il brindisino 29

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Anno 3 N°29 APRILE 2010 www.ilbrindisino.it Direttore Responsabile Gianni Cannalire DISTRIBUZIONE GRATUITA "Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB S1/BR" Entra in Internet con il tuo sito personalizzato. Clicca su www.webpoint-brindisi.com www.webpoint-leccenord.com il check up gratuito della tua azienda su internet. Richiedi 0832 289835 Intervista al sindaco Nigro da pag 16 a 18 “Il paese, un piccolo gioiello incontaminato” Intervista all'assessore Neglia FOCUS VILLA CASTELLI Aria buona, ulivi, trulli, olio genuino, storia e buona cucina tipica “Pezza Petrosa, la nostra ciliegina sulla torta” SANITÁ Una suora racconta la sua "Via Crucis" al pronto soccorso del "Perrino" di Brindisi "C'è da piangere: neppure gli animali si trattano così", dichiara Suor Amato che già alcuni anni fa mise in riga i ferrovieri per un'altra vicenda ACAYA (Lecce) Che ci fa un Salentino alla "corte" di Leonardo da Vinci? scopritelo a pag. 12 BRINDISI Scoppia la "bomba" per il palazzetto dello sport a pag. 6 Sul prossimo numero Focus su Latiano PAPPA & CICCIA Al bando snack e bibite gassate. I pareri degli esperti a pag 7 a pag 3

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Mesinle della Provincia di Brindisi

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Page 1: il brindisino 29

Anno 3 N°29APRILE 2010

www.ilbrindisino.itDirettore Responsabile Gianni Cannalire

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0832 289835

Intervista al sindaco Nigro

da pag 16 a 18

“Il paese, un piccologioiello incontaminato”

Intervista all'assessore Neglia

FOCUS VILLA CASTELLI

Aria buona, ulivi, trulli, olio genuino,storia e buona cucina tipica

“Pezza Petrosa,la nostra ciliegina

sulla torta”

SANITÁ

Una suora racconta la sua "Via Crucis"

al pronto soccorso del "Perrino" di Brindisi

"C'è da piangere: neppure gli animali si trattano così", dichiara Suor Amato che già alcuni anni fa mise in riga i

ferrovieri per un'altra vicenda

ACAYA (Lecce)

Che ci fa un Salentinoalla "corte" di Leonardo da Vinci?

scopritelo a pag. 12

BRINDISIScoppia la "bomba"

per il palazzetto dello sporta pag. 6

Sul prossimonumero

Focus su Latiano

PAPPA & CICCIA

Al bando snack e bibite gassate.

I pareridegli esperti

a pag 7

a pag 3

Page 2: il brindisino 29

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Depositare BUSTE e CONTENITORI sul marciapiede di casadalla sera prima del giorno di raccolta dalle 22:00 alle 06:00

In caso di giorni festivi, a causa della chiusura degli impianti, il riuto verrà raccoltoil primo giorno utile successivo che verrà preventivamente comunicato alla cittadinanza

umidoscarti alimentari e organici

non riciclabilePiatti, bicchieri

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Page 3: il brindisino 29

Disagi, purtroppo ci risiamo. Ed auspi-cando possa trattarsi ancora una volta di episodio isolato e magari dovuto

senz’altro ad una “involontaria eccezione”, riportiamo la lettera di vera e propria denun-cia di Suor Mariarosaria Amato. Inviata al responsabile dell’associazione dei diritti del malato ed anche al nostro giornale.A lamentare l’estenuante giornata trascorsa presso il presidio del Pronto soccorso del no-socomio brindisino sono però due suore. Una delle quali (quella sana che aveva accompa-gnato la sorella inferma) probabilmente per nulla convinta (la speranza, almeno voglia-mo pensare, di tutti i cittadini-utenti) che tut-to ciò debba poter rappresentare un sistema-tico episodio di malasanità, decide pertanto di reagire e prendere carta e penna per scri-vere questa lettera di denuncia.Tutto si verifica lo scorso 24 febbraio giorna-ta durante la quale le due suore trascorrono l’intera giornata all’ospedale “Perrino” di Brindisi. Tempo nel quale «sono stata spet-tatrice e vittima anch’io di un modo di gesti-re la sanità del Sud da terzo mondo» la prima denuncia della suora.

«Accompagnavo una suora di 79 anni - ella prosegue - munita di richiesta del medico cu-rante per il ricovero, che sta molto male e necessitava di ricovero. Tutta la gente in ba-rella ammucchiata in diverse sale con attese estenuanti. Niente lenzuola, qualcuno più fortunato aveva il cuscino, altri stavano con la testa appesa (per di più con la parte supe-riore della barella che non si alzava), ognuno cercava di coprirsi con il cappotto o i giac-coni. A metà giornata ho chiesto ad una in-fermiera un cuscino perché la suora, che già soffriva per i suoi problemi, stava in posizio-ne molto scomoda: gentilissima la signorina che con intelligenza ed estrema disinvoltura arriva con delle traverse piegate e ripiegate (un quadratino di 20 cm) e glielo mette sot-to la testa! Comincia a nostra insaputa una lunga via crucis. Vi descrivo le stazioni. Lun-ga attesa prima della visita preliminare; visi-ta. Inizia ora una peregrinatio da un reparto all’altro, su e giù con la paziente, dopo ogni consulenza o esame. E siamo alla “stazione” seconda: visita urologica col preliminare dell’attesa d’obbligo. Terza stazione: sosta prolungata per essere prelevate e riportate

al Pronto soccorso. Quarta stazione: altra attesa finché il medico non prende visione del referto e decide per la prossima stazione. Quinta stazione: si decide per una ecografia e rifacciamo il giro. Sesta stazione: attesa. Ecografia. Sesta stazione: lunghissima atte-sa finché dal Pronto Soccorso non vengono a riprenderci. Altra lunga attesa (comincio a perdere il conto delle stazioni) al Pronto Soccorso finché il medico non vede il re-ferto e non arrivano i risultati del prelievo. In radiologia per una diretta addome e RX colonna vertebrale. Attesa. RX. Lunghissi-ma attesa finché dal Pronto Soccorso non vengono a riprenderci. Altra lunga attesa al Pronto Soccorso finché non arriva il tuo tur-no e il medico non vede il referto. Ancora su per la visita chirurgica. Lunghissima attesa. Visita. Lunghissima attesa finché dal Pron-to Soccorso non vengono a riprenderci. Di nuovo al Pronto Soccorso. Attesa. Chiedia-mo un cuscino perché la posizione aumenta-va la sofferenza e i dolori della “paziente”. Ci portano delle traverse piegate da mettere sotto il capo per tenerlo un po’ sollevato. Ci riportano su per una consulenza ortopedi-ca. Attesa come da copione. Visita. Più breve questa volta l’attesa perché la dottoressa ha avuto la com-passione e la gentilezza di sol-lecitare il Pronto Soccorso facendo notare che noi eravamo là dalle 8,30 della mattina e si erano fatte le 18,30. Digiune e con un solo caffè preso prima di partire. Un’auten-tica via Crucis! Con tanti poveri cristi sulla barella per croce, a sopportare, oltre ai pro-pri problemi, i malesseri di una sanità che specie nei nostri paesi del Sud è molto molto malata e ha bisogno essa di essere curata. E lo chiamiamo: “Pronto” Soccorso? Provate a immaginare se non ci fosse il “Pronto”».Non meno tragico - stando al racconto di Suor Mariarosaria Amato - è il finale. Al-lorquando cioè viene loro chiesto di decidere se avessero voluto il ricovero.

«Alle mie reazioni - lamenta Suor Maria-rosaria Amato - la dottoressa si difende dicendo che se si fosse ricoverata, avrebbe impiegato una settimana per fare tutto quello che le hanno fatto in una giornata». Ma ci-liegina sulla torna «il più bello - prosegue la suora - viene quando la dottoressa aggiunge che se decidiamo per il ricovero, ci portano a Francavilla Fontana. Ma noi veniamo da Francavilla Fontana!».Da qui l’amara conclusione della suora coraggio. «Ci facciamo pena! Allucinante! In qualche momento può persino venirvi da ridere leggendomi nella descrizione di quella che potremmo definire “la giornata tipo del Pronto Soccorso”. Ma solo per non piange-re, perché c’è da piangere: neppure gli ani-mali si trattano così. Noi, che facciamo parte del “genere umano”, non siamo una specie protetta. Protetta da chi? E da che cosa?».

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brindisi/sanitá

La toccante testimonianza di Suor Mariarosaria Amato, una religiosa di Francavilla«Ecco la nostra “Via Crucis”».

«La nostra giornata di peregrinatio al “Pronto” Soccorso del Perrino»

E lo chiamiamo "Pronto" Soccorso?C'è da piangere: neppure gli animali si trattano così", dichiara Suor Amato che già alcuni anni fa mise in riga i fer-rovieri per un'altra vicenda

