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tre bicchieri IL SETTIMANALE ECONOMICO DEL GAMBERO ROSSO VINO, SALE LA SPESA NEI SUPERMARKET I TREND 2019 anno 10 - n. 46 - 21 novembre 2019 VENDEMMIA Produzione italiana più bassa del previsto: 44,5 mln/hl e meno 19%. L'andamento regionale FIERE Dalla sostenibilità all'architettura, ecco di cosa si è parlato al Simei. Lanciata la rete globale delle Donne del vino FOCUS Il Prosecco Doc festeggia i 10 anni con 2,5 mld di euro. Ora si guarda ad ambiente e nuovi mercati ESTERI Incroci, riciclo e bottiglie leggere. Così lo Champagne risponde al cambiamento climatico LIQUORI Ad un mese dai dazi Usa, strategie e bilanci dei brand italiani. Il Governo pronto al taglio delle accise

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trebicchieriIL SETTIMANALE ECONOMICO DEL GAMBERO ROSSO

VINO, SALE LA SPESA NEI SUPERMARKET

I TREND 2019

anno 10 - n. 46 - 21 novembre 2019

VENDEMMIA Produzione italiana più bassa del previsto: 44,5 mln/hl e meno 19%. L'andamento regionale

FIERE Dalla sostenibilità all'architettura, ecco di cosa si è parlato al Simei. Lanciata la rete globale delle Donne del vino

FOCUS Il Prosecco Doc festeggia i 10 anni con 2,5 mld di euro. Ora si guarda ad ambiente e nuovi mercati

ESTERI Incroci, riciclo e bottiglie leggere. Così lo Champagne risponde al cambiamento climatico

LIQUORI Ad un mese dai dazi Usa, strategie e bilanci dei brand italiani. Il Governo pronto al taglio delle accise

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LA FOTONOTIZIA

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LE BREVI

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LE BREVI

In Gdo cresce l'appeal del packaging in vetroAumenta la presenza del vetro sugli scaffali di su-permercati e negozi e, allo stesso tempo, aumentano le vendite dei prodotti confezionati con questo ma-teriale ecologico. Un segnale di come il concetto di sostenibilità stia prendendo piede anche nel principale canale distributivo. In particolare, per vino, birra e sughi l’85% del fatturato è assorbito da quelli confezionati in vetro, con tassi di crescita del 17% per i sughi, del 16% per le birre e del 13% per il vino, considerando il triennio 2016-2019. Mentre nel settore succhi, la crescita del fatturato è stata del 10%. I dati sono contenuti nell'analisi "Il contributo del packaging in vetro nella valorizzazione delle cate-gorie food&beverage. Implicazioni per la grande distri-buzione", realizzata per conto di Assovetro da Guido Cristini, docente dell'università di Parma, e presen-tata a Milano. Dal report, inoltre, emerge che rispetto a 40 anni fa per la produzione di bottiglie e vasetti si è ridotto del 50% il fabbisogno di energia e sono calate del 70% le emissioni. Un trend che trova conferme anche nel costante calo delle vendite dei contenitori in plasti-ca per il vino (come si può leggere nell'articolo Gdo, la ripresa c'è a pagina 22 di questo numero del Tre Bicchieri). “La sostenibilità ambientale è un tema su cui oggi i consumatori si sentono particolarmente coinvolti” ha sottolineato Marco Ravasi, presidente della sezione contenitori in vetro di Assovetro “anche quando scel-gono un prodotto al supermercato. Questo vento a favo-re del vetro, come packaging sostenibile, deve richiedere più che mai il nostro impegno”. La presenza del vetro, secondo la ricerca, è in aumento soprattutto nel seg-mento premium, stimato in crescita del 7-8% nel prossimo triennio.

foto ©Assovetro

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LE BREVI

VENDEMMIA. A raccolta conclusa scende ancora il dato italiano: 44,5 milioni di ettolitri. Buona la qualità secondo le stime Assoenologi, Ismea e Uiv

PRODUZIONE. Appaiono ulte-riormente un calo i dati vendem-miali 2019 rispetto alle stime di settembre. A raccolta ferma, infatti, le stime a tre Assoenolgi-Ismea-Uiv segnano una produzione complessi-va di vino e mosto di 44,5 milioni di ettolitri con una flessione del 19% sui 54,8 milioni del 2018. Rispetto alle previsioni di settembre - quan-do si prevedeva un produzione di 46,1 milioni di ettolitri (-16% sul 2018) – si è scesi di tre punti per-centuali. Si resta, dunque, al di sot-to della media quinquennale di 48,7 milioni di ettolitri, ma in testa alla classifica produttiva mondiale. A livello globale, infatti, non è stata un'annata particolarmente genero-sa sulle quantità, ma secondo le tre associazioni non ci si discosta trop-po dalle medie degli anni che hanno preceduto il boom della scorsa rac-colta, per una qualità diffusamente molto buona.

RACCOLTA POSTICIPATA. Come sempre, con i suoi circa 100 giorni, quella italiana si conferma essere la vendemmia più lunga di tutte. Ini-ziata in Sicilia nella prima settima-na di agosto (in ritardo rispetto agli anni precedenti) si è conclusa sempre sull'isola alle pendici dell'Etna tra fine ottobre e primi di novembre, contem-poraneamente ad Alto Adige (con gli

ultimi conferimenti di Nebbiolo) e Campania (con l'Aglianico di Taurasi). Complessivamente, in tutta la peniso-la si è riscontrato un ritardo dell’inizio delle operazioni vendemmiali dai 7 ai 15 giorni. I ritardi hanno, però, gio-cato un ruolo positivo e determinan-te sulla qualità del prodotto raccolto, avendo beneficiato, da Nord a Sud, di un clima particolarmente asciutto, se non con qualche sporadico giorno di pioggia che però non ha influito sulla qualità delle uve. Si prospetta, quindi, un'annata vinicola molto buona, fatta eccezione per le zone colpite da feno-meni temporaleschi di forte intensità. Adesso, però, molto dipenderà dal la-voro in cantina. LE REGIONI. Tutte le regioni italia-ne hanno segnato un decremento pro-duttivo più o meno marcato, ad ecce-zione della Toscana che, invece, ha registrato un aumento del 10% rispet-to al 2018. A subire il calo maggiore è la Lombardia (-40% rispetto all'an-nata 2018), seguita da Sicilia (-28%) e Sardegna (-25%). Contengono le per-dite Valle d'Aosta (che non sale e non scende rispetto al 2018), Molise (-5%) e Campania (-7%). In valori assoluti, il Veneto rimane in alto alla classifi-ca delle regioni più produttive (11,2 milioni di ettolitri; -16%), seguito da Puglia (7,6 milioni di ettolitri; -20%) ed Emilia Romagna (7,1 milioni di et-tolitri; -23%). - L. S.

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Piemonte 2.905 2.290 -615 -21%Valle d'Aosta 17 17 0 0%Lombardia 1.713 1.030 -682 -40%Trentino Alto Adige 1.59 1 1.350 -241 -15%Veneto 13.413 11.270 -2.143 -16%Friuli Venezia Giulia 2.167 1.700 -466 -22%Liguria 46 41 -5 -11%Emilia-Romagna 9.260 7.140 -2.120 -23%Toscana 2.335 2.570 235 10%Umbria 444 340 -104 -23%Marche 968 730 -238 -25%Lazio 781 630 -151 -19%Abruzzo 3.423 3.060 -363 -11%Molise 239 228 -11 -5%Campania 616 570 -46 -7%Puglia 9.521 7.620 -1.901 -20%Basilicata 94 80 -14 -15%Calabria 116 107 -9 -8%Sicilia 4.701 3.400 -1.301 -28%Sardegna 434 325 -109 -25%ITALIA 54.783 44.500 -10.284 -19%

Produzione italiana di vino e mosto (.000 di hl)

Mi hanno portata in Franciama il mio cuore è tutto perun piatto di pappa al pomodorocon olio di Frantoio*!*UNA DELLE CULTIVAR PRINCIPALI DELLA TOSCANA.

Nel nostro Paese ci sono più di 500 cultivar di olive che danno vita a extravergine unici e straordinari. Porta in tavola tutta la loro ricchezza.campagneistituzionali.it/oliosutavola

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OLIOsu tavol a

i capolavori dell’extravergine.

In occasione della Fiera Internazionale del TartufoBianco d’Alba, Ismea e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in collaborazione con il Gambero Rosso, danno vita a una serie di eventi nell’ambito della campagna di comunicazione sul settore olivicolo-oleario “OLIO SU TAVOLA” – I capolavori dell’extravergine, progettata per promuovere una maggiore conoscenza, presso il pubblico italiano, della grande varietà di extravergine di qualità presenti nel nostro Paese e delle oltre 500 cultivar che danno vita a un patrimonio di gusto e cultura unico e inimitabile.

Tale varietà incide sull’assortimento dei punti venditae, di conseguenza, sul comportamento del consumatoreal momento dell’acquisto: laddove c’è maggiore scelta,il cliente tende a soffermarsi di più di fronte allo scaffale.Al contrario, nei luoghi in cui c’è uno sbilanciamento versole grandi marche, gli acquisti sono più veloci perché basatisul prezzo. Il tempo medio passato davanti allo scaffaledegli oli si è allungato, e questo rappresenta una grande opportunità per comunicare con il consumatore, a partireda un’etichetta più chiara.

