il BARBARIGO Magazine

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B T TRADIZIONE E FUTURO 91 o A N N O ARBARIGO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO LICEO CLASSICO LICEO SCIENTIFICO LICEO MUSICALE ISTITUTO TECNICO ECONOMICO 2010

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La rivista annuale del Collegio Vescovile Barbarigo, dicembre 2010

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B

TTRADIZIONEE FUTURO 91o

A N N O

ARBARIGOSCUOLA SECONDARIA

DI PRIMO GRADO�

LICEO CLASSICO�

LICEO SCIENTIFICO�

LICEO MUSICALE�

ISTITUTO TECNICOECONOMICO

2010

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BARBARIGO

Magazine 2010

Il Rettore 1

Una cartella piena di… 2

Nel nome di Ezechiele 3

San Gregorio, patrono del Barbarigo 4

Santo da 50 anni… parla anche a noi 5

Nuovo Liceo musicale al Barbarigo 6

La musica, ricchezza per lo spirito 7

ELOS: studenti italiani, cittadini d’Europa 8

Finalmente si torna in Inghilterra! 9

Quel sant’omo de Bepi Marangon 10

MIND LAB: campioni d’Italia 11

Tutti insieme per l’ultima volta! 12

Partito il nuovo Istituto Tecnico Economico 13

I mo(n)di della Comunic/Azione 14

Club Lobacevskij Teatro 16

Club Lobacevskij Letteratura 18

Mettersi alla prova e crescere insieme 19

Week-end con ADMO 20

La Sindone: impossibile non “guardare” 21

Arpa, passione e sacrificio 22

Flash 24

Associazione ex allievi 25

L’avventura di don Dante 26

Diplomati 2010 28

Supplemento n° 1 al n° 46 della Difesa del popolo del 28 novembre 2010Direttore responsabile Guglielmo Frezza – Registrazione Tribunale di Padova del 15.6.1950 n° 37 – EEC editricePoste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB – Padova

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IL RETTORE

BARBARIGO, incontro di volti

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«A casa nostra è cambiata la vita» midiceva una mamma, commentan-do il felice inserimento del figlio

nella nostra scuola. Un’altra: «Fa i compitivolentieri, una novità assoluta». E uno studenteconferma: «Perché ci ho messo così tanto adecidermi per il Barbarigo?». Certo, questo èuno dei tratti peculiari del Barbarigo: una scuo-la dove si sta bene, frequentata volentieri, chemette a proprio agio e fa recuperare serenità astudenti e famiglie, che favorisce l’impegno elo studio (che ci sono, e tosti! Vero, ragazzi?).Altri tratti li possiamo scovare facilmente: ladeterminazione di perseguire il successo scola-stico e formativo di ogni studentessa e studen-te, “così com’è”; la collaborazione fra le diversecomponenti, con l’aiuto reciproco a risolvere iproblemi e facilitare l’impegno di ciascuno; lagioia della musica, specie ora che è partito iltanto atteso Liceo Musicale; il gusto del teatro,che porta sulle scene ragazzi di prima media egiovanotte prossime alla maturità (e anchequalche incallito docente!); la passione per lelingue, che abilita studenti a girare il mondo eincontrare più facilmente persone di tutte leprovenienze... Non intendo fare un elenco dibenemerenze, ma evidenziare – a chi non cono-sce il Barbarigo o ne sa per sentito dire, maanche a me che dopo 15 mesi sto scoprendonecontinuamente aspetti nuovi – quanti angoliprospettici diversi ci sono per entrare dentro ilnostro Istituto e conoscerne il volto.Questo è appunto il tema e l’impegno dell’an-no 2010-11: il volto. Cioè prima di tutto la per-sona, ogni persona, da accogliere, conoscere,rispettare, far crescere. In quest’anno sarei feli-

ce di vedere ragazzi, docenti, non docenti egenitori ancora più attenti gli uni agli altri, piùdisponibili reciprocamente, desiderosi di dialo-go e incontro. Nell’anno ci ripromettiamo anche di scoprire efar conoscere il volto del nostro Istituto e dellascuola “paritaria” (non semplicemente priva-ta!), di far entrare più persone, di presentare lenostre iniziative al mondo ecclesiale, alla città esocietà civile padovana, a quanti avremo l’op-portunità d’incontrare. Ci sentiamo contenti efieri di un lavoro formativo che ha radici benprofonde e rami protesi verso frutti aperti aldomani (“tradizione e futuro” è scritto sullacopertina del magazine); siamo responsabil-mente attenti a essere segno e volto bello e“moderno” della grande tradizione educativadella Chiesa di Padova, in dialogo e collabora-zione – per quanto possibile – con tutte le realtàinteressate alla formazione e alla cultura, allacrescita delle persone, al bene comune.Il compito è grande, le difficoltà non mancano:non mancherà neppure il nostro impegno e ladedizione di tutti e ciascuno. Per questo ascol-tiamo e accogliamo volentieri quanti ci sono diaiuto con il consiglio, condividono l’amicizia eil ricordo degli anni passati al Barbarigo, cioffrono aiuto in modi diversi.Sul nostro impegno educativo, sulle personequi operanti invochiamo la benedizione delgrande santo di cui portiamo il nome, sanGregorio Barbarigo: in questi mesi cerchiamodi riscoprire anche il suo volto, certi che avràmolto da dire allo stile educativo della scuola ealla formazione dei nostri ragazzi.

don Cesare Contarini

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S ono davvero contento che il Pa-dre Vescovo mi abbia permessodi proseguire il cammino intra-

preso l’anno scorso qui all’IstitutoBarbarigo, dopo l’ordinazione presbi-terale, avvenuta lo scorso 5 giugno.L’incarico di animatore spirituale chemi è stato affidato mi riempie di entu-siasmo, anche se non manca la trepi-dazione per un servizio che richiedemolte competenze ma soprattutto co-stanza nella preghiera e nel confrontocon la Parola di Dio, disponibilità al-l’accoglienza e all’ascolto di alunni,genitori e docenti, fantasia nel pro-porre percorsi e occasioni che favori-scano l’incontro con Gesù e l’aperturaal dono dello Spirito: sì perché, alla fi-ne, è Lui l’artefice primo di ogni cam-mino spirituale! E allora, inizio con fi-ducia, lasciando che sia proprio loSpirito a guidarmi, confortato dallacalorosa accoglienza riservatami datutta la Comunità scolastica, in parti-colare da don Cesare e dagli altri sa-cerdoti, e sicuro di avere accanto donAlberto che ha accompagnato spiri-tualmente, per decenni, classi e classidi studenti del Barbarigo. In queste prime settimane dell’annoscolastico ho potuto incontrare lamaggior parte degli studenti, o per-ché sono miei allievi (insegno anchereligione in alcune classi), , o perchéavvicinato per un saluto, per un con-siglio o una preghiera durante i mo-menti ricreativi. È stato molto prezio-so poter conoscere anche le famigliedei ragazzi delle prime classi e altrigenitori che, di passaggio a scuola,hanno fatto capolino nell’ufficio doveabitualmente sono a disposizione. Imomenti più forti ed intensi sono sta-ti tuttavia la celebrazione dell’Eucari-stia con i gruppi del triennio, delbiennio e delle medie. Intorno all’al-tare, abbiamo detto il nostro grazie alSignore per il dono di questo nuovoanno scolastico, affidandogli desideri,aspirazioni e forse anche qualchepreoccupazione. Insieme alle famiglieabbiamo rinnovato l’alleanza educati-va che sempre più deve costruirsi trai diversi protagonisti di questa straor-dinaria avventura che è l’educazione,affinché gli studenti non si sentanosemplici fruitori di un servizio ma

parte primaria della comunità scola-stica nella quale si svolge gran partedella loro vita. Proprio a loro vorrei raccomandarealcune cose da “mettere in cartella”per questo nuovo anno: 1) la voglia di imparare. Pensate chenoia stare a scuola se non provaste in-teresse per nulla, se tutto vi fosse in-differente… Quanto apprendete oravi servirà domani per essere dellebrave persone, capaci di rendervi utiliagli altri, di impegnarvi in modo re-sponsabile nella società. 2) La gratitudine verso le vostre fa-miglie che vi permettono di frequen-tare la scuola e questa scuola in parti-colare, perché credono al progettoeducativo che qui viene proposto edesiderano il meglio per voi. 3) Il rispetto per gli insegnanti chededicano con passione e dedizionegran parte della loro vita e delle loroforze per la vostra educazione. 4) Accoglienza e rispetto per i vostricompagni: imparate a volervi benetra di voi; coltivate delle belle amici-zie e siate generosi verso tutti; nonchiudetevi in piccoli gruppetti mapraticate l’accoglienza e la disponibi-lità, avendo anche il coraggio di cor-reggervi tra di voi, se vi sembra chequalcuno stia sbagliando strada. 5) Sognate in grande per il vostro fu-turo: non mi sto riferendo al successoe alla ricchezza. Conosco persone po-verissime e ignote ai più che conside-ro dei veri giganti nella vita, perché

sanno vivere con coerenza, rispettan-do e praticando i valori in cui credo-no, anche a costo dell’insuccesso edella derisione da parte di tanti…questa è la vera grandezza! 6) Siate certi che la maggior ricchezzaè essere grandi nell’amore, ricordan-doci che noi siamo creati per amare,non per essere delle isole. 7) La disponibilità ad incontrare ilSignore, anzi a lasciarci incontrare dalui: a conoscerlo, a coltivare una rela-zione di profonda amicizia, sapendoche Lui è fedele per sempre e non vie-ne mai meno alle sue promesse. 8) Imparate a voler bene a voi stessi:a stimarvi, a valorizzare le tante dotiche possedete e anche ad accettare ipiccoli limiti che avete, come tutti,senza lasciarvi schiacciare da essi, macercando di vincerli e di superarli. 9) Sentite il Barbarigo come una veracomunità amica, quasi una famiglia:noi, preside, docenti, animatore spiri-tuale, suore, personale non docente,siamo qui per voi, perché la missioneche Gesù ci affida è quella di aiutarvia crescere anzitutto come persone ecome persone colte, affiancando levostre famiglie nel difficile compitodi educarvi alla vita. 10) Abbiate rispetto delle struttureche vi ospitano: non danneggiatele enon sprecate, ma aiutateci a miglio-rarle perché anche i vostri futuri com-pagni possano trovare un ambienteaccogliente e funzionale.Vorrei concludere questo saluto, ri-prendendo l’immagine che don Cesa-re ci ha proposto quest’anno comeguida del percorso, vale a dire il temadel “volto”. Non abbiate paura dimostrare il vostro vero volto e, insie-me, a provare a dare un bel volto aquesta nostra scuola, un volto che siasereno, che parli di serietà nell’ap-prendere, di passione per la cultura ei valori, di desiderio di crescere inumanità, di voglia di cercare la Verità,di impegno nella fede. L’auspicio che formulo è che non solovoi contribuiate sempre più e meglioa tratteggiare il volto del Barbarigo,ma che in questa nostra scuola voipossiate scoprire sempre di più il vo-stro volto e il volto di chi vi è accanto.E tra i tanti volti che incontrerete viauguro di scorgere anche quello piùluminoso e bello, quello del SignoreGesù che vi accompagna e vi sostienenel cammino della vita.

don Lorenzo Celi

LA PAROLA DEL NUOVO ANIMATORE SPIRITUALE

Una cartella piena di…

Don Lorenzo con il rettore e alcuni docenti ilgiorno della sua ordinazione.

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U na Quaresima speciale quellavissuta al Barbarigo nell’an-no 2010: si è voluto ricordare

padre Ezechiele (Lele) Ramin, exalunno del nostro Liceo Classico (di-plomato nell’anno 1972), a 25 annidalla morte avvenuta nel luglio 1985a Cacoal, in Brasile. Dopo un momento iniziale di pre-ghiera per presentare la proposta allediverse classi riunite in teatro perfasce d’età, ogni settimana diQuaresima ha visto la presentazionee lo svolgimento di una tematica,trattata e approfondita mediante ilcollegamento a frasi o esperienze dipadre Lele: l’argomento è stato svi-luppato nelle ore di religione e ripre-so anche in un foglietto di riflessionee preghiera consegnato personal-mente a ogni allievo. Un grande car-tellone, realizzato da alcuni studenti,è stato appeso in atrio per tutto ilperiodo; altro materiale di approfon-dimento è stato reso disponibile achiunque fosse desideroso di sapernedi più.In alcune classi interessate è statarichiesta e organizzata una particola-

re “lezione di geografia”: un sacerdo-te diocesano che ha lavorato comemissionario in Brasile, don FernandoFiscon (già docente di religione alBarbarigo e ora parroco a SanGiuseppe in Padova), ha presentatola realtà attuale dell’immenso paesesudamericano, sotto diversi profili,incontrando un vivo interesse deglistudenti.Inoltre sono state raccolte, tra gli stu-denti e i docenti, offerte con destina-zione di solidarietà missionaria, ade-rendo alla proposta del Centro mis-sionario diocesano di sostenere unprogetto a Manaus (Brasile), sullascia del lavoro iniziato da donRuggero Ruvoletto, anche lui “mis-sionario martire” in Brasile, uccisonel settembre 2009.A conclusione del percorso quaresi-male, nella settimana immediata-mente successiva alla Pasqua, ilBarbarigo ha organizzato uno specia-le “Memorial Lele Ramin”, in duetappe: venerdì 9 aprile, una serataper genitori, ex allievi, cittadinanza,con interventi del “nostro” prof.Federico Talami (docente e “amico

spirituale” del giovane liceale Lele),il dottor Paolo Ramin, uno dei fratellidi padre Ezechiele, e il “collega” mis-sionario comboniano padre GiovanniMunari, ottimamente coordinatidalla giornalista della Difesa del popo-lo Tatiana Mario.Sabato 10, poi, una mattinata per glistudenti delle classi superiori, conpresentazione della figura di padreEzechiele, proiezione di un film a luidedicato, riflessioni condivise con glialunni. Il percorso, guidato da don Lorenzo(allora diacono) e dagli insegnanti direligione, ha certamente contribuito afar conoscere questo ex allievo che,formatosi al Barbarigo, ha scelto didonare la sua vita per gli ultimi,combattendo contro l’ingiustizia erimanendo vittima della violenzaoppressiva. Ma il suo assassinio nonha chiuso la sua vita: oggi in Brasileci sono decine e decine di centri e ini-ziative che portano il suo nome,molte persone ispirano il loro lavoroe servizio a padre Lele; si parla persi-no, se la Chiesa riconoscerà il marti-rio, di una possibile (forse prossima)beatificazione e canonizzazione diEzechiele Ramin.Ma v’immaginate, un santo che èstato studente al Barbarigo?

