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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 1 SICUREZZA CANTIERI - Manutenzione in sicurezza di tetti e coperture 84 TECNICA - La pietra e l’acqua 92 L’estetica delle facciate in relazione al co- lore ed ai materiali 94 CONDOMINIO - Targa del condominio, de- trazione del 55% e distacco dal riscalda- mento comune 102 GEOLOGIA - Geologi e geometri: sinergie per la gestione e salvaguardia del terri- torio 106 CULTURA - 1881: i primi trasporti urbani e il primo tram bresciano 108 LIBRI - “Arch&stone’08”, premio di architettura del Consorzio Botticino Classico 114 ETICA PROFESSIONALE - L’opportunità dei giovani, il dovere dei “saggi” 116 Novità di legge 118 La parola agli esperti 120 Aggiornamento Albo 126 Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Leonardo Baldassari, Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Tarcisio Campana, Laura Cinelli, Mario Comincini, Alfredo Dellaglio, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Mariangela Scotti, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Luca Canesi, Uriele Paitoni, Remo Paderno, Alessandra Pelizzari, Patrizia Pinciroli, Valentina Sonvico, Vito Sosio, Maria Tomasoni Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi N. 1 - 2009 gennaio - febbraio Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Sommario DALLA PRESIDENZA - L’augurio del Presi- dente Giovanni Platto ai geometri bresciani per il 2009 pag. 2 EDITORIALE - Consapevolezza e conoscenza nella sicurezza 4 INTERVISTA - Formazione, capitolo da ri- scrivere: dal diploma agli Its all’aggiorna- mento permanente 6 DALLA CASSA - Eletti i Delegati Cassa della Lombardia per il quadriennio 2009-’13 12 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Proposta di modifica del Regolamento professionale del geometra 14 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Barriere ar- chitettoniche: iniziativa del Collegio al servizio dei cittadini 18 Costo della vita, prezzi al consumo 72 Nuove regole per gli impianti fotovoltaici 74 LAVORI DI GEOMETRI - Energia elettrica dal mais: un’impresa complessa, ma ben riuscita al collega Piero Ferri 20 LEGALE - Ancora sulla Dia 38 Rogito notarile: verifiche e imposte 40 DAL COLLEGIO DI LODI - Contratto di lo- cazione: a ciascuno il “suo” 42 DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Da am- biente, sicurezza e risparmio energetico nuove opportunità per il geometra 56 AGRICOLTURA & FORESTE - Lombardia 2009: anche i vigneti all’appello della con- dizionalità 58 Appunti pratici di ingegneria naturalistica (parte seconda) 60 FORMAZIONE CONTINUA - Novità in ma- teria di efficienza e certificazione energe- tica degli edifici 68 AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Impianti termici in bioedilizia 76

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 1IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 1

SICUREZZA CANTIERI - Manutenzione insicurezza di tetti e coperture 84

TECNICA - La pietra e l’acqua 92

L’estetica delle facciate in relazione al co-lore ed ai materiali 94

CONDOMINIO - Targa del condominio, de-trazione del 55% e distacco dal riscalda-mento comune 102

GEOLOGIA - Geologi e geometri: sinergieper la gestione e salvaguardia del terri-torio 106

CULTURA - 1881: i primi trasporti urbani e ilprimo tram bresciano 108

LIBRI - “Arch&stone’08”, premio di architetturadel Consorzio Botticino Classico 114

ETICA PROFESSIONALE - L’opportunitàdei giovani, il dovere dei “saggi” 116

Novità di legge 118La parola agli esperti 120Aggiornamento Albo 126

Direttore responsabileBruno Bossini

Segretaria di redazioneCarla Comincini

RedazioneRaffaella Annovazzi, Manuel Antonini,Leonardo Baldassari, Giuseppe Battaglia,Nadia Bettari, Tarcisio Campana, Laura Cinelli,Mario Comincini, Alfredo Dellaglio,Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio,Francesco Ganda, Francesco Lonati,Guido Maffioletti, Franco Manfredini,Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini,Mariangela Scotti, Marco Tognolatti,Giuseppe Zipponi

Hanno collaborato a questo numeroLuca Canesi, Uriele Paitoni, Remo Paderno,Alessandra Pelizzari, Patrizia Pinciroli,Valentina Sonvico, Vito Sosio, Maria Tomasoni

Direzione, redazione e amministrazione25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12Tel. 030/3706411www.collegio.geometri.bs.it

Grafica e impaginazioneFrancesco Lonati

FotografieStudio Eden e Francesco Lonati

Concessionario della pubblicitàEmmedigi PubblicitàVia Malta 6/b - 25125 BresciaTel. 030/224121 - Fax: 030/226031

StampaIGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20

Di questa rivista sono state stampate ????? copie,che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi

N. 1 - 2009 gennaio - febbraioPubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornalie periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 1, DCB Brescia

Associato alI’USPI

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore enon impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltàdi riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articolie le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

IL GEOMETRABRESCIANORivista bimestraled'informazionedel Collegio Geometridella provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del CollegioGeometri di Brescia, sintetizza con efficacia lamultiforme attività del geometra nei secoli.

Sommario

DALLA PRESIDENZA - L’augurio del Presi-dente Giovanni Platto ai geometri brescianiper il 2009 pag. 2

EDITORIALE - Consapevolezza e conoscenzanella sicurezza 4

INTERVISTA - Formazione, capitolo da ri-scrivere: dal diploma agli Its all’aggiorna-mento permanente 6

DALLA CASSA - Eletti i Delegati Cassa dellaLombardia per il quadriennio 2009-’13 12

DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Proposta dimodifica del Regolamento professionaledel geometra 14

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Barriere ar-chitettoniche: iniziativa del Collegio alservizio dei cittadini 18

Costo della vita, prezzi al consumo 72

Nuove regole per gli impianti fotovoltaici74

LAVORI DI GEOMETRI - Energia elettricadal mais: un’impresa complessa, ma benriuscita al collega Piero Ferri 20

LEGALE - Ancora sulla Dia 38

Rogito notarile: verifiche e imposte 40

DAL COLLEGIO DI LODI - Contratto di lo-cazione: a ciascuno il “suo” 42

DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Da am-biente, sicurezza e risparmio energeticonuove opportunità per il geometra 56

AGRICOLTURA & FORESTE - Lombardia2009: anche i vigneti all’appello della con-dizionalità 58

Appunti pratici di ingegneria naturalistica(parte seconda) 60

FORMAZIONE CONTINUA - Novità in ma-teria di efficienza e certificazione energe-tica degli edifici 68

AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Impianti termiciin bioedilizia 76

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DALLA PRESIDENZA

2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

L’augurio del PresidenteGiovanni Platto ai geometribresciani per il 2009

Un cordiale saluto a tutti gli iscritti e l’augurio di unpositivo 2009 per tutta la nostra categoria; salutoe augurio estensibili a tutti i familiari, nonché ai

collaboratori dei nostri studi professionali e del Collegio.L’anno 2008 testè trascorso ha portato significativi cambia-menti: Fausto Savoldi è approdato alla Presidenza del Con-siglio Nazionale; FaustoAmadasi l’ha sostituitoalla Presidenza della no-stra Cassa di Previdenza;è stato rinnovato il Consi-glio Nazionale. Tutti cam-biamenti avvenuti nelsolco della continuità, mapronti per notevoli inter-venti innovativi.La crisi globale che at-tualmente stiamo attra-versando non è certo arri-vata all’improvviso, mada tempo si era prean-nunciata con sintomi divario genere. La nostracategoria, grazie alla suapolivalenza, la sta affron-tando con minori disagirispetto ad altre, special-mente da parte di chi haimpostato il proprio la-voro professionale su piùsettori, non sofferman-dosi – come altri – su ununico settore come, amero esempio, l’agenteimmobiliare che, in man-canza di acquirenti o con-tratti vari, si ritrova scar-samente impegnato.Una delle conseguenzedella crisi è la selezione;sul mercato rimarrà chi èmaggiormente prepa-rato, qualificandosi concontinui aggiornamentied accedendo a quelle nuove qualifiche o specializzazioniprofessionali che permettano di ampliare l’attività profes-sionale.Le recenti normative sono grande occasione di nuovi inca-richi professionali.Il costante aggiornamento e la qualificazione settoriale sonola strada maestra per non soccombere, ma anzi per incre-

mentare e rendere più tranquilla la propria attività profes-sionale con soddisfazioni anche economiche.L’augurio per il Consiglio Nazionale è di riuscire a dialogarecon la “politica”, perché da essa la categoria si aspetta cer-tezze, superando l’ormai anacronistico decreto del 1929 cheha dato spunto alla Magistratura per decisioni che hanno ba-

stonato e mortificato ilgeometra, anche se pro-fessionalmente prepa-rato e qualificato, nel la-voro svolto.L’augurio vada a tutti iPresidenti dei Collegi d’I-talia, ai loro Consiglieri ea tutti i loro iscritti.La loro collaborazione èindispensabile per met-tere in atto strategie, con-sigli e proposte affinché ilConsiglio Nazionale sisenta motivato e impe-gnato per l’ottenimentodi quanto la categoria si a-spetta.Un saluto ed un augurio diBuon Anno 2009 vadaanche a tutti i nostri col-leghi che operano nellestrutture pubbliche o pri-vate, nonché a tutti i col-leghi che, a coronamentodella loro attività, ora sigodono la meritata pen-sione.La nostra categoria(quella dei geometri) è u-nica anche se distinta insettori occupazionali di-versi ed assomma a nonmeno di 400.000 pre-senze, quindi 400.000 fa-miglie e perciò a nonmeno di un milione divoti.

Si può pensare che un categoria di tale consistenza nume-rica e sociale sia facilmente eliminabile? Certamente no,anzi essa ha un cosí grande peso politico, economico e so-ciale da meritare rispetto e considerazione.Cordialmente,

Giovanni Platto,Presidente del Collegio di Brescia

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EDITORIALE

4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Bruno Bossini Consapevolezza e conoscenzanella sicurezza

E veniamo alle interessantiprecisazioni che sono e-merse dal Convegno bencondotto dalla collegaNadia Bettari e che ha vistocome relatori appunto un ci-vilista l’avv. Federico Borto-lotti ed un penalista l’avv.Francesco Menini.Anzitutto la sicurezza in can-tiere non è un optional ma unobbligo. È un’attività di pre-venzione prevista dalleleggi vigenti che si estrin-seca nell’applicazione dili-gente delle norme e di re-gole antinfortunistiche dalCodice civile e Testo Unico81/2008, secondo modalitàoperative previste da unprogetto (PSC) gestite dal-l’attività del coordinatore infase di esecuzione (CSE). At-

tenersi a dette regole costi-tuisce il modo corretto perscongiurare o per eliminareal massimo tutti gli incidenti(purtroppo anche mortali)che continuano a imperver-sare nel mondo del lavoroper fatalità, colpa e disinfor-mazione.Doveroso quindi (per nondire indispensabile) il giu-sto richiamo ai geometri cheè venuto dall’avv. Bortolottianzitutto alla consapevo-lezza di quanto sia perico-losa e di quale grado di ri-schio sia riscontrabile nel-l’attività cantieristica. Ma unapproccio responsabile alletematiche della sicurezzacostituisce però solo ilprimo passo; ad esso deveseguire la fondamentale co-

La sicurezza sui can-tieri non può es-sere affrontata con

superficialità ed improvvi-sazione e i geometri, checontinuano a mantenere nelloro DNA l’attitudine all’atti-vità di cantiere, ne sono as-solutamente consci. Non sispiegherebbe in altro modol’affluenza così rilevante di i-scritti alle assemblee nellequali si sviluppa e si discutedi tale tematica così essen-ziale per una categoria comela nostra che intende stare alpasso con i tempi. L’ultimadi queste opportunità –quella del 16 gennaio 2009all’Istituto Nicolò Tartagliaseguita a quell’altra sulTesto Unico dell’estatescorsa che ha trattato gli a-spetti civilistici e penali le-gati alla sicurezza cantieri –per numero di intervenuti eper interesse destato dal-l’argomento trattato, è statal’ennesima dimostrazioneche quando i geometri sonosollecitati nel “vivo” dellaloro professione rispon-dono numerosi e senza esi-tazione. Arricchire le proprieconoscenze tecniche signi-fica peraltro esercitarequella formazione continuaalla quale ogni geometra chesi rispetti non può derogare.Perché come ha giusta-mente sostenuto il presi-dente Nazionale Fausto Sa-voldi, introducendo i lavorisu sollecitazione del presi-dente del Collegio di Bre-scia Giovanni Platto «il va-lore legale del titolo distudio non ha più ragioned’essere. Quel che conta, edè ciò che il mercato richiede,è la capacità professionale».

noscenza delle norme edelle procedure antinfortu-nistiche. «Consapevolezza econoscenza sono i veri car-dini della prevenzione sultema della sicurezza delcantiere» ha ribadito giusta-mente l’avv. Menini.

Eper ottenere tuttociò diventa indi-spensabile l’accer-

tamento preciso dei sog-getti che devono garantire lasicurezza e dei loro rapporticontrattuali nell’ambito dellavoro. Ecco quindi la neces-sità della massima diligenzanella redazione del con-tratto di appalto, il docu-mento che durante l’attivitàcantieristica certificherà coni patti contrattuali la re-sponsabilità dei singoli sog-getti che opereranno nellarealizzazione dell’opera. Ilcontratto d’appalto deveprevedere anzitutto la to-tale autonomia del commit-tente rispetto all’appalta-tore (impresa) e, qualoraprevisto, fra appaltatore esubappaltatore nell’orga-nizzazione dei mezzi e dellamanodopera: ciò a garanziache l’appaltatore o il subap-paltatore siano in grado diassumersi i rischi di costru-zione dell’opera, offrendo lenecessarie garanzie che l’o-pera sarà portata a terminesecondo contratto. Non è valido il contrattod’appalto sottoscritto con unintermediatore o semplicesomministrazione di mano-dopera, in quanto in tal casoviene leso detto principio. Èammesso il subappalto par-ziale da parte dell’appalta-tore, ma solo nei limiti del-

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EDITORIALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 5

godimento, utilizzo e risarci-mento del bene, qualora cene fossero i presupposti, daparte del committente.Ma c’è un altro aspetto molto“delicato” nella gestionedella sicurezza sul quale si èsoffermato soprattutto l’avv.Menini. È quello che si rife-risce al comportamento chedeve tenere il geometracoordinatore in fase di ese-cuzione, in caso di visita incantiere da parte degli i-spettori del lavoro che, con-viene ricordarlo, sono auto-rizzati per legge a svolgere laloro attività preventiva ge-nerica o quella di indaginesu un infortunio, avvenutoanche senza il consenso delcommittente o del CSE adaccedere al cantiere.Detto che il CSE non può op-porsi alla consegna e all’illu-strazione dei documenti dicantiere (PSC, POS, autoriz-zazioni, ecc.) va però preci-sato che non è quest’ultimoinvece obbligato a rilasciaredichiarazioni, (salvo che

esse gli siano richieste comesemplice testimone deifatti), qualora tale dichiara-zione possa incidere su unafutura indagine a suo carico.È pur vero che le dichiara-zioni di un possibile inda-gato, sui fatti oggetto di un e-ventuale processo, nonhanno di per se rilevanza le-gale, ma nell’ipotesi ancheprobabile il giudice po-trebbe (seppur in buonafede) esserne condizionatonella sua sentenza, con-viene al geometra usare intal caso la massima cautela.A parere dell’avv. Menini, ilgeometra che deve in talifrangenti rilasciare dichiara-zioni magari già di per sécondizionato dai fatti avve-nuti e quindi in posizione“debole” nei confronti dell’i-spettore, «conviene tenerela bocca chiusa, avvalendosieventualmente della facoltàdi non rispondere senza lapresenza di un legale di fi-ducia». Può sembrarequesta una posizione poco

l’art. 1656 C.c. che, per l’ap-punto, oltre a prevedere ilconsenso del committenteimpone l’autonomia gestio-nale del subappaltatore ri-spetto all’appaltatore. È unobbligo del committentequello di verificare dettacondizione attraverso la ve-rifica dell’idoneità tecnico-professionale prevista dallanormativa vigente, ma sicu-ramente è anche un obbligodel C.S.E. verificare gli im-pegni contrattuali in mododa poter eventualmente in-tervenire anche propo-nendo al committente la ri-soluzione del contratto chesi rivelasse anomalo. Èquesta la riprova di quantosia necessario al geometra(non solo al coordinatore infase di esecuzione ma ancheal semplice D.L.), conoscereattentamente le norme cheregolano la contrattazioneoltre che quelle vigenti sullasicurezza.

Legato poi al rischiosulla corretta ese-cuzione dell’opera,

c’è poi (ugualmente impor-tante) il problema delle ga-ranzie sui difetti dell’opera odei materiali della mede-sima, che l’appaltatore deveessere in grado di assicu-rare. Le norme che riguar-dano specificatamentedetto aspetto contrattualesono quelli degli art. 1667-1669 C.c. che quindi diven-gono essenziali nella ste-sure del contratto di ap-palto, in quanto senza la lorocorretta indicazione non sa-rebbe possibile prevederetutte le conseguenti rica-dute in termini di effettivo

collaborativa e contropro-ducente, ma è senz’altro lacosa più saggia da mettere inatto al fine di non compro-mettere la futura attivitàprocessuale. Stiamo ovvia-mente parlando di situa-zioni di grave infortunio equindi di rilevanza penale. Altra cosa è il comporta-mento che può tenere il geo-metra in caso invece di unapossibile contravvenzioneamministrativa per errori oomissioni del PSC, inadem-pienza della vigilanza, man-cata prescrizione, ecc…,senza che sia avvenuto alcuninfortunio. In tal caso una concreta col-laborazione volta a garantiread esempio che all’inadem-pienza si porrà rimedio, puòa tutti gli effetti convenireanche e magari solo (magari)per la definizione del tipo dicontravvenzione che dovràessere comminata.

Avviso agli iscrittiLa geometra Nadia Bettari, presidente della Commissione Sicurezza Cantieri del Collegio dei

geometri di Brescia, nel suo intervento introduttivo ai lavori ha annunciato che, in ottempe-

ranza ai dettati del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza) che prescrive l’obbligo per i

Coordinatori di aggiornamento di 40 ore in 5 anni, il Collegio ha organizzato, con inizio feb-

braio 2009, un corso sugli aspetti legali della sicurezza nei cantieri tenuto dall’avv. Menini che

si articolerà in tre lezioni per un totale di 12 ore e che analizzerà le novità introdotte dal D.Lgs.

81/2008 sia per quanto riguarda le attività fisse, sia per quanto riguarda i cantieri mobili, per

concludere con un’analisi pratica sul comportamento del CSE in caso di visita ispettiva in

cantiere. Il corso sarà aperto a tutti i coordinatori che ne faranno domanda. Verso fine anno,

invece, sarà organizzato un corso aperto sia ai coordinatori sia ai direttori dei lavori che ver-

terà sul tema del contratto d’appalto e dei relativi aspetti civilistici legali.

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INTERVISTA

6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Formazione, capitolo dariscrivere: dal diploma agli Itsall’aggiornamento permanente

L’autunno porta i risultati degli esami per laprofessione e l’inverno concilia da qualche temporiflessioni amare. Anche la sessione 2008 non fa unagran differenza purtroppo. La tabella chepubblichiamo è impietosamente esplicita nel dircimolte cose e suggerirci più di un ripensamentoinnanzitutto sul sistema formativo italiano, suglistrumenti e le modalità che il nostro paese mette incampo per la preparazione dei professionisti di oggi edi domani, Ma c’è di più: questi risultati, persinoqueste aride statistiche pongono ancora una voltapiù d’un interrogativo sulla validità e l’efficacia delsistema di accertamento della preparazione.Balza infatti immediatamente all’occhio il fatto chequasi un candidato su due è stato giudicato nonidoneo, e dunque, al di là delle probabili carenze dimolti giovani aspiranti colleghi, dagli esami non escecertamente indenne neppure la scuola che ha fornitole basi più ampie della cultura tecnica e generale delcandidato; ma tantomeno se la cavano il praticantatoe l’iter di ulteriore formazione che solitamente igiovani percorrono prima dell’esame. E se per lascuola la nostra responsabilità è indiretta, nel sensoche siamo parte di una società che deve porsi questoproblema, su praticantato ed ultimo iter formativosiamo chiamati a risponderne in prima persona. Perquesta ragione, abbiamo voluto provocare unconfronto, che l’istituto tecnico per geometri hagentilmente ospitato, al quale hanno partecipato ilpreside prof. Fulvio Negri, il nostro direttoreMariangela Scotti ed i colleghi Primo Adami Ricci,Giovanni Gares e Milena Vianelli che anchequest’anno hanno partecipato alle commissionid’esame allestite nelle diversi sedi, oltrenaturalmente al direttore del “Geometra bresciano”Bruno Bossini. La presenza di tre colleghi al confrontodel Tartaglia non è stata utile solo per l’arricchimento

garantito dalle diverse posizioni, ma nasceva anchedalla necessità di capire l’altro elemento evidente, ecerto non positivo, che la statistica imponeall’attenzione: la forte difformità dei risultati dacommissione a commissione con punte dell’83% inun caso che si confrontano con addirittura un 54% inun altro. Dati dissonanti che si ripetono in verità daanni e che non possono non tradire, insieme ad unadiversa preparazione dei candidati anche unadiversità profonda nei criteri di valutazione dellecommissioni. Qui di seguito si può trovare un sunto diquesta interessante chiacchierata a più voci. Unconfronto dal quale sono emerse valutazioni eproposte assai interessanti ed innovative non solo intema di esami, ma soprattutto sulla formazione,meglio sulle opportunità che l’integrazione tra scuolae Collegio consente sia in una presenza più puntualedei geometri negli ultimi anni degli istituti tecnici, siasoprattutto nel coinvolgimento della nostra categorianel triennio post-diploma. Si tratta di quell’ormai bennoto progetto Ifts, che dovrebbe rappresentare lastrada maestra per entrare nella professione con untitolo riconosciuto a livello europeo, ma anche unodegli strumenti basilari per la formazione permanentedella categoria..

Con sintesi efficace,Eduardo dicevache gli esami non

finiscono mai. Noi sottoscri-viamo, ma dobbiamo ag-giungere che non hanno ter-mine neppure le discussioniall’interno della categoriasull’efficacia del sistema cheormai da molti anni stiamoutilizzando per verificare lapreparazione dei nuovi pro-fessionisti. E visti i risultati,francamente deludenti, ognianno siamo inevitabilmente

qui a chiederci se in questaprova di abilitazione all’e-sercizio della professionenon si insista troppo sullenozioni invece di valutare leeffettive competenze deicandidati. In fondo, l’ab-biamo detto e scritto tantevolte, l’esame di Stato per laprofessione non è una se-conda prova di maturità.«In verità – interviene però ilpreside Negri – pur con fina-lità ovviamente diverse, mapure l’esame di maturità non

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 7

sazione che peggiori il li-vello di preparazione in ita-liano, in grammatica, in sin-tassi. I candidarti, salvo ec-cezioni rare, non sanno scri-vere, non sanno fare una re-lazione. Ed invece, cometutti noisappiamo,la relazioneè uno deglie l e m e n t ifondamen-tali dellanostra pro-fessione dit e c n i c i ;basta pen-sare all’e-stimo che èn u l l ’ a l t r oche una re-lazione tec-nica, mapure le Ctuche tanto ciimpegnanoe che si tra-d u c o n onella rela-zione datecnico su un problema inmodo tale che un non tec-nico, ovvero il giudice, abbiaben chiara la soluzione e lavalutazione che noi ab-biamo dato».

Ma l’importanza delle relazioni illu-strative nella nostra pratica profes-sionale i candidati la scoprono all’e-same oppure glielo facciamo capireanche nei corsi di preparazione?«Lo diciamo e lo ripetiamo –risponde il direttore Scotti –ma evidentemente non riu-sciamo a farci capire. E,dunque, dobbiamo innanzi-tutto dirlo meglio, esserepiù convincenti. Forse do-vremmo essere aiutati

anche dalla scuola, o averel’occasione di dirlo anche ascuola. Così come da annimandiamo colleghi nelle ul-time classi degli istituti pergeometri a parlare della no-stra professione, potremmo

avviare un dialogo con i pro-fessori, ma anche con gli stu-denti, per spiegare lorocome nella professione un i-taliano corretto ad esempioper la stesura delle relazioninon sia meno importantedei calcoli, della topografia,delle costruzioni, della chi-mica e della fisica».Che ne dice preside?«Sono disponibile ad ognicollaborazione ed anzi la ri-tengo necessaria perchéspesso è difficile per l’inse-gnante far capire ai ragazziquanto a loro potrà servirenon solo nella vita, ma pureesclusivamente nella pro-fessione tecnica l’italiano.

vuole aver riscontro sulle co-noscenze, accertare quantenozioni sono rimaste nellamemoria di ogni giovane,ma verificare come questenozioni siano divenute com-petenza, ovvero siano cor-rettamente utilizzate per lasoluzione di un problema. Inuna scuola tecnica, com’è lanostra in particolare, nes-suno viene bocciato perchéha dimenticato una data ouna formula, ma appunto sipunta a capire la maturità diun individuo, la sua capacitàdi fare sintesi di cinque annidi lezioni per muoversi nellasocietà ed affrontare le que-stioni tecniche ed i problemiche la professione gli pro-porrà nel quotidiano».

Ecco, io vorrei chiedere ai colleghi chehanno lavorato nelle commissionid’esame della sessione che si è ap-pena conclusa. se questo criterio divalutazione è sempre tenuto pre-sente.«Certamente, assoluta-mente e senza alcun tenten-namento – risponde Gares –Fin dalla prova scritta ai neo-geometri diciamo che non ciinteressa la perfezione ese-cutiva dell’elaborato, mache almeno facciano emer-gere come affrontano il pro-blema posto dalla prova.Non ci interessa un disegnoperfetto, ma uno schizzocoerente, l’individuazionedell’iter logicamente neces-sario per arrivare ad una so-luzione. Spesso suggeriamodi farci semplicemente la re-lazione dei diversi passagginecessari a risolvere il pro-blema. Ed è qui che ab-biamo le sorprese più spia-cevoli: ogni anno ho la sen-

Spesso i ragazzi, nella lorodisarmante ed ingenua sin-cerità, lo dicono esplicita-mente: ma a cosa mi serveleggere un libro se trovo giàtutto su Internet? A cosa miservirà domani saper fare un

tema? Addirittura mi diconotalvolta a cosa mi serviràl’inglese, non rendendosiconto che l’inglese non ètanto Shakespeare, ma lapossibilità, ad esempio, didialogare ed interloquirecon la maestranze dei can-tieri che, oggi assai più diieri, spesso sono d’origineextracomunitaria e sannopoche parole d’italiano. Ma,senza farvi perdere troppotempo, vorrei condividerecon voi anche il valore piùampio del termine relazioneillustrativa. A me parespesso che ai nostri ragazzinon manchi solo la capacitàdi fare relazioni, ma pure

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INTERVISTA

8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

dagli esami di abilitazionemi pare emerga il fatto chenon è tanto una questione dierrori grammaticali, di co-struzioni zoppicanti, maspesso dell’incapacità ditradurre in uno scrittoquanto magari a livello tec-nico hanno elaborato. E lamia sensazione è che non sitratti di un problema dei gio-vani geometri, ma in gene-rale delle ultime genera-zioni che utilizzano lin-guaggi ridotti all’osso per glisms e che leggono ormai po-chissimo, visto che tv e com-puter soddisfano più diret-tamente le loro curiosità e laloro sete di sapere. Qui il di-scorso ci porterebbe lon-tano, forse alle carenze dellascuola primaria, con ragazziche arrivano alle mediespesso sapendo a malapenaleggere, scrivendo al più fra-sette elementari».

Vanno dunque bocciate innanzituttole maestre?«No – replica il preside – ri-cordiamoci che la scuola ele-mentare italiana è tra le mi-gliori in Europa, spesso uti-lizzata come modello posi-tivo anche fuori dal VecchioContinente. Il problema èche negli anni si è chiestoalla scuola elementare di al-largare i propri obiettivi for-mativi, supplendo altre a-

genzie formative, soprat-tutto famigliari e sociali, chesono venute meno. Mispiego. Oggi alla scuola ele-mentare si chiede di occu-parsi di educazione alla con-vivenza, alla cittadinanza,alle semplici buone maniereche fino a ieri erano un patri-monio che il ragazzo già pos-sedeva il primo giorno nelquale prendeva posto in unbanco, perché glielo ave-vano già fornito mamma epapà. Di più chiediamo alleelementari di diffondere e-ducazione stradale, ses-suale, sociale per non diredell’inglese, dell’informa-tica, della logica…Ed èchiaro che, dal momentoche, più o meno le ore nonsono mutate granché, altrematerie, altra formazione èstata sacrificata».

Va detto però che se certe cose non siimparano alle elementari non si im-parano più: è difficile coprire questigap in un ragazzo di 19/20 anni.Davvero la scuola non può fare dipiù?«Non lo so – dice ancora ilpreside Negri – Io posso te-stimoniare che molti inse-gnanti del nostro istitutocercano di colmare questelacune, aiutano i ragazzi,spesso mettendosi a dispo-sizione anche al pomeriggioo suggerendo letture e ap-

quella di avere relazioni. Lovedo a scuola, ma ciascunodi voi lo può vedere a casa onella vita di tutti i giorni: èquasi sparita dalla nostravita la capacità di dialogare,di discutere pacatamente,di scontrarsi anche masempre in termini civili.D’altra parte, finita la scuola,dove questa capacità vienecomunque, pur con tutti i li-miti, coltivata, che modellihanno di fronte questi ra-gazzi, ad esempio in tv, doveha ragione chi grida più fortesia che parli durante i pro-grammi della De Filippi onel salotto di Vespa?».

Non c’è purtroppo da stare allegri.Ma davvero non ci resta che pian-gere? «No. Serve che ognuno nelsuo ambito cerchi di salvarequel poco o quel tanto di re-lazione che è rimasto, chevoi, anche in studio, impo-niate ai vostri praticanti difare relazioni e di avere rela-zioni, con gli altri dipendentidello studio, con gli ufficipubblici, con i clienti. È unasemina lenta, quasi una bat-taglia di resistenza che deveperò essere fatta».

Il preside rimanda la palla a noi geo-metri o meglio all’intera società con uninvito del quale non si può non tenerconto, anche se, mi pare, che i nostricommissari a questo proposito potreb-bero ancora aggiungere qualcosa.«Sono d’accordo con il pre-side – aggiunge Vianelli - epenso che molto dobbiamofare tutti, senza che questoperò si traduca in un alibiper la scuola. Perché, tor-nando all’incapacità di scri-vere una relazione tecnica,

profondimenti mirati. Certoè difficile proporre maggiorestudio e sacrificio ad una so-cietà dove questo valore èormai misconosciuto. Nonvoglio tirare in ballo ancorauna volta la televisione e gli“eroi” della De Filippi o delGrande Fratello, ma purealtri ambiti della nostra so-cietà: che dire ad esempiodel mondo della finanzadove con giochi e giochettid’ogni genere, senza mora-lità e sacrificio, sono statibruciate montagne di de-naro dei risparmiatori? Chedire della politica? Che diredegli esempi che da ogniambiente arrivano ai ra-gazzi?».

Non è un quadro edificante, anche sei ragazzi che vediamo nei nostri studi– non tutti, ma almeno quelli chepuntano a diventare professionisti –hanno ben chiaro che senza lavoro esacrificio personale, avere successonella professione non è possibile.

«Vi ho ascoltato e condividomolto di quanto avete detto– interviene Primo AdamiRicci – ma permettetemi dispezzare una lancia a favoredi questi ragazzi. No, atten-zione non voglio giustificarliripetendo quanto ha giàdetto il preside sul contestonel quale vivono. No non èquesto: io voglio invece te-

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 9

gruità dellemisure, ve-nivano af-frontati».

Al di là del giu-dizio sulla pre-parazione deiragazzi che, mipar di capire, vi

divide, ciò che mi sorprende anchequest’anno è la difformità del giu-dizio delle commissioni, ovvero l’a-bisso tra il 54% e l’83% dei promossidi due commissioni. Da cosa di-pende?«Non voglio nascondermidietro un dito e dico come lapenso: – afferma per primoGares – io credo che inqualche commissione sitenda ad accettare con ma-nica larga anche elaborati e-videntemente insufficienti.Io e la mia commissione, cheè stata la più severa, par-tiamo invece dalla conside-razione che questo è un e-same, un passaggio serionella professione, che noidobbiamo garantire alla so-cietà che il geometra che ab-biamo valutato positiva-mente è davvero in grado dirisolvere i problemi che ilcliente pone in ogni pratica.Altri evidentemente nonfanno così».

È vero? «No, non credo sia così – re-plica Adami Ricci –. Nellamia commissione docenti eprofessionisti si sono trovatid’accordo su un criterio cheprivilegiasse la competenzarispetto al nozionismo, chevalorizzasse quanto il candi-dato dimostrava di saperfare, soprattutto quanto a-veva potuto sperimentare

sul campo nel praticantato,un elemento quest’ultimoche meriterebbe qualche ri-flessione in più».«I risultati ci dicono che, contutta evidenza, sono stati u-tilizzati criteri non perfetta-mente omogenei – dice asua volta Viannelli –. Capirese qualcuno sia stato tropposevero oppure se, al con-trario, qualcun altro troppodi manica larga è dilemma didifficile soluzione. Ad e-sempio, anche se negli ul-timi anni i temi proposti dalministero sono apparsi piùaderenti alla reale attivitàd’un geometra, restano tuttigli anni problemi di inter-pretazione del testo chepossono portare qualche ra-gazzo fuori strada. Noi rap-presentanti del Collegio,adesempio, accettiamo nellesoluzioni dei candidatianche interpretazioni di-verse dalle nostre, che noi a-vevamo escluso. È certo pe-raltro che i temi meno apertia diverse interpretazioniaiuterebbero sia noi sia icandidati. In generale iocredo comunque che do-vremmo fare uno sforzonegli anni a venire perché lediverse commissioni si ritro-vino su criteri di maggiore o-mogeneità».

E questo è certamente un compitodel Collegio, vero direttore?«È un compito che il Collegiocerca già di svolgere, con in-contri e riunioni dei commis-sari disponibili, ma che evi-dentemente non basta an-cora. Forse si dovrebbe,come suggerisce qualcuno,cercare di formare commis-sioni dove i colleghi più se-

stimoniare la grande capa-cità che questi ragazzi met-tono in mostra nell’utilizzodelle più moderne tecno-logie. Io lo vedo tutti i giorni:questi ragazzi sono moltopiù bravi di noi a trovare nelcomputer, magari ricorrendoad Internet o smanettandocon il Cad, la soluzione ad unproblema. Noi siamo con-vinti perdano tempo da-vanti al video, in veritàsanno sfruttare pienamenteciò che la tecnologia metteloro a disposizione. Par-tendo da questa considera-zione, io credo che tantebocciature all’esame sianodovute al fatto che, ad e-sempio, si richiede ancoroggi, quando nei nostri studisono ormai sparite, l’uso diriga e squadra».«Non sono d’accordo, Primonon mi convinci: – replicaGares – per questi ragazzi ilfoglio della relazione tec-nica, tanto per rimanere alprimo argomento della no-stra chiacchierata, resta pur-troppo bianco sia che scri-vano con la biro sia che ab-biano di fronte la tastiera diun computer. E anche nel di-segno, abbiamo detto a tuttiche ci andava bene persinouno schizzo a mano libera,che però ci facesse capireche i vari problemi, le di-stanze, le altezze, la con-

veri, passatemi il termine,sono affiancati ad altri piùcomprensivi. Ma ciò è im-possibile per il meccanismodi sorteggio ministeriale chepresiede alla formazionedelle Commissioni. Temoche non ci resti altro da fareche curare con qualche in-contro di più proprio l’omo-geneità di giudizio».«Se mi consentite – interlo-quisce ancora il presideNegri – debbo confessareche l’omogeneità di giudizioè un traguardo che rara-mente raggiungiamo anchenell’esame di maturità, doveperaltro i docenti hanno unaabitudine ben maggiore divoi professionisti nel valu-tare la preparazione e lacompetenza di un ragazzo.Per questa ragione io credoche facciate bene a profon-dere ogni sforzo per riequili-brare i giudizi con l’intentodi avere risultati più u-niformi, ma credo che sidebba pensare soprattuttoa migliorare la preparazionedei ragazzi: da lì, in defini-tiva, passa la concreta possi-bilità di incrementare il nu-mero dei promossi».

Vero, verissimo. E dopo aver chiesto alungo cosa può fare la scuola, forse var-rebbe la pena di chiedersi cosa può fareil Collegio, cosa possono fare i colleghi.«Il Collegio – attacca il diret-tore Scotti – è impegnato in-nanzitutto con i corsi di pre-parazione all’esame ed ognisessione ci offre elementiper migliorare la nostra of-ferta, per rendere più pun-tuali gli interventi dei col-leghi (da questa chiacchie-rata, ad esempio, viene unasollecitazione sulle rela-

Da sinistra: Primo Adami Ricci,Giovanni Gares e Milena Vianellidurante l’intervista

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INTERVISTA

10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Il direttore del Collegio di Brescia,Mariangela Scotti

valenza che è caratteristicapeculiare del nostro esseretecnici del territorio e del-l’ambiente».

Facile a dirsi ma assai meno a rea-lizzarsi, almeno con il sistema attualedel praticantato che spesso per i ra-gazzi si traduce in due anni passatitra fotocopie e servizi di basso conte-nuto professionale.«Proprio a questo proposito– interviene il direttoreScotti – vale la pena forse dilasciare il praticantato neglistudi al suo fallimentare de-stino per impegnarsi in unprogetto ad ampio raggio sulversante della formazione,di quella per i ragazzi ap-pena diplomati e di quellaper i colleghi che magari daanni sono già nella profes-sione e sentono il bisogno diaggiornare la propria prepa-razione».

Ti riferisci ai corsi organizzati dal Col-legio sui più svariati temi?«Sì, certamente. Ma in veritàè ormai arrivato il momentodi aprire la discussione sulprocesso formativo post-di-ploma, anche alla luce dellenormative europee che ri-chiedono più anni di studio.È il momento di parlare deicosiddetti Istituti di forma-zione tecnica superiore ed èdavvero un piacere farlo nel-l’ufficio del preside del Tar-taglia che proprio in questocampo ha realizzato alcunesperimentazioni alle quali siguarda da tutt’Italia. E che ilCollegio, peraltro, valutamolto positivamente».

Signor preside, torno da lei: a chepunto siamo con i famosi ITS?«Siamo al momento delle

scelte, nel senso che il mini-stro ha già avviato la riformadei primi cicli scolastici, rin-viando di un anno l’entratain vigore della nuova orga-nizzazione delle scuole su-periori ed iniziando a mettermano al post-diploma.Dove, ormai è chiaro, non cisarà in futuro solo l’univer-sità con la sua laurea trien-nale».

Il “tre più due” degli atenei è quindigià tramontato?«Non si tratta di questo. L’u-niversità nella sua auto-nomia continuerà a proporrelauree triennali, ma ciò chesta emergendo con forza,anche grazie alle sperimen-tazioni del Tartaglia, è che ilpost-diploma non può esau-rirsi in un percorso esclusi-vamente accademico, mache, anzi, servono altri annidi scuola d’alto livello con uncontenuto professionaliz-zante, ovvero tendente nonsolo a trasmettere nozioni,bensì a creare compe-tenze».

E dovrebbe essere proprio questascuola superiore post diploma a “lau-reare” i geometri di domani.«Mi pare l’ipotesi oggi piùaccreditata e percorribile.Anche se è presto per antici-pare come finirà la discus-sione al ministero e in parla-mento, nel mondo della

zioni che non mancherà ditrovare riscontro più ampionei prossimi corsi). Ma sonoconvinta che la nostra di-scussione sugli esami puòessere soprattutto uno sti-molo efficace per approfon-dire il gran tema della for-mazione che ci sta molto acuore. La formazione tantodei giovani appena uscitidalla scuola superiore,quanto dei colleghi più omeno giovani che abbiso-gnano di tenere aggiornato illoro bagaglio di compe-tenze».

Sì, tanto più che, almeno per la pre-parazione dei giovani all’esame,ormai da molto tempo diciamo che ilpraticantato serve a ben poco.«La nostra professione neglianni si è andata specializ-zando – rispondono ad unavoce Adami Ricci, Gares eViannelli – ed in molti studiormai si finiscono per eva-dere solo alcune pratiche,ad esempio quelle catastalio quelle topografiche. Cisono fortunatamente ancoramolti studi, soprattutto neipaesi della nostra provincia,dove il geometra è davverodi famiglia e svolge tutte lepratiche che ad una famigliaservono, dalla costruzionedi una casa alla divisione diuna eredità».

