesco (Mn) Viale Vittorio Veneto 5 Viadana (Mn) 27/12/1986

1500 Facchini Aldo 03/04/2008 46047 Porto Mantovano (Mn) Via E. Montale 56 Mantova 24/06/1947

2577 Fanti Filippo 08/05/2008 46044 Goito (Mn) via Padre O. Marcolini 19 Mantova 10/09/1985

2599 Ferrari Raffaele 09/07/2009 46031 Bagnolo San Vito (Mn) Via Divisione Aqui 8 Bagnolo San Vito (Mn) 15/04/1960

2585 Garaboldi Alberto 12/02/2009 46010 Gazzuolo (Mn) Via G. Silvestrini 7 Bozzolo (Mn) 14/08/1981

2576 Giudici Maurizio 08/05/2008 46041 Asola (Mn) Via Parma 41 Asola (Mn) 19/11/1985

2574 Guarnieri Matteo 13/03/2008 25014 Castenedolo (Bs) Via Mons. Rovetta 35/2 Asola (Mn) 11/04/1974

2598 Madella Luca 18/06/2009 46040 Guidizzolo (Mn) Viale Repubblica 12 Castel Goffredo (Mn) 25/03/1979

2589 Mainardi Chiara 05/03/2009 46012 Bozzolo (Mn) Via C. Bini 11 Mantova 25/05/1987

2573 Mattesco Omar 13/03/2008 46043 Castiglione d. Stiviere (Mn) Via delle Teodore 10/B Castiglione d. Stiv. (Mn) 12/01/1981

1945 Monastero Silvana 26/03/2009 46040 Ponti s. Mincio (Mn) Via Carducci 8/B Minerbe (Vr) 05/03/1960

2588 Negri Giacomo 12/02/2009 46025 Poggio Rusco (Mn) Via dei Musicisti 1 Mantova 28/08/1984

2579 Nicoli Ilaria 24/07/2008 46010 Marcaria (Mn) Via G. Di Vittorio 27 Mantova 07/02/1985

2590 Pedroni Diego 05/03/2009 46010 Mariana Mantovana (Mn) Via Matteotti 26 Bozzolo (Mn) 30/04/1983

2587 Pezzali Giuseppe 12/02/2009 46100 Mantova Via B. De Canal 7/A Mantova 02/10/1967

2584 Rotteglia Marco 15/01/2009 46010 Curtatone (Mn) Via G. Puccini 7 Brescia 24/07/1978

2593 Sepede Andrea 16/04/2009 46010 Curtatone (Mn) Via Dugoni 29 Bozzolo (Mn) 08/03/1980

2575 Zanini Guido Andrea 03/04/2008 46029 Suzzara (Mn) Via P. Mattarella 17 Mantova 31/07/1968

DAL COLLEGIO DI MANTOVA

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 65

N. iscriz. Nominativo Data cancell. Indirizzo Luogo e data di nascita

1169 Amadei Rizieri 18/04/2009 46023 Gonzaga (Mn) Via Arduini 5 Gonzaga (Mn) 25/01/1946

2535 Antonino Luca 23/102008 46040 Monzambano (Mn) Via G. Rama 7 Verona 09/05/1976

1324 Araldi Franco 05/06/2008 46010 Curtatone (Mn) Via Arginotto 58 Mantova 16/04/1952

1093 Arbustini Adriano 22/12/2008 46018 Sabbioneta (Mn) Via G. Solazzi 40/42 Serravalle Po (Mn) 22/08/1946

2246 Baraldi Vivarelli Angelica 23/10/2008 46100 Mantova L.go F. Petrarca 3 Mantova 20/01/1977

2453 Benati Claudio 30/01/2009 46043 Castiglione d. Stiv. Via Don A. Moratti 18 Cologna Veneta (Vr) 01/09/1973

2341 Bennati Jodi 15/01/2009 46100 Mantova Via Conciliazione 5 Mantova 26/08/1977

1323 Bonazzi Franco 22/12/2008 46045 Marmirolo (Mn) Via G. Gavioli 24 Marmirolo (Mn) 19/01/1951

2345 Buzzago Mirko 26/06/2008 46042 Castel Goffredo (Mn) Via Botturi 19 Asola (Mn) 11/01/1979

2467 Calderaro Giuseppe 24/092009 46043 Castiglione d. Stiv. (Mn) Via Adamello 28 scala A Taranto 07/01/1956

1741 Castellani Leonida 22/12/2008 46011 Acquanegra s.C. (Mn) Via A. Gramsci 9 Acquanegra s. C. 27/01/1945

2232 Cicola Cinzia 22/12/2008 46010 Curtatone (Mn) Strada Vicinale Rocca 12 Mantova 21/03/1975

991 Ferrari Adriano 07/05/2009 46100 Mantova Via N. Tamassia 2 Mantova 29/05/1944

1227 Giovannoni Damiano 22/12/2008 46100 Mantova V.colo S. Celestino 3 Mantova 01/02/1950

2020 Giuffrida Cosimo 05/06/2008 4635 Ostiglia (Mn) Strada S.R. Casetto 10 Catania 14/05/1941

1888 Longhi Lorenzo 05/03/2009 46030 Virgilio (Mn) Via Giovanni XXIII 26 S. Giorgio (Mn) 19/05/1954

2266 Luppi Luca 15/01/2009 46100 Mantova str. Olmo 6 Mantova 13/04/1977

2527 Madoglio Cristian 05/11/2009 4613 Canneto S. Oglio (Mn) Via C.Colombo 19 Brescia 09/06/1973

1891 Mattellini Giuseppe 22/12/2008 46100 Mantova Via A. Mori 34/A Mantova 24/01/1956

1518 Pasini Romualdo 12/02/2009 46040 Guidizzolo (Mn) Via E. Tazzoli 38 Guidizzolo (Mn) 20/07/1935

2546 Pilotto Matteo 22/12/2008 46025 Poggio Rusco (Mn) Via G. Verdi 10 Mirandola (Mo) 10/12/1983

2224 Pottenghi Alberto 15/01/2009 46100 Mantova Via E. Casati 15 Mantova 15/10/1977

2523 Restani Marco 24/09/2009 46029 Suzzara (Mn) Via Galleria Passera 2 Suzzara (Mn) 30/03/1982

1073 Salami Antonio 15/01/2009 46035 Ostiglia (Mn) Via F. Fancelli 20 Sustinente (Mn) 10/01/1943

2141 Salvagno Alcide Davide 02/10/2008 46010 Curtatone (Mn) Via G. Marconi 41 Mantova 23/12/1966

2561 Salvagno Stefano 22/12/2008 46010 Curtatone (Mn) Via G. Marconi 91 Bozzolo (Mn) 07/03/1974

1395 Saviola Luigino 23/10/2008 46010 Curtatone (Mn) Via Sabin 2 Mantova 01/09/1953

1128 Scalari Gianfranco 15/01/2009 46100 Mantova Via G. Zambelli 4 Mantova 16/08/1948

1310 Solci Massimo 15/01/2009 46014 Castellucchio (Mn) str. Mantellazze 2 Rodigo (Mn) 13/03/1954

448 Stuani Carlo 15/01/2009 46010 Marcaria (Mn) Viale Risorgimento 13 Marcaria (Mn) 14/10/1920

1290 Tellini Giuseppe 05/12/2008 46023 Gonzaga (Mn) Strada Pavesa 10 Gonzaga (Mn) 27/11/1948

1662 Zilia Rossano 09/07/2009 46043 Castiglione d. Stiv. (Mn) Via G. Garibaldi 75 Asola (Mn) 19/11/1959

2515 Zubelli Andrea 23/10/2008 46013 Canneto s. O. Via C. Colombo 33 Bozzolo (Mn) 17/10/1984

Variazioni Albo del Collegio di Mantova

Cancellazioni dal 14 marzo 2008 - 31 dicembre 2009

DAL COLLEGIO DI MANTOVA

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LAVORI DI GEOMETRI

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La casa del futuro.Spendere poco di piùper risparmiare molto di più

Il tema del risparmio e-nergetico nelle co-struzioni è di tale at-

tualità che tutti gli organi distampa e i tecnici del settorene parlano come della stra-da obbligata che l’ediliziamoderna sta imboccandosenza tema di ripensamenti.Troppo evidenti sono infattii vantaggi che il risparmio e-nergetico presenta sul du-plice fronte degli interessiindividuali di chi intenda ac-quistare una casa come abi-tazione della propria fami-glia e degli interessi collet-tivi della società, che vilegge la certezza di un consi-stente risparmio nell’ap-provvigionamento energe-tico del Paese.Non si tratta quindi di unamoda o di uno sfizio, ma diun effettivo e tangibile ri-sparmio da perseguire conconvinzione e tenacia, delquale siamo collettivamen-te persuasi, ma che ancorariscontra qualche giustifica-bile incertezza ogniqual-volta ciascun utente si poneil quesito: «… ma i denari inpiù da investire nella casa aimpatto ambientale conte-nuto saranno davvero recu-perati nel tempo?».Gli esperti concordano neldire di sí. Nel caso specificoche andiamo a esaminare(una palazzina di sette ap-

partamenti certificata inclasse “A” da Casaclima)questo calcolo, secondo ilprogettista Claudio Reboldi,dice che l’acquisto di un ap-partamento di medie di-mensioni consegue, dopo 30anni, un risparmio netto di90mila euro. Una ragguarde-vole cifra, non c’è che dire,che scaturisce, come so-stiene il geom. Reboldi, dalrisparmio di energia assicu-rato anno dopo anno dall’ot-tima coibentazione dellastruttura edilizia realizzata.Il segreto è tutto qui!Parlando di questi argo-menti il collega è estrema-mente convincente, perchénon usa il linguaggio gene-rico e altisonante deglislogan o dei venditori di pro-fessione, ma quello dei nu-meri, dei dati di fatto, dellecertificazioni documentate,della tecnica applicata con“teutonica” precisione comesi conviene a chi ha imparatole tecniche del costruire a-dottate da tempo in Alto A-dige, Austria e Germania ene ha recepito lo spirito, fa-cilitato anche genetica-mente da lontane origini au-stroungariche.Due sono a nostro avviso lecaratteristiche della realiz-zazione che andiamo a de-scrivere: la coibentazionespinta ai livelli massimi, che

Presentiamo in questo numero della rivista un lavoro edilizio emblematicodel risparmio energetico, progettato e realizzato dal collega Claudio Reboldi,(edificio CasaClima A) che dice dell’abilità dei geometri nel concepire e por-tare a termine ciò che molti attribuiscono alle esclusive capacità professionalidei soli laureati, o che nella accezione piú diffusa sarebbe riservato solo a pro-fessionisti d’élite. Dato per scontato che per sviluppare certi lavori sono ne-cessarie conoscenze approfondite e specialistiche, ecco qui un collega che è ingrado di realizzare in modo egregio opere non proprio alla portata di tutti.

Il geom. Claudio Reboldi è nato aCastegnato dove risiede e lavora. Haconseguito il diploma all’Istituto Tartagliadi Brescia nel ’73 ed è iscritto all’Albo dal1981. Si è dedicato principalmente alsettore edilizio privato con numeroserealizzazioni in campo civile, agricolo,industriale e topografico. È stato per oltredue anni tecnico comunale pro tempore delsuo paese maturando un’approfonditaesperienza nei settori burocratico-amministrativo, urbanistico e dei lavoripubblici. Ha frequentato numerosi corsi diaggiornamento professionale e quelli base eper esperti della società “Casaclima” diBolzano sulle tecniche del risparmioenergetico, ottenendo anche l’abilitazione dicertificatore energetico del CENED dellaRegione Lombardia. È pure consulenteenergetico Casaclima.

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LAVORI DI GEOMETRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 67

classe “A”,CasaClima per ilrisparmio energetico otte-nuto, ma oltre a ciò, graziesoprattutto all’utilizzo dellapompa di calore, dellesonde geotermiche, deipannelli fotovoltaici e dellepiastre ad induzione per lecucine è riuscita ad abbat-tere drasticamente le emis-sioni di anidride carbonica

(CO2) nell’atmosfera, con in-dubbi benefici per l’am-biente.La produzione annua di CO2

di questo edificio è calcolatain soli 2 kg per mq di super-ficie netta di pavimento ri-scaldata, contro gli oltre 200di una casa costruita con me-todi tradizionali; tutto ciò,oltre che portare un bene-

assicura la tenuta stagna alpassaggio di aria fra internoed esterno (ingresso e uscitadi ciascun filo elettrico è er-meticamente sigillato!) e l’a-dozione di un’impiantisticaper riscaldamento, raffre-scamento e ricambio con-tinuo dell’aria molto evo-luta.

Ma lasciamo la pa-rola al collegaReboldi. «La pa-

lazzina che ho realizzato aCastegnato in località “CaseMontini” è la prima, credo,costruzione certificata inclasse “A” ai sensi delle leggi192 e 311 in Franciacorta. Èstata costruita seguendo ilprotocollo dell’Agenzia Ca-saclima di Bolzano, che neha certificato le modalità co-struttive e la rispondenzadelle singole certificazionidi ogni materiale utilizzatonell’edificio. Mi preme sot-tolineare che Casaclima as-segna la classe di efficienzaenergetica in seguito a rigo-rosi controlli non solo con-dotti sul progetto esecutivo,ma anche durante la fase e-secutiva (controlli saltuari eimprovvisi in cantiere) e a la-vori ultimati attraverso scru-polose analisi termografichedi ogni vano e prove di te-nuta all’aria che prevedonola sovrappressurizzazione ela depressurizzazione di cia-scun appartamento con laverifica di fughe o recuperidi aria. Solo in seguito aquesti collaudi l’Agenzia ap-pone al fabbricato la tar-ghetta metallica recante laclasse assegnata a garanziadell’acquirente. Questa rea-lizzazione ha meritato la

ficio alla collettività saràfonte a breve, non appenaentrerà in vigore la famige-rata “carbon tax”, di un ulte-riore risparmio economicoin quanto questa tassa daapplicarsi come penale aiPaesi europei che superanole quote loro assegnate diproduzione di CO2, sarà ap-plicata naturalmente con uncriterio di proporzionalità,pertanto chi più inquina, piùpaga.I materiali utilizzati nei muri,nei solai e nelle pareti divi-sorie, la qualità degli infissi(di legno, spessore 94 mm,doppia camera a gas inerti etriplo strato di vetro), l’ado-zione di modalità costrut-tive capaci di eliminare to-talmente i cosiddetti “pontitermici” (anche in corrispon-denza dei balconi e dellegronde, sistema Isokorb),l’installazione degli im-pianti di produzione e distri-buzione del calore e del raf-frescamento (pannelli ra-dianti a pavimento), la ven-tilazione controllata degliambienti hanno contribuito,ciascuno per la sua parte, aridurre ai minimi termini ladispersione del calore in-terno nella stagione fredda ea immagazzinare fresco inquella estiva».La filosofia che sta alla basedi questo progetto – lo con-ferma con sincero e giustifi-cato orgoglio il geom. Re-boldi – è stata la volontà delprogettista e del costruttoredi lavorare veramente bene,il che significa realizzare unedificio solido che resiste altempo e agli eventi sismici,dotato di tecnologie avan-zate capaci di assicurare effi-

Veduta d’insieme della palazzina e ilcartello con le specifiche della classeenergetica di appatenenza.

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LAVORI DI GEOMETRI

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LAVORI DI GEOMETRI

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A sinistra: la targa metallica chel’Agenzia CasaClima di Bolzanoappone all’ingresso dell’edificio:indica la classe di efficienzaenergetica.Sotto, al centro: una fase di cantierecon la posa degli elementi costitutividei muri perimetrali. Ogni fase èstata controllata e approvata daCasaClima.

cienza energetica, abbatti-mento dei rumori e comfortabitativo per la migliorequalità della vita.

A lla luce di questeconsiderazioni Re-boldi ci fa notare

quanto sia importante che«ciò che sta sotto l’intonacosia di eccellente qualità, tec-nologicamente valido e as-semblato con cura coscien-ziosa, perché proprio ciò chenon si vede è determinateper il contenimento dei costid’esercizio lungo gli anni divita del fabbricato».Con le modalità costruttiveadottate (Blocco super ter-mico 38 in particolare), gliimpianti per la produzionedel calore e per il raffresca-mento, la ventilazione con-

segue a pagina 46

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LAVORI DI GEOMETRI

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In questa e nelle tre pagine seguentisono illustrate tavole esecutive diparticolari costruttivi significatividell’edificio sorto in Castegnato inlocalità Case Montini. Mostranol’accuratissima coibentazione di zoneparticolarmente delicate chegarantiscono dal formarsi dipericolosi ponti termici.

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LAVORI DI GEOMETRI

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Sopra: schema del funzionamentodella pompa di calore e delle sondegeotermiche.Sotto: centrale termica: si nota (adestra) la pompa di calore, l’arrivodelle sonde geotermiche dalsottosuolo (al centro nel pavimento) ela pompa per il recupero e l’utilizzodell’acqua piovana, raccolta inapposita cisterna, destinata aglisciacquoni dell’edificio eall’irrigazione del giardino.All’estrema sinistra lo scambiatore dicalore per il riscaldamento dellarampa di accesso ai garages.

trollata degli ambienti (realiz-zati egregiamente dalla I.T.S. 2s.r.l. di Pierluigi Forelli. Ringra-ziamo P.F. per aver contribuito all’il-lustrazione dei dettagli tecnici del-l’impianto [n.d.r.]), i pannelli fo-tovoltaici che forniscono l’e-nergia all’impianto geoter-mico, i consumi effettivisono in realtà molto conte-nuti, irrisori: stimati da Re-boldi 80% inferiori rispetto anormali abitazioni di pari su-perficie.Al fine di ridurre gli sprechid’acqua potabile, l’edificio èanche dotato di cisterna perla raccolta dell’acqua pio-vana (della capacità di xyzmc), il cui surplus è smaltitonel sottosuolo tramite pozziperdenti. Da questa ci-sterna, con tubazioni dedi-cate, si estrae l’acqua per glisciacquoni dei bagni ed èpossibile attingere, in ma-niera autonoma e automa-tica, l’acqua necessaria all’ir-rigazione dei giardini.

M a vediamo da vi-cino in che cosaconsistono e co-

me funzionano gli impiantidi riscaldamento e condizio-namento dell’edificio nelladescrizione tecnica che cifornisce il progettista, l’ing.Marco Cominotti.La pompa di calore è unamacchina in grado di trasfe-rire calore da un corpo atemperatura più bassa (sor-gente) ad un corpo a tempe-ratura più alta, utilizzando e-nergia elettrica.Il più semplice esempio dipompa di calore che utiliz-ziamo quotidianamente è ilfrigorifero di casa. Il frigori-fero consuma energia elet-

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Sopra: altro settore della centraletermica: a sinistra la pompa dicalore, al centro i due “puffer”,rispettivamente per l’accumulo diacqua calda per il riscaldamento eper l’acqua calda sanitaria;all’estrema destra (semivisibile)l’addolcitore dell’acqua.In basso: quadro elettrico dellacentrale termica

trica, preleva calore dall’am-biente a una temperaturapiù bassa (interno del frigo-rifero) e lo cede all’am-biente circostante a tempe-ratura più alta tramite la ser-pentina presente dietro al-l’apparecchio.È facile intuire che il caloreviene trasferito con maggiorfacilità nel momento in cui latemperatura della sorgentealla quale viene prelevato èpiù alta.

Gli impianti in pom-pa di calore geo-termica si basano

sullo stesso principio del fri-

gorifero di casa, trasferendoil calore dal terreno all’abita-zione per mezzo dell’im-pianto di riscaldamento o dicondizionamento costituitodalla pompa di calore vera epropria e dalle serpentinedel pavimento radiante al-l’interno dell’abitazione.Il principio di utilizzare il ter-reno come fonte di calorederiva dal fatto che a pochimetri di profondità dalla su-perficie terrestre (circa 10metri di profondità dalsuolo), il terreno mantienelungo tutto l’arco dell’announa temperatura pressochéinvariata garantendo il fun-

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A destra: impianto stereofonicointegrato con la domotica. sotto, alcentro: bocchette di aspirazione dellaventilazione centralizzata e latelecamera antifurto.In basso: satellite per il controllodella gestione dei consumi di acquasanitaria fredda, calda e delriscaldamento.

zionamento della pompa dicalore nelle condizioni i-deali con una sorgente atemperatura fissa indicati-vamente di 12°C.Basandosi su questi sem-plici concetti di utilizzo quo-tidiano, è stato progettatol’impianto in pompa di ca-lore geotermica a serviziodel complesso immobiliaredi Castegnato.Per realizzare lo scambio dicalore con il terreno sonostate effettuate tre sondegeotermiche di lunghezzaciascuna di 100 m. Ognisonda è formata da due mo-duli, ciascuno dei quali co-stituito da una coppia di tubiin polietilene uniti a formareun circuito chiuso (un tubo di“andata” e uno di “ritorno”)all’interno dei quali circolaun fluido glicolato (miscela

di acqua e anticongelantenon tossico). I tubi dellesonde sono collegati in su-perficie a un apposito collet-tore connesso alla pompa dicalore.L’impianto funziona in mododiverso a seconda chestiamo lavorando nel pe-riodo invernale o nel pe-riodo estivo.Durante l’inverno il terrenorappresenta la “sorgente” hauna temperatura general-mente superiore a quella e-sterna, il fluido glicolatoscendendo in profondità at-traverso le sonde sottrae e-nergia termica al terreno ri-tornando in superficie a unatemperatura maggiore.Attraverso il circuito frigori-fero della pompa di caloreprovoca l’evaporazione delrefrigerante che circola nelsistema della pompa di ca-lore, il liquido si espande eassorbe calore dalla sor-gente esterna, ovvero, tra-mite le sonde geotermiche,dal terreno.All’uscita dell’evaporatore ilfluido, ora allo stato gassoso,viene aspirato all'internodel compressore che, azio-nato da un motore elettrico,fornisce l’energia meccanicanecessaria per comprimereil fluido, determinando cosìun aumento di pressione econseguentemente di tem-peratura.Il fluido viene così a trovarsinelle condizioni ottimali perpassare attraverso il con-densatore (scambiatore). Inquesta fase si ha un nuovocambiamento di stato delfluido, che passa dallo statogassoso a quello liquido ce-dendo calore all'acqua uti-

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lizzata come fluido vettoreper il riscaldamento degliambienti o per la produ-zione di acqua sanitaria.Il ciclo termina con la sua ul-tima fase dove il liquidopassa attraverso una valvoladi espansione trasforman-dosi parzialmente in vaporee raffreddandosi, riportan-dosi così alle condizioni ini-ziali del ciclo.

Lo stesso identicosistema, con op-portuni accorgi-

menti impiantistici, potràprovvedere anche alcondi-zionamento estivo; inquesto caso il ciclo viene in-vertito e la sorgente dallaquale prelevare calore di-venta la casa (che, di conse-guenza, viene raffrescata) eil sistema cede al terreno ilcalore estratto dall'am-biente interno.Nelle pompe di calore tradi-zionali (pompe di calore adaria: i classici split) per ilcondizionamento estivo si ècostretti al raffreddamentodelle macchine frigoriferecon l'aria, la cui temperaturadi riferimento estiva è di 32º.Utilizzando le sonde geoter-miche, la temperatura di ri-ferimento è invece di circa14-16 gradi, il salto di tem-peratura nelle macchine chedevono produrre acqua re-

frigerata a 7 gradi centigradi,si riduce drasticamente, au-mentando notevolmente laresa e riducendo, di conse-guenza, in modo rilevante iconsumi di energia e i costidi gestione.Elemento caratterizzante lapompa di calore è il COP(Coefficient of Performance , coef-ficiente di prestazione) cheindica il rapporto tra l’e-nergia termica resa e l’e-nergia elettrica assorbitadalla pompa stessa, riferiti auna temperatura di mandatadell’impianto e a una di sor-gente. Ad esempio, se la po-tenza elettrica assorbita èpari a 2 kW e quella termicaresa è 9 kW(riferita ad unatemperatura di mandata di35°C e una di sorgente pari a10°C) ne consegue che perun impianto a bassa tempe-ratura il COP della pompa dicalore è pari a 4,5. È facilededurre quindi che più altoè il valore di COP più altasarà la resa del sistema.Applicando quanto appenadescritto all’impianto in og-getto otteniamo i seguentivalori:Dal prospetto precedente sievidenzia che il costo men-sile per il riscaldamento diun singolo appartamentodella superficie media di 80mq è dell’ordine di 40.00euro nel mese di maggior

Potenza termica di picco per l’intero edificio: 9 kWCOP medio della pompa di calore è pari a: 4.2 (COP)Potenza elettrica necessaria per riscaldare l’internoedificio è di circa: 9/4.2= 2.2 kWPotenza elettrica necessaria per riscaldare unsingolo appartamento: 2.2/7= 0.31 kWCosto di gestione oraria per ogni singoloappartamento: 0.31x0.18 0.056 €Costo di gestione mensile per ogni singoloappartamento: 0.056x24x30 15.00 €

Raffronto dei consumi medi annui di un edificioabitativo realizzato secondo le disposizioni Casa-Clima (classe A) e un identico edificio costruitocon i correnti criteri edilizi in trent’anni di vita

Anni Consumo annuo Consumo annuoCasaClima (classe A) casa tradizionale

Euro Euro

2010 100,00 1500,002011 105,00 1575,002012 110,25 1653,752013 115,76 1736,442014 121,55 1823,262015 127,63 1914,422016 134,01 2010,142017 140,71 2110,652018 147,75 2216,182019 155,13 2326,992020 162,89 2443,342021 171,03 2565,512022 179,59 2693,782023 188,56 2828,472024 197,99 2969,902025 207,89 3118,392026 218,29 3274,312027 229,20 3438,032028 240,66 3609,932029 252,70 3790,432030 265,33 3979,952031 278,60 4178,942032 292,53 4387,892033 307,15 4607,292034 322,51 4837,652035 338,64 5079,532036 355,57 5333,512037 373,35 5600,182038 392,01 5880,192039 411,61 6174,22040 432,19 6482,91

Totale consumo 7076,08 106141,18Carbontax (quando entrerà in vigore) 3538,04 53070,59

Sommano 10614,12 159211,78

La tabella considera un incremento annuo del 5% per aumento dei costi di energiae degli interessi passivi

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consumo. I calcoli infattisono stati effettuati conside-rano un funzionamento con-tinuativo della pompa di ca-lore per 24 ore ogni giornoper un intero mese di 30giorni.Nell’impianto in oggetto èstata posta particolare at-tenzione al risparmio ener-getico installando anche al-l’interno degli appartamentiil sistema di ventilazionemeccanica controllata chepermette di ricambiare l’arianelle unità abitative senzadover aprire le finestre.Questo sistema è compostoda una macchina chiamatarecuperatore di calore chepreleva l’aria “viziata”dal-l’ambiente interno immet-tendo aria pulita dall’e-sterno. I due flussi d’aria,quella interna calda e quellaesterna fredda, vengonofatti incrociare (senza me-scolarsi) nella macchina suuno scambiatore di calorefacendo in modo che l’ariacalda in espulsione ceda ilcalore all’aria fredda inentrata.L’effetto che si produce al-l’interno degli ambienti èquello di avere il ricambiod’aria (come se fossero a-perte le finestre) senza peròperdere il calore interno cheviene ceduto gratuitamenteall’aria in ingresso».

Modellino di Isokorb della Schöck InnovativeBuilding Solutions per l’eliminazione dei pontitermici dei balconi e delle gronde in cementoarmato. Il sistema Isokorb è stato adottato nelfabbricato progettato dal collega ClaudioReboldi a Castegnato e costituisce una novitàtecnica importante per la soluzione di unproblema sinora praticamente irrisolto.

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Manuel Antonini Precisazioni e modifichealla procedura di calcoloper la certificazione energetica

P recisazioni in me-rito all’applica-zione delle dispo-

sizioni vigenti in materia dicertificazione energeticadegli edifici e modifiche alDDG 5796 dell’11 giugno20091. L’autodichiarazione pre-vista ai sensi del punto 9, al-l'Allegato A (articolo 3,comma 1), al Decreto 26giugno 2009 “Linee guida nazio-nali per la certificazione energeticadegli edifici”, con cui il proprie-tario dichiara che l’edificiooggetto di compravendita èdi classe energetica G ed icosti per la gestione energe-tica dello stesso sono moltoalti, non sostituisce l’atte-stato di certificazione ener-getica prevista da RegioneLombardia con delibera-zione della Giunta regionalen. 5018/2007 e successivemodifiche ed integrazioni.La norma statale, infatti, siapplica solo nelle Regioniche non si sono dotate diproprie norme in materia,come previsto dall’art. 17del D.lgs.192/2005, dall’art.6comma 1 del Dpr 59/2009 edall’art.3 del D.m. 26 giugno2009; si precisa che il “gra-duale ravvicinamento” deglistrumenti regionali allelinee guida nazionali, pre-visto dal comma 5 dellostesso art. 3, non riguarda di-sposizioni come quellasopra citata ma solo “gli ele-menti essenziali del sistemadi certificazione energe-tica”, come:– i dati informativi contenuti

nell'attestato;– le norme tecniche di riferi-

mento;– le metodologie di calcolo

della prestazione energe-tica degli edifici;

– i requisiti professionali e icriteri dei soggetti certifi-catori;

– la validità temporale mas-sima dell'attestato;

– le prescrizioni relative al-l’aggiornamento dell’atte-stato.

2. Gli attestati di certifica-zione energetica hanno unavalidità temporale di diecianni, ai sensi del punto 10.4alla Dgr n. VIII/8745/2008.Tale validità non vienemeno a seguito dell’aggior-namento delle disposizioniregionali per l’efficienza e-nergetica in edilizia, appro-vate con deliberazione diGiunta regionale del 26giugno 2007, n. 8/5018 es.m.i.

