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POVERI NOI © Mattia Marini “Partita con la miseria” Dossier lavoro. Anti-disoccupazione Attualità. Mercato dei falsi quanto ci costa? Roma bella (non) m’appari (più) Mezzo Secolo. The Beatles e Diabolik Sport. Alex Zanardi uomo e campione Visioni. mensilmente controcorrente politica - economia - attualità - cultura articoli - inchieste - editoriali - proposte anno 0 - numero 0 - smart edition il Barcarolo disponibile su: carta web smartphone tablet

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POVERI NOI

© Mattia Marini “Partita con la miseria”

Dossier lavoro. Anti-disoccupazione Attualità. Mercato dei falsi quanto ci costa?

Roma bella (non) m’appari (più) Mezzo Secolo. The Beatles e Diabolik

Sport. Alex Zanardi uomo e campione Visioni.

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il Barcarolo mensilmente controcorrente PRIMO PIANO.

POVERI NOI Costo della vita, carrello della spesa, costo del lavoro Potere di acquisto e reddito disponibile

Cala il sipario sul 2012, annus horribilus per le tasche delle famiglie italiane. Negli ultimi 12 mesi tasse e tariffe hanno subito una vertiginosa impennata inabissando la propensione al risparmio degli italiani ai minimi dal 1999. E’ crollato il potere di acquisto (-4.1%) e il reddito a disposizione dei cittadini, costretti a dover fronteggiare inflazione e salari fermi. Per una famiglia di due componenti il costo della vita è aumentato di oltre 1.000 euro. Per una coppia con due figli si sono sfiorati i 1.800 euro. L’insieme di nuove imposte (IMU) con lo sblocco delle vecchie (IRPEF e TARSU) mediamente sono costate ai contribuenti 1.427 euro, di cui: 177 euro a famiglia per l’IMU sulla prima casa, 865 euro a famiglia per la seconda casa, 143 euro di addizionale comunale IRPEF per contribuente; 220 euro per la TARSU. La cifra ha raggiunto

picchi di oltre 3.000 euro a Roma, 2.528 euro a Bologna, 2.519 euro a Milano. I rincari hanno interessato anche il cosiddetto carrello della spesa, ovvero i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (cibo, trasporti, tempo libero). Rispetto al 2011 i prodotti alimentari hanno subito aumenti pari al 4.4%, le accise benzina del 24.2%, i tabacchi del 1.2%. Per un single con meno di 35 anni il costo è stato di 227 euro in più, per una giovane coppia senza figli +311 euro, per una coppia con due figli a carico +384 euro, per un anziano +178 euro. La stangata si è registrata anche sul costo del lavoro. Tra i Paesi più industrializzati l’Italia ha fatto registrare un cuneo fiscale, il peso di tasse e contributi sulla busta paga, pari al 53.5% (sommando alle

stime dell’OCSE fissate al 47.6% anche IRAP, TFR e trattenuta Inail). Una pressione record distante circa una decina di punti rispetto la media europea pari al 41.5%. Dato, questo, che per gli italiani si è tradotto in una busta paga dove il netto è diventato sempre più sottile. In pratica quello che viene incassato come retribuzione netta ha rappresentato neanche la metà del costo totale sopportato dalle imprese. Il lavoratore italiano è collocato soltanto al 22esimo posto nella graduatoria del netto in busta paga stimato in 25.159 dollari annui contro i 27.111 dollari della media Ocse. Per retribuzione lorda (tassa sui redditi più contributi a carico del dipendente) l’Italia è invece 20esima con 36.360 dollari annui contro i 36.396 della media Ocse.

s.r

… soprattutto per questo serve un Barcarolo. “Suvvia. Se ne sentiva proprio la necessità. Di un Barcarolo! In questo mare magnum dell’informazione. Capace di veleggiare. Domando le onde. Controcorrente. Evitando la deriva. Mensilmente. Leggero ma pungente. Partecipativo e meticoloso. In piena libertà: d’intenti, contenuti, azioni. Da far salpare. Con fiducia, entusiasmo, passione. Remando tutti nella stessa direzione. Verso gli orizzonti della Politica economica, del Lavoro, della Cultura, dello Sport, dell’Attualità, del tempo libero. Rigorosamente con l’iniziale Maiuscola. Una traversata democratica. Da Nord a Sud. Da Est ad Ovest. Dal basso verso l’alto. Da destra verso sinistra passando per il centro e viceversa. Per giovani, anziani, donne, uomini, bianchi, gialli e neri. Nessuno escluso”.

la (vostra) redazione

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articoli - inchieste - editoriali - proposte anno 0 - numero 0 Smart edition

Fanzina Autoprodotta

I contenuti sono riproducibili purché venga espressamente citata la fonte “il Barcarolo Magazine”

Giornalista Responsabile: Simone Roselli

In redazione: Ilaria Serrotti, Mattia Marini, Manuela Felicia

Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la

collaborazione a questo fanzina autoprodotta è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.

