I problemi di comportamento presenti nella psicopatologia...
-
Upload
duongduong -
Category
Documents
-
view
218 -
download
0
Transcript of I problemi di comportamento presenti nella psicopatologia...
1
I problemi di comportamento presenti nella psicopatologia
dell'apprendimento: DSA, DDAI e RM. metodi di indagine e intervento
Cristina MenazzaUOC di NPI San Donà di Piave (VE) – AIDAI Veneto
psicologa – [email protected]
Università di Pavia
Master in Psicopatologia dell’Apprendimento
12 febbraio 2010COMPRENDERE
● Conoscere il bambino: le difficoltà e le abilità● Osservare i problemi di comportamento del
bambino nei contesti di apprendimento
Caratteristiche del processo di apprendimento dei bambini con D.S.A
● Non sapere quanto tempo serve per imparare
● Non sapere cosa realmente si sa
● Non sapere cosa si deve ricordare e cosa inventare
● Dimenticare troppo / Inventare troppo
● Sapere già tutto / Non sapere niente
● Non vedere i propri sbagli e non auto correggersi
● Fare resistenza di fronte a compiti nuovi
● Non avere curiosità
Comportamenti dei bambini con D.S.A
● Voler fare tutto come gli altri● Non saper chiedere aiuto● Avere sempre bisogno di conferme● Essere pigri, apatici e passivi● Essere agitati, iperattivi, aggressivi● Opporsi alle richieste● Fare tutto da soli / Non fare niente da soli● Compiere autovalutazioni sempre estreme● Assumere atteggiamenti provocatori ● Essere disinteressati
Caratteristiche principali dell’ADHD
SINTOMI PRIMARI
1. Disattenzione
2. Iperattività
3. Impulsività
DISORGANIZZAZIONE
IL BAMBINO CON ADHD NON RIESCE A REGOLARE
LA SUA CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONEE DI ATTENZIONE SOSTENUTA IL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE
E SOLUZIONE DEI PROBLEMI
IL LIVELLO DI AUTOSTIMA
IL COMPORTAMENTOCON GLI ALTRI
IL COMPORTAMENTOMOTORIO
LA TENDENZA A DAREUNA RISPOSTA
PRECIPITOSA E IMPULSIVA
LA CAPACITA’DI RISPONDERE
IN MODO POSITIVOA CERTE EMOZIONI
IL LIVELLO DI MOTIVAZIONE, LA FIDUCIA NELL’IMPEGNO
E NELLO SFORZO
2
…inoltre gli alunni con DDAI hanno una particolare difficoltà a quantificare il tempo, gestire l’attesa e mantenere lo sforzo a lungo!
Sintomi secondari del DDAI
SINTOMI PRIMARI SINTOMI SECONDARI
1. Iperattivitàmotoria
2. Impulsività
3. Inattenzione
a) Difficoltà relazionali
b) Difficoltà scolastiche
c) Bassa autostima
d) Disturbo del comportamento
d) PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO
. comportamento negativista e provocatorio
. frequenti sbalzi d’umore e crisi di collera
. comportamento arrabbiato o rancoroso
. comportamento dispettoso o vendicativo
. frequenti litigi con gli adulti
. incapacità di rispettare le regole
. tendenza ad accusare gli altri per i propri errori
● Low processing● Tutte le funzioni (cognitive, linguistiche, di
memoria, attentive, prassiche…) sono deficitarie● Scarsa comprensione delle situazioni sociali● … età cronologica VS età mentale● Scarsa autonomia ● Caratteristiche di personalità: egocentrismo
Caratteristiche dei bambini con Ritardo Mentale
OSSERVAZIONE:
AUMENTA + DIMINUISCE -2.
QUANDO
DOVE
CON CHI
3. DOPO COSA SUCCEDE? COSA FA LUI? E GLI ALTRI?
1. QUAL E IL PROBLEMA?
4. Descrivere una delle successioni di eventi più frequenti: Antecedente – comportamento – conseguenze
5. Cosa è stato fatto finora? Cosa avete provato?
6. Di ciò che avete provato a fare, cosa ha funzionato (anche solo in parte o per poco)?
7. Di ciò che avete provato a fare, cosa non ha funzionato?
OSSERVAZIONE:
3
Una precisa analisi della situazione: l’analisi funzionale del comportamento
Conseguenze Risposta ambientale
ComportamentoProblema
Antecedente
Cosa ottiene? A cosa “serve”?
COMPORTAMENTO PROBLEMA
Dare botte e calci agli altri, lanciare e rompere gli
oggetti
CONSEGUENZE
La mastra lo allontana dall’aula, propone attività alternative per
sfogarsi (corsetta fuori) o rilassarsi (aula tappetoni)
Ritorno in classe con tranquillità
ANTECEDENTI
Attività di lavoro prolungato
Bambino:
+ attività per ripristinare l’equilibrio
- fatica
Maestra:
+ altri bambini lavorano, sono “al sicuro”
- Situazione fuori controllo,
+ ripristino l’equilibrio
Che fatica! Non ce la faccio!
