Colle Rosso Novembre 2012

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il C olle R osso Periodico | N. 24| Novembre 2012 | A cura del circolo SEL di Priverno | selpriverno.netsons.org L’ITALIA MIGLIORE PP.4-5 LA POESIA DELLA VITA P.3 I l 25 novembre finalmente si voterà per scegliere il candidato alla Presidenza del Consiglio del centrosinistra. A Priverno ci saranno due seggi: piazza del comune e Ceriara. Per votare occorre pre- registrarsi presso l’ufficio di Porta Romana. Chi non lo avrà fatto pri- ma, potrà farlo anche il giorno del voto. I candidati sono 5: Vendola, Puppato, Renzi, Bersani e Tabacci. Non sono, come spesso affermano i media, le primarie di un solo partito, né una sfida a 2. In particolare, dopo aver incassato, con una lezione di stile, la piena assoluzione per l’accusa che lo vedeva coinvolto in Puglia, Vendola ha lanciato a pieno ritmo la campagna elettorale. Sta girando l’Italia battendo i luoghi simbolo della cultura (musei, librerie, università, siti archeologici) e la risposta in termini di pubblico è sempre eccezionale e appassionata. Un mare di gente affolla i suoi interventi intessuti di quell’immagi- nario e di quel discorso sul nostro Paese che coinvolge e trasporta. Nel suo programma si parla di cultura, beni artistici, scuola e sanità pubbliche, beni comuni, dignità del lavoro, lotta alla precarietà, dirit- ti sociali, welfare, rimodulazione progressiva delle tasse, diritti civili, ambiente, sviluppo sostenibile, Europa sociale e dei popoli, etica pub- blica, costi della politica, riduzione delle spese militari, etc. Insomma, un grande programma riformatore di sinistra, ambizioso e all’altezza delle sfide che si prospettano nel futuro. Un discorso sui grandi temi dell’oggi, che toccano a fondo la vita e la pelle delle persone. Non la solita politica autoreferenziale, che parla di sé stessa in quanto ceto, che pensa ai suoi problemi, alla sua conservazione o alla sua carriera. Per questo ci sono stati tanti attestati di stima e importanti dichia- razioni di voto. In molti credono che questa opzione, alternativa sui contenuti e non semplicemente sull’immagine, possa vincere nel pa- ese reale, benché sostanzialmente oscurata dal circuito mediatico. In ogni caso le primarie, a dispetto dei detrattori, si stanno rivelando una grande opportunità di crescita e dibattito. Tutti i sondaggi lo confer- mano. Il centrosinistra, in ascesa perché sospinto dalla vitalità di que- sta sfida aperta, si può candidare per vincere, scongiurando lo spettro dell’ingovernabilità e del Monti-bis. In questo senso il voto a Vendola è una garanzia. Infatti, il leader di Sel si pone in piena discontinuità con le politiche recessive di Monti e in aperta contrarietà a qualsiasi accordo con il centro di Casini. La solita politica, il Monti-bis, il centrosinistra pieno di Casini, oppure Vendola? Primarie del centrosinistra, opportunità di crescita e dibattito di Angelo Delogu Il futuro non è scritto Non possiamo arrenderci. Non possiamo più permetterci di resta- re fermi a guardare, ad attendere che il “cadavere del nostro nemi- co” ci passi di fronte trasportato dalla corrente del fiume. Che Priverno sia solamente un lontano ricordo della ridente cittadina che era fino ad una de- cina di anni fa è sotto gli occhi di tutti. Certamente sono molteplici i fattori che hanno contribuito a questo disfacimento materiale, culturale e sociale, ma il decennio di amministrazione Macci-Martel- lucci ha avuto un ruolo determi- nante in questo crollo verticale. Priverno ha ora più che mai bi- sogno di amministratori capaci, di amministratori che sappiano mettersi in gioco per il bene della città e della collettività. Per que- sto noi di SEL abbiamo deciso di appoggiare con forza e decisione la candidatura di Angelo Delo- gu a sindaco della coalizione di centrosinistra. Angelo ha quello che i francesi definirebbero il physique du rôle: ha le doti e le capacità professionali e personali necessarie per un nuovo risorgi- mento privernate. E soprattutto ha la giusta età per restituire una prospettiva di crescita futura a questa nostra Priverno. Il futuro, il nostro, il vostro, quello della nostra città, non è ancora stato scritto. Aiutateci a scriverne e realizzarne uno migliore.

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Torna il Colle Rosso, questa volta in edizione "speciale" per le elezioni primarie. Ma non ci dimentichiamo della nostra Priverno: noi siamo pronti a sostenere la candidatura di Angelo Delogu a sindaco della città. Per il futuro è ancora tutto da scrivere.

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il ColleRosso

Periodico | N. 24| Novembre 2012 | A cura del circolo SEL di Priverno | selpriverno.netsons.org

L’ItaLIa mIgLIore pp.4-5La poesIa deLLa vIta p.3

Il 25 novembre finalmente si voterà per scegliere il candidato alla Presidenza del Consiglio del centrosinistra. A Priverno ci saranno due seggi: piazza del comune e Ceriara. Per votare occorre pre-

