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A cura di Alberto Mucci Supplemento al numero 218 di LUGLIO- AGOSTO 2004 di MEDIA DUEMILA L a televisione digitale terrestre si sta diffondendo celermente. Diventa realtà, giorno dopo giorno. Nel settembre 2002, il Quaderno di Telèma dedicato a questa “rivoluzione” parlava di “transizione in atto”. I tempi sono stati “bruciati”. Quella che l’Autorità Garante per le Comunicazioni ha definito “la più importante innovazione tecnologica nella storia delle telecomunicazioni” è passata dalla fase della “sperimentazione” all’applicazione operativa. Ripercorriamo le tappe. Fino alla fine dello scorso anno, il digitale terrestre era un prodotto di laboratorio. I ministri europei delle Comunicazioni, riuniti a Cernobbio (24-25 ottobre) in una delle tante iniziative sviluppate nel semestre di presidenza italiana dell’Ue, parlavano di “parco del futuro” a proposito di sistemi, di decoder, di programmi e di servizi per i cittadini. Un “futuro” che diventa presente. Le applicazioni, da allora, si sono succedute. Il primo dicembre 2003 Mediaset ha cominciato le trasmissioni. Il 3 gennaio 2004 la RAI, celebrando il cinquantesimo della TV, ha inaugurato dai suoi studi di Milano le prime trasmissioni regolari. Nel contempo ha iniziato l’operatività il Fondo di 110 milioni di euro previsto dalla Finanziaria 2004 che eroga un contributo fino a 150 euro a chi acquista un decoder per ricevere i segnali del digitale terrestre. La procedura per accedere al Fondo, tramite le Poste Italiane, è rapida L’effetto volano di questo Fondo si sta dimostrando positivo. La sperimentazione privata, quella che le emittenti fanno utilizzando le rispettive loro frequenze, è partita. È in corso di attuazione quella pubblica. L’interesse fra gli utenti è in crescita, alla luce delle multiformi applicazioni del digitale terrestre. Molte sperimentazioni sono in atto. Questo “Quaderno”, curato come sempre dalla Fondazione Bordoni (la Fondazione ha la supervisione tecnica della sperimentazione pubblica) si propone, con il contributo di esperti, di fare il punto della situazione: dall’analisi dell’offerta televisiva, alle prospettive di mercato (la scadenza, come è noto, per la diffusione del digitale terrestre è stata fissata al 2006) agli aspetti produttivi, al ruolo delle associazioni di categoria. Un insieme di voci a conferma del profondo cambiamento nell’utilizzo della TV che abbiamo cominciato a vivere. IL DIGITALE TERRESTRE ACCENDE I MOTORI I quaderni di

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A cura di Alberto Mucci

Supplemento al numero 218 di LUGLIO-AGOSTO 2004 di MEDIA DUEMILA

L a televisione digitale terrestre si sta diffondendo celermente. Diventa realtà,giorno dopo giorno. Nel settembre 2002, il Quaderno di Telèma dedicato aquesta “rivoluzione” parlava di “transizione in atto”. I tempi sono stati

“bruciati”. Quella che l’Autorità Garante per le Comunicazioni ha definito “la piùimportante innovazione tecnologica nella storia delle telecomunicazioni” è passatadalla fase della “sperimentazione” all’applicazione operativa.

Ripercorriamo le tappe. Fino alla fine dello scorso anno, il digitale terrestreera un prodotto di laboratorio. I ministri europei delle Comunicazioni, riuniti aCernobbio (24-25 ottobre) in una delle tante iniziative sviluppate nel semestre dipresidenza italiana dell’Ue, parlavano di “parco del futuro” a proposito disistemi, di decoder, di programmi e di servizi per i cittadini.

Un “futuro” che diventa presente. Le applicazioni, da allora, si sono succedute.Il primo dicembre 2003 Mediaset ha cominciato le trasmissioni. Il 3 gennaio2004 la RAI, celebrando il cinquantesimo della TV, ha inaugurato dai suoi studidi Milano le prime trasmissioni regolari. Nel contempo ha iniziato l’operatività ilFondo di 110 milioni di euro previsto dalla Finanziaria 2004 che eroga uncontributo fino a 150 euro a chi acquista un decoder per ricevere i segnali deldigitale terrestre. La procedura per accedere al Fondo, tramite le Poste Italiane, èrapida L’effetto volano di questo Fondo si sta dimostrando positivo.

La sperimentazione privata, quella che le emittenti fanno utilizzando lerispettive loro frequenze, è partita. È in corso di attuazione quella pubblica.L’interesse fra gli utenti è in crescita, alla luce delle multiformi applicazioni deldigitale terrestre. Molte sperimentazioni sono in atto.

Questo “Quaderno”, curato come sempre dalla Fondazione Bordoni (laFondazione ha la supervisione tecnica della sperimentazione pubblica) sipropone, con il contributo di esperti, di fare il punto della situazione: dall’analisidell’offerta televisiva, alle prospettive di mercato (la scadenza, come è noto, perla diffusione del digitale terrestre è stata fissata al 2006) agli aspetti produttivi,al ruolo delle associazioni di categoria. Un insieme di voci a conferma delprofondo cambiamento nell’utilizzo della TV che abbiamo cominciato a vivere.

IL DIGITALE TERRESTREACCENDE I MOTORI

I quaderni di

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Sono usciti:

INDICEINDICE

Il Quaderno è stato realizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni (Presidente Giordano Bruno Guerri, DirettoreGenerale Guido Salerno, Direttore delle Ricerche Mario Frullone). Coordinatore del Quaderno: SebastianoTrigila. Si ringraziano il Sottosegretario alle comunicazioni on. Giancarlo Innocenzi, Simone Cremonini (TelecomItalia Media), Federico Di Chio (Mediaset), Marco Ficarra (Home Shopping Europe), Maurizio Giunco (FRT),Enrico Manca (ISIMM), Marco Rossignoli (Aeranti-Corallo), Carlo Sartori (RAI), Egidio Viggiani (Dfree) per i lorointerventi. Hanno collaborato Ferdinando Lucidi, Gaetano Bruno, Daniela D’Aloisi, Isabella Palombini, SabrinaCioffi, Paolo Grazioso, Vittorio Baroncini, Fabio Anania, Stefano Cauzillo e Mara Crisci della Fondazione Bordoni.

Sono usciti:

I satelliti nella società multimediale dicembre-gennaio 2003Telefonia mobile e emissioni elettromagnetiche febbraio 2003Le reti di telecomunicazioni diventano intelligenti marzo 2003Mentre viaggi lavori con Internet aprile 2003 Come garantire sicurezza con lo sviluppo di Internet maggio 2003Le macchine che parlano giugno 2003Le macchine che capiscono luglio-agosto 2003Il progresso tecnologico fra brevetti e standard settembre 2003La rendicontazione? Automatica, ma… ottobre 2003Le nuove tecnologie fotoniche novembre 2003Il progetto Galileo sta diventando realtà dicembre-gennaio 2004Non confondere la biometrica con il “grande fratello febbraio 2004Dal call center al contact center marzo 2004La larga banda si diffonde cambia la vita della gente aprile 2004I campi elettromagnetici non sono più “sconosciuti” maggio 2004Anche l’Italia si dota di un organismo che certifica la sicurezza informatica giugno 2004

Il digitale terrestre oggi in Italia

La Fondazione Ugo Bordoni nel digitale terrestre

Progetti di sperimentazione e T-government

DGTVi

Ambiente Digitale

Sistemi Digitali

Input – Contenuti Digitali

La lunga marcia del digitale terrestre

La catena del valore nel digitale terrestre

La transizione al digitale terrestre

La sfida dell’interattività

Modelli di business per l’interattività

La nuova legge di riassetto del sistema radiotelevisivo

Evoluzione tecnologica e prospettive oltre lo switch-off

Copertura del digitale terrestre

Offerta servizi interattivi

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Il digitale terrestre accende i motori

I l 2004 è l’anno di decollo delle trasmissionidi TV digitale terrestre. Venti programmi

disponibili a livello nazionale sulla nuova piat-taforma e vari servizi interattivi ad essi asso-ciati, oltre ottanta per cento della popolazioneraggiunta da almeno un multiplex, 250.000decoder venduti grazie al contributo pubblicodi 150 euro a valere sul fondo di 110 milioni dieuro messo a disposizione dalla finanziaria2004, sono numeri che – realizzati in un solosemestre – testimoniano un successo senzaprecedenti a livello europeo. Tale successo coro-na degnamente un piano di azione lanciato nel2001 dal Ministro delle comunicazioni on.Maurizio Gasparri, con l’istituzione di unaCommissione per lo sviluppo del digitale terre-stre, affidata alla mia presidenza e con una seriedi iniziative di cui si dà adeguato conto in unarticolo di questo Quaderno.

Tra tali iniziative, oltre quelle utili a comple-tare la transizione prevista per legge nel 31dicembre 2006 e a favorire tutti gli elementiche concorrono ad un ordinato processo ditrasformazione, desidero ricordare in specialmodo quella di promozione e sperimentazio-ne del T-government. Il Governo Italiano, inlinea con la visione europea della societàdell’informazione e con gli obbiettivi di inclu-sione di tutti i cittadini nel mondo della comu-nicazione on-line, vede il digitale terrestre comepiattaforma di fornitura di servizi interattivianche a coloro che, mentre hanno familiaritàcon il mezzo televisivo, sono poco inclini all’u-tilizzo di computer e di Internet. Ne trarrannobeneficio i cittadini, che potranno usufruire,comodamente seduti nel proprio salotto, dimolti servizi che attualmente richiedono direcarsi ad uno sportello, e le pubbliche ammi-nistrazioni che potranno non solo snellire leloro procedure, ma migliorare capacità di ascol-to e risposta nel rapporto con gli utenti che essesono chiamate a rappresentare e servire.

Nello scorso maggio è avvenuta l’approva-zione definitiva e la promulgazione della leggeGasparri, che finalmente dà al mercato le certez-ze indispensabili per proseguire e ampliare gli

investimenti finora effettuati daglioperatori televisivi, dai fornitori dicontenuti, dai produttori di appara-ti di rete e dai produttori di decoder.

L’Autorità per le garanzie nellecomunicazioni (Agcom) ha confer-mato, depositando apposita rela-zione formale, che sono statiraggiunti gli obiettivi stabiliti per il30 aprile 2004 riguardo a: quota dipopolazione coperta dalle nuove retidigitali terrestri, presenza sul merca-to di decoder a prezzi accessibili edeffettiva offerta al pubblico su tali reti anche diprogrammi diversi da quelli diffusi dalle retianalogiche. Il digitale terrestre esce promossoa pieni voti, pur con l’esortazione verso i broad-caster a progredire nella copertura aumentan-do il numero di impianti di trasmissione intecnica digitale terrestre e con l’indicazione alGoverno a proseguire in una politica di incen-tivazione dei set top box, indirizzandola in unacerta misura ai cittadini meno abbienti.

È con particolare soddisfazione che riconoscoalla Fondazione Ugo Bordoni il merito di lavo-rare, a fianco del Ministero delle comunicazio-ni, da lungo tempo - in special modo dal momen-to in cui ho assunto l’incarico di Sottosegretarioalle comunicazioni - per gli aspetti tecnici, econo-mici e normativi correlati con l’introduzione deldigitale terrestre. Notevole il lavoro che la Fonda-zione sta svolgendo in collaborazione con tutti iprincipali attori istituzionali e di mercato, peraffrontare le sfide rappresentate dall’interattività,dal processo di transizione e dalla sperimenta-zione. Saluto pertanto calorosamente questonumero dei quaderni di Telèma, che offre unpanorama delle iniziative attualmente in corso ein particolare della sperimentazione di T-govern-ment, ospita interventi di importanti operatoripresenti sul mercato e, passando in rassegna glielementi tecnici della piattaforma, prospetta leprincipali direttrici di sviluppo futuro.

Giancarlo InnocenziSottosegretario alle comunicazioni

Giancarlo Innocenzi

Il digitale terrestre oggi in Italia

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La Fondazione Ugo Bordoni nel digitale terrestre

nante il contributo tecnico della Fondazionenell’elaborazione del piano nazionale di asse-gnazione delle frequenze varato nel 1998dall’Autorità per le garanzie nelle comunica-zioni (Agcom). Notevole il contributo dellaFondazione nella produzione del Libro Bian-co sulla Televisione digitale terrestre, pubbli-cato dall’Agcom nel 2000.

A partire dal 2001, il ruolo della Fondazionenel digitale terrestre viene rafforzato dall’esigen-za di cooperazione tecnica con la Commissioneper lo sviluppo del digitale terrestre. Nel 2002 ilruolo della Fondazione nel digitale terrestre vienericonosciuto dalla legge n. 3/2003.

Due le principali linee di intervento dellaFondazione: (1) effettuare il coordinamento tecni-co della sperimentazione mediante l’avvio diprogetti di T-government; (2) promuovere il digi-tale terrestre favorendo la creazione di organismiche siano in grado di raccogliere e armonizzaregli interessi di tutte le aziende che hanno un ruolonella partita del digitale terrestre.

I l ruolo della Fondazione UgoBordoni nella transizione al

digitale è operare, sotto l’egidadel Ministero delle comunicazio-ni, per presidiare il complesso diprocessi di natura tecnica, econo-mica e regolatoria idonei ad attua-re tutti gli elementi di una transi-

zione condivisa da istituzioni, parlamento,governo, industria e mercato. Il riconoscimen-to di questo ruolo da parte delle istituzioni civiene da lontano. In fatto di innovazione tecno-logica nel campo televisivo, la FUB fu prota-gonista a suo tempo dell’introduzione del colo-re in Italia, intervenendo - con la sua presenzanelle principali organizzazioni internazionali econ i suoi test di laboratorio - nel processo diadozione dello standard PAL. La FUB è anchestata protagonista degli sviluppi tecnologici allabase della televisione digitale: le tecniche dicodifica audio-video, gli algoritmi di compres-sione e le tecniche di modulazione. Determi-

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Ruolo della Fondazione Bordoni nei progetti e nelle iniziative legate al digitale terrestre.

La Fondazione Ugo Bordoni nel digitale terrestre

Guido Salerno

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Dei progetti di sperimentazione e di T-govern-ment si parla diffusamente nell’articolo immedia-tamente successivo nell’ambito di questo Quader-no. Anticipiamo soltanto che si tratta di un’attivitàche la Fondazione Ugo Bordoni ha svolto neglianni 2002-2003 con sperimentazioni preliminaricui hanno partecipato su base volontaria e a titolonon oneroso alcuni importanti soggetti di merca-to. Nel 2004-2006 tale attività è prevista svolgersi,invece, mediante l’assegnazione, a seguito di avvi-so di gara e procedura di selezione, di progetti disperimentazione ad amministrazioni pubbliche esoggetti erogatori di servizi per il cittadino.

È opportuno, invece, menzionare subito quat-tro organismi, nati con il concorso determinan-te o per autonoma iniziativa della FondazioneUgo Bordoni: � DGTVi, aperta a tutti i broadcaster che abbia-no avviato trasmissioni in tecnica digitale terre-stre, con caratteristiche di continuità e regola-rità della programmazione, con lo scopo digarantire condizioni di piena interoperabilità traapparati di utente, programmi e servizi e pienafruizione di tutta l’offerta televisiva in Italiatramite box interattivi che rispondano ad uncorpo unificato di specifiche; � Ambiente Digitale, aperto ai fornitori dicontenuti, ai fornitori di servizi e alle società

di sviluppo software, avente per scopo la defi-nizione di linee guida e criteri comuni per lacreazione di un mercato delle applicazioni chefunga da volano allo sviluppo complessivo dellatelevisione digitale, nell’interesse degli utenti-cittadini;� Sistemi Digitali, aperto ai fornitori di appa-rati (di rete e di utente; di televisione e di tele-comunicazioni), agli operatori televisivi e aglioperatori di telecomunicazioni, per trovare solu-zioni comuni a questioni funzionali riguardantila tv digitale non ancora risolte dalle norme tecni-che internazionali e per affrontare in fase pre-competitiva le sfide poste da varie innovazionitecnologiche che si profilano all’orizzonte, nelcampo della televisione digitale e in tema diconvergenza tra mondo della televisione, comu-nicazioni mobili e Internet; � Input – Contenuti Digitali, aperto a tutti isoggetti di mercato che operano nell’ideazionedi contenuti televisivi, avente per scopo la messaa punto di nuovi “linguaggi” e nuovi “format”in grado di valorizzare al massimo la coesisten-za di multimedialità e interattività nella televi-sione digitale.

Guido SalernoDirettore Generale – Fondazione Ugo Bordoni

P er assicurare un ordinato sviluppo tecnicodel sistema DTT, per monitorarne l’impat-

to sul mercato, per affrontare con soluzionicomuni tutti i problemi tecnici che si presenta-no nella fase di avvio di una nuova tecnica,soprattutto considerando gli ingenti investimentiin gioco, le istituzioni italiane competenti inmateria (Parlamento, Ministero delle comuni-cazioni, Autorità per le garanzie nelle comuni-cazioni) hanno definito e promosso un program-ma di sperimentazione, che - iniziato nel 2003 -accompagnerà almeno per tutto il 2005 la fase

di switch-over, cioè il processo digraduale passaggio dall’analogi-co al digitale.