Questo significa, a vostro avviso chei geometri che si preparano a soste-nere l’esame debbono seguire unasola specializzazione anche loro, ri-nunciando alla polivalenza?«No, è l’esatto contrario:dobbiamo evitare che conun praticantato in uno studiosuper-specializzato per-dano quel requisito di poli-

scuola e inquello dellepro fess ion i ,sembra ormaiaccertato chedalla riformadella scuolasuperiore l’i-stituto per

geometri uscirà non moltodiverso da com’è oggi. Sichiamerà magari con altronome (istituto tecnico per ilterritorio e l’ambiente), maavrà nelle materie obbliga-torie ed in quelle facoltativesuppergiù l’impostazionedell’attuale Progetto 5, l’in-dirizzo che anche la vostracategoria ritiene più profes-sionalizzante».

Fin qui la scuola superiore; e poi?«Poi sempre all’interno delmedesimo istituto superiorenasceranno corsi da uno a treanni dal forte contenuto pro-fessionalizzante. In questocampo il quadro è menochiaro che per la scuola supe-riore, ma anche nelle ultimeriunioni alle quali ho parteci-pato a Roma, è stata confer-mata la volontà di caratteriz-zare questo iter post-di-ploma con contenuti forma-tivi molto professionali, nonprettamente accademici. Leore di lezione a scuola si al-terneranno ad altre espe-rienze in cantiere o in a-zienda, negli uffici pubblici oin altri ambiti che si riterrannonecessari. L’università pe-raltro non è tagliata fuori,piuttosto potrebbe fornirequelle lezioni accademichedi alta specializzazione chepotrebbero completare lapreparazione o suggerire unapprofondimento».

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 11

Il direttore della rivista, BrunoBossini, il direttore del CollegioMariangela Scotti, il Presidedell’Istituto Tartaglia, prof. FulvioNegri e Giovanni Gares. Di spalle,Primo Adami Ricci

Se è così però ha poco senso averecorsi da uno a tre anni, tanto vale direche avremo un triennio.«La distinzione può sem-brare nominalistica, ma nonè così – replica ancora il pre-side –. Non è così perché gliIts non saranno soltanto iltriennio per diventare geo-metri, così come oggi ad e-sempio è il quinquennio chesi conclude con la maturità.Dobbiamo guardare al do-mani con occhi nuovi e pen-sare innanzitutto che scuolasuperiore normale, ovvero ilquinquennio, e Its, ovvero itre anni successivi, sarannofortemente integrati. Alpunto che si dovrebberopoter pensare come untutt’uno, con tre anni in piùdi studio nei quali suddivi-dere il gran patrimonio di

nozioni e competenze cheservono oggi ad un tecnicodel territorio e dell’am-biente. Otto anni che preve-dono un primo traguardo acinque ed altri negli annisuccessivi a seconda di cosaun giovane intenda farenella sua vita. Nello stessotempo però i tre anni post-diploma dovranno esserepensati ciascuno con unapropria autonomia, magaricon corsi e stage semestrali,specifici e in parte legatianche alle necessità del ter-ritorio. E quel che più contasaranno aperti a tutti i geo-metri già diplomati, com-presi quelli che magari dadecenni hanno un lorostudio».

Ed ecco che l’Its diviene il cuore della

Lei dice che il quadro non è chiaris-simo, ma per noi geometri brescianisembra già ben delineato, soprat-tutto già sperimentato.«È vero. Grazie alla collabo-razione del vostro Collegio edi quello dei costruttori,della scuola edile e di al-cune aziende come A2A o glienti locali, a Brescia il Tarta-glia ha realizzato alcune e-sperienze molto significa-tive proprio in questo senso.Vorrà dire che quando il mi-nistero avrà detto la sua, sa-remo per una volta avvan-taggiati».

Questi corsi da uno a tre anni sosti-tuiranno il praticantato?«Anche questa è una possi-bilità che il legislatore ed ilministero dovranno deci-dere se introdurre o meno.La mai opinione, in questocaso da profano, è che inluogo d’una semplice sosti-tuzione si possa pensare piùefficacemente ad una inte-grazione tra l’Its ed il prati-cantato, ovvero che il corsopossa valere come un terzo ometà del praticantato ri-chiesto. Ma sono questioniche attengono più alla re-sponsabilità delle profes-sioni e dei loro Ordini piut-tosto che a quella d’un uomodi scuola come me».«Occorre inoltre tener pre-sente – aggiunge poi il diret-tore Scotti – che tra nonmolto per diventare geo-metri liberi professionisti sidovrà obbligatoriamenteaver percorso un iter forma-tivo con un post-diploma Itso un percorso universitariotriennale, e dovremo velo-cemente adeguarci».

nostra formazione permanente…«Non so se il cuore o ilbraccio, il piede o il fegato,ma certo una parte impor-tante. Almeno io ed il Tarta-glia la vediamo così e daicontatti che in questi anni hoavuto con il Collegio, sonocerto che anche per i geo-metri liberi professionistibresciani questa è una viapercorribile. L’abbiamo giàfatto e penso che lo faremosempre di più, per garantirealla nostra provincia i pro-fessionisti preparati deiquali ha bisogno. Certo igeometri ci devono aiutare,possono fare molto per lascuola e per i loro colleghi didomani; in altre parole aiu-tarci ad aiutarli. E sono certoche lo faranno». ❑

SCUOLA Risultati definitivi degli esami di Stato per l’accesso alla professione digeometra per la provincia di Brescia – Sessione 2008

Candidati presentatiall’esme Ammessi agli orali Abilitati Percentuale

Commissione n. 16Istituto Tecnico “Tartaglia” 61 50 41 67Brescia

Commissione 17Istituto Tecnico “Tartaglia” 65 58 54 83Brescia

Commissione n. 18Istituto Tecnico “Einaudi” 60 45 37 61Chiari

Commissione 19Istituto Tecnico “Olivelli” 51 36 28 54Darfo

Totale 237 189 160 67

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DALLA CASSA

12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Eletti i Delegati Cassadella Lombardiaper il quadriennio 2009-’13

centuale di ricambio che simantiene nella norma perquesto tipo di rinnovo eletto-rale. Sono circa il 30% i dele-gati che entrano da “nuovi” afar parte del nostro organismonazionale previdenziale.

Ma non può poi non bal-zare all’occhio che il criterio alquale si era attenuto il Comi-tato Regionale nella sua deli-

bera di approvazione del nu-mero dei seggi e dei nomina-tivi indicati dai singoli Collegi,che conteneva l’impegno deiCollegi a votare ovviamenteanche i delegati degli altriCollegi, è stata invece in que-st’ultima direttiva in granparte disattesa. Infatti Lodi,Lecco e Brescia si sono stret-tamente attenuti a tale cri-

Un primo commentoall’esame dei risul-tati della votazione

per l’elezione dei 22 delegatilombardi non può non riferirsiall’endemica scarsità del nu-mero dei votanti. Anche inquest’occasione non piú del… degli iscritti aventi diritto siè recato alle urne.

Si rileva altresí una per-

terio (Brescia a fronte di 1079voti dati ai suoi quattro candi-dati, ha garantito ben 4286voti a quelli degli altri); gli altriCollegi con le punte massimedi Milano, Monza e Paviahanno invece lasciato moltopoco spazio in termini di voti,ai candidati di altre province(Milano, ad esempio, a frontedi 849 voti assegnati ai suoi ha

Brescia Bergamo Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza Pavia Sondrio Varese Totale

VOTANTI 279 189 110 86 83 66 148 241 183 133 133 221 1872

Bellavia Giuseppe BS 273 100 66 45 74 66 109 58 35 117 99 61 1103Fappani Paolo BS 267 100 63 53 73 65 109 56 34 116 96 68 1100Piotti Dario BS 268 100 21 43 47 64 111 55 29 111 95 72 1016Vescovi Simonetta BS 271 113 71 43 74 65 118 58 51 117 99 72 1152Ferrari Renato BG 257 183 72 42 75 66 116 99 60 114 102 68 1254Rota Romeo BG 256 169 76 48 51 66 114 71 55 112 104 71 1193Re Giovanni BG 250 167 77 49 75 66 110 73 51 112 101 70 1201Cortesi Davide MN 253 102 82 59 73 64 141 53 60 112 101 71 1171Palú Roberto CR 238 98 82 86 73 62 114 56 40 112 99 66 1126Bonfanti Pierpaolo MI 237 98 68 50 74 66 105 208 95 110 94 67 1272Balbi Enzo MI 233 97 68 45 74 66 110 233 106 108 102 71 1313Radice Paolo MI 229 92 73 47 73 66 107 231 84 109 96 74 1281Quadri Renato MI 215 97 64 46 51 66 106 177 69 110 97 64 1162Ravasi Mario PV 240 98 87 49 73 65 111 61 49 133 101 83 1150Scotti Daniele PV 237 98 80 47 73 65 111 58 42 131 100 68 1110Ferrario Claudio VA 224 107 88 59 71 61 99 56 36 106 104 156 1167Sandrinelli Isacco VA 231 94 78 54 71 64 101 50 33 108 95 123 1102Medici Giuliano CO 238 103 100 53 73 65 110 62 42 111 108 75 1140Vettovalli Pietro SO 239 99 96 58 73 65 109 57 42 110 129 69 1146Piolini Renato LO 237 102 81 54 73 66 112 63 38 111 100 74 1111Tentori Marco LC 239 100 88 56 76 65 113 63 54 109 113 69 1145Specchio Michele MB 233 96 84 57 73 65 109 85 179 110 98 66 1255Fontanella Pietro BG 163 163Martinelli Corrado BS 27 27Alberti Fausto VA 10 4 1 2 9 116 142Villa Nicola LC 76 76Lorenzi Annalisa MN 18 18Galbiati Cesare MB 67 162 229Maddaloni Paolo MI 132 61 193Dilda Ferruccio CO 67 67Tavecchio Angelo CO 20 20Magliano Alberico MI 39 39Granata Gabriele MI 11 11

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DALLA CASSA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 13

Paolo Fappani, di Borgo San Giacomo (16 gennaio 1956), iviresidente nella frazione Farfengo in via Molino 15.Diplomato presso l’istituto Tecnico per geometri “N. Tarta-glia” di Brescia nel 1975, iscritto all’Albo dei geometri dellaprovincia di Brescia dal 1982. È stato designato consultoredi zona per il Collegio di Brescia - Distretto di Orzinuovi .Ha seguito corsi di formazione come Coordinatore della si-curezza (1998) e Certificatore energetico (2008). Svolge attività professionale in forma associata nello StudioAssociato Fappani (ing. Davide e geom. Paolo Fappani, viaA. Moro 19 - Borgo San Giacomo). Lo studio associato Fap-pani svolge prevalentemente attività di progettazione e di-rezione lavori in campo edlizio e urbanistico sia per entipubblici, sia per privati. Nell’ambito dello Studio associato, si occupa di progetta-zione architettonica ed esecutiva, direzione lavori, reda-zione di piani di sicurezza e di perizie di stima, stesura di at-testati di certificazione energetica.

Simonetta Vescovi, di Breno (6 maggio 1972), residente aGrevo di Cedegolo in via Torchio 28. Ha conseguito il di-ploma di geometra nel 1944 presso l’Istituto Tecnico “Oli-velli” di Darfo e l’abilitazione all’esercizio della professionenel ’97 dopo due anni di praticantato. Nel 2002 si è iscrittaall’Albo dei geometri al n. 4732 e da allora, in proprio, ha e-seguito lavori di ristrutturazione, ampliamento, progetta-zione, sia per privati, sia per conto di enti pubblici, anche incollaborazione con altri studi professionali.Nel 2006 si è i-scritta all’Albo dei consulenti tecnici del Tribunale di Bre-scia e dal 2008 è iscritta nell’elenco dei soggetti accreditatialla certificazione energetica in Regione Lombardia. Ha se-guito numerosi corsi di formazione professionale: Aggiorna-mento per la progettazione e l’esecuzione del lavori; ag-giornamento per coordinatori della sicurezza; corso “Casa-clima”; aggiornamento in materia catastale; laboratorio diprogettazione fotovoltaica; acustica nell’edilizia; serra-menti in edilizia; esperto “Casaclima” per progettisti e d.l.;certificatori energetici; acustuca in edilizia .

Breve profilo dei due nuovi Delegati Cassa del Collegio di Brescia

“concesso” solo 1364 voti atutti gli altri candidati).

Quella tanto auspicata econcordata uniformità elet-tiva che doveva essere por-

tata al Comitato Nazionale avanto di una forza (quella deidelegati lombardi) compattae omogenea da far valerequale uniformità di vedute

nelle decisioni di futura stra-tegia della Cassa di Previ-denza è quindi di fatto saltata.E con essa (per ora) anche ibuoni propositi e le aspetta-

tive del Comitato Regionaleal quale tutti i Collegi conti-nuano, ma purtroppo solo al-l’apparenza, a riferirsi.

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

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Proposta di modificadel Regolamento professionaledel geometra

Ecco come il C.N.geometri, a firmadel suo Presi-

dente, geom. Fausto Sa-voldi, ha formulato la pro-posta di semplificazione alRegolamento per la profes-sione del geometra:«Aderendo all’iniziativa go-vernativa del ministro Ro-berto Calderoli in merito allastesura della bozza di Di-segno di legge per la “Sem-plificazione normativa”, ilConsiglio Nazionale Geo-metri e Geometri Laureatiintende porre alla partico-lare attenzione del Legisla-tore l’anacronistica vigenzadi alcuni contenuti relativi alRegolamento per la Profes-sione del geometra, risa-lente al marzo 1929 (ottantaanni) che determina non sot-tovalutabili rallentamentinel processo formativo degliatti amministrativi.Infatti, nonostante la pos-sente evoluzione tecnolo-gica e la crescita del sapereavvenuta nel frattempo, conil R.D. 11 febbraio 1929, n.274, “Regolamento per laprofessione del geometra”G.U. 15 marzo 1929, n. 63, re-stano imposti limiti indefi-niti alla competenza deigeometri anche in materieche, diverse dalla questionedelle costruzioni civili per lequali si rimane in attesadella riforma complessiva inmateria di professioni, nonhanno nulla a che fare con ildimensionamento quantita-tivo dei beni immobili e co-stituiscono una vera e pro-pria violazione del principiodella correttezza, parità ditrattamento, della propor-zionalità e della non discri-

minazione sanciti dalla Co-stituzione e dall’art. 2, delD.Lgs 163/2006.Si tratta di norme che anco-rano il limite della compe-tenza dei geometri al con-cetto di “modesta costru-zione” che, per sua natura,era stato concepito esclusi-vamente al fine di non e-stendere il dimensiona-mento della progettazioneedile a tipologie di costru-zioni la cui realizzazionecomportava la utilizzazionedi strutture complesse im-plicanti calcoli e margini disicurezza non conciliabilicon una categoria professio-nale di nuova istituzione eformata da diplomati in Isti-tuti Tecnici abilitati e da a-grimensori provenienti dapercorsi di studio di tipoprofessionale.Invece, ancora oggi, le pro-

Il CNG ha presentatoal Ministro dellaSemplificazioneNormativa on.leCalderoli, la propostadi modificadel Regolamentoprofessionale nelleparti in cui si fariferimento alla“modesta costruzione”per attività per lequali tale riferimentoè anacronistico.La proposta nonriguardaprogettazione edirezione lavori, perle quali la definizionedi “modesta” potràessere precisata inaltra sede, bensí leattività di stima,topografiche econtabili che spessoe inopportunamentevengono rapportatealla modestia.L’intervento si ponenella lineaprogrammatica dellavalorizzazione dellapolivlenzaprofessionale delgeometra

cedure riguardanti investi-menti pubblici e privati, l’e-rogazione di finanziamenti,la realizzazione di nuove o-pere, sono spesso ingessatedalla combutta che si in-nesca ogni volta che, non es-sendo ben definite, ven-gono confutate le compe-tenze dei geometri in ma-teria di:– operazioni di tracciamento

strade;– misura e divisione di aree

urbane;– stima di aree e di fondi ru-

stici (esclusa “per i casi –fantasiosamente qualifi-cabili – di notevole impor-tanza economica e che ri-chiedono speciali cogni-zioni scientifiche e tec-niche”);

– stima di costruzioni civili;– stima di scorte morte, con-

segna e riconsegna dei

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 15

dazione delle costruzionicivili (salvo i limiti dellamodesta costruzione);

– misura, contabilità e liqui-dazione delle costruzionirurali (salvo i limiti dellamodesta costruzione).

Come si evince facilmente,

si tratta di materie per lequali i geometri hanno sa-puto storicamente operaredando un contributo essen-ziale alla crescita economicae sociale dell’Italia negli ul-timi ottanta anni.Tali competenze, che nella

beni rurali e relativi bilanci(ammessa fatta eccezioneper i casi di notevole im-portanza economica e cherichiedano speciali cogni-zioni scientifiche e tec-niche”);

– misura, contabilità e liqui-

odierna e affollata situa-zione di mercato sono og-getto di aggressioni finaliz-zate a limitarne sempre dipiú la indefinita portata, nonhanno nulla a che fare conl’interesse superiore alla si-curezza delle costruzioni e

Art. 16 - Vigente

L’oggetto e i limiti dell’esercizio professionale di geo-metra sono regolati come segue:a) operazioni topografiche di rilevamento e misurazione,di triangolazioni secondarie a lati rettilinei e di poligona-zione, di determinazione e verifica di confini; operazionicatastali ed estimi relativi;

b) operazioni di tracciamento di strade poderali e con-sorziali ed inoltre,1 quando abbiano tenue importanza, di stradeordinarie e di canali di irrigazione e di scolo;

c) misura e divisione di fondi rustici;

d) misura e divisione di aree urbane e di 3 modeste costru-zioni civili;

e) stima di aree e di fondi rustici, anche ai fini di mutuifondiari e di espropriazione, stima dei danni prodotti aifondi rustici dalla grandine o dagli incendi, e valutazionedi danni colonici a colture erbacee, legnose, da frutto, dafoglia e da bosco. 3 È fatta eccezione per i casi di notevole importanzaeconomica e per quelli che, per la complessità di elementi di valutazione,richiedano le speciali cognizioni scientifiche e tecniche proprie dei dottoriin scienze agrarie;

f) stima, anche ai fini di mutui fondiari e di espropria-zione, di aree urbane e di 4 modeste costruzioni civili: stimadei danni prodotti dagli incendi;

g) stima di scorte morte, operazioni di consegna e ricon-segna dei beni rurali e relativi bilanci e liquidazioni; stimaper costituzione ed eliminazione di servitù rurali; stimadelle acque irrigue nei rapporti dei fondi agrari serviti. È

Art. 16 - Proposte di semplificazioni

Idem

b) operazioni di tracciamento di strade poderali e con-sorziali ed inoltre di strade ordinarie e di canali di irriga-zione e di scolo;

Idem

d) misura e divisione di aree urbane e di costruzioni ci-vili;

e) stima di aree e di fondi rustici, anche ai fini di mutuifondiari e di espropriazione, stima dei danni prodotti aifondi rustici dalla grandine o dagli incendi, e valutazionedi danni colonici a colture erbacee, legnose, da frutto, dafoglia, eda bosco.

f) stima, anche ai fini di mutui fondiari e di espropria-zione, di aree urbane e di costruzioni civili; stima deidanni prodotti dagli incendi;

g) stima di scorte morte, operazioni di consegna e ricon-segna dei beni rurali e relativi bilanci e liquidazioni; stimaper costituzione ed eliminazione di servitú rurali; stima

R.D. 11 febbraio 1929 n. 274Regolamento per la professione di geometra

(Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 15 marzo 1929, n. 63)

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fatta eccezione per i casi di notevole importanza economica e per quelli che,per la complessità di elementi di valutazione, richgiedano le speciali co-gnizioni scientifiche e tecniche proprie dei dottori in scienze agrarie;5

h) funzioni puramente contabili ed amministrative nellepiccole e medie aziende agrarie;

i) curatele di piccole e medie aziende agrarie, in quantonon importino durata superiore ad un anno ed una verae propria direzione tecnica; assistenza nei contratti a-grari;

l) progetto, direzione, sorveglianza e liquidazione di co-struzioni rurali e di edifici per uso d’industrie agricole, dilimitata importanza, di struttura ordinaria, comprese pic-cole costruzioni accessorie in cemento armato, che nonrichiedono particolari operazioni di calcolo e per la lorodestinazione non possono comunque implicare pericoloper la incolumità delle persone; nonché di piccole opereinerenti alle aziende agrarie, come strade vicinali senzarilevanti opere d’arte, lavori di irrigazione e bonifica,provvista d’acqua per le stesse aziende e riparto dellaspesa per opere consorziali relative; esclusa, comunque,la redazione di progetti generali di bonifica idraulica edagraria e relativa direzione;

m) progetto, direzione e vigilanza di modeste costruzionicivili;

n) misura, contabilità e liquidazione delle costruzioni ci-vili6 indicate nella lettera m);

o) misura, contabilità e liquidazione di lavori di costru-zioni rurali7 sopra specificate;

p) funzioni peritali ed arbitramentali in ordine alle attri-buzioni innanzi menzionate;

q) mansioni di perito comunale per le funzioni tecnicheordinarie nei Comuni con popolazione fino a diecimila a-bitanti, esclusi i progetti di opere pubbliche d’impor-tanza o che implichino

delle acque irrigue nei rapporti dei fondi agrari serviti.

Idem

Idem

Idem

Idem

n) misura, contabilità e liquidazione delle costruzioni ci-vili;

o) misura, contabilità e liquidazione di lavori di costru-zioni rurali;

Idem

Idem

1 Eliminare dalla parola “quando” fino alla parola “importanza”.2 Eliminare la parola “modeste”.3 Eliminare dalle parole “È fatta eccezione” fino alle parole “in scienze agrarie”.4 Eliminare la parola “modeste”.5 Eliminare dalle parole “È fatta eccezione” fino alle parole “in scienze agrarie”.

6 Eliminare le parole “indicate nella lettera m)”;7 Eliminare le parole “sopra specificate”.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 17

con la pubblica e privata in-columità.Nel frattempo, il livello diformazione dei geometri si ènotevolmente elevato ade-guandosi costantementealle spinte dell’innovazioneanche tramite percorsi diformazione continua obbli-gatoria per tutti gli iscritti.Ciò nonostante, le incer-tezze e i contenziosi, spessosolo strumentali, bloccanole procedure, impedisconol’efficiente operatività dellaPubblica Amministrazione erallentano lo sviluppo eco-nomico nell’ambito di unacontingenza economica cheha bisogno di fattori accele-ranti per implementare gliinvestimenti, quindi crearericchezza e sviluppo.Liberare la burocrazia danorma restrittive soggette alibera e soggettiva interpre-tazione, che intasano anchei percorsi nei tribunali, ri-sponde ad esigenza pri-maria.Per quanto sopra, a nomedegli oltre 100.000 geometri,professionisti di riferimentodelle famiglie, delle piccolee medie realtà imprendito-riali, mi pregio di sottoporrealla Sua on.le attenzione laproposta di modifica di al-cune parti del R.D. di cui inoggetto e precisamentequelle risultanti dalla bozzadi cui all’allegata tabella.Restando in attesa di cor-tese riscontro, assicuriamola massima disponibilità pereventuali ulteriori ap-profondimenti in merito.

Il PresidenteFausto Savoldi

Come avevamo annunciato nel n. 4/08, è arrivatosulla scrivania degli iscritti il primo numero di“Geocentro Magazine”, la nuova rivista nazionaledella categoria che, diffusa in 130.000 copie, è oraa disposizione dei geometri italiani in sostituzionedei due precedenti organi di stampa istituzionali:“Geometri” della Cassa di previdenza e “Geo-centro” del Consiglio nazionale.Già questa semplificazione è un primo tangibilesegno di una auspicata unità d’intenti e della vo-lontà dei nostri due enti nazionali di operare unitinella medesima di-rezione, razionaliz-zando i costi e do-tando la categoria diun unico organo, lacui ambizione è difacilitare il percorsodegli iscritti versonuovi scenari di co-noscenze tecniche eculturali in una pro-spettiva piú speci-fica, piú creativa, masoprattutto piú qua-litativa. Pare di ca-pire che la nuova ri-vista si riprometta difornire ai geometristimoli e supporticulturali nuovi,senza peraltro di-menticare o disper-dere il patrimonio distoria e di tradizioneche costituisce lamiglior caratteri-stica del nostro ope-rare: un operare cosí diverso da quello di altre ca-tegorie tecniche – anche di quelle con le qualispesso collaboriamo – , che come noi concorronoallo sviluppo del Paese.Ecco allora che sul nuovo “Geocentro Magazine”

non compariranno piú comunicazioni, notizie pre-videnziali e di tecnica pratica, alle quali possonobenissimo provvedere altri canali di diffusione piúveloci e alla portata di tutti quali internet e lastampa dei singoli Collegi.. Geocentro Magazinevuole guardare piú in là: vi troveranno spazio – equesto primo numero già ce lo mostra – articoli dicultura tecnica, al fine di suscitare stimoli, instil-lare curiosità, esaltare la qualità della prestazioneintellettuale del geometra professionista, conspeciale attenzione all’ambiente, alla sicurezza, al

risparmio energe-tico, alla qualitàdella vita, ecc., cosíche la categoria siapronta, a cogliere leopportunità nuoveche si delineanogiorno dopo giornoall’orizzonte dellesue competenze.Si tratta insomma –questa è la nostraimpressione sfo-gliando le 98 paginedella nuova rivista –di un progetto edito-riale ambizioso, ba-sato su un nuovomodo di intendere laprofessione, su unanuova filosofia delnostro lavoro, quasiuna boccata di ariafresca che la mo-derna veste graficabene rappresenta esintetizza.

A “Geocentro Magazine” e al suo direttore FrancoMazzoccoli, gli auguri di buon lavoro da “Il geo-metra bresciano”. ●

Il nostro benvenuto a “Geocentro Magazine”nuova rivista della Cassa e del Consiglio Nazionale Geometri

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

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“Barriere architettoniche”:iniziativa del Collegioal servizio dei cittadini

pagna prevede la consu-lenza preliminare gratuita afavore dei cittadini interes-sati alla stesura della ri-chiesta di contributi alla Re-gione Lombardia. Tale consulenza gratuita of-ferta dal Collegio e riguar-dante il periodo 20 gennaio- 28 febbraio 2009, si pro-pone di favorire l’accessodei cittadini al contributo re-gionale chiarendo che l’ab-battimento delle barrierearchitettoniche, intesecome “qualunque elementocostruttivo o ostacolo cheimpedisca, limiti o rendadifficoltosi l’accesso, gli spo-stamenti o la fruizione di ser-vizi da parte di chiunque, maspecialmente di personecon limitata capacità mo-

toria o sensoriale” èun tema di assolutaattualità che coin-volge tutti i cittadini.Una materia che –partendo da un pianotecnico, normativo eprocedurale – arriva ainvestire campi di in-teresse sostanzialiper la vita civile e peri diritti del singolo, diprimaria importanzasia per il migliora-mento dell’esistentesia per la progetta-zione di un futuro ingrado di garantirespazi accessibili atutti.

I l PresidentePlatto nel suointervento di

presentazione ha vo-luto sottolinearecome la categoria deigeometri abbia

sempre espresso un’alta va-lenza sociale e svolto il ruolodi tecnico di famiglia pre-posto a risolvere numerosiproblemi in ambiti diversi;rimarcando tuttavia comeoggi la categoria necessiti diun processo di modernizza-zione che la adegui allenuove esigenze europee.Il Direttore de Il geometra bre-sciano, Bruno Bossini, ha pre-cisato come i geometri,dopo molti anni di lavoro si-lenzioso, intendano uscirein campo aperto e, conquesta prima iniziativa in-traprendere un nuovo per-corso al servizio dei citta-dini. Giuseppe Zipponi,Consigliere, ha posto l’at-tenzione sulla volontà delCollegio – con i suoi tremila

iscritti – di far conoscere ilvalore sociale dell’abbatti-mento delle barriere.Il Presidente del ConsiglioNazionale geometri, FaustoSavoldi, ha voluto rimarcarecome l’attività del geometralibero professionista sia ba-sata essenzialmente sullerelazioni, e come i geometrisiano indotti a diventare e-sperti di nuove branche del

Lunedí 19 gennaioscorso si è tenutanella sede del Col-

legio geometri di Bresciauna conferenza stampa du-rante la quale il PresidenteGiovanni Platto, affiancatodal Consigliere GiuseppeZipponi e dal Direttore dellarivista Bruno Bossini – pre-sente il Presidente Nazio-nale dei Geometri FaustoSavoldi – ha annunciato aimedia bresciani la cam-pagna denominata “Il geo-metra al tuo fianco per ab-battere le barriere architet-toniche”: un’iniziativa ten-dente a diffondere la cono-scenza della normativa sul-l’eliminazione delle cosid-dette barriere architetto-niche in edilizia. Tale cam-

sapere tecnico e giuridico datrasferire alla gente: dall’ab-battimento delle barrierearchitettoniche, al risparmioenergetico, dalla sicurezzanei cantieri alla protezionedell’ambiente all’edilizia e-cosostenibile, ecc.È proprio nell’ottica di met-tere le conoscenze tecnichea disposizione della comu-nità che il Collegio geometrifornisce al pubblico e ai pro-fessionisti la possibilità dicontare su consulenze te-lefoniche preliminari e gra-tuite da parte di tecnici e-sperti riguardo a :– normativa per l’abbatti-

mento delle barriere archi-tettoniche esistenti e perla messa in opera di pro-getti idonei;

– opportunità di ricevere i fi-nanziamenti destinati atale finalità dalla RegioneLombardia che – con leggeregionale 20 febbraio 1989,n. 6 – eroga contributi a fa-vore di soggetti privati perl’eliminazione delle bar-riere architettoniche nellapropria residenza abi-tuale.

– requisiti, modalità e pro-

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 19

Nella pagina precedente, il posterdedicato al tema della conferenzastampa del 19 gennaio e ilPresidente del Consiglio NazionaleFausto Savoldi con il presidente delCollegio di Brescia Giovanni Platto.Qui a fianco, il direttore della rivistaBruno Bossini mentre presenta aigiornalisti il volume edito dalCollegio su Francesco Carlo Salodini.Sotto, due stralci dai quotidianibresciani che hanno dato spazioall’iniziativa del Collegio a favore deicittadini portatori di handicap

comunicazione ai mediabresciani dell’avvenutapubblicazione, a cura delCollegio geometri bre-sciano, del volume “Fran-cesco Carlo Salodini illustra-tore 1903-1950”, già distri-buito agli iscritti a fine di-cembre come cadeau augu-rale, presenti Luciano Salo-dini, figlio di FrancescoCarlo e Michela Valotti, cura-tori del volume.Nei giorni successivi i gior-nali bresciani hanno dato

ampio riscontro alla confe-renza stampa: in particolareil Giornale di Bresciaha dedicatoal Collegio una mezza paginaillustrando ampiamente l’i-niziativa riguardante le bar-riere architettoniche, la pub-blicazione del volume su Sa-lodini illustratore e stilandoun’ampia scheda informa-tiva sul Collegio.

cedure per la compila-zione della domanda dicontributo (da presentareentro il 29 febbraio 2009).

Il servizio è offerto a tutti isoggetti privati, ai geometri,ai tecnici interessati e alleamministrazioni comunali.Obiettivi della campagnasono:– far conoscere al pubblico la

centralità del tema del-l’abbattimento delle bar-riere architettoniche;

– favorire la conoscenzadella normativa vigente;

– informare sulle opportu-nità in essere per l’abbatti-mento delle barriere già e-sistenti;

– promuovere il valore di una“progettazione accessi-bile” fondata sul propositodi adattare l’ambiente allepersone e garantire achiunque una vita il piúpossibile indipendentenelle abitazioni, nei tra-sporti, nel lavoro, nell’istru-zione e nel tempo libero.

L a conferenza stam-pa ha inoltre ri-guardato anche la

Non è stato da meno l’altroquotidiano cittadino, Bre-sciaoggi che ha titolato susette colonne “Gratis le con-sulenze anti-barriere”,dando altresí notizia dell’i-niziativa editoriale del no-stro Collegio.

Siamo in grado, prima della chiusura della rivista, di dare contodell’iniziativa del Collegio illustrata in queste pagine e riguardantela consulenza sulla normativa regionale per l’abbattimento dellebarriere architettoniche, che nel periodo 20 gennaio-28 febbraioha sortito un buon numero di telefonate, la maggior parte dellequali ha riguardato i requisiti per accedere ai finanziamenti re-gionali e l’elenco dei documenti necessari da allegare alla ri-chiesta di contributi.Non sono mancati quesiti di tecnici e di privati che hanno sotto-posto al geometra Elisabetta Drera – tecnico preposto all’inizia-tiva dal Collegio – casi umani di persone in grande difficoltà.Nel complesso si è trattato di un’iniziativa positiva e apprezzatada quella parte di cittadinanza gravata da problemi di handicap econ difficoltà di deambulazione.Esprimiamo a Elisabetta Drera il ringraziamento piú vivo per lacollaborazione competente fornita, per la sua disponibilità e la de-dizione con la quale ha svolto l’incarico affidatale. ❋

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LAVORI DI GEOMETRI

20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Energia elettrica dal mais:un’impresa complessa, ma benriuscita al collega Piero Ferri

Èsempre sorpren-dente constatarequanto notevoli

siano le capacità professio-nali dei geometri che, fortidella loro polivalenza tec-nica, riescono ad affrontarele piú svariate situazioni dilavoro e ad inserirsi con pro-fitto entro nicchie di mercatoimpensabili, anche per rea-lizzare importanti strutture edar vita a complessi disegniche, a prima vista, potreb-bero sembrare fuori dallaloro portata. Certo, quelladella polivalenza è una ca-ratteristica tipica e preziosadella professione del geo-metra, della quale tutti dob-biamo essere attenti custodima, come sempre nei casidella vita, per “sfruttare” almeglio questa peculiaritàche la professione ci offre,sono necessarie qualità per-sonali che nessun corso diaggiornamento può tra-smettere: coraggio, ingegno,tenacia, fantasia, volontà,senso dell’organizzazione,capacità comunicativa e …chi piú ne ha piú ne metta.Proprio cosí si spiega il casoche andiamo ad illustrare:quello dell’esperto collegacremonese Piero Ferri che,forte della fiducia del suocommittente, è riuscito, inpoco piú di un anno di lavoroeffettivo, a costruire un im-ponente impianto per laproduzione di energia elet-trica, alimentato con il trin-ciato di mais prodotto daun’azienda agricola digrande estensione (circa 600ettari) nella bassa pianuracremonese a 10 chilometridal capoluogo.Tutto prende le mosse dalle

Il collegacremonesePiero Ferri (nella

fotografia) haconcorso arealizzare ungrandeimpianto per laproduzione dienergiaelettrica, forseunico in Italia,che sfrutta lebiomasseprodotte in unavasta aziendaagricola aPieve d’Olmi inprovincia diCremona.Abbiamo voluto

presentare questo suo lavoro per ladimensione e l’eccezionalità dell’impiantocostruito. Piero Ferri vi ha contribuitoespletando le numerose pratiche tecnico-amministrative e di cantiere necessarie alleautorizzazioni a costruire; ha eseguito i rilievidelle aree del cantiere; progettato le opere dismaltimento acque e reflui; diretto le opereper le imponenti strutture in c.a., scavi,sottofondi, palificazioni, bonifiche; progettatola viabilità di accesso e interna alla centraleelettrica; steso computi metrici, contabilità ecoordinato il lavoro delle varie impreseesecutrici. Tutte operazioni, in sé, normali,ma particolarmente impegnative per ladimensione e la specificità del cantiere.

scelte di un avveduto e in-novativo imprenditore agri-colo che decide di riconver-tire la sua azienda da pro-duttrice di carne bovina esuina a produttrice di e-nergia elettrica: non unacosa da poco, il salto tecno-logico è grande ma, con il co-raggio dei pionieri, l’impren-ditore si assume il rischiodella trasformazione radi-cale. Fa conto di produrre labellezza di 17.000.000 diKw/anno, sorretto da unastrategia che contempla, dauna parte, la produzione dimais (e di altre colture) conrivoluzionarie tecniche a-grarie studiate, sperimen-tate e applicate in Argentinache vogliono la raccolta delprodotto a settembre, se-guita immediatamente dallanuova semina senza la con-sueta aratura e, dall’altra, lacopertura finanziaria a ga-ranzia dell’acquisto di tec-nologie, progetti e macchi-nari da una ditta specializ-zata tedesca.

La primavera scorsa(2008) prendonoavvio le opere; è

qui che entra in campo il no-stro collega Piero Ferri che,con tutta la sua pluridecen-nale esperienza professio-nale, predispone le proce-dure tecniche necessarie al-l’ottenimento delle com-plesse autorizzazioni pressogli enti competenti comu-nali e provinciali.Poi, in qualità di responsa-bile e di direttore dei lavori,assiste, governa e contabi-lizza tutte le fasi della realiz-zazione dei manufatti in ce-mento armato: aree di rac-

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LAVORI DI GEOMETRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 21

una superficiedi 25.000 metri-quadrati.Ma entriamo unpoco nel detta-glio. L’Aziendaagricola di pro-prietà della A-gricola TorreMammona s.r.l.con sede a Ber-gamo giace neiComuni di Pie-ve d’Olmi, S.Daniele Po eTorricella delPizzo in pro-vincia di Cre-mona. Si esten-de su un com-plesso di 600 Ha

colta del trinciato, tunnel difermentazione, vasche per iliquami di risulta, serbatoidi seconda fermentazione,piattaforme per i motori agas metano per la produ-zione dell’energia, cabina e-lettrica di trasformazioneper innalzare la tensione dai380 ai 15.000 wolt necessariper l’immissione in rete.Non meno impegnativi sonoi lavori per le infrastruttureviarie di servizio e accessoall’impianto, che devono ga-rantire il flusso del trinciatodalle varie aree aziendali,bypassando un piccolo nu-cleo abitativo che, comeprescritto dalla conven-zione comunale, deve es-sere sgravato dal continuopassaggio degli autocarri.Impianti e strutture con-nesse – dei quali piú oltreforniamo alcune dimensioniche dicono dell’impegnotecnico del geom. Ferri – oc-cupano complessivamente

oltre ad altre 200 Ha di suolidemaniali in affitto.Considerata la forte spintaverso l’uso di energie alter-native, la necessità di ri-durre l’emissione di gasserra per rispondere in ma-niera concreta agli obblighiimposti anche al nostroPaese dal Protocollo diKyoto, la famiglia Scarani,proprietaria del fondo, conuna scelta imprenditorialequanto mai coraggiosa e pio-nieristica, decide di intra-prendere la costruzione didue centrali a biogas pressola cascina Cà Nova Gambinoin Comune di Pive d’Olmi.Tenuto conto della capacitàaziendale sono stati proget-

Armatura della piattaforma delfermentatore Euco.Sotto: operazioni di caricamento deglisfibrati nei sili orizzontali.

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LAVORI DI GEOMETRI

22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Planimetria schematicadei due impianti per laproduzione di energiaelettrica (da 1 MegaWatt/ora ciascuno)inseriti nel contestoaziendale.

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LAVORI DI GEOMETRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 23

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LAVORI DI GEOMETRI

24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Armatura delle pareti delfermentatore Euco.Sotto, armatura della piastra di basedel post-fermentatore Coccus.

incaricato per le pratiche ne-cessarie e la responsabilitàdel cantiere.Il complesso progetto, di cuidiamo nelle pagine seguentila pianta gene-rale, comprende5 trincee per lostoccaggio dellebiomasse agri-cole (insilato dicereali), ciascunadi 65x20 metri,alte 4,85 e, perciascuno dei dueimpianti di pro-duzione d’e-nergia:– una prevascaper i liquami(Calix) di formacircolare in calce-struzzo armato

gettata in opera del dia-metro di m 6 e altezza di m 4con un volume lordo di 100mc;– un dosatore (Pasco) per il

tati due impianti completi eindipendenti, seppure darealizzare in aree limitrofe,aventi ciascuno la capacitàproduttiva di 1 MegaWatt/ora.

Per la realizzazionedegli impianti sisceglie una ditta di

provata esperienza: la “Sch-mack Biogas s.r.l. di Bolzano,la quale si è impegnata aprogettarli tenendo contoprincipalmente dell’inseri-mento delle opere nel con-testo ambientale.Due sono le figure preposteall’intera operazione finan-ziario-ingegneristica: il dott.Gaetano Chirico, responsa-bile della gestione azien-dale e il geom. Piero Ferri,

caricamento dei pre-fer-mentatori (Euco);– fermentatore (Euco) aflusso continuo. Qui si pro-duce il 50% circa di biogaspotenziale. Il fermentatore ècostituito da una vasca ret-tangolare in cemento ar-mato gettato in opera conte-nente un agitatore lento.A fianco del fermentatoresorgono:– un cogeneratore per la tra-sformazione del biogas incorrente elettrica e calorecompleto di motore, im-pianto di ventilazione e diraffreddamento;– due post-fermentatori(Coccus) in calcestruzzo,della capacità di 2.400 mccad., muniti di agitatori agrandi pale. Sulla parte su-periore di ciascun fermenta-tore è montato un tetto, lacui orditura di travetti dilegno a sezione trapezoi-dale poggia sul corona-mento circolare del muro e-sterno in calcestruzzo e suuna struttura centrale afungo.