registrarsi presso l’ufficio di Porta Romana. Chi non lo avrà fatto pri-ma, potrà farlo anche il giorno del voto. I candidati sono 5: Vendola, Puppato, Renzi, Bersani e Tabacci. Non sono, come spesso affermano i media, le primarie di un solo partito, né una sfida a 2. In particolare, dopo aver incassato, con una lezione di stile, la piena assoluzione per l’accusa che lo vedeva coinvolto in Puglia, Vendola ha lanciato a pieno ritmo la campagna elettorale. Sta girando l’Italia battendo i luoghi simbolo della cultura (musei, librerie, università, siti archeologici) e la risposta in termini di pubblico è sempre eccezionale e appassionata. Un mare di gente affolla i suoi interventi intessuti di quell’immagi-nario e di quel discorso sul nostro Paese che coinvolge e trasporta. Nel suo programma si parla di cultura, beni artistici, scuola e sanità pubbliche, beni comuni, dignità del lavoro, lotta alla precarietà, dirit-ti sociali, welfare, rimodulazione progressiva delle tasse, diritti civili, ambiente, sviluppo sostenibile, Europa sociale e dei popoli, etica pub-blica, costi della politica, riduzione delle spese militari, etc. Insomma, un grande programma riformatore di sinistra, ambizioso e all’altezza delle sfide che si prospettano nel futuro. Un discorso sui grandi temi dell’oggi, che toccano a fondo la vita e la pelle delle persone. Non la solita politica autoreferenziale, che parla di sé stessa in quanto ceto, che pensa ai suoi problemi, alla sua conservazione o alla sua carriera. Per questo ci sono stati tanti attestati di stima e importanti dichia-razioni di voto. In molti credono che questa opzione, alternativa sui contenuti e non semplicemente sull’immagine, possa vincere nel pa-ese reale, benché sostanzialmente oscurata dal circuito mediatico. In ogni caso le primarie, a dispetto dei detrattori, si stanno rivelando una grande opportunità di crescita e dibattito. Tutti i sondaggi lo confer-mano. Il centrosinistra, in ascesa perché sospinto dalla vitalità di que-sta sfida aperta, si può candidare per vincere, scongiurando lo spettro dell’ingovernabilità e del Monti-bis. In questo senso il voto a Vendola è una garanzia. Infatti, il leader di Sel si pone in piena discontinuità con le politiche recessive di Monti e in aperta contrarietà a qualsiasi accordo con il centro di Casini.

La solita politica, il Monti-bis, il centrosinistra pieno di Casini, oppure Vendola?

Primarie del centrosinistra,opportunità di crescita e dibattito

di Angelo Delogu

Il futuronon è scritto

Non possiamo arrenderci. Non possiamo più permetterci di resta-re fermi a guardare, ad attendere che il “cadavere del nostro nemi-co” ci passi di fronte trasportato dalla corrente del fiume. Che Priverno sia solamente un lontano ricordo della ridente cittadina che era fino ad una de-cina di anni fa è sotto gli occhi di tutti. Certamente sono molteplici i fattori che hanno contribuito a questo disfacimento materiale, culturale e sociale, ma il decennio di amministrazione Macci-Martel-lucci ha avuto un ruolo determi-nante in questo crollo verticale.Priverno ha ora più che mai bi-sogno di amministratori capaci, di amministratori che sappiano mettersi in gioco per il bene della città e della collettività. Per que-sto noi di SEL abbiamo deciso di appoggiare con forza e decisione la candidatura di Angelo Delo-gu a sindaco della coalizione di centrosinistra. Angelo ha quello che i francesi definirebbero il physique du rôle: ha le doti e le capacità professionali e personali necessarie per un nuovo risorgi-mento privernate. E soprattutto ha la giusta età per restituire una prospettiva di crescita futura a questa nostra Priverno. Il futuro, il nostro, il vostro, quello della nostra città, non è ancora stato scritto. Aiutateci a scriverne e realizzarne uno migliore.

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La giustizia aveva segnato il suo cor-so correttamen-

te, senza populismo. Per questo ero sicuro dell’assoluzione di Ven-dola nel processo a suo carico.L’accusa contestata ri-guardava la presunta pressione sul dirigen-te dell’ASL di Bari, Lea Cosentino, affinché il concorso per l’incarico di primario al repar-to chirurgia toracica dell’Ospedale San Paolo di Bari venisse ripetuto permettendo l’inseri-mento al concorso di Paolo Sardelli, un uomo straordinario, compe-tente ed onesto. Il concorso, come tutti più o meno sanno, viene vinto da Sardelli a mani basse, e sotto la sua direzione la struttura ospedaliera viene completamen-te cambiata, divenendo una delle migliori d’Europa. Questa è la vit-toria della buona politica: non si poteva non riconoscere il merito a

Vendola né tantomeno sospetta-re il mancato rispetto della legge. Sardelli non aveva bisogno né di raccomandazioni né di spinte da parte di chicchessia per vincere il concorso.Dopo la richiesta di condanna a venti mesi di reclusione, Vendola aveva giustamente e correttamen-te annunciato il ritiro dalla vita

politica nel caso fos-se stata confermata la condanna, chiedendo il rito abbreviato per non inquinare la sfida delle primarie.Una sua condanna, che andava rispettata sep-pure non condivisa, avrebbe gettato molte ombre sul sistema giu-diziario. Un’altra mente eccelsa si sarebbe per-sa per strada, un’altra occasione per l’Italia di riconoscere l’impegno straordinario di un poli-tico vero qual è Vendola sarebbe naufragata. La lettura della sentenza evidenzia la correttezza della procedura, non

c’era stata alcuna pressione, perfi-no l’accusatrice di Vendola aveva smentito di aver ricevuto un ordi-ne perentorio. Per questo il giudi-ce non ha potuto che constatare l’inesistenza del fatto cui era stato accusato. Vendola è stato assolto poiché il fatto non sussiste. Nichi Vendola, la buona politica.