OLIO SU TAVOLA - CAPOLAVORI DI GUSTO:una campagna per valorizzare gli extravergine d’oliva.

EVO TASTING EXPERIENCE Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: il calendario degli appuntamenti

PROGRAMMA DI NOVEMBRE Sala Beppe Fenoglio – Cortile della Maddalena

Stefano Polacchi (ita): “La favola della leggerezza. I campioni del nord”

Giulio Scatolini (ita): “Il gioco dei profumi. Variazioni tra carciofo e pomodoro”

Indra Galbo (ita-eng): “L’equilibrio e l’armonia… Questioni di stile”

Domenica 17 novembre

Domenica 10 novembre

Domenica 3 novembre 17:30

17:30

17:30

Giulio Scatolini (ita): “La forza del sole. Carattere ed eleganza”Domenica 24 novembre 17:30

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LE BREVI

Bollicine sostenibili. Il punto UivCava, Champagne e Franciacorta a confronto sul-la sostenibilità al Salone curato da Unione italiana vini. Al centro un tema caldo su cui il Mipaaf sta lavorando per raggiungere uno standard unico nazionale che copra l'intero ciclo produttivo. Best practice in campo, dunque, a partire dall'Italia e dal distretto della Docg bresciana del Franciacor-ta, dove l'azienda Berlucchi con il suo amministra-tore Arturo Ziliani ha illustrato il cammino verso il biologico e, soprattuto, il progetto Accademia Berlucchi, un luogo di confronto di idee per la cura e il massimo rispetto del territorio, basato sull'innovazione. In Spagna, i produttori di Cava sono impegnati in progetti per il rispetto dell'am-biente, come Eva Plazas Torné, l'enologo di Cavas Vilarnau, che ha illustrato le strategie per ridur-re i consumi di energia e acqua, ma anche per eliminare la plastica dai suoi orizzonti. L'azienda ha ricevuto la certicazione di “Wineries for clima-te protection” (Wfcp) da parte della Federazione spagnola del vino (Fev). In Francia (come illustrato a pagina 18 di questo numero), Pierre Naviaux, re-sponsabile del progetto per lo sviluppo sostenibile del Comité Champagne, ha spiegato i tre livelli di azione per una Aoc ecologica: piano acqua, piano biodiversità e piano carbonio.

PROSCIUTTO DI CARPEGNA DOP: una tradizione ritrovata

Il Prosciutto di Carpegna DOP nasce tra le verdi colline del Montefeltro, accarezzate dall’aria salmastra delle correnti del vicino Adriatico. Un vero e proprio giacimento del gusto, una riserva protetta dalla DOP, una sorta di bene culturale volto a trasmettere i valori tipici dell’arte: la gestualità degli artigiani e una ricetta medioevale che si tramanda di generazione in generazione.

SIMEI. Non solo esposizione. Ecco tutti i convegni e i premiati di questa 28esima edizione del Salone. Lanciata la rete globale dell Donne del Vino

Per quattro giorni (fino al 22 no-vembre) Milano è diventata

la capitale della tecnologia vitivinicola, grazie alla 28esima edizione del Sa-lone internazionale delle Macchine per Enologia e

Imbottigliamento. “Il Si-mei” è il commento del pre-

sidente di Unione Italiana Vini Ernesto Abbona (in foto) “ha accom-

pagnato l’evoluzione dell’industria vitivinicola, contribuendo a stimolarne e ad accelerarne il processo di innovazione. Se il vino italiano, in questi decenni, ha virato verso l’eccellenza qualitativa ormai riconosciuta a livello mondiale, e se la viti-enologia è diven-tata industria globale radicandosi in contesti geografici nuovi che non avevano alle spalle alcuna tradizione produttiva, moltissimo lo dobbiamo alle aziende oggi presenti al Salone”. Un'edizione, quest'ultima, incentrata su quattro temi spe-cifici: la sostenibilità, con testimonianze del mondo pro-duttivo della spumantistica e l'intervento delle istituzioni ministeriali che stanno mettendo a punto uno standard nazionale unico; l’affinamento e l'utilizzo del legno in can-tina, ambito in cui l’Italia può ritrovare un ruolo di guida e leadership; l'architettura e il design, con la presenza di Oli-vier Chadebost, architetto, ingegnere e designer di cantine di fama internazionale (come quelle di Chateau d’Yquem e di Cheval Blanc) che ha aperto il conve-gno Architetture e cantine: temi e stru-menti; le donne, con la prima Conven-tion Mondiale delle Donne del Vino, che darà il via alla prima rete globale di produttrici e operatrici vitivinicole.

TECHNOLOGICAL INNOVATION AWARD menzione speciale per progetti realizzati grazie a grande

competenza scientifica e a esperienze in campo

• Bucher Vaslin• Della Toffola Spa• Diam Sugheri Srl

• Gai Macchine Imbottigliatrici spa• Gruppo Bertolaso

• Guala Closures • Sas Oeno Concept

• Parsec Srl• Raytec Vision Spa

NEW TECHNOLOGY per progetti che prevedono innovazioni

di processo e di prodotto

• Innovoeno srl• Aeb spa

• Amorim Cork Italia Spa Unipersonale• Dainese srl

• Defranceschi srl• Diemme Enologia spa

• Hts Enologia di Luigi Scavone• Nortan srl

• Tmci Padovan spa• Vinventions Sa

I PREMIATI

QUANTO VALE LA TECNOLOGIA ITALIANA DEL SETTORE VITIVINICOLO?

Il 2018 si è chiuso con un export di oltre 2,3 miliardi di euro l’anno, mentre i dati dei primi cinque mesi del 2019 registrano

un incremento del 10% rispetto al 2018, per un volume d’affari di circa 900 milioni di euro

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LE BREVI

DENOMINAZIONE

PROSECCO DOC. Ieri, oggi e domani: in 10 anni raggiunti i 2,5 mld di euro

Nessuna denominazione di origine italiana può vantare il primato di cre-scita del Prosecco Doc che, qualche giorno fa, ha festeggiato a Roma, il decennale con un + 242% rispetto al 2010, attestandosi a 485 milioni di bottiglie e un valore che supera 2,5 miliardi di euro. Nemmeno il Pinot grigio - un altro grande successo pla-netario del vino italiano - si avvicina ad una tale mole di crescita. LE ORIGINI. Tutto inizia il 19 no-vembre 2009 con la fondazione a Treviso del Consorzio di tutela, at-tualmente presieduto da Stefano Zanette, giusto qualche mese dopo, il 17 luglio, la promulgazione del Prosecco come Denominazione di origine controllata. Promulgazione e fondazione che, di fatto, hanno de-lineato una nuova fisionomia dell'in-tero sistema legato all'uva glera e allo spumante Prosecco, che così si è affiancato alle due Docg Conegliano Vadobbiadene e Asolo. Un sistema che ha creato le condizioni per spic-care il volo sui mercati europei e in-ternazionali. I NUMERI. "Siamo partiti con una produzione che non arrivava a 142 mi-lioni di bottiglie" ha detto Zanette "per attestarci, a distanza di un decennio, a numeri più che triplicati. Si tratta di una strada intensa e ricca di risultati che oggi si traduce in un successo mon-diale, in partnership culturali e sportive prestigiose, e soprattutto nella creazio-ne di molti posti di lavoro e in un con-tributo fondamentale alla bilancia com-merciale italiana, visto che il 75% delle nostre bottiglie viene esportato per un valore pari a 1,8 miliardi di euro”. Oggi il Prosecco Doc vuol dire 24.450 etta-ri vitati, 11.102 aziende produttrici,

1.211 aziende vinificatrici e 348 case spumantistiche situate in 9 provincie (Treviso, Vicenza, Padova, Venezia, Belluno, Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste) tra Veneto ( 19.922 ettari) e Friuli Venezia Giulia (4.528 ettari ). EXPORT. "Adesso, però, bisogna puntare a mercati nuovi, perché il nu-mero dei degustatori e consumatori raggiunto e fidelizzato in Europa è for-se ormai arrivato al massimo sviluppo" ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimilia-no Fedriga. Attualmente, la Gran Bretagna copre quasi il 28,7% della quota export, seguita da Stati Uniti (22,5%), Germania (11,9%) e Francia (5,2%). Guardando invece al mercato interno, il Nord Ovest registra quota 37%, il Nord Est 30%, il Centro 19%, mentre il rimanente 14% spetta al Sud e alle Isole. SOSTENIBILITÀ. Tra i prossimi obiettivi del Consorzio c'è anche la sostenibilità, con la certificazione territoriale dell'intera denominazio-ne secondo lo standard Equalitas. Tra le attività per la difesa della bio-diversità, viene, inoltre, promossa la costituzione di siepi e boschetti con

il progetto "Mosaico Verde", che nel 2018 ha già all’attivo 76,7 ha (stia-mo parlando di una linea larga un metro e lunga ben 760 km.) di sie-pe certificati, che dovranno essere mantenuti.

a cura di Andrea Gabbrielli

Il francobollo del Prosecco DocPer l'occasione del decennale, è stato presentato un francobollo celebrativo del Prosecco Doc stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. (tiratura: un milione di esemplari), che raffigura delle vigne con le Alpi sullo sfondo, un tipico paesaggio italiano del nord est evocativo, in particolare, del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, le due regioni produttrici. In alto a sinistra del valore postale è riprodotto il logo del decimo anniversario del Consorzio di tutela. Completano il francobollo la legenda “Consorzio tutela Prosecco Doc", la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”.

