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68. Allegato A DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA COMUNICAZIONI ALL’ASSEMBLEA INDICE PAG. Comunicazioni ................................................. 3 Missioni valevoli nella seduta del 22 ottobre 2018 ............................................................... 3 Progetti di legge (Annunzio; Ritiro di sotto- scrizioni a proposte di legge) .................... 3 Progetti di atti dell’Unione europea (An- nunzio) .......................................................... 3 Atti di controllo e di indirizzo .................... 3 Mozioni Conte ed altri n. 1-00061, Pezzo- pane ed altri n. 1-00063, Lollobrigida ed altri n. 1-00064 e D’Uva e Molinari n. 1-00065 concernenti iniziative per il rilancio del Mezzogiorno ............................ 4 Mozioni ............................................................. 4 Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA ALLEGATO A AI RESOCONTI SEDUTA DEL 22 OTTOBRE 2018 N. B. Questo allegato reca i documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula.

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68. Allegato A

DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA

COMUNICAZIONI ALL’ASSEMBLEA

I N D I C E

PAG.

Comunicazioni ................................................. 3

Missioni valevoli nella seduta del 22 ottobre2018 ............................................................... 3

Progetti di legge (Annunzio; Ritiro di sotto-scrizioni a proposte di legge) .................... 3

Progetti di atti dell’Unione europea (An-nunzio) .......................................................... 3

Atti di controllo e di indirizzo .................... 3

Mozioni Conte ed altri n. 1-00061, Pezzo-pane ed altri n. 1-00063, Lollobrigida edaltri n. 1-00064 e D’Uva e Molinarin. 1-00065 concernenti iniziative per ilrilancio del Mezzogiorno ............................ 4

Mozioni ............................................................. 4

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 22 OTTOBRE 2018

N. B. Questo allegato reca i documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assembleanon lette in aula.

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PAGINA BIANCA

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COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella sedutadel 22 ottobre 2018.

Battelli, Benvenuto, Bonafede, ClaudioBorghi, Brescia, Buffagni, Cardinale, Car-fagna, Castelli, Castiello, Cenni, Ciprini,Cirielli, Cominardi, Davide Crippa, D’Incà,D’Uva, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, DiStefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fio-ramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fon-tana, Fraccaro, Fugatti, Gagnarli, Galli,Gallinella, Garavaglia, Gava, Gelmini,Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande,Grillo, Guerini, Guidesi, Lollobrigida, Lo-refice, Losacco, Manzato, Mazzetti, Micillo,Molteni, Morelli, Morrone, Picchi, Ram-pelli, Rixi, Ruocco, Spadafora, Spadoni,Tofalo, Vacca, Valbusa, Valente, Villarosa,Viviani, Raffaele Volpi.

Annunzio di proposte di legge.

In data 19 ottobre 2018 sono statepresentate alla Presidenza le seguenti pro-poste di legge d’iniziativa dei deputati:

SOZZANI ed altri: « Modifica all’articolo37 del decreto-legge 6 dicembre 2011,n. 201, convertito, con modificazioni, dallalegge 22 dicembre 2011, n. 214, inmateria diistituzione di un osservatorio permanenteper i diritti dei pendolari nell’ambito del-l’Autorità di regolazione dei trasporti »(1287);

PEZZOPANE: « Modifica alla legge 20luglio 2000, n. 211, in materia di esten-sione del “Giorno della Memoria” al ri-cordo di tutte le vittime delle persecuzionietniche, sessuali, sociali e religiose, depor-tate nei campi di sterminio nazisti »(1288).

Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di sottoscrizionia proposte di legge.

I deputati Acquaroli, Bucalo, Cirielli,Crosetto, Delmastro Delle Vedove, Don-zelli, Ferro, Fidanza, Foti, Frassinetti, Lol-lobrigida, Lucaselli, Meloni, Osnato, Prisco,Silvestroni, Varchi e Zucconi hanno co-municato di ritirare la propria sottoscri-zione alla proposta di legge:

RAMPELLI ed altri: « Abrogazionedella legge 2 agosto 1999, n. 264, recantenorme in materia di accessi ai corsi uni-versitari » (334).

Annunzio di progetti di attidell’Unione europea.

La Commissione europea, in data 19ottobre 2018, ha trasmesso, in attuazionedel Protocollo sul ruolo dei Parlamentiallegato al Trattato sull’Unione europea, larelazione della Commissione al Parla-mento europeo e al Consiglio sulle attivitàdella Fondazione IFRS, dell’EFRAG e delPIOB nel 2017 (COM(2018) 705 final), cheè assegnata, ai sensi dell’articolo 127 delRegolamento, alla VI Commissione (Fi-nanze), con il parere della XIV Commis-sione (Politiche dell’Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzopresentati sono pubblicati nell’Allegato Bal resoconto della seduta odierna.

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MOZIONI CONTE ED ALTRI N. 1-00061, PEZZOPANE EDALTRI N. 1-00063, LOLLOBRIGIDA ED ALTRI N. 1-00064 ED’UVA E MOLINARI N. 1-00065 CONCERNENTI INIZIATIVE

PER IL RILANCIO DEL MEZZOGIORNO

Mozioni

La Camera,

premesso che:

lo Stato negli ultimi 25 anni si èprogressivamente ritratto nei confronti dellavoro e del Mezzogiorno e ha determi-nato, subendo la logica del mercato e delliberismo imposta dai grandi poteri, unadiffusione delle disuguaglianze ai più altilivelli d’Europa: non è un caso che ilcoefficiente di Gini, utilizzato per misu-rare la diseguaglianza nella distribuzionedel reddito e della ricchezza, collochil’Italia al penultimo posto in Europa, pro-prio a causa dei dati del Sud, che a suavolta è ultimo;

la contrazione del ruolo dello Statoverso il Mezzogiorno si è verificata ancordi più in coincidenza con l’avvento dellaglobalizzazione, con il trionfo del mercatoe con il decollo dell’Unione europea: treelementi che vanno perciò monitorati ediversamente coniugati sia nell’interessegenerale che in particolare del Mezzo-giorno;

la mancanza di una politica attivaha determinato nel Sud:

a) il blocco del reddito pro capitea circa il 56-57 per cento di quello delNord;

b) la perdita di 310 mila posti dilavoro rispetto al 2008, a danno prevalen-temente dei giovani, nel mentre, rispetto

allo stesso anno, gli occupati delle regionidel Centro-Nord sono aumentati di 242mila unità;

c) l’aumento del numero di fa-miglie meridionali con tutti i componentiin cerca di occupazione a 600 mila (nelCentro-Nord sono 470 mila);

d) l’aumento del numero dellefamiglie in povertà assoluta a 845 mila(145 mila in più del 2016), gran parte dellequali con un capo famiglia under 35 anni;

e) una rivoluzione demograficache, entro il 2070, determinerà la perditadi 5 milioni di abitanti, con un ridimen-sionamento del numero e di ruolo dellegiovani generazioni e uno spopolamentoincontenibile nelle zone interne che faràdel Sud la zona più vecchia d’Italia e trale più anziane d’Europa, con un’età mediadi 51,6 anni rispetto agli attuali 42;

rispetto al fenomeno dell’immigra-zione, il Sud è segnato da migrazioni versoil Centro-Nord e verso l’estero di tipobiblico, con una perdita di capitale umanoe sociale senza precedenti: negli ultimi 16anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1 mi-lione e 883 mila residenti, la metà avevaun’età tra i 15 e i 34 anni e un quinto diessi era laureato; ben 800 mila non sonopiù tornati, neppure quando, nel 2016, sisono registrati segni di una piccola ripresaeconomica; anzi, in piena ripresa, ne sonoandati altri 131 mila residenti, un quartodei quali verso Paesi stranieri;

la responsabilità principale, nono-stante la resilienza della piccola e media

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impresa meridionale, è dell’apparato pub-blico incapace di erogare servizi di scopoalle imprese e ai cittadini;

la quota di risorse ordinarie dellapubblica amministrazione centrale desti-nate al Mezzogiorno è, allo stato, di pocosuperiore al 28 per cento, a fronte del 34,4per cento di popolazione. Al Centro-Nordè del 71,6 per cento, contro il 65,6 percento di popolazione;

nel 2016, la pubblica amministra-zione ha investito 35,2 miliardi di euro (il2,2 per cento del prodotto interno lordonazionale), 3 miliardi in meno rispetto al2015, taglio che ha riguardato essenzial-mente le regioni meridionali; a questo siaggiunge il programma di investimentodelle principali aziende pubbliche del Pa-ese, tra le quali Ferrovie dello Stato ita-liane, che hanno localizzato a Sud solo il19 per cento dei propri investimenti;

il decreto-legge del 29 dicembre del2016, n. 243, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 27 febbraio 2017, n. 18,contenente interventi urgenti per la coe-sione sociale e territoriale, con particolareriferimento a situazioni critiche in alcunearee del Mezzogiorno, ha sancito l’obbligoper le amministrazioni centrali di riser-vare al Sud un volume complessivo distanziamenti ordinari in conto capitale del34 per cento, pari alla percentuale dellapopolazione residente. Ma, ad oggi, non èstata ancora emanata la direttiva di at-tuazione del Presidente del Consiglio deiministri;

se tra il 2009 e il 2015 fosse stataattivata, per le risorse da destinare al Sud,la clausola del 34 per cento, il prodottointerno lordo del Mezzogiorno avrebbepraticamente dimezzato la perdita accu-sata, che sarebbe stata pari al –5,4 percento, mentre il calo effettivo è stato del–10,7 per cento; quanto all’occupazione, ladiminuzione sarebbe stata pari a –2,8 percento, invece del –6,8 per cento; vale adire che si sarebbero persi circa 200 milaposti di lavoro e non mezzo milione e,dunque, di fatto, ne sarebbero stati salvati300 mila;

questo avrebbe comportato anchemaggiori entrate per lo Stato, generandoun circolo virtuoso: invece, la spesa perinvestimenti è calata per il Sud dai 22miliardi di euro del 2009 ai 13 miliardi dieuro del 2016 e ha determinato a cascataanche minori investimenti dall’estero: trail 2009 e il 2017 sono stati pari a 25,3miliardi di euro, di cui solo 4,7 miliardi alSud;

le risorse europee, come già eraavvenuto per l’intervento straordinario,sono diventate sostitutive di quelle ordi-narie e non sono finalizzate a una politicadi riequilibrio sociale e d’integrazione ter-ritoriale, ma, come emerge dalle ultimemanovre finanziarie, ad altre finalità;

dai conti pubblici territoriali 2017redatti dall’Agenzia per la coesione emergeche nel triennio 2013-2015, su 691 euro dispesa in conto capitale che la pubblicaamministrazione ha effettuato per un sin-golo cittadino meridionale solo 239 eurosono arrivati dai fondi ordinari, cioè quelliesclusivamente statali, mentre il resto èarrivato dai fondi europei; queste propor-zioni risultano ribaltate per il Centro-Nord: qui 508 euro sono stai prelevati daifondi statali e solo 87 euro da fondistraordinari;

secondo i dati dell’Osservatorio suiconti pubblici, se il reddito pro capite delSud fosse pari a quello del resto del Paesesarebbe di 32.500 euro contro i 27.500attuali (2016), quindi del 18 per cento piùalto, quasi pari a quello della Francia, conun miglioramento del saldo tra entrate euscite di 6-7 punti percentuali del pro-dotto interno lordo;

il Mezzogiorno, se sostenuto, po-teva essere la dinamo del proprio auto-sviluppo e di quello nazionale; invece,come segnala la Svimez con le anticipa-zioni del suo rapporto 2018, l’economiameridionale, malgrado un triennio di cre-scita consolidata pari se non superiore allamedia nazionale, sconta, per la mancanzadi investimenti produttivi, di nuovo unforte ritardo dal resto dell’Europa e dalresto del Paese: nel 2019 subirà un ulte-

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riore rallentamento, con una crescita pre-vista dello +0,7 per cento rispetto al +1,2per cento nel Centro-Nord;

sul versante della formazione ilsistema scolastico e universitario del Me-ridione esprime professionalità che il tes-suto produttivo locale, anche perché scol-legato dall’alta formazione e dalla ricercauniversitaria, non riesce ad assorbire evalorizzare, relegando molti giovani nellacondizione di dover scegliere fra l’emigra-zione, l’arrangiarsi e l’inattività;

sul fronte dei servizi, tutti gli in-dicatori di qualità segnalano un divariocrescente, con un riferimento marcato alsocio-sanitario, alla cura, alla vivibilità,alla sicurezza e all’istruzione primaria cheinteressa i grandi e i piccoli centri;

