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1 I l nome della testa- ta non è un numero a caso. Indica il riferi- mento specifico all'ar- ticolo costituzionale che tratta la capacità contributiva, quell'ar- ticolo che noi vorrem- mo fosse oggetto di interpretazione auten- tica nella direzione di prevedere esplicita- mente la totale defi- scalizzazione del lavo- ro. D esideriamo met- tere fine all'asta del chi offre di più in tema di detassazione dei redditi da lavoro. La detassazione degli straordinari, dei premi di produzione, della 13^ e della 14^ sono sintomi significativi sui quali si stanno a- prendo gli occhi per i riflessi della fiscalità sul lavoro, con la con- seguenza che presto sarà di evidenza ma- croscopica a cosa ha portato l'aver ignorato il dettato costituzio- nale. Questo è' l' ''unico” periodico dedicato a tutti i contribuenti, in particolare ai lavora- tori di ieri, di oggi e di domani; i suoi conte- nuti sono espressi, con l'intento di poter esse- re compresi da tutti, anche se talvolta l'o- biettivo potrà essere raggiunto solo dai più competenti, la redazio- ne farà del suo meglio per renderne l'accesso il più facile possibile anche ai contribuenti più umili senza anno- iare quelli più “acculturati”. O ggi a tutti è richie- sto di pagare, an- che se nessuno viene messo nelle condizioni più agevoli per capire il perché, il come ed il quanto debba pagare. Nel nostro cammino verso la defiscalizza- zione del lavoro, di cui desideriamo essere la fonte più genuina d'in- formazione, confidia- mo sull'apporto delle Istituzioni, delle Uni- versità, delle Associa- zioni e degli Ordini professionali, ai quali sono destinati appositi spazi perché possano esprimere le proprie posizioni su questo im- portante tema conti- nuando a ricoprire quei ruoli che li hanno visti protagonisti del passato ma dai quali può dipendere ancora Numero "0" Ottobre 2009 GIORNALE "il53" Politica e informAZIONE Tributaria continua a pag. 2 Sommario: Presentazione Editoriale E' stupido tassare i redditi Costituzione economi- ca italiana Fisco bandito Federalismo fiscale Nascono i Frantoi tri- butari La riconversione delle risorse Professionali Opinionisti cercasi Organizza un evento Un nuovo protagonista sulla scena Tributaria Intervista ad Ignazio Conte Inversione dell'onere della dichiarazione La proposta di legge (Modulo) 1 3 4 7 9 11 12 14 16 20 22 24 27 29

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periodico di politica e informAZIONE tributaria

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I l nome della testa-ta non è un numero

a caso. Indica il riferi-mento specifico all'ar-ticolo costituzionale che tratta la capacità contributiva, quell'ar-ticolo che noi vorrem-mo fosse oggetto di interpretazione auten-tica nella direzione di prevedere esplicita-mente la totale defi-scalizzazione del lavo-ro.

D esideriamo met-tere fine all'asta

del chi offre di più in tema di detassazione dei redditi da lavoro. La detassazione degli straordinari, dei premi di produzione, della 13^ e della 14^ sono sintomi significativi sui quali si stanno a-prendo gli occhi per i riflessi della fiscalità sul lavoro, con la con-seguenza che presto sarà di evidenza ma-croscopica a cosa ha portato l'aver ignorato il dettato costituzio-nale.

Questo è' l' ''unico”

periodico dedicato a tutti i contribuenti, in particolare ai lavora-tori di ieri, di oggi e di domani; i suoi conte-

nuti sono espressi, con l'intento di poter esse-re compresi da tutti, anche se talvolta l'o-biettivo potrà essere raggiunto solo dai più competenti, la redazio-ne farà del suo meglio per renderne l'accesso il più facile possibile anche ai contribuenti più umili senza anno-ia re que l l i p iù “acculturati”.

O ggi a tutti è richie-sto di pagare, an-che se nessuno viene messo nelle condizioni più agevoli per capire il perché, il come ed il quanto debba pagare. Nel nostro cammino verso la defiscalizza-zione del lavoro, di cui desideriamo essere la fonte più genuina d'in-formazione, confidia-mo sull'apporto delle Istituzioni, delle Uni-versità, delle Associa-zioni e degli Ordini professionali, ai quali sono destinati appositi spazi perché possano esprimere le proprie posizioni su questo im-portante tema conti-nuando a ricoprire quei ruoli che li hanno visti protagonisti del passato ma dai quali può dipendere ancora

Numero "0" Ottobre 2009

GIORNALE "il53" Politica e informAZIONE Tributaria

continua a pag. 2

Sommario:

Presentazione

Editoriale

E' stupido tassare i redditi

Costituzione economi-ca italiana

Fisco bandito

Federalismo fiscale

Nascono i Frantoi tri-butari

La riconversione delle risorse Professionali

Opinionisti cercasi

Organizza un evento

Un nuovo protagonista sulla scena Tributaria

Intervista ad Ignazio Conte

Inversione dell'onere della dichiarazione

La proposta di legge (Modulo)

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anche il nostro futu-ro.

U n fisco che sap-pia accurata-mente evitare ogni occasione di conflitto con i lavoratori per-ché la loro fatica, il loro impegno ed il lo-ro sacrificio sono il fondamento della Repubblica italiana. Un fisco al servizio di tutti i cittadini e non

manipolato, talvolta ad apparente van-taggio degli uni e ta-laltra ad apparente vantaggio degli altri, ma sempre, guarda caso, a favore degli stessi e sempre con-tro i lavoratori, tutti i lavoratori, dipenden-ti, autonomi ed im-prenditori.

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GIORNALE "il53"

Numero "0" Ottobre 2009 Politica e informAZIONE Tributaria

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Questo numero assume un signifi-cato plurimo.

• Collaudare l'impianto tecnico nelle sue varie componenti quali ad esempio la grafica e la strut-turazione degli spazi contenuti-stici e pubblicitari

• Presentare ai lettori il progetto tributario di totale detassazione del lavoro, costruito sulla sem-plicità, caratterizzato dalla tra-sparenza ed orientato al federa-lismo

• Offrire spunti di dialogo con i lettori ed opportunità di collabo-razione per i professionisti pub-blici e privati

• Avviare contatti strategici con le Istituzioni pubbliche, con tut-te le rappresentanze sindacali e con ogni categoria produttiva o professionale

Suonare la sveglia al mondo politi-co veicolando un consenso trasver-sale sul tema della finanza pubblica dal quale dipende, oltre all'esisten-za stessa dello Stato, anche la qua-lità della vita dei suoi cittadini.In questo numero Zero vi è anche un intenso aspetto emotivo rappre-sentato dalla conclusione di un la-voro iniziato da … una vita e dal conto alla rovescia che è finalmen-te giunto al fatidico meno 10 ... meno 1 ... “Zero!”. E' il momento decisivo della partenza da dove co-minciano i valori in positivo: la ve-locità raggiunta e la distanza per-corsa. Il momento è più che mai maturo perché il popolo dei contri-buenti non resti più chiuso in una visione “imposta” dall'alto. Il popo-lo deve essere consapevole del proprio ruolo di protagonista del

cambiamento e invocare con vigore l'adozione dei provvedimenti atti a governare questa grave crisi, non solo economica e finanziaria, indivi-duando l'importanza strategi-ca della tematica tributaria. La ri-sorsa più importante dell'uomo è il lavoro che implica ed esalta la sua capacità di pensare e di produrre. Questo è un valore da sviluppare continuamente nell'interesse di tut-ti e non da mortificare per l'utilità di pochi. Anche lo Stato è chiamato a fare la sua parte, responsabil-mente, tempestivamente e corag-giosamente. Non può più permet-tersi, così come ancora fa, di agire maldestramente con l'attuale siste-ma tributario, disconoscendo e mortificando il proprio fondamento. Occorre un forte movimento d'opi-nione che ne renda continua e forte memoria, che faccia riscoprire il sa-cro e profetico contenuto della no-stra Costituzione, a cominciare pro-prio dall'articolo "1", per poterlo condurre alla non più dilazionabile rielaborazione dell'art. 53! Non s'intende affidare unicamente al tradizionale strumento della carta stampata il successo di questo pro-getto, al quale aderiamo peraltro con il massimo entusiasmo. E' per questo motivo che iniziamo con l'a-dottare le più moderne e futuribili innovazioni tecniche e scientifiche che compongono il mondo dell'elet-tronica e della multimedialità, ca-ratterizzandolo con una fantasia tutta "mediterranea" fatta di colo-re, passione e tolleranza. Si tratta di un progetto certamente ambizio-so, come soltanto internet e le sue

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multiformi applicazioni e continue evoluzioni possono far credere rea-lizzabile. Noi non desideriamo che vengano usate a sproposito parole come utopia e follia, ma è nostra ferma intenzione interpretare, con sguardo rinnovato, quel nuovo mondo che ci chiama a far parte di una community senza più barriere

Lo dice il premio Nobel Vernon Smith

E' stupido tassare i redditi (estratto da il Sole 24 Ore del 19 settembre 2007)

(intervista di Franco Vergano)

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GIORNALE "il53" Numero Zero

e confini, fisici e ed ideologici, dove il valore della libertà si potrà anco-ra di più coniugare con quello della conoscenza, richiamando alla vita la verità, anche nel campo tributa-rio che rappresenta l'irrinunciabile elemento di coesione di ogni Stato moderno e democratico.

