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4 il geometra ligure il geometra ligure bimestrale - spedizione in abbonamento postale 70% - filiale di Genova in caso di mancato recapito restituire a: Collegio Geometri piazza della Vittoria, 12/23 - 16121 Genova che si impegnano al pagamento della tariffa luglio agosto 2001 4 50º ANNIVERSARIO CINQUANT’ANNI DI INFORMAZIONE TECNICA E CULTURA

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il geometraligureil geometraligure

bimestrale - spedizione in abbonamento postale 70% - filiale di Genovain caso di mancato recapito restituire a: Collegio Geometri piazza dellaVittoria, 12/23 - 16121 Genova che si impegnano al pagamento della tariffa

l u g l i oagosto

2001

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50º ANNIVERSARIO

CINQUANT’ANNI DII N F O R M A Z I O N ETECNICA E CULTURA

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Questo periodico èassociato alla UnioneStampa Periodica Italiana

il geometraligure

Direttore responsabile Arnoldo Juvara

Segretario di redazione Maura MignoneMarco Russello

Redattori Roberta ArenaVittorio CaudaPier Emilio CopelloAlessio DanovaroPaolo De LorenziEttore FieramoscaFilippo FinocchiaroMario GramigniMauro MatteiAndrea MerelloAdolfo MorassoLiliana OlceseAlessandro OmbrinaRoberto OmbrinaAdriano RodariLorenzo Traverso

Servizio fotografico Adolfo Morasso

Direzione Amministrazione 16121 GenovaRedazione e Distribuzione Piazza della Vittoria 12/23

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La presente pubblicazione è distri-buita gratuitamente agli iscritti al-l’albo professionale della Provincia diGenova ed ai Collegi dei Geometrid’Italia.

La riproduzione degli articoli, schiz-zi e fotografie è permessa solo ci-tando la fonte.

Le opinioni espresse dagli Autori,Redattori, Corrispondenti non impe-gnano né la Direzione, né le Reda-zioni, né il Collegio di cui il periodicoè l’organo.

Stampato nel mese di maggio2001 dalle Grafiche Fassicomo -Via Imperiale, 41 - 16143 Genova

Genova, 1950 - Caratteristico sciame di “vespe”.

In copertina: foto archivio Publifoto - Genova.

anno 50º - n. 4 • luglio-agosto 2001Spedizione in abbonamento postale 70% - filiale di GenovaAutorizzazione del Tribunale di Genova n. 318 del 29/11/54

sommario154 Tariffe professionali via libera dal Parlamento Europeo

157 Progetto di riqualificazione della chiesa di Santa Maria delleGrazie la nuova come sala da musica

164 A proposito di… - Barriere architettoniche chi le abbatte e chile crea

166 - L’intonaco - Terza parte - I rimedi

168 Legislazione dello Stato

170 Giurisprudenza

174 Informativa - Consiglio Nazionale dei Geometri175 - Ministero delle Finanze176 - Consiglio Nazionale dei Geometri177 - Una pagina tutta per noi178 - La nuova sede del Collegio180 - Recupero e manutenzione del patrimonio edilizio182 - Codice deontologico

183 Cultura ligure - Il Mar Ligure visto da sotto

187 Recensioni

190 Atti del Collegio

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TARIFFE PROFESSIONALIVIA LIBERADAL PARLAMENTO EUROPEOGeom. Andrea Merello

Il problema delle tariffe e so-prattutto dei “minimi inde-

rogabili” è stato notoriamen-te al centro dell’attenzione neldibattito sul futuro delle libe-re professioni e della loro re-golamentazione

L’Autorità Garante dellaconcorrenza e del Mercatonella sua relazione sull’inda-gine relativa agli Ordini eCollegi professionali nell’am-bito delle restrizioni all’eser-cizio affermò che “la fissazio-

ne di tariffe inderogabili mi-nime o fisse, appare senz’altromeno facilmente riconducibi-le al perseguimento dell’inte-resse generale a garantire ele-vati livelli qualitativi delleprestazioni, e, invece più di-rettamente finalizzata allaprotezione delle categorie in-teressate”.

Proseguiva poi con una se-rie di considerazioni e con-cludeva “Deve poi essere con-siderato che ogni restrizionedella concorrenza ha un co-sto che deve essere sufficien-temente compensato dai be-nefici per i quali si giustifical’introduzione della restrizio-ne e nel caso della fissazionedelle tariffe… tali beneficinon si riscontrano soprattuttoquando ad essere definiti sonolivelli minimi di prezzi”.

Tanto è bastato perché suquesto argomento si innestas-se una polemica che sfociòanche in procedimenti nantil’antitrust (quello a carico del-le Associazioni degli Ammi-nistratori di condominii edimmobili –FIABS-AIACI edANAI con la condanna adabrogare il tariffario emessoda queste Associazioni) o in-vestendone la Magistratura(vedi ad esempio da parte

Il ParlamentoEuropeo si è

espresso afavore delle

tariffeprofessionaliriconoscendol’importanza

dellatariffazione

obbligatoria.

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dell’Ordine dei Dottori Com-mercialisti e Ragionieri insede di TAR del Lazio il qua-le ha dichiarato che se da unaparte l’Antitrust in quantogarante della concorrenza puòintervenire nella materia cheriguarda Ordini, Collegi pro-fessionali e anche nei con-fronti dei singoli professioni-sti non può entrare nel meritodelle tariffe in quanto questesono sancite da strumenti le-gislativi sui quali l’Autoritàgarante della concorrenza edel mercato non ha alcunpotere d’interferenza. Puòsolo trasmettere eventuali os-servazioni al Parlamento ed alGoverno.

Il progetto di legge gover-nativo noto come “propostaMirone” prese in esame an-che questo problema concor-dando per l’abolizione delletariffe professionali e sosti-tuendole con dei “costi mini-mi della prestazione” a garan-zia del cliente.

Alte si levarono le grida dicoloro che volendo abolireOrdini e Collegi professiona-li, ovviamente, strumentaliz-zavano anche il problema ta-riffario ignorando che talestrumento se è utile al Pro-fessionista lo è ancor più peri consumatori che sono cosìtutelati conoscendo in parten-za quali oneri debbono soste-nere a fronte di determinateprestazioni professionali.

A sorpresa lo stesso Com-missario Europeo della con-correnza, l’italiano Monti, siè pronunciato in questi termi-ni: “la concorrenza dei prezzisi applica anche alle libereprofessioni, al pari delle im-prese, affinché vi sia una scel-

ta non solo tra i servizi pre-stati, ma anche sulla base deicosti dei servizi” (vedi Il Sole24 Ore del 9 agosto 2000) ilMinistro dell’Industria Bersa-ni sospese gli adeguamentitariffari per i Professionisti.

Le organizzazioni dei Libe-ri Professionisti avviarono unaintensa battaglia attraversoOrdini e Collegi professiona-li, col CUP –Comitato unita-rio degli Ordini attraverso ilPresidente Boeri affermò chei minimi vincolanti non sonoin contrasto con la UE, l’As-sociazione Liberi Professioni-sti con il Presidente On Alfre-do Biondi ed il Segretario Na-zionale Avv. Elio Di Rella in-tervennero in tutte le sedi pos-sibili e così la CONSILP edaltre organizzazioni.

Battaglia che ebbe esitopositivo, se è vero, com’èvero che all’art 3 - Principi eCriteri in materia di tariffeprofessionali, pubblicità e re-sponsabilità civile della pro-posta di legge governativa cheprende il nome dal suo pre-sentatore il Ministro On.Fassino si prevede che ilcorrispettivo sia concordatotra le parti e che il Professio-nista fornisca preventivamen-te indicazioni sulla modalitàdi determinazione.

La proposta proseguiva af-fermando che il Ministeroavrebbe potuto fissare la ta-riffa massima delle prestazio-ni, sostituire il sistema dei mi-nimi inderogabili con un me-todo che garantisse adeguateprestazioni professionali a fa-vore del cliente mantenendoper detti corrispettivi minimigli effetti propri delle vigentitariffe minime:

conclude poi con un’arti-colazione che ritengo obietti-vamente accettabile.

In questi giorni il Parlamen-to Europeo, sovvertendo i pre-cedenti orientamenti, ha final-mente posto fine a questadiatriba in senso favorevolealle tariffe professionali. Infatticon risoluzione B5 –0247 /2000 all’articolo 7 riconoscel’importanza data in alcuni sta-ti membri alla tariffazione ob-bligatoria al fine di assicurareai cittadini servizi di alta qua-lità e di creare relazioni di fi-ducia tra i liberi professionistied i loro clienti.

Nei successivi articoli daln°8 al n° 13 il ParlamentoEuropeo invita la Commissio-ne ad attenersi alle indicazio-ni della Corte di Giustizia nel-l’applicare le regole della con-correnza alle tariffe obbliga-torie dei Liberi Professioni-sti.

Conferisce importanza alletariffe obbligatorie fissate daOrdini, Collegi, Associazioniprofessionali di tutti i Profes-sionisti esercitanti una deter-minata attività che possono,secondo le circostanze essereconsiderati decisioni adottateda associazioni d’imprese sot-toposte alle regole della con-correnza.

L’articolo dieci che credovalga la pena di essere tra-scritto integralmente, così siesprime: “ritiene che gli statimembri siano autorizzati astabilire tariffe obbligatorietenendo conto dell’interessegenerale (e non solo di quel-lo della professione) e a sal-vaguardare gli elevati livellimorali, etici e di qualità cheAvvocati, Consulenti Fiscali,

Tariffe professionali via libera dal Parlamento Europeo

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Contabili, Medici, Psicotera-peuti, Architetti, e altri liberiprofessionisti rappresentano enel quale i loro clienti confi-dano”.

È evidente che la risolu-zione del Parlamento Europeointeressa tutte le libere pro-fessioni regolamentate, infat-ti dopo averne elencato uncerto numero (Notai, Avvoca-ti, Medici, Architetti, Consu-lenti Fiscali, Contabili ecc, )l’articolo sottolinea “e altriliberi professionisti” non è daescludere che la portata diquesto provvedimento si pos-sa estendere anche alle libereprofessioni non regolamenta-te i cui operatori secondo unarecente indagine del CNELassommerebbero a ben tremilioni ottocentomila.

La risoluzione sottolinea(art. 11) che l’obiettivo di pro-muovere la concorrenza nelle

professioni deve essere con-ciliato col mantenimento dinorme di etica professionalespecifiche per ogni attività dilibera professione.

Infine invita la commissio-ne ad abbattere le barriere cheostacolano la libera circola-zione delle prestazioni profes-sionali nell’ambito del mer-cato comune e sottolinea chenon si possono considerare re-strizioni del gioco della con-correnza e del libero mercatoquelle norme esistenti nel-l’ambito delle diverse disci-pline professionali tese ad as-sicurare l’imparzialità del-l’operato degli iscritti, la lorocompetenza e responsabilità.

Non sono considerate re-strizioni della concorrenzanemmeno quelle norme pre-viste dagli ordinamenti pro-fessionali che impediscanoforme di pubblicità inganne-

vole, conflitti d’interesse eche agevolino la libera circo-lazione dei servizi.

Ritengo che si sia così rag-giunto un risultato decisamen-te positivo per la sopravviven-za delle libere professioni mache tiene contemporaneamen-te conto delle esigenze deiconsumatori, rispettando l’ot-tica di tutelarli che le diversenormative devono perseguire.

Possiamo dire di aver fat-to un passo in avanti versoquel clima di chiarezza chedeve essere alla base di ogniriforma e che il nuovo Go-verno, da chiunque sia for-mato trova con questa riso-luzione risolto un grosso pro-blema e spianata la stradaverso la ricerca di un’equalegislazione che affronti latematica che coinvolge le li-bere professioni regolamen-tate o no.

Non lavorare per ottenere un riconoscimento,ma fa’ in modo che il tuo lavoro meriti riconoscimento.

Da vita: istuzioni per l’uso di H. Jackson Brown Jr.