Svimez, Banca d’Italia, Istat eUnioncamere concordano nell’analisi diuna realtà meridionale in profonda regres-sione dal punto di vista sociale, econo-mico, culturale e civile, aggravata dallasituazione relativa a procedure fallimen-tari, liquidazione e scioglimenti di societàdi persone e di capitale;

nonostante ciò l’apparato produt-tivo rimasto al Sud sembra essere incondizioni di ricollegarsi alla ripresa na-zionale e internazionale, come dimostraanche l’andamento delle esportazioni. Tut-tavia, permane il rischio che in carenza diadeguate politiche di sostegno non riesca amantenere neppure gli standard attuali;

la questione meridionale è stataconsiderata da alcuni come la legittimaaspirazione del Sud a farsi Stato, da altricome un problema tecnico-amministrativoda risolvere con rimedi della stessa natura;la diversità di impostazione ha segnato etuttora segna un diverso modo di conce-pire lo Stato: una sola cosa con la societàe il territorio di cui si compone o comeun’entità sovrastante, rispetto alla qualec’è chi ne fa parte a pieno titolo e chi no,come il Mezzogiorno;

le cause della questione meridio-nale non sono riconducibili a un destinocinico, né tantomeno ai meridionali in

quanto popolo subordinato per indole eappartenenza territoriale o per una storicainferiorità civile, ma allo Stato che, comeimprenditore, ha oscillato tra la massimiz-zazione del profitto e il monopolio pub-blico, come responsabile dell’amministra-zione pubblica ha perpetuato le ineffi-cienze del passato, e come programmatorenon è riuscito a dare continuità ed effi-cienza agli interventi più tipici per losviluppo: Mezzogiorno, infrastrutture, po-litica industriale, politica energetica e am-bientale;

lo Stato si è disposto positivamente,almeno in parte, verso il Mezzogiorno,come imprenditore e programmatore, soloin due periodi: nel dopoguerra con laCassa per il Mezzogiorno e tra gli anni ’80e ’90 fino al Governo Ciampi, con il nuovomeridionalismo; a queste politiche si devemolto, pur con tutte le riserve e la diver-sità di giudizio sulla loro gestione e sulfatto che abbiano oscillato tra due para-digmi, quello assistenziale e quello com-pensativo, in funzione della diminuzionepiù o meno graduale del gap con il Centro-Nord (si è rivelato fallimentare quelloassistenziale e non premiante quello imi-tativo);

ora, i punti di riferimento per losviluppo e i modelli economici sono di-ventati la modernità, la globalizzazione el’Europa, che vanno condivisi, a condi-zione che si coniughino questi nuovi rife-rimenti dal punto di vista del Sud, nelcontesto di cui è stato ed è espressione;

la politica dell’austerità, che è unodei pilastri della strategia economica eu-ropea, è negativa per l’Italia e, in parti-colare, per il Mezzogiorno, perché valutatutti gli investimenti, i cattivi come i buoni,improduttivi, se vanno oltre i parametristabiliti; in tal modo non contiene lacongiuntura economica, ma la peggiora:con la crisi del 2007, la produzione indu-striale è calata del 25 per cento permancanza d’investimenti;

dopo la crisi del 2008, l’Unioneeuropea per contenere lo spread, cheesprime il disvalore tra i diversi titoli di

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Stato dei Paesi che hanno aderito all’eurorispetto ai bond tedeschi, ha varato quat-tro manovre di finanziamento con conse-guenze inique e inaccettabili. E l’Italia havisto passare la sua posizione da un saldopositivo di 54,8 miliardi di euro del 2009,a un saldo negativo di 411,6 miliardi dieuro ad aprile 2017, mentre, nello stessoperiodo, il saldo positivo della Germania èpassata da 115,3 miliardi di euro a 843,4miliardi di euro;

il consolidamento finanziario e lariduzione del debito pubblico, i due pila-stri su cui si regge la politica economicadell’Unione europea, impedisce lo sviluppoe le politiche redistributive e avvalora latesi che, di fatto, « l’Europa è già a duevelocità », con l’Italia in seconda fila e ilMezzogiorno che segue in terza fila. Ehanno, sia l’Italia sia il Mezzogiorno,scarse possibilità di scalare in avanti perragioni strutturali;

il modello economico sul quale siregge l’Europa è quello tedesco: si basasulla stabilità dei prezzi e sul rigore deiconti pubblici, una visione diversa daquella delineata nella Costituzione basatasull’equilibrio tra democrazia, economia elavoro, che si ispira alla politica keyne-siana e individua negli investimenti infra-strutturali lo strumento per contrastare larecessione e la disoccupazione; inoltre,consiglia di provvedervi, in mancanza dirisorse sufficienti con la politica del deficitspending: indebitarsi per investire in svi-luppo e ricostruire, così, le condizioni perun incremento del reddito nazionale edell’occupazione;

in Italia è prevalsa, lo dimostranoanche il programma e i primi atti diquesto Governo, la filosofia del modelloeuropeo, secondo il quale la produttivitàva sostenuta comprimendo il costo dellavoro, favorendo con le riforme le grandiimprese e riducendo il debito pubblico;una politica che, attuata senza tenereconto della realtà e senza misure com-pensative, ha avuto un impatto devastantesul Mezzogiorno;

il prodotto interno lordo pro capitedel Sud è il 55,6 per cento di quello del

Centro-Nord, la percentuale delle personea rischio di povertà è al 33,8 per centorispetto al 13,8 del Centro-Nord, quellagiovanile è oltre il doppio;

dal 2001 al 2016 l’aspettativa divita al Sud, che attiene al tenore socialenel suo complesso, è passata da +1 anno a–4 anni rispetto alla media nazionale;

il nodo è il livello di indebitamentoche l’Unione europea ha fissato mediotempore per i Paesi membri al 60 percento dei rispettivi prodotti interni lordi.Sicché, l’Italia che ha superato quel limitedi molto (133,1 per cento), è chiamata aridurlo destinandogli tutti gli avanzi an-nuali del proprio bilancio;

è un problema che non si risolvecon l’uscita dall’euro: sarebbe come sce-gliere di andare in serie B e competere coni Paesi in via di sviluppo e non con quellipiù progrediti, coltivando l’illusione di tor-nare in alto con la lira e la svalutazionecompetitiva;

la mappa della crisi italiana –circostanza da non sottovalutare – è quasicompletamente sovrapponibile, social-mente e territorialmente, alle zone in cuimaggiore è stata la diffusione elettoraledel populismo: il Mezzogiorno e le peri-ferie urbane, ovvero le aree di maggioresofferenza del Paese;

i partiti euroscettici premiati dalSud, in ragione della rappresentanza ac-quisita, non dovrebbero limitarsi alla pro-testa qualunquista, magari per ottenerequalche linea di flessibilità in più, checome è stato verificato nel recente passatonon avrebbe effetti decisivi, ma proporrein maniera credibile e responsabile unariforma dell’architettura istituzionale del-l’Unione europea, che è essenziale ad ognicambiamento, almeno quanto il capitaleumano e le conoscenze, mettendo in contosia la necessità di tempi lunghi per ilraggiungimento di tali obiettivi sia l’esi-genza di un coinvolgimento della Germa-nia, condizionando e non contraddicendoil suo ruolo, come spesso viene fatto soloa parole, per orientarlo verso una pro-

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spettiva di riforma delle istituzioni euro-pee, accompagnata da un programma amedio termine di nuovi investimenti in cuisia centrale il Mezzogiorno;

la nuova questione meridionale stanell’apertura delle nuove frontiere medi-terranee e il suo destino è strettamenteconnesso a questo processo, che va indi-rizzato con il potenziamento di un asse disviluppo verso i Paesi del Sud: un progettostrategico che ne rimodelli l’assetto e lastruttura produttiva e connetta nelleforme possibili tutti i Paesi del bacinoMediterraneo che, per storia, cultura einteressi economici, può rendere europeeanche le regioni africane confinanti,dando, così, una risposta alta e risolutivaanche al problema delle migrazioni;

Mediterraneo significa logistica,grandi infrastrutture e scambi commer-ciali, da animare e servire differenziandola rotta che per, circumnavigare l’Europa,passa da Rotterdam e Amburgo con l’in-clusione di Gioia Tauro e della nostra reteportuale, nel suo percorso;

un progetto che unisca, attraversoil Mediterraneo, il Mezzogiorno d’Italia,l’immenso continente africano e lo spazioeuropeo appare necessario; se non si col-legano questi due mondi, il destino dell’I-talia meridionale è rimanere uno dei« Mezzogiorni dell’Europa » e quello del-l’Europa di essere irreversibilmente sbi-lanciata verso i Paesi dell’Est che, allalunga, la renderebbe marginale rispetto almondo esterno, Asia e Africa comprese;

l’area del Mediterraneo non è fuoridalla logica della globalizzazione; nel suoambito si sono articolate e convivono trearee omogenee: il Mediterraneo comuni-tario, con Spagna, Francia, Grecia e Italia;il Mediterraneo arabo, con Marocco, Al-geria, Tunisia, Libia, Egitto, Libano, Siria;il Mediterraneo orientale, cui possonoascriversi Malta, i Balcani con le loroarticolazioni, fino alla Turchia, Cipro eIsraele. Rappresentano un mondo, attra-versato da dinamiche sociali ed economi-che, demografiche e culturali caratteriz-zate da grandi diversità; tuttavia, i livelli di

interdipendenza fisica, funzionale, econo-mica e di scambi sono largamente preva-lenti e cospirano per l’integrazione;

la politica estera dell’Italia è essen-ziale per i commerci e l’economia, ma nonpuò prescindere dall’Europa e dall’esi-genza che essa si espanda verso l’assemeridionale e non ceda alle interferenzedella Russia e degli Usa, le due principalipotenze che a parere dei firmatari delpresente atto di indirizzo ne insidianol’unità e lo sviluppo;

il Governo in carica, pur avendo unMinistro senza portafoglio per il Sud,manca di una proposta organica; nel« contratto di governo » al Sud sono statedestinate poche righe, a giudizio dei fir-matari del presente atto di indirizzo eva-sive e blande da cui non si evince alcunastrategia, che non è emersa né con ildocumento di economia e finanza, né conla nota di aggiornamento allo stesso do-cumento di economia e finanze approvatiin Parlamento;

il Veneto, la Lombardia e sulla loroscia altre undici regioni si sono di recenteattivate per ottenere maggiori poteri erisorse; in particolare è stata formalizzata,con un referendum, dal Veneto e dallaLombardia una richiesta di nuove compe-tenze ai sensi dell’articolo 116 della Co-stituzione, che secondo i firmatari delpresente atto di indirizzo avrebbe unchiaro tratto secessionista;

la richiesta mira ad ottenere in-sieme alle nuove competenze, il trasferi-mento delle risorse ritenute necessariecalcolate in base ai « fabbisogni standard »che tengano conto dei bisogni della popo-lazione e dei territori e, soprattutto, delgettito fiscale territoriale: di fatto, il livellodei diritti dei cittadini di quelle regioniverrebbero garantiti, a seconda del redditodei loro residenti;

la proposta, che replica in peius ilfederalismo fiscale, va, ancora una volta, adiscapito delle regioni del Sud e in favoredi quelle del Centro-Nord, secondo i fir-

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matari del presente atto di indirizzo inaperta violazione con i principi di ugua-glianza sanciti dalla Costituzione;

dal 2001 nessun Governo ha fissatoi livelli essenziali delle prestazioni sociali ecivili da garantire in misura omogenea sututto il territorio nazionale, a prescinderedalla localizzazione geografica; senza ilivelli essenziali delle prestazioni sociali ecivili diventa più agevole immaginareforme di distribuzione delle risorse legatealla ricchezza territoriale e di fatto discri-minatorie;

sarebbe auspicabile, in vista dellasessione di bilancio, un impegno da partedel Governo a ricomprendere nella suaagenda politica specifiche misure per so-stenere e rilanciare le tante forze vivepresenti nel tessuto sociale ed imprendi-toriale del Mezzogiorno, partendo dallapresa d’atto che molte leggi sono valideper il Nord e non lo sono per il Sud eviceversa, e vanno, quindi, armonizzate,

impegna il Governo:

1) a concordare, nell’ambito di una piùcomplessiva azione politica per arri-vare ad una riforma istituzionale edeconomica dell’Unione europea, il cal-colo, per l’immediato e per un periodolimitato, del pareggio di bilancio conriferimento a spese correnti e a im-posizione tributaria, accettando per gliinvestimenti non solo la tassazione discopo ma anche l’emissione flessibile,contrattata e regolamentata di titoli diStato, o l’emissione « misurata » di Eu-robond, collocata sul mercato in contodell’Unione, da destinare prioritaria-mente a un progetto strategico, perl’integrazione del bacino del Mediter-raneo con l’Europa;

2) al fine di consentire una spesa effi-ciente dei fondi europei destinatiquantomeno agli enti locali, senza in-taccare la competenza delle regioni, adadottare iniziative per costituirepresso la Cassa depositi e prestiti unfondo in cui far confluire le risorse

europee, integrate delle somme previ-ste per la compartecipazione delloStato, che le regioni meridionali in-tendono destinare ai comuni e aglialtri enti locali sulla base di un pianodi investimenti in cui si distinguono iprogetti di interesse locale da quelli diinteresse regionale;

3) ad adottare iniziative per prevederenel bilancio dello Stato un capitolo incui far confluire le somme destinate alMezzogiorno che non risultino spesenell’anno di competenza, in partico-lare quelle che siano inferiori allaclausola del 34 per cento per modoche possano essere impegnate e speseper l’anno successivo;

4) ad adottare iniziative normative per-ché sia presentato in allegato al do-cumento di economia e finanza an-nuale il monitoraggio della ricadutanel Mezzogiorno dei provvedimenti fi-nanziari, economici e sociali, compresiquelli agevolativi e di fiscalità di van-taggio rispetto al Centro-Nord, speci-ficandone l’ammontare e le cause eindicando gli eventuali rimedi corret-tivi;