<< Ci può spiegare di che cosa si occupa la sua economia sperimen-tale? Molto semplice. Cerchiamo di capi-re gli effetti indesiderati delle poli-tiche messe in campo dai governi. Negli Stati Uniti abbiamo impiegato anni a capire che alcuni sussidi del welfare, giusti in teoria, produce-vano in realtà deleteri effetti inde-siderati. Detto con un proverbio cattolico: “Le strade dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni” Qualcosa del genere è successo an-che in Europa: è quello che viene definita la "trappola della pover-tà"? Esattamente. Oltre a controindica-zioni sul piano sociale che penaliz-zano proprio le fasce più deboli della popolazione ci sono meccani-smi infernali nei sussidi che, ad e-sempio, invece di ridurre la disoc-cupazione, la favoriscono perché

oltre un certo livello diventa più conveniente rimanere senza lavo-ro, o magari rifugiar-si nel som-merso. E voi in Italia ne sapete qualcosa su questo fronte. Lei ha teorie molto precise anche sul fronte delle tasse. È così? Detto in maniera schematica, riten-go sia stupido tassare i redditi. Bi-sognerebbe invece concentrare le entrate sui consumi. Può dirci il perché? Volentieri. In sostanza il comple-mento dei consumi è dato dal ri-sparmio (positivo o negativo), nel senso che i guadagni possono veni-re spesi oppure investiti. Nel primo caso devono essere soggetti all’imposta. Evitando di tassare i redditi si favorisce invece, l'investi-mento. In questo modo si innesca una spirale positiva. Impianti mi-gliori o più ricerca si traducono

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immediatamente in minori costi u-nitari dei prodotti e/o in una mi-glior qualità. Ecco quindi che da questo punto di vista tutti hanno benefici, soprattutto i ceti meno abbienti. Qualche esempio? Negli Stati Uniti, ad esempio, ci la-mentiamo che c'è un risparmio in-sufficiente. Basterebbe non tassar-lo aumentando invece le aliquote sulle spese e il sistema tornerebbe gradualmente in equilibrio. Anche gli accantonamenti previden-ziali non vanno tassati né al momento della loro costituzione né durante le fasi della capitalizzazione. Il Fi-sco incasserà quando questi soldi verranno spesi! La sua logica è ri-gorosa quanto stringente e inecce-pibile. Perché i governi non la mettono in pratica? Questa è una domanda molto diffi-cile. Non ne ha un'altra? Insisto sul tema… In prima approssimazione i politici di tutto il mondo vedono solo quel-lo che si perde. Quasi mai guarda-no oltre il proprio naso. Sono tutti concentrati al brevissimo periodo. Che cosa pensa dell'outsourcing? Sul tema ci sono moltissimi luoghi comuni. È’ invece un fenomeno po-sitivo. Quando io ero studente ad Harvard, negli anni. 50, la zona di Boston produceva tessile. Che in

quel periodo stava delocalizzando nel Sud degli Stati Uniti. Fu la for-tuna di Boston. Proprio da lì nac-que la riconversione nell'hitec e la mitica Rue 121 che ha fatto la for-tuna dell’area. >> Fino a qui l'intervista, che si com-menta da sola ma sull'ultima rispo-sta ci si potrebbe chiedere “che ci azzecca?” Ebbene la riconversione del sistema tributario in Italia po-trebbe essere la nostra fortuna per trovare una nuova dimensione tri-butaria che possa fare da guida all'intera comunità internazionale. La cosa non ci dovrebbe stupire più di tanto poiché se è vero che l'Ita-lia è la Patria del Diritto, ancor di più lo è del Diritto Tributario che ha permesso la struttura finanzia-ria dell'Impero. Volendo fare una riflessione sul richiamo dei vangeli, riguardo a quel "dare a Cesare quel ch'è di Cesare" viene da pensare che dare di più a Cesare di quanto gli spetti possa anche voler dire, di fatto, sottrarre a Dio l'eventuale differenza in più. Ciò equivale a sottrarre all'uomo, che altro non è se non l'immagine di Dio. A stretto rigore di logica questo dovrebbe essere un concetto ben radicato anche nell'ateo che si professa ri-spettoso del prossimo, il quale pur classificando Dio, non può che met-tere comunque l'uomo al primo posto. Nell'attenzione al prossimo, la relazione di-

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Lo dice il premio Nobel Vernon Smith

E' stupido tassare i redditi (estratto da il Sole 24 Ore del 19 settembre 2007)

(intervista di Franco Vergano)

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viene, di fatto e comunque, tra l'uomo e Dio, anche se l'ateo non se ne rende conto. E' l'esatto oppo-sto per il credente, che non può es-sere definito tale se non sa ricono-scere la presenza di Dio nel suo prossimo. Speculare risulta l'ipote-si del dare a Cesare di meno. Co-munque la si voglia vedere oggi, nel terzo millennio, la questione in-veste Cesare nel suo ruolo di servi-tore "professionista" e non certo come autoritario ed incontrollato gestore del potere. E' giunta l'ora per Cesare che si converta sincera-mente e totalmente all'amore o alla democrazia, così come, in entram-be le ipotesi, è desiderio dei cre-denti e dei non credenti. In ultima analisi cio che viene dato a Cesare è per servire il popolo e chi serve il popolo (prossimo) è servo di Dio, come afferma l'evangelista Giovan-ni nella narrazione della lavanda

dei piedi. Non vi è quindi alcuna contrapposizione ideologica nella affermazione evangelica, ma l'indi-cazione chiara e precisa della "complementarietà" del ruolo poli-tico con quello spirituale, senza l'indicazione di una misura uguale per tutti, fosse anche una sempli-ce percentuale. Come non ricono-scere in questo scenario un valore laico coincidente con quello religio-so?

Lo dice il premio Nobel Vernon Smith

E' stupido tassare i redditi (estratto da il Sole 24 Ore del 19 settembre 2007)

(intervista di Franco Vergano)

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la causa nel senso di ragion d’essere è il lavoro a causare il tipo di ordinamento che veniva fondato, ad esprimerne i principi, a determi-nare il senso della normazione, a dettare i contenuti delle disposizio-ni normative, a disegnare le istitu-zioni necessarie per realizzare e-senso dell’ordinamento idoneo a tradurlo nel suo dover essere. Ma dire lavoro è lo stesso che dire lavoratore e lavoratrice, è lo stesso che elevare a fondamento della convivenza repubblicana gli indivi-dui della specie umana in quanto piegati, astretti, impegnati, tesi, immersi, nel lavoro, orgogliosi del lavoro prodotto, anelanti se in atte-sa di poterlo produrre. Se è vero che la connotazione che identifica la condizione umana è il lavoro, è vero anche che è il lavoro che la qualifica. È vero anche che ricono-scere dignità alla condizione uma-na equivale a riconoscere dignità alla condizione umana di lavoratri-ce e di lavoratore. Che è poi quella che coglie della condizione umana non soltanto il tratto che la acco-muna, ma che la accomuna in quanto collega l’una condizione all’altra e tutte nella produzione della ricchezza sociale, e può ri-scattare, perché massimamente u-mana e provvista di tutta la dignità che perché tale deve esserle

Certo, il Costituente avrebbe ben potuto fare anche altra scelta, por-re a fondamento della Repubblica altri, venerati anche se astratti principi, l’unità e l’indipendenza della Nazione, la civile e pacifica convivenza, l’intangibilità dei sacri confini, eccetera. Volle assumere, invece, come fondamento della Re-pubblica la condizione umana nella contemporaneità, più estesa, più comune, e più significativa di valori concreti, materiali e immateriali, economici, sociali, di cultura, quel-la dedotta dalla durezza dello sfor-zo produttivo di merci e di servizi, o dalla ansia e dalla costanza della ricerca, della cura delle persone, della elaborazione delle tecniche e delle capacità di realizzazioni, dalla tensione a trasmettere conoscenze e valori. Quella condizione che, nel momento stesso in cui fa constata-re la necessità sociale del proprio impegno e dei frutti che ne conse-guono, determina l’insoddisfazione per il compenso che ne riceve e ad-dirittura la mortificazione per la precarietà del lavoro che si presta o la disperazione per vedersi nega-re l’accesso all’unico modo di assi-curarsi la possibilità di vivere. Ri-sponde a esigenze umane di tale rilevanza, di tale spessore e di tale drammaticità, la decisione di fon-dare la Repubblica sul lavoro. Eb-bene, se è vero che fondamento é