· L'OSPEDALE PERRINO DI BRINDISI· SUOR MARIAROSARIA AMATO

Page 4: il brindisino 29

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Natale con i tuoi e Pasqua e Pasquetta…. pure. Pare, infatti, essere proprio questo il

trend, stando almeno alle dichiarazioni tra i più noti esponenti della vita politico-ammi-nistrativa della provincia brindisina, per le vicinissime vacanze pasquali.Sindaci, presidenti di provincia, segretari di partito, parlamentari non c’è differenza.La Pasqua, ed ancor più la Pasquetta saranno l’occasione imperdibile per trascorrere del tempo in famiglia, tra i propri cari. E se proprio si avvertirà forte la voglia di cambiare aria, allora ci si trasferirà tutti per un giorno appena fuori città, nella villa al mare o in quella di campagna. Godendosi insomma la più classica e tradi-zionale delle Pasquette.“La mia Pasquetta sarà sicuramente in fa-

miglia. Il “dove” è cosa che decideremo sul momento. Con tutta probabilità a mare sempre che le condizioni meteorologiche lo consentano”, dichiara l’onorevole Luigi Vitali. Pasquetta in famiglia e con la stessa location, cioè il mare, anche per il presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese. “Trascorrerò il giorno di Pasquetta nella mia villa a mare, in quel di Campomarino con la mia famiglia e con i parenti più cari”, dice Ferrarese. Pasquetta in famiglia anche per il senatore Salvatore Tomaselli. “Non abbiamo deciso ancora dove stare. Di certo c’è che sarà una Pasquetta in com-pagnia dei miei familiari” confessa il sena-tore del Pd. Non fanno eccezione al coro del “Pasquet-

ta con i tuoi” anche il sindaco della città di Oria, Cosimo Ferretti e quello di Francavil-la Vincenzo della Corte“E’ da sempre tradizione della mia famiglia trascorrere la Pasquetta in campagna con la famiglia. Anche quest’anno rinnoveremo la tradizione. Ci ritroveremo quindi con tutti i parenti nella mia villa di campagna, in contrada Tripoli”, dice Ferretti. “Dopo tanti mesi di lavoro mi godrò il we-ekend di Pasqua e Pasquetta finalmente a casa, in tranquillità e relax assoluto con la mia famiglia”, gli fa eco il primo cittadino della “Città degli Imperiali”.Per i tanti che resteranno fra le mura cittadi-ne – spostandosi al massimo di pochi chilo-metri per raggiungere la contrada di campa-gna o la località marina più vicina - c’è chi,

invece, quegli stessi giorni varcherà i confini nazionali per vivere una Pasquetta diversa, all’insegna della spiritualità, della solidarietà e del volontariato. Quel qualcuno è l’onore-vole Antonio Gaglione. “I giorni di Pasqua e Pasquetta mi vedran-no in pellegrinaggio a Lourdes”, risponde Gaglione. Legata all’esito del voto per le elezioni regionali (esito che al momento del-la redazione dell’articolo è sconosciuto) la Pasquetta di Euprepio Curto, coordinatore provinciale dell’Udc (incarico dal quale si è auto-sospeso perché impegnato in prima per-sona nella competizione elettorale).“La mia Pasquetta dipenderà dal risultato delle urne. Se la campagna elettorale avrà dato i buoni frutti sperati sarò da qualche parte a festeggiare. E sennò sarò da qualche parte a consolarmi”, afferma sorridendo.

Natale con i tuoi. E Pasqua? PureDove vanno in vacanza alcuni nostri politici locali? Mare e campagna le mete più gettonate. E c'è chi pensa al volontariato

· VITALI · FERRARESE · FERRETTI · GAGLIONE · CURTO · DELLA CORTE · TOMASELLI

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Apre la mostra dal titolo L’om-bra della luce “sospesa tra arte e design”. A Noicattaro (Ba),

presso la Galleria d’Arte Contem-poranea – Globalart, sono infatti esposte le opere di Daniela Chion-na, artista francavillese. Inaugurata ufficialmente il 28 marzo (presen-tata dalla prof. Carmen De Stasio – critico d’arte –saggista e con l’in-tervento di Rosa Didonna - galleri-sta) la mostra resterà aperta fino al 28 aprile prossimo.La luce per vedere, la luce per vi-vere una vita a colori, la luce ispi-ratrice, la luce come obiettivo e

come mezzo; quanto ha influito sulla creatività e sulla crescita ar-tistica dell’umanità? Quanto nella vita si deve alla nostra capacità di “vedere la luce”, di “mettere alla luce”, di “essere illuminati” di po-ter apprezzare quanto ci circonda “attraverso essa”? Da sempre l’arte visiva ha cercato di cogliere la luce e di inserirla nella sua espressione attraverso i contrasti, l’alternanza dei volumi, per giungere alla no-stra era in cui la luce stessa è parte nell’opera come elemento tecnolo-gico ulteriore, energia rivelatrice e rivelante di ciò che è dentro e ciò

che è fuori di essa. Questa esigenza è così approdata al mondo creativo del Design aprendo inconsuete ed imprevedibili situazioni, propo-nendo, fra ironia e provocazione, un modo diverso di apprezzare la luce nei nostri ambienti. «Le mie opere non sono lampade – dice Daniela Chionna -. Le mie opere sono quadri luminosi e contenitori di luce. La mia espressione creativa si traduce in materia.Materia che si articola estrosa-mente in grovigli, grumi, filamenti metallici, nuclei di vetro, corrugate superfici tradotte in pittoriche im-pronte, segni e scolature, crateri, lacerazioni, rilievi, tessiture, reti, legni erosi dal mare, pietre “le cel-lule del nostro pianeta”, e poi la luce.E’ la luce che crea la nuova visione di ciò che è creato, è lei che ricon-giunge le dense masse all’astrale cosmogonia da cui tutto ha origi-ne, in cui tutto vive. E’ la luce che tutto disgrega, dilata, espande al limite dei confini dell’immagina-rio. Nell’evento mostra, il giorno

17 aprile alle ore 18:00, presso la galleria Globalart ci sarà la pre-sentazione del libro della prof.ssa Carmen De Stasio dal titolo “Ol-tre la nausea” edito da “Il Raggio Verde edizioni”. Interverranno il prof. Daniele Giancane, docente dell’università di Bari e Pierfran-co Bruni archeologo direttore del MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali).

Estratto dal commento critico della prof. Carmen De Stasio:Il senso estetico delle cose ha so-luzione nella non-contiguità e si identifica nella “versificazione li-bera” di una meta-geometrizzazio-ne dello spazio per divenire vera e propria performance scenica obli-qua ed evoluta. Trasparenti note emergono da una spazialità inven-tata ed esibita oltre le costrizioni, in un’esplosione cromatica che esalta l’intensità delle coincidenze mate-riche in un virtuoso fluttuare di luci ballerine ed ombre quale essenza espressiva dell’intera costruzione.CARMEN DE STASIO

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La mostra sarà aper ta dal 28 Mar zo a l 28 Apr i le 2010per info. 080 4782863

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Daniele G ianc ane docente del l ’Univers i tà di Bar iPier franco Bruni Archeologo Direttore M iBAC

(M inistero per i Beni e le Att iv i tà Cultural i )La sua presenza è par t icolarmente gradita

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L’ombra della luce “sospesa tra arte e design”In mostra opere di Daniela Chionna, artista francavillese

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di Renato Rubinobrindisi

L“bomba” palazzetto dello sport è scop-piata in tutta la sua potenza e i suoi effetti potranno ripercuotersi anche sull’equili-

brio politico della città di Brindisi. No, non è un “Pesce d’Aprile”, ma è seriamente a ri-schio il rapporto istituzionale tra Provincia e Comune di Brindisi. Un rapporto che scivo-lerebbe, é proprio il caso di dire, sul parquet della struttura di Contrada Masseriola. Ce ne siamo occupati proprio su questo giornale qualche mese fa, ma ora la situazione è dav-vero al collasso.Una grana resa ancor più velenosa dallo splendido ed entusiasmante campionato di Legadue che la New Basket Brindisi, con il marchio Enel, sta disputando. Una stagione esaltante che potrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, riportare Brindisi in serie A/1 di pallacanestro dopo 30 anni. Ma, per poter giocare il prossimo anno in A/1, in pratica da agosto, cioè tra 4 mesi, è necessario che la società abbia a disposizione un palasport adeguato alle nuove norme e con una capien-za di 3500 spettatori. Prerogative che l’attua-le PalaPentassuglia non ha. Massimo Ferrarese, patron e creatore della società di basket, ma anche presidente del-la Provincia di Brindisi, ha fatto sapere da

tempo, dopo una ridda di voci incontrollate e contrastanti, che l’impianto, qualora Brin-disi fosse promossa nella massima divisione, dovrà essere realizzato non da privati, che in tal caso sarebbero esposti a rischi economici elevatissimi (si parla di 7 milioni di euro), ma dal Comune di Brindisi, anche in sinergia tra le parti, così come avviene quasi dapper-tutto. Il Comune, a dire la verità, ci ha pensato, prima a lunga gittata, dando la priorità ad altri interventi urbanistici, prevedendo la realizzazione dell’impianto sportivo, per ca-renza oggettiva di fondi, nelle progettualità dell’Area Vasta brindisina. Cioè, se va bene e se non ci sono intoppi di varia natura, tra 4-5 anni. Poi, qualche ora prima della com-petizione elettorale per il rinnovo del consi-glio regionale, ha corretto il tiro, affermando che tra qualche settimana il progetto sarebbe stato pronto. C’è da crederci o è la solita bou-tade elettorale? Ma poi, fosse vero, si riusci-rebbe a costruire l’impianto in 100 giorni?C’è il concreto rischio, pertanto, che si possa emigrare a Bari, circostanza che patron Fer-rarese non vedrebbe di buon occhio, o che si debba rinunciare all’A/1. E non è esclu-so che lo stesso Ferrarese possa decidere di

lasciare la proprietà di società e squadra per dedicarsi a tempo quasi pieno alla politica. Consegnerebbe di fatto la squadra nelle mani dello stesso Mennitti, dicendo: “Adesso, pensaci tu”. E dietro questo gesto clamoroso ci potrebbero anche essere vecchi attriti tra le parti.Ci sarebbe una terza via, quella che prevede-rebbe l’innalzamento di una tribuna dell’at-tuale PalaPentassuglia con un altro anello di posti a sedere, previsto già in tempi non sospetti, quando cioè la struttura fu realizzata nel 1980.

Ma anche in questo caso il Comune ha rispo-sto picche.Sta di fatto che la situazione è paradossale: la squadra va forte, coach Perdichizzi ha cre-ato davvero un giocattolo perfetto, Crispin e Thomas continuano a segnare canestri su ca-nestri, i tifosi sognano l’Olimpo del basket, mentre la burocrazia o l’antagonismo politi-co mette un freno ai sogni, alle speranze, alle attese di un’intera provincia.Insomma, si vince ma per perdere. Davvero inconcepibile per gente come noi che ama e pratica lo sport.