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Il seguente lavoro illustra laprogettazione acustica degli

interventi di recupero dellaex chiesa di Santa Mariadelle Grazie la Nuova, nellaprospettiva di un suo utiliz-zo come sala per l’ascoltodi musica da camera e salaconferenze. L’edificio si tro-va in una delle zone piùantiche di Genova: la colli-na di Castello. Il primo nu-cleo della città era situatonella zona di San Silvestroe delle Grazie ed è qui chenel corso del XV secolo sisviluppa ampiamente l’edi-lizia conventuale: SantaMaria di Castello, Santa Ma-ria in Passione, San Silve-stro, Sant’Agostino e SantaMaria delle Grazie.

Nel 1451 l’ordine delle“Povere signore delle Grazie”fonda chiesa e monastero; nelcorso degli anni il complessoconventuale si amplia su ac-quisti e donazioni di terrenidi proprietà degli Embriaciche sulla Collina di Castelloavevano quasi tutti i loro pos-sedimenti.

I più consistenti lavori diampliamento si hanno nel1623; sono probabilmente diquesto periodo gli affreschisulla volta centrale di B. Ca-

PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONEDELLA CHIESA DI SANTA MARIADELLE GRAZIE LA NUOVA COMESALA DA MUSICADott. Ing. Rossana Setaro

stello, V. Castello e G. B.Carlone.

L’edificio viene abbando-nato dalle monache nel 1810ed in seguito diviene sede divarie attività, ma lo stato di

degrado nel quale è giunto aigiorni nostri, denuncia unatrascuratezza continua nelcorso degli ultimi due secoli.

Oggi l’edificio è in fase direcupero; i lavori eseguitidall’ARTE, hanno portato alla

creazione di alloggi per stu-denti, (ormai quasi ultimati),di un museo intitolato aN.Paganini, e una sala damusica.

L’oggetto della ricerca è

stato quello di affrontare lostudio delle caratteristicheacustiche della sala da musi-ca, di proporre soluzioni atteal miglioramento dell’acusti-ca dell’ambiente in esame edi considerare interventi ar-

figura 1Profilorestitutivodella Collinadi Castelloalla metà delsecolo scorsoquando sipotevaancoraleggere laprevalentepresenza deicomplessiconventuali.

figura 2Vista dalmare dellaCollina diCastello.

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chitettonici nei locali annessialla sala, quali i camerini, iservizi, il foyer e il museo diPaganini. Per ottenere unasala che abbia qualità acusti-che soddisfacenti, è necessa-rio sottolineare quali debba-no essere le caratteristiche delcampo sonoro per un ascolta-tore.

Il campo sonoro ideale perun ascoltatore deve avere trecaratteristiche fondamentali:la nitidezza, la riverberazio-ne, e la spazialità.

La nitidezza sufficiente,della percezione della musi-ca, è legata ad un adeguatorapporto segnale/rumore del-la sala. Il segnale è costituitodall’energia sonora del suonodiretto mentre il rumore,escludendo ovviamente l’in-fluenza del rumore inteso nelsenso usuale della parola, ècostituito da una rimanentequota di energia che producefenomeni di mascheramentoparziale o totale percepibilicome confusione dell’eventomusicale.

Per descrivere fisicamentele caratteristiche di un campo

sonoro si utilizzano dei de-scrittori fisici, o criteri ogget-tivi, che permettono di corre-lare le sensazioni soggettivedi percezione del suono conle caratteristiche fisiche delcampo sonoro.

I descrittori fisici, o criterioggettivi, più spesso conside-rati per la percezione nitidadella musica sono l’indice dichiarezza C introdotto daReichardt e l’istante baricen-trico dell’energia t

s proposto

da Kurer. C è costituito dalrapporto, espresso in dB, fral’energia sonora ricevuta neiprimi 80 ms dal suono direttoe quella che giunge successi-vamente:

Per quanto riguarda il tem-po baricentrico questo è iltempo, in millisecondi, chel’ascoltatore impiega per ri-cevere l’esatta metà dell’ener-gia acustica totale:

I valori ottimali di questicriteri suggeriti in letteraturasono i seguenti:

- 2≤ C≤ 2 d Bt

s< 1 4 0 m s

Quanto più il valore di C è

elevato, tanto più il suono ri-sulta chiaro. Per t

s invece più

basso è il suo valore, più ilsuono risulta chiaro.

Un altro aspetto percettivoconcorrente alla qualità delsuono in una sala da concertoè quello che Bleurt denota conla locuzione “impressionespaziale uditiva”; questa rap-presenta la sensazione sogget-tiva delle dimensioni e del tipodi ambiente, reale o simulato,a cui giunge spontaneamenteun ascoltatore quando è espo-sto ad un campo sonoro ap-propriato. Una certa impres-sione spaziale uditiva è basa-ta su diversi attributi percetti-vi; due molto rilevanti sonola sensazione delle riverbera-zione e la spazialità.

La prima deriva dal pro-lungamento temporale deglieventi sonori, cioè dalla codasonora. Tale fenomeno con-ferisce ricchezza alla musica,sia aumentandone l’intensitàsia legandone e mescolando-ne le note. I descrittori og-gettivi frequentemente utiliz-zati sono il tempo di riverbe-razione classico T

60 ed altri

criteri di decadimento TN

de-sunti dall’estrapolazione a –60 dB della pendenza medianei primi N dB del decadi-mento del livello della pres-sione sonora conseguente l’in-terruzione del regime perma-nente sostenuto da una sor-gente. Oltre il T

60, di tutti il

più popolare è il T10

, l’EDTproposto da Jordan.

Usualmente questi tempidi riverberazione sono speci-ficati in funzione delle fre-quenza in quanto l’equilibriodella timbrica della coda so-nora è legato all’andamento

figura 3La voltacentrale

affrescata.

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frequenziale del tempo di ri-verberazione. Anche se, siaper il passato sia di recente, èstato pure suggerito un au-mento del tempo di riverbe-razione alle basse frequenzeed una modesta riduzione allefrequenze alte, oggi, sebbenela questione non sia stata ri-solta definitivamente, sembrapreferito un andamento pres-soché costante.

L’altro attributo percettivo,importante per l’impressionespaziale uditiva, e quindi perla buona acustica, è la spa-zialità. E’ un effetto – si po-trebbe dire – che, come lariverberazione fa percepire unallargamento dell’evento so-noro nel tempo, così certecomponenti del campo sono-ro di prima riflessione fannopercepire un allargamentodell’evento sonoro nello spa-zio.

Oltre al descrittore sugge-rito da Barron e Marshall L

f ,

Jordan ha derivato un ulterio-re criterio per la spazialità,l’Efficienza Laterale LE.

Il campo di valori ottimalisuggerito per gli indici dellaspazialità è il seguente:

Lf > 0,25

LE > 0,2 – 0,3

Gli indici LE ed Lf sono

allora molto importanti (insie-me agli altri che indicano lachiarezza e la nitidezza delmessaggio sonoro); se si vuo-le correlarli ad una caratteri-stica psicofisica si può direche essi indicano la sensazio-ne di sentirsi avviluppati dalsuono, di sentirsi immersi nelcampo sonoro, effetto da con-siderare ideale nell’ascoltodella musica.

Il recupero di edifici stori-ci presenta spesso il proble-ma della riqualificazione acu-stica di sale che non sonostate concepite, al momentodella progettazione, per esse-re utilizzate come auditorium.Le caratteristiche acustiche ditali sale, in generale, non sonoadeguate alle esecuzioni mu-sicali e un intervento in taledirezione può incontrare pro-blematiche architettoniche ri-levanti. La riqualificazione dichiese può presentare partico-lari difficoltà, quali ad esem-pio un rapporto volume/super-ficie calpestabile molto eleva-to, una geometria che si pre-sta favorevolmente alla con-centrazione sonora in alcunezone, una elevata riverbera-zione del suono dovuta adampie superfici riflettenti af-facciate all’ambiente ecc.

La riqualificazione acusti-ca di chiese può essere con-cepita non solo in via per-manente, conservando lastruttura, dedicando l’am-biente esclusivamente alla

musica, ma anche in via tem-poranea: sempre più nume-rosi sono i casi in cui si re-alizzano concerti in chieseconsacrate al culto, che, peroccasioni particolari, sonoutilizzate come auditori. Nel-la chiesa di Santa Maria del-le Grazie, in via di ristruttu-razione, sono state avanzateipotesi di bonifica acusticasia a carattere permanente,sia temporaneo. Per verifica-re l’efficacia delle soluzioniprogettuali proposte, si è uti-lizzato un software di previ-sione acustica: RAMSETE. Ilsoftware Ramsete, compren-dente anche un CAD inter-no, si propone come un vali-do strumento di lavoro per ilprogettista, sia in fase didefinizione di interventi dicorrezione acustica, sia perla progettazione ex-novo. Ilsoftware Ramsete permette ilcalcolo delle principali gran-dezze acustiche, quali SPL,T

30, T

20, EDT, D, C

50, C

80,

Tbar

, LE, LF, ecc.

Per la costruzione del

figura 4Tempo diriverberazioneottimale

Progetto di riqualificazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie la Nuova come sala da musica

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modello acustico tridimen-sionale è stato necessario co-noscere i materiali di cuisono costituite le superficidella chiesa di Santa Mariadelle Grazie e le sue dimen-sioni. La sala è costituita daun ambiente unico; la piantaè rettangolare e piuttosto al-lungata; non presenta rien-tranze particolari nello spes-sore dei muri perimetrali, didimensioni 9.5x25.7 m; l’al-tezza è variabile ed è com-presa tra 5 e 15.5 metri. Lasuperficie in pianta e il volu-me della sala sono rispetti-vamente pari a circa 250 m2

e 2760 m3 .Nella parte prossima al-

l’entrata il soffitto presentauna volta la cui altezza variada 4.74 m a 7.30 m; nellaparte restante della chiesa ilsoffitto presenta due volte lacui altezza massima giunge a15.5 m.

Le pareti perimetrali nonpresentano affreschi; solo nel-la parte finale delle pareti sonopresenti stucchi anche se in uncattivo stato di conservazione.La volta d’ingresso è stataaffrescata in tempi recenti econ un risultato tale da non

pensare ad una cura particola-re nella conservazione di taliopere; tuttavia probabilmentel’affresco più recente ne na-sconde uno cinquecentescoche con il tempo verràrecuperato. Nella volta checopre il resto della chiesa, visono al contrario affreschi digran pregio che, anche se inuno stato di degrado moltoavanzato, saranno sicuramen-te recuperati. La volta centra-le quindi, dovrà essere lascia-ta libera alla vista.

Gli interventi ipotizzatimirano soprattutto a rendereil volume più compatto cer-cando di eliminare il divarioaltimetrico tra la prima e laseconda parte della chiesa.Questo divario si può miti-gare introducendo un riflet-tore trasparente con attaccoalla base del finestrone cen-trale, inclinato opportuna-mente secondo le leggi dellariflessione, e che ha lo sco-po principale di sostenere ilcampo sonoro sul fondo del-la sala che dalle simulazioniera risultata essere con mi-nore energia sonora. L’intro-duzione di una camera d’or-chestra in ciliegio, materiale

di cui sono note le caratteri-stiche di diffusione, imme-diatamente dietro l’orchestra,agendo sul campo delle pri-me riflessioni, contribuisce arendere il suono più defini-to, e a migliorare il camposonoro degli esecutori stes-si. Infine l’utilizzo di pan-nelli diffusori a resto quadra-tico sulle pareti laterali pa-rallele, consente l’elimina-zione di eventuali fenomenidi risonanza quali onde sta-zionarie.

Per la chiesa in esame èstata valutata l’incidenza de-gli interventi di ristrutturazio-ne sui parametri acustici piùsignificativi.

