Il Colle Rosso - Novembre 2011

8
Periodico| N° 12 | Novembre 2011 | A cura del Circolo Sinistra Ecologia Libertà Priverno Sommario Pag.2: Trasp. Locale ZTL Pag.3: Scuola S. Martino Pag.4: Berlusconi Pag.5: Capitalismo Diss. Idrico Pag.6: Immigrazione Volontariato Pag.7: Giovani Indignati Le nostre idee per il governo Monti IOIELLERIA G G Via consolare, 88 - PRIVERNO (LT) Tel./Fax 0773/905054 EMMA S ono stati costretti a sigillarli con il cellophan per impedire che fossero riempiti di ogni genere di rifiuti, e senza sprezzo del ridicolo hanno affisso un biglietto che avverte che “provvisoriamente” non sono utilizzabili. Un’opera finita ormai da più di un anno, un progetto costato complessivamente circa tre milioni di euro e che avrebbe dovuto finalmente mettere la nostra comunità in condizione di avviare la tanto sospirata raccolta differenziata e che invece non parte (stanno incontrando qualche difficoltà anche a piazzare i cassonetti all’interno, per non parlare della sicurezza e delle infiltrazioni d’acqua) e se parte non sappiamo dove arriva (tra i vari sistemi utilizzati in Italia e nel Mondo questo è di gran lunga il peggiore), tanto che siamo stati costretti a segnalare il caso alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. Ora ci avvisano che “momentaneamente” il servizio non è utilizzabile. Bene, aspettiamo di vedere se e quando finirà questo “momento”, e poi faremo ancora i conti. Il 16 novembre Mario Monti è diventato il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. Voluto da Giorgio Napolitano che poco prima lo aveva nominato senatore a vita, Monti ha preso l'eredità del governo Berlusconi: il suo obiettivo è traghettare l'Italia fuori da questo complicato momento economico. Il compito è senza ombra di dubbio difficile e le ricette che Monti ha messo sul tavolo sono in netta contraddizione con i principi di SEL. Se infatti le soluzioni del nuovo governo impongono maggiori imposte (come l'ulteriore aumento dell'iva al 23%), nonchè rincari a larga scala come quello sulla benzina, SEL e i suoi militanti chiedono tutt'altro. La nostra proposta è una patrimoniale sulle rendite più alte, una durissima lotta all'evasione fiscale e non ultima anche una nuova legge elettorale per poter tornare democraticamente ad eleggere i rappresentanti del Parlamento. Il nostro scopo è evitare che il governo Monti attui la solita politica volta a distruggere i diritti lavorativi o ad imporre i sacrifici a precari e studenti, perchè va contro l'idea di uguaglianza sociale che è nata parallelamente a questo partito. Provvisoriamente non utilizzabili?

description

Come ogni mese esce il periodico del circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Priverno, con contenuti che cercano di informare e far pensare.

Transcript of Il Colle Rosso - Novembre 2011

Page 1: Il Colle Rosso - Novembre 2011

Periodico| N° 12 | Novembre 2011 | A cura del Circolo Sinistra Ecologia Libertà Priverno

SommarioPag.2: Trasp. Locale ZTL

Pag.3: Scuola S. Martino

Pag.4: Berlusconi

Pag.5: Capitalismo Diss. Idrico

Pag.6: ImmigrazioneVolontariato

Pag.7: Giovani Indignati

Le nostre ideeper il governo Monti

IOIELLERIAGG

Via consolare, 88 - PRIVERNO (LT)Tel./Fax 0773/905054

EMMA

Sono stati costretti a sigillarli con il cellophan per impedireche fossero riempiti di ogni genere di rifiuti, e senza sprezzodel ridicolo hanno affisso un biglietto che avverte che

“provvisoriamente” non sono utilizzabili. Un’opera finita ormai dapiù di un anno, un progetto costato complessivamente circa tremilioni di euro e che avrebbe dovuto finalmente mettere la nostracomunità in condizione di avviare la tanto sospirata raccoltadifferenziata e che invece non parte (stanno incontrando qualchedifficoltà anche a piazzare i cassonetti all’interno, per non parlaredella sicurezza e delle infiltrazioni d’acqua) e se parte nonsappiamo dove arriva (tra i vari sistemi utilizzati in Italia e nelMondo questo è di gran lunga il peggiore), tanto che siamo staticostretti a segnalare il caso alla Procura della Repubblica e allaCorte dei Conti. Ora ci avvisano che “momentaneamente” ilservizio non è utilizzabile. Bene, aspettiamo di vedere se e quandofinirà questo “momento”, e poi faremo ancora i conti.