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LAVORI DI GEOMETRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 27

Armature delle pareti delfermentatore Euco.In basso: vista d’insieme dei dueimpianti; fronte nord-ovest con unedificio del fermentatore Euco conpareti gettate, l’altro è in fase diarmatura delle pareti. Tra le duecostruzioni, un post-fermentatoreCoccus già con l’isolamento esterno.

All’orditura di legnoè sovrapposto unostrato di feltro e

una copertura a membranadeformabile in materialeplastico speciale gonfiabileformante il gasometro;questo è dotato di rete diprotezione e di valvole di si-curezza per sopra e sotto-pressione.Prodotto della digestioneche vi avviene è gas metanocon residui solidi e liquidi.La parte solida è stoccata suuna platea coperta; la parteliquida entra in una vasca dicemento in cui avverrannoprocessi chimici che la tra-sformeranno in urea, quindiin ammoniaca e poi in nitritie nitrati che dopo 20 giorni,congruamente ossigenati, siridurranno del 60-70% e po-tranno essere impiegaticome fertilizzante agrono-mico.

I l gas in uscita dal pro-cesso di digestionesubisce una deumidi-

ficazione tramite uno scam-biatore di calore per essere,infine, utilizzato come com-bustibile nel motore dei mo-duli di cogenerazione per laproduzione di energia elet-trica.

Il processo di produzioneL’energia elettrica prodottadai due impianti, separatima uguali, è il frutto della co-generazione di biogas rica-vato dalla fermentazione disubstrati organici sottopostia digestione anaerobica.Questa consiste in un pro-cesso biologico di fermenta-zione operato da batteri me-tanigeni che trasformano, in

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30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 31

Vista dell’imboccatura dei siliorizzontali;In basso: getto delle muratureperimetrali del post-fermentatoreCoccus. All’interno si intravede ilpilastro “a fungo” destinato asostenere le strutture della copertura.

assenza di ossigeno, i car-boidrati, le proteine e i lipidipresenti nella biomassa inmetano e anidride carbo-nica. Il biogas ottenuto è co-stituito per il 55% circa dametano e può, come ab-biamo visto, alimentare inmodo efficiente motori acombustione interna comequelli impiegati in quest’im-pianto.È utile ricordare come losfruttamento energeticodel biogas abbia un bi-lancio nullo di CO2, inquanto l’anidride carbonicaemessa con i gas di scaricodei motori dell’impianto e-guaglia la quantità di CO2

assorbita dalla pianta dimais durante il suo accresci-mento.

La materia prima(biomassa) arrivataall’impianto tra-

mite automezzi (autoartico-lati o trattrici agricole concarro) viene depositatanelle trincee, compattata ecoperta con teli plastici. Tra-mite l’utilizzo di una palameccanica, le biomasse ven-gono prelevate dalle trinceee scaricate nel dosatore di a-limentazione. L’alimenta-zione dell’impianto vieneottimizzata nella sala tec-nica, la quale, tramite un si-stema di pompe, invia lebiomasse introdotte nel do-satore di alimentazione(Pasco), e al pre-digestore a-naerobico a flusso continuo(Euco).A intervalli di tempo regolariil substrato viene pompatodal digestore anaerobicoEuco al fermentatore a fossa

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32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Un post-fermentatore conl’isolamento esterno.Sotto: le prevasche Calix

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LAVORI DI GEOMETRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 35

Scorcio di tre post-fermentatoriCoccus.Sotto: operazioni di getto delsottofondo delle vasche per i liquami.

Coccus, nel quale si con-clude la fermentazione.Il processo di fermentazionedelle biomasse avviene inambiente anaerobico (cioèprivo di ossigeno) e riscal-dato alla temperatura dicirca 38-40°C. Il biogas pro-dotto viene raccolto negliaccumulatori pressostaticiposti a copertura dei fer-mentatori a fossa e, succes-sivamente, dopo un pro-cesso di desolforazione bat-terica, inviato al cogenera-tore.

La desolforazionedel biogas è di fon-damentale impor-

tanza al fine di proteggere ilmotore e le condotte del gascombustibile. La desolforazione avvienemediante immissione con-trollata di ossigeno nell’ac-cumulatore pressostaticoposto al di sopra della co-pertura di legno rivestita difeltro. Tramite l’ossigena-zione si insediano sulla co-pertura e sul feltro dei bat-teri in grado di “estrarre” lozolfo dall’acido solfidrico

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36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Le coperture in speciale tessuto deipost-fermentatori Coccus. Lacopertura in tessuto è destinata agonfiarsi come un pallone sotto lapressione del gas.Sotto: il fermentatore a paretiultimate.

presente nel biogas, ilquale si accumula sulle travie sul feltro, cadendo suc-cessivamente sotto formadi grumi nel substrato. Per-tanto lo zolfo sarà parte co-stituente dell’ammendanteutilizzato come concime inagricoltura.Dalla combustione delbiogas si producono energiatermica, parzialmente utiliz-zata per il funzionamentodell’impianto stesso ed e-nergia elettrica che sarà im-messa in rete.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 37

Agitatore e dettagli interni del post-fermentatore Coccus.Sotto: i sili orizzontali ormai ripienidi sfibrato.

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LEGALE

38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Avv. Francesco Cuzzetti Ancora sulla D.I.A.

come impugnazione controil titolo che il silenzio ha con-sentito si formasse implici-tamente.Potrà questa sentenza, ul-tima in ordine di tempo(salvo errore) essere anche

l’ultima in ordine di cer-tezza? Domanda che è le-cito porsi perché, come hoaccennato, il percorso giuri-sprudenziale sulle variequestioni sopra trattate daquesta sentenza, non è

Repetita juvant. IlConsiglio di Stato,con la sentenza n.

5811/2008 del 11 novembre2008, è tornato ad esaminarealcuni problemi connessi al-l’applicazione della D.I.A.,argomento tormentato dellagiurisprudenza, affermandoi seguenti principi che mipare opportuno condivi-dere e ribadire.Sulla natura della Dia, puntodi partenza essenziale peraffrontare le varie proble-matiche, dice che è un attoprivato che autocertifica lasussistenza delle condizionilegali per l’intervento edi-lizio, controllabile dallapubblica amministrazione,e che con il semplice de-corso del tempo, in assenzadel diniego di quest’ultima,consente il formarsi del ti-tolo necessario per iniziarelegalmente l’attività.Afferma poi, che la pubblicaamministrazione non è peròvincolata al termine con-cesso per la formazione delsilenzio assenso perchè,anche dopo il suo decorso,può esercitare i propri con-trolli sotto il profilo della vi-gilanza e delle sanzioni, edesplicitare il proprio poteredi autotutela sotto il profilodell’annullamento o dellarevoca del titolo che si è im-plicitamente formato.Torna poi sul problema cheinteressa i terzi che si riten-gono lesi dall’attività co-struttiva così iniziata, perprecisare che il loro diritto alricorso per la tutela dei lorointeressi legittimi, deve e-spletarsi, non contro il si-lenzio dell’amministrazionesulla Dia del privato, ma

stato univoco.Infatti è ben diverso perquanto riguarda la difesa deidiritti dei terzi, dal punto divista procedurale, che la Diasia qualificata come atto am-ministrativo, che può essere

direttamente impugnato,oppure no, nel qual casos’imporrebbe un altro iterimpugnatorio.Così come per il proponentela Dia, sarebbe opportuno a-vere chiarezza circa le di-verse soluzioni offerte in or-dine all’indicazione dei po-teri in capo alla pubblica am-ministrazione, dopo la sca-denza dei termini di verificadella Dia.Atteniamoci comunque perora ai criteri dettati daquesta sentenza, che ha unamotivazione abbastanza li-neare sotto il profilo giuri-dico ed è quindi, condividi-bile, sperando di non do-vere riproporre questotema.

Prorogato al 30 giugno 2009il vecchio regime

per le autorizzazioni paesaggisticheContrariamente a quanto annunciato in precedenza, con Decreto legge 30dicembre 2008, n. 207 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 31dicembre 2008), è stato prorogato al 30 giugno 2009 il regime transitorioper il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche previsto dall’art. 159 delD.Lgs 42/2004 (Codice dei Beni Ambientali).Le autorizzazioni paesaggistiche continueranno, quindi, ad essere rilasciatedal Comune – o dall’Ente Parco – secondo la procedura attuale, con istrut-toria a livello comunale e trasmissione alla Soprintendenza di Brescia, chemantiene il controllo degli atti e perciò può motivatamente disporne l’an-nullamento – entro 60 giorni –, con conseguenze sul permesso di costruireo denuncia di inizio attività.Rimandata dopo il 30 giugno 2009 quindi la nuova procedura che prevede,tra l’altro, l’acquisizione del parere della Soprintendenza prima del rilasciodell’autorizzazione paesaggistica.Anche la Regione Lombardia si è adeguata alla proroga e non ha ancorareso pubblico l’elenco delle amministrazioni “abilitate” all’esercizio dellefunzioni paesaggistiche in quanto dotate di apposite commissioni paesag-gistiche.

(Giuseppe Zipponi)

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LEGALE

40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Rogito notarile:verifiche e imposte

nazione, la ragione socialeed altri dati identificativi dellegale rappresentante, sesoggetto diverso da personafisica, ovvero del mediatorenon legale rappresentanteche ha operato per la stessasocietà, la partita Iva, il co-dice fiscale, il numero di i-scrizione al ruolo degli a-genti di affari in mediazionee della camera di com-mercio; il pagamento allostesso agente.

Il fiscoL’acquisto della casa com-porta il pagamento di alcuneimposte, che variano a se-conda della destinazionedell’immobile e del sog-getto venditore. Quando siacquista la “prima casa” si

può godere di un regime fi-scale agevolato che con-sente di pagare le impostein misura inferiore rispetto aquelle ordinariamente do-vute;

La prima casaSe oggetto dell’acquisto è laprima casa, l’atto di compra-

vendita è soggetto alle se-guenti imposte. Quando ilvenditore è un privato: im-posta di registro del 3%, im-posta ipotecaria fissa di 168euro, imposta catastale fissadi 168 euro; quando si ac-quista da impresa costrut-trice (o di ristrutturazione)entro 4 anni dall’ultimazionelavori: Iva del 4%, imposta diregistro fissa di 168 euro, im-posta ipotecaria fissa di 168euro, imposta catastale fissadi 168 euro.Quando si acquista da im-presa non costruttrice chenon ha eseguito i lavori di re-stauro, risanamento o ri-strutturazione oppure si ac-quista da impresa costrut-trice (o di ristrutturazione)dopo 4 anni dall’ultimazionelavori: Iva esente imposta diregistro del 3%, imposta ipo-tecaria fissa di 168 euro, im-posta catastale fissa di 168euro.

La seconda casaQuando si acquista un im-mobile residenziale nonprima casa, l’atto di com-pravendita deve pagare: seil venditore è un privato op-pure un’impresa “non co-struttrice” che non ha ese-guito i lavori di restauro, ri-sanamento o ristruttura-zione, oppure un’impresa“costruttrice” (o di ristruttu-razione) che vende dopo 4anni dalla data di ultima-zione dei lavori: imposta diregistro del 7%, imposta ipo-tecaria del 2%, imposta cata-stale dell’1%.Quando il venditore è un’im-presa costruttrice (o di ri-strutturazione) che vendeentro 4 anni dall’ultimazione

L’atto di compra-vendita normal-mente si stipula

davanti al notaio. Al notaiospettano i controlli formalisull’esistenza di ipoteche oaltri vincoli, sul rispettodelle norme edilizie e laconformità del rogito con gliatti precedenti (ad es. ilcompromesso).

Cosa dichiarareA seguito degli aggiorna-menti normativi dispostidalla legge Finanziaria 2006(266/2005) e del decreto Ber-sani 223 del 2006 (diventatopoi legge 248/2006), nellecessioni di immobili ad usoabitativo intercorse tra pri-vati il rogito deve riportaretra gli altri dati: l’effettivo va-

lore di cessione dell’immo-bile; le indicazioni anali-tiche delle modalità di paga-mento (assegno, bonifico,ecc.); l’eventuale ricorso diuna o di entrambe le parti adattività di mediazione e, incaso affermativo, tutti i datiidentificativi del titolare, sepersona fisica, o la denomi-

lavori: Iva al 10% (20% se im-mobile di lusso), imposta diregistro fissa di 168 euro, im-posta ipotecaria fissa di 168euro, imposta catastale fissadi 168 euro.Le imposte sono versate dalnotaio al momento della re-gistrazione dell’atto. Dal 1°gennaio 2007 (per effettodella legge Finanziaria per il2007), soltanto per le com-pravendite di immobili aduso abitativo, comprese lerelative pertinenze (box, ga-rage, cantine) a favore di unprivato (acquirente), si puòassumere come base impo-nibile il valore catastale, an-ziché il corrispettivo pagato.

Il rilascio del certificatodi abitabilitàL’articolo in esame analizzale problematiche connesseal rilascio del certificato di a-bitabilità e titoli tecnici con-seguenti. Pertanto afferiscead immobili costruiti dopo il1967. Per quelli costruitiprima vigono altre diverseregole qui non analizzateper ragioni di sintesi.

A ccade piú frequen-temente di quantosi creda che nel-

l’acquisto di un immobile fraprivati, nessuno si curi di ve-rificare la reale conformitàurbanistica. Né l’agenzia ètenuta non avendone i titoliprofessionali e neppure ètenuta per legge, né il notaioè tenuto a fare un sopral-luogo nell’abitazione da ro-gitare per verificare se la di-stribuzione e consistenza ef-fettiva dei vani e dell’unitàimmobiliare e pertinenze èquella indicata nella plani-

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LEGALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 41

rente ma anche per il vendi-tore che in buona fede pro-mettesse a vendere o rogi-tasse una pertinenza abu-siva acquistata 50 anni fa al-lora “ritenuta regolarmenteaccatastata”. Se l’acquirentescoprisse l’abuso potrebbepretendere risarcimenti perl’inadempimento contrat-tuale, se non piú gravi con-seguenze. Il Catasto e l’Uf-ficio tecnico comunale rap-presentano due Ammini-strazioni diverse con com-piti diversi e che non comu-nicano tra loro; il chiari-mento pare banale per gliaddetti ai lavori, ma non lo èaffatto per chi non è del me-stiere, né la cosa viene pun-tualmente precisata negliatti di compravendita dove a

volte prevalgono gli aspettiformali su quelli sostanziali.

Il documentoche garantisce tranquillitàal compratoreIn parole semplici occorreverificare principalmenteche sia stato rilasciato il cer-tificato di abitabilità: questoè il documento principebase che può dare al com-pratore una certa dose ditranquillità; tale documento(certificato di abitabilità) fo-tografa la situazione legaledell’unità immobiliare alladata del suo rilascio, ma nongarantisce che successiva-mente non siano stati com-messi abusi edilizi (e-sempio l’appropriazione ditanti anni fa della soffitta o

metria catastale e se questaa sua volta è il risultato po-stumo di eventuali succes-sive varianti autorizzate dal-l’Ufficio tecnico comunale.In sostanza occorre prima ditutto verificare la conformitàfra lo stato reale dell’appar-tamento ed il progetto esi-stente in Comune ed even-tuali successive modificheautorizzate, lasciando il Ca-tasto in secondo piano. Teo-ricamente qualcuno nellacatena pregressa dei pro-prietari potrebbe aver acca-tastato una cantina condo-miniale o un garage abusivosenza che il Catasto abbia ri-chiesto (perché non tenuto)né permessi edilizi sotto-stanti né titoli di proprietà.La cosa rileva per l’acqui-

cantina condominiale, la e-secuzione di un garage sulterreno condominiale fruttodi un accordo interno tra icondomini ecc.) o che le o-pere abusive abbiano cau-sato procedimenti ammini-strativi o – nei casi piú gravi– anche penali, magari nonancora risolti. Può essere in-vece che sia stata presentatadomanda di condono edi-lizio e conclusosi favorevol-mente l’iter burocratico: oc-corre verificare tale ipotesiin Comune.

A l contrario la pra-tica potrebbe nonessere ancora

stata analizzata e correre ilrischio a fine iter di essererespinta, per esempio nelcaso non sia stata pagata to-talmente l’oblazione o ilcontributo di concessione.Un geometra dovrà valutareil fascicolo previo accesso al-l’Ufficio tecnico comunale erelazionare le parti con-traenti suggerendo even-tuali accorgimenti. La que-stione è rilevante: gli immo-bili “viziati” da abusi primarinon sono commerciabili,come ha di recente chiarito ilConsiglio Nazionale del no-tariato.Bisogna fare attenzioneprincipalmante alle man-sarde, ai piani interrati, alletavernette, ai garage trasfor-mati, ai cambi di destina-zione d’uso, alle trasforma-zioni di balconi e terrazze inverande, agli aumenti di su-perficie (bagni, cucine, de-positi, ecc.).

❑Da “OttopiúCasa” del 12 nov. 2008

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DAL COLLEGIO DI LODI

42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Patrizia Pinciroli Contratto di locazione:a ciascuno il “suo”

mercato.• Sono previsti incentivi fi-

scali per il locatore.• La durata minima del con-

tratto è di anni 3 con pro-roga automatica altri 2anni, salvo necessità giu-stificate del locatore.

• Il contratto va stipulato e-sclusivamente utilizzandoi contratti-tipo locali, pre-disposti dal Comune dicompetenza attraversodegli accordi locali con leassociazioni di settore.

I contratti a canone “calmie-rato” possono essere utiliz-zati soltanto dai Comuniconsiderati ad alta tensioneabitativa.Il Comune di Lodi ha stipu-lato accordo territoriale, conle associazioni di settore, inattuazione della legge n. 431del 9 dicembre 1998 e delD.M. del Ministro delle Infra-strutture e dei Trasporti del30 dicembre 2002 pubbli-cato Sup. Ord. N. 59 alla G.U.n. 85 del 11 aprile 2003.Accordo recepito dallaGiunta Comunale, con deli-berazione n. 34 del 10 feb-braio 2004, all’interno delquale sono definite: 1. le zone omogenee in cui è

stato suddiviso il territoriocomunale di cui all’alle-gato A;

2. i valori di oscillazione delcanone di locazione degliimmobili suddivisi nellediverse zone omogenee dicui all’allegato B valori chesono aggiornati automati-camente ogni anno in baseall’indice ISTAT (indiceF.O.I.); il metodo desuntoper calcolare il canone dilocazione di ogni singolaunità immobiliare se-

condo quanto indicatonell’allegato C;

3. la durata del contratto noninferiore a 3 anni rinnova-bile automaticamente peraltri 2 anni, in assenza didisdetta motivata ai sensidell’art. 3 comma 1 dellalegge 431/98;

4. la determinazione dellasuperficie convenzionale;

5. ed ogni altra regolamenta-zione contrattuale pre-vista dal D.M. 30 dicembre2002.

Incentivi fiscali• Detrazione IRPEF: l’affit-

tuario ha diritto ad una ri-duzione IRPEF maggioratadel 30% rispetto a quellaordinaria del 15%, arri-vando alla detrazione to-tale del 40,5% in funzionedel reddito complessivo edella aliquota fiscale corri-spondente. Anche per l’in-quilino è prevista una de-trazione IRPEF annua pro-porzionale alla fascia direddito.

• Imposta di registro: riducedel 30% la base imponi-bile per il locatore, bene-ficio di cui usufruisceanche l’inquilino che pagala metà dell’imposta di re-gistro.

• Agevolazioni ICI nella mi-sura del 2 per mille percontratti di locazione condurata non inferiore a 3+2.

Altro tipo di contratto è il“Contratto transitorio” cheha durata minima di 1 mesee massima di 18 mesi.Devono essere stipulati sol-tanto per esigenze transi-torie reali e documentabilidel locatore e dell’inquilinoe solo secondo i contratti-

Le molteplici esi-genze di mercato,obbligano il pro-

fessionista chiamato ad assi-stere il proprio cliente nellapredisposizione di un con-tratto di locazione a distri-carsi tra le diverse tipologiepreviste dalla normativa vi-gente. Si propone di seguitoun quadro d’insieme, che ri-teniamo utile per orientarsitra le varie opportunità chela legge ci offre in materia.

Immobili ad uso abitativoLa legge n. 431 del 9 di-cembre 1998 regola le di-verse forme contrattuali chesi possono utilizzare per af-fittare un’immobile.Quella più conosciuta ed u-tilizzata è il “Contratto a ca-none libero”, le cui caratteri-stiche sono:• Il canone è lasciato alla li-

bera trattativa individuale.• La durata minima del con-

tratto è di anni 4 con rin-novo automatico per altri 4anni, salvo necessità giu-stificate del locatore.

• Per il resto vale il principiodella libertà contrattuale.

Questo tipo di contratto nonprevede alcun incentivo fi-scale, né per il proprietario,né per l’inquilino. Per que-st’ultimo esiste il vantaggiodi una maggiore durata con-trattuale, soprattutto nelcaso in cui il soggetto nonpossa permettersi l’acquistodell’immobile di residenza.La stessa Legge prevedeuna formula “Contratto a ca-none calmierato” (control-lato) con le seguenti caratte-ristiche:• Il canone calmierato è infe-

riore ai normali valori di

tipo locali.Nelle aree urbane il canonedei contratti transitori deveessere calmierato e deter-minato secondo i medesimicriteri previsti da quest’ul-timo.Questa regola non è applica-bile agli affitti per finalità tu-ristiche ed agli apparta-menti di particolari cate-gorie catastali (A/1 abita-zioni signorili, A/8 ville, A/9palazzi di pregio storico-ar-tistico).Ai contratti transitori, anchese a canone calmierato, nonsi applica alcuna agevola-zione fiscale.Nei Comuni sede di univer-sità o di corsi universitari neiComuni limitrofi, si può sti-pulare il “Contratto per stu-denti universitari fuorisede”, che ha durata minimadi mesi 6 con rinnovo auto-matico per altri 6 mesi e conuna durata massima di anni3. Per questo contratto èsempre applicabile il ca-none calmierato e se il loca-tore si attiene ai contratti-tipo locali, ha diritto agli in-centivi fiscali.

Immobili strumentaliper naturaSono quegli immobili cheper natura sono utilizzati aduso professionale o com-merciale come: • uffici e studi (categoria ca-

tastale A/10);• negozi e botteghe (cate-

goria catastale C/1);• magazzini sotterranei per

depositi e derrate (cate-goria catastale B/8).

La legge che disciplina i con-tratti di locazione ad uso di-

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DAL COLLEGIO DI LODI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 43

L’affitto del fondo in questocaso è fatto al coltivatore di-retto che può essere singoloo associato e la durata mi-nima è di 15 anni, salvoquanto previsto dalla pre-sente legge.Nel caso di affitto particel-lare la legge consente di ri-durre la durata minima deicontratti ad anni 6. I contratti d’affitto in corsoalla data di entrata in vigoredella legge e per quelli in re-gime di proroga hanno du-rata inferiore e precisa-mente in:a) dieci anni se il rapporto ha

avuto inizio prima dell'an-nata agraria 1939-1940, onel corso della medesima;

b) undici anni se il rapportoha avuto inizio nelle an-nate agrarie comprese fraquelle 1940- 1941 e 1944-1945;

c) tredici anni se il rapportoha avuto inizio nelle an-nate agrarie comprese fraquelle 1945-1946 e 1949-1950;

d) quattordici anni se il rap-porto ha avuto inizio nelleannate agrarie compresefra quelle 1950-1951 e1959-1960;

e) quindici anni se il rap-porto ha avuto inizio suc-cessivamente all'annata a-graria 1959-1960.

Obbligatoria per tutti i tipi dicontratto è la registrazioneche va effettuata, entro 30giorni dalla data di stipuladel medesimo, presso l’A-genzia delle Entrate all’uf-ficio del Registro.Le imposte di registro per levarie tipologie contrattualisono le seguenti:

L’imposta di registro va ver-sata utilizzando il modelloF23 reperibile presso lebanche o scaricabile dal sito“Agenzia delle Entrate”. Si può versare l’imposta inun’unica soluzione per tuttala durata del contratto; inquesto modo si ha diritto aduno sconto percentuale parialla metà del tasso d’in-tersse legale (2,5%) moltipli-cato per il numero degli annidi durata del contratto, nelcaso specifico del 5%:€. 6.000,00 (canone annuo) x4(anni) = 24.000,0 €Imposta complessiva do-vuta: 24.000,00 x 2% = 480,00€

Sconto per versamento inun’unica soluzione: 480,00 x5% = 24,00 €Imposta versata: 480,00 –24,00 = 456,00 €.Diversamente l’impostapuò essere versata annual-mente, tenendo conto del-l’aggionamento istat del ca-

verso da abitazione è la n.392 del 27 luglio 1978.Questi contratti di locazionehanno durata minima di 6anni ed un primo rinnovoobbligatorio di altri 6, salvonecessità giustificate del lo-catoreNel caso il contratto di loca-zione fosse stipulato ad unalbergo la durata minima èdi 9 anni ed un primo rin-novo obbligatorio di altri 9,salvo necessità giustificatedel locatore. In entrambi icasi la durata massima delcontratto non può essere su-periore a 30 anni.Il canone è pattuito libera-mente tra le parti e può es-sere rinegoziato solo al ter-mine della seconda sca-denza. Il canone è aggiorna-bile annualmente, nella mi-sura massima del 75% del-l'indice ISTAT, solo s'è pre-visto espressamente nelcontratto.La disdetta da parte del lo-catore deve essere inviatamediate lettera raccoman-data con avviso di ricevi-mento 12 mesi prima dellascadenza per contratti com-merciali e 18 mesi primadella scadenza per i con-tratti alberghieri.Il conduttore ha diritto di re-cesso dal contratto di loca-zione, che deve essere co-municato al locatore me-diate lettera raccomandatacon avviso di ricevimento 6mesi prima della scadenza.

Fondi rusticiI contratti d’affitto dei fondirustici seguono le direttivedella legge 203 del 3 maggio1982 (norme sui contratti a-grari).

none, con un importo mi-nimo di 67 euro riferito e-sclusivamente alla prima an-nualità.€. 2.000,00(canone annuo) x2% (aliquota) = 40,00 €1°anno 67,00 €; 2°anno 40,00 €;3° anno 40,00 €; 4° anno40,00 €.Scegliendo questa solu-zione la base imponibiledeve tenere conto della ri-valutazione Istat.

Per la proroga del contrattoil calcolo dell’imposta di re-gistro rimane identico, a se-conda della scelta optata diversamento.La risoluzione del contrattodi locazione è soggetta al-l’imposta di registro nellamisura fissa di 67,00 €. Le imposte di registro sonoidentificate da codici tributoben precisi, per i quali sirinvia al prospetto di seguitoproposto.

Tipologia

Fabbricatiad uso abitativo

Fabbricatistrumentaliper natura

Fondi rustici

Altri immobili

Aliquota

2%

1% se dovutada soggettipassivi Iva

2%negli altri casi

0,5%

2%

Baseimponibile

Canone annuox

il numerodelle annualità

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DAL COLLEGIO DI LODI

44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Accordo territoriale del Comune di LodiIn attuazione della legge 9 dicembre 1998 n. 431 e del D.M. del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del 30 dicembre 2002 pubblicato sul sup. Ord. n. 59 alla G.U.

n. 85 dell’11 aprile 2003Accordo recepito dalla Giunta Comunale con deliberazione n. 34 del 10 febbraio 2004

Art. 1 - Validità dell’accordoIl presente accordo ha valore in tutto il territorio del comune di Lodi ed è validoper la durata di tre anni a decorrere dalla data di stipula o comunque fino a rin-novo della Convenzione nazionale e del successivo decreto ministeriale.Il presente accordo potrà essere rivisto anche prima della sua scadenza qua-lora:• il Comune deliberi diverse aliquote ICI per l’affitto contrattato, di cui alla pre-sente intesa;• siano modificate le normative fiscali previste dall’articolo 8 della legge 431/98;• siano intervenute consistenti variazioni nelle condizioni di mercato locale degliaffitti.

Art. 2 - Zone omogeneeIl comune di Lodi è stato suddiviso in zone omogenee come risulta dalla mappacui all’allegato A.

Art. 3 - Fasce di oscillazioneI valori di oscillazione del canone di locazione degli immobili siti nelle zone o-mogenee sono stabiliti dall’allegato B al presente accordo. I valori indicati intale allegato saranno automaticamente aggiornati ogni anno in base all’indiceIstat (indce F.O.I.).Il canone di locazione di ogni singola unità immobiliare è determinato, all’in-terno delle fasce di oscillazione, con i criteri e con il metodo desunto dalloschema contenuto nell’allegato C al presente accordo.

Art. 4 - Durata del contrattoI contratti avranno durata non inferiore a tre anni e si rinnoveranno automati-camente in assenza di disdetta motivata ai sensi dell’art. 3, comma 1 della legge431/98 di altri due anni, potranno essere utilizzati i limliti di oscillazione dellefasce definite dalla tabella di cui all’allegato B per questo tipo di durata.

Art. 5 - Superficie convenzionaleLa determinazione della superficie convenzionale alla quale applicare i valori almq della tabella a cui l’allegato B, è stabilita secondo le modalità di cui agli al-legati B e C del Dpr 23 marzo 1998, n. 138 con una tolleranza del 5% in piú oin meno.La determinazione della superficie convenzionale dell’autorimessa (box) aduso esclusivo non dovrà superare il 75% della superficie reale calpestabile dellostesso.La determinazione della superficie convenzionale del posto auto ad uso esclu-sivo non dovrà superare il 30% della superficie reale calpestabile dello stesso.Quando l’alloggio sia completamente arredato con mobilio efficiente ed elet-trodomestici funzionanti, i valori del sub-fasce cui all’allegato B potranno au-mentare fino a un massimo del 10%.

Art. 6 - Tipo di contrattoLe parti stipuleranno i contratti di locazione ad uso abitativo utilizzando i tipi dicontratto allegati al D.M. 30 dicembre 2002.

Art. 7 - Oneri accessoriPer i contratti di locazione regolati dal presente accordo è adottata la tabelladegli oneri accessori allegata al D.M. 30 dicembre 2002 che qui si allega sottol’allegato G.

Art. 8 - Riparazioni straordinarieQuando sull’immobile locato vengano eseguite riparazioni ai sensi dell’art. 23della legge 392/78 al locatore è concesso di aumentare il canone di locazionenella misura prevista dall’art. stesso della legge.

Art. 9 - Verbale di consegna e riconsegnaQualora le parti contraenti utilizzino un verbale di consegna si fa riferimento al-

Visto il Decreto Ministeriale del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti diconcerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze del 30 dicembre 2002,emanato secondo il disposto dell’art. 4, comma 2, legge 9 dicembre 1998 n.431, contenente i criteri generali per la definizione dei canoni di locazione dadeterminare nell’ambito degli accordi locali previsti dall’art. 2, comma 3 dellastessa legge 431/98, nonché dei contratti di locazione per studenti universitariai sensi dell’art. 5, commi 1, 2 e 3 della stessa legge.

La legge del 9 dicembre 1998 n. 421 sulla “disciplina della locazione e del rila-scio degli immobili ad uso abitativo”.

Il Dpr del 23 marzo 1998 n. 138 “regolamento per la revisione delle zone cen-suarie e delle tariffe d’estimo in esecuzione alla legge 662/96”.

Premesso che, ai sensi dell’art. 2, comma 3, legge 9 dicembre 1998 n. 431, ilComune di Lodi ha convocato le Associazioni sindacali dei conduttori e dellaproprietà edilizia maggiormente rappresentative allo scopo di promuovere ladefinizione dell’Accordo locale da applicarsi nel territorio della città di Lodi;che il decreto Ministeriale del 30 dicembre 2002 del Ministro delle Infrastrut-ture e dei Trasporti di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanzepubblicato sul Sup. Ord. n. 59 alla G.U. n. 85 dell’11 aprile 2003 prevede:a) la suddivisione del territorio comunale in microzone omogenee ai sensi del

Dpr 138/98;b) che in tali zone omogenee devono essere determinate fasce di oscillazione

del canone di locazione all’interno delle quali stabilire il canone di locazioneeffettivo per i contratti cui all’art. 2, comma 3 e all’art. 5, commi 1 e 2 dellalegge 431/98;

c) che i limiti di riferimento delle fasce di oscillazione devono costituire limitedi riferimento per i contratti convenzionati a cui l’art. 2, comma 3 e ancheper i contratti di tipo transitorio e per studenti a cui l’art. 5, commi 1 e 2 dellalegge 431/98;

d) che i canoni di riferimento per gli immobili di proprietà delle imprese di as-sicurazione, degli enti privatizzati e di soggetti – persone fisiche o giuridiche– detentori di grandi patrimoni immobiliari, nonché degli enti previdenzialipubblici, devono essere definiti nelle fasce di oscillazione dell’accordo lo-cale, anche in base ad accordi integrativi fra la proprietà stessa e le Orga-nizzazioni firmatarie dell’accordo locale;

e) che i contratti di locazione realizzati in base all’accordo locale, anche per laconformità del contratto ai fini dell’applicazione delle norme di agevolazionefiscale (ove prevista) di cui all’art. 2, comma 4, e all’art. 8, comma 1, dellalegge 9 dicembre 1998 n. 431, devono essere stipulati esclusivamente uti-lizzando i tipi di contratto previsti dal D.M. 30 dicembre 2002;che ai sensi dell’art. 2, comma 4, della legge 9 dicembre 1998 n. 431, perpromuovere la realizzazione dell’Accordo locale, il Comune ha facoltà di de-liberare aliquote dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) piú favorevoliper i proprietari che concedono in locazione a titolo di abitazione principaleimmobili alle condizioni definite dall’Accordo locale stesso. Il Comune si im-pegna a mantenere invariate le aliquote ICI stabilite alla firma del presenteaccordo per tutta la durata prevista dai contratti di locazione.

Tutto ciò premesso, l’anno 2004, il giorno 09 del mese di febbraio, in Lodi nellasede del MunicipioFra le seguenti organizzazioni sindacali: SICET, SUNIA e UNIAT e della pro-prietà: ALPE-CONFEDILIZIA, APPC, CONFAPPI e alla presenza dell’Assessoreal Patrimonio del Comune di Lodi, avv. Gianluigi Bonifati, viene convenuto e sti-pulato il seguente accordo, al fine di dare attuazione all’art. 2, comma 3, all’art.5, comma 1 e 2 della legge 431/98, per la definizione dei contratti tipo, a ca-none concordato, relativi alle locazioni di immobili ad uso abitativo.Viene concordato lo stralcio della tipologia dei contratti per studenti universi-tari ad un successivo accordo.

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DAL COLLEGIO DI LODI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 47

Transitorietà dovuta alle esigenze dei conduttoriQuando il conduttore ha una delle seguenti esigenze:a) contratto di lavoro a termine o a tempo determinato in un Comune diverso

da quello di residenza;b) previsioni di trasferimento per ragioni di lavoro;c) trasferimento temporaneo dalla sede di lavoro;d) necessità di cure o assistenza a familiari in Comune diverso da quello di re-

sidenza e non confinante con esso;e) acquisto di un’abitazione o assegnazione di alloggio erp che si rende dispo-

nibile entro diciotto mesi;f) ristrutturazione o esecuzione di lavori che rendano temporaneamente inuti-

lizzabile l’abitazione del conduttore.

Per la stipula dei contratti di cui al presente paragrafo è sufficiente la sussi-stenza di una delle suindicate esigenze in capo anche ad una sola delle particontraenti.È fatto obbligo al locatore di confermare, a mezzo di raccomandata inviata 90giorni prima della scadenza contrattuale, il motivo che ha dato origine alla tran-sitorietà, salvo contratti di durata uguale o inferiore alle tre mensilità. In casodi mancata comunicazione il contratto sarà ricondotto alla durata prevista dal-l’art. 2, comma 1 della legge 143/98.Nel caso in cui il locatore, ove la motivazione dellas transitorietà sia allo stessoattribuita, abbia riacquistato la disponibilità dell’alloggio alla scadenza e non loadibisca, nel termine di dodici mesi dalla data in cui ha riacquistato la detta di-sponibilità agli usi per i quali ha esercitato la transitorietà, il conduttore avrà di-ritto al ripristino del rapporto di locazione alle medesime condizioni di cui alcontratto disdetto o, in alternativa, ad un risarcimento in misura pari a trentaseimensilità dell’ultimo canone di locazione percepito.I canoni di locazione sono quelli individuati dalle fasce di oscillazione di cui al-l’allegato B al presente accordo con le modalità di cui all’allegato C.

Art. 16 - Assistenza OrganizzazioniLe parti contrattuali possono essere assistite, a loro richiesta, dalle rispettiveOrganizzazioni sindacali.

Art. 17 - AllegatiLa presente intesa comprende gli allegati:A - Planimetria della città di Lodi. Suddivisione del territorio in zone urbane o-mogenee.B - Valori di oscillazione del canone di locazione degli immobili.C - Criteri per la classificazione degli immobili in fasce omogenee.E - Verbali di consegna e rilascio immobili.F - Modello di contratto di locazione ad uso abitativo di natura transitoria.G -Tabella ripartizione oneri accessori.H - Modello di contratto di locazione ad uso abitativo a canone concordato.I - Protocollo d’intesa.

FirmatoAlpe-Confedilizia, Appc, Confappi,

Sunia, Sicet, Uniat,Comune di Lodi

Lodi 9 febbraio 2004

l’allegato E che conterrà anche la descrizione degli arredi, in caso della loro pre-senza, la stessa procedura sarà seguita al rilascio dell’immobile.

Art. 10 - Commissione di conciliazione stragiudizialeLa Commissione di conciliazione sarà regolata in base al disposto dell’art. 6 delD.M. 30 dicembre 2002.

Art. 11 - Aggiornamento del canone di locazioneÈ facoltà delle parti prevedere che il canone di locazione possa essere aggior-nato annualmente nella misura massima del 75% della variazione annuale del-l’indice dei prezzi al consumo accertata dall’ISTAT per le famiglie di operai edegli impiegati (indice F.O.I.) verificatasi nell’anno contrattualmente prece-dente quello di decorrenza dell’aggiornamento.

Art. 12 - PrelazioneÈ facoltà del locatore concedere la prelazione sull’acquisto dell’immobile locatoda esercitarsi secondo gli articoli 38 e 39 della legge 27 luglio 1978, n. 392.È facoltà del locatore concedere la prelazione sul riaffitto dell’immobile al ter-mine della locazione, da esercitarsi secondo l’art. 40 della legge 27 luglio 1978,n. 392.

Art. 13 - Deposito cauzionaleÈ facoltà delle parti determinare un deposito cauzionale fruttifero di interessilegali non imputabile in conto affitti a garanzia di eventuali danni sull’immobilenon superiore alle tre mensilità del canone determinato.

Art. 14 - Contratti convenzionati(art. 2 comma 3 legge 431/98 e art. 1 D.M. 11/04/2003)

Il tipo di contratto per il Comune di Lodi è stabilito dall’allegato H del presenteaccordo.

Art. 15 - Contratti transitori(art. 5, comma 1, legge 431/98 e art. 2 D.M. 11/04/2003)

Il tipo di contratto per il Comune di Lodi è stabilito dall’allegato F del presenteaccordo.Le associazioni firmatarie del presente accordo individuano, ai sensi del D.M.30 dicembre 2002 i seguenti criteri generali per la definizione dei canoni di lo-cazione per gli usi transitori.La durata delle locazioni transitorie non potrà essere inferiore ad un mese e su-periore a 18.

Transitorietà dovuta alle esigenze dei proprietariQuando il proprietario ha esigenza di adibire entro i sei mesi successivi la sca-denza contrattuale l’immobile ad abitazione propria o dei figli o dei genitori peruno dei seguenti motivi:a) trasferimento temporaneo della sede di lavoro;b) matrimonio dei figli;c) rientro dall’estero;d) destinazione dell’immobile ad abitazione propria, del coniuge o dei figli, per

ragioni di studio, intese anche come esigenza di frequenza di corsi di ap-profondimento, specializzazione o altro;

e) destinazione dell’immobile ad abitazione propria o dei figli o dei genitori inseguito alla cessazione del rapporto di lavoro, già nota al momento della sti-pula della localizzazione, che comporti il rilascio dell’alloggio di servizio.

