Ieri una squadra da sogno! Oggi la salvezza. E domani? · quell’Arrigo Sacchi diventato...

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La signora delle erbe a pag. 6 L’assessore che corre a pag. 4 I fratelli creativi a pag. 12 Ieri una squadra da sogno! Oggi la salvezza. E domani? Ieri una squadra da sogno! Oggi la salvezza. E domani? Il Bellaria ai tempi dei presidenti Bianchi e Zamagni (a sinistra). Si segnalano fra i giocatori, in piedi, Barison (quarto da destra) e, vicino a lui, Bean. In basso, secondo da sinistra, Casarsa, venduto al Bari e poi approdato alla Fiorentina. BELLARIA STORY: COPERTINA PAGINE 2 E 3

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La signora delle erbe

a pag. 6

L’assessore che corre

a pag. 4

I fratelli creativi

a pag. 12

Ieri una squadra da sogno!Oggi la salvezza. E domani?Ieri una squadra da sogno!Oggi la salvezza. E domani?

Il Bellaria ai tempi dei presidenti Bianchi e Zamagni (a sinistra). Si segnalano fra i giocatori, inpiedi, Barison (quarto da destra) e, vicino a lui, Bean. In basso, secondo da sinistra, Casarsa,venduto al Bari e poi approdato alla Fiorentina. BELLARIA STORY: COPERTINA PAGINE 2 E 3

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Il Nuovo2copertina

Dal ‘68 all’80 il Bellaria mantiene, fatta eccezione perun anno, la serie D. E’ qui che Arrigo Sacchi diventaallenatore. E sul campo corrono Casarsa, Barison,Bonini e tanti altri. Il racconto di Alessandro Zamagni.

di Elisabetta Santandrea

Momenti di gloria:le stagioni d’oro

A sinistra, il Bellaria con il presidente Bianchi(sulla sinistra) e Zamagni (sulla destra). Si

riconoscono in piedi: Bean, Cecchini,Stacchini, Quadrelli; sotto: Carloni, Zoffoli,

Bernardini, Lancieri. (Foto A. Zamagni)Qui sopra, Fausto Pari con Arrigo Sacchi e

Ferruccio Giovanardi. Pari, figlio diDomizio, che fu custode del ‘vecchio cam-

po’ del Bellaria, è stata una delle ‘perle’calcistiche bellariesi: promosso in serie Acon l’Inter e poi passato alla Sampdoria.

(Foto F. Giovanardi)

“Bellaria, un grido solo: C”. Era il1973 quando dagli spalti dello stadiodi Cesena si levava il grido dei tifosibellariesi accorsi in massa per assiste-re alla partita di spareggio Bellaria-Riccione, valida per la promozione inserie C. Il Bellaria era allora gloriosa-mente in D, una posizione conquista-ta per la prima volta nel 1968. Lapartita finì 0-1, un unico goal col qua-le i riccionesi vanificarono il sogno deinostri. In realtà un soffio, in anni incui la storia del Bellaria calcio era tut-ta in discesa, costellata di soddisfazio-ni e fucina di allenatori e atleti chehanno saputo dare emozioni ed han-no fatto notizia, trovando spazio fra lerighe del calcio nazionale. Una storiache, alla luce della recente salvezza inC2, abbiamo voluto ripercorrere ‘inpillole’, proponendo in queste pagineuna seppur esigua parte della bellacollezione fotografica delle famiglieZamagni e Giovanardi, due nomi -quelli dei presidenti Alessandro Zama-gni e Ferruccio Giovanardi - che han-no vissuto le vicende del Bellaria inprima persona nei suoi anni ruggentied hanno lasciato un segno significa-tivo grazie alla loro grande e sangui-gna passione per il gioco del calcio. E sisottolinea gioco non a caso, perché nelpentolone di quello che è oggi uno sportdivenuto in alcuni casi una mera‘macchina da soldi’, di decisioni presetroppo a tavolino, quotazioni in borsae giocatori strapagati, la piccola-gran-de storia della nostra squadra localetrasuda dalle parole di chi l’ha vissu-ta e dalle immagini che di quel tempoci sono rimaste, tutto quel “coraggio,altruismo e fantasia” che De Gregoricanta in una sua celebre canzone.Tutta la passione, le vittorie e le scon-fitte, la ricerca di strategie, di tecni-ca, di gioco pensato, soprattutto di untifo sincero, sano e non inquinato dal-

l’odierno business societario. “Abbia-mo avuto molte valide formazioni -esordisce Alessandro Zamagni, primavice con Bianchi, poi presidente delBellaria nel corso degli anni ’70 - e lasocietà ha saputo esprimere giocatoriche si sono distinti a livello naziona-le”. Zamagni il Bellaria lo ha visto na-scere. Comincia a correre sui campidi calcio nel 1949, a 16 anni, e fino al1954 circa come giocatore, quando l’al-lora ASCAR Bellaria, esordiente incampionato nel biennio 52-53, gua-dagna la setti-ma posizionedi classifica inprima divisio-ne, e il ‘salto’in promozio-ne l’anno suc-cessivo. “Dopoil servizio mi-litare hosmesso, perpoi dedicarmialla squadracome presi-dente”. Diquegli anni,Zamagni ciracconta dicome nacque

la società. “La mente di tutto è statodon Giuseppe, che con la sua grandepassione riuscì a trasformare un ter-reno della curia, situato subito dopo ilponte, in un campo di calcio (Zama-gni si riferisce al ponte sull’Uso, e alterreno sito nei pressi dell’attuale dit-ta Giorgetti, ndr.). Ci pensammo noiragazzi a sistemarlo”. Insomma, l’ani-ma del Bellaria, come in ogni storia dicalcio che si rispetti, è stato un infati-cabile prete, a testimonianza del fattoindiscutibile che l’equazione calcio-

oratorio è sempre valida. Sotto la dire-zione di Lucchi, primo presidente dellasocietà, il Bellaria nel 1958 passa inprima categoria, rimanendovi salda-mente fino al 1968 quando, in seguitoad una retrocessione-lampo subìta nel-l’anno precedente, conosce il suo pri-mo apice di gloria. “Siamo andati inserie D per la prima volta nel 1968 -ricorda Zamagni - quando allenatore,e anche giocatore, era Angelo Lazzari-ni e presidente Giancarlo Valentini”.Festa per giocatori, staff e tifosi, riunitiin festa da Virgilio Mazza, con l’onoredella presenza di Nino Vasini e Odo

La panchina: da sinistra, il massaggiatore, l’allenatoreBruno Pollini, il presidente Alessandro Zamagni, il dottorGiovanni Crociati, medico della squadra. Con loro i gio-catori Callà, Ferri e Ciotti. (Foto A. Zamagni)

La finale Bellaria-Riccione per la qualificazione in serieC allo stadio di Cesena.Sugli spalti è ben visibile lo striscione “Bellaria un grido solo:C”. (Foto A. Zamagni)

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copertina 3 Il Nuovo

Nicolini arriva o non arriva?

Fantini. La squadra rimane saldamen-te ancorata in D fino al 1975, quandoretrocessa in promozione, diventa A.C.Bellaria Igea Marina. Ma il riscatto èdietro l’angolo e il ’76 è l’anno della glo-riosa riconquista della serie D, che i bel-lariesi riusciranno a mantenere finoal 1980. Sono gli anni, dopo la presi-denza Bianchi, di Zamagni e Giovanar-di alla guida della società. Ma è all’ini-zio degli anni ’70 che mister “Vulca-no” Bianchi riesce a dare vita a quellaformazione passata agli annali del cal-cio come “un Bellaria da sogno”. Il bi-ennio 1971-72, in serie D, del Bellaria

allenato da Redegalli facevano parteCuman, ex portiere del Napoli, Gasto-ne Bean, scudettato col Milan e poi al-lenatore del Ravenna, Gianfranco Ca-sarsa, acquistato l’anno successivo dalBari e quindi alla Fiorentina, diventa-to famoso per i rigori calciati da fermo,ma soprattutto l’ala sinistra Paolo Ba-rison, ex Milan, Napoli e Sampdoria,protagonista della sfortunata spedizio-ne azzurra ai Mondiali 1966 in Inghil-terra. E, sul filo dei ricordi, Zamagnisnocciola i nomi di tutti quelli che havisto sudare sul campo di calcio: fra glialtri nomi eccellenti, Massimo Bonini,