Il 16 novembre Mario Monti èdiventato il nuovo Presidente delConsiglio dei Ministri. Voluto daGiorgio Napolitano che pocoprima lo aveva nominato senatorea vita, Monti ha preso l'eredità delgoverno Berlusconi: il suoobiettivo è traghettare l'Italia fuorida questo complicato momentoeconomico. Il compito è senzaombra di dubbio difficile e lericette che Monti ha messo sultavolo sono in netta contraddizionecon i principi di SEL. Se infatti lesoluzioni del nuovo governoimpongono maggiori imposte(come l'ulteriore aumento dell'ivaal 23%), nonchè rincari a largascala come quello sulla benzina,SEL e i suoi militanti chiedonotutt'altro. La nostra proposta è unapatrimoniale sulle rendite più alte,una durissima lotta all'evasionefiscale e non ultima anche unanuova legge elettorale per potertornare democraticamente adeleggere i rappresentanti delParlamento. Il nostro scopo èevitare che il governo Monti attuila solita politica volta adistruggere i diritti lavorativi o adimporre i sacrifici a precari estudenti, perchè va contro l'idea diuguaglianza sociale che è nataparallelamente a questo partito.

Provvisoriamente non utilizzabili?

Page 2: Il Colle Rosso - Novembre 2011

LAVORO, POLITICA E TERRITORIO2

“Vai avanti tuche a me mi vien

da ridere”

C hissà perché proprio a luihanno lasciato il compito

di intervenire sullapolemica intorno alla Zona a

Traffico Limitato; per competenza,perché è simpatico e nessuno se la

prenderebbe con lui, o forseperchè appunto “vai avanti tu….Sta di fatto che solo l’Assessore

Miccinilli se l’è sentita dispendere due righe per difenderel’affare ZTL, soprattutto dopo lachiusura rapida e improvvisa ben

prima la scadenza naturale.“Pioveva e faceva freddo” hascritto temerario “e abbiamodeciso di venire incontro aicommercianti”. Peccato che

ancora in questi giorni ci sia unclima incredibilmente mite e di

pioggia ne abbiamo vista davveropoca. La verità è che il fallimentodi quella scelta diventava ogni

giorno più evidente edimbarazzante e la rapina alla

Farmacia in pieno pomeriggio conuna Piazza desolatamente vuota

ne era il suggello. Meglioaccorciare i tempi, evitare la

verifica pure programmata e nondover così rendere conto

dell’errore. Con buona pace delsimpatico Assessore.

Trasporto pubblicoLOCALE

un pasticcio senzaFINE

C'è anche qui l'immancabilecontenzioso che ormaiaccompagna ogni passo

dell'Amministrazione Macci. Unabattaglia con la Società che ha finorasvolto il servizio anche legale suldare e avere, su servizi fatti e nonpagati, su cifre che si allontanosempre più, uno scontro che solo ilGiudice probabilmente riuscirà arisolvere; ma intanto quella Dittaattraversa gravi difficoltà chepotrebbero anche impedirle dipartecipare alla nuova gara ,con tuttele conseguenze sull'occupazione chene deriverebbero. Ma fosse soloquesto. E' che ad un certo punto qualche genioha avuto l'idea di indire non una ma due garedistinte, una per il trasporto alunni e disabili,l'altra per passeggeri comuni. Così dopoquindici anni avremmo due Società distinte chesvolgerebbero separatamente il servizio ditrasporto, senza più possibilità di unificareuffici, personale, orari o mezzi, senza nessunadelle sinergie cioè che potrebbero permetteredi dare quella efficienza, efficacia edeconomicità che la legge richiede. Il nostrointervento deciso dei giorni scorsi (ma ancheun pesante avvertimento della Ditta

interessata) ha mandato in tilt l'apparatotecnico amministrativo che sta gestendo lavicenda; la richiesta di un parere ad unaqualche Autorità esterna ne è la prova. Mentrescriviamo non sappiamo se il parere siaarrivato e se la decisione sia stata confermata omeno. Di sicuro sappiamo che la Corte deiConti sarebbe molto attenta ad un Servizio cheimprovvisamente dovesse costare di più peruna scelta a dir poco singolare. Sindacoavvisato...

In via Volpe, quattordiciappartamenti "pubblici"quasi pronti e dimen-

ticati da anni. L'ennesimoconten-zioso con la Ditta checostruisce, ilavori chevengono bloc-cati e con glianni che pas-sano (ormaisette-otto) au-mentano an-che le risorse necessarie perultimarli. Era un altro taselloimportante nel progetto diriqualificazione e rilancio delCentro Storico che questaGiunta ha completamentedisatteso; per di più quat-

tordici appartamenti di edi-lizia economica e popolare divaria "pezzatura" da metteresul mercato e venire cosìincontro alle esigenze di chi

non puòpermettersiaffitti troppoalti o diaccedere amutui semprepiù gravosi.Ci vorrebbe

ben altro che qualchefunzionario di buona volontàalla ricerca di risorse; maMacci e i suoi sono occupatiin altre faccende...

Appartamenti dimenticati... In Via Volpe

Case Popolari,edilizia popolare o

fabbrica di SanPietro? Priverno, ilpaese delle opere

infinite.