Vendola, il processo, la storiadi Peppe Scarpinella

Sono passati 8 anni da quel 4 Aprile 2005, giorno in cui

Vendola è stato eletto per la prima volta Pre-sidente della regione Puglia. In questi anni, grazie a pratiche di buona politica la Puglia è diventata una delle regioni più virtuose. Questa ri-cetta vincente abbraccia praticamente tutti i settori: lavoro, servizi sociali, politiche giovanili, urbanisti-ca, ambiente, turismo, cultura. A coloro che abbiano qualche dubbio, consigliamo di andare alla ricerca dei numerosi dati disponibi-li. Riportiamo alcuni esempi. Mentre nel resto del paese la disoccupazione raggiunge cifre allarmanti, l’Istat ci dice che dal primo trimestre 2010 al primo trimestre 2011 in Puglia ci sono stati 25.000 occu-pati in più, miglior dato in Italia davanti a Veneto (20.000) e Piemonte (17.000). I dati relativi al Pil par-lano di una Regione che è locomotiva del mezzo-giorno, con una crescita ai livelli del nord Italia. La Puglia secondo il Ministro Barca, inoltre, è la prima regione per capacità di spesa dei fondi comunitari. Ma i risultati più emblematici sono, forse, quelli ot-tenuti nel campo delle energie alternative e delle politiche ambientali. La Puglia è diventata la prima per produzione di energie rinnovabili: produce il 25% dell’energia eolica nazionale e il 13% di foto-voltaica. È stata anche la prima a dotarsi di un piano

energetico ambientale e di un sistema di rego-le per lo sviluppo delle fonti alternative. Molto interessanti sono poi le politiche adottate a sostegno dei giovani. In questo quadro si in-serisce, ad esempio, il

progetto “Principi attivi”, partito nel 2008 per conce-dere finanziamenti alle nuove realtà imprenditoriali giovanili meritevoli di aver stimolato inedite poten-zialità del territorio e favorito la creazione di idee innovative. 422 sono i progetti già finanziati, 10 mi-lioni di euro le risorse disponibili. Notevoli e numerose le iniziative culturali. Ricordia-mo l’Apulia Film Commission, con la realizzazione dei cineporti di Bari e Lecce, e la Puglia Sounds. I due enti promuovono l’industria cinematografica e quel-la musicale dando un’opportunità di lavoro a giovani artisti. Altro dato interessante è quello sui flussi tu-ristici, progressivamente aumentati fino a portare la Puglia al primo posto per crescita turistica. Insomma, la realtà pugliese dimostra (in particola-re a chi lo definì “acchiappanuvole”) la capacità, l’onestà e la concretezza di Vendola come ammini-stratore. Non resta che augurarsi di vederlo presto alla guida di questo Paese, messo in ginocchio dalle politiche di austerità del governo Monti. Alle pri-marie del prossimo 25 Novembre saremo chiamati a scegliere: la solita Italia, oppure Vendola?

Storie da una Regione virtuosa

La Puglia miglioredi Gabriele Delogu

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Alle primarie del cen-trosinistra possono votare tutti gli elet-

tori in possesso dei requisiti previsti dalla legge e quelli che compiono 18 anni entro il 25 novembre, i cittadini europei residenti in Italia e cittadini di altri paesi in pos-sesso di regolare permesso di soggiorno e carta d’identità. È neces-sario registrarsi in precedenza all’Al-bo degli eletto-ri presso l’ufficio elettorale di Pri-verno situato in via Regina Camilla, 4 (mercoledi mattina dalle ore 9 alle 12 e sabato e domenica pomeriggio dalle 15 alle 19, nonché lo stesso giorno della votazione presso il seggio di appartenenza) oppure online al sito www.primarieitaliabenecomune.it. Per votare è necessa-rio un documento d’identità , la tessera elettorale ed il certificato di elettore del centrosinistra, i seggi saranno aperti dalle 8 alle 20. Vincerà chi raggiun-gerà il 50% dei voti e, in caso di mancato raggiun-gimento del quorum, si ricorrerà al ballottaggio tra i due candidati più votati domenica 2 dicembre. La

coalizione è composta da tre partiti: Partito Democratico, Partito Socialista Italiano e Sinistra Ecologia e Libertà, i quali hanno sottoscritto una Carta d’Intenti. Di seguito la rosa dei candidati. Laura Pup-pato, unica donna candidata, è consigliera della Regione Veneto e capogruppo del

Pd, mi chiedo per quale motivo, no-nostante abbia un ottimo curriculum ed un programma niente male, non è appoggiata dalle donne maggior-

mente rappresentative del suo partito. Bruno Tabac-ci, classe 1946 vanta numerose esperienze politiche prima con Democrazia Cristiana, poi con l’UDC per finire con Api. Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, è largamente sostenuto dal suo partito e contenitore di diversi e indefiniti indirizzi. Matteo Renzi, il “Rot-tamatore”, è il Sindaco di Firenze, è del Pd, ma fuori dalle logiche dello stesso partito dal quale prende il nettare . Nichi Vendola, il nostro candidato, di Si-nistra Ecologia e Libertà, quello che nel linguaggio più pregiato parla la lingua di tutti e con tutti.

Per uno come Nichi Vendola, l’autobio-grafia inizia prima

della nascita, nella Terliz-zi dei braccianti e delle reminiscenze di Giusep-pe Di Vittorio. È a Terlizzi che Vendola cresce, col padre impiegato alle poste e la madre casalinga. Dopo la ma-turità scientifica, si laurea in Lettere e Filosofia all’Uni-versità con una tesi su Pier Paolo Pasolini. Questo dopo aver fatto tutti i lavori per mantenersi all’università, dal cameriere al correttore di bozze. Alla De Donato lo pagano in libri: “Quando riuscii a comprarmi le opere complete di Pavese e Brecht mi sentii un uomo ricco”. Vendola trova un padre spirituale in don Tonino Bel-lo, vescovo di Molfetta. È un cattolicesimo conciliare il suo, tutto dalla parte degli ultimi. Ma la vera scuola è il PCI. Anni Ottanta a Roma alla Fgci nazionale, dove Nichi diventa un riferimento carismatico. Nel 1985 finisce sui giornali perché in una as-semblea pubblica prende più applausi del segretario, Ales-sandro Natta, con un discorso sulla velocità: un racconto che intreccia politica e vita. Già: la politica e la vita materiale, tanto bella quanto difficile. Il successo di Vendola si spie-ga così: con la sua capacità di immettere temi fondamentali della vita all’interno del discor-so politico. I precari, gli operai,