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LE BREVI

AGRITURISMO. Settore in crescita nel 2018. Giro d'affari a 1,39 miliardi di euro. Gli stranieri sostengono la domanda. Offerta sempre più diversificata.

L'agriturismo moderno prende piede in Italia, grazie soprattutto alle esigenze degli stranieri che stanno sostenendo la domanda di un comparto capace di muovere un giro d'affari di quasi 1,4 miliardi di euro. La fotografia Istat del 2018 parla di settore dinamico, come testimoniano gli incrementi in alcuni parametri fondamentali, ovvero l'au-mento del numero dei comuni che ospi-tano agriturismi (+2,9%), ma anche quello delle presenze (+5,6%) e degli arrivi (+5,9%).

ARRIVI E PRESENZE. Nel 2018, sono stati 3,4 milioni gli arrivi (+0,2 milioni rispetto al 2017) di cui 1,8 milioni di nazionalità italiana e 1,6 milioni estera. L’incremento di clienti

provenienti da altri Paesi è, tuttavia, quasi più del doppio di quello domesti-co (8,6% contro 3,5%). Anche la perma-nenza in agriturismo (media delle notti trascorse) è più alta per gli stranieri (4,8 notti contro le 3,1 degli italiani).

OFFERTA RISTORATIVA. Sempre più numerosi gli agriturismi con degu-stazione e ristorazione. Nel 2018 sono 5.199 le aziende auto-rizzate alla degustazione, pari al 22% delle aziende agrituristiche nel com-plesso (+7,2% sul 2017). Oltre il 70% di questi agriturismi è nel Centro-nord. Tra le aree più dinamiche, l'Istat segna-la il Mezzogiorno (+17,4%), mentre nel Nord-ovest la crescita è del 5,4%. A livello regionale, l’aumento più con-

sistente si registra in Puglia (+65,2%) e in Sardegna (+16,4%). Nel 2018, sono 11.649 gli agriristori (o agriturismi au-torizzati alla ristorazione) che segnano una crescita del 2,1% rispetto al 2017. Toscana, Lombardia ed Emilia Roma-gna sul podio degli agriristori, poi Pu-glia e Sardegna.

RUOLO DELLE DONNE. Resta pra-ticamente invariata, tra 2017 e 2018, la quota di aziende condotte da donne: 36% del totale nazionale, da 8.483 a 8.563 (+0,9%). La presenza femmini-le è più elevata in Basilicata (50,8%), Liguria (49,8%), Campania (49,1%), Valle D’Aosta (48,3%) e Abruzzo (48%). In Trentino-Alto Adige c'è la minor in-cidenza (14,8%).

COSA CHIEDONO I TURISTI. I de-sideri dei visitatori sono stati eviden-ziati da AgrieTour, salone nazionale svoltosi ad Arezzo Fiere, che ha confer-mato come negli anni sia aumentata la richiesta di pacchetti legati all’enoga-stronomia, con una crescente domanda di esperienze: tour enogastronomici, degustazioni e corsi di cucina.

FATTORIE DIDATTICHE. Nel 2018, le aziende che svolgono attività di fat-toria didattica sono 1.516 (dato Istat), il 6,4% del totale delle aziende (6,7% nel 2011 primo anno per il quale sono disponibili i dati). Rispetto al 2011, quelle a gestione femminile aumenta-no del 40%, mentre quelle gestite da maschi segnano un +31%.

La sopravvivenza delle impreseL’età media degli agriturismi italiani attivi fino al 2018 è di poco inferiore ai 12 anni; i più e i meno longevi sono quelli del Nord-est (13,4 anni) e del Sud (10,7 anni). All’avvio dell’azienda l’età media del conduttore è di poco inferiore ai 43 anni. I più giovani sono nel Nord-est (41,1 anni) e i più anziani nel Centro (43,8 anni). La probabi-lità di sopravvivenza a un anno dalla nascita è del 94% (tra 89% nelle Isole e 98% nel Nord-est). Dopo 10 anni di vita, questa probabilità si riduce significativamente ma, ad eccezione del Sud, non scende mai sotto il 52%. In generale, secondo Istat, i conduttori/fondatori giovani, cresciuti con le loro aziende, hanno maturato un’espe-rienza nel settore che probabilmente facilita l’attività di impresa.

a cura di Gianluca Atzeni

Il territorio, per un vino, non è costituito soltanto dal suolo dove crescono i filari di vite, ma è anche un paesaggio, un elemento visivo. Su questo concetto si basa l'iniziativa del Consorzio di tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti Docg, che ha scelto la via del turismo esperienziale, per diffonde-re maggiore conoscenza e consapevolezza nelle aree Unesco che rappresentano il cuore di questa grande Docg, che può vantare luoghi preziosi e tutelati come Canelli e le sue cattedrali sotterranee. In particolare, si tratta di instal-lazioni in materiale acciaio Corten (resistente all'azione degli agenti atmosferici), studiate per integrarsi con l’ambiente circostante. Dalle forme essenziali, queste strutture offriran-no informazioni utili “attirando inoltre l’attenzione sui punti di interesse, senza interferire con la visuale”, scrive il Consorzio. Dislocate per le strade, tra le rotonde, di fronte alle cantine e ai vigneti a Moscato, il loro posizionamento è stato studiato affinché i turisti che attraversano il nostro territorio abbiano sempre chiara la loro permanenza all’interno dell’universo della denominazione. Una sorta di firma del territorio, che dovrebbe avvicinare produttori e consumatori.

ENOTURISMO. Installazioni in acciaio per l'Asti Docg. Una firma sul territorio

Il Vino Nobile di Montepulciano regala un parco. Ben 400 alberi sono stati, infatti, piantati dai produttori aderenti al consorzio della Docg senese, insieme ai bambini delle scuo-le primarie. Entro il 2021 arriveranno a 1.200 piante. Un messaggio contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Il progetto rientra nel più ampio obiettivo della certi-ficazione di sostenibilità, secondo lo standard Equali-tas, che il distretto vitivinicolo del Vino Nobile di Montepul-ciano - tra i primi in Italia - sta raggiungendo. L'iniziativa dal titolo “alberi, non parole” ha visto la collaborazione del Comune di Montepulciano, dell’Usl Toscana sud est e della Giorgio Tesi vivai tramite la Fondazione Giorgio Tesi onlus. La piantumazione delle prime piante farà nascere in pochi anni un parco all’ospedale di Montepulciano. Per rimarcare il rispetto per il paesaggio, sono stati utilizzati solo alberi che appartengono alla tradizione toscana: leccio, orniello, ontano, sorbo, gelso, roverella e acero campestre.

SOSTENIBILITÀ. Il Nobile di Montepulciano dona un parco alla comunità

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UNGULATI. In Toscana ultrasuoni per proteggere le vigne. Presentato progetto pilotaPer molte imprese vitivinicole i danni da ungulati sono peggiori di qualsia-si siccità o grandinata. E in Toscana il problema è particolarmente sentito, dal momento che sulle medio-colline di questa regione per ogni cento ettari ci sono almeno venti cinghiali, rispet-to a un piano faunistico che parla di un massimo di cinque. Nel complesso, sono oltre 400 mila gli ungulati stima-ti in tutta la Toscana, tra caprioli, cin-ghiali, daini, etc. Le reti utilizzate dagli agricoltori sono molto costose e van-no periodicamente rinnovate. Inoltre, non si possono installare ovunque. Da un anno (primo esperimento in Italia), alcune imprese agricole (Ba-rone Ricasoli come capofila, Agricola San Felice, Azienda dell'Agnello Vilio e Azienda Meini Fabrizio) stanno speri-mentando l'installazione di dissuasori a ultrasuoni, sviluppati nell'ambito di una partnership che vede coinvolti Natech, Consorzio nazionale interu-

niversitario per le telecomunicazioni, Università di Pavia, Wwf Arezzo onlus, Parco nazionale delle foreste casen-tinesi, Monte Falterona e Campigna, Ente di assistenza tecnica e forma-zione della Confagricoltura Toscana (Erata). Si tratta di dissuasori capaci di emettere frequenze a ultrasuoni a cui sono sensibili solo gli animali che si vogliono tenere lontani dalle coltiva-zioni. L'obiettivo, in questa fase pilota che andrà avanti fino al 2021, è creare reciniti invisibili e corridoi per in-durre gli ungulati a percorrere altre direzioni che non siano quelle delle colture in campo.Per l'imprenditore, installare un dis-suasore acustico a ultrasuoni potrà costare circa seicento euro. I dissuaso-ri agiscono in un raggio di circa trenta metri e non hanno limiti di posizio-namento rispetto al bordo stradale o rispetto ai corsi d'acqua, come accade per le reti. G. A.