Fino a quando resisterà il creditoaccumulato in anni di lavoro dalpersonale tutto (Medico e non Medico)

del Consultorio di B.go S. Antonio? Fino aquando sipotrannotenere incaldo ledecine edecine didonne checontinuanoa rivolgersia quellastruttura enontrovano piùun Medicoche possasoddisfarele lororichieste? C'è stata la protesta e poi la propostaportata ad un incontro con il Direttore Generaledella ASL, ci sono state anche rassicurazioni suuna soluzione che, seppur lontana dai livelli cuiquel Servizio era arrivato nel tempo, avrebbeperò garantito la ripresa dell'offerta Medica; ad

oggi nulla di fatto, si sta disperdendo unpatrimonio enorme di fiducia nella strutturapubblica, si sta danneggiando ancheeconomicamente una utenza costretta

certamente arivolgersi astruttureprivate, in unmomento in cuile famigliedevono giàaffrontare unagrave crisieconomica. Ilpeso di questidisagi, il costoche le singoledonne devonoaffrontare, nonè maggioredell'investimen

to che la ASL (o la Regione) dovrebbe fare persostituire un Medico? Cosa si aspetta? E ilPodestà Macci trova un po’ di tempo peroccuparsi di questi problemi, tra ungemellaggio e l'altro?

Ma i cacciatori ci stanno ad essere utilizzaticome un Partito schierato a fianco di Macci?

RIAPRE IL BLOG DELCIRCOLO DI

SINISTRA ECOLOGIALIBERTA’

DI PRIVERNO

Page 3: Il Colle Rosso - Novembre 2011

SCUOLA E PERIFERIE 3

A ria di cambiamenti perl'I.S.I.S.S. “TeodosioRossi”;dopo l'arrivo

del nuovo dirigente scolasticosi è più volte sentito parlare dirilancio di un istituto conside-rato “di serie B”, per usare unametafora calcistica.Il “T. Rossi” era effettiva-mente una scuola caduta cosìin basso?Molte volte si dà fin troppocredito a voci prive di fonda-mento, vecchie credenze or-mai logore e forse questo èproprio uno di quei casi. Lascuola deve avere comeobiettivo fondamentale lapreparazione dei ragazzi ad affrontare il mondo del lavoro,formando le loro menti ed i loro caratteri. In questo senso il “T.Rossi” di Priverno, recentemente, è stato all'altezza del compito.Purtroppo la mentalità di molti porta a guardare solo a ciò che dinegativo c'è in un qualsiasi ambiente, non tenendo inconsiderazione tutto quello che di costruttivo è stato fatto, ed è pervia di questa mentalità che si è arrivati a parlare di rilancio delnostro istituto. In realtà grandi passi in avanti, in questi primi mesi,non sono stati fatti e anzi per alcune questioni si è forse tornatiindietro. La causa di questo regresso non è una sola ma molteplici:innanzitutto le varie riforme e i vari tagli che hanno colpitol'istruzione italiana non migliorandone certo la salute; in secondoluogo le mentalità di molti ragazzi che, scoraggiati dallaprospettiva di un futuro pessimo, non collaborano alla crescitadell'istituto; infine un Dirigente scolastico che fino ad ora haraccolto molte più critiche negative in confronto alle pochepositive.Essendo quest'ultima la problematica attualmente legata al “T.Rossi”,intendo analizzarla più dettagliatamente. I ragazzi sono lacomponente fondamentale di una scuola, e il “T. Rossi” è sempreandato incontro alle esigenze dei propri studenti.Quest'anno purtroppo, c'è stata un'inversione di marcia, dovuta adalcune decisioni prese dal nuovo Dirigente scolastico che hannofortemente penalizzato, in primis gli studenti, ma anche i docentie il personale ATA.

La decisione che più haprovocato disagio e mal-contento all'in-terno dellascuola, riguarda l'adozionedi un orario senza riduzioniche pone l'uscita alle 14:20,costringendo, i ragazzi e idocenti pendolari a tornare acasa in orari improponibili,e il personale ATA a“regalare” venti minutilavorativi al giorno, inquanto retribuiti per lavorarefino alle 14:00.Inoltre ci sono altri disagicreati da questo nuovoorario, di cui si parla poco.Secondo le circolari

ministeriali 38 del 2009 e 243 del 1979 ogni docente è tenuto aeffettuare un servizio lavorativo di 18 ore settimanali.In assenza di riduzioni d'orario i docenti completano il loroservizio settimanale all'interno delle loro classi e questo fa sì che,nel momento in cui un docente si assenta, la classe interessatarimane scoperta e priva di sorveglianza, perché non essendoretribuita un'eventuale sostituzione da parte di un altro docente,questa non viene garantita.Qualsiasi protesta e proposta riguardante questo disagio, avanzatada noi rappresentanti, seppure pienamente a norma e approvata dalcollegio docenti, è stata respinta dal Dirigente scolastico il qualeha giustificato la propria decisione affermando che le NOSTREproposte non avrebbero tutelato il diritto allo studio di ciascunalunno.Le situazioni createsi hanno messo in risalto un'effettiva incapacitàda parte del Dirigente scolastico nell'affrontare temi, cheall'interno di una scuola non possono essere ignorati.Allo stesso tempo si è notato invece, un certo talentonell'organizzazione di concerti e altre attività ricreative, da alcunidefinite “da oratorio”.A questo punto c'è da chiedersi:Un orario mal strutturato e concerti, possono garantire ilnostro diritto allo studio e il rilancio territoriale del “TeodosioRossi” ?