I diritti del lavoro e la

Costituzione economica Il pensiero del prof. Gianni Ferrara pubblicato su internet

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riconosciuta, anche il prodotto del lavoro umano, riscattarlo dalla for-ma di merce, in quanto e per quan-to intriso di dignità sociale, di quel-la stessa socialità che è incorpora-ta nella ricchezza prodotta. Imme-diatamente al lavoro, immediata-

mente all’articolo uno, primo com-ma, si collega l’incipit dell’articolo 3 della Costituzione che riconosce a tutti i cittadini ‘pari dignità sociale’, perché solo ‘pari’ e ‘sociale’ può essere infatti la digni-tà umana>>

I diritti del lavoro e la

Costituzione economica Il pensiero del prof. Gianni Ferrara pubblicato su internet

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Leggendo queste righe non sarà stato difficile notare come un così illu-stre studioso abbia colto bene (e saputo descrivere meglio) l’importanza del lavoro nella realtà costituzionale italiana. Conseguentemente non po-trà essere sfuggito a nessun lettore come risultano ampiamente confer-mati i valori che costituiscono le basi giuridiche ed economiche del pro-g e t t o d i d e f i s c a l i z z a z i o n e t o t a l e d e l l a v o r o . Quello che stupisce non poco è che questi principi siano stati sempre di-sattesi nel contesto tributario. Come non reagire di fronte al fatto che si possano scrivere, soprattutto leggere, cose così importanti ed essenziali nella tutela del lavoro e dimenticare la ripercussioni che il lavoro stesso subisce dall'agire tributario? La risposta non è poi così lontana, basta che vi guardiate dentro, cari lettori, e probabilmente molti di voi potreb-bero accorgersi, di fronte a queste parole, di avere la stessa reazione di molti uomini di fede che nella preghiera si aprono a Dio ma che subito dopo si chiudono al prossimo, come se Dio fosse un fatto personale, co-me se il fisco fosse un fatto personale e come se il “problema fiscale” debba appartenere solo agli altri perché “io... speriamo che me la ca-vo”...

La verità è una sola, ciò che è diverso è il percorso che ogni uomo fa per raggiungerla.

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Non è un “complimento” coniato da chi scrive, ma è il pensiero espres-so nel 1996 dal presidente della li-bera associazione ALTERNATIVA FISCALE, che riporta la confessione di un personaggio che fornisce un’importante occasione di rifles-sione, ai colleghi, ai politici ed a noi tutti affinché situazioni del ge-nere non abbiano a ripetersi nel nostro Paese e non possano mai verificarsi, nemmeno per una volta, negli altri. Questo riferimento ha lo scopo di rendere il lettore consape-vole al più presto della gravità del-la situazione, di farlo riflettere su aspetti che non fanno parte di luo-ghi comuni ma che si radicano in una realtà spesso non conosciuta ma la cui drammaticità più che ren-derci increduli deve spingerci a ca-pire l’importanza e l’urgenza di cambiare e di farlo subito, di farlo b en e , d i f a r l o i n s i eme ! Riporto di seguito integralmente alcuni brani del citato libro di Pier Luigi Cordini nel quale la testimo-nianza, o meglio la confessione di un burocrate pentito, ci introduce nel vissuto di un uomo di potere, non politico, che rappresenta uno spaccato di dove può arrivare la burocrazia nel compromettere in modo drammatico il rapporto tra lo Stato ed il cittadino. Fortunata-mente non tutti i rappresentanti delle istituzioni sono così, ma sfor-tunatamente non sappiamo quanti siano e dove operano. La conse-

guenza più devastante di questo bizzarro modo di gestire la cosa p u b b l i c a è c o s t i t u i t a dall’insediamento di una burocrazi-a forte, diffusa in tutti i meandri della pubblica amministrazione. Il suo unico scopo è quello di conser-vare se stessa integra e senza nes-suna variazione, anzi, aumentando in continuazione i propri privilegi. A questo riguardo è molto interes-sante e soprattutto significativa la lettera del “burocrate pentito”, che è stata pubblicata qualche anno fa sulla rivista Volare18. È una sorta dì confessione dì un anonimo fun-z i o n a r i o d e l m i n i s t e r o dell’aviazione civile travolto da tangentopoli, che a un certo punto della sua vita si rende conto di una realtà e di una mentalità distorte con le quali ha convissuto per de-c e n n i . E c c o l a . Q u e s t a “confessione” non ha bisogno di c o m m e n t i : «Il mio nome non ha alcuna impor-

tanza. Molti di voi mi conoscono o

mi hanno conosciuto quando ero

un importante dirigente del mini-

stero e avevo il potere di annullare

o ritardare una pratica o di emette-

re una circolare che poteva cam-

biare la sorte di una persona o, a

volte, la vita stessa di un’attività

commerciale e quindi il destino di

tante persone. Confesso che questo

potere mi dava un senso di esalta-

zione quasi sensuale e mi ripagava

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La confessione di come un alto dirigente pubblico ha gestito il potere

Fisco bandito dall'omonimo libro di Pier Luigi Cordini

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della miseria nella quale ero co-stretto a vivere e della considera-zione nella quale ero tenuto come “impiegato dello Stato”, una condi-zione non certo gratificante. Ma io avevo il potere che la legge mi con-feriva e con questo potevo avvilire, umiliare, costringere uomini impor-tanti e temuti a fare anticamera o a pietire una firma su un documento. Ero io che applicavo le regole del gioco e le applicavo sempre nel modo più rigido: ho sempre odiato quelli che volavano, cioè coloro che facevano quello che io- non avrei mai potuto fare. Loro godevano quando potevano alzarsi da terra e io li facevo soffrire quando vi tor-navano. Con che soddisfazione par-tecipavo alle commissioni di esame di brevetto, e quanti ne ho bocciati. Come mi piaceva guardare negli occhi smarriti quei ragazzi al mo-mento che comunicavo loro, con finta dolorosa partecipazione, i ri-sultati dell’esame. Anni di studio, spese, sacrifici andati in fumo. Ed ero io a decidere. lo. Come ero io a decidere di un progetto, di una re-strizione su un aeroporto, della co-struzione di una pista. Al punto in cui siamo ve lo posso dire: il buro-crate è molto più importante di un ministro; oltre tutto il ministro cambia e il burocrate rimane. Se il burocrate non è d’accordo non c’è barba di ministro che tenga. Il mi-nistro è sempre un incompetente totale e nei pochi mesi che rimane

al suo posto non può materialmen-te rendersi conto dei problemi. Di-pende dunque da come questi gli vengono presentati; e qui il buro-crate dimostra il suo genio. Con le migliaia di leggi, decreti e disposi-zioni che ci sono in Italia, un buro-crate intelligente può fare quello che vuole; lui conosce i segreti. Lui sa che il principio fondamentale al quale deve ispirarsi è che lo Stato è nemico del cittadino e il cittadino è nemico dello Stato. Lui deve appli-care le leggi nel modo più odioso contro il nemico, solo così sarà giu-dicato un ottimo funzionario e farà carriera. Un esempio di sadismo lo avete visto nel modello 740. Come avrei voluto farlo io stesso, ho pen-sato quando l’ho avuto tra le mani. Geniale. Per un buon burocrate i cittadini non hanno diritti; hanno solo doveri. Quando i politici parla-no di deregolare, di semplificare, di autocertificare, lui se la ride sotto i baffi. Sa che sono balle. Ora sono ristretto in un carcere di massima sicurezza. Sono caduto nella trap-pola delle tangenti. Ho confessato tutto ai giudici e sconterò con di-gnità le mie colpe. Non ho resistito alle lusinghe e soprattutto alla quantità di denaro che mi veniva offerta. Ho sbagliato, ma l’ho fatto così, perché lo facevano tutti, sen-za soddisfazione; anzi se devo es-sere sincero (ora ho confessato e lo posso dire), del denaro non mi è

La confessione di come un alto dirigente pubblico ha gestito il potere

Fisco bandito dall'omonimo libro di Pier Luigi Cordini

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mai importato granché. In questi giorni vuoti ho tanto tempo per pensare. Vorrei dire a tutti quelli che ho conosciuto che sono pentito di quello che ho fatto, ma sono an-cora più pentito di quello di cui nes-sun giudice mi incolperà mai: di a-vere per anni applicato le regole nella maniera più ottusa, di averle applicate con cattiveria, con sadi-smo, di essermi servito della mia posizione per vessare i cittadini che si rivolgevano al mio ufficio. E di a-ver contribuito, senza ragione, alla distruzione dell’aviazione civile ita-liana. Ci sarà ora un cambiamento radicale della classe politica, ma finché non vi sarà un cambiamento, ancor più radicale, nella mentalità della classe burocratica, temo che

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Indispensabile l'adozione dei costi standard

Federalismo fiscale Il vero jolly sarà l'Imposta Locale sul Deficit

poche cose cambieranno veramen-te. Io sono un vecchio funzionario, ma non crediate che i giovani, le nuove leve, siano migliori dì noi. Anzi.>> (Da Volare, Anno XI, n. 117, del Settembre 1993)

La verità è una sola, ciò che è diverso è il percorso che ogni uomo fa per raggiungerla.