QUARESIMA 2010 SPECIALE

Nel nome di Ezechiele

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L a nostra scuola porta il nome di GregorioBarbarigo, vescovo di Padova e cardinale,vissuto nel XVII secolo e proclamato santo

cinquant’anni fa, nel 1960. Alla sua protezione è affi-dato il lavoro, la vita, le fatiche e le speranze di noiche, all’istituto Barbarigo, siamo legati.Tra la data della morte e quella della canonizzazio-ne, che è il riconoscimento solenne della santitàdella vita, trascorsero ben 293 anni, poco meno di tresecoli. Tanti, troppi per una persona che già i con-temporanei consideravano santa per virtù, sapienzaed amore reale verso tutti, un pastore particolar-mente presente e partecipe ovunque ci fossero soffe-renze e bisogni. Il motivo per questo ritardo, superato solo mezzosecolo fa per la iniziativa di papa Giovanni XXIII,grande estimatore del vescovo Barbarigo, fu dovutoalla prassi usata nella Chiesa durante i normali pro-cessi di canonizzazione: in tali processi oltre le testi-monianze sulla santità della vita ordinaria, si ricer-cano anche memorie di segni straordinari, i miraco-

li, quasi suggelli dall’alto. Questi segni però manca-vano al nostro Gregorio Barbarigo, e tale carenzapotè essere superata solo per la decisione personaledel papa. La vita del vescovo Barbarigo fu intensa e normale,ma costantemente attenta alle urgenze, alle situazio-ni immediate, alle persone concrete che la storia glifaceva incontrare: si sa che nella storia di tutti i gior-ni si vanno i conti con la volontà di Dio che indicasempre la via della santità. È questa la santificazione,che comincia facendo il proprio dovere, come ricorda unmini-poster all’ingresso del “Cenacolo”, la chiesadella nostra scuola. Niente di straordinario, ma sem-plicemente il proprio dovere: un bel programma chevale per tutte le persone di ogni età, in ogni tempo. Gregorio Barbarigo sentì con forza che suo doveredi vescovo era offrire solido cibo spirituale e culturaseria al popolo, e farlo con grande amore. Ne nac-quero, tra l’altro, scuole di formazione per i giovani,scuole per la conoscenza del catechismo e dellaBibbia, istituti e strutture con nuovi strumenti cultu-rali, favorendo lo studio della lingua ebraica edaraba (già allora!) e tutto questo in vista di aperturee scambi con mentalità, mondi, religioni e civiltàdiverse da quelle delle nostre terre.Fu particolare cura del vescovo Barbarigo aiutare lasua gente perché avesse mente aperta, spiritualitàvera, cuore disponibile e spirito di fede. Il tessutosociale ne fu profondamente trasformato vivendonuove ricchezze. Tutto questo, inteso come propriodovere, sta alla radice della santificazione del cardina-le Barbarigo, riconosciuta dalla Chiesa anche inassenza di miracoli.È il patrono ideale per la nostra scuola che proponeaperture e convinzioni ideali spesso controcorrente.

don Alberto Gonzato

ALLA SCOPERTA DELLE RADICI

San Gregorio, patrono del Barbarigo

Il cardinale Gregorio Barbarigo, dipinto da Rina Maluta (1903).

Grazie, don Alberto!Anche con l’arrivo di un nuovo animatorespirituale, don Alberto Gonzato resta alBarbarigo come collaboratore e soprattutto“amico”, confidente, consigliere...Grazie, don Alberto, della tua amicizia edisponibilità!

Ci ritroveremo a festeggiare il suo 80° compleanno giovedì 9dicembre alle 18.30 con una celebrazione eucaristica nellachiesa di San Nicolò, in centro a Padova.

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ANCORA ATTUALE IL SUO MESSAGGIO

Santo da 50 anni… parla anche a noiuesto nostro San Gregorio Barbarigo fu unprelato moderno, nel senso più giusto e am-pio del termine. […] ma sotto il velo pre-

zioso della sua modernità, egli coltivò innanzi tuttouno spirito squisitissimo di santità autentica».Con queste parole Giovanni XXIII, il 26 maggio1960, canonizzava San Gregorio Barbarigo, insigneVescovo di Padova, fondatore del Seminario dio-cesano e patrono del nostro Istituto. A cinquant’anni da quel memorabile evento la no-stra scuola, in collaborazione con il Seminario, de-sidera onorarne la memoria, non per un sempliceatto di devozione, peraltro dovuto, quanto perchéconvinti della effettiva “modernità” di questo illu-stre pastore del ’600, che ha saputo non solo ripor-tare la chiesa diocesana alle radici della vita cri-stiana ma elevare sul piano umano e culturale ilsuo clero e, attraverso esso, anche la popolazione.Spronati anche dalla recente pubblicazione dellelinee pastorali dell’Episcopato italiano per il pros-simo decennio dedicate alla sfida educativa, vor-remmo tentare di rileggere il progetto pedagogicodel Barbarigo, recuperando quegli aspetti e quelleindicazioni che ancor oggi possono essere di gran-de utilità per chi è protagonista dell’avventurastraordinaria dell’educare: in primis le famiglie, in-sieme alla scuola e alla comunità cristiana.Cercheremo di concretizzare questo nostro inten-to, attraverso un momento ufficiale al quale sonoinvitati in particolare gli allievi con i loro genitori ei docenti del Collegio vescovile. Mercoledì 1° di-cembre 2010, ci ritroveremo alle 18.00 nella chiesadel Seminario Maggiore per celebrare insieme

l’Eucaristia in onore del nostro Patrono. Alla cele-brazione seguirà l’incontro di studio su San Gre-gorio Barbarigo e il suo progetto educativo. Qualiprovocazioni per noi? che vedrà gli interventi del-lo storico don Stefano Dal Santo e della docentedi Pedagogia speciale dell’Università di PadovaRinalda Montani. Sarà poi possibile visitare i lo-cali del Seminario Maggiore, in particolare la pre-ziosissima Biblioteca monumentale. La serata siconcluderà con un momento di convivialità nelRefettorio grande. Auspichiamo che, sotto la paterna protezione diSan Gregorio, questo evento possa significare unrecupero della nostra storia e promuovere il nostrocammino di crescita nel segno dell’alleanza educa-tiva fra gli studenti, primi protagonisti, famiglie ecomunità scolastica. Siamo grati a quanti ci hannopermesso di realizzare questo momento e siamo fi-duciosi che tutti cercheranno di essere presenti!

don Lorenzo Celi

Il Beato Gregorio Barbarigo. Pala d’altare (secolo XVIII), Francesco Zanoni.Chiesa di Santa Maria in Vanzo, Seminario Vescovile Maggiore di Padova

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Lo stemma del Collegio Ve-scovile Barbarigo riprende isimboli originari della fa-miglia Barbarigo di Vene-zia: il leone di San Marco ele tre barbe su fondo biancoe fondo blu. Lo scudo cro-ciato alla base è il simbolodi Padova che porta ancheil segno della cristianità.

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D opo decenni di stasi, per la veritàvivacizzato da una serie di tenta-tivi di riforma rimasti però sem-

pre sulla carta, il sistema scolastico italianoperviene finalmente a una nuova organiz-zazione complessiva all’interno della qualetrova una significativa ristrutturazione ilpercorso formativo musicale. Il Conserva-torio, chiamato a gestire l’Alta Formazionemusicale all’interno di un percorso univer-sitario impostato, come per gli altri indiriz-zi, in laurea triennale e laurea specialisticabiennale, lascia (o, almeno per un certo pe-riodo, gestisce in comproprietà) l’importan-te momento della formazione di base alleScuole Medie a indirizzo musicale e ai neocostituiti Licei musicali. Ma, mentre leScuole Medie musicali hanno una tradizio-ne già da decenni consolidata, i Licei musi-cali nascono di fatto dall’anno scolastico2010/11. Vero è che alcuni Licei musicalierano già operativi, a livello sperimentale,presso qualche Conservatorio. Tuttavia solodall’anno scolastico 2010/11, con l’applica-zione della riforma della scuola media su-periore proposta dal ministro dell’Istruzio-ne, Università e Ricerca Mariastella Gelmi-ni, il percorso di formazione musicale tro-va, all’interno del sistema scolastico italia-no, l’avvio di una epocale ristrutturazionecomplessiva. Si tratta, in verità, di una rifor-ma tutta da scoprire e da gestire con intelli-genza, esperienza e capacità didattica, pre-cisione organizzativa e professionalità.Quasi una sfida, di fronte alla quale l’Istitu-to Vescovile Barbarigo non si è fatto trovareimpreparato. E con lo stesso spirito che haorientato tante innovative scelte nel corsodella sua lunga storia, il Barbarigo ha rac-colto questa sfida diventando - in Padova -istituto pilota di un indirizzo didattico tuttoda costruire. Dalla sua il nostro Istituto hala volontà di offrire un servizio di prim’or-dine, l’agile e puntuale gestione organizza-tiva, la consolidata esperienza didattica delcorpo docente già impiegato nei Licei Clas-sico e Scientifico, il coordinamento musica-le e complessivo della vicepreside MariaChiara Bassi che da anni dà lustro all’Istitu-to con l’intensa e qualificata attività dell’or-chestra d’arpe “Floriana”.Al nuovo indirizzo didattico, dopo il pre-scritto passaggio dell’esame di ammissioneche ha creato qualche trepidazione, hannoaderito undici ragazzi. La giusta vivacitàdell’età, la condivisione di una passione im-

portante e coinvolgente come quella per lamusica, il ritrovarsi immediatamente partedi una formazione musicale - corale e stru-mentale - nella quale ognuno è importantee vede valorizzate le sue peculiari compe-tenze hanno immediatamente creato nellaclasse un ottimo clima di lavoro e di amici-zia. A favorire questo clima positivo contri-buisce senz’altro il percorso complessivoofferto da questo indirizzo scolastico, chearticola la formazione musicale all’internodelle attività della classe basandola sul con-fronto, sulla sperimentazione, sul coinvol-gimento diretto dello studente, prendendocosì le distanze dalla chiusura della lezioneindividuale.Peraltro, come tutti gli altri licei, anche ilmusicale si qualifica come scuola media su-periore organizzata su un percorso quin-quennale che si conclude con un esame distato (maturità) che dà accesso a qualsiasipercorso universitario.Il piano orario prevede 20 ore settimanalidestinate alle materie di base (per il primobiennio: Italiano, Storia-Geografia, Linguastraniera, Matematica, Scienze, Storia del-l’arte, Educazione motoria, Religione) allequali si aggiungono 12 ore settimanali indi-rizzate alla formazione musicale (Esecuzio-ne e interpretazione per primo e secondostrumento, Storia della musica, Teoria, Ana-lisi e Composizione, Laboratorio di musica

d’insieme, Tecnologie musicali). Come sipuò vedere, il Liceo musicale fonde la for-mazione di base con quella di indirizzo,coordina il percorso musicale con quelloculturale e affida la valutazione complessi-va dello studente a un unico consiglio diclasse. Toglie di fatto allo studente tutti iproblemi connessi alla contemporanea fre-quenza del Conservatorio e di una Scuolasuperiore, offendo in più il valore di un in-tenso percorso di studio vissuto e praticatoin amicizia all’interno della propria classe.Per la parte musicale, come indicato nellariforma Gelmini e a garanzia della qualitàdella propria proposta, l’Istituto VescovileBarbarigo ha stipulato una convenzioneesclusiva con il Conservatorio “Pollini” diPadova. Questo documento sancisce, tra ledue istituzioni, una fattiva collaborazioneformativa sul piano didattico e promozio-nale e apre la strada a interessanti contatti ealla programmazione di progetti comuni. Un plauso convinto va al preside e rettore -don Cesare Contarini - che, pur tra le tantedifficoltà legate all’organizzazione di que-sto nuovo indirizzo, ha fortemente voluto ilLiceo musicale al Barbarigo, offrendo, inPadova, a quanti possano esserne interessa-ti la possibilità di operare una scelta scola-stica basata su un percorso particolarmentestimolante.

prof. Tarcisio Battisti

UNICO IN PROVINCIA DI PADOVA

Nuovo Liceo musicale al Barbarigo

La prima Liceo nell'aula musicale multimediale.

