Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

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Tutto ebbe inizio nel lontano 2003 quando, a seguito dell’emanazione del d.lgs. 5 veniva per la prima volta introdotto nel nostro ordinamento un nuovo istituto di natura anglosassone: “la Conciliazione” per la ma- teria societaria. Da allora si sono susseguiti una miriade di provve- dimenti legislativi, tra decreti legge, legislativi, ministeriali e circolari ministeriali, fino ad arri- vare all’ultima versione del d.lgs. 28/2010 cosi come rivisto e mo- dificato con le modifiche intro- dotte dal c.d. “Decreto del Fare”, d.l. 21 giugno 2013 n. 69, conver- tito dalla legge 9 agosto 2013 n. 98. Tale abbondanza normativa vorrebbe trovare giustificazione dall’avvicendarsi dei diversi go- verni, appoggiati dalle differenti forze politiche che, di fatto, hanno reso inapplicabile una delle con- suetudini più antiche della storia, che ha come caratteristica fonda- mentale la figura del terzo impar- ziale. In tutto questo periodo alla povera “Conciliazione” venivano nel frattempo addossate una miriade di colpe. Alcuni Ordini Professio- nali, tanto per fare un esempio, ne palesavano la presunta incostitu- zionalità stante la paventata limi- tazione per il cittadino di poter ricorrere alla giustizia ordinaria, contestando altresì l’istituto come un’aberrazione rispetto niente- meno che ai principi diritto ro- mano. In questi dieci anni abbiamo pertanto assistito a tutto (e forse di più …) anche se forse, a parere di chi scrive, la maggior Voglio provare a fare un gioco. Mettere insieme alcune parole (il cui significato, o acronimo, capiremo, forse, insieme, in seguito) cercando di generare un concetto di senso com- piuto. Per facilitarne la lettura (e, ad onor del vero, anche il mio ragiona- mento) inserirò nel corpo di questo mio alcune pa- role MAIUSCOLE ……. vedremo insieme, poi, il perché. Andiamo ad iniziare. Mi perdonerete se, per esigenze di scrittura, la dissertazione iniziale sembrerà non disporre, talvolta, della doverosa consecutio. Al termine, spero, otter- remo il senso di tutto ciò; lo scopo della mia analisi. Si, esistono alcune note anno 2 - numero 5 Settembre 2014 il Commercialista Notiziario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli www.odcectivoli.it - [email protected] - tel. 0774 332770 Bimestrale di informazione Professionale continua a PaG. 4 il ginepraio della Mediazione, conciliazione e negoziazione. ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TIVOLI continua a PaG. 8 di gianluca tartaro * di giancarlo angelucci * Quando il Presidente Tartaro ha sentito che il mio inter- vento per il nostro “Notiziario” di Settembre 2014 avrebbe avuto questo titolo, tra una battuta ed uno sfottò, è rimasto alquanto spiazzato. Allora ho spiegato che non si tratta di una cosa ridanciana o spiritosa nè di antichi ri- cordi personali, ma di una cosa seria, molto grave, prima di tutto per la nostra economia e poi anche per la nostra vita sociale. Voglio parlare di una situazione oggettiva da tempo da- vanti agli occhi di tutti: la burocrazia. Non solo la buro- crazia intesa come insieme di norme farraginose, complesse e complicate, ma anche e specialmente delle persone che occupano e gestiscono il sistema burocratico. Parto da un fatto personale. Come qualcuno di voi sa, da qualche tempo, mi occupo più assiduamente di attività sociali. E per un progetto pre- di renzo Bitocchi * continua a PaG. 8 ...Vai con l’opera!... L’AnALisi La Palude SPIGOLATURE

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Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

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Page 1: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

Tutto ebbe inizio nel lontano 2003 quando, a seguito dell’emanazione

del d.lgs. 5 veniva per la prima volta introdotto nel nostro ordinamento

un nuovo istituto di natura anglosassone: “la Conciliazione” per la ma-

teria societaria. Da allora si sono

susseguiti una miriade di provve-

dimenti legislativi, tra decreti

legge, legislativi, ministeriali e

circolari ministeriali, fino ad arri-

vare all’ultima versione del d.lgs.

28/2010 cosi come rivisto e mo-

dificato con le modifiche intro-

dotte dal c.d. “Decreto del Fare”,

d.l. 21 giugno 2013 n. 69, conver-

tito dalla legge 9 agosto 2013 n.

98. Tale abbondanza normativa

vorrebbe trovare giustificazione

dall’avvicendarsi dei diversi go-

verni, appoggiati dalle differenti

forze politiche che, di fatto, hanno

reso inapplicabile una delle con-

suetudini più antiche della storia,

che ha come caratteristica fonda-

mentale la figura del terzo impar-

ziale.

In tutto questo periodo alla povera

“Conciliazione” venivano nel

frattempo addossate una miriade

di colpe. Alcuni Ordini Professio-

nali, tanto per fare un esempio, ne

palesavano la presunta incostitu-

zionalità stante la paventata limi-

tazione per il cittadino di poter

ricorrere alla giustizia ordinaria,

contestando altresì l’istituto come

un’aberrazione rispetto niente-

meno che ai principi diritto ro-

mano. In questi dieci anni

abbiamo pertanto assistito a tutto

(e forse di più …) anche se forse,

a parere di chi scrive, la maggior

Voglio provare a fare un gioco. Mettere insieme alcune

parole (il cui significato,

o acronimo, capiremo,

forse, insieme, in seguito)

cercando di generare un

concetto di senso com-

piuto.

Per facilitarne la lettura

(e, ad onor del vero,

anche il mio ragiona-

mento) inserirò nel corpo

di questo mio alcune pa-

role MAIUSCOLE …….

vedremo insieme, poi, il

perché.

Andiamo ad iniziare.

Mi perdonerete se, per

esigenze di scrittura, la

dissertazione iniziale

sembrerà non disporre,

talvolta, della doverosa

consecutio.

Al termine, spero, otter-

remo il senso di tutto ciò;

lo scopo della mia analisi.

“Si, esistono alcune note

anno 2 - numero 5 Settembre 2014

il CommercialistaNotiziario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli

www.odcectivoli.it - [email protected] - tel. 0774 332770

Bimestrale di informazione Professionale

continua a PaG. 4

il ginepraio della Mediazione,

conciliazione e negoziazione.

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTIE DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TIVOLI

continua a PaG. 8

di gianluca tartaro * di giancarlo angelucci *

Quando il Presidente Tartaro ha sentito che il mio inter-

vento per il nostro “Notiziario” di Settembre 2014

avrebbe avuto questo titolo, tra una battuta ed uno sfottò,

è rimasto alquanto spiazzato. Allora ho spiegato che non

si tratta di una cosa ridanciana o spiritosa nè di antichi ri-

cordi personali, ma di una cosa seria, molto grave, prima

di tutto per la nostra economia e poi anche per la nostra

vita sociale.

Voglio parlare di una situazione oggettiva da tempo da-

vanti agli occhi di tutti: la burocrazia. Non solo la buro-

crazia intesa come insieme di norme farraginose,

complesse e complicate, ma anche e specialmente delle

persone che occupano e gestiscono il sistema burocratico.

Parto da un fatto personale.

Come qualcuno di voi sa, da qualche tempo, mi occupo

più assiduamente di attività sociali. E per un progetto pre-

di renzo Bitocchi *

continua a PaG. 8

...Vai conl’opera!...

