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Il cibo tra cultura e storia Progetto EXPO 2015 Classe I A Scuola Secondaria di I Grado Istituto Scolastico Comprensivo Paritario “Preziosissimo Sangue” Monza Prof.ssa Silvia Verardi

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Il cibo tra cultura e storiaProgetto EXPO 2015

Classe I A Scuola Secondaria di I Grado

Istituto Scolastico Comprensivo Paritario “Preziosissimo Sangue”

MonzaProf.ssa Silvia Verardi

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Ma tutti si alimentano come noi?

Tradizioni e abitudini alimentari, il ruolo della religione, il cibo come opportunità di scambio e arricchimento tra popoli, …

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Il nostro lavoro Gabriele Flore- 1. Ho lavorato con mia mamma ad una ricetta: i falafel 2. Ho scoperto nuovi sapori, non appartenenti alla nostra

cultura, religione 3. Anche se non gli avevo mai mangiati, mi sono piaciuti

molto (anche se erano un po’ piccanti!)

- Tiziano Cortese –Nel lavoro dell’EXPO, che ho fatto, ho scoperto che nel cibo

degli ebrei c’è sempre una storia, cioè raccontano di avvenimenti della Bibbia ebraica. Gli ebrei usano ingredienti particolari da me sconosciuti per comporre dei cibi per festeggiare delle feste (come la mia torta Benvenisti che è un cibo che si mangia nel periodo della Pasqua, detta Pesach)

- Valentina Cogliandro –1. Ho chiamato mio zio, che abita in Moldavia, poi gli ho

raccontato il lavoro che bisognava fare sull’EXPO 2015, e lui con aria orgogliosa, ha iniziato a elencarmi dei cibi appetitosi di tradizione moldava.

2. Semplicemente attraverso un telefono, ho scoperto un nuovo mondo da me sconosciuto: non pensavo che con la semplicità delle carote, carciofi o zucchine appena raccolte, si potesse entrare in un inebriante e buon gusto.

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Cosa mangiavano i nostri bisnonni?

La preparazione del cibo allora e oggi, il ruolo della tecnologia in cucina, l’evoluzione dei sapori, …

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Il nostro lavoro- Lea Andreolli –Mentre mio nonno rispondeva alla domanda

“come si svolgeva la tua giornata?” sentii dalle sue frasi che dietro a questa domanda ne dilagavano altre, perciò continuai fino a chiederli cosa mangiava abitualmente. Da questa esperienza ho scoperto che per ottenere ciò di cui si aveva bisogno, bisognava far fatica.

- Naomi Caroti –All’inizio ho lavorato per iscritto, formulando

delle possibili domande. Quando avevo finito di chiedere le domande a mia nonna e lei mi aveva risposto, ho rielaborato le risposte e le ho scritte a computer , le ho salvate su chiavetta ed infine ho stampato il file.

L’intervista l’ho fatta invitando a casa mia la mia nonna e ponendole le domande che avevo preparato.

Ho scoperto che in Ecuador la maggior parte della popolazione è povera, inoltre i cibi che prevalgono sono frutta, pesce, maiale e agnello.

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-Elisa Messina –Ho fatto questo lavoro scrivendo al computer.

Io però, decisi di fare una brutta copia a mano per poter correggere le frasi errate.

Ho fatto l’intervista scrivendo al computer, e mentre io facevo le domande alla nonna, lei mi rispondeva, ed io scrivevo ciò che la nonna riusciva a ricordarsi.

Ho scoperto nuove cose: il caffè doveva essere macinato prima dell’uso, l’acqua si doveva andare a prendere al pozzo, non c’erano i biscotti, ma il pane duro, non c’erano tutti i dolci che ci sono oggi.

- Viola Lozero –Ho lavorato bene scrivendo quello che la

bisnonna mangiava una volta.Ho scoperto che la bisnonna mangiava queste

cose perché si mangiava così ai suoi tempi.

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La cultura EbraicaPESACHLa Pasqua è una celebrazione che si svolge

intorno al tavolo con al centro un piatto simbolo della festa: l’uovo sodo, il pane azzimo non lievitato, l’osso dell’agnello, memoria del sacrificio pasquale.

La Bibbia dice che Dio impose a tutti i figli di Israele di macellare un agnello e spalmare lo stipite delle loro porte con poco sangue.

A Pasqua l’esistenza si trasforma, da schiavi si diventa liberi.

La Bibbia chiama Pesach per antonomasia l’agnello pasquale.

Pesach, cioè la Pasqua – la rievocazione dell’esodo dall’Egitto e della conquista della libertà da parte dei figli di Israele - è anche la festa della primavera, della Terra che torna alla vita dopo il letargo invernale: non a caso fra gli elementi della festa ci sono le uova che rappresentano la ciclicità, ma indicano anche il ritorno della stagione di fertilità.