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48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Allegato A

SUDDIVISIONE TERRITORIALECITTÀ DI LODI

Centro storico: Zona n. 1

Zona intermedia: Zona n. 2Città bassa, Zona Laghi, Zona Vigili del Fuoco, Zona Fanfani, Zona Braila

Zona residenziale periferica: Zona n. 3Zona S. Fereolo, Zona Albarola, Zona Faustina, Zona S. Bernardo

Periferia: Zona n. 4Zona S. Grato, Zona Torretta, Zona Campo Marte, Zona Revellino

Zona Agricola: Zona n. 5

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 49

Allegato B

PREZZI AM MQ CANONI PER AFFITTI CANALE AGEVOLATOSuperficie unità immobiliare inferiore ai 60 mq

CENTRO STORICO (Zona n. 1)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 40,34 55,67 44,37 61,24

2 Fascia 56,24 67,03 61,87 78,67

1 Fascia 67,61 76,69 74,37 89,95

INTERMEDIA (Zona n. 2)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 38,06 48,86 41,87 53,30

2 Fascia 49,42 59,08 54,37 70,96

1 Fascia 59,65 67,03 65,62 79,80

PERIFERICA RESIDENZIALE (Zona n. 3)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 35,22 43,18 41,87 53,30

2 Fascia 43,75 56,82 54,37 70,96

1 Fascia 57,38 62,49 65,62 79,80

TERZIARIO PERIFERIA AGRICOLA (Zone n. 4 e 5)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 27,27 35,79 30,00 44,16

2 Fascia 36,36 46,59 39,99 63,78

1 Fascia 47,16 54,54 51,87 71,15

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DAL COLLEGIO DI LODI

50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

CENTRO STORICO (Zona n. 1)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 37,50 45,45 41,25 50,00

2 Fascia 46,01 56,82 50,61 62,50

1 Fascia 57,38 67,03 63,11 73,74

INTERMEDIA (Zona n. 2)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 36,93 43,18 40,62 47,10

2 Fascia 43,75 53,97 48,12 58,87

1 Fascia 54,54 62,49 59,99 68,17

PERIFERICA RESIDENZIALE (Zona n. 3)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 30,11 37,50 33,12 41,25

2 Fascia 38,06 48,86 41,87 53,75

1 Fascia 49,42 59,65 54,37 65,62

TERZIARIO PERIFERIA AGRICOLA (Zone n. 4 e 5)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 25,56 34,09 28,12 37,50

2 Fascia 34,65 42,60 38,12 46,86

1 Fascia 43,18 51,13 47,49 56,24

PREZZI AM MQ CANONI PER AFFITTI CANALE AGEVOLATOSuperficie unità immobiliare tra i 61 e i 100 mq

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DAL COLLEGIO DI LODI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 53

PREZZI AM MQ CANONI PER AFFITTI CANALE AGEVOLATOSuperficie unità immobiliare superiore ai 100 mq

CENTRO STORICO (Zona n. 1)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 35,22 43,18 38,74 47,49

2 Fascia 43,75 51,13 48,12 56,24

1 Fascia 51,70 59,65 56,87 65,62

INTERMEDIA (Zona n. 2)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 32,38 40,34 35,62 44,00

2 Fascia 40,90 48,29 44,99 52,68

1 Fascia 48,86 56,82 53,75 61,98

PERIFERICA RESIDENZIALE (Zona n. 3)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 28,40 37,50 31,24 41,25

2 Fascia 38,06 46,01 41,87 50,61

1 Fascia 46,59 53,97 51,24 59,36

TERZIARIO PERIFERIA AGRICOLA (Zone n. 4 e 5)

Durata contratto anni 3+2 Durata contratto anni 6+2

Prezzo minimo €/mq Prezzo massimo €/mq Prezzo Minimo €/mq Prezzo massimo €/mq

3 Fascia 24,43 30,68 26,87 33,75

2 Fascia 31,25 38,06 34,38 41,87

1 Fascia 38,63 46,59 42,50 51,24

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DAL COLLEGIO DI LODI

54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

– Servizi in cui ci siano tutti gli elementi– Assenza di impianti tecnologici essenziali– Assenza di posto auto riservato

Il valore da prendere in considerazione come base di calcolo del prezzo al mqè determinato dalla trattativa delle parti – a loro richiesta – dalle rispettive Or-ganizzazioni sindacali, tenuto conto dei criteri indicati dall’articolo 1, comma4, D.M. 5 marzo 1999.Per la collocazione dell’unità immobiliare nella prima sub-fascia, si convieneche nella stessa vengano inquadrati gli alloggi che presentino tutti gli elementiindividuati.Per la collocazione dell’unità immobiliare nella seconda sub-fascia, si convieneche nella stessa vengano inquadrati gli alloggi che presentino tutti gli elementiindividuati ad eccezione del posto auto riservato.

CALCOLO SUPERFICIE UNITÀ LOCATA– È assunta per il calcolo della metratura dell’alloggio la superficie calpestabile;le superfici relative a: cantina, solaio, terrazza, balconi, giardino si calcolanoapplicando la percentuale indicata dal Dpr 23 marzo 1998, n. 138.

ELEMENTI NECESSARI PER INDIVIDUARE UN ALLOGGIO DI CLASSE 1°– Categoria catastale A/2– Doppi servizi– Autorimessa singola o posto auto riservato– Cantina o ripostiglio– Ascensore (se l’alloggio è collocato oltre il 3° piano)– Riscaldamento autonomo o centralizzato– Anno di costruzione o integrale ristrutturazione inferiore a 10 anni

ELEMENTI NECESSARI PER INDIVIDUARE UN ALLOGGIO DI CLASSE 2°– Categoria catastale A/3– Servizi completi di tutti gli elementi– Posto auto riservato– Cantina o ripostiglio– Riscaldamento autonomo o centralizzato– Cucina abitabile per alloggi di tipo B o C– Impianti tecnologici essenziali (citofono, antenna Tv, ecc.)– Ascensore (se l’alloggio e collocato oltre il 3° piano)

ELEMENTI CHE DETERMINANO L’INSERIMENTO AUTOMATICO IN CLASSE 3°– Categoria catastale A/4

Allegato C

CRITERI PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI IMMOBILI IN CLASSI OMOGENEE

Ogni contratto di locazione di fabbricato deve essere obbligatoriamente regi-strato e deve contenere:– il luogo e la data di stipula;– la data di inizio e fine contratto;– l’importo annuo del canone in euro;– le firme in originale dei contraentiMarca da bollo da euro 14,62 per ogni copia presentata (minimo 2 copie)avendo come riferimento 4 facciate di foglio protocollo uso bollo. Il contrat-to deve essere rilegato e deve essere registrato entro 30 giorni dalla stipula;Al contratto devono essere allegati i seguenti modelli:– Mod. F23 ricevuta di pagamento da effettuare in banca, Posta o Esattoria;– Mod. 69 richiesta di registrazione debitamente compilato;– Mod. RR elenco atti.Tutti i modelli devono essere debitamente compilati prima di presentarsi allosportello.

Autoliquidazione e Codici per Mod. F23 - Prima registrazioneCod. Uff.: 857 - Causale: RPImp. Registro: Cod. 115 T - 2% del canone annuo arrotondato all’unità dieuro (es. 70,49 = euro 70; 70,50 = euro 71) con un minimo di euro 67,00.Tributi Speciali: Cod. 964 T - euro 3,72 (solo per prima registrazione).

Autoliquidazione e codici per Mod. F23 - Proroga contrattoCod. Uff.: 857 - causale: RP - Estr. Atto: anno e numero del contratto da pro-rogare – data scadenza contratto.Imp. Reg.: Cod. 114T - 2% del canone annuo arrotondato all’unità di euro(vedi punto precedente) con un minimo di euro 67,00, obbligatoria la pre-sentazione della ricevuta di versamento.

Autoliquidazione e codici per Mod. F23 - Annualità successiveCod. Uff.: 857 - Causale: RP - Estr. Atto: anno e numero del contratto da rin-novare.Imp. Reg.: Cod. 112T - 2% del canone annuo arrotondata all’unità di euro.Non è obbligatoria la presentazione della ricevuta di versamento.

Autoliquidazione e Codici per Mod. F23 - Prima Reg. intero periodoCod. Uff.: 857 - Causale: RPImp. Reg.: Cod. 107T - 2% del canone complessivo per tutto il periodo arro-tondata all’unità di euro con un minimo di euro 67,00 - detrarre dall’impostalo sconto del 1,25% per anno.Tributi speciali: Cod. 964T - euro 3,72

Autoliquidazione e Codici per Mod. F23 - Risoluzione contrattoCod. Uff.: 857 - Causale: RP - Estratto Atto: anno e numero del contratto darisolvere.Imp. Reg.: Cod. 113T - fissa, euro 67,00. È obbligatoria la presentazionedella ricevuta di versamento.

Attenzione: se la registrazione è richiesta dopo 30 gg. è prevista una san-zione pari al 15% dell’imposta se avviene entro 90 gg., e al 24% se entrol’anno. Cod. sanzione 671T.Cod. Uff.: 857 - Causale: RPImp. Reg.: Cod. 109T - fissa euro 67,00 - Trib. Spec. 964T euro 3,72

Autoliquidazione e Codici per Mod. F23 - Comodato gratuitoCod. Uff.: 857 - Causale: RPImp. Reg.: Cod. 109T - fissa euro 168,00 - Trib. Spec. 964T euro 3,72

AGENZIA DELLE ENTRATE-UFFICIO DI LODIInformazioni generali sulle modalità di registrazione dei contratti di locazione

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DAL COLLEGIO DI SONDRIO

56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Vito Sosio Da ambiente, sicurezzae risparmio energetico nuoveopportunità per il geometra

positi requisiti che sono nelnostro caso il diploma o laqualifica conseguita al ter-mine di scuola secondariadel secondo ciclo con spe-cializzazione relativa al set-tore delle attività impianti-stiche previste dall’articolo1, presso un istituto statale olegalmente riconosciuto, se-guito da un periodo d’inseri-mento di almeno due annicontinuativi alle dirette di-pendenze di un’impresa delsettore, o di un anno per gliimpianti idraulici e sanitaridi qualsiasi natura e specie.L’articolo 5 relativo alla pro-gettazione degli impiantistabilisce quando il pro-getto è necessario.Per l’installazione, la trasfor-mazione e l’ampliamentodegli impianti è redatto unprogetto da un professio-nista iscritto negli albi pro-fessionali secondo la speci-fica competenza richiesta, oper alcuni casi, dal respon-sabile tecnico dell’impresainstallatrice.

Specificatamente è redattoda un professionista iscrittoagli albi professionali se-condo le specifiche compe-tenze tecniche richieste pergli impianti relativi a:a) impianto elettrico per u-

tenze condominiali e u-tenze domestiche di sin-gole unità abitative, a-venti potenza impegnatasuperiore a 6 kw;

b) impianti elettrici realiz-zati con lampade fluore-scenti a catodo freddo,collegati ad impianti e-lettrici;

c) impianti degli immobili a-dibiti ad attività produt-tive, al commercio, al ter-ziario e ad altri usi,quando le utenze sono a-limentate a tensione su-periore a 1000 V;

d) impianti elettrici d’unitàimmobiliari provvisted’ambienti soggetti anormativa specifica CEI;

e) impianti elettronici in ge-nere quando coesistonocon impianti elettrici con

La crisi economica inatto, unitamentealla concorrenza

con altre categorie profes-sionali in consistente espan-sione determina la contra-zione dell’attività professio-nale di cui tradizional-mente il geometra era l’ese-cutore abituale e preva-lente. Ne consegue cheanche la nostra categoria, esoprattutto i giovani chestanno intraprendendo laprofessione, hanno neces-sità di integrare quanto per-mane del tradizionale connuove attività che l’evolu-zione sociale richiede e pro-pone, che riguardano sia labonifica e la conservazionedell’ambiente sia la sicu-rezza e il risparmio energe-tico. Alcune opportunità pos-sono essere colte dall’atti-vità progettuale e di dire-zione dei lavori prevista daldecreto n. 37 del 22 gennaio2008 pubblicato sulla G.U. n.61 del 12 marzo 2008, in vi-gore dal 27 marzo 2008, re-cante riordino delle disposi-zioni in materia d’attivitàd’installazione degli im-pianti all’interno degli edi-fici.Le ditte esecutrici dei lavoriregolarmente iscritte al regi-stro delle imprese o nel-l’Albo provinciale delle im-prese artigiane sono abili-tate all’esercizio delle atti-vità per l’installazione degliimpianti se l’imprenditoreindividuale o il legale rap-presentante, ovvero il re-sponsabile tecnico da loropreposto con atto formale, èin possesso dei seguenti ap-

obbligo di progettazione;f) impianti dotati di canne fu-

marie collettive ramifi-cate, nonché impianti diclimatizzazione per tuttele utilizzazioni aventi unapotenzialità frigoriferapari o superiore a 40.000frigorie/ora;

g) impianti relativi alla di-stribuzione ed all’utiliz-zazione di gas combusti-bili con portata termicasuperiore a 50 kw o dotatidi canne fumarie collet-tive ramificate;

h) impianti inseriti in un’atti-vità soggetta al rilasciodel certificato di preven-zione incendi, e in ognicaso, quando gli idrantisono in numero pari o su-periore a 4 e gli appa-recchi di rilevamentosono in numero pari o su-periore a 10.

Stabilisce quindi alcuni cri-teri per l’elaborazione deiprogetti: la conformità allavigente normativa e alle in-dicazioni delle guide e dellenorme dell’UNI, del CEI.I contenuti richiesti sono:schemi degli impianti, di-segni planimetrici, rela-zione tecnica sulla consi-stenza e sulla tipologia del-l’installazione, con partico-lare riguardo alla tipologiaed alle caratteristiche deimateriali e dei componentida utilizzare ed alle misuredi prevenzione e di sicu-rezza da adottare.In conclusione dei lavoridovrà essere rilasciata alcommittente la dichiara-zione di conformità degliimpianti nel rispetto dellanormativa vigente in ma-

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DAL COLLEGIO DI SONDRIO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 57

sionale del geometra, sonole case clima costruite conconsistente utilizzazionedel legno che, per qualcheverso, ricordano i vecchi edi-fici di legno con basamentiin pietrame e malta tipicidelle nostre zone montane.

teria, delle norme UNI e CEI.Di tale dichiarazione, rila-sciata sulla base del mo-dello allegato al D.M. fannoparte integrante la relazionecontenente la tipologia deimateriali impiegati, nonchéil progetto.Un ulteriore settore in e-spansione, che può essereoggetto dell’attività profes-

Seduta n. 12 del 22 dicembre 2008

Iscrizioni al Registro dei PraticantiFulvio AndreossiMicheleBruseghini

Cancellazioni Albo professionalePietro Gavazzi (Decesso)Andrea RotaMario Pelizzatti

Seduta n. 01 del 15 gennaio 2009

Iscrizioni all’Albo ProfessionaleGuglielmo SalvettiTania PedrottiLoretta ValenaRenza BugnoniAntonio Delle CosteGiuseppe PedrettiStefano MolatoreDavide AngeloniAlberto PedroncelliSonia Gusmeroli

Cancellazioni dall’Albo ProfessionaleDiego CodegaPaolo ViganòLorenzo DolzadelliGiovanni Gandossini (Decesso)

Collegio geometri di Sondrio

È mancatoil collega Giovanni Gandossini

Il 31 dicembre 2008 è scomparso, a soli 29 anni, il collegaGiovanni Gandossini.Giovane dinamico e appassionato alla professione dopo il diplo-ma, conseguito nel 1999, decide di effettuare i due anni di prati-cantato e iscriversi all’albo dei geometri nell’anno 2002. Intraprende da subito la libera professione ed apre il suo primostudio nel paese natale di Montagna in Valtellina.Nel 2003 partecipa al corso come coordinatore in materia di sicu-rezza e con la sua intraprendenza e passione per il lavoro si tra-sferisce a Sondrio per lavorare a fianco di quello che era il suoinsegnante di topografia.Nel 2004, proprio in quello studio, incontra la futura moglie.Insieme progettano e costruiscono la loro casa proprio di fronteall’istituto tecnico per geometri di Sondrio e in quell’edificio rea-lizzano anche il loro studio associato condividendo quotidianità elavoro, quel lavoro che affrontava con così tanta passione.Il cantiere era la sua seconda casa, la sua grande passione e nono-stante la sua giovane età era molto conosciuto, probabilmente peril suo temperamento, il suo modo di porsi comunque cordiale, masempre professionale e di polso. Sapeva farsi valere.La voglia di fare è stato il motore di tutta la sua seppur breve vita.Nel 2004, visto il suo attaccamento al paese natale, si candida inlista per le comunali di Montagna in Valtellina, risultando il candi-dato con il maggior numero di voti ed entra poi a far parte dellaComunità Montana, affrontando gli impegni con la massimaserietà. Una vita piena per i suoi soli 29 anni che lo realizzano professio-nalmente.Le persone lo apprezzavano e chi ha avuto la fortuna di cono-scerlo sa il significato di queste parole. A confermarlo la folla cheil giorno del suo funerale si è presentata per l’ultimo saluto.Purtroppo un saluto troppo prematuro, ma soprattutto improvvi-so che ha lasciato senza parole famiglia, amici, colleghi, l’interacomunità di Montagna e non solo.

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AGRICOLTURA & FORESTE

58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Dott. Agr. Valeria SonvicoArea Ambiente e TerritorioColdiretti Lombardia

Lombardia 2009:anche i vigneti all’appellodella condizionalità

dere la qualità e la sosteni-bilità agricola nei confrontidi una società che chiedesempre più insistente-mente servizi di tutela sullasicurezza alimentare e valo-rizzazione del territorio.Gli impegni sono in funzionedella tipologia dell’azienda,della sua localizzazione edelle colture praticate esono sottoscritti dall’a-zienda al momento dellacompilazione della do-manda di richiesta degliaiuti, il loro mancato rispettodetermina una riduzione di-rettamente proporzionalealla recidività dell’inadem-pimento fino all’annulla-mento del contributo pre-visto.La determinazione della ri-duzione tiene conto diquattro indici di verifica: por-tata dell’infrazione (impatto del-l’infrazione stessa in sensospaziale); gravità dell’infrazione(entità delle conseguenzedell’infrazione medesima inrelazione agli obiettivi delrequisito o della norma inquestione); durata dell’infra-zione (lunghezza del tempo

nel corso del quale perdural’effetto dell’infrazione e lapossibilità di eliminare taleeffetto con mezzi ragione-voli); frequenza dell’infrazione(quante volte è stata ripetutal’infrazione).

Quali novità dal 2009Necessaria nel corso degliultimi anni da parte dell’U-nione Europea l’integra-zione dei Criteri di GestioneObbligatori (CGO) e delleBuone Condizioni Agrono-miche e Ambientali (BCAA)e anche a livello regionalesono state indispensabili,con l’evoluzione di nume-rose normative di carattereambientale, alcune revisionie modifiche di quanto in vi-gore precedentemente.Dal 1 gennaio 2009 la princi-pale novità è l’inclusioneper la prima volta del settorevitivinicolo.La modifica è stata neces-saria a seguito dell’approva-zione delle novità intro-dotte dal regolamento n.479/2008 del Consiglio del29 aprile 2008 relativo all’Or-ganizzazione Comune del

A seguito dell’ema-nazione del De-creto Ministeriale

n. 16809 del 24 novembre2008 la Giunta regionalelombarda ha approvato loscorso dicembre la deliberan. 8739 relativa alle norme diCondizionalità in vigore dal1 gennaio 2009 (B.U.R.L. n.53, 2° supplemento straordi-nario, del 30 dicembre 08).La Condizionalità rappre-senta l’insieme di regole ecomportamenti, definiticome “Criteri di gestione ob-bligatori e buone pratiche a-gronomiche e ambientali”,che l’azienda agricola deverispettare al fine di riceveregli aiuti di reddito previstida parte dell’Unione Eu-ropea.Le norme si articolano inquattro campi di applica-zione:1. ambiente;2. sanità pubblica, salute, i-

dentificazione e registra-zione degli animali;

3. igiene e benessere ani-male;

4. buone condizioni agrono-miche e ambientali.

Dal 2005, anno in cui sonostate introdotte, le aziendeagricole conoscono e appli-cano le regole, nate comenecessità di costituire unodei punti fondamentalidella riforma della PoliticaAgricola Comune (PAC) alfine di adeguare le direttivedel settore agricolo aglisquilibri dei mercati nazio-nali e internazionali, nonchéalle esigenze finanziarie delbilancio dell’Unione Eu-ropea e alle aspettative deicittadini-consumatori: difatto una risposta per difen-

Mercato vitivinicolo (OCMVino).Per il settore vitivinicolo vaprecisato che non c’è un pa-gamento unico aziendalecome negli altri comparti,ma un contributo analogo èrivolto a chi ha beneficiatodelle misure previste nelpiano nazionale di applica-zione dell’enveloppe comea coloro che hanno benefi-ciato degli aiuti di estirpa-zione.Sono state modificate nel-l’Atto A1 le misure di conser-vazione in Zone di Prote-zione Speciale, con riferi-mento alla dgr del luglio2008, di carattere generale edi carattere specifico persingolo ambiente con riclas-sificazione degli stessi.

In sintesiBCAA Norma 4.3 “Manteni-mento degli oliveti e dei vi-gneti in buone condizionivegetative”.Fermo restando quanto vi-gente per la manutenzionedegli oliveti, per la gestionedei vigneti è previsto:– esecuzione della potaturainvernale entro il 30 maggiodi ogni anno;– eliminazione di rovi e ve-getazione infestante tali dacompromettere lo sviluppovegetativo delle piante,salvo le deroghe in caso direimpianto autorizzato oproblemi di carattere fitosa-nitario, almeno una voltaogni tre anni;

BCAA Norma 4.4. “Manteni-mento degli elementi carat-teristici del paesaggio”.Anche per le superfici inve-stite a vigneto non eliminare

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 59

i terrazzamenti esistenti el’effettuare livellamenti nonautorizzati, nonché il ri-spetto di provvedimentispecifici regionali.

CGO Atto A1 “Conserva-

zione degli uccelli selvatici”nuova classificazione degliambienti:– ZPS in ambienti Alpini– ZPS in ambienti Forestali

alpini– ZPS in zone umide

– ZPS in ambienti fluviali– ZPS in ambienti agricoli– ZPS in risaie

La scheda tecnica esplica-tiva nel dettaglio degli a-dempimenti per ciascun

atto è disponibile consul-t a n d o i l s i t o i n t e r n e twww.lombardia.coldiretti.itnell’area Ambiente e Terri-torio.

Tabella 1 sintesi CGO e BCCA

CGO Adeguamenti/introduzione 2009

Atto A1 Conservazione degli uccelli selvatici (79/409/CEE) Nuove Misure di conservazionee riclassificazione ZPS

Atto A2 Protezione acque sotterranee dall’inquinamento provocato dacerte sostanze pericolose (80/68/CEE)

Atto A3 Utilizzazione fanghi di depurazione in agricoltura (86/278/CEE)Atto A4 Protezione acque da inquinamento provocato da nitrati Adeguamento alla revisione

provenienti da fonti agricole del programma di azione Atto A5 Conservazione degli habitat naturali seminaturali e della flora Aggiornamento Piani di Gestione

e della fauna selvatica (92/43/CEE) vigentiAtto A6 A7 A8 A8 bis Identificazione degli animaliAtto B9 Immissione in commercio dei prodotti fitosanitari (91/414/CEE)Atto B10 Divieto di utilizzo di sostanze ormoniche, tireostatiche e

sostanze beta agoniste nelle produzioni animali (96/22/CEE)Atto B11 Sicurezza alimentare e procedure (Reg CE 178/2002)Atto B12 B 13 B 14 Malattie varie (TSE, febbre catarrale, afta epizotica, ecc)B15Atto C16 C17 C18 Benessere AnimaleBCCANorma 1.1. Interventi di regimazione temporanea alle acque superficiali Abrogata deroga per cereali

di terreni in pendio autunno verniniNorma 2.1. Gestione delle stoppie e dei residui colturaliNorma 2.2. Avvicendamento colturaleNorma 3.1. Difesa della struttura del suolo attraverso il mantenimento in

efficienza della rete di sgrondo delle acque superficiali e l’usoadeguato delle macchine

Norma 4.1. Protezione del pascolo permanenteNorma 4.2. Gestione delle superfici ritirate dalla produzioneNorma 4.3. Mantenimento degli oliveti e dei vigneti in buone condizioni Integrazione con estensione

vegetative ai vignetiNorma 4.4. Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio Estensione ai vigneti

Il copyright delle foto che illustrano questo articolo e di Coldiretti Lombardia

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AGRICOLTURA & FORESTE

60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Appunti praticidi ingegneria naturalistica(Parte seconda)

I saliciLe piante che trovano maggior impiego negli interventi diingegneria naturalistica appartengono al genere Salix (Sa-lici), del quale esistono solo in Italia circa 200 specie ed in-croci con diverse caratteristiche per le quali è possibile uti-lizzarli in ogni ambiente.I salici possiedono un’ottima capacità di propagazione pertalea e per fascina, offrendo buone garanzie di attecchi-mento; sono in grado di fornire una veloce copertura del ter-reno e di agire nei confronti del dissesto fin dai primi mesisuccessivi al loro impianto, grazie alle numerose radici chesi sviluppano lungo tutto il fusto. Queste contribuiscono aconsolidare il terreno trattenendo le particelle, assorbendol’acqua, aumentando la coesione, la resistenza alla trazionee migliorando la struttura del terreno. È molto importanteche il materiale vegetale (talee o fascine) sia coperto inte-ramente dalla terra, avendo cura di costipare il terreno ac-curatamente intorno ai rami, riducendo il rischio di dissec-

camento.Il salice bianco(Salix alba) è quellopiú impiegato;detto anche salicecomune o salice dapertica, possiedeun sistema radi-cale fascicolatomolto esteso mapoco profondo, ilfittone si atrofizzapresto e viene so-stituito da nume-rose radici laterali.I rami sono lunghi,

diritti, leggeri e fragili, mentre i rametti sono pieghevoli e te-naci; si lascia spaccare facilmente, ma resiste alla compres-sione. È dotato di rapida crescita, notevole capacità di ri-caccio e si riproduce con estrema facilità per via vegetativa.Anche il Salice rosso (Salix purpurea) è molto utilizzato;prende il nome dalla colorazione rossa dei rametti e pos-siede un sistema radicale fascicolato, esteso e pocoprofondo. I rami sono lunghi ed eretti, teneri e leggeri, quellisecondari sono facilmente pieghevoli. Il legno possiede lemedesime caratteristiche del salice bianco.Cresce velocemente e si riproduce con facilità per via ga-mica.La moltiplicazione per via vegetativa di talee ed astoni è fa-cile, avendo comunque l’accortezza di prelevare e metterea dimora il materiale vegetale in riposo vegetativo, solodopo la caduta delle foglie o alla fine dell’inverno, inizio pri-mavera, comunque prima della schiusura delle gemme. Le

talee possono essere prelevate sia da alberi adulti sia dagiovani esemplari, scegliendo preferibilmente i polloni di1-2 anni, non o poco ramificati, scartando la porzione basalee terminale fino ad ottenere porzioni di 50-100 centimetri.

Talee delle principali specie ed indici di attecchimentoSpecie Nome comune Indice di Note

attecchimento(%)

Laburnum anagyroides Maggiociondolo 70 legno molto duraturo

Laburnum vulgare Falso bosso 70-100 Ideale in pianurae collina

Salix alba Salice bianco 70-100 Ideale in pianurae media montagna

Salix appendiculata Salice a foglie grandi 50-70 Ideale in pianurae media montagna

Salix cinerea Salice cenerino 50-70 Ideale lungo i fiumidi pianura

Salix eleagnos Salice ripaiolo 50-70 Impiego nei torrentimontani

Salix foetida 50 Lento sviluppo

Salix glabra Salice glabro 75 Lento sviluppo,in montagna su calcare

Salix helvetica 60 Lento sviluppo

Salix purpurea Salice rosso 100 Ideale alla pianuraalla montagna

Salix pentandra Salice odoroso 90 Ideale alla pianuraalla montagna

Salix trianda Salice da ceste 70-100 Ideale lungo fiumi

Salx viminalis Salice da vimini 85 Ideale in pianurae collina

L’indice d’attecchimento esprime l’attitudine alla moltipli-cazione vegetativa delle specie legnose. La radicazione èmolto importante per l’affermazione del materiale ripro-

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 61

dotto per via vegeta-tiva. Al germoglia-mento non necessa-riamente corrispondeuna radicazione effi-ciente, con la conse-guente morte dellatalea nei primi duemesi post-impianto.

Reperimentodel materialevegetaleL’ a p p r o v v i g i o n a -mento del materialevivaistico con le carat-teristiche idonee è difondamentale impor-tanza per una correttaesecuzione e successodelle opere di ingegneria naturalistica. Cura ed attenzionedovrà essere posta all’approvvigionamento presso vivaispecializzati, in grado di certificare la provenienza del ma-teriale in conformità delle normative vigenti, oppure in loco.Il materiale vivaistico dovrà essere accompagnato da un cer-tificato o dichiarazione di provenienza, mentre per quelloreperito in loco il direttore dei lavori dovrà dichiarare la lo-

calità di approvvigionamento.Per il taleaggio in loco delle specie legnose è necessario cheil prelievo sia effettuato durante il periodo di riposo vege-tativo: questa operazione non deve arrecare danno ai po-polamenti e deve essere compiuto mediante interventi col-turali di miglioramento conformi alle vigenti normative in

materia di Polizia Forestale (per la Lombardia R.R. n. 5 del20 luglio 2007).Questo comporta degli adempimenti amministrativi preli-minari, derivanti dall’applicazione della L.R. 27/2004 (Leggeforestale regionale), che considera bosco anche le forma-zioni di specie arbustive che abbiano un’estensione ugualeo maggiore di 2000 mq ed un grado di copertura dellechiome di almeno il 20%.I tagli di approvvigionamento in questi popolamenti fore-stali devono essere preventivamente denunciati agli entidelegati come Amministrazioni provinciali, Comunità Mon-tane, Enti gestori di parchi regionali e di riserve naturali.Se le specie da utilizzare popolano aree demaniali (corsid’acqua principali), sarebbe opportuno ottenere una pre-ventiva autorizzazione dall’Intendenza di Finanza – Ufficiodel Territorio o dai titolari di concessione di tali aree.

Epoca d’impiegoIl materiale vegetale, soprattutto quello a radice nuda, deveessere posto a dimora durante il periodo vegetativo, pe-

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AGRICOLTURA & FORESTE

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Conservazionedel materiale vivaisticoQuesta operazione è fon-damentale quando l’im-piego del materiale non èimmediato. Per le pian-tine a radice nuda, taleeed astoni, prelevati in vi-vaio in riposo vegetativo,è necessario conservarliin tagliola: un mucchio disabbia umida posta in unospazio coperto ed om-breggiato, nel quale pos-sono rimanere anche peralcuni mesi. Per favorire ilradicamento delle talee edegli astoni si può ricor-rere all’immersione in acqua corrente per 10-12 giorni. Èconsigliabile comunque la loro disinfezione con poltigliabordolese o soluzione di solfato di ferro al 10%. Per il po-stime in vaso non ci sono problemi di conservazione fintanto che il materiale è in riposo vegetativo; in primavera,con l’emissione delle foglie, è necessario invece irrigare pe-riodicamente.

Messa a dimoraNell’esecuzione dei lavori è necessario osservare alcunisuggerimenti tecnico-pratici per la posa corretta del mate-riale vivaistico, in modo particolare per quanto riguardal’impiego di talee, astoni e piante a radice nuda.Il materiale deve essere portato sul cantiere solo al mo-mento della messa a dimora, allo scopo di ridurre i rischi didisidratazione. La conser-vazione in cantiere, utile ariattivare la funzionalitàdelle piante provenientidal riposo vegetativo, puòavvenire in secchi conacqua o nei torrenti.Per le talee e gli astoni èmolto importante rispet-tare la polarità dellegemme, pena la difficile eridotta radicazione e ger-moliazione delle talee. Lagemma, piccola, anche 1 o2 mm2, possiede un apiceacuminato che indica laporzione superiore equindi la polarità del

riodo tra fine settembre e metà marzo, in base all’altitudinedel sito d’intervento: in montagna l’arco di tempo è piúlungo rispetto alla pianura.Si consiglia di eseguire la semina in primavera, in quanto ga-rantisce un miglior attecchimento considerando il climamite e piovoso delle nostre latitudini. Eventuali semine au-tunnali sono da sconsigliare anche per la quiescenza (riposovegetativo) del seme fino alla primavera successiva. Da nondimenticare che il seme a terra è cibo preferito per l’avi-fauna e per gli insetti come le formiche.Se è necessario eseguire la semina nei periodi tardo prima-verili ed estivi, è opportuno, in questo caso, adottare alcuniaccorgimenti: la semina è da eseguire dopo o durante unagiornata di pioggia, se questa è eseguita a spaglio; se nondovesse piovere, e comunque il sito è collocato in condi-zioni orografiche particolarmente favorevoli per l’umiditàatmosferica (versanti rivolti a Nord, impluvi e fiumi), è con-sigliabile eseguire un’idrosemina o una semina manuale a-vendo l’accortezza di porre il seme in un secchio d’acqua,per alcuni minuti, prima della distribuzione. Questo piccoloaccorgimento consente di immagazzinare nel seme unacerta quantità di acqua, utile alla germinazione, e contem-poraneamente di averlo piú pesante in modo da facilitarnela distribuzione, soprattutto sulle scarpate. Infatti il seme a-sciutto, se sparso manualmente, tende a volare non ren-dendo omogenea la distribuzione sul terreno.

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 63

DisposizioneTutto il materiale vivaistico deve essere disposto nel modopiú irregolare possibile e nei punti piú adatti, in nessun casoin fila o secondo schemi geometrici precisi, questo per ri-spettare la casualità della rinnovazione naturale.Il materiale agamico deve essere collocato in numero di 2-3talee/mq, mentre in aree difficili e soggette a forti sollecita-zioni (valanghe, sponde di torrenti) anche in numero di 5-10talee /mq.Le piantine possono essere messe a dimora singolarmenteo in gruppi di diversa specie, rispettando sempre la casua-lità della disposizione e dell’accoppiamento di piú specie,privilegiando comunque i collettivi di foma ellittica, da di-sporre con l’asse maggiore perpendicolare alle linee di li-vello.

Cura durante l’impiantoIl materiale vivaistico deve essere sempre curato in fase diimpianto: le piantine con chioma possono avere riportatodelle rotture di giovani rami, per cui è opportuno eseguireuna lieve potatura anche per equilibrare la chioma rispettoalle radici; per le piante a radice nuda può rendersi utile unlieve taglio di accorciamento delle radici fittonanti e troppogrosse per facilitare l’emissione di quelle secondarie; per letalee è possibile accorciare la parte terminale del fusto, unasorta di riceppatura, se ha riportato danni meccanici per lacaduta del materiale lapideo, oppure per ridurre il numerodi gemme in germoliazione (ideale 2-3 gemme); per gli a-stoni si potrebbe verificare il disseccamento della gemmaapicale, per cui è necessario asportare la punta, operazioneche facilita l’emissione di gemme secondarie. La risposta fi-siologica della potatura è sempre l’emissione di nuove ra-dici e getti.

fusto. La talea deve essere infissa o sotterrata nel terreno,avendo cura di costipare il terriccio intorno ad essa; occorrelasciare fuori terra non piú di 2-3 gemme. Piú è lunga la taleae piú questa viene coperta dalla terra, maggiore è la proba-bilità di radicazione, riducendo quindi il disseccamento deigiovani tessuti. La collocazione sub-orizzontale favorisce laradicazione di piú nodi, mentre per le talee infisse vertical-mente nel terreno la radicazione si sviluppa solo nella por-zione inferiore in prossimità della sezione di taglio. Per le piante a radice nuda si deve evitare l’esposizione al-l’aria ed alla luce delle radici per lungo tempo, onde noncomprometterne l’attecchimento. La posa del postimedeve avvenire realizzando una buca idonea (40x40x40 cm),apportando sostanza organica o terreno vegetale nelle sta-zioni di alta montagna, rispettando la zona del colletto(linea teorica di separazione tra radici e fusto), che non deveessere né sotterrata né scoperta, costipando opportuna-mente il terreno di riporto, mantenendo la verticaltà dellapianta ed irrigando quanto basta.Gli interventi che si basano sull’impiego di piante legnose,dotate di capacità vegetativa, sono compiuti in modo piú ef-ficace durante il riposo vegetativo.

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AGRICOLTURA & FORESTE

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gliose dovrebbero essere potate nei primi due anni post-impianto, allo scopo di eliminare eventuali rami morti e co-stringere i soggetti monocormici delle latifoglie ad emetterenuovi polloni; anche per le talee è importante eseguire unaspollonatura, eliminando i polloni soprannumerari, selezio-nando quindi i fusti piú vigorosi che formeranno al piúpresto i fiori ed i semi. Ulteriori tagli colturali possono ren-dersi necessari per conferire a singole piante o a gruppi dialberi una determinata forma e portamento, nonché per se-lezionare le specie eliofile che necessitano di maggioreluce.Accessorie potrebbero essere le seguenti operazioni: con-cimazione del terreno, irrigazione, inoculazione di batteri efunghi azotofissatori, posa di pali tutori e protezioni per ilmorso degli animali e sfalcio delle erbe infestanti.A distanza di 3-5 anni sarebbe opportuno eseguire una ce-

Manutenzione post impiantoLe opere di ingegneria naturalistica richiedono sempre lecure colturali nei primi anni dall’esecuzione dei lavori. Lafunzionalità delle opere dipende dallo sviluppo dellepiante, che è influenzato dalle cure colturali prestate im-mediatamente dopo l’esecuzione dei lavori, anche sequeste vengono difficilmente eseguite. Nei primi due anni,la mancanza dei tagli di selezione, della spollonatura, dellapotatura e del risarcimento di essenze arboree ed erbaceeimpedisce una regolare e veloce rimarginazione dei dis-sesti, che sono sempre imprevedibili nella loro evoluzione.Queste operazioni, come per un bosco, sono indispensabiliallo scopo di garantire la rinnovazione naturale, selezionaree favorire lo sviluppo delle piantine migliori, integrare e so-stituire non solo il materiale vegetale, ma anche le opere mi-nori che potrebbero essere danneggiate. L’area di frana èsempre dinamica: le sor-genti sotterranee e le lineedi deflusso naturale si modi-ficano nel tempo, la gravita-zione del materiale lapideoa valle, per una regolarizza-zione naturale delle scar-pate, avviene con le primepiogge e con il disgelo di fineinverno. Importante è quindianche il presidio nel tempodello smottamento.Le piante arboree e cespu-

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 67

A volte si rende necessario il noleggio di mezzi ed attrezza-ture che le imprese normalmente non possiedono (escava-tore tipo “ragno”, idroseminatrice, rullo) per un’incidenzacirca del 10-15%.La manodopera specializzata può raggiungere anche lametà (40-50%) dei costi di realizzazione delle opere di in-gegneria naturalistica, quindi è fondamentale un’adeguatapreparazione del personale.Un’attenta analisi dei costi in fase progettuale consente diriconoscere un giusto prezzo alle singole lavorazioni, che ècorrelato alle difficoltà logistiche, alle condizioni stazionalinell’esecuzione dell’opera, alla sicurezza ed agli imprevisti,semre in agguato in un cantiere di sistemazione idraulico-forestale. Un lavoro compiuto a regola d’arte ha la necessitàdi adeguati tempi di esecuzione che sono vincolati alle con-dizioni meteorologiche stagionali.Un’opera eseguita correttamente svolge esattamente lefunzioni per la quale è stata progettata e costruita, appa-gando l’occhio non solo del tecnico avendo anche un ridottoimpatto ambientale.

duazione delle giovani ceppaie originatesi da talee o dapiantine: questo comporta, come risposta fisiologica, l’e-missione di nuove radici che contribuiscono a trattenere ilterreno. Contestualmente è ricavabile del nuovo materialevegetale per eseguire opere lineari e talee per i risarci-menti. Il governo e il trattamento forestale del popolamentoarboreo nei versanti e nelle sponde dei fiumi è importanteanche per questi aspetti funzionali: il taglio di ceduazionepermette di rinforzare nei primi anni le ceppaie, anche ab-bassando le stesse, evitando la rottura dei giovani polloni acausa del vento e della neve; il peso stesso della biomassavegetale, soprattutto con soggetti filati e particolari eventimeteorici, potrebbe aggravare l’equilibrio dinamico dellescarpate, in relazione al coefficiente d’attrito interno del ter-reno. La prevenzione è sempre meno onerosa della cura.

Costi ed analisi dei prezziL’aspetto e-conomico èmolto impor-tante nelle o-pere di inge-gneria natura-listica: i costidi approvvi-gionamento edi realizza-zione dipen-dono sensi-bilmente dal-l ’organizza-

zione del cantiere, dalla professionalità degli addetti e dallacapacità di ottimizzare le forniture ed i trasporti. I cantieri sitrovano spesso lontani dalle strade, in alta montagna ovel’accessibilità è ridotta, e sempre in presenza di acqua e dimateriale instabile. L’impossibilità di trasportare il mate-riale in loco con trattori ed automezzi fuoristrada e la ne-cessità di servirsi in alternativa dell’elicottero o di telefe-riche, sono fattori che dovrebbero sempre essere tenuti inconsiderazione soprattutto in fase progettuale e nell’orga-nizzazione del lavoro. L’uso dell’elicottero per il trasporto ditronchi, materiale edile e per l’drosemina di ampie super-fici è sempre conveniente. L’impiego delle teleferiche è unavalida alternativa per cantieri lunghi e con la necessità di tra-sportare molto materiale. I costi di trasporto incidono anchedel 10-20% sull’importo lavori.Poco invece incidono i costi per l’acquisto del materiale chespesso è reperito sul posto. Funi, reti, biotessili geotessuti,sementi e ferro incidono in misura del 15-30%. Esistono dittespecializzate che forniscono validi materiali certificati ed ot-tima consulenza anche in fase progettuale.

