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I N D I C E

1. PREMESSA ............................................................................................................... 2

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ............................................................................... 2

3. RIFERIMENTI DI PROGETTO ....................................................................................... 3

4. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DEL TERRITORIO ............................................ 4

5. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE DEL TERRITORIO........................................ 5

6. CARATTERI GEOLOGICI DI DETTAGLIO ........................................................................ 5

6.1 DEPOSITI FLISCIOIDI ................................................................................................ 5 6.2 DEPOSITI CONTINENTALI ........................................................................................... 6

7. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO ......................................................................... 7

8. INDAGINI PREGRESSE ............................................................................................... 7

8.1 CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DA INDAGINI PREGRESSE ........................................... 7

9. MODELLO GEOLOGICO E GEOTECNICO ....................................................................... 7

10. SISMICITÀ DELL’AREA DI UBICAZIONE DEL FABBRICATO .............................................. 8

11. MOVIMENTO TERRE ............................................................................................... 11

12. REGIMENTAZIONE DELLE ACQUE ............................................................................. 12

13. PIANO STRALCIO (AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA)...................................... 12

14. CONDIZIONI DI STABILITÀ DEI VERSANTI .................................................................. 13

15. COMPATIBILITÀ GEOLOGICA CON L’OPERA IN PROGETTO.......................................... 13

16. CONCLUSIONI ........................................................................................................ 14

RELAZIONE GEOLOGICA Impianto microidroelettrico sul Fiume Noce – “MICROHYDRO NOCE 9” –AMNIS

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1. Premessa La Societaà AMNIS ha affidato allo scrivente l’incarico per la redazione dello studio geologico

finalizzato alla progettazione di un Impianto idroelettrico sul Fiume Noce “MICROHYDRO NOCE

9” in agro del Comune di Rivello (PZ). Al fine di definire le caratteristiche geologiche del versante e di poter disporre dei dati

geotecnici e sismici necessari per la progettazione degli interventi, sono stati svolti studi e indagini sulla base delle seguenti disposizioni:

• L. 02/02/74 n. 64 e successive (norme tecniche per la costruzione in zone sismiche),

• D.M. 21/01/81 e successive (norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, ecc.),

• Legge Regionale n° 38 del 6 agosto 1997

• Ordinanza PCM n° 3274 del 20/03/2003

• Norme Tecniche per le Costruzioni: D.M. del 14/01/2008

• Norme di Attuazione del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (aggiornamento 2013) – Autorità di Bacino della Basilicata.

Per la caratterizzazione litostratigrafica e geotecnica dei terreni si è fatto riferimento

• alle risultanze di indagini geotecniche e geognostiche pregresse e a materiale bibliografico scientifico.

E’ stato espletato un rilievo geologico e geomorfologico dell’area ed un’approfondita analisi aereofotogeologica di fotogrammi risalenti al 1997 e al 2008.

L’elaborato cartografico rappresentativo della geologia e geomorfologia rilevata nell’area è stato prodotto in scala 1:1.000.

I risultati della suddetta indagine vengono esposti nella presente relazione. Sono parte integrante del lavoro i seguenti elaborati ed allegati:

N° tavola Elaborato Scala

Carta geolitologica 1: 1.000

Carta geomorfologica 1: 1.000

Sezione geolitologica 1:500/1:1.000

2. Inquadramento geografico La zona di studio ricade nel settore meridionale della Provincia di Potenza, interessando il

territorio comunale di Rivello, al limite con quello di Trecchina. Tale area si sviluppa in località Fiumicello, lungo il fondovalle del Fiume Noce, nel tratto in cui il corso d’acqua scorre a valle dell’abitato di Nemoli.

L’impianto microidroelettrico in progetto sarà ubicato lungo l’asta fluviale in prossimità del viadotto posto sulla strada che dalla SS 585 si collega all’abitato di Nemoli. Le coordinate dell’ubicazione dell’opera sono le seguenti: 15°46'56.10"E - 40° 3'18.68"N. A seguire si riporta uno stralcio della cartografia IGM in scala 1:25.000 con indicazione dell’area di studio.