Comportamento del soggetto
Azioni/reazioni degli altri
Tipo di attività/livello di
stimolazioni
++
++
--
--
L’ANALISI FUNZIONALE:il “perché”
L’analisi funzionale osserva e valuta la circolarità delle interazioni, delle
comunicazioni e delle azioni-reazioni che coinvolgono il comportamento problema
dell’alunno, quello degli altri e il livello di stimolazioni e attività ambientali
FUNZIONI DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA
A) COMUNICATIVA
1. Ottenere l’attenzione, l’attivazione degli altri (+)
2. Fuga /evitamento di situazioni spiacevoli (-)
3. Ottenere gratificazioni concrete: oggetti, attività(+)
B) AUTOREGOLATORIA
Omeostatica = per equilibrare il proprio livello di attivazione a seconda della stimolazione ambientale (+/-)
INTERVENIRE
● Preparare il contesto di apprendimento
● Rispondere ai problemi di comportamento del bambino
4
Ognuno ha bisogno di sapere…
Cosa succede oggi?Cosa si fa qui?
E io cosa devo fare?
“Sento e dimenticoVedo e ricordo
Faccio e capisco”
Proverbio cinese
UTILIZZARE FORME ALTERNATIVE/AUGMENTATIVE
DI COMUNICAZIONE
CITTA’: Cartellone giornata tipo
I disegni rappresentano le attività della giornata; i bambini staccano il cartellino quando l’attivitàè stata svolta
DOGANA, CLASSE 1°
● A.C. manifestava grosse difficoltà a gestire frustrazioni anche minime; ha presentato reazioni aggressive, fisiche e verbali e per questo è stato necessario allontanarlo dall'aula per poterlo contenere fisicamente.
● Tra le situazioni più critiche: la richiesta di lavoro didattico e la ricreazione
ORARIO DI SCUOLA“so cosa succede”
I disegni e le frecce sono attaccati al cartellone con il
patafix, per poterlo modificare e aggiornare
PIANIFICAZIONE CONDIVISA CON LA CLASSE
Ogni alunno può essere aiutato a stare più attento, mettendolo in grado di :
• Conoscere con anticipo quale sarà lo svolgimento dell’attività che sta per iniziare
• Organizzare le proprie energie e le proprie aspettative
• Fornire informazioni sui risultati che ci si attende da quella attività
5
Poco tempo
Tempo Medio
Molto tempo
☺☺
DifficileAlla mia portata
Facile
Strutturazione del compito: l’insegnante anticipa come saràl’attività da svolgere
Programma della lezione
Leggere
Scrivere
Fare il disegno
Cosa si fa
Quanto è difficile
Quanto è lungo
Programmazione della lezione 1° media (Padova) Scuola Primaria di Feltre (BL)
III° elementare
Il compito mi sembra troppo difficile e non lo voglio fare?
Proviamo a valutarlo
Compito da allenamento Compito da
partita amichevole
COMPITO DA GARA DI COPPA
IMPEGNO DAALLENAMENTO IMPEGNO DA
AMICHEVOLE IMPEGNO DA GARA
Anche la faccia mi aiuta a concentrarmi:
6
QUANTO TEMPO IMPIEGHERO’ A SVOLGERE QUESTA ATTIVITA’?
Registriamo in tabellaRegistriamo in tabella:
LA DIFFICOLTALA DIFFICOLTA’’
LL’’ IMPEGNOIMPEGNO
IL TEMPOIL TEMPO
DATA:
MAESTRA COMPITO
LUIGI
PRIMA
DOPO
RISULTATI Il bambino a fine anno:
- porta a termine il compito con una concentrazione maggiore
- sa valutare quanto è stato impegnativo
- è più motivato nelle attività che rifiutava o giudicava difficili
CIRCOLO DIDATTICO DI FELTRE
2006/2007
IL MODO PER IMPARARE
1. Guardo il Titolo, le figure, le immagini
2. Indovino: “di cosa si parla?”
3. Divido il brano in pezzetti
4. Leggo un pezzettino alla volta e mi chiedo se conosco tutte le parole: appena trovo una parola che non conosco mi fermo e chiedo cosa vuol dire
5. Alla fine rileggo tutto insieme e ripeto a voce alta
Ognuno ha bisogno di sapere…
Cosa succede oggi?Cosa si fa qui?
E io cosa devo fare?
LE REGOLE
7
NON CORRERE!!
• La regola viene associata a sensazioni negative, di costrizione, spiacevolezza
• … viene voglia di trasgredire!
• con il linguaggio sottolineo il verbo “correre”… la mente emotiva non funziona per negazioni…poi richiede inferenze
• dice cosa NON FARE, ma non dà indicazioni su COSA FARE! TORINO
Le regole efficaci
• espresse come proposizioni, non divieti• poche• brevi, semplici e chiare• descrivono le azioni in modo operativo • usano simboli pittorici colorati
NON CORRERE
CAMMINA PIANO QUI PUOI CORRERE
Il computer lo accende la maestra
Ogni bambino può giocare per il tempo di
due clessidre
Il computer lo spegne la maestra
GLI INGREDIENTI DI UN BUON PROGRAMMA PSICOEDUCATIVO
Gratificazione
Gradualità
RISPONDERE COSA INSEGNO?