L’AnALisi

La Palude

S P I G O L AT U R E

Page 2: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista Primo Piano2

Nel 1977 Scott Turow, non an-cora affermato autore di legalthriller, diede alle stampe One

L, un diario che raccontava ilsuo primo anno alla facoltà dilegge di Harvard e che ancoraoggi rappresenta una delle let-ture obbligatorie per chiunquesi voglia cimentare nello studiodella Legge.Quando lo lessi nell’edizioneitaliana1 rimasi profondamentecolpito da alcune pagine cheraccontavano una simulazionedi processo affrontata dallostesso Turow di fronte a verigiudici e veri avvocati…du-rante il suo primo anno. Le hocitate spesso in incontri e ta-vole rotonde perché rappresen-tano, più di tanti manuali sultema, un senso di consapevo-lezza compiuto sulle comples-sità di una qualsiasiprofessione intellettuale cheesige un costante investimentonel sapere.Ancora di più oggi, nella cd.Knowledge Era in cui la ric-chezza collettiva ed il posizio-namento professionalepersonale risiedono entrambenella capacità di immagazzi-nare/produrre informazioni ecompetenze spendibili nellaquotidianità.Un sistema di condivisione,oggi ancora troppo frammenta-rio e, soprattutto, sottovalutato. I motivi di questa tendenzasono molteplici e tutti legati dauna stretta connessione checomporta un effetto domino. Inprimo luogo, l’ancora troppopronunciata distanza tra lasfera teorica (di cui non sivuole assolutamente svilirne ilsenso e la necessità) e quellapratica in cui il giovane Profes-sionista si troverà ad operare.Una distanza che comporta, ul-timato il percorso universita-rio, un rinnovato processo diaccreditamento da parte delPraticante che si troverà ad af-frontare aspetti e situazioni to-

talmente nuove, spesso noncodificate ma parte integrante

di un complesso di regole econsuetudini informali pre-senti nell’agire quotidiano.Già questo elemento comportauna distorsione nella relazionetra il Dominus ed il proprioPraticante, riassumibile in unrapporto troppo teso su nozionie condotte che potrebbero es-sere già conosciute con la sem-plice previsione di unpraticantato da svolgere allafine del primo anno2. Non dun-que una possibilità dovuta allalungimiranza dello studentema una vera e propria previ-sione che presuppone la pre-senza di un dialogo costante trale Università e le realtà profes-sionali all’interno di un deter-minato territorio e chepotrebbe trasformare il Prati-cante in una vera e propria ri-sorsa, utilizzabile e spendibilenel momento stesso in cui con-segue la laurea. Senza contarepoi le conseguenze positive tracui – ne cito solo una - la pre-visione di un periodo di prati-cantato più breve rispetto aquello attuale, con un più fa-cile processo di accredita-mento professionale.In attesa di un confronto cheappare, ad onore del vero,estremamente complesso datele tante sfaccettature ed il col-pevole ritardo oramai matu-rato, appare (ancora di più)

importante tutelare ed imple-mentare il valore strategicodella condivisione nel rapportoProfessionista/Praticante,sganciandolo da una visualeisolata ed inserendola in unavera e propria griglia di bene-fici trasversali per tutto lo Stu-dio Professionale. Non solo –come acutamente osservaMassimo Casagrande, giàcomponente del Gruppo di la-voro Comunicare le profes-

sioni intellettuali e consulentesenior di PVB&Partners – “at-traverso la condivisione diesperienze, vissuti personali,valori e desideri” (fase di so-cializzazione) e attraverso l’in-teriorizzazione che “consistenel tradurre concretamente co-noscenza esplicita in cono-scenza tacita”3 ma ancheattraverso l’adozione di stru-menti che facilitino l’uso ed ilri-uso della conoscenza. Traquesti, Casagrande cita lacheck list per ordinare e orien-tare il processo in maniera cor-retta e razionale; softwaregestionali che vadano oltre lasemplice archiviazione delleinformazioni attraverso la pos-sibilità di immagazzinare datiprovenienti da fonti diverse e,soprattutto, la creazione di unarete interna (molto funzionaleal dialogo sopra accennato) edesterna in cui la conoscenza

non rappresenti un elemento diforza da far valere nei con-fronti dell’interlocutore bensìun elemento di alternanza tracollaborazione e competitività.In tal senso, Casagrande pro-pone l’idea di una cabina diregia per favorire una visioned’insieme che sia decisionale evaloriale nonché per instaurarestandard qualitativi omogeneie condivisi.Originando da quanto sopra,scopriamo così che la stessasfida auspicata è un vero e pro-prio “laboratorio di condivi-sione”, presupponendo lapresenza di tutte le parti coin-volte e di un clima collabora-tivo che, nel contempo, tutelile singole istanze e caratteriz-zazioni di parte.Si tratta di una sfida complessa– soprattutto rispetto alle pic-cole e medie realtà professio-nali – ma anche di un vero eproprio passo obbligato peraiutare un processo di crescitache non sia solo quantitativobensì qualitativo.

*Consulente in comunicazione

in Roma.

1 Harvard, facoltà di legge, Monda-

dori, Milano, 1995.2 Si pensi, inoltre, alla possibilità di un

praticantato diversificato che dia, anno

dopo anno, la possibilità allo studente

di “osservare” il funzionamento di di-

verse realtà che attengono all’ambito

di studi scelto. In questo modo si offre

allo studente la possibilità di farsi una

idea ben precisa evitando un fenomeno

di dispersione spesso frutto di superfi-

cialità e scarsa conoscenza dell’am-

bito.3 M. Casagrande, Progettare la condi-

visione per aumentare la competitività,

in AA.VV., L’Organizzazione per gli

Studi professionali, Alpha Test, Mi-

lano, 2013, p. 57.

L’Organizzazione

per gli studi

professionali:

il valore strategico

della condivisione

di stefano martello *

settembre 2014

Page 3: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista 3settembre 2014

Il Consiglio dei Ministri ha re-

centemente approvato due de-

creti legislativi di

semplificazione fiscale definiti

dal Ministro Boschi “Una

grande opera di semplifica-

zione per uno stato vicino al

cittadino”.

Tra le misure contenute nei de-

creti, un ruolo particolare spet-

terebbe alla dichiarazione

precompilata che partirà in via

sperimentale nel 2015, per il

periodo d’imposta 2014, e

coinvolgerà inizialmente i per-

cettori di reddito da lavoro di-

pendente e assimilati.

Ma questa novità, etichettata

dagli organi di governo come

una “rivoluzione coperni-

cana”, per poter funzionare

necessita, ancora una volta,

dell’assistenza dei professioni-

sti.

Infatti nel caso, molto proba-

bile, in cui dovesse rendersi

necessario un integrazione

della dichiarazione precompi-

lata con ulteriori dati relativi a

deduzioni e detrazioni di cui il

Fisco non ha tenuto conto, ol-

treché con altri redditi, il con-

tribuente dovrà modificare la

dichiarazione affidandosi ai

professionisti abilitati alla tra-

smissione della nuova dichia-

razione o ai CAF che do-

vranno apporre il visto di con-

formità , con tutte le

responsabilità che comporta.

La norma sottopone, infatti, il

professionista o il CAF che

abbia rilasciato un visto di

conformità infedele, all’ob-

bligo di pagamento di un im-

porto pari all’imposta, agli

interessi e alla sanzione che

sarebbe richiesta al contri-

buente!

L’aberrazione di tale previ-

sione normativa è stata pron-

tamente contestata da tutti i

professionisti, nel corso del-

l’audizione del 24 luglio

scorso in commissione Fi-

nanze del Senato in vista della

realizzazione dei decreti attua-

tivi della delega fiscale, che ne

hanno evidenziato profili d’in-

costituzionalità. Infatti tale re-

sponsabilità patrimoniale de-

terminerebbe una sorta di

sostituzione della posizione

dell’originario debitore (il

contribuente) con quella dei

CAF o dei professionisti.