gli studenti, le donne, gli immigrati, gli anziani, gli omosessuali, tutta l’uma-nità che chiede attenzio-ne e riscatto. Nondimeno cosa sarebbe la politica

senza le persone, i propri bisogni, i propri dolori, le loro ansie, anche i loro slanci ideali. Nulla. Solo politici-smo, carrierismo, fredda tecnica di autoconservazione del ceto politico. E le persone se ne accorgono, eccome se lo fanno. Se ne sono accorte per ben 2 volte in Pu-glia: per ben due volte ha “dovuto sconfiggere e di-rottare” il centrosinistra alle primarie. Per due volte ha battuto la destra alle elezioni regionali in Puglia. Nichi Vendola lancia oggi la propria sfida per la guida del centrosinistra e per “tornare a vincere” soprattutto, nella cultura e nella coscienza del Paese. Il presidente della Puglia chiama la sinistra e il centrosinistra a una

sfida in campo aperto, quello delle primarie. Una sfida ne-cessaria proprio per ristabilire una “connessione sentimenta-le” tra la politica, la società e i soggetti che la popolano. Per-ché i partiti tradizionali sono inadeguati, ed è attraverso le primarie si esce dalla paralisi e dalla ripetizione, ricostruen-do il perimetro comune di una coalizione e le parole e le pra-tiche di “un’alternativa vincen-te”. E tornando a mobilitare il desiderio di cambiamento.

Davide può vincere contro Goliaè più simpatico!

di Martina D’Atino

Nichi e la poesia della vitadi Paolo Bovieri

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Proposte#OppureLaCulturaIl “paradosso italiano” della cultura è che in Italia esistono 4.340 musei, 46.025 beni architettonici vincolati, 12.375 biblioteche, 34.000 luoghi di spettacolo, 47 siti UNESCO, (l’Italia è il paese col maggior numero di siti protetti dall’UNESCO nel mondo) ma l’in-vestimento pubblico annuo destinato alla Cultura è di 1,42 miliardi di euro, pari allo 0,19% del bilancio statale (0,11% del PIL),uno dei più bassi a livello europeo (la Germania investe nel settore l’1,35% del PIL), ulteriormente ridottosi a seguito della crisi (rappresentava lo 0,39% del PIL prima del 2008). Non solo, gli occupati nel com-parto dei beni culturali (biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali) non arriva in Italia alle 38 mila unità che rappresentano poco più del 15% dell’occupazione del settore (contro i 437,3 mila della Francia; i 597,1 mila del Regno Unito e gli 847,2 della Ger-mania). Se vogliamo che il futuro non sia lasciato al caso o diventi un qualcosa di cui avere paura è necessario tornare a credere nel valore delle idee. Le idee sono la causa di tutto ciò che ci circonda e la cultura è la loro unione. Oggi l’Italia non considera il sapere e la conoscenza come un bene comune, necessario al progresso e al benessere di tutti. Dobbiamo fare in modo che gli italiani tornino non solo a respirare bellezza, ma a investire in bellezza ossia in tutte quelle attività culturali e creative che li hanno contraddistinti in passato a livello mondiale.Continua su bit.ly/nichi_cultura

#OppureLaLegalizzazioneLa cultura proibizionista è una finzione, inutile e pericolosa perché, nella realtà, essa produce solo un consumo illegale ed incontrolla-to. Non c’è mai stata una politica proibizionista efficace, fin dalla messa al bando degli alcolici negli Stati Uniti quasi un secolo fa. Le politiche proibizioniste fanno solo aumentare i profitti delle orga-nizzazioni criminali e hanno messo a rischio la vita di chi ne fa uso e abuso (basti pensare alla diffusione di patologie come l’Aids attra-verso il passaggio di siringhe non sterili). La crescita esponenziale dei profitti mafiosi è collegata strettamente all’inasprirsi delle leggi proibizioniste. Lo dimostrano i dati relativi, per esempio, all’intro-duzione nel 2006 del DDL Fini/Giovanardi. Milioni di consumatori hanno dovuto fare i conti con l’aumento delle pene, passate dalle sanzioni amministrative della legge 309/90 (Iervolino/Vassalli), alle sanzioni penali (da 6 a 20 anni di reclusione). Le mafie hanno be-neficiato della sovrapposizione del mercato delle sostanze pesanti e leggere, che ha creato nuovi canali di profitto senza limitarne la diffusione. La stessa Fini/Giovanardi è responsabile dell’aumento spropositato della popolazione carceraria, poiché essa tende a di-spensare sanzioni penali in particolare ai consumatori. Tale legge, poi, ha innescato una vera e propria “macchina proibizionista” che costa almeno 2 miliardi di euro all’anno. Per questo intendiamo proporre l’immediata abolizione della legge Fini/Giovanardi.Continua su bit.ly/nichi_legalizzazione

#OppureTrasportiPubbliciIl settore dei trasporti e della mobilità sostenibile è cruciale nella sfida per la modernizzazione del Paese e la riconversione ecolo-gica, non solo per le ricadute immediate in campo ambientale in termini di emissioni clima alteranti, ma per l’impatto determinante sulla qualità della vita di ogni singola persona e sulla qualità dei tessuti urbani e dell’intero Paese; il tutto in un contesto di neces-saria attuazione degli impegni internazionali assunti, a partire dal protocollo di Kyoto.Valorizzare il trasporto pubblico, significa of-frire una risposta concreta alla crisi, in un contesto in cui anche mantenere una o più automobili si rivela un grande sacrificio per la maggior parte delle persone residenti in Italia. Invece proprio il settore dei trasporti, in particolare quello collettivo, sconta in Italia un deficit strutturale, che oggi si è aggravato in modo drammatico con i tagli che si susseguono negli ultimi cinque anni, inesorabil-mente finanziaria dopo finanziaria, legge di stabilità dopo legge di stabilità, quasi fino all’azzeramento. Inoltre la privatizzazione delle più importanti aziende di trasporto pubblico ha prodotto politiche scriteriate sia in termini di rapporto tariffe-qualità dei servizi che in termini di selezione anche geografica dei servizi offerti: si pensi a Trenitalia e al taglio dei treni concentrato soprattutto al Sud, non-ché all’eliminazione di molti treni, soprattutto notturni ed economi-ci, nord-sud e viceversa.Continua su bit.ly/nichi_traspub

