Il filo di Mylus

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ISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINA ISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINA ISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINA ISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINA SCUOLA PRIMARIA COGOZZO SCUOLA PRIMARIA COGOZZO SCUOLA PRIMARIA COGOZZO SCUOLA PRIMARIA COGOZZO Il FILO DI MYLIUS visita alla mostra Classi IV Classi IV Classi IV Classi IV-V insegnante insegnante insegnante insegnante Claudia Minelli Claudia Minelli Claudia Minelli Claudia Minelli anno scolastico 2008 anno scolastico 2008 anno scolastico 2008 anno scolastico 2008-2009 2009 2009 2009

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Scuola primaria - Villa Carcina

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ISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINAISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINAISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINAISTITUTO COMPRENSIVO VILLA CARCINA SCUOLA PRIMARIA COGOZZOSCUOLA PRIMARIA COGOZZOSCUOLA PRIMARIA COGOZZOSCUOLA PRIMARIA COGOZZO

Il FILO

DI MYLIUS

visita alla mostra

Classi IVClassi IVClassi IVClassi IV----VVVV insegnanteinsegnanteinsegnanteinsegnante Claudia MinelliClaudia MinelliClaudia MinelliClaudia Minelli anno scolastico 2008anno scolastico 2008anno scolastico 2008anno scolastico 2008----2009200920092009

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Il percorso “Il filo di Mylius” rientra nell’unità didattica riguardante gli italiani e il

lavoro, sviluppata nell’area storico-geografica secondo la seguente traccia (in sintesi).

Settori economici

� Primario: manodopera, materie prime, prodotti

� Secondario: forza lavoro, industrie, artigianato, prodotti

� Terziario; forza lavoro, servizi

Il fuoco della ricerca sul lavoro secondario è stato comprendere l’incidenza delle

attività sulla vita delle persone utilizzando come territorio d’indagine la provincia di

Brescia, in particolar modo la Valle Trompia.

Si è indagato in merito alle attività lavorative di genitori, parenti e conoscenti.

Una volta appurato che gran parte dei genitori, soprattutto i padri, lavorava nelle

fabbriche della Valle Trompia, abbiamo elaborato una serie di domande per cercare di

capire meglio la natura del loro lavoro.

Dove lavori?

Da quanti anni?

Cosa fai?

Cosa si produce nella fabbrica in cui lavori?

Quanti operai ci sono?

Quante ore lavori al giorno?

Lavori anche di sabato?

Si sente aria di crisi?

Ci sono stati recentemente la cassa integrazione o i licenziamenti?

In seguito è stato stampato un opuscolo, dove sono state riportate le interviste

corredate dalle fotografie dei luoghi di lavoro e dai disegni dei bambini.

La visita alla mostra, l’utilizzo dell’archivio e il conseguente lavoro di ricerca sono

serviti come elementi di passaggio dal generale al particolare e viceversa.

Il ricordo di molti genitori (e nonni) della storia più recente della fabbrica è stato un

elemento motivazionale importante, segno di reciproca appartenenza a un territorio.

Anche se nessuno vi aveva lavorato, era comunque stato permeato dalle vicende del

cotonificio.

In questo modo la comprensione di come un’attività produttiva determini e modifichi

la qualità della vita e l’assetto di un territorio è stata resa meglio comprensibile agli

alunni.

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Il nostro racconto Il nostro racconto Il nostro racconto Il nostro racconto