DEAL. Antinori acquisisce Rubbia al Colle dalla famiglia MuratoriDalla gestione dei vigneti e dell'attività di vinificazione alla completa acquisizione della tenuta. Così Rubbia al Colle è passata totalmente, da luglio a novembre, dalla famiglia lombarda Muratori al gruppo Marchesi Antinori, la casa toscana che aggiunge, così, un nuovo tassello all'universo di tenute di proprietà, nell'ambito di una strategia che punta all'autosufficienza per tutti i vini, come ha sempre sostenuto l'amministratore delegato, Ren-zo Cotarella. La moderna cantina di Rubbia al Colle, nel cuore della Val di Cornia, a pochi chilometri dal borgo di Suvereto, accoglierà le uve per l'Igt Toscana Villa Antinori. La cantina è interrata e a basso impatto ambientale. A re-gime può produrre circa 500 mila bottiglie. Fu inaugurata nel 2008 con tanto di concerto dei Pooh nella barriccaia da oltre 3 mila metri quadrati e i piatti dello chef Gianfranco Vissani. Le varietà di uve coltivate (72 ettari sui 96 totali, divisi in tre poderi) sono prevalentemente Sangiovese, poi Cabernet e Merlot. Per i fratelli Muratori, imprenditori tessili da cinquant'anni e proprietari della Giemme Filati di Capriolo (Brescia), che in Franciacorta, ad Adro, sono titolari della casa spumantistica biologica Villa Crespia, si tratta di una cessione che rientra nella volontà di rima-nere un'azienda a gestione famigliare: “Siamo convinti che riusciremo a valorizzare ancora meglio e sempre più la nostra realtà franciacortina. Villa Crespia è la realtà di casa, la più vicina, quella che da sempre conosciamo e su cui siamo più af-fini”, è il commento dei vertici societari, che con questa operazione (di cui non è stata resa nota la cifra) completa-no il percorso di cessione delle cantine che facevano parte del progetto “Arcipelago” lanciato nel 1999 (con le famose “isole” a Ischia, Benevento, Suvereto e Adro). - G. A.

BILANCI. Masi Agricola, ricavi a 45,6 mln.

Terzo trimestre in leggera crescita per Masi Agricola. La società presieduta da Sandro Boscaini e quotata al listino Aim di Borsa Italiana ha totalizzato ricavi per 45,6 mi-lioni di euro tra gennaio e settembre 2019, con un +1% rispetto ai 45,1 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. In aumento sia il mercato italiano sia l'ex-port. In calo il margine operativo lordo, da 9 a 7,5 milioni di euro (pesano le performance dei vigneti con le rese in-feriori per Amarone e Valdobbiadene decise dalla Regione Veneto; ma anche i costi di produzione più alti). I mercati di riferimento del Gruppo, rende noto l'azienda, se affrontati in modo convenzionale rendono difficile la crescita dei volumi e una tenuta delle marginalità. In que-sto contesto generale, si spiega il cambio di distributore in Germania dal 1 gennaio 2020 e anche l'apertura di un ulteriore wine bar a marchio Masi nel centro di Monaco di Baviera.

DIRITTO VITIVINICOLOMarchi di Serie A? Il caso Amarone vs Famiglie d'arte

Salvo clamorosi colpi di scena in un presumibile ricorso per Cassazione, sembra conclusa la contro-versia tra il Consorzio per la Tutela dei Vini di Valpolicella e la Società Cooperativa a Responsabi-lità Limitata “Le Famiglie dell’Amarone d’Arte”. Il Consorzio, a suo tempo, ha citato in giudizio la società cooperativa per farne dichiarare l’illegittimità della denominazione sociale, in quanto in contrasto con la menzione tradizionale “Amarone”; la nullità del relativo marchio commerciale

riprodotto su ogni singola bottiglia delle imprese socie; nonché la condanna per concorrenza sleale posta in essere dalle socie de “Le Famiglie” in danno degli altri produttori di vino Docg “Ama-

rone della Valpolicella”. In estrema sintesi, la tesi del Consorzio deduceva che le imprese de “Le Famiglie” si avvalessero di una denominazione (e di un marchio commerciale) passibile di ingannare il consumatore circa l’esistenza di una compagine con un disciplinare più restrittivo e quindi “di serie A” rispetto agli operatori che non ne fanno uso. “Amarone d’Arte” apparirebbe, quindi, più pregiato rispetto all’Amarone Docg, senza che vi sia un apposito disciplinare approvato dagli organi competenti. Il Tribunale di Venezia ha accolto le doglianze del Consorzio e la locale Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado. In primo luogo, è stata confermata la tesi del Consorzio che ritiene “laudativa” la denominazione “Amarone d’Arte”. In secondo luogo, i giudici di secondo grado hanno riconosciuto il legittimo diritto del Consorzio ad agire in giudizio per la tutela di qualsiasi denominazione dell’Amarone, essendosi costituito nel 1970 per la tutela delle denominazioni protette “Valpolicella” e “Recioto della Valpolicella” e dal 2000 anche le denominazioni “Valpolicella Ripasso” e “Amarone della Valpolicella”, in ciò riconosciuto dal Mipaaf. In terzo luogo, la Corte d’Appello di Venezia ha confermato la nullità del marchio della società, recante una grande “A” in maiuscolo e in piccolo la dicitura “Amarone Families – Famiglie dell’Amarone d’Arte” in base al doppio presupposto per cui la lettera “A” indicherebbe un prodotto di “serie A” e la locuzione “D’Arte” avrebbe una portata “laudativa”, perché indicherebbe surrettiziamente una ma-nifattura del prodotto rispondente a una qualità superiore e a regole più restrittive rispetto a quelle previste dal disciplinare di produzione. In sostanza, il consumatore sarebbe ingannato, credendo di trovarsi di fronte a un “Amarone della Valpolicella” di qualità superiore rispetto a quello normalmente tutelato dal Consorzio.

– Giulia Gavagnin, esperta in diritto ambientale e [email protected]

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GAMBERO ROSSO 14TRE BICCHIERI

LE BREVI

CONSUMO. 10 trend del vino per il futuro prossimo. L'indagine Wine Mania

La bottiglia da casa al ristorante, i vini a bassa gradazione alcolica e quelli ve-gani; la riscossa degli orange wine e dei vini rosati. Che vino berremo nei pros-simi anni? A evidenziare 10 trend del settore ci ha pensato Espresso Com-munication nell'indagine Wine Mania, su parere di 40 esperti del settore tra sommelier e wine blogger italiani.

VINI VEGANI. Parliamo di quei prodotti frutto di un processo pro-duttivo che non prevede interazioni di derivazione animale, in vigneto e in cantina. Non a caso solo qual-che giorno fa, il colosso britannico Marks&Spencer ha annunciato che entro il 2022 sugli scaffali dei suoi supermercati si troveranno esclusi-vamente vini di questa tipologia.

VINI ROSATI. Grande bevibilità e produzione sempre più versatile e orientata alla qualità fanno dei “nuovi” vini rosati un segmento di sicuro inte-resse per il settore Horeca, superando gli stereotipi che in passato hanno li-mitato l'apprezzamento da parte di un pubblico di bevitori eterogeneo. Non è un caso che molte denominazioni stiano inserendo la tipologia nei loro disciplinare, Prosecco compreso.

VINI LOW ABV. I vini a basso gra-do alcolico, di gradazione compresa tra i 6 e gli 8,5, rappresentano un mercato potenzialmente molto ap-petibile, perché avvicinano al mondo del vino anche i giovanissimi e sono attenti al rapporto alcol salute. Van-no in questa direzione anche le nor-mative sul consumo di alcol sempre più stringenti, compresa la prossima Pac che potrebbe addirittura aprire ai vini senza alcol.

VINI ORGANICI. Non proprio una novità, anzi una moda ormai sdoga-nata. I vini naturali, prodotti senza il ricorso a chimica di sintesi in vigna e cantina e secondo i dettami dell'agri-

coltura biologica, piacciono molto a un pubblico trasversale e conquistano i cataloghi di enoteche e wine bar at-tenti alle piccole produzioni responsa-bili e sostenibili.

VINI ALLA CANNABIS. Moda dif-fusa soprattutto all'estero, Califor-nia in testa. Sebbene il primo “vino” alla canapa prodotto in Europa, or-mai un paio d'anni fa, fu lanciato sul mercato da una cantina italiana, in collaborazione con un'azienda mar-chigiana che coltiva canapa a fini tes-sili e alimentari. Le prospettive per il futuro? In America, dice l'ultimo rapporto in merito, le vendite di be-vande alla cannabis sono destinate a superare il miliardo di dollari entro quattro anni, grazie a una regola-mentazione più permissiva. Diversa la situazione da questa parte dell'At-lantico. Ma chissà...

BRING YOUR OWN BOTTLE. Mangi al ristorante, ma porti con te la bottiglia di vino che preferisci. La tendenza – comunemente detta dirit-to di tappo - è già piuttosto radicata in diversi mercati internazionali e di solito prevede il pagamento di una “cork fee” per la stappatura. In Italia, dove in diritto di tappo costa in media

10 euro, aumentano costantemente i locali che accettano la pratica.

VINI IN LATTINA. Il mercato italia-no è decisamente restio, ma Business Insider segnala che negli Stati Uniti il 28% dei millennial preferisce bere vino in lattina, per questioni econo-miche e pratiche. E infatti una ricerca di CNBC stima per il mercato dei can-ned wine un business da 45 milioni di dollari.

ORANGE WINE. Ancora un trend ben definito e in auge da diversi anni. Ma il mercato dei “vini arancioni”, ottenuti tramite prolungata macera-zione sulle bucce di uve bianche, sem-bra destinato a crescere ancora. Non a caso, il 2020 sarà anche l'anno del debutto di questa tipologia di vino a Vinitaly in un'area apposita.

RIESLING. Il successo dei bianchi tedeschi vale molto più per l'estero che per il mercato italiano. Ma è da tenere presente.