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TORTABENVENISTIINGREDIENTI6 UOVA250 g DI ZUCCHERO100 g DI CIOCCOLATO FONDENTE300 g DI MANDORLE TRITATE2 CUCCHIAI DI OLIO EXTRAVERGINEAZZIMA PESTA O PANGRATTATOCACAO AMARO IN POLVERE ZUCCHERO A VELOSALE

Di Tiziano Cortese

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PREPARAZIONE

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Sgusciare le uova separando il tuorlo dall’albume

Lavorare a lungo i tuorli con lo zucchero

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Montare gli albumi a neve

Unire ai tuorli le mandorle tritate assieme a un cucchiaio di zucchero

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Aggiungere il cioccolato tritato

Versare il composto in una teglia rettangolare

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Cuocere per 40 minuti

A fine cottura togliere e lasciare raffreddare

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Ricoprire la superficie con cacao in polvere

Decorare la torta in modo personale

(io ho messo lo zucchero a velo)

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VOTAZIONI

VALUTAZIONE: 6 e ½

La torta era troppo oleosa con l’olio delle mandorle

TIZIANO CORTESE

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I FALAFEL di GABRIELE FLORE

I falafel sono delle polpette di ceci speziate molto diffuse nel medioriente, I felafel

vengono di solito serviti bollenti, avvolti nel pane pita insieme alla salsa tahina

accompagnati da verdure fresche. Se siete amanti dei felafel vi invito a provare questa ricetta, se invece non li avete mai

provati, questa potrebbe essere una buona occasione per sperimentare un

nuovo sapore

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SIGNIFICATO Gli Ebrei a Dicembre festeggiano la festa delle luci, nella quale fanno memoria della conquista del Tempio di Gerusalemme ad opera dei Maccabei. Questa festa è anche la celebrazione della luce nel periodo dell’ anno in cui il cielo ne è più avaro che mai : per otto sere si accende il candelabro, ogni sera una candela in più. E’ usanza mangiare cibi fritti in olio profondo : memoria di quel liquido dorato che regalò otto giorni di luce al Tempio.

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GLI INGREDIENTI per preparare 15 falafel servono:1. 200 gr di ceci secchi ;2. 1 spicchio di aglio ;3. 1-2 cipolle ;4. 1 cucchiaino di semi di cumino: spezia

aromatica utilizzabile per diverse occasioni ;

5. 1-2 fascetti di coriandolo: spezia della cucina araba ;

6. 1-2 fascetti di prezzemolo ;7. Sale e pepe.

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Fate clic per modificare il formato del testo della struttura Secondo livello

struttura Terzo livello

struttura Quarto livello

struttura Quinto

livello struttura

Sesto livello struttura

Settimo livello struttura

Ottavo livello struttura

Nono livello strutturaFare clic per modificare stili del testo dello schema

Secondo livello

Terzo livello

Quarto livello

Quinto livello

Tempi di preparazione e di cottura

Tempo di preparazione :

1 ora 10 min Tempo di cottura : 15 min Tempo totale : 1 ora 25 min + 12

ore di ammollo per i ceci

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Preparazione

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Inserire i ceci in una ciotola con acqua e bicarbonato e tenere ammollo per 12 ore(1)

Scolare bene i ceci e posizionarli in una ciotola insieme agli altri ingredienti (2)

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Inserire tutti gli ingredienti in un frullatore e tritare fino ad arrivare ad un composto per neonati (3)

Con l’ impasto formare polpette da mettere in frigo (4)

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Scaldare l’ olio in padella e mettere poi i falafel dentro, friggere i falafel finche non raggiungono un colore bruno

Sollevate e scolate i falafel su carta assorbente, mentre si devono servire su un letto di insalata verde.

Di Gabriele Flore

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CharosetSignificatoCharoset è una marmellata che simboleggia

la malta con cui gli schiavi ebrei costruivano i mattoni per le piramidi nel tirannico Egitto e riveste un preciso ruolo nel rituale del Seder, con cui si apre la settimana festiva. Gli Ebrei a tutt’oggi preparano e mangiano durante la pasqua ebraica a ricordo della schiavitù in Egitto. Esistono in innumerevoli versioni di questa dolcezza che può essere servita al cucchiaio, sull’ azzima o con i biscottini, in fine pasto.

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CHAROSETPORTATA: per 6 personeIngredienti: 100 g di mandorle con la buccia40 g di zucchero1 mela Golden70 g di datteri snocciolati70 g di prugne secche snocciolate70 g di castagne secche lasciate a bagno per un

giorno1 uovo1 arancia2 cucchiai di pinoli1 cucchiaino di azzima pesta o pangrattato  

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PREPARAZIONE20 minuti più un giorno per l’ammollo

delle castagne.Tritare nel mixer le mandorle con lo

zucchero, riducendola quasi a farina e tenerle da parte.