Le mappature acustichecon la sala nelle condizionid’uso mostrano come la zonasul fondo della chiesa abbiameno energia sonora (rappre-sentata dalle mappature conil colore blu). L’introduzionedelle conchiglia acustica raf-forza il suono intorno allasorgente sonora e le mappa-ture evidenziano una zona dicolore rosso più estesa, segnoche l’energia sonora risultapiù intensa anche al centrodella sala.

figura 5Condizioni

d’uso:poltrone

occupate epalco in

legno.

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L’introduzione della con-chiglia acustica, agendo sulcampo delle prime riflessio-ni, eleva l’indice di Chiarez-za, uno dei descrittori fisicielencati precedentemente cherappresenta la nitidezza delcampo sonoro.

Il miglioramento ulterioredelle caratteristiche acustichedel locale in esame situatonella Chiesa di Santa Mariadelle Grazie, si potrebbe ave-re cercando di ridurre la dif-ferenza altimetrica tra le dueporzioni della sala stessa; unaprima parte dell’ambiente in-fatti, che si trova dall’ingres-so di Piazza Santa Maria inPassione, ha una altezza mas-sima di circa 7.30 metri, men-tre il resto della sala ha unaaltezza che giunge fino a 15.5metri. E’ chiaro che questoapparente divario altimetricocrea una cattiva propagazio-ne del suono verso la partefinale della chiesa, come sipuò anche notare dalle primemodellizzazioni acustiche ef-fettuate. Un ulteriore tentati-vo di progettazione acusticadella sala sarà quindi rivoltoin questa direzione.

Per creare una continuitàtra la parte iniziale e quella

finale della sala rettangolareconsiderata, si sono conside-rate diverse soluzioni poi esa-minate con le simulazioni tra-mite il software di previsioneacustica Ramsete.

La più soddisfacente è ri-sultata essere quella che pre-vedeva di inserire un riflet-

tore trasparente in vetro strut-turale nel punto ipotizzato diattacco della volta iniziale.Tramite alcuni schizzi sui di-segni della sezione longitu-dinale si può prevedere il be-neficio ottenuto nel campodelle prime riflessioni.

Le simulazioni dimostre-ranno che l’ul-tima soluzioneè la miglioredal punto di vi-sta acusticoconsiderando ilbeneficio ap-portato in rela-zione alla sem-plicità di ese-cuzione.

E’ impor-tante a questo

figura 6Miglioramentodellecondizioniacustiche:introduzionedi unacamerad’orchestra inciliegio.

figura 7La soluzionecon ilriflettoretrasparenterisulta esserequella cheforniscerisultatimigliori.

Progetto di riqualificazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie la Nuova come sala da musica

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punto ricordare che il control-lo del campo di prima rifles-sione è da considerarsi moltoimportante nel tentativo diavere un ambiente con ade-guate caratteristiche acusticheper l’ascolto della musica. Glielementi principali a cui affi-dare questo compito sono iriflettori e i diffusori. L’intro-duzione della vela di vetro haavuto il risultato di riflettereverso la platea il suono pro-veniente da una sorgente po-sizionata sul palco.

Nello stesso tempo si èmanifestata la necessità di ri-durre ancora di poco il tempodi riverberazione. Normal-mente l’uso di sistemi fonoas-sorbenti deve essere contenu-to nello stretto necessario, nonessendo sempre le stesse le

condizioni di ascolto in unasala; inoltre l’introduzione dimateriali esclusivamente fo-noassorbenti, non garantisceuna buona diffusione del suo-no, ma assicura solo una di-minuzione dell’energia sono-ra incidente in quanto unaparte di questa viene assorbi-ta, e la parte riflessa non vie-ne tenuta in considerazione.Con l’introduzione di pannel-li diffondenti invece, si puòassociare l’assorbimento diuna parte del suono inciden-te, alla diffusione della partedel suono riflesso. Manfred R.Schroeder, dalla teoria deinumeri, ha tratto l’idea cheuna parete con avvallamentidisposti secondo opportunesequenze numeriche, diffondeil suono in maniera efficace.

Le scanalature hanno una pro-fondità di 1/

4 e una lunghezza

di 1/2 della lunghezza d’onda

da diffondere.Le scanalature possono

essere calcolate attraversosequenze numeriche a residuoquadratico basate sui numeriprimi. La profondità massimadella scanalatura è determina-ta dalla massima lunghezzad’onda da diffondere; la lar-ghezza della scanalatura, in-vece, è circa metà della piùcorta lunghezza d’onda dadiffondere. Combinando inol-tre i diffusori disponendo glianfratti per file parallele oriz-zontali o verticali, in grado didiffondere rispettivamente nelsemidisco orizzontale o inquello verticale, si può otte-nere una diffusione virtual-mente emisferica.

L’ultimo intervento propo-sto ha quindi inteso ridurre ilcampo riverberante, contem-poraneamente diminuendo lefocalizzazioni mediante l’in-serimento di pannelli diffon-denti. Tali diffusori devonoessere accordati sulle fre-quenze risultate più critichedalle misurazioni sperimenta-li. Visto che nel nostro casosi procede ad una previsionee non ad un controllo dellecaratteristiche acustiche dellasala, si è pensato di inseriredei pannelli tipo Abffusor ,aventi caratteristiche assor-benti e diffondenti a largabanda. Dovendo invece inter-venire in un ambiente nelquale sono noti i risultati del-le misurazioni sperimentali, esono noti anche i punti delleeventuali focalizzazioni pre-senti, si possono progettarediffusori a resto quadratico

figura 8la Chiarezza

risultamaggiore

conl’introduzionedel riflettoretrasparente

figura 9La sensazionedi spazialità emaggiore conl’introduzione

della velatrasparente.

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opportuni costruiti su deter-minate sequenze di numeriprimi.

Il software di previsioneacustica Ramsete, ha permes-so di simulare le varie fasidel progetto; l’installazionedei diffusori a resto quadra-

tico permette anche una ade-guata implementazione delladiffusione sonora, sebbeneRamsete per il momento nonfornisca dati evidenti che ri-guardano la buona diffusio-ne del suono. L’ottimisticaprevisione è formulata co-

BIBLIOGRAFIA:[1]Barron M., AUDITORIUM ACOUSTIC AND ARCHITECTURAL DESIGN, E&FNSPON, Londra 1993.[2] Beranek L., NOISE AND VIBRATION CONTROL, McGraw-Hill- Washington 1971.[3]Elton F. Everest, MANUALE DI ACUSTICA. Concetti fondamentali- Acustica degliinterni, Hoepli editore, Milano 1996.[4]Ianniello C., “ Auditori e sale da concerto”, RIVISTA ITALIANA DI ACUSTICA,vol.XI, n°4, 1987.[5]Ianniello C., “ La qualità del suono nelle sale da concerto. Aspetti soggettivi e criterioggettivi”, RIVISTA ITALIANA DI ACUSTICA, vol.IX, n°2, 1985.

figura 10Paragone traassorbimento,riflessione ediffusione eun pannelloAbffusor.

Questo articolo è tratto da una tesi svolta presso l’Università degli Studi di Genova pressola Facoltà di Ingegneria, nei dipartimenti DEUIM / DITEC con i relatori, prof. Ing.C.Schenone e Prof. Arch. F.Tomasinelli.

munque sulla base di datinoti sin dalla fine degli annisettanta, quando si iniziò adeffettuare misurazioni acusti-che su tali diffusori; la mag-giore o minore efficacia èquindi dovuta al loro posi-zionamento.

Progetto di riqualificazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie la Nuova come sala da musica

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Èpurtroppo vero che inItalia esistono due cate-

gorie di cittadini: quelli di“serie A” e quelli di “serie B”.

A questi ultimi (che piùpropriamente piuttosto che“cittadini” si potrebbero chia-mare “sudditi”) incombe l’ob-bligo, sacrosanto, di osserva-re le leggi e - nel caso dellebarriere architettoniche - dinon costruirne di nuove e ovenecessario di abbattere quelleesistenti.

Ai primi invece (“serie A”)incombe proprio niente: anzi,nella fattispecie, hanno addi-rittura licenza di creare nuoviostacoli anche là dove nonesistevano.

Se io, cittadino di “serieB” ovvero “suddito”, devo

Barriere architettonichechi le abbatte e chi le creageom. Lorenzo Traverso

sottoporre al Sindaco il pro-getto di sistemazione di unvetusto edificio monofamilia-re, già rurale, vecchio di du-ecento anni e da allora inin-terrottamente abitato, devodimostrare che la nuova rea-lizzazione di un bagno là doveesisteva solo una sconcia la-trina potrà essere adattabile,ove necessario, alle esigenzedi una persona disabile.

Benissimo, esistono al ri-guardo leggi dello Stato edella Regione, le studio, leapplico al caso e posso quin-di integrare il mio progettinodimostrando che all’occorren-za, spostando una tramezza,allargando una porta, distan-ziando opportunamente leapparecchiature igienico-sani-

tarie, collocandole a determi-nate altezze, installando dei“servoscala” e così via, pos-so far vivere tranquillamentein quella casa anche personecostrette su sedia a rotelle ocomunque con più o menogravi limitazioni motorie.

Si badi bene, io non prote-sto per questa necessità diintegrazione progettuale: anessuno più di me, vecchiomutilato che da quasi ses-sant’anni mi porto dietro leconseguenze di onorevolissi-me ma scomode ferite, sonoben noti problemi del genere,quotidianamente sperimenta-ti sulla mia persona.

Protesto perché ci sonocittadini di “serie A”.

Essi infatti, singoli perso-naggi o Ente che siano, pos-sono - come ho già detto -ignorare le leggi e quindi, perstare in tema, non sono tenutiad abbattere le barriere archi-tettoniche e possono addirit-tura crearne di nuove là dovenon ne esistevano e non vi eraragione alcuna che ne esistes-sero.

Prendiamo due attualissi-mi, significativi esempi: Piaz-za De Ferrari e Piazza Mat-teotti.

Da sempre le due piazze

A proposito di…A proposito di…

Via CardinaleBoetto

l’anticadiscesa è

stata alteratacon la

costruzione digradini a

discapito deiportatori dihandicap e

delle personeanziane.

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165

sono state collegate da unabreve strada, fino al primo do-poguerra denominata via Sel-lai (la vecchia “via cellario-rum”, che traeva il nome dal-le botteghe di quegli artigia-ni) ed ora via Card. Boetto.

Tratto di strada in lievediscesa, del tutto privo dibarriere di sorta, percorribi-le da chiunque senza proble-mi: e in tal modo è stata ri-sistemata pochissimi anni fa(tre o quattro), con pavimen-tazione di pregiati massellidi pietra e con una spesa diqualche centinaio di milioni(due o trecento, se ricordobene).

Oggi, con i lavori in cor-so, la lieve discesa è sparita,sostituita da una serie di seibassi gradini, lungo i quali -a salire o a scendere - sonocurioso di vedere come se lacaveranno i fruitori di sedie arotelle, i ciechi, chi deambulacon le stampelle o gravandosul bastone o anche, sempli-cemente, chi ha problemi diartrosi.

Tra l’altro, non si è tenutoconto che in futuro nuoveesigenze di traffico potrebbe-ro richiedere in via Card.Boetto il passaggio veicolare.E allora, altro rifacimento?

Pochi metri più in là,un’altra incomprensibile ini-ziativa: fino a non molti mesiaddietro, la piazza Matteottidegradava lievemente dallavia Boetto (e quindi da piaz-za De Ferrari) a via di PortaSoprana.

Oggi non più: nel rifaci-mento della piazza, a partire

dal piede della gradinata cheaccede al portone di destra(per chi guarda) della Chiesadel Gesù, sono stati realizzaticinque bei gradini di pietra, aspigolo vivo, con alzata in-torno ai venti centimetri, che

gradatamente smorzandosi inlunghezza verso centro piaz-za.

Domanda: ancorché “sud-diti”, sarebbe possibile cono-scere il perché di simili rea-lizzazioni?

A lato dellaChiesa delGesù l’anticaagevole ebelladiscesina avia di PortaSoprana èstata alteratada cinque altigradiniimpraticabiliper iportatori dihandicap.