5) a definire con le singole regioni me-ridionali un piano per innalzare glistandard dei servizi al livello dellamedia nazionale, programmandonecosti e tempi di realizzazione, inquanto presupposto di ogni possibilepolitica di sviluppo a scala nazionaleed europea;

6) a non effettuare nessun trasferimentodi poteri e risorse a una o più regionifinché non siano definiti e garantiti i« livelli essenziali delle prestazioniconcernenti i diritti civili e sociali »(articolo 117, secondo comma, letteram) della Costituzione) e ad ancorare iltrasferimento di risorse sulle materieassegnate alle regioni esclusivamente aoggettivi fabbisogni dei territori, esclu-dendo ogni riferimento a indicatoricollegati all’introito fiscale;

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7) ad adottare iniziative per prevedere, adecorrere dal 1o gennaio 2019, l’attua-zione della no tax area per cinque anniper persone fisiche e imprese, con unreddito inferiore a 25 mila euro, ri-cadenti nei parchi nazionali e regionalie nelle aree protette delle regioni me-ridionali, limitatamente ai comuni chehanno subito negli ultimi dieci anniuno spopolamento superiore al 30 percento dei residenti;

8) ad adottare iniziative per il rinvio al2021 della riforma delle banche dicredito cooperativo, con sede legale nelMezzogiorno, onde consentire il loroadeguamento strutturale per evitareche vengano assorbite dal sistema delCentro-Nord, come è successo con lebanche di credito ordinario, accompa-gnandone il decollo con adeguate mi-sure organizzative che, soprattutto nelMezzogiorno, preservino gli impieghisul territorio a favore delle famiglie edelle imprese;

9) ad adottare iniziative per coordinare,regione per regione, il ruolo delleuniversità pubbliche e private, nel ri-spetto della loro autonomia, per favo-rirne da un lato l’internalizzazione e,dall’altro, l’integrazione con il sistemaproduttivo locale, sia sotto il profilodella didattica sia della ricerca e dellasperimentazione, onde farne un volanoper la formazione del capitale umano,iniziativa che va accompagnata con unripensamento del rapporto scuola/la-voro/famiglia.

(1-00061) « Conte, Speranza, Fornaro, Ber-sani, Boldrini, Epifani, Fas-sina, Fratoianni, Muroni, Oc-chionero, Palazzotto, Pasto-rino, Rostan, Stumpo ».

La Camera,

premesso che:

a partire dal 2015, come testimo-niano i rapporti Svimez, il Mezzogiorno è

tornato a crescere, dopo ben 7 anni dicrisi che lo hanno portato a livelli rap-portabili a quelli degli anni 70;

il prodotto interno lordo è cre-sciuto, l’occupazione ha fatto registrareoltre 90 mila posti in più rispetto all’annoprecedente, i consumi finali interni inquesta macro-area sono tornati a crescerecosì come gli investimenti privati, anchenei settori industriali e nell’edilizia;

durante gli anni di crisi, il ritardodel Mezzogiorno rispetto alla restanteparte del Paese si è però gradualmenteampliato e differenziato territorialmente: idifferenziali di crescita tra le regioni delnostro Paese hanno nel tempo consolidatola presenza di due Italie dal punto di vistasocio-economico sempre più diverse traloro, generando forti squilibri che pur-troppo continuano a produrre effetti dan-nosi per le prospettive di sviluppo nonsoltanto per il Mezzogiorno, ma anche perl’intero Paese;

la competitività di un Paese è sem-pre la somma di quella di tutti i suoiterritori: per il benessere nazionale, infatti,è necessario e utile puntare ad accrescerein tutte le regioni la capacità di creareimpresa, occupazione e reddito. L’alterna-tiva a questo scenario è esacerbare undualismo, con il suo necessario carico ditrasferimenti compensativi che divienesempre più pesante economicamente, masempre meno sostenibile politicamente;

dall’avvio della crisi economica si èverificata una persistente divergenza traNord e Sud, a sfavore delle regioni meri-dionali, nell’andamento della domanda in-terna, e in particolare dei consumi e dellaspesa in beni e servizi della pubblicaamministrazione, ancora più accentuatoper effetto del valore del moltiplicatore deiconsumi collettivi al Sud, che risulta esseresignificativamente maggiore che nel restodel Paese;

l’occupazione, nonostante la ri-presa nel triennio 2015-2017, resta nelleregioni del Sud ancora lontana dai livelli

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antecedenti alla crisi economica, ancorauna volta con una dinamica differenterispetto al Nord;

il mercato del lavoro del Mezzo-giorno è fortemente squilibrato a sfavoredei giovani, che nel 2007 rappresentavanoil 30 per cento del totale degli occupati enel 2017 il 22 per cento, mentre gli ultracinquantenni sono cresciuti dal 13 percento del 2007 al 22 per cento nel 2017;

a livello demografico il Sud, conuna riduzione continua nel numero dinascite e con un più debole contributodelle immigrazioni, e in assenza di inter-venti, è destinato ad essere l’area piùvecchia d’Italia e tra le più vecchie d’Eu-ropa. Le aspettative sull’andamento del-l’età media prevedono un incremento dagliattuali 43,3 anni ai 51,6 anni nel 2065.Questo dato indica una inevitabile ridu-zione della popolazione in età da lavoro eil conseguente effetto negativo sulle poten-zialità di crescita del sistema economico eun ulteriore aggravio sui sistema di wel-fare;

l’offerta degli asili nido nel nostroPaese è, ancora, insufficiente e diseguale.I posti censiti nelle strutture pubbliche eprivate riescono ad assicurare un posto alnido a poco più dei 20 per cento deibambini sotto i 3 anni (l’Europa prevedeche tale percentuale sia almeno del 33 percento) e nelle regioni del Sud in alcunearee la percentuale non supera il 4 percento. La ricerca in campo economico ededucativo dimostra che i servizi educativiper l’infanzia rappresentano l’investimentomigliore che un Paese possa compiere,anche per sostenere l’occupazione femmi-nile;

la sistematica mobilità di capitaleumano dal Sud verso il Nord del Paese everso l’estero ha provocato un grave de-pauperamento della struttura demograficae del tessuto sociale. Tali flussi dal Mez-zogiorno al Centro-nord hanno interessatoin misura rilevante persone con un elevatotitolo di studio: la quota dei laureati chesi sposta dal Sud verso il Centro-nord èsempre superiore al 27 per cento;

per sostenere l’istruzione, che èuna delle principali leve per la promo-zione dell’innovazione e della crescita e,quindi, della competitività di un’area ge-ografica con le conseguenti implicazioni intermini di prospettive occupazionali e direddito degli individui, e affrontare ladiminuzione del personale docente, parti-colarmente incisiva nelle regioni del Mez-zogiorno, sono stati adottati negli anni piùrecenti numerosi interventi e stanziatespecifiche risorse, sia per la riqualifica-zione dell’edilizia scolastica che, in chiaveoccupazionale, per lo sblocco degli scor-rimenti di graduatoria dei docenti;

il divario Nord-Sud è aumentatoanche in relazione agli indicatori suglistandard dei servizi pubblici di base cheimpattano significativamente sulla qualitàdella vita e incidono sui redditi dellefamiglie;

la povertà assoluta è ulteriormentecresciuta nel corso del 2017: le famiglie instato di povertà assoluta, che nel 2016 nelMezzogiorno erano 700 mila, sono dive-nute 845 mila nel 2017. L’incidenza sultotale delle famiglie dell’area è passatadall’8,5 per cento al 10,3 per cento, valorecirca doppio rispetto a quello del Nord(5,4 per cento);

per il contrasto della povertà, inparticolare al Sud, i Governi a guida delPartito Democratico nel corso dell’ultimalegislatura hanno adottato specifiche mi-sure: in particolare con l’approvazionedella legge n. 33 dei 2017 e della suadisciplina attuativa (decreto legislativon. 147 del 2017), è stata introdotta per laprima volta in Italia e in maniera strut-turale una misura unica nazionale di con-trasto alla povertà, il reddito di inclusione(Rei), derivata dal confronto istituzionalecon le regioni e con i rappresentantidell’ANCI e con l’alleanza contro la po-vertà, che costituisce livello essenzialedelle prestazioni da garantire uniforme-mente in tutto il territorio nazionale e cheprevede, oltre al beneficio economico, an-che l’attivazione di servizi personalizzatiper la ricerca di occupazione;

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secondo l’Agenzia per la coesionenel periodo 2013-2015 i fondi strutturalicomunitari e il Fondo per lo sviluppo e lacoesione (ex FAS) anziché andare a ri-durre i divari territoriali in Italia hanno difatto sostituito la spesa pubblica ordinariain conto capitale rendendola sempre piùirrilevante nel Mezzogiorno;

uno studio Svimez ha stimato l’ef-fetto di una redistribuzione della spesapubblica in conto capitale effettuata inquota proporzionale alla dimensione dellapopolazione delle regioni italiane. Taleprincipio è già previsto dall’articolo 7-bisdel decreto-legge 29 dicembre 2016,n. 243, (cosiddetto decreto Mezzogiorno),convertito, con modificazioni, dalla legge27 febbraio 2017, n. 18: se il criterio didistribuzione della spesa fosse esteso atutti i livelli della pubblica amministra-zione (e non solo all’amministrazione cen-trale in senso stretto) determinerebbe peril Mezzogiorno un aumento annuo degliinvestimenti pubblici di circa 4,5 miliardidi euro. Più prudentemente la relazionesui conti pubblici territoriali dell’Agenziaper la coesione territoriale, limitandosi alperimetro fissato dalla norma del decretoMezzogiorno, calcola un impatto nell’or-dine di 1,6 miliardi medi annui;

al citato articolo 7-bis del decreto-legge n. 243 del 2017 è stata data parzialeattuazione con decreto del Presidente delConsiglio dei ministri 7 agosto 2017 rela-tivo alle modalità di monitoraggio dellaspesa ma è necessario emanare al piùpresto il secondo e determinante atto,ovvero la direttiva del Presidente dei Con-siglio che dovrebbe individuare annual-mente i programmi di spesa attraverso cuiperseguire l’obiettivo del riequilibrio ter-ritoriale;

relativamente alle politiche per l’in-novazione tecnologica, che sono tra leprincipali fonti di vantaggio competitivo diun Paese ad economia avanzata, si registraun divario significativo tra il Mezzogiornoe il Centro-nord in termini di ricettività daparte delle imprese meridionali all’intro-duzione di innovazioni avanzate, all’assor-

bimento delle conoscenze e delle innova-zioni che accompagnano tali innovazioni e,conseguentemente, alla propensione a in-vestire risorse in attività di ricerca esviluppo;

la netta flessione delle agevolazioniconcesse alle imprese durante gli annidella crisi ha investito il Mezzogiorno inmisura più rilevante rispetto al centro-nord;

secondo valutazioni contenute nelrapporto Svimez 2018 la crescita del Cen-tro-nord è fortemente legata dagli anda-menti dell’economia del Mezzogiorno perle seguenti principali considerazioni:

a) 20 dei 50 miliardi di euro circadi residuo fiscale trasferito alle regionimeridionali dal bilancio pubblico ritor-nano al Centro-nord sotto forma di do-manda di beni e servizi;

b) gli stimoli della domanda pro-venienti dal Mezzogiorno producono ef-fetti di traboccamento largamente supe-riori rispetto a quelli provenienti dal Cen-tro-nord: più del 30 per cento dell’effettomoltiplicativo della domanda interna al-l’area del Mezzogiorno va a beneficio delCentro-nord;

c) i flussi di capitale umano pro-venienti dal Mezzogiorno generano flussidi reddito in entrata significativi per leregioni del Centro-nord: si stima una per-dita secca per il Mezzogiorno di circa 2miliardi di euro l’anno in termini di spesapubblica investita in istruzione per effettodella migrazione dei laureati ai quali sisomma il valore dei consumi pubblici eprivati annui attivati dall’emigrazione stu-dentesca pari a circa 3 miliardi di euro;

il masterplan per il rilancio delMezzogiorno posto in essere dai Governinel corso dell’ultima legislatura e i pattiper lo sviluppo che ne sono derivati e chehanno interessato le otto regioni e le cittàmetropolitane del Sud hanno consentito dipromuovere interventi e di mobilitare ri-sorse finalizzate alla crescita e al supera-

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mento di logiche meramente assistenzialiponendo la questione Mezzogiorno comepolitica per la crescita;

alla concertazione tra Governo eamministrazioni regionali e locali si èaggiunta anche la spinta nel corso del2017 data da misure varate attraverso ladecretazione d’urgenza;

in particolare il decreto-legge 20giugno 2017, n. 91, convertito, con modi-ficazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123,ha previsto, con la misura « Resto al sud »forme di incentivazione per i giovani voltea promuovere la costituzione di nuoveimprese nelle regioni Abruzzo, Basilicata,Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sar-degna e Sicilia;

sono state introdotte le Zes (zoneeconomiche speciali) per la promozionedelle aree portuali e retro portuali delMezzogiorno;

infrastrutture, capacità di connes-sione, regole dei mercati, sostegno al cre-dito, servizi, beni culturali, turismo sono ipunti sui quali si è concentrata l’atten-zione nell’ambito della declinazione terri-toriale dei patti;