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3. Riferimenti di progetto L'impianto micro-idroelettrico ad acqua fluente è una costruzione che preleva acqua da un

corso idrico successivamente convogliata mediante una condotta forzata ad una turbine per produrre energia elettrica. Le opere principali che costituiscono un impianto ad acqua fluente per la produzione di energia elettrica sono:

1. L’opera di presa per il prelievo delle acque; 2. L'impianto di produzione ove sono ubicate le macchine elettromeccaniche atte alla

produzione. 3. Il canale di restituzione

L’opera è stata concepita per sfruttare il salto disponibile immediatamente a valle di una briglia esistente attraverso una breve derivazione (un’opera di presa a trappola, costituita da un canale posto trasversalmente all’alveo a monte della briglia) che conduce le acque ad un mini-impianto di turbinaggio totalmente interrato e non invasivo.

L’impianto di produzione, dove sarà alloggiata la turbina, è costituito da un pozzetto, da realizzare a margine dell’asta fluviale, che avrà una profondità massima di 7.28 m, una

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larghezza di 3.20 m e una lunghezza di 5.00 m. A salle della turbina sarà predisposto un canale di restituzione interrato fino alla zona di

reimmissione dove il canale fuori terra sarà realizzato mediante piccole gabbionate. Il canale di restituzione è stato progettato con una sezione di tipo circolare con diametro pari

a 1,4m che poi si immette in un breve tratto fuori terra in cui le arginature sono fatte con gabbionature disposte in direzione della corrente per non provocare effetti di ostacolo alla corrente. Sarà realizzato in cls per la porzione interrata mentre la porzione fuori terra sarà realizzata in gabbioni.

4. Inquadramento geomorfologico del territorio L’area di studio ricade lungo la valle del Fiume Noce, a valle della confluenza del Vallone

della Chianca con il Fiume Noce. Il fiume Noce, lungo circa 50 km, nasce dalle falde del Monte Sirino e sfocia nel mar Tirreno,

nella Piana di Castrocucco. Presenta un regime idrologico a carattere torrentizio ed è caratterizzato da una grande variabilità delle portate, determinate sia dall’apporto delle numerose sorgenti presenti lungo le pendici del Monte Sirino sia dal contributo dato da affluenti provenienti dai monti di Lauria e di Maratea. Ha un andamento nord ovest – sud est, attraversa terreni essenzialmente lapidei, nella parte alta e bassa del bacino, e fliscioidi nella parte media. La sua pendenza naturale è stata alterata con la messa in opera lungo il corso d’acqua di più briglie che hanno consentito di abbassare le velocità della corrente e quindi di diminuire l’azione erosiva delle acque.

Nell’area di ubicazione dell’opera in progetto il Fiume Noce scorre in un ampio alveo delimitato verso valle da una briglia in cls di altezza intorno ai 2 m circa e sia in sinistra che in destra orografica da opere di difesa spondale, rappresentate da muri in cls di altezza variabile o da rilevati in terra battuta. Queste opere di regimentazione hanno determinato un confinamento all’espansione naturale del fiume.

In questo tratto di fiume, per la presenza di briglie, il corso d’acqua svolge più un’azione di deposito che di erosione.

Lateralmente all’alveo fluviale, in destra orografica, è presente un’area subpianeggiante disposta ad alcuni metri al di sopra della quota del corso d’acqua.

In corrispondenza dell’ubicazione dell’opera in progetto non vi sono evidenze morfologiche che portano a ritenere che l’area sia coinvolta nella dinamica fluviale.

Il fondovalle è delimitato da versanti a pendenza variabile e caratterizzati da incisioni torrentizie che confluiscono nel sottostante fiume.