Sbucciare, tagliare a fettine e cuocere la mela in una casseruola con due cucchiai di acqua, lasciandola asciugare completamente.

Rassodare l’uovo e tenere solo il tuorlo.Grattugiare la buccia di arancia e

spremere il succo del frutto.Lessare la castagna in una pentola con

abbondante acqua.Frullare nel mixer il tuorlo con il succo di

arancia.Aggiungere quindi la mela cotta e le

mandorle tritate e frullare nuovamente.Unire nel mixer la buccia grattugiata, i

datteri e le prugne, già tagliuzzate e frullare, ma non troppo. La preparazione dovrà avere una consistenza simile a marmellata grezza.

Se il composto risultasse troppo fluido e umido, unire due cucchiai di azzima pesta.

Sistemare la preparazione in una coppa, decorare la superficie con i pinoli infilati l’uno vicino all’altro, come gli aculei di un riccio.

 COTTURA: un ora.

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IMMAGINI SULLA PREPARAZIONEFare clic per

modificare stili del testo dello schemaSecondo

livello Terzo

livello Quarto

livello Quinto

livello

Lorenzo Perego

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CROSTATA di RICOTTA

INTRODUZIONESette settimane dopo la Pasqua cade la festa di Shavuot, Pentecoste, in memoria della rivelazione della Legge al Sinai.Per rispetto a questo solenne momento, si consumano di solito pasti a base di latte e dunque senza la presenza di carne a sottolineare una cucina semplice negli accostamenti e nelle materie.La cucina ebraica è essenzialmente povera, forse anche per questo l’ingrediente più costante è il tempo; è una cucina che esige la pazienza, fra le virtù sicuramente più praticate dagli Ebrei.Il cibo dei figli d’Israele insegna di che cosa sia capace il tempo quando lo si lascia lavorare.Anche mangiando si ha modo di essere fedeli a Dio.

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INGREDIENTI

Per la pasta:2 uova400g di farina200g di zuccheroun pizzico di saleuna raschiatura di limone Per il ripieno:500g di ricotta100g di zuccherouna marmellata di visciole quanto un veloburro e farina

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Immagini sulla crostata alla ricotta

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livello Terzo

livello Quarto

livello Quinto

livello

DAVIDE

ROSSI

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CevicheLa ricetta Ecuadoriana 

Ingredienti:  2 chili di gamberi dell’Ecuador2 cipolle4 pomodori3 limoni1 peperone giallo, rosso e verde 1 mazzetto di coriandolo1 mazzetto di cipollotti bianchi a fettine piccole 1 tomate de arbol (frutta che assomiglia al pomodoro, ma è dolce)  Spezie:sale Olio vegetalePepe nero e bianco macinatoCumino macinato  Dosi: Per 4 persone  

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Fasi

Sbucciare i gamberi e pulirli dalla parte eccessiva.

Tagliare le cipolle a spicchi fini, lavarle con sale,perché così è meno forte il sapore della cipolla.

Tagliare i pomodori a quadratini, senza la buccia.

Spremere i 3 limoni.Tagliare i peperoni a spicchi fini. Tagliare il coriandolo in pezzi piccolini.Tagliare i cipollotti bianchi a fettine piccole.Frullare un pomodoro insieme al tomate de

arbol.Una volta preparati questi ingredienti

mettere a bollire i gamberi in 2 litri d’acqua per 5 minuti, poi lasciare raffreddare il brodo insieme ai gamberi.

In una ciotola mischiare tutti gli ingredienti insieme a sale, pepe, cumino e olio.

Prendiamo una pentola per unir: i gamberi, il brodo e tutti gli altri ingredienti già mischiati.

Il piatto e’ pronto da mangiare: accompagnato con pop corn e mais tostato.

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KIRIBATH---IL RISO AL LATTE DELLO SRI LANKAKiribath un piatto tradizionale dello srilanka

composto da riso. La parola è un composto con un trasparente significato nella lingua singalese dove "Kiri" significa latte & «bath» significa riso bollito. Questo piatto viene preparato facendo cuocere il riso con latte di cocco.

L'origine del piatto è sconosciuto o non molto chiaro, ma è diventato un piatto tradizionale in tutte le famiglie sia essa sia ricca o povera.

Questo piatto è riconosciuto come un piatto per i momenti di buon auspicio e servito soprattutto durante le ore di colazione. È diventato un piatto preparato il primo giorno di ogni mese per la colazione e un piatto molto importante durante la Capodanno singalese e tamil. Questo è il piatto principale servito poco dopo l'alba del nuovo anno. Tradizionalmente questo piatto viene servito su una foglia di banano

Il consiglioServire il piatto tiepido Volendo si può accompagnare questo

piatto con vari condimenti piccanti o con della frutta, ad esempio, la banana.