95 miliardi di euro di investimentisono stati previsti entro il 2023, derivantidai fondi strutturali (FESR e FSE) 2014-2020 pari a 56,2 miliardi di euro, di cui32,2 miliardi di euro europei e 24 miliardidi euro nazionali, dai fondi di cofinanzia-mento regionale per 4,3 miliardi di euro edal fondo sviluppo e coesione;

l’obiettivo è stato quello di un’ar-ticolazione territorio per territorio, nellamisura maggiormente aderente, possibile emeno astratta rispetto al passato;

negli anni precedenti è stato intro-dotto un credito d’imposta per l’acquistodi beni strumentali in favore di impiantiproduttivi ubicati nelle regioni del Mezzo-giorno;

l’attuale Esecutivo sembra voler ri-durre le politiche per il Mezzogiorno allaintroduzione del cosiddetto reddito di cit-tadinanza;

tale marginalizzazione del Sud eraprevedibile anche in consideratone diquanto previsto nel cosiddetto contratto diGoverno che al capitolo 25 recitava te-stualmente: « Con riferimento alle Regionidel Sud, si è deciso, contrariamente alpassato, di non individuare specifiche mi-sure con il marchio ”Mezzogiorno”, nellaconsapevolezza che tutte le scelte politichepreviste dal presente contratto (con par-ticolare riferimento a sostegno al reddito,pensioni, investimenti, ambiente e tuteladei livelli occupazionali) sono orientatedalla convinzione verso uno sviluppo eco-nomico omogeneo per il Paese, pur te-nendo conto delle differenti esigenze ter-ritoriali con l’obiettivo di colmare il gaptra Nord e Sud »;

questo approccio costituisce la pre-messa ad un progressivo disimpegno dallepolitiche di sviluppo,

impegna il Governo:

1) a presentare una relazione al Parla-mento sull’andamento dei masterplansottoscritti entro il 31 dicembre 2018;

2) ad adottare iniziative per confermaremisure strategiche come « resto alSud » e il credito d’imposta per gliinvestimenti effettuati al Sud;

3) a promuovere misure incentivanti perl’assunzione dei giovani e delle donneda parte delle imprese che operano nelMezzogiorno, anche attraverso misuredi decontribuzione pluriennali non in-feriori al 50 per cento;

4) allo scopo di realizzare politiche real-mente incisive contro la povertà, a nonsmantellare il processo avviato con ilreddito di inclusione, i cui beneficiarisono distribuiti in larga parte nelleregioni del Mezzogiorno, per dar vitaa una nuova misura con un profiloradicalmente differente, come recen-temente richiesto dalla Caritas e dal-

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l’Alleanza contro le povertà, assu-mendo tutte le iniziative di compe-tenza per:

a) incrementare l’ammontare delbeneficio economico;

b) allargare la platea dei beneficiarifino a raggiungere tutte le fami-glie che secondo le stime dell’Istatsi trovano in condizioni di po-vertà;

c) favorire l’occupabilità e l’inseri-mento nel mercato del lavoro deibeneficiari del reddito di inclu-sione;

d) potenziare i centri per l’impiego ela rete nazionale delle politicheattive del lavoro assicurandostanziamenti adeguati per innal-zare la quota del fondo povertàdestinata al rafforzamento dellemisure e dei servizi sociali inossequio al carattere peculiaredel reddito di inclusione;

e) rafforzare i programmi di rein-serimento sociale attraverso leistituzioni pubbliche;

5) ad assumere tutte le iniziative di com-petenza al fine di attuare una redi-stribuzione di spesa pubblica per in-vestimenti tra le diverse circoscrizioniterritoriali in rapporto alla popola-zione, dando applicazione all’articolo7-bis del decreto-legge 29 dicembre2016, n. 243, convertito, con modifi-cazioni, dalla legge 27 febbraio 2017,n. 18, che prevede una quota tra il 30per cento e il 40 per cento di spesapubblica ordinaria in conto capitale darealizzare nelle regioni del Mezzo-giorno;

6) tenuto conto delle carenze del Mezzo-giorno nell’offerta per i servizi all’in-fanzia e delle sue criticità infrastrut-turali, ad adottare iniziative per:

a) assicurare disponibilità e accessi-bilità negli asili nido almeno al 33per cento dei bambini come daparametri europei;

b) assicurare risorse pluriennali perla messa a norma e l’ammoder-namento degli edifici scolastici,proseguendo a proseguire nelpiano di investimenti previsto da« Italia sicura » per la messa anorma e l’ammodernamento degliedifici scolastici;

7) ad assumere tutte le iniziative idoneeper la lotta alle disuguaglianze terri-toriali in tema di formazione dei gio-vani e di diritto all’istruzione supe-riore attraverso una revisione dei cri-teri di finanziamento del sistema uni-versitario nazionale incentrata:

a) su una revisione dei parametriper il calcolo dei costi standardper studente;

b) sul rifinanziamento del fondo difinanziamento ordinario in cui laquota premiale (oggi la principalecausa di divaricazione tra areegeografiche) che deve essere ag-giuntiva rispetto al finanziamentodell’anno precedente;

8) ad adottare iniziative per incremen-tare le risorse del fondo sanitarionazionale da destinare alle regioni delMezzogiorno per ammodernamentodelle strutture sanitarie e per imple-mentazione di personale e macchinarifunzionali a migliorare l’erogazionedelle prestazioni, anche per ridurre ilfenomeno della cosiddetta « emigra-zione sanitaria »;

9) ad assumere tutte le iniziative di com-petenza al fine di:

a) sfruttare il vantaggio competitivonaturale che il Mezzogiorno pos-siede quale piattaforma strategicanel Mediterraneo per intercettarei flussi commerciali in un’areasempre più al centro degli inte-ressi dell’economia globale speciedopo il raddoppio del Canale di

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Suez e per proiettare l’Italia el’Europa verso l’Africa e il MedioOriente;

b) irrobustire il vantaggio logisticoattraverso un piano di investi-menti pluriennale per il poten-ziamento e l’ammodernamentodelle grandi infrastrutture stra-dali, ferroviarie, portuali e aero-portuali;

10) ad adottare le iniziative di compe-tenza per promuovere il vantaggiofiscale attraverso la realizzazione dizone economiche speciali al fine di:

a) attrarre importanti investimentidi logistica e industriali nei prin-cipali porti e interporti del Sudcosì da dotarli delle infrastrut-ture necessarie per farne snodifondamentali per i nuovi flussicommerciali nel Mediterraneo;

b) attrarre imprese nazionali edestere per favorire la costruzionedi filiere radicate sul territorio ingrado di far crescere le piccole emedie imprese meridionali;

c) sostenere il riposizionamentostrategica delle imprese meridio-nali attraverso un maggioreorientamento verso l’export;

11) ad adottare le iniziative di compe-tenza per autorizzare entro il 31dicembre 2018 le Zes individuate nelMezzogiorno ai sensi del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91 conver-tito, con modificazioni, dalla legge 3agosto 2017, n. 123;

12) ad adottare le iniziative di compe-tenza per rifinanziare gli incentiviall’autoimprenditorialità e all’autoim-piego di cui al decreto legislativo 21aprile 2000, n. 185 in relazione allasituazione del Mezzogiorno;

13) ad adottare iniziative per sostenere ilsistema produttivo meridionale conpolitiche industriali che puntano sul-

l’innovazione tecnologica al fine dioffrire ai giovani concrete prospettivedi occupazione nel Mezzogiorno, in-vertendo così la « fuga » di talenti alNord del Paese e all’estero, attraversointerventi utili a:

a) implementare l’innovazione tec-nologica e organizzativa sia a li-vello di singole imprese che digruppi di imprese e filiere pro-duttive in linea con i paradigmidell’industria 4.0;

b) sostenere investimenti dal Cen-tro-nord e dall’estero verso set-tori industriali e dei servizi in-novativi tesi a sfruttare il patri-monio di conoscenze, competenzee know-how accumulati nel ca-pitale umano formato nel Mez-zogiorno, ma scarsamente utiliz-zato dal sistema produttivo lo-cale;

c) recuperare alla produttività learee industriali in declino conprogrammi, anche sperimentali,di partenariato in grado di at-trarre investimenti con vantaggiallocativi;

d) indirizzare e promuovere lo svi-luppo di iniziative imprenditorialiinnovative a base tecnologica perfarne una leva di rinnovamentodell’intero tessuto industriale piùtradizionale;

e) incentivare e sostenere le grandi emedie imprese high e med-techoperanti nel Mezzogiorno a darvita a interventi di open innova-tion aprendo ponti e sinergie conil meglio del sistema della ricercae dell’alta formazione locale;

f) sostenere e semplificare la nascitae la crescita di spin-off e start-upcome tipiche espressioni di unanuova cultura imprenditoriale in-novativa;

g) declinare a livello territoriale lemisure del piano « Industria 4.0 »

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prevedendo un rafforzamentodelle intensità agevolative e/o unariserva di risorse nell’implemen-tazione delle agevolazioni fiscaliautomatiche (« nuova Sabatini »,« super/iper ammortamento » cre-dito d’imposta per le spese inricerca e sviluppo;

14) ad adottare iniziative per prevedereun piano di manutenzione straordi-naria della viabilità minore nonchésbloccare interventi infrastrutturalidi particolare rilievo per la Sicilia eper l’ammodernamento e la messa insicurezza della strada statale 106 Jo-nica a partire dal terzo macrolotto,come da delibera del Cipe n. 3 del2018;

15) a potenziare l’alta velocità confer-mando il crono-programma per laNapoli-Bari e il prosieguo dell’altavelocità fino a Reggio Calabria;

16) a conseguire un miglioramento com-plessivo della qualità del sistema deitrasporti e di mobilità nel Mezzo-giorno prevedendo un monitoraggiopermanente che coinvolga compagnieaeree, società ferroviarie, autolinee ecompagnie navali, con attenzione an-che al traffico merci e alla intermo-dalità;

17) ad adottare, in relazione al partico-lare contesto del Mezzogiorno, inizia-tive per consolidare gli interventi pre-visti dalla legge 6 ottobre 2017,n. 158, in favore dei piccoli comuni asalvaguardia dei servizi essenzialinonché implementare le risorse perle aree interne anche come politica dicontrasto al fenomeno dello spopo-lamento;

18) a promuovere nelle regioni del sudpiani di rigenerazione urbana artico-lati in base alle dimensioni dellerealtà urbane, partendo dalla messain sicurezza e dalla valorizzazionedei centri storici per un recupero

socio-economico dei contesti anche inottica di promozione turistica;

19) a prevedere per l’anno 2019 un pianostraordinario di interventi pubblici asostegno dell’alfabetizzazione digitalefinalizzato a superare un evidenteritardo accumulato dal Mezzogiornoin questo settore imprescindibile peril rilancio dell’economia;

20) a prevedere un piano straordinario diassunzioni di giovani esperti nel set-tore digitale all’interno della pubblicaamministrazione, perché la nuova epiena cittadinanza digitale, in parti-colare al Sud, ha bisogno di compe-tenze per attuarsi, necessarie ancheper accompagnare tutte le misureposte in essere dagli ultimi Governiper rendere più efficiente la pubblicaamministrazione;

21) ad adottare iniziative per accelerarelo sblocco delle risorse per i progettiin materia di edilizia scolastica edimpiantistica sportiva già finanziatinonché a rifinanziare il programma« sport e periferie » con una quotadegli investimenti nella misura noninferiore al 34 per cento destinati alMezzogiorno;

22) a promuovere nel Mezzogiorno ulte-riori investimenti nell’ambito dellamanutenzione e messa in sicurezzadel territorio, contrastando il gravis-simo fenomeno del dissesto idrogeo-logico;

23) a rafforzare nelle regioni i presìdi disicurezza e le piante organiche delleforze dell’ordine e del personale degliuffici giudiziari per un maggiore con-trollo del territorio e un più efficacecontrasto della criminalità organiz-zata;

24) a non adottare iniziative che indebo-liscano il quadro normativo di con-trasto del caporalato nel sud;

25) a promuovere, con investimenti, lefiliere agroalimentari e le produzionidi qualità del Mezzogiorno;

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26) a promuovere, nel quadro del raffor-zamento della promozione turisticadel Sud e in collaborazione con leregioni meridionali, progetti di pro-mozione e « pacchetti » di incentivifinalizzati al « turismo di ritorno »,rivolto agli italiani all’estero, con par-ticolare attenzione alle aree internedel Mezzogiorno.