Lo studio aereofotogrammetrico di dettaglio, effettuato con foto aeree del 1997 in scala 1:16.000 ed il successivo riscontro in campagna, hanno permesso di verificare la presenza, in prossimità dell’area di studio, di importanti forme derivanti da fenomeni di dissesto gravitativo. Sono presenti, in particolare, alcune frane antiche e recenti che caratterizzano il versante in sinistra del Fiume Noce. Si tratta di frane classificate come scorrimenti evolventi in colate verso valle, e con vari stadi di attivazione. Un attento rilievo morfologico da foto aeree e, soprattutto, in campagna ha consentito di poter escludere l’area di studio da quelle interessate dai suddetti dissesti. L’area di ubicazione dell’opera in progetto ricade sulla superficie subpianeggiante che si sviluppa in adiacenza all’alveo fluviale, dal quale è limitato da un argine in cls.

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5. Inquadramento geologico generale del territorio La valle del Fiume Noce, all’interno della quale ricade l’area di studio, occupa il versante

tirrenico dell’Appennino meridionale. E’ caratterizzata geologicamente dalla presenza di più unità geologiche: Unità lagonegresi, Unità di Piattaforma campano – lucana (Unità Bulgheria – Verbicaro e Alburno – Cerbati) e Unità Liguridi.

L’area oggetto di studio ricade in un’ampia zona di affioramento della successione liguride della Formazione delle Crete Nere. Questa Formazione (Aptiano – Albiano) è costituita da un’alternanza di quarzareniti in strati e banchi di argilliti rosse, verdi e grigio scure, cui seguono circa 500 metri di argilliti nere (black shales) con intercalazioni di quarzareniti; andando verso l'alto diminuisce nelle argilliti la materia organica e compaiono intercalazioni di torbiditi calcaree a grana fine. Per quanto riguarda l'intervallo stratigrafico di tale formazione, in letteratura viene riportata sia un'età compresa tra l'Aptiano e (IETTO et al., 1965; VEZZANI, 1968), sia un'età non più antica dell'Eocene medio (BONARDI, 1988).

Il trasporto tettonico subito dalla successione ha determinato una notevole destrutturazione del materiale, contribuendo alla formazione detritica superficiale e alla predisposizione di queste coperture al dissesto gravitativo.

In quest’area le Crete Nere sono prevalentemente in contatto tettonico con le formazioni calcaree e dolomitiche appartenenti alle Unità di Piattaforma.

Lungo il corso del Fiume Noce sono presenti depositi alluvionali antichi, attuali e recenti. I primi caratterizzano le aree di terrazzo fluviale presenti lateralmente al corso d’acqua, i depositi attuali e recenti sono presenti nell’alveo fluviale. In entrambi i casi sono caratterizzati dalla presenza di depositi essenzialmente ciottolosi – ghiaiosi in matrice sabbioso – argillosa, con elementi lapidei di natura calcarea, marnosa e silicea di dimensioni variabili dai pochi millimetri al metro.

6. Caratteri geologici di dettaglio A seguito della fase di rilevamento di campagna, per il riconoscimento e la delimitazione

delle formazioni affioranti nell'area di indagine, si è ritenuto utile raggruppare e cartografare le litologie affioranti in complessi litologici aventi caratteristiche litotecniche simili, al fine di meglio evidenziare il comportamento che ciascun complesso manifesta nei confronti dell'uso del territorio e della dinamica evolutiva dei versanti.

Nell’area di studio si rilevano due diversi tipi di terreni: 1. depositi fliscioidi 2. depositi continentali.

I primi sono rappresentati dalla successione stratigrafica delle Crete Nere appartenente all’Unità Liguridi. Il secondo gruppo è costituito da terreni quaternari prevalentemente alluvionali di spessore ridotto ma di importante area di affioramento.