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fatti su un tema così importante, qual è la questione fiscale, non è opportuno fare polemica e disper-dere forze che invece vanno unite, magari proprio nel progetto "Fisco Amico" e proprio attraverso i “Frantoi tributari” che, raccoglien-do anche le energie più umili, pos-sono così dare alla nostra società quell'alimento, sano quanto neces-sario per la ricerca nel campo della spesa pubblica affinché essa sappia esprimere al massimo le sue possi-bilità di trasparenza, efficacia ed efficienza. Ci si potrebbe limitare ad uno stimolo mirato verso qual-che partito o specificatamente ver-so qualche singolo parlamentare. Ne potrebbe bastare uno solo per formulare una proposta di legge, ma l'obiettivo che si vuole raggiun-gere non è la sterile enunciazione di un articolato di legge che si tra-duca in una proposta iscritta in un calendario parlamentare alla data del “mai” e dove la proposta venga destinata ad essere snobbata come una isolata stravaganza tributaria. Questo è un mondo dove troppo spesso la realtà viene, sempre e comunque, accettata, anzi subì-ta, nella sua drammatica immutabi-lità. Questa realtà ora va cambiata! A quanti dovessero dire che si trat-ta di un impossibile sogno ricordia-mo queste parole pronunciate o scritte non ricordo da chi :

Oggi si parla tanto di dipartimenti, uffici, laboratori, fabbriche, botte-ghe ed atelier, come luoghi deputa-ti allo studio, alla ricerca ed alla sperimentazione fatti da qualificati gruppi di lavoro. Proprio nell'ottica partecipativa, cioè di condivisione degli sforzi e dei risultati, si può ben vedere nel frantoio il luogo simbolico ideale per chiamare a raccolta tutti gli “apporti” dei con-tribuenti, anche quelli più piccoli ed umili, così proprio come le olive, piccole ed umili, ma senza le quali non si può fare l'olio che è, tra tut-ti, l'alimento più prezioso e rappre-sentativo dei valori nutrizionali e non solo nutrizionali, del Mediter-raneo, quel Mediterraneo culla del-la civiltà moderna che ha guidato lo sviluppo del genere umano fin da-gli albori della Storia, almeno di quella occidentale.

Forse a qualcuno potrebbe scappa-re un sorriso di sufficienza, dovuto magari al non totale apprezzamen-to dell'allegoria agreste. Ad essi va comunque la nostra simpatia. In-

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La raccolta di 50.000 firme per una nuova capacità contributiva

Nascono i Frantoi Tributari Le firme come le olive per produrre l'olio che nutrirà il nuovo fisco

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“non tutti i sogni si traducono in

realtà, ma ogni nuova realtà nasce

da un sogno!”

Quindi il sogno considerato come condizione necessaria per ogni cambiamento. Provate a dire, se vi riesce, che sognare è poco impor-tante! Ecco perché vi attendiamo numerosi per collaborare ai "Frantoi Tributari" che si andranno a formare sul territorio nazionale e che saranno organizzati anche per altre attività sinergiche e collegate allo scopo principale. Una prima prova per i Frantoi Tributari sarà l'impegno per la raccolta delle fir-me di presentazione della proposta di legge su iniziativa popolare per ottenere la modifica, nel senso in-terpretativo, dell’art. 53 della Co-stituzione. I "Frantoi Tributari" do-vranno avere cura di mantenere al-

ta l’attenzione popolare e della so-cietà civile perché la proposta di legge venga approvata senza stra-volgimenti resistendo contro gli sforzi contrari di quei poteri che potrebbero ostacolare l’iniziativa perché ravvisano in essa un perico-lo per le proprie posizioni di potere

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La raccolta di 50.000 firme per una nuova capacità contributiva

Nascono i Frantoi Tributari Le firme come le olive per produrre l'olio che nutrirà il nuovo fisco

La verità è una sola, ciò che è diverso è il percorso che ogni uomo fa per raggiungerla.

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Un fisco insaziabile nelle quantità ed arrogante nelle modalità può determinare scenari drammatici, incidendo in modo esasperante nel-la vita dei contribuenti, siano essi lavoratori, capitalisti o consumato-ri. Sono centinaia di migliaia i dottori commercialisti ed i ragionieri, com-presi i praticanti, collaboratori ed impiegati, precettati di fatto, sem-pre più spesso loro malgrado, a svolgere funzioni di assistenza e consulenza sostanzialmente inutili, anzi talvolta pure dannose ai fini del buon funzionamento della ge-stione aziendale. Al riguardo vanno considerate le più svariate forme d’inquinamento dei dati che gli ambiti amministra-tivi e produttivi sono poi costretti a sopportare a causa di un malsano istinto di difesa, spesso ad oltran-

za, nei confronti dell’eccessiva pressione tributaria. Basti pensare, ad esempio, alla contabilità, la cui funzione di controllo della gestione è costantemente insultata, frustra-ta e derisa dal fatto che essa rie-sce, come ad esempio nel caso de-gli studi di settore, a malapena a svolgere una pleonastica e formale funzione di parafulmine fiscale quando non serve addirittura come copertura di una evasione scientifi-camente programmata. Si tratta di adempimenti eccessivi, assurdi e confusi che a tutto servo-no tranne che agli scopi per i quali le grandi menti del pensiero azien-dale hanno indirizzato la propria indagine scientifica. Questa conta-b i l i t à , b u r o c r a t i z z a t a all’inverosimile, per rispondere alle esigenze fiscali raggiunge livelli di letale tossicità amministrativa che non serve di certo, in gran parte dei casi, a fornire notizie vere, utili e tempestive, per conoscere, valu-tare e correggere le dinamiche e gli aspetti economici e finanziari della gestione aziendale. Liberare questo enorme potenziale sapendolo indi-rizzare verso aspetti produtti-vi, siano operativi o culturali, da-rebbe nuovi ed inestimabili impulsi allo sviluppo economico della na-zione. Occorre riconsiderare il com-mercialista come continuo ed

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Numero Zero GIORNALE "il53"

Tante energie in più per un lavoro nuovo più conveniente del vecchio

La riconversione delle risorse professionali

Assolutamente infondate le preoccupazioni dei commercialisti

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Tante energie in più per un lavoro nuovo più conveniente del vecchio

La riconversione delle risorse professionali

Assolutamente infondate le preoccupazioni dei commercialisti

aggiornato riferimento per la for-m a z i o n e p r o f e s s i o n a l e dell’imprenditore, dei suoi collabo-ratori e dipendenti. Infatti egli è capace di favorire l’espandersi della cultura d’impresa in ambiti mai, o comunque non suf-ficientemente, esplorati o anche talvolta soltanto sperimentati, por-terebbe a vivere l’azienda nei suoi rapporti interni ed esterni, in modo innovativo, propulsivo e gratifican-te, non solo in termini economici, ma anche di realizzazione della persona. Oggi assistiamo troppo spesso al suo annichilimento, al suo sacrifi-cio su quell’altare dove celebrano le loro blasfeme funzioni e dolorosi rituali gli spietati ed obsoleti “sacerdoti fiscali”. Tanti nuovi spa-zi professionali si potrebbero apri-re per i commercialisti che prima di tutto dovrebbero essere, perché a questo sono stati indirizzati i loro studi universitari, uomini d'azienda e non "complici "fiscali. Non vi è dubbio che al ruolo di complice è preferibile quello di par-tner, non tanto per la divisione dei profitti, quanto per la condivisione della fatica, meritevole comunque di originare parcelle che non avreb-bero più, nemmeno lontanamente, il sapore di una pesante “addizionale tributaria”, ma quello della benemerenza per aver potuto

contribuire allo sviluppo dell'azien-da, alla soluzione di una controver-sia tra soci, alla individuazione di nuove strategie finanziarie o di marketing, al miglioramento dei ri-sultati di gestione attraverso una migliore organizzazione, alla for-mazione del cliente e del suoi colla-boratori nei vari campi operativi e strategici. L'elenco potrebbe continuare e non certo esaurirsi qui, poiché sono ve-ramente innumerevoli le attività che potrebbero essere svolte da ta-li professionisti. I conseguenti ef-fetti in termini di produzione di nuova ricchezza che tale opera può stimolare e favorire nell'ambito della clientela, specie nei momenti di crisi, oltre che a consolidare l'e-conomia nazionale, potrebbero contribuire altresì a risolvere anche i problemi del debito pubblico. Ma come si fa a restare ancora così immobili?