(1-00063) « Pezzopane, Viscomi, Delrio,Enrico Borghi, Carnevali, DeMaria, Gribaudo, Fiano, Le-pri, Morani, Rotta, Annibali,Anzaldi, Ascani, Bazoli, Be-namati, Berlinghieri, Boccia,Bonomo, Bordo, Boschi,Braga, Bruno Bossio, Buratti,Campana, Cantini, CarlaCantone, Cardinale, Carè,Ceccanti, Cenni, Ciampi, Co-laninno, Critelli, Dal Moro,D’Alessandro, De Filippo, DeLuca, De Menech, De Micheli,Del Barba, Del Basso DeCaro, Di Giorgi, Marco DiMaio, Fassino, Ferri, Frago-meli, Franceschini, Fregolent,Gadda, Gariglio, Giachetti,Giacomelli, Giorgis, Guerini,Incerti, La Marca, Lacarra,Librandi, Losacco, Lotti, Ma-dia, Gavino Manca, Mancini,Marattin, Martina, Mauri,Melilli, Miceli, Migliore, Min-niti, Mor, Morassut, Moretto,Morgoni, Mura, Nardi, Na-varra, Nobili, Noja, Orfini,Orlando, Padoan, Pagani,Ubaldo Pagano, Paita, Pelli-cani, Piccoli Nardelli, Pini,Pizzetti, Pollastrini, Portas,Prestipino, Quartapelle Pro-copio, Raciti, Rizzo Nervo,Andrea Romano, Rosato,Rossi, Scalfarotto, Schirò,Sensi, Serracchiani, Siani,Topo, Ungaro, Vazio, Verini,Zan, Zardini ».

La Camera,

premesso che:

nello scenario economico italiano,aggravato dalle conseguenze della situa-zione finanziaria internazionale, continuaa porsi in primo piano la questione di unaNazione ancorata a due differenti velocitàdi sviluppo, la cui più diretta evidenza sial’inasprimento dei divari tra le regionisettentrionali e quelle meridionali, sia lediseguaglianze interne alle stesse aree delMezzogiorno;

l’obiettivo di ottenere un tasso dicrescita del Mezzogiorno significativa-mente e stabilmente superiore a quellomedio dell’Unione europea e del restodella Nazione è lontano dall’essere rag-giunto;

la crisi economica ha inciso e staincidendo in misura significativa sulla pro-duzione, sui consumi, sull’attività dellepiccole e medie imprese, soprattutto allo-cate nel Mezzogiorno d’Italia e, pertanto,si estrinseca, ogni giorno di più, l’esigenzadi una rinnovata e prioritaria attenzioneper il Sud rispetto alle tematiche delleinfrastrutture, dell’istruzione, del welfare edel lavoro, della salute e dell’ambiente;temi impegnativi che rappresentano, però,diritti fondamentali delle persone ispiratial rispetto dei bisogni generali della Na-zione, e non di particolari tendenze poli-tiche o regionali;

è un dato di fatto che le regioni delSud Italia hanno subìto, con molta piùforza, i segni della crisi economica, e ciòlo evidenziano anche i dati relativi alladisoccupazione giovanile e la conseguenteemigrazione, come anche quelli relativi alreddito e alla povertà;

le cause primarie possono essererinvenute in una condizione complessivadel Mezzogiorno che è data dalle infra-strutture, dall’impianto economico produt-

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tivo, dalla crisi imprenditoriale, e cherende questi territori particolarmente vul-nerabili;

la distanza tra il Centro-nord e ilSud non si limita al Pil pro-capite (laquota di Pil generata nel Nord è aumen-tata di 1,2 punti percentuali, mentrequella del Sud e delle isole è diminuita di0,9 punti percentuali), ma riguarda tantialtri indicatori, come la continua migra-zione delle forze giovanili verso altre re-gioni e verso l’estero, l’elevato numero digiovani che abbandonano gli studi in ra-gione delle condizioni di disagio comples-sivamente percepite, l’irrilevante capacitàdi attrazione di investimenti dall’estero, ilpeso ancor maggiore rispetto al resto dellaNazione della burocrazia, dell’inefficienzaistituzionale, della corruzione, della len-tezza giudiziaria, dell’economia sommersa,della mancanza di strutture sanitarie ade-guate;

inoltre, sul mancato sviluppo delleregioni meridionali, incide pesantementela criminalità organizzata;

le anticipazioni al Rapporto Svimez2018 sull’economia e la società del Mez-zogiorno hanno evidenziato che « L’occu-pazione, nella media del 2017 nel Mezzo-giorno, è di 310 mila unità inferiore al2008 mentre nel complesso delle regionidel Centro-nord è superiore di 242 milaunità. Il tasso di occupazione è ancora duepunti al di sotto del 2008 nelle regionimeridionali (44 per cento nel 2017, era 46per cento nel 2008), mentre ha recuperatoi livelli 2008 nel Centro-nord »;

nell’ultimo decennio, nell’ambitodel sistema infrastrutturale e dei trasportinel Mezzogiorno si è assistito a una forteperdita di competitività, anche a causa delfatto che a fronte di un incremento delladotazione infrastrutturale nel Centro-nordper autostrade, nel Mezzogiorno si è as-sistito ad una progressiva diminuzionetanto in termini quantitativi quanto qua-litativi;

inoltre, nello stesso periodo, la do-tazione ferroviaria ordinaria ha registratouna contrazione concentrata nel Mezzo-giorno;

il Sud della Nazione presenta, nelcomplesso, una dotazione infrastrutturale,in ferrovie e autostrade, addirittura infe-riore rispetto ai Paesi dell’est dell’Europae ciò rappresenta un formidabile frenoalla possibilità di esportare, di attrarreturisti, di crescere;

ai sensi della vigente normativa, inforza del criterio che lega gli investimentipubblici ordinari, da destinare alle singoleregioni, alla popolazione residente, giàprevisto dalla legge di bilancio per il 2017,è assegnato alle regioni meridionali unaquota pari al 34 per cento di tali investi-menti; tale quota appare insufficiente arecuperare il descritto divario con la partesettentrionale della Nazione;

i patti per il Sud ed il masterplanper il Mezzogiorno assegnano alle cittàmetropolitane cospicue risorse ma, a se-guito della riforma « Delrio », tali enti sitrovano, di fatto, nell’impossibilità di ge-stire le risorse ad essi assegnate;

sinanche i profili ambientali de-stano maggiore preoccupazione nel Mez-zogiorno: gli ultimi Governi hanno dovutonominare diversi commissari straordinaria seguito delle pesanti pene pecuniarieinflitte dalla Corte di giustizia dell’Unioneeuropea per il mancato rispetto della vi-gente normativa europea in materia am-bientale;

il Commissario straordinario unicoper la realizzazione degli interventi inmateria di collettamento, fognatura e de-purazione delle acque reflue a seguitodella sentenza di condanna della Corte digiustizia dell’Unione europea del 31 mag-gio 2018, ad esempio, si occupa di impiantidi depurazione situati per l’ottanta percento nel Mezzogiorno; a fronte di taleinadempimento, l’Italia ha dovuto pagareuna somma forfettaria pari a 25 milioni dieuro e una penalità di 165.000 euro algiorno, pari a 30.112.500 euro, per ciascunsemestre di ritardo nell’attuazione dellemisure necessarie per adeguare gli im-pianti alla normativa europea;

analogo discorso vale per il Com-missario per la bonifica delle discariche

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abusive, oggetto della sentenza di con-danna del 2 dicembre 2014 con la quale laCorte di giustizia dell’Unione europea hacondannato l’Italia al pagamento di unasanzione forfettaria di circa quaranta mi-lioni di euro e di una penalità semestraledi oltre quarantadue milioni di euro, aseguito dell’accertamento della non con-formità alla normativa europea di due-cento discariche abusive esistenti sul ter-ritorio italiano, in particolare, nel Mezzo-giorno;

dall’ultimo Rapporto dell’Osserva-torio nazionale sulla salute nelle regioniitaliane risulta che l’aspettativa di vita « èdiseguale e nel Mezzogiorno si vive inmedia fino a 4 anni in meno »;

i dati sono chiari: in Campania siregistra un +28 per cento di mortalità pertumori e malattie croniche rispetto allamedia nazionale del 2,3 per cento inSicilia la mortalità del +10 per cento inSardegna è del +7 per cento e in Calabriaè del +4,7 per cento;

nel Sud, inoltre, 1 persona su 5dichiara di non aver soldi per pagarsi lecure; si tratta di quattro volte la percen-tuale osservata nelle regioni settentrionali;ciò a fronte di una spesa da parte deicittadini per la salute che, negli ultimianni, è aumentata, mediamente, di circal’8,3 per cento (2012-2016) ma in manieradisuguale in ambito nazionale;

continua, inoltre, la « migrazionesanitaria » dei meridionali verso il Nord,con tassi che, negli anni 2016-2018, hannoportato oltre duecentomila pazienti ognianno – ossia l’8 per cento del totale deiricoveri – dal Sud al Centro-nord, peresigenze di assistenza ospedaliera;

secondo l’indice di performance sa-nitaria, realizzato dall’istituto Demosko-pika in Italia circa cinquecentomila per-sone hanno rinunciato a curarsi a causadelle liste d’attesa, e il fenomeno è radi-cato soprattutto al Sud: accedere alle pre-stazioni sanitarie presenta i tempi di at-tesa più rilevanti in Calabria che con l’1,9per cento di tasso di rinuncia rilevato e 37

mila residenti rinunciatari, ottiene il pun-teggio più basso (5,3 punti), a seguire laPuglia (5,8 punti) con ben 69 mila soggettiche hanno rinunciato a curarsi, pari all’1,7per cento;

inoltre, attualmente il riparto deifondi del Servizio sanitario nazionale, ba-sato prevalentemente su parametri di an-zianità delle popolazioni residenti nellesingole regioni, penalizza quelle meridio-nali, nelle quali l’età media è nettamenteinferiore alla media nazionale;

nonostante il fatto che già in sededi riparto del Fondo sanitario per il 2017la Conferenza delle regioni avesse appro-vato all’unanimità la proposta di intro-durre, tra i criteri per il riparto, il coef-ficiente di deprivazione, ancora nel ripartoper l’anno in corso tale coefficiente non èstato, invece, considerato;

la valorizzazione e il rilancio delMeridione d’Italia non possono prescin-dere dal rilancio del settore turistico, po-sto l’immenso patrimonio artistico, archi-tettonico e culturale che detengono e chedeve essere trasformato in linfa vitale percreare occupazione, favorire lo sviluppo,applicare all’antico le nuove tecnologie,imprimere a ciò che è statico la velocitàdella modernità, aggiungere a ciò che èlocale la dimensione della globalità;

l’imprenditoria legata al turismonel Sud soffre di debolezze strutturaliimputabili a fattori come l’assenza di pia-nificazione concertata, la mancanza diun’efficace strategia di comunicazione, ledimensioni ridotte, la frammentarietà deimodelli di gestione, lo sbilanciamentonella distribuzione territoriale, l’inadegua-tezza degli standard di qualità nei servizie nella formazione degli addetti, la man-canza delle infrastrutture che consental’accessibilità dei luoghi per attrarre turi-sti;

in questo ambito, appaiono di fon-damentale importanza sia il sostegno aglioperatori, attraverso la formazione delpersonale a quella cultura dell’accoglienzaindispensabile per attrarre turisti sempre

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più globalizzati, sia la tutela e la salva-guardia dei prodotti tipici e delle tradi-zioni locali di cui proprio il Meridione ècosì ricco, sia la salvaguardia ambientale epaesaggistica e il contrasto dell’abusivismoedilizio, anche attraverso un processo diriqualificazione immobiliare e delle areeinterne progressivamente abbandonate;

il peso demografico del Sud conti-nua, inoltre, lentamente a diminuire ed èora pari al 34,3 per cento, due puntipercentuali in meno dall’inizio del nuovomillennio;

a fronte di tale decremento va,invece, evidenziato l’aumento del numerodi immigrati che ha interessato il Sudnegli ultimi anni, rispetto al quale i datiforniti dal Ministero dell’interno rivelanoche i migranti sbarcati in Italia, al 19ottobre 2018, sono stati 21.839, 110.636nel 2017 e 146.287 nel 2016, arrivatiprincipalmente nei porti di Pozzallo, Ca-tania, Messina, Augusta, Trapani, Lampe-dusa, Palermo, Porto Empedocle, Crotone,Reggio Calabria e Cagliari;

l’accoglienza dei migranti sbarcati,al netto dei ricollocamenti effettuati inaltri Stati, ha avuto impatti notevoli sututto il territorio nazionale, ma maggior-mente sui territori meridionali già inte-ressati da evidenti problematiche socio-economiche, e, se da un lato, si sonogenerati pregevoli esempi di integrazionesociale, culturale e imprenditoriale, dal-l’altro, si sono create spiacevoli situazionidi conflittualità e di malessere;

la vigente legislazione per il soste-gno alle regioni del Meridione offre mol-teplici incentivi, strumenti fiscali e ammi-nistrativi per accompagnare gli investi-menti, ma manca una cultura omogeneadell’impresa che costituisca il motore dellaripresa della crescita nel Mezzogiorno;

troppo spesso, inoltre, distorsioni emalfunzionamenti delle procedure di as-segnazione hanno determinato un usoscellerato delle risorse, senza garantireuna ricaduta efficace sul tessuto produt-

tivo locale in termini occupazionali e diinnesco di un sistema economico virtuoso;

la ripresa del Mezzogiorno nondipende solo dall’entità dei trasferimentipubblici, ma dal grado di efficienza delleistituzioni e dalla capacità di mobilitare lerisorse disponibili, determinando una cre-scita delle imprese e della loro capacitàconcorrenziale nei mercati, nonché rista-bilendo una capacità di attrazione di ca-pitali esteri, fondamentali nel processo digenerazione del reddito oltre ad essere lospecchio della credibilità internazionale diuna Nazione;

in questo quadro, i fondi nazionalied europei, pur mantenendo un ruolocentrale nell’ambito delle politiche di so-stegno ad occupazione e sviluppo dei ter-ritori, non possono costituire l’unica ri-sorsa, ma vanno inseriti in un piano piùgenerale, governato dallo Stato, al fine diun migliore e più spedito impiego dellerisorse disponibili con il coinvolgimento euna forte responsabilizzazione delle am-ministrazioni locali e regionali interessate;

l’analisi delle difficoltà strutturaliche opprimono il Sud italiano, sia intermini di struttura produttiva che diassetto istituzionale, evidenzia una situa-zione complessiva di fragilità che imponela ricerca di radicali elementi di discon-tinuità nelle politiche di sviluppo;

appare indispensabile ed urgentedisegnare nuove e più efficaci azioni checonsentano al Mezzogiorno di intrapren-dere un percorso di sviluppo, autonomo eresponsabile, in grado di valorizzare i tantielementi positivi comunque presenti inquesti territori, al contempo dando nuovoslancio al tessuto economico e produttivodel Mezzogiorno;

a fronte di questa situazione disa-strosa l’impegno del Governo per il Mez-zogiorno è rappresentato dalla Ministraper il sud e dalla clausole del « Contrattoper il Governo del Cambiamento »; laMinistra, nell’illustrare qualche giorno fain Commissione Bilancio del Senato lelinee programmatiche del suo Ministero,