Formazione anni ’70 (“una formazione vincente”, ci ricorda Alessandro Zamagni):in piedi, da sinistra, il capitano Cecchini, Pari, Ranieri, Rossi e Ferrari; in basso da sinistra:Vorazzo, Bernardini, Vasini, Zanzini, Fasolato. (Foto A. Zamagni)

Il Bellaria con l’allenatore Sacchi (primo da sinistra). Si segnalano fra i giocatori MircoFabbri (11esimo da sinistra), allenatore del Bellaria fino allo scorso anno e, di fianco aFabbri, un giovanissimo Massimo Bonini, poi passato alla Juventus. (Foto A. Zamagni)

L’entusiasmo della vittoria. Foto di gruppo per giocatori, presidenti e tifosi durante la festatenutasi nel locale di Virgilio Mazza per la seconda promozione dell’A.C. Bellaria in serie D.

poi alla Juventus, Fausto Pari, centro-campista approdato in serie A con In-ter e Sampdoria fra le altre, FrancoVarrella, allenatore del Bellaria finoal 2006, ora tecnico della Triestina,già con Savoia, Reggiana e Padova, viceai mondiali Usa del 1994 con un altronome importante passato da Bellaria,quell’Arrigo Sacchi diventato allena-tore proprio sul nostro campo. “Treanni fa – racconta Luca Zamagni, fi-

glio di Alessandro - alla ‘Domenica Spor-tiva’ Sacchi ringraziò pubblicamentemio padre e Giovanardi per averglidato l’opportunità, qui a Bellaria, diottenere il patentino da allenatore”. Ela fucina di nuove leve continua anco-ra oggi, permanendo in C2 e privile-giando i giovani talenti. “Nomi comePippi, Schettino e Poletti faranno stra-da nel calcio nazionale”. Parola di mi-ster Carrara.

Dati per spacciati dallo scor-so gennaio, i biancoazzurrihanno tirato fuori le un-ghie: una salvezza più chemeritata, quella in C2 delnostro Bellaria, sudata conpassione nell’ultima partedel campionato e risoltasi sul cam-po del Gubbio il 13 maggio scorso,messa in tasca grazie al goal di Ji-dayi nel primo tempo. E, nonostan-te la ripresa in inferiorità numeri-ca per l’espulsione di Pippi, uno spi-rito e una motivazione autenticil’hanno fatta da padrone, garan-tendo ai nostri una permanenzaconquistata e mantenuta dal2003. “Ora è necessario valorizza-re questo significativo risultato at-trezzandosi al meglio e quanto pri-ma come Società e come Squadraaffinché anche il prossimo campio-nato ci riservi ampie soddisfazioni”.Parole del sindaco, all’indomanidella vittoria, il quale con una mis-siva ha rivolto le sue congratula-

zioni a Luigino Lucci e a tut-ta la squadra. Parole chesuonano quasi come il pro-logo di una presenza annun-ciata: quella di Sauro Nico-lini - nella foto - (Cooperati-va muratori Verucchio) ai

festeggiamenti tenutisi presso ilGrand Hotel di Cervia, presentetutta la squadra, collaboratori e di-rigenti. Che l’imprenditore veruc-chiese stia pensando seriamente agarantire il futuro del Bellaria, so-stenendolo in qualità di sponsor alfine di “attrezzare al meglio” la so-cietà? Ai cronisti sportivi Nicoliniha detto che si augura di poter scen-dere in campo insieme ad una nonmeglio identificata cordata di im-prenditori bellariesi. Vedremo glisviluppi. Per ora, dopo aver gua-dagnato “l’impensabile salvezza”,i ‘guerrieri’ riposano. Appunta-mento nei prossimi giorni per lapianificazione della stagione2007/2008. (E.S.)

Con la salvezza conquistata, adesso si guarda al futuro e perripartire in quarta gli occhi sono tutti puntati su Sauro Nicolini.

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4 Il Nuovoil ficcanaso

di Cristian Scagnelli

Qualcosa si muoveal deposito degli orroriDopo la pubblicazione del nostro servizio sonoiniziati i lavori di sistemazione. Ecco il raccontodella visita guidata: nei panni del Cicerone l’as-sessore Alessandro Zavatta.

“Voi siete qui”: eccodov’è finita la cartelloni-

stica comunale, costatacentinaia di milioni, e

poi sparita.In questo deposito per

anni è stato ammassato ditutto e adesso per fare pu-lizia servirebbero mezzi e

operai. Che invece scarseg-giano. Se fosse stato un

privato ad essere “pizzica-to” in queste condizionidal Comune, che prezzo

avrebbe pagato?

A distanza di due settimane dallapubblicazione delle foto relative aldeposito comunale (Acquedotto) diBordonchio e dopo che l’assessore ailavori pubblici Alessandro Zavattaha riconosciuto sulla “Voce di Rimi-ni” (che ha ripreso il nostro servizio)le responsabilità dell’amministrazio-ne comunale promettendo di dareuna sistemata, sono stato nuova-mente al deposito ma questa voltain veste ufficiale e accompagnatoproprio da Zavatta. Il quale, fra pa-rentesi, sembra rimasto l’unico as-sessore in attività della giunta Scen-na, ma questo gli fa sempre più as-sumere il ruolo del sacco del pugile.E comunque Zavatta si sacrifica vo-lentieri.Torniamo al deposito degli orrori. La“villa con piscina” per la famigera-te zanzare tigre, cioè il motoscafo pie-no d’acqua (che ha fatto da incuba-trice per chissà quante Aedes albo-pictus) è stato capovolto. Una partedell’erba è stata rasata, anche le boebianche hanno ottenuto una siste-mata, ma c’è ancora tanto altro daordinare. Il grosso rimane da fare.Insieme a Zavatta abbiamo passatoin rassegna un po’ tutta l’area sco-vando altri materiali: una monta-gna di blocchetti di porfido e, uditeudite, tutti i cartelli “voi siete qui”installati nelle varie zone di Bella-ria Igea Marina ma poco dopo rimos-si perché era impossibile capirciqualcosa. Erano costati un occhiodella testa e adesso sono finiti così.L’assessore ha preso carta e pennaed ha fatto un inventario. Nel depo-sito ci sono circa 100 mila euro dimateriale ancora utilizzabile e unaquantità incalcolabile di oggetti ar-rivati a fine corsa e abbandonati:panchine, cartellonistica, fioriere etanto altro ancora pagato dai citta-dini. “E io pago”, diceva Totò.Tra l’erba c’è di tutto: dai vecchi se-mafori alle travi in legno. “Qua perdieci anni ognuno che arrivava sca-ricava e se ne andava”, dice Zavat-ta, “nessuno si è mai preoccupato disistemare”. E adesso il bubbone èscoppiato per il servizio fotograficopubblicato dal Nuovo. “Per sistema-

re tutto ci vorrebbe una squadra at-trezzata con un muletto e un mesedi lavoro”, spiega l’assessore. Macome si fa? Sono tre gli operai comu-nali addetti ai lavori pubblici. A co-storo spetta sistemare, riparare erattoppare strade, occuparsi della se-gnaletica stradale e tanto altro an-cora.Zavatta ricorda le ultime finanzia-rie che hanno tagliato troppo ai Co-muni, compreso il nostro, costrettoa stringere la cinghia. Solo dove vuo-le, però, aggiungo io. Oltre alla ca-renza di fondi - dice ancora Zavatta -c’è anche il problema della burocra-zia e degli iter da rispettare che mol-to spesso rallentano lavori urgenti.Strappo all’assessore una mezza pro-messa: quella di portare il ferro - equi ce n’è in abbondanza, compresedue grosse piattaforme - al centro diraccolta pro-missioni che ogni annosi svolge a Bellaria Monte.C’è infine il capitolo delle barriereantimucillagini: sono qui dalla finedegli anni ’80, quando l’Adriaticovenne invaso da queste sostanze ge-latinose. Alessandro Zavatta fa sa-pere di aver già scritto alla Regioneper capire se le rivogliono indietroqueste barriere galleggianti, altri-menti dovranno essere portate via aspese dell’amministrazione comuna-le.Ringrazio Zavatta per la visita gui-data ed anche per essersi assunto unaresponsabilità che lo tocca diretta-mente solo in misura ridottissima,visto che è stato nominato assessoreda nemmeno un anno. Sbagliare sipuò, correre ai ripari si deve, senzanascondersi nel silenzio come hannofatto tutti i colleghi di giunta (dalsindaco all’assessore all’ambiente) diZavatta. Ai quali un po’ di “zavatti-te” non farebbe male.