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Numero Zero GIORNALE "il53"

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Opinionisti cercasi Se non parli nessuno ti può ascoltare

Far parte del numero di collabora-tori che hanno idee nuove, sagge e competenti, vuol dire far crescere ed affermare il progetto “Fisco A-mico”. Lo si può fare attraverso la partecipazione alla edizione elet-tronica del periodico “il 53”, oppu-re direttamente sul Blog dedicato. Si potrà così contare su di un varie-gato e qualificato serbatoio di e-sperienze, conoscenze e competen-ze, nel cui ambito poter valutare e selezionare idee, riflessioni, analisi

e commenti che per la loro utilità e per l'importan-za di significato potranno essere pubblicati anche sul giornale car-taceo. Infatti, pur rico-noscendo all'elet-tronica l'impor-tante ruolo di strumento di ra-

pida ed efficace diffusione delle i-dee, non si può, su un tema così importante, trascurare coloro che ancora si relazionano con il mondo dell'informazione attraverso tecno-logie che, anche se hanno perso il requisito della modernità, restano ancora molto diffuse. Noi non siamo condizionati da que-sta sorta di nevrosi elettronica e diamo importanza ad entrambe le modalità. Le vogliamo trattare con

eguale dignità, cioè con la stessa dignità che si deve attribuire alle persone, tutte le persone che com-pongono il mondo della comunica-zione dove non può mancare l'a-scolto quale atteggiamento passivo in senso tecnico, ma anche attivo in senso intellettualistico. Pertanto dal serbatoio elettronico saranno ricavati i contenuti della pubblicazione cartacea che sarà ar-ricchita dall'attività, a qualunque livello, dei nostri "blogger" ; dal lo-ro impegno potrà scaturire un risultato capace di contribuire all'evoluzione in positivo dell'attu-ale contesto economico e politico che sembra corrodere la coscienza

di molti, svalutando-ne progressivamen-te i valori. Di fronte agli ostaco-li si prende la rincor-sa, si misurano i pas-si e non si salta a piedi uniti con gli oc-chi chiusi. Se poi la parete è troppo alta,

allora occorre fare una cordata, do-ve i picchetti saranno le nostre idee e la corda sarà la nostra comune motivazione. Se non dovesse bastare, è utile ri-cordarsi allora che talvolta non oc-corre scavalcare o abbattere i muri, basta aggirarli perché potrebbero essere ... più alti che lunghi! continua a pag. 17

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corretta, posizionarla accanto

all'articolo e inserire una dida-

scalia.

coerenti con il messaggio che

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La rapidità operativa dell'elettroni-ca favorirà, oltreché la cronaca tri-butaria, anche la diffusione di in-formazioni con valenza scientifica e culturale sia diretta che mediata attraverso la modalità cartacea, coinvolgendo così, senza discrimi-nazioni ed esclusioni, tutta l'opi-nione pubblica. Desideriamo evita-re quella pericolosa tendenza, so-prattutto nella comunicazione, ad abbandonare le vecchie tecnologie mano a mano che subentrano le nuove, originando un clima conflit-tuale dove l'una diversamente e che hanno avuto modo di maturare tali e tante esperienze che posso-no certamente contribuire ad un confronto di idee dal quale possano scaturire preziose indicazioni per tutti. Valga l'esempio dell'opera di Andrea Leccese, di cui riportiamo la copertina. tende a spingere inesorabilmente l'altra a farsi da parte ma dove spesso si ottiene lo squalli-do risultato di una diminuzione del-lo spazio dell'informazione. Per collaborare non è affatto necessa-rio avere le stesse idee di riferi-mento che ha la redazione attuale. Infatti l'auspicio è quello che ne facciano parte quanto prima anche persone che la pensano Appare evi-dente dal titolo e più ancora dal contenuto che la morale occupa un posto di rilievo nel fenomeno dell'evasione, anzi è proprio perché non lo occupa affatto in molti con-

tribuenti, che l'evasione è giunta ai livelli attuali e, se si continua a procedere su questa strada, tutto lascia prevedere che sono limiti af-fatto invalicabili e che pertanto il fenomeno potrebbe crescere anco-ra a danno della comunità e degli stessi evasori che vengono pizzica-ti. Molte sono le riflessioni d'obbligo ed una in particolare: ma gli evaso-ri sono tutti delinquenti abituali o ci sono categorie intermedie? E' proprio sulla certezza che sia vera la seconda ipotesi che noi tutti ab-biamo l'obbligo di "alitare" sul col-lo del legislatore tributario affinché si accorga di noi e tenga presente le nostre esigenze di pagare le tas-se nel modo meno doloroso possi-bile e nella quantità che sia al net-to degli sprechi. E' forse immorale aspirare a ciò? Una segnalazione merita anche l'inchiesta di Roberto Ippolito, di cui riportiamo la copertina ed il cui contenuto lascia letteralmente storditi per alcuni casi riportati che stanno ad evidenziare l'assoluta mancanza di scrupoli unita ad un'incredibile disinvoltura e faccia tosta di molti evasori, anch'essi pizzicati a seguito di attente e scrupolose indagini frutto di una indubbia capacità degli investigato-ri. Ma questo non fa che riconfer-mare l'errore di fondo. Quanti ma-riti fedeli consumerebbero il continua a pag. 18

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tradimento se incontrassero notte-tempo la diva del momento con l'auto ferma ai lati della stra-da sotto una pioggia torrenziale che chiedesse aiuto ed in cambio di ciò ricompensasse il povero (o for-tunato?) marito con un'ora di ses-so sfrenato? E che dire di un porta-foglio pieno di bigliettoni perso da un anonimo e ritrovato da chi se li tiene? La tentazione viene dal demonio e l'uomo non è di legno. Ma se la ten-tazione venisse dallo Stato, con le sue leggi assurde scientificamente formulate perché molti possano sfuggirvi, ve la sentireste di con-dannare solo gli evasori lasciando indenni il loro "augusto" complice? A salvare il mondo non bastano i Santi da soli, intendendo con que-sto termine chi fa il proprio dovere di controllo e repressione dell'eva-sione. Occorre agire sulle cause co-sì da non far ricadere effetti deva-stanti su chi si lascia poi corrompe-re da una realtà intrisa di tentazio-ni. Cavarsela con l'atteggiamento su-per puritano di chi afferma che "ci deve pur essere un limite a tutto!" sembra proprio quello di chi vor-rebbe ma non lo fa per paura piut-tosto che per onestà. Spesso capita di scoprire che i più accaniti censo-ri si rivelano i più trasgressivi, pronti a perdonare se stessi ma ad

essere inflessibili con gli altri gio-cando un assurdo rituale di com-pensazione. con il Padreterno. Il loro pensiero potrebbe essere: "Dio mio, ho grande merito ai tuoi occhi perché come puoi vedere, seppure io pecco molto, con la mia fermez-za e severità evito agli altri di pec-care". Il tema fiscale, seppure affrontato a più riprese dalla Chiesa, non vie-ne affatto pubblicizzato dai media. Un po' potrebbe essere colpa di chi, dal di fuori, preferisce provocazioni su temi più scabrosi e meno difficili da trattare, considerato l'alto livel-lo di tecnicismi che lo caratterizza.

Ma non è da e-scludere che an-che la Chiesa non ami troppa pubblicità sul te-ma che più di o-gni altro la vede contrapposta a "Cesare". Resta il fatto che l'ope-ra del francesca-no Gino Concetti,

di cui riportiamo la copertina, ha il merito di fare una analisi storica del problema, partendo dal Vangelo e su su per i secoli fino ai giorni nostri. Un brevissimo riporto dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa può essere sufficiente per incurio-

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Numero Zero GIORNALE "il53" Pagina 19

sire i lettori. " La raccolta fiscale e la spesa pubblica assumono un'im-

portanza economica cruciale per

ogni comunità civile e politica, l'o-

biettivo verso cui tendere è una fi-

nanza pubblica capace di proporsi

come strumento di sviluppo e di

solidarietà.". Anche qui appare in tutta evidenza il cortocircuito cau-sato dal contatto tra sviluppo e tassazione del lavoro.