Palazzetto: realtà o solita promessa (elettorale)?Scoppia la "bomba" per il palazzetto dello sport

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Recenti studi lanciano l’allarme obesità. I rischi per la salute sono tanti e l’edu-cazione alimentare scarseggia. Tre

esperti hanno fornito alcune spiegazioni su domande cui spesso non sappiamo risponde-re. Il primo è Emiliano Zingaropoli dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari.L’obesità è una malattia?“Si, è definita come malattia cronica, evo-lutiva e recidivante. È caratterizzata da un aumento del grasso corporeo e determina un peggioramento della qualità della vita, associata a complicazioni quali l’ipertensio-ne, l’ipercolesterolemia, il diabete mellito, che possono portare alla morte. E’ cronica perché una persona è obesa da sempre o impiega molti anni a diventarlo. Il nostro peso corporeo riflette quanto noi mangiamo abitualmente e il diventare obesi è la somma di piccoli errori di comportamenti alimenta-ri inadeguati nel lungo periodo. Evolutiva perché se col passare del tempo la persona obesa acquista del peso, la malattia diventa sempre più grave causando le complicazioni metaboliche. Recidivante perché spesso, una volta finita la dieta, non si riesce a rispettare un’alimentazione ridotta e si torna a man-giare come prima, riacquistando il peso per-duto o superandolo”. Oltre alla cattiva alimentazione e allo scarso movimento, i fattori genetici posso-no incidere in modo rilevante?“Solo negli ultimi anni sono stati presi in considerazione i fattori genetici sulla pato-genesi dell’obesità. Recenti studi sembrano indicare che genitori obesi tendano a gene-rare figli obesi. La probabilità di diventare obeso per un bambino con genitori normo-peso è del 9 per cento, questa probabilità sale al 41 per cento se uno dei due genitori è obeso e arriva al 73 per cento se entrambi i genitori lo sono”.Il bambino obeso diventa necessariamente

un adulto obeso?“Probabilmente no. Nel bambino obeso gli adipociti, ossia le cellule abilitate alla sinte-si, accumulo e scambio dei lipidi (i grassi), sono inferiori rispetto a un adulto magro. Questo significa che se l’alimentazione viene controllata, si potrebbe evitare la differen-ziazione di nuovi adipociti e l’obesità in età adulta”.Esiste un modo di mangiare o un’abitudi-ne alimentare caratteristici dell’obesità?“Tra le cattive abitudini c’è il mangiare spesso, mangiare fuori pasto (nibbling), mangiare in risposta a situazioni di disagio, mangiare cibi pieni di grassi e zuccheri come le merendine, gli snack e le bibite gasate che fanno parte della tanto pubblicizzata “ali-mentazione moderna”. Qual è il ruolo del computer e della televi-sione nell’obesità del bambino?“I bambini trascorrono in media 4 ore al giorno di fronte alla tv, o al pc o ai video-game e il consumo energetico è minimo. Tali attività sono associate all’obesità per-ché i bambini, complici dei già citati mes-

saggi pubblicitari, consumano una quantità di cibo perlopiù ricco di grassi e zuccheri. Alimentazione in netta contraddizione con la definizione del “mangiare sano”. Reduce anche dalla sua esperienza all’estero come allenatore di calcio a 5, quale esercizio fisico consiglierebbe?“Le diete costituiscono il sistema princi-pe per calare di peso ma per una corretta programmazione della terapia è senz’altro raccomandato l’esercizio fisico. Parlo di at-tività fisica ricreativa come la corsa e il nuo-to integrando anche un’attività anaerobica di potenziamento muscolare. Il programma giornaliero di esercizio dovrà essere almeno di 40 minuti e sarà pianificato e personaliz-zato alle capacità e alle condizioni fisiche del paziente”.Il secondo esperto è Antonio Gaglione, do-cente di cardiologia presso l’Università di Foggia e responsabile del reparto di cardio-logia del presidio Villa Bianca di Bari.Come definisce la malattia dell’obesità?“L’obesità sarà l’epidemia del prossimo mil-lennio. Perché interesserà anche i paesi po-

veri quando questi raggiungeranno il primo grado di sviluppo facendo incetta di ciò che non hanno mai avuto. Il cibo”.Quali danni causa all’interno della socie-tà?“Il Veneto ha calcolato che il 70-80 per cen-to dei ricoveri sono causati dall’obesità e che se la popolazione fosse meno obesa cer-tamente ci sarebbe un minore disagio eco-nomico”.Dire obeso o dire iperteso è la stessa cosa?“No non lo è. Basti pensare che una riduzio-ne del peso di 8kg normalizza la pressione nell’80 per cento dei pazienti e senza alcun farmaco”.Quali le malattie causate dall’obesità?“E’responsabile di malattie polmonari e cardiache, ma è pure causa di patologie che si sviluppano in tenera età come l’Ateroscle-rosi, per questo l’obesità nei bambini è da evitare. Bisogna educare i più piccoli al mo-vimento e dire no a merendine, coca cola e carni grasse. È importante inserire al posto di queste tanta frutta e verdura”Alcuni consigli arrivano anche dal maratone-ta che ha fatto conoscere Francavilla a New York. Giacomo Leone. Qual è l’alimentazione di uno sportivo e che quindi consiglia?“La dieta mediterranea è la migliore. Non ci sono grandi segreti del mangiare sano. Un’ alimentazione poco sofisticata e senza troppe ristrettezze.”E l’attività sportiva?“Io consiglio la corsa tre volte a settimana. Nel medio periodo dà molte gratificazioni. Dai 3 ai 6 mesi i risultati sono ottimi e poi non costa nulla. Fa bene al corpo e ai sensi. Correre all’aperto scarica le tensioni. Dopo una visita medica preventiva e un check up di base, si può iniziare. Il segreto è prendere lo sport come divertimento, un insieme di emo-zioni e sensazioni”.

di Erica Zingaropolipappa & ciccia

Per gli esperti: più dieta mediterranea, frutta e verdura. Al bando snack e bibite gassateL'obesità? Occhio alle merendine ed allo stare sedutiI pareri di Emiliano Zingaropoli dottore in Tecnologie Alimentari, del cardiologo Antonio Gaglione e di Giacomo Leone

· EMILIANO ZINGAROPOLI· LA GIOCONDA DI BOTERO

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Il dubbio che assale gli operatori tu-ristici brindisini in questo periodo dell’anno, tra la fine dell’inverno e

l’inizio della primavera, a ridosso del-la stagione estiva, è molto particolare e denso di significati programmatici: me-glio l’arrivo in città delle tanto agognate crociere, con migliaia di turisti fermi in zona per uno spicciolo di ore, o risulte-rebbe più fruttuoso puntare sul turismo classico, fatto di ammiccanti week-end sui nostri litorali o nelle colline dell’en-troterra?Quasi certamente, un po’ tutti, propen-deranno per la seconda opzione, da cui partire per snocciolare le progettualità specifiche con l’obiettivo di migliorare l’offerta e incrementare i guadagni. Ep-pure, la città, la politica, gli enti preposti, pare scommettano più sulla prima, forse più stimolante e audace, ma sicuramente meno conveniente dal punto di vista del profitto e del rilancio economico del ter-ritorio. E i conti si possono fare all’istan-te.Un dato è emblematico: Brindisi vuo-le presentarsi all’appuntamento del 24 aprile, prima data utile per ammirare le lussuose navi-crociera sul lungomare Regina Margherita, con smoking, papil-lon e lustrini ammiccanti. Il vestito del-la festa, insomma, sia pur con il rischio elevato che, come recitava il titolo di un film cult, sotto il vestito ci sia … il niente. Nel senso che si giudica non pro-positivo organizzare mercati, mercatini, concerti e spettacoli solo per un giorno, quello dell’approdo delle crociere, per poi dimenticarsene per i restanti sei gior-ni. Va bene Brindisi come tappa di cro-ciere, ma andrebbe meglio se si favorisse un turismo più di massa, quello appunto dei week-end lunghi o delle settimane, quello consentito ai più insomma.E a giudicare dalle richieste per l’immi-

nente periodo pasquale non ci si dovreb-be preoccupare. Sono tanti infatti i turi-sti, sia nazionali che esteri, pronti, con bagaglio al seguito, a venire a Brindisi, in coincidenza con le festività della San-ta Pasqua, per conoscere ed apprezzare le infinite bellezze naturali e culturali del capoluogo e dell’intera provincia.E nella vendita dei pacchetti turistici si è soliti esaltare anche la bellezza e la pu-lizia del nostro mare, meta in questo pe-riodo di inizio primavera dei primi bagni di coloro che arrivano dai paesi nordici. Il paradosso è che si tratta di un clamoro-so autogol, una di quelle circostanze che potrebbero invogliare i turisti, i prossi-mi anni, a preferire altre realtà in questo particolare momento stagionale. Il per-ché ce lo spiega Raffaele Giove, presi-dente de “Il Faro”, l’associazione degli operatori turistici brindisini.“Percorrere la litoranea a nord di Brin-disi, quella per intenderci che dal Casa-le arriva sino ad Apani, ci dà la visione di una realtà difforme rispetto a quella prospettata ai nostri clienti, al momento della prenotazione delle loro vacanze. L’accumulo di rifiuti e la sporcizia gene-ralizzata lungo quel tratto di costa non ammettono giustificazioni del tipo ‘la stagione invernale appena terminata o le note difficoltà per l’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti urbani’. Le nostre spiagge purtroppo non sono pulite e i tu-risti di questo periodo se ne renderanno conto molto presto. Per non parlare di ciò che c’è nei pressi di contrada Sbitri, a ridosso del nostro splendido mare: un cumulo di materiale di risulta con tanto di amianto sparso qua e là. Una situazio-ne generale inaccettabile per l’immagine della nostra città”.Ed allora, se da un lato è giusto allarga-re i propri orizzonti con l’arrivo di mega crociere nel nostro porto e di migliaia di

turisti pronti a spendere e spandere (?), è altrettanto giusto e doveroso che la città dia risposte anche sul versante più concreto, quello dell’igiene e della tute-la ambientale. Il problema irrisolto della bomba ecologica in contrada Sbitri, a due passi dal mare, è un esempio di ma-lagestione amministrativa. Un rimpallo di colpe e responsabilità inaccettabile. Crociere o no crociere.

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di Renato Rubino

Brindisi vuole presentarsi per il 24 aprile, data di arrivo delle prime navi-crociera con smoking e lustrini ammiccanti. É doveroso però che la città dia risposte anche sul versante più concreto, quello dell’igiene e della

tutela ambientale.