Nell’augurarmi che una modi-

fica nel senso proposto dalle

rappresentante dei professioni-

sti, dottori commercialisti in

primis, venga accolta, non

posso che esprimere un certo

disagio nel constatare una co-

stante legiferazione che fa cre-

scere il carico delle

incombenze fiscali, e delle re-

sponsabilità professionali,

senza che a questo corrisponda

non solo un’adeguata remune-

razione, ma anche un fattivo

riconoscimento del ruolo so-

ciale svolto.

È giusto e corretto che si cer-

chi la collaborazione dei pro-

fessionisti, ma occorre che il

legislatore e l’Amministra-

zione Finanziaria evitino di

esigerne la sussidiarietà pre-

tendendo anche di sanzionarli

fino al punto, come proposto

per la “dichiarazione precom-

pilata”,di creare una nuova fi-

gura di soggetto passivo

d’imposta, di dubbia costitu-

zionalità, collegata non alla

produzione del reddito ma alla

verifica di esso.

* Commercialista in Tivoli

Presidente Comm/ne II.II.

ODCEC Tivoli

il CommercialistaNotiziario dell’Ordine

dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Tivoli

BIMESTrALE DI INFOrMAzIONE PrOFESSIONALE

Anno 2 numero 5 settembre 2014

Iscrizione Tribunale di Tivoli n. 15 del 29/12/2011registro della stampa e dei periodici

Proprietario Testata:Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli

Via Palatina, n. 19 • 00019 Tivoli (roma)tel. 0774 332770 • fax 0774/315591

www.odcectivoli.it email: [email protected]: [email protected]

Editore: Fondazione ADerC - Via Palatina 19 - Tivoli

Comm/ne Stampa, Comunicazione ed Informatica ODCECdi Tivoli: Gianluca Tartaro, Enrico Crisci, Alessandro Fal-cone, Andrea Brunelli, Maria Cristina rovazzani, CarloDe Vincenzi, Fabrizio Fiasco, Francesco Lando, IsidoroCapobianchi, Patrizia Frangella, Sonia Quaranta.

Direttore responsabile: Dott. Gianluca Tartaro

Grafica, impaginazione e Stampa

Azienda Grafica Meschini snc

Via Inversata 6 - 00019 TIVOLI (rm) - Tel. 0774 312794

chiuso in tipografia il 19/09/2014

Nuove

“semplificazioni”,

ma non a spese

dei professionisti

di faBio Balsamo *

Page 4: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista4 settembre 2014

di Giuseppe Verdi tal-

mente Sonore che sem-

brano emergere da un

contenitore armonico, ad

esempio una giara, tal-

mente ben assonanti e ca-

denzate che rappresentano

un icona dell’eleganza ti-

pica del made in italy. Le

sue opere, si è scritto, sa-

rebbero anche potute essere

interpretate da una nostra

grande artista contempora-

nea Monica Vitti. Que-

st’ultima avrebbe saputo,

viste le sue doti e la sua in-

nata ecletticità, interpretare

meglio di qualsiasi altro ar-

tista, o STar anche statuni-

tense, i melodrammi di

verdiniana memoria. Così

come saprebbe perfetta-

mente interpretare la corri-

spondente femminile del

famoso investigatore Ser-

pico.

L’incipit, l’indeX, delle

opere di Giuseppe Verdi è

talmente elevato nella nar-

razione da non necessitare,

anche ai meno avvezzi, di

alcuna concentrata atten-

zione, di nessun radar

mentale per comprenderne i

contenuti più profondi.

ascoltando le composizioni,

si dice, è come se si dispo-

nesse di un Terzo SeT-

Tore cerebrale al quale

siamo naturalmente predi-

sposti.”

La domanda è spontanea:

come mai questa strana dis-

sertazione su Giuseppe

Verdi, sulle sue opere, su

una grande artista come

Monica Vitti (mi si perdoni

l’averla solo citata per un

scopo così distante dal-

l’Arte)?

Per comprendere la ragion

vera di queste poche righe

ci vengono in aiuto i nomi,

decisamente fantasiosi, dei

numerosi (solo alcuni, si

badi) software in possesso

del Fisco Italiano per tenere

sotto scacco gli evasori.

Una sorta di “legenda” si

rende, quindi, necessaria:

S.I. : Spesometro Integrato.

SO.NO.rE.: software che

seleziona le persone fisiche

non residenti che hanno col-

legamenti con l’Italia.

VE.r.DI.: software che

analizza il rischio delle per-

sone fisiche ai fini del red-

ditometro.

G.I.A.r.A.: software dedi-

cato agli accertamenti par-

ziali automatizzati.

I.Con.A.: software che con-

tiene i dati relativi ai redditi

parzialmente o totalmente

non dichiarati nel 2009

(solo?) dalle persone fisiche

con riguardo ad alcune cate-

gorie reddituali.

MONI.C. : software che

monitora le compensazioni.

INDEX : software che

mette a disposizione degli

Uffici i redditi esteri pro-

dotti da contribuenti resi-

denti.

SErPICO: software che

analizza i contribuenti da

sottoporre a controllo.

rADAr: software che con-

tiene informazioni relative a

contribuenti che hanno di-

chiarato importi significa-

tivi dei componenti negativi

di reddito (costi residuali).

TErzO SETTOrE: soft-

ware che effettua la mappa-

tura dei soggetti

appartenenti al mondo del

no-profit

ST.A.r.: software che con-

sente agli uffici di procedere

autonomamente alla analisi

degli atti di cessione di fab-

bricati da sottoporre a con-

trollo.

Ora, per quanto sia necessa-

ria l’analisi, da parte degli

Organi accertatori, volta a

stanare l’evasore e per

quanto sia importante riba-

dire che la Categoria dei

Commercialisti Italiani sia

votata, da sempre, al ri-

spetto delle norme tributa-

rie, mi viene da chiedere

perché mai non esista una

banca dati comune, cono-

sciuta da tutti gli operatori

(Commercialisti compresi),

che contenga tutti i dati ne-

cessari alla Pubblica Ammi-

nistrazione per effettuare i

doverosi controlli.

Mi piacerebbe esistesse

un’unica “sinfonia” che rac-

cordasse sapientemente tutti

i vari software di cui è do-

tata la Pubblica Ammini-

strazione che, uniti in un sol

suono, potessero fornire

davvero uno spartito co-

mune per la lotta all’eva-

sione.

Partire da un ideale “Na-

bucco” per arrivare a com-

piere grandi opere per il

bene del Paese.

*Presidente ODCEC Tivoli

L’AnALisi

dalla Prima PaGina

di gianluca tartaro * ...Vai con l’opera!...

Page 5: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

Lo scisma d’Occidente, che in-

teressò la Chiesa dal 1378 al

1417 per quasi quarant’anni, fu

particolarmente grave. Si sus-

seguirono, con enorme scan-

dalo, papi e antipapi in lotta tra

loro, ognuno dei quali nominò

propri vescovi e abati. Dal

1378 al 1409 la cristianità ebbe

continuativamente due ponte-

fici; tre dal 1409 al 1415; nes-

sun papa legittimo dal 1415 al

1417. Lo scisma fu motivato

da contrasti politici che causa-

rono una insanabile spaccatura

della cristianità. Ai pontefici di

Roma Urbano VI, Bonifacio

IX, Innocenzo III si oppone-

vano successivamente i papi

eletti ad Avignone (Clemente

VII e Benedetto XIII) ed il ro-

mano Gregorio XII i quali

erano contrastati da Alessan-

dro V e Giovanni XXIII eletti

a Pisa.

Lo scisma d’Occidente vide i

papi romani riconosciuti in ge-

nere da numerose città italiane,

dall’Impero, dall’Inghilterra

mentre i loro oppositori, per lo

più avignonesi, furono appog-

giati dalla Scozia, dalla Fran-

cia, dalla Castiglia,

dall’Aragona, dagli Angiò di

Napoli. Questi in breve i fatti.