#OppureIlLavoro«L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro»; così re-cita l’art. 1 della Costituzione italiana. La parola «lavoro» è presen-te in ben 23 commi della Carta costituzionale. Poiché «fondamen-to» significa ragion d’essere, è il Lavoro a dare ragion d’essere al nostro ordinamento, a dare senso alle leggi, alle istituzioni, insom-ma alla Politica del Paese. Il Lavoro, dunque, non è una materia di specialisti, un campo del sapere scientifico, un tema da amministra-re; il Lavoro è un punto di vista, anzi il punto di vista sulla Politica. Il primo punto di un qualsiasi programma politico è il Lavoro, nel senso di sviluppare un punto di vista sull’economia, sulla cultura, sulla società, che assuma questo Valore. In questo senso profonda-mente generale e “costituente”, la proposta politica fondata sul Lavoro è una proposta essenzialmente repubblicana e costituzio-nale, cioè capace di recuperare e rilanciare la tavola di valori posta a fondamento del Patto sociale e di cittadinanza che la cultura cat-tolica, liberale, comunista e socialista accolsero per l’Italia.Occorre innanzitutto ripristinare una grammatica dei valori che as-suma il Lavoro a fondamento della produzione della ricchezza; il Lavoro «in tutte le sue forme», come recita l’art. 35 della Costitu-zione. Il secondo punto preliminare di un programma politico è che il Lavoro è la leva per combattere la diseguaglianza.Per noi liberare il Lavoro significa dotarlo di Diritti e quanto più grande è il mio diritto tanto più forte è il mio Potere. La nostra pro-posta di Lavoro libero non è di immaginare un’irrealistica società d’imprenditori di se stessi o di lavoratori autonomi, ma di dotare il Lavoro di una Libertà che sia effettiva, cioè garantita da diritti per poter agire come soggetto libero. Il nostro modello è un diritto-potere che garantisca la libertà nel lavoro come libertà del lavoro; un poterediritto della sicurezza sociale per sostenere l’attitudine ad agire come soggetto libero. Le politiche attive del lavoro sono fina-lizzate alla creazione di occupazione e per questo proponiamo un Piano per il lavoro, ambientalmente e socialmente sostenibile, che sia promosso da concreti investimenti pubblici, diretti e attraverso la leva fiscale.Continua su bit.ly/nichi_lavoro

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Proposte#OppureLaCastaLa questione del finanziamento alla politica è uno dei temi più rilevanti per l’onestà e la trasparenza nella politica. Si tratti del finanziamento pubblico o di quello da privati, è indispensabile introdurre norme che consentano l’effettivo esercizio dell’egua-glianza tra i cittadini nell’esercizio delle proprie scelte. Una si-tuazione ancora più preoccupante si ha per tutte le competizioni non regolate da alcuna legge, com’è il caso delle primarie. La nostra prima richiesta è di attuare l’articolo 49 della Costituzione, regolamentando i partiti e gli strumenti che essi usano, come le primarie, per favorire la partecipazione dei cittadini. Per quanto riguarda l’Italia, bisogna ripartire dal referendum che ha abroga-to il finanziamento pubblico ai partiti. La legge che l’ha sostituito, il cosiddetto “rimborso elettorale”, ha prodotto un paradossale aumento dei finanziamenti che, pur ridotti in questa parte finale della legislatura, rimangono troppo alti. Proponiamo che i rimbor-si elettorali siano legati esclusivamente alle spese effettivamente sostenute per l’attività politica e la partecipazione dei cittadini e che non si possano usare per fini impropri (operazioni immobiliari o finanziarie). Allo stesso tempo è necessario sostenere la capaci-tà di autofinanziamento dei partiti.Il finanziamento pubblico non è un “male” italiano, ma rappre-senta una costante in Europa.Continua su bit.ly/nichi_anticasta

#OppureDirittiPerTuttiIl progresso del nostro paese è cresciuto grazie a grandi conquiste di libertà e civiltà. Eravamo un paese in cui c’erano il delitto d’onore e le mammane, fino a quando uno straordinario movimento di donne rivoluzionò il concetto di morale e consentì che si approvassero le leggi, poi confermate da una straordinaria stagione referendaria, che riconobbero il diritto al divorzio e all’aborto. Eravamo il paese della segregazione manicomiale, fino a quando Franco Basaglia e un Caval-lo di cartapesta di nome Marco sfondarono il muro dell’ignoranza e consentirono l’introduzione della legge 180, la più avanzata del mon-do. Quelle conquiste furono il frutto di una mobilitazione straordinaria della società e fecero dell’Italia un paese all’avanguardia per i diritti ci-vili, che divennero un elemento fondante dell’idea di cittadinanza. Poi venne la lunga stagione del conservatorismo opaco e ipocrita, quello che ogni giorno cerca di farci tornare indietro e che ci impedisce di conquistare nuovi e necessari diritti. Vogliamo vivere in un paese in cui i diritti siano interi e non dimezzati dai pregiudizi. Vogliamo vivere in un paese in cui la parola libertà abbia un senso di liberazione e non di oppressione. Siamo l’unico paese in Europa in cui la libertà di coscienza, in particolare quella ipocrita dei legislatori, è diventata lo strumento di alcuni per impedire la libertà di altri. Per la sinistra scegliere il primato della laicità e della libertà degli individui non è un optional, è un fondamento della propria identità politica e civile.Continua su bit.ly/nichi_diritti