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il Barcarolo mensilmente controcorrente

DOSSIER LAVORO.

ANTI-DISOCCUPAZIONE

Green Economy

Poche luci. Tante ombre. Nel 2012 la disoccupazione in Italia ha superato la soglia del 10.5%. Percentuale questa destinata ad aumentare di quasi un punto nel 2013. Eppure c’è un settore che potrebbe far invertire la rotta. O perlomeno tracciare il sentiero per poter ripartire. Si tratta della Green Economy, l’industria verde. Secondo i dati emersi dal rapporto Green Italy, infatti, le assunzioni reali nei cosiddetti “settori verdi” dell’economia italiana risultano essere in forte crescita sfiorando la percentuale del 40%: oltre un terzo del numero complessivo delle assunzioni programmate (stagionali inclusi) dall’intero comparto imprenditoriale (industria e servizi). Si tratta di un vero e proprio boom in cui crede almeno un quarto delle imprese italiane: il 23,6% punta su una riconversione in termini di sostenibilità per superare la crisi in atto.

Doppiamente vantaggioso sia per l’ambiente sia per la crescita. Chimica, farmaceutica, hi-tech, edilizia, tessile, rinnovabili, agroalimentare, servizi: sono tanti i settori imprenditoriali che puntano sulla "riconversione in chiave ecosostenibile dei comparti tradizionali". Una rivoluzione verde che non fa distinzioni tra nord e sud del Paese tanto che nelle prime 10 posizioni per diffusione delle imprese che investono in eco-tecnologie ci sono 4 regioni settentrionali e 6 del centro-sud. In testa troviamo la Lombardia con 69mila eco-imprese diffuse sul territorio. A seguire il Veneto (34mila) ed il Lazio (33mila). Nella top 10 anche Emilia Romagna, Campania, Toscana, Piemonte, Sicilia, Puglia e Marche. Eccellenti risultati si segnalano anche riguardo le reali possibilità di essere contrattualizzati. Sul totale di

631mila assunzioni complessive programmate, 241mila sono ascrivibili a realtà imprenditoriali che credono nella Green Economy. Non solo perché delle 358mila aziende che nell’ultimo triennio hanno investito in tecnologie verdi ben il 20% nel 2012 ha assunto personale. Perché le aziende green hanno successo sul mercato del lavoro? Semplice. Innanzitutto nel 37.9% dei casi introducono innovazioni di prodotto o di servizio, contro il 18.3% delle imprese “meno verdi”. Stesso discorso vale per la propensione all’export: il 37.4% vanta presenze sui mercati esteri, contro il 22.2% di chi non investe nell'ambiente.

la redazione

Istruzione tecnica. l’inchiesta

In Europa 1 giovane su 4 è disoccupato. Si tratta di circa 5 milioni di persone con età compresa tra i 15 ed i 24 anni. Il tasso di disoccupazione giovanile in Spagna è superiore al 50%. In Italia si aggira intorno al 35%, con punte del 50% nel Mezzogiorno. In Germania solo il 10% dei giovani non ha un lavoro. Dal 2007 si è registrato un aumento vertiginoso del tasso di disoccupazione giovanile nei Paesi europei con il record di 35 punti percentuali in Spagna. In Italia l’incremento è stato di 13 punti percentuali. Ci sono poi i cosiddetti inattivi: giovani fuori da percorsi scolastici-formativi che non cercano lavoro. Tra i giovani italiani la percentuale è del 20%. Ma anche in Germania è al 10%. Pertanto se per valutare il livello di inutilizzo della forza lavoro consideriamo