3. Nel paragrafo E.2 di cui alDecreto regionale n. 5796dell’11 giugno 2009, si pre-vede l’obbligo del Soggettocertificatore di «verificare,attraverso uno o più sopral-luoghi, la congruenza tra idati mutuati dalla documen-tazione di cui sopra e lo statodi fatto dell’edificio». Contale disposizione non si ob-bliga il Soggetto certifica-tore ad accedere a tutti i su-balterni che compongonol'immobile, ma ad assumersila responsabilità di assicu-rare la congruenza tra i datimutuati dalla documenta-zione progettuale e lo statodi fatto dell’edificio oggettodi certificazione. Qualora ilprofessionista dovesse tro-varsi nell’impossibilità diaccedere a tutti i subalternioggetto di certificazione, in

Pubblichiamola versione integraledell’allegatoal Decreto 14006del 15 dicembre2009 della DirezioneGenerale reti eservizi di pubblicautilità e svilupposostenibile delleRegione Lombardia.Si tratta di unacorrezione di rottarispettoagli irrigidimentitenuti in precedenzasull’applicazionedella proceduradi calcolodi cui al Decreto5736/2009 di frontealle perplessitàe critiche sollevateda più parti

assenza di elementi ogget-tivi lapalissianamente di-versi rispetto a quelli rilevatie percepibili dall’esterno odagli spazi comuni all’edi-ficio, supportato dalla docu-mentazione progettuale insuo possesso, potrà sup-porre che le caratteristicheal contorno dei subalterni aiquali non è potuto accederesiano identiche a quelle deisubalterni rilevati. In caso dievidenti disomogeneità,che non consentano di tra-sferire anche alle unità im-mobiliari non accessibili lecaratteristiche già rilevate, ilSoggetto certificatore è te-nuto ad assumere le presta-zioni di qualità inferiore rile-vate nel corso dei sopral-luoghi ai subalterni ai qualiha avuto accesso. Il Soggettocertificatore è comunque te-nuto ad indicare, nell’appo-sito campo note presentenel software CENED+, i su-balterni ai quali non ha a-vuto accesso, in modo damotivare anticipatamente leeventuali difformità che do-vessero riscontrarsi in fasedi controllo.

4. Alla definizione di “nuovacostruzione” e alla defini-zione di “edificio esi-stente”di cui al paragrafo E.4 del Decreto n. 5796 dell’11giugno 2009, le parole “Deli-bera della Giunta RegionaleVIII/5018 del 20 luglio 2007”sono sostituite dalle parole“presente procedura di cal-colo”.

5. In relazione agli interventidi nuova costruzione, anchea seguito di demolizione ericostruzione, per i quali la

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prietario sia esente da re-sponsabilità qualora vengadimostrato che il direttoredei lavori ha realizzato l’in-tervento in difformità daquanto indicato nella rela-zione tecnica di cui all’art.28della l.10/91, redatta comeda allegato B della Dgr5018/2007 e successive mo-difiche e allegata al progettoprotocollato come defini-tivo, al fine di ottenere il ti-tolo abilitativo.

7. Ai fini del calcolo del coef-ficiente di scambio termicoper trasmissione di cui al pa-ragrafo E.6.3.7.2 del Decreto5796 dell’11 giugno 2009 puòessere utilizzato, anche pergli edifici di nuova costru-

zione, il fattore correttivoche viene applicato allestrutture, indicato nel De-creto sopra richiamato, cosìda tener conto delle diversecondizioni di temperaturadegli ambienti adiacenti.

8. Ai fini del calcolo della ca-pacità termica per unità disuperficie interna di cui aiparagrafi E.6.3.12.1 eE.6.3.12.2 del Decreto 5796dell’11 giugno 2009 può es-sere utilizzato, anche per gliedifici di nuova costruzione,il valore desunto dal pro-spetto XXIV di cui al Decretostesso.

9. Nell’attestato di certifica-zione energetica la dicitura

dichiarazione di inizio atti-vità o la domanda finalizzataad ottenere il permesso dicostruire sia stata protocol-lata presso il Comune nelperiodo intercorrente tra l’1settembre 2007 e il 25 ot-tobre 2009, i Soggetti certifi-catori possono redigere l’at-testato di certificazione se-condo il modello di cui al-l’Allegato C della DgrVIII/5773, utilizzando la pro-cedura di calcolo approvatacon decreto n. 15833 del 13dicembre 2007.

6. In relazione all’art. 17 terdella legge regionale24/2006, come modificatadalla legge regionale10/2009, si ritiene che il pro-

“Classe energetica ETc”viene sostituita dalla dici-tura “Prestazione raffresca-mento ETc”.

10. Ai fini dell’applicazionedi quanto previsto al punto5.4 lettera al delle Disposi-zioni allegate alla Dgr 8745del 22 dicembre 2008, si pre-cisa che i vetri con trasmit-tanza di energia solare di-retta non superiore a 0,30soddisfano tutti i requisiti dischermatura richiesti.

11. Le modifiche di cui alpresente documento sa-ranno rese operative a de-correre dal 15 gennaio 2010.

Obbligo di installazione di impianto fotovoltaico … o no?Al fine di mettere ordine in una tematica cara a molti colleghi e strettamenteconnessa alle attività di tutti noi, riepilogo a seguire le vicende normative vis-sute dalla previsione di installazione di impianti fotovoltaici su edifici di nuovacostruzione.

Art. 1 comma 350 Legge 296/2006 (Legge finanziaria 2007)All’articolo 4 del testo unico delle disposizioni legislative e regola-mentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente dellaRepubblica 6 giugno 2001, n. 380, dopo il comma 1 è inserito ilseguente:«1-bis. Nel regolamento di cui al comma 1, ai fini del rilascio del per-messo di costruire, deve essere prevista l’installazione dei pannellifotovoltaici per la produzione di energia elettrica per gli edifici dinuova costruzione, in modo tale da garantire una produzione energe-tica non inferiore a 0,2 kW per ciascuna unità abitativa».

Art. 1 comma 289 Legge 244/2007 (Legge finanziaria 2008)All’articolo 4 del testo unico delle disposizioni legislative e regola-mentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente dellaRepubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni, ilcomma 1-bis è sostituito dal seguente:«1-bis. A decorrere dal 1º gennaio 2009, nel regolamento di cui alcomma 1, ai fini del rilascio del permesso di costruire, deve essereprevista, per gli edifici di nuova costruzione, l’installazione di impiantiper la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale

da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per cia-scuna unita` abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnicadell’intervento. Per i fabbricati industriali, di estensione superficialenon inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima èdi 5 kW».

Art. 29 comma 1-octies Legge 14/2009 (Legge di conversione del DecretoMilleproroghe)La scadenza del 1° gennaio 2009 prevista dall’articolo 4, comma 1-bis, del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari inmateria edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6giugno 2001, n. 380, è differita al 1° gennaio 2010.

Parrebbe, quindi, che dall’inizio di quest’anno sia diventata obbligatoria l’in-stallazione impianto fotovoltaico (per la precisione impianto per la produzionedi energia elettrica da fonti rinnovabili) su edifici nuovi, ma non è così!I testi normativi di cui sopra, infatti, imprimono obbligo ai Comuni perchéaggiornino i propri Regolamenti Edilizi al fine di poter subordinare il rilasciodi permessi di costruire solo ai progetti che prevedono l’installazione degliimpianti in questione. Non riferiscono alcun obbligo né ai progettisti né ai pro-prietari.Se i regolamenti edilizi non sono stati aggiornati, quindi, non c’è alcun obbli-go di progettazione e conseguente installazione del fotovoltaico (o alternativoimpianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili).

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Roberto Vincenzi Certificazione energeticadegli edificiIl sistema di generazione

quanto riguarda gli impiantiesistenti, e che non esistonoscorciatoie o “valori di riferi-mento”. Per il reperimentodei dati necessari per la re-dazione dell’ACE, si dovràsempre fare riferimento alladocumentazione tecnica delprodotto esaminato e saràassolutamente da evitarel’utilizzo di dati generici ocomunque non riferiti allospecifico modello di genera-tore installato.La prima cosa da fare saràpertanto risalire esatta-mente alla marca ed al mo-dello del generatore instal-lato.

Generatore tradizionaleSono generatori che provve-dono a fornire energia ai sot-tosistemi costituenti l’im-pianto di riscaldamento,mediante combustione in-terna di uno dei combusti-bili sopra elencati.Possono erogare una po-tenza termica prestabilita,non variabile, ad una temperatura prestabilita. Hanno

rendimenti bassi perchènon riescono ad adattarsi alfabbisogno del sistema im-piantistico ed il loro funzio-namento caratteristico è deltipo On-Off (acceso ospento). La temperatura deifumi in queste caldaie variada 200°C fino anche a 250°C(da qui il loro scarso rendi-mento) e quindi necessi-tano di un sistema di scaricofumi adeguatoa sopportaretali temperature.

Sono spesso ric o n o s c i b i l iperchè tra i

dati tecnici rilevabilisul libretto, viene indi-cato solo un valoredipotenza termica (oportata termica),poichè non sono ingrado di funzionare se nonalla sola potenza nominale.

Generatore multistadioo modulanteA differenza dei generatoritradizionali, possono variarela potenza erogata in due

differenti modi: a piùstadi o gradini di fun-zionamento, oppurein maniera continua

L a procedura 5796definisce il Si-stema di Genera-

zione come: «sistema pre-posto alla conversione in e-nergia termica di altre formedi energia (chimica del com-bustibile, elettrica, ecc.),nella quota richiesta dal odai diversi sistemi impianti-stici ad esso connessi. Puòessere costituito da uno opiù generatori termici, an-che di diversa tipologia e im-pieganti vettori energeticidiversi, operanti in mododifferenziato a secondodelle logiche di gestione a-dottate». (proc. 5796 E.4).I sistemi di generazione con-templati dal software Ce-ned+, sono i seguenti:– Generatore tradizionale;– Generatore multistadio o

modulante;– Generatore a condensa-

zione;– Generatore a condensa-

zione multistadio o modu-lante;

– Generatore ad aria calda;– Pompa di calore;– Teleriscaldamento;– Cogenerazione;– Riscaldatori ad infrarossi.In questo articolo, cerche-remo di spiegare le princi-pali caratteristiche ed i dati“sensibili” dei generatori acombustione interna, utiliz-zanti i seguenti combusti-bili:– Gas naturale;– GPL;– Gasolio;– Olio combustibile;– Biomasse.È bene evidenziare chespesso è difficile reperire idati caratteristici di un gene-ratore, soprattutto per

(modulante). Questo tipo digeneratore è in grado di a-dattare la potenza erogata alfabbisogno dell’edificio, ciòconsente di ottenere un fun-zionamento più continuocon migliori rendimenti.

Generatorea condensazionee generatorea condensazionemodulante

Le caldaie a condensazionesono le caldaie più moderneed ecologiche oggi esistenti.Riescono infatti ad ottenererendimenti molto elevatigrazie al recupero del calorelatente di condensazionedel vapore acqueo conte-

nuto nei fumi,come pure ri-duzioni delle e-missioni di os-sidi di azoto(NOx) e monos-sido di car-bonio (CO) che-possono rag-giungere il 70%rispetto agli im-pianti tradizio-nali.Le normali cal-daie, anche

quelle definite “ad alto ren-dimento” (rendimento che ènell’ordine del 91-93%, rife-rito al potere calorifico infe-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 83

Nella pagina precedente, da sinistrain senso antiorario: generatoretradizionale; caldaia murale (puòessere di tutti i tipi); generatore conbruciatore multistadio modulante.

In questa pagina, da sinistra insenso antiorario: flusso energetico diuna caldaia a condensazione; caldaiaa condensazione a basamento;

per m3 di gas) viene quindidisperso in atmosfera attra-verso i fumi: la quantità dicalore in essi contenuta, de-finito calore latente, rappre-senta ben l’11% dell’energialiberata dalla combustionema non può essere recupe-rata.La caldaia a condensazione,a differenza della caldaiatradizionale, può invece re-

cuperare una granparte del calore la-tente contenuto neifumi espulsi attra-verso il camino.

La particolaretecnologiadella con-

densazione consenteinfatti di raffreddare ifumi fino a farli tra-sformare tornandoallo stato di liquidosaturo (o in taluni casia vapore saturo u-mido), con un recu-pero di calore utiliz-zato per preriscaldare

l’acqua di ritorno dall’im-pianto. In questo modo latemperatura dei fumi di u-scita (che si abbassa fino a 40°C) mantiene sempre lostesso valore della tempera-tura di mandata dell’acqua,ben inferiore quindi ai 140-160 °C dei generatori ad altorendimento e ai 200-250 °Cdei generatori di tipo tradi-zionale. Normalmente, han-no un funzionamento modu-lante, ma ne esistono anchedi tipo tradizionale cioè apotenza fissa (in questi casisi tratta di caldaie tradizio-nali opportunamente modi-ficate).

Dati per la certificazioneenergeticaI dati da reperire per la re-dazione del Certificato ener-getico, devono quindi es-sere ricercati essenzial-mente nella documenta-zione tecnica del genera-tore. Occorre sempre saperdistinguere tra potenze ter-miche e potenze elettriche(ove non specificato sulsoftware Cened+, fare riferi-mento al manuale Cened+).Alcuni dati non reperibilipossono essere desunti daiprospetti della procedura

riore), riescono infatti ad uti-lizzare solo una parte del ca-lore sensibile dei fumi dicombustione a causa dellanecessità, prettamente tec-nologica (durata della cal-daia stessa), di evitare la-condensazione dei fumi.Nelle caldaie non a conden-sazione, il vapore acqueogenerato dal processo dicombustione (circa 1,6 kg

5796, e sono di seguito ri-portati:Va detto infine che non tuttii dati necessari alla defini-zione del generatore riguar-dano caratteristiche costrut-tive del generatore stesso,ma a volte sono richieste ca-ratteristiche riguardanti iltipo di installazione; per e-sempio il locale di installa-zione, il sistema di scaricodei fumi e la tenuta della ca-mera di combustione.

M olti generatoripossono essereinstallati sia

come generatori di tipo B(detti “a camera aperta”),oppure C (a “camerastagna”). Oppure la pre-senza di una sonda climaticaesterna che viene vendutacome optional sulle caldaie abasse emissioni di inqui-nanti e sulle caldaie a con-densazione. Queste caratte-ristiche quindi, dovrannoessere verificate obbligato-riamente mediante sopral-luogo.

segue

DescrizioneΦcn,min

[kW]

Bruciatore di gas 0,3 Φcn,max

Bruciatore di combustibile liquido 0,5 Φcn,max

Prospetto LIV - Dati di riferimento per Φcn, min

(Fonte: UNI TS 11300-2:2008)

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FORMAZIONE CONTINUA

84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Tipo di isolamento del mantello del generatore Età del generatore P’gn,env[%]

Generatore nuovo ad alto rendimento, ben isolato Nuova installazione 1,72-0,44 logΦcn

Generatore ben isolato e mantenuto Fino a 5 anni ben isolato 3,45-0,88 logΦcn

Generatore obsoleto e mediamente isolato Da 6 a 11 anni mediamente isolato 6,90-1,76 logΦcn

Generatore obsoleto e privo di isolamento Da 6 a 11 anni privo di isolamento 8,36-2,20 logΦcn

Generatore non isolato Superiore ai 12 anni 10,35-2,64 logΦcn

Prospetto XLVIII - Valori delle perdite di calore attraverso il mantello, P’gn,env

(Fonte: UNI TS 11300-2:2008)

Tipo di generatore P’ch, off[%]

Bruciatori ad aria soffiata a combustibile liquido e gassoso con chiusura dell’aria comburente all’arresto 0,2

Bruciatori soffiati a combustibile liquido e gassoso a premiscelazione totale 0,2

Generatori con scarico a parete 0,2

Bruciatori ad aria soffiata senza chiusura dell’aria comburente all’arresto• con camino di altezza fino a 10 metri 1,0• con camino di altezza maggiore di 10 metri 1,2

Bruciatori atmosferici a gas• con camino di altezza fino a 10 metri 1,2• con camino di altezza maggiore di 10 metri 1,6

Prospetto XLIX - Valori delle perdite al camino a bruciatore spento, P’ch,off

(Fonte: UNI TS 11300-2:2008)

Tipo del generatore P’ch, on [%]

Generatore atmosferico tipo B 12

Generatore di tipo C11 (tiraggio forzato) 10

Caldaia a gas con bruciatore ad aria soffiata 10

Caldaia a gasolio/biodiesel con bruciatore ad aria soffiata 10

Prospetto LIII - Valori delle perdite termiche percentuali nominali al camino con bruciatore funzionante, P’ch,off cui fare riferimento in assenza della prova fumi o in assenza di allaccia-mento alla rete del gas

(Fonte: UNI TS 11300-2:2008)

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FORMAZIONE CONTINUA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 87

Descrizione Θ’gn, test P’ch, on, min [%]

Generatore atmosferico tipo B 70 15

Generatore di tipo C11 (tiraggio forzato) 70 12

Caldaia a gas con bruciatore ad aria soffiata 70 8

Caldaia a condensazione 50 5

Caldaia a gasolio/biodiesel con bruciatore ad aria soffiata 70 10

Prospetto LV - Valori di default di Θ’gn, test e P’ch, on, min per generatori multistadio o modulanti(Fonte: UNI TS 11300-2:2008)

Descrizione Wor, min

[%]

Ventilatore aria comburente ed ausiliari bruciatore (gas) Wbr, min = Φcn, min • 0,002

ventilatore aria comburente ed ausiliari bruciatore (gasolio) Wbr, min = Φcn, min • 0,003

Ventilatora aria comburente ed ausiliari bruciatore (olio combustibile)

– senza riscaldatore Wbr, min = Φcn, min • 0,004

– con riscaldatore Wbr, min = Φcn, min • 0,02

Prospetto LVI - Valori di default delle potenze degli ausiliari alla potenza minima del focolare per generatori multistadio o modulanti(Fonte: UNI TS 11300-2:2008)

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88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Manuel Antonini Il nuovo software Cened+ perla stesura delle certificazionienergetiche: l’impianto

acqua calda sanitaria e l’ac-cumulo descritto in questasezione può essere solo alservizio di produzione com-binata di riscaldamento eacqua calda sanitaria o solaacqua calda sanitaria; l’e-ventuale accumulo dedicatosolo al servizio riscalda-mento andrà inserito nellesezioni dei sistemi impianti-stici e delle ramificazioni deisistemi impiantistici succes-sive.Tra le informazioni richiestevi è l’ubicazione dell’accu-mulo: importante al fine didefinire la temperatura del-l’ambiente che lo ospita perfar calcolare al software le di-spersioni termiche attra-verso l’involucro dell’accu-mulo e l’eventuale quota re-cuperata delle dispersionistesse ai fini del riscalda-mento (se l’accumulo è nel-l’ambiente oggetto di certifi-cazione). La scelta “in am-biente non riscaldato” proponetemperature visualizzabilinella tabella sottostante chevanno corrette con le tem-perature effettive del localeche, se non disponibili, sonoda determinare utilizzandola procedura di cui all’ap-pendice A del Decreto 5796-2009.

Sottosistemadi generazioneSi tratta delle caldaie che a-limentano le centrali ter-miche; possono essere piùdi una per ogni servizio im-piantistico, l’importante ènon inserire caldaie con usidiversi (riscaldamento,acqua calda sanitaria, …)nella stessa centrale ter-mica.

Importante definire se il fun-zionamento delle caldaie,qualora fossero più di una, è“con priorità” o “senza priorità”:nel primo caso i generatoriinseriti sono computati confunzionamento a cascata,per cui la gerarchia viene as-segnata in funzione dell’or-dine di inserimento; nel se-condo caso i generatori sonocomputati con funziona-mento in parallelo, quindicontemporaneo.

Di un generatore dinuovo inserimen-0to va definita la

tipologia tra un elenco pro-posto e il combustibile chelo alimenta: la scelta di que-st’ultimo è tutt’altro che in-differente in quanto incide,principalmente ma non solo,sull’efficienza dell’impian-to, sulla conversione di e-nergia termica in energia pri-maria (che nel caso di riscal-damento o climatizzazioneinvernale associa l’edificioalla propria classe energe-tica), sulle proposte di “per-dite al generatore” a cui attin-gere nei casi previsti dallaprocedura, sulla quantifica-zione di emissioni di gas ef-fetto serra, ecc.Per ogni tipologia di genera-tore il software richiede di-versi, spesso molti, dati tec-nici rispetto ai quali non èpossibile soffermarsi inquesto articolo: raccomandoqunidi ai colleghi di verifi-care bene nella procedura dicalcolo e nel manuale di usodel software che informa-zione è richiesta e dove re-perirla. Solo un accenno alfatto che il campo “perdite digenerazione” editabile per i ge-

Riprendiamo il di-scorso iniziato nel-lo scorso numero

della rivista relativo a indi-cazioni operative nell’uti-lizzo del programmaCENED+; dopo aver vistol’involucro, ci dedichiamoora alla parte attinente l’im-pianto.

Centrali termicheInnanzitutto una premessa:la centrale termica non è ilgeneratore di calore, bensì ècostituita da uno o più gene-ratori di calore asserviti almedesimo utilizzo impianti-stico che, per quanto finoraimplementato nella proce-dura, sono riscaldamento oclimatizzazione invernale,ventilazione meccanica con-trollata con pre-riscalda-mento, produzione di acquacalda sanitaria. Il che signi-fica che le centrali termicheper un unico edificio pos-sono essere più di una!Infatti, ad esempio, la primascelta da fare è se la genera-zione è separata o combi-nata tra riscaldamento/cli-matizzazione invernale eproduzione di acqua caldasanitaria: nel primo caso lecentrali termiche sarannominimo due, nel secondocaso potrà essere unica.Non c’è limite al numero dicentrali termiche dedicate aun unico edificio: solo unacentrale termica, però, puòessere asservita al riscalda-mento o climatizzazione in-vernale di quell’edificio.

Sottosistema di accumuloIl campo è attivo solo per lecentrali termiche asserviteanche alla produzione di

neratori con combustibile li-quido o fossile ha discretaimportanza e va quindi com-pilato con cura in quanto in-cide sull’elaborazione deivalori di perdite nominalipercentuali (al mantello, alcamino a bruciatore acceso eal camino a bruciatore spen-to) che si devono illustraresubito dopo, nonché nellapossibile quota di recuperodi perdite al mantello in fa-vore del riscaldamentodegli ambienti oggetto dicertificazione.

Ripartizione potenzetermiche ed elettricheLe potenze termiche ed e-lettriche dei generatori dicalore vanno inserite per in-tero; in caso di generatorecondiviso anche da altri su-balterni non oggetto di certi-ficazione va richiesto alsoftware di modulare i valoriinseriti, proporzionalmente,o in funzione del volumelordo complessivo servitodal generatore oppure infunzione del fabbisognocomplessivo di energianetta di tutti i subalterni ser-viti dal generatore.

Sistemi impiantisticiIl sistema impiantistico è co-stituito da sottosistemi pre-disposti al soddisfacimentodi un servizio impiantisticotra quelli implementatinella procedura di calcolo:riscaldamento o climatizza-zione invernale, produzionedi acqua calda sanitaria,ventilazione meccanica con-trollata.È necessario creare almenoun sistema impiantistico perogni servizio presente nelle

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 89

non isolate.La definizione dell’ubica-zione dei tratti di rete è im-portante al fine di compu-tare la quota recuperabile didispersioni termiche delladistribuzione dell’impiantodi produzione di acquacalda sanitaria ai fini del ri-scaldamento dell’involucro.

Ramificazionidel sistema impiantisticoLe ramificazioni in que-stione sono costituite daiterminali ovvero dagli ausi-liari elettrici dei sistemi im-piantistici precedentemen-te definiti, quindi per ognisistema impiantistico il cer-tificatore deve creare al-meno una ramificazione,pena il non funzionamentodel programma.Anche in questo caso una in-dicazione tra le tante che perbrevità non possono essereesaurite nel presente arti-colo:– il campo “sottosistema di emis-

sione” del servizio del ri-scaldamento o climatizza-zione invernale richiededi specificare il numero diterminali e la potenza ter-mica dei medesimi: che siinserisca un terminale cuiassociare tutta la potenzatermica installata nell’edi-ficio o “enne” terminali dipotenza pari alla frazionesu “enne” della potenzatermica complessiva, èimportante che detta po-tenza sia correttamenteinserita in quanto, as-sieme al dato di tipologiadel terminale di emis-sione e a quello di altezzanetta media dei locali pre-cedentemente compilati,

concorre a definire il ren-dimento del sottosistemadi emissione dell’impian-to termico dedicato al ri-scaldamento o climatizza-zione invernale.

Infatti non è obbligatoriocompilare il campo del ren-dimento del sottosistema diemissione nel relativo si-stema impiantistico dedi-cato al servizio riscalda-mento o climatizzazione in-vernale; anzi, va lasciatovuoto se non si dispone diun dato certo dichiarato dalcostruttore del terminale.

Associazione zone termicheSolo in questo campo si de-finisce l’associazione tra lezone termiche dell’edificiooggetto di certificazione coni sistemi impiantistici inesse effettivamente pre-senti; perfezionamento utilerispetto al vecchio softwareche permetteva, invece, didefinire un unico edificioservito di un unico impianto,costituendo così una ap-prossimazione spesso inac-cettabile.

Solare termicoe fotovoltaicoI campi necessitano di po-che informazioni sui dispo-sitivi installati, il più dellevolte rilevabili dalla docu-mentazione tecnica dei me-desimi.Solo una considerazione perquanto attiene al solare ter-mico: il nuovo software con-sente di descrivere l’im-pianto dedicato sia alla pro-duzione di acqua calda sani-taria che a integrazione delriscaldamento; opzione u-tile per quei casi in cui effet-

zone termiche considerate etra sistema impiantistico ecentrale termica di apparte-nenza deve esserci coe-renza.In sostanza, se nell’edificiooggetto di certificazionesono presenti servizi im-piantistici di riscaldamento,produzione di acqua caldasanitaria e ventilazionemeccanica controllata (chesono stati associati prece-dentemente ad una o piùcentrali termiche), in questasezione vanno creati i tre si-stemi impiantistici e per cia-scuno di essi vanno compi-lati i campi che il softwarepropone.

Solo due accenni tradiverse opzioniche bisogna com-

pletare in funzione degli im-pianti presenti nell’edificiotrattato:• il campo “sottosistema di

accumulo” del servizio ri-scaldamento o climatizza-zione invernale va compi-lato, coerentemente conquanto detto precedente-mente, solo se accumulodestinato esclusivamenteal riscaldamento o alla cli-matizzazione invernale;

• nel servizio “produzione diacqua calda sanitaria”, in casodi edificio nuovo, è neces-sario descrivere i tratti direte come da capitoloE.8.3.2. del Decreto 5796-2009, mentre se l’edificio èesistente questo obbligovi è solo in presenza di ri-circolo o circuito primario(collegamento tra genera-tore ed accumulo) di lun-ghezza superiore a 4,00 mto realizzato con tubazioni

tivamente l’impianto siacosì realizzato, ma trovo nonperfettamente funzionale ilfatto che la suddivisione deicontribuenti di energia rin-novabile da solare termicoai due servizi impiantisticiavvenga in proporzione aifabbisogni dei servizi stessi.È molto verosimile il fattoche il fabbisogno di energiatermica per il riscaldamentoo la climatizzazione inver-

nale di un edificio sia moltomaggiore rispetto al fabbi-sogno di energia termica perla produzione di acqua caldasanitaria, con il risultato cheil contributo del solare ter-mico è associato maggior-mente al riscaldamento oalla climatizzazione inver-nale e non alla produzionedi acqua calda sanitaria,come si dovrebbe, in quantoad essa primariamente de-dicato nella quasi totalitàdei casi.