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P erché un Liceo Musicale al Bar-barigo, dove c’è già un LiceoClassico e Scientifico? Studenti

e genitori conoscono tutti l’antico pro-verbio: “Carmina non dant panem”(Poesia e musica non appagano leistanze dello stomaco). Perciò megliofinire presto gli studi, conseguendouna laurea che apra le porte ad un la-voro dignitoso e possibilmente ben re-tribuito: è il modo di ragionare più co-mune al nostro tempo in cui si vuoletutto e presto.Ma per fortuna non si nasce tutti ugua-li. C’è chi nasce sognatore, poeta,amante dell’arte, del bello, della musi-ca e ritiene questi valori importanti pervivere la vita che la Provvidenza ci as-segna.Don Floriano Riondato, che per qua-rant’anni ha insegnato musica ai ragazzi, è convinto che far musica finda piccoli aiuta a sviluppare l’intelligenza, ad allenare la concentrazio-ne nello studio; far musica aiuta a coordinare il movimento di tutte lemembra, acuisce il desiderio e il piacere di conquistare e di esprimere ilsignificato di un rigo musicale; e aiuta a costruire immagini che colora-no il panorama di un sogno. Tutto questo si nota osservando gli occhidi chi canta o suona a memoria.David, suonando il decacordo, placava i sentimenti eroici di Saul. Da-vid con l’arpa accompagnava le sue composizioni liturgiche nel Tempioe le sue preghiere personali, arricchendole con dovizia di sentimenti.Però, se l’adolescente tiene per ore l’auricolare acceso su musica fatta disolo ritmo, se predilige soltanto canzonette, che a centinaia sono incisenel suo telefonino, si isola dai suoi coetanei, non dialoga e non impara acomunicare. La musica della discoteca è veleno per la gioventù, mentrelo studio anche faticoso per l’apprendimento di uno strumento musica-le dona ricchezza allo spirito.Il vero amante della musica, che ascolta una sinfonia o un coro accom-pagnato da una grande orchestra, esperimenta una gioia unica, che ac-quieta le passioni e accarezza l’anima.Il Liceo Musicale dona tutto questo all’anima e, dopo la maturità, il gio-vane potrà accedere a tutte le facoltà universitarie.

don Floriano Riondatoprof. Davide Squarcina

DOPO DECENNI DI INSEGNAMENTO, UNA RIFLESSIONE SULLA MUSICA

La musica, ricchezza per lo spirito

L'insegnamento dell'arpa si conferma nella nostra scuola.

Il prof. Squarcina con gli allievi nell’aula di musica rinnovata e arricchita.

Auguri, don Floriano!Martedì 11 gennaio 2010 mons. Floriano Riondato com-pie 90 anni: con lui e per lui ringrazieremo il Signore inuna celebrazione eucaristica nella chiesa di San Tomaso(vicino a piazza Castello) alle 18.30. Ci sarà poi un con-certo in suo onore sabato 22 gennaio alle 18, nel teatrodel Barbarigo.

Tutti invitati, alla messa e al concerto!

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D a qualche tempoabbiamo vistocomparire il

logo sui documenti e lecomunicazioni della nostra scuola.Come molti ormai sapranno, ELOS è lasigla olandese per “Europe as a learningenvironment in schools”, che significa“L’Europa come ambiente di apprendi-mento nelle scuole”.Ora dovremo abituarci ad una nuovaimmagine perché proprio nel 2010 il

logo è statomodificato.Il messaggio èpiuttosto chiaro:“l’istruzione cheallarga i confi-ni”. Elos è dun-

que un’idea di istruzione che cerca dipromuovere una dimensione europeaed internazionale della scuola per far sìche i giovani si preparino ad essere cit-tadini attivi in una società che puntaall’integrazione e alla globalizzazionecome realtà concrete. Le scuole Elos siimpegnano affinché i loro studentiacquisiscano alcune competenze chesono ritenute essenziali per i cittadinieuropei del futuro, come la capacità dicooperare e di risolvere positivamentei conflitti, la capacità di essere impren-ditori di se stessi, una padronanzadelle lingue in chiave comunicativa.La piena adesione del Barbarigo al pro-getto ELOS corona il grande sforzo di

internazionalizzazione della scuola chedura ormai da anni, impegno che trovanegli scambi internazionali la sua mas-sima espressione, ma che comprende illavoro di lettori madrelingua (dall’uni-versità di Oxford) e l’impegno per con-sentire agli alunni della nostra scuoladi migliorare e certificare le loro cono-scenze dell’inglese (CertificazioniCambridge PET e FIRST eCertificazioni Trinity), del tede-sco e dello spagnolo.Durante gli scambi si puntamolto sul lavoro in gruppimisti. Questo consente airagazzi di conoscersi meglio,li obbliga a collaborare escambiarsi idee in linguainglese. Non mancanomomenti di gioco, sempreorganizzati in gruppi misti,alcune visite culturali e anche,quando è possibile, una visitaalle istituzioni, ad esempioalla sede del ConsiglioRegionale del Veneto aVenezia, come lo scorso anno.Di qualità anche i temi che fanno dafilo conduttore degli scambi Comenius:• durante la visita in Norvegia (gen-naio 2010) è stato trattato il tema dellapace, attraverso racconti e canzoni,unitamente al tema dell’energia, moltocaro ai norvegesi. Durante la visitadegli amici norvegesi a Padova (aprile2010), le attività sono state dedicateall’arte, in particolare ai palazzi delPalladio e alla miniatura antica, argo-menti che hanno permesso momenti digrande creatività da parte dei parteci-panti, ma anche riflessioni e lavori digruppo a cui si sono aggiunte visiteculturali e giochi.

• anche il tema guida dello scambiocon l’Olanda era duplice: la mediazio-ne dei conflitti durante la visita inOlanda (marzo 2010), in occasionedella quale i padroni di casa hannoorganizzato una “International Week”con studenti di 10 paesi europei; l’arte,in particolare i palazzi del Palladio e ilcomplesso degli Eremitani in Padova,per la settimana padovana (aprile2010). Gli studenti hanno collaboratonel lavoro di ricerca, partecipando consoddisfazione a visite interessanti amusei e monumenti e ai momenti digioco proposti dal programma.• per festeggiare i dieci anni di attivitàComenius della nostra rete di scuole,nel 2010 è stato organizzato anche unoscambio con la Spagna: gli studentispagnoli sono stati nostri ospiti in feb-braio, proprio nella settimana di carne-

vale, fornendoci lo spunto per un sim-patico laboratorio sulle maschere, assaiapprezzato, tanto quanto il tradiziona-le programma di arte. Il viaggio inSpagna in aprile ha permesso di rinsal-dare le amicizie ma anche di collabora-re in lavori di gruppo e attività varie, edi visitare monumenti interessanti.Anche per l’anno scolastico 2010/2011sono previsti gli scambi ormai tradizio-nali con la Norvegia (tra febbraio eaprile) e con l’Olanda (tra marzo eaprile) che impegneranno gli studentidel quarto anno dei licei.

prof. Margherita CoeliCon gli spagnoli al palazzo della Ragione.

Scambio con la Spagna: laboratorio di maschere.

Nel giardino, italiani e norvegesi.

BARBARIGO: UNA SCUOLA INTERNAZIONALE

ELOS: studenti italiani, cittadini d’Europa

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UN’ESTATE DIVERSA DAL SOLITO: VACANZE STUDIO PROPOSTE PER IL 2011

Finalmente si torna in Inghilterra!

L’Istituto Barbarigo torna aproporre la vacanza stu-dio in Inghilterra! Un

soggiorno di due settimane per lascuola secondaria di primo gradonelle settimane centrali di luglio, eun soggiorno sempre di due setti-mane per la secondaria superiorenella seconda metà dello stessomese, con i nostri docenti comeaccompagnatori.Abbiamo scelto una piccola loca-lità nel Devonshire, nel sud-ovestdell’Inghilterra: Totnes, cittadinadi interesse storico sull’estuariodel fiume Dart, a pochi chilometridal mare e nei pressi del Dart-moor National Park. Una cittàtranquilla, ospitale e sicura, conuna vita sociale vivace e stimolan-te, dove sono ben accetti gli stu-denti stranieri. La scuola, la Tot-nes School of English, ricono-sciuta dal British Council, si trovanel cuore del centro storico. La se-de principale è situata in uno de-gli edifici più antichi e prestigiosidella città, The Gate House, cherappresenta anche il logo dellascuola e che domina con la suaTorre dell’Orologio la via princi-pale del centro cittadino. La proposta prevede innanzituttola sistemazione in famiglia, conpensione completa. Le famigliesono ben conosciute dalla scuola

che ogni anno verifica i requisitirichiesti per poter ospitare ragazzianche in giovane età. L’insegna-mento della lingua si articola in20 lezioni settimanali in classi in-ternazionali con docenti madrelin-gua qualificati e abilitati per l’inse-gnamento della lingua inglese aglistranieri. Vi sono poi attività ri-creative, culturali e sportive tutti ipomeriggi e due sere a settimana.La gestione delle attività ricreativegiornaliere è affidata ad uno staffspecializzato che è in grado dicoinvolgere con passione gli stu-denti e a renderli ancor più moti-vati. Viene proposto un program-ma completo di attività extrasco-lastiche perché crediamo che lostudio di una lingua si realizzi e sicompleti in diverse occasioni: inclasse e nella vera vita sociale, nel-le attività organizzate dai diversilaboratori di cultura inglese, mu-sica, arte, e altro ancora, oppuredurante le escursioni o le varie at-tività sportive.Interessante anche un servizio as-sai innovativo: ad ogni studenteviene assegnato un codice di ac-

cesso per lezioni a distanza (gui-ded e-learning) valido per 12 me-si. I ragazzi potranno collegarsi alsito della scuola ed esercitarsi an-che quando saranno rientrati a ca-sa.Ovviamente, al termine del corsoviene rilasciato un certificato fina-le che attesta la frequenza e il li-vello di conoscenza linguistica.Questo significa che gli studentidella scuola superiore potrannopresentare il certificato, ove di li-vello adeguato, per accedere alpunto di credito formativo perl’anno scolastico successivo.Allora…arrivederci a Totnes!

prof. Ambra Baessato e Margherita Coeli

Le rovine del castello normanno.

A lezione! In classe.

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S an Giuseppe… un grande santo,ma sulla cui vita le notizie ripor-tate dal Vangelo sono assai scar-

se. È possibile, se non probabile, chedurante la sua vita, trascorsa lavoran-do con dedizione, Giuseppe abbia in-contrato molte persone che hanno avu-to importanza anche per Gesù e Maria:Elisabetta e Zaccaria, Anna e Gioacchi-no, i Magi, Lazzaro, Marta e Maria, e,perché no, la Maddalena e qualche…Angelo! Ecco allora presentata unapossibile giornata, un po’ romanzata,della vita di Bepi Marangon, traspostaa oggi. I personaggi parlano in dialettopadovano o in italiano: questo non si-gnifica che la vicenda abbia luogo nellanostra città, ma semplicemente che Be-pi è un artigiano del popolo.Mentre lavora, Bepi riceve la visita diBaldassarre Magio, industriale orafoche si presenta per chiedere notizie diEmanuele, il figlio di Bepi, a distanzadi anni da quella volta che aveva vistoil bimbo in fasce. Bepi racconta cheManu - così è chiamato affettuosamen-te da familiari e amici - è la luce dellafamiglia, impegnato anche negli studi epresso la comunità religiosa.Partito Baldassarre, entra di seguitouna schiera di personaggi, dalla squa-dra di calcio che Manu allena, a Lazza-ro, dal postino all’amico Angelo, il soloche sia venuto appositamente a trovareBepi. Gli altri infatti sono tutti lì perManu o per Maria. Bepi è del resto con-sapevole che Maria ed Emanuele sonocreature molto speciali, di cui è quasiimpossibile, per un “comune mortale”,cogliere il senso più profondo, e in gra-do, con la loro personalità carismaticadi catalizzare attorno a sé molte perso-ne, dalle signore che si occupano di as-sistenza ai malati al gruppo dei giova-nissimi della comunità. Egli accetta conumiltà questo ruolo di secondo piano,ma che è tale solo in apparenza: i ra-gazzini ad esempio vedono in lui lestesse qualità umane che apprezzanoin Manu, riconoscendo la bontà e l’im-portanza dei valori trasmessi al figlio.Si rivela inoltre insostituibile quandoMaria è impegnata con qualche perso-na bisognosa, prendendosi cura deglianziani genitori di lei, oppure riceven-do i cugini in visita di cortesia.

