I Parchi archeologici

dal riconoscimento, alla tutela, alla

valorizzazione

• Definizione

• Storia

• Parchi conservativi e parchi ricostruttivi

• Esperienze europee

• Esperienze italiane: tra conservazione e innovazione

MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Docente Patrizia Gioia

patrizia.gioia@uniroma1.it

I temi affrontati fin qui quindi sono:

Separare o integrare?Conservare o ricostruire?

Le risposte possono essere differenti:

Nelle città

Nei parchi

I Parchi archeologici

•1. Musei e Parchi: le definizioni,le similitudini e le differenze

•2. Il parco archeologico in Italia:il panorama legislativo

•3. Parchi e archeologia sperimentale: modalità locali ed esperienze europee

Dal Museo al Parco Archeologico

R.Francovich, A.Zifferero (a cura di), Musei e parchiarcheologici, Firenze, All’Insegna del Giglio, 1999

P.Bellintani, L.Moser (a cura di), Archeologiesperimentali, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2003

ICOM nel suo Statuto definisce il museo:“un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, di educazione e di diletto”

L’ICOM accoglie entro questa definizione di museo anche:• i siti e i monumenti naturali, archeologici ed etnografici e i siti e i monumenti storici

che hanno la natura di musei per la loro attività di acquisizione, di conservazione e di comunicazione delle testimonianze materiali dei popoli e del loro ambiente

• le istituzioni che conservano delle collezioni e presentano esemplari viventi vegetali e animali

• gli istituti di conservazione e le gallerie di esposizione• i parchi naturali

Le definizioni legislative di museo in Italia sono recenti:

-T.U.490/99 art.99, comma.2 lettera a: Struttura comunque denominata

organizzata per la conservazione, la valorizzazione e fruizione pubblica

di raccolte di beni culturali.

-Codice Urbani (dlg.42/2004), art.101(Istituti e luoghi della cultura)

comma.2 lettera a: “Si intende per museo una struttura permanente che

acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di

educazione e di studio”. Al comma 3 prosegue: “Gli istituti ed i luoghi …

che appartengono a soggetti pubblici sono destinati alla pubblica fruizione

ed espletano un servizio pubblico”.

Le definizioni: tra museo e parco

Se consideriamo in particolare la definizione ICOM, che estende la qualifica di

museo ad insiemi non tradizionalmente assimilabili a collezioni museali,vediamo

che in questo modo si pongono le premesse per comprendere nuove forme

museali.

Infatti anche nelle aree archeologiche, naturalistiche e nei parchi vi sono quegli

aspetti di ricerca, conservazione e comunicazione tipici dei musei anche se

l’aspetto espositivo e conservativo deve tener conto della complessità del

contesto.

Le definizioni: i parchi archeologici

Il Parco Archeologico è “una forma integrata di conservazione e di fruizionedi beni culturali” grazie alla quale culture e stili di vita oramai scomparsi emolto lontani da noi sono integrati in un insieme unitario con gli elementinaturali che ne costituivano ampia parte al fine di illustrare un determinatoprocesso storico (Zifferero 1999, p.19; Merlo 1999, p.197).

Il Parco Archeominerario di San Silvestro

L’origine di questa concezione può essere attribuita ai musei etnografici nord europei tra fine Ottocento e inizi Novecento con l’introduzione di criteri espositivi che evitano di estrapolare gli oggetti dal contesto loro proprio. Come ad esempio il museo all’aperto Skansen di Stoccolma.

Fondato nel 1891, il museo offre ai visitatori l’esperienza unica di rivivere la vita come era in Svezia nei tempi passati, grazie alla presenza di edifici storici provenienti da tutte le parti del paese.

Tali esperienze vengono poi riproposte in campo archeologico con la ricostruzione di villaggi protostorici. Uno dei più antichi è in Germania, sul lago di Costanza, il Museo delle palafitte diUnteruhldingen, aperto dal 1922 (Merlo 1999), ma continuamente rinnovato.