Quando Gregorio XI (che

aveva riportato la sede pontifi-

cia a Roma) si spense nel

1378, il Senato mise il Con-

clave dei Cardinali anche sotto

la custodia del Vescovo di Ti-

voli, Filippo De Rufini;

fu eletto il 3 Aprile Urbano VI

(Napoli 1318-Roma 1389), al

secolo Bartolomeo Prignano,

arcivescovo di Acerenza e poi

di Bari (1377). Impegnatosi in

un’opera di riforme estreme

dell’alto clero, fu subito conte-

stato da alcuni cardinali e fa-

miglie nobiliari. Tivoli con

altre città fu da sempre a fianco

di Urbano VI, che era soste-

nuto anche da Santa Caterina

la quale esortava tutti ad ap-

poggiarlo condannando i car-

dinali scismatici. Orgogliosa di

appoggiare il “vero” pontefice,

la nostra città inviò presso di

lui Angelo di Oddone e Leo-

nardo Zaccari con l’incarico di

invitare il pontefice a venire a

Tivoli per trascorrervi l’estate.

Urbano VI accettò l’invito; il

30 giugno fu accolto dai Tibur-

tini in festa ed attraverso la

Porta del Colle fece il suo

trionfale ingresso, scortato da

cavalieri e fanti. Durante il suo

soggiorno a Tivoli, il Papa

tentò di riavvicinarsi ai cardi-

nali scismatici che invece si ri-

volsero a Bernardo La Sala ed

al suo esercito.

Lo scontro armato tra le mili-

zie di quest’ultimo e quelle ti-

burtine, schierate in difesa di

Urbano VI, avvenne a Ponte

Lucano, presso lo storico

Ponte romano ed il Mausoleo

dei Plauzi. Vinse La Sala che

sfrontatamente pensò di mar-

ciare alla volta di Tivoli per co-

prire di insulti Urbano VI;

rinunciò al suo progetto

quando constatò che i Tiburtini

erano ben decisi ad opporsi

fino alla fine.

Preferì a questo punto dirigersi

ad Anagni ove tredici cardinali

scismatici riuniti proclama-

rono “invasore della Sede

Apostolica” Urbano VI, ne re-

vocarono l’elezione e gli oppo-

sero l’antipapa Roberto

cardinale di Ginevra col nome

di Clemente VII ristabilendo la

sua sede ad Avignone. Urbano

VI rispose all’oltraggio desti-

tuendoli e nominando al loro

posto ventinove cardinali di

sua fiducia. A questo rango fu

elevato anche il citato Filippo

De Rufini, vescovo di Tivoli, a

cui fu data anche la nomina di

delegato apostolico per l’intera

penisola italica. I prelati sci-

smatici destituiti si appoggia-

rono allora ai Bretoni contro i

quali Urbano VI fece marciare

la Milizia di S.Giorgio col con-

tributo di Tivoli, Frascati, Aric-

cia, Marino ed altri paesi. Lo

stesso La Sala fu fatto prigio-

niero nello scontro sotto Ma-

rino; i Bretoni furono

sgominati dalla vittoriosa Mi-

lizia di S.Giorgio. La vittoria

di Urbano VI costò la scomu-

nica per Giovanna, regina di

Napoli, colpevole di essersi

schierata dalla parte dell’anti-

papa Clemente VII verso il

quale si erano mostrati ben di-

sponibili anche Rinaldo Orsini,

signore di Vicovaro e conte di

Tagliacozzo, e Giovanni Or-

sini. Per punirli Urbano VI

permise che i Tiburtini ne in-

vadessero i possedimenti.

Urbano Vi difeso dai soldati tiburtini

il Commercialista 5settembre 2014

gli approfondimenti di www.tibursuperbum.it

“Tivoli e dintorni – Terre da scoprire”

Page 6: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista6 settembre 2014

S P I G O L AT U R E S P I G O L AT U R E

sentato presso la Provincia di

roma ed accolto, era necessa-

ria un’autorizzazione comu-

nale per intervenire su un

terreno demaniale attiguo alla

sede dell’Associazione che

presiedo. Fatta la prescritta

domanda, dopo una gesta-

zione di circa 60 giorni, final-

mente il permesso era stato

accordato. La notizia l’ebbi

per vie informali. Poiché pen-

savo che fosse necessaria

anche qualche mia firma, mi

sono recato personalmente

presso l’Ufficio competente e

mi è stato detto di attendere,

perché il “camminatore” era

in giro ed avrebbe ritirato

presso un altro ufficio una

nota propedeutica alla “mia”

autorizzazione.

Sono arrivato verso le

11/11,15 e sono andato via

alle 13,30.

In queste due ore abbondanti

(di proposito da me voluta-

mente “sopportate” nel corri-

doio senza seggiole di questo

Ufficio Comunale), ho avuto

modo di vedere uno spaccato

(certamente molto limitato)

del lavoro dei pubblici impie-

gati. Ho assistito a cose che

già sapevamo!

Gente che esce “per un caffè”

e torna dopo due ore con buste

di plastica gonfie a dismisura.

Gente che esce dal proprio uf-

ficio sventolando un foglio di

carta, che si fa il giro di tutti

gli altri uffici sempre con il fo-

glio ben saldo nella mano

ignorato da tutti ma lui impe-

gnato a girare continuamente

a vuoto!

Un’anima pia mi invita a se-

dermi su una seggiola in un

ufficio deserto: “Tanto questo

è l’ufficio della persona che le

deve dare il documento che le

interessa” mi dice qualcuno.

Finalmente! Sono per lo meno

seduto. Dopo due ore mi è

stata consegnata la lettera at-

tesa (due righe e mezzo, rigo-

rosamente senza saluti finali).

Tornando a Studio ho rimugi-

nato questa esperienza e mi è

venuto spontaneo pensare

“Povero Stato, povero Co-

mune”.

Proseguendo ho pensato: si

parla di innovazione nei Pub-

blici Uffici. Ma come si fa ad

innovare in questi ambienti, in

queste realtà penose! Non ci

sono ostacoli vistosi e concreti

che puoi affrontare in modo

più o meno deciso, ma c’è

l’inerzia, il niente. Il niente

non si vince con alcun mezzo.

Se questo atteggiamento è dif-

fuso, come in effetti lo è (e noi

lo costatiamo continuamente a

motivo della nostra profes-

sione), ai voglia a fare le ri-

forme! Ogni tentativo affonda

in una palude melmosa.

Quasi tutti i cambiamenti ri-

mangono miseramente sem-

pre sulla carta, tra le buone

intenzioni. Le conseguenze

pratiche? Le statistiche dicono

che nel nostro Paese ci vo-

gliono 165 giorni per incas-

sare un credito da un Ente

pubblico e che si fallisce per

eccesso di crediti nei confronti

di Enti Pubblici. Un processo

civile dura cinque anni e

mezzo. Siamo penultimi nella

graduatoria dei 27 Paesi della

Comunità Europea per i fondi

destinati all’istruzione.

Fare impresa nel nostro Paese

è veramente un’impresa

ardua.

Sono richiesti oltre 40 adem-

pimenti, mentre negli altri

Paesi europei ne bastano forse

meno delle dita di una mano.

Ed intanto quest’anno i disoc-

cupati italiani sono al 12,6%,

mentre la disoccupazione tra i

giovani è oltre il 46%.

Ma il quadro negativo contro

il quale stiamo lottando pur-

troppo non è ancora completo.

Infatti le Banche che potreb-

bero anticipare i crediti pub-

blici agli imprenditori, hanno

stretto i cordoni e preferi-

scono investire le loro liqui-

dità in Buoni del Tesoro.

Di cosa vogliamo parlare? In

Italia la cosa più preoccupante

è proprio questa “palude”,

tutti la conoscono ma nessuno

ne parla. Qualunque tentativo

di riforma affonda lì, nella pa-

lude dell’inerzia.