In alto al centro, l’asses-sore ai lavori pubblici

Alessandro Zavattadurante il sopralluogo al

deposito insieme alnostro Ficcanaso.

Sopra a destra, il motosca-fo pieno d’acqua che ave-vamo fotografato durante

l’incursione del primomaggio. Adesso è stato

svuotato e ribaltato perevitare che torni ad esserel’incubatrice perfetta per

la zanzara tigre.

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5 Il Nuovoeventi

Vespa che passioneCirca 250 esemplari della miticaVespa e relativi “equipaggi”, si sonodati appuntamento nel primo weekend di maggio per il nono raduno delVespa Day. Tanti gli appassionati eanche i semplici curiosi pronti adammirare le cromature, i coloripastello e qualche originale elabora-zioni della famosa “due ruote” madein Italy. Sabato 5 maggio BellariaIgea Marina è stata letteralmenteinvasa dai partecipanti al radunoche ha fatto tappa nella zona Belver-de per le prove di accelerazione evelocità e poi nel centro cittadino perla consueta “passeggiata”.Trascorsa la notte al Bar Gigi, gli ap-passionati si sono ritrovati domeni-ca mattina al Polo Est per le ultimeiscrizioni e poi, dopo la foto di grupposul molo di Igea (in alto a destra: dif-

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ficile farceli stare tutti) il grupponeè partito per il tour collinare con so-sta a San Giovanni in Galilea, dopoaver messo però a dura prova i mez-zi meccanici sulle salite delle collineromagnole.Riposate le Vespe e riempite le pan-ce, guadato il fiume Uso inlocalità Trebbio, il gruppo ha fattorotta verso il Rio Grande di IgeaMarina per il pranzo e per il consue-to scambio di doni e premi. Ci ha pen-sato il presidente del Vespa Club Ita-

lia, Roberto Leardi, a distribuire iriconoscimenti, che sono andati an-che ai rappresentanti dei vari Ve-spa Club presenti: Cesena-Forli,Santarcangelo, San Marino, Riccio-ne (premiato come gruppo piùnumeroso) ma anche Bologna, Pesa-ro, Recanati, S.Elpidio. Il più lonta-no è arrivato da Bovolone in provin-cia di Verona.Impeccabile l’organizzazione del Ve-spa Club Bellaria Igea Marina cheha fatto centro anche quest’anno

raddoppiando la festa e il diverti-mento. Nel pomeriggio chiusura conconcerto live del gruppo Danger Zonee appuntamento al 2008 per un al-tra invasione pacifica della due ruo-te più famosa al mondo.Che sia vero, come recita la pubbli-cità, che le mode cambiano ma laVespa è per sempre?

Un nugolo di “vespe” per il IX raduno della famo-sa e sempre di moda due ruote Piaggio.

Il serpentone di Vespe che, partito da BellariaIgea Marina, ha raggiunto le colline romagnole.

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6 Il Nuovoritratti

La famiglia Berardi all’opera:Luca, Mario e Renata.

L’arte di coltivare leerbe aromatiche

L’azienda di Mario Berardi, nella Valletta, è leader inItalia in questo settore. Coltiva 268 tipi di aromatiche,di fiori eduli e germogli. Qui si riforniscono gli chefgriffati. Scopriamo da dove nasce la loro meritata fama.

Solitamente per fare arte si maneg-giano colori, suoni o parole. Solita-mente l’artista ha a che fare con aspet-ti, magari poco “utili”, ma lievi e raf-finati.Oggi invece parleremo della dura ter-ra, della fatica di stare chini su pian-te, erbe e fiori. Parleremo di agricol-tura, insomma. Allo stesso tempo ciintrodurremo nel mondo della cuci-na e dei sapori. Scopriremo come sipossa passare dalla terra alla cucinacon immediatezza e spontaneità, maanche con un tocco di originalità e cre-atività, così da rendere di una raffi-natezza unica anche un lavoro tra ipiù duri, quale è quello dell’agricolto-re.L’azienda agricola di Mario Berardi el’attività di Renata Spinardi, che con-ducono insieme al figlio Luca, sono unavera opera d’arte. Non per nulla sonostati tra i primi in Italia ad introdur-re e diffondere una vera e propria cul-tura delle erbe aromatiche. L’aziendaha da tempo una fama nazionale. E’stata visitata da Rai Tre, all’internodella trasmissione “Linea Verde” neiprimi anni ’90. E’ citata in giornali diprestigio come il Gambero Rosso,Marcellino, Artù. Inoltre è meta di verie propri pellegrinaggi alla ricerca dinuovi sapori da parte di chef dicaratura nazionale, quali BeatriceSegoni, Danilo Angè, Gino Angelini,oppure Sergio Mei che si è proposto, ciracconta Renata Spinardi, per unweek end in cui ritrovarsi con varicuochi qui a Igea Marina. Una sortadi stage “full immersion” durante ilquale passare “dalla terra al piatto”.Il tutto nella proprietà Berardi chevanta oltre 3mila metri quadri di ser-re in cui vengono coltivati a tutt’oggi208 tipi di erbe aromatiche, 48 tipi difiori eduli e 12 tipi di germogli.Un’azienda che si impone anche per lecifre. Si parla di un servizio offerto aoltre 1000 clienti, per una lavoro dicirca 300 spedizioni al mese.Ma più che la quantità è la qualitàche fa la differenza. Una qualitàattestata dal valore di clienti, qualiArmani caffè di Milano, il GamberoRosso di Livorno, il Farini di Rimini,l’enoteca Pinchiorri di Firenze, LeMacine di Montalbano e la realtà diSan Patrignano.Una curiosità è il fatto che tra i primia parlarne fu proprio il nostro diretto-re, Claudio Monti, nel 1991 sul Restodel Carlino.

Berardi, come ha fatto a racco-gliere una varietà così ampia dierbe?E’ una vera e propria passione e ricer-ca. Nei viaggi, negli incontri fortuiti,

si porta a casa una piantina, la si spe-rimenta coltivandola con cura e pro-vandone i sapori per almeno due o treanni e poi, se merita, la si produce. Lefaccio un esempio. La Salicornia è dif-

fusissima nei canali delle saline diCervia. Me la fece conoscere un abi-tante della zona, che la utilizzava alposto del sale per conservare le alici.Subito è divenuta parte delle mie erbe.Ma come fa a procurarsi lesementi?Alcune le acquistiamo ma non è sem-plice. Talune proprio non si trovanoin giro, per cui vengono riprodotte quinelle serre per gli anni successivi. C’èun lavoro continuo di ricerca eraffinamento delle piantine. Si potreb-be dire che ogni erba ha la sua storia.Signora Renata, voi siete stati trai primi a sviluppare il discorsodelle erbe aromatiche vendutefresche?Sì è vero. Oramai è da oltre vent’anniche le produciamo. Il fatto è che miaccorsi che arrivavano questi saporida paesi stranieri come la Francia.Allora è nata la voglia di scommette-re tutto su questa ricerca di sapori,che poi si trasformano in ricette svi-luppate qui in casa o in collaborazionecon grandi chef. Si potrebbe dire chela ricerca delle erbe, viaggia di paripasso con la ricerca dei sapori che curoparticolarmente io.Renata Spinardi è autrice di duetesti. L’ultimo, “Aromi e Sapori”,del 2001, è scritto in collaborazio-ne con 37 chef di fama interna-zionale che propongono moltepli-ci ricette con le erbe dell’azien-da. Come è nata l’idea del libro?E’ stato facile, in quanto i nostri primiclienti sono proprio gli chef. Il clientetipo è lo chef proprietario o responsa-bile del ristorante. Il nostro è un lavo-ro che mira alla qualità, alla sceltaunica dei sapori. Ecco perché questorapporto di collaborazione diretto conchi poi tratta le erbe.E’ chiaro che un lavoro di questotipo deve richiede un forte impe-gno: com’è la giornata tipo signorBerardi?Alla mattina mi alzo alle 4 perassemblare gli ordini. Fino alle 6 e 30il lavoro è cartaceo. Poi dalle 6 e 30alle 16 c’è la raccolta e cura delle erbe.Intanto mio figlio Luca prenota e pre-dispone i corrieri e provvedeall’etichettatura che va dalle 14 in poi.I corrieri arrivano dalle ore 16 alle 18e 30.Il prodotto, fresco e preparato in spe-

di Emanuele Polverelli

Le erbe vengono preparate in speciali confezioni nelle quali mantengono per oltreuna settimana il loro inconfondibile sapore, anche grazie al fatto che vengono coltivatein un terreno sabbioso e sono assolutamente biologiche.