La sperimentazione può esse-re minimale, se coinvolge la solacatena diffusiva (trasmissioneprogrammi TV e trasmissionedi servizi non interattivi), oppure piena, se coin-volge anche la catena interattiva. In questo caso,la sperimentazione ha complessità ben maggio-re, perché - oltre a richiedere set top box inte-rattivi per gli utenti - implica la creazione e

Il digitale terrestre accende i motori

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Sebastiano Trigila

Progetti di sperimentazione e T-government

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In virtù di un provvedimento contenuto all’art.41 della legge n. 3/2003, i broadcaster possonopartecipare alla sperimentazione cosiddetta“pubblica”, utilizzando - con apposita conces-sione del Ministero - frequenze attualmente libe-re o disponibili.

Tuttavia, mentre per la sperimentazione inproprio basta richiedere un’autorizzazione alMinistero, che viene concessa una volta verifi-cati i necessari requisiti tecnici e amministrativi,per la sperimentazione pubblica occorre invecepresentare un progetto operativo che preveda,oltre ad un normale palinsesto televisivo, anchedei servizi interattivi di “pubblica utilità”, i cosid-detti servizi di T-government. Della fornitura ditali servizi si fa carico una pubblica amministra-zione (statale, regionale o locale) oppure unasocietà che eroga dei servizi di interesse genera-le (ad esempio, INPS, Poste, ACI, Ferrovie,Alitalia, aziende ospedaliere, ecc.), mentre ilbroadcaster agisce da “operatore di rete” per ladiffusione di tali servizi sul suo multiplex e perla gestione del centro servizi. Data la scarsità dirisorse di spettro, è previsto che l’assegnazionedelle frequenze avvenga mediante una selezio-

Progetti di sperimentazione e T-government

gestione di un centro servizi. Secondo le regole stabilite dalla legge n.

66/2001 e dalla delibera n. 435/01/CONSdell’Autorità per le garanzie nelle comunicazio-ni e da successive disposizioni, per gli attualibroadcaster (nazionali e locali) è possibile effet-tuare sperimentazioni cosiddette “in proprio”,utilizzando canali legittimamente eserciti, nonchécanali eventualmente derivanti da acquisizioniin base al seguente dettato: “Al fine di promuo-vere l’avvio dei mercati televisivi in tecnica digi-tale su frequenze terrestri, sono consentiti, peri primi tre anni dalla data di entrata in vigore delDDL n. 5 del 23 gennaio 2001, i trasferimenti diimpianti o di rami di azienda tra concessionaritelevisivi in ambito locale o tra questi e conces-sionari televisivi in ambito nazionale, a condi-zione che le acquisizione operate da questi ulti-mi siano impiegate esclusivamente per la diffu-sione sperimentale in tecnica digitale”. A questaeventualità si fa riferimento con il termine“compravendita di frequenze”. Il 2003 ha vistoun’intensa campagna di compravendita nel sensosuddetto. I termini temporali per tale attivitàsono riaperti dalla legge Gasparri.

I quaderni di62

Laboratorio digitale terrestre FUB.

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ne dei progetti giudicati più credibili e dimaggior interesse per la comunità. Nella speri-mentazione pubblica, la Fondazione Ugo Bordo-ni ha un ruolo centrale, in quanto dalla medesi-ma legge n. 3/2003 è incaricata della promozio-ne e della supervisione tecnica.

Sperimentazioni da parte delle emittenti commerciali

Allo stato attuale, la sperimentazione in propriointeressa una cinquantina di iniziative, già avviateo in corso di avviamento, che coinvolgonocomplessivamente circa 25.000 famiglie in varieparti d’Italia. I soggetti che legittimamente eser-ciscono l’attività di radiodiffusione televisiva sufrequenze terrestri in tecnica analogica, da satelli-te o via cavo possono richiedere al Ministero dellecomunicazioni il rilascio dell’abilitazione alla speri-mentazione per la diffusione di programmi nume-rici e di servizi della società dell’informazione intecnica digitale su frequenze terrestri.

Sperimentazione da parte della concessionaria pubblica

La concessionaria del servizio pubblico radio-televisivo sta sperimentando trasmissioni radio-televisive e servizi della società dell’informazio-ne in tecnica digitale su due multiplex. Secon-do la normativa, un multiplex è riservato al servi-zio pubblico, mentre il secondo deve riservareil 40 per cento della capacità a fornitori di conte-nuto esterni (come previsto per le emittenticommerciali). La RAI procederà alla regionaliz-zazione di un multiplex al fine dell’inserzione dipalinsesti e servizi diffusi in ambito locale.

La RAI ha selezionato un panel di 900 fami-glie nelle città di Torino, Roma e Palermo percomprenderne le aspettative, i gusti e le neces-sità, e valutare il gradimento e l'utilizzo dei servi-zi interattivi.

Sperimentazione pubblica orientataai servizi interattivi di utilità per il cittadino

La sperimentazione pubblica avviene sottol’egida del Ministero delle comunicazioni e

dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazio-ni, attraverso un apposito Comitato di vigilanzadella sperimentazione, istituito nel maggio 2003,e si focalizza su servizi interattivi di utilità per ilcittadino (T-government a livello nazionale elocale, telemedicina, teledidattica).

Come stabilito dalla legge n. 3/2003, art. 41,comma 7, il coordinamento tecnico è affidatoalla Fondazione Ugo Bordoni, con la partecipa-zione - mediante apposite convenzioni - di tuttii soggetti interessati (operatori, fornitori di servi-zi, fornitori di contenuti) e con la definizione diun bacino di utenza campione selezionato e gesti-to con criteri socio-statistici. La sperimentazio-ne pubblica avrà luogo nelle aree, incluse impor-tanti zone urbane, nelle quali esistano frequen-ze libere o disponibili.

Sono molti i servizi interattivi che possonoessere messi a disposizione in una sperimenta-zione pubblica, con il coinvolgimento dei prin-cipali attori del mercato. Ad esempio, l’INPSoffrirà la consultazione di dati contributivi epensionistici destinati sia ai lavoratori che ai 16milioni di pensionati. Gli enti pubblici potran-no fornire informazioni su bandi e concorsi epermetteranno il pagamento di tributi come, adesempio, il bollo auto o l’ICI. Le Poste mette-ranno a disposizione il pagamento via televisio-ne degli oltre 400 milioni di bollettini postali,eliminando le code agli sportelli, e potrannopermettere il monitoraggio della consegna dipacchi e raccomandate. Attraverso questo nuovocanale i cittadini potranno consultare équipe dimedici senza andare in ambulatorio o in ospe-dale. Sarà possibile aiutare i cittadini che neces-sitano di un monitoraggio frequente del lorostato di salute, come gli oltre 4 milioni tra diabe-tici e cardiopatici o gli 8 milioni di persone cheeffettuano una visita specialistica ogni mese. Lapubblica amministrazione avrà l’opportunità dientrare direttamente nelle case dei cittadini, inmodo ancora più diretto e agevole rispetto all’u-tilizzo della rete Internet.

Iniziative di finanziamento di progetti di T-government

Allo scopo di stimolare la diffusione di servi-zi di T-government, il Ministero delle comu-

Il digitale terrestre accende i motori

63LUGLIO-AGOSTO 2004

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Progetti di sperimentazione e T-government

I quaderni di64

nicazioni e il Dipartimento Innovazione eTecnologie (DIT), hanno costituito un fondodi 10 milioni di euro per il cofinanziamentodi progetti presentati da parte di amministra-zioni pubbliche ed erogatori di servizi dipubblica utilità. La gestione di questo fondo,di competenza del DIT per una quota di 7milioni e di competenza del Ministero dellecomunicazioni per una quota di 3 milioni, èstata - con decreto dei rispettivi ministri - affi-

L ’Italia è in linea con il modello “free” preva-lente in Europa e, seguendo l’esempio inglese,

ha dato vita ad una Associazione per lo sviluppodel digitale terrestre, la DGTVi, composta inpartenza dai maggiori operatori autorizzati allasperimentazione dalla legge 66 del 2001 (Rai,Mediaset, Telecom Italia Media) insieme con laFondazione Ugo Bordoni. Recentemente sonodiventati soci DGTVi anche D-Free e l’associazio-ne di emittenti FRT. L’Associazione è un organi-smo aperto verso terzi ed opera in modo non discri-minatorio nei confronti di tutti gli operatori delsettore e degli utenti finali. Obbiettivo dell’Asso-ciazione è non solo promuovere il digitale terrestre,ma anche garantire l’interoperabilità tra i diversidecoder e il rispetto degli standard, evitando tuttequelle penalizzanti discrasie che spesso accompa-gnano le fasi tumultuose dello sviluppo tecnologi-

data a CNIPA e Fondazione Ugo Bordoni. Almomento in cui questo numero va in stampa,sono in preparazione due avvisi di gara, daparte di CNIPA e Fondazione Ugo Bordoni.Con il fondo gestito da CNIPA si cofinanzia-no progetti che privilegino la semplicità e l’ef-ficacia di utilizzo di servizi interattivi dipubblica amministrazione, da parte di quantipiù cittadini possibile, con moderate presta-zioni di interattività. Con il fondo gestito daFUB si cofinanziano progetti che privileginoprestazioni quali l’autenticazione, l’autorizza-zione degli utenti, i pagamenti on-line o l’uti-lizzo di nuove tipologie di canale di ritorno.

Le pubbliche amministrazioni aggiudicata-rie dovranno dare prova dell’esistenza di inte-se con broadcaster in grado di diffondere iservizi proposti nei progetti e con produttoridi tecnologia e di software che fungano dapartner per la realizzazione di servizi e centroservizi.

Sebastiano Trigila Responsabile Progetto Transizione al digitale terrestre

Fondazione Ugo Bordoni

co (molti ricordano ancora la battaglia tra gli stan-dard VHS e Beta, che tanto ha nuociuto al primosviluppo dello home video e la questione del deco-der unico ai tempi di Tele+ e Stream).

Presidente della DGTVi è Carlo Sartori (Presi-dente di RaiSat e responsabile del digitale terrestreper RAI). Segretario Generale è Mario Frullone(Direttore delle Ricerche della Fondazione UgoBordoni). DGTVi ha aperto un sito informativo suldigitale terrestre a supporto dei telespettatori e ditutti gli attori coinvolti (www.dgtvi.it).

L’Associazione è organizzata in tre aree opera-tive - Comunicazione e Rapporti Istituzionali,Marketing e Supporto, Tecnica e Testing - che sisuddividono opportunamente il programma dilavoro dell’Associazione: – cooperare, in costante consultazione con il

Ministero delle comunicazioni, l’Autorità per

Il bando CNIPA-FUB: diagramma relazionale.

DGTVi

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Il digitale terrestre accende i motori

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Conferenza stampa di presentazione dell’associazione DGTVi.

le garanzie nelle comunicazioni ed ogni altraautorità competente ed in linea con la rilevan-te normativa europea e nazionale, alla transi-zione dal sistema analogico a quello digitale neitempi previsti dalle leggi vigenti;

– organizzare eventi funzionali ad una maggioreconoscenza delle opportunità e delle sfide deldigitale terrestre;

– cooperare con le associazioni di produttori didecoder;

– cooperare con gli installatori, le loro associa-

zioni e le loro scuole di formazione;– emanare specifiche tecniche aggiuntive alle

norme DVB, DVB-T ed MHP, soprattutto conriferimento alla gestione di applicazioni e servi-zi interattivi; la conformità a tali specifiche (deltutto volontaria per i produttori, ma opportu-namente attestata da un “bollino” DGTVi incorso di messa a punto) garantirà agli utenti lapiena interoperabilità dei decoder con tutti iprogrammi e i servizi diffusi dai soci nelle lororeti televisive.

Ambiente Digitale è un progetto nato suiniziativa della Fondazione Ugo Bordoni per

studiare le opportunità e le migliori condizionidi sviluppo e di evoluzione dei linguaggi, prodot-ti e servizi che caratterizzino l’interattività dellatelevisione digitale. La transizione alla nuova TVrappresenta per il telespettatore la possibilità ditrasformarsi da utente passivo a soggetto attivo.Assistiamo oggi alla nascita di un sistema dicomunicazione interattiva che non è la sommadelle opportunità offerte dalle tecnologie giàutilizzate singolarmente, ma strumento innova-tivo per il quale vanno elaborati nuovi linguaggie nuove interfacce. Ambiente Digitale ha l’obiet-tivo primario di individuare le soluzioni più

adeguate per armonizzare lo sviluppo di questo“canale”, che mette in comunicazione i broad-caster e le “macchine” con gli utenti, i fornitoridi servizi, contenuti e applicazioni. Il sistema dicomunicazione interattiva offre straordinarieopportunità in termini di servizi e applicazioniper gli utenti: tra quelli che si possono definire inuovi T-services, servizi interattivi via televisio-ne digitale, rientreranno per esempio il T-lear-ning (per la formazione), il T-health (per le consu-lenze mediche), il T-government (per collegarsia servizi della pubblica amministrazione), il T-commerce (per le transazioni economiche).

Ambiente Digitale opera con gli organismi inte-ressati per analizzare tutte le strade che lo svilup-

Ambiente Digitale

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che partecipano al mercato che si svilupperà sullanuova tecnologia. Ambiente Digitale si occuperàquindi dell’individuazione dei modelli di businessapplicabili e integrabili con la televisione digitaleinterattiva, approfondendo gli aspetti economici equelli relativi alla sicurezza delle transazioni. Leattività di studio dell’Associazione culminerannonell’organizzazione di eventi, nella distribuzionedi materiale informativo e in attività di sensibiliz-zazione dell’utenza e dei produttori.

Ambiente Digitale

po di contenuti interattivi può percorrere e perassicurarsi che esso avvenga in modo da consenti-re l’accesso ai servizi a tutti gli utenti, mediantestrumenti di interazione semplici e immediati (adesempio menu vocali, telecomandi ergonomici,interfacce accessibili e usabili). Il nuovo sistemadovrà essere in grado di tutelare e di offrire le massi-me garanzie di sicurezza non solo agli utenti fina-li (per esempio per i pagamenti e per la privacy),ma anche a tutti gli attori della catena del valore

Gli obbiettivi principali dell’iniziativa sono:– favorire lo sviluppo del mercato degli appa-

rati di TV digitale garantendo l’interesse deitelespettatori, la competitività dei produttorie la salvaguardia dei loro investimenti;

– rispondere alle richieste e ai requisiti tecnolo-gici sugli apparati che potranno pervenire datutti gli attori della catena della TV digitale edelle associazioni o gruppi ad essa correlati;

– presidiare l’evoluzione tecnologica in vista di unapianificazione concertata delle future generazio-ni di set top box e ricevitori TV integrati (iDTV);

– interagire costantemente con le maggiori isti-tuzioni pubbliche, sia a livello governativo, siaa livello regolatorio, sia a livello di amministra-zione ed erogazione di servizi sul territorio;

– assicurare che l’Italia, anche dal punto di vista

L ’iniziativa “Sistemi Digitali” è stata avviatanel marzo del 2004 dalla Fondazione Ugo

Bordoni inserendosi nel quadro delle azioninazionali volte a sostenere lo sviluppo dell’in-dustria elettronica di consumo e dei sistemi direte ad essa correlati, con particolare riferimen-to alla TV digitale.

Lo scopo principale dell’iniziativa è quello dicondividere le problematiche di produzione ediffusione degli apparati di TV digitale, nel brevee nel medio-lungo termine, nonché le possibilitàe gli scenari di introduzione di successive gene-razioni di apparati. Vengono considerati aspettitecnici, normativi e di mercato in modo coordi-nato con altre iniziative correlate, quali l’asso-ciazione DGTVi, l’iniziativa “Ambiente digita-le” e l’associazione “Input – Contenuti Digitali”.

I quaderni di66

Gruppi di lavoro in Ambiente Digitale.

Sistemi Digitali

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Il digitale terrestre accende i motori

67LUGLIO-AGOSTO 2004

Gruppi di lavoro in Sistemi Digitali.

dell’HW, sia al centro, non alla periferia, delmercato ICT multimediale e interattivo.

“Sistemi Digitali” indirizza quattro areeoperative: 1. Piattaforma hardware e software, con riferi-mento a questioni quali le prestazioni dei dispo-sitivi di memoria rispetto alle esigenze applica-tive del mercato, evoluzione e tempi di adozio-ne di nuove interfacce di input/output, evolu-zione del canale di ritorno, adozione di tecnichedi codifica avanzate (MPEG-4 e H.264), prospet-tive del DVB-H.

S iamo ormai entrati nel vivo della transizione chesta portando il sistema televisivo nazionale verso

quella rivoluzione di sistema che è il passaggio dalsegnale analogico a quello digitale. Con il recentelancio delle trasmissioni in formato numerico sullapiattaforma terrestre, si rende necessario portare aun livello progettuale, e a tutto campo, il dibattito giàin corso sul futuro dell’industria televisiva nel conte-sto della convergenza tra i media.