6.1 Depositi fliscioidi

Nell’area di studio affiorano sia i termini prevalentemente pelitici che quelli prevalentemente lapidei delle Crete Nere. Nel primo caso la successione stratigrafica è rappresentata da argilliti nere (black shales) con intercalazioni di quarzareniti. Questi terreni affiorano diffusamente su gran parte dei versanti che delimitano il Fiume Noce. Al tetto,

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frequentemente si presentano destrutturati a seguito di processi di alterazione e, in assenza di una copertura vegetale, i loro livelli più superficiali si disgregano sotto l'azione degli agenti atmosferici. Le argille delle Crete Nere sono caratterizzate da bassi valori di resistenza geomeccanica.

La successione prevalentemente lapidea è costituita da un’alternanza di quarzareniti in strati e banchi di argilliti rosse, verdi e grigio scure. Quest’affioramento è presente in prossimità dell’area di studio, al limite con l’area alluvionale. La successione prevalentemente lapidea è generalmente dotata di buone caratteristiche di resistenza geomeccanica e costituisce, quando non disturbata e rimaneggiata, un ottimo terreno di fondazione.

6.2 Depositi continentali

I principali depositi alluvionali presenti nell’are di studio sono rappresentati da:

• Depositi alluvionali antichi

• Depositi alluvionali recenti e attuali

• Depositi di frana Depositi alluvionali attuali

Comprende i depositi alluvionali prevalentemente ghiaiosi e ciottolosi affioranti lungo corso d’acqua del Fiume Noce, e composti da ciottoli, ghiaie e sabbie in percentuali variabili tra di loro. I clasti, di dimensioni variabile dal mm ad alcuni decimetri, sono eterogenei di natura calcarea, calcareo-marnosa, arenacea e silicea e provenienti dai terreni del substrato affiorante nei dintorni dell’asta fluviale. Gli spessori di questi depositi variano intorno a qualche metro. Trattasi solitamente di terreni impregnati di acqua con livelli prossimi alla saturazione.

Depositi alluvionali di fondovalle e terrazzati

Sono costituiti da materiale litologicamente e granulometricamente simile a quello dei depositi precedenti, con la differenza di un maggior grado di addensamento e/o debole cementazione. Affiorano sul fondovalle nelle aree subpianeggianti che delimitano il Fiume Noce, a qualche metro di altezza dalla quota dell'alveo attuale del corso d'acqua. Il loro spessore varia da qualche metro fino a 10 – 20 metri. Questi depositi presentano caratteristiche meccaniche mediocri, tipiche dei materiali per lo più incoerenti, con addensamento non elevato.

Depositi di frana

Sono depositi a struttura caotica in cui prevale la matrice argilloso-limosa. La litologia è estremamente eterogenea e dipende dal materiale coinvolto nel movimento franoso. Quando, come nel caso in esame, le formazioni coinvolte presentano caratteri strutturalmente complessi i terreni di frana includono frammenti lapidei eterometrici. Sono caratterizzati da valori di resistenza meccanica generalmente scadenti e anche laddove si presentano con bassi valori di acclività, sono facilmente soggetti a rimobilizzazione a seguito di azioni dinamiche e/o per aumento delle pressioni neutre.

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7. Inquadramento idrogeologico Dal punto di vista idrogeologico l’area in esame è caratterizzata dalla presenza, in

contatto stratigrafico discordante, di due complessi idrogeologici con caratteristiche molto diverse:

• un complesso superiore alluvionale

• un complesso inferiore argilloso-limoso. Il Complesso idrogeologico superiore, di origine alluvionale, è costituito

prevalentemente da depositi conglomeratico – sabbiosi, sabbioso limosi e limosi e argillosi, spesso interdigitati tra di loro, tipici di una sequenza alluvionale di un fondoalveo pluricorsale di montagna. Complessivamente è caratterizzato da una permeabilità medio - alta per porosità ed ospita una falda idrica direttamente correlabile con il livello del Fiume Noce e, in misura limitata alimentata dai deflussi superficiali lungo il pendio.