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Il Nuovo7ritratti

ciali confezioni, arriva al cliente incirca 24-48 ore. Le erbe si mantengo-no per oltre una settimana e hannoun sapore unico grazie alla coltivazio-ne in un terreno come il nostro, sab-bioso, particolarmente valido. Unacoltivazione che peraltro è assoluta-mente biologica, priva di trattamen-ti. Per gli insetti parassiti ci pensano irospi. Nel fosso coltivo i girini!I vostri clienti sono chef e risto-ratori ma i privati possono acqui-stare?Sì, su prenotazione possono sicura-mente acquistare. Basta una telefo-nata e predisponiamo.Cosa consiglierebbe, signoraRenata?Sicuramente la misticanza.Di che si tratta?E’ una mescolanza di più erbe, chevariano perché scegliamo quelle chesono più adatte alla stagione. Abbia-mo una varietà di circa 100 specie,che ruotano per poi venirsi a trovarenella confezione da 1 kg. in una misu-ra che può raggiungere anche le 80erbe. Oppure vi è la confezione da 9erbe, di 200 grammi, ottima da farein insalata. E’ di un sapore intenso eunico.E il futuro?Il futuro dell’azienda è sicuramentequello di orientarsi, come in parte stia-mo già facendo con la misticanza o con

i prodotti per cucinare la carne o i ragù(griglia, sughi e bollito aromatici,ecc.), verso un prodotto finito. Un pro-dotto cioè pronto da usare in cucinadirettamente, sempre rimanendo tut-tavia nel campo delle erbe fresche.E per lei signora Renata?Ho in mente un sacco di cose e per que-sto sto valutando di orientarmi versoun’attività di servizi, quali corsi, pre-parazione di visite guidate, pubblica-zioni. Un lavoro che potrebbe essere losviluppo degli innumerevoli contatticon gli chef e con le scuole alberghiereche già abbiamo. Inoltre desiderereidare qualcosa in più anche al paese,in termini di idee, progetti e spunti,ma non è facile.

Insomma la “signora delle erbe”, comeè stata chiamata, ha in serbo sorpresee possiamo star certi che, con tale pas-sione per la terra e per i sapori, i Berardisapranno stupirci ancora.

Anche il programma di Rai1 “LineaVerde” (nella foto due operatori insiemea Renata) ha fatto tappa nell’azienda diMario Berardi.L’azienda Berardi possiede un suo sito:www.berardierbe.com. Gli ordini possonoessere fatti direttamente dal sito oppuretelefonicamente, anche da parte di privati,allo 0541330560. Il sito internet di Renata èwww.lasignoradelleerbe.com

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Spazio Rom

agna Est

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Il Nuovo8in breve

Piada, Volley e fantasia

ROMAGNA ESTRiconfermati i vertici dellaBanca di Credito Cooperativo

Domenica 6 maggio l’assemblea deisoci di Romagna Est ha eletto i compo-nenti del consiglio di amministrazio-ne della Banca per il prossimo trien-nio. Risultano confermati: Mario Bas-si, Enzo Ceccarelli, Davide Gradara,Corrado Monti, Fabio Vasini (BellariaIgea Marina), Pierino Buda, Gianfran-co Gridelli, (Savignano sul Rubicone),Marco Silvagni, (San Mauro Pascoli),Massimo Bulbi (Roncofreddo). E’ en-trato invece a far parte del cda Stefa-no Mazza di Savignano.L’Assemblea ha anche nominato ilcollegio sindacale, confermando Fau-sto Bertozzi presidente e DomenicoMauro e Maurizio Urbini sindaci ef-fettivi.Il consiglio di amministrazione nellasua prima seduta post-assembleareha nominato Corrado Monti presiden-te e Pierino Buda vicepresidente, con-fermando quest’ultimo negli incari-chi ricoperti negli organismi del mo-vimento del Credito Cooperativo re-gionale e nazionale.

PENSIONE E PREVIDENZA: consulenza gratuita epersonalizzata in tutti gli sportelli di Romagna Est BCC

Un servizio di consulenza gratuitosul futuro della propria pensione.È quanto ha messo in campo Ro-magna Est in vista dell’approssi-marsi della scadenza del 30 giu-gno. Una data sempre più vicinache richiederà la scelta su comedestinare il proprio Tfr.Il servizio gratuito consente (notal’età, l’anzianità contributiva e lostipendio attuale) di individuarein maniera per-sonalizzata il gaptra stipendio epensione, gap daintegrare con unadeguato pianodi previdenzacomplementare.Una decisionei m p o r t a n t e ,quella di pianifi-cazione del pro-prio “futuro pen-sionistico”, cheora, con la sceltasulla devoluzionedel Tfr, tocca davicino le aziendee i lavoratori di-

pendenti, ma che deve sensibiliz-zare quanto prima anche i lavo-ratori autonomi.Oltre al calcolo del gap pensioni-stico, Romagna Est svolge un am-pio ruolo di consulenza sull’ade-sione al Fondo Pensione Aureoche, con i suoi quattro compartidi investimento, consente di per-sonalizzare al meglio la scelta infunzione degli anni che mancano

al pensionamentoe della propensio-ne al rischio delsingolo lavorato-re.

LA TUA PEN-SIONE: SCEGLIOGGI …PEN-SANDO AL DO-MANI.

Maggiori informa-zioni sono disponi-bili presso tutti glisportelli di Roma-gna Est Banca diCredito Cooperati-vo.

Si saprà entro luglio che fine farà ilParco della musica. Dall’assembleadella società, che si è riunita il 19maggio, non sono scaturite grosse no-vità. Ci sarebbe l’interesse di investi-tori arabi che si sono fatti avanti conuna banca sammarinese e che sta-rebbero valutando il progetto, ma sele loro intenzioni non si concretizze-ranno entro due mesi circa, l’area di120 ettari tornerà ad uso agricolo.In questa situazione di assoluta incer-tezza, con una amministrazione co-munale che non sembra spingere perportare in porto l’opera, il sindaco hanominato – in quota alla maggioran-za di centrosinistra – nel cda del Par-co della musica il repubblicano Gior-gio Mosconi (al posto del dimissiona-rio Fabrizio Ramilli della Margheri-ta). Mosconi da due anni è responsa-bile di filiale della Banca popolare diAncona a Bellaria e alle ultime am-ministrative era candidato con la Li-sta della città e con un programmaelettorale alternativo a quello del cen-trosinistra.

E’ stato il sand volley a dominare l’ul-timo weed end bellariese: 1500 bea-chers provenienti da tutta Italia (gliorganizzatori hanno dovuto chiude-re le iscrizioni per il tutto esaurito),si sono sfidati nella XIV edizione del4x4 Città di Bellaria Igea Marina,manifestazione tra le più attese del-la stagione, promossa da Kiklos con ilpatrocinio del Comune di BellariaIgea Marina. Le fasi preliminari sonoiniziate venerdì: 224 le squadre par-tecipanti (112 maschili e 112 fem-minili) che si sono sfidate per l’ingres-so al torneo rosso al quale accedonole prime classificate dei gironi, la-sciando alle altre la consolazione deltorneo blu. Grande gioco anche nel-la giornata di sabato, mentre la do-menica è stata interamente dedica-ta alle fasi finali. Tutto qui? No, per-ché quello organizzato da Kiklos nonè un torneo come gli altri. Dopo leestenuanti fatiche sui campi di Vol-ley ci si ritrova tutti insieme, vinci-tori e vinti, campioni e non, a diver-tirsi e a far baldoria insieme.