T.Rossi: Questioni aperte

La responsabilitàricade nella giuntaMacci, che pur

governando Priverno dadieci anni, non è mairiuscita ad attuare alcuntipo di intervento atto amigliorare lo status delquartiere.Un tempo vi era un bar euna ludoteca sempre aperti, ora non più, chiuso anche ilsupermarket che affacciava direttamente sulla piazzetta. Anche igiardinetti lì vicino non sono più in grado di poter riempire ipomeriggi dei bambini, perché scivoli e altalene sono rotti.I problemi però non finiscono qui, infatti anche il sistemafognario fa acqua da tutte le parti (non è una battuta) e stacausando molti problemi ai residenti, con forti infiltrazionid’acqua nei muri e nelle strade. È tutt’altro che raro trovare rifiutisparsi a terra, mentre erbacce spuntano ormai in più punti ilquartiere; nei luoghi più nascosti si trova di tutto: qui qualche

“balordo” non esita asfogare i propri ‘vizi’,lasciando scritte,preservativi e qualchesimpatica siringa quà elà. Le segnalazioni deiresidenti non mancano,le intimidazioni a suondi macchine bruciatenemmeno. Assenti le

forze dell’ordine, allo stesso modo il comune sembra esseresolamente apparente: si fanno vedere solo in tempi di elezioni. Invia delle cooperative c’è un campetto di calcio, ora baliaanch’esso del degrado.Ecco cosa accade quando chi governa non ha né il coraggio, né lecapacità di farsi seriamente carico dei problemi della cittadinanzae della cura del proprio paesello che qualcuno ha ancora ilcoraggio di definire “città d’arte”.

San Martino:Case popolari-cooperative

Page 4: Il Colle Rosso - Novembre 2011

4 SPECIALE BERLUSCONI

Silvio Berlusconi si è dimesso e Mario Monti ne è diventatoil successore. Si apre una fase nuova, incerta e diversa permolti aspetti da quanto accaduto nel resto del continente. In

Portogallo, Spagna e Grecia le situazioni d’emergenza nonpreludono a ristrutturazioni profonde del quadro politico; nelnostro Paese, invece, è assai probabile che sia così. In Italiastiamo vivendo, contemporaneamente, la gestione di unadrammatica situazione eccezionale e un passaggio di regime,quell’agognata Transizione dal ventennio ad un incerto post-berlusconismo. L’intreccio e la sovrapposizione fra le duesituazioni (gestione dell’emergenza e Transizione) rende tuttodannatamente complicato. Ed espone a rischi gravissimi propriochi avrebbe dovuto beneficiarsi della fine del ventennio: noi, lasinistra.C’è una parte notevole della società italiana che chiede dichiudere non solo l’era Berlusconi, ma anche il trentennioconservatore di cui egli è stato la più recente espressione politica.Questa componente del Paese ha dimostrato negli ultimi anni dicondividere un’idea di progresso sociale antitetica alberlusconismo. Si tratta, in gran parte, del popolo dei referendum,di quelli che hanno partecipato alle lotte della CGIL, deglistudenti e dei ricercatori, del movimenti delle donne, delle nuoveamministrazioni locali e dei fermenti migliori dell’attualeopposizione.Questa parte di società non vuole una Transizione morbida, mauna discontinuità con il berlusconismo. Una Rottura da fare, inqualche modo, insieme ai nostri avversari non-berlusconiani –quella destra e quel centro civili, che si erano davvero emancipati(in tempi non sospetti) dall’ex padrone e dalla Lega. Non certopresentandosi insieme alle elezioni, ma ristabilendo un clima di“concordia repubblicana” sulle regole del gioco e sui valori difondo della nostra democrazia, che si ripercuota nell’elezionecondivisa del prossimo Presidente della Repubblica, deiPresidenti delle Camere, dei membri della Corte costituzionale,del Consiglio di amministrazione della Rai e di ogni organo digaranzia previsto nei nostri ordinamenti. Che renda inoltrepossibile intervenire seriamente su alcuni dei fattori che piùhanno degradato la nostra democrazia e consentito il trionfo delberlusconismo: il conflitto d’interessi e il monopolio della tvcommerciale privata. Che sappia infine invertire la tendenza allosmantellamento della scuola, dell’università e della ricercapubblica, e delle istituzioni culturali del paese, che ci haaccompagnato negli ultimi trent’anni.Accanto e successivamente a questa concordia repubblicana,però, questa parte di società ha bisogno di una proposta politica