anche inattivi e cassaintegrati nel Belpaese si superano ampiamente i 4 milioni di persone. I governi nazionali - il nostro in primis - hanno il dovere di incalzare le istituzioni europee per rilanciare la crescita e attuare gli investimenti. Nel breve termine. In continuità. Ciò che in Italia non è mai avvenuto in passato. Nei Paesi sviluppati della UE il completamento delle scuole secondarie superiori risulta determinante per l'entrata nel mondo del lavoro, per la successiva formazione continua, per i passaggi di mansioni, per le progressioni di carriera. E’ fondamentale conciliare percorsi di studi con formazione utile. Il modello di maggiore successo è il sistema duale tedesco che combina istruzione

scolastica e apprendistato. In forma più tenue ci sono attività di lavoro part-time durante gli studi. In Italia, affinché ciò posso concretizzarsi, servirebbe una stretta collaborazione tra istituzioni, associazioni di imprese, camere di commercio, operatori del terzo settore. Il rischio invece è che l'interazione tra formazione e lavoro si riduca ulteriormente per la stretta sulla flessibilità in entrata nel mercato del lavoro. Questa “anomalia all’italiana” potrebbe essere corretta con i poli tecnico-professionali, collante tra filiera formativa e filiera formativa. Pertanto ci si chiede perché nell’ultimo ventennio mentre aumentava la domanda di tecnici di medio livello, gli iscritti agli istituti tecnici scendevano del 30%?

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il Barcarolo mensilmente controcorrente ATTUALITA’.

QUANTO CI COSTA IL MERCATO DEI FALSI? 110mila impieghi di lavoro full time

Contraffazione dei marchi, violazione del design, abuso dell’indicazione “made in Italy”, importazione parallela. L’illegalità cala un poker che nel nostro Paese genera un giro di affari di circa 6.9 miliardi di euro per un mancato gettito fiscale di 1.7 miliardi. Non solo. Senza il duo contraffazione-falso si potrebbero generare la bellezza di 110mila impieghi di lavoro full time attraverso la produzione degli stessi prodotti mediante canali ufficiali. In termini di produzione aggiuntiva il beneficio potrebbe essere valutato in 13.7 miliardi di euro, con conseguenti 5.5. miliardi di valore aggiunto. Non manca la stima dettagliata degli impatti negativi sul fisco. Ai mille e settecento miliardi di euro derivante dal mancato gettito tributario si sommano i 2.9 miliardi riguardanti la produzione attivata per un totale pari a 4.6 miliardi.

Eppure la crisi ha toccato anche questo mercato. Nel periodo 2008-2010 il fatturato da contraffazione è risultato in discesa (da 7.1 miliardi del 2008 a 6.9 miliardi del 2010). In altre parole a fronte di una crisi dei consumi i beni contraffatti vedono ridurre il loro raggio di consumo con variazioni percentuali più che proporzionali rispetto alle stesse della spesa legale. Il calo, comunque, non distoglie dalla portata del fenomeno. Alla contraffazione dei marchi si affiancano la violazione del design (modelli e disegni registrati) e l’abuso dell’indicazione “made in Italy” (alimentare e calzature). Ai quali viene sommata l’importazione parallela, ovvero la vendita in Italia di prodotti destinati ad un altro Paese per poi essere immessi nel nostro mercato mediante canali non ufficiali. Nel panorama industriale i settori maggiormente colpiti sono abbigliamento

ed accessori (2.5 miliardi di euro), comparto software e supporti informatici (1.8 miliardi di euro), mercato alimentare (1.1 miliardi di euro). Il comparto dei cosmetici, invece, risulta essere particolarmente colpito dall’importazione parallela. L’Unipro, l’associazione italiana di settore, stima che nell’ultimo decennio il mercato della contraffazione sia cresciuto di circa 15 punti con una progressiva estensione dai prodotti di fascia alta a quelli di consumo ordinario quali possono essere dentifrici, shampoo, saponi. Il Censis invece rileva che le copie realizzate in Italia sono generalmente di migliore fatture rispetto a quelle estere, spingendo il consumatore a pagare anche un prezzo più alto per prodotti contraffatti.