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AGRICOLTURA & FORESTE

90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Valeria Sonvico La Lombardia anticipail Ministero sul regimedi condizionalità 2010

lità che, ricordiamo, è l’in-sieme di regole e comporta-menti, definiti come “Criteridi gestione obbligatori ebuone pratiche agrono-miche e ambientali”, che l’a-zienda agricola deve rispet-tare al fine di ricevere gliaiuti di reddito previsti daparte dell’Unione Europea.L’obiettivo è di raggiungereuna concreta semplifica-zione del quadro dellenorme esistenti e circoscri-vere ai soli aspetti agricoli

l’applicazione dei vincoli diCondizionalità.La Regione Lombardia, condelibera di giunta n.10949del 30 dicembre 2009, e laRegione Veneto sono statele uniche che hanno, di fatto,anticipato il decreto del Mi-nistero delle Politiche Agri-cole e Forestali, aggior-nando le disposizioni in re-cepimento al regolamentoeuropeo 73/09.Il decreto nazionale intro-duce un “Testo Unico” sulla

Nel gennaio 2010sono entrate in vi-gore alcune pro-

poste legislative formulatedalla Commissione Euro-pea, note sotto il nome diHealth Check, tradotto signi-fica “verifica dello stato disalute”, che modificano,completano e proseguonole misure della riforma Fi-schler della PAC.Tra le principali novitàrientra l’esigenza di un raffor-zamento della Condiziona-

Condizionalità compren-dendo anche la disciplinadel regime di riduzione edesclusione dei finanzia-menti dello sviluppo rurale.Proprio per la complessità diuniformare un testo unico eper le modifiche sostanzialiapportate, i tempi di appro-vazione si sono protratti finoa fine anno.La delibera regionale su-bisce variazioni sia di carat-tere strutturale sia sostan-ziale che andremo breve-

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 91

Tabella 1 - Sintesi delle novità BCAA 2010

Impegno A1. Presenza di una copertura vegetale (naturale o seminata) per tutto l'anno chemanifestano fenomeni erosivi (rigagnoli)Impegno B1. Terreni che manifestano fenomeni erosivi (rigagnoli) o fenomeni di soliflussoAssicurare copertura vegetale o tecniche di protezione suolo (discissura, ripun-tatura, ecc) per almeno 90gg (tra il 15/09 e il 15/05) e divieto di lavorazioni diaffinamento per 90 gg consecutivi dal 15/11.Deroghe Impegno A1. Pratica del sovescio in presenza di specie da sovescio o piante biocide;

2. Terreni con ripristino habitat e biotipi

3. Nel caso di colture a perdere per la fauna (DM 07/03/02 art 1, c)

4. Lavorazioni per miglioramento fondiario

5. Lavorazioni del terreno per ottenere produzione agricola nella successivaannata agraria da effettuarsi non prima del 15/07 dell'annata precedente a quel-la di entrata in produzione

6. Dal 15/03 dell'annata precedente a quella di semina di una coltura autunnovernina per la pratica del maggiese laddove essa rappresenti tecnica di arido-coltura giustificabile (al massimo due lavorazioni tra il 15/03 e il 15/07 di dettaannata agraria)

Deroghe Impegno B1. Lavorazioni per esecuzione dell'intervento solo per superfici oggetto didomanda di estirpazione e/o re-impianto di vigneti (reg 1234/07)

1. Eseguire almeno un intervento agronomico all'anno( sfalcio o equivalenti estrinciatura)

3. Divieto di sfalcio Aree natura 2000: tra il 15/03 e il 15/08

4. Divieto per le atre aree: 120 gg consecutivi tra il 15/03 e il 15/08

Deroghe

1. Superfici ordinatamente coltivate e gestite

2.Sfalcio/trinciatura in deroga alle epoche stabilite per evitare fioritura dellepiante infestanti e conseguente disseminazione. Non effettuare rottura del coti-co erboso. Non si applica a aree di natura 2000

1.Rispetto dei provvedimenti in vigore di tutela degli elementi caratteristici delpaesaggio

2.Nelle more di adozione dellemisure di conservazione della direttiva 92/43/CEEcomunicazione all'ente gestore, che nei casi di legge emette autorizzazione, diEliminazione siepi e filari, boschetti, fasce boscate; ambienti umidi ( stagni,maceri, fontanili, risorgive) e di elementi naturali (terrazzamenti), modifica areedi conduzione agroforestale naturali (terrazzamenti), modifica aree di conduzio-ne agroforestale e/o sistemazioni, utilizzo di fanghi

Deroghe1.motivi fitosanitari

2. Formazioni arbustive e arboree senza caratteri di permanenza e tipicità

3. Interventi di ordinaria manutenzione delle formazioni arboreo/arbustive, com-prendenti taglio a raso di ceppaie e il taglio dei ricacci e delle capitozze

4. Eliminazione di soggetti arborei e arbustivi appartenenti a specie invadenti,pollonanti o non autoctone o eliminazione di soggetti arbustivi lianosi (es rovi)

Le az. Agr. che utilizzano acque ad uso irriguo:Acque superficiali1.Possedere titolo concessione pubblica, bollettini pagamento in qualità diutente se consorziate in consorzi irrigui e/o miglioramento fondiario o bonifica

2. Aver presentato all'ente competente domanda di concessione di derivazioneo possedere concessione di derivazione e osservare le relative prescrizioniA) domanda alla regione per portate > 1000 litri/s o superf. irrigata > 500 ha

B) domanda alla provincia per portate < 1000 litri/s o superf. irrigata < 500 ha

Az. Agr. aventi superfici a seminativonon piú utilizzate a fini produttivi(Impegno A) e Az. Agr. con qualsiasisuperficie agricola beneficiaria(Impegni B).

Az. Agr. con qualsiasi superficie be-neficiaria (esclusi oliveti, vigneti, pa-scolo permanente)

Az. Agr con qualsiasi superficie agri-cola beneficiaria

Az. Agr. con qualsiasi superficie agri-cola beneficiaria

NORMA 1. Misura per la protezionedel suoloStandard 1.2. “copertura minima delsuolo”

NORMA 4 Misure per il manteni-mento dei terreni e degli habitat stan-dard 4.2.Evitare la propagazione di vegeta-zione indesiderata sui terreni agricoli

NORMA 4 Misure per il manteni-mento dei terreni e degli habitat stan-dard 4.4.“Mantenimento degli elementi carat-teristici del paesaggio”

NORMA 5 Misure per la protezionee la gestione delle acque standard5.1. “Rispetto delle procedure di au-torizzazione quando l’utilizzo delleacque a fini di irrigazione è soggettoad autorizzazione.

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AGRICOLTURA & FORESTE

92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

dono in Criteri di gestioneobbligatori (CGO) aventi trecampi di applicazione, Am-biente – Sanità – Benessere

animale – e in Buone condi-zioni agronomiche ambien-tali (BCAA).Per quanto attiene i CGO

mente a riassumere e, permaggior chiarezza, si ri-manda alla Tabella 1.Le disposizioni si suddivi-

non ci sono state integra-zioni sostanziali rispetto al-l’anno 2009, eccetto un ag-giornamento sull’Atto A4“Protezione delle acque dal-l’inquinamento provocatodalle acque provenienti dafonti agricole” in cui le attualidisposizioni della direttivanitrati in merito alle proce-dure amministrative sonoandate a regime con il con-cludersi dello scorso anno.

L e novità 2010 piùimportanti si ricon-ducono alle BCAA.

Innanzitutto, vengono ride-finite le superfici agricole acui si applicano le singole di-sposizioni (Tabella 2) e si as-siste ad una riduzione delnumero delle norme chedalle sette degli scorsi annipassa a cinque, coincidenticon i quattro obiettivi già e-sistenti. Le norme sono sud-divise a loro volta in standard,

Tabella 2: Superfici a cui si applicano le disposizioni

Superfici a seminativo, come definite ai sensi dell’articolo 2 lettera a) del regolamento (CE) n. 1120/09;

Superfici non più utilizzate a fini produttivi, mantenute in buone condizioni agronomiche e ambientali;

Pascolo permanente, come definito ai sensi dell’articolo 2 lettera c) del regolamento (CE) n. 1120/09;

Oliveti, con riferimento al mantenimento delle piante in buone condizioni vegetative;

Vigneti, come individuati ai sensi dell’articolo 75 del regolamento (CE) n. 555/2008 e successive modifiche ed inte-grazioni, con riferimento al mantenimento delle piante in buone condizioni vegetative;

Qualsiasi superficie agricola dell'azienda beneficiaria:- dei pagamenti diretti di cui al regolamento (CE) n. 73/2009; - delle indennità e pagamenti di cui all'articolo 36, lettera a), punti da i) a v) e lettera b), punti i), iv) e v), del regola-

mento (CE) n. 1698/05;- dei pagamenti nell'ambito dei programmi di sostegno per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti o dei

pagamenti nell'ambito dei programmi di sostegno per la vendemmia verde o dei pagamenti del premio di estirpa-zione ai sensi articoli 85 unvicies, 103 septvicies del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio e successivemodifiche ed integrazioni;

- dei pagamenti agro-ambientali nell’ambito dei programmi operativi ai sensi dell’articolo 103 quater di quest’ultimoregolamento.

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 93

3) Protezione della strut-tura del suolo• Standard 3.1.Uso adeguato

delle macchine.

4) Livello minimo di mante-nimento degli habitat• Standard 4.1. Protezione del

pascolo permanente;• Standard 4.2. Evitare la propa-

gazione di vegetazione indeside-rata sui terreni agricoli;

• Standard 4.3. Mantenimentodegli oliveti e dei vigneti in buonecondizioni vegetative;

• Standard 4.4. Mantenimentodegli elementi caratteristici delpaesaggio;

• Standard 4.5. Divieto di estir-

pazione degli olivi;• Standard 4.6. Densità di be-

stiame minime e/o regimi ade-guati.

Nel 2010 si aggiunge unquinto obiettivo la “Ge-stione sostenibile delle ri-sorse idriche” che per l’anno2010 prevede il rispettodelle procedure autorizza-tive, laddove richieste, perl’utilizzo dell’acqua ai fini ir-rigui (Standard 5.1) e l’intro-duzione di fasce tamponelungo i corsi d’acqua con en-trata in vigore dal 1 gennaio2012 (Standard 5.2).Lo standard 5.1. andrà acoinvolgere una significativa

che corrispondono alle di-sposizioni relative alleBuone condizioni agrono-miche e ambientali.

1) Protezione del suolocontro l’erosione• Standard 1.1.Gestione minima

delle terre che rispetti le condizionilocali specifiche;

• Standard 1.2. Copertura mi-nima del suolo;

• Standard 1.3.Mantenimentodei terrazzamenti.

2) Mantenimento sostanzaorganica del suolo• Standard 2.1. Gestione delle

stoppie:• Standard 2.2. Avvicendamento

delle colture.

azione di informazione neiconfronti delle Aziende A-gricole sia da parte dell’entepubblico, ma in particolaredalle Associazioni di Cate-goria in quanto sarà oppor-tuno verificare i procedi-menti presentati e accele-rare l’iter istruttorio a caricodell’Autorità competente.La Condizionalità è uno stru-mento fondamentale a di-sposizione delle aziende a-gricole e la CommissioneEuropea lo utilizza al fine dirafforzare i due pilastri di si-curezza ambientale e ali-mentare, per fornire sempremaggior risposte ed atten-zioni da parte della società.

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AGRICOLTURA & FORESTE

94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Appunti praticidi ingegneria naturalistica(Parte ottava)

16 - IMPIANTO DI SPECIE ARBOREEE ARBUSTIVE

Cosa èL’impianto artificiale dipiantine a radice nuda e/o con panedi terra.

A cosa serveIntervento per il rafforzamento delle scarpate, nelle zonecon erosione superficiale ed aree da rinaturalizzare.

Dove serveScarpate, argini, frane, rilevati stradali ed interventi di recu-pero ambientale. Ad integrazione nella posa di reti e stuoie,di fascinate, negli interstizi di scogliere e gabbionate e nellarealizzazione di coperture diffuse. Opere puntiformi.

Che materiale utilizzare• postime a radice nuda, in fitocella o con pane di terra;• concimi, ammendanti e paciamanti;• palo tutore.

Quali mezzi ed attrezzature• trattore, autocarro o fuoristrada;• escavatore o trivella meccanica;• pala e piccone.

Come realizzarlo• preparare la buca dalle dimensioni comprese tra cm

25x25x25 e cm 50x50x50, in rapporto alla natura del suoloed alle dimensioni della zolla;

• il materiale detritico deve essere asportato ed accanto-nato per essere utilizzato in opere complementari (pac-ciamatura della piantina stessa, drenaggi vari, riempi-menti, ecc.);

• irrigare la buca se possibile;• messa a dimora del materiale, garantendo la verticalità del

fusto principale; in caso di piantine a radice nuda si deverivolgere attenzione alla disposizione dell’apparato radi-cale evitando la formazione di vuoti che potrebbero de-terminare disseccamenti delle radici stesse. In caso di ma-teriale in contenitore non biodegradabile (fitocelle in pla-stica, vasetti, ecc.), è opportuna l’asportazione e lo smal-timento del rifiuto;

• riempire la buca, fino al colletto della pianta, posando ilpalo tutore e costipare adeguatamente il terreno;

• realizzre un avvallamento all base (conca) ed irrigare nuo-vamente;

• a lavoro compito la pianta deve opporre una certa resi-stenza al suo sradicamento.

Quando realizzarloDurante il riposo vegetativo, soprattutto per le piante a ra-dice nuda. Comunque per piante in zolla è possibile anchenella tarda primavera, facendo attenzione all’irrigazione disoccorso soprattutto nel periodo estivo.

Alcuni suggerimentiOccorre pianificare l’ordine delle piantine con un adeguatoanticipo rispetto all’inizio dei lavori, soprattutto per l’im-piego di specie di insolita diffusione. La scelta delle speciedve considerare la praticità dell’impianto in rapporto adaltre opere d’ingegneria naturalistica eseguite nel cantiere.L’intervento è caratterizzato da un’ampia valenza applica-tiva limitatamente alla stabilizzazione superficiale dei ver-santi. L’efficienza dell’opera è legata all’attecchimento edallo sviluppo delle piantine.

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Equilibrare il rapporto chioma radici (1:3) peril postime a radice nuda prima della posa.Nella disposizione del materiale bisogna ri-spettare la distribuzione intra ed interspeci-fica casuale e per piccoli collettivi, aumen-tando cosí la naturalità della piantagione arti-ficiale. Considerare quindi le caratteristichebotaniche ed ecologiche per eseguire barriererumore e frangivento.

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17 - TALEE ED ASTONI

Cosa èL’impianto artificiale di materiale vegetale ottenuto per viavegetativa.

A cosa serveRinforzo di pendii e di sponde con l’impiego di specie le-gnose con buona capacità di moltiplicazione vegetativa pertalea.Caratteristiche importanti per il rafforzamento delle scar-pate, riducendo l’erosione e favorendo la rinaturalizzazionedi ambienti degradati.

Dove serveScarpate, argini, frane, rilevati stradali ed interventi di recu-pero ambientale.In abbinamento come picchetti viventi nella posa di teri estuoie, di fscinate, negli intertizi di scogliere e gabbionate enella realizzazione di coperture diffuse. Opere puntiformi.

Che materiale utilizzareTalee legnose di specie arbustive idonee (due o piú anni)

prelevate dal salice Salix spp.), tamerice (Tamarix spp.),alloro (Laurus nobilis), ligustro (Ligustrum vulgaris) edaltre specie legnose a riproduzione vegetativa; le dimen-sioni sono variabili secondo la specie: diametro da un mi-nimo di 1-5 cm e fino a 10 cm e lunghezza da 50 cm fino a2,0-2,5 m.

Quali mezzi ed attrezzature• Trattore, autocarro o fuoristrada;• pala ae piccone;• leva e mazza.

Come realizzarla• l’infissione delle talee può essere eseguita con mazza a se-

guito dell’apertura di un foro; in caso di rilevati la posadeve proseguire contemporaneamente all’esecuzionedella scarpata, mentre per i gabbioni avviene durante ilriempimento con pietrame;

• rispettare il verso della crescita e con disposizione per-pendicolare o leggermente inclinata a monte rispetto alpiano della scarpata;

• potare i rametti laterali della talea in funzione dellaprofondità di inserimento: materiale troppo sporgentenon serve funzionalmente, si dissecca e non è estetica-mente non idoneo.

Quando realizzarlaDurante il riposo vegetativo dell’autunno fino all’inizio dellaprimavera. Per particolari esigenze di cantiere è possibile lamessa a dimora anche nel periodo estivo (accettando gli e-levati rischi) con talee prelevate in loco o tagliate nel pe-riodo invernale e conservate in cella frigorifera a 4-5°C o intagliola.

Alcuni suggerimentiLa pianificazione vivaistica per il reperimento del materialee la scelta delle specie è fondamentale per la qualità delleopere di ingegneria naturalistica. A parità di caratteristichevegetative e biotecniche, saranno comunque utilizzati i ma-teriali piú facilmente reperibili in loco. Per i salici esistonotre possibilità di rifornimento: nei soprassuoli naturali(lungo i corsi d’acqua e su versanti o scarpate), dalla manu-tenzione di altre opere di ingegneria naturalistica o pressoi vivai specializzati.L’impiego delle talee avviene con disposizione a pettine intrincee, per la realizzazione di gradonate o cordonate vive,negli spazi liberi di grate e palificate, negli interstizi dellescogliere e delle gabbionate. Per una migliore radicazionelungo tutto il fusto della talea è consigliabile la messa a di-mora orizzontale. La capacità di radicazione aumenta con

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l’età e con il diametro della talea; talee piú grosse hanno piúelevata capacità di crescita; Anche in questo caso, l’effi-cienza dell’opera è legata all’attecchimento ed allo svi-luppo del materiale, la cui disposizione interspecifica dovràrispettare una distribuzione casuale.

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• culotte e martello perforatore;• diverse punte di perforazione lunghe 80-120-160 cm;• pompa iniettore con tubi e lancia;• attrezzatura da roccia come corde, moshettoni, discensori,autobloccanti;• elicottero.

Come realizzarle• taglio della vegetazione arborea e cespugliosa con asporto

del materiale di risulta;• effettuare lo scoronamento del ciglio ed il disgaggio del

materiale lapideo dal corpo frana;• stendere la biostuoia, che sarà fissata provvisoriamente

con dei picchetti di legno;• posare la rete zincata a rotoli fissandola provvisoriamente

con spezzoni di ferro;• collocare l’eventuale pannello di fune in caso di pareti di

roccia o terreni con trovanti;• realizzre le perforazioni ai vertici di giunzione con schema

a quinconce, comunque seguendo l’andamento del ver-sante;

• stendere la fune di guardia lungo tutto il perimetro dellasuperficie ed anche all’interno, con schema romboidale(3x3 ml), infilando il cavo nei singoli golfari;

• eseguire l’idrosemina, se invece si è optato per la seminamanuale è opportuno eseguirla prima di stendere la bio-stuoia;

Quando realizzarletutto l’anno.

Alcuni suggerimentiUna accurata riprofilatura delle scarpate consentirà unamaggiore aderenza delle reti. La scelta della biostuoia deveavvenire con un profilo terroso; i pannelli di fune devono es-sere utilizzati con presenza di roccia fessurata o trovanti nelterreno. Il trasporto delle reti è spesso eseguito con l’eli-cottero, per cui è opportuno seguire un taglio delle piante

18 - RETI METALLICHE CHIODATE

Cosa sonoSono reti metalliche ancorate al versante con chiodature inacciaio e funi di acciaio.

A cosa servonoPer impedire il disgaggio di materialelapideo di superficie.

Dove servonoIn versante con pendenze superiori al60%, per difendere le infrastrutturevarie e abitazioni dalla caduta dimassi. Opera bidimensionale.

Che materiale utilizzare• rete paramassi in rotoli a doppio filo

zincato (2,7-3,0 mm) a maglie esa-gonali;

• eventuali pannelli di fune;• chiodature in acciaio;• golfari, piasre e morsetti;• funi di guardia in acciaio;• acqua e cemento;• eventuale biostuoia e semente;

Quali mezzi ed attrezzature• motoga e tir-fort;• piccone o leva metallica per il di-sgaggio;• compressore ad aria;

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anche in considerazione del rischio di contatto delle pale inrotazione. La rete, al contrario delle altre opere di inge-gneria naturalistica, non trattiene la terra fine e quindil’acqua, evitando i rigonfiamenti ed i crolli per sovrappesodelle strutture in legname.

Particolarmente difficili sono le operazioni in parete, per lequali si richiede un’adeguata preparazione fisica e cono-scenza delle basi di alpinismo.

PROBLEMATICHE SOLUZIONI• materiale ghiaioso e fine ☛ • impiego di barre perforanti a perdere, con foro centrale

per imboiaccare

• venute d’acqua a monte ☛ • posa di tubi di drenaggio, feltri, fascinate vive o morte

• trovanti troppo grandi in base alla profondità di perforazione ☛ • utilizzo di microcariche esplosive

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tura, umidità, pioggia grandine, neve, ghiaccio, fulmini),oltre alla difficoltà e complessità di alcune operazioninonché all’utilizzo di macchine operatrici ed attrezzi poten-zialmente pericolosi. Risulta fondmentale avere sempre adisposizione idonei dispositivi di protezione individuale(d.p.i.) e saper valutare i possibili rischi allo scopo di ap-prontare regolari misure di protezione e prevenzione.Di seguito si riportano le principali misure organizzativesuddivise per ambiente e tipologia di rischio.

Nozioni di sicurezza nei lavori di ingegnerianaturalistica

I lavori di ingegneria naturalistica, essendo eseguiti all’a-perto e spesso in aree disagiate, comportano notevoli rischi,in quanto sono influenzati da numerose variabili come i fat-tori biotici (microrganismi, insetti, animali), la vegetazione(arbusti, alberi), l’orografia del terreno (pendenza, acciden-talità, instabilità), le condizioni meteorologiche (tempera-

RISCHI RELATIVI ALL’AMBIENTE DI LAVORO

Ambiente Rischio Misure organizzative di prevenzione e protezione

Alveo Caduta o scivolamento Deviare il corso d’acqua fuori dall’area operativa;Predisporre perdorsi su terreno stabile ed asciutto;Evitare di operere in presenza di ghiaccio;Sospendere i lavori in caso di pioggia o neve persistente.

Contatto con l’acqua Se possibile operare nei periodi di minore portata del corso d’acqua;Deviare il corso d’acqua fuori dall’area operativa;Tenere in cantiere indumenti di ricambio;Utilizzare idonei d.p.i. (stivali e guanti impermeabili).

Versanti franosi Caduta e scivolamento Predisporre funi di ancoraggio a monte dell’area di lavoro;Utilizzre imbracature ed attrezzature da rocciatore;Utilizzre idonei d.p.i.: (scarponi da montagna con suola scolpita edispositivi anticaduta);Sospendere i lavori in caso di pioggia o neve persistente.

Caduta materiale Eseguire preliminarmente lo scoronamento del materiale instabilenell’area operativa;Predisporre barriere di sicurezza a valle dell’area operativa;Non operare a valle di altri addetti o macchine operatrici;Segnalare tempestivamente eventuali distacchi di materiale;Utilizzare idonei d.p.i. (elmetto);Monitoraggio periodico del versante.

Strade Investimento Garantire il rispetto dei divieti di transito dei veicoli non autorizzati;Predisporre idonea segnaletica;Utilizzare idonei d.p.i. (pettorina alta visibilità).

Ribaltamento dei mezzi Avere pendenze stradali idonee al transito dei mezzi di cantiere;Predisporre aree di manovra sicure.

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RISCHI RELATIVI ALL’AMBIENTE DI LAVORO

Ambiente Rischio Misure organizzative di prevenzione e protezione

Escavatore, Rotture e guasti Eseguire la periodica manutenzione;pala meccanica, Sospendere l’utilizzo in caso di avaria e segnalare il gusto;autocarro, trattore Arrestare il mezzo in condizioni di sicurezza;forestale, Verificare eventuali danni solo a motore spento.motocarriola

Investimento Mantenersi a distanza di sicurezza dal mezzo in movimento;Segnalare l’operatività del mezzo col girofaro lampeggiante;Porre attenzione alle segnalazioni acustiche e/o luminose del mezzo;Utilizzre idonei d.p.i. (pettorina alta visibilità).

Ribaltamento Mantenersi a distanza di sicurezza dal mezzo in movimento;Non superare i limiti di portata del mezzo;Non superare i limiti di ingombro del mezzo;Verificare le capacità del mezzo, la stabilità e le pendenze operative;Per escavatori tipo “ragno” utilizzre funi di sicurezza d’ancoraggio;Utilizzre le cinture di sicurezza.

Caduta mùateriale Mantenersi a distanza di sicurezza dal mezzo in movimento;Verificare la stabilità dei carichi trasportati;utilizzare idonei d.p.i. (elmetto, scarpe antiinfortunistiche).

Protezione da schegge Mantenersi a distanza di sicurezza dal mezzo in movimento;Utilizzre idonei d.p.i. (elmetto, visiera, occhiali).

Rumore In base al livello di esposizione utilizzare idonei d.p.i. (otoprotettori).

Motosega Rotture e guasti Effettuare periodica manutenzione;Sospendere l’utilizzo in caso di avaria;Verificare eventuali danni e segnalare il guasto.

Tagli e abrasioni L’attrezzatura deve essere usata solo da personale competente;Verificare l’integrità della catena e dei dispositivi di sicurezza;Eseguire il rifornimento e la pulizia solo a motore spento;Mantenersi a distanza di sicurezza dall’operatore;Utilizzare idonei d.p.i. (antitaglio.

Caduta materiale Mantenersi a distanza di sicurezza dall’operatore;In caso di abbattimento segnalare ai presenti la zona di intervento;Utilizzre idonei d.p.i. (elmetto, scarpe antiinfortunistiche).

Proiezione di schegge Mantenersi a distanza di sicurezza dall’operatore;Utilizzre idonei d.p.i. (guanti, occhiali o visiera).

Rumore Utilizzre idonei d.p.i. (otoprotettori)

Attrezzature Rotture e guasti Effettuare la periodica manutenzione;elettriche Sospendere l’utilizzo in caso di avaria;(generatore, Verificare eventuali danni solo a motore spento e segnalare il gusto.trapano, martellodemolitore, Tagli e abrasioni L’attrezzatura deve essere usata solo da personale competente;flessibile, ecc.) Verificare l’integrità dei dispositivi di sicurezza;ed a motore Non utilizzare in maniera impropria l’utensile;(generatore Mantenersia distanza di sicurezza dall’operatore;a scoppio, tosaerba, Utilizzre idonei d.p.i. (guanti, occhiali, scarpe antinfortunistiche).moto perforatrice)

Folgorazioni Utilizzo di cavi conformi alle norme CEI ed adatti alla posa mobile;Verificare periodicamente lo stato di conservazione dei cavi;Collegare la macchina al generatore elettrico in assenza di tensione;Posare i cavi elettrici evitando danni dovuti ad urti ed usura;Segnalare eventuali danni riscontrati nei cavi elettrici.

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Ambiente Rischio Misure organizzative di prevenzione e protezione

Non operare in presenza di acqua;

Proiezione di schegge Mantenersi a distanza di sicurezza dall’operatore;Utilizzre idonei d.p.i. (guanti, occhiali o visiera).

Rumore In base al livello di seposizione utilizzre idonei d.p.i. (otoprotettori).

Attrezzature (badili, Contatto con le attrezzature Verificare lo stato di usura delle attrezzature, con particolare riguardopicconi, accette, alla solidità degli attacchi dei manici in legno agli elementi metallici;roncole, Uso degli idonei d.p.i. (guanti, scarpe antinfortunistiche, elmetto).mazze, martelli,tenaglie, ecc.)

Tagli e abrasioni Mantenersi a distanza di sicurezza dall’operatore;Non utilizzre in maniera impropria l’utensile;Utilizzre idonei d.p.i. (guanti, scarpe antinfortunistiche, elmetto).

Rumore In base al livello di esposizione utilizzre idonei d.t.p. (otoprotettori).

RISCHI RELATIVI AI MATERIALI

Materiale Rischio Misure organizzative di prevenzione e protezione

Massi, pietrame Movimentazione Ripartire lo sforzo tra piú persone per i carichi piú pesanti;e legname manuale dei carichi Durante il sollevamento mantenere una corretta postura;

Utilizzre idonei d.p.i; (guanti).;

Schiacciamento Mantenersi a distanza di sicurezza dall’operatore e dal mezzo;Verificare la stabilità del materiale trasportato o accatastato;Utilizzare idonei d.p.i. (guanti, elmetto, scarpe antinfortunistiche).

Proiezione di schegge Mantenersi a distanza di sicurezza dall’operatore;Utilizzre idonei d.p.i. (guanti, occhiali o visiera).

Ferro (spezzoni Tagli ed abrasioni Maneggiare sempre con particolare cautela;reti, filo, chioderia Operare sotto copertura da vaccinazione antitetanica;ecc.) utilizzre idonei d.p.i. (guanti) ed indumenti idonei;

Freddo Utilizzre idonei d.p.i. (guanti termici);

Materiale vegetale Tagli ed abrasioni Utilizzare idonei d.p.i. (guanti).

Allergie Avere adeguata anamnesi degli addetti.

Lavori di questo tipo richiedono grande professionalità e costante con-centrazione, unita ad una impeccabile condizione psico-fisica che con-senta di operare anche in condizioni disagiate.Soprattutto per l’utilizzo di attrezzature che producono vibrazioni è im-portante effettuare frequenti pause per evitare rischi di infortunio do-vuti a stanchezza, periodo che potrebbe essere usato per la manuten-zione giornaliera dei mezzi.È sempre fondamentale la formazione degli addetti per rischi potenzialidelle fasi operative, per l’uso di mezzi e attrezzature, per il corretto im-piego di dispositivi di protezione individuale e per la conoscenza dellenorme di primo soccorso. Anche in questo caso prevenire è meglio checurare.

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Si conclude con questa ottava puntata la riproduzione delfascicolo “Appunti pratici di ingegneria naturalistica” e-dito da Consorzio Forestale Valle Allione. A chiusura, pare utile riprodurre a beneficio degli inte-ressati all’argomento un glossario esplicativo dei terminipiú ricorrenti.

Albero: pianta legnosa, composta da radici, fusto e chioma,che si sviluppa in genere lungo un asse principale;

Arbusto: pianta legnosa, composta da radici, fusto e chioma,il cui fusto policormico si ramifica dalla base con piú assi(gemme apicali).

Arrotondamento della scarpata: visto di sezione è l’anda-mento curviforme della linea di massima pendenzadella scarpata, dove la pendenza aumenta dall’altoverso il basso (spalla della scarpata) o diminuisce(piede della scarpata).

Astone: pianta giovane e vigorosa, il cui fusto è coperto darami fino alla base; oppure rami terminali di salici epioppi, muniti della loro gemma terminale, della lun-ghezza da 1,5 fino a 2,5 m, dotati di capacità di ricaccio,a fusto dritto o poco ramificato.

Banchina: settore pianeggiante di un gradone. Termine tec-nico delle costruzioni idrauliche, assunto anche nellecostruzioni in terra.

Basitoni: tendenza della pianta, che ha conquistato vigore,di rinnovarsi mediante forti cacciate provenienti dagemme dormienti poste al colletto, tipico dell’accre-scimento a cespuglio.

Biocenosi (Ecosistema): consociazione naturale di piante edi animali in determinati ambienti.

