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tre bicchieri IL SETTIMANALE ECONOMICO DEL GAMBERO ROSSO VENDEMMIA A 46 MILIONI DI ETTOLITRI. SI RITORNA ALLA NORMALITÀ anno 10 - n. 35 - 5 settembre 2019 GOVERNO Sud, giovani e mercati tra le priorità del neo ministro dell'Agricoltura. Cosa resta dei 14 mesi di Centinaio? EXPORT In 5 mesi il vino italiano raggiunge i 2,53 miliardi di euro. Incremento significativo in Giappone CONSORZI Dal nuovo piano di produzione della Doc ai Cru: il Soave presenta le novità di questa annata ESTERI Vini bianchi, a basso contenuto alcolico. Ecco i gusti della Z Generation che subentrerà ai Millennial TERRITORI Il futuro della Doc Bolgheri? Meno Supertuscan, più Consorzio e una promozione collettiva

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trebicchieriIl settImanale economIco del Gambero rosso

VENDEMMIA A 46 MILIONI DI ETTOLITRI. SI RITORNA

ALLA NORMALITÀ

anno 10 - n. 35 - 5 settembre 2019

GOVERNO Sud, giovani e mercati tra le priorità del neo ministro dell'Agricoltura. Cosa resta dei 14 mesi di Centinaio?

EXPORT In 5 mesi il vino italiano raggiunge i 2,53 miliardi di euro. Incremento significativo in Giappone

CONSORZI Dal nuovo piano di produzione della Doc ai Cru: il Soave presenta le novità di questa annata

ESTERI Vini bianchi, a basso contenuto alcolico. Ecco i gusti della Z Generation che subentrerà ai Millennial

TERRITORI Il futuro della Doc Bolgheri? Meno Supertuscan, più Consorzio e una promozione collettiva

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LA FOTOnOTiziA

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La cultura gastronomica si dà appuntamento a ParmaLa città, riconosciuta dall'Unesco come “Creative city of gastronomy”, si prepara, all'interno della manife-stazione “Settembre Gastronomi-co” ad ospitare la due giorni (12 e 13 settembre) del Forum mondia-le Unesco in cui si analizzeranno i rapporti tra cibo, cultura e società anche in base al loro ruolo chiave per l’attuazione dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Sono attesi 150 partecipanti e relatori che avranno il compito di fare il punto su ricerca, misure e pratiche esistenti nel settore della cultura e dell’alimentazione; identificare op-portunità e sfide chiave; esplorare percorsi innovativi per raggiungere gli SDG (obiettivi di sviluppo soste-nibili).

Per dare il via alle celebrazioni lo scorso 3 settembre è andata in sce-na per la seconda volta in città la “Cena dei mille” (vedi foto): 500 me-tri di tavolata lungo la via Emilia, nel cuore di Parma, con mille com-mensali, 60 cuochi coordinati in cucina da Massimo Spigaroli, 60 addetti al servizio e 33 sommelier. I fondi raccolti andranno all’Emporio Solidale di Parma. Il Premio Unesco Creative City of Gastronomy, inve-ce, è stato assegnato allo chef al-toatesino Norbert Niederkofler che ha contribuito alla grande cena inventando uno scoppiet-tante dessert. Ma la festa è solo all'inizio. Adesso, attraverso un fit-to calendario di appuntamenti go-losi (www.parmacityofgastronomy.it), si vola verso il 2020, quando la città sarà anche Capitale della cul-tura italiana. Insomma, Parma si conferma sempre più "la petite ca-pitale".

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GOVERNO. Ecco chi è Teresa Bellanova, neo Ministro dell’Agricoltura. Tra le priorità, export e lotta al caporalatoa cura di Loredana Sottile

Accantonato il periodo “verde”, inizia il Governo giallo-rosso, con Teresa Bellanova (Partito De-mocratico) a guidare il Mipaaft. Anzi Mipaaf, visto che intanto ha riperso la t - in-sieme alla delega al turismo – tan-to cara all'ex ministro Centinaio.

Ma quali saranno i principali compiti che spettano a questo esecutivo e, in particolar modo, al dicastero delle Po-litiche Agricole?

Senz'altro in prima linea ci sono i mer-cati esteri, così come si legge nel 28esi-mo punto di quelli annunciati nel pro-gramma di Governo: “Occorre rafforzare il nostro export” recita il testo “indivi-duando gli strumenti più idonei per pro-muovere e accompagnare il Made in Italy.” Si parla, poi, di “transizione ecologica” ed “economia circolare”, mentre nell'ultimo punto – il 29esimo - aggiunto in corso d'opera (non figurava in occasione del voto sulla piattaforma Rousseau), si menziona esplicitamente l'agricoltura in riferimento al biologico, alle tecniche di precisione, e ai rapporti con l'Euro-pa: “Occorre concorrere al rafforzamento delle regole dell’Ue per l’etichettatura e la tracciabilità e porre la massima atten-zione, in sede di negoziazione dei trattati commerciali, alla salvaguardia delle pro-duzioni tipiche. Per le imprese agricole si aprirà a breve un negoziato strategico per la nuova Pac”.

Tuttavia, questi, sono solo alcuni dei dossier che presto arriveranno sul ta-volo del Ministero, insieme a quello sull'Ocm, ai decreti attuativi del Testo Unico ancora mancanti (vedi alla voce “contrassegni”), alle risposte ai cambia-menti climatici.

Ma intanto vediamo di capire chi è la neo inquilina di Via XX Settembre. Pu-gliese di Brindisi, classe 1958 e sinda-calista Cgil, Bellanova ha una storia di lungo corso all'interno dell'area Dem: nel suo curriculum figurano anche le

cariche di viceministro dello Sviluppo Economico dei

Governi Renzi e Gentilo-ni e parlamentare della Commissione Antima-fia. Uno dei temi per

cui si è sempre spesa è la lotta al caporalato.

Tanto che le sue prime paro-le da Ministro, dopo la Cerimonia del Giuramento al Quirinale, le ha dedicate anche a questo argomento: “Il mio im-pegno in questa direzione sarà assoluto” ha sottolineato in una dichiarazione all'Ansa. Proprio in questi giorni è stato istituito il tavolo operativo per monito-rare il fenomeno e organizzare gli inter-venti per contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, in attuazione del decreto del ministero del Lavoro del 4 luglio 2019.

Bellanova ha, poi, toccato gli altri temi su cui intende lavorare sin da subito: export, investimenti, giovani, rappor-ti con le Regioni. “C'è molto da fare” ha detto “penso al sostegno all'export agro-alimentare che dobbiamo portare dai 43 attuali a 50 miliardi entro i prossimi anni anche in un contesto difficile come quello attuale dove si parla più di dazi e barrie-re". Infine, un pensiero anche al Sud da cui proviene e alla sua Puglia: "Una delle priorità per me ineludibile sarà affronta-re immediatamente l'emergenza xylella, verificare lo stato dell'arte dei provvedi-menti e la loro attuazione”. Ricordiamo che proprio in questi giorni la Corte di Giustizia Ue, accogliendo il ricorso della Commissione Ue, ha condannato l'Italia per inadempimento nell'applica-zione delle pratiche necessarie ad evita-re la diffusione del batterio.

Bellanova è la terza donna nella storia del dicastero, dopo Adriana Poli Bor-tone (Alleanza Nazionale; 1994-1995) e Nunzia De Girolamo (Popolo della Libertà 2013-2014): entrambe durate in carica meno di un anno. A lei augu-riamo un mandato più lungo e un buon lavoro per l'agricoltura italiana.

TUTTE LE SFUMATURE AROMATICHE DELLA FRUTTA TRASFORMATE IN UN UNICO PROCESSO PER LA PRODUZIONE DI CONFETTURE, NETTARI, MOSTO CONCENTRATO, GELATINE E SUGHI.

