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I DISEGNI DI GINEVRA IN ATTESA DEL PRIMO GIORNO DI SCUOLA: SPAZIO, FORMA, MOVIMENTO E TRATTO. di A. Dondero, S. Grassi, N. Passalacqua, M. Redaelli 1 Ginevra ha cinque anni e sette mesi: sta per iniziare la prima elementare. Carina e minuta (è nata di sette mesi), è sveglia e piuttosto esigente ed umorale. Tiene ancora il ciuccio in bocca – e fa discorsi intelligenti da bambina più “grande”. I genitori, molto presenti e curiosi anche del possibile contributo della Grafologia per meglio capire la figlia e il suo imminente approccio alla scuola, hanno aiutato il grafologo a raccogliere correttamente i disegni su cui lavorare. Ginevra infatti al momento scrive solo il suo nome, in stampatello maiuscolo, pur divertendosi a tracciare – abilmente – qualche lettera accanto ad altri tracciati. Sono stati richiesti, al solito, alcuni disegni particolarmente utili al grafologo: lo scarabocchio attorno al nome, lo Stelle ed onde della Lallemant, gli Alberi secondo la Stora, il Paesaggio secondo Arthus-Lefebure... ed è stato accolto con interesse e piacere altro materiale spontaneamente fornito. Prima di soffermarci sui singoli disegni nella loro specificità, abbiamo dato uno sguardo d’insieme, considerando complessivamente quegli elementi costitutivi del grafismo (Spazio, Forma, Movimento e Tratto) che poi certamente si ritrovano con le loro particolarità nei vari documenti. E’ questa una fase molto importante, che offre una prima sintesi tecnica, facendo evitare errori di sopravvalutazione di qualche singolo elemento di qualche singolo disegno e soprattutto costringendo a non accostarsi prematuramente all’aspetto simbolico – tanto fascinoso quanto insidioso nell’interpretazione. Nel caso di Ginevra questo tipo di approccio è risultato particolarmente utile. Lo Spazio è sempre riempito, senza timidezze o timori; il foglio è sempre preso in orizzontale (semplificando molto, in questo atteggiamento è privilegiato l’asse dell’essere con e dell’essere come, rispetto all’autonomia e alla contrapposizione); non presenta confusioni od intrichi (salvo una sovrapposizione nello Stelle ed onde), c’è una seppur limitata tendenza a smarginare verso il basso (componente infantile). 1 [email protected] ,, [email protected] , [email protected], [email protected]

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I DISEGNI DI GINEVRA IN ATTESA DEL PRIMO GIORNO DI SCUOLA: SPAZIO, FORMA, MOVIMENTO E TRATTO.

di A. Dondero, S. Grassi, N. Passalacqua, M. Redaelli 1

Ginevra ha cinque anni e sette mesi: sta per iniziare la prima elementare. Carina e minuta (è nata di sette mesi), è sveglia e piuttosto esigente ed umorale. Tiene ancora il ciuccio in bocca – e fa discorsi intelligenti da bambina più “grande”. I genitori, molto presenti e curiosi anche del possibile contributo della Grafologia per meglio capire la figlia e il suo imminente approccio alla scuola, hanno aiutato il grafologo a raccogliere correttamente i disegni su cui lavorare. Ginevra infatti al momento scrive solo il suo nome, in stampatello maiuscolo, pur divertendosi a tracciare – abilmente – qualche lettera accanto ad altri tracciati. Sono stati richiesti, al solito, alcuni disegni particolarmente utili al grafologo: lo scarabocchio attorno al nome, lo Stelle ed onde della Lallemant, gli Alberi secondo la Stora, il Paesaggio secondo Arthus-Lefebure... ed è stato accolto con interesse e piacere altro materiale spontaneamente fornito. Prima di soffermarci sui singoli disegni nella loro specificità, abbiamo dato uno sguardo d’insieme, considerando complessivamente quegli elementi costitutivi del grafismo (Spazio, Forma, Movimento e Tratto) che poi certamente si ritrovano con le loro particolarità nei vari documenti. E’ questa una fase molto importante, che offre una prima sintesi tecnica, facendo evitare errori di sopravvalutazione di qualche singolo elemento di qualche singolo disegno e soprattutto costringendo a non accostarsi prematuramente all’aspetto simbolico – tanto fascinoso quanto insidioso nell’interpretazione. Nel caso di Ginevra questo tipo di approccio è risultato particolarmente utile. Lo Spazio è sempre riempito, senza timidezze o timori; il foglio è sempre preso in orizzontale (semplificando molto, in questo atteggiamento è privilegiato l’asse dell’essere con e dell’essere come, rispetto all’autonomia e alla contrapposizione); non presenta confusioni od intrichi (salvo una sovrapposizione nello Stelle ed onde), c’è una seppur limitata tendenza a smarginare verso il basso (componente infantile).