LA “COMPAGNIA DELLE PULCI”, GLORIA TEATRALE DELL’ISTITUTO BARBARIGO

Quel sant’omo de Bepi Marangon

Il nome “Compagnia delle pulci” nasce dalle oggettive misure degli attori. La compa-gnia debuttò venerdì 23 maggio 2008 nel teatro del Barbarigo con Il Campiello, com-media in tre atti di Carlo Goldoni, che racconta diversi momenti della vita quotidianadi nobili e popolani, un vero e proprio microcosmo che ruota intorno ad una piccolapiazza veneziana.Protagonisti furono gli studenti del I° anno SSIG Cecilia, Omar, Andrea, Maria Beatrice,Greta, Maria Elena, Alberto, Luca, Francesco, Jacopo, Leonardo, Stefano e Paolo, di-retti da Mariantonia Colonna Preti, loro insegnante di matematica e scienze.L'esperienza teatrale è proseguita lo scorso anno con la rappresentazione della com-media I boce del Barba, appositamente scritta da Mariantonia Colonna Preti e incen-trata sulle opere di carità del Cardinale Gregorio Barbarigo. Gli attori coinvolti sonostati 24. Alla terza replica, il 9 ottobre, ha assistito il vescovo di Padova mons. AntonioMattiazzo.Con la rappresentazione del 16 aprile si poteva considerare chiusa l’esperienza teatra-le della Compagnia delle pulci, visto che il nucleo fondante concludeva il ciclo dellascuola media. Consegnai al termine della serata, ad ogni Pulce, un diploma attestantel’entusiasmo e la bravura dimostrate nella carriera artistica teatrale, momento digrande commozione: evitai d’incrociare lo sguardo col diplomato! Ma l’assicurazione dicontinuare col teatro anche nel successivo anno scolastico, pur respirando l’aria dellesuperiori, unitamente all’impegno dei debuttanti di prima e dei “secondini” dellaSS1G, mi fece tornare di buonumore. Ma cosa proporre ad un gruppo così largo? Uno spettacolo musicale!Con l’aiuto consistente e prezioso dei colleghi Davide Squarcina per il canto e la musi-ca e Carla Zotti per il ballo, parte questa nuova esperienza che coinvolge molti ragazzidelle medie e di prima, seconda e terza superiore. Il cast, alla data odierna, non è an-cora al completo: siamo partiti da poco e alcuni artisti sono ancora indecisi se dedicar-si al ballo, alla recitazione o al canto. L’idea infatti è quella di privilegiare una sceltasoltanto, visto che le prove si svolgono in contemporanea il mercoledì pomeriggio.Realizzeremo uno spettacolo su testo di Elena Storchi con musiche di Renato Giorgi:Reality …sciò! Un invito a riflettere e a ridere del mondo finto e cafone di certa tele-visione, insieme a personaggi conformisti e trasgressivi, coraggiosi e spaventati, duri einnamorati… Insomma, adolescenti in cerca del loro ruolo, che hanno sogni da realizza-re, ideali da rinnegare, amici da tradire e ritrovare.Anche per quest’anno il divertimento è assicurato!

prof. Mariantonia Colonna Preti

L A C O M P A G N I A D E L L E P U L C I

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uattro alunni della nostra scuolache l'anno scorso frequentavanola prima e la seconda media,

Alberto, Tommaso, Filippo e Michele,hanno rappresentato l'Italia alleOlimpiadi Mind Lab, torneo internazio-nale di giochi di logica che dal 15 al 17giugno scorsi ha visto sfidarsi in un pre-stigioso hotel di Budapest ragazzi prove-nienti da tredici paesi dei cinque conti-nenti. Mind Lab è un metodo didattico basatosull'assunto che i giochi di pensieromigliorano le capacità cognitive e dedut-tive, insegnano a controllare l'emotività esviluppano abilità sociali. Proposto dalGruppo Mind Lab, un'organizzazioneinternazionale fondata nel 1994, il metodoviene utilizzato da migliaia di istituzionieducative di tutto il mondo. Il Barbarigolo ha adottato nel 2008, inserendolo fra lematerie curricolari della scuola seconda-ria di primo grado. Inutile dire che lanovità ludica è stata subito accolta congrande entusiasmo dagli studenti, che nelgiro di pochi mesi sono diventati dei verie propri assi della dama, di quoridor, octie abalone, i giochi inseriti nel programmaolimpico. Dopo il terzo posto ottenuto a Trento nel2009, lo scorso 29 maggio i quattro cam-pioni d'istituto del Barbarigo si sonoimposti nelle selezioni nazionali diMonselice, guadagnando, tra l'euforia deiloro genitori e di noi insegnanti, il passper l'Ungheria. Da allora i ragazzi hanno dedicato ognimomento libero ad allenarsi per le olim-piadi: durante la pausa pranzo sfidavanoi compagni di classe, mentre a casa era lavolta dei genitori. Eravamo tutti "gasati"per l'avventura ungherese, dalla qualenon sapevamo cosa aspettarci. Ci siamoclassificati decimi, un buon piazzamento,se si considera che si trattava del nostrodebutto internazionale e che molte dellescuole nostre avversarie hanno insegnantispecifici di Mind Lab, mentre io ho inizia-to ad affiancare il Mind Lab alle mie lezio-ni di matematica appena due anni fa. Al di là del risultato e dei ricordi che inostri quattro "atleti della mente" hannoportato con sé da Budapest, mi piace sot-tolineare come il metodo Mind Lab con-senta agli alunni cui viene somministrato

di sviluppare in modo divertente compe-tenze trasversali che tornano utili in mol-teplici situazioni, non solo in ambito sco-lastico. I giochi del Mind Lab, infatti, sti-molano le abilità logiche, in quanto pre-suppongono l'impiego di strategie adattea risolvere problemi di varia natura. Unadi queste è la strategia "del semaforo", inbase alla quale il giocatore, prima di ese-guire la propria mossa, deve chiedersiquali siano gli obiettivi dell'avversario ecapire se per contrastarli sia preferibiledifendersi o attaccare. Altre strategie sonoquella "del detective", cioè della ricostru-zione a ritroso degli avvenimenti, e quellanota come "albero del pensiero", che eser-cita a prendere una decisione solo dopoaver valutato i costi e i benefici di ogniopzione. Il metodo Mind Lab favorisce inoltre l'ac-quisizione di abilità sociali. Ad esempio, ilfatto che le partite si svolgano in silenzioe siano precedute da una stretta di manotra gli sfidanti, addestra all'autodisciplina.I giochi di collaborazione, invece, abitua-no due compagni a lavorare insieme con-dividendo lo stesso scopo, mentre quelli aquattro generano il divertimento piùautentico. Al termine di ogni lezione, infi-ne, si dedica qualche minuto alla condivi-sione delle emozioni vissute durante ilgioco per insegnare ai ragazzi a gestire iconflitti e le sconfitte.

prof. Mariantonia Colonna Preti

A BUDAPEST PER LE OLIMPIADI DI GIOCHI DI LOGICA

MIND LAB: campioni d’Italia

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VISITA D’ISTRUZIONE A MILANO

Tutti insieme per l’ultima volta!

N ell’ultimo anno scolastico la scuola,quanto al viaggio di istruzione, ci hariservato veramente una bella desti-

nazione: Milano! Quando ce lo hanno detto,tutti noi delle medie ci siamo messi a fare do-mande a raffica e non vedevamo l’ora di par-tire.

Finalmente l’11 febbraio alle 7.30 (di mattina!)ci siamo ritrovati tutti presso la chiesa delTorresino, dove ci stava aspettava la nostracorriera. Eravamo partiti, e non credevamoche l’evento che avevamo aspettato per quasitutto l’anno scolastico si stava svolgendo. Ilviaggio passò per il meglio, per noi ragazziche giocammo a carte, ascoltammo musica,ecc.; ma anche per i nostri accompagnatori:prof. Manara (per la 3° media), prof.ssa Villa(per la 2° media) e prof.ssa Battan (per la 1°media). Arrivammo a Milano circa alle 11 esubito visitammo il castello Sforzesco doveera allestita una mostra sulla vera storia diGertrude, la monaca di Monza del romanzodi Alessandro Manzoni. Questa mostra com-prendeva una selezione di quadri in definiti-va non solo sul tema della monaca di Monza,ma anche di casi simili a quello di quest’ulti-ma. Dopo un’oretta buona di visita ci dirigemmo,in corriera, al famoso “teatro Ciak”, dove cispiegarono tutte le caratteristiche di un vero eproprio teatro da cabaret dove infatti si esibi-vano e si esibiscono tutt’ora tra i più impor-tanti artisti: per esempio, quella sera, il comi-

co Antonio Albane-se doveva metterein scena il suospettacolo. In seguito ci in-camminammo ver-so cimitero monu-mentale dove riu-scimmo a scorgerele tombe di Man-zoni, Mazzini, Ga-ribaldi e molti altri personaggi famosi. La sera i nostri accompagnatori ci fecero unasorpresa, che da noi fu molto gradita: unapasseggiata notturna per Milano. Fu vera-mente bello vedere il Duomo illuminato ecamminare per il centro storico della città inquelle ore.L’indomani ci attendeva un’altra esperienzada ricordare: nel museo della scienza seguim-mo un corso di robotica e, con dei Lego, co-struimmo un vero robot con tanto di sensori.Anche la visita del Duomo è stata veramenteemozionante, perché vedere tutte quelle arca-te così grandi e imponenti faceva venire lapelle d’oca. Direi proprio che la nostra gita, l’ultima in-sieme come classe delle Medie, è stata vera-mente speciale e sono sicuro che tutti ce la ri-corderemo a lungo.

Francesco Bertelli

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D all'anno scolastico2010/2011, con l'en-trata in vigore della

riforma scolastica voluta dalministro Gelmini, gli studen-ti che scelgono di iscriversiad un istituto tecnico, posso-no scegliere tra due diversisettori: economico e tecnolo-gico.Presso il nostro istituto èoperativo l’Istituto Tecnicoad indirizzo Amministrazio-ne, Finanza e Marketing chesi caratterizza per la culturatecnico-economica riferita adampie aree: economia, ammi-nistrazione delle imprese, fi-nanza e marketing. Gli alunni che scelgono que-sto indirizzo scolastico se-guono un percorso finalizza-to ad acquisire competenzegenerali in campo economiconazionale e internazionale, della normativa ci-vilistica e fiscale, dei sistemi e processi azien-dali organizzazione, pianificazione, program-mazione, amministrazione, finanza e control-lo, degli strumenti di marketing, dei prodottiassicurativo finanziari e dell’economia sociale. Il piano orario integra le competenze dell’am-bito professionale specifico con quelle di cul-tura generale, linguistiche (2 lingue stranierequinquennali, al barbarigo inglese e tedesco) einformatiche (informatica è disciplina scolasti-ca per quattro anni) per operare nel sistemainformativo dell’azienda e contribuire sia al-l’innovazione sia al miglioramento organizza-tivo e tecnologico dell’impresa inserita nelcontesto internazionale.In più al Barbarigo è inserito nel piano di studi,dalla prima alla terza, un corso di Leadership,una disciplina tutta nuova che aiuta i ragazzi aprendere consapevolezza delle abilità richiestedal mondo del lavoro e a potenziare abilità so-ciali, di comunicazione, di adattabilità, di lavoroin team, di organizzazione e di pianificazione

dei propri obiettivi: passaporto necessario, uni-tamente alle competenze specifiche del corso distudi, per essere leader efficaci.L’Istituto Tecnico Economico del Barbarigo vie-ne a raccogliere l’eredità gloriosa della “Ragio-neria” prima e dell’Istituto Tecnico “Commer-ciale” (ancora in ordinamento, a conclusionedel ciclo) che in molti decenni hanno preparatofior di professionisti che hanno esercitato il pro-prio lavoro con competenza e dedizione graziealla formazione e ai valori che il nostro Istitutoha saputo trasmettere.L’augurio è che la storia continui!

prof. Maria Pia Vallo

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CON LA RIFORMA GELMINI

Partito il nuovo Istituto Tecnico Economico

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I.T.C., PROGETTO PARTECIPATO E PREMIATO