Ognuno bada al proprio orti-

cello e nessuno pensa a fare

gioco di squadra. Sono pessi-

mista! Forse sì. Però una spe-

ranza ce l’ho ed è riposta in

voi anzi in noi Commercialisti

che potremmo fare molto per

rimuovere questa apatia, con

la nostra rete di lavoro quoti-

diano che raggiunge capillar-

mente tanti centri

imprenditoriali del territorio,

che potenzialmente possiamo

(potremmo) influenzare posi-

tivamente.

Ognuno con il proprio “mat-

toncino”. Tanti mattoncini

possono fare una bella costru-

zione.

Amici miei, diventiamo anche

bonificatori di questa brutta e

fetida palude!!!

Commercialista in Tivoli

già Presidente ODCEC Tivoli

di renzo Bitocchi *

dalla Prima PaGina

La PaLUde

Page 7: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il CommercialistaPrimo Piano 7settembre 2014

Il lavoro del mandato consiliare

2012-2016 della Cassa Nazionale

di Assistenza e Previdenza a fa-

vore dei Dottori Commercialisti,

con il sostegno attento e proat-

tivo dell’Assemblea dei Delegati

attualmente in carica, sta dando i

suoi frutti.

La Cassa che vogliamo è un Ente

forte, autonomo, autorevole, ma

nello stesso tempo un’Associa-

zione ricerchi modalità di comu-

nicazione e tipologie di interventi

più vicini alle esigenze dei sin-

goli iscritti.

In questa direzione vanno sicura-

mente almeno due importanti

percorsi riformatori per i quali

l’ultima Assemblea del 26 giu-

gno 2014 ha segnato una vera

svolta.

Parliamo della riforma del si-

stema sanzionatorio nella ri-

scossione e dei nuovi interventi

di assistenza per il potenzia-

mento delle prestazioni di wel-

fare.

Il sistema di riscossione dei con-

tributi previdenziali è necessaria-

mente concepito con una certa

severità con riferimento alla pun-

tualità di versamento da parte

degli iscritti. Ciò è comprensibile

se pensiamo che versare i contri-

buti previdenziali non è sempli-

cemente l’assolvimento di

un’obbligazione, ma è un paga-

mento a cui si collega la possibi-

lità di far valere i periodi di

contribuzione ai fini della propria

carriera pensionistica.

E’ pur vero però che l’attuale

congiuntura economica mette

spesso gli iscritti di fronte a im-

prevedibili difficoltà di gestione

della liquidità.

In questa direzione, già dallo

scorso mandato, era stata consen-

tita sia la possibilità di rateizzare

le eccedenze contributive, sia la

la c.d. “regolarizzazione sponta-

nea” per gli importi non rateiz-

zati.

Abbiamo chiesto di più.

Possibile, ad esempio, che

l’iscritto che dimentichi di ver-

sare una rata non possa rimediare

di propria iniziativa, in breve

tempo, beneficiando di una san-

zione ridotta? Possibile che

debba aspettare necessariamente

la cartella esattoriale gravata di

notevoli ulteriori oneri?

Abbiamo quindi ottenuto di ri-

prendere in mano i vigenti rego-

lamenti e abbiamo deliberato le

seguenti novità:

Proroga fino al 2018 della possi-

bilità di rateizzare, oltre alle ec-

cedenze della contribuzione

soggettiva, anche le eccedenze di

quella integrativa;

Possibilità di “regolarizzazione

spontanea” estesa alle singole

rate.

riduzione delle sanzioni previste

nell’ambito della “regolarizza-

zione spontanea”

Introduzione della c.d. “regola-

rizzazione agevolata”, assimila-

bile ad un avviso bonario, che

prevede l’invio da parte della

Cassa di un invito alla regolariz-

zazione delle posizioni degli

iscritti, evitando l’iscrizione a

ruolo (quest’ultima non è previ-

sta per l’inadempimento delle

singole rate);

Anche in campo assistenziale,

per quanto riguarda gli inter-

venti di allargamento del wel-

fare. Possiamo dire che,

finalmente, qualcosa si sta muo-

vendo!

Su pressante stimolo degli inter-

venti in assemblea dei Delegati e

dei documenti scritti presentati

dalle Associazioni sindacali, la

Commissione Welfare del C.d.A.

ha portato avanti una completa

riscrittura del regolamento di

Assistenza migliorandone la

comprensibilità e la coerenza,

oltre a razionalizzare ed aumen-

tare i limiti di reddito per acce-

dervi. Ma non solo.

Proprio in occasione dell’Assem-

blea del 26 giugno (storica seduta

“fiume” durata oltre 11 ore) sono

state approvate molte importanti

novità, tra le quali vanno segna-

late le seguenti::

Introduzione di un nuovo “Con-

tributo a sostegno della mater-

nità” in favore delle Dottoresse

Commercialiste neo-madri, che

si sostanzia in un’integrazione

dell’Indennità di maternità già

spettante per legge, commisurato

ad un 20% aggiuntivo con un mi-

nimo di 1.700,00 euro;

Potenziamento del “Contributo

per spese di ospitalità in Istituti

di ricovero”, sia nella quantifica-

zione, sia nell’estensione ai figli,

genitori e fratelli dell’iscritto se

risultanti nello stato di famiglia,

oltre che per il coniuge e l’iscritto

stesso;

Potenziamento del “Contributo

per spese di assistenza infermie-

ristica domiciliare” sia nel-

l’estensione della platea dei

familiari come nell’Istituto sopra

descritto, sia nell’estensione

dell’intervento anche a sostegno

delle prestazioni rese da collabo-

ratori familiari, oltre che da infer-

mieri specializzati, sia

nell’estensione agli stati di non

autosufficienza temporanei.

Segnalo che, al momento di an-

dare in stampa, alcuni tra i recen-

tissimi interventi sopra descritti,

non sono ancora operativi per-

ché, già sottoposti al vaglio del

parere di sostenibilità da parte

degli attuari dell’Ente, sono tut-

tora in corso di approvazione da

parte dei Ministeri vigilanti.

Naturalmente c’è ancora molto

da fare, e il panorama economico

e normativo non si può certo ri-

tenere di pieno ottimismo, ma la

soddisfazione che mi sento di

poter esprimere oggi, dal mio

punto di osservazione è che la

direzione intrapresa è quella giu-

sta affinché la nostra Cassa di

previdenza diventi sempre più un

nostro valido alleato.

*Commercialista in Tivoli

Delegata CnPaDC - rieti e Tivoli

di sonia quaranta *

Una Cassa sempre

più amica

Page 8: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista Primo Piano8 settembre 2014

parte dei cittadini (unici fruitori

dell’istituto) ancora oggi non ha

ben compreso in che cosa consista

realmente la “Conciliazione”, ter-

mine poi modificato in “Media-

zione” per un mero errore di

traduzione (dall’americano me-

diation), che difatti nel nostro par-

lare quotidiano evoca ben altro

significato, stante la confusione

che spesso tende ad accomunare i

mediatori civili ai mediatori im-

mobiliari e/o creditizi.

Considerare poi la media-

zione, solo come un sistema de-

flattivo e sostitutivo alla giustizia

pare assolutamente fuori luogo,

specie per coloro che considerano

il dialogo, la comunicazione, la

moralità, e l’etica valori che non

hanno nulla a che fare con il si-

stema giudiziale, che giustamente

deve riferirsi solo e solamente al

rispetto della normativa vigente.