La verità è una sola, ciò che è diverso è il percorso che ogni uomo fa per raggiungerla.

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Dal più piccolo al più grande

Organizza un evento Affinché tutti possano dire: C'ero anch'io

I "Frantoi Tributari" sono delle ag-gregazioni locali che, mano a mano che si radicano sul territorio, con-solidano tra di loro anche un colle-gamento a carattere nazionale. Le miglior occasioni perché essi possano crescere di numero e svi-lupparsi nella dimensione sono gli eventi sulle tematiche del progetto “Fisco Amico”, un progetto nato nel 1997 nel parco della Bissuola di Venezia-Mestre con le “Giornate all'aperto per un Fisco Amico” ed al quale parteciparono, in una due giorni di incontri e di dibattiti, nu-merosi illustri relatori tra cui il pre-stigioso prof. Giuseppe Vitaletti, autore con il ministro Tremonti del libro “Il Federalismo Fiscale” edito nel 1994. Malgrado il triennale lavoro dell'Al-ta Commissione sul Federalismo Fi-scale presieduta dal prof. Giuseppe Vitaletti, non abbiamo ancora potu-to assistere alla definizione di un progetto chiaro e compiuto, se non un testo legislativo emanato di re-cente che malgrado l'innegabile sforzo, non lascia ancora intravve-dere uno scenario che possa defi-nirsi tranquillizzante, anzi... . La montagna sembra aver partorito il famoso topolino, quello della spe-sa standard, un concetto ed un principio che solo oggi e con im-menso stupore la gente comune scopre come prova che in passato

non vi è stato spazio neppure per il buon senso. Diviene indispensabile l'apporto della gente, vale a dire del popolo dei contribuenti, che non potranno mai essere liberi fin quando accet-teranno di essere sottoposti a quel-la che è sempre più divenuta una vera e propria schiavitù tributaria, dove le tasse si devono pagare con il risultato di avere un sacrificio su-periore al beneficio, dove gli spre-chi sono l'irrinunciabile presuppo-sto della corruzione e dove la cor-ruzione diventa paradossalmente la più importante fonte di reddito esentasse. I "Frantoi Tributari" sono anche il punto di riferimento per l'organiz-zazione di eventi, anche piccoli, do-ve la gente comune possa incon-trarsi e discutere su un modello fi-scale comprensibile, dove individu-are il sistema più conveniente per pagare le tasse non sia ancora più difficile che scegliere l'utenza più conveniente per il telefonino. Solo il telefonino cambia tariffe più ve-locemente delle aliquote e delle de-trazioni fiscali. Soltanto per il tele-fonino è così difficile capire quale abbonamento conviene. Forse che gli esperti di marketing, in questo settore, si siano ispirati ai Testi Unici sulle imposte ( Diret-te ed Indirette) perché solo così

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Dal più piccolo al più grande

Organizza un evento Affinché tutti possano dire: C'ero anch'io

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possono aver inventato uno stru-mento capace di tormentare le no-stre menti come quando ci chiedia-mo se è possibile risparmiare sugli scatti, esattamente come ci chie-diamo se è possibile risparmiare sulle tasse. Si valuteranno tutte le proposte, quelle per eventi piccoli e ripetuti come quelli per "oceaniche adunate". Si potrà essere conside-rati ingenui, ma non si può tacere sul fatto che oggi le adunate ocea-niche si formano soltanto in occa-sione di eventi sportivi o canori. Se questi dovessero essere gli unici veicoli, perché non studiare delle modalità di coniugare l'utile al di-lettevole? E' troppo importan-te dare la sveglia a noi tutti sul te-ma più coinvolgente della vita co-munitaria, perché il Quartiere, il Comune, la Provincia, la Regione e la Nazione sono comunità, le no-stre comunità! Noi dobbiamo difen-derle a cominciare dal campo della finanza pubblica affinché essa sia innanzitutto trasparente e suffi-ciente. E' assurdo parlare di fede-ralismo fiscale quando ancora una volta si chiama il popolo a decidere senza dargli gli strumenti per capi-re. Mirare soltanto al consenso “da suggestione” "consapevole" del singolo equivale a contrarre un for-te debito senza avere la capacità di estinguerlo. Quando arrivano le scadenze, prima o poi arrivano, le

insolvenze provocano dolori a tutti. del gruppo e non invece puntare al consenso.

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coerenti con il messaggio che

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Un nuovo protagonista sulla scena tributaria

Finalmente un giornale d’opinione sulle tasse con la mission dell’azione

Il nome della testata non è un nu-mero a caso. Indica il riferimento specifico all'articolo costituzionale che tratta la capacità contributiva, quell'articolo che noi vorremmo fosse oggetto di interpretazione autentica nella direzione di preve-dere esplicitamente la totale defi-scalizzazione del lavoro. Desideria-mo mettere fine all'asta del chi of-fre di più in tema di detassazione dei redditi da lavoro. La detassazione degli straordinari, dei premi di produzione, della 13^ e della 14^ sono sintomi significa-tivi che si stanno aprendo gli occhi sulla fiscalità del lavoro, con la conseguenza che presto sarà di e-videnza macroscopica a cosa ha portato l'aver ignorato il dettato costituzionale. Questo è' l' ''unico” periodico dedi-cato a tutti i contribuenti, in parti-colare ai lavoratori di ieri, di oggi e di domani; i suoi contenuti sono e-spressi, con l'intento di poter esse-re compresi da tutti, anche se tal-volta l'obiettivo potrà essere rag-giunto solo dai più competenti, la redazione farà del suo meglio per renderne l'accesso il più facile pos-sibile anche ai contribuenti più u-mili senza annoiare quelli più “acculturati”. Anche la grafica è semplificata al massimo, insaporita qua e là con

immagini che oltre a rompere la monotonia delle righe fatte di pa-role, hanno lo scopo di accompa-gnare il lettore con associazioni di idee e messaggi appena celati ca-paci di stimolare emozioni e senti-menti in armonia con i contenuti del testo. E' sempre più difficile riuscire a far capire come il fisco moderno sia sempre più schiavo delle pro-prie contraddizioni del passato. Il progresso tecnologico pare avere le armi spuntate ed il linguaggio in-vece che divenire più semplice e d accessibile, si esprime in modo sempre più “criptico”. Oggi a tutti è richiesto di pagare, anche se nes-suno viene messo nelle condizioni più agevoli per capire il perché, il come ed il quanto debba pagare. Nel nostro cammino verso la defi-scalizzazione del lavoro, di cui de-sideriamo essere la fonte più ge-nuina d'informazione, confidiamo sull'apporto delle Istituzioni, delle Università, delle Associazioni e de-gli Ordini professionali, ai quali so-no destinati appositi spazi perché possano esprimere le proprie posi-zioni su questo importante tema continuando a ricoprire quei ruoli che li ha visti protagonisti del pas-sato ma dai quali può dipendere il nostro futuro. Per questo è continua a pag. 23

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Un nuovo protagonista sulla scena tributaria

Finalmente un giornale d’opinione sulle tasse con la mission dell’azione

necessario un “Fisco Amico” non come etichetta, ma come reale e leale. soggetto capace di agire concretamente nell'interesse dei contribuenti. Solo così potrà essere anche giu-sto. Un fisco che sappia accurata-mente evitare ogni occasione di conflitto con i lavoratori perché la loro fatica, il loro impegno ed il lo-ro sacrificio sono il fondamento della Repubblica italiana. E' quanto affermato dall'art.1, comma 1, della Costituzione. Un fi-sco al servizio di tutti i cittadini e non manipolato, talvolta ad appa-rente vantaggio degli uni e talaltra ad apparente vantaggio degli altri, ma sempre, guarda caso, a favore degli stessi e sempre contro i lavo-ratori, tutti i lavoratori, dipendenti, autonomi ed imprenditori. Non c'é che dire, un brillante esem-pio di attuazione del principio del “divide et impera”. Con la parteci-

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pazione dei lettori sapremo orga-nizzare eventi per la sensibilizza-zione della pubblica opinione, evi-tando di cadere nella trappola degli s c h i e r am e n t i d i p a r t i t o e coniugando finalmente, almeno nella materia tributaria, la parola politica con la parola servizio. Utilizzeremo internet con tutte le sue mirabolanti applicazioni per abbattere le distanze ed i tempi, per essere comunità tributaria pen-sante e non solo pagante, amica con tutti, ma in particolare con il Fisco.

La verità è una sola, ciò che è diverso è il percorso che ogni uomo fa per raggiungerla.