  

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Kiribath un piatto tradizionale dello srilankacomposto da riso. La parola è un composto con un trasparente significato nella lingua singalese dove "Kiri" significa latte & «bath» significa riso bollito. Questo piatto viene preparato facendo cuocere il riso con latte di cocco.

L'origine del piatto è sconosciuto o non molto chiaro, ma è diventato un piatto tradizionale in tutte le famiglie sia essa sia ricca o povera.

Questo piatto è riconosciuto come un piatto per i momenti di buon auspicio e servito soprattutto durante le ore di colazione. È diventato un piatto preparato il primo giorno di ogni mese per la colazione e un piatto molto importante durante la Capodanno singalese e tamil. Questo è il piatto principale servito poco dopo l'alba del nuovo anno. Tradizionalmente questo piatto viene servito su una foglia di banano

Il consiglioServire il piatto tiepido Volendo si può accompagnare questo

piatto con vari condimenti piccanti o con della frutta, ad esempio, la banana.

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Cucina: Sri Lanka Corso: piatto principale Livello di abilità:intermedio Porzioni: 5 Tempo di preparazione: 15 m Cuocere tempo: 15 m Pronto In: 30 m INGREDIENTI 600 g riso 4 tazze di acqua un pizzico di sale 2 tazze di latte di cocco denso    METODO    PASSO 1   Lavare il riso e mettere in una pentola di medie dimensioni. PASSO 2 aggiungere acqua PASSO 3 Cuocere il riso a fuoco medio- basso fino a metà cottura, poi quando la metà

dell'acqua evaporata, aggiungere il latte di cocco e il sale PASSO 4 Continuare la cottura per altri 10 minuti PASSO 5 Togliere la pentola dal fuoco e porre in un piatto piano. il piatto avrà la

consistenza del porridge (zuppa di avena)

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Immagini kiribhat

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livello Quarto

livello Quinto

livello

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Fare clic per modificare stili del testo dello schemaSecondo livello

Terzo livello Quarto livello

Quinto livelloIntervista ai bisnonni dell’

equador

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IL SAPOREIl sapore nel tempo è cambiato?il sapore è nettamente cambiato ,perché con

questi nuovi elettrodomestici,non si disperde, ma lo si conserva all’interno dell’alimento che si desidera preparare.

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DOVE SI CUCINAVACom’erano le cucine in quei tempi?In quei tempi le cucine erano semplici,

trovavamo un fornello ,un mini congelatore , dei ripiani in cui porre gli alimenti;non c’era l’acqua potabile ma la si doveva andare a prendere nei pozzi.

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QUANDO SI MANGIAVAQuando mangiavate?Di solito mangiavamo a mezzogiorno ,mentre

nel resto della giornata si andava nei campi e a vendere frutta e verdura

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IL CIBO DELLA GENTE NOBILE Cosa mangiavano le persone più ricche?Le persone più ricche mangiavano

l’aragosta,i gamberi,le ostriche i cavoli, i cavolfiori e l’insalata .

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LA PRODUZIONE DEL CIBOChi allevava e cosa si coltivava?La mia bisnonna allevava maiali, cavalli,

galline e si coltivavano mais,riso e grano.

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LA VENDITA DEI PRODOTTICosa vendeva nel negozio in città?Nel negozio in città la mia bisnonna vendeva

sia piatti caldi come: zuppe, sia piatti freddi come la macedonia.

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UN OGGETTO PARTICOLAREChe cos’è l’amasador?L’Amasador è una tipica pietra del fiume

della città del Carmelo ,usata per preparare los verdes ossia per preparare i platani

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ALCUNE IMMAGINI

Fare clic per modificare stili del testo dello schemaSecond

o livello Terzo

livello Quar

to livello Qu

into livello

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CONCLUSIONELa cucina tradizionale dell'Ecuador è

abbastanza varia nonostante sia un piccolo Paese e cambia di zona in zona. L'Ecuador è una piccola Repubblica del Sud America, che tuttavia comprende diverse tipologie geologiche e climatiche ognuna delle quali ha tradizioni culinarie che si rifanno principalmente alle produzioni territoriali. Sulle coste e sulle isole troviamo un maggior consumo di pesce mentre nelle zone interne e nella sierra, cioè nelle zone montagnose, si consumano maggiormente le carni. La cucina tipica non è sempre presente nei ristoranti turistici, quindi per gustare piatti tradizionali o indigeni bisogna andare in piccoli ristorantini frequentati dalla popolazione locale o anche servirsi presso i chioschi che si trovano per strada.