#OppureLaFormazioneNella classifica OCSE sugli investimenti e sullo stato di salute del sistema della Formazione nei paesi più industrializzati nel mondo, l’Italia occupa le ultime posizioni. In particolare, il nostro paese spende per l’istruzione solo il 9% del totale della spesa pubblica, mentre la media dei paesi industrializzati si attesta al 13%. Siamo penultimi, al 31° posto su 32. È l’effetto di manovre finanziarie, che hanno utilizzato le risorse della scuola per fare cassa, cui si aggiunge la riforma Gelmini: il più grande tentativo di distruzione del sistema di formazione pubblica e di demonizzazione della ca-tegoria degli insegnanti. Il risultato delle politiche di questi anni è che abbiamo un sistema scolastico depresso, che presenta enormi differenze fra nord e sud, fatto di strutture fatiscenti e inadeguate. Le nostre Università, poi, hanno modelli di gestione feudale, dove la piaga del familismo amorale si estende in maniera preoccupante. Bisogna agire sui criteri di reclutamento e assegnazione dei fondi, rendendoli realmente svincolati da logiche di privilegio e fedeltà.È giunto il momento di compiere scelte precise, organizzando il pri-mato dell’interesse pubblico, avendo ben chiara la centralità del sistema della formazione. Cultura e conoscenza devono tornare a essere cardini dello sviluppo del paese, sia perché creano cittadini liberi e consapevoli, sia perché portano innovazione nel nostro si-stema.Continua su bit.ly/nichi_formazione

#OppureL’Equità“In Italia si pagano troppe tasse e i servizi non funzionano”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? E quante volte abbiamo assi-stito alle polemiche tra politici che usavano la discussione sul fisco e sulla spesa pubblica per esercizi di demagogia? Abbiamo attra-versato un ventennio in cui Berlusconi ha costruito su questo tema tanta parte della sua fortuna politica: dalla promessa di abbassare le tasse all’elogio dell’eroico evasore contro le gabelle di stato! La verità è molto diversa: la pressione fiscale è cresciuta e con essa sono aumentate l’evasione e l’elusione fiscale, che sono fattori d’i-nefficienza e ingiustizia del Paese. Sono fattori d’inefficienza poiché vengono sottratti all’erario centinaia di miliardi di risorse e d’in-giustizia poiché a pagare oltre l’80% delle tasse sono i redditi da lavoro dipendente e dei pensionati. Lo squilibrio del nostro sistema fiscale, oltre che la sua cronica incapacità di contrastare i compor-tamenti illeciti, deve puntare a una riforma di sistema, che allarghi la base imponibile e riduca la pressione fiscale sui soggetti che oggi contribuiscono onestamente. Anche per le imprese si tratta di ridur-re la pressione fiscale, anche attraverso un sistema premiale. Non pensiamo che esista un’attitudine “italiana” all’evasione, quanto piuttosto che le inefficienze del sistema abbiano favorito la cre-azione di zone d’ombra che oggi difendono con protervia la loro rendita di posizione. Sarà necessario intervenire per rendere il pre-lievo fiscale uno strumento giusto. A tal fine la prima riforma deve essere quella di rendere efficienti i metodi di riscossione, a partire da un’integrazione tecnologica di tutte le banche dati che possono incrociarsi per accertare l’entità effettiva dei redditi e dei patrimoni. Sarebbe meglio, come ad esempio avviene in Francia, che fosse l’e-rario a inviare a ogni cittadino un modello precompilato per il pa-gamento delle imposte, dedotto dalla reale condizione reddituale e patrimoniale. Si ridurrebbero così le zone grigie in cui si annidano i comportamenti illeciti e si ridurrebbe anche il contenzioso.La vera rivoluzione fiscale sarà quella che consentirà alla maggioranza de-gli italiani di pagare meno imposte grazie alle risorse prelevate da chi non ha mai pagato quanto avrebbe dovuto.Continua su bit.ly/nichi_fisco

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Locale

Ci è giunta voce che molti cittadini si lamentano delle battute di caccia che si ripetono nel Par-co naturale ‘Belvedere’ e nel Bosco del Polveri-

no. In tanti si chiedono se siano regolarmente auto-rizzate e si svolgano nel rispetto del ‘Regolamento di caccia al cinghiale in battuta’. In particolare, si teme che la vicinanza delle strade provinciali, delle abitazioni, unita alla potenza elle armi usate possa mettere in pericolo l’incolumità delle persone. Già prima ci si interrogava su quanto avveniva nel Parco del Castello di San Martino. Per vederci più chiaro abbiamo fatto un sopralluogo con la nostra troupe. Mentre camminavamo non abbiamo incontrato ani-ma viva. Man mano che ci addentravamo nel bosco, improvvisamente, mi sono persa. Mi sono sentita sola e un brivido mi ha attraversato la schiena: mi-lioni di piccoli rumori agghiaccianti. La sera stava scendendo. Il buio veniva lento e minaccioso. Poi uno stridore più forte. Di fronte a me un cinghiale, con i suoi occhi sbarrati. Credevo di morire. Lui mi dice di stare calma: è disposto a concedermi l’inter-vista ma senza telecamere. Ci metto un po’a ripren-dermi dallo shock. Poi afferro penna e taccuino e comincio. Perché sei qui? Sono un vecchio cinghiale