che lavori ad un’uscita dalla crisi economica basata su unassunto principale: il cambiamento del modello di sviluppoeconomico. E', questo, un elemento cruciale se si vuole usciredalla situazione attuale che è di crisi economica generale e nonsolo delle finanze pubbliche.In questo frangente l’Europa va vista come una risorsa e noncome una mannaia. Perché è lo spazio all’interno del qualequeste politiche si debbono svolgere se vogliono essere efficacie perché, già a partire dalle elezioni francesi di giugno, il quadropolitico continentale potrebbe cambiare favorevolmente.Nel frattempo, è necessario quadrare il cerchio: affrontarel’emergenza e mantenere viva e forte la prospettiva delcambiamento, della Rottura. Può accadere solo in un modo: sele forze del centro-sinistra restano unite, sulla base della lealtàreciproca, lanciando sin d’ora il percorso di costruzione veradella coalizione e di selezione della leadership. Devono epossono concordare un agenda parlamentare comune e poilavorare insieme nel Paese, con assemblee e manifestazioniunitarie, dicendo quello che bisogna dire: che Berlusconi e i suoihanno rovinato l’Italia ed è ora di cambiare. E chiedendo leelezioni per la fine della prossima primavera, dopo un periodoche duri il minimo indispensabile a placare la tempesta e apredisporre una nuova legge elettorale. Chi rinunciasse acostruire una nuova prospettiva di centrosinistra con unprogramma condiviso e una classe dirigente scelta dai suoielettori si assumerebbe una responsabilità gravissima, tantoquanto quella di non fornire una soluzione all’emergenzaimmediata.Quello che chiediamo non è, dunque, una strategia dei due tempima una strategia “delle due cose allo stesso tempo”: combatterel’emergenza e stabilire una concordia repubblicana mentre silavora ad una coalizione stabile di centrosinistra che portiun’Italia diversa fuori dalla crisi. Perché il cambiamento dellasocietà italiana non sarà il risultato dell’uscita dalla recessionema la sua precondizione.Nei prossimi mesi verrà quindi al pettine un nodo fondamentale:in quanti vogliono davvero una Rottura con il berlusconismo,una svolta politica per un governo progressista? E’ ora che sifacciano vedere, e sentire. Nella società italiana le personepronte a sostenerli sono moltissime, più di quanto loroimmaginino. Coraggio.

Prospettive di discontinuità

Page 5: Il Colle Rosso - Novembre 2011

5CAPITALISMO E DISSESTO IDROGEOLOGICO

Il mito della crescita a tutti i costiParola d'ordine in tempi di crisi “tornare

a crescere”. L'occidente sviluppato,patria della borghesia “illuminata” ed

“illuminista”, sta conoscendo in questi annitutti i paradossi del modello economicocapitalista - ul-tra liberista chel'ha portato aconquistare difatto il mondo eche ha fattoconosceremomenti di stra-ordinaria ric-chezza e gran-dissima miseria.Per noi, genera-zioni nate ecresciutenell'era post ideologica le disuguaglianze cisembrano naturali, un dato di fatto, quasi unalegge di natura.Il cristianesimo ci ha insegnato che la forzadel diavolo sta nel far credere che egli stessonon esista; la forza di questo sistemaeconomico invece sta nel far credere che nonesiste modello migliore.Da più di tre secoli viviamo in un mondo checorre sempre più veloce; che ha sempre piùscambiato i “desideri” per “bisogni primari”,che ha mitizzato la figura dell'uomo “fabbro”(ovvero dell'uomo che può indiscrimina-tamente servirsi delle risorse naturali inquanto “inesauribili”) e che in ultima analisiha creato l'idea della crescita “infinita”.La domanda che pongo è: “si può crescereinfinitamente e sempre più velocemente in unmondo che ha risorse finite?” a questadomanda ci ha risposto una commissione diesperti del WWF che nel 2006 ha calcolatoche stiamo consumando (ogni anno) risorse

ad un ritmo di oltre il 30% (in aumento) inpiù rispetto a quanto la Terra riesca arigenerarne. A questo ritmo ci servirebbero(per soddisfare i “bisogni” della nostraeconomia) 1,2 pianeti come la Terra.

Questo tasso nontiene conto peròdelle disparità:se vivessimo in-fatti tutti quanticon il tasso di“ricchezza me-dia” con cui vi-vono gli statu-nitensi servireb-bero ben 5,3pianeti, “solo” 2se tutti vivessi-mo come noi ita-

liani.Da questi dati e dal fatto che l'1% dellapopolazione mondiale detiene di fatto il 40%della ricchezza e che il 10% ne detiene l'85%risulta chiaro che stiamo per arrivare alcapolinea e che, prima o poi, dovremocominciare a mettere seriamente indiscussione i capisaldi dell'attuale modello disviluppo.Per tentare di dare una soluzione a questoproblema svariati economisti non “ortodossi”hanno cominciato a lavorare in questi anni adun programma di “decrescita serena” che sifonderebbe su 8R: “Rivalutare, Ricon-cettualizzare, Ristrutturare, Ridistribuire,Rilocalizzare, Ridurre, Riutilizzare,Riciclare”.Costruire un altro mondo è possibile,costruire un altro mondo è un diritto,costruire un altro mondo è un dovere.