Barriere architettoniche chi le abbatte e chi le crea

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A proposito di…A proposito di…

Come visto in precedenzagli intonaci si possono

degradare per un diverso com-portamento fisico (più rigidi-tà rispetto al supporto), op-pure per incompatibilità chi-mica (presenza di sali idroso-lubili) ed anche per diversasituazione igrometrica delsupporto (presenza di acquada risalita), oppure ancora pererrata protezione pittorica(minima oppure assenza com-pleta di traspirazione del va-pore verso l’esterno) tutti fe-nomeni questi che causano

comunque efflorescenze e/odistacchi degli intonaci stes-si.

Quali sono allora le pro-cedure che bisogna adottareper ottenere un intonaco sanoe durevole nel tempo ?

Occorre innanzi tutto veri-ficare che la muratura su cuisi dovrà applicare l’intonacosia asciutta, ovvero non pre-senti umidità da risalita e/oda infiltrazione.

L’umidità relativa massimacontenuta nella muratura nondovrebbe superare il valore

del 21 - 22 %,questo limite non étassativo, ma risul-ta un valore oltre ilquale possono pre-sentarsi problemi(consistenza, coe-sione, ecc.).

In caso di umi-dità da risalita sonomolteplici gli inter-venti che possonoessere effettuati perl’eliminazione econ diverse proce-dure: dal tagliomeccanico, conl’inserimento di la-mine che impedi-scono la risalita percapillarità, oppure

con iniezioni di resine parti-colari, che polimerizzandocostruiscono una reticolazio-ne, stabile nel tempo, tale daimpedire il passaggio dell’ac-qua, ma che sia allo stessotempo traspirante al vapore,oppure ancora con il procedi-mento di elettrosmosi cheinibisce, con un differenzialeelettrico, la risalita dell’ac-qua nelle murature.

Si tratta quindi, caso percaso e dopo un attento esameed una valutazione delle ca-ratteristiche delle murature, dieffettuare l’intervento e/o gliinterventi più appropriati perla risoluzione del problemaumidità.

A questo punto si rendenecessario applicare l’intona-co che deve possedere: ade-sione, traspirabilità ed unmodulo elastico tale da sop-portare i movimenti termoi-grometrici della muratura disupporto.

Personalmente, per l’espe-rienza acquisita negli anni, masoprattutto per quella recen-te, sono un convintissimosostenitore che l’intonaco, siaesso usato per edilizia moder-na, ma sia soprattutto perquella per il restauro, nondeve contenere cemento.

L’intonaco - Terza parteI rimedigeom. Adriano Rodari

Lastratigrafia

dell’intonacoa calce.

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Come descritto in prece-denza il cemento é un mate-riale recente del quale peròsono state già fatte molteesperienze negative nel suouso miscelato in varie percen-tuali alla calce ed usato comeintonaco.

Basti a questo propositoosservare che questa miscela,soprattutto negli edifici d’epo-ca con intonaco rifatto perl’appunto a base cementizia,nel trascorrere di 5 / 8 annipresenta lesioni, screpolature,infiltrazioni sino ad arrivareai distacchi dal supportomurario.

Pertanto ritengo siano duele soluzioni per il legante daintonaco che si prospettano alprogettista ed al costruttore:la prima usare calce in polve-re da miscelare con inerti e/ogià premiscelata, oppure adot-tare un impasto a base di gras-sello di calce con data dimaturazione dichiarata dalfabbricante.

Per chi é stato in cantierenegli anni passati, si ricorde-rà che i muratori adottavanoimpastare la calce qualchegiorno prima dell’uso; la-sciandola riposare la calce siidratava completamente, per-mettendo di ottenere un im-

pasto più corposo ed omoge-neo che consentiva la massi-ma lavorabilità ed un ritirocontenuto.

Oggi con il grassello a sta-gionatura controllata si ottie-ne immediatamente un impa-sto con caratteristiche identi-che a quello sopra descritto,con la massima idratazionedella calce.

L’intonaco deve essere poieseguito a strati di 1/1,5 cm.con granulometria degli iner-ti, dosata a seconda deglispessori da ottenere, lasciatoopportunamente stagionareonde evitare fessurazioni daritiro; lo strato finale saràeseguito con supporto com-pletamente stagionato e constrato molto sottile dello spes-sore massimo di 2/3 mm..

Una cosa importante é chepurtroppo, nei capitolati diappalto, i tempi di esecuzio-ne dei lavori vengono sempreridotti per volontà della com-mittenza che vuole lavorisempre più celeri.

Nell’edilizia tradizionaleoccorre che siano osservatiscrupolosamente i tempi dimaturazione e di stagionatu-ra delle malte onde evitare,specialmente negli intonaci,lesioni, screpolature e distac-

chi, continuo oggetto pur-troppo di contestazione a finelavori.

Questo é proprio un com-pito del direttore dei lavori,verificare dopo i classici 30/45 giorni di calendario, se lemalte siano giustamente sta-gionate, con un controllo,della consistenza dello statoigrometrico e, se del caso,protrarre oltre i tempi disovracopertura e/o di tinteg-giatura, avvertendo opportu-namente la committenza suitempi di consegna che devo-no essere obbligatoriamentecorrelati allo stato di stagio-natura delle malte e non finia se stessi.

Per ultima avremo la tin-teggiatura, ovvero lo stratoprotettivo dell’intonaco, la cuiscelta policroma darà l’effet-to estetico a tutta la costru-zione.

Questa finitura dovrà ave-re la massima traspirabilità,aderenza al supporto e resi-stenza agli agenti corrosiviesterni; qui la scelta é ampia:l’unico elemento da tenere indebito conto é che questo stra-to finale dovrà perfettamenteintegrarsi con l’intonaco disupporto e non costituire unapellicola a sé stante.

L’intonaco - Terza parte - I rimedi

Conquista il tuo successo al servizio degli altri, non a spese degli altri.

H. Jackson Brown Jr.

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Legislazione dello StatoLegislazione dello Stato

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLI-CA 8 gennaio 2001, n.41.

Regolamento di semplificazione del procedimentorelativo alle concessioni e locazioni di beni immo-bili demaniali e patrimoniali dello Stato a favore dienti o istituti culturali, enti pubblici territoriali,aziende sanitarie locali, ordini religiosi ed enti ec-clesiastici (n. 1, allegato 1, della legge n. 50/1999).

Publlicato su G.U. n. 57 del 09.03.2001.

MINISTERO DELL’INTERNO

DECRETO 19 marzo 2001.

Procedure di prevenzione incendi relative ad atti-vità a rischio di incidente rilevante.

Publlicato su G.U. n. 80 del 05.04.2001.

MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI

DECRETO 6 aprile 2001.

Individuazione del sito Internet www.llpp.it per lapubblicazione di bandi ed avvisi di gara delle sta-zioni appaltanti di ambito statale e/o di interessenazionale, nonché dei siti Internet predisposti dalleregioni e province autonome per la pubblicazionedi bandi ed avvisi di gara delle amministrazioni dicui all’art. 2, comma 2, della legge n. 109/1994.

Publlicato su G.U. n. 100 del 02.05.2001.

DECRETO 28 dicembre 2000.

Adeguamento delle modalità di calcolo dei dirittidi usufrutto a vita e delle rendite o pensioni inmateria di imposta di registro e di imposta sullesuccessioni e donazioni.

IL DIRETTORE GENERALEDEL DIPARTIMENTO DELLE ENTRATE

DI CONCERTO CON

IL RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO

Visto il testo unico delle disposizioni concernenti l’im-posta di registro, approvato con decreto del Presidentedella Repubblica 26 aprile 1986, n. 131;

Visto il testo unico delle disposizioni concernenti l’im-posta sulle successioni e donazioni approvato condecreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346;

Visto l’art. 3, comma 164, della legge 23 dicembre1996, n. 662, recante: «Misure di razionalizzazionedella finanza pubblica» che demanda al Ministro dellefinanze, di concerto con il Ministro del tesoro, delbilancio e della programmazione economica l’adegua-mento delle modalità di calcolo dei diritti di usufruttoa vita e delle rendite o pensioni, in ragione dellamodificazione della misura del saggio legale degliinteressi;

Visto il decreto 11 dicembre 2000 del Ministro deltesoro, del bilancio e della programmazione economi-ca con il quale la misura del saggio degli interessilegali di cui all’art. 1284 del codice civile è fissata al3,5 per cento in ragione d’anno, con decorrenza dal 1°gennaio 2001;

Visto l’art. 45 del decreto legislativo 31 marzo 1998,n. 80 e l’art. 13 della legge 8 maggio 1998, n. 146;

Decreta:Art. 1.

1. Il valore del multiplo indicato nell’art. 46, comma2, lettere a) e b), del testo unico delle disposizioniconcernenti l’imposta di registro approvato con decre-to del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n.131, e successive modificazioni relativo alla determi-nazione della base imponibile per la costituzione direndite o pensioni, è fissato in 28,57 volte l’annualità.

2. Il valore del multiplo indicato nell’art. 17, comma1, lettere a) e b), del testo unico delle disposizioniconcernenti l’imposta sulle successioni e donazioniapprovato con decreto legislativo 31 ottobre 1990, n.346, e successive modificazioni, relativo alla determi-nazione della base imponibile per la costituzione direndite o pensioni, è fissato in 28,57 volte l’annualità.

3. Il prospetto dei coefficienti per la determinazione

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dei diritti di usufrutto a vita e delle rendite o pensionivitalizie, allegato al testo unico approvato con decretodel Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131,e successive modificazioni, è variato in ragione dellamisura del saggio legale degli interessi fissata al 3,5per cento, come da prospetto allegato al presente de-creto.

Art. 2.

1. Le disposizioni di cui al presente decreto si appli-cano agli atti pubblici formati, agli atti giudiziaripubblicati o emanati, alle scritture private autenticatee a quelle non autenticate presentate per la registra-zione, alle successioni apertesi ed alle donazioni fattea decorrere dalla data del 1° gennaio 2001.

Art. 3.

1. Il presente decreto entra in vigore il giono della suapubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubbli-ca italiana.

Roma, 28 dicembre 2000il direttore generale

del Dipartimento delle entrateROMANO

Il ragioniere generale dello StatoMONORCHIO

Legislazione dello Stato

ALLEGATO

Coefficienti per la determinazione dei diritti diusufrutto a vita e delle rendite o pensioni vitaliziecalcolati al saggio di interesse del 3,5 per cento.

Età del beneficiario(anni compiuti) Coefficiente

da 0 a 20 27da 21 a 30 25,5da 31 a 40 24da 41 a 45 22,5da 46 a 50 21da 51 a 53 19,5da 54 a 56 18da 57 a 60 16,5da 61 a 63 15da 64 a 66 13,5da 67 a 69 12da 70 a 72 10,5da 73 a 75 9da 76 a 78 7,5da 79 a 82 6da 83 a 86 4,5da 87 a 92 3da 93 a 99 1,5

Pubblicato su G.U. n. 302 del 29.12.2000

I n s e r z i o n eI n s e r z i o n eI n s e r z i o n e

Il sottoscritto geom. _____________________________________________________________

Indirizzo: ______________________________________________________________________

Comune: _______________________________________________________________________

N° tel.: _______________________________ N° cell.: __________________________________

N° iscrizione Albo: __________________________

Contenuto inserzione

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Genova, __________________

PAUNGGER GIUSEPPE

PIAZZA PADRE SANTO, 5

18033 CAMPOROSSO (IM)

0184.288477 335.5480893

N° 722 (COLL. IMPERIA)

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01/05/2001

Il mercatino dell’usato

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GiurisprudenzaGiurisprudenza

RECENTISSIME CASSAZIONE CIVILE

TECNICA LEGALE Febbraio 2001ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITÀ

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONI UNITE,26 gennaio 2001, n. 28/01/s.u.—VELA Presidente—VITRONE Relatore—DETTORI

P.M. (conf.).—Cocozza - Presidente Cons. Ministri.