Bioingegneria: la scienza delle proprietà delle piante atteall’impiego come materiale da costruzione nei lavoriambientali e del comportamento delle piante in com-binazione con manufatti. Il concetto di bioingegneria èstato coniato per primo dall’austriaco Kruedener.

Bosco alto fusto: soprassuolo forestale il cui elemento es-senziale è dato da uno strato arboreo chiuso, che crescein altezza e in età, caratterizzato da un turno che di-pende dalla specie legnosa e dalla stazione, intesocome intervallo tra due tagli di utilizzazione.

Caduta sassi: in montagna è la forma di erosione prevalentesu versanti ripidi e su prati. I frammenti di roccia libe-rati per effetto degli agenti atmosferici si distaccano dalloro complesso dopo il disgelo e precipitano in cadutalibera.

Capacità vegetativa: proprietà di una pianta di radicarenuovamente, per via avventizia, da parti staccate rela-tivamente piccole (talee, stoloni, talee di rizomi) e dicacciare nuovi germogli creando una pianta autonoma.

Ceduare: taglio di piante legnose fino alla base del fusto odella ceppaia. Tipico governo delle latifoglie.

Ceduo composto: soprassuolo arboreo a due piani, il cuipiano inferiore (piano dominato) è utilizzato e rinno-vato a ceduo (polloni da ceppaia), mentre lo strato su-periore (piano dominante) serve da portaseme per laproduzione di legname.

Ceduo semplice: soprassuolo arboreo che viene utilizzatomediante il taglio prima di aver raggiunto la maturitàsessuale e che quindi si sviluppa solo per via vegeta-tiva, mediante il ricaccio dei polloni.

Clima continentale: clima determinato dalla posizione in-terna di una grande massa terrestre o in un sistema dimontagne; è caratterizzato da grandi oscillazioni dellatemperatura e da moderate precipitazioni: caldo in e-

state e freddo in inverno.Clima del soprassuolo: clima all’interno di soprassuoli ve-

getali con ridotto movimento dell’aria.Clima oceanico: clima influenzato da correnti aeree prove-

nienti da altre regioni, con elevate e frequenti precipi-tazioni e modeste oscillazioni della temperatura.

Climax: l’associazione ideale e finale di una successione ve-getazionale condizionata dal clima.

Composta: terreno ricco di sostanze nutritive e di microrga-nismi, ottenuto mediante un processo di umificazionecon trasformazione della sostanza organica ad opera dibatteri aerobi.

Congelamento del terreno: forma di erosione che prendeorigine dai capillari del terreno per la presenza di acquagelata, che solleva lo strato di terra piú superficiale. L’a-sportazione del terreno dipende dalla frequenza del-l’alternanza tra gelo e disgelo, dall’umidità del terrenoe dalla temperatura.

Copertura con terra vegetale: riporto di terreno o di com-posta su terreni grezzi privi di humus, prima dell’iniziodel rinverdimento. Prima della stesura, il versantedeve essere terrazzato per fornire un supporto allaterra vegetale che dovrebbe essere rimescolata al ter-reno minerale.

Costruzioni a cespuglio: tutti i tipi di impiego della rama-glia ramificata viva, piú o meno lunga, ove la maggiorparte di essa è capace di riprodursi per via vegetativa.

Costruzioni con ramaglia morta: tutti i tipi di impiego dellaramaglia ramificata morta, di diversa lunghezza, prove-niente da piante legnose non dotate di capacità vege-tativa.

Costruzioni rigide: lavori tecnici che utilizzano materiali dacostruzione morti.

Cure colturali: provvedimenti atti a favorire la crescita dellepiante. Si distinguono in cure di completamento: finoalla chiusura del soprassuolo come chioma, e cure dimantenimento, idonee per consentire l’espletamentodelle funzioni delle piante.

Deflazione: asportazione del terreno da parte del vento,che crea superfici di scavo e di accumulo, particolar-mente marcata durante periodi di siccità.

Deformazione del ghiaccio: erosione che si forma per l’au-mento del volume dell’acqua che gela nelle fessuredella roccia e nelle cavità del terreno. La caduta deisassi è la conseguenza della deformazione da ghiaccio.L’intensità dipende dalla frequenza dell’alternanza fragelo e disgelo.

Denudamento: diffusa asportazione del suolo su versanti ri-pidi, per caduta libera, per movimenti di massa o perdilavamento. Con il concorso dell’acqua corrente si o-riginano delle forme di erosione superficiale.

Drenaggio: sistema sotterraneo di collettori principali e se-condari per il prosciugamento del terreno.

Ecologia: lo studio delle relazioni fra un essere vivente e ilsuo ambiente.

Erosione: concetto geomorfologico per indicare l’asporta-zione del rilievo terrestre mediante l’azione delghiaccio (esarazione), dell’acqua (erosione idrica,anche denudamento) o del vento (erosione eolica o de-flazione). In sesno piú stretto l’asportazione naturaledel terreno, la cui intensità viene intensificata me-diante l’eliminazione del manto vegetale o per inter-venti colturali errati.

Frana: pendio montano privo di vegetazione, causato daparticolari eventi meteorici e privo di protezione.

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Graticciata: opera lineare con le parti costruttive intrec-ciate, formate da materiale vegetale flessibile.

Idrosemina: metodo di semina adatto al rinverdimento distazioni con discreta pendenza per il quale vienesparso a pressione un miscuglio di semente, concime,sostanze miglioratrici del terreno, consolidanti, coltriprotettive (mulch) ed acqua.

Manto erboso: associazione erbacea, graminacee e non,che ricopre il terreno.

Manutenzione: provvedimenti atti ad assicurare il defini-tivo insediamento delle piante al fine di mantenere lefunzioni tecniche ed ecologiche.

Microclima: clima di una zona limitata all’interno di un so-prassuolo arboreo.

Pendenza: rapporto fra altezza e lunghezza di una linea o diun piano inclinato (pendenza longitudinale e trasver-sale), espressa da un rapporto (ad es. 2:1) in percen-tuale o in gradi.

Piante sciafile: specie legnose che prediligono o soppor-tano un forte adduggiamento ed ombra.

Piante a radicazione estensiva: specie dotate di un sistemaradicale esteso o profondo. Compreso le piante fitto-nanti.

Piante a radicazione superficiale: specie con radici di-sposte prevalentemente negli strati superiori del ter-reno.

Piante a radici fascicolate: specie legnose dotate di piú ra-dici che penetrano in profondità.

Piante a radici fittonanti: specie con una radice principaleche si sviluppa in profondità.

Piantina in vaso: semenzale allevato in vaso che viene e-stratto dallo stesso prima della piantagione o che vienetrapiantato assieme al vaso biodegradabile.

Piantine con pane di terra: piantina trapiantata piú volte,le cui radici sono racchiuse in una zolla di terra tenutaassieme da una rete di juta.

Piede della scarpata: settore inferiore del versante.Pollone da ceppaia: cacciata vegetale che si sviluppa della

zona posta fra la base del fusto ed il colletto radicaledelle latifoglie ceduate.

Pollone radicale: ricaccio iniziale che viene formato da unaradice mediante la gempoliazione di gemme dor-mienti.

Polloni o radici avventizie: getti o radici che non si originanoda una gemma, ma da altri punti del tessuto definitivo.

Potatura: taglio di singole parti di una specie legnosa, ese-guito per favorirne la crescita, per ottenere una deter-minata forma e struttura del soggetto.

Potatura di equilibrio: negli arbusti recisione dei getti finquasi al colletto prima della piantagione.

Profilo del suolo: stratificazione del terreno; nel caso di unacompleta formazione del profilo si formano tre piani so-vrapposti, in base alle caratteristiche visibili ed allequalità climatiche: orizzonte A = strato superiore, riccodi sostanze organiche; orizzonte B = strato di transi-zione; orizzonte C = sottosuolo, materiale minerale dipartenza.

Propagazione vegetativa: moltiplicazione per via agamicamediante la separazione di parti vegetative dellapianta madre.

Propaggine: rami lignificati di un albero o di un arbusto chevengono parzialmente interrati allo scopo di fomeredelle radici. Solo ad avvenuta formazione delle radicisi separa la propaggine, ottenendo cosí una pianta in-dipendente.

: legname di conifere o di latifoglie con corteccia.Ramaglia morta: ramaglia di specie legnose non dotata di

capacità vegetativa.Resistenza all’erosione: potere delle specie vegetali di re-

sistere alle forze meccaniche che si manifestano neiprocessi erosivi.

Rinverdimento: termine generale per indicare la creazioneartificiale di un manto di vegetazione.

Rizoma: Fusto sotterrato a sviluppo orizzontale che emetteradici e rami.

Ripulitura: prelievo parziale o totale di individui del popo-lamento costituito da specie legnose che arrecano di-sturbo.

Scarpata ripida: scarpata con pendenza superiore a 35gradi.

Selezione: eliminazione di soggetti vegetali con poca resi-stenza a favore di altri.

Semenzale: giovane piantina nata da seme, non trapiantata(abbreviato S).

Semina a spaglio: semina manuale.Sesto d’impianto: disposizione ordinata delle piantine conschemi geometrici.Sfalcio: taglio dell’erba eseguito per ricavare foraggio, per

favorire la formazione delle radici, per favorire la speciea lenta crescita e per tenere bassi i manti erbosi.

Sistemazione a verde: metodi di costruzione bioingegneri-stici per il consolidamento delle scarpate, dei pendii,degli argini e delle frane. Il termine è stato coniato perprimo da Lusting nel 1950.

Sistemazione a vivo: sistemazione vivente di una scarpata,di una frana o di un argine; il termine è stato coniato perprimo dal Keller nel 1937.

Smottamento: franamento di modesta entità di un pendio,provocato da saturazione idrica;

Specie eliofila: specie legnosa che necessita di molta luceper la crescita, che deperisce con un moderato addug-giamento o che muore con forte ombra.

Specie pioniere: piante rustiche che sono in grado di cre-scere in ambienti difficili.

Stazione: spazio vitale di piante o associazioni, localmentedelimitato, caratterizzato da precise condizioni eda-fiche e climatiche;

Stolone: ricaccio laterale aereo e sotterraneo, con internodimolto allungati e foglie ridotte, che radica ad una certadistanza dalla pianta madre e che si sviluppa come in-dividuo autonomo.

Strato di scorrimento: strato liscio, inclinato nel terreno edifficilmente permeabile all’acqua, su cui possono sci-volare li strati sovrastanti di terra nel caso di inumidi-mento.

Successione vegetale: sviluppo di una associazione vege-tale che trae origine dalle modificazioni stazionali.Queste possono venire dall’esterno (incendio, sfalcio,pascolamento, concimazione) o mediante le stessepiante (adduggiamento, elevazione del campo delvento, miglioramento del terreno). È detta primaria lasuccessione natuirale, originata senza intervento an-tropico. È detta secondaria quella provocata dal-l’uomo. Le successioni progressive sono tutte le serieche portano al climax, le successioni regressive quelleche si discostano dal climax.

Suolo: stato sciolto della superficie terrestre, derivato dalladisgregazione della roccia per effetto degli agenti at-mosferici e della sostanza organica morta. Si differenziadal substrato non ancora disgregato per il colore, la

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 105

struttura, la tessitura, le qualità fisiche, chimiche e bio-logiche.

Tagliola: deposito temporaneo in sabbia delle piantine conradici nude o con pane di terra, per proteggerle controil disseccamento ed il gelo, in attesa della messa a di-mora definitiva.

Talea: parte di pianta originata da una cacciata lignificata,dalla quale si può originare una nuova pianta se collo-cata nel terreno. Lunghezza 50-100 centimetri e dia-metro 2-5 centimetri. Viene prelevata in riposo vegeta-tivo.

Talea apicale: tale a proveniente dall’apice del ramo, percui la cacciata ha luogo dalla gemma terminale.

Talea radicale: parte recisa di una radice che radica for-mando cosí una nuova pianta.

Talee di culmi: culmi di erbe che si possono multiplicare pervia vegetativa mediante il taglio e il trapianto.

Tappeto erboso pronto: striscie di manto erboso, ottenutemediante scoticamento meccanico di soprassuoli;spessore da 2,5 a 4 centimetri, larghezza di 0,3 metri elunghezza di 1,5-2,0 metri

Terra vegetale: strato superficiale del terreno compene-trato da resti organici, radici e ricco di microfauna.

Terreno di riporto: terreno riportato artificialmente e com-pattato.

Terreno grezzo: terreno minerale senza microrganismi.Terreno grossolano: terreno con granulometria > ai 2 mm di

diametro.Torrente: corso d’acqua naturale in montagna, con forte

pendenza e portata idrica molto oscillante, che può ri-manere senza deflusso per un certo tempo; può tra-sportare in caso di piena del materiale solido e deimassi.

Trapianti: semenzali da 1 fino a 5 anni, trapiantati una o piúvolte (abbreviazione = T).

Versante, pendio: piano inclinato di origine naturale, deli-mitato sopra e sotto da una superficie piú piana o piúripida.

Zolle erbose: pezzi per lo piú quadrati, ritagliati da mantierbosi naturali o artificiali, dello spessore da 5 a 15 cen-timetri e della lunghezza da 25 a 40 centimetri.

Disegni: Agr. Antonio CagnaFoto: Archivio Consorzio Forestale Valle Allione - ERFAFTesti e progetto: Dr. For. Christian DonatiRingraziamento

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CTU

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Paolo Frediani Un buon tecnicoè anche un buon C.T.U. ?Valutazioni e riflessioni

venta la sostanza della deci-sione del magistrato. Per-tanto non appare eccessivosostenere che il consulentetecnico finisce per decidere,in quei casi, l’esito della con-troversia.La figura del consulente tec-nico di ufficio, anche perquesti motivi, da lungotempo, è stata frutto di trat-tazioni in pubblicazioni, se-minari e convegni di studionel mondo delle profes-sioni, in particolare di quelletecniche, ambiti nei quali siè rivolto costantemente l’in-teresse alle funzioni pre-cipue dell’ausiliario giudi-ziario, alle proprie attivitàed alle risultanze del lavoroperitale.Viceversa dobbiamo laconi-camente registrare comenon si sia mai posto al centrodell’attenzione il tema dellequalità e conoscenze che unconsulente tecnico di ufficiodovrebbe poter garantireper lo svolgimento correttoe compiuto del proprioruolo. Non parliamo tantodelle conoscenze propriedel professionista, garantitedalla “speciale competenzatecnica” statuita dalle di-sposizioni codicistiche,quanto di quelle specifichedell’ambito di svolgimentodella propria opera, ossia leregole e norme del processoche, ove sottovalutate, fini-scono soventemente percondizionarne gli esiti.È da constatare come nelpercorso scolastico ed uni-versitario non si siano maicurate in modo specifico laformazione e la specializza-zione del futuro esperto delgiudice, ancorché a questi

vengano, da sempre, affidaticompiti di rilevante respon-sabilità ed incombano, ovele liti si risolvano in que-stioni di natura tecnica, le re-sponsabilità di decidere l’e-sito della controversia. Si èda sempre osservato l’atti-vità di consulenza tecnica diufficio come “parte” dell’at-tività professionale quoti-diana, talvolta riservandoletempi e spazi marginali ri-spetto ai ben più remunera-tivi settori della progetta-zione, topografia ed altri. D’altra parte lo stesso codicedi procedura civile, nelle suedisposizioni attuative, dà,per così dire, per scontata laconoscenza giuridica delconsulente. Difatti all’art. 15disp.att. c.p.c. questo stabi-lisce i requisiti in: – speciale competenza tec-

nica in particolari materie;– specchiata condotta mo-

rale;– iscrizione nelle rispettive

associazioni professionali.Competenza tecnica: è,come si è detto, una spe-ciale competenza tecnicache deve, non solo, esserespiegata dal titolo di studioacquisito, dall’apparte-nenza a una categoria pro-fessionale o ancora dallosvolgimento di una attivitàprofessionale, ma soprat-tutto dall’acquisizione di ti-toli, dalla partecipazione apercorsi di formazione spe-cifici nella materia, dall’aversvolto pubblicazioni o atti-vità di insegnamento. Ènella sostanza non suffi-ciente dimostrare il “poterfare” ma occorre esprimere il“saper fare”, in quel deter-minato settore.

L’attività di consu-lente tecnico di uf-ficio e perito, ov-

vero quelle figure di ausiliofondamentale alle attivitàdell’autorità giudiziaria neisettori civile e penale hannoda sempre affascinato i pro-fessionisti; sì è frequente-mente osservato quelle atti-vità con rispetto, ed anche(da parte dei più giovani)con un po’ di soggezione,dovute principalmente alfatto che le conoscenze ecompetenze tecniche pri-vate del tecnico vengonoposte al servizio della pub-blica giurisdizione, sia essacivile che penale, come qua-lificato contributo per trarneun giudizio.D’altra parte per coloro chesvolgono costantemente ildetto ruolo, il compito è vis-suto come fonte di prestigioprofessionale, tanto da ma-nifestarne l’esercizio attra-verso biglietti da visita, cartaintestata e targhe all’in-gresso dello studio.Ed infatti il consulente tec-nico di ufficio svolge una fun-zione giurisdizionale impor-tante per il giudice. Essorappresenta “l’occhio spe-cialistico” del magistratoquando questi si trova adover decidere su aspettiche esulano dalle propriecompetenze e conoscenze.Occorre altresì osservareche sempre più spesso –ancor di più nello stato at-tuale della giustizia nel no-stro paese – il risultato dellavoro dell’esperto (la co-siddetta relazione peritale),quando la questione contro-versa si risolve in aspetti e-sclusivamente tecnici – di-

Condotta morale: il riferi-mento della norma è da leg-gersi come generale con-dotta morale del richie-dente e quindi, in concreto,formano condizioni limitantinon solo i casi di condannepenali, civili ma anche l’irro-gazione di sanzioni discipli-nari e amministrative perfatti non inerenti all’incaricodi C.T.U., ma che possono in-cidere sull’esercizio dellaprofessione o che co-munque denotano, in chi leha subite, spregio della le-galità o mancanza di sensocivico. È da precisare, in ognicaso, che è precipuo com-pito del comitato, in ordineall’esito della domanda, va-lutare la situazione partico-lare in relazione alle effet-tive condizioni fatte regi-strare dalle singole circo-stanze.

Iscrizione nell’ordine ocollegio professio-nale: tale condizione,

con ogni evidenza, vale perquelle categorie professio-nali (architetti, ingegneri,commercialisti, geometri,periti industriali ecc.)mentre per gli altri vale l’i-scrizione negli appositi e-lenchi conservati presso lecamere di commercio indu-stria agricoltura ed artigia-nato.Dalla analisi svolta ne di-scende che non mai ricono-sciuto il valore di una spe-ciale conoscenza delle pro-cedure e norme. E non certoperchè non ve ne sia l’esi-genza; difatti il professio-nista tecnico, esperto nelsettore di competenza, fre-quentemente non lo è nella

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 107

non è detto che una consu-lenza tecnica ineccepibileda un punto di vista scienti-fico possa anche esserlosotto quello della proceduracivile.

Ma d’altra partenel nostro paesenon si è mai svi-

luppata una seria riflessionesul concetto della professio-nalità (e quindi qualità) cheil consulente tecnico di uf-ficio deve poter garantire;né da parte delle categorieprofessionali né da quelladella magistratura. Certa-mente, come già osservato, irequisiti per l’iscrizione al-l’albo non sono né sufficientiné idonei a rendere plausi-bile il corretto, compiuto esoddisfacente assolvimentoall’incarico. Dovrebbe in-vece, a parere di questo au-tore, farsi strada una consi-derazione diversa del ruolocontraddistinta da un rico-noscimento anche formale(certificazione) da ottenersiattraverso un percorso for-mativo specifico da realiz-zarsi dapprima nell’ambitodei cicli scolastici e successi-vamente da svolgersi nel-l’ambito dei percorsi d’indi-rizzo professionale da defi-nirsi a cura dalle categorieprofessionali unitamente,perché no, al corpo dellamagistratura.Insomma è necessario daredefinitivamente priorità alsaper fare piuttosto che alpoter fare.Il sapere dell’esperto puòindividuarsi in:– sapere tecnico;– sapere giuridico;– sapere relazionale.

Sapere tecnicoRiguarda la competenzaspecialistica nel settore incui l’esperto svolge la pro-pria attività.Nel descrivere la figura dicoloro che possono richie-dere l’iscrizione all’Albo deiconsulenti tecnici l’art. 15disp. att. c.p.c. stabilisce che«… Possono ottenere l’iscri-zione nell’Albo coloro chesono forniti di speciale com-petenza tecnica in una de-terminata materia, …» .Unapprofondimento etimolo-gico del termine ci introducealla definizione dal francese“spècialiste” specializzato inuna particolare tecnica e di-sciplina ed anche dal latino“specialem” ossia non comune,particolare, di qualità eccel-lente. Pertanto il termine vuol si-gnificare che il soggettodeve possedere non già unacompetenza purchessia(come quella meramentespiegata dall’iscrizione adun ordine o collegio profes-sionale) ma una compe-tenza tecnica “particolare”ovvero specifica in un deter-minato settore.Poiché un esperto non è ingrado né può conoscere a-deguatamente ogni ambitodella propria sfera di atti-vità, è da escludere (e nellaspecie se ciò non avvenisseil consulente prescelto do-vrebbe astenersi dall’inca-rico) la possibilità che ungiudice conferisca incarico aun consulente che non risultiadeguatamente esperto nelsettore oggetto della contro-versia (ad es. incarico di a-nalisi chimiche e fisiche diun terreno conferito a un

procedura che lo coinvolgenel corso dell’adempimentodell’incarico giudiziario. In tal senso non apparescontato rammentare chequesti dovrebbe – come inuna comune prestazioneprofessionale richiesta daun cliente – astenersi nelcaso che non fosse in gradodi adempiere o non potessededicare il necessario gradodi attenzione al compi-mento dell’incarico. Il com-plesso quadro delle respon-sabilità dovrebbe fornire aciò adeguato deterrente.L’esperienza quotidiana in-dica, difatti, che il professio-nista è spesso portato, erro-neamente, a ritenere che lapropria competenza, moti-vata dall’iscrizione ad un or-dine o collegio professio-nale e gli anni di esperienza,possa di per sé essere suffi-ciente a garantire il correttoassolvimento del mandatogiurisdizionale. In verità – eciò assume ancor più un par-ticolare rilievo alla luce dalleriforme del processo del2006 e del 2009 – non apparescontato il fatto che un buontecnico possa rappresen-tare necessariamente unbuon consulente tecnico,poiché per svolgere effica-cemente l’attività di ausi-liario del giudice, questideve possedere particolariconoscenze e qualità, in uncerto senso anche auto-nome rispetto alle merecompetenze scientifiche eprofessionali. Ed è quelloche contraddistingue la fi-gura del consulente tecnicodi ufficio rispetto a quella diun professionista tecnico insenso lato. Ed in tal senso

geometra); al contrario, sel’accertamento ricade nel-l’ambito più generale di unaspecifica attività professio-nale di quella categoria, ciòassume carattere di norma-lità (ad es. accertamenti diconformità edilizio-urbani-stici, verifiche catastali,computo metrico estimativodi lavori edili, calcolo danniconseguenti ad imperizianella esecuzione di lavori diristrutturazione ad un edi-ficio).

Occorre comunqueevidenziare la ne-cessità che al-

l’atto della domanda di iscri-zione all’Albo dei consulentitecnici il richiedente deveindicare le proprie specia-lizzazioni, eventualmentesupportate da titoli e quali-fiche, al fine di consentire algiudice una più agevolescelta.

Sapere giuridicoIl tecnico che espleta l’atti-vità di C.T.U. deve conoscerecompiutamente le normeche regolano l’ambito nelquale la propria attivitàtrova esplicazione. Tale concetto può sembraredi una imbarazzante bana-lità, ma spesso coloro che af-frontano l’attività di consu-lente tecnico di ufficio, inparticolar modo coloro chela svolgono saltuariamente,la ritengono, nei fatti, unaparte diretta ed accessoriadella professione, trascu-rando la portata che taluneobbligazioni stabilite dal-l’ordinamento processualee dal codice di procedura ci-vile rappresentano per il

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tendosi al riparo da even-tuali spiacevoli conse-guenze.

I consulente devequindi conoscere ap-profonditamente le

norme che regolano la pro-pria attività e specifica-mente quelle relative alledisposizioni regolanti l’iscri-zione, la tenuta, la forma-zione dell’Albo dei consu-lenti tecnici (artt. 13 disp.att. c.p.c. e ss.), nonchéquelle relative alle sanzionie responsabilità cui è sog-getto, quelle relative allapropria attività e quella deiconsulenti di parte (artt. 90disp. att. c.p.c. e ss.), le di-sposizioni generali (artt. 61c.p.c. e ss.) e quelle concer-

nenti il processo di cogni-zione (artt. 191 c.p.c. e ss.).

Sapere relazionaleUn ulteriore aspetto delleconoscenze del consulente– tutt’altro che scontato – èrappresentato dal sapererelazionale che con altro ter-mine potrebbe definirsi ilsaper essere, ovvero quel-l’insieme particolare di mo-delli comportamentali, rela-zionali e di sensibilità chel’ausiliario deve saper utiliz-zare nello svolgimento delcompito.Nella generalità, tra gli e-sperti giudiziari, si registracome modello diffuso quel-lo ispirato allo stile autori-tario; se vogliamo ciò è in-dotto anche dalla perce-

corretto e valido svolgi-mento dell’incarico.D’altra parte, come già rile-vato in precedenza, nessunosi è mai preoccupato di farcapire ai consulenti che persvolgere correttamente l’in-carico è necessario cono-scere il codice di proceduracivile e tutte le regole ed ob-bligazioni processuali cheesso definisce. Negli inca-richi di consulente tecnico diufficio le norme di diritto e diprocedura influiscono e con-dizionano in modo decisivoil lavoro dell’esperto.Potremmo dire che — lanorma rappresenta nellaconsulenza tecnica di ufficioquello che il sale rappre-senta per la pasta: come ilsale non si vede, ma se nonc’è, appena assaggiata laprima forchettata, si sente!Il mancato rispetto del con-traddittorio e del diritto alladifesa, ovvero assumere do-cumentazione irrituale nelcorso dell’incarico o perquella acquisita non garan-tirne la consegna alle partiod ancora dare inizio o pro-secuzione alla operazionisenza darne avviso alleparti, possono rappresen-tare circostanze e fatti i-donei a spiegare la possibilenullità della consulenza tec-nica di ufficio con le even-tuali conseguenze sul pianodelle responsabilità disci-plinari, civili e penali. Per il tecnico, per sua stessanatura non “tecnico del di-ritto”, si impone pertanto laconoscenza approfonditadell’intero quadro norma-tivo che consente di potersvolgere nel migliore deimodi la propria attività, met-

zione di “ordine imposto”con il quale viene conno-tato, nella visione comuneed in un certo senso conven-zionale, l’incarico giudi-ziario.Tale modello se da un latopuò rispondere ad esigenzedi ritualità nello svolgi-mento delle fasi tipiche del-l’incarico dall’altra non ri-sulta né funzionale né tanto-meno efficace laddove, inaltre fasi del mandato, lapriorità debba essere indi-rizzata a privilegiare carat-teri di relazionalità e con-fronto con i diversi soggetticoinvolti come accade, ad e-sempio, nei tentativi di con-ciliazione, che tratteremoampiamente nei prossimicapitoli.

Ed è in queste fasiche emergono conogni evidenza i li-

miti del detto modello.Con lo stile autoritario il con-sulente non detiene la forzache invece viene ricono-sciuta a chi adotta quellocooperativo (negoziale) cheimplica l’autorevolezza. Ilprimo si impone, il secondoviene riconosciuto.Ed è questo uno dei limitinella dinamica di azione che– allo stato attuale – non con-sente al consulente di conno-tare positivamente i propri e-sperimenti conciliativi e chespesso – in una visione par-ziale ed errata – porta a rite-nere che la conciliazione nonpossa essere raggiunta incorso di causa. E invece l’e-sperienza indica che è pro-prio vero il contrario. È essenziale comprendereper il consulente che solo at-

L’autore dell’articolo è relatore al corso “L’esperto del giudice: leattività, i compensi ed il tentativo di conciliazione” in corso disvolgimento in tre edizioni presso il Collegio dei Geometri e Geo-metri Laureati della provincia di Brescia. Il percorso formativo analizza in modo puntuale il ruolo e le atti-vità dei tecnici nell’esercizio dell’incarichi originati dalle proce-dure civili e penali nella pubblica giurisdizione alla luce delle mo-difiche sostanziali apportate dalla riforma del processo dellalegge n. 80/2005 e dalla più recente Legge n. 69/2009 fornendoa chi non è un tecnico del diritto ma che è chiamato, in vario modoa compiere il delicato compito di esperto per il Giudice, gli stru-menti ed i mezzi di valutazione e comprensione per consentirglidi poter adempiere in modo corretto e compiuto al mandato af-fidato. Il corso analizza e svolge in modo pratico ed innovativoanche attraverso esemplificazioni, casi di studio ed una letturacombinata tra prassi, dottrina e norma le fasi delle attività, la re-dazione dell’elaborato peritale, il tentativo di conciliazione ed ilcalcolo dei compensi. Il percorso formativo proposto, si inse-risce a pieno titolo nell’ambito della formazione permanente,componente imprescindibile della vita del professionista in par-ticolare nel settore delle attività per l’autorità giudiziaria e dellacomposizione negoziale delle controversie ove le responsabilitàe la specializzazione del tecnico diventano sempre più rilevanti.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 109

zione specifica – i risultati,se non demandati allabuona volontà del singolo,non potranno sostanzial-mente mutare.Ma la dinamica per così direcooperativa non premia solole attività della sfera conci-liativa nell’incarico del con-sulente.Al consulente, oltre a fornireuna esauriente e motivata ri-sposta alle questioni postedal giudice istruttore, sichiede di dare attuazione aun reale e concreto con-fronto con le parti (legali econsulenti tecnici di parte,qualora nominati), ondeconsentir loro di esprimeregiudizi e le motivate osser-vazioni in merito alle que-stione riguardanti gli accer-tamenti, anche a mezzodelle osservazioni alla co-siddetta bozza della rela-

zione peritale che, con lariforma del processo leggen. 69/2009, il consulentedeve inviare alle partiQuesto ha un duplice scopo:– concretizzare il rispetto

del contraddittorio, per-mettendo ai soggetti incausa di avanzare ogni u-tile osservazione all’e-sperto nel momento in cuiquesti forma il proprioconvincimento;

– contenere i tempi del giu-dizio, prevenendo l’even-tuale chiamata a chiari-menti o la richiesta di sup-plemento di consulenzatecnica.