Perché ciò accada è utile portare al centro del dibat-tito il tema dei contenuti, terreno dove si gioca la diffu-sione e il successo della televisione digitale terrestre,ed intorno al quale vale la pena di costruire un tavo-lo di riflessione comune per individuare le linee di

2. Piattaforma MHP, con riferimento a questio-ni quali i tempi di adozione di profili successivia quello scelto attualmente nel sistema italiano.3. Piattaforma di sicurezza, con riferimento allascelta di un sistema di smart card ai fini dell’au-tenticazione e dell’autorizzazione degli utenti autilizzare determinati servizi, coerente con lescelte fatte per la Carta Nazionale dei Servizi eper la Carta d’Identità Elettronica.4. Comunicazione e mercato, per i rapporti conle istituzioni ed altri gruppi o associazioni impe-gnate nel DTT e per la presenza del gruppo inconvegni o eventi fieristici.

sviluppo del nuovo prodotto televisivo.Innovazioni come la nascita delle

emittenti tematiche e la distribuzionemulti-piattaforma sono, allo stato dellecose, realtà destinate a durare. Occor-re tuttavia essere coscienti che esse nonsono che l’inizio di un processo desti-nato a svilupparsi lentamente ma ineso-rabilmente. Dalla TV rinforzata (enhan-ced), che utilizza le possibilità di interattività offertedalla nuova tecnologia per rafforzare e diversificarei suoi paradigmi tradizionali, si andrà verso nuoviprodotti dove le funzioni di servizio e di intratteni-mento si alterneranno e si intersecheranno.

Enrico Manca

Input – Contenuti Digitali

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qualità. Lavorando insieme sarà più facile, perciascun player, dare il proprio contributo nel dise-gnare nuovi scenari di offerta e per stimolare la crea-zione di una nuova domanda.

Naturalmente una iniziativa come quella che sipropone nel campo dei “contenuti” della DTT, ècondizione necessaria ma non sufficiente per agevo-lare l’innesto di un processo virtuoso di sviluppo. L’al-tra gamba del progetto è rappresentata dall’organiz-zazione e rafforzamento dell’attività di ricerca. Ancheperché la riflessione sull’oggetto della televisione digi-tale terrestre, ovvero sul suo contenuto, va struttura-ta tenendo sempre presente l’apporto degli altri media,ovvero dei media “limitrofi” in quel sistema di compre-senza e mutuo interscambio che è la convergenza:poiché il nuovo prodotto televisivo si prefigura comerisultante complessa dell’intreccio di linguaggi e funzio-nalità che la tv comincia a condividere con altri mezzidigitali (telecomunicazioni, Internet, etc).

Alla luce della centralità che il contenuto, ovveroil “nuovo prodotto”, occupa in questa fase di passag-gio alle reti televisive digitali terrestri, e proprio per leforti affinità che alla base esso condivide con i linguag-gi degli altri media digitali, un costante monitoraggioe un’attività di ricerca continuativa su tali scenari risul-ta, in questa fase, di fondamentale importanza.

La televisione digitale è un medium complesso, unnuovo medium, che va studiato per le sue peculiaritàe nei suoi continui interscambi con gli altri media diconvergenza: è opportuno che la riflessione sui conte-nuti si avvalga dunque dell’apporto stabile - e nonemergenziale - degli strumenti di analisi e valutazio-ne che la ricerca è in grado di fornire.

Il monitoraggio e l’analisi costante delle principa-li caratteristiche del sistema integrato dei media digi-tali sono infatti strumenti preziosi per chi vogliaprogettare i futuri contenuti della televisione digita-le terrestre ed essere, allo stesso tempo, in grado dicogliere i mutamenti strutturali che intervengono inquesta fase all’interno del sistema dei media e nei suoirapporti con il complesso del sistema sociale.

Lo scenario altamente dinamico prospettato dalcambiamento tecnologico e di paradigma comuni-cativo richiede, ora più che mai, un approccio multi-disciplinare e multiangolare, in grado di cogliere tuttii complessi aspetti del fenomeno, indispensabili perinterpretarlo e per poter propriamente intervenireed operare all’interno di esso.

Enrico Manca – Presidente ISIMM

Input – Contenuti Digitali

Da ciò la necessità di ragionare su quelli che saran-no i nuovi linguaggi e i nuovi prodotti nell’era dellaconvergenza. Osservando quanto sta accadendo neimercati internazionali più significativi, sembra diffon-dersi la consapevolezza che il prossimo stadio dell’in-novazione coinciderà con l’instaurazione di sinergietra le diverse piattaforme di comunicazione già nellafase produttiva e darà luogo alla nascita di prodottiinterattivi e complessi, arricchiti dall’apporto che ognisingolo media sarà capace di dare.

Alla luce di tale prospettiva, risulta sempre piùurgente trovare una piattaforma comune per la condi-visione e il dialogo tra i diversi operatori del nascen-te mercato convergente, che faccia tesoro dell’espe-rienza e della creatività degli autori degli attuali conte-nuti mettendoli in contatto con le nuove creatività,già impegnate nella progettazione di prodotti inno-vativi per la televisione digitale. Dal confronto dicompetenze diverse è lecito, infatti, aspettarsi un’e-voluzione di tipo qualitativo.

A questo incontro è fondamentale la partecipazio-ne di tutti i soggetti - televisivi e non - che prendonoparte e contribuiscono al processo di convergenza,nonché degli operatori delle diverse piattaforme dicomunicazione, la cui perfetta interoperabilità è allostesso tempo premessa e conseguenza dello sviluppo.

Un’iniziativa di questo tipo sarà di aiuto non soloperché creerà un terreno fertile per la nascita di nuoveidee e modalità produttive, ma anche perché - in unaprima fase che fisiologicamente potrebbe nasconde-re insidie e fomentare una corsa alla posizione dicomando e ad investimenti azzardati - potrà creareuna piattaforma di dialogo fra gli operatori che, fragli altri, avrà il beneficio di diminuire i rischi per ognu-no di essi su un mercato incerto ed imprevedibile.

Nel pieno rispetto, per altro, della natura e delcorretto funzionamento del libero mercato: nellaconsapevolezza, cioè, che lo sviluppo di una sanaconcorrenza è uno step fondamentale nell’evoluzio-ne del settore della televisione e del sistema dei media,ma non contrasta con il riconoscimento dell’esisten-za, soprattutto nella fase costituente, di un terreno dicomune interesse.

Riuscendo a far incontrare i protagonisti dellaprossima stagione digitale - è questo l’obiettivo cheInput, la nuova associazione nata per iniziativa diFUB e ISIMM, si prefigge - si potrà dare un contri-buto all’avvio di un processo razionale di innova-zione nella continuità e ad una nuova ricerca della

I quaderni di68

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Il digitale terrestre accende i motori

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bre, in occasione di una riunione dei ministrieuropei delle comunicazioni, durante il seme-stre di presidenza italiana dell’Unione Euro-pea. In tale parco viene dimostrata l’interope-rabilità, cioè la capacità di qualsiasi set top boxdi ricevere correttamente programmi prove-nienti da diversi multiplex. Vengono altresìmostrate le prime applicazioni interattive. Perla prima volta in Europa, vengono presentateinsieme e con uguale enfasi tutte le tipologie disoggetti, con loro prodotti e servizi, coinvoltinella catena del valore: fornitori di servizi inte-rattivi indipendenti dai programmi televisivi(Regione Piemonte, Ospedale San Raffaele, ACIe Poste), fornitori di contenuti TV interattivi(RAI, Mediaset e La7), fornitori di apparati direti televisive digitali (DMT), fornitori di appa-rati di trasporto e di distribuzione (AleniaSpazio, con i suoi servizi di trasporto via satel-lite), fornitori di servizi in outsourcing, peroperatori televisivi e operatori di telecomuni-cazioni (Tel.IS), costruttori di apparati di rice-

L a situazione del digitale terrestre ad oggirappresenta un risultato straordinario, se

solo si pensa che a tutto il 2003, i decoder inItalia praticamente esistevano solo presso i labo-ratori dei produttori, presso i laboratori deibroadcaster (ad esempio, il Centro Ricerche RAIdi Torino e la struttura TILAB di Telecom Italia)e di istituti di ricerca come la Fondazione UgoBordoni e venivano mostrati solo in occasioni difiere e convegni.

Il digitale terrestre alla fine del 2003

Pietra miliare della messa in campo dei deco-der è la fiera SatExpo ‘03 di Vicenza (2-4 otto-bre 2003), nella quale per la prima volta in Italiasono esibiti al pubblico dei set top box alimen-tati da segnale televisivo “in diretta”, generatocioè da un sistema di head-end e di diffusione,messo a disposizione dalla società DMT nei loca-li della fiera, e collegati a degli schermi.

Memorabile, inoltre, l’esposizione “Parco delfuturo” organizzata a Cernobbio il 24-25 otto-

La lunga marcia del digitale terrestre

Conferenza di Cernobbio, 24-25 ottobre 2003.

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l’esigenza di un utilizzo ottimizzato di unarisorsa molto costosa come la banda disponi-bile a bordo e migliorare la qualità di ricezio-ne. Avviene così la transizione dalla TV satel-litare analogica alla TV satellitare digitale. Simi-li esigenze di un utilizzo più razionale dellospettro radiotelevisivo (che in Italia, pratica-mente saturo, non permette oltretutto l’ulte-riore crescita del sistema televisivo e l’ingres-so di nuovi soggetti se non in sostituzione disoggetti già presenti sul mercato) e di miglio-ramento della qualità di ricezione portano astudiare la possibilità di introdurre in Italia ildigitale terrestre.

Nel 1997, la legge Maccanico (n. 249/97) isti-tuisce l’Autorità per le garanzie nelle comunica-zioni (Agcom), affida a questa la stesura di unPiano nazionale di assegnazione delle frequenzee menziona per la prima volta, nella legislazioneitaliana, il digitale terrestre, prevedendo un’ap-posita riserva di frequenze per la sperimentazio-ne di tale nuova tecnologia. Riserva di frequenzeche l’Agcom individua nei canali 9 (VHF) e 66,67, 68 (UHF). Di fatto, tali canali non sono mairisultati disponibili per la sperimentazione, maquesto - data la notevole flessibilità che caratte-rizza il sistema italiano - non ha impedito al digi-tale terrestre di svilupparsi comunque. Nel 2000,

La lunga marcia del digitale terrestre

zione digitale (STB e iDTV) (AccessMedia ePhilips), fornitori di microelettronica alla basedei STB (ST Microelectronics), fornitori diapplicazioni interattive e centri di gestione perveicolare servizi di e-government e altre appli-cazioni commerciali (Gruppo COS e Telespa-zio), fornitori di canale di ritorno e di soluzio-ni per l’integrazione a livello di contenuti tra ilmezzo televisivo e i sistemi di telecomunica-zione a larga banda, fissa o mobile (TIM, Tele-com Italia ed Ericsson).

A Natale 2003, i decoder DTT fanno la loroapparizione sugli scaffali dei negozi, ma - a causadei modesti quantitativi riforniti - vengono utiliz-zati più come oggetti da vetrina che come appa-rati da vendere.

Un settennio di preparazione

La storia del digitale terrestre comincia nellaprima metà degli Anni Novanta, con la parte-cipazione determinante di esponenti tecnici dimolte società di radiodiffusione e dell’indu-stria italiana degli apparati audio-visivi alle atti-vità del gruppo internazionale DVB, fin dalmomento della sua formazione. Le tecniche ditelevisione digitale vengono dapprima realiz-zate nei sistemi satellitari, dove maggiore era

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TV analogica terrestre e TV digitale terrestre a confronto.

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l’Agcom pubblica, con il contributo di moltiesperti provenienti da molte aziende italiane delsettore, il Libro Bianco sulla Televisione digitaleterrestre, effettuando una disamina di tutte lequestioni tecniche e le possibili soluzioni, eprospettando vari scenari di pianificazione dellefrequenze in tecnica digitale. Nel frattempo, lalegge n. 216/00 prevede finanziamenti plurien-nali per agevolare gli investimenti, da parte delletelevisioni locali, di apparati nella nuova tecnicadigitale.

Nel 2001, il decreto 23 gennaio 2001,convertito dalla legge n. 66/01, prefigura laprogressiva conversione di tutto il sistema tele-visivo dall’analogico al digitale, aprendo unafase di sperimentazione (la cui regolamenta-zione è demandata all’Agcom) e fissando il 31dicembre 2006 come data di cessazione delletrasmissioni analogiche. A stretto giro, con ilregolamento Agcom n. 435/01/CONS, l’Au-torità per le garanzie nelle comunicazioni, defi-nisce il nuovo assetto (catena del valore) delmercato della TV digitale, distinguendo traoperatore di rete, fornitore di contenuti e forni-tore di servizi.

Il Governo espresso dalla maggioranza risul-tante dalle elezioni politiche del 2001, confermail programma di transizione al digitale terrestre

fissato nella precedente legislatura. Onde garan-tire un ordinato svolgimento del processo di tran-sizione, viene istituita, dal Ministro delle comu-nicazioni, la Commissione per lo sviluppo deldigitale terrestre, sotto la presidenza dell’on.Giancarlo Innocenzi.

L’anno 2002 è dedicato, da un lato, a studi difattibilità e di sostenibilità economica della tran-sizione nei termini temporali fissati dalla leggen. 66/01 e, dall’altro, alle prime trasmissionisperimentali tese a provare la funzionalità e leprestazioni del nuovo sistema. Studi di espertidel settore mostrano che da un lato, senzaadeguate misure di sostegno politico, economi-co e tecnico, il DTT rischia di non decollare,dall’altro, come il digitale terrestre possa funge-re - in virtù degli investimenti che può attrarre- da volano per il sistema economico italiano.Alla Conferenza SatExpo 2002, si parla per laprima volta - durante il convegno annuale degliinstallatori di antenne satellitari - delle prospet-tive e delle opportunità della televisione digita-le terrestre.

Con la legge finanziaria 2003, viene previstoil finanziamento di decoder DTT fino ad unammontare di 4 milioni di euro, pari a oltre25000 decoder. Con il collegato alla finanzia-ria 2002 (ovvero legge n. 3/2003) viene sanci-

Il digitale terrestre accende i motori

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TV satellitare e TV digitale terrestre a confronto.

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La lunga marcia del digitale terrestre

to un programma di sperimentazione pubbli-ca del digitale terrestre con particolare riguar-do ai servizi interattivi per il cittadino, con affi-do del coordinamento tecnico alla Fondazio-ne Ugo Bordoni. Il 3 marzo 2003 si svolge, periniziativa congiunta di Ministero delle comu-nicazioni, Regione Piemonte e Fondazione UgoBordoni, il primo convegno istituzionale suldigitale terrestre. Il 27 giugno 2003, con lacooperazione tra Ministero delle comunica-zioni, Corecom Veneto e Fondazione UgoBordoni, ha luogo a Venezia un convegno suldigitale terrestre, in concomitanza con lapubblicazione di un volume sul digitale terre-stre, prodotto congiuntamente dalla Commis-sione per il riassetto del sistema radiotelevisi-vo e dalla Fondazione Ugo Bordoni. Nel frat-tempo la Fondazione Ugo Bordoni, organiz-zando una serie di incontri bilaterali e multi-laterali, con emittenti televisive, costruttori diapparati e società di servizi, crea un’ampiacomunità industriale intorno al digitale terre-stre. Sicché, un invito alla manifestazione di

I quaderni di72

L a televisione terrestre analogica, cioè quel-la che abbiamo conosciuto per cinquant’an-

ni, è caratterizzata dall’avere, in ogni sito ditrasmissione, una frequenza dedicata per ogniprogramma televisivo. In altre parole, la diffu-sione di un nuovo programma televisivo richie-de la messa in opera di una nuova rete di appa-recchiature presso i centri di produzione, diponti radio e trasmettitori ad esso dedicata. Sitratta di un mercato verticale in cui un solosoggetto, la società emittente concessionariadell’autorizzazione a trasmettere, gestisce tuttoquello che serve per produrre, trasportare, distri-buire e diffondere il segnale. L’utente - senzaalcun rapporto contrattuale con l’emittente -usufruisce del servizio televisivo mediante il suotradizionale televisore. Catena del valore nella TV analogica.

interesse alla sperimentazione, pubblicato dallaFondazione Ugo Bordoni, sulla G.U. del 10luglio 2003, risulta nell’adesione di oltre 150soggetti di mercato. Vengono coinvolte anchele associazioni artigiane relativamente alla cate-goria degli “installatori”. Le più note scuole diformazione per installatori (ad esempio, Euro-satellite) istituiscono una nuova linea di corsidedicati al digitale terrestre.

A fine luglio 2003, il Consiglio dei Ministri perla Società dell’Informazione delibera l’inizio diuna cooperazione tra il Ministero delle comuni-cazioni e il Dipartimento Innovazione e Tecnolo-gie per la gestione di un fondo comune da dedi-care a progetti di sperimentazione di servizi di e-government sulla piattaforma digitale terrestre.Servizi ribattezzati con il termine T-government.