I 14 mesi di Centinaio alle Politiche Agricole e del Turismo

“In questo mo-

mento sono un operato-re turistico in aspettativa”,

aveva detto lo scorso giugno il

ministro delle Politiche Agricole e del Turismo Gian Marco Centina-io, in occasione del primo anno dal suo insediamento a via XX settembre. Probabilmente allora non si aspettava tutto quello che sarebbe successo in questa calda estate politica, né tanto meno di dover preparare gli scatoloni così presto.Tra le ultime azioni del ministro leghista, ci sono la nomina di An-drea Comacchio alla direzione di Agea (dove rimarrà per il prossi-mo triennio) e la firma sul decreto di partecipazione del Mipaaft ad Expo Dubai 2020, per cui è stato stanziato un milione di euro.Ma cosa rimane del passaggio di Centinaio al Mipaaft in questi 14 mesi? Per il settore vino, rimane senz'altro il decreto sull'Enoturi-smo (già avviato dal suo prede-cessore Maurizio Martina, che non era, però, riuscito a firma-re il testo definitivo) e la delega dell'Agricoltura al Turismo. Ac-corpamento durato appena un anno: lo stesso Premier Giuseppe Conte nel presentare la nuova squadra di Governo ha annun-ciato che il Turismo tornerà al Mi-nistero dei Beni Culturali, a guida Franceschini. Tra le cose lasciate in sospeso dal ministro Centinaio, la promessa di rivedere il decreto promozione e quella - mantenu-ta a metà - di anticipare i tempi di uscita del bando Ocm (quest'an-no pubblicato a giugno). E adesso si (ri)volta pagina.

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EXPORT. Balzo dei vini a maggio: +5,5% a 2,53 miliardi di euroPrimi cinque mesi del 2019 particolarmente positivi per l'ex-port italiano di vino. Con 2,53 miliardi di euro cumulati tra gennaio e maggio, l'Italia segna un incremento del 5,5% com-plessivo, con volumi in aumento dell'11% a 8,6 milioni di et-tolitri.

L'Italia recupera terreno soprattutto grazie all'abbondan-te vendemmia 2018. Nel dettaglio, il dato Ismea (su base Istat) registra una considerevole ripresa nei volumi per i tre clienti principali: Germania (+16,3%), Stati Uniti (+2%) e Re-gno Unito (+8%). Stabili altri due clienti importanti come Sviz-zera e Canada, mentre è in flessione la Svezia (-11%); nell'area asiatica, salgono decisamente la Cina (+11,5%) e soprattutto il

Giappone (+24%): primi effetti dell'accordo di libero scambio entrato in vigore lo scorso febbraio?

A valore, gli incrementi delle esportazioni di vino italiane sono del 6% per il mercato tedesco, del 5% per il Regno Unito, del 3,6% per gli Stati Uniti. In aumento anche Canada (+2,6%), Svizzera (+1,2%). In calo risultano Svezia e Belgio. Forte l'au-mento per il Giappone (+17,%) e risale anche la Cina (+6,5%).

La categoria dei vini spumanti nei primi cinque mesi dell'anno segna un aumento del 7,6% nelle quantità e del 7,5% nei valo-ri, a 566 milioni di euro. Il Prosecco, in particolare, prosegue la sua marcia sui mercati con crescite del 22% a valore e del 25% in quantità.

OCM PROMOZIONE. I contratti con Agea si firmeranno entro il 31 dicembre

MALTEMPO. Ok Ue a 277 milioni per l'Italia da Fondo di solidarietà Potrebbe arrivare il prossimo 16 settembre il via libera dell'assemblea plenaria del Parlamento europeo al finan-ziamento di 293,5 milioni di euro per le catastrofi natu-rali avvenute in Europa lo scorso anno, dei quali oltre 277 sono destinati all'Italia. È ancora viva la memoria delle immagini di migliaia di alberi abbattuti dalla tempesta Vaia (chiamata anche Adrian) in Veneto o alle alluvioni in Emilia Romagna e ai danni al settore ortofrutta, fino alle frane e agli allagamenti in Sicilia e in Puglia. La Com-missione bilanci del Parlamento europeo ha accolto la proposta dell'ese-cutivo Ue di attivare il fondo.

Soddisfatto Paolo De Castro, relatore S&D del provvedi-mento: “L'auspicio è che, dato il via libera anche dal Consiglio dei ministri Ue, il provvedimento venga reso operativo al più presto, dopo il voto dell'Assemblea in plenaria, il prossimo 16 settembre”. Il conto dei danni presentato dall'Italia per i danni provocati dal maltempo lo scorso autunno, come ricorda l'europarlamentare Herbert Dorfmann, superava di poco i 6 miliardi di euro: “La palla passa a Roma, che dovrà stabilire la ripartizione del Fondo sul territorio nazio-nale. Sono infatti quindici le regioni italiane che la tempesta ha colpito lo scorso ottobre e che ora hanno diritto agli aiuti”.

Un mese e mezzo in più per stipulare i contratti con Agea. Il decreto Mipaaft (8677 del 7 agosto) concede più tempo ai beneficiari dei fondi Ocm per la promozione dei vini nei mercati dei Paesi Terzi, rispetto alla data fis-sata in precedenza (15 ottobre). La richiesta di proroga è stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 1 agosto scorso. Pertanto, esclusivamente per l'annualità 2019/2020, l'organismo pagatore stipulerà i contratti con i beneficiari per tutte le attività che avran-no decorrenza dal 1 gennaio 2020. Di conseguenza, do-vrebbe slittare dal 30 settembre al 31 ottobre prossimo anche la data entro cui le Regioni faranno pervenire al Mipaaft e ad Agea la graduatoria dei progetti ammissi-bili a contributo.

fonte: Ismea

Stati UnitiGermaniaRegno Unito

Valore632 milioni di euro431 milioni di euro287 milioni di euro

Valore (%)+3,6+6+5

Volume (%)+2

+16,3+8

Incrementi nei primi 3 Paesi di destinazione (gen-mag 2019)

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I nomi delle 33 Unità GeograficheCastelcerino, Colombara, Froscà, Fittà, Foscarino, Volpare, Tremenalto, Carbonare, Tenda, Corte Durlo, Rugate, Croce, Costalunga, Coste, Zoppega, Menini, Monte Grande, Ca’ del Vento, Castellaro, Pressoni, Broia, Brognoligo, Costalta, Paradiso, Costeggiola, Casarsa, Monte di Colognola, Campagnola, Pigno, Duello, Sengialta, Ponsarà, Roncà – Monte Calvarina.

STRATeGie

Cambio di marcia per il Valpolicella district Il Consorzio vini Valpolicella cambia marcia e adotta alcune variazioni al disciplinare sul fronte

tecnico-produttivo che preludono anche a nuove strategie di marketing. La modifica delle percentuali di uve di Corvinone per Doc e Docg, l'innalzamento da 3 a 4 anni del ciclo vegetativo del vigneto per produrre uva per Amarone e Recioto, l'estensione del tappo a vite per il Valpolicella e le nuove disposizioni per la produzione del Valpolicella Ripasso sono

mosse che puntano a valorizzare meglio le Dop tutelate. La visione generale è orientata a un innalzamento della qualità dei prodotti. È naturale che un brand come la Valpolicella, decisamente

noto nel mondo, vuole essere maggiormente credibile e punta a incrementare la reputazione nel panorama internazionale. Il consorzio presieduto da Andrea Sartori ha agito sull'Amarone (14 milioni di bottiglie), con la riduzione del residuo zuccherino da 12 a 9 grammi/litro, optando per un ritorno allo stile tradizionale (un Amarone meno “dongiovanni”). Non convince fino in fondo la permanenza delle due locuzioni Valpantena e Classico nella Doc Valpolicella: ancora una volta la decisione sembra ricadere in logiche di campanile, a di-scapito della chiarezza nel marketing. La distinzione, infatti, è valida a livello territoriale, ma è meno efficace quando la si racconta nei mercati esteri e ai consumatori stranieri. I produttori hanno scelto, inoltre, di dare maggiore incidenza sia nelle Doc sia nelle Docg all'uva Corvinone, più resistente alle malattie, alla siccità e capace di esprimersi meglio in determinate annate della stessa uva Corvina. Un passo avanti verso una mi-gliore qualità. L'estensione del tappo a vite a tutte le tipologie di Valpolicella Doc è un'iniziativa che concentra l'attenzione sui consumi globali. La decisione, forse, andava presa qualche tempo fa, giocando d'anticipo in funzione di un incremento della competitività della denominazione. Il lato positivo è che mercati come Ca-nada, Paesi Scandinavi, Regno Unito oggi sono già pronti all'introduzione di questa novità tecnica.Non dimentichiamo, tuttavia, che queste modifiche al disciplinare devono inserirsi in un piano più ampio fatto anche di investimenti per l'incoming sul territorio. In tre anni, le presenze in Valpolicella (Verona esclu-sa) sono cresciute del 21% nel periodo 2015-2017. Un segnale importante, su cui sarà decisivo concentrare gli sforzi, per attirare turisti di categoria premium, con buona capacità di spesa.