Come nel caso dei reperti recuperati in uno scavo subacqueo a Unteruhldingen nel 2002 (a ridosso dell’isola Mainau) che hanno costituito il modello per la ricostruzione di una nuova sezione del villaggio (975-850 a.C.). I suoi interni vengono continuamente rinnovati in accordo con le acquisizioni scientifiche più recenti.

Qui si possono vedereattività realistiche, persone, animali e modelli di manufatti che datano alla tarda età del bronzo sino alla fine dell’epoca delle Palafitte.

L’offerta europea in materia di parchi archeologici è oggi molto vasta e soprattutto può contare su una pluriennale e consolidata esperienza nel settore della sperimentazione (es.: dimostrazioni dei processi produttivi, ricostruzioni degli edifici e dei contesti) oltre che nel settore dell’educazione e della formazione.(Zifferero 2003, pp.49 ss.)

Una vera e propria perla architettonica è Biskupin, in Polonia, un borgo dell’età del ferro, accuratamente ricostruito. È situato vicino a Poznan, sulla penisola del lago Biskupin. La visita agli scavi è come un viaggio nel tempo, a 2700 anni fa.

Parco archeologico di Xanten

(Xanten Archäologischer Park).

Il grande parco archeologico di Xanten, aperto nel 1977, si estende per circa 73 ettari ed è uno straordinario monumento culturale della romanità. Le numerose ricostruzioni a grandezza naturale e i resti degli edifici originali della Colonia Ulpia Traiana invitano ad un’emozionante viaggio nell’antica colonia romana. Il parco include il museo archeologico regionale e le terme.

Colonia Ulpia Traiana, edificata dai Romani su un braccio del Reno, era una delle principali città della Germania Inferiore prima che i Franchi la distruggessero nel 275. Oggi, un terzo dell'antica superficie cittadina e ospita il parco archeologico Xanten con edifici romani originali e alcune ricostruzioni. Soprattutto il tempio del porto, l'anfiteatro e le terme lasciano bene immaginare lo splendore architettonico della città distrutta.

Quando l’antica Xanten raggiunse i 10.000 abitanti, fu elevata al rango di colonia romana dall’imperatore Traiano, che diede il proprio nome alla città chiamandola Colonia Ulpia Traiana.

La nuova colonia vide aumentare rapidamente la propria importanza fino a divenire la seconda dell’allora provincia del Basso Reno dopo Colonia Agrippinensis (l’odierna Colonia). Fu l’epoca in cui vennero costruiti i grandi edifici e le grandi strutture pubbliche quali la cinta muraria, i templi, le terme e l’anfiteatro.

Durante la visita del parco risulta evidente l’impianto viario e il perimetro delle mura. La ricostruzione è palese, originali sono soltanto le fondazioni, ma quanto è visibile in alzato, sebbene moderno, è utile per capire la vita di questo vasto centro urbano di cui il parco racchiude solo un quarto dell’estensione originale.

Circa un quarto dell’antica Colonia Ulpia Traiana è stato sottoposto a scavi e ricerche archeologiche. Sulle fondazioni originali sono stati interamente o parzialmente ricostruiti a grandezza naturale alcuni importanti edifici che componevano la città: le mura con le torrette di guardia, la porta d’ingresso, le piccole terme cosiddette "dell’albergo", l’anfiteatro e il Tempio del Porto solo per citarne alcuni. Delle terme "dell’albergo" si possono visitare i vari ambienti ricostruiti quali la cucina con il forno, le stanze da letto, il triclinium, ovvero la sala da pranzo, e la zona di conversazione per gli ospiti. Per i bambini esiste un ampio spazio gioco ovviamente dotato di trastulli romani. Il museo regionale presenta i reperti rinvenuti durante gli scavi. Il parco è stato impostato secondo il concetto del ’vivere dentro la storia’ così da coinvolgere il visitatore nell’atmosfera autentica del luogo: ecco allora che si possono indossare abiti dell’epoca e assaggiare cibi cucinati ’alla maniera’ dei Romani.