Le già citate manifestazioni espositive diSatExpo 2003 e del Parco del futuro alla Confe-renza di Cernobbio, contribuiscono a creare unamassa critica in termini di istituzioni e attori delmercato positivamente orientate nei confrontidel digitale terrestre.

Con la TV digitale terrestre, una rete già dedi-cata a trasmettere un solo programma, opportu-namente integrata con apparecchiature di elabo-razione e composizione del segnale televisivo enuovi apparati di modulazione, viene abilitata atrasmettere N programmi televisivi ed M servizi

La catena del valore nel digitale terrestre

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di comunicazione dati. Per la ricezione deiprogrammi l’utente deve munirsi di appositoapparato, detto decoder o set top box, in gradodi trasformare il segnale televisivo digitale insegnale analogico visualizzabile dai televisori tradi-zionali. Nell’assetto regolatorio del mercato dellaTV digitale terrestre, il ruolo del concessionario(soggetto responsabile della preparazione e delcontenuto del programma, nonché soggetto chepoteva installare ed esercire impianti di radiodif-fusione) fa posto a tre nuove figure: � fornitore di contenuti, titolare di responsabi-

lità editoriale nella predisposizione diprogrammi e servizi;

� operatore di rete, titolare del diritto d’instal-lazione ed esercizio degli impianti di trasmis-sione e che provvederà alla diffusione deiprogrammi prodotti da fornitori di contenu-ti e fornitori di servizi;.

� fornitore di servizi, fornitore di servizi alpubblico ad accesso condizionato, median-te distribuzione agli utenti di chiavi numeri-che per l’abilitazione alla visione deiprogrammi ovvero fornitore di servizi dellasocietà dell’informazione.

Per completare il quadro, occorre dire che neldefinire la televisione digitale terrestre si è pensa-to a servizi interattivi, che prevedono cioè lacomunicazione, tramite il decoder collegato aduna rete di telecomunicazioni, con server appar-tenenti ai fornitori di contenuti o ai fornitori diservizi, per lo scambio di dati specifici, perso-nali o riservati inseriti o richiesti dall’utente. Alcanale di telecomunicazione si dà il nome dicanale di ritorno.

La catena del valore si completa dunquecon un segmento che tiene conto dell’inte-rattività. Alle precedenti figure occorre allo-ra aggiungere anche la figura dell’operatore ditelecomunicazioni, fornitore del canale di ritor-no. Rilevante in questo contesto, il sistemadetto centro servizi, che assicura le funzionidi accesso degli utenti, smista le loro richie-ste verso i server contenenti le informazionirichieste dagli utenti e converte i formati deiserver (tipicamente, dei server Internet) informati adeguati alla rappresentazione su unoschermo televisivo per il tramite del set topbox.

Il digitale terrestre accende i motori

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Catena del valore DTT (diffusiva e interattiva).

Catena del valore DTT (solo diffusiva).

P er transizione si intende “un processo che,in modo non traumatico e nel rispetto delle

esigenze dei broadcaster e degli utenti, trasfor-mi l’attuale assetto dell’emittenza televisiva inun nuovo assetto basato sulla tecnologia digi-tale” [Libro Bianco sulla Televisione Digitale,

Agcom, giugno 2000]. Una transizione ordinata verso il digitale terre-

stre si ha con il concorso di vari fattori: allesti-mento delle reti, progressione della copertura,adeguamento impianti di ricezione, diffusionedi set top box, disponibilità di contenuti.

La transizione al digitale terrestre

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La transizione al digitale terrestre

I quaderni di74

DVB (Digital Video Broadcasting). Costituisce un corpus di norme tecniche di riferimento sviluppa-to dal consorzio DVB (Digital Video Broadcasting) promosso dalla Commissione Europea. Taleprogetto, cui hanno partecipato 170 società coinvolte nei diversi settori dell’industria televisiva, haraggiunto l’obiettivo di stabilire standard condivisi su scala europea per le trasmissioni televisive digi-tali via satellite (DVB-S), via cavo (DVB-C) e via terra (DVB-T). Questi standard sono stati ora adot-tati anche dall’Australia e da altri paesi extra-europei.

DVB-T oppure T-DVB (DVB Terrestrial oppure Terrestrial DVB). Norma specifica riguardante letecniche di modulazione e trasmissione da utilizzare per la TV digitale terrestre e le caratteristichedei ricevitori. A livello internazionale è stato deciso di utilizzare, per le trasmissioni digitali terrestri,lo stesso spettro di frequenze attualmente allocato alle trasmissioni televisive analogiche, ma contecniche adatte a garantire una maggiore quantità di programmi irradiabili (a parità di spettro difrequenza), una maggiore qualità audio-video e un minor numero di installazioni di trasmissione.

DTT (Digital Terrestrial Television). Sinonimo di DVB-T.

TDT (Televisione digitale terrestre). Sinonimo (italiano) di DTT.

Allestimento reti

Nella transizione (che va dall’attualemomento di avvio delle trasmissioni in tecni-ca digitale alla fine del 2006) sarebbe statodesiderabile avere alcune frequenze sistema-ticamente disponibili su tutto il territorionazionale, per la realizzazione di altrettantereti SFN, su cui avviare le trasmissioni digi-tali. Il piano nazionale analogico di assegna-zione delle frequenze (PNAF), aveva previ-sto 4 canali da dedicare alla TV digitale (ilcanale E della banda VHF e i canali 66, 67 e68 della banda UHF). Se tali frequenze sifossero rese effettivamente disponibili, sareb-be stato possibile fin da subito realizzare 4multiplex SFN, con 4 x 5 = 20 programmi,sufficienti a convogliare in digitale gli 11programmi nazionali contemporaneamentetrasmessi in analogico e ulteriori 9 nuoviprogrammi in tecnica digitale.

Tuttavia, nessuna di tali frequenze ha potu-to di fatto essere resa sistematicamente dispo-nibile su tutto il territorio nazionale. La speri-mentazione è stata avviata dunque “a macchiadi leopardo”: si accendevano multiplex e se nediffondeva il blocco di trasporto da siti nei qualici fossero frequenze libere su cui uno speri-mentatore era legittimato a trasmettere a qual-siasi titolo.

Come scritto in altro punto di questo

Quaderno, il modello scelto per le reti nazio-nali è il 3-SFN, proprio per la pratica impos-sibilità di avere disponibile una stessafrequenza da utilizzare in tutti i siti di trasmis-sione per realizzare una rete SFN nazionale.Un vincolo fondamentale nella transizione èil cosiddetto simulcast: diffusione contem-poranea degli stessi programmi in versioneanalogica e in versione digitale. Per la conces-sionaria del servizio pubblico, il simulcast èun obbligo previsto nel contratto di servizio.Per evidenti ragioni di preservazione delproprio mercato, anche le emittenti commer-ciali cercano di assicurare il simulcast deiprincipali programmi. Per procedere allacostruzione di una rete, l’unica strada possi-bile per il broadcaster è l’acquisto di frequen-ze (nel senso di acquisizione, da altre emit-tenti, di rami d’azienda cui sia attribuito untitolo concessorio) da dedicare al digitale ola conversione al digitale di frequenze cosid-dette ridondanti, cioè già utili in molte zoneper un modesto miglioramento della coper-tura analogica.

La legge 66/2001 e il regolamento di attua-zione dell’Autorità (Delibera 435/01/CONS)disciplinano opportunamente la cosiddettacompravendita di frequenze, per garantire un’e-voluzione, con caratteristiche di equità e di nonesclusione dei soggetti emittenti minori, versouno scenario “tutto digitale”.

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Naturalmente, la nuova legge di sistema (la“legge Gasparri”), approvata e promulgatadopo un insolitamente lungo iter parlamenta-re e istituzionale, dà le certezze occorrenti aglioperatori per investire sul digitale terrestre,anche sul fronte dell’acquisizione delle frequen-ze necessarie.

Progressione della copertura

Di fatto, le frequenze per realizzare l’attua-le copertura del digitale terrestre sono state

acquisite o da un broadcaster di pay-tv analo-gica terrestre che, avendo convertito i suoiprogrammi in tecnica digitale, si è trovato confrequenze da poter cedere, o da broadcasternazionali che hanno cessato l’esercizio e cedu-to le frequenze a nuovi soggetti entranti o datv locali che hanno deciso di abbandonare ilmercato. Una qualsiasi emittente che nonabbia la possibilità di acquisire nuove frequen-ze ha un percorso obbligato: continuare l’eser-cizio analogico fino al momento in cui la diffu-sione di set top box nella sua area di servizio

Il digitale terrestre accende i motori

75LUGLIO-AGOSTO 2004

MPEG-2 (Motion Picture Expert Group 2) Norma tecnica emanata dall’organismo internazionale ISOe adottata in tutto il mondo per la codifica e la compressione del segnale audio-video in un flusso dibit e per l’assemblamento di più flussi (audio-video e programmi-dati) in un unico flusso, detto bloc-co di trasporto, da trasmettere attraverso una rete di diffusione. Per avere un’idea dell’importanza dellacompressione apportata da MPEG-2, basta pensare che un segnale video ottenuto da sempliceconversione analogico-digitale occuperebbe circa 270 Mbit/s, mentre la codifica MPEG-2 porta adun’occupazione di soli 5 Mbit/s o anche meno, a seconda delle caratteristiche del segnale originario.

MPEG-4 (Motion Picture Expert Group 4) Norma tecnica emanata dall’organismo internazionaleISO per una codifica con compressione maggiore rispetto alla norma MPEG-2. Pur dimezzandoteoricamente, a parità di qualità audio-video, la banda necessaria, l’utilizzo della norma MPEG-4non ha luogo nel DVB-T perché in pratica la resa di immagine non è quella che un utente si attendeda un televisore. La norma, invece, trova come principale applicazione il trasferimento di flussi videoattraverso connessioni Internet o su connessioni GPRS nei cellulari. In quest’ultimo caso, risultandolo schermo molto piccolo, si riesce anche con soli 30-40 Kbit/s ad avere un flusso video di qualitàdiscreta, soggettivamente accettabile dagli utenti mobili.

MHP (Multimedia Home Platform). Norma tecnica riguardante un sistema software pre-installatodal costruttore nei decoder per abilitarli alla interpretazione di programmi-dati e servizi interattivi.Si tratta di una piattaforma aperta, basata sul linguaggio Java e dotata di opportune estensioniper la gestione delle risorse hardware tipiche di un decoder. L’adozione di Java facilita enorme-mente il re-impiego di risorse umane già dedicate allo sviluppo di applicazioni su Internet in proget-ti di realizzazione di servizi sulla piattaforma digitale terrestre. La norma MHP, scelta di concertodai maggiori attori del mercato e non imposta dalle istituzioni, definisce tre profili:

1. Enhanced Broadcasting (radiodiffusione con prestazioni aggiuntive), che prevede un’in-terattività “locale”, per consultazione di dati e informazioni di carattere generale.

2. Interactive Broadcasting (radiodiffusione con prestazioni interattive) per scambio di datieventualmente specifici dell’utente, tramite canale di ritorno.

3. Internet access, che prevede un set top box configurato come un qualsiasi terminale,ad esempio PC, in grado di accedere a Internet.

In Italia e in Europa, il profilo scelto è il 2 (Interactive Broadcasting), come quello ritenuto neces-sario e sufficiente per prestazioni di interattività efficaci per gli utenti e allo stesso tempo protettedalla complessità e dai rischi (per un comune spettatore televisivo che non abbia pratica di compu-ter) di una navigazione ”aperta” su Internet, come quella offerta dal profilo 3. Di tale profilo si parleràprobabilmente tra qualche anno.

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I quaderni di76

La transizione al digitale terrestre

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sia tale da garantire, per la stessa emittente,uno share almeno pari a quello di cui gode conl’analogico.

I broadcaster locali stanno pian piano affac-ciandosi al digitale, pur nella difficoltà, per loronotevole, di acquisire frequenze da dedicarvi total-mente. Attualmente, l’approccio più comune perloro è quello di trasmettere in analogico la maggiorparte del giorno, riservando alle trasmissioni digi-tali alcune ore della notte. C’è da dire, a questoproposito che i sistemi di trasmissione più recen-ti sono duali, cioè con possibilità di commutare -con un semplice comando ed in tempi immedia-ti - tra analogico e digitale.

Va da sé che, con riferimento ad un determi-nato sito, per ogni frequenza che venga conver-tita al digitale si rende tecnicamente disponibi-le nell’area di servizio interessata da quel sito lafruizione di cinque programmi in versione digi-tale. Detto in altri termini, per ogni emittenteanalogica che si ritira da una determinata areadi servizio, diventa possibile il simulcast per alme-no cinque altre emittenti in quell’area. Si pongo-no quindi le premesse perché si verifichi, da uncerto momento in poi, un “effetto valanga” nellaliberazione di frequenze.

Adeguamento impianti di ricezione

Gli impianti di ricezione per la televisione digi-tale terrestre sono perfettamente analoghi a quel-li usati per la ricezione analogica e consistonoessenzialmente in una o più antenne (nelle bandeIII, IV e V), una rete di distribuzione via cavo

Schema funzionale di un impianto per generazione, playout, multiplazione e diffusione diprogrammi audio-video e dati con il digitale terrestre.

Impianti di trattamento e trasmissione delsegnale digitale (fonte DMT).

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Il digitale terrestre accende i motori

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ne in digitale. Tuttavia, soprattutto nel caso diimpianti centralizzati, può essere necessario inter-venire allo scopo di risolvere eventuali proble-mi relativi all’installazione del STB, il sistema diantenne, il centralino di testa e la distribuzione.

COFDM. Tecnica di modulazione impiegata per la diffusione del segnale digitale terrestre. Consistenel ”distribuire” i bit costituenti il segnale da trasmettere tra un numero elevatissimo di frequenzeportanti, tutte comprese all’interno di un tradizionale canale dello spettro radiotelevisivo, di ampiez-za 7 MHz (in banda VHF) oppure 8 MHz (in banda UHF). Il numero di portanti può essere circa 1700(denotato con 2K) oppure circa 6800 (denotato con 8K). La modulazione può essere 16QAM o64QAM che combinata con altri parametri (intervallo di guardia e FEC) dà luogo a velocità di trasmis-sione da 12 Mbit/s a 31 Mbit/s. La velocità tipica disponibile nei multiplex installati in Italia è di 24Mbit/s. La tecnica di modulazione qui presentata garantisce la coesistenza - nello spettro radiotele-visivo - di canali analogici e canali digitali. Il diagramma in frequenza di un segnale digitale ha carat-teristica forma di ”panettone” e occupa quasi per intero il canale assegnatogli, a differenza di unsegnale analogico che, concentrato intorno ad alcune frequenze all’interno del canale, presenta unaforma a picchi. Proprio in virtù di queste caratteristiche, il segnale digitale è molto più robusto delsegnale analogico. Interferenze isocanale, in canale subadiacente o in canale sopra-adiacente daparte di un canale analogico disturbano ”poco” il digitale; viceversa, interferenze da parte di un cana-le digitale disturbano notevolmente l’analogico. Il segnale digitale, a parità di area di servizio coper-ta, richiede una potenza di trasmissione pari a meno di un quarto di quella richiesta da un segnaleanalogico: evidenti, quindi, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni elettromagnetiche.

con opportuni derivatori e partitori, e una seriedi apparati di amplificazione, miscelazione/demi-scelazione, attenuazione, filtraggio, ecc. Gli attua-li impianti quindi, se in buono stato ed efficien-ti, possono essere utilizzati anche per la ricezio-

Reti digitaliLe reti televisive necessarie per il digitale terrestre, possono essere pianificate secondo tre modelli. 1. Rete su singola frequenza (SFN). È una rete che per irradiare un blocco utilizza la stessafrequenza su tutto il territorio nazionale. In tecnica digitale, segnali di stessa frequenza provenien-ti da più installazioni di trasmissione, se contenenti lo stesso blocco, non creano problemi di inter-ferenza, perché si riesce a comporre gli echi di isofrequenza che giungano al ricevitore da ripeti-tori in zone adiacenti a quella del ripetitore più prossimo. Si consideri, invece, che con la televisio-ne analogica ogni canale a diffusione nazionale ha bisogno di frequenze diverse su trasmettitori dizone adiacenti. La SFN è, in linea di principio, il modello di rete più indicato per una rete a coper-tura nazionale, con un unico blocco destinato a tutto il territorio, con contenuti identici sia per iprogrammi che per i servizi. 2. Rete multifrequenza (MFN). È una rete nella quale non è prevista la composizione costrut-tiva degli echi isofrequenza. Da simulazioni effettuate, se si vuole un livello di servizio di qualitàaccettabile su almeno l’80% del territorio nazionale (cosa che richiede la minimizzazione delle inter-ferenze provenienti da trasmettitori in zone adiacenti), è necessario utilizzare almeno quattro frequen-ze. La diversità di frequenze può essere sfruttata per il frazionamento in reti regionali o provincia-li, sulle quali irradiare blocchi regionali o provinciali. 3. Rete mista (k-SFN). È una rete che utilizza k frequenze, ognuna destinata ad assicurare unarete SFN su una porzione del territorio nazionale (ad esempio, a livello regionale). Rappresenta uncompromesso tra i due modelli precedenti: rispetto al modello SFN, riesce a migliorare la coper-tura del territorio, mentre rispetto al modello MFN migliora l’utilizzo dello spettro. Per questa capa-cità di conciliare varie esigenze, la soluzione scelta in Italia per reti nazionali è quella 3-SFN. A livel-lo interprovinciale, tuttavia, esistono già oggi esempi di reti puramente SFN.