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Manuel Antonini Novità in materia di efficienzae certificazione energeticadegli edifici

venti proposti.Entrando nel merito dellanorma, trovo necessario sot-tolineare che è stata esplici-tata l’applicazione anche alrecupero a fini abitativi disottotetti esistenti, fatti-specie non espressamenteconsiderata nella prece-dente stesura.Altra novità è la possibilitàdi provvedere alla certifica-zione con un unico Attestatoper più unità immobiliari, fa-centi parte del medesimo e-dificio, qualora siano servitedal medesimo impianto ter-mico di climatizzazione in-vernale, abbiano la mede-sima destinazione d’uso esia presente un unico pro-prietario o amministratore;la novità sta nel fatto cheprecedentemente l’Atte-stato unico poteva valeresolo sull’intero edificio,mentre ora pare sia possi-

bile farlo anche su parti di e-dificio nel rispetto delle di-scriminanti sopra esposte.Inoltre, è stata finalmentefatta chiarezza su cosa si in-tende per “intero edificio” inmerito all’obbligo di dota-zione e allegazione dell’At-testato di Certificazione E-nergetica per alienazionidopo l’1 settembre 2007: ildisposto esclude che possaconsiderarsi intero edificiol’unità facente parte di unpiù ampio organismo edi-lizio condividente struttureedilizie portanti e portate.Tradotto in pratica, è ora i-nequivocabilmente chiaroche la dotazione e l’allega-zione di ACE in caso di ven-dita di singole unità immo-biliari decorre solo a far datadal 1 luglio 2009.Per inciso, Regione Lom-bardia conferma l’obbligo diallegare gli Attestati di Certi-

Novità in tema di ef-ficienza e certifica-zione energetica

degli edifici: il 15 gennaioscorso è stata pubblicata laDelibera della Giunta Regio-nale Lombarda n. 8/8745 cheintegra e modifica la vigenteD.G.R. 8/5773. Espongo a se-guire le principali novità in-trodotte, consigliando, co-munque, i colleghi ad un’at-tenta lettura del testo dilegge che fornisce, tra l’altro,importanti indicazioni intema di progettazione e rea-lizzazione sia di involucri e-dilizi sia di impianti termici.In attesa che venga pubbli-cata la nuova procedura dicalcolo, sostituiva del vigenteDecreto 15833, in materia dicertificazione energetica è in-teressante analizzare ilnuovo modello previsto perl’Attestato relativo, dal qualesi rileva che la procedura dicalcolo avrà un’evoluzionepositiva permettendo di va-lutare e visualizzare con mag-gior dettaglio, oltre a quantogià oggi previsto, i fabbisognidella sola energia termica di-stinta da quelli di energia pri-maria, i fabbisogni di energiaper l’illuminazione, i rendi-menti medi degli impiantitermici e di produzione diacqua calda sanitaria pre-senti negli edifici. Parti del-l’Attestato saranno specifica-mente destinati alla descri-zione degli impianti stessi emaggior spazio sarà concessoai “suggerimenti” che il certi-ficatore può indicare per mi-gliorare il sistema edificio-impianto, secondo una logicacritica che permetterà all’u-tente di valutare i benefici,anche economici, degli inter-

ficazione Energetica agli attidi compra-vendita, mante-nendo in essere il “con-trasto” con la normativa na-zionale (L. 133/2008).In merito alla figura del Certi-ficatore Energetico, la DGR8/8745, oltre a inserire tra i ti-toli di studio idonei all’accre-ditamento quello di perito a-grario, elenca meglio i casi diincompatibilità connessi alcoinvolgimento in altre atti-vità sul medesimo edificio: èora inopinabile che nonpossa certificare un edificiochi, sul medesimo, svolga at-tività di Direzione Lavori, Re-sponsabile del Servizio Pre-venzione e Protezione, Coor-dinatore della Sicurezza infase di progettazione ed infase di esecuzione.

Dicevo in aperturache la nuova nor-mativa esplicita

criteri di buona pratica per laprogettazione e la costru-zione degli edifici, sia in me-rito agli involucri, sia agli im-pianti. Viene confermatotutto quanto già previstodalla D.G.R. 8/5773, introdu-cendo ora, tra l’altro:1) l’obbligo di verifica del-

l’assenza di condensa-zioni superficiali ed inter-stiziali nelle componentiopache degli edifici;

2) l’obbligo, al fine di conte-nere i fabbisogni energe-tici per la climatizzazioneestiva, di installare si-stemi schermanti, di rea-lizzare strutture verticaliopache di massa superfi-ciale superiore a 230kg/mq, di definire preven-tivamente i tempi di sfa-samento dell’involucro, di

Programma dei corsi 2009 organizzatidal Collegio geometri di Brescia

1) Edilizia ed Urbanistica (già partito con 6 corsi e 350 preadesio-ni)

2) Aspetti legali della Sicurezza (già partito con 6 corsi e 170 prea-desioni)

3) Problematiche agricole

4) Certificatori energetici (n. 2 nuove edizioni)

5) Approfondimenti di Impiantistica e raffronto tra le problemati-che acustiche e di certificazione energetica

6) Serramenti

7) Problematiche legali nella professione. Appalti e contratti

8) Successioni

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FORMAZIONE CONTINUA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 69

neandosi nei contenuti e neipropositi.Trovo valido, ora, affrontareuna questione probabil-mente già nota ai più, ma chedà il senso del compimentodella normativa di cui trattoanche secondo un’applica-zione materiale che può per-mettere al cittadino di averevantaggi volumetrici rispet-tandone il disposto.Mi riferisco al contenuto del-l’art. 12 della L.R. 33/2007che cita espressamente:«I muri perimetrali portanti

e di tamponamento, nonchéi solai che costituiscono in-volucro esterno di nuove co-struzioni e di ristrutturazionisoggette al rispetto dei li-miti di fabbisogno di energiaprimaria o di trasmittanzatermica previsti dalle dispo-sizioni regionali in materiadi risparmio energetico (orala nuova D.G.R. 8/8745), nonsono considerati nei com-puti per la determinazionedella superficie lorda di pa-vimento (S.L.P.), dei volumie dei rapporti di copertura in

utilizzare al meglio la ven-tilazione naturale;

3) per impianti di climatizza-zione invernale di nuovainstallazione o ristruttu-rati a servizio di utenzeplurime l’obbligo di in-stallare una centralina ditermoregolazione pilo-tata dalla temperaturadell’aria esterna e dallamisura delle temperaturadell’acqua di mandata dalgeneratore;

4) l’impossibilità di fatto di u-tilizzare ad alta tempera-tura caldaie a condensa-zione in caso di nuova co-struzione, installazione oristrutturazione di impiantitermici di riscaldamento.

S i tratta, chiaramen-te, di un’esposi-zione non piena-

mente esaustiva di tutte leindicazioni e prescrizioniche la D.G.R. 8/8745 intro-duce e ribadisco, quindi, lanecessità che il geometraprogettista, costruttore ecertificatore l’approfondiscae l’apprenda al meglio, met-tendola in pratica secondoprofessionalità; non fossealtro per rispettare una poli-tica del buon costruire e delcontenere i consumi energe-tici che, dopo anni di incer-tezze, sta finalmente deli-

presenza di riduzioni certifi-cate superiori al 10 per centorispetto ai valori limite pre-visti dalle disposizioni re-gionali sopra richiamate».Si sappia, innanzitutto, chequanto sopra si applica ai ti-toli abilitativi perfezionatidopo l’entrata in vigoredella L.R.33/2007, anche aseguito di variante in corsod’opera di pratiche edilizieprecedenti tuttora in corsodi validità; nel qual caso,presupponendo che dettepratiche edilizie non fossero

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70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

spettano tre casi in funzionealla tipologia di intervento:1) nuove costruzioni: il bonus

volumetrico si applica al-l’intero spessore di dettecomponenti;

2) ristrutturazioni: rima-nendo vigente l’art. 2comma 3 della L.R.26/1995, il bonus volume-trico vale sui maggiorispessori di muri e solaiprevisti da detta norma;

3) ristrutturazioni con demo-lizione e ricostruzione: lavolumetria dell’edificiopotrà essere ricalcolata alnetto dello spessore deimuri e dei solai esterni.

Lo scomputo delle superficilorde e dei volumi si rifletteanche sulla determinazionedegli oneri di urbanizza-zione in quanto riferibili a

dette dimensioni; non si ri-flette, invece, sul costo di co-struzione essendo basato, dinorma, sulla superficie utile.La dimostrazione della frui-bilità del bonus volumetricodovrà avvenire come segue:A) Nuove costruzioni o de-

molizioni e ricostruzioni:mediante la relazione tec-nica prevista dall’art. 28della L. 10/91, redatta se-condo lo schema allegatoalla D.G.R. 8/8745 e smi, e,al termine dei lavori, asse-verazione di conformitàdel Direttore dei Lavoriall’ultimo progetto appro-vato e Certificazione E-nergetica.

B) Interventi parziali sog-getti al solo rispetto dei li-miti di trasmittanza ter-mica: in sede progettuale

state redatte nel rispettodella D.G.R. 8/8745, la va-riante in corso d’opera dovràessere modificativa ed inte-grativa delle previsioni ori-ginarie rispettando tutte leprescrizioni richieste nellacitata Delibera (rispetto deilimiti di fabbisogno di e-nergia primaria, dei limiti ditrasmittanza dei singolicomponenti dell’edificio,dei limiti di rendimentodegli impianti, nomina delsoggetto certificatore, ecc.).Detto che i bonus volumetricisi applicano solo ed esclusi-vamente alle murature ed aisolai che separano l’edificiodall’esterno o con un altro e-dificio e non, quindi, versovani scala, piani intermedi olocali interni non riscaldatidello stesso edificio, si pro-

dimostrazione delle pre-stazioni energetiche dellecomponenti dell’edificiosulle quali si intervieneattraverso una relazionetecnica corredata da certi-ficazioni relative ai mate-riali utilizzati e, al terminedei lavori, asseverazionedi conformità del Diret-tore dei Lavori all’ultimoprogetto approvato.

I n mancanza delle con-ferma a fine lavori,quindi, il Comune

dovrà provvedere a revo-care i benefici concessi e,ove ricorrano i presupposti,a sanzionare l’abuso edilizioverificatosi.Infine, in tema di deroghealle distanze, ai distacchi ealle altezze massime: la L.R.33/2007 non entra in merito,quindi, ha piena valenzaquanto previsto dall’art. 11del D.Lgs. 115/2008 secondoil quale, rispettate le ridu-zioni di almeno il 10% dei li-miti di fabbisogno di energiaprimaria o di trasmittanzatermica, si derogherà:- per edifici di nuova costru-

zione: con riferimento allasola parte eccedente i cm30, fino a un massimo di cm25 per gli elementi verticalie di copertura e cm 15 per isolai intermedi;

- per edifici esistenti: mas-simo cm 20 per il maggiorspessore delle pareti verti-cali esterne e massimo cm25 per il maggiore spessoredegli elementi di coper-tura; la deroga può essereesercitata nella misuramassima da entrambi gli e-difici confinanti.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

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Costo della vitaprezzi al consumoFonte indici Istat (da “Il Seprio” n. 6/2008)

Indici raccordati con base 1938 = 1 (dal 1962 a oggi). Aggiornamento: dati disponibili all’ottobre 2008

Anni gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre media anno

1970 98,02 98,74 99,01 99,45 99,81 99,99 100,17 100,44 101,25 101,70 102,24 102,69 100,26

1971 103,19 103,49 103,99 104,30 104,90 105,20 105,60 105,80 106,50 107,01 107,31 107,51 105,40

1972 108,11 108,71 109,01 109,31 110,02 110,62 111,12 111,72 112,83 114,33 115,14 115,44 111,32

1973 116,84 117,95 118,95 120,36 122,06 122,87 123,47 124,07 124,67 126,08 127,48 129,59 122,87

1974 131,30 133,51 137,42 139,13 141,13 143,84 147,36 150,37 155,29 158,50 160,91 162,31 146,76

1975 164,22 166,13 166,33 168,64 169,74 171,45 172,45 173,36 174,96 177,17 178,68 180,38 171,95

1976 182,19 185,20 189,12 194,74 198,05 198,95 200,16 201,86 205,48 212,40 216,92 219,63 200,36

1977 222,67 227,73 231,17 233,60 236,64 238,86 240,69 242,30 244,94 247,57 251,21 252,43 239,07

1978 254,86 257,49 260,12 262,95 265,79 268,01 270,04 271,25 274,90 277,93 280,36 282,39 268,82

1979 287,85 292,10 295,75 300,60 304,45 307,49 310,32 313,36 321,05 328,54 332,79 338,26 311,13

1980 349,39 355,46 358,70 364,37 367,61 371,05 377,32 381,17 389,27 395,95 404,25 409,51 376,92

1981 417,15 424,73 430,79 436,85 442,91 447,46 451,25 454,28 460,72 469,81 477,77 482,69 449,73

1982 489,13 495,58 500,12 504,67 510,35 515,28 522,86 532,33 539,91 550,51 557,71 561,50 523,23

1983 569,46 577,04 582,34 588,40 594,08 597,49 603,18 605,45 613,41 623,64 630,08 633,11 601,66

1984 640,69 647,51 652,05 656,60 660,39 664,18 666,45 668,35 673,27 680,09 684,26 688,81 665,31

1985 696,00 703,20 708,13 714,19 718,36 722,15 724,42 725,94 728,97 737,68 742,99 747,91 722,53

1986 751,42 756,48 759,37 761,54 764,43 767,32 767,32 768,76 770,93 775,26 778,15 780,32 766,59

1987 785,38 788,27 791,16 793,33 796,22 799,11 801,27 803,44 809,22 816,45 818,62 820,06 802,00

1988 824,40 826,56 830,18 833,07 835,23 838,12 840,29 843,90 848,24 854,74 861,97 864,86 841,80

1989 871,36 878,58 882,92 888,70 892,31 896,65 898,81 900,26 904,60 913,27 916,88 921,21 897,37

1990 926,98 933,26 936,85 940,44 943,14 946,73 950,31 956,60 961,98 970,06 976,34 979,93 952,11

1991 987,11 996,08 998,77 1003,26 1006,85 1012,23 1014,03 1016,72 1021,21 1029,28 1036,46 1039,15 1013,13

1992 1047,23 1049,03 1054,46 1058,95 1064,34 1067,93 1069,73 1070,63 1074,22 1080,51 1086,79 1088,59 1067,93

1993 1092,49 1096,76 1098,90 1103,17 1107,45 1112,77 1117,06 1118,12 1119,19 1126,65 1132,00 1132,00 1112,78

1994 1138,41 1142,69 1144,82 1148,02 1152,30 1154,43 1157,64 1159,77 1162,98 1169,38 1173,66 1177,93 1156,57

1995 1182,20 1191,81 1201,42 1207,83 1215,30 1221,71 1222,78 1227,05 1230,26 1236,66 1244,14 1246,28 1218,94

1996 1247,75 1251,41 1255,07 1262,38 1267,25 1269,69 1267,25 1268,47 1272,12 1273,34 1276,10 1278,21 1265,75

1997 1281,11 1282,32 1283,54 1284,76 1288,42 1288,42 1288,42 1288,42 1290,86 1294,50 1298,20 1298,20 1288,42

1998 1301,83 1305,48 1305,48 1307,92 1310,36 1311,57 1311,57 1312,80 1314,02 1316,46 1317,67 1317,67 1311,58

1999 1318,89 1321,33 1323,77 1328,64 1331,08 1331,08 1333,52 1333,52 1337,18 1339,61 1344,49 1345,71 1332,30

2000 1346,93 1353,02 1356,68 1357,90 1361,56 1366,43 1368,87 1368,87 1371,31 1374,96 1381,06 1382,28 1366,43

2001 1388,37 1393,25 1394,47 1399,34 1403,00 1405,44 1405,44 14,05,44 1406,66 1410,31 1412,75 1413,97 1403,00

2002 1420,07 1424,94 1428,60 1432,25 1434,69 1437,13 1438,35 1440,79 1443,22 1446,88 1450,54 1451,76 1437,13

2003 1457,85 1460,29 1465,17 1467,60 1468,82 1470,04 1473,70 1476,14 1479,79 1481,01 1484,67 1484,67 1472,48

2004 1487,11 1491,98 1493,20 1496,86 1499,30 1502,95 1504,17 1506,61 1506,61 1506,61 1506,61 1510,27 1501,33

2005 1510,27 1515,14 1517,58 1522,46 1524,89 1527,33 1530,99 1533,43 1534,65 1537,08 1537,08 1539,32 1527,53

2006 1543,18 1546,83 1549,27 1552,93 1557,81 1559,02 1562,68 1565,12 1565,12 1562,68 1563,90 1565,12 1557,80

2007 1566,34 1569,99 1572,43 1574,87 1579,75 1583,40 1587,06 1589,50 1589,50 1594,37 1600,47 1606,56 1584,52

2008 1661,44 1615,10 1623,63 1627,28 1635,82 1643,13 1650,44 1651,66 1648,01 1648,01

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Uriele Paitoni Nuove regoleper gli impianti fotovoltaici

nitura effettuato dal distri-butore e riconosciuto tra-mite il venditore, perché daquest’anno il Gse erogherà ilcontributo direttamente alproprietario dell’impianto.Detta cosí potrebbe sem-brare una semplificazionedell’iter ma in pratica questopassaggio non sarà poi cosíautomatico. Dal 2009 il pro-prietario dell’impianto pa-gherà al fornitore (Asmea,Enel o altri) l’energia consu-mata secondo i contratti difornitura in essere, mentreper l’energia immessa in reteil Gse gli riconoscerà unacerta somma. Questo contri-buto verrà calcolato con pa-rametri economici omo-genei, complessivamentemigliorativi rispetto ai costidi acquisto dell’energia dalfornitore, ma con l’esclu-sione delle imposte versate.I proprietari degli impianti

non sarannoquindi piúsoggetti alr i c a l c o l odelle fatturedi forniturasecondo ilprecedenteconcetto di“net metering”,ma paghe-ranno per in-tero le fat-ture di forni-tura e riceveranno una voltaall’anno dal Gse un importoproporzionale all’energia e-lettrica che con il proprio im-pianto hanno immesso inrete quale «contributo inconto scambio».

Una vendita, piú cheuno scambio sul postoQuesto meccanismo ormai,piú che uno scambio sulposto, diviene a tutti gli ef-

L’anno nuovo ha por-tato con sé alcuneimportanti novità

che riguardano i possessori diimpianti fotovoltaici. Con il2009, infatti, è entrato in vi-gore il “Tisp”, acronimo diTesto integrato per lo scam-bio sul posto che, emanatodall’Autorità per l’energia e-lettrica e il gas (Aeeg), con de-libera 74/08, apporta signifi-cative modifiche alle disposi-zioni in vigore dal 2006.

La gestione diretta del GseA cambiare sono le condi-zioni tecniche e quelle eco-nomiche per l’erogazionedel servizio di scambio sulposto che coinvolge i clientifinali titolari di impianti ali-mentati da fonti rinnovabili.La prima di queste novità,che sono divenute opera-tive dal 1° gennaio, è ched’ora in avanti per gli im-pianti alimentati da fonti rin-novabili con potenza fino a20 kw, e per quelli a cogene-razione ad alto rendimentofino a 200kw, lo scambio sulposto verrà gestito diretta-mente dal Gse (Gestore deiservizi elettrici) e non piúdai vari enti distributori di e-nergia elettrica (A2A, Enel oaltri) che, dal canto loro, a fardata dal 31 dicembre 2008hanno provveduto a cessaretutte le convenzioni stipu-late con gli utenti. Riman-gono invece in essere con-tratti relativi alla fornitura dienergia elettrica che conti-nuerà ad essere erogata se-condo le modalità e i livellidi servizio precedenti.La nuova normativa mandadi fatto in soffitta il ricalcoloannuale delle bollette di for-

fetti una vendita vera e pro-pria, anche se a causa di al-cune normative fiscali nonpuò essere ufficialmente de-finita come tale. Per l’utentequesta novità comportaanche una nota positiva, inquanto non verranno piúpersi gli eventuali crediti dienergia: con la precedentenormativa venivano azzeratidopo tre anni, mentre oraverranno mantenuti sotto

Il ministro Matteoli lancia il tavolo anticrisi per l’ediliziaIl rilancio infrastrutturale passa il tavolo tecnico volutodal ministro per le Infrastrutture e i Trasporti AlteroMatteoli, contro il rischio di disoccupazione che, secon-do le stime nel 2009 colpirà 250mila lavoratori del setto-re edile.Tra i partecipanti all’incontro i rappresentanti delle asso-ciazioni di costruttori e concessionarie autostradali, oltreal vertice di Ferrovie, Anas e Confindustria. L’Ance,Associazione nazionale dei costruttori edili, e le maggio-ri organizzazioni sindacali chiedono al piú presto l’attiva-zione di un pacchetto di misure anticrisi per il settore,che comprendano ammortizzatori sociali, progetti miratial reinserimento professionale e un piano di investimen-ti per le infrastrutture e la casa.La Legge 2/2009, che ha convertito il Decreto Leggeanticrisi 185/2008, ha già reso piú snelle le proceduredella Conferenza di servizi in merito alla localizzazionedelle opere di interesse statale, la cui verifica sullaconformità urbanistica spetta allo Stato di intesa con le

Regioni interessate.Se l’accertamento dà esito negativo o non si perfezional’intesa, è convocata la Conferenza di servizi a cui pren-dono parte le Regioni e i Comuni interessati, che devonopronunciarsi entro 60 giorni. La decisione dellaConferenza sostituisce gli atti di intesa, i pareri, le con-cessioni edilizie e le autorizzazioni previste dalla norma-tiva nazionale e regionale.Non è richiesta l’unanimità di tutte le Amministrazioniper l’approvazione dei progetti e in caso di dissensoespresso lo Stato può assumere comunque la determi-nazione sulla base delle posizioni prevalenti, salvo che ilparere contrario non derivi da un ente preposto alla tute-la paesaggistico-ambientale o della salute e incolumitàpubblica.Incentivati anche gli interventi di riqualificazione del tes-suto urbano, proposti da gruppi di cittadini organizzati ecaratterizzati da immediata realizzabilità e assenza dioneri per l’ente locale.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 75

perando esclusivamente viainternet sul portale del Gse,al quale andranno tra l’altrocomunicati il codice Iban delconto corrente su cui si vorràvedere accreditato il nuovocontributo e l’impresa divendita con la quale c’è in es-sere la regolazione dei pre-lievi di energia. Secondoquanto prervisto dall’arti-colo 3.2 del Tisp, una copiadella richiesta deve poi es-sere inoltrata per cono-scenza anche alla suddettaimpresa di vendita.

Sul sito del Gse(www.gse.it) si tro-vano le istruzioni

dettagliate da seguire passopasso per presentare l’i-stanza e la successiva sti-pula della convenzione.

Qualora alladata del 31 di-cembre l’u-tenza presen-tasse un saldor i p o r t a b i l epositivo, ilf o r n i t o r e(A2A, Enel oaltri) lo comu-nicherà sia al-l’utente che alGse, che

provvederà a calcolare ilcontrovalore da considerarequale contributo in contoscambio. Per venire incontroalle esigenze di una correttae tempestiva informazioneai propri clienti, gli enti di di-stribuzione, come nel caso diAsmea, hanno provveduto ainviare a mezzo posta unacomunicazione in tal sensoma che probabilmente farànascere parecchi dubbi sututte queste novità.Un primo problema praticoper i possessori di impiantifotovoltaici potrebbe es-sere quello di riuscire ad ac-cedere facilmente al portaleinternet e al contact center delGse (numero verde800011639), in quanto acausa del sovraffollamentopotrebbe andare in tilt.

forma di credito economico.La nota stonata? Dal nuovocontributo sarà escluso il rim-borso dell’Iva per l’energiascambiata: i proprietari degliimpianti compreranno tuttal’energia pagando l’Iva, senzapoi vedersela compensataper la quantità di energia im-messa nella rete.

A nche se manca an-cora una statisticarelativa alle prime

valutazioni effettuate daparte degli addetti ai lavori, èpossibile ipotizzare come ef-fetto finale per l’utente unpeggioramento valutabile in2-3 punti percentuali rispettoal sistema precedente.Sotto il profilo psicologico,non vedendo piú il ricalcolodelle fatture di fornitura, maal loro posto dei flussi eco-nomici distinti, gli utenti fi-nali avranno probabilmenteuna percezione diversa delrisparmio conseguito. Sottoquello della burocrazia, percontinuare a usufruire delservizio di scambio sul po-sto, entro il 31 marzo pros-simo tutti i proprietari degliimpianti fotovoltaici sono in-vece obbligati a presentareuna richiesta in proposito, o-

Che dire: in meno di dueanni la normativa in materiadi fotovoltaico ha già subitodiverse variazioni… e non èdetto che queste siano le ul-time. ❑Da “Gionale di Brescia” 23 gennaio 2009

Il mercatodegli

ecolavori

Emerge che il mercato degli“ecpolavori” è costantemente increscita e l’occupazione del futu-ro sarà sempre piú legata allaproduzione di energia da fontirinnovabili. Attualmente il settoredelle fonti pulite impiega nelmondo 2,3 milioni di lavoratorima nei prossimi 20 anni sarannocreati otto milioni di nuovi posti;Queste le stime del Green JobsReport, il “libro bianco” commis-sionato dal programma delleNazioni Unite per l’Ambiente sulboom delle professioni “verdi”.Secondo il rapporto, i Paesi invia di sviluppo hanno destinatograndi investimenti al settore. InBangladesch sono nati progettidi formazione per la creazione ditecnici per le rinnovabili che pro-durranno piú di 150.000 posti dilavoro. A segnare il passo sugliinvestimenti in questo settore èla Cina che, da qualche anno, hadato vita ad un sistema produtti-vo di grandissime dimensioniche conta, soltanto nel settoredel solare termico, 1000 impresecon 600.000 impiegati.

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Giuseppe Mori Luca Canesi Impianti termici in bioedilizia

L’attenzione all’ambiente,al clima locale e alle moda-lità per adeguarvisi al me-glio nasce con la stessabioedilizia, mentre nellanormativa fa capolino soloin anni recentissimi. Se ne facenno, infatti, nell’ultimadelibera regionale 8745 del22 dicembre 2008 in materiadi risparmio energeticoquando, al nuovo punto 4,introduce un capitolo dal ti-tolo “Principi generali e tec-nico-costruttivi” che enun-cia molti criteri ovvii per chida tempo si occupa diquesta disciplina.La casa bioclimatica e bioe-dile è quindi quella che,

sfruttando al meglio gli ap-porti energetici naturali –sole, correnti d’aria locali,calore della terra, ecc. – fi-nisce con l’avere un fabbi-sogno termico invernale edestivo sempre più ridotto,fino a diventare “casa pas-siva”, cioè che può essereclimatizzata con una quan-tità d’energia irrisoria ri-spetto a quella a cui gli annidel boom edilizio ci ave-vano abituato.Tratteremo perciò breve-mente delle tipologie im-piantistiche che meglio siconformano a questo cri-terio, introducendo nellostesso tempo alcune rifles-

Parte prima

L’impianto di riscal-damento ideale inbioedilizia è …

quello che non c’è!Battute a parte, bisogna ineffetti ricordare che fin dalsuo esordio come disciplina,la bioedilizia – pur con al-cune differenziazioni fravarie scuole di pensiero – sicaratterizza per privilegiareedifici con caratteristichebioclimatiche che puntanoad un forte risparmio ener-getico e alla massimizza-zione degli apporti gratuitisolari o, comunque, delle e-nergie rinnovabili.

sioni sulla salubrità, altroconcetto che accompagnasempre la casa ecologica.

Il calore radianteTra le molte tecnologie di-sponibili sul mercato, connovità spesso davvero inte-ressanti per l’attenzione alrisparmio energetico, ven-gono in genere privilegiatiquei sistemi che maggior-mente sfruttano il principiodel calore radiante. L’e-sempio piú semplice di ca-lore radiante è quello forni-toci dal sole: pensiamo a unagiornata invernale moltofredda e limpida: se irradiatidirettamente dal sole per-cepiamo una gradevole sen-sazione di calore; basta gi-rare l’angolo di casa e finirein ombra – senza che la tem-peratura dell’aria cambigranché – per provare imme-diatamente un senso difreddo decisamente sgrade-vole.

I l fenomeno si spiegacon il fatto che il ca-lore “radiante” non si

diffonde riscaldando l’ariadell’ambiente – se non inpercentuale minima – ma e-mettendo un’onda “elettro-magnetica” che riscalda ciòche colpisce.Sulla base di questo prin-cipio l’uomo, a partire dallafiamma diretta del fuocoprimordiale fino alle tradi-zionali stufe tipiche degliambienti montani, ha cer-cato di utilizzare questotipo di calore.

Le tecnologie tradizionaliSolo con l’avvento di tecno-logie recenti, che hanno in-

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 77

In questa pagina: Nello “spaccato” sivede come sia possibile fare uso ditecnologia radiante sia a parete sia asoffitto. Questi sistemi, come tuttiquelli a bassa temperatura, siprestano anche all’abbinamento consistemi solari termici e/o sistemigeotermici; nel caso illustrato èschematizzato un geotermicoorizzontale.

Nella pagina precedente: stufacentrale ad alta inerzia termica nellacasa ecologica Piovani di Caino.

In basso a sinistra: con i sistemi aemissione radiante opportunamentedimensionati è possibile realizzaretanto il riscaldamento, quanto ilraffrescamento degli ambienti.A destra: pannelli radianti di rameda posare sotto intonaco, con o senzaisolante sul retro in funzione del tipod’isolamento esistente nell’alloggio(interno o esterno a cappotto).

Ma quali sono i rilievi che labioedilizia muove ai sistemidi riscaldamento ora preva-lenti?Prendiamo il caso del radia-tore: le problematiche cheesso presenta sono legatealla elevata temperatura di

mandata del fluido vettore,alla stratificazione del ca-lore nella parte alta dei lo-cali, alla relativamentebassa resa degli attuali si-stemi a condensazione, allaelevata temperatura deicorpi radianti (troppo caldo

trodotto la possibilità di por-tare in ogni stanza un fluidotermovettore (acqua e, in se-guito, aria) prodotto da unacentrale termica dislocata al-trove, si sono modificate lecaratteristiche di confortdegli ambienti abitati.

per chi vi staziona vicino,troppo freddo per chi vi èlontano) e, infine, ai movi-menti convettivi generatidall’aria (che trasportano lepolveri).

Per i sistemi ad ariale problematichesopra accennate

(riduzione confort, stratifi-cazione del calore) si ampli-ficano ulteriormente conl’aggravante – specie nelcaso di impianti centraliz-zati – della insalubrità del-l’aria trasportata tra am-bienti diversi, per rimediarealla quale sono richiesti im-pianti di trattamento perfet-tamente mantenuti, pena ladiffusione di muffe e funghiattraverso le tubazioni conincremento della cosid-detta Sindrome da Edificio

Malato (Bressa, “Inquina-mento indoor di origine bio-logica” in Guida alla casa ecolo-gica a cura di P. Bevitori)Non si tratta di denigrare ciòche di positivo queste tecno-logie hanno apportato e di in-neggiare al vecchio poetico

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

Dall’alto a sinistra, in senso orario:pannello radiante in polipropilene daposare sotto intonaco. Caratteristicaspecifica di questo pannello è il suofunzionamento per capillarità: ilsottile strato di intonaco che loricopre garantisce una prontarisposta termica; pannello radiante che sfrutta lostesso principio del precedente, mainserito in lastra di cartongesso;pannello radiante in gesso e fibra dicellulosa, altamente ecologico,prefabbricato, per pareti e soffitti;pannello radiante con strato isolanteposteriore di fibra di legno.

quasi sempre inglobatenella stessa struttura edi-lizia, che interessano prefe-ribilmente la pareti esterne(semprechè ben isolate), isoffitti e i pavimenti.Sono stati brevettati anchesistemi cosiddetti “a batti-scopa”, costituiti da piccoliradiatori lineari posti allabase delle pareti che, riscal-dandole, le trasformano inpareti radianti.Gli stessi “tradizionali” si-stemi a radiatori (in allu-minio, ghisa, ecc.) che riscal-

dano la gran parte degli edi-fici possono avvicinarsi aquesta tipologia di riscalda-mento quando, per esempio,in un fabbricato risanato e-nergeticamente con un buonisolamento, pur in assenza dimaggiorazione della loro su-perficie radiante, possonofunzionare a una tempera-tura decisamente più bassadi quella raggiunta primadella coibentazione dellepareti, consentendo, tral’altro, un miglior rendimentodelle nuove caldaie a con-

caminetto che irraggiava conla sua fiamma solo ciò cheraggiungeva direttamente (laparte del corpo esposta allafiamma, surriscaldata el’altra, non esposta allafiamma, fredda); si tratta divedere quali altri strumentialtamente tecnologici svi-luppati dalla moderna fisicaapplicata, siano più compati-bili con la bioedilizia.Alludiamo ai sistemi di e-missione di calore in cui il“terminale radiante” è costi-tuito da tubazioni diffuse,

densazione.Oggi il mercato italianooffre, a differenza di quantoavveniva solo dieci anni fa,una vasta gamma di pro-poste decisamente interes-santi applicabili in varie si-tuazioni.

La temperatura “operante”Ancora un accenno teoricoper meglio spiegare la pre-dilezione della bioediliziaper i sistemi radianti.Il concetto di temperatura“operante” – come «semi-

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 79

Normalmente, quando pro-viamo una sensazione difreddo, la prima reazioneche abbiamo è quella di con-trollare la temperatura sultermometro di casa; po-tremmo accorgerci che, purcon una gradazione ambien-tale intorno o superiori a 20°C, la percezione di brividosgradevole si conferma.Come mai?Se avessimo a disposizionestrumenti sofisticati come lemoderne termocamere, po-tremmo verificare che tutteo parte delle pareti di casa

sono decisamente piúfredde della temperaturadell’aria.Tutti sappiamo che il corpoumano, come ogni corpocaldo, cede calore per con-vezione e irraggiamento; sel’aria è calda si riduce la di-spersione per convezione,ma se le pareti sono freddeavremo ancora perdita di ca-lore per irraggiamento dalnostro corpo verso le paretifredde, generando cosíun’onda elettromagneticache attraversa l’aria del lo-

somma della temperaturadell’aria e della media delletemperature superficiali ditutte le pareti» che circon-dano un locale, pavimento esoffitto compresi – viene u-sato dagli studi statistici chesi occupano di definire qualisiano le condizioni che ren-dono più confortevole unambiente climatizzato. (Li-roni, Ecologia dell’abitare, 149)Questa definizione rende e-vidente come negli studi sulcomfort non venga presa inconsiderazione solo la tem-peratura dell’aria.

cale in direzione della pa-rete. Al contrario, se le paretihanno una temperatura piùelevata di quella del nostrocorpo – perché ben isolatee/o dotate di riscaldamentoa parete – avremo perce-zione di comfort anche contemperatura ambiente piùbassa (vedi disegno a lato).È accertato che per ognigrado di temperatura inmeno nell’ambiente di casasi realizza un risparmio e-nergetico del 5-7% . Chiara èquindi la convenienza ad a-

Dall’alto a sinistra, in senso orario: sistema a pannelli semiprefabbricatida posare sotto intonaco su reti difibra di vetro;particolare di battiscopa radianteaperto: si nota il piccolo radiatore contubi in rame e alettatura dialluminio; lo stesso, chiuso. Questo sistema hauna resa/ml relativamente bassa:esistono versioni di dimensionimaggiorate che assicurano rese piúelevate.

Si rende evidente, attraversol'esame termografico, comeun locale a temperaturadell'aria di 18°C, registri unatemperature della pareteintorno ai 12-13°C con puntenegative di 10-11°C inprossimità del visibile pilastroin C.A., nonostante unintonaco isolante esterno dicm. 2,5-3. Si tratta di unasituazione molto comune e

"normale" per la legge 10/91, ma che registra sicuramente scarso comforttermico e un rischio condense, specie in prossimità del pilastro e dei cordoli.

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

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Sopra: andamento della temperaturain funzione della profondità dellasonda;sotto: schema esplicativo del principiodi funzionamento di una sondageotermica.

frarossa attraversa l’ariasenza effetti riscaldanti esoltanto incontrando i soliditrasforma la sua energia incalore».La mia personale espe-rienza – che deriva dal vi-vere da 12 anni in un’abita-zione ecologica ben isolata,riscaldata con pareti ra-dianti e calore prodotto dapannelli solari o caldaia acondensazione – confermaampiamente la bontà diqueste teorie.

(G. M.)

BibliografiaSergio Lironi, Ecologia dell’abitare. Architet-

tura biocompatibile per una casa solare – E-dizioni GB, Padova, 1996

Roberto Messana, Capire il confort - Ele-menti di climatizzazione radiante, Tec-niche nuove, Milano, 2004

Paolo Bevitori (a cura di), Guida alla casaecologica - Inquinamento indoor, progetta-zione ecosostenibile, scelta dei materiali,Maggioli editore, Rimini, 2003

Karl Erntz Lotz, La casa bioecologica, EdizioniAAM Terra Nuova, Firenze, 1991.

vere le pareti calde e la tem-peratura ambientale relati-vamente piú bassa.Vi sono ovviamente altri e-lementi che influisconosulla qualità e sulla salu-brità di un impianto di cli-matizzazione, ma in questabreve trattazione riteniamosufficiente avere introdottoquesti elementi caratteriz-zanti l’approccio bioedile.Concludo citando uno deitesti “storici” sulla casa eco-logica (Karl Ernst Lotz – do-cente nella “Scuola Supe-riore di Edilizia” tedesca –,La casa ecologica, 1984, pag.132) : «altre possibilità di ri-scaldamento non sono an-cora state sfruttate o lo sonoin via del tutto sperimen-tale: finora, comunque,come ci dimostra diretta-mente la natura, il clima dairraggiamento è il clima na-turale per antonomasiadove la radiazione solare in-

– impianti div e n t i l a z i o n emeccanica con-trollata con recu-peratore di ca-lore.È doveroso pre-cisare che, inogni caso, un im-pianto efficienteè quello che fun-ziona a bassat e m p e r a t u r a ;non si può consi-derare efficienteun impianto, peresempio, concaldaia a con-densazione, macon sistema di e-missione a ra-diatori, inquanto questinecessitano diuna tempera-tura di funziona-mento vicina ai60°C, mentre il

Parte seconda

Nella realizzazionedi un edificio abasso consumo e-

nergetico è sicuramente im-portante l’involucro checomprende elementi o-pachi ed elementi traspa-renti dalle trasmittanzemolto basse, ma non menoimportante è lo studio dellasua parte impiantistica.È vero che un edificio ben i-solato consuma poco ed hanecessità di una piccola po-tenza per essere riscaldato,ma è fondamentale che siadotato di un impianto estre-mamente efficiente e poco

dispersivo.La tecnologia oggi ci per-mette di scegliere tra di-versi sistemi che offronorendimenti ottimali e costigestionali minimi; alcuni diquesti impianti sono:– impianti di climatizza-

zione con pannelli a pavi-mento, parete, soffitto,con generatore a bassatemperatura a condensa-zione;

– impianti con generatore apompa di calore abbinatia sonde geotermiche ditipo orizzontale o verti-cale;

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

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zione dell’erogazione delcalore.Un impianto a ventilconvet-tori, può lavorare anch’essoa bassa temperatura; è im-portante curarne il dimen-sionamento, che deve tenerconto della bassa tempera-tura del fluido vettore. Inquesto caso però i tempi diinerzia sono quasi nulli:nella fase di accensione ot-terremo subito il calore perscaldare l’ambiente ma alsuo spegnimento s’arre-

sterà subito anche la diffu-sione del calore.Dopo la precisazione suglielementi scaldanti a bassatemperatura, affrontiamol’argomento del generatore.Questo elemento fonda-mentale dell’impianto diclimatizzazione, può esseredi tipo tradizionale, cioèuna caldaia a condensa-zione, oppure una pompa dicalore (pdc) alimentata adenergia elettrica, che sfruttaperò il calore del terreno at-

rendimento ottimale di unacaldaia a condensazione èal di sotto dei 40°C.Si deve precisare che un im-pianto di riscaldamento apannelli radianti che lavo-rano a bassa temperatura,ha tempi d’inerzia termicamolto lunghi, cioè impiegamolto tempo per arrivare intemperatura, e impiega al-trettanto tempo per raffred-darsi; significa che lo spe-gnimento può avveniremolto prima della cessa-

traverso una sonda geoter-mica.Questo sistema molto dif-fuso in Svizzera e Austria,ma poco usato nel nostroPaese, si basa su un prin-cipio di funzionamentomolto semplice: sapendoche il terreno ha una tempe-ratura costante intorno ai10/12°C, vi viene inseritauna sonda a una profonditàche può variare a secondadella potenza di cui ab-biamo bisogno. La sonda è

Tabella per il dimensionamento dimassima delle sonde geotermiche

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

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Sopra: schema esplicativo delprincipio di funzionamento dellepompe di calore;sotto: schema impianto diventilazione meccanica controllata(VMC) centralizzato

formata da tubazioni di an-data e ritorno in pvc, inse-rite entro un tubo del dia-metro di circa 12/15 cm chefa da camicia successiva-mente riempito con mate-riale bentonitico. All’in-terno della sonda vienefatto circolare un liquidovettore – generalmenteacqua glicolata – il quale as-sume la temperatura dal ter-reno; passando poi nellapompa di calore il liquidovettore cede a questa il ca-lore del terreno che, grazieall’apporto di energia elet-trica, aumenta fino a soddi-sfare il nostro fabbisogno.Il grande vantaggio diquesto sistema è che nelperiodo estivo può utiliz-zare lo stesso principio al-l’inverso per rinfrescare gliambienti.La resa dell’impianto di-pende molto dall’efficienzadella pompa di calore, valu-tata attraverso il suo Cop(Coefficenf of performance), chepuò variare da 3 a 6. Un e-sempio pratico è stato pub-blicato sul n. 1/2008 della

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 83

mamente importanti. La te-nuta all’aria della struttura èessenziale per garantire unrisultato ottimale.Il ricambio d’aria costanteche si ottiene con un im-pianto di ventilazione mec-canica controllata consentedi monitorare la tempera-tura, ma soprattutto l’umi-dità relativa, influenzata ingenere dalla presenza di uneccesso di vapore acqueoprodotto da chi vi abita edalle normali attività svolteall’interno della casa.In commercio vi sono diversitipi di impianti a ventila-zione meccanica controllata(Vmc); nella loro scelta è ne-cessario fare attenzione,perché non sempre questiimpianti hanno le stesse ca-

ratteristiche, ma soprattuttolo stesso principio di funzio-namento; in alcuni casi si de-finisce “Vmc” un impiantoche ha un aspiratore centra-lizzato che risucchia aria neivari locali e poi, attraversobocchette posizionatesopra gli infissi esterni, per-mette all’aria pulita di en-trare nell’alloggio. In questocaso è necessario fare unaconsiderazione: è vero, l’im-pianto fornisce aria pulita inmodo costante, ma l’effi-cienza energetica non c’è:infatti non si può controllarela temperatura dell’aria iningresso, ma soprattutto nonsi recupera il calore dell’ariada espellere. Sempre nel n. 1/2008 dellanostra rivista abbiamo trat-

nostra rivista, dove con unapompa di calore da 8 kw dipotenza con un Cop di 3,5 siimpegnavano solo 2,7 kw e-lettrici.