· UNA VEDUTA DEL PORTO DI BRINDISI

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oria di Francesca D'Abramo

È stato ufficialmente acceso il “grande fratello” che vigilerà sulla sicurezza dei cittadini di Oria. Nel corso di una grande

cerimonia, alla presenza del Prefetto di Brin-disi, del Presidente della Provincia, del Pro-curatore Capo della Repubblica di Brindisi,

Marco Di Napoli, dei comandanti provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia, dei rappresentanti dei corpi di Polizia Mu-nicipale di tutti i Comuni della province di Brindisi e Taranto, oltre alle autorità cittadi-ne a ai rappresentanti della società civile, è

stato presentato ufficialmente il sistema di videosorveglianza. A fare gli onori di casa, oltre al primo cittadino di Oria, Cosimo Fer-retti, il comandante del vigili urbani, il ten. Emilio Dell'Aquila, che ha avuto una grossa parte nella redazione del progetto. Il funzio-namento del sistema è stato illustrato breve-mente e si è anche visitata la sala operativa. Si tratta di un impianto la cui installazione è cominciata circa un anno fa; il costo di tutto ammonta a circa 100mila euro. Una rete di telecamere, alcune fisse, alcune mobili e capaci di zoomare, saranno puntate h24 sui punti sensibili della città:il cimitero, il Municipio, piazza Manfredi, piazza Lorch, piazza Cattedrale, Palazzo Martini, piazza Lama, piazza Donnolo, la sede del giudice di pace, la Villa Comunale, il Palazzetto dello Sport, il mattatoio, il campo sportivo, la zona pip, gli istituti scolastici e Parco Montalbano. La maggior parte di questi luoghi sono spes-so stati al centro della cronaca cittadina per-ché diventati oggetto di attenzione di atti vandalici più o meno gravi. Da quando sono stati installati i cartelli che indicano l’esi-stenza della sorveglianza, secondo la polizia

municipale, il fenomeno si è praticamente estinto, anche in piazza Cattedrale, ritrovo notturno di tossicodipendenti, il cui belve-dere era stato chiuso per evitare i continui danneggiamenti. Le immagini captate degli occhi elettroni-ci, che sono attivi anche di notte, vengono inviate alla centrale operativa tramite un se-gnale radio criptato. Davanti ai monitor però non c’è un agente della Polizia Municipale che possa tenere tutto sotto controllo: man-cano le risorse umane per questo. Tuttavia i filmati rimangono a disposizione dell’autorità giudiziaria che può utilizzarli nel caso in quei luoghi si siano verificati dei reati. Per motivi di privacy le immagini dun-que non sono visibili liberamente neanche da tutti gli agenti, inoltre in caso di mancato inutilizzo, vengono distrutte dopo una setti-mana. Al momento è uno dei pochi impianti così so-fisticati di tutta Italia e già nei prossimi mesi sono previste delle visite alla sala operativa da parte di funzionari dei Comuni limitrofi, interessati ad utilizzare questo sistema per migliorare la sicurezza urbana.

In città l'occhio vigile del "grande fratello"Si tratta di uno dei pochi impianti così sofisticati di tutta Italia

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Ottimi i risultati raggiunti dagli studenti del Liceo Scientifico “F. Ribezzo” di Francavilla

Fontana nelle finali provinciali delle Olimpiadi di Matematica che si sono svolte a Brindisi presso l’Itis Majora-na il 9 febbraio scorso.La scuola, che si è sempre distinta in queste manifestazioni, quest’anno

si è confermata al meglio. A rappre-sentare il liceo, per la provincia di Brindisi, ci sarà Alberto Gagliani, giovanissimo alunno che si è classi-ficato secondo per le finali nazionali che si terranno a Cesenatico dal 7 al 10 maggio.I ragazzi del liceo scientifico Ribez-zo hanno ottenuto altri importanti riconoscimenti, oltre al risultato di Alberto Gagliani, riconosciuto quale migliore alunno delle classi di bien-nio della provincia, anche il premio di alunno modello nello studio del-la matematica è stato attribuito ad Alessandro Spagnolo. Non solo, un incoraggiante esito è pure quello conseguito da altri tre studenti del liceo arrivati tra i primi undici della provincia e altri tre in posizioni di

immediato rincalzo.Grande è stata la soddisfazione per i successi raggiunti, frutto di un lavoro scolastico svolto con cura e profes-sionalità tra studenti e docenti. Gli stessi infatti sono stati coordinati da V. Gagliani e G. Della Porta, docenti di matematica, nonché sostenuti dal preside Pietro Maggiore e dalla vice-preside G. Ricchiuti.La manifestazione ha visto la parteci-pazione di circa centodieci alunni in rappresentanza delle scuole superiori della provincia di Brindisi, le pre-miazioni sono avvenute il 6 marzo scorso e la ricorrenza è giunta alla sua ventiseiesima edizione. Si atten-dono i risultati di Cesenatico mentre la scuola e la Città si stringono in un solerte “in bocca al lupo”

FRANCAVILLA

Olimpiadi di matematica, un alunno del “Ribezzo” alle finali di Cesenatico

“Abbondare è meglio che deficie-re”, consigliavano gli antichi sag-gi. E chi si è occupato della se-

gnaletica a Francavilla Fontana deve proprio avere preso il consiglio alla lettera. Applicandolo pari pari nella realtà. Così passeggiando per le vie della città ci si ritrova in una sorta di jungla di segnali e cartelloni. Vecchi e nuovi insieme, indicazioni stradali, plance per la cartellonistica pubblici-taria e chi più ne ha, è proprio il caso di dire, più ne metta. Segnali troppo grandi in strade troppo strette e pic-cole, fissati male e posti non ad altez-za adeguata. Con enormi disagi per i

mezzi alti che quindi li urtano ed in moltissimi casi li danneggiano. Sono vari a tal proposito i segnali piegati, rovinati ed in qualche caso addirittu-ra caduti. In alcune vie, per esempio, sono rimasti soli i pali che li sorreg-gevano.Eppure la segnaletica stradale urbana di Francavilla Fontana si è rifatta il look non meno di pochi mesi fa. Un intervento, quello posto in essere la scorsa estate e costato circa 500.000 euro, più volte sollecitato dai cittadi-ni che numerose volte hanno solle-vato la questione del precario stato “di salute” della segnaletica. Segnali

fatiscenti e talvolta inesistenti, causa di diversi incidenti. La situazione, in seguito a quei lavori di ammoderna-mento, sono certo migliorate. Ma non basta ancora. Resta difatti ora la pro-blematica legata all’eccesso di segna-letica. Una sovrabbondanza che, a volte, crea una sorta di impedimento per i pedoni sui marciapiedi, costretti a dribblare ora quello ora quell’altro palo. I nuovi segnali, che fanno bella mostra di sé, sono tutti rifrangenti e tutti realizzati in lamiera di alluminio

dello spessore di 25/10. La loro po-sizione, sulla quale più di qualcuno ha da ridire, è stata individuata caso per caso.E se pure è vero che alcuni cittadini continuano a lamentare una difficol-tà di transito su alcuni marciapiedi, nell’apposizione della nuova segna-letica si sono usati pali cosiddetti tubolari. Ovvero con sagomatura ad “S” e del tipo antirotazione, proprio perchè i marciapiedi restino liberi per pedoni e portatori di handicap.

Tra segnali e cartelloni,una vera e propria giungla

di Maria Angelotti

di Erica Zingaropoli

· FOTO DI GRUPPO CON ALBERTO GAGLIANI AL CENTRO

· GAGLIANI CON LA DOCENTE G. DELLA PORTA

· NELLA "GIUNGLA", IL SERPENTE DEI SEGNALI

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acaya (LECCE)Dal nostro inviato

Giovanni di Noi

“Galeotto fu il libro”. Mai frase pro-ferita fu più azzeccata. Anche in questo caso, nel parlare della Mo-

stra delle “Macchine di Leonardo da Vinci”. O meglio: del geniale artista che partendo dagli schizzi e dai disegni di Leonardo ha realizzato, dandone cor-po e vita, le macchine pensate ed ideate dal grande Leonardo. Lui è Giuseppe Manisco, residente a Galatone (Le) cit-tà dove è nato 58 anni fa. La stupenda e suggestiva mostra è stata proposta, organizzata ed allestita dall’Associa-zione CREATTIVAmens (di cui è pre-sidente la dott.ssa Jenny Manisco) nella stupenda location naturale del Castello di Acaya (Le), i cui lavori di restau-ro «hanno avuto termine di recente». Come peraltro ha avuto modo di sotto-lineare la dott.ssa Oronzina Malecore, della Provincia di Lecce. La mostra resterà intanto aperta fino al 2 maggio prossimo (dopo 10 mesi ininterrotti di successo e con ben due proroghe) per poi prepararsi (grazie anche all’Istituto di Culture Mediterranee della Provin-cia di Lecce) a raggiungere Valona, in Albania, dove è in programma a partire dal 23 maggio per circa 3 settimane.Ma come si è giunti a tanto? Come è stato possibile che il creativo, artista autodidatta, Giuseppe Manisco - con un diploma di perito industriale elettrotec-nico alle spalle, una grossa esperienza in ingegneria elettrotecnica «rimasta monca» perché entra in ENEL (dove la-vora tutt’ora con funzione di capoturno nel Centro Operativo di Lecce) - abbia potuto realizzare di proprio pugno que-ste macchine, dando così forma e vita a simili straordinari progetti di Leonardo da Vinci? Lo abbiamo chiesto diretta-