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La transizione al digitale terrestre

I quaderni di78

Principali cause di intervento installatore ricezione DTT su impianto centralizzato. Gli interventi comples-sivi stimati rispetto ai Set Top Box venduti e alla tipologia di abitazione sono al 78% (fonte Eurosatel-lite su dati al 30-04-2004)

Principali cause di intervento installatore ricezione DTT su impianto centralizzato. Gli interventi comples-sivi stimati rispetto ai Set Top Box venduti e alla tipologia di abitazione sono al 78% (fonte Eurosatel-lite su dati al 30-04-2004)

Principali cause di intervento installatore ricezione DTT su impianto singolo. Gli interventi complessi-vi stimati rispetto ai Set Top Box venduti e alla tipologia di abitazione sono al 30% (fonte Eurosatelli-te su dati al 30-04-2004)

Link utili per saperne di più.

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Il digitale terrestre accende i motori

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preventivamente accreditarsi presso un centroservizi attivato dal Ministero delle comunica-zioni e gestito da Poste Italiane. Successiva-mente, all’atto di immissione di un lotto di pezzisul mercato, comunicano al centro servizi gliestremi (modello e numeri di serie) degli appa-rati, in modo che essi risultino in una banca datidi apparati ammessi al contributo. I negozi chevogliano vendere decoder con il contributostatale devono preventivamente accreditarsipresso lo stesso centro servizi.

L’erogazione del contributo prevede unasemplice procedura telematica nel negozio, almomento dell’acquisto del decoder: tale proce-

Le tabelle seguenti riassumono una stima(fonte Eurosatellite), che sebbene non esausti-va per il basso numero di interventi in terminiassoluti o statisticamente caratterizzante per ladisomogeneità del campione sul territorio nazio-nale, fornisce una prima valutazione quantita-tiva delle tipologie di intervento tecnico relati-vamente all’avvio delle trasmissioni digitali neiprimi mesi del 2004.

Diffusione dei set top box

L’acquisto del primo set top box, purché ingrado di ricevere programmi in chiaro e diconsentire l’interattività da remoto, cioè trami-te canale di ritorno, viene finanziato da un contri-buto di 150 €, fino a concorrenza di un plafonddi 110 milioni di euro, ovvero di circa 700.000decoder. Evidente la ragione per cui il legislato-re ha voluto favorire la diffusione di box inte-rattivi: perché solo con essi si potrà accedere aiservizi di T-government e a quei servizi, anchecommerciali, che contribuiranno a fare il saltoqualitativo di massa verso una società dell’infor-mazione. Il finanziamento è attribuito solo agliutenti in regola con il canone televisivo.

I produttori che intendono ammettere alfinanziamento pubblico i loro decoder devono

La convivenza degli impianti di ricezione terrestre e satellitare

Gli impianti di ricezione televisiva sia di tipo singolo o centralizzato (più utenze) sono caratterizzati daun sistema di antenna, una centrale di testa e una rete di distribuzione su cavo. La ricezione terre-

stre e quella satellitare necessitano di diversi sistemi di antenna (”tradizionale” e parabola). Centrali di testae reti di distribuzione invece possono essere integrate per consentire entrambi i tipi di ricezione.

In impianti singoli la convivenza tra ricezione terrestre e ricezione satellitare può essere assicu-rata in modo semplice mediante l’utilizzo, nella rete di distribuzione, di miscelatori/demiscelatori edi cavi adatti al trasporto sia di segnali su frequenze ”terrestri” (banda VHF, 174-230 MHz, e UHF,470-860 MHz) sia di segnali su frequenze di 1a IF (banda di Prima Frequenza Intermedia, 950-2150 MHz, utilizzata per la distribuzione su cavo dei segnali satellitari). Per gli impianti di ricezio-ne terrestri e satellitari di tipo centralizzato è necessario distinguere tra quelli che prevedono unatransmodulazione del segnale satellitare e quelli che invece prevedono una distribuzione diretta.

Nei primi il segnale da satellite viene demodulato e rimodulato su frequenze terrestri a montedel sistema di distribuzione. Questa soluzione ha il vantaggio di rendere i canali satellitari diretta-mente selezionabili con il telecomando del TV analogico, come se si trattasse di canali terrestri(analogici). Tuttavia, porta all’occupazione di frequenze terrestri e quindi alla impossibilità di rice-vere eventuali programmi trasmessi all’origine sulle stesse frequenze.

Nei secondi invece il segnale da satellite viene semplicemente traslato dalla banda Ku (10,7-12,75GHz) alla 1a IF e distribuito su questa banda. Un esempio di questo tipo di impianti sono i cosiddetti Multi-switch. Questo tipo di soluzione non presenta alcun conflitto tra ricezione satellitare e ricezione terrestre.

Antenna terrestre, valida per ricezione siaanalogica sia digitale.

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grande pubblico e fornisce in tempo reale ilnumero di contributi ancora disponibili perl’erogazione.

Il prezzo di un box interattivo, al netto delcontributo statale, si colloca tra 50 e 150 euro,a seconda del numero di collegamenti dispo-nibili sul retro (ad esempio, presenza di uscitaaudio digitale, presenza di ingressi video aggiun-tivi ai due ingressi scart), della marca e dellapolitica commerciale del produttore.

Disponibilità di contenuti

L’attuale disponibilità di contenuti è fornitanelle ultime pagine di questo Quaderno, estrat-te da una pubblicazione della DGTVi.

La transizione al digitale terrestre

I quaderni di8080

dura richiede che l’utente abbia con sé cartad’identità, codice fiscale e ricevuta di paga-mento del canone e che il negoziante inserisca,oltre i dati dell’acquirente, anche i dati identi-ficativi dell’apparato. In questo modo si control-la che l’utente sia in regola con il canone, cheil decoder risulti nella banca dati del Ministe-ro e che quell’utente e quel decoder sianocontrassegnati una volta per tutte ai fini delcontributo. Il centro servizi è raggiungibileall’indirizzo Internet: http://decoder.comuni-cazioni.it. Esiste un call center per produttorie rivenditori raggiungibile con il numero 840011000. Esiste anche un call center per gli uten-ti raggiungibile con il numero 840 022000. Ilsito Internet è ovviamente visitabile anche dal

Decoder Philips DTR 6600

Decoder Nokia Mediamaster 310T

Decoder ADB i-CAN

Tipologie di ricevitoriDecoder oppure set top box (STB). Dispo-sitivo in grado di demodulare e decodificareil segnale digitale proveniente dall’antenna, didistinguere i vari flussi audio-video e i vari flus-si programmi-dati e di trasformarli in formatoadatto alla visualizzazione su un televisoretradizionale. Per fruire della televisione digi-tale terrestre, occorre connettere il decoderalla tradizionale presa d’antenna e il televiso-re, tramite un cavo SCART, al decoder.Zapper. Un decoder che può solo decodifica-re flussi audio-video, ma non i programmi-dati. Decoder MHP interattivo o semplicemen-te box interattivo. Decoder in grado di esegui-re applicazioni interattive e di connettersi, trami-te la rete di telecomunicazioni, a un centro servi-zi, cioè a un sistema di gestione degli accessie di smistamento di richieste e operazioni versoserver informativi e banche dati. IDTV o iDTV (integrated Digital Television),ovvero televisore digitale integrato. È un tele-visore che integra al suo interno le funzioni diun decoder. Si utilizza semplicemente connet-tendolo all’antenna, esattamente come si facon l’attuale televisore.

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renderla un nuovo canale di accesso ai servi-zi per il cittadino, accanto a Internet e allatelefonia cellulare. Nel 2002 il governo italia-no decide di puntare sulla televisione digi-tale terrestre in versione interattiva comemezzo per superare il divario tra i cittadinidotati di dispositivi digitali multimediali ecomputer con accesso Internet e cittadinifermi agli elettrodomestici di base (tra i

Il digitale terrestre accende i motori

T ra il 2000 e il 2002 il Consiglio Euro-peo elabora il concetto di e-government,

come inclusione delle pubbliche ammini-strazioni e dei cittadini nella societàdell’informazione. Nella nuova piattaformadigitale terrestre viene individuata la possi-bilità di prestazioni interattive idonee a

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La sfida dell’interattività

Decoder DiPro Interact I-MHP

Pannelli posteriori di vari decoder a confronto. Notare lapresenza obbligatoria di alcune uscite (ad es. modem RTG)e quella opzionale di altre (ad es. audio digitale).

L’ingresso per smart cardL’ingresso per smart-card è fondamentale perl’utilizzo di servizi che richiedano l’identificazio-ne e l’autorizzazione dell’utente. Rientrano in talecategoria i servizi di telemedicina, i servizi di tipofinanziario (ad esempio, T-banking) e tutti queiservizi in cui deve essere garantito che l’infor-mazione venga utilizzata esclusivamente, su baseindividuale, da chi ne abbia titolo. Una smart card utilizzata per tali finalità, somi-glia fisicamente alla ben nota scheda della Pay-Tv, ma rappresenta ben altro, ad esempio:• una Carta Nazionale Servizi, emessa adesempio dal S.S.N. su base regionale;• una Carta d’Identità Elettronica, come quel-la emessa in numero di 700.000 esemplari dalMinistero degli Interni nell’ambito di un proget-to pilota con cinquantasei comuni.• una Carta Servizi emessa da privati (ad esem-pio, carta prepagata) per utilizzare servizi di tipocommerciale, offerti sulla piattaforma DTT.

Il canale di ritorno

Il canale di interazione (o canale di ritorno) presen-te per definizione in tutti i box interattivi è la linea

telefonica su modem V90 interno. Tale canale hail pregio della semplicità e dell’economicità d’uso,ma non consente di ricevere o effettuare chiama-te vocali mentre si stanno utilizzando i servizi. Peravere un canale di ritorno sempre attivo, ovveroalways on, si pensa invece di utilizzare la tecnolo-gia ADSL su doppino telefonico, con il vantaggiodi avere la linea sempre libera per telefonare. Incaso di lontananza della presa telefonica dal deco-der, si può optare per un collegamento senza fili ditipo DECT oppure per un collegamento WiFi, inabbinamento con un router ADSL wireless. Dotan-do invece il decoder di un modulo GSM/GPRS, alvantaggio always on si aggiunge quello di unacomunicazione senza fili, tariffata a volume di datitrasferiti, invece che a tempo di connessione. Deco-der con ADSL o GSM/GPRS sono attualmente incorso di sperimentazione. In futuro, saranno dispo-nibili anche connessioni UMTS e connessioni versoil futuro servizio pubblico WiMax. È importante notare che la gratuità della televisio-ne digitale terrestre in chiaro non si estende all’u-tilizzo del canale di ritorno. Questo è soggetto aicosti di connessione praticati dall’operatore di tele-comunicazioni e ad eventuali costi ”premium” perservizi interattivi ritenuti di particolare valorecommerciale. Per servizi di prima necessità offer-ti sul digitale terrestre possono essere previsti deinumeri verdi messi a disposizione, ad esempio,da una pubblica amministrazione.

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La sfida dell’interattività

I quaderni di8282

tori di servizi per prelevare e consegnare idati inviati o richiesti.� servizi transattivi, nei quali l’informazio-ne scambiata con i siti remoti deve essereprotetta da sguardi e usi non consentiti, vuoiper motivi di riservatezza vuoi perché impli-ca passaggio di denaro.

Esempi di servizi informativi sono il Super-televideo, naturale evoluzione multimedialedell’attuale televideo, e la Guida Elettroni-ca dei Programmi, che consente di visualiz-zare una lista di tutti i programmi in onda inun dato momento e il palinsesto di ciascunprogramma. Altra categoria di servizi infor-mativi è quella che comincia a essere messain onda per iniziativa di alcune PubblicheAmministrazioni, regioni o comuni, d’ac-cordo con emittenti televisive. Si parla allo-

La TV digitale interattiva non è Internet

Molti dei servizi previsti per la DTT sono già disponibili su Internet: Tuttavia ancora nel 2005circa la metà degli italiani non avrà a disposizione un PC per l’accesso a Internet. Comun-

que, per barriere essenzialmente socio-culturali, molti cittadini non sono disponibili ad utilizza-re un computer per accedere a servizi interattivi anche di base, mentre possono utilizzare un’in-terfaccia familiare, quale quella rappresentata dal televisore e dal telecomando. Occorre nota-re che la TV digitale interattiva non è Internet, essenzialmente per le seguenti ragioni.

1. L’utente televisivo non è un internauta. L’utilizzo di servizi interattivi, generalmente, nondeve distogliere troppo l’attenzione dal programma televisivo, anzi rappresenta spesso unapprofondimento della fruizione televisiva stessa. Le ”schermate” dei servizi interattivi devonoquindi avere l’attrattiva del linguaggio televisivo, piuttosto che l’aspetto di pagine Web.

2. Lo schermo televisivo corrisponde ad un monitor da PC a bassa risoluzione (addiritturainferiore alla VGA) e non può quindi presentare la stessa quantità di informazioni possibili conuna schermata del PC. Oltretutto, lo schermo del PC si guarda da vicino, mentre il televisore siguarda da una distanza pari ad almeno quattro volte la sua diagonale.

3. Il numero di servizi disponibili su Internet è potenzialmente illimitato. I servizi risiedono suiserver della Rete e vengono richiamati attraverso il “browser”: istruzioni, dati generali e datispecifici dell’utente viaggiano attraverso la connessione Internet. Il numero di servizi disponibilisulla piattaforma digitale terrestre, ad un determinato istante, è limitato dal fatto che istruzionie dati generali vengono radiodiffusi all’interno del blocco di trasporto occupando banda nelcosiddetto “data carousel”. Il numero di servizi disponibili per lo “scaricamento” è dunque limi-tato. Questo rende la presenza di servizi sul digitale terrestre molto più preziosa ed essenzialedi servizi equivalenti su Internet. Ovviamente, il vantaggio per un fornitore di servizi è quello diavere servizi potenzialmente utilizzabili da una vastissima platea.

Sarebbe dunque un approccio improprio, probabilmente destinato a insuccesso, quello di“trapiantare” direttamente applicazioni e servizi dall’ambiente PC-Internet all’ambiente DTT. Inaltre parole, se gli sviluppatori di applicazioni possono essere gli stessi che per Internet, i desi-gner dell’interfaccia utente di applicazioni televisive devono essere figure professionali ad hoc.

quali, il televisore, presente nel 99% delleabitazioni).

È utile classificare i servizi della societàdell’informazione in tre categorie:� servizi informativi, con i quali l’informa-zione viene radiodiffusa insieme ai program-mi televisivi (esattamente come avviene conil televideo). Ovviamente la sola informa-zione trasferibile in questa maniera è quelladi interesse generale per i telespettatori.L’utente può navigare in tale informazione,tramite il telecomando.� servizi interattivi, con cui si ha la possibi-lità per l’utente di accedere a dati di suospecifico interesse, se non anche individua-li. Per scambiare tali dati l’utente utilizza ilcanale di ritorno, che consente il collega-mento ad un centro servizi, il quale a suavolta si collega alle banche dati degli eroga-

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Il digitale terrestre accende i motori

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Decoder Samsung DTB-9500F

Decoder Humax DTT 4000

Decoder Access Media IT.Box Plus

Il centro serviziIl centro servizi è un sistema centrale o distri-buito che ha una funzione essenziale nell’e-rogazione di servizi interattivi. Innanzitutto,gestisce il traffico di richieste provenientidagli utenti tramite il set top box. Costitui-sce anche un intermediario tra broadcastere fornitore di servizi. Trasforma l’informa-zione dalla codifica idonea al set top boxalla codifica utilizzata dai server del fornito-re di servizi. Il Centro Servizi, infine riceve einvia informazioni ad ogni utente connesso.

Nel progettare la dimensione interattiva deldigitale terrestre, è fondamentale prevedere ivolumi di traffico interattivo, per dimensionareopportunamente le risorse. Gli investimenti perun centro servizi, in base al bacino di utenzaservito, possono andare da qualche decina dimigliaia di euro a qualche milione di euro.

di visita richiesta, ma anche essere riconosciutoe autorizzato con sicurezza. Parlando di tran-sazioni finanziarie, possiamo riferirci a degliacquisti in linea oppure a movimentazioni delproprio conto corrente. Per un inserimentoveloce dei propri dati personali e soprattuttoper una maggiore protezione dei dati trasmes-si sulla linea, conviene allora che ci sia la possi-bilità di inserire nel decoder una smart-cardo scheda, come si dice comunemente.