O ra analizzeremoinvece un im-pianto di ventila-

zione meccanica control-lata, abbinato a un recupe-ratore di calore. Questo si-stema è molto importante,applicato a un edificio abasso consumo, perché per-mette di ottimizzare il ri-cambio d’aria nei locali abi-tativi, recuperando fino al90% il calore già presentenell’edificio, con grandi ri-sparmi.Il funzionamento è moltosemplice: all’interno dell’e-dificio viene realizzato unsistema di canalizzazionimolto flessibili, di dimen-sioni ridotte e di facile in-stallazione. Le canalizza-zioni sono collegate ad unapparecchio recuperatore,nel quale viene convogliatal’aria calda e viziata prove-niente dai bagni e dalla cu-cina, che si incrocia, senzamischiarvisi, con l’aria pulitaaspirata dall’esterno cheviene invece immessa neilocali soggiorno e camere.L’incrocio tra l’aria calda inuscita e quella aspirata e-sternamente consente loscambio termico portandol’aria degli ambienti allatemperatura di poco infe-riore a quella ottimale.I vantaggi sono evidenti:qualità dell’aria sempre ot-tima, risparmio energeticogarantito. In un edifico abasso consumo energeticoquesti vantaggi sono estre-

tato un ulteriore migliora-mento dell’impianto Vmc, ecioè l’abbinamento con unoscambiatore geotermicoper migliorare la tempera-tura dell’aria da immetterenegli alloggi. Questo si-stema, come quello dellesonde geotermiche, sfruttail calore del terreno. In in-verno aspira aria da unpunto estremo del lotto, lacanalizza nello scambiatoregeotermico che ne aumentala temperatura, e la im-mette nell’impianto Vmcdell’abitazione ad una tem-peratura più alta. Incro-ciando poi l’aria calda in u-scita, ne aumenterà ulte-riormente la temperatura,migliorando di molto ilgrado di efficienza del recu-peratore di calore.

Nel periodo estivoil comportamen-to è lo stesso,

quando si desidera raffred-dare l’aria, la si aspira, caldadal punto estremo del lotto,la si fa passare nello scam-biatore geotermico che laraffredda, quindi la si im-mette negli ambienti, by-passando il recuperatore dicalore per evitare di riscal-darla.L’aria sarà quindi immessaad una temperatura che,quasi sempre s’avvicina aquella ottimale per il raffre-scamento, senza ulterioriimpegni di energia.È importante osservare chein questo processo avvieneanche una deumidificazionenaturale dell’aria.

(L.C.)

Schema di impianto a ventilazionemeccanica controllata (VMC) singolo

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SICUREZZA CANTIERI

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Maria TomasoniRemo Paderno Manutenzione in sicurezza

di tetti e coperture

Le manutenzioni ordinarie estraordinarie dei tetti e,ingenerale, delle parti inquota degli immobili sonoattività che necessitano diinterventi eseguiti con scru-polo e competenza. Nei prossimi anni, coperturee tetti, a causa della preve-dibile installazione sempremaggiore di impianti di con-dizionamento, fotovoltaici o

di pannelli solari, sarannopiù di prima strutture sog-gette ad un continuo moni-toraggio; di conseguenza,anche in termini di sicu-rezza, dovranno ancor di piùrispondere alla necessità diinstallare dei dispositivi an-ticaduta.È opportuno, comunque,

fare un salto di qualità ; la ne-cessità di maggior sicurezzae più efficiente manuten-zione obbligherà i manuten-tori ad accedere in quotaanche in condizioni atmo-sferiche avverse (vento,pioggia, presenza di gelo,neve ecc.) da qui la neces-sità di capire non tanto l’ob-bligo quanto l’opportunitàdi avere un sistema funzio-

nale di accesso e cammina-mento sicuro sui tetti.Un accesso facilitato in co-pertura, un percorso sicuro,la presenza di sistemi anti-caduta fissi, l’indicazione diquali debbano essere i D.P.I.idonei, unitamente ad unabuona formazione dei lavo-ratori, e non per ultimo, un

L’accesso in quotain piena sicurezzaattraverso anco-

raggi anticaduta è uno degliaspetti inderogabili finaliz-zato alla riduzione degli inci-denti mortali durante la co-struzione degli edifici e so-prattutto durante le manu-tenzioni ordinarie e straor-dinarie dei tetti,delle coper-ture, ecc.

Gli infortuni mortali per ca-dute dall’alto rappresen-tano il triste primato del set-tore edile; tetti e coper-ture,ponteggi e trabatelli,solai e mensole sono strut-ture in quota dai quali ,percaduta nel vuoto degli ope-ratori,spesso avvengonoinfortuni gravi o mortali.

diverso approccio delle im-prese a considerare la sicu-rezza in cantiere come un in-vestimento e non comespesa superflua, permette-rebbe di affrontare sottoun’ottica propositiva il pro-blema delle manutenzionidegli edifici.

I dispositivi anticadutasui tettiQuando si progetta l’instal-lazione di un dispositivo an-ticaduta sarà necessario te-nere presente che:– dovrà servire a prevenire o

trattenere la caduta dell’o-peratore, con rilevanti ri-schi di morte o lesioni per-manenti;

– il mercato, in presenza diuna notevole ed obbliga-toria domanda non qualifi-cata, può riservare sor-prese sgradevoli che, in-nanzi tutto, non assicuranoil rispetto dell’osserva-zione del punto prece-dente e comporta spese,potenzialmente anche ri-dotte, dovute ad installa-zioni inutili se non addirit-tura controproducenti,(per esempio, linee di vitache dopo 10 anni, magaridi inutilizzo, devono es-sere completamentesmontate non avendo lecaratteristiche richiestedalle norme UNI-EN 7959).In sostanza un sistema an-ticaduta progettato, co-struito ed installato inmodo scorretto, non solonon è sicuro, ma può tra-sformarsi in una vera trap-pola per l’utilizzatore.La progettazione presup-pone l’acquisizione di unaserie di nozioni teoriche e

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SICUREZZA CANTIERI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 85

Per eseguire correttamentela progettazione di un si-stema anticaduta dall’alto anorma UNI EN 795, va consi-derata attentamente lascelta dei singoli dispositivitenendo conto di:• tipologia e conformazione

del fabbricato;• tipologia della struttura e

del manto di copertura;• quali e quanti tipi di inter-

vento sono previsti per ilfuturo sulla copertura te-nendo conto della sicu-rezza del sistema;

• impatto ambientale e ar-chitettonico.

Il mercato offre diversi tipi diancoraggio a norma UNI EN795 suddivisi in classi e pre-cisamente:

Classe A 1La classe A1 comprende an-coraggi strutturali progettatiper essere fissati a superficiverticali, orizzontali ed incli-nate; per esempio:– ancoraggio fisso idoneo

per 1 operatore;

– palo multiposizionale i-doneo per 1 operatore;

– ancoraggio multiposizio-nale idoneo per 2 opera-tori

Classe A2La classe A2 comprende an-coraggi strutturali progettatiper essere fissati a tetti incli-nati idonei per 1 operatore;per esempio:

Il fabbricante for-nisce le istruzioniper l’installazionedegli ancoraggi A 1.Gli installatori de-

vono accertare l’idoneità deimateriali di supporto ai qualivengono fissati i dispositividi ancoraggio strutturali.Per il fissaggio su acciaio olegno la progettazione e l’in-stallazione dovrebbero es-sere verificate mediante cal-coli da un ingegnere qualifi-cato per stabilire se sono ingrado di sostenere la forzadella prova tipo richiestadalle norme UNI EN 795.Per il fissaggio in altri mate-

pratiche. Il potersi affidareall’esperienza, in questocaso, non è sicuramentesufficiente, né tanto menoconsigliabile.Si può compiere,in ognimodo, un percorso di for-mazione mediante corsitenuti direttamente daiproduttori, aggiornarsimediante le numerosepubblicazioni del settoreed avvalersi della consu-lenza di organizzazioni giàoperanti nel settore.Prima di realizzare un si-stema anticaduta bisognatener conto dei rischi deri-vanti da:- oscillazione del corpo

con urto contro ostacoli(“effetto pendolo”);

- arresto del moto di ca-duta per effetto dellesollecitazioni trasmessedall’imbracatura sulcorpo;

- sospensione inerte delcorpo dell’utilizzatoreche resta appeso al di-spositivo di arresto ca-duta.

Durante lo svolgimentodel lavoro in quota, un as-sistente (preposto) devesempre sorvegliare le ope-razioni da una posizioneche gli permetta di inter-venire immediatamente,sia per prestare aiuto all’o-peratore che si dovessetrovare in difficoltà, sia perprovvedere alla movimen-tazione del materiale ne-cessario alla posa degli an-coraggi.Il preposto è un operatoreadeguatamente preparatoa risolvere le situazioni a ri-schio causate da incidentinon prevedibili.

riali (cemento armato - late-rizio compatto - pietra - ecc),l’installatore deve verifi-carne l’idoneità eseguendouna prova su un campionedel materiale (testimone).

Classe CLa classe C comprende di-spositivi di ancoraggio che

utilizzano linee di anco-raggio flessibili orizzon-tali. Per linea orizzontale siintende una linea chedevia dall’orizzonte pernon più di 15 gradi.A differenza delle classiA1 e A2, la linea di vitadeve essere dimensio-

nata tenendo conto:- delle istruzioni per l’appli-cazione dove viene indicatala forza massima consentitasugli ancoraggi strutturali diestremità ed intermedi;- del numero degli operatoricollegabili in contempo-ranea;- della applicazione di assor-bitori di energia;- dei requisiti relativi alla di-stanza del suolo.

Il fascicolo tecnicodella coperturadeve contenere:1. Progetto d’installazione in-dicando:

RettificaNel numero scorso della rivista, a pagina 80, l’articolo “Il Testo Unicodella Sicurezza” è il tema trattato nel convegno dell’8 luglio al Tartaglia,recava, per un incredibile lapsus calami, la firma di una … sconosciutaLaura Bettari. Ovviamente si trattava invece della ben nota e bravissimacollega Nadia Bettari, alla quale, come è giusto, restituiamo le esattegeneralità, insieme con le scuse del responsabile del misfatto. (FL)

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SICUREZZA CANTIERI

86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

sizionali);- lunghezza totale linea vita (

classe C );- distanza massima fra punti

intermedi (classe C);- risultante della forza sul

cavo = T;- freccia della deflessione

del cavo = F;- resistenza minima alla rot-

tura del supporto R=Tx2.3. Dichiarazione di conformitàdei componenti utilizzati:- Pali –supporti-staffe – (cer-

tificate dal produttore ocalcolate da un ingegnere).

4. Dichiarazione di correttainstallazione da parte dell’in-stallatore autorizzato – e-ventuali fotografie dell’in-stallazione.

5. Targhetta identificativacon indicato:- numero max di operatori;- lunghezza massima D.P.I.;- data prossima ispezione; - codice di installazione ;- numero di assorbitori;- lunghezza del sistema.6. Istruzioni d’uso (indica-zione dei D.P.I. idonei ) e di

- il punto di accesso alla co-pertura ;

- percorso sicuro;- valutazione ed elimina-

zione dell’effetto pendolo;- verifica strutturale;- realizzo di un sistema che

permetta all’operatore diaccedere a tutta la coper-tura rimanendo sempre insicurezza.

2. Dimensionamento del si-stema indicando:- Numero max di utilizzatori

per i vari tipo di ancoraggi(classe A1 – A2 – e multi po-

manutenzione (indicare laperiodicità della verifica delsistema).7. Scheda di verifica ( normaUNI EN 79).Una copia del fascicolo del-l’opera viene allegata alla ri-chiesta di agibilità del fab-bricato, mentre l’originaledeve essere fornito al pro-prietario o comunque al re-sponsabile dell’immobile(amministratore condomi-niale, responsabile della si-curezza nel caso di attivitànon residenziali, ecc.)Il fascicolo deve essere con-sultato dagli operatori,prima di ogni operazione la-vorativa ( manutenzione or-dinaria , straordinaria o di re-visione dell’opera).

Di seguito proponiamo unoschema di progetto che ri-copia le modalità in cui si u-tilizzano i prodotti della“Linea Vita”ed esempi diposizionamento dispositividi sicurezza fissi per tipo-logie diverse di tetti.

Normativa• D.Lgs. 9 aprile 2008 n.81•Titolo IV•Capo IISez II– Art. 112 “idoneità delle o-pere provvisionali”;– Art. 115 “sistemi di prote-zione contro le cadute dal-l’alto”.Sez IV– Art. 122 “ponteggi ed o-pere provvisionali”.Sez VIIArt. 148 “lavori speciali”.•Capo III– Art. 158 “sanzioni per icoordinatori”.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 87

PROSPETTO EST

PIANTA TETTO

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PROSPETTO SUD

PROSPETTO OVEST

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SICUREZZA CANTIERI

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PROSPETTO NORD

SEZIONE A_A

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SICUREZZA CANTIERI

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TIPOLOGIA TETTO A CAPANNA

TIPOLOGIA TETTO A PADIGLIONE

LEGENDA

TIPOLOGIA MISTA

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TECNICA

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Arch. Andrea Botti La pietra e l’acqua

moria le forme spigolose delblocco di cava con le suefacce lisce ed ortogonali la-vorate con la precisione delfilo diamantato. Quando ladistanza si riduce prendeconsistenza la variegata tes-situra delle pareti, segnateda una sottile e precisa stra-tigrafia orizzontale fatta di e-lementi litici sovrapposti acorsi variabili posati a giuntochiuso: una grande pietrafatta di pietre. Sul fronteprincipale, prospiciente lavalle, l’uniformità superfi-ciale è interrotta solo da al-

cune bucature che denun-ciano la gerarchia degli spaziinterni di una costruzioneneutra che «…accetta il pae-saggio circostante, non cercad’imporsi né di nascondersi(…), un antimodello del tu-rismo di massa». Dall’albergo pre-esistentesi accede alle nuove termeattraverso un percorso sot-terraneo che conduce ad unambiente arcaico, pensatocome un continuum di spazi-cavità sempre più grandi(metafora di caverne “conangoli retti”), collegati fra

loro da stretti corridoi checonducono alla luce delgiorno e alla vista panora-mica della valle. Incorniciataarchitettonicamente inquadri immensi entra pre-potentemente negli am-bienti interni e può essereammirata dalla vasca cen-trale all’aperto.

Gli spazi termali,sintesi del pro-fondo legame fra

elementi naturali come lapietra, l’acqua, la luce, sonoi luoghi nei quali l’antico ri-

tuale del bagno viene re-in-terpretato, spogliato dellesue connotazioni folclori-stiche, riportato al signifi-cato primigenio. Tutte le pareti, interne ed e-sterne, sono state realizzateutilizzando una pietra localechiamata gneis di Vals, unaquarzite silicea e scistosa, e-stratta mille metri più in altoed originariamente impie-gata in lastre per la realizza-zione delle coperture. Il ma-teriale cavato è stato poi ri-dotto in lastre sottili o inlunghi masselli di diverse

Nel Canton dei Gri-gioni, in una con-ca valliva a circa

1200 metri sul livello delmare si trova il villaggio diVals, famoso per la presenzadi una fonte naturale d’a-cqua calda, terapeutica, chesgorga direttamente dallamontagna. In questo con-testo sorgeva già nel 1893 unalbergo, successivamentesostituito da un complessotermale realizzato a metàdel secolo scorso che, neglianni ’90, l’amministrazionelocale ha deciso di recupe-

rare e completare attraversola realizzazione di una nuovastruttura ricettiva. Il pro-getto, affidato all’architettolocale Peter Zumthor, pun-tava a rilanciare l’immaginedi Vals come località termaled’eccellenza. Il nuovo edificio, iniziato nel1994 ed inaugurato due annidopo, si presenta oggi comeun volume di pietra, domi-nato dalla dimensione oriz-zontale, con una coperturapiana verde, addossato alversante della montagna. Dalontano richiama alla me-

dimensioni (con spessori di3,1 o 4,7 o 6,3 centimetri elunghezze variabili di 37,5 o50 o 62,5 o 75 centimetri edanche a correre), attraversoun’attenta e paziente valu-tazione sia in fase proget-tuale che esecutiva (le tolle-ranze dimensionali per laproduzione delle pietre siaggiravano intorno a 1/10 dimm) destinata ad evitarequelle modifiche di spes-sori, in opera, necessarie perraccordare aperture, scale oaltri elementi dell’architet-tura. Aggiustamenti che a-

vrebbero inevitabilmentecompromesso la continuitàdei corsi lungo tutte le su-perfici parietali.Le metodologia adottata daZumthor, in questo caso spe-cifico, è ispirata dalla tecnicacostruttiva del muro compositodi Vals, anticamente impie-gato per il contenimentodelle strade di montagna. Lasoluzione, originariamente asacco, è stata re-interpretatamediante l’invenzione di o-pere murarie ottenute dal-l’unione di lastre in pietra ecemento armato. I sottili ele-

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TECNICA

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ai diversim o m e n t idella gior-nata, inte-grati dallap r e s e n z ap u n t u a l edella luce ar-tificiale checontribuiscead enfatiz-zare le qua-lità mate-riche della pietra locale.Tutto nelle terme di Vals, daipavimenti alle vasche, daisoffitti alle scale, dalle

panche ai vani delle porte èstato pensato in base alprincipio della stratifica-zione continua dei materialilapidei (circa 60.000 lastre dipietra), una regola che hacondizionato anche l'imper-meabilizzazione delle va-sche e dei pavimenti, la rea-lizzazione dei troppopienodelle vasche, degli scarichidella depurazione, dellebocche di ingresso e uscitad’aria, spesso integrati nellamassa muraria o nei soffitti.Per questo l’edificio “al ru-stico” risultava già quasi

pronto. Leterme com-pletate, in-fatti, mo-strano solopochi det-tagli in piùcome ad e-sempio i cana-letti di scoloo t t e n u t idalla lavora-zione del pa-

vimento di pietra, i corri-mano, i tubi di ottone chespuntano dalla muratura in-terna e dai quali sgorga

l'acqua termale naturale otrattata nelle diverse vaschee canali. Ciò non sarebbestato possibile senza un pro-getto rigoroso, dettagliato,privo di elementi irrisolti etale da evitare improvvisatesoluzioni di adattamento. Con quest’opera, famosa intutto il mondo anche graziealla consacrazione ameri-cana, avvenuta nel 1998 sulNew York Times attraversoun articolo dal titolo “Losvizzero mistico dell'archi-tettura”, Peter Zumthor èormai uno dei progettisti più

menti litici, posati per so-vrapposizione in base ai dif-ferenti spessori (rigorosa-mente definiti in un abaco),svolgono la funzione di uncassero naturale, cresciutoper elevazioni successive di80 centimetri, in grado dicontenere il getto e l’arma-tura. La struttura portantecosì ottenuta, efficace dalpunto di vista statico, è ba-sata su uno stretto legamefra calcestruzzo armato epietra, ulteriormente accen-tuato dallo sfalsamento deimanufatti (di differenti lar-

ghezze) in opera a contattocon il getto. Il risultato èquello di volumi murari mo-nolitici, costituiti da listesfalsate in modo da ottenereun disegno superficiale, contonalità di grigio e verde,che è stato spesso interpre-tato come metafora di untessuto.La soluzione ipogea dell’e-dificio ha indotto, inoltre, ilmaestro svizzero, ad inserirenella copertura fenditureche introducono fasci di lucenaturale sempre differentein relazione alle stagioni ed

celebrati, grazie anche alsuo linguaggio progettualelegato alla matericità dellecose, probabilmente in-fluenzato dalla formazionedi ebanista e solo successi-vamente di architetto che,tuttavia, sa in prima personacome tagliare e giuntareun’asse di legno, oppurecome si spacca una pietra ecome si monta un tetto.Oggi, a distanza di 12 annidalla nascita delle “terme”,riceve incarichi in tutto ilmondo, è membro onorariodell’Akademie der Künste di

Berlino e del Bund DeutscherArchitekten in Germania ed in-segna all’Accademia di Ar-chitettura di Mendrisio masecondo recenti intervistepare che nulla abbia cam-biato il suo stile schivo e lesue convinzioni personalied estetiche; «a me – puntua-lizzava in una intervista – in-teressano soltanto le cose che (…)sono in grado di provocare emozionie di attirare i miei sentimenti; questoè il nocciolo duro della vita quoti-diana. Il resto non mi interessa».

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TECNICA

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Alessandra Pelizzari L’estetica delle facciatein relazione al coloreed ai materiali

La resa estetica del-le facciate, o me-glio, della loro pit-

turazione in conformità aconcetti, idee e proposteche possano dialogare inmodo armonico con l’archi-tettura esistente, riguardal’assimilazione, ancora infase progettuale,di ricercheconcernenti sia la storia del-l’edificio, il contesto citta-dino, urbanistico in cui sitrova lo stabile, l’evidenzia-zione ed il confronto tra ma-teriali nuovi e riscoperta deivecchi nel rispetto dellaconservazione/partecipa-zione ad un piano colore le-gato al territorio e contem-poraneamente alla funzionevisiva dello stabile in og-getto.Spesso i rapporti cromaticitra edificio e contesto dannoluogo a contrapposizioni traSoprintendenza e ammini-strazioni comunali che sipossono risolvere attra-verso un costruttivo dibat-tito in cui si mettono in mo-stra ricerche di carattere sto-rico, tecnico e applicazionidi genere estetico che ripor-tano alla redazione di pianicolore mirati al raggiungi-mento di soluzioni teoricopratiche anche legate allatradizione di un territorio.Il tema del colore, almenoda due secoli, ha il compitodi rappresentare la buonaqualità di un edificio, quan-do spesso questioni di ca-rattere quantitativo la tra-scurano.Il colore fa parte dei mezzidell’architettura, come lapietra, il cemento armato, illegno etc., essi creano già diper sè stessi situazioni este-

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TECNICA

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La preziosità del luogo da a-bitare, si riconosce facil-mente dall’abito che loveste; adeguate pitturazionidevono rispondere al gustoe alle aspettative della resacromatica e delle modula-zioni tonali-decorative.

P otrebbe sembrareriduttivo voler li-mitare a pochi

schemi i complessi effetticromatico-compositivi delleassociazioni di colore di unparticolare contesto urbani-stico territoriale dovuto allealternanze delle modula-zioni plastiche ed ai tratta-menti tecnici tradizionali dicui l’edificio è portatore chesono condizionati sia dall’o-rientamento sia dall’illumi-nazione. Va purtroppo tenuto pre-sente da parte di alcuni pro-

tiche dalle quali non ci si puòesimere nell’economia di unprogetto relativo alla buonavisibilità di uno stabile.Generalmente i piani cro-matici delle pubbliche am-ministrazioni si limitano al-l’imposizione di alcuni co-lori e di alcune modalitàd’impiego che i cittadini do-vrebbero rispettare, ma iveri autori delle scelte sonoi progettisti che in concorsocon artigiani preparano pro-getti-colore in armonia con idictat delle amministrazionicomunali scendendo piùnello specifico dell’attua-zione e dando particolare at-tenzione, non solo ai pre-supposti di carattere tecnicocompositivo della facciata,ma anche al gusto e alle a-spettative del committenteche ne usufruirà in primapersona.

gettisti la tendenza a volerriprodurre lo stato cromaticopresunto originale, con ri-proposizioni smaccate delprobabile stato originariodel colore; simili accorgi-menti così artificiosi, risul-tano disarmonici nella nega-zione di mutamenti che ne-cessariamente sono avve-nuti sia da un punto di vistaurbanistico sia territoriale; atestimonianza cioè delluogo che è maturato fino adoggi attraverso i tempi.

R icordo, al riguardo,la teoria di CesareBrandi sulle scelte

da attuarsi per le colorazionidi edifici storici (si conside-rano tali in Italia gli edificicostruiti fino al 1950) sog-getti a rinfreschi o restauri.

La facciata dell’edificio di Via VittorioVeneto a Brescia, primadell’intervento.In questa pagina, sopra: particolaredi differenti tipi di malgama estrollato emersi dopo il discialbo;sotto: particolare delle cornici

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Particolare di elemento decorativodella facciata (a sinistra) e ladocumentazione dello stato didegrado delle parti cementizie;in basso, vista d’insieme del palazzodi Via Monte Grappa

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Secondo essa, ogni città èuno spazio in divenire chenon si può cristallizzare, per-tanto, avendo come unico ri-ferimento un determinatoperiodo storico nel qualeogni atto tende ad unificaregli elementi che compon-gono l’immagine, non puòprescindere dai criteri direndere leggibile la vicendastorica... Infatti se la cromiaoriginaria documentata ap-partiene ad un ambito tem-porale specifico, la sceltapuò costituire un metodo diricerca riduttivo anche sediffuso e spesso impostoper legge.

In casi simili è meglioriferirsi ad una colori-tura intermedia tra le

possibilità cromatiche evi-denziate nel corso della ri-cerca storica senza che esseappartengano in modo e-sclusivo ad un unico pe-riodo, che non è ora e nonsarà più.Quindi pur conservando e-lementi di qualità e tempe-rature cromatiche similarialla maggior parte dei risul-tati rinvenuti, essi dovrannoessere relazionati al con-testo dove la struttura sitrova.Il contesto urbanistico terri-toriale spesso si avvale di ti-pologie architettoniche chepossono influenzare sia lescelte dei materiali struttu-rali, sia di quelle coloristichee delle cromie di tinteggia-tura. La stesura di un pianocolore deve avvalersi diquelle regole base che met-tono in evidenza vari aspetticoncorrenti:– osservazione delle carat-

teristiche della strada;– riproposizione ritmica di

tecniche e definizioni cro-matiche;

– selezione delle tipologiedegli intonaci e dei mate-riali;

– equilibri dei rapporti spa-

ziali delle superfici;– ambiti di pertinenza delle

tonalità calde o freddedelle coloriture da adot-tare;

– cernita delle qualità degliintonaci che possono sup-portare differenti generi di

qualità pittoriche.Prendiamo come esempio ilavori effettuati negli ultimidue anni per il restauro dellefacciate dei palazzi dall’Isti-tuto Autonomo Case Popo-lari per i dipendenti delleFerrovie dello Stato della

Il palazzo di Via Monte Grappa dopoi lavori di restauro

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Sempre in Via Monte Grappa, lostato di un altro edificio prima e dopoi lavori di restauro

Via S. Eustacchio, Via Trento,Via Bredina, Via Monte Nero,Via Chiassi e altre vie minorierano già esistenti ed in fasedi ampliamento mentre laVia Monte Grappa è natacontestualmente al palazzoe fu inaugurata nell’anno1935 circa.

Lo stile edificativodi tutta la via è con-temporaneo del-

l’epoca, si nota una similitu-dine tra tutti gli edifici delledimensioni di quello in og-getto e vi si può chiaramentevedere un’impronta di tipo“decò-classicista”.Il palazzo risultava ubicato,all’epoca della realizza-zione, nella prima periferiadella città e sorgeva nelle vi-cinanze di un’area militare,chiamata Campo di Marte,costituita da vari immobiliad uso militare e dal campoaddestramento attualmenteutilizzato ad uso sportivo

nostra città nella zona di ViaVittorio Veneto e Via Monte-grappa.In sede di progetto di riqua-lificazione degli stabili (cherisalgono agli anni ’30 del’900), si osservano diverseapplicazioni di modalitàd’intervento che fanno capoai presupposti di cui tenereconto nell’attuazione delpiano colore. Molto utile alriguardo la rilettura della re-lazione allegata al progetto afirma del geom. Roberto Mi-gliorati qui allegato.«Nel Piano Regolatore delComune di Brescia l’edificioè stato inserito in una zonadi tipo A2-R1 “città residen-ziale - edifici da risanare”…“La realizzazione dell’im-mobile risale agli anni com-presi tra 1928 ed il 1932 e ri-sulta edificato nel contestogenerale della Via MonteGrappa stessa.Le strade che oggi sono de-nominate Via S. Bartolomeo,

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tistico martellinato, balconicon parapetto in muraturaintonacati, nicchie e decora-zioni varie.Gli affacci interni, verso ilcortile, presentano, in gene-rale, una certa uniformitàmantenendo, in linea dimassima, lo stile architetto-nico dell’edificio con l’evi-denziazione di marcapiani,fasce di decoro, soprattuttoin corrispondenza dei vaniscala, nella fascia sottogronda, ma la povertà dellefacciate rende chiaro il pocointeresse del progettista e ilpoco valore con cui si è pro-ceduto alla realizzazione diquesta porzione di edificio.I balconi con affaccio in-terno, al contrario di quelliprospicienti Via Veneto eVia Monte Grappa, sonomolto semplici e piccoli erealizzati con cemento ar-mato e dotati di parapetti inferro a semplice disegno.

A parte alcuni pic-coli inserti realiz-zati con cementi

artistici martellinati o sem-plicemente levigati tutte lefacciate interne hanno fini-tura caratterizzata da into-naco a base cementizia con

finitura al civile e semplice-mente tinteggiato.L’affaccio su Via MonteGrappa (fotografie dalla 6alla 10) è caratterizzato dauna linearità delle figuregeometriche che, ripeten-dosi in funzione dell’altezzadel fabbricato, ne determi-nano la caratteristica archi-tettonica.Le facciate sono costituiteda vari materiali utilizzati,

anche in modo ripetitivo esimmetrico, caratterizzan-done la partizione di chiaro-scuri dando una lettura sem-plice e univoca dell’architet-tura dell’edificio».Nel progetto in esempio, i li-velli d’intervento della per-cezione cromatica conside-rati sono stati:1 - Analisi e valorizzazione

del colore naturale deimateriali, approccio allacomposizione cromaticadelle variazioni di den-sità e aspetto superfi-ciale, che agisce sullapercezione a distanza.

2 - Analisi delle tinte-coloreapplicate sul supporto

militare.La aree limitrofe, verso laparte nord di Brescia si pre-sentavano per lo più adibitea campi di coltivazione in at-tesa dello sviluppo demo-grafico ed espansivo dellacittà avvenuto nel primo do-poguerra.A ridosso del fabbricato, sullato di Via Veneto, negli anni’50/60 (come si evince dallafotografia allegata alla pre-sente e scattata in quel pe-riodo) venne edificato un e-dificio di tipo moderno,sempre con pianta a “C” inmodo tale da creare un iso-lato, sebbene distinto nelledue diverse proprietà, con icortili delimitati da un murodivisorio.Attualmente l’immobile èinserito in una zona di tiporesidenziale piuttostodensa con la presenza di pic-cole attività commerciali si-tuate, soprattutto ai pianiterra degli edifici.Le facciate esterne presen-tano un numero consistentedi particolari artistici ed ar-chitettonici quali contorni difinestre, architravi e decoriattorno ai portoncini d’in-gresso e del cancello carraio,marcapiani in cementino ar-

sia continuo che discon-tinuo con gamma di va-riazione ampia e recu-pero referti storici insede di rilievo (indivi-duazione delle terre, deimateriali lapidei e degliossidi, delle tecnologie edelle lavorazioni tradi-zionali in funzione di unaricostruzione delle tintepreesistenti tipiche.

3 - Influenza degli accosta-

menti e delle caratteri-stiche degli elementi de-corativi nel contesto d’in-sieme,infatti la tinta difondo agirà, anche se nonconnessa direttamente,sulle sottolineature cheregolano l’apparato de-corativo: cornicioni, mar-capiani, edicole..

La resa cromatica pertanto siè connessa al tipo di sup-porto, alle sue caratteri-stiche di grana, di satura-zione e luminosità che va-riano anche in funzione alladimensione di campo delfronte interessato da feno-meni di illuminazione, so-lare o artificiali.

Cornice e strollato prima e dopol’intervento di restauro.

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prattutto ad alcuni elementidelle facciate piú rovinatiperchè soggetti a degradotraumatico dovuto a sovrae-sposizione termica, maanche a sovraccarico di pa-tine e croste calcaree di pas-sate ridipinture che nonhanno tenuto presente ilgiusto aggrappo del film cro-matico.

I n questo caso sonostate utilizzate maltecementizie pigmen-

tate con cromie caratteriz-zanti gli effetti architettonicie decorativi di pieni e vuotitra gli elementi, che conferi-vano una veste riconoscibileagli edifici modulati da talegenere di interventi nel pa-norama del contesto citta-dino del luogo.Con il passaggio del tempola sensazione della granigliache ricorda la pietra scolpitae le cromie ad essa desti-nate sono scomparse per-tanto, nella logica delle ar-gomentazioni sopra trattateil geometra progettista in-sieme alla restauratricecompetente hanno ritenutoopportuno tornare alle ori-gini con una prima azione didiscialbo che ha messo inluce le caratteristiche per-

dute dell’edificio originale.Da lì si sono dovuti risolvereproblemi di consolida-mento e poi optare, attra-verso ricerche di caratterestratigrafico, per la cromiapiù indicata delle parti da ri-dipingere in osservanza diquelle originali insieme allemutate aspettative di gustoe armonia del contesto so-cioculturale del territorio e-volutosi nel tempo.Per quanto riguarda il bu-gnato e i costoloni si è recu-perato un tono intermediodel colore originale recupe-rando con attenta metodo-logia i cementi decorativi va-riamente alterati per:– depositi di sporco, polveri,

croste che portano ad alte-razioni cromatiche;

– flore batteriche (muschi, li-cheni,) di colore verde,nero, bruno;

– infiltrazioni di acqua do-vute a microfessure checon il gelo aumentano ilvolume e creano fenomenidi stress e decoesione;

– macchie di ruggine origi-nate dall’ossidazione deiferri di armatura.

Così le fasi di ripristino at-tuate sono state:– pulitura generale con mi-

crosabbiatura a bassa

Si sono effettuati interventidi manuntenzione dei tetti edelle facciate che hanno sol-levato la necessità di ap-profondire corrette metodo-logie esecutive in forza dicambiamenti avvenuti siada un punto di vista urbani-stico che sociale nel corsodel tempo per quanto ri-guarda una tipologia ediliziaun tempo popolare e oggidifferenziata nelle pro-prietà, molte private e altreancora dell’amministra-zione comunale.Nei vari casi hanno operatodiversi tecnici e imprese co-stituendo un ampio pano-rama di applicazione di me-todi, mezzi e sistemi di ripri-stino, nei confronti della sal-vaguardia del bene storicocondiviso dalla cittadinanzaalmeno da un punto di vistaestetico.Osservando i lavori svoltiper il Condominio Monte-grappa si nota in particolarecome a più livelli si sia cer-cato di lavorare nel rispettodelle caratteristiche este-tiche e storiche dovute ai pa-rametri decorativi che carat-terizzano i prospetti dellefacciate e in particolar modoarchitettonicamente le su-perfici che presentano varia-zioni modulari in cementodecorativo dell’epoca nellaforma di finti bugnati, cor-nici, contorni alle fine-stre,marcapiani, strollati ealtro.Pochi sono oggi gli artigianiabili ed attrezzati, in gradodi utilizzare sapientementel’arte del calcestruzzo a finidecorativi; le problematicheche spesso sorgono inquesti casi sono riferibili so-

pressione;– discialbo dove possibile;– trattamenti passivanti per

ferro;– stuccatura delle lacune con

malte a base di graniglie dicalce e cemento portlandadeguatamente pigmen-tate;

– inserimento di perni in ac-ciaio laddove le lacune sisono dimostrate moltoampie.

Riferendoci alla tinteggia-tura, una volta stabiliti i pa-rametri tintometrici ade-guati (confrontati anche conle stratigrafie effettuate) si èutilizzata una pittura silossa-nica capace di aggrapparsiall’intonaco a base cemen-tizia già utilizzato all’epoca,preventivamente stuccatocon prodotti sempre a basecementizia, al fine di evitarefuturi problemi di coesione-compatibilità.

Si ringraziano per i contributi informa-tivi il geom.Roberto Migliorati e ladott.sa Elisa Pedretti.

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CONDOMINIO

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Francesco Ganda Targa di condominio,detrazione del 55% e distaccodal riscaldamento comune

modello di targa cui confor-marsi, ma prevediamo che-sarà predisposto in un pros-simo futuro.Il fine dell’iniziativa è quellodi consentire, in caso di ne-cessità, l’immediata rintrac-ciabilità da parte degli Ufficicomunali degli amministra-tori condominiali.

Aggiornamentosulla detrazione del 55%La detrazione del 55% per lariqualificazione enegeticadegli edifici è stata appro-vata con la legge di conver-sione n. 2 del 28 gennaio2009 del Dl 185 del 2008, ap-provato con modifiche intro-dotte dal disegno di legge di

conversione.L’art. 29, commi 6-11: creditidel 55% per il risparmio e-nergetico (segue). Chi vuoleusufruire della detrazioneIrpef o Ires del 55% per inter-venti di riqualificazione e-nergetica degli edifici effet-tuati nel 2008, dovrà rispet-tare gli stessi adempimentiprevisti nel 2007, senza in-viare domande o comunica-zioni all’Agenzia delle En-trate. Per le spese sostenutea partire dal 1° gennaio 2009,la detrazione d’impostalorda deve essere ripartitain cinque rate annuali di pariimporto (anziché in tre odieci anni come avvieneoggi). Non è previsto un

MonitoraggiocondominialeNell’ambito del “ProgettoBrescia sicura” si è conve-nuto tra il Comune di Brescia(Area Sicurezza e Polizia Lo-cale), l’ANCI Brescia, l’A-NAMMI Brescia e il Collegiogeometri della provincia diBrescia di provvedere al-l’applicazione, su ogni edi-ficio condominiale ammini-strato da un aderente ai sud-detti enti, di una targa di ri-conoscibilità riportante l’in-testazione del Comune diBrescia, il nome del condo-minio, nome, cognome reca-pito e numero telefonicodell’amministratore. Attual-mente non esiste ancora un

tetto di spesa: il contri-buente fruisce in via auto-matica del beneficio fiscale,inviando alle Entrate una co-municazione ad hoc, se-condo termini e modalitàstabilite con provvedi-mento del Direttore dell’A-genzia da emanare entro 30giorni dalla data di entrata invigore della legge di conver-sione del Dl 185/08.di seguito diamo un elencoesemplificativo di interventiammissibili a fruire della de-trazione Irpef, salvo verificadella conformità alle normeedilizie locali.

Detrazione Irpef del 36% sulle singole unità abitative

Accorpamenti di locali o di altre unità immobiliari: spostamento di alcunilocali da una unità immobiliare ad altra o anche unione di due unità immo-biliari con opere esterne.