1 [email protected],, [email protected], [email protected], [email protected]

Tentando una prima approssimativa sintesi, lo spazio, il mondo in cui Ginevra vive, appare un luogo sicuro, ben definito, in cui ben installarsi e radicarsi. C’è poi un elemento spaziale che ricorre in tre differenti disegni (Stelle ed onde, Stora 1, Arthus): la linea del cielo, tracciata al di sopra di tutto, e che impedisce di vedere appieno il sole.

Lo spazio del foglio A4 diviene così ancora più orizzontale e preso in larghezza. La linea del cielo è come un confine che tiene bassi i singoli elementi disegnati, che fa da coperchio all’ergersi ad es. della casa secondo Arthus: per ora lo spazio sembra quello, amato, del quotidiano più che il luogo

di nuove scoperte e tensioni verso l’alto – che possono ingenerare dell’ansia. Ma il quotidiano tanto contiene quanto opprime. La Forma. Quando il grafologo osserva la Forma nei disegni di un bambino (o di un adulto), non guarda la capacità di disegnare, di creare forme belle o realistiche o fantasiose: qualche volta anche questo, secondariamente, ma l’interesse principale è nella ricchezza o povertà delle forme (scrittorie o di disegno), nella loro sicurezza o incertezza, nella semplicità o povertà o complicazione, nell’abbondanza o trascuratezza, nella convenzionalità o personalizzazione, nel loro essere arrotondate o angolose. Ginevra non è una piccola artista, non fa dei bei disegni a livello di forme – pur essendosi impegnata molto diligentemente -, ma se guardiamo la Forma con gli occhi del grafologo, come elemento costitutivo, arrivano interessanti sorprese. Prendiamo in esame innanzitutto il foglio quadrettato formato protocollo pasticciato qualche giorno prima della raccolta degli altri disegni, con maggiore libertà.

In esso, fatta eccezione per le lettere e i simboli a pennarello colorato in alto, la forma è svincolata da contenuti: è pura astrazione – e questo ci rende il lavoro più semplice. In particolare il trapezio che qui sotto riproduciamo è per Ginevra un disegno ricorrente, una sorta di timbro.

E il trapezio dalla base inferiore più lunga di quella superiore appare una forma ben solida – in cui inscrivere con grande abilità e variazioni curve, vasche, ghirlande, archi, anelli e qualche angolo. C’è molta ricchezza di forme nel timbro di Ginevra, molta abilità e chiarezza, disinvoltura e gusto. E’ quanto appare anche nella forma della chioma del primo albero, varia ed agile sino al tratto discendente a destra, quando, forse per effetto di noia o fatica, si spezza frammenta rinsalda. E’ quanto appare anche nella chioma del secondo albero, sin dall’inizio più angolosa (eppure sciolta), per poi perdere ancora maggiormente semplicità e scioltezza nella parte finale.