Forse per questo molte preoccupa-

zioni (soprattutto da parte dei giu-

risti) si sono susseguite nei

confronti della procedura di me-

diazione, cercando in alcuni casi

di assimilarla a una parte del pro-

cesso (sic!), dove tutto deve se-

guire un iter burocratico e

legislativo ben preciso. Tutto que-

sto sta portando la mediazione

(che, sia ben chiaro, a parere di chi

scrive dovrebbe essere libera e

non obbligatoria) alla creazione di

un altro grado di giudizio che, per-

tanto, piuttosto che snellire l’iter

giudiziale lo ingessa maggior-

mente, assurgendo come pretesto

l’inefficacia della mediazione

stessa.

La mediazione, per essere più

chiari, altro non è se non un in-

sieme di fattori e valori che non

sono e non possono giustamente

essere presi in considerazione da-

vanti ad un tribunale, special-

mente per gli ordinamenti

giuridici che si rifanno al sistema

“civil low” piuttosto che al “com-

mon low” di matrice anglosas-

sone, basato quindi

sui precedenti giurisprudenziali pi

ù che sui  codici  o, in

generale, leggi e altri atti norma-

tivi di organi politici.

La confusione diventa sempre

maggiore a discapito della chia-

rezza e della semplificazione,

anche se nel decreto troviamo ar-

ticoli interessanti e di facile appli-

cazione, mentre altri creano

soltanto confusione, talvolta con-

traddicendosi tra loro. Pare così di

trovarsi di fronte a norme che,

piuttosto che dar vita ad una ri-

forma armoniosa, sembrano esser

state assemblate per accontentare

diversi contendenti, senza tenere

per nulla in considerazione il bene

comune dei cittadini e di chi dovrà

fruirne, meritando di ottenere giu-

stizia.

Tra le novità introdotte nella re-

cente bozza di riforma della giu-

stizia, particolarmente

interessante pare la norma sull’in-

teresse legale. Capitava infatti

troppe volte di trovare aziende che

non assolvevano le loro obbliga-

zioni solo perché, considerati i

tempi che con una causa riusci-

vano ad allungare - subendo per

questo differimento l’applicazione

di un tasso irrisorio d’interesse

(solo l’1%) la consideravano

quasi una normale forma di “dila-

zione” per pagare i propri debiti

nei confronti degli impotenti cre-

ditori. Succedeva così spesso di

imbattersi in creditori in difficoltà

economica i quali, costretti dai

tempi lunghissimi della giustizia,

si accontentavano di uno stralcio

(talvolta notevole) pur d’incassare

presto. Nonostante però i buoni

propositi di tale norma, pare tutta-

via che, ancora una volta, si sia di-

mostrato poco coraggio,

decidendo un innalzamento della

soglia al tasso di riferimento de-

terminato dalla BCE con un au-

menta di soli 8 punti. Certo è

qualcosa, ma ancora poco, se lo

scopo finale dichiarato era quello

di attivare un valido deterrente

verso coloro i quali decidevano

deliberatamente di non assolvere

i rispettivi debiti, sapendo di avere

dalla loro la possibilità di dilazio-

nare a tassi irrisori e con tempi

lunghissimi, nel rispetto della

legge.

Per attuare una riforma della

giustizia che risulti efficace, oc-

correrebbe, prima di tutto, tenere

a mente la priorità assoluta: sod-

disfare le esigenze dei cittadini

onesti, sentire tutte le parti interes-

sate e non, come invece avvenuto,

i soli avvocati, ancorché ampia-

mente rappresentati nelle aule par-

lamentari.

Leggendo il nuovo decreto

legge 132 del 12 settembre 2014,

in questo ennesimo tentativo di ri-

forma della giustizia, si nota come

sia stata inserita un’altra fase stra-

giudiziale, riservata però ai soli

avvocati: la “negoziazione assi-

stita”, istituto stranamente com-

parso nell’ordinamento forense da

qualche mese, con tempismo invi-

diabile. Nonostante però tali

strane coincidenze, vale la pena ri-

cordare come la negoziazione sia

in realtà la base della concilia-

zione, rientrando nei canoni dei si-

stemi ADr. E’, infatti, questa la

prima fase in cui le parti in disac-

cordo, già in autonomia, hanno

il ginepraio della Mediazione,

conciliazione e negoziazione

dalla Prima PaGina

di giancarlo angelucci *

continua a PaG. 9

Page 9: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista 9settembre 2014 Primo Piano

probabilmente tentato di giungere

ad un accordo. In questa fase le

parti hanno il massimo controllo

sulla decisione finale; nel caso

poi non lo riescano a raggiun-

gerlo in autonomia, saranno al-

lora i rispettivi legali a tentare,

tramite un negoziato, un even-

tuale accordo, mediante la stipu-

lazione di una transazione.

L’errore che viene commesso

è quello pertanto di considerare

una “negoziazione assistita” alla

stregua della “mediazione”. Chi

conosce questi istituti sa benis-

simo che la negoziazione è in-

vece la prima fase, quella

appunto in cui le parti, da sole o

assistite dai propri consulenti,

cercano di risolvere le proprie

controversie tramite la stipula-

zione di un accordo. La Media-

zione è invece solo il passaggio

successivo, quello cioè che di-

viene necessario solo nel caso in

cui il solo negoziato sia risultato

inefficace.

Il mediatore (terzo impar-

ziale) opera con un approccio

completamente diverso da tutti

gli altri attori, non essendo solo

un negoziatore ma, soprattutto,

ponendosi al di sopra del con-

flitto, cercando di aiutare le parti

a riattivare il processo negoziale

interrotto, tentando così di aiutarli

nella risoluzione del loro conten-

zioso. Solo dopo aver tentato

queste prime due differenti fasi,

si dovrebbe quindi poter accedere

alle procedure giudiziali o arbi-

trali, a seguito dell’insuccesso

delle procedure alternative, ben

avendo presente come il controllo

delle decisioni viene completa-

mente e definitivamente deman-

dato a un terzo (arbitro o giudice)

che deciderà soltanto in base al

diritto.

Il normale iter in cui i vari isti-

tuti dovrebbero pertanto susse-

guirsi, seguendo pertanto anche

un criterio logico, dovrebbe es-

sere il seguente: iniziare con le

parti che hanno il pieno controllo

delle proprie decisioni (nego-

ziato), eventualmente anche ri-

correndo all’assistenza dei

rispettivi consulenti; passare

quindi a una fase intermedia (me-

diazione), tramite l’ausilio di un

terzo neutrale e imparziale (il me-

diatore); passare infine alla fase

in cui le parti demandano com-

pletamente le loro scelte a un

terzo (giudice/arbitro), solo a se-

guito dell’insuccesso delle prece-

denti procedure, purché si abbia

cura di verificarne il corretto ed

effettivo svolgimento.

Il nuovo decreto pare invece

mettere sullo stesso livello nego-

ziazione e mediazione (renden-

dole obbligatorie in alcuni casi),

creando in tal modo ulteriore con-

fusione sia per gli addetti ai lavori

ma, soprattutto, per i cittadini e le

imprese che non riescono a com-

prendere neanche l’utilità di tali

istituti, considerandoli talvolta

solo altri orpelli burocratici che li

allontanano ancor di più dalla

pubblica amministrazione.

A questo punto, a seguito

dell’entrata in vigore del nuovo

decreto, avremo la situazione ri-

portata nella tabella per la condi-

zione di procedibilità presso il

tribunale civile:

Così come per la Mediazione ex

d.lgs. 28/2010, per la quale è pre-

vista una serie di agevolazioni

(credito d’imposta, esenzione im-

posta di bollo, esenzione d’impo-

sta di registro fino a 50 mila

euro), anche per il nascente isti-

tuto della Negoziazione Assistita

il ministro ha assicurato un appo-

sito emendamento, così da intro-

durla anche per tale istituto, non

essendo stata prevista alcuna age-

volazione nella bozza pubblicata.