Dissesto idrogeologico, prevenire è sempre MEGLIO

L'inarrestabile e spesso illegale espansioneurbana, una manutenzione sporadica ederrata dei fiumi, la mancanza di adeguati

sistemi di allertamento e piani di emergenza.Questi sono i fattori che trasformano untemporale in tragedia. Le alluvioni di Genova eMessina la dicono lunga sulla fragilità delterritorio italiano e su quanto costi la negligenzadi molti amministratori: dalla colata di fango del2009 in provincia di Messina ad oggi, sono statistanziati -fonte lagambiente- oltre

, circa negli ultimi24 mesi. Mentre cresce la spesa per fronteggiarei danni, il piano nazionale anti-dissesto restasenza soldi, a causa dei tagli al ministerodell'ambiente per il 90%: da 1,3 miliardi di eurodel 2008 a 120 milioni nel 2012. Nell’operazioneFiumi 2011 condotta da legambiente e pro-tezione civile, si leggono numeri allarmanti:l’82% dei comuni italiani ha al suo interno dellearee esposte al pericolo di frane ed esondazioni.Da noi come siamo messi? Il nostro è un territoriodove si interviene, ma nel peggiore dei modi, adesempio artificializzando i fiumi: tutti ricorderete

le ruspe parcheggiate sugli argini del fiumeAmaseno, con esse si è tentato di contrastarepossibili esondazioni spianando il terreno negliargini del fiume. In questo modo però, non si faaltro che accellerare la velocità della corrented'acqua, risolvendo in parte il problema a monte,ma rischiando che esso si riproponga a valle conintensità ben peggiori, specie nel periodo dipiena. Per prevenire i disastri serve unamanutenzione continua e mirata dei corsid'acqua, il cui flusso è ostacolato da sacchi dicalcinaccio, pneumatici e tronchi spezzati, questiau-mentano il rischio di straripamento. Bisognaspiegare ai nostri amministratori che gli alberinon vanno tagliati in maniera scellerata, perchéessi tengono fermo il terreno, evitando frane ecolate di fango. E'necessario applicare sistemi peril controllo delle piene e di allerta coordinati conpiani di protezione civile, coinvolgere lacomunità scientifica per ottimizzare le tecniche diprevenzione. Infine dobbiamo batterci affinchéad essere tagliati, siano i fondi per le grandi einutili opere, non quelli per evitare tragedie.

Oggi a mettere in evidenza i mali delcapitalismo non lo fa più nessuno.Eppure sono tanti e a volte devastanti.Quando ero giovane io, probabilmentetutto era più semplice: una nazione neinvadeva un’altra, magari a 14.000 kmdi distanza; bombardava con il napalm,uccideva e si veniva uccisi e noichiamavamo tutto ciò Imperialismo.Combattevamo le multinazionali chesfruttavano il terzo e quarto mondo, maqueste almeno avevano un nome,cognome ed indirizzo: tutto era piùchiaro e più semplice.Si sapeva con grande chiarezza da cheparte stare. Creavamo i nostri miti, laResistenza,il Che Guevara.Oggi il capitalismo ha vinto almeno sudue fronti essenziali:

Ha dimostrato, anche costruendodisuguaglianze abissali, di saperprodurre più beni e servizi delsocialismo o di qualsiasi altro sistema;

Ma soprattutto si è saputo legareindissolubilmente ai sistemidemocratici occidentali, per cui se vuoila democrazia è sottinteso che accettisenza riserve o recriminazioni ilcapitalismo che non dimentichiamolo èfondato essenzialmente sull’egoismodella natura umana.E allora oggi, tonnellate di denaro siriversano sui mercati finanziari;oggettivamente costringono governi diinteri paesi a fare salti mortali,chiedere sacrifici a chi già ne fa tanti esenza sapere qual è l’effettivacontroparte. Mi vien da dire alla Humphrey Bogart“E’ il Capitalismo, Bellezza!”Forse non si risolve il problema, maalmeno si combatte un po’ di ipocrisia.E’ ora di finirla di mandare alla guerrai nostri soldati armati fino ai denti adammazzare e farsi ammazzare echiamarle …. Missioni di pace.Siamo in un sistema capitalistico (ediciamolo!) che al massimo si puòrazionalizzare ma con regole ferree chevalgano per tutti; però non è facile, anzi.Perciò giovani che volete un mondonuovo, più giusto, in cui ledisuguaglianze sociali non siano cosìmacroscopiche;giovani che combattete lo sfruttamento,il razzismo, il lavoro nero;giovani che lottate per il vostro futurocosì incerto, nebuloso, con pochesperanze;giovani cominciate, cominciamo achiamare almeno le cose con il proprionome, comunque la pensiate.