La possibilità di utilizzare servizi transat-tivi renderà il nostro decoder un semplicema potente terminale per prenotare on-line,comodamente seduti sul proprio salotto,biglietti ferroviari, biglietti aerei, posti alteatro, ottenere certificati anagrafici, sbri-gare pratiche burocratiche, pagare tasse (adesempio, l’ICI) e per effettuare acquisti adistanza.

ra di “portali” che offrono notizie aggiorna-te su fatti riguardanti l’ente locale, informa-zioni su come sbrigare una pratica ammini-strativa, indirizzi utili, ecc.

Un esempio di servizio interattivo puòessere la consultazione della banca datidell’ACI: l’utente inserisce con il teleco-mando il numero di targa di un veicolo e ilsistema risponde con una schermata riepi-logativa dei dati relativi a quel veicolo(proprietario, indirizzo, potenza fiscale, even-tuale importo della tassa di circolazione,ecc.).

Parlando di riservatezza, possiamo riferirciad esempio alla prenotazione di una visitamedica presso una ASL, oppure alla consul-tazione di un referto medico. In tal caso,l’utente dovrebbe non solo inserire il suonumero di libretto sanitario e specificare il tipo

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Modelli di business per l’interattività

I quaderni di84

Modelli di business per l’interattivitàAbbiamo ormai maturato tante esperienze

nel settore delle telecomunicazioni. I casidi successo e gli insuccessi sono tutti ben chiarinella nostra memoria, così come è chiara unasola regola: la tecnologia, per quanto efficienteed affascinante, di per sé non è sufficiente, senon vi è un meccanismo di mercato che sostie-ne lo sviluppo dei prodotti e dei servizi.

Innanzitutto, occorre riflettere sull’atteggia-mento dei consumatori odierni: la comodità delservizio e la sicurezza di pagare solo per quantosi decide di consumare sono due paradigmi chia-ri e difficilmente modificabili.

Ipotesi di ricavi dai servizi interattivi

Cominciamo la nostra analisi da una rifles-sione su un servizio a valore aggiunto come lamessaggistica sui cellulari (SMS). Gli SMS stan-no avendo un successo travolgente: in terminidi costo per impegno delle risorse sono un servi-zio con un valore aggiunto oggettivamente eleva-to, ma sono tranquillamente accettati in termi-ni di utilità per costo unitario, al punto che illoro utilizzo sta ingenerando non solo una nuovagrammatica e nuovi linguaggi ma anche nuoveapplicazioni (ad esempio, nel campo della domo-

Due rivoluzioni copernicane

Carlo Sartori, Presidente RaiSat, Responsabile Progetto digitale terrestre per RAI, Presidente DGTVi

Per la televisione, il digitale propizia due vere e proprie “rivoluzioni coperni-cane”: la moltiplicazione dei canali e la convergenza con gli strumenti digi-tali “intelligenti”. Queste finiranno per trasformare il mezzo televisivo in manie-

ra profondissima, in tutta la sua struttura ideativa, realizzativa, distributiva. Le due rivoluzioni hanno reso possibile la riscossa di un mezzo che, all’inizio della

rivoluzione digitale, sembrava spacciato. Quando la rivoluzione del digitale nel grande entusiasmo infor-matico e “internettiano” ha compiuto il suo processo è toccato proprio alla televisione compiere quei passiche avrebbero portato molta più gente, in modo più semplice e diretto, verso una più modesta, più limi-tata, ma più pervasiva Società dell’Informazione.

A differenza del satellite “pay”, il digitale terrestre è una rivoluzione “sostitutiva” rispetto alle tipolo-gie di offerta tradizionali, interna al “core business” televisivo, non di nicchia ma globale nella vertica-lità dell’apparato industriale della televisione. Programmi di televisione digitale terrestre sono offerti subase continua in sei paesi, oltre l’Italia: Regno Unito, Svezia, Spagna, Finlandia, Olanda e Germania.

L’esperienza sinora maturata nei Paesi europei ha condotto all’affermazione del modello “free”rispetto alla “pay-tv” nel digitale terrestre. La scelta del modello free fa sì che lo sviluppo del digitaleterrestre sia non semplicemente un problema tecnologico-commerciale di una o più imprese, ma lasfida di crescita di un intero Sistema Paese, inoltre si restituisce dignità e legittimazione ai servizi pubbli-ci. Saranno proprio questi ultimi ad avere il compito più fondamentale nella Società dell’Informazione:quello di garantire uno sviluppo democratico della nuova tecnologia distributiva.

C’è infine un’opportunità fondamentale offerta dal digitale terrestre. Si tratta della possibilità di risol-vere una volta per sempre il problema della qualità dei contenuti televisivi, che evidentemente nonpuò essere imposta. Con l’ampliamento della disponibilità di canali, ci sarà spazio sia per contenutidi alto livello culturale (che attualmente sono relegati in ore impossibili, per questioni di auditel), sia percontenuti più rispondenti a interessi socio-culturali di massa. Il sistema televisivo nel suo complessopotrà garantire che tutti gli interessi rappresentativi della cultura del Paese ricevano lo stesso tratta-mento, abbiano la stessa dignità per una crescita di creatività e qualità.

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tica, teleaccensione dell’impianto di riscalda-mento). Il numero degli SMS è passato infattida 1 miliardo e 750 milioni del 1999 a 18 miliar-di e 500 milioni nel 2002, con un fattore dicrescita superiore a 10 volte. Attualmente gliintroiti da SMS costituiscono addirittura circa il10% dei proventi degli operatori mobili, purrichiedendo risorse di rete proporzionalmentetrascurabili.

In pratica, il successo del GSM, al di là dellastandardizzazione che ha creato economie di scalaimpressionanti ed una vera libertà di scelta delconsumatore tra diversi operatori e diversi termi-nali, risiede nel business model. La carta prepa-gata utilizzata per i servizi radiomobili è un model-lo win-win ineguagliato: certezza dell’incasso delcosto del servizio erogato per l’operatore, control-lo diretto della spesa per il consumatore.

La televisione digitale terrestre interattiva sicolloca in un momento storico particolare. Avalle del successo del GSM, nel momento in cuii servizi via Internet cominciano ad essere davve-ro maturi, nel momento in cui i modelli di paga-mento attraverso carte prepagate sono semprepiù accettati. Il successo della televisione digi-tale terrestre interattiva si gioca su un modello

combinatorio, come per la telefonia mobile. Hagià dalla sua parte la comodità della fruizione,la familiarità con l’apparecchio televisivo, la suatradizionale semplicità d’uso, l’enorme diffu-sione tra la popolazione, il posizionamento intermini di abitudine a trascorrere intere ore difronte allo schermo televisivo. Ma può incorpo-rare il mondo di Internet ed in particolare quel-lo dei servizi al cittadino, ed i modelli di micropagamento per servizi a valore aggiunto e di cartaprepagata che hanno decretato il successo dellatelefonia mobile.

In pratica, la televisione digitale terrestre inte-rattiva può costituire una piattaforma per ladiffusione generale di servizi telematici a paga-mento, con le seguenti caratteristiche: � larga banda per la diffusione e pluralità di retidi ritorno per l’interattività, incluso il semplicecanale telefonico; � piattaforma interattiva standardizzata ed aper-ta, in grado di mutuare molti servizi già dispo-nibili su Internet;� pluralità di fornitori: di rete, di contenuti e diservizi.

Il tutto avviene mantenendo ampie caratteri-stiche di sicurezza in termini di:

Sulle spalle del gigante

Federico Di Chio, Capo Progetto digitale terrestre, Mediaset

“Se ho visto così lontano è perché stavo seduto sulle spalle dei giganti”(I.Newton)La televisione digitale terrestre è un nuovo mezzo; ma al tempo stesso non èsostanzialmente diverso dalla televisione, così come la conosciamo. E proprioin questa ambivalenza sta la forza del digitale terrestre: una tecnologia inno-

vativa che si innesta sulla grandissima forza di impatto del “vecchio” mezzo. I modelli di business dellaDTT si fondano appunto sul fatto che non stiamo inventando qualcosa di nuovo, qualcosa che dobbia-mo creare da zero e la cui base di utenti va reinventata oggi, ma che possiamo contare sullo straor-dinario patrimonio di consuetudine ed affezione che lega gli italiani alla televisione. Il consumo di TVè straordinario: 45 milioni di italiani vedono la tv per almeno un minuto al giorno e questi 45 milionimediamente la vedono per quasi 5 ore ogni giorno. Si tratta di 77 miliardi di ore/spettatore all’anno!Ed è a partire da questi 77 miliardi di ore/spettatore che micro-pagamenti da uno, due o tre europossono diventare una fonte di ricavo importante per la nuova televisione. Insomma, se la tv digitaleterrestre può guardare lontano è perché si posiziona - per così dire - “sulle spalle del gigante”, cioèsulla cara, vecchia e polverosa televisione generalista free-to-air.

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santi: per 25 milioni di famiglie, la spesa per l’ac-quisto di decoder, cifrata in media a 150 euro adapparecchio, comporta un esborso di 3 miliardi e750 milioni di euro. Per sostenere lo sviluppo delsistema, si è simulato un mercato di fornitura diservizi, remunerato attraverso pagamenti quotaticome se si trattasse di SMS (con un prezzo pari a20 centesimi di euro a transazione). Quindi, si èimplementata la simulazione ripercorrendo lacurva di sviluppo del medesimo servizio SMS.

Partendo da un consumo pari a 4 transazio-ni/mese il primo anno di utilizzo della televi-sione digitale terrestre ed arrivando nel quintoanno a 4 transazioni/giorno, si sviluppano nelquinquennio spese complessive pari a 7 miliar-di ed 855 milioni di euro.

Modelli di business per l’interattività

� identificazione dell’utente, tipica della telefo-nia su rete fissa e del radiomobile basato su SIM;� pagamento certo delle transazioni, con un pienocontrollo della spesa da parte dell’utente, attraversoil sistema prepagato, ampiamente sviluppato siadalla telefonia pubblica sia dal radiomobile.

La Fondazione Bordoni sta monitorando, attra-verso un gruppo di lavoro formato da espertiuniversitari del massimo livello e da economistiinterni questo processo, al fine di effettuare dellevalutazioni ex-ante in termini di impatto sull’eco-nomia generale, sulle famiglie, sulle imprese.Questo processo sarà tenuto sotto controllo neltempo per capire se e dove la scienza economicaha adeguatamente afferrato le variabili in gioco.

Oggi le valutazioni sono estremamente interes-

Qualità, interattività, usabilità: il digitale terrestre per il Gruppo Telecom Italia

Simone CremoniniCoordinatore Progetto Digital Terrestrial Television, Telecom Italia Media

T elecom Italia, per tramite di Telecom Italia Media e delle due televisionida questa controllate, La7 e MTV Italia, ha deciso di credere ed investi-re nel digitale terrestre: solo per il biennio 2003-2004 sono stati stanzia-

ti investimenti per ca. 60 milioni di euro. A fine 2003 era già stata costruita unarete che serve oltre il 50% della popolazione, trasmessi in digitale La7 ed MTV,

proposti i primi servizi interattivi. Ad oggi illuminiamo più del 60% della popolazione e siamo pronti arichiedere la licenza di Operatore di rete. Sappiamo che sono investimenti di cui è difficile prevedere concertezza i ritorni, ma siamo anche convinti che, oltre che un obbligo di legge, costituiscano una concre-ta opportunità per la realizzazione di una serie di servizi innovativi rivolti alle grandi masse di cittadini.

Abbiamo in programma ovviamente di valorizzare le nostre televisioni, La7 ed MTV, arricchen-done l’offerta di contenuti e di servizi interattivi. Ma abbiamo anche intenzione di utilizzare il networkdigitale terrestre per l’erogazione di servizi utili e di facile accesso per le comunità civiche e per leimprese private.

L’attività televisiva diventa così ancor più sinergica con il resto del Gruppo, secondo un percor-so che è la naturale evoluzione di servizi già lanciati, quali la “Mobile TV” di TIM o i contenuti dispo-nibili sul portale Rosso Alice. La “convergenza” diventa realtà e la televisione digitale terrestre offreoggi l’opportunità di realizzare servizi interattivi che i cittadini potranno utilizzare con gli strumentielettronici più semplici e noti: televisore e telecomando.

Il discriminante nell’uso di questi servizi è anche nella loro facilità d’uso: quelli che abbiamo giàmesso in onda potranno sembrare “semplici” agli utenti più smaliziati del mondo dei computer, masono stati ideati per essere, appunto, usabili dal maggior numero di persone possibile.

Per tramite del digitale terrestre, abbiamo così l’opportunità di far percorrere ad un numero incre-dibilmente alto di utenti un percorso d’apprendimento che li porterà ad utilizzare servizi di pubblicautilità, d’intrattenimento, d’informazione sempre più evoluti, il tutto seguendo anche il progressotecnologico sul fronte dei STB e l’evoluzione dei canali di ritorno a banda larga, fissa e mobile.

Stiamo quindi lavorando sia per diffondere quello che già oggi il digitale terrestre consente, siaper sperimentare le sue evoluzioni dei prossimi anni: già oggi un nostro panel di utenti ha a dispo-sizione servizi e STB basati sui canali di ritorno ADSL e GPRS.

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Cifra del tutto coerente con il valore del fattu-rato attuale degli SMS: visto che nel 2002 sonostati ricavati in Italia proventi per 1 miliardo e636 milioni di euro, che assommano ad 8 miliar-di e 180 milioni di euro in un quinquennio.

L’ipotesi prevede che si parta con 500 milafamiglie che usano l’interattività il primo anno,e si prosegua arrivando a 6 milioni di famiglienel secondo anno, 20 milioni nel terzo anno,23 milioni nel quarto, ed a 25 milioni di fami-glie nel quinto anno. Questa cifra è ampia-mente sufficiente, pur nella semplicità delmodello utilizzato, a dimostrare l’esistenza diun ampio volano di risorse in grado sostenereil processo di sviluppo della televisione digi-tale terrestre.

Effetti economici dell’introduzionedel digitale terrestre

In termini di sistema economico, la spesa aggiun-tiva delle famiglie, per decoder e per servizi, risul-ta pari a circa 11 miliardi di euro su un arco quin-quennale. Sempre secondo le simulazioni effettuatein FUB, questa spesa produce un incrementocomplessivo del Prodotto interno lordo di circa 30miliardi di euro, con una crescita indotta pari, quin-di, a 19 miliardi di euro. Crescita che si realizza suun arco di tempo di poco superiore a quello quin-quennale in cui la spesa si genera, e comunque nonsuperiore al quinquennio successivo.

Questa previsione si basa su stime prudenzialie non considera il contributo alla crescita econo-

Non per legge, ma per convenienza

Egidio ViggianiDirettore affari generali e istituzionali, DFree

I l mercato non nasce per leggi o regolamenti, ma per convenienza. Eccoperché nasce DFREE. Il multiplex in tecnica digitale terrestre di Prima TVè infatti il frutto di un importante investimento nel futuro del nostro Paese,

da parte di due azionisti stranieri: il gruppo Ben Amar ben noto nell’ambitodella finanza internazionale e della produzione cinematografica ed il gruppoTF1 che con uno share medio del 33% è in assoluto il canale televisivo euro-

peo più importante sul proprio mercato nazionale. Il futuro per DFree inizia il 9 gennaio quando ilConsiglio di Amministrazione di Prima Tv decide di digitalizzare l’intera rete analogica che coprivail 75,7% della popolazione pari a poco meno di 44 milioni di italiani con due obiettivi ben precisi:velocità e riconoscibilità ovvero in quanto tempo posso digitalizzare e come posso promuovere ilprodotto del digitale terrestre. Il primo quesito si risolve a febbraio scorso con l’attivazione di 78impianti per una copertura pari al 51,7% che a fine luglio arriverà a toccare il 67,4% della popola-zione; per la promozione si sceglie di identificare il digitale terrestre con un nome commerciale,DFree, che cerca di ripetere quanto è stato fatto da due operatori di successo quali Freeview inGran Bretagna e Boxer in Svezia. Fatta la rete, trovato il nome, bisognava passare alla delicata fasedella costruzione dell’offerta. Anche in questo caso gli obiettivi erano chiari: dare più servizi rispet-to alla televisione tradizionale, ed allora per promuovere l’interattività e la vendita dei Mbit/s abbia-mo cercato e trovato gli operatori che erano all’avanguardia in questo settore ovvero Canale 5 eItalia 1; offrire delle novità rispetto al tradizionale panorama televisivo analogico ovvero dei canalifruibili solo dai possessori di un decoder digitale terrestre ed ecco quindi LCI (La Chaine Info) il cana-le di informazione in lingua francese nato nel 1999, in onda 24 ore su 24 con 55 notiziari al giornoe 30 magazine, designato dal Governo francese per diventare la CNN d’oltralpe e Radio Italia Tvcon il suo palinsesto orientato ai giovani fatto di concerti live e clip musicali. Last but not least, DFreeospita Sportitalia un canale che ha come ambizione quella di essere il luogo deputato dell’attualitàdello sport in televisione e che fa della complementarietà agli altri canali il suo cavallo di battaglia,una vera e propria guida all’offerta sportiva mondiale trasmessa in Tv. Insomma vista la rete, il marchioed i contenuti l’ultimo obiettivo di DFree è quello di riuscire a far emergere il profilo di una televisio-ne nuova, più adulta e matura, e perché no con una notevole connotazione di utilità sociale.