Stora 1, particolare

Stora 2, particolare

Sempre tentando una sintesi interpretativa necessariamente sommaria e da far rientrare poi in un quadro più completo, la ricchezza di costruzione di sé di Ginevra e la sua sicurezza di intelligenza varia e duttile possono in questo periodo essere messe un po’ in crisi dall’ansia che la porta talvolta (alla fine) ad essere meno concentrata e meno sciolta insieme, più sbrigativa ed infantile. Un’ultima osservazione sempre di Forma – e sempre correlata con lo Spazio: Ginevra ama molto fare croci, sia come simil-lettere (vedi il foglio protocollo) sia come elementi decorativi, ad es. nella seconda casa-fortino a destra nel paesaggio secondo Arthus.

Arthus, particolare

La croce è un diagramma che appare presto nel disegno del bambino, in quella che per comodità d’uso possiamo chiamare freudianamente la fase Anale: è un segno non morbido né conciliante, duramente sbarrato eppure incrocio delle quattro direzioni, un gesto di combattività e di espansione non facile ma volitiva. E’ una forma aggressiva e spesso arrabbiata: non è l’unico segno, ci torneremo più avanti, delle piccole rabbie e capricci di Ginevra, che a volte possono farla apparire più bambina emotivamente di quanto la sua ricchezza di intelligenza non sembrerebbe comportare. Anche lo scarabocchio spontaneo eseguito al termine dei disegni prescritti, con i suoi puntigliosi puntini colorati che erano forti e rumorosi colpi sulla scrivania, unisce varietà ed abilità di forme con gli elementi di sfogo intemperante tipici del disegno del bambino attorno ai tre anni: capace di concentrazione seria, Ginevra si ribella alla fine e libera aggressivamente tutto il suo bisogno di movimento.

E il Movimento è il terzo elemento costitutivo del grafismo/disegno che il grafologo a questo punto osserva. Movimento è emozione, emotività, azione. Basta tornare sullo scarabocchio precedente per osservare quanto Ginevra sia fortemente e velocemente mossa, tirata, sospinta dalle sue emozioni. Impulsiva, sbrigativa, poco disciplinata, fa fatica a contenere e ad orientare la sua forza di desideri e di idee. Se consideriamo da questo punto di vista lo Stelle ed onde, Ginevra vi ha aggiunto un elemento non richiesto: il sottomarino (se stessa?), che naviga non si sa in quale direzione in onde diverse (le emozioni, ora più morbide ora più spigolose?), quasi schiacciato dalle grosse e sgradevoli stelle – a loro volta tenute giù dalla linea del cielo o sopra il cielo.

E’ una dinamica forte quella fra l’impulsività volitiva ed esigente e il desiderio/bisogno di disciplina che tenga a freno e dia confini e mete sicure. Sarà importante l’azione regolatrice della scuola - certo non facile né indolore, ma una bella sfida per la crescita emotiva di Ginevra. Il quarto elemento che il grafologo osserva è il Tratto. Quello di Ginevra è fortemente appoggiato, molto nitido (ben valutabile nei disegni a biro e a matita – ma quello a matita è necessariamente poco fedele nella riproduzione), capace di gesti curvi e gesti dritti, rapido salvo qualche rallentamento finale di noia o stanchezza. E’ un tratto sano e vario nella sua conduzione (meno vario nella sua texture), robusto e ben difeso, poco permeabile. E’ coerente con gli altri elementi. E lo è con quanto appare dall’interpretazione degli alberi secondo le indicazioni della Stora. Non è qui possibile per ragioni di brevità riportarne l’esame completo e ci limitiamo quindi solo a qualche item particolarmente significativo - sempre da interpretare in sindrome insieme agli altri (più di duecento).