Allargamento porte: con demolizioni di modesta entità, realizzazione di chiu-sure o aperture interne che non modifichino lo schema distributivo delle u-nità immobiliari e dell’edificio.

Allargamento porte e finestre esterne: con demolizioni di modeste porzionidi muratura.

Allarme finestre esterne: installazione, sostituzione dell’impianto o ripara-zione con innovazioni.

Ampliamento con formazione di volumi tecnici: demolizione e/o costru-zione scale, vano ascensore, locale caldaia, ecc. con opere interne ed e-sterne

Ampliamento locali: demolizione e/o costruzione ampliando volumetrie esi-stenti (detraibile purché non sia un nuovo appartamento).

Apertura interna: apertura vano porta per unire due unità immobiliari o altrilocali con opere interne o apertura sul pianerottolo interno.

Ascensore: nuova installazione o sostituzione di quello preesistente (esternoo interno) con altro avente caratteri essenziali diversi, oppure per adegua-mento legge 13/89.

Balconi: rifacimento con altro avente caratteri diversi (materiali, finiture e co-lori) da quelli preesistenti e nuova costruzione.

Barriere architettoniche: eliminazione.

Box auto: nuova costruzione (detraibile, purché reso pertinenziale di una unitàimmobiliare).

Cablatura degli edifici: opere finalizzate alla cablatura degli edifici, a condi-zione che interconnettano tutte le unità immobiliari residenziali.

Caldaia: sostituzione o riparazione con innovazioni.

Caloriferi e condizionatori: sostituzione con altri di diverso tipo e riparazioneo installazione di singoli elementi (detraibile nelle singole unità immobiliarise si tratta di opere finalizzate al risparmio energetico). Installazione dimacchinari esterni.

Cancelli esterni: nuova realizzazione o sostituzione con altri aventi caratteri-stiche diverse (materiali, dimensioni e colore) da quelle preesistenti.

Canna fumaria: nuova costruzione interna o esterna o rifacimento modifi-cando i caratteri preesistenti.

Cantine: effettuazione di suddivisioni interne con demolizioni e ricostruzionitavolati opere esterne con modifiche delle caratteristiche delle pareti,portee finestre.

Centrale idrica: riparazioni varie con modifiche distributive interne o esterne.Nuova costruzione (volume tecnico) nell’ambito di un’operazione di manu-tenzione straordinaria, di un restauro o di una ristrutturazione.

Centrale termica: riparzioni varie interne ed esterne, conservando le caratte-ristiche (materiali, sagome e colori) uguali a quelle preesistenti (opere mu-rarie). Con modifiche distributive interne. Con modifiche esterne (sagoma,materiali e colori nuova costruzione (volume tecnico) nell’ambito di un’o-perazione di manutenzione straordinaria, di un restauro o di una ristruttu-razione.

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CONDOMINIO

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Citofoni, videocitofoni e telecamere: sostituzione o nuova installazione conopere murarie occorrenti.

Contenimento dell’inquinamento acustico: opere finalizzate al conteni-mento realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette (de-traibile, purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge).

Cornicioni: nuova formazione o rifacimento con caratteristiche diverse daquelle preesistenti.

Davanzali finestre e balconi: nuova realizzazione o sostituzione di quellipreesistenti con altri aventi caratteristiche diverse (materiali, finiture e co-lori).

Facciata: rifacimento, anche parziale, modificando materiali e/o colori (anchesolo i colori).

Finestra: nuova apertura o modifica di quelle preesistenti. Sostituzione con fi-nestre di sagoma, materiali e colori diversi.

Fognatura: nuova costruzione o rifacimento con dimensioni e/o percorso di-versi da quello preesistente, con opere interne o esterne (dal limite di pro-prietà fino alla fognatura pubblica).

Garage: riparazioni varie e sostituzioni di parti con caratteristiche diverse daquelle esistenti.Nuova costruzione (detraibile, se reso pertinenziale ad unaunità immobiliare);

Gradini scale: sostituzione gradini interni e esterni, modificando la forma, ledimensioni o i materiali preesistenti.

Grondaie: nuova installazione o sostituzione con modifiche della situazionepreesistente.

Impianto di riscaldamento autonomo interno (purché conforme alla L.46/90): nuovo impianto senza opere edilizie. Nuovo impianto con opere e-dilizieesterne (canna fumaria e/o altre opere interne o esterne) per riscal-damento o ventilazione.Riparazioni con ammodernamenti e/o innovazioni.

Impianto idraulico: sostituzione o riparazione con innovazioni rispetto alpreesistente.

Inferriata fissa: sostituzione con innovazioni rispetto alla situazione preesi-stente. Nuova installazione con o senza opere esterne.

Infissi esterni: nuova installazione o sostituzione con altri aventi sagoma,ma-teriali o colori diversi (solo se riguarda l’intera facciata).

Intonaci esterni facciata: intonaci tinteggiatura esterna con modifiche a ma-teriali e/o colori

Lastrico solare: rifacimento con materiali diversi rispetto a quelli preesistenti.

Locale caldaia: riparazioni murarie varie con modifiche rispetto alla situazionepreesistente.Nuova formazione (volume tecnico) o esecuzione di interventiesterni che modificano materiali, finiture, colori.

Lucernari: nuova formazione o sostituzione con altri aventi caratteri (sagomae colori) diversi da quelli preesistenti.

Mansarda: modifiche interne ed esterne con opere edilizie, senza modificarnela destinazione d’uso.

Marciapiede: nuova realizzazione su suolo privato.

Messa a norma degli edifici: interventi di messa a norma degli edifici (de-

traibile, purché compresa nella categoria di cui all’art. 1 L. 449/97 e sianopresentate le certificazioni di legge).

Montacarichi: nuova installazione e sostituzione di quello preesistente conaltro avente caratteristiche (materiali e colori) diverse da quelle preesi-stenti.

Muri di cinta: realizzazione e sostituzione con modificazioni rispetto alla si-tuazione preesistente.

Muri esterni di contenimento: nuova costruzione, demolizione e ricostru-zione in altra parte esterna o nello stesso luogo, ma modificando dimen-sioni, sagoma, materiali e colori.

Muri interni: nuova costruzione o demolizione e ricostruzione in altra parte in-terna. Parapetti balconi, rifacimento o sostituzione con altri aventi caratteridiversi da quelli preesistenti.

Parapetti e balconi: rifacimento o sostituzione con altri aventi caratteri diversida quelli preesistenti.

Parete esterna: rifacimento anche parziale modificando materiali e colori (oanche solo i colori).

Parete interna: nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in altra parteinterna.

Pavimentazione esterna: nuova pavimentazione o sostituzione della preesi-stente modificando la superficie e i materiali.

Pensilina protezione autovetture: sostituzione di quelle preesistenti conaltra avente caratteristiche (materiali e colori) diverse da quelle preesi-stenti.

Pensilina: nuova installazione o sostituzione con altra avente sagoma, mate-riale e colori diversi.

Pianerottolo: riparazione struttura con dimensioni e materiali diversi da quellipreesistenti.

Piscina: rifacimento modificando caratteri preesistenti.

Porta blindata esterna: nuova installazione o sostituzione con altre aventi sa-goma o colori diversi.

Porta blindata interna: nuova installazione.

Porta-finestra: nuova installazione o sostituzione con altra aventesagome ecolori diversi. Trasformazione da finestra a porta-finestra.

Porte esterne: nuova installazione o sostituzione con altre aventi sagome ocolori diversi e viceversa.

Recinzioni: realizzazione di nuova recinzione o sostituzione di quella preesi-stente con altra avente caratteristiche diverse.

Ricostruzione: demolizione e fedele ricostruzione di edifici.

Risparmio energetico: opere finalizzate al risparmio energetico, realizzateanche in assenza di opere edilizie propriamente dette (detraibile, purchésia certificato il raggiungimento degli standard di legge).

Salvavita: sostituzione o riparazione con innovazioni.

Sanitari: sostituzione di impianti e apparecchiature. Realizzazione di servizioigienico interno.

Saracinesca: nuova installazione di qualsiasi tipo o sostituzione di quella pree-

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colui che si stacca, che ilmaggior costo che i restanticondomini dovranno affron-tare per il riscaldamentocondominiale.Appare evidente che l’ap-partamento che si apprestaad essere escluso dal riscal-damento centrale riceveràdai confinanti parte dellaloro dispersione di calore.Ciò giustifica la quantifica-zione delle dispersioni dicalore subite dai confinanti

per la determinazione delrimborso cui hanno diritto.Le spese di conservazionesono piú facili da valutare, inquanto possono seguire ilcriterio del vecchio sistemamillesimale d’imputazionedella quota di spesa straor-dinaria. Con questa opzioneil soggetto che si stacca avràla possibilità di rientrare nelconsesso generale, avendosostenuto le spese relativeal mantenimento in fun-zione dell’impianto.Si ricorda che la norma cui ri-ferirsi è la legge 10/91 e suc-cessive modificazioni. Pren-dendo in considerazione ilcalcolo del fabbisogno ener-getico di un edificio, il cri-terio cui riferirsi (art. 8,comma 7) è una formula chetiene conto del coefficientedi dispersione volumetrica.Tale formula fornisce il fab-bisogno energetico del sin-golo appartamento.

CONDOMINIO

104 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

purché già compreso nel volume).

Strada asfaltata privata: per acceso alla proprietà.

Tegole: sostituzione con altre di materiale e/o forma diverse da quelle preesi-stenti.

Terrazzi: rifacimento completo con caratteristiche diverse da quelle preesi-stenti (dimensioni o piano).

Tetto: sostituzione dell’intera copertura. Modifica della pendenza delle faldecon o senza aumento di volume;

Tinteggiatura esterna: rifacimento modificando materiali e/o colori.

Travi tetto: sostituzioni con modifiche. Sostituzione totale per formazionenuovo tetto.

Veranda: innovazioni rispetto alla situazione precedente. Nuova costruzionecon demolizione del muro che dà sul balcone creando aumento di super-ficie lorda del pavimento. Trasformazione del balcone in veranda.

Vespaio: rifacimento.

Zoccolo esterno facciata: sostituzione con altro avente caratteri essenzialidiversi.

sistente con innovazioni.

Scala esterna: nuova installazione, rifacimento e sostituzione con altra di ca-ratteri (pendenza,posizione,dimensioni materiali e colori) diversi dai pree-sistenti.

Scala interna: nuova installazione, rifacimento e sostituzione con altra, modi-ficando pendenza e posizione rispetto a quella preesistente.

Serramenti esterni: nuova installazione o sostituzione con altri aventi finituree colori diversi dai precedenti.

Sicurezza statica: opere finalizzate alla sicurezza statica e antisismica.

Solaio: sostituzione dei solai di copertura con materiali diversi da quelli pree-sistenti. Sostituzione di solai interpiano senza modifica delle quote. Ade-guamento dell’altezza dei solai, nel rispetto delle volumetrie esistenti.

Soppalco: innovazioni rispetto alla struttura preesistente o nuova costruzione.

Sottotetto: riparazione modificando la posizione preesistente; sostituzione ap-parecchi sanitari, innovazioni con caratteristiche diverse da quelle preesi-stenti. Modifiche interne ed esterne con varie opere edilizie senza modifi-carne la destinazione d’uso. Formazione di una unità immobiliare abitabilenel sottotetto mediante l’esecuzione di opere edilizie varie (detraibile

Distacco dall’impiantodi riscaldamento centraleA seguito delle ultime sen-tenze giurisprudenziali ri-guardanti l’argomento an-nunciato nel titolo e allenorme del C.c. si può preci-sare che: di massima, si èd’accordo sul fatto che a se-guito della richiesta di uncondomino è possibile scol-legarsi dall’impianto centra-lizzato di riscaldamento;qualche problema sorge disolito quando questi devecorrispondere il contributorelativo alla conservazionedell’impianto ed alla mag-gior spesa che gli altri parte-cipanti alla comunione de-vono sostenere per mante-nere in funzione il riscalda-mento.L’assemblea condominialediscuterà la percentuale dirimborso che il condominorecedente dovrà ogni annoriconoscere alle parti re-stanti. Si tratta di una con-

troversia di uno contromolti, i quali spesso ten-dono a deliberare una per-centuale di rimborso al-quanto elevata. In questocaso spesso il soggetto rece-dente annuncia o procedealle vie legali.La soluzione per anticipareuna decisione sensata diparte è quella di presentareuna ricerca, eseguita da unospecialista del campo, chequantifichi sia il vantaggio di

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Lettera d’intesaNell'incontro formale avve-nuto tra il presidente del-l’Ordine dei Geologi dott.geol. Lamberto Griffini ed ilpresidente del Collegio deigeometri di Brescia geom.Giovanni Platto, con pre-senti il direttore del Collegiogeom. Mariangela Scotti e ladott.ssa Anna Prati vicepre-sidente dell’Ordine dei geo-logi della Lombardia è stato

convenuto di proseguire laproficua collaborazione tra idue ordini, anche in rela-zione alle nuove esigenzecomuni, dettate dalla rapidaevoluzione delle tecnologiee delle normative, che haportato molti ordini ad isti-tuire l'aggiornamento pro-fessionale continuo. Resta i-noltre la necessità di mante-nere un confronto aperto ecostruttivo tra due figure

GEOLOGIA

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Geologi e geometri:sinergie per la gestionee salvaguardia del territorio

L’Ordine Dei Geologi della Lombardia è un ordine regionalecon sede a Milano in via Pirelli 29 (tel/fax 02/66981130, e-mail: [email protected] www.geolomb.it) ed è costi-tuito da undici consiglieri le cui funzioni sono le seguenti:Lamberto Griffini, nato a Borgosesia (Vc) nel 1945, resi-

dente a Milano, professore a contratto di Geologia Appli-cata presso l’Università degli Studi di Milano, libero pro-fessionista, presidente;

Anna Prati, nata a Milano nel 1958, residente a Gallarate(Va), libera professionista iscritta all’albo professionale -vicepresidente

Vincenzo Giovine, nato a Milano nel 1966, residente a Mi-lano, libero professionista, segretario;

Giovanni Porto, nato a Milano, residente a Cinisello Bal-samo (MI), libero professionista, tesoriere;

Giovanni Fasser, nato a Brescia nel 1956, residente a Bre-scia , libero professionista, consigliere;

Egidio De Maron, nato a Grosotto (So) nel 1956, residentea Lecco, libero professionista, consigliere;

Amedeo Dordi, nato a Varese nel 1960, residente a Luino(Va), libero professionista, consigliere;

Paolo Locatelli, nato a Bergamo nel 1960, residente a Ber-gamo, libero professionista, consigliere;

Paola Guado, nata a Capua nel 1969, residente a SaliceTerme (Pv), libera professionista, consigliere

Giulio Vitale, nato a Pavia nel 1956, residente a Milano, li-bero professionista, consigliere;

Manuel Bonzi, nato a nel , residente a Darfo Boario Terme(Bs), libero professionista iscritto all’albo professionalesez. B – consigliere;

Davide Martello, nato a Gardone VT nel 1970, residente aGardone VT (Bs), libero professionista, rappresentanteprovinciale;

Piero Fiaccavento, nato a Brescia, nel 1947 residente a Salò(BS), libero professionista, geologo iscritto al Collegio deigeometri di Brescia.

L’accordo stipulato tra il precedenteConsiglio dell’Ordine dei geologi dellaLombardia e il Collegio dei geometri dellaprovincia di Brescia nasceva dall’esigenza diavviare un dialogo costruttivo e continuo trale due professionalità a livello provinciale. Ilbuon esito di questi primi due anni haportato alla decisione del nuovo ConsiglioOgl di tener viva la collaborazione e loscambio con il Collegio dei geometri diBrescia e, contemporaneamente, di favorireaccordi con i Collegi di altre provincelombarde. Pertanto si riprende nelle suelinee essenziali la lettera d’intesaprecedentemente concordata, con unapresentazione aggiornata dellacomposizione dei due enti, tale documentoverrà pubblicato sulle riviste e i siti web dientrambe le categorie. L’iniziativa è statapromossa per la prima volta da un nostroiscritto il dott. Piero geom. Fiaccamento edal consigliere dott.ssa Daniela Chiarini, conil presidente dott. Daniele Ravagnani, per ilprecedente Consiglio.

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GEOLOGIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 107

fenomeni naturali e quindi siimpone una maggiore atten-zione non solo alla gestionedelle emergenze (sullaquale sono stati fatti enormiprogressi) ma anche sullaprevenzione dei rischi e una

gestione razionale del terri-torio.L’Ordine dei geologi dellaLombardia intende per-tanto proseguire il confrontocon il Collegio dei geometridella provincia di Bresciacon le iniziative già avviate :1) uno spazio nella rivista esul sito internet del Col-legio;2) l’invio ai geologi iscritti al-l’Ogl della provincia di Bre-scia della rivista “Il geometra

bresciano”;3) la disponibilità della sededel Collegio per istituiregruppi di lavoro, corsi brevid'aggiornamento;4) la comunicazione di infor-mazioni circa i corsi di for-

mazione e aggiornamento dicomune interesse;5) favorire sinergie tra Ogl ealtri Collegi dei geometridella Lombardia;Da parte nostra ci rendiamodisponibili per :1) l'organizzazione con-giunta di seminari di con-fronto professionale;2) la predisposizione digiornate di studio a tema,corsi di formazione e di ap-profondimento sui diversi

professionali che quotidia-namente hanno l'occasionedi interagire tra loro su te-matiche comuni. Oggi piùche mai è indispensabile lapresenza di gruppi di lavorointerdisciplinari, nei quali ri-sulta di fondamentale im-portanza la comunicazionetra figure professionali di-verse, per potersi interfac-ciare nella risoluzione diproblemi complessi, sullabase di un linguaggio co-mune dal un punto di vistatecnico e normativo. Il geo-metra (sia come professio-nista che come tecnico pub-blico) costituisce per noi uninterlocutore con il quale cimisuriamo in molti campi,dall'edilizia e l'urbanistica(a vari livelli) ai problemiambientali in senso lato (siticontaminati, gestioni rifiuti ediscariche, gestione e salva-guardia delle acque sotter-ranee e superficiali, pozzi,sorgenti, Via, Vas, ecc.), alladifesa dai rischi naturali (ri-schio geologico, idraulico,sismico, monitoraggio, pro-tezione civile, ecc.), alle atti-vità estrattive (coltivazionedi roccia e/o inerti) o alla si-curezza nei cantieri (piani disicurezza, stabilità dei frontidi scavo).

Nella provincia diBrescia, data l'e-stensione e la va-

rietà di ambienti naturali eantropizzati presenti, si tro-vano tutte le principali pro-blematiche che riguardano ilterritorio e le georisorse.Da più parti inoltre si ponel'accento sull'influenza (piùo meno significativa) deicambiamenti climatici sui

argomenti di interesse co-mune;3) collaborare in qualità direlatori su tematiche di no-stra competenza per semi-nari di formazione continuaorganizzati dal Collegio;

4) tenervi costantementeinformati sui di corsi di ag-giornamento che possono ri-vestire carattere di inte-resse per i vostri iscritti;5) presentare presso l’isti-tuto dei geometri un in-contro di orientamento suicorsi di laurea in ScienzeGeologiche in collabora-zione con le Università digeologia di Milano e Pavia.

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CULTURA

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1881: i primi trasporti urbanie il primo tram bresciano

Franco Robecchi

Poco oltre la metà dell’Ottocento le tecniche del tra-sporto ferroviario, la cui economia apparivasempre più vincente, si proponevano in un ambito

sempre più ampio, naturalmente con gli adattamenti tecniciopportuni. Se la ferrovia, per i suoi costi e le sue dimensioni,imponeva valutazioni severe sulla frequenza ed entità del-l’utenza, una struttura più leggera poteva prestarsi anche altrasporto intercomunale su tratte di alcune decine di chilo-metri, soprattutto per il trasporto di passeggeri. Era il con-cetto di tranvia a farsi strada, con veicoli su rotaia, compostidi un numero molto limitato di vagoni, spesso uno o due,con un’agilità di percorso consentita da scartamenti più ri-dotti rispetto alle ferrovie, da raggi di curvatura più stretti,equindi con un’agilità di andamento maggiore, con un’ottimacapacità di salire pendenze superiori a quelle consentitealla ferrovia, con una guida totalmente affidata alla vista ealla prudenza del conduttore, con tracciati spesso coinci-denti con le strade esistenti, sul cui ciglio erano impiantatii binari, pressoché privi di infrastrutture pesanti, come pontie gallerie. La lunghezza dei percorsi escludeva tuttavia che

la trazione fosse animale e il modello ferroviario forniva lasua peculiarità motrice, la locomotiva a vapore. Andavaquindi creandosi una differenziazione che si collocava fra iltram a cavalli, tipicamente urbano, e il treno, adatto ai per-corsi da molte decine di chilometri e su assi intensamentefrequentati. Il tram a vapore, con le sue varianti della gui-dovia e della ferrovia leggera, costituì quindi la novità eu-ropea degli anni Settanta. Nel 1876 in Parigi si inaugurava laprima linea di tram a vapore, con il sistema Harding, perconto della “Compagnia di tramway Sud”. Nel 1881 era lavolta di Berlino. L’introduzione nel Bresciano del nuovo mezzo di trasportofu assolutamente tempestiva. Il nono decennio dell’Otto-cento vide, sin dal suo esordio, l’azione innovatrice della“Compagnie générale des chemins de fer sécondaires” chesi applicò, a seguito di convenzioni con la Deputazione pro-vinciale, alla creazione di tratte che, come era nella logicadell’epoca, in particolare assegnata proprio ai trasporti tran-viari, collegavano il capoluogo con alcuni dei principalicentri della provincia. Le vecchie diligenze, le carrozze a più

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CULTURA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 109

A sinistra: un fotomontaggioraffigurava, in una cartolina di inizioNovecento, il tram che giungeva aMaderno.In questa pagina: il primo tramelettrico che saliva al Castello, nel1904.

posti, trainate da cavalli, sino allora l’unico mezzo per i tra-sferimenti pubblici di passeggeri sui medi percorsi, inizia-vano a vedere la loro estinzione.

Fu nel 1881 che vide la luce il primo trasporto pubblico dipersone nella città di Brescia, un trasporto ad orari regolari,basato su una curiosa sintesi di antico e moderno: il cavalloe il binario.La compagnia belga “Compagnie générale de chemins de fersécondaires” prese contatti con l’Amministrazione munici-pale di Brescia per posare binari adatti al trasporto urbano,tramite carrozze trainate da cavalli, che, inizialmente, dove-vano percorrere un solo itinerario, lungo la circonvallazione,così da raccogliere i passeggeri che avessero voluto utiliz-zare le tranvie extraurbane della medesima compagnia, laquale intendeva collocare la sua stazione centrale presso lastazione ferroviaria. L’idea tuttavia evolvette rapidamente,in dialogo con l’ufficio tecnico comunale, sino a portare allaprima linea di trasporto urbano regolare, con tram a cavalli,che fu tracciata fra la stazione ferroviaria e la Piazza del

Duomo, attuale Piazza Paolo VI. Fu inaugurata il 12 giugno del1881. Il tram a cavalli entrava in città dalla Porta S. Nazaro eimboccava quindi l’attuale Corso Martiri della Libertà persvoltare, al Canton Stoppini, nel Corso Palestro. Di lì rag-giungeva il Corso Zanardelli che percorreva interamente,sino a svoltare nella Via Mazzini. Lì, giunto all’incrocio, de-viava nella Via Cardinal Querini, per concludere l’itinerarionella Piazza del Duomo. Nel 1882 già la linea era mutata, conl’eliminazione del tratto economicamente deficitario, CorsoZanardelli-Piazza Paolo VI, e la prosecuzione, invece, dellalinea, lungo Corso Magenta, sino al Piazzale Arnaldo, proprioin quell’anno ornato con l’erezione del monumento al con-testatore medievale, esaltato da massoni e anticlericali. Nel1883 la linea dei tram a cavalli era dilatata all’asse occiden-tale, che dal Canton Stoppini, proseguiva lungo Corso Pale-stro Via della Pace, dove, sotto la Torre della Pallata, i binarieffettuavano una difficile curva, per imboccare il Corso Gari-baldi e giungere al piazzale omonimo, dove ancora non esi-steva il monumento all’eroe dei due mondi, ma sorgevanodue eleganti caselli neoclassici per gli uffici del dazio, in una

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CULTURA

110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

città, che solo in quegli anni, dilatava i propri confini comu-nali oltre le antiche mura, aggregando i cinque comuni alloraesistenti, della prima cintura dell’hinterland. Anche se il con-fine daziario rimase per svariati anni sul perimetro dellemura, l’innovazione dei trasporti fu una delle componentiche motivarono le scelte demolitorie delle città ottocen-tesca. L’angustia delle strade e delle porte cittadine, unita-mente alla componente sanitaria del risanamento, innescòla modernizzazione della città, che individuò negli sventra-menti il suo principale obiettivo. Il primo piano urbanisticodi Brescia, del 1887, era appunto un “Piano di risanamento”,che aveva ben presente la questione degli spazi necessari aitrasporti, tanto più vincolanti a causa della tipologia dei vei-coli con sede propria, su binari.

In terra bresciana la pressione modernista e la concretezzadelle proposte operative, da parte di un nutrito numero diimprenditori, soprattutto milanesi, indusse la Deputazioneprovinciale ad adottare una risoluzione preventiva che, nel1878, fissava il quadro normativo nel quale l’amministra-

zione avrebbe potuto sottoscrivere concessioni per “la co-struzione e l’esercizio di guidovie economiche con trazionea cavalli o con macchine”. Erano, ovviamente, gli stessi anniin cui pervenivano all’Amministrazione provinciale le primeproposte di allestimenti per il trasporto tranviario. Nel 1877spuntavano nel Bresciano progetti per tratte intercomunalisu binari, per veicoli trainati da cavalli o da motori a vapore. Nel 1879 l’Amministrazione provinciale assegnava ad un’im-presa privata, la “The Province of Brescia Steam TramwayCompany Limited”, di Londra, la formazione di quattrograndi linee tranviarie: la Brescia-Tormini-Vobarno e TorminiSalò, la Brescia-Gardone Valtrompia e la Brescia-Orzinuovi ela Brescia-Iseo. Quella prima convenzione si isterilì per l’i-nadempienza del concessionario. L’ingegner Giovanni Corti,milanese, che rappresentava la compagnia londinese, offrìquindi all’Amministrazione provinciale un’alternativa, costi-tuita dalla belga “Compagnie générale de chemins de fer sé-condaires”, la stessa che si era aggiudicato il trasporto ur-bano con tram a cavalli, che, tramite la sua controllata, la“Tramways de la Province de Brescia”, sottoscrisse la mede-

Il tram a cavalli in Piazzale Arnaldo,a fine Ottocento.

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CULTURA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 111

La ferrovia Brescia-Vobarno e ilponte sul Chiese.Sotto: due tram elettrici che siincrociavano ai piedi del monumentoad Arnaldo.

sima convenzione che era rimasta inattiva e procedette ra-pidamente a dare attuazione al programma. Nel 1881 già siattivavano le prime linee di servizio, per due tratte provin-ciali, la Brescia Orzinuovi e la Brescia-Tormini-Vobarno.Un po’ per obiettivi requisiti di appetibilità, un po’ perquelle imponderabili congiunture della storia, fu il collega-mento fra Brescia ed Orzinuovi a suscitare, per primo, lo sti-molo per una realizzazione tranviaria. Orzinuovi era da se-coli il luogo della più feconda campagna, tanto da essere ri-tenuto il granaio di Brescia. La storia andava ripetendosi. Sipensi che, già in epoca romana, confermata poi dall’assettourbanistico della città medievale, la direttrice per Orzinuoviaveva costituito una delle più precoci direttrici viarie e l’u-nica paragonabile all’obbligata ripartizione cruciforme dicardo e decumano. La strada per Orzinuovi, infatti, costituìun’anomalia per l’assetto a scacchiera della città romana, co-stituendo, come ancora oggi è evidente, l’unica strada o-bliqua del reticolo urbano. La via, con andamento sud-o-vest/nord-est giungeva infatti dalle campagne di Orzinuoviper innestarsi nelle mura della città antica, ancora nella

prima cerchia, in quella che poi si sarebbe chiamata PortaPaganora. Oggi quella via reca i nomi di Fratelli Porcellaga eMartiri della Libertà. Nel 1877 due ingegneri proposero unaconvenzione di costruzione ed esercizio di una linea tran-viaria da Brescia ad Orzinuovi, con una previsione di pro-lungamento verso Pavia. L’asse Pavia-Brescia era evidente-mente ritenuto interessante per i nessi commerciali esi-stenti fra la pianura milanese e la Lombardia orientale, conla sua ferrovia Venezia-Milano. La direttrice Orzinuovi-Bre-scia fu ribadita da proposte più generali, che interessavanogran parte delle proposte tranviarie per il Bresciano, che,ovviamente, considerata la caratteristica di quella solu-zione tecnica, dovevano concordare, con comuni e pro-vincia, il riassetto delle sedi stradali, lungo le quali i binarisarebbero stati posati. Una offerta di concreta realizzazionedella tranvia fu avanzata nel 1879 da una compagnia inglese,la “The Tramways and General WorksCompany Limited”,che già gestiva la linea tranviaria fra Soncino, Crema e Lodi.L’accordo non andò a buon fine e, come nel caso della mu-nicipalità bresciana, per i tram cittadini, si avanzò l’interlo-

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CULTURA

112 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

cutore della “The Province of Brescia Steam Tramway Com-pany Limited”, la quale, come già visto per il caso comunaledel capoluogo, si rese latitante. Il rappresentante compe-tente, il citato ingegner Corti, si fece quindi interprete di in-terloquire con la Deputazione provinciale anche per contodella belga “Compagnie générale de chemins de fer sécon-daires”, che stava portando ad esito operativo l’accordo conil comune di Brescia per i tram a cavalli. I 29 chilometri di bi-nari furono posati lungo la strada esistente, con qualche pro-blema per i raggi di curvatura, intorno ai 30 metri, soprat-tutto per l’innesto nel ponte sul Mella, nella frazione subur-bana di Chiesanuova. La linea transitava poi per Ronca-delle-Torbole-Lograto-Maclodio-Corzano-Pompiano-Orzi-vecchi, per giungere, infine ad Orzinuovi. Il 22 aprile del 1881il primo tram inaugurava il servizio, due mesi prima dell’a-pertura della prima linea urbana di tram a cavalli. Quel tramBrescia-Orzinuovi, a vapore, era quindi il primo veicolo perun servizio meccanico di trasporto pubblico a fare la suacomparsa nel Bresciano, dopo la ferrovia Ferdinandea. Nel-l’ottobre dello stesso anno la linea fu saldata, con il tratto

Orzinuovi-Soncino, al segmento che conduceva sino a Lodi. Il programma della Deputazione provinciale, focalizzato nel1879, prevedeva una pluralità di linee tranviarie radiali, con-vergenti su Brescia. Oltre la Brescia-Orzinuovi, che esordì, i-naugurando il settore, era il collegamento con la costa occi-dentale del Lago di Gara e la Valle Sabbia ad attrarre. Ri-cordiamo che la Valcamonica, almeno nel suo anteposto se-bino, era, proprio in quegli stessi anni, raggiunta dalla fer-rovia Brescia-Iseo, del 1885. Il fermento di progetti gravitantisu Desenzano e Salò interessavano molto anche il territoriomantovano, dal quale provennero iniziative progettuali giànei primi anni Ottanta. Fu tuttavia la “Compagnie généralede chemins de fer sécondaires” che giunse per prima acreare il collegamento tranviario, in base agli accordi sotto-scritti. Nonostante le difficoltà degli attraversamenti dipaesi dalle vie troppo anguste, come Virle e Gavardo, giànel dicembre del 1881 era aperta al pubblico la tranvia Bre-scia-Vobarno, di 33 chilometri, che seguiva l’itinerario Bre-scia-Rezzato-Virle-Nuvolera-Paitone-Gavardo-Tormini-Roè Volciano-Vobarno. ❑

Una cartolina illustra il tracciato e ilpaesaggio della linea Brescia-Vobarno.

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LIBRI

114 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

“Arch&stone’08”premio di architetturadel Consorzio Botticino Classico

dano indagare le nuove ten-denze architettoniche rela-tivamente all’impiego delmateriale lapideo in genere.Il premio “Arch&stone” a-spira, dopo questa primaperformance d’avvio, a diven-tare appuntamento perio-dico destinato a indivi-duare, divulgare e premiareopere di architettura con-temporanea di qualità, rea-lizzate – come sta scritto nel-l’incipit al volume – attra-

verso scelte progettuali elinguaggi capaci di esaltare ilvalore e le potenzialità deimateriali lapidei impiegatidi qualsiasi provenienzageografica, conferendo loroil ruolo di protagonisti.Trentadue sono stati i pro-getti presentati e riguardanoedifici pubblici e privati ap-partenenti a tutte le tipo-logie, realizzati nell’arco ditempo 2000-2007 in Italia o al-l’estero da progettisti italiani.

C i è giuta tra le mani,graditissima, unabella pubblica-

zione di grande formato, chedocumenta la partecipa-zione al primo concorso na-zionale “Arch&stone’08” - archi-tetture in pietra del nuovo millennio,promosso dal ConsorzioProduttori Marmo BotticinoClassico. Una pubblicazionebella, dicevamo (che fa o-nore a chi l’ha pensata e rea-lizzata), utile a quanti inten-

Il primo premio è andato aun lavoro di ampliamento erimodellamento di una casada unifamiliare a bifamiliare,realizzata a Pozzovetere(Caserta), firmato dall’arch.Beniamino Servino, che haesercitato le sue capacitàimpiegando il tufo giallocampano. Il «progetto – dicela motivazione del premio –,di raffinata resa grafica, è in-nanzitutto caratterizzato daun uso della pietra in chiaveoriginale e innovativa,poiché la materia divienestrumento di riqualifica-zione architettonica in uncontesto difficile, e non dimeno tipico, di periferia ur-bana italiana…».

L a “menzione spe-ciale” della giuriaper un’opera rea-

lizzata in pietra locale è an-data a Ipostudio ArchitettiAssociati per la sede dellaBanca del Chianti Fiorentinodi Sambuca - Tavarnelle Valdi Pesa (Firenze). Sono risul-tati segnalati altri due pro-getti: il recupero del Sepol-creto della Cittadella Vesco-vile di Sora, Frosinone(arch.Renato Morganti -MCM - con Laura Scrimieri) el’Ossario all’interno del Mo-nastero delle Monache Pas-sioniste di S. Gemma - A-rancio, Lucca (arch. PietroCarlo Pellegrini).La giuria del premio eracomposta da: GiovanniLeoni della Facoltà di Archi-tettura “Aldo Rossi” di Bo-logna; Sergio Pascolo, Fa-coltà di Architettura IUAV diVenezia; Roberto Rezzola,Ordine degli Ingegneridella provincia di Brescia;

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LIBRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 115

Dall’alto a sinistra, in senso orario:muro della memoria all’interno delMonastero Passioniste di S. Gemmaad Arancio (Lucca), opera segnalata;recupero del Sepolcro della CittadellaVescovile di Sora (Frosinone), operasegnalata; scorcio prospetticodell’abitazione di Pozzovetere(Caserta), opera premiata; Banca diCredito Cooperativo del ChiantiFiorentino a Sambuca (Firenze),opera menzionata per l’impiego dellapietra locale

alla progettazione architet-tonica in generale e in parti-colare per quelli che inten-dono impiegare la pietracome rivestimento.L’impeccabile lavoro edito-riale, graficamente molto cu-rato, è opera degli architettiAndrea Botti – apprezzatocollaboratore della nostra ri-vista – e Paola Resbelli, en-trambi organizzatori dell’e-vento.Il catalogo, pensato comestrumento destinato a do-cumentare lo stato attualedell’architettura contempo-ranea in pietra, è il risultatotangibile di un incontro tra il

Franco Maffeis, Ordinedegli Architetti, Pianifica-tori, Paesaggisti e Conser-vatori della provincia diBrescia; Mario Rossi delConsorzio Produttori Mar-mo Botticino Classico.

Tutti i 32 parteci-panti al concorsohanno avuto la sod-

disfazione di vedere pubbli-cate le loro opere con unaricca documentazione foto-grafica.Disponibile in libreria, il ca-talogo può certamente co-stituire esempio e stimoloper quanti sono interessati

mondo della ricerca equello della produzioneche ancora una volta si è di-mostrato presupposto ne-cessario per la nascita di

nuove soluzioni tecnolo-giche e di nuovi linguaggiarchitettonici.

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ETICA PROFESSIONALE

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Guido Maffioletti L’opportunità dei giovaniil dovere dei “saggi”

propri cittadini, chi limi-tando gli appetiti degli spe-culatori, chi confidandonella naturale acquiescenzadella maggioranza sempreassente in ogni comunitàquando è in gioco il propriofuturo o quando glielo si pre-senta con linguaggi troppospecialistici e quindi incom-prensibili. Lasciando l’onere e l’onoredi sedere ai tavoli delle con-ferenze provinciali o regio-nali ai top manager dei Col-legi o degli Ordini professio-nali invitati ad elaborare lestrategie necessarie, noi

professionisti locali memoridi quanto accaduto dopo la“legge ponte del 1967”, lalegge sul “Regime dei suolidel 1977”, dall’adozione deiPiani Regolatori Generali edelle infinite “norme di at-tuazione” autorizzate dagliequivocabili “regolamentiedilizi” nonché dai controlliasseverati dalle Soprinten-denze, dalle A.S.L, dalle Co-munità Montane, dal GenioCivile, dall’Agenzia delleEntrate, dall’A.R.P.A. (chenon è uno strumento musi-cale), ci mettiamo a disposi-zione di persone, famiglie,

I l dovere degli anzianinon è quello di sen-tenziare, bensì di get-

tare dei ponti stabili tra levecchie e le nuove genera-zioni al fine di rinnovare lacorretta politica mirante alconsolidamento dei benicomuni e alla promozionecontinua della gente del ter-ritorio nei suoi valori più no-bili.Le libere professioni, oggicome ieri, sono mal com-prese dalla gente, perchésono presentate dai mediacome oligarchie privilegiatee protette, estranee al con-testo quotidiano, orgogliosedei propri successi e delleproprie tradizioni.Nel nostro Paese i liberi pro-fessionisti vengono, nellamaggior parte dei casi, per-cepiti come personaggi al-quanto abili nel condurre af-fari di qualsiasi genere nelprivato, ma restii a dedicarsialle attività solidaristiche –poco remunerative – a fa-vore di categorie socialimeno abbienti.Tuttavia anche di recente,nelle poche riunioni riguar-danti la stesura dei Piani delGoverno del Territorio nellequali i professionisti sonoriusciti a presenziare, le loroproposte sono state accoltetramite il beneplacito diquelle associazioni culturalioperanti nei comuni più sen-sibili all’utilizzo del terri-torio in modo non distruttivoe coerente con le aspetta-tive dei residenti.I sindaci, a queste manife-stazioni di volontà parteci-pativa attiva, hanno reagitoin vari modi: chi compren-dendo le esigenze dei

artigiani che intendonofruire della nostra compe-tenza specifica nella materiaper la risoluzione del loroproblema. Problema chesiamo in grado di inquadraree chiarire, fornendo loro lalogica soluzione.

I l continuo ringiovani-mento dei geometri i-scritti al Collegio e

l’ampliamento delle com-petenze professionali dellacategoria impongono la ne-cessità di un permanenteaggiornamento delle cono-scenze tecniche dei nuovi i-scritti; ciò avviene sia attra-verso una nutrita serie dicorsi appositamente orga-nizzati dal Collegio, sia attra-verso la disponibilità di col-leghi anziani ed esperti,sensibili alla crescita cultu-rale della nostra categoria.Questi, ancora operanti nelmercato professionale, ri-versano con entusiasmo egenerosità sui piú giovanicolleghi l’esperienza accu-mulata (il “know how” si di-rebbe oggi) in molti anni dilavoro. Abituati come sono arisolvere problemi concretiin tutti i campi di compe-tenza – dalle costruzioni allatopografia, dal diritto all’e-stimo, ecc. – costituisconouna fonte di trasmissionedel sapere tecnico di inesti-mabile valore, tanto dapoter essere giustamenteconsiderati “i saggi” della ca-tegoria a cui riferirsi nei mo-menti di incertezza e didubbio.