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grandi rivoluzioni tecnologiche. La comodità e lafacilità sono valori tangibili, che i consumatori rico-noscono e premiano. La complessità rappresentaun fattore che invece riduce la platea dei fruitori,come accade ancora per l’accesso ad internet.

Il personal computer nasce dalle applicazioni diufficio, di un terminale video collegato all’elabo-ratore centrale dell’azienda. Si è evoluto, perchéha capacità di elaborazione autonome, perché èconnesso alle reti di telecomunicazione e così sicollega con tutti coloro che mettono i propri datia disposizione, su Internet. Ogni sforzo si è fattoper renderne semplice l’uso e veloce la connessio-ne con l’esterno: ma rimane poco semplice da usare.

La televisione è nata per la famiglia, per l’am-biente domestico, per lo svago e per l’informa-zione. Il televisore ha dentro di sé solo quello cheserve: non è come i personal computer, che spes-so sembrano martelli da 300 chili utilizzati permettere puntine da disegno! Spesso è l’unico cana-le informativo per gran parte della popolazione.Arricchirlo con ulteriori servizi ed informazioni,

Modelli di business per l’interattività

mica dato dalle spese di investimento degli opera-tori di rete, dei fornitori di contenuto e di servizi.

Considerazioni strategiche

La transizione verso la televisione digitale terre-stre interattiva può rappresentare, anche a livellolocale, dal punto di vista industriale, tecnologico edella diffusione dei servizi al cittadino, un’occa-sione davvero importante: perché si fonda sullaintegrazione delle reti, sulla interoperabilità deiservizi esistenti, su modelli di business collaudati.

La sfida è rappresentata dalla realizzazione diun sistema semplice, intuitivo, che ripeta gestua-lità ormai consuete, che non richieda improba-bili alfabetizzazioni informatiche. Semplice comeaccendere il televisore, usare il telecomando,scorrere il televideo, ricaricare la scheda prepa-gata del telefonino o comprare la carta prepa-gata per i telefoni pubblici.

La comodità di un prodotto e la facilità di utiliz-zare un servizio sono da sempre la chiave delle

Canale d: le chiavi del successo

Marco Ficarra, Amministratore Delegato, Home Shopping Europe

Essere dei pionieri non è responsabilità di poco conto. Significa traccia-re una strada, non senza rischi ed insidie, con la certezza che nientesarà più come prima. Nella rivoluzione della televisione digitale terrestre,

Home Shopping Europe ha vinto la sfida dell’innovazione, non solo per averottenuto, prima tv nazionale in assoluto, l’autorizzazione alla sperimentazio-ne nel gennaio 2003, ma per aver avviato le trasmissioni con la nuova tecni-

ca già nel giugno scorso ed aver dato vita al primo canale civico in collaborazione con la PubblicaAmministrazione.

Sin dalla sua nascita, Home Shopping Europe ha incarnato i valori della modernità, dello svilup-po e dell’avanguardia nel settore televisivo, alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo generati dallaTv, ma che sono integrati con i servizi di call center, di logistica, di It e di database marketing. Lasfida del digitale terrestre è stata raccolta nella consapevolezza che possiamo offrire un contribu-to industriale articolato e responsabile, per l’impegno industriale e commerciale connesso allagenerazione di nuovi canali, nuovi contenuti e nuove applicazioni interattive.

Il passaggio all’era della televisione digitale terrestre è segnato dalla scelta del nuovo logo tele-visivo, Canale d, che distingue il canale Tv dalle attività di business svolte, non più solo ed unica-mente di shopping, presto declinate ai viaggi e news, già on air.

Già più di un milione di abitanti è in grado di ricevere la nostra programmazione in Toscana,grazie all’offerta del nostro multiplex, dove è inserito il canale civico Dì Lucca. Merito dell’Ammini-strazione Comunale di Lucca e Cittadigitali, aver creato “il modello della buona prassi televisiva inDVB-T”, che ha già ricevuto un consenso diffuso tra le Pubbliche Amministrazioni ed i broadca-ster nazionali e regionali, per i risultati conseguiti ed il business generato.

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senza tradirne le caratteristiche, è l’obiettivo dellatelevisione digitale terrestre interattiva.

Evoluzione delle TV locali

Le televisioni locali continueranno a mante-nere il loro ruolo di fornitori di contenuti tele-visivi di interesse locale o di interesse tematico.Giustamente, possono aspirare a diventare opera-tori di rete locale. Altre possibilità sono quelladi salire a bordo di un multiplex operato da terzioppure la formula consortile. In questo caso, uncerto numero di emittenti televisive locali posso-no costituire un consorzio che funga da opera-tore di rete per i loro canali TV.

Comunque, la convivenza di più editori TV sullostesso multiplex non sarà lasciata al caso e allaconcorrenza selvaggia tra gli editori presenti, maga-

ri con strizzatine d’occhi da parte dell’operatore direte verso quei canali ospitati che siano di suaproprietà. Si dovrà rapidamente individuare e rego-lamentare dei modelli di Service Level Agreement,che diano garanzie sulle risorse (nel multiplex) effet-tivamente assegnate a tutti i titolari di programmiTV afferenti allo stesso multiplex.

Tuttavia, l’area in cui si offrono maggioriopportunità per le TV locali è quella dei serviziinterattivi.

Molti servizi interattivi avranno un significa-to locale e saranno quindi adatti ad una presen-za esclusiva su televisione locale. Si pensi allaprenotazione di musei, spettacoli e ristoranti, airapporti amministrativi con il proprio Munici-pio, al rapporto con le Aziende sanitarie locali.

I servizi interattivi non sono (ancora) condizio-nati dall’aspettativa di gratuità, come sarà invece

Le nuove opportunità per le TV locali

Marco RossignoliCoordinatore, AERANTI-CORALLO

L’obiettivo principale delle imprese televisive locali è quello di diventa-re operatore di rete locale, figura quest’ultima che sarà la protagoni-sta dei nuovi scenari digitali. La strategia delle emittenti di AERANTI-

CORALLO è, infatti, quella di valorizzare ulteriormente i propri canali ditrasmissione, trasformando le attuali aziende televisive operanti in tecnicaanalogica in operatori di telecomunicazione capaci di veicolare non solo i

propri programmi (simulcast e/o nuovi programmi), ma anche quelli di terzi (attività di carrier) nonchédati e servizi anche dotati di interattività.

L’opportunità di operare in qualità di carrier, veicolando, all’interno del proprio multiplex, ancherealizzando sinergie tra gruppi di emittenti operanti in diverse aree territoriali, contenuti prodotti daterzi, consente di ampliare l’attività delle imprese televisive locali in quella di operatore di rete, offren-do spazi a coloro che, non disponendo dei canali di trasmissione, sarebbero giocoforza esclusidalla diffusione terrestre: tra gli altri, gli editori della carta stampata e i content provider satellitari.

L’altra grande opportunità offerta della tecnologia digitale terrestre è data dalla possibilità diveicolare dati e servizi e, proprio in questo ambito, AERANTI-CORALLO ritiene importante svilup-pare progetti con le Pubbliche Amministrazioni locali.

Le emittenti locali possono assumere in questo contesto un importante ruolo nei progetti di T-government, acquisendo così nuove importanti opportunità di business, attraverso, ad esempio,convenzioni di servizio con comuni, province, regioni, camere di commercio, aziende ospedaliere, etc.

La realizzazione di progetti di T-government insieme alle pubbliche amministrazioni locali rappresentauna importante prerogativa per le imprese televisive locali, anche in considerazione delle previsioni dellalegge 66/2001 che riserva esclusivamente alle emittenti locali la possibilità di differenziare i programmidati tra le diverse aree servite, vietando espressamente tale possibilità alle emittenti nazionali.

Affinché le emittenti locali siano messe in condizione di effettuare efficacemente la transizioneal digitale, AERANTI-CORALLO ritiene necessario che lo Stato intervenga con contributi specificidestinati agli operatori di rete, nonché con contributi specifici destinati alla realizzazione di conte-nuti informativi per le emittenti televisive locali.

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rogazione del servizio: il fornitore di servizi, il forni-tore di contenuti TV e l’operatore di rete. La rela-tiva semplicità è dovuta all’essere un utente TVmolto più identificabile oggettivamente, per via delsuo STB e televisore presenti nel suo inviolabiledomicilio, rispetto ad un utente che effettui tran-sazioni commerciali su Internet.

La capacità sui multiplex nazionali dedicabi-le ai servizi è tale da consentire circa fra 2 e 3Mbit/s per i dati, per ogni multiplex. Conside-rando che una parte considerevole di tale bandaresidua andrà per servizi contestuali ai program-mi televisivi, non resta molto spazio, sui multi-plex nazionali, a disposizione della grande quan-tità di servizi interattivi cui si potrà pensare. Lecentinaia di reti a livello locale potranno offrirecomplessivamente centinaia di Mbit/s, non soloper servizi locali ma anche per servizi nazionali,con un approccio di networking.

Modelli di business per l’interattività

per i programmi TV, che lo spettatore - come oggi- continuerà a voler vedere gratuitamente.

Molti servizi interattivi costituiranno per l’uten-te una vera comodità in casa. Ad esempio, il paga-mento di un bollettino, la prenotazione di posti alcinema, la prenotazione di una visita medica, unagiocata al lotto direttamente dal televisore (anzi dalSTB) di casa, varranno tranquillamente per l’uten-te il costo del meno efficiente e più scomodo servi-zio di sportello fisico. Gli stessi programmi di intrat-tenimento con interattività non avranno difficoltàa porre un mini-prezzo, ad esempio al televoto, vistoe considerato che già oggi l’utente che voglia vota-re ad alcuni reality show è disposto a telefonare(manualmente) a Centri Servizi che fatturano ognicontatto con una tariffa premium al minuto.

Dal punto di vista tecnico è relativamente sempli-ce realizzare uno schema di ripartizione degli introi-ti a vantaggio di tutte e tre le figure coinvolte nell’e-

I quaderni di90

Le TV locali protagoniste della comunicazione digitale

Maurizio Giunco Presidente, Associazione FRT

Come TV locali FRT siamo convinti che anche con il digitale l’emittenza tele-visiva locale con dimensione d’impresa saprà essere uno dei soggettiprotagonisti del sistema della comunicazione del nostro Paese. Nell’at-

tuale fase di avvio alcune importanti emittenti trasmettono con la nuova tecnolo-gia su canali interamente dedicati, coprendo in simulcast importanti aree del

Paese (Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, la provincia di Roma), mentre molte altre stanno iniziandola sperimentazione prevalentemente notturna sui propri canali. Da un punto di vista meramente tecnicova infatti sottolineato che le emittenti più importanti hanno già equipaggiato la gran parte delle proprie reticon impianti “digital ready” grazie anche ai finanziamenti sotto forma di rimborso di cui al DM 407/01.

Ovviamente, rispetto ai grandi operatori nazionali, il settore ha le sue difficoltà, soprattutto per lascarsa disponibilità di frequenze necessarie per creare le reti che dovranno trasmettere esclusiva-mente in digitale, per cui l’ingresso in forze nel digitale non è e non sarà immediato.

È infatti necessario un preventivo consolidamento delle realtà presenti nel settore - quelle chesaranno effettivamente in grado di operare anche come operatori di rete - cui la nuova legge Gaspar-ri offre possibilità di crescita con l’ampliamento del bacino, l’interconnessione portata a 12 ore e unpossibile afflusso di nuove risorse dal mercato della pubblicità nazionale.

E in futuro 10 o 15 operatori di rete locali avranno la possibilità di avere un multiplex nazionale.In questa fase i problemi sono comunque tanti: dalla già citata limitata disponibilità di frequenze

per il simulcast al rischio di perdita della sintonia sugli apparecchi, (il vero valore di avviamento peruna TV locale) con la moltiplicazione dei canali e dell’offerta complessiva; dalla necessità di offrirecontenuti adeguati alla possibile concorrenza con i grandi gruppi nazionali nell’offerta dei servizi avalore aggiunto a livello locale.

Un’opportunità quest’ultima decisiva per il futuro del settore, che dovrà inoltre ulteriormente carat-terizzare la propria programmazione informativa con un legame sempre più stretto con i soggettipubblici e privati che operano nel territorio, una realtà fondamentale in un Paese come il nostro.

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Il digitale terrestre accende i motori

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L a legge 3 maggio 2004, n. 112, recante ‘Norme diprincipio in materia di assetto del sistema radiote-

levisivo e della Rai Radiotelevisione italiana Spa, nonchédelega al Governo per l’emanazione del testo unicodella radiotelevisione’, cosiddetta “legge Gasparri”pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 5/5/2004, n.82/L. stabilisce i principi generali dell’assetto del siste-ma radiotelevisivo nazionale, regionale e locale, e loadegua all’avvento della tecnologia digitale e al proces-so di convergenza tra la radiotelevisione e altri settoridelle comunicazioni interpersonali e di massa - teleco-municazioni, editoria, anche elettronica, ed Internet.

Ci limitiamo a sintetizzare, della legge Gasparri,i punti salienti per la transizione.

Viene confermata la distinzione dei seguenti ruolinella catena del valore del digital terrestre:� “operatore di rete”, che possiede una rete di comu-nicazione (su frequenze terrestri in tecnica digitale, viacavo o via satellite) e gli impianti che consentono latrasmissione dei programmi agli utenti;� “fornitore di contenuti”, che ha la responsabilitàeditoriale nella predisposizione dei programmi tele-visivi o radiofonici e dei relativi programmi-dati esvolge le attività commerciali ed editoriali connes-se alla loro diffusione;� “fornitore di servizi interattivi associati o di servi-zi di accesso condizionato”, che fornisce, attraver-

so l’operatore di rete, servizi al pubblico di acces-so condizionato, ovvero che fornisce servizi dellasocietà dell’informazione.

Le attuali tv locali e nazionali possono effettuaresperimentazioni di trasmissioni digitali terrestri sugliimpianti esistenti e possono richiedere le licenze e leautorizzazioni per avviare le trasmissioni in tecnicadigitale terrestre. Sono consentiti trasferimenti diimpianti o rami d’azienda tra emittenti (trading difrequenze), a condizione che le frequenze acquisitesiano destinate alla diffusione digitale.

La RAI è tenuta a realizzare almeno due blocchi didiffusione (multiplex) su frequenze terrestri con unacopertura del territorio nazionale che raggiunga:a) dal 1° gennaio 2004, il 50 per cento della popola-zione;b) entro il 1° gennaio 2005, il 70 per cento della

popolazione.La concessionaria del servizio pubblico dovrà inol-

tre realizzare la completa conversione alla tecnica digi-tale di uno o più bacini locali da individuare di concer-to con il Ministero delle comunicazioni tra quelli condifficoltà di ricezione del segnale analogico.

Un ulteriore incentivo alla diffusione del digitale terre-stre sarà ottenuto destinando, al finanziamento dell’ac-quisto di decoder per il digitale terrestre, il 25 percen-to dei ricavi derivanti dalla privatizzazione della RAI.

La nuova legge di riassetto del sistema radiotelevisivo

del decoder necessario per captare il segnale digitale. Si riportano di seguito le tappe previste per la

transizione al digitale terrestre nei Paesi UE e lospegnimento del servizio analogico (ATO, analogturn off), come risultanti da comunicazioni ufficialirese alla Commissione Europea dai singoli Statimembri (i Paesi non menzionati non hanno presen-tato alcuna comunicazione).

L e esperienze di Paesi comunitari che per primihanno introdotto la TV digitale terrestre sono state

determinanti nel convincere i Governi e gli operatorieuropei che la TV digitale terrestre non può essere intro-dotta con un modello di business di pay TV.

L’orientamento prevalente in ambito comunitarioè quindi di avviare le trasmissioni digitali terrestri inchiaro, riducendo i costi per gli utenti al solo acquisto

Stato e prospettive del digitale terrestre negli altri Paesi europei

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Stato e prospettive del digitale terrestre negli altri Paesi europei

– Austria: trasmissioni nelle aree maggiormentepopolate entro il 2006, switchover per regionidal 2007, ATO nel 2010.