Il 2 giugno a Bellaria MonteFesta della Repubblica il 2 giugno aBellaria Monte. La organizza il Co-mitato turistico della zona e l’even-to (già arrivato alla quarta edizio-ne) si tiene nella Fattoria Belvederedi Giulio Troiani, in via Belvedere40. Gli ingredienti ci sono tutti pertrascorrere una giornata serena epiacevole: burattini, musica e bal-li, danze popolari, l’ottimo pinzimo-nio di Bellaria Monte e il generosoSangiovese. Per finire, spettacoloserale con Sgabanaza e le sue bar-zellette.Lo stand gastronomico è in funzionea pranzo (ore 12.30) e a cena (ore19) e il menu è a base di prosciutto emelone, strozzapreti al pesce, taglia-telle al ragù, trippa, fritto misto,patate fritte, piadine farcite e fra-gole con panna. Un bel binomio quel-lo pensato dal Comitato turistico diBellaria Monte, che ha voluto unirela festa della Repubblica, cioè la me-moria del referendum istituzionaleche portò alla vittoria della repub-blica sulla monarchia, con la festadei sapori della campagna.

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Una media di 140-150 litri di latteal giorno. Ecco quanto distribuiscein un giorno la ‘mucca’ di Bellaria.Stiamo parlando del distributoreautomatico di latte crudo di via deGasperi, attivo dal 3 febbraio scorsoe partito con punte di 250 litri di-stribuiti giornalmente, poi assestatisui valori sopra citati, mantenendocomunque alta la media di consu-matori nel bellariese. Un sistema divendita innovativo quello della di-stribuzione diretta del latte non pa-storizzato che, dopo essersi afferma-ta in molti paesi europei, si sta esten-dendo a macchia d’olio e con succes-so anche in Italia. E che, come ogninovità, ha necessitato nei suoi pri-mi mesi di vita di qualche ‘taratu-ra’. A quale consumatore non è ca-pitato, nei mesi scorsi, di vedersi unabottiglia poco piena o, al contrario,trovarsi con un esubero di latte, tan-to da sporcare mani e bottiglia? Muc-ca dispettosa? No, un semplice pro-blema di regolazione della quantitàerogata. Ce lo spiega Franco Trom-betta, agronomo, che con i fratelliLanciotti cura il servizio di traspor-to del latte e di gestione della mac-china distributrice. “Il latte è pro-dotto dall’azienda agricola Tosi diPietracuta, alla quale forniamo incomodato la macchina erogatrice eper cui gestiamo il trasporto del lat-te. Il problema che si è verificato è inrealtà già stato risolto con l’applica-zione di uno sfiato per l’aria, e unaltro piccolo accorgimento sarà mes-so a punto a giorni. Infatti, il proble-ma della quantità era legato allapressione dell’aria dentro la cister-na: alla diminuzione del livello dellatte, la pressione diminuiva, rallen-

9 Il Nuovosocietà

Una “mucca” da 150litri di latte al giorno

E’ il distributore in funzione in via De Gasperi,vicino al Comune. Ottimo il latte, non pastorizza-to, che arriva da Pietracuta.

di Elisabetta Santandrea

tando l’erogazione e di conseguenzavariando anche la velocità del con-talitri”. Anche se detta così sembrafacile, ma forse comprensibile a noiprofani in materia di sbalzi nei con-tenuti dei grassi, alta qualità e pro-teine anti-microbiche. “Il latte cru-do è latte non pastorizzato - spiegaTrombetta - che, refrigerato a 4 gra-di, mantiene una carica battericabassa mantenendo invariate le qua-

lità nutrizionali, adatto al consumoanche da parte di chi soffre di intol-leranze. La cisterna del distributorepuò contenere fino a 400 litri di lat-te, il quale viene cambiato ogni 24ore, festivi compresi, mentre setti-manalmente sono eseguiti i control-li di prassi su campioni di latte e tam-poni eseguiti sulle macchine dall’Isti-tuto di igiene e profilassi”. Insomma,alta qualità non solo del prodotto, che

rispetta in quanto tale determinati‘range’ nel contenuto di grassi e pro-teine, ma anche nel servizio, cheobbedisce a tutti i dettami a rigor dilegge. Ma da dove proviene nello spe-cifico il latte del distributore di Bel-laria? “Da un’azienda che si estendefra Pietracuta, Saiano e San Paolo,che è attiva nel settore dagli anni’60, produce oltre 8 mila litri di lat-te di ‘alta qualità’ al giorno e ha in-trapreso un percorso di crescita im-prontato alla qualità, investendoanche nell’energia prodotta da fontirinnovabili, tanto da realizzare re-centemente un impianto fotovoltai-co da 49,5 Kw”. Insomma, un’azien-da all’avanguardia che per il futuroha messo in calendario i lavori dicostruzione di un impianto a biomas-se per la produzione di biogas, dienergia elettrica e acqua calda, nelrispetto della massima riduzione del-l’impatto ambientale degli alleva-menti. “E’ un ambiente interessan-te da visitare - conclude Trombetta -per cui mi sono rivolto anche all’as-sessore alla scuola per poter inserireuna visita guidata all’azienda nelpercorso scolastico”. Assessore che,per ora, non ha dato risposte in me-rito. Data l’importanza che di questitempi viene attribuita al ‘biologico’,al ‘verde’ e al rispetto degli ecosiste-mi anche nel nostro paese, che hafatto del ‘mattone verde’ il suo fioreall’occhiello, ci si augura che allenuove generazioni venga data l’op-portunità di toccare con mano unaltro ‘mondo possibile’.

Il distributore automatico di latte cru-do in via De Gasperi a Bellaria.

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Il NuovoGiornale di Bellaria Igea Marina

Quindicinale

Direttore responsabile:Claudio Monti

Registrazione:Tribunale di Rimini n. 12/2004

Direzione e Redazione:via Orazio n. 101

Tel. e Fax: 0541-33.14.43

E-mail: [email protected]

Stampa:La Pieve Poligrafica Editore

Villa Verucchio srl(Villa Verucchio)

Società Editrice:Editoriale Nuova Comunicazione srl

Pubblicità: Tel. 0541-33.14.43Tiratura: 7000 copie. Chiuso in

tipografia il 21.05.2007

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11 Il Nuovoil concorso

Via Torre n. 38 Bellaria - Tel. 392.6516232

Il regolamento del concorso fotografico del “Nuovo”

mostra di Maurizio aRimini Wellness (Polo

Est)

1. Il Nuovo giornale di Bellaria IgeaMarina organizza il concorso foto-grafico “Il bello e il brutto di BellariaIgea Marina”, per immagini a colorio in bianco-nero, anche rielaboratein forma digitale.2. La partecipazione al concorso ègratuita e aperta a tutti, senza alcu-na limitazione, salvo per i membridella giuria, i soci e le persone chesvolgono attività redazionale per ilgiornale. Per partecipare è sufficien-te inviare le proprie fotografie (mas-simo 3 per sezione del concorso) cor-redate di:- nome, cognome, indirizzo e telefo-no/email dell’autore;- titolo ed eventuale didascalia;- luogo (comunque ristretto al nostroterritorio comunale) e data delloscatto.3. Il concorso si divide in due sezioni.La prima, denominata “Scintille dibellezza a Bellaria Igea Marina,”,mirerà a far emergere angoli e vi-suali affascinanti del nostro territo-rio comunale. La seconda, denomi-nata “La Bellaria Igea Marina chenon vogliamo”, mira a denunciaresituazioni di degrado, di incuria e di“bruttezza” in generale. Per ogni se-zione, il premio a disposizione è di1000 euro. Bellezza e bruttezza van-no intese quali proprietà non soloambientali, ma proprie dell’identi-tà del paese, ovvero nel loro signifi-cato più ampio.4. L’invio delle foto potrà avvenire apartire da subito fino al 15 novem-bre 2007. Potranno essere inviatein formato elettronico (Jpeg, max1600x1200 pixel e max 1 mega)oppure cartaceo. Potranno altresìessere scattate da macchina fotogra-fica tradizionale, digitale o da cellu-lare e potranno essere ritoccate al

computer.5. Le foto in jpeg dovranno essere invia-te via email a [email protected] foto in formato cartaceo presso la re-dazione: Il Nuovo, via Orazio, 101,47813 Bellaria Igea Marina.6. La premiazione avverrà in occa-sione dell’ultimo numero di pubbli-cazione de Il Nuovo dell’anno 2007(primi di dicembre), nel quale ver-ranno indicati anche i vincitori stes-si. Verranno dati ulteriori raggua-gli sul giornale relativi alle forme diconsegna dei premi e sulle eventua-li iniziative correlate.7. Le foto pervenute potranno esserepubblicate, fin da subito, sul sito deIl Nuovo in un’apposita sezione. IlNuovo si riserva tempi e scelta dellefoto da pubblicare.8. I concorrenti garantiscono di ave-re la proprietà esclusiva del mate-riale presentato; di essere intera-mente titolari dei diritti d’autore