I MO(N)DI DELLA COMUNIC/AZIONE

I l progetto “I mo(n)di del-la Comunic/Azione” haproposto ai ragazzi del-

l’I.T.C. un percorso annualevolto ad analizzare e com-prendere i diversi meccanismidi comunicazione, eviden-ziandone le potenzialità, af-frontando anche i rischi e ipericoli giuridici, economici esociali, legati all’utilizzo in-controllato e illecito dei new-media.In particolare ha permesso diconoscere i modi e i mondidella comunicazione eviden-ziando le conseguenze positi-ve e negative derivanti dall’u-tilizzo dei mezzi di comunica-zione; sviluppare capacità cri-tica in ordine alla complessitàdel mondo della comunica-zione; educare i ragazzi all’u-so positivo della tecnologia edei new media; riflettere sul-l’impatto dell’utilizzo deinew media nella psicologiadei ragazzi e sulle relazioniinterpersonali e valutare lemodalità e l’opportunità diproteggersi dalla rete.Sono state valorizzate le nuo-ve forme di comunicazione,soffermandosi sugli effetti re-lazionali che derivano dall’u-tilizzo di tali strumenti; aiu-tando genitori e docenti a im-postare nuove strategie edu-cative che coinvolgano i ra-gazzi.L’attuazione del progetto haprevisto una integrazione traesperienze scolastiche (lezioniin classe a tema e partecipa-te,…) e altre esperienze con-dotte all’esterno della scuola

e con esperti del settore checon la propria esperienzahanno fatto emergere e co-gliere gli aspetti fondamentalidel tema. Il progetto, promosso daglialunni dell’I.T.C. e i loro do-centi, visto coinvolti per qual-che attività gli alunni delleclassi II Liceo Scientifico e VGinnasio; è stata programma-ta una serata per un incon-tro/confronto genitori, do-centi e ragazzi per aiutare gliadulti ad interagire con i ra-gazzi in merito all’uso deinew.media e avviare un con-fronto più consapevole suqueste tematiche.Incontri di approfondimentosulla normativa della privacy,tutela del copyright, accesso asiti “controllati; aspetti legalie sociali connessi all’utilizzoincontrollato dei new media;visita al Museo della Comuni-cazione e del MultimedialePelagalli (a Bologna), Patri-monio Unesco della Cultura,

per conoscere e “sperimenta-re” l’evoluzione storica di al-cuni mezzi di comunicazione(radio: dalle origini fino allericezioni satellitari – telefono:da Meucci fino all’iPhone –computer: dal pallottoliere fi-no ad oggi - ..); visita alla Gra-narolo (BO) durante la qualeè stata presentata la strategiadi comunicazione azienda;progettazione e realizzazionedi blog; approfondimento sul-la comunicazione d’impresa;studio delle tecniche di comu-nicazione utilizzate nelmarketing bancario; incontrocon i rappresentanti dellaBanca Popolare di Verona: ec-co alcune delle iniziative inse-rite nel progetto.Molto interessante le propo-ste del percorso “Adolescentidigitali”: attività organizzatecon don Marco Sanavio, l’e-sperta Luce Busetto e il duoMarco e Pippo (con serataaperta ai genitori e ai docenti)che ha permesso di conside-rare i diversi aspetti della co-municazione (dimensionedella comunicazione, disagisociali e psicologici connessicon l’utilizzo improprio deinew-media, caratteri della co-municazione verbale e “vir-tuale”, dipendenze e nuovetecnologie). Il progetto dell’I.T.C. ha vintoil primo premio del concorsoeduc@zione digit@le - pro-getti a concorso 2010, indettodalla Fondazione Bortignondi Padova, sezione scuola se-condaria superiore.

i docenti dell’I.T.C.

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Durante l’anno scolastico 2009/2010 abbiamo avuto l’opportunità di unoscambio culturale con un altro paese europeo: l’Irlanda. La maggior partedella classe seconda ha ospitato un ragazzo straniero.

In ottobre 2009 ci siano recati in viaggio studio in Irlanda. E il 7 febbraio 2010 so-no arrivati a Padova alcuni studenti irlandesi accompagnati da due insegnanti,del St. Aidan’s Comprehensive School della città di Cootehil.

La scuola, durante la loro permanenza in Ita-lia, ha organizzato una serie di iniziative, untour per la nostra Padova, ha attuato un corsodi italiano da loro molto gradito e, inoltre, ab-biamo fatto visitare ai nostri amici Venezia,Verona e Vicenza.Oltre all’esperienza scolastica abbiamo coltol’occasione di far conoscere ai nostri corri-spondenti le nostre tradizioni, le abitudini e,perché no, anche i nostri divertimenti (ancheun pomeriggio in piscina ai GB Hotels di AbanoTerme e una partita del Padova allo Stadio Eu-ganeo). I nostri amici irlandesi hanno seguitoun corso di italiano e alla fine avevano impara-

to frasi e parole base per poter muoversi in città (e non morire di fame)!Come serata conclusiva abbiamo voluto riunire tutte le nostre famiglie assiemeai professori per salutare e ringraziare i nostri nuovi amici: è stata un’esperien-za indimenticabile che porteremo sempre nel cuore!

Elena Zaffin e Benedetta Malacarne

AMICI D’IRLIRLAANDANDA

La rete degli Anziani

Partecipare a questo concorso indetto dall’Ufficio Scolastico di Padova è stata un’espe-rienza che ci ha aperto ad una realtà comune ma spesso ignorata dalla maggior partedelle persone, ovvero la situazione sociale delle persone anziane, emarginate dalla so-

cietà “Anziani a scuola per la scuola” (secondo classificato) dedicato al loro pieno rientro nellasocietà, approfondendo situazioni odierne e nel contempo divertendoci.

Sicurezza: un’idea da ... indossare

Èil titolo dell'8^ edizione di “Primi in sicurezza - Premio Emilio Rossini”promosso da Rossini Trading spa, Anmil ed Okay!. La prevenzione de-gli incidenti sul lavoro è un'idea da portare addosso, sulla propria

pelle, da sentire per sé e da condividere con gli altri. Ci siamo sbizzarritecon creatività e piacere nel creare la nostra maglietta a tema in modo si-gnificativo e simpatico per rappresentare la sicurezza all’interno del mon-do lavorativo. A livello nazionale, la nostra T-shirt si è classificata al 5°posto nella sezione Scuole superiori. Lo scorso 28 maggio le premiazioni aBergamo. È stata anche una splendida occasione di visitare la città di Ber-gamo, dopo la premiazione ricca di partecipanti e autorità locali.

Martina Galdiolo, Elisa Puppoli, Maria Puppoli

I NOSTRI CONCORSI

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CLUB LOBACEVSKIJTEATRO

prof. Da Re: sicuramente si riparte.Non so con chi, non so con cosa, masi riparte.Toni: la scintilla di entusiasmo, chegiusto un anno fa avevo visto neisuoi occhi e che aveva poi dato vitaalle due serate su Galileo, è ancora lì:tutta intera; sicuramente l’inizio diuna nuova … avventura!

E rano queste le ultime bat-tute dell’intervista rilascia-taci dal prof. Da Re nel

novembre del 2009, subito dopole due serate sulla figura diGalileo. È passato quasi un anno;siamo alla vigilia della messa inscena della “nuova avventura”del gruppo RRR (RedazioneRicerca Relativa), acronimo con ilquale il Club Lobacevskij indivi-dua la sezione che si occupa diteatro. Tentiamo di carpire dalprof. Da Re qualche anticipazio-ne.

Toni: prof. Da Re, cosa ci può diredel lavoro teatrale di quest’anno?prof. Da Re: per vari motivi, nonultima un po’ di scaramanzia, non vidirò nulla. O meglio posso solo dirviche quest’anno ho voluto darmi eaccettare la sfida di scendere su unterreno per me nuovo: non sarà unlavoro a “soggetto”, fusione di varigeneri teatrali, ma un dramma vero eproprio, con un copione ben preciso;copione, nel quale crediamo moltissi-mo, che ho scritto insieme a Gigia(Giorgia Mazzucato, giovane studen-tessa che ha completato il secondoanno del Dams di Bologna e amicadel prof. Da Re - ndr). È stata unabellissima esperienza, molto diver-tente; quasi, quasi cambio mestiere.Non ditelo al preside però, non vor-rei... mi prendesse sul serio!

Toni: oltre a Lei, che interpreta ilpersonaggio di Lobacevskij, chi sonogli altri attori? Almeno questo ce lovorrà dire?prof. Da Re: questo glielo dico pro-prio volentieri; è sempre bello ringra-ziare chi ha lavorato e condiviso conte un cammino insieme. Allora tra

attori e tecnici, oltre a Gigia, ci sono:il prof. Dino Gasparoni, AndreaAzzolini, Matteo Bettin, FrancescaBiasin, Francesca Bortolon,Francesco Saverio Butturini,Massimiliano Casellato, CarloCasiglia, Carlo Andrea Cirese, SilviaDe Toni, Nadin Encina, AlviseFasolo, Beatrice Frescura, TommasoGarbo, Sveva Gardellin, BenedettaMagro, Serena Mangano, DavideMuraro, Enrico Pacchin, LauraPedrina, Francesco Pezzin,Francesco Piccinali, Irene Polato,Marco Postiglione, FrancescoRampazzo, Giovanni Renzini,Riccardo Sgrò, Alessandro Tolin,Carlotta Toninello, Anna Tortarolo eGuglielmo Zillo. Più, forse, qualcheingresso dell’ultima ora. A tutti que-sti va il mio grazie di cuore.

Toni: non ci può proprio dire altro?prof. Da Re: sì, un’ultima cosa:venite a vederlo, merita! E poi siamopieni di entusiasmo e questo ... è con-tagioso!

Toni: cambiamo allora argomento.Come risponderebbe a chi le chiedes-se: che cosa è il Club Lobacevskij?prof. Da Re: Il Club Lobacevskij ènato alla fine del 2006 ed è statoinaugurato ufficialmente il 18 marzo2007. Il principio ispiratore è quellodi stimolare, promuovere e sostenereogni iniziativa (scientifica, umanisti-ca, sportiva, umana o altro ancora)che abbia lo scopo di aprire la menteal confronto, per non restare arrocca-ti su posizioni statiche di verità blin-date e aride. Abbiamo una nostrasede, molto carina ed accogliente,ricca di foto delle nostre “avventure”,dove possiamo ritrovarci, magarisgranocchiando un pezzo di “fregolo-ta” e sorseggiando un bel bicchieredi... “aranciata”, per progettare,

Sicuramente si riparte…(intervista a me stesso – anno terzo)

…quello che le geometrie non euclidee ci insegnano è di aprire la nostra mente all’idea della possibile coesistenza di più verità fra loro contrastanti…

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discutere, realizzare e ricordare le nostre attività.Tra le principali che abbiamo realizzato fino ad ora pos-siamo elencare: vari corsi di approfondimenti tematici(“matrici”, “giocando con la matematica”, “proba-bilità e statistica”, “geometria”, “informatica”,“parole discendenti - corso di neogreco”, “il miste-ro dei numeri complessi”), il bellissimo “Salotto let-terario”, le entusiasmanti “Avventure Domenicali”(ciaspolata, anche in notturna, speleologia, astro-nomia, teatro a Mestre, anello fluviale in bicicletta,hydrospeed o rafting , acropark ), le “creature” delgruppo RRR (“la velocità della luce“ -novembre2007, “Einstein la vita di un genio” - novembre2008, “pirandellianamente Galileo con un pizzicodi Brecht e un po’ di Zelig“ - novembre 2009,“Noi…Lobacevskij”- novembre 2010). Per concludere citerei ancora una volta la frase finaledel nostro volantino-invito: “ti aspetto con le nostreidee ed il nostro entusiasmo, con le tue idee ed il tuoentusiasmo!”

Toni: ma perché proprio Lobacevskij, matematico russovissuto tra il 1792 e il 1856, come padre spirituale delClub?prof. Da Re: Per tre buoni motivi:- La figura di uomo e di matematico di Lobacevskij cisuggerisce l’idea di una fatica che premia; la storia dellasua vita infatti non evoca l’immagine di un pensatore

geniale che con una fulminea intuizione spalanca facil-mente la conoscenza a nuovi orizzonti, ma al contrariosuggerisce quella di uno studioso che, convinto di un’i-dea, la persegue con fatica, costanza e caparbietà.- La questione delle geometrie non euclidee, da lui pro-posta, è estremamente affascinante e stimolante, eppurenon rientra prettamente nei programmi scolastici. Ed èproprio questo che si vorrebbe fare in questo club: avvi-cinarci a questioni interessanti, stimolanti, anche senon previste dai programmi tradizionali.- Analizzando le tematiche trattate da Lobacevskij sicomprende come, partendo da radici ideologicamentedifferenti (una diversa idea del concetto di punto, rettae piano), si possa giungere a formulare affermazioni innetto contrasto con quelle del mondo (geometrico) nelquale siamo abituati a vivere, nel quale siamo nati, manon per questo tali proprietà risultano essere meno veredelle nostre . In altre parole, quello che le geometrie noneuclidee ci insegnano è di aprire la nostra mente all’ideadella possibile coesistenza di più verità contrastanti.

Toni: ritornando al suo “teatro”, quando pensa inizie-rete a lavorare su un nuovo progetto?Perché ci sarà unnuovo progetto per il 2011?prof. Da Re: prima ci lasci portare a termine questo.Comunque penso proprio di si; anzi, se devo essere sin-cero, un’idea in testa sta già lievitando … è già un po’-che ci sto lavorando. Ho in mente qualcosa di completa-mente diverso, sto pensando a …

Toni: intravedo ancora quella scintilla; mi è impossibilecoglierne la forma, ne percepisco però l’intensità.

Collegio Vescovile Barbarigo

Club Loba� c evskij

…quello che le geometrie non euclidee ci insegnano è di aprire la nostra mente all’idea della

possibile coesistenza di più verità fra loro contrastanti…

Il gruppo

ha il piacere di presentare il dramma teatrale

“Noi … Lobacevskij”

ideato, scritto e diretto da

Giorgia (Gigia) Mazzucato e Antonio (Toni) Da Re

… dramma in atto unico che, attraverso scorci di vita in casa Lobacevskij, ci condurrà ad esplorare le

“più verità” della nostra esistenza …

PRIMA SERATA SABATO 13 NOVEMBRE 2010 - ORE 20,45

REPLICHE

DOMENICA 14 - VENERDI’ 19 - SABATO 20 NOV. - ORE 20,45 “Nuovo Teatro” ISTITUTO BARBARIGO

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CLUB LOBACEVSKIJLETTERATURA

Salotto letterario: il gusto della lettura!Saperti amante e non poterti avere,star lontano da te quando in cor m’ardi, aver la lingua e non poter parlare,

udir quest’ acqua e non chinarsi a bere,correre in riga quando a lenti e tardipassi vorrei pensosamente andare.