Possiamo fare un discorso abbastanza in comune per i primi due alberi, anche se il primo ci dà maggiori indicazioni sul comportamento in ambiente esterno alla famiglia e nei confronti del nuovo mentre il secondo ci parla dell’ambito di vita più consueto e conosciuto (abbiamo già visto il limite prudente ed ansioso costituito dalla linea che fa da coperchio al primo albero, mentre in famiglia Ginevra non ne sente il bisogno). Ginevra ha girato il foglio in larghezza, un item collegato dalla Stora a spirito indipendente ed intelligenza. Ha poi posto gli alberi in posizione più o meno centrale (desiderio di accordo con l’ambiente) e non ha molto utilizzato la parte alta dei due fogli, come si diceva. La chioma è chiusa e vuota al suo interno (aggressività che non si manifesta pienamente), tracciata un po’ insolitamente a ghirlanda invece che in festone arcuato e con lacci seduttivi ed insieme angoli spigolosi. E’ soprattutto una chioma più piccola del tronco, un item che la Stora collega con dipendenza dall’ambiente – cui si oppone con dura impulsività non sempre facile da controllare. Il tronco è separato dalla chioma per mezzo di un tratto: avverte la costrizione dell’educazione. Eppure il debordare del tronco verso il basso parla di ricerca di sicurezza ed integrazione. Il quadro è piuttosto chiaro, sempre nella medesima direzione. Può però aggiungerci qualcosa di nuovo il terzo albero, quello di fantasia, che spesso dice mediazioni, sogni, vie di uscita – ed aiuta a dare uno sguardo anche sulle prospettive future. Ginevra per disegnarlo ha abbandonato la biro e scelto i pennarelli colorati. E questa volta si è dedicata tutta ed esclusivamente alla chioma, che riempie tutta la pagina. Con attenzione a non smarginare verso la destra, dove anzi il gesto finale appare al solito più incerto – eppure quanta voglia di uscire da parte del bruco colorato, sorridente e dalle antenne ben mobili... La voglia di crescere e di cambiare, anche grazie alla scuola, ben supportata dalle doti di intelligenza e dal caratterino volitivo, appare evidente – e sarà interessante osservare disegni e scrittura di Ginevra a qualche mese dall’inizio della nuova avventura scolastica.

BIBLIOGRAFIA

• PEUGEOT J. – LOMBARD A. – DE NOBLENS M., Manuale di grafologia, Masson, 1992

• COLO C.- PINON J., Traité de graphologie. Dynamique de l’écriture, Expansion Scientifique Française, 2002

• GUAITOLI A. R. – ORLANDI A., Ascoltare il segno, Borla, 1998 • GUAITOLI A. R., Identità, scritture e segni, CE.DI.S, 2005 • PEUGEOT J., La conoscenza del bambino attraverso la scrittura, La Scuola, 1985. • LEFEBURE F., Expression graphique et test des quatre éléments, Masson, 1992 • STORA R, Le test de l’arbre, Presses universitaires de France, 1978 • STORA R., Le test du dessin d’arbre, Augustin s. a., 1994 • AVE_LALLEMANT U., Il test Stelle e Onde, Otium ac negotium, 1995 • OLIVERIO FERRARIS, Il significato del disegno infantile, Bollati Boringhieri, 1978

Anna Dondero è laureata in Lettere Classiche presso l'Università di Genova. Dopo il diploma presso il Centro Studi Grafologici di Roma, è Grafologa iscritta all'Associazione Grafologi Professionisti, specializzata in Grafologia aziendale, peritale e dell'età evolutiva. E' Presidente del Ce.S.Graf. di Genova. E' autore di numerose pubblicazioni a rivista e a congresso. Silvia Grassi è diplomata in Grafologia presso il Ce. S. Graf. di Roma. E’ iscritta all’Associazione Grafologi Professionisti. Specializzata in grafologia peritale, è consulente e perito iscritto al Tribunale di Chiavari E’ anche specializzata in grafologia dell’età dello sviluppo. Noemi Passalacqua si è laureata in Psicologia Clinica all'Università degli Studi di Padova. Attualmente è specializzanda in Psicoterapia ad indirizzo Cognitivo-Costruttivista al CESIPc di Livorno. Lavora in ambito sociale e studio privato. Iscrizione n. 1790 Albo degli Psicologi della Liguria. Massimo Redaelli è dottorando in Ingegneria dell'Informazione presso il Politecnico di Milano. Diplomato Ce.S.Graf., è responsabile e docente dei corsi Ce.S.Graf. a Brescia, vicepresidente del Ce.S.Graf. Genova. E' responsabile della sede Ligure dell'Associazione Grafologi Professionisti.