Le terme: resti e coperture

L’ Archéodrome è frutto di una collaborazione tra i proprietari di un’area (la Sociétédes Autoroutes Paris-Rhin-Rhone) ed il Servizio Archeologico Regionale di Borgogna, ed è stato inaugurato nel 1978.

All'inizio degli anni 1980 attirò, per la sua originalità, più di 250.000 visitatori. Offriva infatti la possibilità di un vero e proprio viaggio nel tempo in Borgogna, dalla preistoria all'anno mille. Il concetto era quello di offrire agli ospiti l'opportunità di fare una vacanza di tipo culturale in modo totalmente nuovo.Purtroppo ha progressivamente perso il suo fascino iniziale ed i visitatori erano scesi a 40.000 nel 2004, e gran parte dell’utenza era scolare (17.000), per via della sua alta valenza didattica. Questo impressionante calo di visite è stato in parte attribuito alla mancanza di continuità negli investimenti, infatti gli ultimi importanti interventi sul sito risalgono al 1994. Un altro motivo a cui addebitare il calo di visite è probabilmente dovuto alla musealizzazione ed apertura la pubblico di importanti siti archeologici in Borgogna, come ad esempio Solutré o Bibracte Alesia.

ARCHEODROME DI BOURGOGNEBeaune

L’Archéodrome ha orientato i suoi contenuti principalmente verso l’evoluzione dell’uomo e delle sue tecniche dagli Australopitechi africani fino all’anno 1000 d.C. Così sono state messe a fuoco le diverse epoche in cui evolvono e cambiano le materie prime: corno e osso, silice, ferro, bronzo ... Il patrimonio archeologico della Borgogna è stato ovviamente evidenziato, come i resti di Solutré, Vix o Alesia.Uno dei punti forti dell’Archéodromeè stato quello di dare ai visitatori la possibilità di frequentare laboratori in cui i ricercatori hanno mostrato al pubblico le varie tecniche di cui potevano disporre i nostri antenati.

Le fortificazioni di Alesia, nella ricostruzione dell'Archéodrome de Beaune

Alesia fu una città gallica, di discussa collocazione, che venne posta sotto assedio da Giulio Cesare nel corso della conquista della Gallia nel 52 a.C., e nella quale si svolse una decisiva battaglia per la libertà della Gallia stessa.

PARCHI PREISTORICI E STORICI IN EUROPA

BELGIO

Archeosite (B)

Malgre Tout (B)

Cedarc (B)

Archeodrome di Ramioul (B)

DANIMARCA

Lejre (DK)

SPAGNA

Paleorama (E)

Parco Archeologico Municipale (E)

SVIZZERA

Museo Zug

Archeor

Pfahlbauten, lago di Costanza

Villaggio palustre di Gletterens

ITALIA

Archeopark

Parco Archeologico di Belverde

Archeoland

Parco Montale

Antiquitates

Museo delle palafitte del lago di

Ledro

Archeoparc

Parco Archeologico di Travo

Parco Archeologico di Livelet

Parco Archeologico del Forcello

GERMANIA

Archeo-Centrum

Dueppel

Ortiz Dorf

Vergangenheit

Pfahlbau museum

Praehistorisch Schieben

Federseemuseum

Bajuwarenhof

Agil

Archaeo Tecnik

Engen

Freilichtmuseum

Heuneburg

FINLANDIA

Kierikki

OLANDA

Archeon

Historisch

Bij de SPNF

Eindhoven

AUSTRIA

Urgeschichte

Freilichtmuseum

Otzi Dorf

FRANCIA

Archeodrome di Bourgogne

Chalain e Clairvaux

Prehistoparc

Archeodrome di Beynac

Paleosite

Samara

Le Parc de l'Art Préhistorique in Tarascon

Ramioul

Archeosite Gaulois

Parco dei Pirenei dell'Arte Preistorica

Parco archeologico Villeneuve D'Ascq

Museo e parco di Quinson

Preistoparc

Parco archeologico di Bliesbruck

Cosa sono i parchi archeologici italiani?