Il Complesso idrogeologico inferiore, di natura essenzialmente argillosa, è costituito da argille scagliose caratterizzate da una permeabilità bassa.

Il complesso alluvionale ospita una falda acquifera, direttamente in correlazione con Fiume Noce che è sostenuta, alla base, dal limite definito di permeabilità corrispondente con il contatto con le sottostanti argille impermeabili.

8. Indagini pregresse La ricerca bibliografica sui precedenti lavori di carattere geologico condotti lungo la valle del

Fiume Noce in un medesimo contesto geologico di quello dell’area di studio ha portato ad individuare varie fonti per recuperare indagini pregresse. Sono state considerate e analizzate, in particolare, le indagini geognostiche eseguite dall’ANAS (Compartimento della Basilicata) per lo studio geologico redatto per la sistemazione della SS 585 Fondo Valle del Noce al Km 7+900.

8.1 CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DA INDAGINI PREGRESSE Sulla base di risultati derivanti dalla precedente campagna di indagini, si riporta una

caratterizzazione geotecnica dei terreni affioranti nell’area di studio. In sintesi si è ritenuto di considerare i seguenti valori rappresentativi:

Principali parametri geotecnici rappresentativi Taglio diretto

CD

γn c φ

Litologia KN/m3 KPa °

Alluvioni 19.00 0 33

Argille scagliose _ Crete Nere 19.27 6.40 24.8

9. Modello Geologico e Geotecnico Le informazioni derivanti dagli studi e le indagini, hanno permesso di ricostruire in dettaglio

le geometrie dei corpi litologici individuati. Le diverse litologie presenti nell’area di studio sono rappresentate dai seguenti terreni:

• Deposito alluvionale

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• Argille scagliose delle Crete Nere Nell’area dominano terreni appartenenti alla formazione geologica Crete Nere. Tali terreni

sono rilevabili in superficie su alcune sezioni artificiali. La loro presenza è riscontrabile soprattutto attraverso indagini dirette ed indirette.

Superficialmente l’area di studio è ricoperta dal deposito alluvionale di natura prevalentemente ghiaioso ciottolosa in matrice sabbiosa. Il suo spessore è variabile da pochi metri, nelle parti laterali della piana alluvionale, fino a qualche decina di metri. Si tratta di terreni con sufficienti caratteristiche geotecniche. Le strutture fondali dell’opera in progetto saranno poggiate, per una profondità opportuna, nei terreni alluvionali.

A seguire viene riportato uno schema del modello geologico e geotecnico ricostruito in corrispondenza dell’ubicazione dell’opera in progetto. I valori geotecnici considerati sono quelli riportati nella tabella del capitolo di geotecnica.

10. Sismicità dell’area di ubicazione del fabbricato L’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20/03/2003, “Primi

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elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, ha disposto i seguenti criteri per la valutazione preliminare della risposta sismica del sottosuolo:

1. Una nuova classificazione dei comuni italiani secondo quattro zone di pericolosità sismica (Tabella a), espressa in termini di accelerazione massima orizzontale al suolo (ag) su terreni duri e differenti tempi di ritorno, funzione della vita nominale della struttura e della sua destinazione d’uso.

Tabella a - Suddivisione delle zone sismiche in relazione all’accelerazione di picco su terreno rigido

ZONA ACCELERAZIONE (AG) CON PROBABILITÀ DI

SUPERAMENTO PARI AL 10% IN 50 ANNI AG MAX

1 0,25 < ag ≤ 0,35 g 0,35 g 2 0,15 < ag ≤ 0,25 g 0,25 g 3 0,05 < ag ≤ 0,15 g 0,15 g 4 ≤ 0,05 g 0,05 g

2. La classificazione del sottosuolo in categorie di suolo di fondazione (Tabella b), sulla base della stima di vari parametri del terreno (Vs, NSPT,cu, e profondità del bedrock). Ad ogni categoria sono stati attribuiti i valori dei parametri dello spettro di risposta per la stima delle azioni sismiche di progetto.