CABERNET FRANC. Il rosso fran-cese resta un must anche in Italia, con un rinnovato interesse produttivo che coinvolge soprattutto la viticoltura della costa toscana.

a cura di Livia Montagnoli

Vòce Aimo e Nadia - MilANo 30 novembre 2019

Magorabin - ToriNo 11 dicembre 2019

Nazionale ristorante - lecce - 23 gennaio 2020

la Ménagère - FireNze - 18 febbraio 2020

checchino dal 1887 - roMA - 12 marzo 2020

Archivio Storico - NApoli - 8 aprile 2020

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GAMBERO ROSSO 16TRE BICCHIERI

LE BREVI

supervisione editorialeMassimiliano Tonellicoordinamento contenutiLoredana Sottile [email protected] collaboratoGianluca Atzeni, Andrea Gabbrielli, Livia Montagnoli, Giulia Gavagninifoto (cover)Marco Chilese - Unsplashprogetto graficoChiara Buosi, Maria Victoria [email protected] - 06.55112201pubblicitàdirettore commerciale Francesco Dammicco - 06.55112356 [email protected]. pubblicità Paola Persi - 06.55112393 [email protected]

FINO AL 22 NOVEMBRE SIMEI 2019 Milano Fiera Milano-Rho simei.it

22 NOVEMBRE CONGRESSONAZIONALE AIS Verona fino al 24 novembre congressonazionale.aisitalia.it

22 NOVEMBRE VINICIBANDO salone itinerante del cibo d'eccellenza in 5 città del Lazio fino al 26 novembre

23 NOVEMBRE MERCATO DEI VINIFIVI Piacenza Expo fino al 25 novembre mercatodeivini.it

24 NOVEMBRE DURELLO AND FRIENDS Verona Palazzo della Gran Guardia fino al 25 novembre

24 NOVEMBREDEGUSTAZIONEBEREBENE 2020 vini italiani con il miglior rapporto qualità-prezzo selezionati da Gambero Rosso. Ore 17-21 Foyer dell'Auditorium della Conciliazione, Roma https://store.gamberorosso.it/

25 NOVEMBRE WINE2WINE forum internazionale sul wine business organizzato da Veronafiere e Vinitaly - Verona fino al 26 novembre

29 NOVEMBRE STATI GENERALIDELL'EXTRAVERGINE DIOLIVA a cura delle Città dell'Olio Siena fino all'1 dicembre

29 NOVEMBRE LA TERRA TREMA Milano Leoncavallo spazio pubblico Via Antoine Watteau, 7 fino al 1 dicembre laterratrema.org

30 NOVEMBRE FOOD & WINE IN PROGRESS 2019 Stazione Leopolda Firenze fino al 1 dicembre foodandwine inprogress.it

1 DICEMBRE VINI CORSARI Barolo (Cuneo) Castello di Barolo fino al 2 dicembre vinicorsari.com

ENO MEMORANDUM

I VINI E GLI ABBINAMENTI CONSIGLIATI

Ber

a

Alta Langa Brut M. Cl. ‘12

Blend di pinot nero e chardonnay coltivati sulle colline delle Langhe, l’Alta Langa ha un bouquet complesso di crosta di pane, burro e frutti tropicali. Perlage fine e persistente, per un palato, delicato e intenso un nerbo acido che lo rende particolarmente acido. Un vino perfetto sia come antipasto che da tutto pasto.

Barbaresco Rabaja Riserva

Si presenta con il suo colore rosso rubino brillante con riflessi aranciati il Rabaja ‘12, vino di grande nobiltà, austero, elegante, ottenuto da uve nebbiolo provenien-te da vigneti di proprietà dal prestigioso crù Rabaja in Barbaresco. Composito ed etereo con profumi di viola, confettura di frutta rossa, fra le spezie pepe e vaniglia. Un Barbaresco di buona struttura e tannicità. Abbinamento classico: carni rosse, formaggi stagionati e pappardelle ai funghi porcini.

Moscato d’Asti ‘18

Il Moscato d’Asti ‘18 si staglia intenso e preciso su note di agrumi, erbe secche e frutta bianca, preludio di un sorso armonico ma certo non sprovvisto di polpa. Si accompagna idealmente al dessert e in particolare alle creme, alle crostate di frutta, alla piccola pasticceria.

LOC. CASCINA PALAZZO | VIA CASTELLERO, 12 | NEVIGLIE (CN)6 WWW.BERA.IT | ( 0173 630194

Le grandi cantine del Piemonte

L’azienda Bera, situata nelle Langhe tra Alba e Asti, sulla strada che da Barbaresco e Neive sale verso Neviglie, è da tempo legata alla produzione del Moscato d’Asti e dell’Asti. I suoi vigneti si estendono su una superficie di 35 ettari di cui oltre 29 a vigneto. La filosofia di

base è molto rispettosa della tradizione, del territorio e delle varie pratiche di lavorazione che vengono seguite direttamente durante tutte le fasi della produzione, dalla coltivazione della vite alla vinificazione e all’imbottigliamento. Oltre al Moscato l’azienda produce Dolcetto e Barbera, i moderni Chardonnay e Pinot per Alta Langa e il tradizionale Nebbiolo che dà origine all’Alladio, al Barbaresco e al Barolo.

GRANDI CANTINE ITALIANE. Piemonte/2

TRE BICCHIERI17GAMBERO ROSSO

Insieme alla guida Berebene, tor-na l'atteso evento del Gambero Rosso che, domenica 24 novem-bre a Roma, nel Foyer dell'Au-ditorium della Conciliazione, ripropone la degustazione dei vini italiani col miglior rapporto qualità-prezzo. Dalle 17 alle 21, i banchi d'assaggio dedicati alle cantine saranno aperti e la degu-stazione sarà accompagnata dalle

proposte gastronomiche, in un viaggio tra le ec-cellenze vinicole italiane. "Nel lungo strascico del-la crisi economica che abbiamo vissuto negli ultimi anni, reperire presso le enoteche e gli scaffali della Gdo etichette che si aggirano sui 13 euro” spiegano i curatori della guida, Stefania Annese e William Pregentelli “permette un consumo più democratico e capillare, che noi cerchiamo di indirizzare verso pro-dotti di altissima qualità". Sono 1.450 i vini entro i 13 euro segnalati, 1.100 le cantine rappresenta-te, 849 premi qualità-prezzo, 9 premi nazionali suddivisi per aree geografiche e tipologia e 21 premi regionali.

https://www.gamberorosso.it/noti-

zie/notizie-vino/guida-berebene-

2020-del-gambero-rosso-i-premiati-e-

la-grande-degustazione/

EVENTI. Berebene 2020: vini col miglior rapporto qualità-prezzo

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GAMBERO ROSSO 18TRE BICCHIERI

DAL MONDO

Oltre un grado in più in 30 anni anche in Cham-pagne, dove i produttori stanno già lavorando per

raggiungere il loro principale obiet-tivo nell'inevitabile lotta ai cambia-menti climatici: ridurre le emissioni del 75% entro il 2050. Per vincere la sfida, e mantenere la tipicità dei vini, questo territorio da 300 milioni di bottiglie annue ha adottato alcune contromisure, che hanno con-sentito di ridurre già del 20% in 15 anni le emissioni di Co2 per singola bottiglia: dal 2010, infat-ti, il peso è stato alleggerito da 900 a 835 grammi, come è stato spiegato durante l'Académie du Champagne, promossa dal bureau Italia, a Milano. Il riciclo dei rifiuti della produzione del vino, inoltre, arriva oggi al 90%,

CLIMA. La nuova Champagne tra sostenibilità e vitigni del futuro

con la totalità dei sottoprodotti vi-nicoli che è valorizzato da industria, cosmetica, farmaceutico e agroa-limentare. Rispetto alle 120 mila tonnellate di legno annue prodotte, l'80% è trinciato nei campi, in fun-zione fertilizzante. Ma non c'è solo questo: la ricerca e l'innovazione hanno consentito al Comité di avviare dal 2014 un pro-gramma di incroci di Pinot nero, Gou-ais, Chardonnay, Meunier. Arbane e Petit Meslier, con l'obiettivo di trova-re i vitigni del futuro entro il 2023. Inoltre, un disciplinare in 120 punti sulla viticoltura sostenibile è stato ri-conosciuto dal Ministero dell’agricol-tura francese ed è oggi adottato sul 15% delle superfici vitate. Le vendemmie più calde si stanno contrastando anche in cantina, tra-

mite il controllo delle temperature e l'inoculazione precoce dei lieviti per evitare ritardi nella fermentazione. Avviato anche un percorso di adat-tamento alla diversa composizione dei mosti: maggiori concentrazioni zuccherine si affrontano con minor zuccheraggio e imbottigliamenti a pressioni inferiori, per non far au-mentare il grado alcolico. La buona notizia è che, finora, il cli-ma più caldo ha portato più bene-fici che danni alla qualità dei mo-sti: vendemmia più precoce di circa 18 giorni, acidità totali calate di 1,3 grammi per litro di acido solforico e crescita minima (+0,7%) del titolo al-colometrico volumico naturale. Con-dizioni che sono previste invariate anche in caso di temperature supe-riori di 2 gradi alle medie.