s.r

Lo sapevate che… …oltre la metà dei pensionati ha un assegno inferiore a 1000 euro al mese. Si tratta di 7.2 milioni di persone. Il 17% dei pensionati può contare su un reddito sotto 500 euro, il 35% tra 500 e 1.000 euro, il 24% ha assegni tra 1.000 e 1.500 euro. Soltanto il 2.9% oltre i 3.000. L'Inps segnala che il reddito pensionistico medio lordo mensile nel 2011 erogato dallo stesso istituto e dagli enti

previdenziali è stato di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). Una sostanziale differenza emerge a livello territoriale: 1.238 al Nord, 1.193 medi al Centro, 920 al Sud. Soffermandosi sulla singola pensione - anche se oltre un quarto dei pensionati ne ha più di una - la media è di 780 euro con grandi differenze tra quelle

previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro). Tra quelle previdenziali si evidenziano differenze significative nelle medie tra quelle di anzianità (1.514 euro medi), quelle legate al prepensionamento (1.469 euro medi) e quelle di vecchiaia (649 euro medi).

la redazione

INTERNET E NUOVI MEDIA. C’è anche l’“IMU” tra le maggiori chiave di ricerca del 2012. La neonata tassa sulla casa entra nella hit parade delle parole più in voga nell’anno solare sul motore Yahoo! Italia, insieme a colossi del web come Facebook, iPhone e Beppe Grillo. A scatenare la spasmodica ricerca di informazioni è stato anche il complicato sistema di calcolo alla base dell’imposta municipale, tantissimi contribuenti quindi si sono affidati alla rete per farsi i conti in tasca. Le parole “calcolo IMU” figurano - secondo la classifica stilata da Yahoo! Italia - in ottava posizione nelle chiavi più inserite sul motore di ricerca e risulta essere l’unico piazzamento di un “argomento” tecnico”. Le altre nove posizioni, infatti, vedono alternarsi intrattenimento, politica e l’immancabile tecnologia, nell’ordine: Facebook, Meteo, Oroscopo, Programmi tv, Beppe Grillo, Nicole Minetti, Terremoto, Calcolo Imu, iPhone 5, Twitter.

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il Barcarolo mensilmente controcorrente A ROMA. IN PROVINCIA.

Roma, bella (non) m’appari (più)

Cultura: bene Centro Storico, Parioli e San Lorenzo. Sicurezza: male I, III, VII e XII municipio.

Il “Laboratorio di sviluppo economico ed economia sociale” presso la facoltà di economia dell’Università “Roma Tre” ha condotto un’analisi che evidenzia le differenze di qualità della vita tra i municipi della Capitale sulla base non solo della dimensione economica ma anche del livello di sicurezza, il grado di istruzione, l'occupazione, le pari opportunità, le relazioni sociali, la mobilità, la salute e la cultura. Dallo studio emerge che il municipio dove si vive meglio è il centro storico. Sebbene conquisti l’Olimpo del benessere la prima municipalità si guadagna anche la maglia nera per igiene urbana, sicurezza e qualità. L’aspettativa di vita più alta si riscontra nel secondo municipio (81.27 anni). Seguono nell’ordine i quartieri Ostiense e Ardeatino (81.14 anni), Prati (80.92 anni), San Lorenzo e Italia. Di contro si vive di meno nell’ottavo municipio che si caratterizza per un’età media di 75 anni, sei anni in meno per aspettativa di vita rispetto alla seconda circoscrizione. A seguire Ostia (76.17 anni) ed Eur (76.74 anni).

Quando si parla di ambiente, invece, è la periferia ad ottenere i risultati migliori. L’aria più salubre è quella dell’ottavo municipio. Meno Co2 (anidride carbonica) e polveri sottili anche a Montesacro, Tiburtina e Magliana. Conquistano invece l’ultimo posto per scarsa igiene urbane (strade sporche e degrado) l’intero centro storico, i Parioli, San Lorenzo e San Giovanni. In una delle metropoli più trafficate al mondo - qual’ è Roma - dati non trascurabili sono quello inerenti la mobilità sostenibilità, le barriere architettoniche, la presenza di parcheggi. Al primo posto, ex aequo, i municipi XII, VIII e V. Vita più difficile per automobilisti e motociclisti invece in tutto il quadrante ovest: IX, XIII, XV, XVI, XIX e XX circoscrizione. Tema rilevante è anche la sicurezza cittadina. Nonostante il municipio I sia quello dove si vive meglio, risulta essere anche il più insicuro insieme al III (San Lorenzo-Nomentano), al VII (Centocelle) e al XII (Eur). Maggiore sicurezza i romani la riscontrano nei municipi II, IX e XX.