(copyright) delle opere presentate;garantiscono inoltre che i loro dirit-ti di proprietà e d’autore (copyright)del materiale presentato non sonogravati da alcun atto che ne limitil’efficacia, come ad esempio trasfe-rimenti, licenze o simili e che, qua-lora si tratti di materiale commis-sionato per uso privato e domestico,esso viene presentato con l’approva-zione del soggetto che ha commissio-nato l’opera.9. I concorrenti garantiscono di ave-re ottenuto il rilascio delle adeguateliberatorie dalle eventuali personeritratte nelle fotografie presentate e,in ogni caso, liberano Il Nuovo daqualsivoglia responsabilità relativaall’oggetto ritratto.10. I concorrenti autorizzano Il Nuo-vo a riprodurre il materiale presen-tato per l’uso che il giornale ritengapiù opportuno.11. I fotografi rinunciano al loro di-

ritto di restituzione delle fotografie.Tutte le immagini vengono inviatea rischio dei fotografi e gli organiz-zatori declinano ogni responsabilitàrelativa a perdite o danneggiamen-to di fotografie presentate per il con-corso (per qualsivoglia motivo), non-ché per qualsiasi altra perdita o dan-no da esso derivanti.12. Le immagini verranno giudica-te per la loro creatività, per comedescrivono con successo i temi chia-ve indicati e per la qualità tecnicaed estetica.13. La decisione dei giudici è inap-pellabile e non potrà essere oggettodi discussioni né di corrispondenza.14. I giudici si riservano il diritto dinon assegnare alcun premio.15. I giudici si riservano il diritto didichiarare nullo qualsiasi materia-le presentato e/o l’intero concorso ouna singola categoria qualora nonvi siano materiali che soddisfino glistandard richiesti.16. La giuria è composta da: (...).Stiamo predisponendo una qualifica-ta giuria. Ne verrà data comunicazio-ne nei prossimi numeri de Il Nuovo(prima della pausa estiva) ed i nomi-nativi diverranno parte integrante delpresente regolamento.17. Il giudizio della giuria è insinda-cabile ed inappellabile. La parteci-pazione al concorso implica l’accet-tazione del presente regolamento.18. Il Nuovo, ai sensi dell’art. 10 del-la legge 675/96 (tutela delle perso-ne e di altri soggetti rispetto al trat-tamento dei dati personali) informai concorrenti che il trattamento deiloro dati personali, avrà lo scopo, ol-tre che di individuare i vincitori, diidentificare gli autori delle fotogra-fie nelle varie occasioni in cui que-ste saranno esposte o pubblicate.

Ci sono fotografie che svelano larealtà più di fiumi di parole. Il gran-de giornalista Tiziano Terzani, in-viato per il Corriere della Sera e Re-pubblica, morto nel 2004, raccon-tò una volta l’intervista che nonriuscì a scrivere, quella con lo scrit-tore cinese Bai Hua: “Io parlavo,prendevo nota, cercavo di far direa Bai Hua quel che lui non potevané voleva dire troppo chiaramen-te e Liu, tranquillo in un angolobuio della stanza, come se non ci

Liu Heung Shing: “Pausa per una sigaretta nella Piazza Tian An Men”, Pechi-no, 1982. In: “Cina dopo Mao. Chiedi la verità ai fatti”, Jaca Book, 1987.

Il bello e il brutto di Bellaria Igea Marina in uno scatto: in palio 2mila eurofosse, lo fotografava. Io non riusciia scrivere nulla, Liu tirò fuori quel-lo splendido ritratto di un uomo cheesce forte, determinato dalla pe-nombra di una cella... Con me BaiHua era riuscito a censurarsi, conla macchina di Liu non aveva po-tuto”. Liu Heung Shing è un famo-so fotoreporter cinese dellaAssociated Press che ha scattato fo-tografie diventate storiche, soprat-tutto quelle che descrivono la Cinadopo Mao (sua è anche la foto in

questa pagina). Chissà che dal con-corso fotografico del Nuovo non escaun altro Liu. Sia che la pensiatecome Terzani, sia che siate mossisolo dal desiderio di provarci e disondare la vostra vena artistica,questo concorso fa per voi. Nessu-no escluso. La nostra idea è quelladi mettere a tema la città per co-glierne il bello e il brutto. Come cia-scuno li vede e li interpreta. Con lamassima libertà e con ogni mezzo:con la macchina fotografica tradi-

zionale, digitale o con il telefonino.Il regolamento integrale pubblica-to qui sotto, spiega nei dettagli lemodalità di partecipazione al con-corso. A breve comunicheremoanche i nomi dei membri della giu-ria.Sul sito internet del Nuovo dare-mo da subito spazio alle vostre fo-tografie, con una sezione apposita.Pronti, via! Ci sono milioni di par-ticolari, situazioni, fatti belli ebrutti da immortalare. (c.m.)

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il caso 12 Il Nuovo

Tutta l’informazione turistica con un touchPaolo e Francesco Crociati hanno ideato un software che,con un solo monitor touch screen, permette di accederein pochi istanti a una miniera di notizie utili al turista. Edi limitare i depliant che ingombrano le reception.

Surfing information “parla” quattrolingue.

Paolo e Francesco Crociati di Igea Ma-rina.

I bureau degli hotel spesso debordanodi depliant e brochure. Ci sono quellicon le informazioni sulla città, altri suiparchi, le escursioni, le città d’arte, ilocali notturni, i divertimenti per i piùpiccoli e chi più ne ha più ne metta. E’il famoso effetto bazar. Paolo e France-sco Crociati, di Igea Marina, un alber-go ce l’hanno e questo inconveniente loconoscono bene. E così sei anni fa si sonomessi a lavorare a qualcosa che risol-vesse anche questo genere di proble-ma. Perché oltre a gestire l’albergo fa-miliare (Villa Lucia) in estate, France-sco e Paolo hanno anche le competenzegiuste: uno fa il grafico e l’altro è unesperto di elettronica. Insieme hannomesso a punto un “prodotto” innovati-vo (“speriamo non troppo”, ripetonoloro) che si chiama “Surfing informa-tion”, cioè navigare l’informazione.Bastano un monitor sensibile al tocco(il cosiddetto touch screen) e un com-puter nel quale installare il softwareche loro stessi hanno creato. Ed eccoche si potrebbe fare a meno di tutta lacarta che ingombra la hall, o almenose ne potrebbe eliminare la gran par-te, e in più fornire un servizio rapido ediscreto. Il cliente scende le scale e pri-ma di uscire si ferma qualche minutodavanti allo schermo. Non serve ave-re dimestichezza con il personal com-puter, non ci sono mouse né tastiere.Da solo, toccando con un dito i vari pul-santoni del touch screen, il cliente con-sulta gli appuntamenti del giorno piut-tosto che il menù dell’albergo, si infor-ma su ciò che offre la spiaggia, verificale opportunità proposte da musei e cit-

tà a portata di escursione, oppure sidocumenta sulla più vicina farmaciao guardia medica. Il tutto in quattrolingue (italiano, francese, tedesco e in-glese) e con la semplicità di un giocoper bambini.“L’idea ci è venuta nel 2001”, raccon-ta Francesco. “Ci abbiamo lavoratomolto e l’anno seguente eravamo pron-