«Il verso che mi piaceva dipiù era il primo. Lo avevotrascritto su un foglietto e lo

tenevo nel mio portafoglio dauomo. Ogni tanto me lo ripetevo:saperti amante e non potertiavere. Saperti amante: come lodiceva bene! Noi normali avrem-mo detto: “il fatto che so che tu miami” o qualcosa del genere.Quella poesia mi faceva pensare acose a cui non avrei mai pensato:ad esempio che voler parlare conuna persona, che però è lontana, ècome non aver la lingua. Le poe-sie sono così: ti mettono dei pen-sieri che da soli non ti verrebberomai.» (Paola Mastrocola, Più lonta-na della luna, pp. 77-78).Il passo della Mastrocola esprimeal meglio come la poesia – e più ingenerale la letteratura - dia la pos-sibilità di rapportarsi e confrontar-si. La letteratura infatti non si puòridurre alla lingua in cui i testisono scritti; secondo Serianni(L’ora di italiano) «parlare di lette-ratura significa scommettere sullascoperta dell’universo letterario,del piacere di avventurarsi inmondi distanti, per temi o per epo-che, eppure in grado di coinvolge-re, commuovere, di esaltare; diavviare al gusto della lettura disin-teressata, fatta non perché se nedebba rendere conto a qualcunoma solo perché ci va di farlo». Eproprio per provare a vincere que-sta scommessa nell’anno 2009-2010ha visto la luce, all’interno delClub Lobacevskij, il Salotto lettera-

rio.L’idea è nata dal desiderio dinoi professori Baroni, Battan,Beghin, Gasparoni, Giordan di con-dividere le riflessioni, le idee e leemozioni che certi libri ci hannosuscitato e continuano a suscitarci.Ci faceva piacere che questa nostrapassione non si limitasse a noi col-leghi e amici, ma coinvolgesseanche i ragazzi della nostra scuola,in un clima sereno, accogliente esoprattutto lontano dalle ansiedella valutazione. Lo scopo eraquello di stimolare la lettura e ilconfronto con il testo e con se stes-si, offrendo nello stesso tempo, masenza che diventasse l’obiettivo piùimportante, strumenti di lettura eanalisi critica. Ogni mese quindi,per sei mesi, i soci del Salottohanno dovuto leggere un libro perpoi discuterne insieme e confron-tarsi davanti a una tazza di tèfumante e a qualche fetta ditorta.Abbiamo scelto i dodici libri,sei per il biennio e altrettanti per iltriennio, attingendo alle nostre per-sonali passioni letterarie e ciascunodi noi, a turno, ha poi coordinatol’incontro sulla sua scelta. Per offri-re ai ragazzi un panorama letterariovasto e articolato abbiamo propostolibri dai generi più diversi, parten-do da classici come ‘La ragazza diBube’ – in linea con la definizionedi Calvino per cui un classico nonfinisce mai di dire ciò che ha da dire– per passare quindi a titoli piùattuali come ‘Gomorra’ e infine alleaccattivanti graphic novel come ‘Vper vendetta’ o ‘Maus’.Ogni tantosiamo riusciti addirittura ad usciredalla dimensione cartacea: la pro-fessoressa Giordan ha invitato l’au-tore di una traduzione in dialettoveneto de ‘La bisbetica domata’ diShakespeare e ha poi organizzatoun’uscita al teatro di Mestre perpermetterci di vedere l’opera dalvivo sulle scene.

Nota dolente? I ragazzi, purapprezzando gli incontri, non sem-pre hanno letto i libri per intero eciò ha portato a discutere più sulletematiche emerse dal libro che sullibro stesso, attività comunqueutile, certo, ma quanto più interes-sante sarebbe stato gustarci insie-me le parole di quegli interlocutorisilenziosi?!Pronti a ripartire con un nuovosalotto 2010-2011, a chi ci chiede acosa possa servire tutto questo,rispondo citando Cioran (e copian-do Calvino): «Mentre veniva servi-ta la cicuta, Socrate stava imparan-do un’aria sul flauto. - A cosa tiservirà? - gli fu chiesto. - A saperequest’aria prima di morire -».

I proff organizzatori del Salotto: Beghin, Battan e Giordan (foto in alto), Beghin, Baroni, Giordan e Gasparoni.

prof. Rita Baroni

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U na ciaspolata sot-to le stelle, unagiornata sugli sci,

un’esperienza di speleolo-gia alla grotta del Bus dellaRana, una pedalata lungol’anello fluviale di Padovae una discesa in canottosul Brenta: queste sonole uscite domenicali or-ganizzate anche que-st’anno dalla prof.ssaCarla Zotti con l’aiutodel prof. Toni Da Re.Cosa dire di questeesperienze? Che il di-vertimento è assicura-to e, anche se la faticain qualche occasionesi fa sentire, la soddi-sfazione nel fare espe-rienze che altrimenti sareb-be difficile realizzare, nel riusci-re a portare a termine un per-corso che all’inizio sembravatroppo difficile o lo stare astretto contatto con la natura, fasuperare qualsiasi stanchezza.In gennaio la prima uscita aCampo Mulo, sull’altopiano diAsiago per la ciaspolata sottole stelle. Tanta fatica, tantofreddo ma a ripagare il tuttotante risate e un panorama in-dimenticabile.Poi c’è stata la voltadello sci. Tante disce-se in compagnia an-che di chi era alle pri-me armi.La gita al Bus dellaRana è stata l’uscitapiù impegnativa, matra le più interessanti.Con caschetto, tuta da

meccanico, stivali digomma e guanti per la-vare i piatti ci siamo ad-dentrati nelle visceredella grotta. Ma quandoavremo potuto fareun’esperienza simile? Epoi che soddisfazionevincere le nostre paurepiù profonde!La “biciclettata” è statal’uscita più tranquilla.Chi sperava di perderequalche etto per lo sfor-zo è rimasto un po’ de-luso visto il lauto pranzooffertoci dalla parrocchiadi Pontevigodarzere alcui parroco don Marianosiamo grati.A conclusione il raftingsul Brenta. Dopo qualche

arrembaggio e qualche tuffo inacqua a temperature non pro-prio gradevoli, abbiamo pre-parato un barbecue per man-giare e per riprenderci dalfreddo.Sono esperienze che consiglioa tutti perché il divertimento èassicurato e ci permettono diconoscerci e stringere amicizieanche al di fuori dell’ambito

scolastico. Inoltre è cre-sciuto tra di noi lo spi-rito del gruppo, unodei molti elementigrazie al quale siamoriusciti ad affrontare inostri limiti!E per il 2011 altresplendide avventuresono già in cantiere!Prenotatevi!

Serena Mangano

AVVENTURE DOMENICALI

Mettersi alla prova e crescere insieme

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STUDENTI “VOLONTARI”: LA SCUOLA COME AMBIENTE DI SOLIDARIETÀ

Week-end di palloncini colorati e colombe pasquali con ADMO

S abato 12 e domenica 14marzo, in tutta Italia, so-no stati allestiti dei ban-

chetti dall’ADMO (Associazio-ne Donatori Midollo Osseo)per la vendita di colombe pa-squali. L’iniziativa “Una co-lomba per la vita” ha avuto loscopo di raccogliere fondi dadestinare alle varie iniziativedell’ADMO. Anche a Padova,in via Roma, è stato allestitoun punto vendita e all’iniziati-va abbiamo collaborato anchenoi.L’aiuto è consistito nel distri-buire ai passanti dei pieghevo-li che illustravano le moltepliciattività dell’Associazione, for-nendo eventualmente ulteriorie più approfondite informazio-ni, nel vendere le colombe pa-squali e nel regalare palloncinicolorati ai bambini (preventi-vamente gonfiati da noi).L’ADMO, lo ricordiamo, èl’Associazione dei donatori dimidollo osseo e si occupa diinformare sulla possibilità dicombattere le leucemie, i linfo-mi e altre neoplasie del san-gue, attraverso, appunto, ladonazione e il trapianto delmidollo osseo.Questa esperienza si è dimo-strata particolarmente positivae significativa, in quanto ci hadato l’opportunità di conosce-re l’ADMO più da vicino, ren-dendoci utili per un’iniziativaimportantissima che ha richie-sto solo di mettere a disposi-zione un po’ del nostro tempo.

L’occasione è servita così perpartecipare attivamente a que-st’attività di volontariato, fa-cendoci sentire utili e diretta-mente coinvolti.Anche le persone che si ferma-vano al banchetto hanno di-mostrato il loro interesse, nonsolo acquistando le colombema soprattutto facendoci senti-re la loro solidarietà.

Nicolò Sponton Federico Beghin

Francesco Butturini Emanuele Vascon

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L o scorso 3 maggio un gruppo di stu-denti, genitori e professori, accompa-gnati dal preside, si sono uniti al pelle-

grinaggio diocesano a Torino per l’ostensionedella Sacra Sindone: un antico lenzuolo fune-rario che la tradizione attribuisce a Gesù Cri-sto e che per la cristianità rappresenta la reli-quia più preziosa.È stata l’occasione per riflettere su quella figu-ra impressa sul lino, di un uomo torturato, fe-rito, crocefisso, simbolo di ogni sofferenzaumana. Non ci sono molte parole per descri-vere quei pochi minuti davanti alla Sindone:ognuno si portava in cuore domande, deside-ri, preghiere, anche perplessità e forse un mi-nimo di incredulità “razionale”; ma ognuno,in quel momento, è stato in silenzio: un silen-zio “immobile”, quasi che tutti i pensieri sifossero fermati di fronte a quelle macchie chesi poteva intuire essere state di sangue. Prego?Chiedo? Ringrazio? Cosa fare di fronte allaSindone?... Guardo. Guardo e sto zitto. Tuttiuguali: adulti e ragazzi, genitori e figli, profes-sori e studenti, tutti “piccoli” di fronte alla“grandezza” della sofferenza lì rappresentata.Certo è che per chi ha fede, per chi crede,quella figura d’uomo è quella di Cristo e laSindone è il lenzuolo in cui il corpo del Messiafu avvolto per essere posto nel sepolcro dopola crocifissione. Su di esso sono tracciati i se-

gni della sofferenza del Figlio di Dio. Quel-l’immagine, somigliante alla raffigurazionetradizionale del Cristo, un uomo adulto con labarba e i capelli lunghi, vale per i credentimolto più delle numerose prove scientifiche:credere è un atto di fede e la fede che risiedenell’uomo non necessità di prove documenta-te. Non è importante dimostrarne l’autenticitàoppure confutarla; quell’oggetto, quel lenzuo-lo ha la capacità di mobilitare milioni di perso-ne, e noi tra quelle, che si spostano solo percontemplarlo e che si commuovono e impieto-siscono davanti all’immagine impressa di unuomo morto in sofferenza. E noi, sicuramente,siamo stati tra quelle.

IL BARBARIGO IN PELLEGRINAGGIO A TORINO

La Sindone: impossibile non “guardare”

Alcuni dei partecipanti al pellegrinaggio insieme al preside.

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TEATRO SOCIALE - CITTADELLA (Pd)

29 gennaio 2010

Nell’atmosfera di una meravigliosa città murataquale è Cittadella, con i fiocchi di neve che scende-vano soffici e copiosi, l’Ensemble Floriana ha suo-nato al teatro Sociale, piccola chicca nel cuore citta-dino.Gentilmente invitato dal distretto dei Lions, il grup-po musicale si è cimentato nel proprio programmaallietando gli ospiti con le note delicate delle sue ar-piste amabilmente dirette da Maria Chiara Bassi.Durante la serata sono stati venduti anche numerosiCD “Note per te”, i cui ricavati sono stati devoluti,in occasione del saggio finale, per aiutare bambinimeno fortunati.Come ogni concerto, la serata è stata un’occasionedi condivisione e confronto tra le ragazze dell’en-semble che hanno concluso la serata con una cenain compagnia tra le risate e dopo... palle di neve!

Emanuela Gruppo

SAGGIO DELLA CLASSE DI ARPA

28 maggio 2010

Il saggio per la classe di arpa è un momento parti-colare perché si suona tutte assieme ma anche per-ché si mettono in luce i frutti di un intero anno distudi. “Prof. la prego, non per prima”...“Prof. io sìper prima”. Questi sono gli appelli disperati che, igiorni antecedenti al saggio, rivolgiamo alla nostraprof per sconfiggere l'ansia da palcoscenico. E leicome per magia sa sempre collocarci al momentogiusto e introdurre le nostre performance in manie-ra impeccabile. Da dietro le quinte sbirciamo per vedere se mammae papà sono già seduti con la macchina fotograficain mano; vediamo anche il Preside, don Florianoanche lui in prima fila, immancabile con la sua mac-chinetta fotografica pronto ad immortalarci, i Pro-fessori e il Sig.Di Mola, nostro sostenitore dal con-certo di Parma , la Sig.ra Cinzia Sacchetti dell'asso-ciazione A.FA.D.O.C. ...ma ecco le ultime direttive della prof: “Mi racco-mando tranquille andrà tutto bene, sono orgogliosadi voi e dei frutti che quest'anno trascorso insiemeci ha donato”.