– Lorenzo Tersi, wine advisor – [email protected]

cOnSORzi

SOAVE. Nuovo piano di produzione Cru: tutte le novità della vendemmia 2019a cura di Andrea Gabbrielli

LA VENDEMMIA. A Soave la raccol-ta 2019 dovrebbe iniziare verso il 20 settembre e proseguire sino a metà del mese di ottobre, quando saranno tagliati i grappoli in alta collina, i più tardivi della denominazione. Da que-sta vendemmia si attiverà per la pri-ma volta il Piano di Produzione della Doc Soave, uno strumento di gestio-ne innovativa della denominazione, previsto dal Testo Unico del Vino, che prevede, tra l'altro, la dichiarazio-ne preventiva delle super-fici vitate che si inten-dono rivendicare a Doc nella vendem-mia e una dichiara-zione di impegno, da parte dei vini-ficatori, che inten-dono vinificare uve atte alla Doc Soave. Tali dichiarazioni permetteran-no al Consorzio di tutela di ana-lizzare preventivamente dal punto di vista quantitativo i carichi produttivi con l'obiettivo di operare le scelte più adeguate per assicurare agli associati i migliori obiettivi economici.

"Una scelta di responsabilità" la defi-nisce Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave "che già lo scorso anno ci ha permesso di raggiungere non solo l’obiettivo di produzione della quan-tità richiesta dal mercato, ma anche di mantenere i prezzi, sia delle uve che del vino, stabili se non in crescita. Questa nuova importante implementazione ci

permetterà di gestire al meglio questa stagione vendemmiale operando una scelta qualitativa migliore nei vigneti prescelti a produrre Soave, assicurando a tutti i produttori una corretta remune-razione".I CRU. Sempre con la vendemmia 2019 per la prima volta saranno utilizzate le 33 Unità Geografiche Aggiuntive e, dove richiesto al Con-sorzio, anche la menzione Vigna. Al Consorzio infatti è stato demandato

dalla Regione Veneto la gestio-ne dell’elenco delle vigne.

Anche in questo caso si tratta di un'oppor-

tunità, per i pro-duttori di Soave, di valorizzare i singoli vigneti, raccontan-done le identità sto-

riche e pedologiche. Infatti, con l'approva-

zione da parte Comitato Vini del Ministero delle Politiche

Agricole della modifica del discipli-nare, richiesta nel 2017 dal Consor-zio del Soave, diventano operative le Unità Geografiche Aggiuntive di cui 28 nella zona classica, 2 nei suoli scuri della Val d’Alpone e 3 nei suoli calcarei delle vallate a ovest. "Quello dell’approvazione delle unità geografi-che è un altro grande passo avanti per la nostra denominazione che da sempre ha avuto nella caratterizzazione in etichet-ta dei luoghi geografici un punto di forza comunicativo nei confronti del consuma-tore" dice Aldo Lorenzoni, direttore

del Consorzio "ora siamo sempre più in grado di parlare di ciò che ci rende unici e della nostra forte identità". In sostan-za, meno del 40% dell’intera superfi-cie vitata della denominazione è stata valorizzata attraverso i cru ed esclusi-vamente nell’area collinare. La vinifi-cazione dovrà avvenire separatamen-te rispetto agli altri vini dell’azienda, assicurando sia la tracciabilità che una produzione limitata e soprattutto la riconoscibilità, grazie ad una forte ca-ratterizzazione della zona pedoclima-tica da cui provengono, nel mercato.

I numeri

13 comuni

7000 ettari di vigneti

2870 aziende

190 enologi

30.000.000 Soave Doc

12.000.000 Soave Classico Doc

665.000 Soave Superiore Docg

420.000 Soave Spumante

150.000 Soave Doc Colli Scaligeri

TECNOLOGIA. Valpolitech in Cantina: il 6 settembre una giornata all'insegna dell'innovazione green Software, rilevatori di CO2, soluzioni tecnologi-che per la vinificazione. C'è tutto questo e molto di più a Valpolitech in Cantina: la giornata del 6 set-tembre dedicata all'innovazione tecnologica green organizzata dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella in partnership con Agricola Moranda di Capurso (foto), Cantina 4.0, L’Informatore Agrario. Non solo. L'evento, ospitato da Agricola Moranda di Ca-purso (Nesente – Verona), vuol dare spazio an-che alla formazione, con i due seminari tematici: Stabilizzare e proteggere il colore in macerazione con la microssigenazione, condotto dal consulente ed eno-logo Mauro de Paola e Uve in appassimento: come con-trollare la microbiologia con Tiziana Nardi del Crea di Conegliano.

“Valpolitech rappresenta la naturale prosecuzione del percorso intrapreso dal Consorzio con il progetto RRR-Riduci, Risparmia, Rispetta” spiega il direttore del Consorzio Olga Bussinello “così rispondiamo alle esi-genze sempre più specifiche, anche da parte delle azien-de, in tema di formazione, informazione e innovazione”.

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TOSCANA. Nuovi limiti zuccherini per il Chianti Docg Si ammorbidisce un po' il gusto del Chianti Docg, grazie a un cambio nel disci-plinare, che modifica il residuo zuccherino minimo consentito. Per le aziende, che attendevano questo passaggio da mesi, ci sarà la possibilità di adeguarsi alle norme europee (come hanno fatto anche altre Dop) e, allo stesso tempo, venire incontro ai gusti dei consumatori stranieri, soprattutto statunitensi, suda-mericani e orientali. “Non sconfiniamo certamente nella categoria dei vini amabi-li, restiamo sempre in quella dei secchi, ma abbiamo la possibilità di produrre vini più morbidi e più piacevoli”, afferma Giovanni Busi, presidente del Consorzio del Chianti Docg.

Da un punto di vista tecnico, l’allineamento del valore del residuo massimo zuc-cherino ai parametri comunitari previsti per i vini secchi consentirà di avere un parametro di 4 g/l oppure fino a 9 g/l (purché l'acidità totale, espressa in grammi di acido tartarico per litro, non sia inferiore di oltre 2 grammi al tenore di zucche-ro residuo). “I produttori, se vorranno, potranno adeguarsi a questi nuovi standard” prosegue Busi, che è fiducioso sugli effetti di mercato: “Ci aspettiamo un aumento delle vendite estere”. Ma sarà interessante vedere anche l'andamento delle vendite e l'impatto sulle preferenze dei consumatori italiani.

La modifica è valida per ora solo a livello nazionale dalla vendemmia 2019/20 e per i vini ancora da imbottigliare delle campagne 2018/19 e pre-cedenti. Prima di essere applicabile nel territorio Ue e nei Paesi terzi, il nuovo disciplinare dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta dell'Unione europea. Pubbli-cazione che deve avvenire entro tre mesi dalla data di trasmissione della doman-da del Mipaaft alla Commissione Ue, avvenuta lo scorso 25 luglio 2019. ‒ G. A.

SICILIA. Cooperativa in crisi: l'Uvam di Marsala in liquidazione L'Uvam (Unione viticultori agro m a r s a l e s e ) , la più anti-ca cantina sociale del-la Sicilia (1930), è stata messa in liquidazione. La decisione è stata presa dall'assemblea dei soci, che ha dato il via libera alla proposta del consiglio di amministrazione, presieduto da Vincenzo Lombardo.

I motivi sono legati alla crisi dei prezzi delle uve che da diversi anni ha investito il compar-to cooperativo marsalese e che ha provocato il crollo dei quantitativi conferiti. Nominati i commissari liquidatori per questa realtà coo-perativa che conta 2.500 ettari, con 600 soci (una cinquantina quelli riuniti in assemblea), molti dei quali hanno deciso, a fronte della bassa remuneratività delle uve, di vendere la materia prima a privati.