GamberoRossoInternational

Worldtour 20192020

CALENDAR

Sponsor

OCTOBER

27 ROMA - Italy Top Italian Wines Roadshow

27 ST. PETERSBURG - Russia Top Italian Wines Roadshow

25 MOSCOW - Russia trebicchieri

NOVEMBER 04 SEOUL - Korea trebicchieri

19-26 WINE&SEA - II EDITION

28 MUNICH - Germany trebicchieri

05 COPENHAGEN - Denmark

08 VANCOUVER - Canada Top Italian Wines Roadshow

22 HO CHI MINH - Vietnam Top Italian Wines Roadshow

FEBRUARY

03 STOCKHOLM - Sweden trebicchieri

Vini d'Italia

trebicchieri

trebicchieri

14 DUSSELDORF - Germany trebicchieri PROWEIN Special

11 PARIS - France trebicchieri Vinexpo Special

JANUARY

30 BERLIN - Germany Vini d'Italia

01 BEIJING - China trebicchieri

APRIL

DUBAI - UAE

19 VERONA - Italy trebicchieri VINITALY Special

MAY

27 HONG KONG - China trebicchieri VINEXPO Special

2019

2020

trebicchieri30 TOKYO - Japan

08 CHENGDU - China Top Italian Wines Roadshow

trebicchieri

06 CALGARY - Canada Top Italian Wines Roadshow

04 MONTREAL - Canada

JUNE

30 SALZBURG - Austria trebicchieri

26 CHICAGO - USA trebicchieri

28 NEW YORK - USA trebicchieri

Top Italian Wines Roadshow

24 MIAMI - USA Top Italian Wines Roadshow

21 MEXICO CITY - Mexico

trebicchieri06 SHANGHAI - China

Notte Italiana - Best of Italy

01 ZURICH - Switzerland Vini d'Italia

MARCH

02 LOS ANGELES - USA

04 SAN DIEGO - USA

05 SAN FRANCISCO - USA

Vini d'Italia

13 LONDON - UK trebicchieri

06 NAPA VALLEY - USA trebicchieri Special Edition

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TRE BICCHIERI21GAMBERO ROSSO

DAL MONDO

1 Quale è la percentuale di export sul totale aziendale?

Il nostro export rappresenta un 55% e 60% della no-stra produzione.

2 Dove si vende meglio e dove peggio e perché?

In questo momento i mercati migliori sono il Regno Unito e Usa. Hong Kong è in flessione per la situazione politica attuale.

3 Com'è cambiata la percezione del vino italiano da parte dei consumatori stranieri?

La clientela che abbiamo selezionato è molto profes-sionale e pertanto interessata ad un prodotto di quali-tà: interpreta il vino come un piacere della vita.

4 Come promuoverete il vostro vino nei mercati internazionali?

Innanzitutto parlando del nostro territorio da poco Patrimonio dell’Unesco.

5 Ci racconti un aneddoto (positivo/negativo) legato alle sue esperienze all'estero. Nei primi anni di viaggi all’estero incuriosiva molto che fossimo due sorelle alla guida dell’azienda che por-ta il nostro nome. Non era molto comune e in qualche occasione il termine “sorelle” veniva associato al mon-do del clero piuttosto che a quello del vino.

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GAMBERO ROSSO22TRE BICCHIERI

LE STORIE

S empre più vicino il traguardo dei 2 miliardi di euro per il vino in grande distribuzione. I buoni segnali che il mercato aveva dato nel primo bimestre 2019 sono stati confermati dall'analisi del lungo periodo,

effettuata da Iri per Tre Bicchieri sui mesi che vanno da gen-naio a ottobre. Un lasso temporale in cui si sono registrate crescite nei valori del prodotto venduto, a fronte di volumi cresciuti un po' meno, ma pur sempre in territorio positivo. Nel complesso, il vino nel più importante canale distributi-vo ha fatto segnare incrementi a valore del 2%, a fronte di quantitativi aumentati dello 0,7%. Dati che fanno ben spera-re in vista della chiusura d'anno, considerato che si tratta di mesi in cui le insegne distributive sono particolarmente atti-ve sul prodotto vino. Il 2018 – lo ricordiamo – subì gli effetti di un'annata, come la 2017, molto scarsa che determinò un forte rialzo delle quotazioni dei listini che si riverberò sulle quantità vendute (-5,7% rispetto al 2017, con un prezzo al litro aumentato dell'8%). “Le aspettative generali sono buone e ci aspettiamo una chiusura migliore rispetto a un anno fa”, spie-ga al settimanale Tre Bicchieri, Virgilio Romano, business insights director di Iri, che aggiunge: “Se i tassi di crescita di novembre e dicembre dovessero mantenersi a questi livelli non vedo alcuna difficoltà”.

BOTTIGLIE E SPUMANTI DI NUOVO IN CORSA. A sorridere, in questi dieci mesi del 2019, sono soprattutto i formati in bottiglia, fino a 0,75 litri, che segnano un ottimo +3,9% nei valori e un +2,9% in quantità. Il segmento rappre-senta da solo oltre i due terzi del fatturato complessivo delle vendite di vino in grande distribuzione. E torna il sereno tra gli spumanti, dopo che a fine 2018 si registrò un rallentamen-to dei ritmi di crescita: la categoria, infatti, spunta in dieci mesi un +12,1% nei valori e un +13,8% a volume. “Nonostan-te il dato positivo registrato un anno fa per gli spumanti, l'impres-sione che avevamo avuto era stata quella di una crescita ridotta. Ma da inizio 2019, complice la forte pressione promozionale, che ha segnato +4 punti per questa particolare categoria nel periodo gennaio-ottobre, c'è stata una forte ripresa”. La scontistica ha interessato, in particolare, il Prosecco, sia la Doc ma soprat-tutto la Docg, per via di un 2018 che ha messo a disposizione delle aziende un grande quantitativo di vino spumante.

ADDIO AI GRANDI FORMATI? Il bag in box prosegue spedito il suo cammino tra i con-sumatori italiani, che lo apprezzano per comodità, con-venienza e per la qualità. Nei dieci mesi del 2019, l'incre-mento delle vendite a valore è del 7,3% mentre quello a volume è del 6,7%. Questo formato, come fa notare Iri, rappresenta una quota minoritaria del totale (circa 15 mi-lioni di litri su ben 620 milioni), ma potrebbe essere pro-tagonista di un effetto travaso dal formato tra 0,75 litri e 2 litri (il bottiglione), che sta perdendo progressivamente quote. Meno bottiglioni (due su dieci rappresentati

Maggiore pressione promozionale, minore tensione sui prezzi con le cantine che tentano il recupero di quanto è stato perso un anno fa. Prosegue la “fuga” dal bottiglione mentre crescono bag in box e marca del distributore. L'analisi gennaio-ottobre di Iri per Tre Bicchieri

GDO, LA RIPRESA C'È.IN DIECI MESI VENDITE A +2%

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a cura di Gianluca Atzeni

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TRE BICCHIERI25GAMBERO ROSSO GAMBERO ROSSO24TRE BICCHIERI

LE STORIE GDO

dal Lambrusco) e più bag in box, quindi. Coi grandi formati che registrano ancora una volta un forte calo tra gennaio e ottobre 2019 (-7,5% a valore e -8,5% a volume): “Il trend ribassista del cosiddetto bottiglione di vino” sottoli-nea Romano “è di lungo corso. Si tratta di un formato che sta perdendo convenienza, che non ha mai avuto caratteristiche di praticità e che è presente in tipologie di vino che non sono quelle di grido. I volumi venduti, infatti, si sono dimezzati in dieci anni e le proiezioni sono di un ulteriore calo”. Oggi, questo formato, vale l'8 per cento dei quantitativi totali e potrebbe scomparire nel giro di pochi anni. Resi-ste, invece, il brik, che rappresenta circa il 28% del vino venduto in Italia in Gdo, guadagnando l'1,1% a volume ma perdendo il 2,4% a valore a ottobre 2019. In sensibile calo anche i formati in plastica (-8,7% a valore e -9,1% a vo-lume) e gli altri formati (rispettivamente -5,4% e -5,3%). In conclusione, si conferma il fenomeno della “concentra-zione degli acquisti” di vino in Gdo tra due protagonisti principali: bottiglia e brik.

›› LA PRESSIONE PROMOZIONALE.L'analisi della pressione promozionale sui vini nel 2019 mo-stra una tendenza opposta a quella del 2018. Se, infatti, lo scorso anno la scarsa disponibilità di prodotto aveva indot-to le insegne a ridurre le promozioni sul vino, quest'anno il segno più compare in tutti i formati considerati. Il 38% dei vini venduti da gennaio a ottobre è stato venduto in promozione, con un incremento di tre punti. Quasi metà (49%) dei vini in bottiglia da 0,75 litri è stato interessato dalle promozioni (+1). Il formato brick ha incrementato di 7 punti, col 23% dei volumi oggetto di scontistica. In au-mento anche gli sconti su bag in box (+1), altri formati (+5) e soprattutto la plastica (+12). Stabili i formati grandi (da 0,75 litri ai 2 litri).

TREND E FASCE DI PREZZO. Alcuni trend ulteriori emergono dall'analisi di Iri sull'im-bottigliato da 0,75 litri, che fa registrare un incremento generale del prezzo medio dell'1%. In particolare, attirano l'attenzione i tassi di crescita delle fasce di prezzo superiori

ai 4 euro: “Quelle medio alte registrano numeri più inte-ressanti”, evidenzia Romano. Si cresce, infatti, dell'1,9% a valore e dell'1,4% a volume in quelle tra 4 e 6 euro/litro e, soprattutto, del 12,7% a valore e dell'11,8% a volume nella fascia tra 6 e 8 euro/litro. “Aumenti anche nella fascia al di sotto dei 4 euro, che costituisce, non dimentichiamolo, il 45% dei valori e il 63% dei volumi”. L'incremento percentuale più alto è per le private label, che valgono appena il 7% ma in-crementano valori (+13,4%) e volumi (+9,8%).