– Belgio: date non ancora stabilite– Danimarca: rete del primo multiplex completata

per luglio 2005, data per ATO non stabilita– Finlandia: completamento copertura digitale

2005, ATO 2007– Germania: numerizzazione con simulcast breve

(circa 6 mesi) per zone, ATO a Berlino già comple-tato a luglio 2003, altre zone a partire dal 2004,fino a coprire l’intero paese entro il 2010

– Grecia: esperimenti pilota 2004, inizio transi-zione 2005, ATO dopo il 2010

– Irlanda: approccio da definire nel 2004– Paesi Bassi: numerizzazione guidata dal merca-

to, ATO non prima del 2007– Portogallo: prime trasmissioni 2004, strategia per

ATO da stabilire– Regno Unito: è stato il primo paese europeo ad

avviare le trasmissioni digitali terrestri. Dal 1998

al 2002 ha operato ONDigital, poi rinominataITV digital, che, dopo aver raggiunto la quota di1.300.000 abbonati fu costretta alla chiusura daproblemi finanziari dovuti alla competizione conle altre piattaforme televisive a pagamento. Ilcambio strategico in favore della TV gratuita si èrivelato vincente nel Regno Unito, dove con ilmarchio FreeView la televisione digitale terrestrefree to air è entrata in circa 2.500.000 di abita-zioni. Oggi, più di metà della popolazione èraggiunta dal segnale. ATO tra 2006 e 2010

– Spagna: l’insuccesso della prima esperienza (Quie-ro TV) che ha operato dal 2000 al 2002, ha pesa-to sui piani strategici di Madrid. Numerizzazionedi una città in data da stabilire, ATO 2011

– Svezia: disegno di legge governativo per ATO nel2007.Da parte della Francia è stato recentemente comu-

nicato dall’organismo regolatorio nazionale CSA illancio di canali gratuiti entro il 1 marzo 2005 e il lanciodi canali a pagamento entro il 1 settembre 2005.

I quaderni di92

Evoluzione tecnologica e prospettiveoltre lo switch-off

Mentre comincia il dispiegamentodel sistema digitale terrestre pres-

so il pubblico, la ricerca applicata e l’in-dustria radiotelevisiva guardano avan-ti, in vista di sviluppi in un futuro più omeno prossimo. Alcune innovazionisono molto più a portata di mano diquanto non si creda. Deve solo scatta-re la convenienza commerciale a intro-

durle presso il grande pubblico.TV digitale e home theatre. Con l’arrivo del deco-

der è possibile sfruttare il proprio impianto hometheatre anche con la televisione digitale terrestre. Bastascegliere un decoder che abbia l’uscita Dolby Digi-tal. Presto, alcuni programmi televisivi in digitale terre-stre trasmetteranno, oltre al normale canale stereo,anche un audio Dolby Digital 5+1.

Decoder unico per tutte le piattaforme? Il televiso-re del nostro salotto è assediato da apparecchiature che

competono per mandargli segnali video: il video-regi-stratore, il lettore DVD, il decoder satellitare e il deco-der terrestre. Dietro il televisore è tutto un groviglio dicavi di alimentazione, di cavi RF e di cavi SCART. Vienenaturale pensare ad un decoder unico per entrambe lepiattaforme. È una prospettiva realistica? Tecnicamente,sì, perché entrambe rispondono alla norma DVB; sitratta, dunque, di produrre decoder che abbiano duetuner, terrestre e satellitare; a quel punto, il flussoMPEG-2 proveniente dal satellite e quello provenien-te da un trasmettitore terrestre sono di identico forma-to e possono essere trattati dagli stessi circuiti; stessodiscorso vale per i servizi interattivi, che possono esse-re eseguiti su una stessa piattaforma MHP una voltaestratti dal flusso MPEG-2. Dal punto di vista commer-ciale, la strada è lunga, perché si tratta di far conver-gere un mercato verticale (come quello satellitare) e unmercato orizzontale free-to-air come quello terrestre.

TV ad alta definizione. La TV ad alta definizione,

Mario Frullone

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Il digitale terrestre accende i motori

pensata tanti anni fa, è rimasta a lungo una chimera.In tecnica analogica, essa avrebbe comportato un’oc-cupazione di banda tale da dover sacrificare un certonumero di canali UHF o VHF per la sua trasmissio-ne, cosa ovviamente improponibile. In tecnica digi-tale e con compressione MPEG-2, un programma adalta definizione comporta un’occupazione di circa 10-15 Mbit/s, con il risultato di usare circa il 50% dellacapacità di un multiplex. Non è quindi pensabile, inquesta fase di switch-over, dove è già difficile trova-re frequenze da convertire all’esercizio digitale, conce-dersi il lusso di trasmissioni ad alta definizione. Labuona notizia è, tuttavia, che - una volta liberate tantefrequenze come effetto immediato dello switch-off -ci saranno sicuramente frequenze disponibili pertrasmissioni ad alta definizione. Dal lato emittente,non serve nulla di più che attrezzature di studio tele-visivo idonee a codificare in alta definizione. Dal latoricevente, servirà una nuova generazione di ricevito-ri (decoder o televisore digitale integrato) in grado didecodificare il segnale ad alta definizione ed ovvia-mente uno schermo ad alta definizione. Tuttavia, latecnologia delle codifiche digitali potrà venirci incon-tro, offrendo compressioni sempre più efficaci, talida occupare per un segnale ad alta definizione la stes-sa banda oggi necessaria per un segnale a definizio-ne standard (vedere a questo proposito il riquadrosulla codifica H-264). L’alta definizione potrà alloradiventare semplicemente la televisione di domani.

TV mobile. Un altro sogno può diventare realtàcon la televisione digitale terrestre: la fruizione dellaTV mentre si è in movimento. Distinguiamo i duecasi, TV in un veicolo e TV tascabile. Per la TV nelveicolo (beninteso, non sul cruscotto, a distrazionedel guidatore), il sistema di ricezione prevede la tecni-ca cosiddetta della diversità di antenne: il ricevitoreha due o più antenne che ricevono lo stesso segnalein condizioni differenti. Appositi circuiti nel ricevi-tore riescono ad elaborare le differenze tra i segnaliricevuti e ricostruire un segnale di buona qualità.Un’ulteriore tecnica può essere quella di una modu-lazione più robusta della COFDM, ad esempio laQPSK. In tale caso, tuttavia, devono esistere dei multi-plex che trasmettono in tecnica QPSK, dedicati cioèalla trasmissione di programmi per la TV mobile.Quando per TV mobile, si intende invece una TVtascabile, allora interviene la norma DVB-H, attual-mente in corso di definizione (vedere riquadro).

Convergenza tra TV, telefonia mobile e Internet.Con l’adozione della tecnica DVB-H lo scenario futu-ro sarà quello di una piena convergenza tra TV, telefo-nia mobile e Internet. Per quanto riguarda il termi-nale, avremo un oggetto con due interfacce radio, l’in-terfaccia UMTS e l’interfaccia DVB-H. La ricezionedi programmi audio-video radiodiffusi avverrà attra-verso l’antenna DVB-H, mentre la ricezione diprogrammi audio-video a richiesta e lo scambio didati personali ad alta velocità avverranno attraverso

93LUGLIO-AGOSTO 2004

La norma H.264H.264 (ISO/IEC 14496-10 | ITU-T Rec. H.264) è lo schema di codifica video più avanzato attualmentedisponibile per la compressione di segnali video in formati che vanno da quelli tipici delle applicazionimultimediali (QCIF e CIF) fino alla TV ad alta definizione.

I lavori di normativa si sono conclusi a metà del 2003 e già da settembre dello stesso anno eranodisponibili i primi dispositivi operanti in “tempo reale” per lo più realizzati su piattaforme Windows.

L’H.264 è strutturato in due “profili”: “Baseline” e “Main”; il primo comprende le funzioni base di compres-sione e le tecniche di protezione da errori di trasmissione, il secondo include ulteriori funzionalità di compres-sione tali da soddisfare le esigenze legate ad applicazioni di tipo diffusivo. Un terzo profilo (Extended) inclu-de funzionalità legate a rendere efficiente lo “streaming” del video. Dal punto di vista tecnologico H.264 rappre-senta un deciso avanzamento grazie ad alcune importanti innovazioni (fra cui ad esempio un cancellatore diblocchettizzazione), che lo rendono decisamente più efficiente della precedente versione di MPEG-4 (parte2) utilizzata da quasi tutti gli attuali codec per applicazioni Multimediali (ed. es. Windows Media Player).

Test di verifica dell’efficienza di H.264, eseguiti per conto di MPEG presso i laboratori FUB lo scorso marzo,hanno evidenziato un incremento del rapporto di compressione che oscilla fra il 3:1 (rispetto a MPEG-4 perapplicazioni Multimediali - formati CIF e Q-CIF) ed il 2:1 (rispetto a MPEG-2 per applicazioni TV ed HDTV).

Esistono ancora problemi di gestione delle licenze riguardanti la tecnologia sottesa in H.264. Il model-lo di “licensing” proposto non soddisfa i broadcaster, perché sembra prefigurare il pagamento di dirittiogni volta che venga trasmesso un programma codificato in H.264.

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del progetto digitale terrestre in ambito europeo, assu-me un posto di rilievo l’esigenza di una migliore utiliz-zazione dello spettro. Si è visto come con il piano diassegnazione delle frequenze in tecnica digitale, sipossano avere 48-60 programmi nazionali e varie centi-naia (in tutto) di canali regionali o locali. Da varie partisi fa la previsione che popolare di palinsesti una talescelta di programmi possa essere economicamenteinsostenibile. D’altronde le tecniche di codifica permet-tono di conseguire sempre più consistenti risparmi dibanda. Sorge allora il problema dello spectrum divi-dend, cioè di come gestire l’improvvisa abbondanzadi frequenze che si verrà ad avere nelle bande VHFe, soprattutto, UHF. Attualmente, ci sono due posi-zioni contrapposte. C’è il partito di coloro che vorreb-bero togliere parte di questo spettro ai servizi televi-sivi e passarlo a futuri servizi radiomobili. C’è il parti-to di coloro che vorrebbero utilizzare lo spettro venu-tosi a liberare per introdurre la TV ad alta definizio-ne o comunque servizi multimediali e interattivi ditipo radiodiffusivo. I pianificatori politici avranno diche lavorare in previsione dello switch-off generaliz-zato in tutti i Paesi europei. Augurabilmente, prevarràil criterio del miglior uso dello spettro, in termini diricadute economiche sui cittadini e sulle imprese.

Mario FrulloneDirettore delle Ricerche – Fondazione Ugo Bordoni

Evolzione tecnologica e prospettive oltre lo switch-off

l’antenna UMTS. Questo è solo lo scenario tecnico.Dal punto di vista del business, assisteremo ad unulteriore allargamento della catena del valore. I forni-tori di contenuti audio-video non interverranno, comeoggi soltanto attraverso la catena diffusiva, ma ancheattraverso il canale di ritorno. Gli operatori mobilipotranno diventare fornitori di contenuti veicolatitramite il DVB-H. Sarà un’impressionante rivoluzio-ne dell’industria dei contenuti, dovranno crearsi nuovimodelli di business che premino la produzione deglistessi, senza penalizzarne il consumo da parte degliutenti. Dovranno diventare moneta corrente il paga-mento contestuale di diritti digitali, declinati con tuttele forme e con tutte le flessibilità immaginabili. Perdirla in breve, la TV digitale terrestre apre un’auto-strada che ci porta verso distese sconfinate, che saran-no tutte da esplorare, sperimentare, regolamentare esviluppare a beneficio dei cittadini e delle imprese.

Convergenza con la domotica. La casa di unfuturo in parte già presente sarà popolata di dispo-sitivi ed elettrodomestici in grado di interagire traloro. Il decoder, in tale zoo di dispositivi, potrà farela parte del leone, trasformandosi in centrale dimonitoraggio e controllo (gateway) di tutti gli appa-rati della casa. Preferiamo lanciare l’idea in astrat-to, rinunciando a specifici scenari ed esempi, esclu-sivamente per mancanza di spazio in stampa.

Lo spectrum dividend. Tra le motivazioni alla base

I quaderni di94

La norma DVB-HDVB- H (Digital Video Broadcast - Handheld) è l’ultima evoluzione, ancora in via di completa definizione,della norma DVB. Essa mira a fornire accesso ai servizi multimediali a banda larga “in ogni momento, inogni luogo” mediante terminali portatili di piccolo ingombro ed a basso consumo di energia. Il DVB-Hrisponde all’esigenza di conciliare la banda larga consentita dallo standard per la televisione digitale terre-stre (DVB-T) con terminali mobili di dimensioni e peso non troppo superiori a quelli di un comune telefo-no cellulare dotato di display grafico a colori. Il consumo di energia diventa pertanto fattore cruciale perconsentire la riduzione del peso e dell’ingombro delle batterie, nonché un’autonomia di almeno un paiodi giorni senza ricarica. È richiesta inoltre la massima compatibilità possibile con lo standard DVB-T. Questoimpone che segnali DVB-T e DVB-H possano coesistere nello stesso multiplex, con parte della capacitàtrasmissiva riservata ai segnali DVB-H.

Questi obiettivi vengono raggiunti mediante l’introduzione di tecniche come il time slicing (in pratica, ilricevitore rimane “acceso” solo per una frazione del tempo, consentendo un aumento di durata dellebatterie inversamente proporzionale a questa frazione) ed il cosiddetto “modo 4K”, che consente unbuon compromesso fra le esigenze di bit-rate elevata e di buona ricezione in movimento. Un codicesupplementare a correzione di errore consente una maggiore robustezza rispetto ai disturbi.

La tecnologia DVB-H, per le sue caratteristiche di banda larga e di marcata asimmetria nel servizio, nonchéper la possibilità di impiego di terminali portatili di piccole dimensioni, è destinata a diventare un complementoideale alle reti di telefonia mobile, in particolare mediante lo sviluppo di terminali multistandard DVB-H/UMTS.

In questo contesto, l’UMTS può fornire il canale di ritorno per accedere ai servizi interattivi, analogamentealla linea telefonica domestica utilizzabile da un normale ricevitore DVB-T già oggi disponibile sul mercato.

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95LUGLIO-AGOSTO 2004

Copertura del digitale terrestre

Copertura del digitale terrestre

MultiplexNazionali

Canali ricevibili anche in terrestre analogico Nuovi canali terrestri

Dfree Canale 5, Italia 1, SI Dfree TV: LCI Dfree Radio Italia tv

LA7/MTV LA7, MTV ITALIA

RTI Rete 4TV: 24ore.tv, Class News, ComingSoon, BBC World, VJ TV

Mux A – Rai RaiUno, RaiDue, RaiTre

Mux B – Rai

TV: RaiSportSat, RaiNotizie24,Rai Edu1, RaiUtile, RaiDoc

Radio: Radiouno, Radiodue,Radiotre, FD auditorium

In blu aree coperte con almeno un MUXal 30 aprile 2004

Sul sito http://www.dgtvi.itsi trovano le coperture del segnale digitale terrestre.

Programmi televisivi e radiofonici trasmessi dai MUX con copertura superiore al50% della popolazione – situazione al 30 aprile 2004.

Programmi televisivi trasmessi da MUX di emittenti nazionali – situazione al30 aprile 2004.

Multiplex Canali ricevibili anche in terrestre analogico

Nuovi canali terrestri

Home Shopping Europe Broadcasting(Province Lucca, Pisa e Livorno)

Home Shopping Europe Canale CivicoDì Lucca

Elefante TV Telemarket (Bologna) Elefante TV Telemarket

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Offerta TV e Radio

I quaderni di96

Multiplex Canali ricevibili anche in terrestre analogico

Nuovi canali terrestri

TLT Spa – Telecupole (Torino) Telecupole

Sesta Rete – Italia7 Gold –Nuova Rete – Rete Otto (Bologna)

Sesta Rete – Italia7 Gold – Nuova Rete – Rete Otto

Super 3 Spa (Roma) Super 3

Videolina (Cagliari) Videolina

TCS (Cagliari) TCS

RTV 38 Spa (Fienze, Arezzo, Valdarno, Orvieto e Pesaro)

RTV 38 TV: RTV38 News,Hit Channel

Radio: RTL 102.5,Radio Blu

Teletruria 2000 (Arezzo) Teletruria

Offerta servizi interattivi

Emittenza locale che trasmette per tutta la giornata – situazione al 30 aprile 2004.

Multiplex Canale Applicazione interattiva

Dfree Canale 5 Grande Fratello Interattivo, TG5, Amici Interattivo, FilmissimiInterattivo, Carabinieri 3 Interattivo, Maurizio Costanzo ShowInterattivo, Corrida Interattiva, News, Meteo, Portale Giochi,Oroscopo, Smallville Interattivo, Studio Aperto Interattivo,Champions League Interattivo, CSI

Italia 1 Top Of The Pops Interattivo, Controcampo Interattivo, La Fattoria, News, Portale Giochi, Meteo

LA7/MTV LA7 La7i by Virgilio, Notizie IN, Sondaggio Omnibus, Il processodi Biscardi, Guida TV, Vota la Nazionale

MTV Italia MTV News, MTV OnAir, MTV Games, MTV VideoRequest

RTI Rete 4 TG4, Meteo, News- SuperMediavideo, Promo Bellissimi, Ricette

Mux A – Rai RaiUno Sanremo interattivo

RaiDue Eventi POP

RaiUno, RaiDue, RaiTre

Servizi informativi per Elezioni Europee

Mux A e Mux B Rai

Su tutto il Mux

Sanremo magazine, Servizi informativi per Elezioni Europee,RAI 50 anni, Televideo Interattivo, Guida TV