ENSEMBLE FLORIANA

Arpa, passione e sacrificio

C osa significa oggi suonare l'arpa inun’era moderna dove si ricerca il faci-le, il bello, il tutto subito? La risposta

me la suggeriscono ad ogni lezione le mie allie-ve e si può sintetizzare in due parole: passionee sacrificio.Passione: che ti gratifica, ti emoziona, ti fasorridere. Le mie alunne entrano con il sorrisoed escono dopo la lezione facendomi un abbrac-cio.Sacrificio: è saper rinunciare al tempo liberoper esercitarsi allo strumento. Sacrificio è veni-re a lezione dopo aver insegnato per otto ore inuna scuola materna o elementare. Sacrificio èprendere un treno da Milano o da Trento dopole lezioni universitarie per venire a lezione d'ar-pa o per provare con l'ensemble e ripartire per-ché il giorno dopo c'è l'università.Le mie allieve sono queste, ragazze che sannoesprimere attraverso l'arpa passione e sacrificio.

prof. Maria Chiara Bassi

CONCERTI DI QUEST’ANNO

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In un attimo ci ritroviamo davanti alpubblico pronte per eseguire il primopezzo d’insieme e dopo gli applausi, checi dimostrano l’apprezzamento del pub-blico, scopriamo che l’ansia da palcosce-nico è svanita…Tra un brano e l’altro la prof ha introdot-to intervalli nel corso dei quali ringrazia-mo quanti ci hanno accompagnato e so-stenuto nel corso dell’anno e svolgiamo iltradizionale rito della beneficenza al qua-le la prof. ci ha educato e sensibilizzatoormai da anni.Sulle dolci note del “Va pensiero” ci ac-cingiamo a concludere il consueto saggiodi fine anno della classe di arpa, speran-do sempre di aver donato qualcosa dispeciale a quanti ci hanno ascoltate!

Francesca Bianchini, Alessandra Sette

MADONNA PELLEGRINAPADOVA

15 ottobre 2010

Per la prima volta l'Orchestra d'Arpe si esibisce in-sieme con l'organo, suonato dal maestro TarcisioBattisti, in occasione della rassegna musicale pro-mossa nella chiesa della Madonna Pellegrina a Pa-dova.L'emozione da parte nostra era tanta, sia perchésuonavamo a Padova (molti amici e parenti infattiriempivano i primi banchi della chiesa), sia perchénon c'eravamo mai esibite in formazione con un or-gano. Il concerto intervallava musiche d'insieme con mu-siche eseguite da sole arpe o dall'organo. Numerosiapplausi hanno accompagnato la direzione impec-cabile della nostra prof.ssa Maria Chiara Bassi e laperformance del maestro Battisti: la chiesa infattiera gremita di persone che ad ogni pezzo applaudi-vano con emozione. Siamo riusciti a trasmettere passione, elemento es-senziale per un musicista, che la nostra insegnanteci ha insegnato a coltivare e per questo ringraziamo;un grazie va anche al Maestro per la coinvolgentemusicalità.

Veronica Barbiero, Angela Onisto

TEATRO APOLLONIO - VARESE

30 ottobre 2010

Anche quest' anno l’Ensemble è riuscito a regalarcidei momenti indimenticabili, uno di questi è latournée a Varese nella quale abbiamo suonato perl'associazione Andi Varese. Tra prove e preparativieccoci pronte la mattina del 30 ottobre a caricare learpe e poi tutte in pulman trepidanti di vedere il tea-

tro. Arrivate al teatro Apollonio, ci si presenta unaplatea di 700 posti, un palco immenso e un’emozio-ne unica sempre nuova.Dopo le prove veniamo portate in hotel, un favolosoalbergo vista lago per rinfrescarci e riposarci delviaggio in modo da essere cariche per il concertodella serata. Inizia a salire l’agitazione quando lelancette dell'orologio segnano le 20.50, non ci sem-bra neppure vero: siamo tutte in trepidazione , l'or-ganizzatore ci chiama per nome saliamo sul palco eil concerto ha inizio!Tra il silenzio generale concludiamo la nostraperformance, ma non basta: ecco subito che chiedo-no il bis... e un altro e un altro ancora. Negli occhidella prof.ssa tutte noi possiamo leggere l'entusia-smo con cui ci dirige nel Rondò e nel Nabucco... lasensazione per noi di aver suonato come lei ci ha in-segnato con passione e riuscendo ad esternare dellesensazioni.Dopo il concerto stanche ci dirigiamo alle nostre ca-mere, domani ci attende una visita alla città. Il tem-po uggioso non ci scoraggia e munite di ombrellinipercorriamo le vie del centro e visitiamo un mona-stero con dipinti e affreschi incredibili che ricopriva-no l'intera chiesa: uno spettacolo davvero imperdibi-le. Sotto una pioggia quasi torrenziale, a tempo direcord dopo pranzo carichiamo le arpe e così si con-clude questa meravigliosa avventura!

Elisa Zanini

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F L A S H

Concorso Nazionale di Musica a Castiglione delle Stiviere, mercoledì 5 maggio 2010.

Il maestro Davide Squarcina con i suoi cinque pianisti e i due saxofonisti di don Floriano.

Da sinistra: Filippo Fiorita, Andrea La Rotonda, Stefano Schiavon, Michele Damian, Greta

Serafin, Luca Piccoli, Leonardo Dorigo e l’accompagnatore Piero Tognazzo.

ExpoScuola. Non manca mai,

nello stand Fidae-Scuole Cat-

toliche di Padova, l’attiva par-

tecipazione dei nostri ragazzi,

di solito applauditi per l’esibi-

zione musicale. Non manca

nemmeno don Floriano, che

con le sue fotografie conse-

gna alla storia fatti e volti.

Alcuni ragazzi dei licei (VeronicaBarbiero, Mattia Marinello eFrancesco Pezzin) che frequentanoil MSAC (Movimento Studenti diAzione Cattolica) durante l’orarioscolastico hanno realizzato originali“figure di pace” aderendo a unaproposta-concorso del Movimento.Nell’incontro nazionale di Rimini èstato apprezzato e premiato il valo-re dell’approfondimento svolto dainostri studenti.Da segnalare anche la riuscita par-tecipazione della 1^ Liceo Classico,vincitrice in giugno del premio spe-ciale al Progetto Manuzio 2010“La testa e la mano” organizzatodai Giovani Imprenditori dell’UnioneProvinciale Artigiani.

“Visita d’istruzione” al Barbarigo: un gruppo di docenti italiani di Slovenia e Croaziahanno partecipato a una lezione di Matematica Applicata e di Diritto ed Economia,con la guida delle prof. Colonna e Vallo. Grande soddisfazione per l’opportunità di con-fronto professionale e per l’accoglienza del nostro Istituto.

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Associazione ex allievi Istituto G. Barbarigo

L’ Associazione, che si è rinnovata nel-l’ultimo anno, ha come scopo costi-tutivo creare occasioni di ritrovo tra

ex allievi del Barbarigo per conservare il senti-mento di appartenenza verso l’Istituto. Essaorganizza periodicamente occasioni di alto va-lore culturale come concerti, mostre d’arte,convegni, presentazioni di libri, etc., aperti li-beramente a tutta la cittadinanza. L’Associazione può essere considerata un na-turale prolungamento o semplice parte dellagrande “famiglia del Barbarigo”. Il grandissi-mo numero di ex allievi, disseminati ovunque,può infatti benissimo replicare e promuoverele caratteristiche e i valori di una vera e pro-pria famiglia. Programmare o comunque faci-litare incontri tra vecchi amici non è solo unhobby o un cedere a un giustificato ma altret-tanto vano sentimentalismo, bensì un gesto disquisito e autentico valore umano.Rimaniamo sempre colpiti dal fatto che, ricor-dando i bei momenti trascorsi fianco a fiancosui banche di scuola, si riesca anche dopo tantianni a rivivere gli stessi stati d’animo di allora.Invitiamo quindi tutti coloro che vogliano farparte, ancora, del Barbarigo e a mantenere vi-vo il loro ricordo, a iscriversi e a frequentare lavita sociale della nostra Associazione.La prossima iniziativa dell’Associazione sarà ilconcerto di Natale: avrà luogo mercoledì 22dicembre alle ore 21 all’auditorium Pollini diPadova. Il concerto sarà tenuto dall’orchestra

della scuola media di Bojon-CampolongoMaggiore con la compartecipazione di quattrocori: CoroVoci Unite, Coro di Bojon, Coro di Liettoli, Co-ro Santa Maria Assunta, in tutto circa 200 ele-menti che si esibiranno con un repertorio mu-sicale variegato, legato alla tradizione nataliziae non solo.Quanto raccolto nella serata sarà destinato inbeneficenza.

Per aderire all’Associazione: www.associazionebarbarigo.org

Il Consiglio Direttivo

Martedì 26 ottobre l’Associazione ha invitato il card. Camillo Ruini per dibat-tere sul tema Dio oggi. Con Lui o senza di Lui, cambia tutto.Nella foto, un momento della presentazione alla stampa: a sinistra il presiden-te Alberto Franceschi.

È nato in casa Barbarigo un nuovo strumento di comunicazione e informazione, che affianca ilsito internet e il magazine annuale: un bimestrale inviato via mail a famiglie, alunni, docenti,ex allievi e a quanti sono interessati alla vita del nostro Istituto. Per informazioni, suggerimenti, collaborazioni e invio foto: [email protected]

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EX ALUNNI “IN CRONACA”

L’avventura di don Dante, direttore di Medici con

T ra gli ex alunni del Barbarigo moltison diventati medici, qualcuno ancheprete, uno prima medico e poi prete:

don Dante Carraro, ora direttore di Medicicon l’Africa Cuamm, importante ong inter-nazionale che quest’anno festeggia i 60 annidi vita e attività. Con questa intervista diamospazio alla sua voce, notando che a raccoglier-la è stata un’altra ex alunna, Anna Talami,responsabile della comunicazione dell’orga-nizzazione di solidarietà.

Caro Don Dante, sei direttore di Medicicon l’Africa Cuamm dal 2008. Entrare a farparte del Cuamm, fino a diventarne diret-tore, è stata una scelta precisa o piuttostouna sorpresa della vita?Mi è sempre piaciuta la dimensione missio-naria. Poi la vita si costruisce giorno dopogiorno, studi e a un certo punto decidi dientrare in seminario dove coltivi la tuaapertura e la tua disponibilità, la offri al ve-scovo, una volta diventato prete, e un gior-no il vescovo ti chiama e ti dice che ha pen-sato di inviarti al Cuamm. Quindi non è sta-ta una mia scelta precisa, ma un invito delvescovo a cui ho corrisposto. Diventare direttore è stato un passo seguen-te, dopo il mio arrivo nel 1994. Mi sono oc-cupato inizialmente del collegio, poi sonodiventato responsabile delle risorse umane,poi vicedirettore, e alla fine, dopo quasi 15anni di lavoro a fianco di don Luigi Mazzu-cato, essendo anche lui più avanti nell’età, ilvescovo mi ha chiesto non solo di essere alCuamm, ma di diventarne il direttore, ac-compagnato da don Luigi.

Come racconteresti il Cuamm a chi non loconosce?Il Cuamm, nato nel 1950, aveva lo scopo diformare medici per i Paesi in via di svilup-po come Collegio Universitario AspirantiMedici Missionari. Negli anni ha scelto dioperare particolarmente nel continente afri-cano, da cui il nome Medici con l’Africa. Oggi è la più grande organizzazione italia-na per la promozione e la tutela della salutedelle popolazioni africane. Realizza proget-ti a lungo termine in un’ottica di sviluppo,per rendere l’accesso ai servizi sanitari di-sponibile a tutti, anche ai gruppi più margi-nali delle popolazioni. È la storia di uno scambio continuo per farsì che la salute, la cura, la guarigione sianoa portata proprio di tutti. Anche di chi vive

nelle località più povere deipaesi più poveri del mondo.Ancora oggi siamo presenti insei paesi dell’Africa a sud deldeserto del Sahara in Angola,Etiopia, Kenya, Mozambico,Sud Sudan, Tanzania e Uganda.

Ti sei formato nel collegio ve-scovile Barbarigo e poi all’uni-versità laureandoti in medici-na e specializzandoti in cardio-logia. La tua vocazione di di-ventare prete come si inseriscenel tuo percorso di vita?È sicuramente un mistero di Dioinnanzitutto, sono parole umane, ma inizia-tiva e mistero di Dio. Se è vero che un ragaz-zino di quarta-quinta elementare sente il de-siderio di entrare in seminario, poi la mam-ma gli consiglia di rimanere a casa tranquilloperché è troppo piccolo; poi tra le medie e illiceo, la vocazione non solo sembra atte-nuarsi ma scomparire del tutto, passa attra-verso le crisi adolescenziali e giovanili checiascuno di noi vive, per ritrovarsi a 22-23anni con domande profonde che uno sentedentro e così inizia una ricerca. Inizi a interrogarti, a chiederti: “che vitavuoi”, “verso quale professione ti senti por-tato”, “in che modo vuoi vivere gli affetti,l’amore che hai”… fino a scoprire che è un’i-niziativa del Signore che ti chiama a daretutta la tua vita per Lui. Senti che il rapportocon una donna, il farti una famiglia non so-no sufficienti per te e non bastano a rispon-dere al bisogno di totalità che il Signore tichiede. In questo c’è la vocazione. Non qual-cosa di meccanico e semplicistico, ma unprocesso e un cammino di vita con momentichiarissimi e ben delineati in cui c’è Qualcu-no che ti chiama.