Infine ma non ultima la dimensione culturale valutata tenendo conto di due fattori: il numero di eventi organizzati sul territorio e il numero di libri prestati dalle biblioteche comunali. Il risultato? Sul podio il centro storico, i Parioli e San Lorenzo. Nelle prime posizioni anche Prati, Magliana, Aurelio e Trionfale. In coda i municipi IV, VI, VIII e IX. I quartieri con il più alto indice di persone laureate sono Parioli, Trieste, Flaminio, centro storico, piazza Bologna, quartiere Italia, Prati. Il quadrante est, invece, è quello con il minore tasso di istruzione: VI, VII, VIII e X. Promossi i municipi I, II, XVII e XII per il maggiore numero di abitanti che hanno un lavoro, mentre sono stati bocciati i territori V, VI e VII che si contraddistinguono per il più alto tasso di disoccupazione. Proprietari di una casa? C'è una media abbastanza uniforme in tutta la città: i picchi delle persone con una dimora si hanno nel centro storico, ai Parioli, a Prati e a San Giovanni. Semaforo rosso solo per il V municipio, Tiburtino.

la redazione

DINTORNI. Aumentano violenze e reati, le infrastrutture sono insufficienti, cala l’occupazione. Cresce però il turismo e tiene,

anche se a fatica, il mercato immobiliare. E’ quanto emerge dal Rapporto “Rapporto Upi Lazio-Eures 2012” sullo stato delle province nel Lazio. Maglia nera la sicurezza: i reati sono in aumento del 7.7%. A Roma si registra un furto ogni tre minuti. Aumentano quelli nelle abitazioni. Sonora bocciatura anche per le infrastrutture: spicca la debolezza dell'offerta ferroviaria e delle linee metropolitane. Il tasso di indebitamento - ossia l'esposizione al credito in rapporto al reddito disponibile - sale nel 2011 al 72.9% (+3.9 punti a Roma). Il mercato immobiliare, invece, evidenzia una dinamica di poco superiore a quella del 2010 (+0.2%) a fronte di un significativo calo registrato a livello nazionale (-2.2%). Negativo anche il numero degli occupati: Roma, dove pur il tasso di occupazione è più alto rispetto alle altre province, perde 0.3 punti percentuali rispetto al 2010. A livello regionale, a fronte di una riduzione degli occupati a tempo pieno, invece si assiste ad una contestuale crescita di lavoratori part-time. Promosso a pieni voti il settore del turismo: nel 2011 risulta essere uno dei settori economici più positivamente dinamici del Lazio con un aumento delle presenze e degli arrivi. Meglio, in Europa, soltanto Bruxelles e Londra.

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il Barcarolo mensilmente controcorrente MEZZO SECOLO.

THE BEATLES E DIABOLIK: CINQUANTANNI E NON SENTIRLI

Correva l’anno 1962. La fine del secondo conflitto mondiale non era ancora maggiorenne ma la popolazione europea aveva già rialzato la testa. E la nuova generazione - depositaria del senso di rivalsa e fiduciosa nei confronti di un futuro che non poteva che volgere al meglio - si preparava per il proprio avvenire. Allora la necessità di un cambiamento radicale incombeva fortemente. E il terreno, benché ancora scottato, era fertilissimo. Tanto da innescare le prime micce di una vera e propria rivoluzione politico-sociale che da lì a breve avrebbe cambiato drasticamente le sorti della storia; tanto da bramare addirittura la conquista della luna; tanto da innalzare a mito quattro ragazzi di Liverpool. Esattamente cinquant’anni fa (era l’11 settembre del ’62), Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr si riunivano in una sala d’incisione della Emi per registrare il loro primo 45 giri. Sul lato A “Love me do” e sul lato B “P.S. I love you”: canzoni tutto sommato elementari e piuttosto grezze, ma che segnavano inconsapevolmente un’incolmabile rottura con quanto c’era prima. Musicalmente, certo. Ma non solo. Perché in un periodo del genere la