1. Il caso: qualora l’area occupata a fini espropriativi venga successivamente restituita al suo proprietario, comesi calcola l’indennità di occupazione?

La vicenda trova inizio nel 1982, quando, in concomitanza con l’espansione edilizia della città di Napoli, ilterreno di un privato, sito in Ponticelli e destinato in parte a orto irriguo e in parte a coltura floreale, vienedichiarato di pubblica utilità e occupato, dal 1982 al 1989, quando, prima ancora che si giunga all’espropria-zione, l’area, ritenuta non più necessaria, viene restituita al suo originario proprietario.Nel 1989, per sentire condannare il Comune, il funzionario C.i.p.e. e il Commissario Straordinario del Governoal pagamento dell’indennità di occupazione sia legittima che illegittima, il privato adisce il Tribunale di Napoli,che condanna la Presidenza del Consiglio e il funzionario C.i.p.e. al pagamento di circa un miliardo di lire.In parziale riforma, la Corte di appello riduce la somma dovuta a titolo di occupazione legittima e illegittima;a sua volta, le sezioni unite, adite sulla giurisdizione, affermano la giurisdizione della Giunta speciale per leespropriazioni presso la Corte di appello di Napoli, a cui viene rimesso il giudizio.Quest’ultima, dopo avere dichiarato il difetto di legittimazione passiva del Comune, condanna il Commissariostraordinario del Governo al pagamento della somma pari al tasso degli interessi legali per anno sull’importodi circa cinquecento milioni, corrispondente all’indennità che sarebbe stata liquidata per l’espropriazione del-l’area occupata e poi restituita.Secondo la Giunta speciale, il fondo, pur ricadendo in zona agricola, aveva un notevole valore di mercato, taleda doverlo valutare tenendo conto delle valutazioni compiute con riferimento a immobili con le stesse carat-teristiche. Sul valore del bene andava calcolata, per i giudici partenopei, l’indennità che sarebbe spettataall’esito del procedimento di espropriazione e che sull’importo che ne derivava doveva calcolarsi l’indennitàdi occupazione.Tale la questione di diritto: nel caso in cui all’occupazione legittima di un’area non faccia seguito l’espropria-zione per pubblica utilità e si provveda a restituire il fondo al privato proprietario I’indennità di occupazionesi determina assumendo come base di calcolo la somma che spetterebbe a titolo di indennità di esproprio?

2. La soluzione: anche se all’occupazione non segue l’espropriazione, l’indennità di occupazione va commisurataall’indennità di esproprio determinata in modo «virtuale».

Nella sentenza si tiene conto della soluzione adottata nel 1998 dalle sezioni unite che hanno ricondotto ad unitàdue orientamenti tra loro contrastanti della giurisprudenza di legittimità.Ci riferiamo a Cass., Sez. un., 20 gennaio 1998, n. 493 (in Foro It., 1998, I,371; in Giust. Civ. 1998, I,667;in Urbanistica e appalti 1998,376, con nota di DE MARZO; in Riv. Giur. Edil. 1998, I, 629, con nota di BONATTI;in Gius 1998, 1048; in Foro Amm. 1998,1337; in Corriere Giur., 1998,280, con nostra nota), secondo cui,dovendo considerarsi l’occupazione di urgenza momento normale del procedimento espropriativo, la relativaindennità va calcolata sulla medesima base dell’indennità di esproprio.Qualora quindi l’indennità di esproprio debba essere calcolata secondo il criterio fissato dall’art. 5 bis, 1°

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comma, L. 8 agosto 1992, n. 359, I’indennità di occupazione deve essere determinata in misura pari all’inte-resse legale su tale importo per ciascun anno di occupazione.Composto il contrasto, la giurisprudenza si è poi ulteriormente occupata dei limiti di operatività di tale disci-plina, con riferimento in particolare al caso in cui all’occupazione non segua l’espropriazione (Cass., Sez. I,5 giugno 1998, n. 5537, in Foro It., 1999, I, 818, con nota di BENINI).In linea con la soluzione adottata dalla giurisprudenza più recente, la Cassazione afferma che nel caso in cuil’indennità di occupazione venga richiesta non essendo ancora intervenuto alcun provvedimento di espropria-zione, l’indennità di espropriazione è oggetto di mero calcolo virtuale per il reperimento del parametro basecui commisurare l’indennità di occupazione, ed il giudice, adottando il criterio degli interessi legali sullasomma che sarebbe spettata a titolo di esproprio, per ciascun anno di occupazione, non può, ai fini dell’esen-zione dalla riduzione del quaranta per cento, tener conto di una eventualità, cioè quella di addivenire a cessionevolontaria o di accettare l’indennità offerta in via amministrativa, che potrebbe non verificarsi; ma deve deter-minare l’indennità di occupazione applicando nella sua integralità la disciplina di cui all’art. 5-bis legge n. 359del 1992, ivi compresa la decurtazione del quaranta per cento.

TECNICA LEGALE Febbraio 2001

CASSAZIONE CIVILE , II SEZIONE, 5 febbraio 2000, n.1290–BALDASSARRE Presidente — IACUBINO Relatore— CAFIERO P M. (conf.).— Fermeccanica s.r.l., FerrarioAgostino (avv.ti Scardigli, Di Palma) - Ceriani Gio-vanni (avv. Barbato) .

Appalto privato – Rovina di immobile – Errori nellaredazione del progetto – Responsabilità solidaleextracontrattuale dell’appaltatore e del progettistaex art. 1669 c. c. – Sussistenza (C. c. artt. 1669,2043, 2055).Appello civile—Obbligazione solidale—Esistenza dirapporti giuridici distinti, ma connessi—Mancataimpugnazione da parte di un coobbligato solida-le—Passaggio in giudicato della sentenza nei suoiconfronti—Sussistenza (C. c. art. 1292; C. p. c. artt.325, 326, 331).

Il positivo collaudo (inteso come adempimento ammi-nistrativo) dell’immobile poi crollato non esime l’ap-paltatore ed il progettista dalla responsabilitàcivilistica extracontrattuale prevista dall’art. 1669 c.c.L’obbligazione solidale pur avendo ad oggetto un’uni-ca prestazione dà luogo non ad un rapporto unico edinscindibile ma a rapporti giuridici distinti anche sefra loro connessi e, potendo il creditore ripetere daciascuno dei condebitori l’intero suo credito è semprepossibile la scissione del rapporto processuale il qua-le può utilmente svolgersi anche nei confronti di unosolo dei coobbligati con la conseguenza che la man-cata impugnazione da parte di un coobbligato solida-le comporta il passaggio in giudicato della sentenzanei suoi confronti.

TECNICA LEGALE Febbraio 2001

CASSAZIONE CIVILE , I SEZIONE, 19 maggio 2000, n.6522 — ANNUNZIATA Presidente — FERRO Relatore —SCHIRÒ P. M. (diff.).—Ministero degli Affari Esteri(Avv. Gen. Stato) - Cantiere Navalmeccanico Senigallias.r.l. (avv. Srubek Tomassy).

Giurisprudenza

Cassa App. Roma 8 luglio 1998.

Arbitrato—Lodo (sentenza arbitrale)—Lodo par-ziale— Impugnazione per nullità—Impugnazioneimmediata— Ammissibilità (C. p. c. art. 827, 3°comma).Arbitrato—Lodo (sentenza arbitrale)—Impugna-zione per nullità — Difetto di motivazione —Configurabilità (C. p. c. artt. 823. 2° comma, n. 3,829, 1°’ comma. n. 5).

Il lodo che, quando è già accertata la sussistenza diun diritto, ma é ancora controversa la quantità dellaprestazione dovuta, si limita a pronunciare la condan-na generica alla prestazione, disponendo con ordi-nanza che il processo prosegua per la liquidazione, èimmediatamente impugnabile, trattandosi di lodo chedefinisce parzialmente il merito.Il difetto di motivazione del lodo arbitrale èconfigurabile solo se la motivazione manchi del tuttoovvero sia a tal punto carente da non consentire diindividuare la ratio della decisione adottata.

TECNICA LEGALE Febbraio 2001

CASSAZIONE CIVILE , II SEZIONE, 22 maggio 2000, n.6643 — SPADONE Presidente — NAPOLETANO Relatore— SEPE P.M. (diff.).—Poli (avv. Maltoni) - Cedri (avv.tiRomanelli, Ribolzi).

Comunione e condominio—Sopraelevazione—In-dennità a favore degli altri condomini—Responsa-bilità da atto lecito—Realizzazione di nuovi piani onuove fabbriche— Necessità (C. c. art. 1127).

La norma che consente al proprietario dell’ultimopiano dell’edificio ed al proprietario esclusivo dellastrico solare di realizzare nuovi piani o nuove fab-briche in sopraelevazione con l’onere di corrisponde-re un’indennità agli altri condomini, delinea una re-sponsabilità da atto lecito che sorge, però, solo se lasopraelevazione venga realizzata con la creazione dinuovi piani o di nuove fabbriche e non in ogni casodi sopraelevazione intesa come pura e semplice co-struzione oltre l’altezza precedente del fabbricato.

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172 Il geometra ligure

TECNICA LEGALE Febbraio 2001

CASSAZIONE CIVILE , SEZIONI UNITE, 14 luglio 2000, n.499— GROSSI Presidente— MORELLI Relatore — LO

CASCIO P.M. (diff.).—IMPEA Industria s.r.l. (avv.tiVilla, Scala) Commissario straordinario attività ex L.14 maggio 1981, n. 219 (n.c.).

Espropriazione per pubblica utilità—Occupazionetemporanea e d’urgenza—Non seguita da espro-priazione—Indennità—Criteri—Valore venale.

L’indennità per l’occupazione temporanea e d’urgen-za in vista dell’espropriazione, seguita non dall’espro-priazione o dall’occupazione acquisitiva, ma dallarestituzione del fondo, deve essere commisurata alvalore venale del bene.

TECNICA LEGALE Febbraio 2001

CASSAZIONE CIVILE , II SEZIONE, 3 novembre 2000, n.14353— BALDASSARRE Presidente— SCHERILLO

Relatore— CAFIERO P.M. (concl. conf.).—Pavone(avv.ti Di Tursi, Liquindoli) - Fallanca (avv. Scarvaci).

Conferma Trib. Monza 20 febbraio 1998.

Proprietà e confini—Immissioni—Accertamentodella causa —Non necessità (C. c. art. 844).Comunione e condominio—Uso delle parti comu-ni—Circolazione di cane senza le opportune caute-le—Divieto (C. c. art. 1102).

L’accertamento delle cause che determinano immis-sioni moleste nel fondo altrui non influisce sul giudi-zio di tollerabilità delle stesse, da effettuarsi secondoi criteri indicati dall’art. 844 c. c., con la conseguen-za che, una volta accertata l’esistenza della propaga-zione molesta e stabilito il suo grado di tollerabilità,l’individuazione delle cause può servire soltanto perstabilire le eventuali misure da adottare per la suaeliminazione (nella specie, immissioni provenienti dalbagno del vicino).L’usare gli spazi comuni di un edificio condominialefacendovi circolare il proprio cane senza le cautelerichieste dall’ordinario criterio di prudenza (comemuseruola guinzaglio) può costituire una limitazionenon consentita del pari diritto che gli altri condominihanno sui medesimi spazi se risulti che la mancataadozione delle suddette cautele impedisce loro di usa-re e godere liberamente degli spazi comuni.

URBANISTICA Febbraio 2001

CONSIGLIO DI STATO, IV SEZIONE, 15 maggio 2000, n.2706— CATALLOZZI Presidente — BARRA CARACCIOLO

Estensore.—Comune di Busto Arsizio (avv.ti Pillitteri,Pratesi) - Società Giovanni Bottigelli S.p.a. e sigg.Pacco (avv.ti Scrosati, Corselli e Ambrosi).