Selinunte

Parco archeologico di Egnazia

http://it.wikipedia.org/wiki/Siti_archeologici_in_Italia: sono elencati circa 300 siti

http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlantearcheo/AtlanteRegioni.html

MA PER LO STATO ITALIANO COSA SONO LE AREE E I PARCHI ARCHEOLOGICI?Le definizioni sono molto recenti

Definizione area archeologica:• T.U.490/1999 (art. 99, comma 2 lettera b): “sito su cui insistono i resti di un

insieme edilizio originariamente concluso per funzione e destinazione d’usocomplessiva”

• Codice Urbani -dlg.42/2004 (art.101, comma 2 lett.d): “un sito caratterizzato dallapresenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di etàantica”

Definizione di parco archeologico:• T.U.490/1999 (art. 99 comma 2 lett. c): “un ambito territoriale caratterizzato da

importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici,paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto in modo da facilitarne la lettura attraverso itinerari ragionati e sussidi didattici”.

• Codice Urbani -dlg.42/2004 (art.101, comma 2 lett.e): “un ambito territorialecaratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valoristorici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto”.

A queste si deve aggiungere, sul versante ambientale, la Legge quadro sulle aree protette (L.394/1991) la quale, oltre ai normali obiettivi di conservazione del patrimonio naturale, propone anche, all’art.1, la “applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvopastorali e tradizionali”.

Il Parco come definito nella legislazione ambientale (legge quadro delle aree protette L.349/1991):

- distinzione in tipologie: parchi, riserve, aree protette di interesse locale- distinzione in tematiche: zone umide,boschi, biotipi e geotipi, paesaggi

storici e aree archeologiche- diverse localizzazioni (montagna, collina…)- diverse gestioni (enti speciali e ora società, comuni, provincie con la partecipazione di terzi

tramite concessioni o convenzioni )

Elenco in sito www.parks.itLegislazione regionale:- LAZIO: L.R. 06 Ottobre 1997, n. 29 “Norme in materia di aree naturali protette regionali”.

Alcune osservazioni:

• l’impostazione legislativa sulla quale è costruito il sistema della tutela in Italiapone essenzialmente l’accento sul bene archeologico

• rimane dunque problematica la correlazione tra archeologia e paesaggio esoprattutto rimane poco chiaro il rapporto tra le competenze dellapianificazione urbanistica di un territorio e il contributo che può dare l’archeologia alla sua gestione

• permangono differenti vedute del rapporto uomo/risorse naturali nei diversisettori disciplinati interessati (scienze umane/scienze ambientali)

• vanno tenuti in conto inoltre i ritardi nella politica di valorizzazione a fronte dimolteplici necessità di tutela e conservazione dei siti scavati con i relativiproblemi di finanziamento

• va tenuta in conto l’esperienza dei parchi naturali e la relativa legislazioneambientale i quali costituiscono in Italia oggi un punto di riferimentoineludibile

• Destinazione pubblica• Forme di comunicazione• Forme di gestione• NECESSITA’ DI PROGETTAZIONE

CULTURALE

• Maggiore complessità in materia di valorizzazione (approcci disciplinari alungo separati ed autonomi)

• Compresenza di due legislazioni differenti: BeniCulturali (Codice Urbani) eAmbiente (in particolare L.394/1991 aree protette )

Musei e ParchiSimilitudini Differenze

Questo quadro complesso dovuto alla compresenza di differenti componenti sia scientifiche che legislative comporta che il parco archeologico possa essere diversamente concepito, realizzato e gestito a seconda delle circostanze (Zifferero 2003):

•Vi può essere una gestione statale partendo dai concetti di area e parco archeologico espressi nel Codice Urbani (art. 101), riconducibili alla vecchia definizione di “bellezze naturali” (L.1497/39), la cui tutela resta allo Stato, che in parte le gestisce come Beni Culturali e/o in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente (Codice Urbani parte II, art. 115 “forme di gestione” e parte III artt.142,143,145,146).