La detta condizione presup-pone anche la capacità daparte del C.T.U. di mettersiin discussione, accettandocritiche al proprio operatonella responsabile consape-volezza che la propria rela-

traverso il dialogo è possi-bile offrire un cambiamentodi prospettiva della contro-versia alle parti. Proprioquel dialogo che manca inun conflitto che viene acuitodall’assenza della comuni-cazione tra le parti; queste,nel corso del procedimentogiudiziario mantengono ildialogo, normalmente, soloattraverso i propri legali chemediano ogni scambio co-municazionale, per iscritto,a mezzo di lettere, atti ed i-stanze. Le parti, raramentesono chiamate a doversiconfrontare direttamentesui temi specifici formanti lacontroversia e, se obbligati,tendono a frapporre filtri divaria natura.L’abituarsi nuovamente aldialogo per le parti è un po’come per una persona che aseguito di un trauma, rico-mincia una lenta e dolorosafase di riabilitazione per ri-prendere pienamente leproprie funzioni deambula-tive; le prime azioni sarannolimitate e circospette perpoi, man mano che si riap-propria della giusta confi-denza e naturalezza, lasciarespazio ad una iniziativa ac-compagnata da maggioreforza e convinzione. Sonoproprio le difficoltà di or-dine comunicativo a rappre-sentare il vero scoglio inquesti contesti e la cui ge-stione è tale da richiedere alconsulente una prepara-zione specifica ed adeguata.Fin quando i consulenti – edi magistrati – non compren-deranno che la conciliazioneè una vera e propria attivitàprofessionale che richiedepreparazione ed una forma-

zione andrà a costituire labase e la sostanza della de-cisione del giudice. Talequalità risulta anche indi-spensabile quando per ilgiudice risulta inevitabilechiamare a chiarimenti ilconsulente. Solo in questomodo l’incarico potrà ri-spondere pienamente alleesigenze giurisdizionali in-dirizzate al soddisfacimentodi avere una giustizia più ra-pida e concreta.

(*) Paolo Frediani è un geometra li-bero professionista. Svolge preva-lentemente attività di CTU e peritonei processi civili e penale e datempo conduce studi ed approfon-dimenti sulla materie. Da più didieci anni è relatore in corsi di for-mazione, autore di pubblicazioni epubblicista per quotidiani e rivisteprofessionali.

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110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Stefano Fracascio La prima facciata delle relazioniper le esecuzioni immobiliariTribunale di Brescia

Intestazione del C.T.U.

Arch./Ing./Geom. ………………………………………………………………………………

con studio a ……………………………, via ………………………………………………...

tel.……………………, fax ……………………, e-mail ……………………………………….

TRIBUNALE DI BRESCIAEsecuzione immobiliare n. ……………………

CREDITORE PROCEDENTE: ……………………………………………………………………………………………………………………………………...

con sede a ………………………………………………………… in via …………………………………………………………………………………………………….

Codice fiscale ………………………………………………… Partita Iva …………………………………………………………………………………………..

Rappresentato dall’avv. ………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

con studio a ……………………………………………………… in via ……………………………………………………………………………………………………

CONTRO: ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...

con sede a ………………………………………………………… in via ……………………………………………………………………………………………………..

Codice fiscale ………………………………………………... Partita Iva ………………………………………………………………………………………......

Magistrato: …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Data dell’udienza d’incarico e giuramento ………………………………………………………………………………………………………

Data dell’udienza per la determinazione della modalità di vendita ……………………………………………..

Dati generali del bene e suddivisione in lotti

Lotto 1Valore stimato euro ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...

Quota di proprietà ……………………………… %Immobile sito nel Comune di ………………………………………………………………………………………………………………………………….

Distinto in catasto …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Comproprietari ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...

Divisibilità dell’immobile …………………………………………………………………………………………………………………………………………

Lotto 2Valore stimato euro ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...

Quota di proprietà ……………………………… %Immobile sito nel Comune di ………………………………………………………………………………………………………………………………….

Distinto in catasto …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Comproprietari ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...

Divisibilità dell’immobile …………………………………………………………………………………………………………………………………………

Problematiche e/o note particolari❑ Sì, vedasi pag. ……………… capitolo ………………………………………………… della perizia estimativa❑No

Si porta a conoscen-za dei Periti chesvolgono attività di

Consulenti per le EsecuzioniImmobiliari che in seguito arecenti accordi con la Can-celleria del Tribunale di Bre-scia, la prima facciata delleRelazioni del C.T.U. deve a-vere la forma a fianco ripro-dotta, in modo da mostrareben in vista sia il numerodell’esecuzione immobi-liare, sia le date di giura-mento e di udienza, sia le e-ventuali suddivisioni in lottidel bene valutato.Si precisa che ove vi sia unappartamento e una ri-messa, questa farà parte diun unico lotto. Verrà ancheindicato se l’immobile hadelle particolarità edilizie osue problematiche, indi-cando la pagina della periziaove risultano citate.Si fa presente che non sidovrà allegare alla relazionela “Certificazione energe-tica”, che potrà essere esi-bita in un secondo tempo almomento dell’asta.

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

112 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Giuseppe Mori Impianti: acqua in bioediliziaUna risorsa da usare al meglioLe ragioni del risparmio (Parte prima)

l’acqua.Insomma la fatica fisica perprovvedere all’acqua era giàun motivo più che suffi-ciente per usarla con parsi-monia. Non si tratta della solita re-

torica del bel tempo andato,che ben pochi vorrebbero ri-vivere, ma di accrescere laconsapevolezza che ogniscelta ha inevitabili conse-guenze, anche se nonsempre si possono misurare

nel breve periodo.Vediamo intantoalcuni dati di baseper capire di chestiamo parlando.

Disponibilità diacqua:qualche numeroSe pensiamo al-l’acqua sulla terraimmaginiamo unarisorsa inesauribile

Nota preliminare. Questo arti-colo è il primo di una serie che trat-terà l’argomento “acqua in bioedi-lizia” dal punto di vista tecnico. L’Au-tore però ha ritenuto utile partire daun preambolo che sottolineasse la vi-tale necessità del risparmio idrico.

L’opinione pubblicadiventa semprepiù consapevole

che l’acqua – acqua potabilesi intende – bene primarioper la sopravvivenza del-l’uomo, diventa sempre piùrara e sempre più a rischio, alpunto che molte fonti auto-revoli prevedono che essadiventerà “l’oro blu” nelprossimo futuro.

Nel nostro attuale modellodi vita ci si è oramai abituatiall’idea dell’acqua abbon-dante e sana fornita a ogni a-pertura di rubinetto, dimen-ticando che la generazioneappena precedente la no-stra ricorda bene quandos’andava a prendere l’acquaalla fontana con il secchio,che non c’era il bagno incasa, che le donne lavavanoal fiume, ecc. Questa è an-cora la modalità attuale, permiliardi di persone nelmondo, per procacciarsi

rispetto al nostro limitatofabbisogno: gran parte delpianeta è ricoperto da o-ceani, mari, grandi laghi mabruscamente, se traduciamoacqua in “acqua potabile”,apprendiamo che il 97,5%dell’acqua presente sul no-stro pianeta è salata e,quindi, da sottoporre a com-plessi e costosi processi perpoter essere utilizzata.Solo il 2,5% dell’acqua èdolce e si trova, per la mag-gior parte, sotto terra op-pure concentrata in alcuni e-normi bacini di acqua dolcecome i ghiacci delle calottepolari, i Grandi Laghi in NordAmerica, nei laghi Tanga-

Stima consumi medi per una famiglia di 4 persone media giornaliera litri totale %

Per fare un bagno in vasca si consumano mediamentefra i 120 e i 160 litri di acqua. 1 140 140 14,58%

Per fare una doccia di 5 minuti se ne consumanodai 75 ai 90 litri. Per una doccia di 3 minuti:dai 35 ai 50 litri. 3 60 180 18,75%

Ogni volta che tiriamo lo sciacquone: 9-15 litri 16 12 192 20,00%

Ogni volta che ci laviamo le mani: 1,4 litri 20 1,4 28 2,92%

Per lavarsi i denti lasciando scorrere l’acqua:30 litri, Per lavarsi i denti senza lasciar scorrerel’acqua: 2 litri 24 5 120 12,50%

Per bere e cucinare: circa 6 litri al giorno a persona 8 6 48 5,00%

Per lavare i piatti a mano: 20 litri . Per un caricodi lavastoviglie: 40 litri 3 30 90 9,38%

Per un carico di lavatrice: 80 - 120 litri 1,4 80 112 11,67%

Farsi la barba 1 15 15 1,56%

Lavaggio auto: media giornaliera 100litri: 7 giorni 1 15 15 1,56%

Igiene della casa 1 20 20 2,08%

totale 79,4 384,4 960 100,00%

componenti nucleo familiare 4

media per componente in litri/giorno 240

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 113

tiche di distruzione delle der-rate alimentari in eccesso.L’utilizzo dell’acqua dolceper usi industriali, si stimaintorno al 24% della disponi-bilità, ed è un altro degli ele-menti dei quali tenere conto.Con poche altre ricerche ve-niamo poi a sapere che “piùdi 1,3 miliardi di persone nelmondo non dispongono diacqua potabile; altri 2 mi-liardi ne hanno in quantitàinsufficiente.”L’11% della popolazionemondiale controlla l’84%dell’acqua e consuma l’88%dell’acqua potabile.L’ONU ha dichiarato che di-ritto minimo di acqua per

persona’ è la quantità di 40litri/giorno. Il consumomedio di un africano 10 litri.In molte situazioni risulta giàdifficile soddisfare la quan-tità vitale di 2-3 litri/abitante.

I nostri consumi mediMi rendo conto che quandosi dice che il cittadino medioitaliano consuma circa 200-250 litri d’acqua al giorno, ingenere si rimane increduli:

«ma figuriamoci … facciamoil conto … intanto l’acqua dabere la prendo in bottiglia;per cucinare, ma che vuoiche siano una-due pentoleal giorno, poi lavo i piatti …ah si dimenticavo! … bi-sogna pur lavarsi ogni tantoe anche andare in bagno…».Eppure il conto è prestofatto; vediamo per esempionella pagina a sinistra una ta-bella dei possibili consumimedi per una famiglia di 4persone.Da altri dati medi attingiamovalori diversi ma che, allafine, raggiungono sempre ilmedesimo valore medio.Secondo un’altra fonte, in-

fatti, il bagno e la doccia co-stituiscono il 20% del con-sumo di acqua nelle case. Losciacquone del WC è, conuna quota del 31%, di granlunga il principale responsa-bile del consumo di acquanelle case. La quota di con-sumo di acqua nelle case im-putabile all'uso del lavabodel bagno e del lavello dellacucina è del 28%. La piccolacura del corpo e il lavaggio di

nika, Vittoria e Malawi in A-frica, mentre il 27% di que-st’acqua dolce è costituitadai cinque più grandi si-stemi fluviali: il Rio delle A-mazzoni, il Gange con il Bra-maputra, il Congo, lo Yang-tze e l’Orinoco.Nonostante l’enorme quan-tità di acqua presente sullaTerra, neanche l'1% di que-sta, alla fine, è effettivamen-te disponibile per il con-sumo umano. In altre parole,agli abitanti del pianeta èconcessa solo una piccolis-sima parte del suo enormepatrimonio idrico.Un altro dato rilevante ri-guarda l’utilizzo a scopo agri-

colo: l'Italia, ad esempio, de-dica a scopi irrigui (agricolturae allevamenti) circa il 60% deicirca 56 miliardi di metri cubiannui di consumi di acquadolce. L'Italia è al primoposto in Europa sia per i con-sumi di acqua per abitante,sia per la maggiore esten-sione agricola irrigata, pari a4.500.000 ettari molti deiquali, purtroppo, inutil-mente, a causa delle poli-

biancheria a mano nel la-vabo contribuiscono per il13%. Il restante 15% è attri-buibile all'uso del lavandinodella cucina comprendenteil fabbisogno di acqua percucinare, bere e lavare lestoviglie a mano. Il consumodi acqua da parte delle lava-trici costituisce il 19% deiconsumi totali nelle case.

Come abbiamo vi-sto, sommando isingoli piccoli usi

quotidiani, raggiungiamo i-nevitabilmente queste no-tevoli quantità che, fortuna-tamente, sono ancora infe-riori alla medie di alcunecittà americane che raggiun-gono la bellezza di 500litri/abitante/giorno, ma chesono ancora decisamentetroppo rispetto ai consumirealmente necessari per gliusi indispensabili alla vitaquotidiana.

Il problema risorse idriche:riduzione sorgentie inquinamentoL’approvvigionamento i-drico diventa sempre piùproblematico anche per lasomma di altri fattori quali lacrescita demografica in de-terminate aree del pianeta oper fenomeni locali di urba-nizzazione programmatasenza tenere conto delle ri-sorse da una parte, mentredall’altra le risorse idricherealmente utilizzabili dimi-nuiscono.Altri macrofenomeni dovutiall’azione umana, un e-sempio eclatante è la costru-zione di grandi dighe, contri-buiscono a risolvere deter-minati problemi per alcune

L’acqua sulla terra– Il volume totale d'acqua sulla terra è di 1.4 miliardi di Km cubi;– Il volume delle risorse d'acqua dolce è di 35 milioni di Km cubi, o il 2,5% del totale; – Di queste risorse d'acqua dolce 24 milioni di Km cubi o il 68,9% è sotto forma di ghiaccio edi neve permanente in regioni di montagna, nelle regioni dell'Antartico e dell'Artico; – 8 milioni di Km cubi o il 30% è situato sottoterra. Questo costituisce circa il 97% di tutta l'acquadolce ch,e potenzialmente, può essere utilizzata dagli uomini; – L'acqua dolce contenuta nei fiumi e nei laghi è di 105.000 Km cubi o lo 0,3% del totale del-l'acqua dolce mondiale; – Il totale dell'acqua dolce disponibile per gli ecosistemi e per gli uomini è di 200.000 Km cubid'acqua, che è l'1% di tutte le risorse d'acqua dolce e solo lo 0,01% di tutta l'acqua della terra.

Fonte: sito Green Cross Italia

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

114 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

mari; oltre il 50%della acque “u-sate” non vienedepurato primedi essere reim-messo nel ciclonaturale;– Lo sfruttamen-to sempre più inprofondità dellefalde freatiche(man mano chele acque di su-perficie e le faldepiù superficiali siinquinano, di-venta necessariopompare le acqueda falde semprepiù profonde);– gli sconvolgi-menti geologici,sempre meno“naturali”, cheportano alla im-permeabilizza-zione di larghe

porzioni del suolo, ridu-cendo il rifornimento dellafalde e favorendo, fral’altro, piene e inonda-zioni.

Le soluzioniimmediatamente attuabiliSe quello sopra delineato èuno scenario che cerca di de-lineare alcune ragioni del ri-sparmio idrico, vediamoche, ormai da decenni, sicerca di contrastare il feno-meno con azioni legislativee di educazione ambientale. È noto che già il modo di uti-lizzo della risorsa idrica puòconsentire risparmi signifi-cativi, senza per questo ri-durre la qualità di vita esenza considerare investi-menti importanti.Rivediamo quindi, in chiu-

sura di questo primo arti-colo, alcune attenzioni chepossiamo porre nel nostrovivere quotidiano, senza rin-viare a domani:1. L'applicazione del misce-

latore d’aria nei rubinettie nelle docce riduce ilconsumo d’acqua senzamodificare le proprie abi-tudini. Si tratta di una pic-cola appendice da appli-care al rubinetto di casa ingrado di miscelare l’acquain uscita con aria. Chi usa ilgetto d’acqua non perce-pisce alcuna differenzama il consumo comples-sivo è inferiore. Con i mi-gliori miscelatori si arrivaa risparmiare quasi lametà dell'acqua utiliz-zata.

2. Lo sciacquone del water

consuma ad ogni utilizzocirca da 9 a15 litri d’acqua.Non è però necessario uti-lizzare sempre questogetto. Per ridurlo è suffi-ciente porre nella cas-setta una bottiglia di pla-stica da un litro pienad'acqua, priva di etichetta

aree prima prive di acquacreando talvolta gravi ca-renze in altre zone.Si assiste inoltre a fenomenidi abbandono di pozzi e sor-genti inquinate, o impove-rite quantitativamente, do-vuto a vari fattori quali, ad e-sempio:– l’utilizzo in agricoltura di

pesticidi e insetticidi sularga scala;

– l’utilizzazione massiccianell’industria (a anche a li-vello di igiene domestica)di prodotti chimici non de-gradabili e/o di materialipesanti (nitrati, piombo,mercurio, arsenico, ecc…);

– la scarsità di trattamentodegli scarichi domestici eindustriali che vanno, ingran parte, direttamentenelle acque dei fiumi e dei

ed ermeticamente chiusacon il tappo. Se possibile,senza interventi di demo-lizione, è più efficace farinstallare un sistema condoppio pulsante di sca-rico o con la possibilità difermo manuale.

3. Là dove le condizioni del-l’alloggio lo consentono sipuò incanalare l’acquapiovana captata da untubo pluviale, raccoglierlain piccole cisterne ed u-sarla per innaffiare pianteo orto.

4. L’acqua utilizzata per ri-sciacqui di frutta e ver-dura può essere usata perinnaffiare le piante delterrazzo. Basta raccoglierel'acqua in una bacinella eutilizzarla dopo aver scia-cquato la verdura.

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 115

acqua corrente: si può ri-sparmiare dal 30% all’80%dell’acqua mediamenteconsumata.

8. Si possono lavare le stovi-glie utilizzando una va-schetta dove porre le sto-viglie per insaponarle e u-tilizzare un debole gettod’acqua soltanto alla fineper risciacquarle. Nonserve a nulla tenere il ru-binetto aperto nella fasiintermedie.

9. Lavatrici e lavastoviglie apieno carico sono senzadubbio un’altra modalitàdi economizzare il con-sumo di acqua, oltre chedi energia elettrica.

10. Naturalmente la atten-zione a quali prodotti uti-

lizziamo per la nostra i-giene personale, bian-cheria e stoviglie, può aiu-tare notevolmente a ri-durre l’inquinamento del-le acque che scarichiamoin ambiente, sia pure,quando c’è, attraversouna depurazione.

Potranno sembrare isoliti banali sugge-rimenti ormai noti,

ma poiché la quasi totalitàdella popolazione italianaabbia consapevolezza che ilrisparmio di acqua sia ormaiun problema “etico-am-bientale”, ancora un 80%della popolazione non ha at-tuato accorgimenti utili al ri-sparmio idrico.

Acqua per la casa:le soluzioni strutturalinell’ediliziaAnche in questo ambito,come in quello energetico,si tratta quindi di cominciaread attuare quelle politichein ambito domestico cosìcome di politiche dilivello collettivo u-tili a ridurre i fabbi-sogni e, contestual-mente, a migliorarele politiche di recu-pero qualitativodelle acque di sca-rico partendo dallainformazione tec-nica al riguardo.In queste note ab-biamo analizzatodati e visto solu-zioni alla portata ditutti, immediata-mente praticabili. Nei prossimi arti-coli tratteremo iltema delle tecniche

5. Utile è un controllo perio-dico sullo stato dell'im-pianto idrico di casa. Èsufficiente controllare ilcontatore dell'acqua nelmomento in cui tutti i ru-binetti sono chiusi.

6. Preferire la doccia al bagno.Per riempire una vasca, ab-biamo visto alcuni dati,sono necessari 150 litrid’acqua mentre per unadoccia il consumo è paricirca 40-50 litri.

7. Lavarsi i denti, le mani, icapelli, radersi sono soloalcune della attività quo-tidiane nelle quali si puòottenete un notevole ri-sparmio idrico: bastachiudere il rubinetto nellefasi in cui non è necessaria

che stanno via via pren-dendo piede, recuperandole indicazioni che la bioedi-lizia, mette da sempre fra lepriorità per una casa ecolo-gica e che, ormai anche ilmercato, decisamente piùmaturo anche in questo set-tore, sta offrendo.Depurazione domestica, fi-todepurazione, impiantiduali e modalità di recuperodelle acque meteoriche sa-ranno quindi i prossimi temitrattati.

Bibliografia minima– KARL ERNTZ LOTZ, La casa bioecologica, Edi-zioni AAM Terra Nuova, Firenze, 1991– SERGIO LIRONI, Ecologia dell’abitare. Architet-tura biocompatibile per una casa solare – EdizioniGB, Padova, 1996– NIKA HRTMANn, Ecologia domestica, FrancoMuzzio & C. Editore spa, Padova, 1987– Serena Omodeo Salè, Verde aureo dell’ar-chitettura, Maggioli Editore, Rimini, 1997

– Siti consultati:http://www.greencrossitalia.it/ita/acqua/risorse_acquahttp://www.retelilliput.org/http://www.setemaipiu.it/http:/ /www.legambiente.eu/docu-menti/2008/0701_dossier_acqua/dos-sierAcqua_in_agricoltura.pdf

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GEOLOGIA

116 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Sergio Ragnoli Marcatura CE sui prodottida costruzione in pietra

La presenza dellaMarcatura CE (Co-munità Europea)

su un numero talmente ele-vato di prodotti e nelle piùsvariate categorie merceo-logiche a nostra disposi-zione quotidianamente cidà la certezza di conformitàa requisiti essenziali pre-visti da una o più Direttivecomunitarie tramite con-trolli eseguiti in base a spe-cifiche Norme Tecniche Ar-monizzate. Talvolta può sor-gere il dubbio: è semprestato così?Fin dalle origini l’Unione Eu-ropea ha teso a eliminare gliostacoli alla libera circola-zione delle merci, ma, effet-tivamente, solo dopo la Ri-soluzione del Consiglio Eu-ropeo del 7 maggio 1985, leDirettive comunitarie hannomodificato radicalmente laregolamentazione e il con-trollo del mercato interno,con strumenti originali e in-novativi, definiti del “NuovoApproccio”.Una Direttiva è la norma giu-

ridica emanata dalle Istitu-zioni comunitarie: Consiglioe Parlamento; esse in generenon sono direttamente ap-plicabili, ma devono esseretrasposte da apposite dispo-sizioni legislative di recepi-mento a livello nazionale.Le Norme Tecniche Armo-nizzate definiscono le carat-teristiche di sicurezza deiprodotti e le prove di veri-fica relative: esse sono dette“armonizzate”, quando i rife-rimenti sono pubblicatisulla Gazzetta Ufficiale delleComunità Europee (GUCE).Queste norme sono elabo-rate dagli Organismi di nor-mazione europei che hannoricevuto specifici Mandati aindicare le caratteristicheessenziali rilevanti per ogniparticolare prodotto: l’EO-TA, il CENELEC per i pro-dotti del comparto elet-trico/elettronico, l’ETSI per iprodotti nel settore delle te-lecomunicazioni ed il CENper i prodotti degli altri set-tori.Per quanto riguarda il set-

tore lapideo, la CPD89/106/CE (ConstructionProduct Directive, DirettivaProdotti da Costruzione) è laDirettiva Europea che armo-nizza le disposizioni legisla-tive, regolamentari e ammi-nistrative degli Stati membrinel settore delle costruzioni.Con la direttiva sui prodottida costruzione, l’Unione Eu-ropea persegue l’aperturadei mercati e il riconosci-mento reciproco delle pro-cedure per l’immissione incommercio di prodotti dacostruzione. Il presuppostoper tale riconoscimento èl’uniformazione dei requisitivigenti per i prodotti da co-struzione nell’ambito di pre-scrizioni tecniche armoniz-zate.

Possono esseremessi in commer-cio solo i prodotti

che soddisfano i seguenti re-quisiti essenziali:– resistenza meccanica e sta-

bilità;– sicurezza in caso d’in-

cendio;– igiene, salute e protezione

ambientale;– sicurezza nell’impiego;– protezione contro il ru-

more;– risparmio energetico e ri-

tenzione del calore.Tutte le norme armonizzatesotto la CPD includonoun’appendice informativachiamata ZA; essa è suddi-visa in vari punti quali ad e-sempio:– la sostanziale riconferma

degli scopi, dei campi diapplicazione e delle carat-teristiche pertinenti da in-vestigare nel prodotto per

Con l’entratain vigore dal primoluglio 2009 delnuovo Testo Unicosulle costruzioni(D.M. del 14 gennaio2008), cambiano inmaniera sostanzialegli adempimentie le responsabilitàa caricodei progettisti,direzione lavori,imprese, costruttori,produttorie distributoridi materialiper l’edilizia.L’obbligodi utilizzare soloed esclusivamenteprodotti certificaticon marcatura CE,attraverso una normaarmonizzata chedescrive il processoper l’ottenimento delmarchio europeo,identificandoi requisiti essenzialidi ogni singolomateriale e prodottoedilizio, rappresentauna svolta epocaleper tutto il compartodelle costruzioni

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GEOLOGIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 117

Sistema Compiti del Produttore Compiti dell’Organismo Base per l’affissione dellaNotificato Marcatura CE

4 Prove iniziali di Tipo Dichiarazione di Conformità sul Prodotto (ITT) del Produttore

Controllo del processodi Fabbrica (FPC)

3 Controllo del processo. Prove iniziali di Tipo Dichiarazione di Conformitàdi Fabbrica (FPC) sul Prodotto (ITT) del Produttore

2 Prove iniziali di Tipo Certificazione del Controllo Dichiarazione di Conformitàsul Prodotto (ITT) del processo di Fabbrica (FPC) del Produttore accompagnata

Controllo del processo sulla base di un’Ispezione Iniziale dalla Certificazione del Controllodi Fabbrica (FPC) del processo di Fabbrica (FPC)

2+ Prove iniziali di Tipo Certificazione del Controllo Dichiarazione di Conformitàsul Prodotto (ITT) del processo di Fabbrica (FPC) del Produttore accompagnata

Controllo del processo sulla base di un’Ispezione Iniziale, dalla Certificazionedi Fabbrica (FPC). di una sorveglianza continua, del Controllo del processoProve su campioni della valutazione di Fabbrica (FPC)

di Prodotto secondo e dell’approvazione un programma di prove del Controllo del processo

definito. di Fabbrica.

1 Controllo del processo Prove iniziali di Tipo Dichiarazione di Conformitàdi Fabbrica (FPC). sul Prodotto (ITT). del Produttore,

Prove ulteriori su campioni Ispezione iniziale della Fabbrica accompagnata dal Certificatodi Prodotto secondo e del Controllo del processo di Conformità del Prodotto

un programma di prove di Fabbrica (FPC).definito. Sorveglianza continua,

valutazione e approvazionedel Controllo del processo

di Fabbrica.

1+ Controllo del processo Prove iniziali di Tipo Dichiarazione di Conformitàdi Fabbrica (FPC). sul Prodotto (ITT). del Produttore,

Prove ulteriori su campioni Ispezione iniziale della Fabbrica accompagnata dal Certificatodi Prodotto e del Controllo del processo di Conformità del Prodotto

secondo un programma di Fabbrica (FPC).di prove definito. Sorveglianza continua,

valutazione e approvazionedel Controllo del processo

di Fabbrica.Prove di verifica di campioni

prelevati in Fabbrica,sul Mercato o in cantiere

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GEOLOGIA

118 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

gradi di severità di controllodel prodotto e di seguito ri-portati, sono sei e comebase comune hanno:– le ITT (Initial Type Testing,

Prove iniziali di Tipo) cioèl’insieme delle prove, dicalcoli e valutazioni de-scritti nella SpecificazioneTecnica, volte alla determi-nazione delle prestazionidei campioni di prodottorappresentativi in rela-zione alla caratteristiche

obbligatorie e si eseguonoalla prima applicazionedella norma od in seguito avariazioni significative sulprodotto ovvero nel suoprocesso produttivo;

– l’attuazione di un sistemaFPC (Factory ProductionControl, controllo del pro-cesso di fabbrica) per assi-curare che le prestazionideterminate con le ITTsiano mantenute nellaproduzione corrente e trae

l’immissione in EEA (Euro-pean Economical Area,Area Economica Europea);

– le procedure per l’attesta-zione della conformità;

– prescrizioni per la marca-tura CE e l’etichettatura;

– le indicazioni per la prepa-razione della dichiara-zione di conformità CE.

I sistemi di attesta-zione della confor-mità, definibili come i

la sua impostazione dallacultura dei Sistemi di Ge-stione per la Qualità.