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non ha dichiarato niente di più che unagenerica volontà di « ridurre l’insostenibilee ingiustificato divario Nord-Sud », mentreil « Contratto per il Governo del Cambia-mento », privo di una reale strategia per losviluppo del Sud, non prevede altro che lamancetta assistenzialista rappresentata dalreddito di cittadinanza;

ad avviso dei firmatari del presenteatto di indirizzo, l’attuale politica gover-nativa sembra non avere una strategiaindirizzata al miglioramento e all’innova-zione del contesto, con un evidente vuotod’iniziativa che emerge come grave difronte ad una crisi che colpisce partico-larmente l’economia meridionale,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative normative pergarantire la sicurezza e il rispettodella legalità – delle norme civili,penali e fiscali – in quanto prerequi-sito per lo sviluppo del Mezzogiorno;

2) ad assumere iniziative per prevederenel prossimo disegno di legge di bi-lancio agevolazioni fiscali e contributistatali per le attività imprenditorialipresenti nel Sud Italia che assumonopersonale a tempo indeterminato,quali esenzioni triennali del 100 percento degli oneri previdenziali, contri-buti per la trasformazione dei con-tratti da tempo determinato o da ti-rocini a tempo indeterminato, sostegnoai percorsi formativi finalizzati alleassunzioni sia a tempo determinatoche indeterminato, credito d’impostaautomatico pari al 100 per cento degliinvestimenti in aziende del Sud e fi-nalizzati alle assunzioni;

3) ad assumere iniziative per prevederenel disegno di legge di bilancio agevo-lazioni fiscali mirate ad attrarre nelleregioni meridionali i pensionati pro-venienti dal Centro-nord e dall’estero,stabilendo, tra l’altro, la riduzione del-l’aliquota Iva al 10 per cento per glistabilimenti balneari;

4) ad assumere iniziative per prevedere,quale criterio per l’assegnazione difinanziamenti a opere infrastrutturali,la quantificazione dell’impatto sul po-tenziale di sviluppo del Mezzogiorno,nonché l’obiettivo di dotare il Sud diun sistema portuale ed aeroportualeefficiente, di una rete ferroviariaAV/AC (alta velocità – alta capacità)moderna e priva di fonti di pericolocome i passaggi a livello, di un mo-derno sistema logistico intermodale;

5) ad adottare iniziative per destinarealle regioni meridionali il 50 per centodegli investimenti pubblici nazionali inluogo del 34 per cento attualmenteprevisto;

6) ad adottare iniziative, in relazione allasituazione del Mezzogiorno, per dareun immediato avvio alle zone econo-miche speciali (ZES);

7) ad assumere iniziative, alla luce dellecriticità infrastrutturali del Mezzo-giorno, per prevedere nel prossimodisegno di legge di bilancio misure perla messa in sicurezza degli edifici, conparticolare riguardo a quelli scolastici,di recupero dei centri urbani, attra-verso il finanziamento del restaurodegli edifici storici, nonché misure attea finanziare il completamento dei pro-grammi già avviati nei settori dell’edi-lizia sanitaria, universitaria, carcerarianel Sud del Paese;

8) ad assumere iniziative per anticiparel’ultimazione della realizzazione delleinfrastrutture tecnologiche collegate alPiano strategico nazionale sulla Bandaultra larga, elemento essenziale per losviluppo del Mezzogiorno;

9) al fine di ridurre la corruzione nelMezzogiorno, ad adottare iniziativeper la centralizzazione delle proceduredi gara per l’affidamento di contrattipubblici;

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10) ad adottare misure urgenti per con-sentire all’Agenzia per la coesione diprestare assistenza tecnica alle am-ministrazioni locali e regionali meri-dionali per contrastare la lentezzanelle procedure di spesa dei fondieuropei;

11) a presentare ogni anno al Parlamentoun rapporto inerente le criticità ri-scontrate nelle fasi di spesa dellerisorse finanziarie destinate dalloStato e dall’Unione europea in favoredello sviluppo delle regioni meridio-nali con le proposte dei necessaricorrettivi normativi;

12) ad avviare interlocuzioni con l’U-nione europea per ottenere misure di« fiscalità di vantaggio » nel Mezzo-giorno nonché la rimodulazione e lasemplificazione delle procedure dispesa dei fondi europei;

13) a predisporre un programma per laconservazione e la valorizzazionedelle risorse naturali delle Regionidel Sud, al fine di rilanciare il turi-smo;

14) ad elaborare una serie di iniziativenormative collegate al disegno dilegge di bilancio per la messa insicurezza del territorio del Sud at-traverso interventi complessivi di bo-nifica, di gestione dei rifiuti e delciclo delle acque, di mitigazione deldissesto idrogeologico;

15) ad adottare un piano di investimentistraordinari in materia sanitaria pereliminare il gap esistente nelle regionimeridionali conseguendo, in talmodo, la riduzione della mobilitàsanitaria;

16) a valutare i risultati ottenuti daicommissari straordinari nelle regionidel Sud sottoposte a piano di rientrodal debito sanitario e ad assumere leconseguenti iniziative di competenza

qualora gli uffici commissariali nonabbiano raggiunto gli obiettivi fissati;

17) ad adottare iniziative per introdurreil coefficiente di deprivazione tra icriteri di riparto del Fondo sanitario,al fine di consentire una maggioreequità nella distribuzione delle ri-sorse, che tenga conto dei problemidelle regioni più disagiate e con mag-gior tasso di mobilità sanitaria;

18) ad elaborare un programma di ge-stione dei flussi migratori che consi-deri il Sud come « Porta del Medi-terraneo » anche in una ottica diincremento dell’interscambio com-merciale;

19) ad adottare iniziative per prevederearee detassate per gli agricoltori delSud in modo tale da sostenere laripresa dell’agricoltura anche attra-verso la creazione del marchio«made in sud » che certifichi la qua-lità dei prodotti tipici regionali, adot-tando iniziative normative per l’in-cremento delle pene previste per ireati di contraffazione e l’elabora-zione di un sistema di controlli everifica dei prodotti agricoli certifi-cati;

20) ad adottare le iniziative di compe-tenza per potenziare gli organici delleforze dell’ordine nel Mezzogiorno, siaai fini del controllo del territorio chedel rafforzamento dell’apparato inve-stigativo, e della magistratura, salva-guardando i presìdi di polizia e gliuffici giudiziari sul territorio;

21) ad adottare iniziative per prevedere,nel prossimo disegno di legge di bi-lancio, norme per favorire l’accessoal credito bancario da parte degliimprenditori del Mezzogiorno, inparticolare quelli dei settori agricolo,agroalimentare e zootecnico, per in-centivare gli investimenti.

(1-00064) « Lollobrigida, Meloni, Ferro,Gemmato, Bucalo, Varchi,

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Lucaselli, Deidda, Acquaroli,Bellucci, Ciaburro, Frassi-netti, Butti, Caretta, Cirielli,Crosetto, Luca De Carlo, Del-mastro Delle Vedove, Don-zelli, Fidanza, Foti, Maschio,Mollicone, Montaruli, Osnato,Prisco, Rampelli, Rizzetto,Rotelli, Silvestroni, Trancas-sini, Zucconi ».

La Camera,

premesso che:

i dati pubblicati dall’Istat relativiall’anno 2017 evidenziano ancora ungrande divario tra Nord e Sud del Paese intermini di produttività delle imprese ebenessere degli abitanti: il tasso di disoc-cupazione nel Mezzogiorno (19,4 percento) è tre volte quello del Nord (6,9 percento) e circa il doppio di quello delCentro (10 per cento); mentre diverse areed’Italia, soprattutto quelle settentrionali,hanno avviato un percorso di ripresa dallacrisi, con livelli di occupazione tornativicini a quelli del 2008 (66,7 per cento alNord e 62,8 per cento nel Centro), il Sudresta ancora indietro di due punti (44 percento) rispetto alle percentuali del 2008. Ildivario occupazionale tra Nord e Sud è dioltre 20 punti, come quello che esiste traGrecia e Germania. Sempre secondo i datiIstat 2017 le persone che vivono in povertàassoluta in Italia superano i 5 milioni, e lasituazione più drammatica si registra alSud dove oltre uno su dieci vive in con-dizione di indigenza;

i dati Istat rilevano che nel 2017 ilPil ha registrato una crescita superiorealla media nazionale nel Nord, con unrialzo dell’1,8 per cento, un incrementolievemente inferiore nel Mezzogiorno, conun aumento dell’1,4 per cento, e un in-cremento più modesto nel Centro, dove larisalita non è andata oltre lo 0,9 per cento;

secondo il rapporto Svimez, pre-sentato ad agosto 2018, la crescita dell’e-conomia meridionale, nel triennio 2015-2017, ha solo parzialmente recuperato ilpatrimonio economico e anche sociale di-sperso dalla crisi nel Sud; tale ripresa èstata trainata dagli investimenti privati,ma non dal contributo della spesa pub-blica. I principali punti contenuti nel rap-porto sono la forte disomogeneità di ri-presa tra le regioni del Mezzogiorno (nel2017 Calabria, Sardegna e Campania re-gistrano il più alto tasso di sviluppo),l’incremento occupazionale debole e pre-cario, l’ampliamento del disagio sociale, ildivario nei servizi pubblici;

secondo valutazioni di preconsuntivoelaborate dalla Svimez, nel 2017 il Pil èaumentato nel Mezzogiorno dell’1,4 percento, con un incremento rilevante ri-spetto al 2016 (0,8 per cento). La crescitaè stata solo marginalmente superiore nelCentro-Nord (1,5 per cento), accelerandoanche in quest’area rispetto al 2016 (0,9per cento). L’incremento è stato quindiinferiore di 0,1 punti a quello rilevato nelresto del Paese in entrambi gli anni. No-nostante questa lieve crescita dopo setteanni di recessione interrotta (2008-2014),l’economia delle regioni meridionali soffreancora degli effetti della crisi e sconta unforte ritardo non solo dal resto dell’Eu-ropa, ma anche dal resto del Paese: ilprodotto è ancora inferiore del 10 percento rispetto al 2007, con un recuperoinferiore a oltre la metà di quello regi-strato nel Centro-Nord (-4,1 per cento);

nel corso del 2017 l’incrementodell’occupazione meridionale è dovutoquasi esclusivamente alla crescita dei con-tratti a termine (+61 mila, pari al +7,5 percento), mentre sono stazionari quelli atempo indeterminato (+0,2 per cento). Vi èstata una brusca frenata di questi ultimirispetto alla crescita del 2,5 per cento nel2016, il che dimostra che sono venutimeno gli effetti positivi degli sgravi con-tributivi per le nuove assunzioni al Sud,introdotto nel 2016 e confermato neglianni successivi ma in un clima di incer-tezza. I dati relativi al primo trimestre