MARCA DEL DISTRIBUTORE. È sulla marca del distributore (mdd) che stanno emergendo alcuni risultati considerevoli in termini di vendite. Le mag-giori insegne della distribuzione organizzata italiana hanno avviato un lavoro sulle denominazioni d'origine per poter disporre di vini di qualità a prezzi più contenuti. E questa categoria, come sottolinea Romano, cresce molto più a va-lore che a volume: “La marca del distributore, per il vino in bottiglia, segna un incremento del 13% a valore e del 9,8% in

FORMATI

fonte: IRI InfoscanCensus®, dati riferiti a Iper+Super+Libero servizio piccolo

FORMATI var. % var. % % volume var. promo var. promo valore volume in promo gen-ott '19 gen-dic '18

TOTALE VINO 2 0,7 38 3 -2

CONFEZIONATO

FINO A 0,75 LITRI 3,9 2,9 49 1 -2

DA 0,75 A 2 LITRI -7,5 -8,5 28 0 -2

BRIK -2,4 1,1 23 7 -3

BAG IN BOX 7,3 6,7 32 1 -7

ALTRI FORMATI -5,4 -5,3 33 5 -8

PLASTICA -8,7 -9,1 25 12 -7

progressivo 2019 peso a peso a var.% var.% formato 0,75 litri valore volume valore volumemeno di 4 euro 45 63 0,2 0,94 - 6 euro 26 20 1,9 1,46 – 8 euro 10 5 12,7 11,8maggiore di 8 euro 12 4 5,9 4,2private label 7 7 13,4 9,8

fonte: IRI InfoscanCensus®, dati riferiti a Iper+Super+Libero servizio piccolo

volume. Ma il dato è superiore se si considerano Dop e Docg per le quali, da inizio anno, la crescita rispettiva è del 16,6% e del 12,3%”. Allo stesso tempo, gli investimenti sulle linee di primo prezzo operati da Aldi, la catena tedesca che si sta espandendo soprattuto nel nord Italia (già 72 punti vendita in sei regioni del nord Italia), ha indotto altri a spingere sul-la categoria di vino entry level. Un'azione a tenaglia su Dop e sul primo prezzo che sta dando i frutti sperati.

ROSSI PUGLIESI SUGLI SCUDI. In questi dieci mesi del 2019, tra le denominazioni più grandi, fa sapere Iri, che prevede di pubblicare l'intero stu-dio a gennaio, la crescita maggiore è per due rossi pugliesi: Primitivo e Negroamaro, che rispettivamente sono stati venduti a un prezzo medio di 4,5 euro e 3,5 euro al litro: “Un segnale di attenzione dell'acquirente al giusto mix tra prezzo e prodotto”, ha rimarcato Romano. Entrambi, nel 2018, sono stati tra i primi cinque vini a Dop a far segnare le migliori crescite a volume nei formati da 0,75 litri, con aumenti ri-spettivi del 20,6% e del 14,7 per cento.

ANDAMENTO FORMATI E PRESSIONE PROMOZIONALE IN GDO

GENNAIO-OTTOBRE 2019 2018

fonte: IRI InfoscanCensus®, dati riferiti a Iper+Super+Libero servizio piccolo

FASCE DI PREZZO, ANDAMENTO GENNAIO-OTTOBRE 2019VARIAZIONE % PREZZO AL LITRO

2018 progressivo 2019

fonte: IRI InfoscanCensus®, dati riferiti a Iper+Super+Libero servizio piccolo

››

Rispetto ad un 2018 con quotazione al rialzo, il 2019 rallenta, con gli spumanti

che vanno in terriorio negativo

Tot Vino

Vino 0,75

Spumante

Anno

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LE STORIE

Il 18 ottobre, senz'altro, passerà alla storia come la data spartiacque per le esportazioni nel mercato Usa. Quella che ha fatto tirare - per il momento! - un sospiro di sollievo al settore italiano del vino (piange, invece, quello france-

se), ma anche quella che ha messo a dura prova il comparto liquori: una doccia fredda, proprio in un momento partico-larmente felice per l'andamento italiano negli States. Ad un mese dall'entrata in vigore dei dazi Usa, il Balepaese – così come il resto d'Europa – inizia a prendere dimestichezza con la nuova situazione e a cercare soluzioni per contenere i dan-ni: dalle azioni promozionali di Ice agli emendamenti alla Legge di Bilancio per la riduzione delle accise.

L'ASCESA DEI LIQUORI IN USA E NEL MONDODall'analisi dell'Osservatorio Federvini, curato da Medio-banca e Nomisma, si evince come l'amministrazione Trump abbia voluto colpire proprio i prodotti italiani con rilevanti posizioni di mercato negli Usa. Infatti, se il dazio nel caso italiano per oltre il 45% riguarda i formaggi (in particolare Parmigiano Reggiano e Grana Padano) un altro 35% attie-ne a liquori (più precisamente liquori, amari, aperitivi e altre bevande spiritose), vale a dire la categoria che sul totale del-le importazioni americane di tale tipologia vanta una quota del 17% e che a differenza dei competitor, ha visto crescere le proprie vendite in questo mercato di oltre il 18% nell’ulti-mo decennio, contro una media di aumento dell’import del 4,5%. A sottolinearlo anche il responsabile agroalimentare di Nomisma Denis Pantini, che spiega come l'Italia condi-vida la leadership mondiale di esportazioni di liquori, con la Germania. “Nel 2018” dice “abbiamo venduto oltre frontiera qualcosa come 405 milioni di euro di questi prodotti, contro i 445 milioni dei tedeschi ma a differenza loro, le cui esportazioni sono aumentate nel decennio del 37%, le nostre sono cresciute di ben il 47%”. Per gli Usa, in particolare, il Belpaese rappresenta il ter-zo fornitore dopo Francia e Irlanda e, nel 2018, ha esportato liquori per un valore pari a circa 163 milioni di dollari (dati delle Dogane americane) con una crescita del 13% rispetto all’anno precedente. Nei primi 8 mesi del 2019 (gennaio-agosto 2019), il segmento ha raggiunto un valore di 102 mi-lioni di dollari con una crescita pari a circa il 3% rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente. I nuovi dazi rappresentano, quindi, una micidiale battuta d’arresto per il settore spirits, che nell’ultimo decennio ha dimostrato un andamento molto dinamico e vocato all’export.

È passato un mese da quando le bevande spiritose Made in Italy sono finite nella black list americana, con danni stimati del 35%. E mentre il Governo è pronto a tagliare le accise, le aziende cercano di restare competitive: adeguare i prezzi e farsi carico dell'impatto? Federvini: “Occhio alla concorrenza sleale”

DAZI USA. I LIQUORI ITALIANI ALLA PROVA DI RESISTENZA

a cura di Loredana Sottile

5,4 miliardi di dollariEXPORT AGROALIMENTARE ITALIANO IN USA

482 milioni di dollariPRODOTTI ESPORTATI COLPITI DA DAZIO

167 milioni di dollariLIQUORI ITALIANI COLPITI DA DAZIO

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LE STORIE

gaudio (nella listra ci sono anche i liquori da: Germania, Irlan-da, Spagna e Regno Unito), ad avere un vantaggio competiti-vo dalla situazione saranno con ogni probabilità i produttori limitrofi o quelli locali. “Per la liquoristica italiana” dice senza mezzi termini Micaela Pallini, presidente Gruppo Spiriti di Federvini “il rischio, al di là del dazio, è molto più dirompente. Perché se compri Parmesan puoi intuire che stai acquistando un fake, mentre in futuro i consumatori americani troveranno sugli scaffali amari e limoncelli prodotti in loco e più convenienti e li metteranno nel carrello convinti di portare a casa Made in Italy”. Tra i più colpiti, ci sarebbero le piccole e medie imprese, così come afferma Gabriele Barbaresco, direttore area studi di Mediobanca: “Al di là delle multinazionali italiane che operano negli Usa - e che quindi sono toccate dai dazi solamente per la par-te di esportazione diretta - figura una compagine di imprese me-dio-piccole, con fatturato sopra ai 10 milioni di euro, che dà lavoro a circa 2.300 occupati e sviluppa investimenti per circa 48 milioni di euro. Il rischio per loro è di una perdita occupazionale di quasi mille addetti, alla luce della minor competitività che questi dazi infliggono ai liquori italiani sottoposti alla possibile sostituzione di prodotti alternativi, ovviamente non del Belpaese”. Doppio danno, quindi, per un settore che, secondo Federvini, rappre-senta un centinaio di Pmi e che è tra i massimi contribuenti alla fiscalità del nostro Paese con oltre 630 milioni di euro versati all’erario solo nel 2018.