Si noti come talvolta risultinecessario rivolgersi ad unOrganismo notificato, cioèun istituto tecnico ricono-sciuto dalle Autorità compe-tenti di uno Stato Membrodella UE, il quale attesti evaluti la conformità sia certi-ficando, sia eseguendo ispe-zioni in azienda, sia facendo

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GEOLOGIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 119

A seconda della diversa de-stinazione d’uso, le caratte-ristiche da controllare sonodivise in essenziali, cioè cherendono il prodotto idoneoall’impiego previsto e de-vono accompagnare la mar-catura CE, e volontarie, cioèrichieste dalla norma inquanto ritenute importantiai fini commerciali ma chenon influiscono sul soddisfa-cimento dei requisiti essen-ziali delle opere in cui i pro-dotti sono incorporati.Si sottolinea che, all’internodi ciascuna norma sono e-splicitate puntualmente, siaper le caratteristiche essen-ziali che volontarie, lenorme EN ovvero le prescri-zioni di ciascun metodo diprova.L’intera pratica di certifica-zione si chiude con la reda-zione del Certificato CE diconformità e la Dichiara-zione CE di conformità iquali devono essere pre-sentati nella lingua ufficialeo nelle lingue ufficiali delloStato membro in cui il pro-dotto deve essere utilizzato.

le prove di laboratorio.La direttiva li suddivide in: – organismi di certificazione;– organismi d'ispezione;– laboratori di prova.La situazione delle normesui prodotti da costruzionein pietra, rispetto ad altreDirettive, è più articolatapoiché sono incaricati delloro studio ben quattro co-mitati. (fotografia)Ci limiteremo a descrivere leNorme CEN/TC 178 “Ele-menti per pavimentazione ecordoli” e alla CEN/TC 246“Pietre naturali”.A tutt’oggi è divenuta obbli-gatoria la marcatura CE rela-tivamente alle norme armo-nizzate:– EN 1341/2001: lastre di

pietra per pavimentazioniesterne;

– EN 1342/2001: cubetti dipietra naturale per pavi-mentazioni esterne;

– EN 1343/2001: cordoli dipietra naturale per pavi-mentazioni esterne;

– EN 1469/2004: pietre natu-rali – prodotti finiti (Lastreper rivestimento);

– EN 12057/2004: pietre na-turali – prodotti finiti (Mar-mette modulari);

– EN 12058/2004: pietre na-turali – prodotti finiti (La-stre per pavimentazioni escale).

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TECNICA

120 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

Andrea Botti Le cattedrali del grano

Secondo la letteratura cor-rente, i primi si dividononelle due categorie a fossa e atrincea, a seconda che ven-gano direttamente scavatinel terreno o che siano do-tati di piattaforma posta allaquota del piano di cam-pagna, i secondi si distin-guono in ciclatori e non ciclatori aseconda della posizione delpunto di carico e di scarico.In entrambe i casi si tratta di

manufatti che hanno esau-rito, da tempo, la loro con-notazione architettonico-simbolica, definitivamentecollocati nella categoriadegli “strumenti del lavoro edella produzione”. Nel pas-sato, l’importanza sociale at-tribuita a ciò che indistinta-mente veniva definito gra-naio, si manifestava attra-verso l’uso di materiali,forme e dimensioni stretta-

In un’azienda agricola,la conservazione dicereali e foraggi av-

viene mediante l’impiego disili: spazi/contenitore desti-nati a garantire un idoneo i-solamento dall’atmosfera,minime oscillazioni di tem-peratura, un adeguato e sta-bile grado d’umidità, solita-mente in cemento armato,vetroresina o altro, orizzon-tali o verticali.

mente rispondenti alle spe-cifiche funzioni ma anche adaspetti meno pragmatici,primo fra tutti, la sacralità diuno spazio destinato alla“conservazione” ossia a ral-lentare il corso del tempo.Fra le innumerevoli tipo-logie elaborate nei secoli edancora rintracciabili in A-frica, America, Asia ed Eu-ropa, una delle più significa-tive è certamente rappre-

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TECNICA

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A sinistra: silos verticaliIn questa pagina: altri silos verticali;sotto: Hórreo su basamento inpietra con croce e simboli apotropaici(che allontanano gli influssi malefici)

loggi, solitamente dispostiattorno ad un’aia comuni-taria, in adiacenza o in ade-renza alle abitazioni rurali,spesso dotati di un pas-saggio di collegamento. Ilrapporto con il luogo e con lesue irregolarità orograficheera agevolato dalla strutturaa palafitta e dalla connes-

sione delle parti, mobili,smontabili e rimontabili, inrelazione alle esigenze dellaproprietà che soprattuttonelle Asturie e in Galizia èancora oggi rappresentatada parrocchie e monasteri.Lo schema tipologico è ri-conducibile a quello di unarca disposta sopra un ap-

sentata dagli Hórreos: granai-dispense per la conserva-zione di alimenti, situatinella parte umida della pe-nisola Iberica. Queste costruzioni che, si ri-tiene esistano dal neolitico,fin dall’origine sono statedestinate alla conserva-zione della frutta, della ver-dura, della carne e dei for-maggi, anche se il grandesviluppo in termini numericiè collocato temporalmentenel secolo XVII, quando sidiffuse la coltivazione delmais venuto dall’America.Ciò produsse un aumento diquesti manufatti nelle A-sturie, in Galizia ed anchenel nord del Portogallo dovepresero il nome di Espigueiros(poiché destinati prevalen-temente a conservarespighe o pannocchie). At-tualmente se ne contanocomplessivamente oltre45.000 .

Gli Hórreos garanti-vano, in passato,un’antica combi-

nazione di funzioni: conser-vazione ed essiccazionedegli alimenti (quest’ultimagrazie ad una ventilazionepermanente che eliminavaparte dell’acqua contenutanella materia organica),come del resto confermatodalla radice etimologica deltermine, che rimanda al la-tino horreum, al greco oreióned al castigliano orear, ossiaaerare, ventilare.Sia per l’importanza dellaloro funzione, sia per la con-tenuta dimensione (che ren-deva agevole il lavoro di co-struzione) venivano realiz-zati con più cura degli al-

poggio-base che la separadal suolo al fine di sottrarlaall’umidità e proteggerla daipredatori. Quando il basa-mento era costituito da unacamera stagna l’intera co-struzione risultava dotata diun essiccatoio sopra il silo,uno spazio ventilato soprauno isolato. La base di appoggio dell’arcapoteva essere una pedanamassiccia o un ambiente co-perto da un solaio sporgenteper impedire ai roditori o airettili l’accesso al piano su-periore o, altrettanto fre-quentemente, una serie dicolonne (con altezza di 1,5-2m circa) costituite da base,fusto e capitello ma apparte-nenti ad ordini che riman-dano ad una semplifica-zione quasi caricaturale diquelli classici. Negli Hórreosgiunti fino a noi il fusto sipresenta solitamente conforme tronco-piramidali,tronco-coniche, cilindriche oprismatiche. Il capitello ro-vesciato (l’abaco sta sottol’echino) è solitamente co-

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Hórreo di piccole dimensioni

Quando l’attacco a terra è co-stituito da un basamento,esso si caratterizza per lapresenza di una scanalaturaperimetrale che, opportuna-mente riempita di acqua,rende inaccessibile agli in-setti lo spazio destinato allaconservazione. Per lo stessomotivo, il primo orizzonta-mento presenta, ancora

oggi, una notevole spor-genza rispetto al filo perime-trale della facciata: una su-perficie inferiore piana (perostacolare l’acceso ai rodi-tori) ed una superiore inpendenza o curva per evi-tare il ristagno dell’acquapiovana. La camera è costituita da di-mensioni che rimandano ad

stituito da un massicciodisco o prisma di pietra che,a volte, assume le fattezze diun manufatto allungato perservire, contemporanea-mente, due colonne op-poste. Queste ultime, si pre-sentano rastremate verso ilbasso, secondo una solu-zione opposta a quella pre-sente nei templi greci.

un rapporto proporzionalefra i lati di 2/3 per i più larghi,2/5 per i mediani, 2/8 per ipiù lunghi, anche se in gene-rale le regole del buon co-struire indicavano che, peraumentare la capienza, eraconsigliato realizzare co-struzioni lunghe, poiché laforma a corridoio favoriva laventilazione.Per accedere alla camera so-praelevata si realizzava soli-tamente una scala che nonarrivava direttamente alpiano, in modo da scongiu-rare il pericolo di animalistriscianti; le pareti verticalisono ancora oggi contrasse-gnate da graticci di ventila-zione in pietra che ricordanoi triglifi dei templi greci,anche se c’è chi sostiene cheil carattere monumentale diqueste costruzioni, desti-nate a preservare i viveri neltempo, sia da interpretare inanalogia con l’archetipodella tomba che prolunga,nella memoria, la vita oltre lamorte.

Le coperture, a ca-panna, in lastre dipietra, spesso pre-

sentano croci unite ad altri e-lementi simbolici di buonauspicio, gli stessi segni confunzione apotropaica che a-dornano la porta che segnal’unico ingresso. Ad essi è af-fidato il compito di proteg-gere gli alimenti dalle forzedel male, responsabili dellaputrefazione.Oggi che hanno perso la lorofunzione specifica se nonquella di celebrare se stessi,gli Hórreos si presentano agliocchi di un osservatorecome manufatti “quasi fan-

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Da sinistra in senso orario: Hórreosu basamento in pietra con croce esimboli apotropaici; particolare delparamento in pietra; gruppi diEspigueiros in Portogallo

impegnative per ottenerepiccoli manufatti.Con il passaggio da un'agri-coltura tradizionale a condu-zione familiare, ad una agri-coltura intensiva e specializ-zata, e con il conseguente

progressivo abbandonodelle campagne molte diqueste costruzioni sonostati abbandonate, altre uti-lizzate a scopo diverso e mo-

tastici”, compatti, con formenelle quali l’architettura reli-giosa si fonde con quella fu-neraria dando luogo ad unatipologia autonoma. Non c’ètraccia di rapporti privile-giati con alcune categorie dimateriali rispetto ad altre,per questo è improprio par-lare di Hórreos in pietra, inlegno. Spesso la costruzionesi caratterizza attraverso lacombinazione di vari ele-menti, eseguiti con materialidifferenti accoppiati o inca-strati a secco. Nonostanteciò le realizzazioni nellequali è prevalso l’impiegodei materiali lapidei si di-stinguono anche oggi per lostato di manutenzione e laqualità strutturale. Fra lepietre maggiormente impie-gate si possono trovare i gra-niti, le ardesie, le quarziti, gliscisti ossia tutti quei litotipipresenti naturalmente instrati a basso spessore che,quindi, non necessitano dilavorazioni particolarmente

dificate nella strut-tura attraverso l’in-serimento di pila-stri di cemento esolai in laterizio.Tuttavia, sono pro-prio quelle in gra-nito e ardesia adessere giunte in-tatte fino a noi: an-tichi “(…) utensilirelazionati al pro-

lungamento della vita neltempo, poiché per loro me-diazione, ciò che è biologicosfugge al concetto precariodi durata e si pone in un

tempo ciclico equindi continuo,apparentementesenza fine: il tempoche caratterizza ilsacro” del qualequesti documenti-monumenti dipietra rappresen-tano l’ultima testi-monianza. ❑

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Alessandra Pelizzari Estetica delle facciate nei centricommerciali tra riqualificazionee innovazione urbana

passato a nuove funzionalitàesistenziali legate anche anuove piazze, luoghi discambio, centri per nuoviservizi delle necessità delvivere quotidiano in muta-zione.Sono comunque da osser-vare le istanze conservativestabilite dai piani regolatoridei Comuni interessati, infunzione del rispetto diquelle radici che molto ca-ratterizzano il territorio bre-sciano e cioè l'avvenuto svi-luppo Industriale.Con lo sviluppo del processodi globalizzazione della vitaeconomica, sociale e cultu-

rale a livello nazionale, lecittà devono sempre più fre-quentemente interagire consituazioni la cui dimensionetrascende la stessa scala ur-bana.Il centro commerciale di-venta una piazza, non soloper il commercio, ma per gliincontri che qui avvengono:corrisponde cioè ad unluogo di vita che sostituisce,almeno in parte, i centri sto-rici dei vecchi borghi o città.La nozione di “città” è quiapplicabile anche a nucleimarginali come quelli delComparto Milano o di BorgoWhurer, per la loro localizza-

Sempre più spesso,nell'ambito dell'ur-banistica contem-

poranea,ricorrono proble-matiche di riqualificazionedi aree limitrofe ai già centriabitati, oramai inglobate neicentri stessi per cambia-menti di destinazione da in-dustriale a civile, commer-ciale o altro.Si tratta di un fenomeno le-gato alla deindustrializza-zione, che ha molto caratte-rizzato negli ultimi decenniil territorio di Brescia e pro-vincia, e che ci chiama con-temporaneamente ad adat-tare vestigia di un recente

zione privilegiata all’inter-sezione dei principali flussidi traffico e delle linee di tra-sporto pubblico e comuni-cazione.Tanto più quando l’immi-nente connessione con lalinea della metropolitanaavrà agganciato i nuovi policommerciali al centro di Bre-scia.La trasformazione, per-tanto, di fabbriche di-smesse in centri commer-ciali pone l’attenzione suquali cure adoperare peruna corretta riuscita della ri-qualificazione degli edificiIndustriali, sia a livello logi-

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Nella pagina precedente: vistadell’edificio del vecchio stabilimentoWührer ora restaurato. In questapagina, da sinistra in sensoantiorario: una parte ricostruita dovesi notano le differenti tonalitàcromatiche e l’effetto dei materialiimpiegati in sintonia con le partirestaurate; il particolare di unagrande vetrata; una parte originaledello stabile con le vetrate e idifferenti materiali costruttiviripristinati; nuova costruzioneall’estremità est del Borgo delineatain armonia con le strutture delvecchio stabilimento birraio.

smaccate e troppo definitedi un probabile stato origi-nario; perchè un carattereche si evidenzia così artifi-cioso, potrebbe risultare di-sarmonico nella negazionedi mutamenti che necessa-riamente sono avvenuti, siada un punto di vista urbani-stico, sia territoriale; cioè latestimonianza di un luogoche matura fino a oggi attra-verso i tempi.Il contesto urbanistico terri-toriale spesso si avvale diuna divisione in tipologie e-dili che possono influenzarele scelte sia dei materialistrutturali, coloristici ecromie di tinteggiatura; in talmodo la redazione di unpiano colore potrebbe avva-

stico, sia di immagine.Il tema del colore, almenoda due secoli, ha il compitodi rappresentare la buonaqualità di un edificio,quando spesso invece que-stioni di carattere quantita-tivo la trascurano.Il colore fa parte dei mezzidell'architettura, come lapietra, il cemento armato, illegno etc..: essi creano, in-fatti, già di per se stessi si-tuazioni estetiche dallequali non si può prescinderenell'economia di un pro-getto relativo alla buona vi-sibilità di uno stabile.È anche da tener presente latendenza a voler riprodurrelo stato cromatico presuntooriginale, con riproposizioni

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In senso antiorario: tre immagini chedocumentano parti dello stabileoriginario; una parte delle nuovecostruzioni a sud che riprendono ilmotivo delle grandi vetrate ad arco.

lersi di alcune regole baseche ne facilitano l'attuazioneper vari aspetti concorrenti :– osservazione delle carat-

teristiche della strada;– riproposizione ritmica di

tecniche e definizioni cro-matiche;

– selezione delle tipologiedegli intonaci e dei mate-riali;

– equilibri dei rapporti spa-ziali delle superfici;

– ambiti di pertinenza delletonalità calde o freddedelle coloriture da adot-tare;

– cernita delle qualità degliintonaci che possono sup-

portare differenti generi diqualità pittoriche.

Prendo in esame, ad e-sempio, due opere diquesto tipo realizzate aimargini del centro di Bre-scia: Borgo Whurer e LaFreccia rossa.Per quanto riguarda en-trambi è importante, primadi evidenziare le strategie e-stetiche di mantenimentodella tradizione e integra-zione con il resto del con-testo cittadino, conoscere lastoria dell’edificio e del pro-getto.La storia della più antica bir-reria d’Italia inizia nel 1829 in

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Armonia tra vecchio e nuovo a BorgoWührer.

degli edifici all’imprendi-tore bresciano Claudio Ma-scialino, già proprietario diun’ampia area limitrofa.

C on l’accorpamentodelle due pro-prietà nasce l’esi-

genza di ridefinire total-mente gli interventi da ese-guire sull’area diventata piùvasta, dotandola di appro-priati standard urbanistici inrapporto alla maggior esten-

sione del comparto.Tali interventi che vengonoaffidati all’impresa Irces 95della famiglia Pisa, commit-tente insieme alla Concordespa di Claudio Mascialinodella riqualificazione del-l’intero Borgo Wührer. Vengono cosí demoliti al-cuni fabbricati che in prima i-stanza dovevano esseremantenuti, per riequilibrareil rapporto tra volumetria earee libere preesistenti.

via Trieste in pieno centrostorico per volontà di Fran-cesco Saverio Wührer; mal’ampliamento e lo sviluppodell’azienda è opera del fi-glio Pietro che fece edificarelo stabilimento di viale Bor-nata, completato nel 1895 esuccessivamente ingranditofino al secondo dopoguerra.Gli anni Ottanta del secoloscorso segnano il passaggiodi proprietà alla societàBirra Peroni, che chiuse lostabilimento di Brescia affi-dando contestualmente allostudio Racheli l’incarico dipredisporre un nuovo piano.Il progetto preliminare pre-vedeva la salvaguardia semiintegrale degli edifici, condiversa indicazione del va-lore storico-architettonicodei vari corpi di fabbrica, el’adozione di differenti tipo-logie di intervento. Questoprogetto, sebbene fosse in-serito nel nuovo piano rego-latore redatto dall’architettoBernardo Secchi, ha poi su-bito importanti varianti conil passaggio di proprietà

Due sono i tipi di interventiprogrammati: costruzione exnovo nell’area ai confini delNaviglio interrato e della fer-rovia; ristrutturazione edi-lizia, restauro e risanamentoconservativo (più una partedi nuova costruzione, comeespressamente richiestodall’amministrazione comu-nale) per la zona compresafra il Naviglio e il viale dellaBornata secondo il progettodello studio Racheli.La vicenda della riconver-sione dello stabilimentodella Birra Wührer è statadettagliatamente ricostrui-ta, attraverso un ricco appa-rato documentario di foto-grafie, disegni, testi dallostesso progettista, l’archi-tetto Alberto Maria Racheli,nel numero speciale di gen-naio-febbraio 2007 della ri-vista “I Beni culturali”, editada BetaGamma.La Freccia Rossa, invece, ri-qualifica la zona occupatadallo stabilimento PresseATB compreso tra via Cas-sala,via Eritrea, via Somalia,

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I vecchi capannoni dell’ATB(Acciaierie e Tubificio di Brescia)riadattati alla nuova funzione dicentro commerciale.

Detto questo si nota comepur trattandosi di riqualifica-zione di comparti di archeo-logia industriale siano diffe-renti le esigenze estetichedei due casi; infatti, nelprimo caso il centro commer-ciale conserverà integral-mente l'identità visiva del-l'opificio, essendo inserito inun contesto abitativo perife-rico, ma già urbanistica-mente funzionale, sia agli e-difici commerciali sia a quelliresidenziali, pur rinnovandoi volumi interni alla storicaarchitettura e i materiali.

Nel secondo, in-vece, fungendoda raccordo tra

città e nuovo comparto di ri-qualificazione, si sono adat-tati i volumi e raccordati glispazi che introdurranno auna nuova zona della città,pur conservando emblema-tici particolari a memoriadell'antica funzione della

fabbrica.Infatti, nell’area dell’inse-diamento storico a destina-zione direzionale e commer-ciale (Borgo Whurer), tutti glioriginali elementi in ferro-finestra sono stati sostituiticon infissi d’alluminio realiz-zati, sulla base di un accu-rato e scrupoloso rilievo, daSeralluminio Rodengo conSistemi Metra NC 68 STH,nella finitura Raffaello M 897grigio martellinato, a lorovolta integrati con profilispeciali per rispettare lanormativa esistente in ma-teria di contenimento delledispersioni energetiche.Una sequenza quasi infinitadi grandi finestre uguali aquelle preesistenti per di-segno e proporzioni (spec-chiature e profilati), moltedelle quali delineate dagrandi archi, ma diverse permateriale, in quanto l’uti-lizzo dell’alluminio con-sente notevoli vantaggi di

viale Italia. Vi «...si produce-vano in reparti distinti traloro, fondi, mediante presseche stampavano il pezzo e“fucinati”, per la produzionedei quali si impiegavano in-vece presse che operavanocon altra velocità e potenza,in modo simile ai magli tra-dizionali... Nello stabili-mento “Presse” erano pro-dotti anche gli anelli per lecondotte forzate, fucinati epoi sottoposti a lamina-zione, tempra, e distensionein un forno a grandi dimen-sioni in grado di contenerli...Il quadro delle funzioni col-locate nello stabilimento“Presse” si esauriva con unlaboratorio, nel quale si o-peravano prove “distrut-tive” di resistenza dei mate-riali, per l'effetto che produ-cevano sul pezzo esami-nato...»«“Freccia Rossa” si in seriscenell'operazione di riqualifi-cazione urbana del "com-parto Milano", un'ex area in-dustriale dismessa di super-ficie pari a 600.000 mq chevedrà nascere, oltre al cen-tro commerciale, nuove areeverdi, complessi residen-ziali e servizi.Lo stile del progetto è unmix tra tradizione e innova-zione, ispirato dal vecchiocomplesso industriale.Freccia Rossa si colloca inuna posizione privilegiata ecentralissima sulla strada adanello che circonda il cuoremedievale della città acinque minuti dalla stazioneferroviaria.Il centro commerciale è ur-banisticamente inteso comecerniera tra il centro storico ei quartieri limitrofi».

manutenzione, indeforma-bilità e isolamento termoa-custico.La sostituzione dei serra-menti, se da un lato ha tra-sformato, migliorandole, leprestazioni tecniche ed e-nergetiche dei vari corpi difabbrica del complesso edi-lizio storico, dall’altro, haconsentito di mantenere, suiprospetti interni così comesu quelli su strada, la conti-nuità di linguaggio presentenelle immagini delle strut-ture dei primi anni del ‘900.Tutto questo grazie a unoscrupoloso lavoro in più fasi:il rilievo delle parti da sosti-tuire e delle parti in mura-tura; la realizzazione di falsitelai a taglio termico, la cuimessa in opera, perfetta-mente integrata con la mura-tura e i contorni delle aper-ture per le fi nestre in mat-toni faccia a vista, ha per-messo di valorizzare ulte-riormente gli infissi; la co-

Ci fa piacere segnalare agli amici lettori che l’Autricedi questo articolo e dei precedenti dello stesso fi-lone apparsi sulla nostra rivista, Alessandra Peliz-zari, nutre una forte passione per l’arte della pit-tura che frequenta da professionista con i segni ti-pici dell’arte contemporanea. Ricordiamo una suarecente mostra che ha riscosso un molto lusin-ghiero successo di pubblico e di critica a Villa Gli-senti di Villa Carcina dal titolo “Graffiti da camera1989-2009”

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Giochi volumetrici e cromaticidecorativi prospicienti Via dei Mille.

Per quanto riguardaLa Freccia Rossa siè invece mantenuta

la “lettura” della vecchia fab-brica nella conservazionedelle otto campate desti-nate all’open interior, conpermeabilità di tipo spazialee accessi pedonali da più po-sizioni, senza mura.(pro-spetto della piazza).L’obiettivo era quello di ri-portare la riconoscibilità delpassato nel presente, anchecon una identica, ma nuovaricostruzione del vecchio e-dificio, creando così un al-ternanza di pieni e vuoti cheevitassero un blocco visivocompatto.I negozi, a questo proposito,sono stati spostati all'in-terno della loggia ricreatadalla definizione volume-trica delle otto campate.I materiali dei riempimentiesterni collaborano allacromia dialogante con il con-

testo della zona della città esono pannellature in ce-mento armato prefabbricatecon inserimento in matricedi mattoni a vista, il resto èrealizzato in calcestruzzoaddizionato di pigmentobianco.Le vetrate sostituiscono levecchie pannellature di ce-

struzione di ogni singolaparte dei nuovi serramentisecondo il modello origi-nale, avvalendosi anchedella collaborazione di unmaestro artigiano che ha co-struito apposite matrici inteflon per realizzare i coprifili direttamente in cantiere,soprattutto quelli delle particentinate; la posa in opera diun grande numero di vetricamera con varie tipologiedi composizione e colora-zione per ogni singolo serra-mento.Non ultima la scelta della finitura che fosse in grado diriproporre l’aspetto croma-tico dell’infisso originario inferro cosí da integrare per-fettamente il nuovo serra-mento col contesto storicodel complesso».

Progettisti:arch. Alberto M. Racheli,arch. Adriana Masotti - Roma

mento e mattoni.La doppia altezza ricreatanell'open space interno di-stingue così l’immaginedella tradizione dai nuoviusi commerciali (parte corri-spondente al prospetto daviale Italia).La facciata che prospetta suvia Cassala, invece, apparemossa, ma solo ai fini visivi,in quanto le vetrate e gli ap-parenti sfondamenti hannosolo valore estetico, perchénon portano né luce né ariaall’interno, ma si integranoalla preesistene percezionedel tessuto urbanistico.I materiali e le cromie utiliz-zate concorrono, per quantoconcerne gli effetti estetici, acreare un illusorio movi-

mento architettonico.Si inseriscono inoltre ele-menti di decorazione con-temporanea sulla facciata ri-volta verso viale Italia e pan-nelli prefabbricati di rivesti-mento che delineano il logodel centro commerciale inbassorilievo sia bicromo chemonocromo.

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In senso antiorario: il contestourbanistico a sud-ovest e due visionid’insieme delle strutture deicapannoni ricostruiti.

Il lato del complesso com-merciale riguardante il ne-gozio Zara (via Somalia) simanifesta sempre con pan-nelli prefabbricati, questavolta con matrici di fibre li-gnee alternate ad ampie ve-trate che possono illumi-narsi a uso vetrina.L’utilizzo di cromie caratte-rizzanti il marchio del cen-tro, ma comunque integratecon il contesto urbano pree-sistente e limitrofo si ritro-vano sulle facciate del cen-tro commerciale, contribui-scono al dialogo tra i mate-

riali impiegati, anche inno-vativi, ma che mantengonoarmonia con la tradizione econ gli effetti visivi dellazona urbana in cui si inse-risce.

Si ringraziano per i contributi infor-mativi: l’arch. Franco Pisa e il dott.Claudio Mascialino, Concorde s.r.l.con lo studio di progettazione degliarchitetti Alberto M. Racheli e A-driana Masotti di Roma.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 131

Centro Commerciale Freccia Rossa:contesto urbanistico a sud;decorazione con pannellatureprefabbricate bicrome e monocrome;rivestimento in ceramica matricelegno per l’imbocco del sottopassaggiodi via Cassala; decorazione cheallude alla storica corsa brescianarealizzata su pannelli di calcestruzzo.

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CONDOMINIO

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Francesco Ganda Opere sulla proprietà comunedel condominio

seconda convocazione;b) qualora non fosse pre-

sente il regolamento con-trattuale e non venga rile-vato il disposto dell’art.1120 del C.c. possiamo ot-tenere l’approvazione conla maggioranza semplicein seconda convocazione(2/3 voti favorevoli);

c) in caso di fabbricato a piùpiani, nella fattispecie iltetto è sicuramente con-dominiale e si procedecon la convocazione del-l’assemblea che può deli-berare a maggioranzasemplice se non vienesollevato il caso dell’a-spetto architettonico art.1120 C.c., qualora si discu-tesse su questo articolo1120 si dovrà otteneredall’assemblea condomi-niale la maggioranza qua-lificata art. 1136.

Nell’insieme di queste tipo-logie di manutenzione sideve tenere in debita consi-derazione la stabilità delleopere edili esistenti, peri-ziando le strutture, in mododa operare nella massima si-curezza.

Installazione di pannellisolari. AgevolazioniSia la nuova installazione,sia la reinstallazione deipannelli solari è agevolata inbase all’art. 1, commi 20-24della legge 244/2007 con unimporto massimo di spesadi euro 60.000. Si informache dal 2008, anche l’instal-lazione dei pannelli solari,come per le finestre e infissidi singole unità immobiliari,l’art. 1, comma 24, lettera edella legge 244 del 2007 hastabilito che non è più ne-

cessaria l’acquisizione del-l’attestato di certifica-zione/qualificazione ener-getica, ma è sufficiente in-viare all’ENEA, entro 90giorni dalla fine dei lavori, lascheda informativa modelloF del DM 19 febbraio 2007,questo vale anche per i la-vori su opere di proprietàprivata.

BiomasseAlimentazione con residuidi lavorazioni del legno:siamo sempre nel comma344 della legge 244/2007. IlDM 11 marzo 2008 che lanuova caldaia a biomassedeve rispettare le seguentiulteriori condizioni:a) deve avere un rendi-

mento utile nominale mi-nimo conforme alla classe3 di cui alla norma eu-ropea EN 303-5;

b) rispettare i limiti alle e-missioni di cui all’allegatoIX della parte quinta delD.lgs eg. 3 aprile 2006 n.152 e successive modi-fiche e integrazioni ancheregionali;

c) utilizzare biomasse com-bustibili ricadenti fraquelle ammissibili aisensi dell’allegato X allaparte V dello stesso D.Lgs152/2006 e successive mo-dificazioni.

La rispondenza a tutti e talirequisiti deve essere ripor-tata nell’asseverazionecompilata da tecnico abili-tato. Altrimenti si può sce-gliere l’applicazione delladetrazione del 36% di cui al-l’art. 2, comma 15 della legge203/2008. Si nota anche l’art.1 del D.M. dell’Industria e ar-tigianato del 15 febbraio

I l primo approccio allaquestione è quello dianalizzare il Regola-

mento del condominio.Come è noto, abbiamo il re-golamento emesso all’ori-gine dal costruttore e alle-gato all’atto pilota; questotipo di regolamento è co-gente e immodificabile senon con voto unanime del-l’assemblea con presenza ditutti i millesimi. Diversa-mente è il regolamento ap-provato a maggioranza inun’assemblea con parteci-pazione parziale delle pro-prietà condominiali.Stabilita questa regolamen-tazione esaminiamo varie o-pere sulle parti comuni del-l’edificio.