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2018, anno in cui lo sgravio è stato am-pliato nella platea dei beneficiari, mo-strano un nuovo incremento delle stabi-lizzazioni e dimostrano che le misure didecontribuzione hanno un effetto signifi-cativo solo se certe nel tempo;

negli ultimi anni il peggioramentoqualitativo del mercato del lavoro e lacrescente precarizzazione hanno determi-nato, soprattutto nel Mezzogiorno, livellidi povertà crescenti, nonché un incre-mento delle occupazioni a bassa qualificae a bassa retribuzione;

il rapporto Svimez evidenzia, al-tresì, un peggioramento del saldo migra-torio dal Mezzogiorno, che è passato da–51,1 mila nel 2015 a –56,4 mila nel 2016,con una perdita di oltre 131 mila resi-denti. Gli emigranti che dal Sud si trasfe-riscono nel Centro-Nord sono individuiprevalentemente in età lavorativa e conelevato titolo di studio. Negli ultimi 16anni hanno lasciato il Meridione 1 milionee 883 mila residenti, di cui la metà giovanitra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto dilaureati, il 16 per cento si è trasferitoall’estero;

particolarmente significativo risultail dato relativo alle immatricolazioni uni-versitarie: 175 mila studenti, soltanto nel2017, secondo lo Svimez, hanno sceltoatenei del Centro-Nord che hanno regi-strato un flusso inverso di appena 18 milastudenti. Questo dato evidenzia un ulte-riore massiccio fenomeno migratorio, cheincide sui processi di desertificazione dellefasce demografiche meridionali giovanili,con una incidenza peraltro maggiore nellegrandi aree urbane e nei nuclei familiaricon capacità di spesa medio-alte, contri-buendo alla sottrazione di importanti in-dici di consumo interno;

secondo l’Anvur, l’Agenzia nazio-nale per la valutazione del sistema uni-versitario e della ricerca, il motivo prin-cipale non consiste tanto nel fatto che glistudenti ritengano gli atenei del Nordmigliori di quelli del Sud, quanto nel fattoche il tessuto economico nel quale sonoinseriti è molto più ricettivo di quello nel

quale insistono le università meridionali intermini di servizi e di occupazione. Inoltre,le università meridionali sono state co-strette in molti casi a ridurre l’offerta dicorsi di studio a causa del progressivovenir meno dei finanziamenti. Questo evi-denzia, ancora una volta, l’insufficienzainfrastrutturale e delle politiche per ildiritto allo studio nelle regioni meridio-nali, caratterizzate da una scarsa offertadi social housing e di borse di studio;

oggi, nello stato generale di rallen-tata crescita in cui, purtroppo, si ritrova ilnostro Paese, anche grazie alle scarsepolitiche espansive dei governi precedenti,la migrazione, per gli italiani, in largaparte residenti nel Sud Italia, è diventatanuovamente, come in passato, l’unica pos-sibilità per assicurarsi un’occupazione eun maggiore benessere economico;

in questo modo, la mobilità, nelnostro Paese, diventa esclusivamente uni-direzionale, dall’Italia del Sud verso ilNord Italia e verso l’estero. L’esigenza,quindi, non è solo quella di agire sull’e-sodo, ma anche di favorire il rientro delnostro straordinario « Capitale Umano »;

a conferma della unidirezionalitàdel fenomeno migratorio è sufficiente ci-tare alcuni numeri: dal 2006 al 2017 lamobilità italiana è aumentata del 60,1 percento, passando da poco più di 3 milionia quasi 5 milioni di iscritti. Al 1o gennaio2017, infatti, gli italiani residenti fuori deiconfini nazionali e iscritti all’Anagrafe de-gli italiani residenti all’estero (Aire) sono4.973.942, l’8,2 per cento degli oltre 60,5milioni di residenti in Italia alla stessadata. I numeri dell’emorragia sono im-pressionanti e in crescita: i dati Istatparlano di 114.000 uscite nel 2016 (e quelliOcse di 172.000 nel 2017), ma si tratta didati basati sulle cancellazioni dalle ana-grafi nazionali che quindi sottostimanopesantemente il fenomeno, e dovrebberoessere aumentate di almeno 2,5 volte:calcoli incrociati sull’emigrazione realespaziano da 125 mila a 300 mila persone.Il problema è aggravato dal fatto che il 30per cento di chi si trasferisce all’estero per

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lavoro è laureato; i giovani, la fascia dai18-39 anni, rappresentano il 40 per cento.Quanto al titolo di studi si può stimare,per il 2016, un totale di 34 mila laureatie 39 mila diplomati. Tutto ciò non puòlasciare indifferente il legislatore chiamatoa trovare soluzioni finalizzate a far ritor-nare il Sud un polo di attrazione econo-mico, culturale e intellettuale (il cosiddetto« Rientro dei Cervelli »);

gli indicatori sugli standard dei ser-vizi pubblici documentano un amplia-mento delle diseguaglianze territoriali edel divario tra Nord e Sud, soprattutto inrelazione al settore dei servizi socio-sani-tari che maggiormente impatta sulla qua-lità della vita e sui redditi delle famiglie;

ancora oggi, nel Mezzogiorno, man-cano o sono carenti i diritti fondamentaliin termini di vivibilità dell’ambiente locale,di sicurezza, di adeguati standard di istru-zione, di idoneità di servizi sanitari e dicura. In particolare, nel comparto socio-assistenziale il ritardo delle regioni meri-dionali riguarda sia i servizi per l’infanzia,che quelli per gli anziani e per i nonautosufficienti; l’intero comparto sanitariopresenta differenziali in termini di presta-zioni che sono al di sotto dello standardminimo nazionale. I dati sulla mobilitàospedaliera interregionale testimoniano lecarenze del sistema sanitario meridionale,soprattutto in alcuni specifici campi dispecializzazione, e la lunghezza dei tempidi attesa per i ricoveri e per le prestazionispecialistiche e ambulatoriali, che sonoanche alla base della crescita della spesasostenuta dalle famiglie con il conseguenteimpatto sui redditi;

questa carenza e questo indeboli-mento della qualità dei servizi pubblici edi prestazioni essenziali incidono sullatenuta sociale dell’area meridionale e rap-presentano il primo vincolo all’espansionedel tessuto produttivo, facendo emergereun malessere economico, sociale, lavora-tivo, educativo e sanitario sempre piùdiffuso;

anche la mobilità delle persone edelle merci registra per chi vive e produce

nel Sud costi privati più alti, talvoltaproibitivi specialmente per le isole, lequali, da questo punto di vista, presentanocondizioni di ulteriore svantaggio ancherispetto al resto del Mezzogiorno;

il Contratto per il Governo delcambiamento, capitolo « Sud », recita:« con riferimento alle regioni del Sud, si èdeciso, contrariamente al passato, di nonindividuare specifiche misure con il mar-chio Mezzogiorno, nella consapevolezzache tutte le scelte politiche previste dalpresente contratto (con particolare riferi-mento a sostegno del reddito, pensioni,investimenti, ambiente e tutela dei livellioccupazionali) sono orientate dalla con-vinzione verso uno sviluppo economicoomogeneo per il Paese, pur tenendo contodelle differenti esigenze territoriali conl’obiettivo di colmare il gap tra Nord eSud »;

obiettivo del Governo è, quindi,mettere in campo tutte le politiche neces-sarie per ridurre l’ormai insostenibile eingiustificato divario tra Nord e Sud e perfavorire lo sviluppo omogeneo di un Paeseche è attualmente a due velocità;

i fondi della coesione sono risorsepreziose per l’Italia e, in particolare, per ilMezzogiorno, al fine di favorirne la tra-sformazione verso un’economia intelli-gente e inclusiva, per dare ai giovanil’opportunità di vivere e lavorare nei luo-ghi in cui sono nati, per innalzare laqualità dei servizi (scuole, sanità, tra-sporti), per rendere l’ambiente più verde epiù resiliente rispetto ai rischi. Tuttavia lapolitica di coesione non può essere unostrumento risolutivo delle problematichein cui versano le aree in ritardo se nonaccompagnata da investimenti nazionaliadeguati; pertanto, affinché essa possaessere in grado di dispiegare pienamente isuoi effetti, occorre agevolarne e non osta-colarne i meccanismi di spesa;

occorre, pertanto, potenziare le ca-pacità di programmazione e progettazioneda parte delle Amministrazioni e rimuo-vere gli ostacoli di natura burocratica,nonché rendere tutti i soggetti, anche a

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livello locale, più consapevoli delle oppor-tunità e delle procedure da attivare, pun-tando sulla qualità della spesa, in unquadro di regole più semplificato e piùarmonizzato rispetto a quello attuale;

la premessa essenziale per un rin-novato impegno pubblico per lo sviluppodel Mezzogiorno passa tuttavia per lariqualificazione, l’ammodernamento e larazionalizzazione delle istituzioni preposteall’amministrazione dello sviluppo e dellacoesione, per colmare i deficit in termini dirisorse umane qualificate, in particolaresul versante della progettazione degli in-terventi, delle inefficienze organizzative alivello locale, della carenza di coordina-mento strategico a livello nazionale e divolontà e/o capacità di attivare efficacipoteri sostitutivi;

la politica di coesione territorialerappresenta, in questo quadro, uno deiprincipali assi portanti delle politiche re-gionali di sviluppo, in grado di favorire laconvergenza tra le varie zone del Paese, euno tra i pilastri fondamentali dell’inte-grazione europea dal punto di vista dellafunzione di politica di investimento cheessa rivesta;

con riferimento ai fondi destinati alnostro Paese, nel quadro della nuova po-litica di coesione, le regioni svolgono unruolo strategico e il loro coinvolgimentoattivo è fondamentale per la realizzazionee la condivisione, insieme al livello nazio-nale, delle scelte programmatiche, in lineacon l’attuazione del principio di sussidia-rietà;

malgrado l’accelerazione interve-nuta negli ultimi mesi, l’Italia è ancoralontana dal centrare gli obiettivi di spesaprefissati per le politiche di coesione, cosìcome successo nel resto dell’Europa; taleritardo costituisce un fattore assai graveconsiderato che questi fondi aggiuntivirappresentano risorse fondamentali per ilSud da impiegare in modo più celere edefficace;

in particolare, l’attuazione dei pro-grammi europei sconta oggi un ritardo che

interessa sia i Programmi operativi nazio-nali, sia quelli regionali, coinvolgendo, seb-bene in misura differente, sia le regioni delMezzogiorno, sia le regioni del CentroNord: dai dati più aggiornati forniti dalMinistro per il Sud, le spese certificateammonterebbero a 4,6 miliardi di euro,circa la metà degli obiettivi di spesa com-plessiva fissati dai regolamenti comunitarie che l’Italia è tenuta a certificare perevitare il rischio del disimpegno automa-tico, compreso, secondo le ultime stime,tra i 650 e i 750 milioni di euro;

per il ciclo di programmazione eco-nomica europea 2014-2020, la politica dicoesione cofinanziata dai fondi strutturali,ha assegnato all’Italia un importo com-plessivo di risorse – compresa la quota dicofinanziamento nazionale e la quota ad-dizionale di 2,4 miliardi di euro, attribuitaall’Italia per effetto della crisi economica efinanziaria – pari a 54,2 miliardi di euronell’ambito dell’obiettivo « Investimenti infavore della crescita e dell’occupazione »;

in particolare, le regioni del Sud(Campania, Puglia, Basilicata, Calabria eSicilia) possono beneficiare di una quotacomplessiva pari a 20,9 miliardi di euro difondi strutturali, di cui 13,6 miliardi dieuro di risorse provenienti dal bilanciodell’Unione europea e 7,3 miliardi a titolodi cofinanziamento nazionale, mentre leregioni in transizione (Sardegna, Abruzzoe Molise) possono contare su poco meno di1 miliardo di euro di quota europea e 1miliardo di cofinanziamento nazionale;

le risorse a valere sul Fondo svi-luppo e coesione per il medesimo periodo2014-2020 ammontano a oltre 59 miliardidi euro, di cui l’80 per cento è destinato,per legge, alle aree del Mezzogiorno, cui siaggiungono le risorse ancora disponibili inattuazione dei cicli di programmazione deiFondi sviluppo e coesione per gli anni2000-2006 pari a 16,6 miliardi di euro (3,6per il Centro Nord e 13 per il Sud) e2007-2013, pari a 6,6 miliardi di euro (1,8per il Centro Nord e 4,8 per il Sud). Aqueste risorse vanno inoltre aggiuntequelle destinate ai programmi complemen-