LE CONTROMISURE ITALIANE: PROMOZIONE E TAGLIO ACCISEEd è proprio dall'erario che potrebbe venire una grande mano d'aiuto. Ad un mese dal provvedimento, sono infatti arrivati due emendamenti alla Legge di Bilancio per aiutare i produt-tori di aperitivi, liquori e altre tradizionali bevande alcoliche. Il primo riguarda la riduzione delle accise del 2% su spiriti e prodotti alcolici intermedi per un valore di 13 milioni di euro; il secondo è volto ad eliminare il contrassegno di stato

QUANTO INCIDERANNO I DAZI? Complessivamente i dazi riguardano prodotti Made in Italy (formaggi, liquori, carni lavorate e conserve vegetali) per un valore di 482 milioni di dollari. Di questi 168 milioni di dolla-ri rispondono alla voce liquori. Se si guarda alla singole aziende, secondo Federvini, media-mente il 20/30% del fatturato del settore deriva dall’export verso gli Stati Uniti ed in alcuni casi può raggiungere il 50%, essendo per alcune aziende un mercato di vitale importan-za. “Alla luce di ciò”, sostiene Federvini “l’applicazione dei dazi potrebbe comportare una perdita del valore export di almeno il 35%. E a questo si aggiunge lo svantaggio competitivo dei nostri prodotti che, a parte poche eccezioni (vedi grappa o vermouth, che comunque non sono nella black list; ndr), non sono protet-ti come indicazioni geografiche, rispetto ai prodotti locali che nel-le denominazioni evocano esplicitamente il prodotto italiano”. Se, infatti, per i liquori europei vale il detto mal comune mezzo

Dopo il successo di Spirits, Massimo D'Addezio, è di nuovo protagonista di un programma dedicato al mondo dei cocktail.

Assisteremo a una piccola sfida tra il maestro nell'arte della mixology e l'ospite della puntata, uno dei talent di Gambero Rosso HD (da Max Mariola a Giorgione,da Gianfranco Pascucci a a Ciro Scamardella...) che verrà invitato ad ideare un piatto in abbinamento al suo cocktail d’autore.

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LE BREVI

sulle stesse categoria e varrebbe 7 milioni di euro. Comples-sivamente un risparmio di circa 20 milioni di euro. “Si trat-ta di un’iniziativa importante con un impatto sia sostanziale sia emotivo per centinaia di aziende e che consentirebbe a tutti noi di guardare con più ottimismo al futuro del comparto” è il com-mento di Pallini. Dal canto suo, invece, l'Ice ha già stanziato una cifra di 12 mi-lioni di euro per tutti i prodotti colpiti, in modo da definire un programma di comunicazione del Made in Italy in Usa a sup-porto delle aziende, a partire dal 2020. Anno, in cui, a causa del cosiddetto “sistema a carosello”, potrebbe cambiare tutto: dalla lista dei prodotti colpiti dai dazi ai Paesi di provenienza. Ed è proprio questa situazione di incertezza a creare ancora più stress nei produttori. Difficile, quindi, fare bilanci. Dove-roso, però, mettere in atto delle strategie.

LA RISPOSTA DI PICCOLE, MEDIE E GRANDI AZIENDECosì come stanno facendo in queste frenetiche settimane un po' tutte le aziende del settore: i contatti con i distributori sono continui e, sia piccoli sia grandi, cercano delle soluzioni per correre ai ripari e restare competitivi sul mercato Usa no-nostante la scure. D'altronde le feste natalizie – il momento più proficuo per le vendite – sono dietro l'angolo e la posta in gioco è altissima. Si ricordi, tra l'altro, che l'entrata in vigore del dazio ha colpito da subito (dal 18 ottobre, quindi) tutti i prodotti, anche quelli già spediti o in transito. “Il mercato americano rappresenta una quota importante delle nostre esportazioni di liquori e pertanto le misure protezionistiche adottate dall’amministrazione Trump rischiano di compromettere anni di lavoro”, è il commento di Jacopo Poli di Poli Distille-rie di Schiavon, per cui gli Usa rappresentano la sesta piazza di destinazione con una percentuale export di poco inferiore al 10%. Proprio nei prossimi giorni, infatti, il gruppo lancerà anche nel mercato statunitense l'ultima novità della casa – il Vermouth Gran Bassano (tipologia al momento esente dai

dazi aggiuntivi) – con una serie di degustazioni all’interno di enoteche, ristoranti e cocktail bar d'oltreoceano. Ma le pre-occupazioni restano. “Non sappiamo se le imposte aggiuntive rimarranno in vigore per lungo tempo o se Usa e Ue troveran-no un accordo a breve” continua Poli “Nel frattempo, abbiamo deciso di assorbire l’impatto dei dazi piuttosto che rischiare di creare confusione nel mercato aumentando i prezzi per poi even-tualmente doverli ridurre. Il costo dell’operazione, pari al 25% del valore dei prodotti esportati, verrà ripartito fra noi e il nostro importatore, con l’obiettivo di mantenere prezzi stabili per alme-no sei mesi, nella speranza che si arrivi presto a una soluzione”. E la strategia di adeguamento prezzi sembra la più i voga, non solo presso le realtà familiari, ma anche presso i grandi gruppi. A partire da Campari che, dopo aver ipotizzato lo spo-

Liquori e cordiali nella listas Nella lista, pubblicata nella “Notice of Determina-tion and Action” sul Federal Register statunitense, figura la categoria “Liqueurs and Cordials” (codice doganale americano 2208.70.00), che comprende le bevande spiritose diverse dalle acquaviti e le bevande alcoliche con titolo alcolometrico inferiore al 15% vol. Oltre ai prodotti di origine italiana, rien-trano liquori e cordiali di germania, Irlanda, Italia, Spagna e Regno Unito.Il dazio aggiuntivo è pari al 25%, da applicarsi ai beni immessi sul mercato americano a partire dalle ore 00.01, eastern time, del 18 ottobre 2019. Il siste-ma utilizzato è quello del “carosello”, per ci l’Ustr (US Trade Rappresentative of Commerce) ha la possibi-lità di rivedere dopo i primi 120 giorni e successiva-mente ogni 180 giorni le liste di prodotti soggetti a dazi compensativi, l’ammontare dei dazi già appli-cati potendo la percentuale scendere dall’attuale 25% o salire fino a concorrenza del 100%.

stamento di prodotti come l'Aperol nella sede produttiva ame-ricana, adesso sta invece valutando l'assorbimento dei dazi, così come riporta l'agenzia stampa britannica Reuters. "Se le tariffe rimangono al livello in cui si trovano, non delocalizzeremo la produzione" ha detto l'ad Bob Kunze-Concewitz agli analisti, aggiungendo che sarà, invece, possibile un adeguamento dei prezzi. D'altronde, i risultati del terzo trimestre sono stati po-sitivi per il gruppo, grazie proprio alla performance negli Usa (+6%), primo mercato di sbocco per il gruppo, e grazie ad un prodotto come l'Aperol cresciuto del 21,8%, con incrementi a doppia cifra nelle sue tre piazze principali (Italia, Germania e Stati Uniti). Ma non tutti opteranno per l'assorbimento del posto, come dice a Tre Bicchieri Laura Mayr, Business Unit Ramazzotti Director “Stimiamo che l’aumento dei dazi Usa im-patterà notevolmente sul business americano di Ramazzotti, che nei prossimi mesi vedrà le vendite calare di circa il 30-40%. Questo perché molti importatori hanno deciso di riversare direttamente sul mercato tutto l’aumento del 25%”. Per il marchio con sede a Canelli, che fa parte della multinazionale Pernod Ricard la politica messa in atto da Trump “è un vero colpo basso per tut-ta l’industria di liquori, amari, aperitivi e altre bevande spiritose italiane che ha visto crescere le proprie vendite in questo mercato negli ultimi 5 anni di quasi il 40% a valore. L' incidenza per singola bottiglia” stima Mayr “sarà pari a circa 2-2,5 dollari che potreb-bero tranquillamente raddoppiare considerando i vari passaggi da importatore a distributore e venditore”. Ciononostante si guarda con fiducia al futuro: “In questa situazione” chiosa “siamo lieti di apprendere che sia membri dei partiti di maggioranza che dell’op-posizione hanno presentato degli emendamenti alla Legge di Bi-lancio volti a supportare il nostro settore”.

Una notizia, quella annunciata dal Governo, che fa tirare un sospiro di sollievo anche ai piccolissimi che sul mercato ame-ricano avevano scommesso e creduto sin dall'inizio, com'è il caso della giovanissima realtà Rossa di Misterbianco, che nel giro di pochi anni si è imposta sul mercato grazie al suo amaro Amara a base di arance rosse di Sicilia Igp, erbe spontanee e acqua di sorgente dell'Etna: “Il rischio di soccombere su quel mer-cato è alto” dice il fondatore Edoardo Strano “ma guardiamo avanti e speriamo che i tagli alle accise, appena annunciati dalla politica, arrivino davvero in soccorso di tante piccole aziende come la nostra”. Avviata la produzione di amaro nel 2014, l'azienda dall'anno successivo ha subito puntato sugli Usa: “Oggi sulla piazza statunitense mandiamo circa il 25% del nostro prodotto” continua Strano, di ritorno proprio dagli States, dove ha in-contrato i principali clienti “ed, essendo molto piccoli (la produ-zione è sotto le 100 mila bottiglie; ndr) non possiamo di certo permetterci di abbassare i prezzi per restare competitivi”. Conti-nuare a presidiare il mercato è, quindi, l'unica possibilità per resistere, con la consapevolezza che, per fortuna, esistono an-che altri Paesi di sbocco: sono 10 quelli già battuti dal brand artigianale siciliano, dalla Germania all'Australia, passando per il Giappone.

BOLLETTINO ENTRATE TRIBUTARIE ERARIALI (mln di euro)

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Marcello Ferrarini torna in una seriesempre più scoppiettante, con nuove ricette sfiziose per tuttiTante ricette gluten free per condividere la tavola in libertà,

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