ti col primo prototipo che abbiamo su-bito messo alla prova. Poi l’abbiamoincrementato ed oggi il prodotto è pron-to per essere messo sul mercato”. Fral’altro a prezzi abbordabilissimi: sof-tware e monitor touch screen costanointorno ai mille euro. La spesa sale dipoco se ci si deve dotare anche del com-puter. L’albergatore non deve fare nul-

la se non scegliere una comoda posta-zione per il “Surfing information”.L’unica sezione che dispone di conte-nuti da aggiornare, cioè l’archivioeventi, si aggiorna da sé collegandosiad internet.“Il segreto sta nella semplicità, nell’es-senzialità e nella velocità di consulta-zione”, spiega Paolo. “Il turista devepoter avere in pochi istanti le notizieessenziali e questo è il criterio che ab-biamo seguito”. All’interno migliaia difoto, video di ottima qualità, notizieche potrebbero far apprezzare questosistema informativo anche all’inter-no degli Iat. Oppure piazzato in qual-che punto strategico della città, adesempio una stazione. O magari neicampeggi, dove il materiale cartaceospesso non si sa dove metterlo, e neglistabilimenti balneari. Oltre a questiluoghi e alle strutture ricettive, sa-rebbe probabilmente utilissimo, ov-viamente modificato nei contenuti, inuna delle tante fiere turistiche in Ita-lia e all’estero. Anche perché i conte-nuti possono essere studiati su misuraa seconda delle esigenze. “Esempi ana-loghi applicati alle informazioni turi-stiche non credo esistano”, dice Fran-cesco. “In America queste tecnologiesono molto utilizzate ma lo stesso nonsi può dire ancora per l’Italia”. Le bi-glietterie automatiche nelle stazioniferroviarie funzionano con il touchscreen, ma è tutto più complicato del“Surfing information”.Per approfondire i l tu t to è onl ine anche il s i to internetwww.inshake.com

Una schermata del touch screen di “Surfing information”. Le informazioni sono tantee di facile consultazione, basta toccare i “pulsanti” del monitor con un dito.

REVISIONE PERIODICA VETTURE E VEICOLI COMMERCIALIVENDITA E ASSISTENZA

Bollinoblu

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La bruttezza è... rotondaChi esce a Rimini nord e si dirige verso il mare, incon-tra rotonde da paura: erba alta, senza nessuna carat-terizzazione, abbandonate da tutti. I bellariesi che con-tano nei Palazzi istituzionali, non vedono?

VIA TEANO, 26VIA TEANO, 26VIA TEANO, 26VIA TEANO, 26VIA TEANO, 26

ambiente 13 Il Nuovo

Le rotonde che collegano la provinciaa Bellaria Igea Marina sono orrende.E’ ancora una volta una nostra lettri-ce a darci questo suggerimento. Midice: “Hai visto come è tenuta la ro-tonda tra via Tolemaide e via Raven-na?”Abbiamo simulato l’arrivo di un ipo-tetico turista dall’A14 a Igea. E’ soloun esempio perché quanto emergevale anche ovviamente per Bellaria,ma pure per tutta la riviera. Provatea guardare le immagini che abbiamomesso sul nostro sito, nella sezione“foto” (www.ilnuovo.rn.it/foto.html)e di cui qui ne riportiamo alcune. Pri-ma la rotonda più a monte (la primache si incontra venendo dall’autostra-da) e poi quella già nominata. Sonol’ingresso non solo per Bellaria IgeaMarina ma per tutta la costa, eppuresembrano appartenere ad una deso-lata campagna abbandonata da tut-ti.Chiediamo troppo se desideriamo checura e bellezza caratterizzino gli in-terventi delle autorità competenti?Tra l’altro - ci suggerisce sempre lanostra lettrice - davanti ad una diqueste rotonde, quella tra via Raven-na e via Tolemaide, ci passano anche

bellariesi che hanno voce nei Palazzi.Il presidente della provincia, NandoFabbri e l’assessore Marcella Bondoni,la percorreranno almeno un paio divolte al giorno. Non vedono? Non sisentono implicati? A prescindere dachi sia il responsabile degli interven-ti, ovvero il Comune di Rimini, per-ché non premono affinché chi di dove-re intervenga e renda l’entrata a Ri-mini, Viserba, Igea, Bellaria, ecc. de-gna di un paese civile (non osiamo diredella riviera capitale del turismo eu-ropeo)?Non è questione di poco conto.Due infatti sono le considerazioni dafare. La prima sta nel fatto che la bel-lezza e la cura del territorio non posso-no essere la cenerentola di tutte le scel-te politiche. Se da una parte ci si riem-pie la bocca di queste parole, poi acca-

de che nessuno su questo agisca. Labellezza potrebbe essere il segno di unasvolta politica per la crisi del nostroterritorio.La seconda consiste nella semplice con-statazione che tale cura significa ilprimo modo di accogliere il turista.Abbiamo finito il nostro breve viag-

gio sconsolati e preoccupati. Che im-patto infatti ha, per un turista che giànon conosca l’ospitalità dei nostri al-berghi ed esercizi, tale “porta d’entra-ta” alla riviera? In che paese gli parràd’entrare? Già qui si gioca la partitadella riqualificazione turistica ed am-bientale. D’altra parte c’è chi fa di-versamente. Se uscite in autostrada aRiccione, per fare un esempio, incon-trate numerose rotonde. Proprio comedopo l’uscita di Rimini Nord. Eppure,lo sforzo di creare degli elementi pia-cevoli e identitari lì c’è.Tanto più, alla luce di questo, le no-stre rotonde ci fanno proprio girare le….

Emanuele Polverelli

Si trova in queste condizioni la prima rotonda che incontra chi esce dall’auto-strada a Rimini nord.

Se la passa anche peggio la rotonda sulla statale, all’ingresso di Igea Marina eBellaria, ma che possono ammirare anche tutti coloro che si recano in Fiera.

Questa è la rotonda di via Pertini, proprio in zona turistica: non è che brilli.

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Il Nuovo14direttore ti scrivo

Rino Savini, la darsena, i“tavoli”, le categorie e...

Per scrivere al direttorefax: 0541.331443; e-mail: [email protected]; posta: via Orazio

101, 47813 Igea Marina. Tel. redazione: 0541.331443

Lettera aperta al presi-dente della CCILS

“Chi è senza peccato scaglila prima pietra”.... e giù sas-si!

Come nella migliore tradizione dei filmwestern, i buoni da una parte ed i cat-tivi..... sempre gli indiani!A Bellaria Igea Marina, la colpa dellecose che non vanno è sempre della po-litica, come se, a votare qui, da cin-quant’anni ai giorni nostri, gli eletto-ri siano venuti da Savignano o SanMauro Pascoli.Leggo con interesse Il Nuovo che, a mioavviso, offre spesso interessanti spun-ti giornalistici mentre, alcune voltesembra partigiano a prescindere.L’intervista a Rino Savini ad esempiova nel solco tracciato dal convegnopromosso dall’Emisfero “Il turismo aBellaria nel 2020”: i buoni da unaparte, i cattivi dall’altra, in mezzo iltormentone della darsena.Tutti volevano, ma non hanno potu-to, per quei cattivi dei politici.E mi viene in mente il dato riferitodal Presidente della Romagna Est:mentre fino a qualche anno fa tra iresidenti era prevalente la quota de-gli imprenditori sui dipendenti, oggiil rapporto si è rovesciato.Come interpretiamo questo dato?In che modo e perché si determinava-no gli orientamenti e le maggioran-ze?E’ evidente che a Bellaria Igea Mari-na c’è chi ha giocato su più tavoli, striz-zando sovente l’occhio alla politica, al-trimenti non si spiega l’orgia di con-domini che dà alla città una fisiono-mia forse irreversibile.Adesso caviamo dal cilindro dell’illu-sionista l’idea del “tavolo nuovo chetenga insieme amministrazione, mon-do economico e società civile” che rap-presentano la metafora aggiornatadella neo nobiltà, della borghesia e del-la plebe.Siamo al Gattopardo!Dov’è la novità? O, come va di modadire adesso, il segno di discontinuità?Politici ed imprenditori fanno partedella società civile o sono un’altracosa?Significa qualcosa che quasi il 38%della società civile non ha votato alballottaggio delle ultime elezioni am-ministrative?La sensazione che le iniziative a Bella-ria Igea Marina siano a episodi e nonparte di un disegno organico è tangi-bile.Parco della Musica: l’effetto annuncio

si è esaurito con il capitale della socie-tà di promozione.Darsena: dagli all’untore Giovanar-di! E pensare che c’era chi voleva met-tere in risalto il conto alla rovescia deltipo “mancano x giorni all’inizio deilavori” con tanto di tabellone lumino-so!Mare d’inverno: spostiamoci in zonelibere.Piano spiaggia: progetto dell’architet-to Portoghesi; ci ha fatto sognare Du-bai.Ferrovia: la spostiamo, la interriamo?Non ci resta che preg..are!Con tutto questo pensiamo di riparti-re da un tavolo invece che da Sarkozy?