● Quali sono le abilità carenti nel bambino?● Qual è il mio obbiettivo educativo, con lui e con la
classe?● Come lo raggiungo? Come gli insegno? Quale
programma di “allenamento”● Quali sistemi compensativi e dispensativi uso (=
stampelle?)
8
OBIETTIVO “SMART”
S Specifico
M Misurabile
A Accordato
R Realistico
T Timing: “temporizzato”
“Se una persona non sa verso quale porto dirigersi,
ogni vento è sbagliato”
(Seneca)
COME ALLENARLIALLENARLI A MANTENERE
COMPORTAMENTI POSITIVI?
GRATIFICANDO!tramite l’uso di
RINFORZI POSITIVI RINFORZI POSITIVI
Allenamento a piccoli passi1. Come si insegna gradualmente un’abilità cognitiva, esempio leggere,
allo stesso modo va allenata la capacità di controllare l’attenzione (“occhi e orecchie”) e l’attività (“mani e piedi”), spezzettando la meta in micro-obiettivi
2. Di solito si rinforza chi riesce già … però … è come dare l’antibiotico ai bambini sani (i più abili che sentendosi sempre dire “bravo” si indeboliscono e al primo insuccesso crollano), anziché ai malati (coloro che non riescono mai, ma necessitano di accumulare piccoli successi e gratificazioni)
“Amami quando lo merito meno, perché sarà quando ne ho piùbisogno”
3. … e gli altri alunni? L’implicito sistema competitivo in classe va sostituito con metodi cooperativi
INTERVENTI BASATI SULLE
CONSEGUENZE POSITIVE
• Identificare i rinforzi, vari ed efficaci: partiamo dal bambino!
simbolici - sociali - attività o oggetti
Incoraggiamento positivo =
descrivere il comportamento desiderabile + commento positivo = feedback informativo
LL’’ECONOMIA A GETTONIECONOMIA A GETTONI“token economy”
● Rinforzare tutti i piccoli e grandi successi● Spostare l’attenzione sui successi ed evitare di rinforzare gli
insuccessi
● Attraverso i gettoni (simboli) si premia il bambino ogni volta che raggiunge l’obiettivo concordato
● A scadenze predeterminate vengono scambiati i “token”con i premi stabiliti
a cosa serve?
come?
9
PATTO TRA CRISTINA E RICCARDORICCARDO HA BISOGNO DI ALLENARSI SU:1. LEGGERE E SCRIVERE VELOCE SENZA ERRORI
DA CRISTINA
1. CONTROLLARSI A SCUOLA
3. CONTROLLARSI A CASA
05
101520253035
1° dic 2° dic 3° dic 1° genn 2° genn 3° genn 4° genn 1° febbr 2° febbr
I goal di Riccardo a casa
02468
1012141618
1° dic 2° dic 3° dic 1° genn2° genn 3° genn4° genn 1°febbr
2°febbr
I goal di Riccardo a scuola
Token economy individuale e di classe: “A ciascuno il suo percorso”
Scelta di un obbiettivo individuale, a partire da schede di riflessione, discusse poi con le maestre
-I miei pregi
-I miei difetti
10
TOKEN ECONOMY● Abbiamo realizzato delle schede di raccolta punti e
relativi "bollini". Ogni lunedì venivano consegnati cinque bollini che ogni bambino conservava in una busta con il proprio nome, poi si attaccavano sulla scheda solo il venerdì pomeriggio. Durante la settimana i bambini potevano perdere o acquistare punti.
● Ad ogni comportamento corretto venivano assegnati due punti, per ogni comportamento inadeguato ne veniva sottratto uno.
● In base all'accumulo di punteggio sono stati individuati dei premi; ogni volta che un alunno raggiungeva la casella "coppa" aveva la possibilità di scegliere un piccolo oggetto dalla "cassa delle sorprese".
Infine autovalutazione degli apprendimenticiascuno si valuta secondo le sue capacità e il suo impegno
- i professionisti, tutti i bambini che si sentono forti che sono già allenati e sono bravi a vincere le gare - gli atleti, tutti i bambini che vincono alcune gare, ma hanno ancora bisogno di allenarsi un po'. - gli amatori, tutti i bambini che ancora non gareggiano, ma grazie all'allenamento potranno diventare dei bravi atleti
Verde = ho fatto il massimoArancio = potevo dare di piùRosso = non ho usato le mie capacità
Grafico di registrazione:
Ogni obiettivo èvalutato in base alle capacitàindividuali
IN SINTESI• La token economy è come il modello per un vestito
sartoriale, da cui l’artigiano (educatore) trae un vestito, usando i tessuti che ha (risorse) adattandole con creatività al bambino (individualità), per fare il SUO vestito (personalizzato)
• Un sistema di gratificazione funziona quando sia l’insegnante che l’alunno si sentono gratificati per aver raggiunto a piccoli passi un obbiettivo alla volta
• Si innescano circoli virtuosi di gratificazioni: i bambini con Bisogni Educativi Speciali e mobilitano le nostre energie, conoscenze, risorse e creatività mettendo in discussione i metodi “classici”