L’unica agevolazione che fin

d’ora accomuna i due istituti è il

gratuito patrocinio per gli aventi

diritto.

Sembra tuttavia che, ancora

una volta, pur apprezzando la vo-

lontà del legislatore di voler in-

centivare i sistemi ADr per

contribuire a ridurre i tempi per

smaltire l’arretrato delle proce-

dure giudiziali, si sia tuttavia de-

ciso di accontentare una sola

categoria – tramite l’articolo 1 in-

serito nell’emanando decreto

(Trasferimento alla sede arbitrale

di procedimenti pendenti dinanzi

all’autorità giudiziaria), che de-

manda, di fatto, gli oltre cinque

milioni di procedimenti pendenti

nei nostri tribunali ai soli proce-

dimenti arbitrali, mediante no-

mina da parte degli Ordine

Forensi che attingeranno tra i loro

iscritti, discriminando in tal modo

la possibilità di ricorrere anche

alla mediazione.

Ci chiediamo allora se non sa-

rebbe stato più opportuno, poiché

la norma già esiste - anche se an-

cora poco applicata dai giudici -

invitare gli stessi a sollecitare le

parti a rivolgersi a un organismo

di mediazione al fine di risolvere

la controversia con l’aiuto di un

mediatore e, quindi, solo nel caso

in cui le stesse non raggiungano

un accordo, tentare allora con

l’arbitrato? In questo modo

avremmo dato la possibilità alle

parti in contenzioso di riflettere

sulle conseguenze di un loro

mancato accordo e, magari, le

stesse sarebbero state più incenti-

vate a trovare una soluzione alter-

nativa che soddisfacesse

entrambi (win-win). ricordando

a noi stessi che l’arbitrato altro

non è che un procedimento ag-

giudicativo dove, in luogo di un

giudice, ricorriamo ad una giusti-

zia privata gestita in questo caso

da una sola categoria (gli avvo-

cati), che opereranno tentando di

decidere sempre e solo in fun-

zione del diritto e non, quindi,

sulla base delle reali esigenze

delle parti.

Non vogliamo però credere si sia

trattato solo di un “baratto” del

legislatore per accontentare chi

finora aveva alzato di più la voce,

minacciando e proclamando scio-

peri e manifestazioni di piazza,

auspicando altresì che non si tratti

invece di un bieco tentativo, con

un indirizzo politico ben preciso,

di voler invece cancellare la me-

diazione dal nostro ordinamento

giuridico, lasciando con il tempo

spazio solo alla negoziazione as-

sistita e, quindi, il ricorso al giu-

dice.

Sarebbe grave in un paese che, ri-

cordiamolo sta tentando di intra-

prendere la strada del

cambiamento, partendo, ci augu-

riamo, dall’eliminazione dei pri-

vilegi di caste e baronie.

* Commercialista in Fonte nuova

da PaG. 8

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Page 10: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista settembre 201410

agenzie:

Palestrina (rm) 00036 Piazza di s. maria degli angeli 6 06953001 069535188

cave (rm) 00033 Via albert einstein 069580383 069581458

labico (rm) 00030 Via roma, 65 069510140 069510779

zagarolo (rm) 00039 Via Valle del formale, 16 069576060 069575323

genazzano (rm) 00030 Piazza della repubblica 069578634 069578831

Palestrina s.rocco (rm) 00036 Viale Pio Xii, 135 0695307020 0695307177

tivoli (rm) 00019 Piazzale delle nazioni unite, 2/4 0774319167 0774310835

montecompatri fraz. laghetto (rm) 00040 Via lago di Bolsena, snc 0694771069 0694771069

Villa adriana (rm) 00019 Via rosolina 75/a  0774533606 0774533606

roma - Ponte di nona (rm) 00143 Via francesco caltagirone 366/368  0622184016 0622184016

gallicano nel lazio (rm) 00010 Viale aldo moro 0695462144 0695469429

guidonia montecelio (rm) 00012 largo cornelia 0774342003 0774342003

Velletri (rm) 00049 Via dei Volsci 71 069642361 069636927

affile (rm) 00021 Piazza s. sebastiano 2 0774808009 0774808897

subiaco (rm) 00049 Via Giacomo matteotti 19 077483470 0774822467

agosta (rm) 00049 Viale trieste 78 0774800000 0774800000

marano equo (rm) 00049 Piazza dante 3 0774820041 0774820070

sede legale - Direzione generale - Palestrina (rm)00036 Via della Vittoria, 21 - 06 953001 06 9535188

Divisione amministrativa - gallicano nel lazio (rm)00010 Viale aldo moro, 85 - 06 9546291 06 954629209

La crisi economico-finanziaria daun lato e le trasformazioni in attonel sistema economico italianodall’altro stanno incidendo pro-fondamente sulla professione delcommercialista. In particolare, daalcuni anni è in atto un processodi progressiva svalutazione delletradizionali attività di assistenzacontabile e fiscale, rese peraltrosempre più onerose sul pianodegli adempimenti e delle proce-dure, non accompagnato dal-l’emergere di nuovi significativispazi professionali. È opinionediffusa che tali evoluzioni deb-bano indurre significativi cambia-menti nella professione. Inparticolare, serviranno una di-versa e più forte organizzazioneper controllare meglio i costi dierogazione dei servizi, ma soprat-tutto per assorbire meglio lenuove tecnologie ed essere ingrado di sviluppare nuove com-petenze e attività in campo azien-dale e nei confronti della pubblicaamministrazione. L’attività deigiovani professionisti appare an-cora saldamente ancorata alcampo della consulenza conta-bile, fiscale e giuridica indirizzataalle imprese ma con la comparsadi primi segni di destrutturazioneche esprimono da un lato le diffi-coltà della crisi economica in attoe dall’altro la ricerca di una diver-sificazione professionale che èuna logica conseguenza dellaprima. La nostra costituzione reca unaparola poco conosciuta, “sussi-diarietà”, tuttavia riflessioni suquesto termine e soprattutto sultema di sussidiarietà orizzontale,costituiscono a parere di chi

scrive spunto di riflessione co-struttiva in tema di evoluzione delruolo del Commercialista. Persussidiarietà orizzontale si in-tende che il settore pubblico deveintervenire solo laddove i privati,l’associazionismo, il volontariato,le cooperative, le imprese nonpossono farlo a costi minori e conmigliori servizi. Certamente coo-perative di servizi privati possonosenza dubbio essere più vicine asoggetti disagiati rispetto al-l’azienda Stato che deve necessa-riamente decentrare tali servizi.Analogamente in un altro seg-mento quale quello del terziarioavanzato, una società privata diservizi di sviluppo alle imprese,fatta di giovani professionisti e dilaureati specializzati motivati alavorare con spirito imprendito-riale, può offrire ben di più delsettore pubblico alle imprese. Inquesto quadro spetta ai giovaniuna nuova consapevolezza, già inparte in essi presente, quella di vi-vere nella “società dei lavori” e disapere che, a parte certe tipologiedi lavoro manuale, il settore indu-striale è oggi in larga parte saturo,

e le nuove opportunità di lavoropossono maturare soprattutto nelsettore terziario, nei servizi al-l’impresa, alle famiglie, alle per-sone, e in parte nel terziarioavanzato. Applicare finalmentequesto principio significa dare ri-sposta alle reali istanze dei gio-vani, in quanto nel mondo deinuovi servizi privatizzati, si cree-rebbero nuove opportunità di la-voro e di nuove iniziativeimprenditoriali da parte dei gio-vani. Dovrebbe essere soprattuttoquesto il nuovo brodo di culturaper un piano straordinario perl’occupazione giovanile in gene-rale e dei giovani professionisti inparticolare, che a fronte di un set-tore industriale in molte sue partiormai troppo maturo e che spessoarranca, dovrebbe svilupparsi so-prattutto in un rinnovato settoreterziario. Ciò significa anchecreare un sistema liberato da vec-chi e nuovi nepotismi e ispirato auna sana cultura del merito, ba-sata sulla selezione dei talenti.Applicando il principio della sus-sidiarietà orizzontale al giovaneprofessionista potrebbero essere