Pannelli solariL’insatallazione di questa in-frastruttura se posizionatanel giardino personale, dimoderna struttura, non ne-cessita di un’autorizzazionecondominale in quanto nonsiamo nel caso di parti co-muni ma di proprietà perso-nale.Invece se li posizioniamo sultetto, anche nella zona corri-spondente alla proprietàpersonale, abbiamo unaserie di possibilità:a) siamo in presenza di una

casa a schiera con regola-mento contrattuale: inquesto caso saranno ci-tate le proprietà comunitra cui il tetto, di conse-guenza si deve ottenere ilparere dell’assemblea,anche per rispettare l’art.1120 del C.c. (aspetto ar-chitettonico). La maggio-ranza necessaria va quali-ficata con 2/3 favorevoli, in

1922 il quale prevede la ti-pologia delle opere finaliz-zate al risparmio energeticoammesse ai benefici fiscalitra le quali la stufa a pellets.

Agevolazioni del 36%Ricordiamo che non spet-tano alle abitazioni privateper le opere di manuten-zione ordinaria, diversa-mente spettano se l’opera-tore è il condominio. Alcunicomuni non rilsciano la rice-vuta della comunicazionedell’inizio delle opere co-muni ordinarie condomi-niali. In questo caso si pro-cede con una dichiarazionedell’amministratore, da alle-gare al modello che s’inviaall’Ufficio delle Entrate diPescara. Si specifica che lalegge regionale n. 12 del2005 art. 33 comma 2 nonprevede la necessità di do-tarsi di titolo autorizzativoper i lavori di ordinaria ma-nutenzione (ex legge457/78). Come conseguenzasi trasmette la dichiarazionedi inizio in forma dichiara-tiva.Si ricorda inoltre che si è am-messi alla detrazione del36% relativamente alla ca-pienza fiscale per cui se nei10 anni di carico fiscale peralcuni anni non vi sia suffi-ciente capienza fiscale losconto, intero o parziale, vaperso.

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CULTURA

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Giuseppe Freschiun vulcanico bresciano d’altri tempi

Franco Robecchi

Già ebbi a scrivere di Giuseppe Freschi, sulle pa-gine di questa rivista. Il mondo dell’imprendi-toria edilizia dovrebbe andare a scoprire questa

personalità bresciana, proprio oggi, quando abbiamo bi-sogno di rincuorarci, per tentare una riscossa ai tempi gramiche ci tocca di vivere. I casi di tenacia e sagacia, di eccellenzae di temperamento potrebbero essere per tutti noi occa-sione di modello e di emulazione. Naturalmente in ogni e-sperienza si possono trovare, soprattutto alla luce del sennodi poi, luce ed ombre, ma stiamo parlando di dimensioni u-mane, non onnipotenti, per cui accontentiamoci, in questiesempi edificanti, della rarità di un forte prevalere dellaluce. Giuseppe Freschi svolgeva una sua attività di base checonsisteva nel vendere e installare impianti di riscalda-mento per edifici residenziali. Forse è questo un settore im-

prenditoriale che consente libertà di spirito e di inventiva,se è vero, come è vero, che anche un altro “idraulico” dirango, Gino Micheletti, seppe impiantare, sui termosifoni esui lavandini, un castello organizzativo, culturale e politicodella mole della Fondazione Micheletti. Giuseppe Freschiera sull’altra sponda, oltre che in altri tempi, che vanno dallafine dell’Ottocento alla metà del Novecento. Freschi era cat-tolico, non comunista come Micheletti. Visse volentieri e fat-tivamente nell’ambiente dei Tovini e dei Montini, dei Padridella Pace e della curia bresciana. Fu in quel contesto che,costituita la società ginnica “Gymnasium”, guidata da mae-stri olimpionici, per essa inventò il primo stadio moderno diBrescia, quello che, per decenni, fu chiamato Stadium. Lo co-struì a sue spese e lo inaugurò, con una grande festa dellosport, nel 1921, alla presenza del vescovo di Brescia. Lo Sta-

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CULTURA

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dium sorgeva lungo l’attualeViale Piave, dove oggi è lascuola media “Carducci”.Nel 1927 il comune di Bre-scia lo acquistò e lo stadio ri-mase l’unico impianto, nelquale si svolse la vita delcalcio, del rugby e dell’atle-tica cittadina sino alla co-struzione del nuovo stadiodi Mompiano, alla fine deglianni Cinquanta. A tratteg-giare la figura del Freschibasti accennare al progettoche egli nutriva, per l’areaattorno allo stadio. Egli vo-leva creare un quartiere re-sidenziale, in una zona cheda poco era stata raggiuntadalla prosecuzione di ViaSolferino e, poi, di Via Diaz.Entro il suo quartiere, chegravitava, inizialmente, suVia Bazzini, sarebbe dovutosorgere anche un grande al-bergo, che egli descrisse nel1949, senza mai poterlo rea-lizzare. In queste operazioniurbanistico-immobiliari fuspesso affiancato dal suobraccio tecnico-operativo: ilgeometra Guido Venturoli,che appartiene alla schiattastorica dei geometri bre-sciani.

Giusppe Freschi,come si vede,spaziava quindi

con occhio vivacissimo e in-telletto pronto su molticampi. Di lui si è ricordato unaneddoto rivelatore. Nel1910 Giuseppe Freschi sitrovava viaggiare in unoscompartimento ferroviario.Di fronte a lui era un signore,con il quale egli iniziò a dia-logare, benché l’interlocu-tore fosse uno statunitense.Di chiacchiera in chiacchiera,

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CULTURA

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il Freschi ebbe modo di venire a parlare di Brescia e dellasua grande energia economica, industriale, imprenditoriale.Era il 1910. Il signore americano risultò essere un manager del-l’American Radiator and Standard Sanitary Company. Freschi, avver-tito uno spiraglio di disponibilità, da parte di quel misterHauss, circa la ricerca di un sito dove impiantare un nuovostabilimento in Italia, fu talmente convincente nel decantarele virtù bresciane, che l’Hauss decise che Brescia poteva es-sere il luogo giusto per la nuova fabbrica. Fu così che lungoVia Milano si insediò una delle fabbriche più importanti perBrescia, quella che i Bresciani chiamavano semplicemente“la Radiatori”e poi Ideal Standard. Il Freschi era una persona così, infaticabile e inesauribile,vulcanica e determinata. Passò rapidamente, già nel primodecennio del Novecento, dai termosifoni, la cui sede di rap-presentanza era sul Corso Zanardelli, all’angolo con Via Ca-vallotti, alle iniziative immobiliari, costituendo l’Edilizia

Freschi. Fece stendere nel 1912, dal suo collaboratore, l’ar-chitetto svizzero Americo Marazzi, il progetto per un quar-tiere nella porzione orientale dello slargo che concludePiazzale Arnaldo, all’imbocco di Viale Venezia. Il progettointeressava anche le prime pendici dei Ronchi e l’area poioccupata dal Palazzo Bertolotti, dove si aprì la prima con-cessionaria Fiat.

Qui voglio però solo parlare di un’altra iniziativaimmobiliare del Freschi: il quartiere di Sant’Eu-stachio. L’idea era già sul tavolo nel 1919, ma

prese corpo verso la fine del decennio successivo, nell’arealungo Via S. Bartolomeo e di fronte all’allora Conceria dellaCooperativa Pellattieri, nonché alle ciminiere della fabbrica“S. Eustacchio” e, prima, della fabbrica di camion Bianchi. Aldi là dello spirito imprenditoriale e speculativo, GiuseppeFreschi nutriva un humus culturale e spirituale che sempre

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CULTURA

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gli faceva innervare ogni iniziativa di slanci umanitari, civici,patriottici. Il quartiere, che egli collocò sull’asse dell’attualeVia Cantore fu tale da impostare l’urbanistica della zona,tanto che, ancora oggi, il disegno della lottizzazione carat-terizza quell’area, fra le vie Cantore, Randaccio, Toti, Bettonie Baracca. Lo slancio corale del Freschi, che tendeva a coin-volgere nelle sue operazioni non solo la stretta cerchia pri-vata, ma anche entità collettive, lo portò a indirizzarsi al-l’Associazione Combattenti, cui offrì di insediare un suo vil-laggio residenziale, all’interno della lottizzazione. All’Asso-ciazione il Freschi donò l’area, lungo Via S. Bartolomeo, eoffrì anche, su un piatto d’argento, il progetto delle abita-zioni. La qualità della persona si vede anche da questi par-ticolari. Egli non incaricò di quel progetto un qualunque in-gegnere bresciano. Andò a cercare nientemeno che l’archi-tetto Ettore Sot-Sas, naturalmente il senior, poiché il forse piùfamoso e omonimo junior, noto designer, all’epoca aveva

solo 15 anni. Il Sot-Sas stesela planimetria urbanistica,nonché i progetti delle sin-gole villette, che erano 18.Soprattutto per i residentiex combattenti il Freschipensò che la vita del quar-tiere dovesse essere ani-mata da un luogo di in-contro. Mentre per le suecase, da offrire in vendita aprivati, egli predispose unantesignano parco giochiper i bambini, per gli adultiinventò una lussuosa trat-toria-caffè, che pose accantoal villaggio dei combattentie in affaccio alla rotonda checaratterizzava il quartiere,su Via Cantore. Il Freschi,motivando la scelta dell’o-steria, scriveva: «Il quartiereebbe ed ha per finalità l’a-micizia e la fraternità fra co-

loro che l’abitano. Deve essere anche meta per i cittadiniche dal centro della città escono in cerca di aria e di luce de-siderosi di passare qualche ora, con l’intera famiglia, in se-reno e gradito ambiente a sollievo del proprio spirito».Anche il progetto del pubblico esercizio fu affidato al Sot-Sas, che stese un limpido disegno, arioso, come il nome diquella che vezzosamente, fu chiamata osteria. L’edificio, al-lora isolato nei campi della periferia cittadina, aveva allespalle il Monte Guglielmo e l’osteria fu chiamata “A l’aria val-trumplina”. Ci mise subito lo zampino il poeta Angelo Ca-nossi, grande amico del Freschi, tanto che questi pressochégli regalò una delle villette che egli costruì nel quartiere, oquantomeno, gliela concesse in comodato gratuito. Lì abitòil celebre poeta bresciano, il quale, scelse anche il motto delquartiere, che fu stampato sulle cartoline promozionali:“Habeat suam quisque domum inter domus amicas”, abbia ognunola sua casa fra case amiche. Era il 1928. L’osteria fu decorata

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con interessanti affreschidel pittore bolzanino AlbertStolz, nato nel 1875 e notoartista appartenente ad unafamiglia di artisti. Sue operesono nel Museo di Merano.Ricordiamo che anche Sot-Sas era austriaco, per cui e-siste un filone filo-tirolesedel Freschi. Gli affreschi nel-l’osteria non erano le unicheopere d’arte, già prezioseaccanto all’architettura delSot-Sas. Altri dipinti furonotracciati dal bresciano Giu-seppe Mozzoni, che qui sipubblicano parzialmente. IlFreschi aveva ambizioni dialta qualità e nell’osteriapose anche una scultura dell’illustre bresciano ClaudioBotta. Su una lunetta del locale era una scritta, certamentedettata da Angelo Canossi, che recitava: “Per tegner sö la söstadel corp e del moral la regola piö giösta l’è chèsta senza fal: el bel e ‘l bunotàl e ‘l bröt desmentégal”. L’osteria ricevette il primo premio,del ministero dell’agricoltura e del commercio, nel concorsoche il direttore del quotidiano “Il Popolo di Brescia”, AlfredoGiarratana, indisse fra le osterie bresciane. L’impresa, però,finì bruscamente. La generosissima offerta presentata al-

l’Associazione dei combattenti fu bruscamente rifiutata,dopo che un iniziale assenso aveva fatto partire il cantiere.Il presidente dell’associazione, Fortunato Vicari, che sa-rebbe divenuto anche Federale di Brescia, accampando lagiustificazione che il podestà non avrebbe garantito un col-legamento tranviario fra il quartiere Freschi e il centro citta-dino, negò ogni partecipazione degli ex combattenti all’ini-ziativa e il Freschi, in 24 ore, si trovò anche danneggiato dallamancata vitalizzazione del suo quartiere. Anche l’osteria “A

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CULTURA

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l’aria valtrumplina” finì miseramente. Fu venduta, con la suacapacità di 150 coperti e i suoi 8.455 metri quadrati di ter-reno circostante, per sole 500.000 lire. Lo sgarbo dell’Asso-ciazione combattenti fu sorprendente e il Freschi annotò unamaro pensiero, che faceva intendere qualche losca ma-novra: «Si seppe poi il vero non encomiabile motivo del vol-tafaccia!». Il Freschi, disinteressatamente, scriveva che gliex combattenti avrebbero potuto avere un complesso di vil-lette che sarebbe costato loro 800.000 lire, mentre nel do-

poguerra avrebbe già raggiunto il valore di 30 milioni di lire.Infine anche “A l’aria valtrumplina” fu demolita, per lasciareposto ad una residenza qualsiasi. Fu un peccato, così comel’oblio che è sceso su questo straordinario personaggio bre-sciano, la cui qualità avrebbe bisogno di ben maggiorespazio per essere illustrata.

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ETICA PROFESSIONALE

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Guido Maffioletti Libera professione

a un luminare del diritto nonsi interessa assolutamentedell’organizzazione che gli fada retroterra. Fa premio laqualità intellettuale e forsel’irripetibilità del contributoche chiede. Non si può nontenerne conto”.Altri tre personaggi quali:D’Alembert, Rousseau eHerder, che nel trattato “Lacultura del Rinascimento” diEugenio Garin, definisconoquesto evento come una ri-voluzione culturale epocale,e come tale va letta, studiatae riconosciuta nei suoi valorifondanti della storia umana,lo stesso autore precisa: “Sedi rinascita, di risveglio, divita nuova può parlarsi, eproprio in Italia dove il feno-meno si avviò e si sviluppònei modi più vistosi, il di-scorso sembra avere sensosolo sul piano della cul-tura:un rinnovamento posi-tivo sembra realizzarsi sololì senza immediata corri-spondenza su altri piani neiquali ci sono si mutamentiprofondi, ma non tutti o nonimmediatamente positivi”.Questi tre riferimenti fa-ranno da supporto all’esamedel contesto attuale nelquale vive oggi chi intendesperimentare la libera pro-fessione in Europa.Qui non si vuol negarequanto di valido e di utilestanno facendo le organizza-zioni professionali ufficiali, iloro governanti e i loro espo-nenti.Qui si vuole solo riproporreuna figura professionale mil-lenaria dove la parola scrittavive o muore indipendente-mente dal suo creatore, cosìcome il segno, e qualsiasi

rappresentazione graficadella realtà che ci circondatutti.Oltre al passato, altri tre libriprenderò a sostegno del fu-turo di questa figura singo-lare.“Proust e il calamaro” diMaryanne Wolf, ed: VeP, dalsottotitolo “Storia e scienzadel cervello che legge”“Modernità debole e dif-fusa” di Andrea Cervi ed.Skira, dal sottotitolo “Ilmondo del progetto all’i-nizio del XXI° secolo”.Peter Eisenman “Il giardinodei passi perduti” Una istal-lazione al Museo di Castel-vecchio a Verona.Un primo doveroso chiari-mento va fatto sulla parola:specializzazione. Questaparola tanto ripetuta negliscritti autorevoli oggi cor-renti. Specializzarsi in checosa? A qual fine? Per chi? Ecosì di seguito le domandeci arrovellano il cervello,senza darci la possibilità dicapire il senso di questo im-pellente monito secolare.Si potrebbe intendere comeun invito ad affinare specifi-catamente una qualche arteprofessionale qualificante,una elite, un gruppo raffi-nato, quasi eccelso, ma a fa-vore di chi? Del mercato sidice. Ma quale mercato? Lebanche ci chiedono dellestime ponderate riguardo altempo? Riguardo al fabbri-cato? Riguardo ai loroclienti? O ai loro bilanci? Oforse s’intende l’analisi deicosti di un fabbricato e inparticolare al suo computometrico? Beh quest’ultimo,trattandosi di misure, po-trebbe essere una specializ-

I l periodo compreso frail XII e il XIV secolovede l’affermarsi, tra-

vagliato e contrastato, di unpersonaggio della vita cultu-rale e sociale assolutamentenuovo nel panorama occi-dentale: la figura del chie-rico, vero e proprio intellet-tuale medievale che “fa ilmestiere di pensare e di tra-smettere il proprio pensieromediante l’insegnamento” eche per questo”stile profes-sionale” si differenzia siadagli esponenti della culturamonastica sia dagli umanistirinascimentali”. (Jacques LeGoff –Gli intellettuali nelMedio Evo- Ed. Mondatori)“Artigiano della cultura, ilchierico medievale fa partedegli strati sociali emergentinel tardo Medio Evo e diquesti condivide e a volteanticipa la mentalità, i con-flitti con la morale della tra-dizione, i problemi stessidell’organizzazione del pro-prio lavoro”.Questa autorevole presen-tazione mi aiuta a far com-prendere il mio concetto dilibera professione, fine se-colo XX° inizio XXI°.L’ultima è di ieri (martedì 15dicembre 2009 Corrieredella Sera pag. 16- Profes-sioni – Le regole D.Di Vico)“E’ chiaro a tutti che le pro-fessioni vendono un pro-dotto intellettuale che nonpuò essere misurato conprincipi organizzativi tipicidelle imprese fordiste o postfordiste che siano. Il pareredell’avvocato o del commer-cialista (ed anche quello delgeometra) non è un prodottoseriale e ripetibile e uncliente se sceglie di rivolgersi

zazione per i geometri, ma iprezzi? Per determinare iprezzi occorre conoscereprima i costi…. E così via di-cendo. Non basta il misura-tore specializzato geometra.E’ evidente. Lui da solo nonce la farà a compiere unbuon lavoro. Morirà di fame.A meno che si industrii a col-laborare con altre figure af-fini nell’eseguire quel lavorospecifico.Un ragioniere, un perito in-dustriale, un architetto, uningegnere, un avvocato, unimpresario, un commer-ciante, un commercialista,un operaio specializzato, unmuratore e anche un mano-vale.Ora sembrerebbe che per farsussistere una specializza-zione qualsiasi, l’individuo,debba, per lo meno, cono-scere il linguaggio tecnico diquelli che opereranno al suofianco prima e dopo il suospecifico intervento, maquesto già lo si fa oggi.Proviamo a dare un’occhiataal passato. Cerchiamo discoprire le similitudini e leattinenze del mondo di iericon quello di oggi.“Gli intellettuali del XII° se-colo, nello scenario urbanoche viene edificandosi dovetutto circola e cambia” scriveJacques Le Goff “rimettonoin movimento la macchinadella storia e sin da principiodefiniscono la loro missionenel tempo:Veritas filia tem-poris” oltre ad essere figliadel tempo, la verità è anchefiglia dello spazio geogra-fico, infatti oggi leghiamo unfatto, un’azione, un qualsiasiaccadimento in unospazio/tempo ben determi-

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ETICA PROFESSIONALE

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riente i cristiani eretici e gli e-brei perseguitati da Bi-sanzio, sono state da loro la-sciate alle biblioteche e allescuole musulmane che lihanno ospitalmente accolti”.In seguito, nonostante leguerre tra l’Occidente e l’I-slam tutt’oggi in corso, i cac-ciatori di manoscritti grecied arabi hanno scambiatopacificamente nei mercati difrontiera le loro cose.A Palermo la cancelleria deire normanni utilizzava il la-tino, il greco e l’arabo, nellacontabilità e negli atti uffi-ciali, sicchè traduttori nomi-nati d’autorità iniziarono

questo nuovo lavoro intel-lettuale: il traduttore di testimanoscritti.Oggi, il tecnico intermedio èsimile a quell’antico tradut-tore del XII° secolo che ri-ceve messaggi attraversoleggi, normative, elaboratigrafici e segni informaticidelle idee di persone o enti,li amplifica, li sintetizza e liimmette sui canali di comu-nicazione specifici per quelspecifico terminale. Ecco l’uomo tecnologico, se-duto al computer spento:una potenza in riposo!Ma secondo Maryanne Wolfpur non essendo “nati per

nato. “Le città –continua LeGoff- sono le piattaforme gi-revoli della circolazionedegli uomini, carichi di ideecome di mercanzie, i luoghidi scambio, i mercati e i qua-driviri del commercio intel-lettuale” infatti “ i prodottirari, gli oggetti di pregio ven-gono dall’Oriente, da Bi-sanzio, da Damasco, daBagdad, da Cordova:In-sieme con le spezie e la seta,i manoscritti recano all’Occi-dente cristiano la culturagreco-araba”.“Le opere di Aristotele, Eu-clide, Tolomeo Ippocrate,Galeno hanno seguito in O-

leggere, siamo dotati di uncervello straordinariamenteplastico. Così apprendiamodalla storia e dalla scienzadel cervello che legge, gli in-trecci e i riferimenti a disci-pline diverse quali neuro-scienza, linguistica, psico-logia, storia e pedagogia” econtinua “La lettura non èun’attitudine naturale del-l’uomo, ma una sua inven-zione, forse la più geniale,che risale a 6000 anni fa inMesopotamia, con la scrit-tura cuneiforme dei Sumeri”. Di conseguenza questo or-gano naturale percepiscecontinuamente l’ambiente

Il mondo di B. Bat.

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ETICA PROFESSIONALE

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arti in Italia, in particolare aFirenze con i Medici; la se-conda si riferisce al periododella battaglia della libera-zione delle genti italiche daldominio straniero. Tra ledue epoche corrono più di300 anni.Nel frattempo i nostri proge-nitori, i nostri ascendenti cihanno trasmesso ciò cheloro ritenevano necessarioalla nostra crescita e svi-luppo e molti di noi hannocompreso questo patri-monio culturale, l’hanno di-feso,conservato e svilup-pato fino a farlo proprioquasi fosse una cosa unicaed irripetibile.Infatti lo è come lo è ogni vitavissuta in modo coscien-zioso.Lo strano è che quando unanazione o un popolo o ungruppo, perdono la consa-pevolezza del proprio for-marsi, gli altri gruppi o glialtri popoli o le altre nazioniripropongono quei valoripersi e ritrovati.Così si forma o si è formata lacultura europea: con gliSvevi in Sicilia, con i Dogi inCina, con i Bergamaschi inSvizzera, con Garibaldi in I-talia..Assistere le giovani genera-zioni nel mondo tecnolo-gico, cioè in quel mondodove conta il saper fare piùche il saper essere, chiamain causa proprio un ripensa-mento di ciò che si ha di va-lido e di civile per compierequesto viaggio trasmigra-torio culturale che si può be-nissimo chiamare: bene co-mune.Un bene comune lo si rico-nosce quando è diffuso tra la

gente in grande quantità.Oggi vediamo un’enormequantità di beni in ogniluogo che ci capita di vivere:prodotti di ogni tipo e perogni evenienza ci vengonoincessantemente offerti incambio di soldi.Anche i soldi, a volte, ci ven-gono offerti scontati da uninteresse sul capitale pre-stato. Non è una novità, natocon il baratto il commercioha iniziato a ricercare un si-stema che si mettesse a ser-vizio e a garanzia di coloroche creavano il mercato.Oggi ci sono le banche, laborsa, i mutui con le loro re-gole impostate sia per en-trare nel sistema, sia per u-scirne e sia per restarci invita natural durante.Ma insieme a queste coseche si toccano ne esistonoaltre che non si toccano: leidee.Quando si parla di idee, au-tomaticamente si pensa alleidee grandi e potenti chehanno inciso in modo pre-gnante sull’evolversi delmondo, ma oggi che nelmondo globale si scopre cheil bene comune unico e inso-stituibile a tutti è il nostropianeta, ci rendiamo contoche il processo distruttivoavviato dall’uomo non puòpiù fermarsi a causa diquegli uomini che hannoperso il controllo di questoprocesso.Personalmente, io noncredo che qualsiasi megastruttura possa esserecreata per controbattere econtrastare se stessa,perché chi è al potere di-strugge tutto ciò che tendegià sul nascere a minare i

che lo circonda in ogni i-stante della sua esistenza,sia quando riposa siaquando è in attività registrasuoni, colori, odori e sensa-zioni che archivia nel propriodeposito mentale come deimicrochip, al fine di poterlivelocemente recuperare e u-tilizzare nel personale lin-guaggio parlato e scritto chel’uomo utilizza per comuni-care con i propri simili.“Ma oggi, con l’avvento dellacultura digitale e il suo privi-legiare l’immagine rispettoalla scrittura, ci troviamo” so-stiene la Wolf “come 6000anni fa nel mezzo di unatransizione di portata epo-cale, un ambientamento diparadigma che sta riorganiz-zando, secondo nuovi para-metri, il cervello delle nuovegenerazioni: i nativi digitali”.A questo punto, la genera-zione precedente, quellascolarizzata con le “tabel-line” riportate sui vecchiquaderni a quadretti e for-mati alla “bella scrittura”grammaticalmente corretta,dovrebbe velocemente rac-cogliere il proprio bagaglioculturale, ordinarlo, digita-lizzarlo ed introdurlo qualepatrimonio nel nuovomondo in formazione, te-nendo presente che pochisapranno leggere come loroe che pertanto dovrannopreoccuparsi di fornirglianche la loro tecnica di ap-prendimento alla lettura edei segni e dei tempi.Nel nostro lessico scola-stico, le parole “Rinasci-mento” e “Risorgimento”definiscono due epocheben distinte: la prima si rife-risce alla nascita delle belle

suoi domini.Ma la storia ha dimostratoche un potere debole madiffuso può contendere ilprimato a chi lo detiene.La sempre più massicciaproliferazione di sofisticatimacchinari tecnologici tra gliaddetti alla progettazionedelle future città ci inducead analizzare il pensiero chesta dietro a quanto ci vienequotidianamente offerto.Indubbiamente si sta verifi-cando anche qui un pas-saggio da un modo forte diimporre un’opera architet-tonica ad una debole, leg-gera, quasi fatiscente.Dalla fine degli anni ’70 ur-banisti, politici, economisti,immobiliaristi si sono sfor-zati di pubblicizzare le loroidee al fine di coinvolgere ilmaggior numero possibiledi persone a partecipare alfinanziamento di mega pro-getti mirabolanti ma poveridi contenuti seri ed onesti.Nel suo studio di ricerca An-drea Branzi afferma:” Il rap-porto stretto tra forma e fun-zione si è disciolto: il com-puter non ha una funzionema tante funzioni quantesono le necessità dell’ope-ratore”.Se l’operatore è quel pro-gettista di case unifamiliariche dominava gli anni cin-quanta e sessanta, quando iprimi tetti sghimbesci usci-vano dalla matita dei giovaniimitatori di Wright tentandodi copiarne lo stile senza ca-pirne il senso, con il com-puter, molto più veloce dellamatita, produrrà molti piùdisegni fantastici e sceno-grafici lasciando ad altri icompiti più impegnativi,

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ETICA PROFESSIONALE

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ogni volta che si usa il com-puter” questa l’ho stralciatadall’inserto “Nova” allegatoa Il Sole 24 ore di giovedì 10dicembre 2009.L’autore di quel pezzo stavaesponendo un desiderioche probabilmente già pos-

siede nella sua mente, mavolendosi affiancare ai cer-velli digitali tenta di usareun linguaggio consono alloro modo di pensare. Infattipoco più avanti ci rivela“verso la metà del 1200 SanTommaso, filosofo, matema-tico e pensatore tout court –ebbe una felice e astuta in-tuizione: se definire univo-camente un individuo tratutti i possibili esistenti in-dividui è praticamente e for-malmente impossibile,forse è molto più semplice eutile trovare l’ecceitas - la ca-

ratteristica che definisce u-nivocamente un soggetto,che sia singolo individuo ocomunità – in un contesto in-finito” e ci spiega monsignorGianfranco Basti, docente difilosofia della natura e de-cano della Facoltà di Filo-

sofia presso la Pontificia Uni-versità Lateranense diRoma.La discussione che seguenon serve al mio ragiona-mento perché già possiedoa sufficienza le nozioni ne-cessarie al prosieguo nelmio approccio nel tentare didimostrare l’insuperabilitàdi un cervello umano sano ecorretto, messo di fronte aqualsiasi macchina che nescopiazzi l’efficienza.E’ comunque vero che uncomputer, dotato di un qual-siasi programma, può risol-

quali:l’ambiente, la società,l’economia e la politica.Questa modernità, debole ediffusa, permetterà ai singoliprogettisti promossi qualinativi digitali, di supportarele opere degli archistar solosu comando programmatoma precario. Praticamentedovranno trovarsi duttili edisponibili, come gli scrivanidi un tempo lontano, a dareconcretezza creativa al mo-mento del bisogno da partedel mercato.Questa sarà la loro funzionee questa determinerà la lorospecializzazione.Le corporazioni, se ancora cisaranno, verranno coinvoltenei casi di emergenza e neimomenti di crisi dei grandisistemi globali più significa-tivi quali quello economico,quello militare, e quello alservizio dei primi due.A noi parzialmente belli, ri-marranno i sentieri di cam-pagna, le aurore e i tramontiche ci ricorderanno i tempiliberi della nostra gioventù eforse ancora qualche tracciadi quei passi perduti nel Ca-stelvecchio di Verona, lam-bito dal grande fiume!“La semantica applicata al-l’informatica vorrebbe uncomputer capace di intera-gire con te in quanto te; uncomputer in grado di cono-scere i tuoi gusti, i tuoi (pos-sibili) interessi, il tuo lavoro.Insomma qualcosa di non vi-vente ma che, in alcuni casi,si comporti come se lo fossee soprattutto qualcosa ca-pace di sapere chi ha difronte in un preciso mo-mento. Per farlo deve saperaccumulare tutte le informa-zioni che gli vengono date

vere qualsiasi connessione u-tile a chi ordina il programma,ma non può provvedere allasopravvivenza del computer.L’uomo una speranza ce l’hain Caritas in veritate, l’Enci-clica di Benedetto XVI°: do-vrebbe leggerla.