PIEMONTE. Intesa a tre per valorizzare il vino Dolcetto

Dare vita a un percorso di collaborazione tra realtà vitivinicole e tra territori per rilanciare il consumo del vino Dolcetto. Arriva la firma, in Regione Piemonte (assessorato all'Agricoltura), tra la Cantina comunale dei Sorì di Diano d'Alba, rappresentata dal pre-sidente Renzo Castella, dalla Bottega del vino Dogliani Docg, rap-presentata dalla presidente Anna Maria Abbona, e dall'Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, rappresentata dal presiden-te Mario Arosio. La Regione Piemonte ha designato il Dolcetto vino dell'anno 2019.

Nel 2018, gli ettari a Dolcetto sono stati oltre 3.800 per 12 Dop: Dogliani Docg, Dolcetto di Diano d'Alba o Diano d'Alba Docg, Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Docg a cui si aggiungono altre 9 Doc.

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GRANDI CANTINE ITALIANE. Umbria/1

Le grandi cantine dell’Umbria

Arnaldo Caprai

Loc. Torre | Montefalco (PG)

6 www.arnaldocaprai.it | ( 0742 378802

Dell’azienda Caprai si è detto e si è scritto tanto, ma vale sempre la pena sottolineare il

ruolo che ha avuto la cantina nel dare lustro al vitigno autoctono sagrantino, in anni

non sospetti in cui dilagava la confusione, tra vitigni internazionali e modelli che poco

avevano a che fare con la valorizzazione del territorio di produzione. Caprai può oramai essere

considerato un vero faro, tra alta qualità, sperimentazioni continue, rapporti di ricerca con le

Università e principi di sostenibilità ambientale applicati in vigna e in cantina.

Montefalco Sagrantino 25 Anni ‘13

Il vino e l’abbinamento consigliato:Di eccezionale potenza il 25 Anni ’13, dai sentori di mora, rosa, noce moscata e pepe e

toni decisamente mediterranei. Così anche il palato, di imponente struttura e tannino.

Ottimo con arrosti e grigliate di agnello.

Colli Martani Grecante ‘17

Il vino e l’abbinamento consigliato:

I profumi del Gracante spaziano dal frutto tropicale, alle erbe aromatiche e non

mancano nuance floreali e agrumi. Palato avvolgente, attraversato da una sottile

vena acida. Abbinatelo con sformati di verdure.

Montefalco Rosso Ris. ‘15

Il vino e l’abbinamento consigliato:Offre sensazione di liquirizia e cacao, ma anche prugna e sottobosco il Riserva

2015. Il palato è pieno e dinamico, di grande profondità. Un abbinamento ideale?

Cappelletti in brodo.

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supervisione editorialeMassimiliano Tonellicoordinamento contenutiLoredana Sottile [email protected] collaboratoGianluca Atzeni, Andrea Gabbrielli, Lorenzo Tersiprogetto graficoChiara Buosi, Maria Victoria Santiago

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fino al 15 ottobre in Wine the truth Proiezioni itineranti di film sull'architettura nella cantine toscane aderenti al circuito toscana Wine architecture proviaggiarchitettura.com

fino all'8 settembre franciacorta summer festival on the road 2019 cantine della Franciacorta (brescia) franciacorta.net

fino all'8 settembre expo chianti classico greve in chianti (Firenze) expochianticlassico.com

fino all'8 settembre vinimilo milo (catania) vinimilo.it

fino al 7 settembre pantelleria docfestival castello di Pantelleria e cantine Pantelleria (trapani)

6 settembre sanasaloneinternazionale del biologico e del naturale bologna Quartiere fieristico sana.it fino al 9 settembre

6 settembre valpolitech in cantina presso agricola moranda di capurso Nesente (Verona)

6 settembre festa del rosso conero camerano (ancona) fino all'8 settembre

8 settembre vendemmia solidale per la ricerca sulla sla Le manzane san Pietro di Feletto (treviso) dalle 9.00 alle 16.00 lemanzane.com

13 settembre barolo & barbarescoacademy castello di grinzane cavour (cuneo) fino al 15 settembre stradadelbarolo.it

14 settembre festival franciacorta in cantina fino al 15 settembre franciacorta.net

20 settembre festa dell'uva Verla di giovo (trento) fino al 22 settembre

29 settembre cittadellartevino Villa colombara cittadella (Padova) fino al 30 settembre cittadellartevino.it

4 ottobre corciano castello di vino corciano (Perugia) borgo medioevale fino al 6 ottobre corcianocastellodivino.it

6 ottobre milano Wine Week Palazzo bovara e wine district fino al 13 ottobre milanowineweek.com

12 ottobre vendemmia a torino fino al 20 ottobre vendemmiatorino.it

EVENTI. A Camerano tre giorni di festa per il Rosso Conero Un fine settimana all'insegna del Rosso Conero. Dal 6 all'8 set-tembre Came-rano (Ancona) brinda alla sua Doc del mare: la prima deno-minazione nata nelle Marche (cor-reva l'anno 1967). Dicias-sette le cantine socie dell’Istituto marchigiano di tutela vini che nel corso della tre giorni propor-ranno in degustazione le proprie etichette di Ros-so Conero Doc e Conero Riserva Docg, da abbina-re con le tante specialità presenti negli stand gastronomici lungo le vie del borgo.“Nel turismo del vino risiede un fortissimo poten-ziale di sviluppo” ha detto il direttore Imt Alberto Mazzoni “e credo che Camerano come altri territori del Rosso Conero possano rappresentare un valo-re aggiunto per incrementare l’economia turistica e quella del vino, anche attraverso la vendita diretta. Ma serve un cambio di passo da parte della Regione Marche sia in campo legislativo che di orientamento, a partire da una cabina di regia in grado di dare con-cretezza agli obiettivi di sviluppo”.

enO memORAndUm

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gambero rosso 14tre bicchieri

DAl MonDo

Non si saranno, e non ci sono, soltanto i Millennial a influenzare il futuro mer-cato del vino, ma anche la

cosiddetta “Z Generation”, destinata a recitare un ruolo molto importante nelle strategie del settore. Una cate-goria di consumatori che raggruppa i nati tra il 1995 e il 2009, definita anche “i-Generation”, che subentrerà ai Millennial nel mercato statuniten-se, e non solo, sorpassandola. Aman-ti più di Instagram e di YouTube che della televisione tradizionale, curiosi, multiculturali e mentalmente aperti, in particolare ai messaggi pubblicitari che arrivano dall'industria del bevera-ge, a patto che questa abbia delle pro-poste interessanti e stuzzicanti.Nel vino, secondo le ricerche del Wine business institute dell'Università sta-tunitense di Sonoma, la Z Generation del primo mercato al mondo - gli Sta-ti Uniti - preferisce i bianchi (70%) ai rossi (68%), seguiti da rosati (52%),

spumanti (49%) e, infine, vini dolci (23%). Piacevole, delizioso, diverten-te, sono gli aggettivi che vengono as-sociati al prodotto vino da questi gio-vanissimi consumatori che, per le loro scelte, si basano certamente sui sugge-rimenti di amici e parenti, ma sono più disposti rispetto ai Millennial a consi-derare i punteggi assegnati alle sin-gole marche. Relativamente bassa la percentuale di chi ritiene il vino poco comprensibile (19%) o snob (15%).Rispetto all'industria vitivinicola, per-tanto, la Z Generation si attende un atteggiamento diverso: una maggio-re pubblicità online, in particolare su YouTube, su Instagram (specie gli abbinamenti al cibo); un packaging migliorato, più semplice, contenente informazioni sul contenuto e su profu-mi e sapori del vino. E c'è spazio anche per richieste come una più costante in-formazione/formazione sul prodotto (anche sul web) utile soprattutto a chi non conosce minimamente la materia.

La Z Generation chiede, inoltre, più presenza sui social media, prez-zi accessibili sia dei prodotti sia dei wine tasting nelle cantine. Ma anche più occasioni di consumo come even-ti e festival dedicati Infine, le attese sono forti su vini che siano a basso contenuto alcolico e calorico, biologici, con meno zuccheri e meno solfiti. Una tendenza salutistica che interessa, se-condo stime Nielsen, un consumatore americano su quattro. ‒ G. A.