•Vi può essere una gestione da parte degli Enti Territoriali nel caso in cui l’idea di parco sia frutto della programmazione “urbanistica”, nata nel settore della ricerca e pianificazione del paesaggio. La competenza di programmazione e gestione è quindi devoluta a Regioni, Provincie, Comuni (piani paesistici: legge Galasso 431/1985).

•Quando il parco archeologico si forma attraverso l’esperienza dei parchi naturali in cui gli elementi archeologici vengono valorizzati in virtù della concezione di “paesaggio culturale” espressa nella Legge quadro delle aree protette (L.394/1991), la gestione, anche in questo caso può riguardare gli Enti Locali Territoriali.

Concezioni differenti di parco archeologico in Italia

GESTIONE

Dopo il Dlg. 112/98 comunque la via per una gestione dei BBCC più allargata daparte degli enti locali territoriali (regioni, provincie, comuni) è stata tracciata e glistrumenti gestionali indicati a questi enti dalla 142/1990 ed ora dal T.U.267/2000degli enti locali. Questo ultimo all’art.13 individua nel Comune un ente a finigenerali e che quindi ha cura di tutti gli interessi del territorio e quindi ancheCulturali (mentre nella 142/90 i settori di competenza per enti locali erano tre: sviluppoeconomico, serv.sociali, territorio)In particolare nel Dlg.112/98 sono stati definiti i termini beni culturali, beni ambientalie i termini tutela, valorizzazione attività culturali, promozione (art.148), le funzioni(tutela) riservate allo Stato (art.149), si parla di gestione e della possibilità ditrasferimento a regioni, provincie e comuni di alcuni musei statali (art.150), difunzioni e compiti di valorizzazione ai quali sono chiamati lo Stato, le regioni e glienti locali (art.152), di funzioni e compiti di promozione come sopra (art.153), einfine dell’istituzione di commissioni in ogni regione per i beni e le attivitàculturali (artt.154-155).Tutte queste definizioni sono state ora rielaborate dal Codice Urbani che, nella Parte I,attribuisce allo Stato la tutela (artt.3-4) aprendo tuttavia alla cooperazione tra Statoe altri enti pubblici territoriali (art.5) e parla di Valorizzazione (art.6) comprendentefunzioni e attività “dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale ead assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica delpatrimonio stesso”.

Dal punto di vista strettamente archeologico, lavorare su scala territoriale significa superare l’analisi e l’interpretazione puntiforme di un sito, quindi affrontare la ricerca privilegiando i temi ambientali e di relazione tra siti.Un approccio scientifico corretto è una premessa indispensabile per andare nella direzione di un moderno Parco Archeologico.

Ovviamente ciò non è assolutamente sufficiente vista la complessità delle leggi e la molteplicità delle competenze.

?

La CONOSCENZA DELLE COMPETENZE e la conseguente PROGETTAZIONE del destino di un monumento o un’area archeologica sono dunque attività importantissime, che proseguono e integrano l’attività scientifica:Il percorso è dunque:•Conoscere•Conservare•Valorizzareper evitare “i giardini di rovine” di molti siti archeologici italiani, l’archeologo deve seguire le sue “creature” fino allo stadio finale e cioè fino a quando saranno fruibili e comprensibili dal pubblico.Spesso deve anche scegliere quali sono le forme di gestione migliore e possibili per ogni singolo contesto archeologico.

comune

regione

stato

Sia in fase di progettazione che di gestione,elemento fondamentale rimane il territorioi cui condizionamenti possono rendere necessario differenziare le iniziative a più livelli di complessità.A seconda dei vari casi sarà dunque da calibrare l’intervento, il quale potrà spaziare dal recupero di contesti e ambiti territoriali molto vasti (situazionepiù favorevole, paragonabile ai grandi musei all’aperto nord europei) alla semplice restituzione mediante ricostruzioni virtuali, grafiche o computerizzate (Merlo 1999, pp.197-198)

-Capanna del Neolitico finale a S.Andrea di Travo:

Alcuni esempi di Parchi Italiani

Caratteristica principale del Parco, esteso circa un ettaro, è la conservazione in vista di parte delle strutture preistoriche messe in luce nel corso delle campagne di scavo svoltesi nell’area dal 1995 sino ad oggi. Il Villaggio Neolitico di S. Andrea infatti presenta una fitta rete di strutture abitative e funzionali ben conservate, parte delle quali ora mantenute a vista. Dal 2010 sono visibili anche le ricostruzioni di alcuni edifici neolitici in scala reale, allestiti con materiali e oggetti copie di quelli realmente ritrovati in sito.