Tabella b - Classificazione del sottosuolo in categorie di suolo di fondazione

CATEGORIA SUOLO DI FONDAZIONE

PROFILO STRATIGRAFICO

PARAMETRI Vs30

(m/s) Nspt Cu

(kPa)

A Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi > 800

B

Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità

< 800 > 360

> 50

> 250

C Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza

< 360 > 180

< 50 > 15

< 250 > 70

D Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a mediamente consistenti

< 180 < 15 < 70

E

Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di VS30 simili a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con VS30 > 800m/s

S1 Depositi costituiti da, o che includono, uno strato spesso almeno 10 m di argille/limi di bassa consistenza, con elevato indice di plasticità (PI > 40) e contenuto di acqua

< 100

< 20 > 10

S2 Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di terreno non classificabile nei tipi precedenti

Le più recenti Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. del 14/01/2008), hanno superato il

concetto della classificazione del territorio nelle quattro zone sismiche e propongono una

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nuova zonazione fondata su un reticolo di punti di riferimento con intervalli di ag pari a 0.025 g, costruito per l’intero territorio nazionale. Ai punti del reticolo sono attribuiti, per nove differenti periodi di ritorno del terremoto atteso, i valori di ag e dei principali “parametri spettrali” riferiti all’accelerazione orizzontale e verticale su suoli rigidi e pianeggianti, da utilizzare per il calcolo dell’azione sismica (fattore di amplificazione massima F0 e periodo di inizio del tratto dello spettro a velocità costante T*C). Il reticolo di riferimento ed i dati di pericolosità sismica vengono forniti dall’INGV e pubblicati nel sito http://esse1.mi.ingv.it/. attraverso le coordinate geografiche del sito.

Anche le Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. del 14/01/2008), così come l’OPCM n° 3274 del 20/03/2003, considerano come valore di accelerazione sismica di riferimento, l’accelerazione massima su un suolo di categoria A. Il valore di accelerazione massima del terreno varia, in realtà, in funzione delle caratteristiche topografiche e stratigrafiche dell’area oggetto di studio.

E’ necessario, pertanto, ricavare il valore di accelerazione massima del terreno che caratterizza la topografia e le litologie presenti nell’area oggetto di studio.

La campagna di indagine geofisica pregressa ha consentito di evidenziare le caratteristiche sismiche dell’area di studio e di individuare, in particolare, la categoria di suolo così come classificato dal D.M. del 14/01/2008. Con la sismica a rifrazione eseguita nell’indagine condotta dall’ANAS al Km 7+900 è stata individuata una categoria di suolo (secondo il D.M. del 14/01/2008) pari a B.

Dalle Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC del 14/01/2008) sulla base dell’ubicazione dell’opera in progetto e delle sue caratteristiche progettuali è possibile ricavare i parametri sismici (ag e F0) necessari per la definizione della sismicità dell’area di studio:

In funzione delle caratteristiche geolitologiche e topografiche si ricavano, inoltre,

rispettivamente i parametri di categoria del suolo (Ss) e il coefficiente topografico (St). Per il

Ubicazione del fabbricato (Coord. WGS84) Latitudine Longitudine

Rivello– Fiume Noce 40.055219 15.782304

Da progetto

Classe dell’edificio I

Vita nominale 50

Periodo di riferimento per l'azione sismica: 35

Caratteristiche sismiche

Stato Limite Tr [anni]

ag [g] Fo Tc* [s]