CONSUMI. La “Z Generation” nuova frontiera per l'industria

I gusti della Z generation

vini bianchi, a basso contenuto alcolico, biologici

social Instagram

marketing su YouTube

occasioni di consumo wine festival ed eventi dedicati

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tre bicchieri17gambero rosso

DAl MonDo

1 Qual è la percentuale di export sul totale aziendale?

La percentuale di export si aggira sul 20 per cento del totale del vino pro-dotto. Il mercato è in forte espan-sione: abbiamo iniziato dall’Europa, con la Germania e l’Inghilterra in primis, per poi esportare il vino in Svizzera, Polonia, Olanda, Belgio, Canada, California, Giappone, Re-pubblica Ceca, Kazakistan e ora an-che in Russia. In quest’ultimo caso, si tratta di una trattativa importan-te e delicata.

2 Come va con la burocrazia?

La burocrazia è legata ai regolamen-ti interni di ciascun Paese. È una delle poche volte che non possiamo dire: “È tutta colpa dell'Italia”. In realtà, la burocrazia – come forma di tutela – è presente ovunque con regole a volte fin troppo stringenti.

3 Come sono cambiati l'atteggiamento e l'interesse dei consumatori stranieri nei confronti del vino italiano?

L’approccio verso il vino italiano è migliorato rispetto al passato, ma è c’è ancora da lavorare. I consumatori stranieri si affidano alla notorietà dei brand e alle recensioni dei grandi conoscitori di vino nel mondo. An-che la percezione positiva dei vini sardi sta crescendo.

4 Come promuoverete il vostro vino nei mercati internazionali? 

Promuoviamo il brand come marchio di qualità del vino e lo facciamo partecipando alle fiere più importan-ti, ai concorsi più autorevoli, richiamando l’attenzione della stampa generalista e settoriale e soprattutto attraverso l’incoming: chiediamo agli importatori di venire in Sardegna per conoscere la realtà Siddùra. Sai come si dice, vedi Napoli e poi muori. Ecco, noi diciamo: vedi Siddùra e…”.

5 Avete uno o più export manager dedicati? Come li avete selezionati? 

Abbiamo due export manager. Sono professionisti che provengono da analoghe esperienze acquisite con aziende importanti a livello italiano. La selezione è quasi naturale: devono sposare completamente la filosofia di Siddùra, essere uomini-azienda. Nel loro percorso sono supportati costantemente dallo staff aziendale.

Siddùra - Luogosanto loc. Siddùra - Otranto - siddura.comnel prossimo numero

ENRICO SERAFINO

iL miO exPORTMassimo Ruggero – Siddùra

GamberoRossoInternational

Worldtour 20192020

CALENDAR

Sponsor

OCTOBER

27 ROMA - Italy Top Italian Wines Roadshow

27 ST. PETERSBURG - Russia Top Italian Wines Roadshow

25 MOSCOW - Russia trebicchieri

NOVEMBER 04 SEOUL - Korea trebicchieri

19-26 WINE&SEA - II EDITION

28 MUNICH - Germany trebicchieri

05 COPENHAGEN - Denmark

08 VANCOUVER - Canada Top Italian Wines Roadshow

22 HO CHI MINH - Vietnam Top Italian Wines Roadshow

FEBRUARY

03 STOCKHOLM - Sweden trebicchieri

Vini d'Italia

trebicchieri

trebicchieri

14 DUSSELDORF - Germany trebicchieri PROWEIN Special

11 PARIS - France trebicchieri Vinexpo Special

JANUARY

30 BERLIN - Germany Vini d'Italia

01 BEIJING - China trebicchieri

APRIL

DUBAI - UAE

19 VERONA - Italy trebicchieri VINITALY Special

MAY

27 HONG KONG - China trebicchieri VINEXPO Special

2019

2020

trebicchieri30 TOKYO - Japan

08 CHENGDU - China Top Italian Wines Roadshow

trebicchieri

06 CALGARY - Canada Top Italian Wines Roadshow

04 MONTREAL - Canada

JUNE

30 SALZBURG - Austria trebicchieri

26 CHICAGO - USA trebicchieri

28 NEW YORK - USA trebicchieri

Top Italian Wines Roadshow

24 MIAMI - USA Top Italian Wines Roadshow

21 MEXICO CITY - Mexico

trebicchieri06 SHANGHAI - China

Notte Italiana - Best of Italy

01 ZURICH - Switzerland Vini d'Italia

MARCH

02 LOS ANGELES - USA

04 SAN DIEGO - USA

05 SAN FRANCISCO - USA

Vini d'Italia

13 LONDON - UK trebicchieri

06 NAPA VALLEY - USA trebicchieri Special Edition

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gambero rosso18tre bicchieri

lE StorIE

La data del 4 settembre 2019 sarà ricordata per-ché, oltre alla formazione del governo Conte bis (o Conte 2), nel settore vitivinicolo per la prima volta tre grandi nomi della filiera come Ismea, Uiv

e Assoenologi hanno messo assieme le forze, le proprie reti di rilevazione e le diverse competenze per comu-nicare al mercato un dato unitario, e unico, sulla ven-demmia. Dopo anni di pubblicazioni separate, di stime talvolta troppo discordanti, è stata la sede del Ministe-ro per le Politiche agricole agroalimentari, forestali e del turismo (Mipaaft, con la t finale ancora per poco) a sancire questa collaborazione. Così, dalla campagna 2019/2020, l'Italia parlerà con una sola voce. E i numeri illustrati a Roma dicono che dopo un 2018 record, a 55 milioni di ettolitri, l'Italia farà un balzo indietro nelle quantità producendo il 16% in meno, vale a dire circa 46,1 milioni di ettolitri, al di sotto della media quin-quennale (48,7 mln/hl). Nonostante ciò, rimarrà il pri-mo produttore mondiale, davanti a Francia (43,4 mln/hl) e Spagna (circa 40 mln/hl).

Per la prima volta Uiv, ismea e assoenologi uniscono le forze. giù Veneto, Puglia, sicilia ed emilia romagna; sale la toscana. L'europa perde oltre 25 milioni di ettolitri. L'italia leader mondiale, ma resta il nodo del valore. cotarella: qualità da buona a eccellente

VendemmIa 2019: produzIonea 46 mIlIonI dI eTTolITrI

a cura di gianluca atzeni ››

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Cuccia: “Il nodo non è la quantità ma la qualità”

"Il vero tema del futuro non è tanto la quantità di vino prodotta ma il modo in cui veicoliamo la grande qualità del vino made in Italy”. Così il presidente del Gambero

Rosso, Paolo Cuccia, è intervenuto al Mipaaft, alla conferenza stampa di

presentazione delle previsioni vendemmiali. “Non dobbiamo per forza leggere la minore produzione come un problema. La sfida del vino italiano è la qualità. In 30-40 anni, l'Italia ha compiuto passi importanti in questo senso e oggi il consumatore globale percepisce il nostro vino come prodotto d'eccellenza. Lo verifichiamo ogni anno nelle 30 capitali dove il Gambero Rosso incontra circa 50 mila persone tra operatori e appassionati"."Ricordiamoci" ha proseguito Cuccia "che se la qualità c'è, il vino spunta prezzi più alti. Oggi, quello che va migliorato si lega agli aspetti gestionali delle aziende, alla facilità nell'accesso al credito, alla comunicazione. Il vino italiano ha le carte in regola per incrementare la sua marginalità. Negli Stati Uniti, che restano il mercato più importante, tra Francia e Italia ci sono ancora 5 dollari di differenza nel prezzo medio. E noi dobbiamo fare ogni sforzo per colmare questo gap".