Conferma TA.R. Lombardia Milano Sez. II23 febbraio 1991 nn. 480 e 476.

Edilizia e urbanistica—Variante generale al pianoregolatore generale—Reiterazione dei vincoli ur-banistici—Motivazione—Necessità.Edilizia e urbanistica—Variante generale al pianoregolatore generale—Reiterazione dei vincoli ur-banistici—Motivazione—Necessità di uno schemalogico minimo— Sussistenza.

Nel caso di reiterazione di destinazioni urbanisticheche sono sostanzialmente soppressive del naturale «iusaedificandi» pertinente alla proprietà di un’area ènecessaria una motivazione.Per conferire alla valutazione di imposizione di vin-coli scaduti ed alla conseguente motivazione un gra-do di concretezza sufficiente occorre che si procedasecondo uno schema logico «minimo» composto es-senzialmente: a) dalla ricognizione del perdurante bi-sogno di realizzare un certo assetto urbanistico diinteresse della collettività e della portata, dimensionee priorità di tale interesse in relazione alla situazioneattuale ed alle risorse disponibili: b) dall’accertamentoche la realizzazione di tale assetto possa implicare ilcoinvolgimento necessario ed attuale dell’area di pro-prietà privata oggetto di vincolo; c) dalla dimostra-zione che eventuali soluzioni alternative siano impra-ticabili o eccessivamente onerose in base a criterioggettivi di comparazione che tengano, però ancheconto del necessario bilanciamento fra costo dell’in-tervento pubblico e sacrificio imposto al privato: ciòin guisa che la minimizzazione di quest’ultimo puòrendere praticabili anche soluzioni in sé più «costo-se» entro limiti di ragionevolezza obiettiva emergentidalla considerazione della priorità e delle dimensionidell’intervento nonché delle risorse disponibili.

URBANISTICA Febbraio 2001

CONSIGLIO DI STATO, V SEZIONE, 17 maggio 2000, n.2874 – ROSA Presidente – CINTIOLI Estensore.— Co-mune di Monza (avv. Viviani) - Viessevi di ValvassoriGiovanni & C. s.n.c. (avv.ti Boifava, Ferrari).

Riforma T.A.R. Lombardia, Milano, Sez. II,2 aprile 1997, n. 379.

Edilizia e urbanistica—Concessione edilizia—Dinie-go—Annullamento giurisdizionale—Riesame do-manda—Sopravvenienze—Variante urbanistica—Adozione—Rilevanza.Edilizia e urbanistica—Concessione edilizia—Dinie-go—Impugnazione giurisdizionale — Sopravvenien-ze — Modifiche disciplina urbanistica—Opponibi-lità—Limiti.Edilizia e urbanistica—Concessione edilizia—Areedi completamento—Interventi—Art. 6, 3° comma,D. L. n. 9 del 1982—Requisiti immobile progettato

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(D. L. 23 gennaio 1982, n. 9, convertito in L. 25 marzo1982, n. 94, art. 6, 3° comma, lett. b).

Il Sindaco a seguito dell’eventuale annullamento insede giurisdizionale di un diniego di licenza o diconcessione edilizia deve riesaminare l’originaria do-manda tenendo conto della mera delibera di adozio-ne della variante sopravvenuta nel corso del giudi-zio, a nulla rilevando la mancata approvazione re-gionale.La modifica pregiudizievole della disciplina urbani-stica è opponibile all’interessato che abbia impugna-to il previo diniego di concessione edilizia solo quan-do sopravvenga prima della notifica della sentenzadefinitiva di annullamento del diniego.Perché possa rilasciarsi la concessione edilizia ai sensidell’art. 6, 3° comma lett. b) del D. L. n. 9 del 1982(convertito nella legge n 94 del 1982), non è sufficien-te che l’immobile progettato sia assistito dalle neces-sarie opere di urbanizzazione primaria essendo altre-sì necessario che l’area presenti il requisito obiettivo,

da valutarsi in concreto dell’attitudine al completa-mento del disegno urbanistico - edilizio del piano.

URBANISTICA Febbraio 2001

CONSIGLIO DI STATO, V SEZIONE, 28 giugno 2000, n.3637 – PALEOLOGO Presidente – BACCARINI Estensore.– Comune di Ivano Fracena (avv.ti Dalla Fior, StellaRichter) - Fabbro (avv.ti Larentis, Cavasola).

Riforma T.A.R. Trentino, Sez. Trento,6 novembre 1993, n. 317.

Edilizia e urbanistica – Cessione di cubatura –Natura giuridica – Forma ed effetti.

La cessione di cubatura è un contratto atipico ad ef-fetti obbligatori avente natura di atto preparatorio,senza oneri di forma pubblica o di trascrizione, fina-lizzato al trasferimento di volumetria, che si realizzasoltanto con il provvedimento amministrativo.

La presente come le precedenti pubblicazioni sono tratte da “Giurisprudenza Italiana” - UTET

Giurisprudenza

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InformativaInformativa

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InformativaInformativa

Una pagina tutta per noi

Nonsappiamoquanti di Voi,che ricevonola Nostrarivista hannoavuto mododi vederepubblicato suun quotidianoun dossierformazione incui anche NoicomeCollegio deiGeometriabbiamopartecipato.Paginaelaborata inmodo dadimostrare lapolivalenteattività el’importanzache la figuradel Geometrariveste nellaodiernasocietà.È quindi conun pizzicod’orgogliochemostriamo illavoro svolto,rimanendoconsapevolidi unimportantemargine dimiglioramentodel Nostrooperato.

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La nuova sede del Collegio

Come noto, dallo scorso mese di aprile la “Cassa Italiana Geometri” ha acquistato la futuraSede del “Collegio Geometri di Genova” in Viale Brigata Bisagno, 8/1-2.

Si tratta di unità immobiliare di circa mq. 500,00 con ampia terrazza a livello e sala confe-renze per circa cento posti, che ci consentirà di svolgere in favore degli Iscritti quei servizisempre più richiesti dalle normative (corsi formativi, accesso informatico, consultazione testitecnici, ecc.).

In appresso viene riprodotta la pianta della nuova sistemazione dei locali.

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RAS BANKp35

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InformativaInformativa

Abbiamo partecipato, ilPresidente Geom. PICCI-

NELLI ed io, al Convegno tenu-tosi il 20 aprile 2001 in S.Terenzo di Lerici (SP), presso lameravigliosa “Villa Marigola”.

Dopo il saluto del Sindacodi Lerici, Prof. Giorgio TE-DOLDI, ha condotto il Conve-gno con abilità e competenzail Presidente del “Collegio deiGeometri di La Spezia”, Geom.Maurizio SAVONCELLI.

Brevemente si riportano diseguito gli interventi più inte-ressanti per le tematiche af-frontate:

Il Geom. BENVENUTI,Consigliere del CNG, ha espo-sto importanti concetti inerentila scuola di formazione e l’ob-bligo di finalità e di scienza.

L’Arch. Gianfranco DA-MIANO, Presidente del CNAdi La Spezia, ha incentratol’attenzione dei presenti sullanecessità di adeguamento del-le imprese, illustrando la fun-zione del CNA e della ScuolaEdile di La Spezia.

Ha, inoltre, evidenziato lageneralizzata scarsa conoscen-za dei materiali e l’importan-za dell’ottenimento della cer-tificazione di qualità per glioperatori nel settore del restau-ro.

L’Assessore ORLANDOdel Comune di La Spezia haespresso la necessità di rende-re conveniente il recupero delpatrimonio edilizio.

Non si devono spostare iPiani Organici di intervento ai

Comuni per il recupero delpatrimonio edilizio (contribu-zioni in tema di copertura dellefacciate e di rottamazione de-gli infissi anodizzati); deveessere attuato l’abbattimentodegli oneri concessori in fa-vore di chi recupera il patri-monio edilizio (a tal fine èstata eliminata la differenzia-zione tra ristrutturazione edi-lizia leggera e pesante).

Deve essere rivisto il ruoloe le funzioni delle Commis-sioni Edilizie, attuando unaforte responsabilizzazione deiprofessionisti.

Il Geom. AMODIO delComune di La Spezia ha illu-strato gli interventi di recupe-ro (finanziamenti e nuove pro-cedure) promossi da Comunedi La Spezia con i ProgrammiOrganici di interventi nel Cen-tro Storico.

L’Arch. Carlo CESARI,Direttore del “Centro Europeodi Venezia per i Mestieri dellaConservazione”, ha intrattenu-to i convegnisti con argomentiquali:- ISO SGQ (sistema garan-

zia di qualità) per respon-sabilità del progettista e ca-ratteristiche dell’impresaesecutiva;

- la Convenzione europea delpaesaggio (ottobre 2000);

“Recupero e manutenzionedel patrimonio edilizio”geom. Filippo Finocchiaro

Al tavolo ilPresidente del

Collegio diLa Spezia

Geom.Savoncelli, il

ConsigliereCNG Geom.

Benvenuti.

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- l’intervento sostenibile;- l’informazione e il ruolo

del progettista.Ha, inoltre, affermato che

dovrebbe essere materia distudio il recupero e la conser-vazione del patrimonio edili-zio esistente, illustrando il ruo-lo positivo del CNA nella spe-cializzazione degli artigianisulle vecchie tecnologie edili-zie per il recupero del patri-monio antico.

Ha evidenziato che un tem-po la conservazione dell’edi-lizia esistente non era materiad’insegnamento ed il profes-sionista era disinformato esprovveduto su queste temati-che di recupero e restauro.

I materiali in disuso (calcee sabbia) richiedono nella loromanipolazione una conoscen-za specifica (l’80% della riu-scita del restauro è demandatoall’esecutore).

Il patrimonio edilizio–mo-numentale si conserva con lamanutenzione più che con ilrestauro i cui costi talvoltasono troppo elevati.

Il Signor Giovanni MORI-GI, esperto di tecnologie direcupero e sui metalli, ha trat-tato temi quali:- il restauro di metalli e le

tecniche diagnostiche;- la conoscenza di materiali

impiegati e la loro eventua-le incompatibilità (al fine dinon peggiorare lo stato diconservazione dell’oggetto);

- l’uso di prodotti sperimen-tali;

- la ricerca delle cause attualidel degrado;

- l’esame delle condizioniambientali (vento, pioggia,inquinamento, ecc.)

- il restauro programmato ei relativi finanziamenti;

- i problemi nel settore delrestauro creati dalla leggeMerloni;

- la perdita di potere di scel-ta nell’ambito delle gare direstauro, da parte delleSoprintendenze.L’Arch. Guglielmo MON-

TI, Soprintendente del VenetoOrientale, ha sostenuto che:- il mestiere del progettista

deve cambiare radicalmen-te; solo così cambierà ilmestiere dell’artigiano;

- deve prevalere la tenden-za a fornire progetti esau-stivi (chiavi in mano);

- in Italia non si pratica ilmestiere del restauratore;

- sia nel campo della conser-vazione sia nel campo del-la progettazione deve esse-re fatta una seria progetta-zione;

- alla Facoltà di Architetturaè prevalso l’indirizzo dellaprogettazione e dell’inven-zione della forma, mentrenon è stato approfonditoabbastanza l’aspetto stori-co, soprattutto quello con-temporaneo;

- il processo di progettazio-ne del restauro continua nelcorso del cantiere (solo allafine dell’intervento taleprogetto si conclude);

- il processo industriale non

è il processo di progettua-lità edilizia;

- la formazione in Italia ètutta da riformare;

- c’è una pluralità di disci-pline ma nessuna è pre-miante; occorrono più ini-ziative ad hoc la cui speci-fica importanza è indubbia;

- recupero, manutenzione erestauro debbono essereincentivati per una correttagestione del patrimonio sto-rico.Il Sig. Renato PORTO-

LAN, restauratore e impren-ditore, ha trattato di:- Istituto Centrale del Re-

stauro;- pittura murale e stucchi;- adattamento di metodo al-

l’oggetto;- correttezza dei capitolati in

tema di tecnologie e mate-riali da adottare;

- formazione permanente;- uso di resine acriliche o

trattamento inorganico.