mente all’artista.Allora chi è ma, soprattutto, come nasce Giuseppe Manisco?Scopriamo così che alla base di tutto «effettivamente c’è di mezzo proprio un libro» ci dice orgoglioso e fiero il sig. Giuseppe Manisco, con gli occhi lucidi per l’emozione che ancora pro-va ripensando a quel giorno del lontano 2004 allorquando una coppia di amici di ritorno dal viaggio di nozze gli porta in dono proprio un libro sulle “Macchi-ne di Leonardo da Vinci”.«Da quel momento - dice - è succes-so qualcosa di incredibile che ancora adesso non ci credo nemmeno io». Ed è proprio qui che quasi per magia - ed an-che se solo due mesi dopo aver ricevuto il libro - «scatta in me quella “molla Leonardesca” - prosegue Giuseppe Manisco - che mi coinvolge al punto tale da portarmi a realizzare una prima macchina. Si tratta della lancia-sassi». Siamo nel 2004 a ridosso del 2005. Da questo momento, un vero e proprio len-to crescendo, fino “all’esplosione” che porta Giuseppe Manisco a concretizza-re e realizzare ben 73 opere di Leonar-do da Vinci, “tirate fuori” anche da altri libri nel frattempo acquistati, proprio per meglio studiare e capire il grande Leonardo. Il tutto dunque concretizzato in meno di 6 anni. E che ha fatto sì che tali capolavori venissero ammirati da diverse decine di migliaia di persone.Ma come nascono le “sue” opere?«Per la realizzazione delle opere “par-to” solo dai disegni - dice - e dai pro-getti di Leonardo. Ho evitato peraltro di visitare altri musei su Leonardo, proprio per non esserne condizionato. Proprio perché voglio stare direttamen-te a contatto con l’opera di Leonardo e cercare di dialogare con lui attraverso il disegno che “parla”. Dunque un vero e proprio contatto diretto con Leonardo da Vinci». Le macchine realizzate sono tutte rigorosamente in scala 1:1 per quasi l’80% delle macchine. In alcuni casi l’artista Leccese ha dovuto ricor-rere a miniature, ma solo perché molto grandi le opere.Qual è l’opera alla quale si sente par-ticolarmente legato e perché?«L’opera alla quale mi sento partico-larmente legato è senz’altro la “lancia sassi”. Il primo amore. Proprio perché è la prima macchina che realizzo, e po-tete immaginare le sensazioni che mi ha provocato e scatenato».Dunque adesso si pensa già all’Albania per la mostra che sarà allestita a partire

dal 23 maggio. Ma ci sono già contat-ti e trattative addirittura anche per una probabile mostra a Montreal in Canada.Infine, anche se non è ancora tutto uffi-ciale, a luglio e agosto la mostra potreb-be essere allestita a Lecce nella Chiesa di San Francesco della Scarpa. Anche se tutto deve essere confermato e dun-que potrebbe subire variazioni di date e location. Comunque va detto che pro-prio in quel periodo - come anticipatoci direttamente dallo stesso Giuseppe Ma-nisco - potrebbe essere presentata la re-alizzazione di un’opera gigante appena ultimata. L’ultima in ordine di tempo: si tratta infatti della “balestra gigante” di Leonardo. E che Giuseppe Mani-sco ha appena terminato di costruire. «É lunga intorno a 15 metri - spiega Manisco - con un arco addirittura più esteso. Possiede sei ruote dal diametro di un metro e trenta circa». Imponente. Enorme davvero.Insomma un artista vero, ed un vero e proprio artista. Tant’è che l’autodidat-ta Giuseppe Manisco, dotato di ottima

manualità, costruisce le macchine «non per l’idea di realizzare una mostra ma per il piacere di realizzare: la passione di concretizzare le macchine del grande Leonardo».L’originalità dell’artista Leccese peral-tro è tale per cui di sicuro - come ci con-ferma anche lo stesso Giuseppe Mani-sco - si tratta dell’unica oasi da Roma in giù in cui si può osservare qualcosa su Leonardo da Vinci. Ed è qui nel nostro Salento. Intanto per ogni informazio-ne utile è anche possibile contattare l’Associazione "CREATTIVAmens" al recapito telefonico 389/5819972 oppure all’indirizzo email:[email protected]

Macchina per tirare, macchina per sollevare, ponte girevo-le, poliedro con facce triangolari e pentagonali, poliedro con facce triangolari, difesa delle mura (2), moto perpetuo - dimostrazione dell’impossibilità della sua esistenza, bin-da, maglio, macchina per realizzare specchi ustori, mac-china per intagliare le lime, difesa delle mura (1), igrosco-pio (1), studio articolazione ala (1), studio articolazione ala (2), cinghie e pulegge, la camera degli specchi, masse volaniche, pinze, compassi, cannone (a retrocarica), can-none, paracadute, anemometri, anemometro a banderuola, cuscinetto a sfere, cuscinetto a tre sfere, bombarda, riflet-tore, incastri, lanciasassi, dispositivo di scatto per balestra gigante, teatro di curio, tavolette di curio, trivella, carro falciante, ornitottero (orizzontale), igroscopio 2.

Ecco le Macchine oggetto di

esposizione

Giuseppe Manisco, ovvero le Macchine di Leonardo da Vinci“Made in Salento”

Di recente è stato anche ospite di una puntata di “Gong-oh” condotta da Daniela Chionna su Quarto Canale Radio

Fotoservizio: Giovanni di Noi

· IN SENSO ORARIO: ALCUNE DELLE MACCHINE

· GIUSEPPE MANISCO

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La Forcatella

Si stanno già scaldando i moto-ri per l’attesissima promenade “DEE sul Mediterraneo”. E

quest’anno l’ IDèeSse Club (la più grande associazione di possessori delle mitiche vetture Citroen ID, D, DS, www.ideesse.it) ha scelto la Puglia per questo che è il suo più importante evento. Un’edizione spettacolare, questa 2010, che avrà una location altret-tanto spettacolare. Ovvero la bellis-sima Valle d'Itria. Ad organizzarla il francavillese Francesco Fedele. Ol-tre trenta DS tra berline, cabriolet e break percorreranno alcuni tra i più bei luoghi di Puglia. Un tour in cui non mancheranno interessantissimi spunti culturali.

Si partirà sabato 10 aprile secondo il seguente programma: gli equi-paggi giunti da ogni parte d'Italia ,e persino anche dalla vicina Francia, attraverseranno lo Zoo Safari di Fa-sano per poi arrivare alla Forcatella: sul lungomare le vetture sosteranno per il tempo del pranzo, poi nuo-vamente in corteo arriveranno nel pomeriggio ad Alberobello. Nella mattinata di domenica 11 le auto si sposteranno sino a Locorotondo. Qui si potrà sostare per concedersi qualche scatto fotografico sul Bel-vedere e per dare ai partecipanti la possibilità di visitare il borgo.Si pranzerà alla masseria Galeone del Corpo Forestale dello Stato che aprirà le sue porte alla colonna di

vetture storiche che ne pomeriggio si muoverà poi alla volta di Martina Franca. Qui la sosta sino al momen-to dei saluti.Troppo riduttivo chiamarla radu-no, del tutto inopportuno ridurla al rango di passeggiata. Per tutti la Promenade IDèeSse “DEE sul Me-diterraneo” sarà l'occasione imper-dibile di vedere da vicino e tocca-re un pezzo importantissimo della storia dell'automobile: ovvero la Dea DS, eletta, tra l’altro “auto più bella del Secolo” dai lettori della prestigiosa rivista “Classic & Sport Car Magazine”. Auto del secolo? Di più. Un vero e proprio mito. E' stata l'auto di attori, capi di stato, perso-naggi famosi e capitani d'industria. Gagarin ne guidava una. Così come anche Feltrinelli, il principe d'Olan-da, la famiglia reale di Monaco, solo per citarne alcuni. In Italia è stata l'auto dell'ispettore Ginko nel fumetto Diabolik. Era poi la vettura preferita da Louis de Funes, prota-gonista di mille film.Un mito che, nella due giorni d’aprile, sarà parcheggiata o in mo-vimento sotto i cieli di Puglia. Una vettura mitica. Con un nome altret-tanto suggestivo. “La chiameremo DS”, disse il di-rettore Citroen dell'epoca. Un nome semplice eppure geniale. DS in francese, infatti, si legge DeeSse che significa Dea. L'auto divina, “mossa dal cielo di Metropolis”, “liscia come le astronavi della fan-tascienza”, “senza cuciture, come la tunica di Cristo”, “un nuovo Nauti-lus”. Per dirla ancora con le parole del filosofo Roland Barthes.

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

Un tour in auto d'epoca

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Capita assai di frequente di essere con-tattati dai call center delle varie Tele-com, Wind, Tiscali, o di pay tv come

Mediaset Premium o Sky, che propongono irripetibili ed imperdibili offerte riguardo connessioni Internet superveloci ed econo-miche o contratti che permettono di lasciare subito Telecom per evitare di pagare il cano-ne o varie promozioni di servizi aggiuntivi che non modificano i nostri contratti e così via!Lungi dall’essere attività illegali o truffaldi-ne (tranne rari casi) si tratta pur sempre di tecniche di comunicazione pubblicitaria a cui bisogna prestare molta attenzione perché offrono la possibilità di attivare nuovi con-tratti istantaneamente e per telefono.Il rischio che si corre, beneficiando di tale possibilità più o meno consapevolmente, é di trovarsi in mano un contratto (o, se questo

non arriva, una fattura) non esattamente cor-rispondente a quanto ci è stato detto via cavo, quando oramai é troppo tardi sia per recedere che per contestare in modo adeguato.Per non parlare delle attivazioni “dolose” perché avvengono nonostante i nostri rifiuti o semplicemente approfittando della nostra richiesta di ricevere informazioni o addirit-tura senza alcun contatto preventivo: a tal proposito, l’ampia casistica di pratiche com-merciali scorrette annovera una valanga di situazioni in cui l’abbonamento telefonico dell’utente viene fatto transitare, a sua in-saputa, da un operatore al suo concorrente, senza vi sia stata un’esplicita richiesta in tal senso!Quella dei servizi non richiesti e, peggio an-cora, delle attivazioni non autorizzate, si pre-senta, quindi, come una vera e propria trap-pola permanente per il consumatore, spesso

ignaro!Giungono, infatti, costantemente ai nostri sportelli i reclami di cittadini che, pur non avendo il computer, si trovano a sorpresa abbonati alla linea ADSL; le lamentele di clienti di determinati gestori telefonici che riscontrano sulle bollette la voce “segreteria telefonica” senza averla mai richiesta; gli esposti di utenti a cui viene automaticamente addebitato in fattura il costo di un abbona-mento, seppure non abbiano mai manifestato alcun consenso a sottoscriverlo.Si tratta, senza dubbio, di dinamiche con-trarie alla legge in quanto per l’attivazione del servizio ovvero la fornitura di un bene, la richiesta deve sempre pervenire in modo chiaro ed inequivocabile dal consumato-re (secondo quanto statuisce l’art. 57 d.lgs. 206/2005, il c.d. “codice del consumo”), e, comunque, deve risultare dalla sottoscrizio-ne di un documento seppure elettronico. Al contrario, non è raro che l’attivazione av-venga prima della ricezione di qualsiasi mo-dulo o che, addirittura, il modulo non venga mai spedito e sia, invece, sottoscritto dallo stesso addetto alle vendite, usurpando così il diritto dell’utente di richiedere la fornitura di un servizio.