affidati per intero servizi che oggisono ancora prerogativa dellapubblica amministrazione, sipensi alle pratiche burocraticheper l’iscrizione alla Camera diCommercio di società e ditte in-dividuali che, nonostante l’av-vento del telematico, oggirichiedono ancora in parte l’im-piego di risorse umane nella pub-blica amministrazione, questo èsolo un esempio delle tante pro-cedure che potrebbero essere af-fidate completamente a noiprofessionisti, migliorando tral’altro i rapporti fra imprese epubblica amministrazione, ren-dendo più consapevole l’impor-tanza del ruolo sociale delcommercialista, migliorando irapporti tra privati e permettereallo stesso di svolgere funzioni,in parte già affidatogli “in silen-zio” dietro più congrue remune-razioni, attualmente pressochéinesistenti. Un piano di azione centrato sullasussidiarietà orizzontale, oltre adoffrire nuove opportunità per i igiovani e la donne, potrebbe ren-dere finalmente visibile e adegua-tamente remunerato il contributodei commercialisti al buon fun-zionamento delle pubbliche am-ministrazioni comportando “unostato che costi meno e che fun-zioni meglio”, come già recitavauno slogan del piano americanodi reinventing government a suotempo varato con successo dalgoverno Clinton.

Commercialista in Tivoli Pres/te Comm/ne Giovani

e Professione ODCEC di Tivoli.

Giovani e sussidiarietàorizzontale:

un “nuovo” ruolo del Commercialista

di Pamela Profeta *

Page 11: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

“…….per compiere grandi passi non bisogna solo agire ma anche sognare, non solo pianificare ma anche Credere……

a d Cassociazione dei dottori Commercialisti e degli esperti Contabili

Sindacato Nazionale Unitario - Sezione di Tivoli

www.adctivoli.it tel./fax +39 0774331696 @: [email protected]

il Commercialista 11settembre 2014

La Banca di Credito Coopera-

tivo di Palestrina ha siglato un

accordo che permetterà alle

Piccole e Medie Imprese ope-

ranti nei territori di compe-

tenza, di utilizzare il Fondo di

Garanzia per le Piccole e

Medie Imprese istituito presso

il Medio Credito Centrale

Spa.

Attraverso questo strumento

le Aziende, secondo i criteri e

le modalità previste dalle vi-

genti disposizioni normative,

potranno ottenere:

• Accesso al credito agevolato

• Finanziamenti assistiti dalla

garanzia diretta fino all ’80 %

rilasciata dal Fondo di Garan-

zia

Cos’è il Fondo di garanzia?

L’intervento pubblico di ga-

ranzia sul credito alle PMI ita-

liane è destinato alle piccole e

medie imprese di ogni settore

per qualunque operazione fi-

nanziaria nell’ambito dell’at-

tività imprenditoriale,

l’intervento del Fondo assi-

stito dalla garanzia dello Stato

abbatte il rischio sull’importo

garantito fino a 2,5 milioni di

euro, facilitando l’accesso al

credito.

Quali sono i vantaggi della

garanzia pubblica?

Con il Fondo di garanzia per

le piccole e medie imprese,

l’Unione europea e lo Stato

Italiano affiancano le imprese

che hanno difficoltà ad acce-

dere al credito bancario per-

ché non dispongono di

sufficienti garanzie. La garan-

zia pubblica, in pratica, sosti-

tuisce le costose garanzie

normalmente richieste per ot-

tenere un finanziamento.

Come funziona il Fondo di

garanzia?

La garanzia del Fondo è una

agevolazione del Ministero

dello sviluppo economico, fi-

nanziata anche con le risorse

europee dei Programmi opera-

tivi nazionale e interregionale

2007-2013, che può essere at-

tivata solo a fronte di finanzia-

menti concessi da banche, so-

cietà di leasing e altri interme-

diari finanziari a favore delle

PMI. Il Fondo non interviene

direttamente nel rapporto tra

banca e impresa. Tassi di inte-

resse, condizioni di rimborso

ecc., sono lasciati alla contrat-

tazione tra le parti. Ma sulla

parte garantita dal Fondo non

possono essere acquisite ga-

ranzie reali, assicurative o

bancarie.

Quale imprese garantisce?

L’impresa deve essere valu-

tata in grado di rimborsare il

finanziamento garantito. Deve

essere perciò considerata eco-

nomicamente e finanziaria-

mente sana sulla base di

appositi modelli di valuta-

zione che utilizzano i dati di

bilancio (o delle dichiarazioni

fiscali) degli ultimi due eser-

cizi. Le start up sono invece

valutate sulla base di piani

previsionali.

Possono essere garantite le

imprese che rispettano i para-

metri dimensionali PMI. Sin-

golarmente o tra loro

collegate e/o associate deb-

bono avere meno di 250 occu-

pati. Allo stesso tempo, il loro

fatturato deve essere inferiore

ai 50 milioni di euro o, in al-

ternativa, il totale di bilancio

deve essere inferiore a 43 mi-

lioni di euro.

Come presentare la do-

manda?

L’impresa non può inoltrare la

domanda direttamente al

Fondo. Deve rivolgersi a una

banca per richiedere il finan-

ziamento e, contestualmente,

richiedere che sul finanzia-

mento sia acquisita la garan-

zia diretta. Sarà la banca

stessa ad occuparsi della do-

manda. In alternativa, l’im-

presa si può rivolgere a un

Confidi che garantisce l’ope-

razione in prima istanza e ri-

chiede la controgaranzia al

Fondo. Tutte le banche sono

SiglaTo accordoper l’acceSSo alFondo cenTrale

di garanzia per le pMi

di marco angelini *

continua a PaG. 12

Page 12: Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUE

il Commercialista settembre 201412

abilitate a presentare le do-

mande mentre occorre rivol-

gersi ad un confidi

accreditato.

In quali settori interviene?

Possono essere garantite le

PMI appartenenti a qualsiasi

settore con l’eccezione del-

l’industria automobilistica,

della costruzione navale, delle

fibre sintetiche, dell’industria

carboniera, della siderurgia e

delle attività finanziarie. Nei

trasporti sono ammissibili

solo le imprese che effettuano

trasporto merci su strada. Le

imprese agricole possono uti-

lizzare soltanto la controga-

ranzia rivolgendosi ad un

confidi che opera nei settori

agricolo, agroalimentare e

della pesca.

Quali operazioni garantisce

e in che misura?

L’intervento è concesso, fino

ad un massimo dell’80% del

finanziamento, su tutti i tipi di

operazioni sia a breve sia a

medio-lungo termine, tanto

per liquidità che per investi-

menti. Il Fondo garantisce a

ciascuna impresa un importo

massimo di 2,5 milioni di

euro, un plafond che può es-

sere utilizzato attraverso una

o più operazioni, fino a con-

correnza del tetto stabilito,

senza un limite al numero di

operazioni effettuabili. Il li-

mite si riferisce all’importo

garantito, mentre per il finan-

ziamento nel suo complesso

non è previsto un tetto mas-

simo.

Quali sono i tempi di rispo-

sta?

Le procedure sono snelle e ve-

loci: in tempi rapidi vengono

verificati i requisiti di accesso

e adottata la delibera. L’im-

presa viene informata via e-

mail sia della presentazione

della domanda sia dell’ado-

zione della delibera.

* Commercialista in Palestrina.

da PaG. 11

di marco angelini * SiglaTo accordoper l’acceSSo alFondo cenTrale

di garanzia per le pMi