Sandro Trani

Page 6: Il Colle Rosso - Novembre 2011

CULTURA E SOCIETA’6

Su circa 1000 stranieri residentiregolarmente a Priverno, 100 vivonodentro le mura storiche. Questo è

quanto emerge dai dati comunali risalenti aquest'ultimo anno, che mostrano unasituazione in continua crescita. E conl'aumentare della presenza di popolazionestraniera, assistiamo ad un graduale macostante ripopola-mento del centrostorico. Anni di inattività sulfronte della riquali-ficazione dei centristorici, responsabilitàdella pubblica ammi-nistrazione e dei sin-goli proprietari, han-no di fatto portatoalla svalutazione del-le abitazioni.Si assiste così ad unlento decadimento degli immobili, in grado dioffrire soluzioni abitative soltanto a fasce dipopolazioni a basso reddito, creando di fattouna sorta di “ghetto”. Ecco dunque chepasseggiando tra i vicoli del nostrocaratteristico centro storico, un tempodesolato e silenzioso, non è raro trovarsiimmersi in un mix di suoni, odori e lingue,simbolo di una Priverno sempre piùmulticulturale. Quindi se da un lato lapresenza di migranti nel centro storico mostraun generale decadimento dell'edilizia storica,con il conseguente abbassamento dei costidegli immobili, dall'altro mette in atto

un'opera di rivitalizzazione dei luoghi stessi;rappresentando allo stesso tempo una realtàcritica e una risorsa. All'opera dirivitalizzazione svolta dai migranti nel nostrocentro storico, si accompagna un incrementodella forza lavoro per le attività locali,alimentando settori lavorativi storicamentepiù umili e rappresentando così una risorsa

per la comunità.Risorsa e non disagio:ecco cosa rappresentala popolazione stra-niera per il nostropaese.E' solo accompa-gnando l'integrazionea politiche di riquali-ficazione che si puòtornare a dar vita alnostro centro urbano.E lo si può fare attra-verso un meccanismo

che porti il privato ad investire nuovamentesulla ristrutturazione e sul recupero degliedifici storici, incentivando (dove assente) edincrementando (dove presente ma insuf-ficiente) l'attrattiva turistica e l' “appeal”abitativo. Non è continuando a costruirenuove palazzine in periferia che si attua larivitalizzazione del centro storico, maattraverso il recupero di strutture già esistenti,dando nuova vita ad un'area del paese semprepiù vecchia e decadente.

Rivitalizzazione e recupero del Centro StoricoImmigrazione e UrbanisticaRidiamoci Su

Spazio dedicato alla satirapolitica, per esorcizzare

questi tempi moderni.

Lo scorso numero ci eravamocongedati con testimonianze eracconti che non lasciavano spazio a

sorrisi riguardo al benessere familiarecircolante a Priverno.I numeri fornitici dalla varie associazioni divolontariato suonavano, e suonano tuttora,come un campanello d’allarme per l’interacollettività, che si trova ad affrontare facciaa faccia un problema drammaticamentereale.Tuttavia, la cosa che ci lasciò stupiti più ditutto fu la totale assenza di aiuto da parte delComune che, fregandosene spudoratamentedella questione, attuò una politica di“menefreghismo”; lasciando il compito dilimitare i danni ad associazioni divolontariato impreparate nel gestire e nelsoccorrere un così ampio flusso di bisogno.Una situazione che col proseguire del temponon poteva certo risolvere il problema, o perlo meno limitarlo: così il Presidente di onlusInsieme, Luigi Sulpizi, ha deciso diprendere di petto la questione e ha chiesto,

tramite un comunicato scritto a tutte leassociazioni di volontariato del territorio, lacreazione di una “Consulta delleAssociazioni”.L’idea di questa consulta sarà quella diriunire tutte le associazioni di volontariatodel luogo (Caritas, Croce Rossa ecc.) neltentativo di creare una sorta di solidarietàreciproca che possa sopperire in manieraconcreta al malessere dilagante della

popolazione.Un’ iniziativa che potrebbe rappresentare lasvolta decisiva nell’infinita battaglia controquella povertà che deprime oltre 600persone nel nostro paesello e che numerialla mano, senza un concreto aiuto, èdestinata a crescere.Una battaglia da cui si tira fuori in manieravile e codarda la nostra giunta comunale,

sempre più impegnata a soddisfareegoisticamente i propri bisogni che atutelare il benessere di quei cittadini che,caduti in una situazione di crisi economica,vengono ignorati e abbandonati a loro stessi.La soluzione dunque, in certi casi, è comesempre la solidarietà: ma non quellacomposta da promesse in tempo di elezione,piuttosto quella materiale e concreta che siattua tra conoscenti in caso di bisogno.Quella che proviene dal cuore, non dallechiacchiere.Una solidarietà che ha preso i volti e i nomidelle numerevoli associazioni divolontariato, sparse nel nostro territorio, chestanno cercando in tutti i modi di arginare unproblema preoccupantemente serio.Associazioni composte da persone cheoperano la loro solidarietà nel silenzio piùtotale, senza che nessuno gliene renda ilmerito tramite manifesti o propagande.Questa è solidarietà; il resto sonchiacchiere e quelle se le porta via il vento.