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gambero rosso20tre bicchieri

lE StorIE

PREVISIONE PER MACRO-AREA

tre bicchieri21gambero rosso

›› I TERRITORILa vendemmia è comin-ciata in Sicilia nella pri-ma settimana di agosto – in ritardo di 10-15 giorni sul 2018 e, per-tanto, è rientrata nella norma – seguita dalla Puglia e dalla Lom-bardia. La rilevazione dei tecnici effettuata a fine agosto su tutto il territorio nazionale evidenzia il netto pas-so indietro delle quat-tro regioni principali: Veneto (-16%), Emilia Romagna (-20%), Pu-glia (-16%) e Sicilia (-20%). Segno meno anche per altre aree, tra cui spiccano il -30% del-la Lombardia, il -25% dell'Umbria e il -15% del Piemonte. L'unica a crescere è la Tosca-na (+10%) con Molise e Valle d'Aosta stabili rispetto a un anno fa. “Si rientra nelle medie degli ultimi anni” osserva il presidente di Uiv, Ernesto Abbona “manteniamo il primato mondiale ma in ››

VEnDEMMIA 2019

›› LA SFIDA DELLA QUALITàIl presidente dell'Assoenologi, Riccardo Cotarella, stima l'annata 2019 tra il buono e l'eccellente, secondo le zone. A livello generale, lo stato sanitario delle uve è definito “buono”, con rari attacchi di peronospora e oidio, circo-scritti con opportuni trattamenti. Buone escursioni ter-miche giorno-notte hanno favorito una lenta e graduale

maturazione o un ottimale sviluppo degli aromi. I ri-scontri analitici evidenzia-no gradazioni medie nella norma, un buon rapporto zuccheri/acidità e un buon quadro aromatico per le prime uve raccolte. I pro-blemi del 2019 sono legati alle evidenti difformità di maturazione anche nello stesso appezzamento. Un clima che da temperato si sta trasformando in caldo-arido non aiuta il lavoro dei viticoltori. “I cambiamenti climatici ci stanno condizio-nando in modo decisivo nella nostra sfida per la qualità. Il freddo e le abbondanti piog-ge” ha spiegato Cotarella “hanno determinato la perdi-

ta di fertilità delle gemme. Oggi, in uno stesso territorio tro-viamo a poca distanza bombe d'acqua e sole, ma anche siccità e umidità. Siamo consapevoli che alcune aree hanno sofferto e registreranno una qualità modesta”.

IL QUADRO DELLE UVEViaggiando da Nord a Sud dell'Italia, in Lombardia, Ol-trepò e Franciacorta segnano cali a due cifre a causa di al-legagioni complicate. In Trentino Alto Adige, Lagrein e Traminer aromatico sono le più penalizzate; ottime le pre-visioni per le basi spumante da Chardonnay e Pinot nero e per le uve a bacca rossa. In Veneto, dal Pinot grigio all'uva Glera, dalla Corvina alla Garganega, le stime parlano di buon accumulo di polifenoli e antociani. In Friuli Vene-zia Giulia, a parte oidio e peronospora, le condizioni sono ottimali per la maturazione. Ottimo quadro acido e grada-zioni nella norma per Pigato e Vermentino in Liguria. In Emilia Romagna, le uve Lambrusco Salamino e Sorbara perderanno il 30%, mentre sono ottime le prospettive per Grasparossa, Albana e Trebbiano. In Toscana, l'assenza di patogeni determina un ottimo stato sanitario e set-tembre sarà decisivo. Complessa la situazione in Umbria, con grappoli meno pesanti, ma con prospettive ottime dal lato qualitativo. Nelle Marche, Verdicchio, Pecorino e

Produzione e ripartizione per segmento qualitativo (milioni hl)

Previsione per macro-area

Fonte: Osservatorio Del Vino/Previsioni Vendemmiali 2019 Fabio Del Bravo - Ismea

un contesto geopolitico difficile, con segnali preoccupanti da alcuni mercati importanti, mentre si aprono prospettive im-portanti dagli accordi di libero scambio”.

››

“occorre lavorare per reggimentare la produzione nazionale di vino in modo che si produca tanto quanto si consuma. Per farlo occorrerà prestare molta attenzione alle autorizzazioni per i nuovi vigneti”— Riccardo Cotarella (Assoenologi)

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gambero rosso22tre bicchieri

lE StorIE

& falanghinapizza

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Pizza&Falanghina Tour 20196 cene con la Falanghina del Sannio in abbinamento alla pizza d’autore

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›› Passerina potrebbero raggiungere punte di eccellenza. Promettenti i presupposti nel Lazio, con uve migliori rispetto al 2017 e al 2018 e perfette gradazioni zuccherine. Pro-babili punte di ottimo per i rossi in Abruzzo, se settembre non farà le bizze. Decisamente buona la qualità in Molise. In Campania, dove torna in piena produzione l'area del Sannio dopo gelo e grandinate degli ultimi due anni, la condizione delle uve fa ben spe-rare. In Puglia, gli acini sono sani e si stima-no livelli più che buoni con diverse punte di ottimo. Qualità elevata, fino all'eccellente, in tutta la Basilicata. Calabria alle prese con oidio e peronospora, ma con danni limitati. In Sicilia, dopo un difficile 2018 si registra-no livelli più che buoni con diverse punte di ottimo. In Sardegna, infine, lo stato sa-nitario delle uve lascia ben sperare per una produzione di vini ottimi con alcune punte di eccellenza.

PREZZI IN CALOUna flessione produttiva che arriva in un momento di mer-cato caratterizzato da una diminuzione generalizzata delle quotazioni medie complessive dei vini (-13%), trascinati in basso dai vini comuni, che storicamente soffrono la con-correnza dei grandi Paesi produttori. Durante la campagna 2018/19, in alcuni momenti i bianchi sfusi hanno sfiorato i prezzi di dieci anni prima, chiudendo a -34%, rispetto al -21% dei rossi. I vini Dop (-6%) hanno limitato le perdite, perché meno esposti alla concorrenza.

IL MERCATO INTERNAZIONALELa fotografia scattata dal segretario generale del Ceev, Ignacio Sanchez Recarte, ha evi-denziato, da un lato, che i primi cinque pro-duttori europei (Italia, Spagna, Francia, Por-togallo, Germania) perderanno nel complesso 26 milioni di ettolitri. Dall'altro lato, il quadro illustrato da Sanchez prospetta un anno diffi-cile sul fronte commerciale: “Osserviamo una fortissima tensione di mercato e molta incertezza sul futuro. Il calo dei prezzi nel 2019 ha portato a quotazioni troppo basse, anche intorno ai 30 euro al quintale per alcune Doc importanti come, ad esempio, il Cava spagnolo. Queste situazio-ni vanno assolutamente evitate” ha ammonito “attraverso un approccio di filiera”. Per quanto riguarda l'Italia che, come è noto, vende all'e-stero metà del proprio vino e, anno dopo anno, registra a valore dei nuovi record, il 2018 si era chiuso con un -8% nei volumi esportati, al di sotto dei 20 milioni di ettolitri. Un dato preoc-

cupante, come ha sottolineato Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea: “Perdere quote di mercato a fronte di una do-manda globale di vino in aumento non ci fa stare tranquilli. Inol-tre, a peggiorare è stata anche la ragione di scambio, vale a dire il rapporto tra prezzo e costi di produzione. Questo significa che cantine e agricoltori stanno affrontando maggiori spese”. A dare ossigeno, per contro, sono i dati sulle vendite estere a maggio: +11% nei volumi con valori in crescita del 5,5%, a 2,5 miliardi di euro. Ma anche una certa ripresa dei consumi interni che a luglio 2019, come ha evidenziato il presidente di Uiv, Ernesto Abbona, registrano un +2% a volume e +5% a valore.

Indice dei prezzi del vino (2010=100)

Fonte: Osservatorio del vino - Uiv - Ismea

“Bisogna mantenere a

livello europeo la specificità del comparto

vitivinicolo nell'ambito della

discussione sulla nuova Pac,

garantendo ai produttori

che il sostegno attraverso i fondi

dell'ocm vino resterà invariato”

— Ernesto Abbona (Uiv)

nov 2014 nov 2016nov 2015 nov 2017

nov 2018lug 2015 lug 2017lug 2016 lug 2018 mar 2019

lug 2019mar 2016mar 2015 mar 2017

mar 2018

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gambero rosso24tre bicchieri

lE StorIE

Priscilla Incisa della Rocchetta, brand ambassador della Tenuta San Guido, figlia di Nicolò e nipote di Mario, non ha dubbi "Sassicaia non sarebbe mai diventato quello che è se non ci fosse stato quest'in-

credibile terroir: forse all’inizio l'abbiamo aiutato a farsi cono-scere, ma oggi, quando vado nel mondo a raccontare il nostro vino, racconto sempre Bolgheri”.Barolo, Barbaresco, Vino Nobile, Brunello, Chianti Classico e altri ancora, sono vini che hanno una tradizione ultracen-tenaria e da almeno mezzo secolo sono inquadrati in una denominazione. Solo Bolgheri tra i territori top italiani, con 25 anni di vita, sembra una matricola. Eppure in appena un lustro è diventata un'area di riferimento per i grandi vini - qui sono nati Sassicaia, Masseto, Ornellaia, Grattamacco, Paleo, Guado al Tasso, Ca' Marcanda solo per citarne alcuni dei più famosi a livello internazionale - che tuttora esercita un fortissimo richiamo, grazie alla comprovata vocazione alla qualità del terroir bolgherese, al valore aggiunto assi-curato ai vini, alla rivalutazione fondiaria che non cessa di incrementarsi. Non sono molte le denominazioni nel mon-do che quasi dal niente e in un così breve tempo, possono vantare un simile successo.