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Sarà ripetuto dopo quindici anni il deposito alla Corte di Cassazione

Proposta la modifica dell'art. 53 della Costituzione

Si potrà avviare la raccolta firme per la proposta di legge su iniziativa popolare

Intervista di Gianpietro De Meo al promotore Ignazio Conte

Cosa è cambiato dal primo tentati-vo di far dichiarare incostituzionale ogni forma di prelievo tributario sul lavoro? Innanzi tutto ci tengo a precisare che già nel 1993 cominciai con il tentativo di far inviare alla Corte Costituzionale un ricorso da me presentato contro la cartella esat-toriale relativa all'Irpef ed all'Ilor per l'anno 1990, ricorso respinto anche in appello con motivi “di cir-costanza”. on c'era nessuna volontà da parte della Commissione tributaria di Ve-nezia di prendere in benché mini-ma considerazione l'ipotesi della incostituzionalità di queste due im-poste. Quindi prima nasce l'idea del con-tenzioso tributario e la strada legi-slativa viene intrapresa solo suc-cessivamente. A dire il vero prima è nato il libro “Manette al Fisco” edito nel 1987 e con il quale ho incominciato il mio dialogo con il popolo dei contri-

buenti. Ma perché si è fermato? Perché ho conosciuto altri perso-naggi che avevano idee compatibili con le mie, personaggi molto più prestigiosi. e cito solo alcuni, a partire dal Prof. Giulio Tremonti e dal prof. Giusep-pe Vitaletti, per finire con Pierluigi Cordini, presidente dell'associazio-ne ALTERNATIVA FISCALE” e Mas-simo Pighetti, in quegli anni espo-nente LAPET, di cui divenne suc-cessivamente presidente naziona-le. Queste persone vennero da me considerate molto più prestigiose e meritevoli per portare avanti un progetto di semplificazione del si-stema tributario, come peraltro confermato dagli interventi succe-dutisi nel tempo ad opera del duo Tremonti-Vitaletti. Cosa mi dice del Museo Sono lonta-ni quei tempi. Si trattò di una ini-ziativa itinerante che ha voluto rappresen-

L'economista Ignazio Conte, pugliese di nascita e lombardo-veneto di adozione, a distanza di oltre venti anni ci riprova.

Lo abbiamo intervistato sul tema, trovandolo in splendida forma, dovuta come lui stesso ci ha dichiarato ad una passione mai sopita, una sorta di

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Sarà ripetuto dopo quindici anni il deposito alla Corte di Cassazione

Proposta la modifica dell'art. 53 della Costituzione

Si potrà avviare la raccolta firme per la proposta di legge su iniziativa popolare

tare gli errori e gli orrori del fisco in un tentativo, purtroppo rivelato-si vano, di esorcizzarli. La Scoletta di San Rocco a Venezia ed il Circolo della Stampa a Milano, l'Aula Ma-gna dell'Università di Macerata e la Camera di Commercio di Brescia furono alcune tappe tra le più si-gnificative di questo museo itine-rante. Quali erano gli elementi in comune tra il suo progetto e quello del mi-n i s t r o T r e m o n t i ? Risulta molto efficace al riguardo riportare di seguito la famosa trilo-gia tremontina. Infatti l'idea di trasferire l'imposi-zione “dalle persone alle cose”, do-ve le persone erano i lavoratori e le cose i beni di consumo e quindi ri-formare il sistema con questo pas-saggio dalle imposte dirette a quel-le indirette come premessa per po-ter agevolmente perseguire gli altri due importanti obiettivi:“dal com-plesso al semplice” e “dal centro alla periferia”, vale a dire il signifi-cato più profondo del federalismo fiscale. Quindi se prima si era fermato ed ora riprende a lottare vuol dire che i personaggi che lei ha citato non la convincono più? In parte è vero. Pighetti è stanco, il lavoro non gli lascia tregua e l'en-

tusiasmo si è assopito o forse spento del tutto. Cordini ha lascia-to l'Italia e ne ho perduto le tracce. Vitaletti dopo la triennale esperien-za della presidenza dell'Alta Com-misssione sul Federalismo Fiscale negli anni 2004/2006 sembra non avere più le motivazioni del passa-to. Infine, last but not least, il mi-nistro Giulio Tremonti, ormai trop-po occupato e preoccupato a fare il ministro dell'Economia, mentre Allora è il tempo il motivo di questo rientro in gioco? Più che il tempo, direi i tempi. Que-sta volta assicuro però che non mi farò più condizionare dallo scettici-smo dominante della gente, dal pessimismo patologico degli im-prenditori e dal tono di sufficienza di troppi colleghi, forse ingiusta-mente preoccupati da traumatiche prospettive di ammortizzatori so-ciali quali una sorta di “Cassa Inte-grazione Guadagni” per Dottori commercialisti e Periti contabili. Tutto questo proprio perché sono cambiati i tempi ed i risultati dello scetticismo, del pessimismo e della sufficienza sono sotto gli occhi di tutti. Ci vuole l'idea nuova, l'idea vincente sul piano occhi di tutti. Ci vuole l'idea nuova, l'idea vincen-te sul piano tecnico e su quello po-litico. Io quest'idea sono proprio

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Sarà ripetuto dopo quindici anni il deposito alla Corte di Cassazione

Proposta la modifica dell'art. 53 della Costituzione

Si potrà avviare la raccolta firme per la proposta di legge su iniziativa popolare

convinto di averla avuta da tempo e di averla potuta affinare.il pro-blema, proprio per la sua urgenza necessiterebbe di risorse mirate, forse anche di un ministero ad hoc, magari chiamando a dirigerlo un personaggio non schierato, o al li-mite anche dell’opposizione, la qual cosa avrebbe senza dubbio, nella situazione politica attuale, anche un forte benefico effetto sull’elettorato attivo e passivo. E non potrebbe essere il ministero del prof. Brunetta, un po’ allarga-

to? Non metto in dubbio che un impor-tante spazio potrebbe essere forni-to dal ministro Brunetta se “prestato” alla causa. Ma si sa i ministri fanno parte di un governo, ed io ribadisco che nes-sun governo, da solo, potrebbe af-frontare una seria riforma fiscale nella direzione da me auspicata, sopratutto di questi tempi, che in-vece impongono di non perdere più tempo prezioso.

La verità è una sola, ciò che è diverso è il percorso che ogni uomo fa per raggiungerla.

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E se lo Stato imparasse a fare le dichiarazioni?

Inversione dell'onere della dichiarazione Si potrebbe andare dal commercialista solo quando a sbagliare è lo Stato

E’ doveroso sul piano etico e con-veniente su quello operativo indivi-duare gli elementi certi che per-mettono di determinare, o meglio, usando una terminologia tanto ca-ra agli studiosi, desumere, la capa-cità contributiva. Sia che si tratti del reddito finan-ziario, che di quello immobiliare, oppure del valore degli scambi o altri eventi considerati fiscalmente rilevanti. Male si prestano allo sco-po i redditi da lavoro che andreb-bero totalmente esclusi. Nello sce-nario proposto i conseguenti nuovi modelli piuttosto che essere com-pilati dal contribuente e poi verifi-cati dallo Stato, potrebbero essere compilati dallo Stato e quindi veri-ficati dal contribuente. Potremmo chiamarli modelli di Di-chiarazione di Attribuzione d’Imposta, D.A.I. (… suona anche bene). In fondo esiste già la strut-tura per entrare in possesso di tutti i dati necessari, non fosse altro perché servono per fare i controlli.

Lo Stato farebbe prima e con mi-gliore risultato a compilare diretta-mente le dichiarazioni così che po-trebbe essere adeguatamente sti-molato a dover semplificare ogni tipo di procedura, evitando di in-correre negli errori poiché sarebbe-ro penalizzanti proprio per lui, per-ché in tal caso dovrebbe risarcire giustamente il contribuente vittima dell'errore, almeno delle spese del proprio commercialista. Riguardo a possibili sanzioni a cari-co dell'Erario sarebbe più conve-niente soprassedere, purché ven-gano attuati specifici meccanismi di “demeritocrazia” per il persona-le responsabile. Una simile norma sarebbe utile,non tanto per far felice il “sadico” ( o coraggioso?) Brunetta, quanto per l'affermazione di un principio di giustizia e per favorire in concreto l'efficienza del servizio. Oggi si assiste alla progressiva ten-denza di scaricare sui contribuenti gli Va attuata la necessità di con-trolli certi per tutti e moralità ed onestà dei contribuenti, realizzan-do la certezza del diritto per giun-gere conseguentemente alla sem-plificazione delle procedure. Questa è una irrinunciabile condi-zione per restituire alla Pubblica Amministrazione il suo ruolo di es-sere al servizio del cittadino. Infat-