ormai stanco di questa vita passata a fuggire. Che ne pensi di queste battute di caccia? Gli umani san-no essere cattivi, noi non gli abbiamo dato mai la caccia, ma ci stiamo organizzando. È vero che spes-so ci si avvicina alla strada? Sappiamo che quello è il luogo più sicuro e lì ci nascondiamo. Quando venite scovati, attraversate? Sì, è l’unico modo per salvare la pelle! E non rischiate di essere travolti dalle auto? Sì, e ci dispiace creare questi pericoli, ma cosa dovre-mo fare? Farci sparare? Le armi che usano sono po-tenti? Potentissime, sono carabine di grosso calibro che colpiscono a lunghissima gittata. Hai mai visto dei controlli? Io no, non ho mai visto una guardia. Ma non so, in genere mi preme solo fuggire! Com’è il vostro rapporto coi cacciatori? È chiaro, siamo ne-mici. Ma si può essere nemici leali. C’è chi – molti – ha rispetto per noi e per la natura. Partecipa qual-che autorità, qualche politico alle battute? Io non lo so, non li conosco. Sicuramente non li ho eletti, per-ché per ora non ho diritto di voto. La voce dell’in-tervistato è rotta e cavernosa. Penso sia la regola: è la prima volta che sento parlare un cinghiale. Poi, però, si accascia. Accanto a lui scorre un rosso rivolo di sangue, tra le gialle foglie.

Dalla parte del cinghialedi Erica Serra

Seduto davanti allo schermo vuoto del computer, mentre cerco di scrive-re un articolo sulle politiche giovanili del comune di Priverno, mi rendo conto improvvisamente che le mie capacità creative iniziano a mancare.

Un duro colpo. Certo, è difficile iniziare un articolo che parli delle politiche giovanili messe in campo da un’amministrazione come quella di Priverno. Un’impresa ardua, ed innaturale, verrebbe molto più spontaneo lasciare questo spazio bianco. Tanto per cominciare, anche quest’anno il Comune non avrà il Servizio Civile, sembra addirittura che non abbia neppure presen-tato la domanda. Il Servizio Civile, ricordiamolo, è un’opportunità messa a di-sposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico; costituisce anche un’opportunità, per questi giovani, di guadagnare qualche soldo, che in tempi di crisi non fa mai male. Non solo: il Servizio Civile consente agli Enti di avvalersi di personale giovane e motivato, che nel nostro caso si potrebbe impiegare (per esempio) nella biblioteca, con notevole risparmio economico da parte del Comune. Per fare delle serie politiche giovanili, inoltre, il Comune dovrebbe incenti-vare il dialogo con le Associazioni e il mondo del volontariato. Non è vero, infatti, che tutti i giovani sono disinteressati come si dice; ce ne sono tanti attivi nell’associazionismo, che molto potrebbero fare per i loro coetanei. Gli unici rapporti che l’Amministrazione ha con il mondo dell’associazionismo sono quelli che intrattiene con le associazioni del Centro Zag, sicuramente funzionante meglio di tante altre cose, ma che viene gestito in maniera poco trasparente. Qualcuno in malafede potrebbe pensare che il Centro Zag sia diventato una macchina elettorale, con la complicità di qualche associazione amica che conta di più nel direttivo. Magari chi legge non è così maligno. L’u-nica nota positiva in cinque anni di politiche giovanili assenti, è quella della notte bianca tenutasi a settembre, organizzata dal Comune in sinergia con Associazioni e Consiglio dei Giovani. Decisamente troppo poco.

Politiche giovanili, queste sconosciutedi Pierluigi Vellucci

Giuseppina (per tutti Pina) Caradonna è nostra amica e ne andiamo fieri. Non solo è persona eccezionale, piena di idee e consigli, ma è anche una straordinaria poetessa. Lo dimostra questa brillante sillo-ge (Eloïse e le sue sorelle), che è la sua opera prima da poco data alle stampe. Dopo un emozionante evento svoltosi a Sabaudia, l’opera sarà pre-sentata a Priverno, mercoledì 12 dicembre, alle 18:00, presso l’aula magna dell’Istituto “San Tommaso D’Aquino”, in via G. Matteotti. Ad accompagnare Pina ci saranno nuovi compa-gni di viaggio. La presentazio-ne è affidata al prof. Stefano Pagliaroli, le letture ad Ange-lo De Nardis e l’accompagna-mento musicale a Roberto Caetani. Ricordiamo che Pina è nata a Priverno, dove attual-mente insegna e risiede.

Eloisa e le sue sorelle,presentazione anche

a Priverno

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“Spendi span-di, spandi spendi ef-

fendi” verrebbe da cantare davanti alla copia delle fat-ture pubblicate dal Comune alla fine di Ottobre. Quasi tredicimila euro spesi per ospitare le delegazioni stra-niere durante la festa medievale, tra vitto, alloggio e trasporti. Duemilatrentacinque euro per una ditta di autonoleggio di Sonnino; duemila euro al Risto-rante Bar “Macallé” di Priverno per il buffet d’acco-glienza; duemila euro al ristorante “Grappolo d’uva” di Terracina per la fornitura di pasti e servizi balneari per le delegazioni straniere; tremi-laseicentodieci e duemilacento euro liquidati all’Hotel Sunny Palace per il pernottamento più che confortevole; novecentoventi-quattro euro paga-ti allo stabilimento balneare Bagno Aeronauta di Gaeta. Ecco spiegato perché le delega-zioni straniere sono così interessate a mantenere saldi i rapporti con la nostra attuale amministrazione, im-pegnata in progetti di “integrazione interculturale e scambi commerciali” che non valorizzano neanche il nostro territorio e la nostra economia. Si preferisce valorizzare la ristorazione e il lungomare di Terraci-

na, piuttosto che i beni culturali e i ri-storanti privernati. Se poi il paese va in frantumi poco im-porta: la “promo-

zione” all’estero dei nostri prodotti locali (quali? Visto che le delegazioni straniere di Priverno hanno visto ed assaporato poco e niente) è il progetto trainante dell’amministrazione Macci. Scambi interculturali che servono a tenere alto il buon nome di Priverno. Questo ci viene detto ogniqualvolta proviamo a far luce sulle “missioni” all’estero della giunta comunale, sui famosi “gemellaggi d’oro”. E a quanto vediamo, tutta que-

sta ospitalità viene generosamente e allegramente ri-cambiata. Saranno sicuramente molto felici i genitori dei bambini della scuo-la di Ceriara che ancora attendono una soluzione al “problema calda-ia”. O i lavoratori

Satline che ancora aspettano di essere pagati. O gli LSU licenziati, o i musei abbandonati, o i cittadini di-menticati. Saranno senz’altro tutti molto felici di sape-re che il loro sindaco si sta adoperando con impegno indescrivibile per la promozione e la salvaguardia dei nostri prodotti e del nostro territorio. E guai a rimpro-verarlo di non fare niente per il nostro (fu) bel Paese.