La Doc toscana compie 25 anni, ma la sua fama è già leggenda. e mentre crescono gli ettari vitati, si punta sul marchio territoriale e sulla promozione collettiva. il presidente Zileri: "il futuro? meno supertuscan e più consorzio"

un nuoVo corso per la doc BolgherI

››

a cura di andrea gabbrielli

Viale dei Cipressi, simbolo di Bolgheri“I cipressi che a Bolgheri alti e schiettiVan da San Guido in duplice filar,Quasi in corsa giganti giovinetti,Mi balzarono incontro e mi guardar.”Sono i primi versi dell'ode "Davanti a San Guido", scritta dal poeta e scrittore Giosuè Carducci, pri-mo autore italiano a ricevere (1906) il Premio No-bel per la Letteratura. Nel tempo in cui Carducci abitò a Bolgheri (1838-1848) e nonostante quanto affermato nella poesia, in realtà il tratto di strada da San Guido alle Capanne non era ancora sta-to ultimato. Fu soltanto dopo la fama riscossa da questa poesia che il Conte Ugolino della Gherar-desca fu spinto a sostituire i maestosi olivi seco-lari che fiancheggiavano il tratto tra le Capanne e Bolgheri con i "Maricoccoli”, creando il viale di Bolgheri così come l’aveva immaginato il Carduc-ci nei suoi versi. Attualmente il Viale dei Cipressi misura 4.962 metri di lunghezza e il totale dei ci-pressi piantati ammonta a 2540.Il 31 agosto 2019, in questo luogo simbolo del territorio bolgherese e con i cipressi illuminati da giochi di luce, è stata servita a 740 invitati dal Consorzio di tutela e dalle aziende, una cena per celebrare il 25esimo anniversario della Doc. Un evento suggestivo e spettacolare che ha richia-mato l'attenzione di tutto il mondo.

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gambero rosso26tre bicchieri

lE StorIE

tre bicchieri27gambero rosso

tErrItorI

IL VALORE FONDIARIOAmmesso di trovare da acquistare da queste parti - una possibilità che negli anni si sta rarefacendo visto i ri-gidi confini della Doc - la terra nuda non costa meno di 80/90mila euro per ettaro, mentre le superfici vitate non valgono meno di 350/400mila euro con punte che arrivano a 600mila euro per le esposizioni più pregiate.Racconta Federico Zileri Dal Verme, presidente del Consorzio di tutela dei vini Bolgheri Doc "Dai 7 soci fon-datori del Consorzio (Nicolò Incisa della Rocchetta, Rosa Gasser, Eugenio Campolmi, Enio Frollani, Michele Sat-ta, Federico Pavoletti e Piermario Meletti Cavallari; ndr) oggi siamo diventati 56, rappresentando il 95% di tutti gli ettari vitati. Dai circa 190 del 1994 agli attuali 1.370: 1050 di Bolgheri Rosso, 135 Bolgheri Bianco,185 Igt. Il Bolgheri Sassicaia, 87, ettari è compreso nella superficie totale".

MENO IGT, PIù DOCFacciamo un passo indietro. Il primo disciplinare di produzione fu approvato nel 1983, non senza alcune vi-stose lacune. Infatti, la tutela fu concessa a Trebbiano e Vermentino per le uve bianche, mentre per le rosse furono ammesse Sangiovese e Canaiolo ma per la sola produzione di vino rosato. La conseguenza fu che tutti i grandi rossi che già da allora venivano prodotti - Sas-sicaia in primis che dal 1968 veniva imbottigliato e ri-scuoteva successi nel mondo - continuarono ad essere classificati come "vini da tavola" al pari di anonimi vini in brik. Una "stranezza" che ha fatto epoca. Bisognerà attendere fino al 1994 quando, con la modifica del disci-plinare, vennero finalmente ammessi anche i vini rossi,

che il 50% faccia parte di questa seconda fascia. Il valore sociale della produzione bolgherese è importante.Continua il direttore Binda: "Su 9mila abitanti del Comu-ne di Castagneto Carducci, almeno 1100 lavorano presso le aziende vinicole senza contare l'indotto, ristoranti, eno-teche, agriturismi, alberghi e a tutti i servizi connessi". I vini di Bolgheri sino ad una dozzina di anni fa venivano esportati (70%), mentre oggi con la crescita degli ettari e dei volumi la quota si è abbassata al 50% (Usa e Sviz-zera in testa) perché nonostante i prezzi elevati, è tale l'immagine dei vini che il mercato domestico assorbe il restante 50%.

IL FUTURO DELLA DENOMINAZIONE. PARLANO LE AZIENDELeonardo Raspini, direttore generale della Tenuta Ar-gentiera, sostiene che "Oggi l'80% della produzione è in mano alle grandi aziende, che sono altamente interconnesse tra loro per via di antichi legami familiari: una specificità che non ha paragoni in altre denominazioni. L'obiettivo condiviso è di incrementare la qualità, migliorare la distri-buzione, soprattutto all'estero, e dare un sempre maggiore ruolo a Bolgheri come marchio territoriale".Giovanni Geddes, alla guida di Ornellaia e Masseto, di proprietà dei Marchesi di Frescobaldi, ribadisce la di-namica dello sviluppo: “La storia è sempre la stessa. Pri-ma nascono le aziende, poi arrivano le denominazioni per dare una cornice alla gestione: è stato così nel bordolese ed in tanti altri territori nel mondo. Oggi con la Doc Bolgheri iniziamo a fare una comunicazione che come territorio non avevamo mai fatto".

›› ››blend di cabernet e merlot. Contestualmente nacque an-che la sottozona Bolgheri Sassicaia, con l'area di produ-zione circoscritta all’interno della Tenuta San Guido, nei pressi dell'abitato di Bolgheri. Nel 2011, si proseguì ad un ulteriore aggiornamento per includere i vini prodotti con le tre uve principali della Doc (Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc), utilizzate anche come mono-varietali. Infine, nel 2013 avvenne lo scorporo della sot-tozona Bolgheri Sassicaia e la creazione di una omonima Doc indipendente.Ma veniamo ad oggi: la Regione Toscana ha recentemen-te accettato la richiesta di incrementare di 150 ettari la superficie vitata, così come spiega Riccardo Binda, di-rettore del Consorzio: "Pertanto avremo a disposizione 110 di uve rosse e 40 di uve bianche, già presenti come Igt nel nostro territorio. In sostanza, diminuirà la quota di produ-zione Igt nel nostro territorio e aumenterà quella della Doc".