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ti risultano sempre più inammissi-bili le continue disposizioni atte a trasferire sul contribuente una mo-le enorme di incombenze nella vel-leitaria convinzione, da parte del Fisco, di poter così disporre dei dati necessari alla esatta determinazio-ne dei cosiddetti “indici” di capaci-tà contributiva. Tralascio la letteratura che riguar-da la definizione di capacità contri-butiva che nel mondo accademico non esiste …ma si desume. Forse qualcuno, in modo profetico, si è ispirato a suo tempo al “bosone”, una delle più affascinanti scoperte della fisica teoretica moderna ba-sata proprio sulle manifestazioni di presenza piuttosto che sulla diretta individuazione dell'essere. L’enormità dello sforzo richiesto al contribuente, cui va comunque ag-giunto quello dello Stato, che eviti-no di affidare al terrore delle san-zioni gli oneri delle procedure, in-curant i del le conseguenze d’ingolfamento operativo, dei costi e dei danni economici che esse ge-nerano. ruolo di garante della spe-cialmente per i controlli, è del tutto sproporzionato rispetto agli, eufe-misticamente parlando, “benefici ottenuti”. Si tratta di una dinamica perversa innestata dal continuo ricorso a leggi che da una parte dovrebbero semplificare, ma che, di fatto, con-tinuano a spostare l’obiettivo ed a

modificare lo scenario, per cui su-biscono e generano condiziona-menti, sovrapposizioni e cortocir-cuiti, logici ed operativi: un vero scempio del raziocinio e del diritto che si riversano sulle scelte azien-dali, sulle incombenze burocratiche e sulle azioni di controllo, sen-za salvaguardare, anzi mortifican-do, anche il portafoglio di entrambi

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Numero Zero GIORNALE "il53"

E se lo Stato imparasse a fare le dichiarazioni?

Inversione dell'onere della dichiarazione Si potrebbe andare dal commercialista solo quando a sbagliare è lo Stato

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Iniziativa annunciata nellaGazzetta Ufficiale n. del

Firma e timbro con qualifica e nome del pubblico ufficiale

I sottoscritti cittadini italiani promuovono la seguente legge di iniziativa popolare ai sensi dell’art. 71, comma 2 dellaCostituzione e della legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modificazioni.

RELAZIONERIFERIMENTI LEGISLATIVI

Art. 1“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.”Art. 2 “La Repubblica … richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”Art. 3 “E’ compito dalla Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà el’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratoriall’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”Art. 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al Lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo di-ritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta una attività o una funzione checoncorra al progresso materiale o spirituale della società.”Art. 35 “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.”Art. 36 “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso suffi-ciente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.”Art. 53 “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario èinformato a criteri di progressività.”

FINALITA' DELLA PROPOSTA DI LEGGE E DESCRIZIONE DEL CONTESTO DI RIFERIMENTOUna innovazione di così vasta portata finanziaria, etica e politica come è l’esclusione del lavoro da ogni forma impositiva nonpuò fare affidamento solo su leggi ordinarie. Una ipotesi di così vasta portata, per essere praticabile in piena fiducia da partedel contribuente, ha bisogno di una garanzia forte e duratura. La proposta di legge è formulata pertanto con l’obiettivo di darealla nostra Costituzione l’interpretazione autentica dell’art.53 alla luce di quanto contenuto negli art.1, 2, 3, 4, 35 e 36, laddovetrattano del significato politico, sociale ed economico del Lavoro. Oltre alla quantità del prelievo tributario, che l’attuale siste-ma comporta, occorre considerare la ormai comprovata impossibilità di gestire efficacemente la complessità interpretativa del-le norme. Da ciò deriva una inaccettabile incertezza operativa che fa del rapporto tributario una incognita dispendiosa e perico-losa, per il cittadino e per lo Stato, oltre ogni accettabile limite. Anche la dinamica della formazione del costo, comprensivo deiredditi spettanti ai lavoratori, autonomi e dipendenti, produce effetti ostativi nella valutazione del rischio d’impresa proprioperché contribuisce a distorcere sia gli strumenti di misura che la realtà stessa da misurare.- Il lavoro è il fondamento della nostra Repubblica (art. 11) ed è dunque la forma più elevata di adempimento dell’inderogabiledovere di solidarietà sociale (art. 2) nonché del dovere di svolgimento, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, diun’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società (art. 42).- La Costituzione Repubblicana considera il lavoro, oltre che fondamento, anche un diritto ritenendolo riferimento necessario

per lo sviluppo della persona umana (art. 32). Infatti sancisce che lo Stato deve agire per promuovere e garantire concretamentele condizioni che rendano effettivo tale diritto (art. 41) e deve tutelare il lavoro in ogni sua forma ed applicazione (art. 35).- Dal punto di vista individuale si lavora per produrre ricchezza con la quale soddisfare i propri bisogni e nel contempo proprioattraverso l’attività lavorativa vengono realizzate le indispensabili premesse per poter soddisfare il bisogno di solidarietà socia-le che assolutamente non si realizza perché lavorando viene necessariamente prodotto il reddito da tassare.- L'imposizione diretta e progressiva sul reddito di lavoro, ancor di più nelle sue forme autonome ed imprenditoriali, non è cer-to una condizione che promuove il lavoro ma anzi lo mortifica, fino talvolta anche a dissuadere il cittadino dal dare il meglio disè come lavoratore. Quello stesso lavoro che costituisce parte vitale del tessuto socio-economico del paese. Ne consegue cheoltre ai disagi della fatica ed alle ansie del rischio, si aggiunge per questi lavoratori la mortificazione del prelievo tributario,con l’aggravante delle incombenze burocratiche, senza alcun senso di riconoscimento da parte dello Stato per la creazione diquei posti di lavoro che solo la loro intraprendenza rende possibili. Ne escono particolarmente oltraggiati anche l’art. 31 e l’art.361. Anche il lavoratore dipendente viene penalizzato quando si vede costretto nella sua scelta a restare tale per non incorrerenel cosiddetto “azzardo fiscale” tipico nella vita dell'imprenditore di oggi.- Il dovere di solidarietà economica ed il principio di progressività del sistema tributario possono essere adempiuti in altri piùconvenienti contesti. Applicare il principio della progressività anche al reddito da lavoro è una contraddizione costituzional-mente inaccettabile dalla quale consegue che il reddito prodotto dal lavoro: a) non può essere considerato una manifestazionedi capacità contributiva (art. 531) coerente ai principi costituzionali; b) ancor meno coerente è poi un’imposizione progressivasu tale reddito (art. 532) o anche comunque soltanto proporzionale nella quantità e dispersiva di preziose energie per la modali-tà (art. 11).

CONCLUSIONINessuna Costituzione al mondo pone il lavoro come fondamento dello Stato e ne sancisce il rango nel 1° comma del 1° artico-lo. Per l’Italia repubblicana questo primo “vagito” non è soltanto una questione di originalità ma per noi è una questione di vi-ta, che individua nella defiscalizzazione del lavoro lo strumento di rilancio di una economia assediata proprio da coloro che dellimitato costo del lavorativo, per la pressoché totale assenza di tutela e di tassazione, ne fanno il proprio punto di maggiorcompetitività!

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I sottoscritti firmatari esprimono il consenso e sono a conoscenza del fatto che i propri dati personali saranno trattati nel rispetto della normativa sul trattamen-to dei dati personali. Sono altresì informati del loro diritto, in forza dell’art. 13 legge 675/96, di ottenere la conferma dell’esistenza di tali dati, la cancellazione,la anonimizzazione, il blocco, l’aggiornamento, la rettificazione o l’integrazione dei medesimi, nonché della facoltà di opporsi gratuitamente al trattamento deidati. Sono altresì informati del fatto che titolare dei dati è la Libera Associazione “Fisco Amico” con sede in 30172, Venezia-Mestre, Via G. Gozzi 28 (VE),presso la quale i promotori della proposta di legge di iniziativa popolare hanno eletto domicilio.

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o sottoscritto (*)_________________________________________________________________________________________________________________

Certifico che le n. ____________________________ ( _______________________________________________ ) firme, apposte in mia presenza dai sotto-scrittori aventi elencati e della cui identità personale sono certo, sono autentiche.

________________il___________________________________________________________

(timbro lineare e firma)_____________________________________________________________________________________(*) qualifica del soggetto che procede all’autenticazione.

_____________________________________________________________________________________

COMUNE di___________________________________________________________________________ Si certifica che i

cittadini avanti elencati sono iscritti nelle liste elettorali di questo Commune, al n° indicato per ciascuno di essi in corrispondenza della relativa sottoscrizione.

______________________il ______________________________________________il Sindaco (o funzionario delegato)

INTERPRETAZIONE AUTENTICA DELL’ART.53 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

Non costituisce ragione di capacità contributiva il reddito derivante dal lavoro in tutte le sue forme e applicazioni.

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