Operatività (SLO) 30 0,051 2,422 0,277

Danno (SLD) 35 0,056 2,413 0,283

Salvaguardia vita (SLV) 332 0,189 2,326 0,358

Prevenzione collasso (SLC) 682 0,264 2,332 0,381

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calcolo dell’accelerazione massima attesa sul sito di ubicazione della struttura oggetto di studio si farà riferimento alla seguente formula (NTC cap. 7.11.3):

agmax= Ss*St*ag

dove: agmax = accelerazione massima attesa in superficie Ss = coefficiente di amplificazione stratigrafica St= coefficiente di amplificazione topografica ag = accelerazione massima su sito di riferimento rigido

Per l’amplificazione topografica si considera il valore riferito alla categoria topografica T1. Per il calcolo dell’amplificazione stratigrafica Ss e del coefficiente Cc si fa riferimento alla

seguente tabella riportata nel DM del 14/01/2008:

In sintesi, si riportano a seguire i dati necessari per il calcolo dell’amplificazione sismica del

sito. Categoria di suolo B

amax

0.060

0.066

0.222

0.298

Amplificazione topografica (St) T1 = 1

Amplificazione stratigrafica (Ss)

Operatività (SLO) 1.20

Danno (SLD) 1.20

Salvaguardia vita (SLV) 1.20

Prevenzione collasso (SLC) 1.15

11. Movimento terre Durante la realizzazione delle opere, il criterio di gestione del materiale scavato prevede il

suo deposito temporaneo presso il “microcantiere” e successivamente il suo utilizzo per il reinterro degli scavi, previo accertamento, durante la fase esecutiva, dell’idoneità di detto materiale per il riutilizzo in sito. In caso contrario, saranno eseguiti appositi campionamenti e il materiale scavato sarà destinato ad idonea discarica, con le modalità previste dalla normativa vigente.

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In particolare, poiché per l’esecuzione dei lavori non sono utilizzate tecnologie di scavo con impiego di prodotti tali da contaminare le rocce e terre, poiché nell’area di studio sono assenti scarichi, vale a dire che è accertata e non si sospetti potenziale contaminazione, nemmeno dovuto a fonti inquinanti diffuse, il materiale scavato sarà considerato idoneo al riutilizzo in sito.

Per gli abbancamenti momentanei vengono eseguite, a seguire, in aree subpianeggianti prive di condizioni di instabilità gravitativa.

12. Regimentazione delle acque Nell’area di ubicazione dell’opera centrale saranno previste degli interventi di

regimentazione delle acque superficiali, opportunamente dimensionate e posizionate. In gran parte si tratta di canalette disposte nell’intorno dell’opera, che avranno la finalità di allontanare le acque superficiali, di precipitazione e di ruscellamento superficiale, provenienti dall’area circostante, convogliandole verso l’adiacente corso d’acqua..

I recapiti finali delle acque regimentate dalle canalette saranno disposti in asse con il canale di scarico delle acque in uscita dall’opera centrale, e scaricheranno nel Fiume Noce nello stesso punto in cui fuoriescono le acque del canale di scarico.

Un’analisi dell’attuale andamento del reticolo idrografico consente di affermare che la distribuzione della rete di regimentazione delle acque superficiali programmata non determina modifiche sostanziali di carattere idrologico e morfologico e, quindi, non comporta variazioni sull’andamento e sulla stabilità attuale dell’argine fluviale, costituito da un’opera in cls, interessati a ricevere le acque di scolo.

13. Piano Stralcio (Autorità di Bacino della Basilicata) L’area di ubicazione dell’opera in progetto è posta al di fuori di aree a rischio idrogeologico,

secondo l’ultimo aggiornamento disponibile del 2014 del PAI dell’Autorità di Bacino della Basilicata.

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Stralcio della tavola 521103 del Piano Stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Basilicata

14. Condizioni di stabilità dei versanti L’area che dovrà ospitare l’opera in progetto presenta una morfologia caratterizzata da una

superficie suborizzontale delimitata verso il Fiume da una scarpata di alcuni metri, protetta da opere di difesa spondale, e verso monte, ad una distanza di circa 20 m, da un versante con substrato lapideo (calcareniti della successione delle Crete Nere). Questa configurazione morfologica consente di escludere il coinvolgimento dell’area di studio da eventuali criticità gravitative dei pendii.