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tari – che ammontano a 7,4 miliardi dieuro per i Programmi operativi comple-mentari (Poc) delle Amministrazioni cen-trali e per le regioni Sicilia, Calabria eCampania – e quelle del Piano azione ecoesione pari a circa 8,9 miliardi di euro,quasi totalmente destinate al Sud. Ulte-riori risorse, pari a 13,46 miliardi di eurohanno riguardato, nel 2016, interventi darealizzarsi nelle regioni e nelle città me-tropolitane del Mezzogiorno mediante ap-positi accordi inter-istituzionali denomi-nati Patti per il Sud;

al perseguimento delle strategie edegli obiettivi dei Pon e dei Por concor-rono infine le risorse dei Programmi ope-rativi complementari 2014-2020, di cuiuna quota è utilizzata per il completa-mento dei progetti inseriti nella program-mazione a valere sui fondi strutturalieuropei 2007-2013 non conclusi alla datadel 31 dicembre 2015;

a seguito della presentazione, il 2maggio scorso, dell’iniziativa sul nuovoquadro finanziario pluriennale (QFP)2021-2027, la Commissione europea hapresentato un pacchetto di cinque nuoveproposte di regolamento, relative alla fu-tura Politica di coesione dell’Unione eu-ropea per gli anni 2021-2027, attualmentein piena fase negoziale. Tale proposta vanella direzione di aumentare la flessibilitànell’utilizzo dei fondi, sia con riferimentoalle procedure di programmazione e ri-programmazione sia con riferimento allepossibilità di trasferire una parte dei fondiverso altri programmi e strumenti previstidal bilancio europeo, inclusi i programmia gestione diretta della Commissione;

per favorire il coinvolgimento delleautorità competenti a livello locale e ter-ritoriale nella futura gestione dei fondidestinati al nostro Paese è stato di recenteistituito dal Governo un gruppo di lavorotecnico sulla programmazione 2021-2027,che prevede un confronto costante traRegioni e Dipartimento per le Politiche dicoesione, che si impegnano a cooperareinsieme per la formulazione di istanze eproposte condivise, da presentarsi in sededi negoziato UE;

l’obiettivo è quello di utilizzare inmaniera più corretta ed efficiente la ge-stione dei fondi comunitari destinati inprimis alle Regioni del Mezzogiorno, ac-celerando la spesa attraverso un controllocostante sulla capacità di investire la to-talità dei fondi a disposizione dell’Italia eil confronto con le istituzioni locali, persostenere le eccellenze e portare nel no-stro Paese crescita, servizi e occupazione;

l’articolo 7-bis del decreto-legge 29dicembre 2016, n. 243, recante « Interventiurgenti per la coesione sociale e territo-riale, con particolare riferimento a situa-zioni critiche in alcune aree del Mezzo-giorno » dispone che le AmministrazioniCentrali si conformino all’obiettivo di de-stinare agli interventi nei territori delMezzogiorno un volume complessivo an-nuale di stanziamenti ordinari in contocapitale proporzionale alla popolazione diriferimento. L’obiettivo è quello di riequi-librare il rapporto tra i due principalicanali finanziari che compongono la spesain conto capitale nel Mezzogiorno: le ri-sorse ordinarie e quelle derivanti dallapolitica aggiuntiva, sia comunitaria (FondiStrutturali e relativo Cofinanziamento na-zionale) che nazionale (Fondo di Sviluppoe Coesione). In particolare, le risorse or-dinarie verrebbero orientate al rispetto delprincipio di equità, finalizzato a far sì cheil cittadino, a qualunque area del Paeseappartenga, possa potenzialmente disporredi un ammontare di risorse equivalente,mentre le risorse della politica aggiuntiva,prevalentemente destinate al Sud, hannola funzione di garantire la copertura deldivario ancora esistente, dando attuazioneal comma 5 dell’articolo 119 della Costi-tuzione,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per rafforzare edestendere, sotto molteplici profili, l’ef-ficacia del regime agevolativo previstodal decreto legislativo 14 settembre2015, n. 147, comunemente chiamato« Controesodo » al fine di facilitare ilritorno e il radicamento dei lavoratori

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che trasferiscono la loro residenza inItalia e in particolare nelle regionimeridionali e di trattenere quelli giàrientrati, tenuto conto che il « capitaleumano » del nostro Paese è indispen-sabile per la crescita economica;

2) ad adottare iniziative per definire pro-getti finalizzati al rientro di giovani adalta qualificazione e specializzazionenelle regioni di provenienza, al fine diinvertire i consistenti flussi di migra-zione verso il Nord e l’estero;

3) a promuovere specifiche misure infavore delle università aventi sedenelle regioni meridionali, al fine di farloro recuperare, con risorse economi-che contenute, le potenzialità di cre-scita dell’offerta formativa venutemeno a causa della riduzione dei tra-sferimenti finanziari, per renderlenuovamente attrattive per tutti queigiovani che oggi si trasferiscono al-trove per l’assenza di corsi di laureainnovativi, magari introducendo pro-cessi di internazionalizzazione degliatenei del Sud, con particolare riferi-mento ad accordi di partnership con lepiù importanti ed avanzate universitàdel mondo;

4) ad adottare iniziative per potenziare erendere più efficaci le misure di in-centivazione agli investimenti nel Mez-zogiorno, soprattutto in settori inno-vativi, al fine di favorire la ripresa delsistema produttivo meridionale;

5) ad adottare iniziative per prevedereper il Mezzogiorno misure di sostegnoper la creazione di giovani start upspecializzate in business emergenti ca-paci di reggere la sfida internazionalee per il rafforzamento delle start up, inspecie se operanti in settori di inte-resse generale, anche non aventi ca-rattere industriale o commerciale erealizzati mediante progetti di parte-nariato pubblico/privato;

6) ad adottare iniziative per avviare e/opotenziare la costituzione di uno o più

cluster tecnologici al fine di favorirel’insediamento nel Mezzogiorno di im-prese scientifiche e tecnologiche ope-ranti in specie nei settori sanitario,informatico, delle telecomunicazioni,dell’agricoltura e ricerca, in raccordocon le università;

7) ad accelerare, in relazione alla situa-zione del Mezzogiorno, l’avvio dellezone economiche speciali istituite aisensi dell’articolo 4 del decreto-legge20 giugno 2017, n. 91, per creare con-dizioni più vantaggiose in termini eco-nomici, finanziari e amministrativi perlo sviluppo di imprese già operanti oche si insedieranno in tali aree;

8) a promuovere in sede nazionale e inambito europeo specifiche misure perla salvaguardia della « continuità ter-ritoriale », in particolare mediante l’in-centivazione del trasporto integrato eintermodale e l’efficientamento deglihub aeroportuali e ferroviari, al fine dicalmierare gli attualmente elevati costidella mobilità;

9) ad adottare iniziative per potenziare lemisure relative agli sgravi contributiviper i neo assunti, estendendo e ren-dendo permanenti le disposizioni con-cernenti la riduzione dei contributi infavore dei datori di lavoro privati cheassumono con contratto di lavoro di-pendente giovani disoccupati, intro-dotte dalla legge di bilancio n. 205 del2017 e confermate per le nuove as-sunzioni nel biennio 2019-2020 daldecreto-legge n. 87 del 2018, anchealle assunzioni di personale over 35nelle regioni del Mezzogiorno;

10) ad adottare specifiche iniziative, inparticolar modo di trattamento fi-scale, in favore dei pensionati italianie stranieri che intendano trasferire orecuperare la propria residenza nelleregioni meridionali, invertendo alcontempo il fenomeno della cosid-detta « fuga dei pensionati italiani »verso l’estero, per la sola ragione di

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rinvenirvi normative fiscali e finan-ziarie di favore, come quella vigentein alcuni Paesi anche europei, per icittadini stranieri che decidano ditrasferirvisi dall’estero;

11) ad adottare iniziative per estenderegli incentivi fiscali dell’intervento« Resto al Sud », introdotti dal decre-to-legge n. 91 del 2017, che sonomisure di sostegno per la nascita dinuove attività imprenditoriali avviateda giovani under 35 nelle regioni delMezzogiorno, anche ai professionisti,con innalzamento dell’età di coloroche effettuano richiesta di accessoalle agevolazioni;

12) ad avviare una specifica programma-zione infrastrutturale, di concertocon le regioni del Mezzogiorno, rela-tiva alla realizzazione di specifici in-terventi di importanza strategica, an-che mediante apposite procedurespeciali che ne consentano la tempe-stiva esecuzione, al fine di colmare ildivario esistente nei collegamenti traNord e Sud;

13) ad adottare iniziative per valorizzaree potenziare i sistemi logistico-inter-modali del Meridione, in specie quelliportuali, così da ampliare la compe-titività delle aree interessate nel piùampio bacino del Mediterraneo, an-che al fine di facilitare la creazionedi economie di scala;

14) ad adottare iniziative per potenziarele strutture ospedaliere territorialidel Sud colmando le insufficienze dipersonale qualificato, strutturali e lacarenza di tecnologie avanzate, evi-tando così l’incremento della mobilitàospedaliera nelle regioni del Centro-Nord con conseguenti ripercussionisulla spesa delle famiglie;

15) ad adottare le iniziative di compe-tenza per migliorare la gestione deirifiuti nel Mezzogiorno, potenziando i

sistemi di raccolta differenziata e diriutilizzazione dei materiali e di chiu-sura del ciclo dei rifiuti;

16) ad avviare, implementare, coordinarei sistemi di monitoraggio nell’ambitodei progetti delle cosiddette smartcity, con particolare riguardo al Sud;

17) a qualificare il rapporto tra la filieradella produzione agricola del Mezzo-giorno e la grande distribuzione com-merciale, valorizzando in specie leproduzioni DOP e IGP, anche al finedi assicurare ai produttori un equi-librato tasso di remunerazione;

18) a sostenere gli interventi di ripristinodelle coltivazioni e delle aree bo-schive del Mezzogiorno, al fine dicontenere il consumo del territorio edi contrastare i fenomeni di deserti-ficazione e di erosione dei suoli;

19) sulla scia di quanto già attuato conl’istituzione della cabina di regia delFondo sviluppo e coesione 2014-2020,ad adottare tutte le opportune ini-ziative, anche attraverso il ricorso ainecessari strumenti di semplifica-zione normativa e amministrativa,per potenziare le capacità di pro-grammazione e progettazione daparte delle amministrazioni compe-tenti nell’ambito della politica di co-esione, rimuovendo gli ostacoli dinatura burocratica, al fine di assicu-rare una maggiore e più stretta in-tegrazione tra gli attori istituzionalicoinvolti nell’attuazione delle politi-che di coesione territoriale; in taledirezione, anche in relazione ai graviritardi accumulati nella spesa comu-nitaria e nei cosiddetti patti per ilSud, a prevedere apposite gestionistraordinarie ed emergenziali perquegli interventi che, di concerto conle regioni, fossero ritenuti essenziali eurgenti per il Sud;

20) a rafforzare il ruolo di supportosvolto dall’Agenzia di coesione terri-

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toriale a favore delle autorità di ge-stione e delle singole amministrazioniinteressate nel raggiungimento degliobiettivi di spesa, affinché si persegual’obiettivo di un più efficace ed effi-ciente utilizzo delle risorse a dispo-sizione, anche mediante il ricorso aspecifiche azioni di supporto ammi-nistrativo e l’implementazione diun’attività di monitoraggio rafforzatofinalizzata a verificare lo stato effet-tivo della programmazione attuativadei programmi operativi regionali –POR del fondo europeo di svilupporegionale (FESR);

21) ad adottare iniziative per procederenell’opera di semplificazione dellemodalità di gestione amministrativadel fondo per lo sviluppo e la coe-sione, attraverso la concentrazione ela standardizzazione delle proceduree dei compiti degli organismi tecnicie facilitando il ricorso alla digitaliz-zazione dei flussi dei dati, evitando laproliferazione di strumenti che de-termino inefficienze nella realizza-zione degli interventi finanziari e si-tuazioni di incertezza per le ammi-nistrazioni;

22) a continuare il dialogo già in corsocon le istituzioni dell’Unione europea,anche attraverso la partecipazione aiconsessi comunitari, a partire dalConsiglio affari generali formazione ecoesione, al fine di sostenere, conazioni concrete e nelle opportunesedi comunitarie, il perseguimentodegli obiettivi fissati dal Trattato difunzionamento dell’Unione europeasulla politica di coesione economica,sociale e territoriale, per eliminare ildivario tra i livelli di sviluppo dellevarie regioni europee;

23) ad adottare tutte le iniziative neces-sarie per assicurare, con particolareriguardo al Mezzogiorno, il correttoed efficace impiego dei fondi strut-turali europei a disposizione per ilperiodo di programmazione 2014-

2020, al fine di raggiungere i targetprefissati per il nostro Paese e mi-gliorarne il loro utilizzo anche attra-verso il ricorso a un sistema di regolepiù armonizzato tra i diversi fondi estrumenti del bilancio dell’Unione eu-ropea;

24) a rispettare il principio della desti-nazione territoriale nel caso dei fondistrutturali di cui sopra che risultinoutilizzabili in base al meccanismo deldisimpegno automatico, ovvero in se-guito a riduzione del cofinanzia-mento nazionale o a riprogramma-zione, facendo confluire tali risorsenei programmi complementari deiterritori a cui sono stati precedente-mente assegnati;

25) ad adottare iniziative per rispettarela destinazione di una quota pari adalmeno il 34 per cento della spesapubblica alle regioni del Sud, in at-tuazione a quanto disposto dall’arti-colo 7-bis del decreto-legge 29 dicem-bre 2016, n. 243;

26) ad avviare le iniziative di competenzaper il potenziamento e la riqualifica-zione della rete stradale interna delMezzogiorno al fine di consentire unamobilità regolare e senza disagi, e diinvertire la tendenza negativa allospopolamento di intere aree, deter-minata da collegamenti inadeguatiovvero caratterizzati da standard disicurezza ridotti;

27) ad elaborare, di concerto con le re-gioni e con gli operatori del settore,un piano strategico per la mobilitàurbana nel Meridione, al fine di pre-vedere specifiche misure di incenti-vazione per enti locali e/o soggettiprivati che intendano realizzare pro-getti – anche sperimentali – nellecittà del Sud Italia;

28) ad adoperarsi nelle apposite sedi perun adeguamento e potenziamento

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dell’infrastruttura ferroviaria nelMezzogiorno e nelle isole, per larealizzazione dei collegamenti veloci,anche nelle aree più remote o disa-giate;

29) a promuovere misure straordinarie diintervento volte a ridurre significati-vamente il digital divide, specie in

tema di banda larga, che interessa learee del Mezzogiorno, soprattuttoquelle più interne, anche al fine diconsentire alle amministrazioni localil’espletamento di tutte le funzioni el’erogazione di tutti i servizi per lacittadinanza.

(1-00065) « D’Uva, Molinari ».

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