BOLGhERI DOC. IL VALORE ATTUALEIl Bolgheri Doc attualmente rappresenta il 70% della produzione contribuendo a mantenere alto il valore del-la denominazione: circa 700 euro/hl, mentre il Bolghe-ri Superiore (15% del totale Doc) vale almeno il doppio (1.400 euro/hl) ma di fatto non c'è sul mercato, perché viene tutto imbottigliato dalle aziende produttrici. Al-tra particolarità: qui non esistono gli imbottigliatori che tanto peso hanno nelle altre denominazioni. Il prezzo medio in base alle etichette delle aziende, varia da 15 a 20 euro per il Bolgheri, mentre per il Superiore scatta a 35-40 euro, ma può arrivare, nei casi top, a 80-100 euro. Su circa 1,2milioni di bottiglie di Superiore, si stima

“Siamo difronte a un piccolo miracolo italiano" è la defini-zione di Bolgheri di Albiera Antinori "ma ora per una storia nata quasi per caso e che si è sviluppata senza scossoni, c'è sempre più bisogno di sinergie". Il futuro? Non ha dubbi: "C’è tanta differenza tra nord e sud, est ed ovest del nostro territorio tra argille, sabbie, e così via. Lo studio di queste diversità in relazione alle varietà, ci potrebbe riservare tante belle sorprese. Aver avuto un disciplinare che consente gran-de libertà è un invito a continuare a sperimentare".Per Marilisa Allegrini di Poggio al Tesoro, oltre a pre-servare l'ambiente, bisogna porre l'accento sulla soste-nibilità sociale: "Qui tutto il paesaggio è fantastico, dal Viale dei Cipressi alla via Bolgherese, ai boschi, ai vigne-ti. Ci deve essere un rapporto pubblico-privato sempre più stretto per mantenere, l’integrità e l'unicità di questo ter-ritorio. Ed è soprattutto necessario investire sui giovani, magari con una academy per trasmettere e tramandare i saperi e le artigianalità che servono per conservare e per far crescere il territorio”.Antonio Capaldo di Campo alle Comete spiega perché un imprenditore campano (Feudi di San Gregorio) ab-bia deciso di mettere radici qui: “Mi sono innamorato di Bolgheri, prima di tutto per la sua luce bellissima, poi per la libertà consentita dal disciplinare e, infine, per le persone che sono qui. Per noi che siamo arrivati per ultimi" rivela "usufruire di una denominazione così forte, è una grande op-portunità”. Alessandro Degl'Innocenti della Tenuta di Vaira mette in evidenza un piccolo neo: "Ciò che manca al territorio è una promozione adeguata e al livello della sua fama. L'assenza di eventi dedicati fa sì che la crisi del turi-smo della costa e in generale della Toscana, si ripercuota

I personaggiMario Incisa della Rocchetta

Il marchese Mario Incisa fu il primo che piantando Cabernet Sauvignon a Bolgheri aprì una nuova era del vino toscano e italiano. Parliamo di un personaggio particolare con va-

sti interessi che spaziavano dalla vi-tivinicoltura all’allevamento ippico, alla

conservazione dell’ambiente (è stato presidente del Wwf). Amante ed estimatore dei vini bordolesi che aveva imparato ad apprezzare sin da giovane in casa del nonno Chigi quando nel 1942 si trasferì a Bolgheri, piantò la prima vigna di appena 2 mila metri quadrati proprio con del cabernet con delle marze dal duca Salviati.I primi tentativi di coltivazione e di vinificazione eb-bero alterne fortune anche a causa della mentalità dei contadini poco propensi ad accettare le inno-vazione proposte dal gentiluomo: sesto d’impianto

molto stretto e basso, potatura severa per ottenere poca uva e l’utilizzo di piccole botti erano mal di-gerite dagli operai perché come Mario Incisa sin-tetizzò in una battuta “they know better". Mario Incisa muore il 4 settembre1983. Un altro grande personaggio del vino italiano, Nicolò Antinori, vo-lendo rendergli omaggio dirà queste parole «Aver inventato il Sassicaia giustifica una vita, dà ragione di tutto».

Giacomo TachisEnologo di fama internazionale è stato

per trent’anni direttore tecnico della Marchesi Antinori. Personaggio colto e di squisita sensibilità oltre a seguire il Sassicaia, ha inventato il Tignanello

e il Solaia. A lui si deve la messa a pun-to del nuovo protocollo di produzione:

dalla vendemmia alla vinificazione, dalla messa in

barrique all’invecchiamento. Ha detto: "Non è bravo l’enologo a fare il Sassicaia… è vero il contrario, è il Sassicaia a far bravo l’enologo". È morto il 6 febbraio 2016, lasciando un grande vuoto.

I Pionieri di BolgheriÈ curioso notare che tutte le persone che per pri-me furono ispirate dal Sassicaia non erano del posto (come lo stesso Marchese Mario del resto). Primo di questa lista è Piermario Meletti Cavalla-ri, che si trasferisce a Castagneto da Bergamo nel 1977 e crea il Podere Grattamacco. È un posto qua-si nascosto, difficile da trovare, che poi sarebbe di-ventato molto famoso. Insieme a sua moglie Paola mette a posta la vecchia casa colonica – non ar-rivava nemmeno la corrente elettrica – bonifica i terreni, pianta i primi vigneti, organizza la cantina. Appare un cartello che serve da indicazione stra-dale che è tutto un programma "Grattamacco. Vino

esaurito”. Rimarrà sino agli anni Novanta.Michele Satta, da Varese, crea una propria azienda dopo aver ampiamente lavorato sul territorio come fattore (1974). La tenuta Belvedere dei Marchesi An-tinori viene divisa tra Lodovico che crea Ornellaia, e il fratello maggiore Piero che rinomina la ridimen-sionata Tenuta Belvedere in Tenuta Guado al Tasso, un'altra fucina di grandi vini, tra cui molti Tre Bicchie-ri. Ornellaia ha un terreno favoloso e Lodovico ha le idee molto chiare. Sceglie il cabernet sauvignon ma punta sul merlot, costruisce una cantina avveniristi-ca, sul modello californiano, in buona parte sotter-ranea e chiama a collaborare André Tchelistcheff, il decano degli enologi americani che parla di Bolghe-ri come l’“Eldorado del vino”. Unica persona nativa di Bolgheri in questo gruppo iniziale era Eugenio Campolmi, il fondatore de Le Macchiole. Dopo la sua prematura scomparsa toccherà a sua moglie Cinzia Merli portare avanti con successo l'attività.

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gambero rosso28tre bicchieri

lE StorIE

anche su di noi. Non basta la capacità di attrazione di alcune grandi griffe che finiscono per monopolizzare l'at-tenzione: c'è la necessità di spalmarla sul territorio. Per questo bisogna assicurare continuità nella promozione".Le conclusioni spettano al presidente Zileri: parole non rituali quelle che ha voluto dedicare ai lavoratori di Bolgheri: "Un ringraziamento alle maestranze locali ma anche le grandi comunità che arrivano dal Senegal e dal Marocco, senza le quali sarebbe per noi impossibile mantenere il territorio come facciamo oggi. Sono molto emozionato: essere qui è un grande risultato. Il nostro fu-turo, però, sarà meno Supertuscan e più Consorzio".

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Doc Bolgheri e Bolgheri SassicaiaLa denominazione deve il suo nome al vec-chio borgo di Bolgheri, frazione di Castagneto Carducci, a cui si accede percorrendo il Viale dei Cipressi (vedi foto). La zona di produzione si estende nel territorio comunale ad est della statale Aurelia, dal confine con il Comune di Bibbona a quello di San Vincenzo, in direzio-ne delle Colline Metallifere. È in piena Marem-ma, in una parte di Toscana molto diversa da quella un po’ leccata del Chianti o delle Crete Senesi. Il Tirreno, le pinete costiere e le “padu-le”, terreni paludosi che nelle stagione piovosa raccolgono le acque, sono a due passi, mentre appena più a monte iniziano dei boschi fit-ti e una vegetazione bassa, ricca di cespugli fragranti di essenze balsamiche, teatro delle scorribande di nutriti branchi di cinghiali e di caprioli. Dal punto di vista climatico, se sulla costa l’influenza del mare impedisce le bru-sche variazioni di temperatura, l’intensa lumi-nosità e il caldo assicurano la precocità della maturazione delle uve mentre verso l’interno la maggiore altitudine favorisce delle escursio-ni termiche più sensibili. I terreni possono es-sere alluvionali, di origine fluviale, con ciottoli tondi depositati dagli antichi corsi d'acqua. Il nome Sassicaia deriva proprio da questa ca-ratteristica. Vi sono terreni di origine marina, con sabbie eoliche, dei calcari e delle argille. E ancora rocce vulcaniche provenienti dalle Colline Metallifere ad est. Per i bianchi le uve di riferimento sono principalmente Vermenti-no, Sauvignon e Trebbiano mentre per i ros-si (Bolgheri Rosso, Rosso Superiore, Bolgheri Sassicaia e poi il Bolgheri Rosato) sono Caber-net Sauvignon, Merlot, Cabernet franc, Syrah e Sangiovese, varietà che a parte rare eccezio-ni (Vigna del Cavaliere su tutti) non eccelle in questo terroir.

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