Giuseppe Caputo, Nuova Civica

Sa cosa mi stupisce un pochino? Quel tonodi leggera ma radicata insofferenza verso ilmondo economico che traspare dalla sualettera. Mi colpisce che questo esca da un“civico”. Il civismo che non sia una semplicelibertà dai vincoli e dalle regole della politica(con i connessi rischi di voltagabbanismocongeniti), e in buona sostanza che non siriduca al passare in un batter d’ali (o in unoschiocco di darsena) dalla opposizione durae pura ad una sintonia con il potere costituitodegna del miglior doroteismo, dovrebbe ave-re ben chiaro questo concetto che è già og-getto di studi accademici e che va sotto ilnome di “amministrazione condivisa”: per iproblemi che il nostro tempo sta vivendo, nelmigliore dei casi la politica non basta più agovernare un territorio. Amministrazione con-divisa vuol dire mettere in interazione i trevertici del triangolo: le amministrazioni pub-bliche, le imprese e le organizzazioni dellasocietà civile. Da noi al massimo si blateradi “città coesa”, di concertazione con le ca-tegorie e con la società civile. Ma i grandiprogetti procedono (seppure al ritmo stop-and-go) col metodo del dirigismo pubblico:nell’affare della darsena vuol decidere la po-litica, punto e basta. E poco importa che quan-do poi la frittata è fatta la politica scenda apatti, con l’unico obiettivo di evitare che loscontro non degeneri in debacle alle prossi-me elezioni amministrative.Ecco il motivo del tavolo: senza i tre verticidel triangolo oggi un territorio non ha la forzaper competere. A me personalmente, poi, lapolitica che si muove come un bulldozer,spianando ogni ostacolo, in un affare nobilequanto si vuole ma anche miliardario, fa sor-gere qualche sospetto. E per crescere in-sieme e fugare i sospetti, un tavolo che ten-ga insieme amministrazione, imprenditori esocietà civile, è l’ideale.Prima che per il voto a favore del progetto

Caro presidente RemoScano, mi chiamo MarioNeri, socio svantaggiato del-

la Cooperativa Ccils e vorrei con que-sta mia già precedentemente annun-ciata, discutere con lei di situazioni al-quanto anomale che si verificano nelpaese, senza comunque – e mi devecredere – nessun sentimento distrut-tivo, né spirito di contesa o di rivalsa,ma per poter aggiungere e migliora-re quanto Ccils e amministrazionestanno facendo. Ma con la speranza diuna sua risposta pubblica nel meritodella questione.Signor presidente, vorrei parlare delservizio spazzamento di cui io mi oc-cupo da diverso tempo e con divise di-verse, arrivando però nel tempo e nelmerito riconosciuto (grazie a due capiarea di Hera) a periodi lavorativi ac-cettabili. Ma che oggi per tutta unaserie di strategie e disfunzioni centra-li mi costringono e ci costringono a con-

dizioni inaccettabili per chi ha l’onoredi chiamarsi lavoratore. Cercherò diessere più preciso proseguendo.Orbene, signor presidente, lei sa cheHera, titolare dell’appalto qui aBellaria, tiene per sé detto servizio nelperiodo invernale (1/1 – 30/4)avvalendosi però di operatori manua-li presi da cooperative sociali (Olmo,coop. di Rimini e, appunto, Ccils diBellaria). E’ evidente che Olmo nelcompiere il suo servizio utilizzi il pro-prio personale a scapito degli operato-ri di Bellaria e bellariesi (chi vuol ca-pire capirà), ma anche la commessalasciata a Ccils viene ripartita tra isoci in maniera alquanto discutibile(niente viene considerato e anche inquesto caso chi vuol capire capirà),per cui si hanno persone che lavoranotutto il periodo, chi un mese, chi duemesi e chi invece sta sempre a guar-dare dalla finestra. Poi arriverà l’estate(periodo importante ma anche fatico-so e impegnativo) con conseguenteapertura di altri servizi e conseguen-te spostamento di operatori da servi-zio a servizio. Ma arriverà anche Colas(cooperativa di Ravenna) con le suestrategie, operatori (ma anche tantilamenti e mugugni) e carenze di ognitipo, dal periodo 1/5 – 31/12. E alloraanche per chi stava alla finestra forsearriverà la possibilità di un contrattodi 3-4 mesi, a fare poi da baby sitter aquelle squadre improvvisate e pocopratiche. Se poi tutto andrà bene ar-riverà un rinnovo di contratto per 1-2 mesi nel periodo autunnale (vedi fo-glie, sempre importante e faticoso) perpoi tornare a guardare dalla finestra,il tutto per un compenso di 800-850euro mensili, nessuna indennità didisoccupazione, né speranze future dicontinuità, né pensionistiche.Vorrei altresì far presente a lei, signorpresidente (e a chi vorrà intervenire)che tale situazione porterà qui aBellaria, paese ormai invaso e con nes-sun potere decisionale, unadequalificazione di tutti i servizi offer-ti, e questo per una legge puramentematematica: chi dà poco o niente, giu-stamente riceverà poco o niente.Voglio terminare augurando a lei, si-gnor presidente, e a chi vorrà inter-venire, solo un buon lavoro nell’atte-sa di una sua pubblica risposta e nellasperanza di non perdere come in pas-sato il mio status di socio lavoratoresvantaggiato di Ccils (sarebbe la forzadei deboli).

Mario Neri

sulla darsena, col quale il 6 luglio scorso èstata salvata una maggioranza che stava esta insieme solo per la darsena, mi ha im-pressionato negativamente la rinuncia di Gio-vanardi a comportarsi da civico (nel sensoche ho cercato di spiegare sopra). A confer-ma che non basta chiamarsi lista civica peresprimere una cultura “civica”.So bene che esiste una imprenditorialità im-produttiva, che vive della cosiddetta rendita(ma la cultura della rendita è anche quella deimotori immobiliari. Facile fare gli imprendito-ri con gli “scambi”: vi costruisco la darsenase mi fate costruire 400 appartamenti), ed unaimprenditorialità produttiva: la prima danneg-gia il paese, la seconda lo fa crescere. Inquesta città c’è stata (come insegna l’intervi-sta a Savini) e c’è una imprenditorialità pro-duttiva che è stata ed è soffocata dalla politi-ca. Il convegno che lei cita indica che uno deitre vertici del triangolo svolge un ruolo co-struttivo a tutto vantaggio del paese.Partigiani lo siamo tutti (l’unico giornale “og-gettivo” si chiama Gazzetta Ufficiale), l’im-portante è cercare di fornire ragioni delle opi-nioni che “vendiamo”. La classe politica checi governa (e le assicuro che non ne facciouna questione di colori) è vecchia e va supe-rata anche perché sul progetto più importantedi questa città non ha saputo fornire ragioni.L’ha imposto, ha vinto (nella prima fase), manon ha convinto. W Sarkozy! Che ha vintoperché ha convinto. (c.m.)

Page 15: Ieri una squadra da sogno! Oggi la salvezza. E domani? · quell’Arrigo Sacchi diventato allena-tore proprio sul nostro campo. “Tre anni fa – racconta Luca Zamagni, fi-glio di
Page 16: Ieri una squadra da sogno! Oggi la salvezza. E domani? · quell’Arrigo Sacchi diventato allena-tore proprio sul nostro campo. “Tre anni fa – racconta Luca Zamagni, fi-glio di