musica cambiava contestualmente alla cultura e alla società. Non a caso, nel giro di soli otto anni (i Beatles si sciolsero nel 1970), certe “canzonette” facevano da cassa di risonanza su aspetti quali i diritti politici, la libertà di espressione, la sessualità, l’apertura a nuove religioni e una vera e propria autocoscienza che si allargava a tutto e a tutti e si faceva planetaria. Anche l’Italia dei favolosi anni Sessanta – sulla colonna sonora dei Beatles – muoveva i propri passi in un eclatante boom economico che aveva in sé voglia di ribellione, nonostante un riluttante provincialismo e un’ancestrale chiusura mentale. Tuttavia il coraggio e l’intraprendenza di coloro i quali provavano a mettersi in gioco il più delle volte premiava. Così fu per le sorelle Angela e Luciana Giussani che diedero vita non tanto a un fumetto innovativo e non solo ad un anti-eroe, quanto piuttosto a un’inossidabile figura: quella di Diabolik. Il 1° novembre del 1962 usciva ufficialmente nelle edicole italiane il primo numero della serie. In questo le autrici comparivano con le sole iniziali: il femminismo e la parità dei sessi si stavano affacciando timidamente, ma

dovevano attecchire ancora un altro po’. Si trattava del primo prodotto editoriale in formato tascabile (altro lampo di genio!) e fin dalla sua prima comparsa non mancò di dare scandalo. Se fino ad allora il fumetto era considerato infatti un passatempo infantile, ora appassiona gli adulti, attraverso storie provocatorie e, per certi versi, disdicevoli. Diabolik è un ladro spietato che la fa sempre franca; si muove con una Jaguar E (che per tutti diventerà “l'auto di Diabolik”); vive nel lusso grazie agli illeciti arricchimenti compiuti assieme alla compagna di vita e di reati Eva Kant; dispone di una serie incredibile di maschere e di diavolerie tecnologiche che immancabilmente gli permettono di sfuggire al suo acerrimo nemico, l’ispettore Ginko. E il lettore automaticamente si ritrova a fare il tifo per lui, andando contro le regole più convenzionali. Cinquant’anni dopo, eccoci a parlare ancora una volta di questi miti; a rispolverare le glorie di un passato che non c’è più e di cui spesso stentiamo perfino a sentirci figli. Così, in attesa di nuovi miti (ce n’è davvero un gran bisogno!) facciamo i più sentiti auguri ai Beatles e a Diabolik.

i.s

SPORT & VITA.

Zanardi: l’uomo, il campione.

Alex Zanardi è un Campione: di vita, nello sport. Un vincente dall’immensa forza di volontà. Conciliata con passione ed umiltà. “Mi considero uno che ha avuto tantissimo nella vita e continuo ad aggiungere. Di questo non posso che ringraziare la Dea bendata” ha dichiarato in una recente intervista. Ringraziare sport e fortuna - dopo che all’età di 35 anni causa un incidente automobilistico in gara si perdono entrambi gli arti inferiori - non è da tutti. Poteva rassegnarsi ed invece quello è stato soltanto l’inizio di una nuova competizione. Difficile ma allo stesso

tempo incredibilmente entusiasmante. Impegno e dedizione, lavoro e sudore: Alex Zanardi ha spinto così l’acceleratore della sua vita tornando ad essere protagonista assoluto nello sport. Non è da tutti vincere stabilendo il record del mondo alla maratona handbike di New York (2011) o esordire alle Olimpiadi (undici anni dopo il fatale incidente) portandosi via la medaglia del metallo più pregiato. Alex Zanardi è l’interprete più straordinario della definizione “atleta”, l’essenza più pura dell’Uomo completo: quello che non si arrende, non si lamenta

ma ringrazia ogni giorno per quello che ha e lavora ogni minuto per ottenere sempre di più da se stesso. Alex Zanardi ha sempre vinto: 2 anni dopo l’incidente quando tornò a ripercorre i restanti 13 giri della gara del 2001 che gli tolse le gambe ma non il talento, nel 2005 quando conquistò il campionato italiano superturismo, nel 2007 quando alla sua prima gara di handbike arrivò quarto, alle Paralimpiadi di Londra nella prova a cronometro della medesima disciplina mettendo dietro atleti giovani tanto quanto veterani.

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il Barcarolo mensilmente controcorrente VISIONI.

© Mattia Marini “Il futuro che verrà”

© Manuela Felicia “Prospettive ambientali”

© Mattia Marini “Il Vespaio”

© Mattia Marini “Per grazia ricevuta” © Manuela Felicia “Prospettive stradali”