Non abbiamo potuto pro-trarre la nostra presenza an-che al pomeriggio, riproponen-doci comunque di riprenderel’interessante argomento conl’organizzazione di analoghiincontri per approfondimentisul tema, che è parte integran-te della nostra professionalità.

“Recupero e manutenzione del patrimonio edilizio”

Vistad’insiemedella salaconferenze di“VillaMarigola” inS. Terenzo diLerici (SP)

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Codice deontologico

InformativaInformativa

Art. 1Le regole deontologiche, contenute nei successivi articoli, costituiscono integrazione delle norme

legislative e regolamentari in vigore per l’esercizio della professione di geometra, che si concreta inattività di indubbia rilevanza sociale e si svolge sotto la vigilanza dei Consigli dei Collegi provincialie circondariali e del Consiglio Nazionale.

A detti organi è demandato il compito di vigilare e fare osservare le regole in questione e di irrogare,una volta accertatane la violazione, le pene disciplinari previste dal Regolamento professionale vigente.

Tali regole devono essere scrupolosamente osservate nell’esercizio della professione da tutti gliIscritti all’ Albo dei geometri operanti sul territorio nazionale.

L’osservanza di tali regole non esime peraltro il professionista dal conformare il proprio comporta-mento a quelle altre norme consuetudinarie di etica, ancorché non codificate.

Anche il geometra che esercita la professione all’estero è tenuto a rispettare le seguenti regoledeontologiche, salva sempre l’osservanza di quelle vigenti nel Paese che lo ospita.

Art. 10Il geometra deve astenersi dall’assumere incarichi di consulenza tecnica o arbitrali in vertenze contro

chi sia contemporaneamente suo cliente per altri affari.Il geometra deve astenersi dall’accettare incarichi di consulenza giudiziale nelle vertenze in cui egli

sia stato precedentemente consulente di parte ed in ogni altro caso in cui esistono gravi ragioni diconvenienza.

Il geometra consulente tecnico di parte in giudizio deve ispirare il proprio comportamento allafondamentale esigenza etica di non arrecare pregiudizio alla verità.

Il geometra che, in qualità di consulente del giudice, si rendesse responsabile di colpa grave nellaesecuzione degli atti richiestigli, sarà sottoposto per gli stessi fatti a procedimento disciplinare da partedel Consiglio del Collegio presso cui è iscritto.

Art. 16Il geometra è tenuto a prestare al Consiglio del Collegio la più ampia collaborazione al fine di

consentirgli di esercitare nel modo più efficace il potere - dovere di vigilanza e di controllo e le altrefunzioni ad esso demandate dalla legge, nel quadro della tutela e della migliore qualificazione delprestigio e del decoro della categoria.

Il geometra è, inoltre, tenuto:a) a comunicare al Consiglio del Collegio l’esistenza del proprio recapito e le relative variazionib) a informare il Consiglio del Collegio di problemi di generale rilevanza per l’attività professionale,

specialmente nei rapporti con gli Uffici pubblici, astenendosi nel frattempo dall’intraprendere iniziativepersonali.

I geometri componenti dei Consigli dei Collegi devono adempiere al loro ufficio con disponibilitàe obiettività, cooperando per il continuo ed effettivo esercizio da parte del Consiglio del Collegio deipoteri - doveri di vigilanza controllo e disciplinari, e delle altre attribuzioni ad esso demandate. Essidevono partecipare in modo effettivo alla vita e ai problemi della categoria, e favorire il rispetto e lospirito di colleganza fra i geometri, stimolando la loro collaborazione e partecipazione, anche medianteun ricambio delle cariche.

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Cultura ligureCultura ligure

Il Mar Ligure visto da sottoGeom. Ettore Fieramosca

L o vediamo, probabil-mente, tutti i giorni;

quasi certamente d’estate lousiamo per rinfrescarci e di-vertirci; frequentiamo le di-verse località che su di essosi affacciano, ma – forse –dobbiamo ammettere che nonlo conosciamo: eppure, è ilnostro mare.

Il Mar Ligure è un mareprofondo: l’isobata dei ventimetri scorre quasi radente lacosta; a soli tre chilometri aSud-Est di Capo Noli si sfio-rano i mille metri di profon-dità. Il fondale ha una con-formazione piuttosto acciden-tata e conserva quella tipicadella Liguria emersa, ricca divallate e rilievi montuosi.

Il litorale è in gran parteroccioso; le spiagge, ridottetra un promontorio e l’altro,sono più numerose sulla Ri-viera di Ponente, ma ampiarenili sabbiosi come quellidella Versilia non sono comu-ni in Liguria per effetto delloscarso apporto di materialealluvionale dei corsi d’acqua,numerosi, ma molto modesti.

Le rocce del litorale conti-nuano sott’acqua, spesso an-che oltre i 40 metri di pro-fondità, con pareti vertigino-se che precipitano nel blu.

Queste aree rocciose sonodistribuite lungo tutto l’arcoligure e si può affermare cheogni punta, ogni promontorioha davanti a sé il suo fondaleroccioso; tra i più famosi,quelli di Portofino e PuntaMesco nella Riviera di Levan-te che presentano ambientid’estremo interesse, sia scien-tifico sia pescasportivo, conscenari di rara bellezza.

In Liguria incontriamo unospecchio fedele di ciò chevive in Mediterraneo, un marein cui coesistono sia formetipiche di acque fredde, d’ori-gine atlantico-boreale, sia or-ganismi caratteristici di acquepiù calde, sud-tropicali; l’in-contro tra questi due ambien-ti così lontani tra loro lo ren-

de molto ricco e complessoda un punto di vista biologi-co.

Da circa otto anni, Geno-va annovera tra le sue ricchez-ze il parco marino più granded’Europa: l’Acquario che haassunto un valore, un signifi-cato, di qualità e peso impen-sabili fino a pochi anni pri-ma.

La vasca del molo anticoche si trova nel salone d’in-gresso, lunga 15 metri e altadue, riproduce fedelmenteuno dei moli del XV secolo,offre al visitatore l’opportu-nità di fare un tuffo nel pas-sato, ma è anche un appelloalla coscienza ecologica. Inquesta riproduzione il fonda-le dell’antico porto è ricco di

Pranzo di unastella dimare.

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184 Il geometra ligure

vegetazione, pieno di pesciche di solito vivono in acquepoco profonde, come i sara-ghi, i ghiozzi, le salpe, icefali, le castagnole, le bavo-se, le donzelle; tutti che guiz-zano tra bellissime stellemarine con le loro meravi-gliose sfumature di rosso,anemoni ondeggianti, piccolicrostacei come la grancevolae il paguro, ricci e pomodoridi mare.

Purtroppo, tutta questa“popolazione” si sta diradan-do nel nostro mare e, quindi,la vasca del molo, oltre cherimando storico, vuole essereanche un piccolo monito per-ché lo straordinario patrimo-nio naturale sia salvaguarda-to.

Quanto è stato fin quiesposto, tuttavia, non vuolessere solo un invito a visita-re l’Acquario, con una certaperiodicità, ma soprattutto sivorrebbe che fosse uno stimo-lo ad immergersi direttamen-te in quello stupendo acqua-rio che è il Mar Ligure.

Non è necessario esseregiovani e atleti per esercitareuna modesta attività subac-quea: è sufficiente frequenta-

re un corso serio, seguirnescrupolosamente gli insegna-menti, dotarsi della necessa-ria attrezzatura e … tuffarsi.

Si potrà scoprire, letteral-mente, un altro mondo cheabbiamo qui a due passi dacasa, senza neppure l’usodella barca, perché ci si puòimmergere anche lungo lerocce che, come abbiamodetto, scendono a picco lun-go entrambe le Riviere.

Descrivere, o anche soloelencare le bellezze naturalisommerse è in pratica impos-sibile; si può solo affermareche c’è da rimanere affasci-nati, dai colori, dalle formedi vita, dal silenzio che rac-conta e rapisce.

Già nei primi metri sottoil pelo dell’acqua troviamouna varietà enorme di alghecolorate, spugne, idroidi,attinie (tra cui l’Anemoniasulcata che è opportuno nontoccare perché piuttosto urti-cante), molluschi, ricci, stelledi mare.

I pesci sono ben rappresen-tati, tra gli anfratti della sco-gliera, dagli scorfani allesplendide donzelle (le “zigue-

le”), dalle bavose alla grandefamiglia degli sparidi con isaraghi, le orate, i dentici e lesalpe.

Un altro grande gruppo dipesci vive nelle nostre acque:i labridi, dall’indole mite efiduciosa; pare che i “laggiun”o tordi di mare si lascinoavvicinare con estrema faci-lità e che siano – quindi – leprime ingloriose prede deisubacquei principianti. Tra ipesci più comuni, presentispesso in grandi sciami amezz’acqua, ricordiamo lacastagnola e l’occhiata, facil-mente visibili anche solo nuo-tando in superficie con lamaschera.

Quando il moto ondoso,sotto i 15-20 metri, si fa menoinsistente e la luce si attenua,appaiono nuove alghe e gran-di spugne e una gorgoniadalla caratteristica struttura acandelabro; altri tipi di gor-gonie, più grandi e colorate,saranno uno degli elementipropri della scogliera litoralepiù profonda, unitamente ai“gigli di mare”, madrepore,“rose” o “pizzi” di mare eformazioni dette “coralligenodi piattaforma” che – pur sen-za volerci addentrare in dis-sertazioni scientifiche – dob-biamo precisare che nulla haa che vedere con il corallorosso.

Tra le fessure e le spacca-ture della roccia non è diffi-cile scorgere le lunghe anten-ne delle aragoste e dei longo-bardi e, poi, sempre guardan-do attentamente si continueràa fare scoperte.

Un polpo che, quando viscorge, si nasconde nella suatana segnalata da una serie di

Giardino diGorgogne

negli abissi diPunta Nesco.

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185

pietre chiare, dopo avervi“sparato” una cortina d’in-chiostro. Una murena il cuimorso terribile contrasta conla stupenda finezza del suomanto ricamato. Un grongoche rientra a ritroso in unanfratto per lasciar fuori latesta e guardarvi, immobile,anche mentre lo fotografatecon l’uso del flash. Una stel-la marina che, indifferentealla vostra presenza, continuail suo pranzo a base di ricci.Una Sabella pavonina o unCerianthus membranaceusche, se disturbati, in una fra-zione di secondo fanno spari-re la loro bellezza florealeall’interno del tronco cilindri-co, così come lo SpirographisSpallanzani che è stato addi-rittura paragonato ad un fuo-co d’artificio.

Proseguiamo il nostro“volo” e rasentiamo una flu-ente prateria di verde Posi-donia, una pianta dall’aspet-

to così apparentemente ele-mentare, fatta di radici, fustoe foglie dalla forma sempli-ce, che nasconde tra le suefoglie una quantità enorme dianimali vertebrati e inverte-brati (compresi i graziosicavallucci marini) e che è unattendibilissimo indicatorebiologico ed un ottimo rive-latore dello stato di salute delmare: quando nei fondali c’èabbondanza di Posidonia - e

nel nostro Mar Ligure se netrova ancora - significa chele acque sono pulite.

Adesso è giunto il momen-to di riemergere, ma se vera-mente vogliamo vedere qual-cosa di bello ed interessante,senza andare nel Mar Rossoo in qualche altra localitàblasonata e propagandata dal-le agenzie turistiche, bastaimmergere la testa nel trattodi mare sotto casa.

Le fotografie sono dell’autore.

Unosplendidocelenterato:il CerianthusMembranaceus.

Il Mar Ligure visto da sotto

SI RICORDA CHE IL P.U.C. DI GENOVAÈ VISIONABILE PRESSO LA SEDE DEL COLLEGIO.