Riprendo comunque da J.LeGoff alcune intuizioni diPietro il Venerabile che giànel 1141 individua nel verbo“scrivere” l’arma necessariaa combattere l’aggressivitàdell’Oriente contro l’Occi-dente, poichè lui così rela-ziona i suoi confratelli, qualeabate di Cluny :“Ma i latinisoprattutto quelli moderni,nell’organizzare dell’anticacultura, non conoscono, se-condo il detto degli ebrei,che in altri tempi ammira-vano gli apostoli poliglotti,altra lingua che quella del

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ETICA PROFESSIONALE

144 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

tera e nessun errore venga afalsare la pienezza della no-stra comprensione, ho postoa fianco dei traduttori cri-stiani un traduttore sara-ceno.Questo gruppo, dopo averfrugato a fondo le biblio-teche di quel popolo….neha tratto un grosso libro cheè stato pubblicato per i let-tori latini”.I traduttori cristiani diSpagna, nelle loro ricerchebibliografiche incontraronoanche i trattati scientifici,greci e arabi. L’abate diCluny, mette in risalto chesolo offrendo loro una gene-rosa retribuzione ha potutoassicurarsi i servizi di tradut-tori specializzati. “Ad essi ho dovuto infatti

pagar caro l’abbandono mo-mentaneo del lavoro profes-sionale”.Ecco come veniva conside-rata la libera professionequasi un millennio fa.Per superare una grave crisinon bastava la guerra per lariconquista del territorio,vedi Carlo Magno e i suoi pa-ladini, ma risultava impel-lente mettere di fronte ai re-gnanti del tempo i pericoli diuna grave inadempienzaspettante all’autorità di go-verno: provvedere all’istru-zione elementare, mediaticae massiccia di tutto il popolosottoposto, elevandolo gra-dualmente dalla condizionedi sudditanza a quella parte-cipativa e democratica.L’obiettivo è tutt’oggi valido,

loro paese natale. Per cuinon hanno né potuto ricono-scere l’enormità di questoerrore, né sbarrargli lastrada…. mi sono indignatonel vedere i latini ignorare lacausa di una simile perdi-zione e la loro ignoranza to-glier loro il potere di resi-sterle; giacchè nessuno ri-spondeva, nessuno sapevanulla” e continuando de-scrive il suo intervento perrisolvere concretamente lagrave lacuna culturale. “sonodunque andato a trovare glispecialisti della lingua arabae a forza di preghiere e di de-naro li ho persuasi a tradurredall’arabo in latino la storia ela dottrina e la loro legge (IlCorano): e, affinché la fe-deltà della traduzione sia in-

ma lo spirito imprendito-riale è alla deriva e quest’ul-timo chiede l’aiuto compe-tente delle libere corpora-zioni ancora in vita, quandoci arriva.Un ulteriore aiuto alla ricercadei nostri passi perduti, civiene ancora fornita daltesto della Wolf dove a pag.74 scrive “ Un meta esame diquesto intero percorso sto-rico (storia del cervello nel-l’apprendere le sue funzionispecifiche) mostra che a pro-muovere lo sviluppo delpensiero intelligente nellastoria dell’uomo non sonostati ne il primo alfabeto nela rivisitazione di un alfa-beto, ma la scrittura inquanto tale.Come ha affermato Lev Vy-gotsky, psicologo russo delXX secolo, l’atto di mettereper iscritto parole pronun-ciate e idee ancora ine-spresse (come i progetti, leformule, i paesaggi pittorici)libera, nel farlo, il pensierostesso e lo trasforma. Manmano che gli uomini impa-rano ad usare la lingua scrittae a trasmettere le loro ideein modo più preciso, la loroattitudine al pensiero a-stratto e alla creazione diidee nuove accelera”.Una certa morale che si puòtrarre, se se ne ha voglia,sembra che sia quella direimparare a scrivere ipropri pensieri a mano su unfoglio, affinché lo scriventepossa efficacemente con-trollare se veramentequesto scritto corrispondeal suo originale pensiero.

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Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emana-zione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficialedella Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lom-bardia.I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i conte-nuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi uf-ficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

Legge 23 luglio 2009 n. 99 (G.U. 31 luglio 2009 n. 176, Supple-mento Ordinario)Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle im-prese, nonché in materia di energia(in vigore dal 15 agosto 2009.(In sintesi il decreto che riguarda l’energia e le fonti rinnovabili,tratta, tra l’altro,di: liberalizzazione edilizia attività turistiche e ri-cettive - autocertificazione per partecipazione a procedure pub-bliche - Ici per immobili in leasing o in concessione demaniale –servizio di scambio sul posto nei piccoli comuni – piano straordi-nario per la promozione dell’edilizia a risparmio energetico – im-pianti alimentati da fonti rinnovabili entrati in funzione dopo il 30giugno 2009 – micro e piccola cogenerazione - impianti a fonti rin-novabili su aree comunali – maggioranze condominiali per deci-sioni in materia di fonti rinnovabili a contenimento dei consumi –autorizzazioni e procedure edilizie per costruzione, esercizio emanutenzione di elettrodotti – geotermia per la climatizzazionedegli edifici – realizzazione di impianti a biomasse e fotovoltaici –scambio sul posto impianti fino a 20 Kw – semplificazione proce-dure 55% riqualificazione energetica – modifiche al D.lgs.152/2006: requisiti tecnici e costruttivi degli impianti termici civili– modifiche al D.lgs 192/2005: impianti idrico sanitari).

Determinazione autorità di vigilanza contratti pubblici 21maggio 2009 n. 5 (G.U. 22 agosto 2009 n.194)Linee guida per l’applicazione dell’art 48 del D.lgs.vo 163/2006.

Circolare Ministero Infrastrutture e Trasporti 12 novembre2009 n. 4649 (G.U. 24 novembre 2009 n. 274)Chiarimenti in ordine all’applicazione delle disposizioni di cui al-

l’art 253, comma 15 bis del decreto legislativo 12 aprile 2006 n.163.(Partecipazione a gare di appalto per servizi di ingegneria e ar-chitettura - procedure di affidamento – verifica dei requisiti tec-nico professionali ed economico finanziari).

Determinazione Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 8 luglio2009 n. 6 (G.U. 22 agosto 2009 n. 194)Il procedimento di verifica delle offerte anormalmente basse conparticolare riferimento al criterio del prezzo più basso.(Procedure di affidamento di appalti pubblici per lavori di servizie forniture nei settori ordinari – verifica ed esclusione delle of-ferte anomale).

Determinazione Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 16 luglio2009 n.7 (G.U.1 agosto 2009 n. 177)Problematiche applicative delle disposizioni in materia di opere ascomputo degli oneri di urbanizzazione dopo il terzo decreto cor-rettivo del Codice dei Contratti.(Appalti pubblici di lavori – Opere di urbanizzazione – contratti aldi sopra e al di sotto della soglia comunitaria).

Circolare Ministero Lavoro Salute e politiche sociali 10 no-vembre 2009 n. 33Provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale di cuiall’art,14 del D.Lgs.vo n. 81/2008 – modifiche apportate dall’art.11 del D.Lgs.vo 106/2009.(La circolare fornisce chiarimenti per l’applicazione corretta deldereto 81/2008 con particolare riferimento al provvedimento disospensione dell’attività imprenditoriale, in particolare : I soggettiaffidatari del potere di sospensione – la discrezionalità del prov-vedimento - I presupposti, gli effetti e la revoca del provvedimento– Inottemperanza – Ricorsi avverso il provvedimento di sospen-sione – Provvedimento interdittivo alla contrattazione con lePP.AA.)

a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Novità di LeggeNovità di Legge

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Legge regionale n. 13/2009Applicazione della legge regionale n. 13 del 2009.

geom.B.B.

Se un comune non ha provveduto, entro il 15 ottobre 2009, con deli-berazione motivata, a individuare le parti del territorio nelle quali nonsi applica il “Piano Casa”, in ragione delle speciali peculiarità storiche,paesaggistico-ambientali ed urbanistiche, compresa l’eventuale sal-vaguardia delle cortine edilizie esistenti, si applica integralmente lalegge regionale n. 13 del 2009.In base all’articolo 3, commi 1 e 2, la legge stabilisce che è ammessoun ampliamento in deroga alle prescrizioni quantitative degli stru-menti urbanistici agli edifici residenziali esterni al centro storico.La norma in parola riguarda edifici esclusivamente e interamente re-sidenziali esistenti al 31 marzo 2005, in tutte le zone, esclusa la zonaA del Prg (o nuclei urbani di antica formazione del Pgt).Possono essere realizzati solo locali di abitazione e relativi accessori.La deroga al Prg (o al Pgt) riguarda solo le previsioni quantitative (in-dici), per cui tutti gli altri parametri devono essere rispettati e gli inter-venti devono rispettare il codice civile e i diritti di terzi, le norme igie-nico sanitarie, di stabilità e sicurezza, in materia idrogeologica, di pae-saggio e di beni culturali.L’articolo 3, comma 1, lettera a), consente un ampliamento non su-periore al 20% dell’edificio uni o bifamiliare e l’ampliamento non puòsuperare 300 mc. per ogni appartamento.L’ampliamento deve comportare:– la diminuzione certificata (per la parte di edificio esistente) superiore al

10% del fabbisogno annuo di energia primaria per climatizzazione in-vernale, mentre per la parte ampliata rispettare i valori ordinari, oppure,

– assicurare il fabbisogno di energia per climatizzazione invernale in-feriore ai valori limite previsti dalla normativa per le nuove costru-zioni di cui agli articoli 9 e 25 della legge regionale n. 24/2006.

Per gli edifici individuati con apposito simbolo nelle zone E (agricole)del Pgt, non adibiti ad uso agricolo, non esclusivamente e interamenteresidenziali, non è applicabile la norma regionale, mentre per i fabbri-cati residenziali in zone agricole (per di più autorizzati specificata-mente all’uso residenziale) l’applicazione dell’articolo 3, comma 1,lettera a), della legge regionale n. 13 del 2009 è, a mio giudizio, pos-sibile per le ragioni sopra esposte.

geom. Antonio Gnecchi

Costo di costruzioneCalcolo del costo di costruzione in relazione all’altezza di piano supe-riore a mt. 3,70 per una porzione minima di superficie utile di un al-loggio. geom. R.B.

L’articolo 7, primo comma, punto 3, del DM 10 maggio 1977, n. 801,individua quale caratteristica specifica, che riconduce l’organismo e-dilizio tra gli edifici con caratteristiche tipologiche superiori di cui al-l’articolo 4, l’altezza libera netta di piano superiore a m. 3,00 o a quella

minima prescritta da norma regolamentari, specificando che per am-bienti con altezze diverse si fa riferimento all’altezza media ponderale.La presenza di questa caratteristica specifica comporta il passaggiodell’edificio ad una classe superiore nonché la maggiorazione pari al10% del costo base di riferimento per il calcolo del costo di costruzione.Il riferimento alla altezza di piano e l’ulteriore specificazione relativaalla media ponderale in presenza di ambienti con altezza diversa con-sente di superare l’aberrante ipotesi paventata dal quesito. Nel sensoche la porzione di superficie utile dei locali, o degli alloggi, con altezzanetta interna superiore a quella minima regolamentare, non può de-terminare un incremento del costo unitario, della classe e infine delcontributo, correlati all’intero edificio.È necessario individuare un criterio di calcolo che consenta di attri-buire gli effetti maggiorativi indotti dalla richiamata caratteristica spe-cifica alla sola superficie utile degli ambienti che presentano altezzenette interne superiori a quelle minime prescritte.Questa non è la sede per sviluppare una critica, peraltro scontata, aduna disposizione che attribuisce una sorta di qualità superiore, da pa-gare a caro prezzo, ad alloggi che magari presentano altezze interneappena superiori al minimo consentito. Non ritengo altresì correttoche gli interessati propongano delle soluzioni artificiose che rispettinoi disposti dell’articolo 7 e, subito dopo aver ottenuto l’agibilità, ricon-ducano gli ambienti alle previsioni originarie volute.La soluzione che propongo per superare la difficoltà manifestata, inpresenza di edifici con porzioni di superfici utili che presentano altezzesuperiori al minimo consentito, è la seguente:1) determinazione della classe dell’edificio, del costo unitario di co-

struzione maggiorato e del costo convenzionale complessivo del-l’intervento, mediante applicazione del decreto ministeriale 10maggio 1997, senza considerare la maggiorazione e la classifica-zione che derivano dalla caratteristica particolare relativa all’altezzanetta interna,

2) calcolo della quota di contributo relativa al costo di costruzione ap-plicando l’aliquota percentuale determinata dalla regione, in fun-zione della classe dell’edificio, alla superficie complessiva indivi-duata secondo il richiamato decreto ministeriale,

3) determinazione della classe dell’edificio e della maggiorazione delcosto unitario che conseguono all’introduzione della caratteristicaparticolare relativa all’altezza netta interna,

4) determinazione dell’incremento di contributo che deriva dall’appli-cazione del costo unitario di cui al punto 3), nonché dell’aliquota re-gionale connessa alla classe dell’edificio di cui al punto medesimo,alla sola superficie utile degli ambienti che presentano altezza nettainterna superiore ai minimi consentiti,

5) la quota di contributo complessivamente dovuta in relazione alcosto convenzionale della costruzione è data dalla somma tra l’im-porto di cui al punto 1) e quello di cui al punto 4).

Aggiungo che gli incrementi di classe e le maggiorazioni del costo u-nitario che derivano dalla caratteristica particolare di cui si parla nondevono essere applicati quando le altezze nette interne sono riferitenon a locali ma a servizi ed accessori.

Per l’UNITEL – Sez. Provinciale di Bresciageom. Antonio Gnecchi

a cura del geom. Alfredo Dellaglio

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Aggiornamento Albo

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 13 novembre 2009N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

4087 Marini Fabio Gianmarco Sarnico (Bg) 02/07/1966 24060 Villongo (Bg) Via Risorgimento 24/B Trasferimento a Bg.

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 31 dicembre 2009N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

3291 Aliprandi Aimo Gambara (Bs) 26/04/1940 25123 Brescia Viale Piave 179 Dimissioni

2445 Angoscini Ferdinando Capriano-Azzano (Bs) 23/12/1944 25128 Brescia, via Chiassi 11 Dimissioni

1926 Bazzardi Bruno Poncarale (Bs) 14/03/1944 25127 Brescia Via Strada Antica Mantovana 75 Dimissioni

5066 Bertoli Prandelli Diego Brescia 22/02/1977 25065 Lumezzane (Bs) Via Valmezzana 51 Dimissioni

5158 Bonù Elisa Breno (Bs) 27/11/1980 25040 Angolo T. (Bs) Via Porte 4 Dimissioni

5709 Bruni Alessia Gardone V.T. (Bs) 25060 Collio (Bs) Via Ondola 32 Dimissioni

1999 Cantoni Guerino Passirano (Bs) 27/09/1945 25050 Provaglio d’Iseo (Bs) Via S. Filastrio 42 Dimissioni

3613 Cappellini Giacomo Cerveno (Bs) 23/06/1951 25040 Braone (Bs) Via Brendibusio 2 Dimissioni

2676 Cavaliere Giuseppe Moliterno (Pz) 23/04/1941 25065 Lumezzane (Bs) Via Simoncelli 9 Dimissioni

5728 De Netto Giovanni Chiari (Bs) 30/06/1979 25030 Coccaglio (Bs) Via F.lli Rosselli 25/C Dimissioni

5115 Del Vecchio Roberto Brescia 12/07/1977 25073 Bovezzo (Bs) Via Manzoni 12 Dimissioni

3811 Festa Danilo Gargnano (Bs) 13/09/1948 25084 Gargnano (Bs) Via S. Giacomo 21/B Dimissioni

1509 Girotti Gian Carlo Morrovalle (Mc) 24/04/1931 25123 Brescia Via Zendrini 7 Dimissioni

4645 Giugno Laura Montichiari (Bs) 20/07/1976 25016 Ghedi (Bs) Via G. Mazzini 40 Dimissioni

5181 Greotti Roberto Brescia 10/01/1980 25038 Rovato (Bs) Via Plodio 8/E Dimissioni

4936 Gritti Giuliana Rovato (Bs) 15/11/1974 25038 Rovato (Bs) Via Baracca 15 dimissioni

5834 Guzzago Emanuele Chiari (Bs) 27/01/1986 25030 Coccaglio (Bs) Via G. Di Vittorio 5 - Tr. II Dimissioni

4856 Inversini Alessandro Angolo Terme (Bs) 12/10/1950 25040 Angolo Terme (Bs) via Nim 18 (Mazzunno) Dimissioni

3028 Marvulli Nicola Altamura (Ba) 21/05/1946 25081 Bedizzole (Bs) Via Fantoni 14 Dimissioni

5837 Menoni Stefano Paolo Verona 14/12/1959 25124 Brescia Via Privata De Vitalis 32 Dimissioni

1743 Mitelli Pierino Concesio (Bs) 22/02/1945 25060 Concesio San Vigilio (Bs) Via Cottinelli 25/A Dimissioni

1296 Morteo Giangiacomo Brescia 29/04/1940 25128 Brescia Via R. Psaro 19 Dimissioni

2132 Piacentini Armando Capriano d. Colle (Bs) 22/08/1947 25030 Lograto (Bs) Via Papa Giovanni XXIII 25 Dimissioni

2186 Raffaelli Roberto Brescia 21/03/1942 25085 Gavardo (Bs) Via S. Antonio 10

5535 Rebuschi Alberto Chiari (Bs) 30/12/1978 25030 Urago d’Oglio (Bs) Via IV Novembre 78 Dimissioni

3966 Riva Vittorio Rodengo saiano (Bs) 17/11/1947 25050 Rodengo Saiano (Bs) Via Martiri Libertà 32 Dimissioni

1268 Romano Vincenzo Rodi (Grecia) 11/02/1940 25125 Brescia Via Sicilia 13 Dimissioni

2853 Santi Flavio Bergamo 01/07/1949 25047 Darfo (Bs) Via Gabossi 4 Dimissioni

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1 - 153

1495 Scaramuzza Franco Manerbio (Bs) 04/09/1943 25025 Manerbio (Bs) Via Jan Paalch 1 Dimissioni

2188 Serpelloni Angiolino S. Zeno Naviglio (Bs) 04/02/1948 25010 San Zeno Naviglio (Bs) Via . Diaz 29/B Dimissioni

1402 Sossi Gianfranco Vobarno (Bs) 09/04/1941 25069 Villa Carcina (bs) Via Verdi 12 Dimissioni

1763 Stefanini Lino Corteno Golgi (Bs) 18/01/1946 25050 Passirano (Bs) Via Aldo Moro 13 Dimissioni

1497 Testa Franco Milano 19/01/1935 25079 Vobarno (Bs) Via Sottostrada 29 Dimissioni

2189 Tinti Patrizio Dello (Bs) 15/04/1948 25020 Flero (Bs) Via A. Grandi 13 Dimissioni

5598 Ussoli Sara Brescia 08/09/1970 25126 Brescia Via Sorbana 12 Dimissioni

1168 Volpi Gianfranco Brescia 24/12/1935 25086 Rezzato (Bs) Via F.lli Rosselli 10 Dimissioni

5544 Volpi Matteo Sarnico (Bg) 25/09/1981 25030 Paratico (Bs) Via Tengattini 106 Dimissioni

4257 Volpini Rinaldo Cazzago San Martino (Bs) 29/12/1948 25046 Cazzago S. Martino (Bs) Via Villa di Sotto 17/F Dimissioni

5305 Ziglia Remo Leno (Bs) 03/08/1930 25124 Brescia Via del Brasile 35 Dimissioni

3021 Zorzi longino Anfo (Bs) 10/01/1937 25070 Bagolino (Bs) Via Europa 2/A Dimissioni

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 27 gennaio 2010N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

1787 Boldrini Giacomo Dello (Bs) 14/10/1946 25020 Dello (Bs) Via T. Montinaro 1 Dimissioni

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 27 gennaio 2010N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5948 Belotti Giovanni Angelo Paratico (Bs) 26/04/1945 25030 Paratico (Bs) Via Timoni a Lago 3

5949 Tornago Dario Brescia 30/05/1962 25128 Brescia Via Hermada 7 Reiscrizione

5950 Lorini Eleonora Brescia 28/10/1976 25127 Brescia Via delle Longure 53

5951 Tosciri Paolo Cedegolo (Bs) 26/01/1970 25051 Cedegolo (Bs) Via Nazionale 82

5952 Bonetti Simone Leno (Bs) 07/12/1981 25024 Leno (Bs) Via Viganovo 24

5953 Sbaraini Mariuccia Brescia 27/01/1979 25030 Castelmella (Bs) Via Monet 49

5954 Leali Maurizio Desenzano d. Garda (Bs) 21/01/1984 25081 Bedizzole (Bs) Via Campagnola di Sopra 31

5955 Polonioli Stefano Breno (Bs) 19/06/1984 25040 Cimbergo (Bs) Via IV Novembre 19

5956 Martinelli Marialuisa Brescia 20/03/1983 25030 Trenzano (Bs) Via Dott. Nereo Omero 5

5957 Ottolini Mosè Gavardo (Bs) 26/09/1981 25081 Bedizzole (Bs) Via Pontenove 91

5958 Tiboni Francesco Gavardo (Bs) 24/07/1986 25070 Treviso Bresciano (Bs) Via Facchetti 33

5959 Zandolini Stefano Chiari (Bs) 06/10/1985 25030 Urago d’Oglio (Bs) Via Don G. Podavitte 17

5960 Alberti Andrea Montichiari (Bs) 22/08/1988 25018 Montichiari (Bs) Via Rampina di S. Giorgio 14

5961 Albertoni Elisabetta Brescia 04/12/1986 25040 Corteno Golgi (Bs) Via Garibaldi 135

5962 Almici Paolo Iseo (Bs) 17/09/1984 25054 Marone (bs) Via Rampa 16

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154 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5963 Amadori Chiara Gavardo (Bs) 06/09/1988 25080 Soiano d. Lago (Bs) Via X Giornate 80

5964 Baccoli Roberta Gavardo (bs) 22/06/1988 25089 Villanuova s. Clisi (Bs) Via Mezzane 4

5965 Beltrami Alessandro Brescia 29/01/1986 25046 Cazzago S. Martino (Bs) Via Barco 43

5966 Berlucchi Paolo Brescia 05/12/1968 25133 Brescia Mompiano Via Giorgio Zampori 8

5967 Berta Cristian Brescia 27/11/1974 25014 Castenedolo (Bs) via M. Teresa di Calcutta 22

5968 Bertelli Luca Gavardo (Bs) 24/04/1988 25080 Paitone (Bs) Via Roma 5

5969 Zorzi Gianluca Desenzano d. Garda (Bs) 22/02/1982 25017 Lonato (Bs) Via Liguria 16

5970 Bocchi Renata Brescia 19/08/1988 25030 Trenzano (Bs) Via G. Carducci 22/B

5971 Brichetti Martino Brescia 28/09/1983 25030 Torbiato di Adro (Bs) Via San Zeno 20

5972 Carini Paolo Giuseppe Gardone V.T. (Bs) 05/10/1964 25068 Sarezzo (Bs) Via Don A. Quaranta 24/B

5973 Castellini Andrea Gavardo (Bs) 07/01/1985 25080 Prevalle (Bs) Via I° Maggio 27

5974 Cherubini Anna Montichiari (Bs) 25/02/1987 25020 Cigole (Bs) Via Nuova Sopra 19

5975 Chitoni Nicola Iseo (Bs) 08/03/1987 25050 Toline di Pisogne Via Don Bonetti 2

5976 De Gasperi Carlo Gardone V.T. (Bs) 17/11/1978 25068 Sarezzo (Bs) Via Carducci 30

5977 Facchetti Roberto Chiari (Bs) 07/01/1981 25032 Chiari (Bs) Via Einstein 11

5978 Facchi Alessandro Brescia 03/09/1987 25086 Rezzato (Bs) via L. Da Vinci 4 - C.P. 32

5979 Fassini Filippo Iseo (Bs) 29/12/1988 25040 Esine (Bs) Via Castello 5

5980 Franchi Luca Brescia 23/08/1988 25127 Brescia Via Solera 45

5981 Gamba Miriam Montichiari (Bs) 16/07/1988 25011 Calcinato (Bs) Via Guerzoni 2C

5982 Gandolfi Emanuele Castiglione d. Stiv. (Mn) 19/03/1972 25015 Desenzano d. Garda (Bs) Via Milano 33

5983 Gatta Diego Gardone V.T. (Bs) 13/01/1986 25065 lumezzane (Bs) Via S. Antonio 55/A- Fr. Gazzolo

5984 Gervasio Michele Manerbio (Bs) 01/04/1988 25023 Gottolengo (Bs) Cascina Mariaelena 1

5985 Ghidinelli Matteo Gavardo (Bs) 14/11/1987 25085 Gavardo (Bs) Via Soseto 58

5986 Guatta Marco Gavardo (Bs) 03/01/1985 25080 Serle (Bs) Via Berana 1

5987 Lazzari Elena Gardone V.T. (Bs) 11/01/1986 25060 Collio (Bs) Via Trento 39

5988 Lorenzetti Matteo Breno (Bs) 18/07/1983 25040 Gianico (Bs) Via Chiudinelli 6

5989 Magri Caterina Orzinuovi (Bs) 16/12/1985 25022 Borgo san Giacomo (Bs) Via A. Diaz 3

5990 Migliorati Luca Brescia 13/12/1986 25129 Brescia Via Seriola Vescovada 114/A

5991 Morandi Andrea Brescia 15/10/1985 25086 Rezzato (Bs) Via G. Mazzini 6

5992 Pedersoli Giorgia Lovere (Bg) 03/09/01987 25052 Piancogno (Bs) Via Donatori di Sangue 4

5993 Pedrotti Fabio Tirano (So) 12/03/1986 25040 Edolo (Bs) Via Marconi 196

5994 Pedrotti Riccardo Brescia 12/10/1986 25127 Brescia Via Dario Levi 2

5995 Peli Andrea Brescia 09/02/1986 25062 Concesio (Bs) Via Europa 286

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1 - 155

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5996 Piazzani Adriano Tirano (So) 08/05/1984 25040 Incudine (Bs) Via Valeriana 14

5997 Podavini Sabrina Gavardo (Bs) 19/11/1986 25080 Prevalle (Bs) via Dante 5/A

5998 Pompili Christian Brescia 21/02/1986 25076 Odolo (Bs) Via Garibaldi 10

5999 Rodondi Stefania Edolo (Bs) 06/02/1988 25040 Corteno Golgi (Bs) Via I° Maggio 31

6000 Schiavi Oscar Lovere (Bg) 14/03/1986 25047 Darfo (Bs) Via Cappellini 126

6001 Serina Stefano Brescia 26/11/1979 25080 Mazzano (bs) Via Nikolajewka 9

6002 Staffoni Jessica Lovere (Bg) 18/05/1988 25055 Pisogne (Bs) Loc. Pontasio 15

6003 Tolotti Mauricio Brasile 22/12/1982 25030 Torbole Casaglia (Bs) Via Marconi 12

6004 Vitali Giulia Brescia 22/08/1986 25021 Bagnolo Mella (Bs) Via Lama Sud 2

6005 Vitali Pedretti Maicol Brescia 13/06/1985 25014 Castenedolo (Bs) Via T. Olivelli 45

6006 Zanardini Rosanna Breno (Bs) 02/10/1976 25050 Pian Camuno (Bs) Via Torre 40/2

6007 Zanini Matteo Desenzano d. G. (Bs) 05/01/1983 25088 Toscolano Maderno (Bs) via Camerate 7 - Fraz. Gaino

6008 Zanola Riccardo Brescia 23/11/1986 25080 Botticino (Bs) Via Gramsci 24

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memo

156 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5

AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBOPer consentire il periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sonotenuti a comunicare al Collegio ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico utilizzando esclusiva-mente la seguente scheda:

IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA

cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. n. albo …………………………………………... nato il …………………………………………

luogo di residenza ……………………………………………………………………………………….. luogo dello studio ………………………………………………………………………………......

cap …………………………… città ……………………………………………………………………... cap ………………………………………………. città …………………………………………....

via ………………………………………………………………………………………………………………………... via ………………………………………………………………………………………………………………......

P. Iva ……………………………………………………………………………………………………………………

tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. tel. ufficio …………………………………… fax …………………………………………........

cell. ………………………………………………………………………………………………………………………. e-mail …………………………………………………………………………………………………………....

data ……………………………………………………………………………………………………………………..

firma ……………………………………………………………………………………………………………....

Per l’invio della corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta)

Autorizzi la pubblicazione della tua e-mail nel sito Internet del Collegio? ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)

PER AGGIORNARE GLI ELENCHIDELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIAIL COLLEGIO INVITA I GEOMETRIA COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINEQUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)

SPETT.LECOLLEGIO DEI GEOMETRIDELLA PROVINCIA DI BRESCIA25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12FAX: 030/306867

Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa diPrevidenza geometri a sensi della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la com-pilazione di specifico modello di atto notorio disponibile presso il Collegio. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte leinformazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamentialla Cassa di Previdenza.