15. Compatibilità geologica con l’opera in progetto Le opere principali che costituiscono l’impianto sono: 1. L’opera di presa per il prelievo delle acque; 2. L'impianto di produzione 3. Il canale di restituzione

L’opera di presa sarà posizionata a monte della briglia e sarà realizzata mediante un canale di derivazione in CLS, opportunamente dimensionato, di altezza di 1 m. Quest’opera poggerà a tergo della briglia esistente, all’interno del materiale alluvionale, nei depositi ghaiosi – ciottolosi, saturi d’acqua. L’intervento sarà eseguito senza alterare il profilo esistente del corso d’acqua.

L’impianto di produzione, costituito essenzialmente da un tombino contenete le macchine elettromeccaniche, sarà alloggiato interamente nel deposito alluvionale ghaioso – ciottoloso. Lo scavo che sarà eseguito per la costruzione del tombino sarà approfondito fino a circa 7.30 dall’attuale piano campagna e metterà a luce una sezione litologica costituita da livelli ghiaiosi –ciottolosi con lenti e livelli sabbiosi o limi sabbiosi. A fine scavo per consentire la prosecuzione

RELAZIONE GEOLOGICA Impianto microidroelettrico sul Fiume Noce – “MICROHYDRO NOCE 9” –AMNIS

S.r.l.

Geol. Pietro LORENZO

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dei lavori, con la realizzazione delle strutture in ca., i fronti di scavo, prive di considizioni di stabilità gravitativa, durante le fasi di cantiere, saranno opportunamente messi in sicurezza.

Il canale di restituzione, da ubicare a valle dell’impianto di produzione, parallelamente all’asta fluviale e con pendenza calcolata, costituito da un tubo di diametro di 1.4 m e lunghezza di circa 76,0 m, sarà alloggiato ad una profondità massima dal piano campagna di circa 5.5 m. Questo tubo scarica le acque provenienti dall’impianto di produzione in un canale fuori terra regimentato su entrambi i lati da gabbionate che convoglierà le acque nel Fiume Noce. Per l’intera sua lunghezza il canale di restituzione poggerà interamente nei depositi alluvionali senza importanti aletrazioni dello stato dei luoghi.

16. Conclusioni Questo studio ha consentito di inquadrare l’area dal punto di vista geologico,

geomorfologico e sismico e di evidenziare le principali criticità geomorfologiche presenti sul territorio indagato.

Dai rilevamenti morfologici e geolitologici effettuati nell’area, dalle verifiche analitiche delle attuali condizioni di stabilità, è emerso che l’inserimento dell’impianto microidroelettrico in progetto non influiranno sulla stabilità delle aree.

L’area di ubicazione dell’opera, in particolare, è caratterizzata da una superficie subpianeggiante con substrato prevalentemente ghiaioso – ciottolo. La scarpata che delimita verso il fiume tale superficie è protetta da un argine in cls in perfette condizioni di stabilità.

In corrispondenza dell’area di ubicazione dell’opera saranno previsti interventi idonei opportunamente dimensionati e posizionati finalizzati alla regimentazione delle acque superficiali derivanti dalle precipitazioni meteoriche .

Gli abbancamenti momentanei saranno realizzati su una superficie subpianeggiante e pertanto non determineranno condizioni di instabilità sui versanti..

L’area interessata dalle opere previste in progetto è priva di particolari criticità geologico – geomorfologiche e mostra attualmente sufficienti condizioni di stabilità geomorfologica. Le opere in progetto, pertanto, non determinano condizioni di pericolosità idrogeologiche e non interferiscono con le dinamiche di evoluzione morfologica del corso d’acqua..

Potenza aprile 2014

geol. Pietro LORENZO