Io, con i miei compagni di classe, ho visitato la mostra "Il filo di Mylius". Con la guida abbiamo visitato quattro sale piene di oggetti, nell'ultima abbiamo ascoltato testimonianze orali tramite un filmino. Nella prima sala abbiamo visto la pianta del cotone e gli oggetti che servivano a lavorare i fiocchi dell'arbusto, i fusi e gli arcolai in legno. Abbiamo visto un quadro dove era inquadrata una foto della Bernocchi. Anche se in bianco e nero si riconoscevano le grandi finestre con le inferriate e la torre costruita in mattoni. "La Bernocchi fu costruita fa F.E. Mylius sulla sponda destra del fiume Mella, per utilizzare l'acqua e produrre l'energia idroelettrica, vicino al ponte che collega Cogozzo e Sarezzo". Successivamente siamo andati nella seconda sala. Li abbiamo visto tantissime matasse di cotone filato e colorato. C'erano anche registri con i nomi dei lavoratori, la data di inizio e quella del licenziamento; le cartoline erano piene di greche e decori. Sulla parete era posta anche una pergamena in onore di Antonio Bernocchi, anch'essa decorata e scritta con calligrafia sottile e ordinata. Nella terza sala abbiamo osservato i taglianodi, le gamelle e gli indumenti. Il taglianodi era un aggeggio che serviva a disfare i nodi fatti nella matassa e a ricongiungere i fili ; le gamelle erano pentole di alluminio che le donne portavano al cotonificio piene di minestra ed altro cibo. Infine c'erano gli abiti o indumenti, erano delle divise verdi , vestaglie a mezze maniche allacciate lateralmente e con alcuni bottoni. Nella quarta sala abbiamo visto un filmino dove alcune signore hanno spiegato la vita delle lavoratrici: dovevano lavorare dalle 6.00 alle 12.00 (di giorno) e dalla 19.00 alle 6.00 (di notte), oppure una settimana di giorno ed una di notte. Lavoravano ragazze dai 12 anni ai 15 anni; dai 16 ai 20 anni e dai 21 ai 25 anni. Stavano in piedi davanti alle macchine e

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lavoravano specialmente con le braccia. Le sale erano chiuse d'inverno e d'estate per tenere una temperatura piuttosto calda. Erano pulite, spaziose con molta luce e alcuni ventilatori per la polvere. Le ragazze si ammalavano spesso, soprattutto di anemia e tubercolosi, malattia polmonare. La nostra mappa della mostraLa nostra mappa della mostraLa nostra mappa della mostraLa nostra mappa della mostra

Infine ci hanno raggiunto due operatori dell'archivio. In un primo momento abbiamo classificato le fonti che ci avevano preparato: fonti visive, scritte e materiali. Poi ci hanno consegnato un foglio dove abbiamo evidenziato gli argomenti utili per la nostra ricerca. Siamo andati anche in Internet e abbiamo esteso la nostra ricerca, abbiamo scoperto dove e cosa cercare nell'archivio del Comune di Villa Carcina che si trova proprio a Villa Glisenti.

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Abbiamo individuato la busta 101 ed il fascicolo 3. Varcata la soglia, ci siamo inoltrati nel buio ma, fortunatamente avevamo le torce che emanavano luce. Dopo neppure due minuti di ricerca abbiamo trovato la busta 101. Usciti dall'archivio abbiamo trovato nella busta il fascicolo 3 e scoperto che era pieno di informazioni interessanti come i nomi dei lavoratori del cotonificio. Mi è piaciuto soprattutto le macchine artigianali come gli arcolai. Erano di legno, alcuni girati a mano per avvolgere i fili di cotone sulla macchina e poi sulle matasse. Certo, erano più comode le macchine usate da Antonio Bernocchi, anche per una produzione elevata ma, un ottimo modo per lavorare il cotone artigianalmente, nelle famiglie contadine, era usare gli arcolai. Ho anche imparato tramite il laboratorio che anche se i documenti sono vecchi, polverosi e rovinati, portare qualcosa alla luce è una bella soddisfazione. Mi sono piaciuti molto anche gli indumenti, tra cui, foulard a pois che servivano a proteggere i capelli lunghi dalle macchine. Infatti, come la guida e le signore intervistate ci hanno spiegato, le donne con i capelli lunghi rischiavano spesso di impigliarli nelle macchine.

Questa visita è stata molto istruttiva e appassionante.