Povertà Privernate: la soluzione si chiama “SOLIDARIETA’ ”

Page 7: Il Colle Rosso - Novembre 2011

Questo mese,per laprecisione il 5 dinovembre è stato

celebrato l'anniversario dellacosiddetta “congiura dellepolveri” ovvero il tentativo di faresplodere l'allora Camera deiLord con i maggiori esponentigovernativi al suo interno, a causadelle continue persecuzioni e deicontinui obblighi in quel casomanarchici e dittatoriali impostidallo stato. Il tutto è stato portatoin risalto grazie alla pellicolacinematografica dal titolo “V pervendetta” ed è presto diventato ilsimbolo delle attualimanifestazioni anticrisi di ordinemondiale. In effetti le manifestazioni avvenute a New York hannolo stesso contenuto ideologico di quelle avvenute a Roma o nellealtre piazze del mondo, e fanno da cornice ad un quadrospaventosamente medioevale che mostra il collasso di unsistema,lo stesso sistema che non ha mai preso in considerazionele classi meno ricche della popolazione e che ora obbliga“democraticamente” le stesse a pagare le conseguenze e a subire

maggiori sacrifici. La famosamaschera è ormai immancabilenelle manifestazioni odierne esembra davvero unire i cittadinioltre le differenze culturali esociali che questi vivono, sintomoche dovrebbe far pensare cheforse, c'è bisogno di qualcosa dipiù del semplice cambio digoverno (comunque necessario),che quasi tutti si aspettano, perpoter cambiare veramente lasituazione. Si deve ormai trovare ilcoraggio di cambiare il modo dipensare la cura del bene comune ecombattere la politica che ormai èdiventata subordinata agli interessifinanziari.

La speranza è che ci siano ancora il tempo e la voglia per potereffettuare questi cambiamenti guardando in faccia la realtà.Rendendosi conto che è arrivato il momento di decidere da cheparte stare.

GIOVANI E INDIGATI 7

Uniti per “Vendetta”

Il 25% degli under 30, certifica la Banca d’Italia, non studia, nonlavora e non cerca occupazione

Solitamente vengono contrasse-gnati dal termine NEET. E non hanulla a che vedere con il web, consocial network o internet ingenere come potrebbe far pensarela leggera assonanza. A dirlatutta, NEET non è nemmeno untermine, ma un acronimo che staper “Not currently engaged inEmployment, Education, orTraining”, at-tualmente nonimpegnato in ambito scolastico,lavorativo e che non cercanooccupazione. In parole povere,questo acronimo potrebbe essereequiparato ad un’etichetta daaffibbiare a tutte quelle persone,con un’età solitamente compresa tra i 15 ed i 30, che non hanno,letteralmente, nulla da fare. Il fenomeno NEET trova le sue radicinell’Inghilterra degli anni ’90, ma ha ben presto trovato terrenofertile anche in altre nazioni del “mondo sviluppato”, Giappone intesta. Anche in Italia, come vedremo tra poco, non siamo immunida questo contagio.NEET, quindi, è un acronimo che, nella sua crudezza ed asetticità,rappresenta un’intera generazione (anche più di una, purtroppo),una generazione che potremmo definire come la “Generazione -1”.Una definizione “antagonista”, antitetica rispetto alla più nota“Generazione 0”, e che coglie a pieno le preoccupazioni di quelgran numero di giovani che, probabilmente, si troveranno a viveresituazioni ed opportunità “peggiori” rispetto a quelle dei propri

genitori. Una generazione, insomma, di “regresso”. Unagenerazione senza futuro.Un fenomeno in rapida crescitaanche in Italia, cometestimoniano i numeri diffusi apiù riprese in questi ultimi dueanni. Il Monitor n. 25 del marzo2010 di Lavoro Italia stabilivain 2.043.516 il numero deiNEET italiani (56,5% donne e43,5% uomini), con percentualicrescenti in manieraesponenziale nelle regionimeridionali. La nostraprovincia, tutto sommato, neesce bene, con 17.708 NEET edun tasso del 18,2% sul numerototale di giovani tra i 15 ed i 30anni. A due anni di distanza (idati analizzati da LavoroItalia

nel bollettino citato sono del 2009), la situazione è evidentementepeggiorata. Il numero di NEET ha sfondato la soglia dei2.200.000, sfiorando una percentuale del 25%. Un quarto deigiovani italiani, insomma, sembra esser destinato ad unnon-futuro.Una situazione fortemente preoccupante. O così dovrebbe essere,anche se non sembra. Nei tre anni di governo Berlusconi, comevisto, la situazione è nettamente peggiorata (un aumento del 10%del numero di NEET) ed il governo Monti, sinora, non ha ancoraannunciato misure a favore dell’occupazione e formazionegiovanile. Vuoi vedere che i nostri governanti seguivano econtinuano a seguire l’adagio dantesco del “non ti curar di loro,ma guarda e passa”?

Generazione -1: quelli nati senza futuro

Page 8: Il Colle Rosso - Novembre 2011

DOVE SIAMO:Via consolare, 73

Selpriverno.netsons.org [email protected]