DA CHI METTERSI IN GUARDIA E COME TUTELARSIResponsabili di queste pratiche commerciali sleali sono, molto spesso, le compagnie tele-foniche ma anche alcuni fornitori di servizi in abbonamento a canali satellitari o del digi-tale terrestre ovvero a giornali e riviste: fra le astuzie più diffuse utilizzate da questi ultimi, c’è quella di “estorcere” sulla porta di casa

la firma per l’abbonamento, facendo credere si tratti di una raccolta firme per scopi cari-tatevoli o, addirittura, di spacciare la rivista come un omaggio e che la sottoscrizione ser-va solo come ricevuta. Pertanto, occorre diffidare e leggere con molta attenzione il documento che ci viene sottoposto e chiederne una copia. In ogni caso è bene sapere che la legge riconosce al consumatore il diritto di ripensarci entro 10 giorni lavorativi (che diventano 60 giorni nell’ipotesi di mancata informativa sull’eser-cizio del diritto di recesso) inviando una let-tera A/R all’indirizzo indicato sul contratto o all’editore della rivista. Al pari, non lasciamoci convincere dai cc.dd. “periodi di prova”, garanzie “soddisfatti o rimborsati” ed altre simili diavolerie! Nel caso di attivazioni “dolose” di servi-zi non richiesti è consigliabile scrivere una raccomandata A/R alla compagnia telefonica e, per conoscenza, all’Autorità per le Garan-zie nelle Comunicazioni e all’Autorità An-titrust, con cui si invita l’azienda a stornare gli addebiti e a desistere dalle richieste ille-gittime di pagamento. Sarà poi l’operatore a dover provvedere, a sue spese, al ripristino delle condizioni preesistenti senza che ciò comporti l’addebito di alcun corrispettivo all’utente: se così non fosse, si potrà richie-dere l’intervento di un’associazione dei con-sumatori.

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diritti dei cittadini

Telecomunicazioni:la trappola dei servizi non richiesti

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La città di Villa Castelli offre molto ai turisti anche in termini di storia locale antica. A spiegarci per filo e per se-

gno quanto è stato realizzato in tal senso è Alessandro Neglia, assessore al Turismo del Comune di Villa Castelli. A lui la do-manda, allora.Ma cosa offre Villa Castelli? Perché i turisti visitano questa bella cittadina?«Villa Castelli - dice l’assessore Neglia - si trova sulle ultime propaggini delle Murge in una zona collinare bellissima,

ed immersa tra distese enormi di uliveto. Cittadina laboriosa, qui c’è gente davvero molto ospitale. Il nostro è un paese vivibi-le. Lo scorso anno abbiamo realizzato un progetto “Interreg” valorizzando gli scavi archeologici di Pezza Petrosa che risalgo-no al III, IV e V sec. A.C. Tutto ciò che è stato trovato nelle tombe è stato portato presso il Palazzo Municipale, il Palazzo Ducale, dove è stato allestito un Museo Archeologico di notevole valore». Dunque uno stupendo museo da poter visitare per

avere un saggio della storia locale. Questo ovviamente insieme anche agli altri “teso-ri” pure valorizzati, che la città offre al vi-sitatore. Come la gravina, il frantoio ipo-geo, il ponte vecchio e molto altro ancora. Ci sono infatti progetti in cantiere e da re-alizzare ancora. Come ci spiega lo stesso assessore Neglia. «Grazie ad un finanzia-mento - al momento di soli 500.000 euro - per ristrutturare il Palazzo Municipale che diventerà un contenitore culturale nel centro e nel cuore del paese». Insomma sembra proprio che questa piccola ma ac-cogliente ed ospitale cittadina proponga un’offerta turistica davvero poliedrica. Per tutti i gusti. Qui hanno peraltro sede ben 13 frantoi sparsi nella zona e che pro-ducono l’olio di qualità: la ricchezza del territorio. Intanto l’ultima notizia è che ci sono lavori in corso anche per la realiz-zazione di un anfiteatro naturale all’aperto proprio nella gravina - come peraltro ci è stato anticipato anche dallo stesso asses-sore Neglia - dove poter realizzare una moltitudine di spettacoli in uno scenario tutto naturale. Una vera e propria ciliegina sulla torta.

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focus villa castelli

Il successo di Villa Castelli? É tutto na-turale, pure quello. Aria buona, gente semplice, per bene, tanta terra, verde

a non finire, trulli, olio genuino e soprat-tutto tanta sana e buona cucina. Benvenuti a Villa Castelli, Città dell’Olio DOP. Così recita del resto il cartello posto all’entrata del paese, di circa 9.000 abitanti, in pro-vincia di Brindisi: per la verità ad un tiro di schioppo anche con quella di Taranto. E così ad un’altezza di 300 metri all’in-circa sul livello del mare, a “dominare” e

farla da padrona sono pochi elementi. Ma essenziali. Come l’aria salubre. Ma soprat-tutto una posizione invidiabile poiché ubi-cata in maniera baricentrica tra i due mari, l’Adriatico e lo Jonio. Siamo allora andati alla scoperta anche noi di questa splendida cittadina guidata dal sindaco avv. Fran-cesco Nigro. E lo abbiamo fatto da veri e propri turisti: “seguendo” proprio quei po-chi turisti che vi si affacciano già adesso, con i primi timidi tepori di primavera, per poi affollarla invece pienamente - sempre

più numerosi - da maggio a settembre. Di primo acchito ci colpisce una cosa: la grinta che le persone soprattutto anziane hanno nel parlare bene della propria cit-tà. Inizialmente nel più totale incognito, abbiamo infatti posto alla gente del posto alcuni quesiti circa la vivibilità della cit-tadina da un lato, e l’indice di gradimento nei confronti dell’operato dell’ammini-strazione relativamente alla ricezione ed offerta turistica, dall’altro. Ebbene - lo ab-biamo potuto verificare - sono molti colo-ro i quali ci hanno detto candidamente che qui si vive bene, e che non cambierebbero questa città con nessun’altra al mondo. Vi sembra poco? E mentre è anche possibile reperire informazioni utili attraverso il sito internet ufficiale del Comune all’indirizzo telematico http://www.comune.villaca-stelli.br.it cominciamo questo viaggio alla scoperta di questo bel paese, dell’entroter-ra brindisino.

Alessandro Neglia, assessore al Turismo del Comune di Villa Castelli, parla del Museo Archeologico

Aria buona, tanto verde, ulivi, trulli, olio genuino,storia, e tanta sana e buona cucina tipica

Dagli scavi archeologici di Pezza Petrosaun Museo Archeologico di notevole valore

Dal nostro inviatoGiovanni di Noi

· L'ASSESSORE ALESSANDRO NEGLIA

· ALCUNE "CARTOLINE" DI VILLA CASTELLI. A DESTRA LA CHIESA MATRICE. IN BASSO ALCUNI REPERTI ESPOSTI

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A Villa Castelli c’è molto da vedere e visitare. Ma tra le cose che certamente attirano l’attenzione del visitatore è la Chiesa Madre. A farci da guida è

Angelo Giuseppe Chirulli (foto), stimato dipendente al Comune di Villa Castelli (settore turismo, cultura e sport), ricercatore, ma soprattutto appassionato di cultura e dialetto locale. Ha scritto alcuni volumi, tra i quali anche quello su «La saggezza antica nei “ditte-ri” popolari (Ed. SVI.P.I. Onlus, Villa Castelli» ed un «Vocabolario del dialetto di Villa Castelli» (Ed. Puglie-si). A sua firma è anche una guida turistica della città, intitolata “Villa Castelli – Il Balcone dell’Altosalento” (Ed. Comune di Villa Castelli - Brindisi -). É lui infatti che ci fornisce ogni indicazione e dettaglio utile a vivere e comprendere meglio la città e le sue peculiarità. «Villa Castelli è nata alla fine del 700 - ci dice, tra le altre, Angelo Chirulli -. La Chiesa Madre (o Matrice) è un vero e proprio vanto di cui la città è fiera. Si tratta infatti di una chiesa edificata interamente da maestranze e muratori locali tra il 1898 e gli inizi del ‘900. É costruita interamente in tufo e mazzaro locale con elementi architettonici fatti su pietra di Carovigno e di Ostuni.Ha una cupola bellissima costituita da mattoni di vario colore ed un campanile in stile misto, gotico e romano, di circa 36 metri».