Anna ZanardiniAnna ZanardiniAnna ZanardiniAnna Zanardini

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I dati e gli appunti sull’esperienzaI dati e gli appunti sull’esperienzaI dati e gli appunti sull’esperienzaI dati e gli appunti sull’esperienza l’iniziativa: l’iniziativa: l’iniziativa: l’iniziativa: LLLLa locandina della mostra a locandina della mostra a locandina della mostra a locandina della mostra Il luogo: Il luogo: Il luogo: Il luogo: VillaVillaVillaVilla Glisenti, uno scorcio di prato Glisenti, uno scorcio di prato Glisenti, uno scorcio di prato Glisenti, uno scorcio di prato

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La storia in breveLa storia in breveLa storia in breveLa storia in breve Sulla sponda destra della fiume Mella, prima del ponte che collega Cogozzo e Sarezzo viene aperto nel 1889 lo stabilimento del Cotonificio su iniziativa dell'industriale Federico Enrico Mylius che, in seguito nel 1907, verrà diretto dal figlio Giorgio. Costruito "all'inglese", l'edificio del cotonificio si sviluppa su tre piani: magazzino al piano terra e tre sale ai piani superiori di 2.200 mq, ciascuno con 30.000 fusi. La forza motrice per far muovere questi macchinari viene dai mulini sul fiume. Già nel 1905 questa fabbrica da lavoro ha 600 operai, in maggioranza donne. La Grande Guerra con la mobilitazione industriale rimette in moto l'occupazione anche nella fabbrica di Cogozzo che nel 1920 Giorgio Mylius vende all'industriale cotoniero Antonio Bernocchi di Legnano. LO stabilimento viene rinnovato e attrezzato con nuovi impianti e gli operai raggiungono le 1.000 unità. Le fortune dell'aziendq seguono le alterne vicende del mercato, fino alla grave crisi degli anni Settanta. L'attività di filatura, tessitura, candeggio, e stampaggio del cotone cessa nel 1972, ma nel settembre dello stesso anno la durata viene prolungata fino al 1992. L'attuale ditta Inoxriv ha acquisito lo stabilimento nel 1992 operando un restauro degli esterni rispettoso dell'importanza storica dell'edificio e non apportando sostanziali modifiche agli ambienti interni.

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I documenti I documenti I documenti I documenti che abbiamo raccoltoche abbiamo raccoltoche abbiamo raccoltoche abbiamo raccolto lungo il percorso della mostra su lungo il percorso della mostra su lungo il percorso della mostra su lungo il percorso della mostra su cui cui cui cui abbiamo cercato informazioniabbiamo cercato informazioniabbiamo cercato informazioniabbiamo cercato informazioni

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L'attività in archivio L'attività in archivio L'attività in archivio L'attività in archivio Il laboratorio è stato condotto da due operatori del Sistema Archivistico della Valle Trompia. Come primo momento abbiamo classificato le fonti che ci avevano preparato: - fonti visive, filmato e fotografie - testimonianze orali - fonti scritte, documenti e registri - fonti materiali, attrezzi di lavoro, indumenti, prodotti Poi nel foglio che ci hanno consegnato abbiamo segnato gli argomenti che avevano attinenza con la nostra ricerca.

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nell'archivio generale, in internet, abbiamo scoperto dove avremmo dovuto cercare fisicamente i documenti nell'archivio reale. Armati di torce siamo entrati nell'archivio storico del Comune di Villa Carcina, in pochissimo tempo abbiamo trovato i documenti che ci interessavano, abbiamo riportato alla luce informazioni vecchi ma utili

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Altro Altro Altro Altro materiale informativo disponibile alla mostramateriale informativo disponibile alla mostramateriale informativo disponibile alla mostramateriale informativo disponibile alla mostra che abbiamo raccolto che abbiamo raccolto che abbiamo raccolto che abbiamo raccolto per per per per continuare la ricercacontinuare la ricercacontinuare la ricercacontinuare la ricerca qui raccontqui raccontqui raccontqui raccontataataataata....

Comune di Villa Carcina

Assessorato alla Cultura

Università Cattolica del

Sacro Cuore

Brescia

Progetto di ricerca e documentazione “i mestieri femminili del passato nella Val Trompia”

IL FILO DI MYLIUS

Immagini, fotografie e testimonianze

Villa Glisenti, sabato 24 gennaio 2009 ore 19:00

La mostra rimarrà aperta sino al 15 febbraio 2009

Il percorso della mostra ha valenza didattica, e le scuole sono invitate alla visita