Alcuni esempi di Parchi Italiani

Museo delle palafitte del lago di Ledro

Museo che sorge in prossimità dei resti dell'antico villaggio di palaffitte, che raccoglie numerosi reperti rinvenuti nell'adiacente zona archeologica. Il villaggio di palafitte fu scoperto nel 1929 a seguito ad un abbassamento del livello del lago; da allora, in più riprese, vi sono stati lavori di scavo per riportare alla luce le palafitte ed il materiale attualmente custodito nel museo. Si tratta di reperti risalenti all'Età del Bronzo. Nel museo sono inoltre previste un'attività di animazione, attività didattiche e laboratori di archeologia sperimentale. All'esterno è possibile visitare il villaggio di palafitte ricostruito come un vero sito protostorico.

Alcuni esempi di Parchi Italiani

Parco Archeologico di Montale (RE)

Il parco archeologico di Montale è dedicato alla valorizzazione della civiltà delle terramare, tipici villaggi della pianura padana che attorno alla metà del II millennio a.C. diedero luogo ad una delle più importanti e significative realtà culturali dell'età del bronzo europea.

Capanna della prima età del Ferro a FideneRicostruzione di un’abitazione in terra cruda, pali e canne palustri situata “off site” tuttavia nei pressi dei resti della capanna originale. Il contesto è completamente scomparso in quanto la capanna si viene a trovare all’interno di una moderna zona residenziale.

Alcuni esempi di Parchi Italiani

Il Parco archeominerario di San Silvestro

Alcuni esempi di Parchi Italiani

Il Parco Archeominerario di San Silvestro conserva testimonianze uniche del ciclo minerario e metallurgico, dal periodo etrusco ai giorni nostri. La miniera del Temperino è un percorso sotterraneo attraverso il quale si possono osservare i minerali e contemporaneamente capire i metodi di estrazione antichi e moderni. Il villaggio di minatori e fonditori della Rocca di San Silvestro (X/XI-XIV secolo) è un esempio unico per la conoscenza delle attività economiche e della vita quotidiana nel medioevo.

L’Archeodromo di Poggibonzi

L’archeologia è quindi “pubblica”, non perché viene pubblicata su riviste specializzate o messa in mostra nei musei ma perché per definizione essa appartiene alla comunità, la racconta, l’arricchisce e la valorizza. L’archeologia è considerata “naturalmente pubblica”, ma non sempre questa materia è considerata veramente accessibile dalla comunità che la sostiene e ne attende i risultati. Spesso l’archeologia è vista (grazie anche alla cecità di alcune soprintendenze e alla scarsa capacità di comunicazione di molti archeologi) una materia destinata ad un eliteculturale ed accademica. Un’occupazione riservata a ricercatori intenti a lunghe e costose ricerche che spesso non vedranno mai la luce o che non verranno “tradotte” ad un pubblico non preparato a decifrare le dotte elucubrazioni dei professionisti del settore. Un pubblico che tende ad allontanarsi sempre di più da una materia considerata forse “noiosa”, non attuale, non comprensibile. Una materia, l’archeologia, vista da molti politici come un impiccio economico al Progresso, alla vita reale. “Roba da archeologi” appunto.

http://www.erodoto108.com/quando-larcheologia-diventa-pubblica/

http://archeostorie.weebly.com/

I Parchi archeologici

dal riconoscimento, alla tutela, alla

valorizzazione

• Definizione

• Storia

• Parchi conservativi e parchi ricostruttivi

• Esperienze europee

• Esperienze italiane: tra conservazione e innovazione

MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Docente Patrizia Gioia

patrizia.gioia@uniroma1.it