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186 Il geometra ligure

METVANP42

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RecensioniRecensioni

Benito Polizzi – IL CLASSAMENTO DEI FABBRICATI URBANI E RURALI per glianni 2000 – Dario Flaccovio EDITORE – Palermo 1999 – pagine 479 - Prezzo Lit. 65 .000

Dalla complessità dell’universo “catastale” emerge in par-ticolare il dilemma della corretta attribuzione di categoria eclasse ai fabbricati.

Il classamento dal 1939, anno nel quale con Regio decretolegge del 13 aprile n. 652 viene istituito il Nuovo catastoedilizio urbano e con la circolare n. 127 del 18 luglio si af-fermano i criteri per individuare ed interpretare con uniformi-tà il classamento delle unità immobiliari, è sempre stato og-getto di valutazioni e proposte da parte dei professionisti, chenon sono andate di pari passo con i tecnici dell’ufficio pub-blico preposto all’accettazione delle domande.

Successivamente all’anno 1939, con decorrenza 1984 –1994-1996-1998, sono state introdotte gradatamente modifi-che ai parametri originari che regolavano il precedente ordi-namento riguardante il “vecchio” catasto fabbricati. I cambia-

menti che mutano in modo sostanziale il “catasto dei fabbricati”, sono introdotti dai DPR n.138 e 139 del 23 marzo 1998, i quali recano “norme per la revisione generale delle zonecensuarie, delle tariffe d’estimo delle unità immobiliari e dei relativi criteri, nonché delleCommissioni censuarie e norme per la revisione dei criteri di accatastamento dei fabbri-cati rurali”.

Il testo “IL CLASSAMENTO DEI FABBRICATI URBANI E RURALI” presenta in modoesplicito tutte le argomentazioni, i principi ed i vocaboli di base che intervengono nell’ar-gomento “classamento”, descrivendo il significato di unità immobiliare, vano utile, ecc., nonchéil funzionamento adottato dal classamento automatico, che come si comprende facilmente, èbasato su di un algoritmo logico- matematico i quali limiti sono indicati nel paragrafo ad essoriservato.

L’inquadramento delle unità immobiliari originarie e derivate da variazioni, nelle categoriecatastali viene esposto in ottima chiave chiarificatrice, anche con precise indicazioni inerentei fabbricati rurali che non presentano più i requisiti di ruralità ovvero alle nuove costruzioniriconosciute rurali.

Il volume, particolare strumento direzionale di preparazione ai nuovi parametri ordinari diconsistenza ( all’entrata in vigore del nuovo regolamento il vano utile verrà sostituito dalmetro quadrato) ed al nuovo quadro generale delle categorie “R”- “P”- “T”-“V”-“Z”, svolgeapprofonditamente la materia con un’inquadramento specifico a tutte le novità introdotte.

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188 Il geometra ligure

Nel libro “IL CLASSAMENTO DEI FABBRICATI URBANI E RURALI” vengono ripor-tate indicazioni per la compilazione del modello “Docfa” per le unità immobiliari a destina-zione speciale, per le categorie F/1÷F/5, per le denunce di variazione, elaborati planimetricie per la presentazione delle planimetrie, inoltre esempi per la compilazione degli altri docu-menti tecnici facilitano il compito del tecnico incaricato alla predisposizione degli stessi.

La seconda parte della pubblicazione “IL CLASSAMENTO DEI FABBRICATI URBANIE RURALI” contiene norme, massime e disposizioni ministeriali emanate dal 1939 ad oggiper la formazione del Catasto dei Fabbricati; con gli appendici l’autore propone un quadro dicompletamento all’introduzione delle nuove u.i.u., supportato da un elenco delle voci piùricorrenti nel lessico catastale.

L’autore attraverso gli strumenti sopra descritti, sviluppa un’interpretazione comprensibiledelle norme che, in alcuni casi, se inesatta ha riscontri contrastanti con gli uffici, che impon-gono procedure spesso contraddittorie.

geom Liliana Olcese

SI INFORMA CHE:

- dal 25 giugno al 7 settembre l’ufficio effettuerà ilseguente orario estivo: dalle 8 alle 14.

- dal 6 agosto al 19 agosto l’ufficio effettuerà lachiusura estiva per ferie.

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Guido D’Angelo - LEGISLAZIONE URBANISTICA - Editore dott. Antonio Milani Padova2000 - pagine 474 - Prezzo Lit. 75.000

Il processo evolutivo dei metodi di pianificazione urbani-stica è pervenuto ad un grado di maturazione tale da essereinevitabilmente condizionato dagli aspetti economici,sociologici, culturali e giuridici.

In particolare la tecnica urbanistica deve essere messa instretta correlazione con gli strumenti che discendono dallaattuale legislazione e lo studio della normativa giuridica cheregola la pianificazione non deve prescindere da un’attentaconsiderazione dei vecchi limiti e delle nuove frontiere del-l’urbanistica applicata.

La pubblicazione LEGISLAZIONE URBANISTICA rias-sume le lezioni del Corso di “ Materie giuridiche” presso lafacoltà di Architettura dell’Università di Napoli.

L’opera è articolata in modo opportuno in trentuno capito-li:- PROPRIETA’ PRIVATA E COSTITUZIONE - L’EVOLU-

ZIONE DELLA LEGISLAZIONE URBANISTICA ITALIANA- LA DIFESA DEL SUOLO- I LIVELLI Dl PIANIFICAZIONE URBANISTICA DELEGA AGLI ENTI LOCALI - IPIANI TERRITORIALI Dl COORDINAMENTO - LA PIANIFICAZIONE COMPRENSO-RIALE O PROVINCIALE E LE AREE METROPOLITANE - PROMOZIONE DELLOSVILUPPO NELLE AREE DEPRESSE - PIANI Dl SVILUPPO DELLE COMUNITA’MONTANE - STANDARD URBANISTICI - PIANI INTERCOMUNALI - PIANIREGOLATORI GENERALI - I PROGRAMMI Dl FABBRICAZIONE- LIMITI EDILIZINEI COMUNI SPROVVISTI Dl PIANO, MISURE Dl SALVAGUARDIA- PIANI PARTI-COLAREGGIATI - PIANI Dl ZONA PER L’ EDILIZIA PUBBLICA RESIDENZIALE -PIANI PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI - PIANI Dl LOTTIZZAZIONE - LALEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE - LA VALUTAZIONE Dl IMPATTO AM-BIENTALE - REGOLAMENTI COMUNALI EDILIZI - LA CONCESSIONE EDILIZIA-REPRESSIONE DEGLI ABUSI EDILIZI - RIFORMA DEL PROCEDIMENTO AMMINI-STRATIVO, RIFLESSI URBANISTICI - RAPPORTI Dl VICINATO NELLE COSTRUZIO-NI -.

L’utilissimo indice analitico completa il volume.Il libro si rivela pertanto molto interessante, sia per l’aggiornamento (estate 2000) che per

i riferimenti della relativa giurisprudenza ampliamente riportata in nota.

geom. Adolfo Morasso

Recensioni

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Atti del CollegioAtti del Collegio

SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 06.02.2001NUOVI ISCRITTI

Albo N.3031/2001 CROVETTO Fabios) 16147 GENOVA: Via Redipuglia, 87/2 - Tel. 010/3776027

Albo N.3032/2001 MACELLARI Federicas) 16043 CHIAVARI GE: Via Martiri della Liberazione, 4/1 AB - Tel. 0185/312987

Albo N.3033/2001 PIERUCCI Manuelas) 16158 GENOVA: Via Colletti di Voltri, 1/12 sc. B - Tel. 010/6136152

Albo N.3034/2001 RECCHIA Pasquales) 16129 GENOVA: Corso Torino 17/6 sc.A - Tel.010/543192

Albo N.3035/2001 ZANGRANDO Barbaras) 16147 GENOVA: Via Redipuglia, 87/2 - Tel.010/3776027

SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 19.02.2001NUOVI ISCRITTI

Albo N.3036/2001 CARTABIANCA Fabrizios) 16121 GENOVA: Via Cesarea, 15/6 - Tel. 010/566281

Albo N.3037/2001 CELLA Alessandros) 16159 GENOVA:Via G. Rasori, 6/11 - Tel. 010/6444300

Albo N.3038/2001 NEGRI Massimos) 16138 GENOVA: Via Piacenza, 122/28 - Tel. 010/8357355

Albo N.3040/2001 LISCI Francos) 16127 GENOVA: Via Ferrara, 215/12 -

REISCRIZIONE

Albo N.3039/2001 CAMAIORI Marios) 16146 GENOVA: Via G. Batt, 11/4 sc.A -

TRASFERIMENTI

RUSTIGHI Umberto - da Collegio di Genova a Collegio di Massa

DIMISSIONI

PESCIALLO Eraldo

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SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 05.03.2001NUOVI ISCRITTI

Albo N.3041/2001 BISI Emilianos) 16128 GENOVA: Corso A. Podestà, 10/1 A - Tel. 010/591553

Albo N.3042/2001 CACCAVARI Stefanos) 16151 GENOVA:Via Scaniglia, 5/17 - Tel. 010/461589

Albo N.3043/2001 MARCHETTO Christians) 16161 GENOVA: Via alla Costa di Teglia, 10 - Tel. 010/7490162

Albo N.3044/2001 RAITI Alessandras) 16157 GENOVA: Via Erzelli, 25/9 - Tel. 010/690915

Albo N.3045/2001 SPINOSI Gabrieles) 16038 S.MARGHERITA LIGURE GE: Via N. Bixio, 31/15 - Tel. 0185/282012

Albo N.3046/2001 TERRILE Stefanos) 16030 MOCONESI GE: Fr. Gattorna - Via Acqua di Ognio, 59/1 - Tel. 0185/934585

SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 19.03.2001NUOVI ISCRITTI

Albo N.3047/2001 BONANZINGA Matteos) 16128 GENOVA: Via A. Vannucci, 1/9 - Tel.010/590248

Albo N.3048/2001 CAVALIERE Simones) 16043 CHIAVARI GE: Via Gastaldi, 53 - Tel. 0185/303533

Albo N.3049/2001 FERRARI Walters) 16139 GENOVA: Via Tortona, 50/14 - Tel. 010/813413

Albo N.3050/2001 GUERISOLI Marcos) 16147 GENOVA: Via Isonzo, 27/12 - Tel. 010/381331

Albo N.3051/2001 MIANO Federicos) 16125 GENOVA: Via O. Cancelliere, 47/13 - Tel.010/212209

Albo N.3052/2001 RUSCA Mircos) 16148 GENOVA: Viale Amm. G.Des Geneys, 14/24 - Tel. 010/3733814

Albo N. 3053/2001 TESTABRUNA Micheles) 16139 GENOVA: Corso A. De Stefanis, 4/4 sc.D - Tel. 010/810960

DIMISSIONI

MACCHELLI Marcello

DECESSI

ZUCCALA’ Francesco

VARIAZIONI DI INDIRIZZI

CELLE Carlo - s) 16031 BOGLIASCO GE:Via Cavour, 38COLOMBINO Roberta - s) 16032 CAMOGLI GE: Corso Mazzini, 112 - Tel. 0185/770378COLUSSI Fabrizio - s) 16035 RAPALLO GE: Via Aschieri, 21/4GUARAGLIA Massimiliano s) 16139 GENOVA: Via Tortona, 3/2 - Tel. 010/8370409LONDERO Paolo - s) 16036 RECCO GE: Scal. Picasso, 7/1 - Tel. 0185/739971MATAROZZO Massimo - s) 16122 GENOVA: Piazza Brignole, 3/9OTTONELLO Enrico - s) 16010 ROSSIGLIONE GE: Via della Fontana, 1PIANO Sergio - s) 16128 GENOVA: Via San Giorgio, 2/19 - Tel. 010/2511133ROLLERI Claudio - s) 16039 SESTRI LEVANTE GE Via E. Fico, 32/7 - Tel.0185/458260VITALE Sefano - s) 16122 GENOVA: Piazza Brignole, 3/9

Ati del Collegio

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