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Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emana-zione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficialedella Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i conte-nuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi uf-ficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

Comunicato Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 15 ottobre2008 n. 54Criteri interpretativi per l’applicazione del D.Leg.vo 152/2008,terzo decreto correttivo del Codice dei contratti pubblici.(Alcune indicazioni utili alla corretta applicazione della normatransitoria inerente i requisiti attestazione Soa)

D.Min.Interno 11 settembre 2008Modifiche ed integrazioni al decreto del Ministro dell’interno24.5.2002, recante norme di prevenzione incendi e di progetta-zione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stra-dale di gas naturale per autotrazione.(GU 3 ottobre 2008 n. 232) -(in vigore dal 18 ottobre 2008)

D.L. 20 ottobre 2008 n. 158Misure urgenti per contenere il disagio abitativo di particolari ca-tegorie sociali. (GU 20 ottobre 2008 n. 246) - (In vigore dal 20 ot-tobre 2008 – proroga sfratti esecutivi)

D.L. 29/11/2008 n. 185Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione eimpresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategiconazionale (GU 29 novembre 2008 n. 280 Suppl.Ord) - (in vigore dal29 novembre 2008)

Delib. Aut. Energia Elettrica Gas 17 novembre 2008 n. ARG/elt161/089Modifiche della deliberazione dell’Autorità per l’energia elettricaed il gas 11 aprile 2007 n. 90/07 in materia di incentivazione dellaproduzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici.(vedi anche deliberazione 11 dicembre 2008 n. ARG/elt 179/08)

D. Min. Infrastruttrure e Trasporti 24 ottobre 2008Determinazione per il periodo 1 gennaio 2007-31 dicembre 2007della misura del tasso di interesse di mora da applicare ai sensi eper gli effetti dell’art 30 del Capitolato generale d’appalto dei la-vori pubblici approvato con decreto 19 aprile 200 n. 145 (GU 11novembre 2008 n. 264)

Determinaz. Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 8 ottobre2008 n.5Utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosanegli appalti di lavori pubblici. (GU 21 novembre 2008 n. 273)

D.Min.Beni e Attività Culturali 24 settembre 2008 n. 182Disciplina dei criteri e delle modalità per l’utilizzo e la destinazioneper la tutela e gli interventi a favore dei beni e delle attività cultu-rali della quota percentuale degli stanziamenti previsti per le in-frastrutture(GU 18 novembre 2008 n. 270)

D. Min. Ambiente, Tutela Territorio e Mare 16 giugno 2008 n.131Regolamento recante criteri per la caratterizzazione dei corpi i-drici (tipizzazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la mo-difica delle norme tecniche del decr.leg.vo 3 aprile 2006 n.152, re-cante “Norme in materia ambientale” di cui all’art. 75 dello stessodecreto. (GU 11agosto 2008 n.187 Suppl.Ord)In vigore dal 26 agosto 2008

L. 22 dicembre 2008 n. 201Conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 23 ot-tobre 2008 n.162, recante interventi urgenti in materia di adegua-mento dei prezzi di materiali da costruzione… (GU 22 dicembre2008 n.298)In vigore dal 23 ottobre 2008 (norme in materia di appalti pubblici)

Determinazione Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 8 ot-tobre 2008 n.6Dichiarazione di “buon esito” contenuta nel certificato di esecu-zione dei lavori… (GU 18 dicembre 2008 n. 295)

L.22 dicembre 2008 n. 203Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennaledello Stato (Legge finanziaria 2009, in vigore dal 1 gennaio 2009)(GU 30 dicembre 2008 n.303 Suppl.Ord.) - (ulteriore proroga finoal 2011 della detrazione del 36% per interventi edilizi di recuperoe dell’Iva al 10% per interventi di manutenzione ordinaria e straor-dinaria, ristrutturazione ecc.)

D.L. 30 dicembre 2008 n. 207Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizionifinanziarie urgenti (GU 31 dicembre 2008 n.304) - (in vigore dal 31dicembre 2008)

L.18 dicembre 2008 n. 199Conversione in Legge con modificazioni del Decreto Legge 20ot-tobre 2008 n.158, recante misure urgenti per contenere il disagioabitativo di particolari categorie sociali - (GU 19 dicembre 2008 n.296). In vigore dal 20 ottobre 2008.

D.L. 30 dicembre 2008 n. 208Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione del-l’ambiente (GU 31 dicembre 2008 n.304) In vigore dal 31 dicembre 2008

Direttiva Ministero Beni e Attività Culturali 30 ottobre 2008 Interventi in materia di tutela e valorizzazione dell’architettura ru-rale (GU 6 dicembre 2008 n.286)

a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Novità di LeggeNovità di Legge

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Interventi in zona agricolaDevo realizzare una nuova abitazione rurale in zona agricola di mc 700circa. Il Comune mi dà parere positivo con i soliti documenti di rito, frai quali il vincolo di non ulteriore edificazione per 0,03 mc/mq, art. 59LR 12/05. L’azienda agricola naturalmente dispone di fabbricati agri-coli esistenti per circa 1200 mq. La domanda è: dovendo stipulare unvincolo di non ulteriore edificazione per l’abitazione, devo sommarloa quello precedentemente stipulato per attrezzature o no?Esempio: casa di 700 mc vincolo = mq 23.333stalla di 1200 mq vincolo esistente = mq 12.000totale di mq 35.333, cioè per poter costruire l’abitazione devo avereun totale di superficie pari o superiore a mq 35.333?Grazie per la collaborazione

geom. S.C.

Le due tipologie di vincolo sono sovrapponibili in quanto hanno finalitàe destinazioni diverse; quindi una stessa superficie aziendale non puòessere utilizzata due volte per la stessa finalità e la stessa destinazione,ma può essere vincolatadue volte se un vincolo riguarda le attrezzature(in termini di rapporto di copertura) e l’altro vincolo riguarda l’abitazioneagricola (in termini di volume).Nel caso, pertanto, dovranno sí essere vincolati 23.333 mq, ma diquesti 11.333 di nuova individuazione e 12.000 quelli già di pertinenzadelle attrezzature.

geom. Battista Bosetti

Pimus e PosQualcuno sa dirmi se la ditta che viene in cantiere a realizzare il pon-teggio in subappalto è tenuta a fornire anche il POS oltre al PIMUS?E se il lavoro è frutto di un doppio subappalto è sufficiente allegare ilcontratto di subappalto senza che le ditte subappaltanti forniscano ul-teriori documenti?

geom. T.O.

1° quesito:L’impresa appaltante (se nel contratto stipulato con il committente hala possibilità di effettuare contratti di subappalto) è definita Impresaaffidataria ai sensi dell’art. 97 del D.lgs 81/2008. In tal caso l’impresaappaltante ha i seguenti obblighi: – Art. 97 - Obblighi del datore di lavoro dell’impresa affidataria1. Il datore di lavoro dell’impresa affidataria vigila sulla sicurezza deilavori affidati e sull’applicazione delle disposizioni e delle prescrizionidel piano di sicurezza e coordinamento.2. Gli obblighi derivanti dall’art. 26, fatte salve le disposizioni di cui al-l’art. 96, comma 2 (accettazione del PSC e la redazione del POS limi-tatamente al singolo cantiere assolvono gli obblighi dell’art. 17,comma1, lettera a) sono riferiti anche al datore di lavoro dell’impresaaffidataria.Per la verifica dell’idoneità tecnico professionale si fa riferimento allelodalità di cui all’allegato XVII.

3. Il datore di lavoro dell’impresa affidataria deve inoltre:a) coordinare gli interventi di cui agli articoli 95 (misure generali di tu-tela) e 96 (obblighi dei datori di lavoro dei dirigenti e dei preposti di cuiall’Allegato XIII - Prescrizioni di sicurezza e di salute per la logistica dicantiere;b) verificare la congruenza dei piani operativi di sicurezza (POS) delleimprese esecutrici rispetto al proprio, prima della trasmissione deisuddetti piani operativi di sicurezza al coordinatore per l’esecuzione.La ditta subappaltatrice per la realizzazione del ponteggio eseguirà ilmontaggio in cantiere e pertanto non è considerato fornitore a piè d’o-pera, ma impresa esecutrice subappaltarice (per un lavoro speciali-stico).Quindi, se la ditta subappaltatrice per la realizzazione del ponteggioha dipendenti deve redigere:1) Il proprio POS;2) Il PIMUS;3) dimostrare l’idoneità tecnico professionale fornendo i documentidi cui all’Allegato XVII e cioè:a) iscrizione alla Camera di Commercio, industria e artigianato conoggetto sociale inerente alla tipologia dell’appalto;b) documento di valutazione dei rischi di cui all’articolo 16, comma 1,lettera b) o autocertificazione di cui all’art. 28, comma 5 del TUSSLL;c) specifica documentazione attestante la conformità alle disposizionidi cui al TUSSLL, di macchine, attrezzature e opere provvisionali;d) elenco dei dispositivi di protezione individuali forniti ai lavoratori;e) nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione,degli incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi elotta antincendio, di evacuazione, di primo soccorso e gestione del-l’emergenza, del medico competente quando necessario;f) nominativo (i) del (i) lavoratori per la sicurezza;g) attestati inerenti la formazione delle suddette figure e dei lavoratoripreviste dal TUSSLL;h) elenco dei lavoratori risultanti dal libro matricola e relativa idoneitàsanitaria prevista dal TUSSLL;i) documento unico di regolarità contributiva: DURC;l) dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospen-sione o interdittivi di cui all’art. 14 del TUSSLL.Nel caso di lavori privati (art. 90, comma 9, letteraa) l’idoneità tecnicoprofessionale può essere verificata mediante presentazione di DURC,autocertificazione in ordine al possesso degli altri requisiti previsti dal-l’allegato XVII.2° quesito:(Precisiamo prima che: subappaltante è la ditta che conferisce il la-voro in subappalto mentre subappaltatore o subappaltarice è la dittache assume un contratto di subappalto).Ritengo che si tratti di questo:La ditta A è l’impresa affidataria cui è concesso di subappaltare alladitta B, che a sua volta può subappaltare alla ditta C.È necessario precisare che i subappalti devono comunque essere au-torizzati dal committente; in linea di massima è da evitare il subap-palto cosiddetto “a cascata” perché in tal caso ogni passaggio pre-suppone una riduzione dei costi a scapito della sicurezza sul cantiere.In ogni caso l’impresa affidatria dve richiedere tutta la documenta-

a cura del geom. Alfredo Dellaglio

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1- 121

zione sopraindicata; le imprese subappaltatrici, se hanno dipendenti,devono sempre fornire i documenti riportati nel 1° quesito;– nel caso generico invece che una ditta subappaltatrice sia un lavo-ratore autonomo, cioè ditta individuale senza dipendenti, questa devefornire la documentazione prevista dal comma 2 dell’Allegato XVII enon ha l’obbligo di redigere il POS, perché sarà la ditta appaltatriceche, solo per il lavoratore autonomo subappaltatore, inserirà i dati ele condizioni del lavoratore autonomo nel proprio POS.

geom. Alfredo Dellaglio

Oneri per la sicurezza e appalto-concorsoL’articolo 91, comma 1, del decreto legislativo n. 81 del 2008 (maanche prima l’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 494 del1996), prevede che prima della richiesta di presentazione delle offerte,il coordinatore per la progettazione redige il piano di sicurezza e dicoordinamento e predispone il fascicolo informativo. Poi l’articolo101, comma 1 (ma anche prima l’articolo 13, comma 1), dispongonoche «Il committente o il responsabile dei lavori trasmette il piano di si-curezza e di coordinamento a tutte le imprese invitate a presentare of-ferte per l’esecuzione dei lavori. In caso di appalto di opera pubblicasi considera trasmissione la messa a disposizione del piano a tutti iconcorrenti alla gara di appalto».Sono stato, con altri, incaricato di un progetto preliminare che andràposto a base di gara in gara mediante appalto-concorso; si chiedecome rispettare le norme citate (che, a specifico quesito, la A.S.L. haritenuto inderogabili) visto che nel caso citato appare impossibile re-digere il Piano di sicurezza e di coordinamento e individuarne i costiin presenza del solo progetto preliminare e che saranno i concorrentia redigere i successivi livelli progettuali. Ulteriore conseguenza nonsembra possibile rispettare il divieto di ribasso sugli oneri per la sicu-rezza imposto dal punto 4.1.4 dell’allegato XV al decreto legislativo n.81 del 2008 (ma anche prima l’articolo 12, comma 1, del decreto le-gislativo n. 494 del 1996), altra disposizione sen’altro inderogabile.

geom. A.B.

Tutte le norme citate sono inderogabili; ciò non toglie che quando unanorma, per quanto inderogabile, non sia oggettivamente applicabileper un impedimento insuperabile, soccorre il principio ad impossibilianemo tenetur.È tutto vero quanto esposto in quesito (e condiviso dall’A.S.L.), tuttaviain caso di appalto-concorso, con il solo progetto preliminare posto a basedi gara e a disposizione dei concorrenti, non è possibile né redigere pre-ventivamente Piano di Sicurezza né individuarne i relativi costi sottratti alribasso. Si tratta di una fattispecie particolare non considerata dallenorma citate, ma che deve trovare una soluzione in base a criteri di ra-gionevolezza. Nell’appalto-concorso è affidata al concorrente la proget-tazione definitiva ed esecutiva; in tali procedure è logico che gli oneri disicurezza siano rapportati a tali progetti in corso di redazione con la pos-sibilità che durante la medesima progettazione siano introdotte variantiche riducono gli oneri stessi rispetto all’importo riportato nel progettopreliminare messo a gara. In tal caso l’indicazione nell’offerta di oneri perla sicurezza in misura inferiore rispetto a quanto specificato dagli atti di

gara non è un inammissibile ribasso degli oneri, ma una più concreta de-terminazione di essi conforme alla loro incidenza effettiva, ragguagliataai contenuti specifici del progetto (Consiglio di Stato, sezione VI, 4 giugno2007 n. 2949; sezione V, 17 settembre 2008, n. 4378).

geom. B.C.

Soffitta inagibile resa agibile in presenzadi diversa qualificazione nel PrgLe NTA del PRG del Comune stabiliscono che le soffitte (senza spe-cificarne le altezze), quando non agibili per assenza di comunicazionecon il piano inferiore, non sono computate come volume. Al contrariostabiliscono che in presenza di un collegamento verticale con gli altripiani le stesse soffitte costituiscono volume a condizione che l’altezzamedia sia pari o superiore a 100 cm. Il mio cliente ha realizzato nel1996 (in presenza del PRG tutt’ora vigente) una casa bifamiliare conuna soffitta/sottotetto avente altezza media di circa 210 cm; a suotempo non è stata computata tra le volumetrie in quanto era inagibile(non vi era alcun accesso né dall’interno né dall’esterno, salvo dueabbaini a filo della falda del tetto). Ora il mio cliente ha realizzato unascala che collega il piano primo alla soffitta senza chiedere alcun per-messo ritenendo che si trattasse di un’opera interna senza rilievo al-cuno. Il Comune ha ingiunto la demolizione della scala con la mi-naccia dell’acquisizione gratuita al Comune stesso della soffitta incaso di mancata demolizione nei termini. Chiedo se il comporta-mento del Comune sia legittimo.

geom. D.E.

La giurisprudenza ha affermato in più occasioni che la realizzazione diuna scala la cui funzione è quella di rendere comunicanti il sottotetto eil sottostante piano di una abitazione «è senza alcun dubbio rivelatoredell’intento di rendere abitabile il sottotetto e i vani interessati non pos-sono considerarsi volumi tecnici» (Consiglio di Giustizia Amministrativadella Regione Sicilia, Sezione giurisdizionale, 22 ottobre 2003, n. 337;T.A.R. Lombardia, Milano, 8 febbraio 1986, n. 93).Il Comune pertanto correttamente ha ingiunto la demolizione. Il vanoscala abusivamente realizzato ha (come sembra) la funzione di rendereaccessibile il sottotetto che, di conseguenza, benché non abitabile, di-venta in concreto volume considerabile ai sensi della norma locale.Poiché in precedenza non era suscettibile di essere considerato nellacubatura assentita è chiaro che la sua diversa destinazione a locale a-gibile comporti un aumento della cubatura. È questo consistente au-mento di volume (anche se solo urbanistico e non fisico), e non lo scarsorilievo dell’intervento (la realizzazione della scala), che viene sanzionatodal provvedimento di demolizione, atteso che il caso si inquadra so-stanzialmente, anche se apparentemente non sembra, nell’ipotesi dicui agli articoli 31 e 32 del T.U. sull’edilizia. Quanto alla minaccia si acquisizione al Comune in assenza di ottempe-ranza all’ingiunzione a demolire, si potrebbero nutrire dubbi sul fatto chesia una sanzione proporzionata, tuttavia in un caso analogo il giudicaamministrativo ha ritenuto legittima anche tale sanzione (T.A.R. per laCalabria, Catanzaro, Sezione Seconda, 7 febbraio 2006, n. 125). La pre-

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sente risposta prescinde dalla sanabilità o meno dell’abuso ai sensi del-l’articolo 36 del T.U. edilizia, in quanto nel quesito non sono forniti gli e-lementi necessari alla relativa valutazione; tuttavia si ritiene che in casodi sanatoria, l’oblazione dovuta dovrebbe essere il doppio del contributodovuto in relazione alla volumetria che prima dell’intervento era urbani-sticamente ininfluente e con l’intervento è divenuta urbanisticamentecomputabile (anche se si tratta della medesima volumetria fisica).

geom. F.G.

Opere di urbanizzazioneHo presentato in un Comune una proposta di Piano di lottizzazione. IlComune mi ha richiesto la realizzazione (oltre le normali opere di ur-banizzazione) anche di un tratto di pista ciclabile e un tratto di per-corso pedonale “panoramico”, con la cessione gratuita delle relativearee di sedime. Ho chiesto che almeno tali aree mi siano scomputatedagli standard in modo da diminuire l’importo della monetizzazionedelle aree a standard non cedute. Il Comune ha avanzato dei dubbisulla richiesta e ancora non abbiamo certezze.

geom. G.L.

Spesso si ingenera confusione tra aree per opere di urbanizzazione earee a standard, mentre si tratta di due ambiti diversi che, incidental-mente, si sovrappongono parzialmente ma non completamente (ad e-sempio la strada residenziale è opera di urbanizzazione primaria manon è standard; un parcheggio è opera di urbanizzazione primaria e puòessere anche standard; una piazza del mercato è opera di urbanizza-zione secondaria ed è anche standard; un depuratore è opera di urba-nizzazione secondaria ma non è standard). Anche se oggi (dopo l’en-trata in vigore della legge regionale n. 12 del 2005) il concetto di area astandard è molto più evanescente essendo tramutato nel più vago con-cetto di “aree o attrezzature pubbliche o di interesse pubblico”, pos-siamo passare al caso specifico.La pista ciclabile, così come il percorso pedonale panoramico, devonoessere considerati opere di urbanizzazione primaria e le relative aree nonpossono essere considerate a standard. Si tratta infatti di opere ricon-ducibili al concetto di viabilità. Non si può ritenere che le norme urbani-stiche, nell’inserire le strade residenziali tra le opere di urbanizzazioneprimaria, abbiano fatto riferimento al solo manto stradale. Lo stesso sipuò ritenere per il percorso pedonale “panoramico” che, in assenza dialtre specificazioni, può essere ricondotto sia alla viabilità che agli spazidi verde attrezzato, quindi sempre ad opere di urbanizzazione primaria.(Consiglio di Stato, sezione V, 25 giugno 2007, n. 3637)

geom. Z.F.

Monetizzazione per intervento su edificioesistente in ambito P. A. scaduto,ma urbanizzato.Avrei una situazione particolare da sottoporre all’esame dei colleghiche operano egregiamente sulla rivista “Il geometra bresciano” nellarubrica “la parola agli esperti”.

Ho presentato al Comune di Darfo Boario Terme per un mio clienteuna richiesta di recupero abitativo del sottotetto esistente ai sensidella L.R. n. 20/2005 per un fabbricato edificato anteriormente al 1967e acquistato nel settembre 2007.Il fabbricato oggetto del recupero ricade su un lotto all’interno di unP.L.U adottato nel 1982, revisionato nel 1997, per il quale non è statasottoscritta nessuna convenzione riscontrabile presso la Conserva-toria Immobiliare tra il proprietario precedente ed il Comune.A tale lotto è stata assegnata una volumetria dedotto il volume del fab-bricato esistente. Il mio progetto prevede, per motivi di distanze coi vicini, il sovralzo edil recupero del sottotetto con la L.R. n. 20/2005 in deroga allo stru-mento urbanistico.L'intervento non comporta aumento del numero delle unità immobi-liari abitative e quindi non va ad aumentare il peso insediativo urbani-stico rispetto alla situazione attuale e precedente all’adozione delP.L.U.Il Comune chiede al mio cliente oltre agli oneri e al contributo del costodi costruzione, le spese effettuate dallo stesso per la realizzazione delP.L.U. (monetizzazioni aree, spese tecniche, urbanizzazione ecc.) maipagate dal proprietario precedente.Considerato quanto sopra, e trattandosi di un intervento su fabbricatopreesistente all’adozione del P.L.U., che non comporta l’utilizzo dellavolumetria assegnata dal P.L.U. al lotto sul quale insiste il fabbricato,ritenendo inidonea in questa fase la richiesta di pagamento dellespese del P.L.U., chiedo un vostro parere in merito, rimanendo a di-sposizione per ulteriori chiarimenti.Ringrazio e porgo distinti saluti.

geom. E.T.

Prima di rispondere alla domanda è bene fare alcune puntualizzazioni:1. la legge regionale 20/05 è stata “assorbita” dalla legge regionale n.

12 del 2005 (articolo 63 e seguenti);2. non si capisce come un PLU, adottato nel 1982 e revisionato nel 1997

non sia stato approvato definitivamente e convenzionato, ma attuatorealizzando gli interventi previsti e le opere di urbanizzazione chesono a carico dei lottizzanti (compreso spese, monetizzazione, ecc.);

3. bene la previsione di assegnare al lotto in esame una volumetria, te-nendo conto della cubatura esistente;

4. l’edificio esistente (antecedente il 1967) riveste i presupposti del re-cupero edilizio degli edifici ai sensi dell’articolo 63 e seguenti dellalegge regionale n. 12 del 2005 e cioè:a) esistente al 31 dicembre 2005;b) destinato a residenza per almeno del 25% della Slp;c) servito da tutte le opere di urbanizzazione;d) in ambito sottoposto a piano attuativo, anche se non adottato o

approvato;e) non rientra tra i casi di esclusione disposti dal comune.

5. l’attuazione del PLU, in condizioni normali, avrebbe dovuto, dopo lafirma della convenzione, avvenire prima mediante la realizzazionedelle opere di urbanizzazione a carico dei privati e poi con l’esecu-zione degli interventi edilizi previsti (oppure in contemporanea), ov-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1- 125

vero, nel caso di inadempienza dei lottizzanti da parte del comune u-tilizzando le garanzie prestate all’uopo all’atto della convenzione. Èragionevole pensare che l’obbligo di eseguire le OO UU e sostenerele spese si riferisca ai “benefici” previsti dal PLU (volumetria o Slp as-segnati), salvo diversa clausola convenzionale (sottoscritta dal primoproprietario).

6. nulla rileva che gli interventi edilizi proposti con la richiesta di recu-pero edilizio del sottotetto, non preveda un aumento delle unità im-mobiliari e non determini aumento del peso insediativo perché la leggeregionale 12/2005 non pone limitazioni o preclusioni di questo genere.

Precisato quanto sopra, si può concludere che:• il recupero edilizio del sottotetto del fabbricato ante ’67 è legittimo

sotto i profili perché possiede i requisiti richiesti e vi sono le condi-zioni di applicabilità della norma in materia,

• gli interventi edilizi non costituiscono attuazione del PLU (adottato o“revisionato”) per il quale s’imponga (in qualche misura) l’obbligo dirispettare gli impegni assunti con la “convenzione urbanistica” peraltro non sottoscritta dal precedente proprietario,

• la richiesta edilizia non deve essere valutata come l’attuazione delPLU (aumento di volumetria) che imporrebbe il rispetto delle normedello stesso, ma l’applicazione di una disciplina edilizia speciale cheprevede la deroga ai limiti e alle prescrizioni degli strumenti di piani-ficazione comunale, ad eccezione dell’altezza massima di zona. Ov-

viamente dovranno essere assicurati tutti i requisiti imposti dallenorme in materia di recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti(Hmp, RAI, dotazione parcheggi, ecc.),

• sebbene la legge regionale n. 12/2005 consideri tali interventi tra quellidella ristrutturazione edilizia, è bene tener conto che la giurisprudenzaammnistrativa e civile, considera i sopralzi dei sottotetti come nuove co-struzioni e, come tali sottoposti al rispetto delle distanze tra costruzioni.

• ne consegue che, a fronte della presentazione della richiesta di per-messo di costruire, o della Dia, gli interventi edilizi per il recupero e-dilizio del sottotetto esistente, ai sensi dell’articolo 63 e seguenti dellalegge regionale n. 12/2005 devono pagare al comune gli oneri di ur-banizzazione primari e secondari nonché il costo di costruzione com-misurato al costo di costruzione, calcolati sulla volumetria o sulla Slpresa abitativa secondo le tariffe approvate e vigenti in ciascun co-mune per le opere di nuova costruzione, e non altro.

• Sarebbe alquanto bizzarro e strano pensare che interventi mirati allefinalità stabilite da una legge regionale che ha stabilito determinatipresupposti per l’applicabilità di una attività edilizia speciale, possaessere presa a pretesto per “rientrare” (in parte) da spese che il co-mune ha sostenuto per altri e diversi interventi, che nulla hanno a chefare con le previsioni e prescrizioni del PLU (per altro non convenzio-nato e presumibilmente scaduto).

geom. Antonio Gnecchi

Il mondo di B. Bat.

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126 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5

Aggiornamento Albo

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 21 dicembre 2008 N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

1816 Baronchelli Giovanni Soncino (Cr) 20/07/1943 25034 Orzinuovi (Bs) via Bainsizza 14 Decesso

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 31 dicembre 2008 N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5125 Ballarini Paolo Breno (Bs) 03/09/1980 25053 Malegno (Bs) via Pradelli 1/A Dimissioni

1529 Bassi Simone Ossimo superiore (Bs) 23/03/1945 25050 Ossimo (Bs) loc. Creelone 28 Dimissione

1770 Bettinsoli Mario Gardone V.T. (Bs) 20/12/1945 25063 Gardone V.T. (Bs) via Puccini 9 Dimissioni

3192 Bocchi Bruno Roccafranca (Bs) 10/06/1933 25125 Brescia via Fura 63 Dimissioni

1108 Bonometti Paolo Mairano (Bs) 22/08/1938 25024 Leno (Bs) via XXIV maggio 17 Dimissioni

990 Braga Pietro Gavardo (Bs) 11/02/1933 25085 Gavardo (Bs) via Papa Giovanni XXIII, 2 Dimissioni

5591 Castagnaro Domenico Catanzaro 04/08/1959 25025 Manerbio (Bs) via C. Golgi 16 Dimissioni

1819 Cavedo Tomaso Darfo (Bs) 16/10/1947 25052 Piancogno (Bs) via S. Filippo 42 Dimissioni

2215 Chiappalupi Gerardo Brescia 06/11/1940 25030 Roncadelle (Bs) via Pertini 8 Dimissioni

1584 Cordioli Luigi Brescia 19/02/1945 25128 Brescia via Randaccio 15/A Dimissioni

5171 Gaibotti Fabrizio Orzinuovi (Bs) 16/09/1977 25030Castelcovati (Bs) via Spazzini 17 Dimissioni

3998 Gatta Luigi Brescia 27/11/1943 25064 Gussago (Bs) via IV Novembre 85 Dimissioni

5643 Gerardini Alberto Gardone V.T. (Bs) 03/09/1979 25069 Villa Carcina (Bs) via Fucine 22 Dimissioni

2119 Gervasoni Giuliano Sulzano (Bs) 11/12/1947 25055 Pisogne (Bs) via del Vescovo 27 Dimissioni

5257 Gozzoli Oscar Brescia 02/10/1968 25062 Concesio (Bs) via Toscana 30 Dimissioni

5135 Iacovino Fabrizio Brescia 22/10/1976 25073 Bovezzo via delle Moie 9/B Dimissioni

1987 Inzoli Gabriele Villanuova S.C. (Bs) 15/12/1946 25085 Gavardo (Bs) via Ridelli 37 Dimissioni

2592 Maccarinelli Rinaldo Nuvolento (Bs) 03/11/1942 25080 Paitone (Bs) via Trav. Gere 15 Dimissioni

1259 Maggioni Andrea Darfo (Bs) 02/01/1943 25050 Pian Camuno (Bs) via G. Galilei 1 Dimissioni

3905 Marizzoni Gianluciano Brescia 02/01/1967 25132 Brescia Q.re La Famiglia Trav. X 17 Dimissioni

5456 Martinazzoli Giuseppe Breno (Bs) 27/10/1978 25050 Paspardo (Bs) via Bonfadini 6 Dimissioni

5194 Molinari Luca Lovere (Bg) 26/06/1981 25047 Darfo (Bs) via A. Volta 11 Dimissioni

1394 Pagliari Sandro Calvisano (Bs) 15/12/1943 25080 Manerba d.G. (Bs) via degli Alpini 54 Dimissioni

5292 Pan Stefano Brescia 15/01/1981 25129 Brescia via Seriola Vescovada 68 Dimissioni

4075 Rampinelli Gianfranco Brescia 24/09/1941 25121 Brescia via Solferino 55 Dimissioni

5091 Rodella Alessandro Brescia 27/12/1969 25062 Concesio (Bs) via G. Donizetti 8 Dimissioni

5592 Rodella Daniele Pegognaga (Mn) 03/01/1951 25030 Pompiano (Bs) via Roma 8/H Dimissioni

2844 Ronchi Diego Salò (Bs) 02/05/1951 25087 Salò (Bs) viale Brescia 8 Dimissioni

3898 Sajetti Alfredo Carpenedolo (Bs) 30/06/1951 25013 Carpenedolo (Bs) via Garibaldi 213 Dimissioni

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 129

N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

2845 Salvinelli Mario Lumezzane (Bs) 07/01/1942 25066 Lumezzane (Bs) via Repubblica 39 Dimissioni

5427 Taddei Pietro Brescia 07/10/1975 25126 Brescia via Mercantini 7 Dimissioni

2208 Tibaldi Ugo Brescia 07/04/1943 25128 Brescia via F. Corridoni 25 Dimissioni

5433 Valotti Cesare Orzinuovi (Bs) 27/07/1979 25034 Orzinuovi (Bs) via Deledda 7 Dimissioni

824 Vecchi Ottorino Roncadelle (Bs) 15/09/1931 25035 Ospitaletto Bresc. (Bs) via Martiri Lib. 52/A Dimissioni

5732 Zaina Manuel S. Giovanni Bianco (Bg) 05/02/1980 25087 Salò (Bs) via P. Zanoli 5 Dimissioni

3357 Zani Giuseppe S. Gervasio (Bs) 28/11/1946 25028 Verolanuova (Bs) via Mazzini 48 Dimissioni

1951 Zanola Vittorio Addis Abeba (Etiopia) 08/04/1941 25040 Cortefranca (Bs) via Volta 7 Dimissioni

3350 Zanzi Renzo Losanna (sSvizzera) 06/11/1959 25038 Rovato (Bs) via S. Donato 22 Dimissioni

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 8 gennaio 2009 N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

4443 Costa Simona Gardone V.T. (Bs) 23/10/1973 25075 Nave (Bs) via S. Chiara 13 Decesso

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 30 gennaio 2009 N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

4756 Albini Chiara Brescia 14/07/1978 25124 Brescia via Palazzina 36 Dimissioni

5627 Baiguera Daniele Manerbio (Bs) 30/07/1984 25026 Pontevico (Bs) via Tito Speri 12 Dimissioni

4771 Coppi Simone Brescia 15/06/1977 25075 Nave (Bs) via Belcolle 8 Dimissioni

5622 Donini Matteo Brescia 03/10/1982 25124 Brescia via Tiziano 291 Dimissioni

4324 Ferrari Fabrizio Iseo (Bs) 09/08/1970 25050 Passirano (Bs) via I Marchiani 13 Dimissioni

4582 Masina Emanuele Brescia 02/12/1976 25065 Lumezzane (Bs) via don Giacomi 4 Dimissioni

4839 Milanesi Marco Brescia 23/10/1977 25011 Calcinato (Bs) via E. Berlinguer 97 Dimissioni

4669 Peretto Raffaele Montichiari (Bs) 17/07/1976 25013 Carpenedolo (Bs) via Don Minzoni 12 Dimissioni

5336 Tomasi Lara Brescia 20/05/1981 25075 Nave (Bs) via S. Chiara 14 Dimissioni

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 30 gennaio 2009 N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5841 Benati Claudio Cologna Veneta (Vr) 01/09/1973 25018 Montichiari (Bs) via S. Eurosia 35/H

5842 Cattaneo Corrado Gavardo (Bs) 25/07/1977 25080 Muscoline (Bs) via Monte Fontane 1

5843 Lanzetti Roberto Breno (Bs) 26/08/1962 25040 Nadro di Ceto (Bs) via Medio 5

5844 Pè Beniamino Monno (Bs) 24/02/1948 25040 Monno (Bs) via Piave 19

5845 Tobia Andrea Brescia 21/07/1966 25080 Padenghe s.G. (Bs) via Metelli 48

5846 Bettinsoli Dario Brescia 14/08/1984 25030 Torbole Casaglia (Bs) via Liguria 1/F

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130 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5

N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5847 Cigolini Michele Montichiari (Bs) 25/07/1986 25012 Calvisano (Bs) via Brignedolo 24

5848 Franchi Ombretta Brescia 06/09/1975 25050 Paderno Franciacorta (Bs) via della Corona 2

5849 Riva Paola Edolo (Bs) 16/07/1985 25050 Vione (Bs) piazza Vittoria 4

5850 Vezzoli Sara Chiari (Bs) 12/05/1984 25037 Pontoglio (Bs) via Papa Giovanni XXIII 12

5851 Arici Mirko Gavardo (Bs) 14/08/1987 25080 Mazzano (Bs) via don Minzoni 23

5852 Bianchi Antonio Iseo (Bs) 09/09/1986 25050 Provaglio d’Iseo (Bs) via Tito Speri 9

5853 Boroni Gabriele Brescia 26/10/1986 25050 Rodengo Saiano (Bs) via degli Alpini 13

5854 Rosetti Bianca Chiari (Bs) 21/10/1975 25030 Maclodio (Bs) via Dernes 5

5855 Bottarelli Valentina Desenzano d.G.(Bs)06/04/1987 25081 Bedizzole (Bs) via E. Landi 4

5856 Botticchio Maurizio Breno (Bs) 17/11/1984 25043 Breno (Bs) via Ponte Minerva 16

5857 Botticini Chiara Chiari (Bs) 30/04/1987 25030 Castrezzato (Bs) via dei Platani 9

5858 Campana Gabriele Palazzolo s.O 27/02/1986 25030 Erbusco (Bs) via Mons. Berardi 2

5859 Canobbio Emanuele Desenzano d.G.(Bs) 11/04/1986 25025 Manerbio (Bs) via Tedoldi 11

5860 Carlesso Stefano Desenzano d.G. (Bs) 16/01/1983 25015 Desenzano d.G via Minelli 21

5861 Cavedaghi Manuel Gavardo (Bs) 07/10/1986 25087 Salò (Bs) via Regina Margherita 6

5862 Cenini Marzia Edolo (Bs) 15/04/1986 25056 Ponte di Legno (Bs) via Arnaldo Berni 13

5863 Cerutti Sara Manerbio (Bs) 27/02/1987 25024 Leno (Bs) via Aldo Moro 10

5864 Chiarini Sabrina Montichiari (Bs) 21/05/1985 25018 Montichiari (Bs) via Aeroporto 26

5865 Cominassi Paolo Gardone V.T. (Bs) 22/09/1978 25063 Gardone V.T. (Bs) via Matteotti 348

5866 Consoli Chiara Brescia 30/07/1987 25030 Castelmella (Bs) via Redipuglia 68

5867 Corioni Alberto Chiari (Bs) 29/08/1984 25030 Erbusco (Bs) via Cavour 8

5868 Corso Siria Siracusa (Sr) 18/05/1987 25040 Monticelli Brusati (Bs) via De Gasperi 41

5869 Ferandi Franco Gavardo (Bs) 08/03/1985 25080 Vallio (Bs) via Suor S. Bodei 44

5870 Ferrari Alessandro Iseo (Bs) 04/09/1987 25040 Cortefranca (Bs) via Panoramica 1 - Colombaro

5871 Fettolini Paolo Iseo (Bs) 19/08/1986 25055 Pisogne (bs) via Domenico Silini snc

5872 Filippini Fabio Manerbio (Bs) 29/08/1985 25020 Milzano (Bs) via dott. A. Galli 6

5873 Gaioni Marco Gavardo (Bs) 08/12/1981 25088 Toscolano Maderno (Bs) via Verdi 4/A

5874 Lanzilotti Antonio Ostuni (Br) 08/08/1986 25010 Montirone (Bs) via Agostino Gallo 4

5875 Lazzaroni Luca Gavardo (Bs) 03/02/1986 25088 Toscolano Maderno (Bs) via Vitali 9

5876 Lazzaroni Lucia Iseo (Bs) 12/12/1984 25058 Sulzano (Bs) via Dante Alighieri 3/B

5877 Ledizzi Marco Manerbio (Bs) 03/09/1987 25020 S. Gervasio Bresciano (Bs) via Vescovato 17

5878 Lucchini Stefano Gardone V.T. (Bs) 02/11/1987 25068 Sarezzo (Bs) via G. Matteotti 49/E

5879 Lucini Marco Manerbio (Bs) 29/05/1983 25020 Pavone Mella (Bs) via Guido Rossa 13

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1 - 131

N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5880 Mancini Matteo Desenzano d.G. (Bs) 25/01/1984 25087 Salò (Bs) via Olivi 6

5881 Marchetto Alessandro Manerbio (Bs) 26/03/1984 25020 Milzano (Bs) via Cesare Battisti 16

5882 Massetti Marco Brescia 10/01/1985 25100 Brescia viale Italia 2

5883 Merlin Gabriele Iseo (Bs) 04/01/1983 25047 Darfo (Bs) via Umberto I 17

5884 Molinari Davide Manerbio (Bs) 08/01/1982 25020 Pavone Mella (Bs) via Papa Giovanni XXIII 19

5885 Morzenti Selene Gardone V.T. (Bs) 12/12/1987 25060 Collio (Bs) via Castiglioni 54

5886 Muzzani Roberto Brescia 04/12/1978 25100 Brescia via Stretta 70

5887 Natale Alessandro Brescia 04/12/1979 25086 Rezzato (Bs) via Zanardelli 7

5888 Negri Omar Lovere (Bg) 08/03/1983 25050 Pian Camuno (Bs) via don G. Crescini 8

5889 Piazzi Stefano Brescia 18/03/1985 25030 Roncadelle (Bs) via Gramsci 4

5890 Pietta Alberto Manerbio (Bs) 23/10/1986 25026 Pontevico (Bs) via Padre Giuseppini 16

5891 Pizio Daniele Lovere (Bs) 30/04/1983 25040 Esine (Bs) via Chiossi 19

5892 Quecchia Massimiliano Brescia 23/03/1987 25080 Botticino (Bs) via Longhetta 16

5893 Raccagni Andrea Brescia 25/02/1987 25136 Brescia via del Brolo 9

5894 Raffi Alessandro Brescia 05/10/1981 25039 Travagliato (Bs) via Mulini 19

5895 Raineri Giancarlo Chiari (Bs) 08/08/1986 25046 Cazzago S. Martino (Bs) via Garibaldi 22

5896 Scuri Andrea Chiari (Bs) 20/11/1983 25038 Rovato (Bs) via ing. Bertuzzi 63

5897 Zaccagnini Fabio Rio De Janeiro (Brasile)05/02/1983 25020 Pavone Mella (Bs) piazza Umberto I 9

5898 Zippoli Manuel Orzinuovi (Bs) 22/08/1987 25030 Villachiara (Bs) via Samarcanda 9

5899 Zotti Massimo Brescia 13/06/1986 25030 Berlingo (Bs) via G. Tempini 42

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memo

132 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/1

AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBOPer consentire il periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sonotenuti a comunicare al Collegio ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico utilizzando esclusiva-mente la seguente scheda:

IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA

cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. n. albo …………………………………………... nato il …………………………………………

luogo di residenza ……………………………………………………………………………………….. luogo dello studio ………………………………………………………………………………......

cap …………………………… città ……………………………………………………………………... cap ………………………………………………. città …………………………………………....

via ………………………………………………………………………………………………………………………... via ………………………………………………………………………………………………………………......

P. Iva ……………………………………………………………………………………………………………………

tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. tel. ufficio …………………………………… fax …………………………………………........

cell. ………………………………………………………………………………………………………………………. e-mail …………………………………………………………………………………………………………....

data ……………………………………………………………………………………………………………………..

firma ……………………………………………………………………………………………………………....

Per l’invio della corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta)

Autorizzi la pubblicazione della tua e-mail nel sito Internet del Collegio? ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)

PER AGGIORNARE GLI ELENCHIDELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIAIL COLLEGIO INVITA I GEOMETRIA COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINEQUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)

SPETT.LECOLLEGIO DEI GEOMETRIDELLA PROVINCIA DI BRESCIA25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12FAX: 030/306867

Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa diPrevidenza geometri a sensi della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la com-pilazione di specifico modello di atto notorio disponibile presso il Collegio. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte leinformazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamentialla Cassa di Previdenza.