Spese pazze per le delegazionidi Federica Cristofari

E non ricominciare nemmeno a sgranare il rosario doloroso delle opere bloccate, dei progetti abortiti, delle occasioni mancate che questi dieci anni scia-gurati ci consegneranno. Fossanova, San Martino, i Musei, gli Alberghi, Zaccaleoni, San Giorgio, le Mura, Mezzagosto, sono le stazioni di una via crucis che dovremo tutti percorrere chissà per quanto ancora, prima di trovare qualche soluzione (scontate le false partenze o le inaugurazioni patacca o qualche altra furbizia che il Sindaco si inventerà nei prossimi mesi).È una eredità tremenda per chi avrà la ventura di salire a Palazzo, di prendere il posto di un Sindaco che ha dimostrato in questo tempo una totale man-canza di Amore per questo paese. Non solo la crisi generale,le difficoltà finanziarie, gli impicci burocra-tici, gli errori e i ritardi di questo o quel dirigente, la inadeguatezza della squadra; c’è tutto, ma quel che più colpisce è la mancanza di Amore per questa comunità, l’assenza di passione, la voglia di provarci comunque, di lasciare un segno, di essere amato. L’e-sercizio del Potere fine a se stesso. È tempo di cam-biare, se vogliamo avere un futuro.

E luce a Macallè; segna Libertì... È diventato un cul-to nella storia politica di Priverno il dialogo tra due democristiani di tanto tempo fa, di quando acqua e luce erano beni rari e preziosi nelle zone di campa-gna, e con quelle promesse si facevano (e si vinceva-no) le campagne elettorali. Poi magari non arrivava né l’una né l’altra, qualcuno protestava ma ci si di-menticava in fretta e si era pronti per un altro giro. Altri tempi, altre storie, altra umanità. Oggi succede che la rappresentante di una importante istituzione (anzi, ex rappresentante, visto che sono stati manda-ti tutti a casa con disonore) si presenti ,sconosciuta ai più, al Centro anziani e non avendo evidentemente nulla da rivendicare in quanto ad azione politica o amministrativa svolta non trovi di meglio che prova-re a conquistarsi un pò di benevolenza con una man-ciata di euro e la promessa di un intervento “fami-gliare” per la copertura del nuovo campo di bocce. Questo a tre mesi dal voto per il nuovo Governo della Regione Lazio. Ma la dignità e la libertà di coscienza dei cittadini in questo Paese, davvero lei pensa che valgano così poco, ex consigliera Cetrone?

Vien quasi vogliadi lasciare stare...

di Federico D’Arcangeli

Acqua a Ceriara...di Federico D’Arcangeli

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La vicenda Fiorito (il federale buzzurro e ladro) è proprio il peggio della politica; la corruzio-ne plateale e arrogante: più merda che fango.

Poiché gli schizzi alla fine colpiscono anche qualcu-no che è all’opposizione, allora giornali (di destra), politici (di destra) sono lì tutti a dire che tanto sono tutti uguali! Insinuando fra la gente per bene, che andrà a votare, tale semplicistica equazione. No! Non sono tutti uguali! Destra, centro e sinistra si di-stinguono, eccome!Oggi a dimostrazione di tutto ciò, per non essere tacciati di partigianeria, andiamo allora all’estero e vediamo per esempio in Francia cosa è successo quando la Sinistra di Hollande ha sostituito la de-stra di Sarkozy …. e a costo zero. Ci sono scelte che sono di sinistra e che dovrebbero illuminare anche la nostra politica. Ecco perciò cosa ha fatto il premier francese Hollan-de (non parole, fatti!) in poco più di 3 mesi di gover-no. Ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate. Ha fatto inviare un docu-mento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipenden-ti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e in-sultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di ac-quistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupi-do, oppure è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”. Touché. Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmia-ti subito, spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della nazione”. Ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal com-pact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come in-segnanti nella pubblica istruzio-ne.

Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il va-lore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei pri-vati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli inve-stimenti nelle infrastrutture nazionali.Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un di-spositivo che consente di pagare tasse zero a chiun-que si costituisca come cooperativa e apra una libre-ria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare sol-di della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale.Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivisti-cole, fondazioni, e case editrici, sostituite da comi-tati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani busi-ness legati a strategie di mercato avanzate. Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizio-ne): “chi offre crediti agevolati ad aziende che pro-ducono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre invece strumenti finanziari paga una tassa supplementare: prendere o lasciare”.Ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i fun-z iona- ri governativi, del 32% di tutti i parla-

mentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribui-sce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disa-giate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque

anni, finché il bambino non va alle scuole elementari, e per

tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza toccare il pareg-gio di bilancio. Risultato? Lo spread con i bund tedeschi è sceso, per magia. È arrivato a 101 (da noi viaggia intorno a 350). L’inflazione non è sali-

ta. La competitività e la produttività nazionale

è aumentata nel mese di giugno per la prima volta

da tre anni a questa parte. Hollande è un genio dell’eco-

nomia?O è di sinistra?

Non sono tutti ugualidi Sandro Trani