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Parla Angelo Giuseppe Chirulli, dipendente comunale masoprattutto appassionato di cultura e dialetto locale Proprio in virtù della sua naturale ed

organica inclinazione, l’ospitalità è una delle caratteristiche cardine

di questa bella cittadina in provincia di Brindisi che risalta subito agli occhi dei visitatori. Ne abbiamo discusso allora direttamente con il primo cittadino di Villa Castelli, l’avv. Francesco Nigro, al quale abbiamo posto una domanda ben precisa.Ma cosa state facendo in concreto per incrementare l’offerta turistica?«L’obbiettivo primario che ci ponia-mo come amministrazione - ci dice il sindaco Francesco Nigro - è quello di migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini. Villa Castelli è un piccolo Comune a ridosso delle Murge che ha insite alcune particolarità spe-cifiche: come quello di essere l’ultimo paese toccato dalle gravine (rientriamo nel “parco delle gravine”) con questa nostra gravina bellissima posta proprio al centro del paese. La nostra campa-gna è piena di uliveti secolari che stia-mo cercando di tutelare in tutti i modi. La popolazione è sì dedita tradizional-mente all’agricoltura ma si è molto professionalizzata anche in un ottimo artigianato locale (pietra, marmo). Per

non parlare poi dei diversi oleifici che trasformano le nostre olive in ottimo olio. Anche da parte dei giovani di Villa Castelli c’è molto entusiasmo, voglia di fare e mettere in atto le proprie idee ed i propri desideri. Ed in questo l’ammi-nistrazione cerca di essere loro quan-to più vicina possibile. La nostra città risponde bene anche nel campo della tutela dell’ambiente. Nel campo della raccolta differenziata, ad esempio, ba-sti pensare che siamo un paese premia-to tra i comuni “ricicloni” (abbiamo ottenuto il 56% di raccolta differenzia-

ta in appena un anno di intenso lavoro). Un risultato che mi fa davvero onore. Inviterei pertanto chi vuole venirci a trovare, a visitare Villa Castelli in pri-mavera, in particolare. Stagione in cui i fiori, i profumi ed i colori di questa no-stra terra esplodono in una “sinfonia” eccezionale. La nostra campagna è in-fatti un luogo che stiamo cercando di valorizzare al massimo. Creando anche delle piste ciclabili. Poiché riteniamo che soltanto il “percorso” lento e tran-quillo nelle nostre campagne possa fare riscoprire quei percorsi tra le masserie nel nostro territorio. E dunque una bel-lezza naturale ancora incontaminata che inviterei chiunque a vistare». Intan-to in tema di ricettività turistica l’ammi-nistrazione sta investendo molte delle sue energie. Attraverso infatti un Pro-getto “Hospitis” sarà rivalutato il centro storico. «E quindi - conclude il primo cittadino di Villa Castelli, Francesco Nigro - permettere una ricettività mol-to vicina a quelli che sono i tempi, gli spazi e i ritmi della vita tranquilla; e che possa veramente dare un punto di riferimento a tanti turisti che vogliono passare dei momenti tranquilli in un posto delizioso».

«Vogliamo migliorare le condizioni di vitadei nostri concittadini»

Intervista al sindaco di Villa Castelli, Francesco Nigro

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· IL SINDACO FRANCESCO NIGRO

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La notizia è che i turisti a Villa Castelli ci sono e vengono per visitare il territorio oltre che per trascorrere qualche giorno

di relax e respirare aria pulita. E proprio poi-ché “polso della situazione”, il quesito circa il flusso turistico in città non potevamo che por-lo ad un “addetto ai lavori” locale. A parlare è Lorenzo Marco Elia, pluripremiato titolare della Masseria Agricola Agrituristica “Sciaia-ni Piccola”. Un vero gioiello riconosciuto dai molti attestati che sono stati attribuiti e rico-nosciuti anche in virtù della “rarissima” pisci-na naturale-biologica presente nel vasto com-prensorio - tra trulli, natura, strutture sportive, coltivazioni naturali, animali da cortile e non - all’interno dell’azienda ed a disposizione dei visitatori e dei turisti. Ed anche per questo alla “Masseria Sciaiani Piccola” è stato di re-

cente assegnato “L’Oscar alla creatività”. Per la cronaca stando anche ai numerosi articoli pubblicati, la sua azienda sarebbe infatti una delle poche realtà ad avere una piscina biolo-gica. «I turisti - dice Lorenzo Elia - ci sono e vengono qui nella nostra terra e nella nostra città per immergersi nella natura. Anche se il periodo di maggior flusso è quello che va da maggio a settembre.Ed il turista che viene qui da noi chiede solo di potersi immergere a contatto con la nostra terra soleggiata, la nostra realtà e la natura splendida che la circonda. I turisti amano ri-lassarsi, passeggiare, e mangiare quello che noi prepariamo e cuciniamo: prodotti della nostra terra e piatti tipici esclusivamente lo-cali. Ogni giorno cose diverse. Buona cucina e buon cibo dunque».

Ma quali sono i Paesi dai quali i turisti pro-vengono qui a Villa Castelli?«Vengono dall’Italia, Centro-Nord essenzial-mente - spiega Lorenzo Elia al cronista - ma anche da Napoli e dalla Campania.Ci sono poi però numerosissimi turisti che provengono da Paesi come la Germania, la Svizzera, la Francia, l’Olanda, la Svezia».

Piatti tipici? Ce n’è davvero per tutti i gu-sti ed “appetiti”. Parola di veraci buon gustai. La lista dei piatti tipici è vera-

mente lunga, succulenta ma soprattutto spe-ciale. La peculiarità? É che la si può trovare tranquillamente sulla tavola quotidiana della famiglia tipo del posto qui a Villa Castelli. A darci ogni “delucidazione” utile a chiarirci le idee in merito ci pensa la signora Teresa Pla-cido. Ottima cuoca che ha veramente le mani d’oro in quanto a piatti tipici locali e che ci spiega alcuni, veramente solo alcuni, dei tantissimi piatti tipici locali. «I piatti tipici - esordisce la signora Teresa - sono anzitutto le orecchiette e cime di rape con acciughe e pane abbrustolito, invece del formaggio. C’è poi la purea di fave che si mangia con un contorno di peperoni fritti, pesce fritto, e cipolla rossa a insalata. Da non dimentica-re che abbiamo anche le succulente verdure selvatiche che vengono lessate e poi condite con formaggio e olio al forno. O anche solo con olio crudo. Sempre per i primi ci sono anche i “cardoncelli selvatici” che hanno il gusto del carciofo e che vengono lessati e fatti al forno con formaggio, olio, alloro, e volendo ci si può mettere anche il pane ab-brustolito. Ci sono poi i lampagioni (o mu-

scari) che nascono anche selvatici (tuberi interrati) che vengono lessati con acqua e aceto e poi messi sott’olio con menta e aglio. Ci sono poi le famose friselline condite con olio e pomodorini, e con un pizzico di sale e origano». Le focacce? Di tutti i tipi e ma-niere, condite con tutto quello che è possi-bile. Ma soprattutto rigorosamente preparate a mano e con i prodotti che la terra locale fornisce. «I dolci tipici - conclude la signora Teresa Placido - sono quelli alle mandorle. Ci sono quelli di pasta reale, o con mandorle fatte al forno o abbrustolite; e quelli fatti con il cioccolato. A Pasqua la tradizione vuole che si facciano i taralli all’uovo che vengono prima lessati e poi fatti al forno e conditi infine con la glas-sa di zucchero». E allora: “Benvenuti a Villa Castelli”.

La signora Teresa Placido, cuoca, ci presenta alcuni dei piatti tipici locali

focus villa castelli

I turisti amano farsi coccolaredalle bontà che

la nostra terra offreMolti turisti anche

dalla Germania, Sviz-zera, Francia,

Olanda e Svezia.Il flusso turistico a Vil-la Castelli “misurato” attraverso le parole di un “addetto ai lavori”

Il Fotoservizio del focus è diGiovanni di Noi

· NELLA FOTO: LORENZO MARCO ELIA

· NELLA FOTO: TERESA PLACIDO

Tradizione e mani abili per una cucina succulenta e prelibata

· GLI STUPENDI COLORI DELLA CAMPAGNA DI VILLA CASTELLI. IN BASSO UN PARTICOLARE DEI CARATTERISTICI TRULLI

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XIXredazione@ .it

Quarto Canale Radio ed Il Brindisino,con il patrocinio morale del Comune di Francavilla Fontana,

propongono un concorso per lo svolgimento di un tema sulla propria cittàallo scopo di stimolare i giovani ad una riflessione più attenta su fatti,

episodi e modi di vivere in una comunità.

PARTECIPANTIGli studenti delle scuole medie e superiori della provincia di Brindisi sono invitati a partecipare al concorso per lo svolgimento del tema.

DESCRIZIONERacconta la tua città, la città dove sei nato, la città dove abiti, la città dove vorresti abitare, la città dei tuoi sogni.

Raccontala attraverso le storie che la rappresentino: un amore, un viaggio, un’amicizia, un luogo, un episodio, un fatto di cronaca.Una grande città o una piccola città,

la città di una persona o la città collettiva, la città come luogo di produzione o la città “prodotta” .PREMIO

Ai due vincitori (scuola media inferiore e superiore) sarà consegnato, rispettivamente, un buono acquisto libri del valore di 150 euro.MODALITA’

Il testo “massimo 30 righe”, corredato da una scheda contenente i dati anagrafici del concorrente e la scuola frequentante,dovrà pervenire improrogabilmente entro il 30 aprile 2010 (farà fede il timbro postale) o per posta all’indirizzo:“Il Brindisino – Quarto Canale Radio” – 72021 Francavilla Fontana (Br) o per email a “[email protected]

Un’apposita giuria selezionerà gli elaborati pervenuti. La cerimonia di premiazione avrà luogo il 7 maggio 2010 presso la sededi Quarto Canale Radio-Il Brindisino (Piazzale del lavoro, zona industriale), nel corso della trasmissione “Mattino 4” in onda dalle 10 alle 13.

Bando di concorso riservato:agli studenti delle Scuole Medie, Inferiori e Superiori della provincia di Brindisi

IN COLLABORAZIONE

Via San Lorenzo, 137 - Francavilla Fontana (Br)Via Torre S.S. 1 - Latiano (BR)www.tabernalibrarialatiano.it

Bando di concorso su: www.ilbrindisino.it

Tutto è possibile, basta saper attendere.La speranza dimora sempre ai bordi dell’attesa, si nutre di pazienza e scruta l’orizzonte come

una sentinella, dall’alto delle mura.Nella nostra esistenza la speranza è in attesa. E Dio sta all’orizzonte dei nostri desideri. Tutte le possibi-lità sono lì e tocca a ciascuno dar loro realizzazione.Con tutto quello che si è, che si vive, con tutto quel-lo che si sogna.E’ come se una voce apparentemente lontana, ma realmente vicina, chiamasse al di là di se stessi e nel cuore stesso dell’attuale storia…Se l’uomo non fosse in grado di sperare, non avreb-be senso il vivere quotidiano… Sperare significa attendere con desiderio, avere fi-ducia che qualcosa si realizzi secondo le proprie prospettive…La vita spesso riserva delle sorprese, che nella loro unicità scatenano sensazioni forti ed emozioni in-spiegabili e qualunque sia la loro natura creano mo-menti di riflessione e silenzio…E’ proprio in tali circostanze che si sviluppa la spe-ranza, unico appiglio per capovolgere le sorti del destino.E’ la speranza che trasforma l’uomo e lo libera dai preconcetti della civiltà. E’solo grazie ad essa che la vita acquista un valore del tutto particolare, perché è proprio vero che “Dove c’è vita c’è speranza”.

di Elisabetta Santoro

OPINIONI

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In allegato all’autodichiarazione dovranno essere presentati i seguenti documenti:

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Sono esenti dal presentare l’autodichiarazione i detentori di stufe, caminetti, radiatori individuali, scaldacqua unifamiliari ai sensi della lettera f) art.1 D.P.R. 412/93 e s.m.i.