L’essere anche medico si inserisce in que-sto processo di ricerca?Sì, a 19 anni dovendo scegliere l’università,mi chiedevo verso cosa orientarmi. Sicura-mente era molto viva l’idea di fare qualcosaper i poveri, per le persone in difficoltà. Eroincerto tra medicina e legge (per il senso digiustizia, per difendere i più deboli), poi èprevalsa la scelta di medicina per il bisognodi curare le ferite delle persone e del mon-do. Quindi sono diventato prima medico,poi cardiologo, il tutto integrato poi dalpasso successivo di diventare prete.

Come sono i medici, gli infermieri e i vo-lontari che operano con voi?È gente con una passione importante per ilbene e per il giusto. Si possono definire per-sone fuori dall’ordinario, in questo sensostraordinarie. Perché non ti spieghi il fattoche a 30 o 40 anni, una persona scelga unavita così radicalmente diversa dal normale.Straordinaria anche la ricchezza del cuoreche trovi, il legarsi a queste situazioni e sen-tire che lì costruisci il tuo pezzo di storia, iltuo pezzo di un Regno e di una giustiziapiù grande. In mezzo a tanta ordinarietà,perché poi ciascuno ha i propri limiti, leproprie frustrazioni, le proprie delusioni,sono persone straordinarie.

La tua vita è stata segnata dalla vicenda diuna dottoressa morta per uno strano virusche causava in pochi giorni devastantiemorragie negli organi interni, e di altriche rischiano la vita per amore di chi sof-fre…Si chiamava Maria Bonino. È morta il 24marzo del 2005 a causa della febbre emor-ragica di Marburg, un virus della famigliaebola. Una morte devastante, che l’ha colpi-ta perché ha deciso di rimanere, fino all’ul-timo, a curare i bambini della Pediatria diUige, in Angola, colpiti da queste stranefebbri. Ha combattuto, fino alla fine, la buo-na battaglia contro la povertà, la malattia,l’isolamento dal mondo, che toccano tantaparte del continente africano. Maria incar-nava molto bene lo stile e gli obiettivi diMedici con l’Africa Cuamm: il servizio ge-neroso, senza rumore, senza grandi pubbli-cità, per rispetto della sofferenza, per amo-re dei poveri, dei più poveri, dell’Africa, co-me persone che hanno scelto di chiamarsi e

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n l’Africa Cuammdi essere veramente medici con l’Africa. In una delle ultime e-mail che ci ha scritto, prima di ammalar-si, infatti, diceva: «Mi rincuora pensare che, nonostante tutto,siamo rimasti in tanti ad avere ancora voglia di fare la nostraparte».

Ti vengono mai momenti in cui ti scoraggi e vorresti far al-tro della tua vita?Sì, lo scoraggiamento esiste quando percepisci che il male c’è.Ti scoraggi nel cogliere le difficoltà, la complessità dei proble-mi e ti pare di non riuscire, di essere inadeguato, tu come per-sona, ma anche tu come istituzione. In questo, però, aiutamolto il fatto di credere in un Dio, che è quello di Gesù Cristo,che dice che è Lui a salvare te e questo mondo. Quindi non di-pende tutto da te, dipende anche da te, ma non tutto! La storiala salva Lui. Se non avessi la consolazione interiore di sentireche Qualcuno di più grande di te, ti è a fianco, probabilmentemolleresti. E quello che è consolante è sapere che quel Dio lì,non ti chiede di salvare il mondo, ma di fare la tua parte. Eproprio in quella tua parte trovi la tua dignità di essere uomo,credente, fratello, cittadino, ma nulla di più della tua parte.

Torniamo all’Africa. Ci hai parlato del tuo percorso di ricer-ca, che non è stato sempre lineare: in questo percorso hai de-ciso di investire sull’Africa, le mamme e i bambini africanisono il nostro futuro?Sono la ricchezza più vera dell’Africa. Quello che mi sconcertaè il fatto che se penso ai nostri dibattiti, incontri, meeting, as-semblee, messe… ci sono quasi tutti capelli bianchi. In Africa,fai un incontro, un meeting, una messa e ci sono tanti bambi-ni. Da noi c’è tanto ordine, lì c’è assoluto disordine, ma c’è vi-ta; da noi c’è tanta pulizia, lì c’è sporco e confusione, ma tantavita. Non c’è dubbio che mamme e bambini sono il futuro diquesto nostro mondo, e per questo Medici con l’AfricaCuamm lancia una campagna a favore del parto sicuro in 15ospedali africani che invito a conoscere sul nostro sitowww.mediciconlafrica.org.

Alcuni di questi bambini, poi cresciuti, sono diventati pro-tagonisti nella realizzazione dei progetti per i loro Paesi?Certo, sono molti gli esempi che potrei portare, da Kim il no-stro logista di Luanda a Everd Maniple, ugandese docente al-l’Università dei Martiri ugandesi di Nkozi, fino a Peter Locho-ro, Karimojon, ora rappresentante paese di Medici con l’AfricaCuamm in Uganda. La storia di Peter è interessante. A sei an-ni, affascinato dal luccichio di uno stetoscopio intravisto in unospedale supportato da Medici con l’Africa Cuamm decide didiventare medico e grazie a una borsa di studio statale per or-fani e poi alla generosità della diocesi di Moroto accede allafacoltà di medicina di Kampala. Si laurea e, dopo un master aLondra, decide di tornare indietro e diventa coordinatore pae-se di Medici con l’Africa Cuamm. La sua è una storia partico-lare non solo perché decide di tornare in Africa, ma soprattut-to perché ha avuto origine in Karamoja una regione molto dif-ficile dell’Uganda, dove povertà e indicatori sanitari sono tra ipeggiori del Paese.

PROGETTO AGESC BEN RIUSCITO

Le regole del gioco

È con moltopiacere cheho presen-

tato al Consiglionazionale dell’A-GeSC, che si è svol-to a Verona neigiorni 9 e 10 ottobre2010, il progetto“Le regole del gio-co“ attuato dall’I-stituto Barbarigo di Padova, che ha ottenuto ap-plausi e congratulazioni.I destinatari del progetto sono stati gli alunni del-la scuola di primo grado, con la competente e pro-ficua collaborazione degli insegnanti e il coinvol-gimento dei genitori.Gli obbiettivi prefissati dal progetto erano indiriz-zati a promuovere azioni che potessero diffondereuna cultura dei valori, negli ambiti di vita più vi-cina ai ragazzi (scuola, sport, strada); su tali gran-di tematiche sviluppare attività laboratoriali, spe-rimentando un metodo di lavoro tra genitori, do-centi e ragazzi.Mi sembra di poter affermare con molta soddisfa-zione che tutti gli obbiettivi del progetto sono statiegregiamente raggiunti e centrati.Come Presidente dell’AGeSC provinciale di Pado-va, che è l’Associazione Nazionale dei Genitoridelle Scuole Cattoliche, ho partecipato alla seratadedicata ai genitori che trattava il tema “Educarealla legalità“ e ritengo sia molto esaustiva datol’argomento delicato e di grande attualità.Credo che il momento più significativo per alunnie insegnanti sia stato realizzare la trasmissione suTelechiara, dove hanno potuto esprimere quantoelaborato con cura e precisione, significativo an-che il dialogo con i rappresentanti delle Forze del-l’ordine e del mondo dello sport.Ringrazio tutti coloro che nell’Istituto hanno col-laborato per l’ottima riuscita del progetto, in mo-do particolare il nostro grazie al Rettore del Bar-barigo, don Cesare Contarini, che ha accolto la ri-chiesta dell’AGeSC di poter realizzare insiemequesto progetto. Buon lavoro a tutti.

Maria Cardin Rossettopresidente AGeSC provinciale Padova

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DIPLOMATI

ESAME DI STATO2010

LICEO SCIENTIFICO

BATTISTELLO DAVIDE

BONIVENTO ALESSANDRO

BORTOLAMI LUCA

BURUL CARLOTTA

CACCO GIULIA

CACI FRANCESCA

CASTIGLIONI GIULIO

FERRARESSO VIRGILIO

GALIANO GIOVANNI

GALLOCCHIO ANDREA

LONGO LUDOVICA

MARINELLO TOMMASO

MARTELLOZZO SILVIA

MICHELETTO MATTIA

PAVAN DAVIDE

PICCINALI ALESSANDRO 86

QUARTI DI TREVANO LARISSA

RIGODANZO ILARIA

SORGATOCLAUDIA

STOCCO ALBERTO

TOSETTO NICOLO’

ULGELMO MARCO

ZAMPERLIN NICOLO’ 88

LICEO CLASSICO

ANTONELLO ELISA

BORTOLAMEI ELEONORA

CANAL MARIA SANTA

CASINI ANDREA

CASTAGNA STEFANO 92

CORCIULO ELEONORA

COSARO MARCO GIULIO

DODI GIANANDREA

DONA’ DALLE ROSE PETRA 94

FRANZON CATERINA

GALIAZZO LIZZY CATHERINE

GRECO RICCARDO

MANIERO GINEVRA

PINI FRANCESCO

RIZZO LUDOVICA

SIMONATO MARTINA 100 e lode

TASCA GIULIA

VECCHIATO CARLOTTA

ZORDAN BRUNO

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

BAZZA LUCA

BERTELLI FRANCESCO

BONIVENTO MARIA ELENA

CIRESE MARIA AURORA

DAMIAN NICOLA 9

DE TONI ALESSANDRO

DORIGO LEONARDO 10

GALEAZZI PAOLO

GOBITA MARIA BEATRICE

GRANGE ALESSANDRO

LA ROTONDA ANDREA

PEDRINA STEFANO

PICCOLI LUCA 9

SCHIAVON STEFANO

SERAFIN GRETA

TAMMONE CECILIA

VERNIER JACOPO

VIOLANTE ALBERTO

ISTITUTO TECNICOCOMMERCIALE

BERTIN PIERANDREA 93

BERTOLINI LORENZO

GALEAZZO DAVIDE

GALLO DAVIDE

GIRALDO GIULIO

GRASSETTO CARRARI FRANCO

MORETTO MICHELE

NANGERONI MATTEO 91

ROSSETTI MARCOPICCINALI ALESSANDRO

ZAMPERLIN NICOLO’

BERTIN PIERANDREA

NANGERONI MATTEO

CASTAGNA STEFANO

DONA’ DALLE ROSE PETRA

SIMONATO MARTINA

DAMIAN NICOLA

DORIGO LEONARDO

PICCOLI LUCA

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Un filosofo sempre attuale

AGOSTINO E LE BUONE DOMANDE DEL VIVERE

Agostino, prima che filosofo teologo e retore, è stato un formidabile cercatore. Anche quando è arri-vato a tappe significative della vita (ad es. titolare della cattedra di retorica a Milano) non si è maisvestito di una profonda inquietudine, che in lui è diventata il terreno fertile che ha alimentato legrandi domande del vivere: chi sono? cos’è la felicità? è possibile, e a quali condizioni, avere degliamici? cos’è l’amore? che relazione esiste tra i percorsi scolastici e la vita? cosa vuol dire conversio-ne? è possibile convertirsi? da e verso cosa? Si tratta di interrogativi universali, per rispondere aiquali una vita non basta. Attraverso le Confessioni Agostino ricostruisce le tappe del suo itinerario. I ragazzi di quarta e quinta del nostro Istituto avranno la possibilità di leggere alcune tra le paginepiù significative di questo libro, guidati da esperti (filosofi, letterati e teologi), al fine di raccogliereelementi che nutrano la mente e appassionino il cuore. Non si tratta solo di capire come il pensatorenordafricano ha risposto a queste domande ma cogliere gli elementi del suo percorso e della suariflessione che stimolino la voglia della ricerca in chi non si accontenta di lasciarsi vivere.

Gli incontri, aperti a tutti, si svolgeranno presso la sede del Barbarigo, in via Rogati 17, dalle 15.00alle 17.00, nelle date seguenti:

3 febbraio 2011Agostino, studente e maestroFormazione del retore e gestione del consenso

17 febbraio 2011La morte dell'amicoSenso e valore dell'amicizia

24 febbraio 2011Il mendicante feliceLa questione della felicità

10 marzo 2011L'innominata madre di AdeodatoValore e ruolo della donna

24 marzo 2011La svolta della conversionePercorsi intellettuali e spirituali

7 aprile 2011La presa di RomaDinamiche e senso della storia

Visione di Sant'Agostino di Vittore Carpaccio; 1502-1504, Venezia,Scuola di San Giorgio degli Schiavoni

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ISTITUTO PARITARIO BARBARIGOSCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADOLICEI CLASSICO, SCIENTIFICO E MUSICALEISTITUTO TECNICO ECONOMICO

via dei Rogati 17, 35122 PADOVAtel 049 8246911, fax 049 8246950www.barbarigo.edue-mail: [email protected]

Supplemento n° 1 al n° 46 della Difesa del popolo del 28 novembre 2010Direttore responsabile Guglielmo Frezza – Registrazione Tribunale di Padova del 15.6.1950 n° 37 – EEC editricePoste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB – Padova