L’utente che non dichiarerà il proprio impianto termico sarà sottoposto a controllo obbligatorio e le relative spese saranno addebitate direttamente secondo quanto stabilito dalla ����������������������­������������������������������� � ���  �.

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Ancora un mese per raccontarein "pillole" la tua città.

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scadenza concorso: 30 aprile 2010

Comunicazione a cura diGalizia Assistenza

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E’ riuscito a spuntarla ancora una volta il “ghepardo” francavillese. Ottavio Andriani, tagliando per primo il traguardo della Trevi-

so Marathon 2010 (14 marzo) ha staccato il bi-glietto d’accesso agli Europei di Barcellona, in programma nella prossima estate. 2h12’49’’ è il tempo impiegato dall’atleta della Polizia di Stato, risultato fortemente condizionato dal vento sof-fiato più del dovuto sulla cittadina veneta. Allo scopo di condividere con i suoi fans cu-riosità e particolari della sua vita, il maratoneta “azzurro” si è concesso volentieri ai taccuini del nostro giornale.Quali sono le tue origini? Qual è stata la tua formazione di base?Provengo da una famiglia modesta, mio padre faceva il sarto, ora è in pensione. Mia madre ol-tre a sbrigare le faccende domestiche accudiva ed educava me e mio fratello (eravamo gemelli). La nostra era una famiglia molto affiatata e con pochi grilli per la testa. Vizi non ne abbiamo mai avuti fondamentalmente perché non ce li poteva-mo permettere. Ogni estate finita la scuola sia io che mio fratello trovavamo impiego presso degli amici e così non restavamo a bighellonare tutto il giorno. Non ho mai chiesto dei soldi a casa, anche perché fortunatamente già all’età di 18 anni sono entrato in Polizia e ho avuto una mia indipendenza economica. Il più delle volte anzi,

collaboravamo nell’economia familiare e di que-sto ne vado fiero tutt’oggi. I miei non mi hanno aiutato più che altro perché non erano nella pos-sibilità di poterlo fare, ma io li ringrazio sempre per ciò che mi hanno insegnato negli anni. Inse-gnamenti che non hanno prezzo.La tua infanzia è stata significativa nella defi-nizione della tua carriera da atleta?Credo che la mia infanzia sia stata fondamenta-le in ciò che sono tutt’ora. Avevo un fratello ge-mello per cui lo “scontro” e il “confronto” con lui erano quotidiani. Uno stimolo continuo a far sempre meglio, a non essere secondo, una sana competitività che mi ha fatto crescere facendo dell’impegno e della dedizione al lavoro i miei valori principali.Quando hai iniziato a correre? Perché hai scelto l’atletica? Hai praticato altri sport pri-ma di affacciarti ad essa?Ho iniziato a correre per gioco a 15 anni e l’in-contro con l’atletica è stato del tutto fortuito. Al gruppo sportivo pomeridiano della mia scuola c’era più donne che uomini, ecco il motivo per cui mi sono avvicinato allo sport. Poi una volta arrivati lì c’erano da preparare le corse campe-stri e per me che ero sempre abituato a correre scalzo in campagna tutto è stato naturale. Però lo sport che amavo e che in passato praticavo era il tennis, mi è sempre piaciuto e mi piace tutt’ora

ma poco si concilia con la mia attività attuale, ragion per cui ho dovuto, mio malgrado, metterlo da parte.Quando hai capito che ci sarebbe stato feeling tra te e la corsa?Quando a 16 anni io e mio fratello siamo arri-vati primo e secondo ai Campionati Italiani di Corsa Campestre. Se tutto sino a lì poteva essere un gioco che poteva finire da un momento all’al-tro, dopo quella volta ho iniziato a pensare che ci potesse essere un futuro in questa attività e così è stato. Ci sono emozioni che naturalmente e sistema-ticamente provi prima di una gara?Sicuramente “invecchiando” si impara a gestire meglio le proprie emozioni, anche se posso sicu-ramente dire che l’emozione che ho provato alla mia prima gara era praticamente la stessa che ho provato nel 2008 ai nastri di partenza delle Olim-piadi di Pechino. Diciamo che ciò che cambia è

il confronto per ciò che stai facendo. A 15 anni, senza esperienza alcuna, anche la gara di sele-zione scolastica ti può apparire come la compe-tizione più importante della tua vita. L’emozione che si prova al via di ogni gara è comunque sem-pre la stessa, cambia il modo che hai di gestire “al meglio” tali emozioni.Hai qualche interessi o hobby all’infuori dell’atletica?Mi piace molto la comunicazione in genere, la radio in particolare. Dicono anche che abbia una buona voce ed una parlantina alquanto spigliata, io non so se crederci o meno, però mi piace molto parlare, questo sì.Quali sono i posti in cui ti alleni?Mi alleno spesso lontano da casa, il più delle volte per necessità e non per scelta. D’inverno andiamo quasi sempre al caldo (Namibia, Ken-ya), d’estate al contrario al fresco (Livigno, Saint Moritz). A casa purtroppo passo poco tempo an-che perché oltre a mancare le strutture sarei co-munque da solo a correre visto che in molti han-no smesso e quindi trovo compagnia nei raduni con la Nazionale.Come ti alleni generalmente? Segui una dieta specifica?Mi alleno due volte al giorno tutti i giorni, la domenica solitamente una sola volta ma per più tempo. Non adotto una dieta particolare, la no-stra dieta mediterranea si sposa bene con i prin-cipi nutritivi di cui ho bisogno allenandomi. Sono però banditi gli eccessi e i dolci me li concedo solo alla domenica.Cosa pensi di fare dopo la fine della tua car-riera?Bella domanda. Ancora non mi sono posto que-sta domanda. Di sicuro resterò nell’arma della Polizia, poi se mi troverò bene proverò a fare carriera.

sport di Oronzo Cardone

Ottavio Andriani: un maratoneta,un campione, un uomo

· OTTAVIO ANDRIANI ESULTA SUL PODIO

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Direttore responsabile Gianni CannalireRedazione: Giovanni di Noi, Maria Angelotti

Grafica ed Impaginazione Domenico Cavallo Commerciale Emanuele Andriulo

Periodico mensile della provincia di Brindisi distribuito gratui-tamente Reg. Trib. di Brindisi n° 06/08 del 21/11/2008

Edito da Quarto Canale Radio s.r.l. Stampa: Galeati Industrie Grafiche s.r.l.

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Ariete: Questo Aprile 2010 sarà all’insegna del divertimento: se avete avuto qualche piccolo rimorso per occasioni sprecate nel periodo appena passato non preoccupate-vi perché ve ne si presenteranno tantissime di nuove per rifarvi di tutto ciò che avete sacrificato a Marzo. Toro: Le scelte fatte non vi soddisfano ma non preoccupatevi perché Aprile per voi sarà un mese in cui ciò che vi pare più remoto ad avverarsi si potrà realizzare operando le giuste conclusioni.

Gemelli: Aprile - La primavera ti rende incerto: forse sei stanco, i dubbi aumentano. La concorrenza ti dà del filo da torcere, la dolce metà ti sembra fredda invece ti ama. Saturno torna in Vergine, con gli esponenti anziani del parentado sei critico. I single? Spopolano.

Cancro: Se il mese appena passato è stato un po’ difficile, Aprile porterà belle notizie sia in amore che in ambito lavorativo. Sta a voi solamente cogliere l’attimo.

Leone: Forse vi è sembrato che il 2010 sia iniziato male e che possa finire peggio: non preoccupatevi perché persone che non immaginereste mai potrebbero arrivare a tirarvi fuori dai guai, meritando in tal modo la vostra fiducia che voi gli dovrete garantire anche in futuro. Vergine: Non è ancora arrivato il momento di far vedere ve-ramente le persone stupende che siete: questo Aprile 2010 presenterà relativamente poche occasioni per mettervi in mostra ma con un po’ di astuzia potrete coglierle e farle vostre per il futuro.

Bilancia: Parola d’ordine: impegno! Non preoccupatevi se qualcuno non riconosce il vostro lavoro su cui avete sprecato tantissime energie perché le vostre opere fatte bene vi ripagheranno nel lungo periodo. Scorpione: Non fidatevi delle apparenze. Persone a voi molto vicine per invidia delle vostre capacità potrebbero sfruttare la situazione per uscirne indenni.

Sagittario: L’amore non è certo un sentimento con cui scherzare e l’esperienza ve l’ha insegnato. Questo è il mese del riscatto che porterà quello che in passato vi è stato tolto. Sta a voi volerlo o meno.

Capricorno: Non sempre può essere tutto rose e fiori. Un po’ di salita vi aiuterà a diventare più forti e a temprare il vostro carattere che forse in questi mesi passati si è un po’ addolcito.

Acquario:Finalmente relax. Avete lavorato tanto e bene in tutti i campi dal lavoro all’amore. Adesso vi spetta solo godere di ciò che avete seminato.

Pesci: Non fatevi problemi per questioni che non meritano la vostra attenzione: Aprile forse vi sembrerà a vostro sfavore ma vi accorgerete che la soluzione è proprio dietro l’angolo e spesso è molto più banale di quanto pensate. Lasciate a chi vi vuol male tutto ciò che reputate non degno della vostra attenzione.

OROSCOPO

L'ANGOLODELLE

FELICITAZIONI

Ogni traguardo raggiunto non è mai un punto d'arrivo ma una nuova partenza. Congratulazio-ni con lode! Fabio.

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